Gran concerto delle varietà

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Gran

Gran

Concerto

delle

Variet

Due tempi di Roberto Lerici

Questo testo la sintesi immaginaria del Variet e del suo mondo, vista come memoria, come frammento di unidea teatrale pi vasta e completa nelle sue concatenazioni e discendenze. Nessun salto storico, dunque, ma un legame che rimanda da invenzione a invenzione, da fantasia a fantasia, dal mondo dei giullari, agli attori del Teatro dellArte, fino a questi artisti di tipo individuale, a questi comici assolutamente personali del teatro delle Variet, come si diceva una volta.

Tenuto conto che questo spettacolo non ha intenti documentari, ma che anzi tutte le scenette, le canzoni, i duetti, i monologhi e tutti i testi in generale, seppur ispirati ai modi del Variet, sono rigorosamente originali e inediti, scritti apposta per questo spettacolo e funzionali al suo disegno drammaturgico, diciamo che i personaggi sono situati in un ideale limite tra il Caff Concerto e il Variet vero e proprio, in unepoca imprecisata che va dalla fine 800 allultimo dopoguerra, cio in quel luogo e tempo dellimmaginario collettivo che ciascuno spettatore consuma e conserva dentro di s e sente come festa del Variet.

E per questo che le musiche, le scene, i costumi, saranno dilatazioni o riduzioni, tracce appena suggerite, o grottesche deformazioni sul tema Variet, al di l di unipotesi documentaria. Questo vale anche per le coreografie che dovranno alludere a perfezioni e costruzioni non certo necessarie al Variet come documento.

Anche la recitazione, sia dei personaggi come tali che delle ambigue personificazioni dellAttrice e dellAttore, che vivono fuori e dentro lo spettacolo, dovr tener conto della ambigua natura della rappresentazione e cio della visione diretta come della preparazione dello spettacolo in forma di prove.

Questo spettacolo dunque unidea trasposta, quasi una metafora di quella particolare metafora che gi di per s il tempo spezzato del Variet.

E in questo genere di spettacolo infatti che si trova la scomposizione ironica di tutti i prototipi sciupati del Bello, del Grande, del Solenne, del Religioso, del Feroce, del Seducente e dello Spaventevole, ed anche lelaborazione astratta dei nuovi prototipi che a questi succederanno. Il teatro di Variet dunque la sintesi di tutto ci che lUmanit ha raffinato finora nei propri nervi per distrarsi ridendo del dolore materiale e morale

Troppo impegnative le parole degli anni 20 nel Manifesto Futurista? Forse, ma il Variet come spazio aperto della libert inventiva, dellimprovvisazione, rimane un tipo di spettacolo che ha avuto una continuit e una vitalit grandissima attraverso i suoi grandi interpreti e i suoi umili comprimari. E inutile nominare Viviani, Petrolini, Fregoli, Tot, ecc. perch evidente che la tradizione dellattore italiano in generale ha la sua costante individualista e libertaria proprio in quella matrice di solista che risale indietro nel tempo, allorigine del Teatro Italiano.

NOTA ALLO SPETTACOLO

Gli attori ideali per questo spettacolo non devono essere scelti fra gli ex attori del Variet, ma fra gli attori di Teatro che del Variet sappiano dare unidea critica. Questo vale anche per le musiche, che devono essere dei puri sostegni dellidea, poich nessuno dovr realmente cantare o suonare musiche tipiche del Variet.

Lo stesso vale per le scene e i costumi che dovranno essere unidea dilatata o volutamente riduttiva dellidea tipica dei siparietti, dei fondalini, degli oggetti di scena in uso nel Variet, cos come i costumi da Vedette o da Soubrette o da macchietta, o da ballerina, ecc., potrebbero essere ispirati a quelli della fine 800, o degli anni 20 fino a quelli ante seconda guerra mondiale, con un gusto senza tempo definito che li unifichi stilisticamente.

In altre parole, non serve lidea realistica dei poveri guitti, ma serve la sontuosa visione fantastica sia della povert reale, come della ricchezza immaginaria che il mondo del Variet rievoca. Cos come la bellezza delle ballerine sar una vera bellezza, nonostante la verit dellindigenza fisica o delle calze rammendate.

Questi sono solo dei suggerimenti, ma non detto che sia vero tutto il contrario.

PERSONAGGI

LATTORE ovvero IL COMICO

LATTRICE ovvero LA VEDETTE

LA SOUBRETTE

IL FANTASISTA, SPALLA, TRASFORMISTA

IL FINE DICITORE, ROMANZIERE

IL BRILLANTE, ECCENTRICO, MAMO, ACROBATA, GINNASTA,

BALLERINO

LA BALLERINA 1

LA BALLERINA 2

LA BALLERINA 3

LA BALLERINA 4

LA BALLERINA 5

IL BALLERINO SOLISTA

I SEI ELEMENTI DELLORCHESTRINA

PRIMO TEMPO

(A sipario chiuso si accendono le luci della ribalta. Dai due lati opposti del boccascena entrano lAttore, che reciter la parte del comico e lAttrice, che interpreter la parte della Vedette. Lei non pi giovanissima, ma ancora in ottima forma. Lui ha evidentemente pi anni di lei, ma un uomo solido. Sul braccio lui ha un impermeabile e lei sul suo un cappotto col collo di pelliccia. Tagliati secondo la moda di oggi.

Fissano il pubblico per qualche istante con un sorriso fermo, distaccato, poi parlano nelle vesti di ambigui personaggi guida, di presentatori della memoria, di evocatori e

creatori di meraviglie reali e inesistenti, di Attori di Variet, insomma).

ATTORE Siamo saliti su questo palcoscenico per fingere uno spettacolo, per mimare una rappresentazione mai andata in scena, per cercare nello spazio della memoria un frammento di libert teatrale che si chiama variet.

ATTRICE Siamo qui per sgombrare il campo dalla retorica dei poveri eroi, dei guitti sfortunati, delle disperazioni di provincia. Il Variet un mondo felice, dove la risata una necessit programmatica, lerotismo una elementare gioia distribuita da giovani donne dalle lunghe gambe

ATTORE E il desiderio raggiungibile, le contraddizioni sono conciliabili, il pubblico una realt da aggredire allegramente.

ATTRICE Ma sento che il sipario freme sta per aprirsi su quelli che si fanno chiamare artisti per un antico diritto strappato alle tavole mobili dei palcoscenici di piazza.

ATTORI Questi artisti hanno sempre rigorosamente adottato nomi darte fantasiosi, per meglio sopravvivere alla leggenda che li accompagna

ATTRICE La leggenda degli scavalcamontagne dei saltimbanchi, degli eterni affamati, degli affaticati viaggiatori, delle vittime designate di un impresario provvidenziale come il loro destino, di un impresario esoso, spietato, ricattatore, assente.

ATTORE Ma non riusciamo pi a trattenere il sipario ecco a voi i componenti della compagnia

ATTRICE Grandiosamente chiamata del Gran concerto delle variet.

(Il sipario, dopo aver accentuato i suoi fremiti scoccando a piccoli strappi grandi onde che si propagano nervose lungo la superficie, si comincia ad aprire, accompagnato dallAttore e dallAttrice nei due sensi opposti lungo il boccascena. Si sente un suono su una nota sola, sintesi amplificata di milizia di corde passate su carrucole cigolanti di sipari celebri o senza nome. Si scopre il palcoscenico completamente vuoto. Nella luce violacea e smorta di unalba invernale o, se si preferisce, delle luci flebili di servizio, si distinguono appena i componenti della compagnia. Sono l, immobili, come se fossero stati sorpresi troppo presto dallapertura del sipario, o come fossero l ad aspettare qualcosa, pietrificati dalla noia. Sono seduti sulle valige, sui fagotti, o in piedi, o abbracciati a coppie. Quattro grandi valigie e una cappelliera sono raggruppati al centro e non c nessuno vicino.)

(LAttore e LAttrice rimangono ai due lati del proscenio. Si volgono verso il gran vuoto aperto sul boccascena, sul cui fondo campeggia la scritta Vietato fumare.)

(Le ballerine hanno perso il loro fascino, se ne stanno accucciate nei loro cappottini sui bagagli, sbadigliano con gli occhi persi non si sa dove. Una in piedi sembra provare un passo di danza. E da un po che ripete il movimento su se stessa. In verit cerca di scaldarsi. Unaltra in piedi sta attaccata al suonatore di sax. Giocano a baciarsi. C sempre qualcuno che non rispetta la noia degli altri. Nessuno sa come si chiamano quelle ragazze. Sono il corpo di ballo, ma non trattandosi del Bolscioi, sono dei corpi che ballano.)

(I due ballerini, mimi, boys tutto fare, si tengono la testa e i pensieri vendicativi tra le mani sui gomiti puntati alle ginocchia.)

(Il Fine Dicitore, Romanziere, ovvero dicitore di versi e cantante di romanze, fuma con delicatezza la sua sigaretta seduto in punta di valigia. Con il cappello nero a larghe tese, ha una segnata nobilt anche in questa attesa umiliante. Dal modo come scruta il cielo sembra essersi assunto il ruolo di capo coro, interprete e poeta della condizione di tutti i compagni darte e di viaggio.)

(Accanto a lui, isolato, ma dipendente per segreti affetti, il Fantasista, e anche Spalla del Comico, e Trasformista e altro ancora. Siede febbrile e attento come una faina, punta nel buio il suo muso, appollaiato sul suo valigione pieno di trucchi, parrucche, travestimenti.)

(Un po in disparte, ma le lunghe attese creano solitudini naturali, c la Soubrette, cos definita per estensione, ch la Soubrette pi della Rivista che del Variet, diciamo Cantante, Duettista, ecc.

E una ragazza di meno di ventanni, con laria di bambina antica, dalle labbra dipinte troppo forte. Siede sul suo valigino con laria rattrappita. Si vede subito che venuta via dal paese alla morte della madre, dopo aver perso il padre a dodici anni. Tutte le ragazze del Variet hanno storie patetiche, prima di diventare dure come rocce per essere Vedette a pieno merito. Lei arrivata in citt per una piccola speranza subito raccolta dal Capocomico che le ha offerto un avvenire, se con pazienza vorr imparare.)

(I sei orchestrali si riconoscono dalle custodie nere dei loro strumenti. Non stanno vicini. Fuori dalla buca dorchestra preferiscono non aver nulla a che fare luno con laltro.)

(Il cosiddetto Brillante, appare molto poco brillante, tutto teso com a fissare senza speranza la Soubrette, che a sua volta guarda altrove sentendo con dolore lo sguardo di lui piantato sul suo cuore. Lui un giovane esile, usato come Ginnasta, Ballerino, Mamo, Acrobata, e altro ancora.)

(LAttore, che ha controllato la scena e i personaggi con un lungo sguardo dinsieme, indossa limpermeabile e v a mettersi accanto ai suoi bagagli, prendendo posto anche lui nella grande distribuzione dei ruoli.)

(Il Capocomico, ovvero il Comico della compagnia, ha uno sguardo impassibile, duro, a tratti ferocemente malinconico, come se fosse perennemente in guerra con la vita. Adesso il viso dorfana infelice della Soubrette che balena a tratti nel suo presentesi uomo non pi giovanissimo. E lunico che stando in piedi, accanto ai suoi bagagli, non si rassegna allattesa e guarda una ciurma disfatta in rappresentanza dellumanit tradita, per dire al cielo le ragioni di tutti.)

(Il Suonatore di Sax, impaziente, forse estrae il suo strumento e alza qualche nota nostalgica nel silenzio annoiato.)

(LAttrice, che ha controllato la scena e i personaggi con un lungo sguardo dinsieme, indossa il cappotto con pelliccia e va a sedersi su una delle valigie, accanto al Capocomico in piedi, prendendo posto anche lei nella grande distribuzione dello spettacolo nel ruolo della Vedette.)

(La Vedette ancora molto bella di fisico, un po sciupata nel viso, ma per la lunga attesa. Il trucco di scena le render giustizia. Il collo di pelliccia le copre un po di bocca e le incornicia la nuca nobilmente. Dal modo come siede sulla valigia pi grande, accanto al Capocomico, si vede che i due, per antica consuetudine, stanno insieme in arte e nella vita. )

(Nella luce di questalba, che nelle storie tristi si definisce livida, un fischio improvviso e terribile di treno si conficca fra la ribalta e il cielo, al di l della soffitta del teatro. La Compagnia si anima, le valigie si sollevano, ci si muove finalmente. Gli orchestrali vanno a disporsi in buca, se il teatro lo permette, oppure da una parte del palcoscenico, a seconda dello spazio teatrale. Si alzano le luci.

Fra sbuffi di vapore e stridii laceranti la locomotiva rallenta ed entra lentamente in scena, dipinta su un siparietto che scorre da destra a sinistra, nascondendo tutta la compagnia. Il siparietto continua a scorrere facendo uscire dalla parte opposta la locomotiva e facendo apparire il disegno di un vagone, con i finestrini tagliati.

Il Comico, la Vedette, la Soubrette, il Fantasista, il Fine Dicitore, si affacciano ai finestrini salutando con le mani e cantano in coro la canzone: C sempre un treno.)

CORO C sempre un treno

che ti porta via

sullali tristi

della fantasia

Eun treno di frivola bellezza

che freme tutto come una carezza

che vi trasporta nel mondo che sognate

serbate ogni speranza o voi che andate

C sempre un treno

che ti porta via

sullali tristi

della fantasia

(Il siparietto del treno scorre via portando con se i personaggi della Compagnia, scoprendo le ballerine sorridenti, libere dai cappotti, dalle valigie, dai fagotti, con le calze a rete, i corpetti scintillanti.

In scena piante esotiche ritagliate nel compensato hanno fatto fiorire un paesaggio vagamente tropicale, mentre le luci salgono al massimo.)

(Sul fondo calato a coprire la scritta Vietato fumare, un fondalino con sopra dipinto il mare, che due attrezzisti invisibili scuotono ai lati delle quinte, facendolo ondeggiare. Dal centro , dietro il gruppo di ballerine sbuca fuori la Soubrette con una specie di gonnellino di paglia.

Viene avanti esitante intonando una canzone vagamente esotica, un ritmo tropicale sotto una vocina inerpicata su note acute e squillanti.)

(La Soubrette canta accompagnando le parole con una serie di gesti comicamente dissociati delle braccia che alza e abbassa fuori tempo, come disarticolata, ostentando una specie di disinvoltura svogliata, sottolineata dalle mani flosce, pendule sui poli.)

SOUBRETTE: (Canta)

Vengo dal mare

al mare torner

dolce calore

del cuore che non ho.

Le palme che nel vento

si piegano gemendo

sono mani che si giungono

per chiedere piet.

Vengo dal mare

al mare torner

dolce calore che non ho.

Sotto il bel sole

dei tropici dar

al primo che lo vuole

lamore che non ho.

(I due ballerini si uniscono alle quattro ballerine e mimano il languore tropicale.)

(Il Numero sembra quasi interrotto dallintervento dellAttore come Comico che irrompe in scena nellambigua veste dellAttore e del Comico.)

ATTORE (Comico): (Ai ballerini e alla Soubrette)

Sappiate che il viaggio incominciato nel bene e soprattutto nel male. La felicit esotica un pretesto, la storia corre altrove. La nostra Soubrette ha evidentemente deciso di minare lo spettacolo alla base. C chi crede ciecamente in te, ma tu te ne approfitti per far ridere quando non ti spetta.

(Si rivolge ad una ballerina alta)

Tu di dove sei?

BALLERINA 1: (Sorpresa)

Io?! Di Campobasso.

ATTORE (Comico): Ma no, scema! Devi darmi la battuta! Te lo richiedo. Di dove sei?

BALLERINA 1: Del Monte Bianco

ATTORE (Comico): Brava! Il tetto dItalia!

(A unaltra ballerina dal petto vistoso)

ATTORE (Comico): E tu di dove sei?

BALLERINA 2: Di Bologna.

ATTORE (Comico): Brava! La tetta dItalia! Dovete stare attente, ragazze! Nessuno

vuole sapere da voi nulla di personale. (Alla Soubrette) Voglio

fare una domanda a te e, se non sai rispondere, ti protesto. Sai di

cucina, tu?

SOUBRETTE: S, qualcosa Anzi molto.

ATTORE (Comico): Sai qualche ricetta particolare? E importante che la Soubrette

della Compagnia sia una buongustaia! (Ride)

SOUBRETTE: So fare lovo sodo.

ATTORE (Comico): Lo preferisci sodo, brava! Ma il batacchio al forno lo sai fare?

SOUBRETTE: Come..?

ATTORE (Comico): Il batacchio al forno.

SOUBRETTE: No Mi dispiace Non so

ATTORE (Comico): Una vera buongustaia deve saper fare il Batacchio al forno. Te la dico io la ricetta, ignorante; e impara!

(Con enorme carica di volgarit intenzionale)

Prendere un batacchio maturo, non importa se secco, magro e non di buona apparenza, che anzi certe volte son quelli di migliore riuscita. Impastatelo con energia, passatelo sulla tavola per la sfoglia, lisciate bene la superficie, allungatelo bene, dateci dentro con forza, fatelo allungare il pi possibile, ma badate che la lunghezza non vada a scapito della grossezza. Lasciate che lieviti bene e poi infilatelo nel vostro forno ben caldo. Tenetecelo quanto basta, ma state attente a levarlo prima che venga a sciogliersi il condimento.

(Tutti i ballerini ridono esageratamente per compiacenza, ma anche per la violenza esagerata con cui ha parlato).

ATTORE (Comico): Silenzio! Lei (Indica la Soubrette) Invece deve sorridere muta, un po imbarazzata, incerta tra i tacchi alti e il ricordo delle amiche lasciate al paese Cos Brava (Alle ballerine) Rompete le righe Senza rompere le balle!

(Le ballerine si rilassano ridendo).

ATTORE (Comico): (Guarda la Soubrette che non ride) Sapete chi Linnamorato pazzo? No? E una macchietta, una caricatura, faccia oscena della realt. E un essere grottesco, ridicolo, schifoso che si stringe la giacchetta alla vita Cos Inarca il sedere allindietro per mostrare la sua eleganza da pagliaccio (Con tensione crescente) Estrae un fazzoletto a righe enorme dal taschino Si asciuga il sudore perch perennemente emozionato Cos Si piega in avanti con aria ansimante da cane infelice, alita i suoi scostanti sospiri senza voce Cos E alla donna oggetto del suo amore che lo guarda scettica e crudele, attacca i suoi ridicoli refrain Cos Maestro, un solo accordo, ripetuto

(Declama quasi cantando a voce tesa, acuta, come strozzata in gola, mentre tutto il corpo atteggiato grottescamente secondo la immaginaria descrizione. Si rivolge con intenzione alla Soubrette che non lo guarda).

ATTORE (Comico):

Fin dal primo momento che tho vista

non mero manco accorto chesistevi

mera rimasta una luce nella testa

ma non sapevo che tu me laccendevi.

SOUBRETTE: (Quasi mormorato)

Quale momento? Io non so chi siete.

ATTORE (Comico): (Urlando) Non cos tremante La voce pi fredda Ma caricaturale Tu sei una bambola imbecille Questo loggetto del desiderio di un buffone, una bambola imbecille!

SUOBRETTE: (Risentita)

Quale momento? Io non so chi siete.

ATTORE (Comico): (Riatteggiandosi a macchietta)

Dal secondo momento mi sei scesa

un po pi gi, nel fondo del pensiero

hai preso alloggio comoda e distesa

dentro allanima mia mentre non cero.

SOUBRETTE: (Con intenzione sarcastica)

Dentro allanima sua non sono entrata

(Accentuando allanima sua! provoca lilarit della ballerine)

ATTORE (Comico): Tu non devi far ridere quando non ti spetta! Te lho gi detto! (Urlando e modulando la voce)

Ma dal terzo momento tho confusa

con tutte le bellezze del creato

dentro la vita mia io tho rinchiusa

come dentro a un abbraccio disperato.

(Le ballerine ridono sgangheratamente)

SOUBRETTE: (Impaurita) E la battuta del copione Non volevo far ridere, lo giuro.

ATTORE (Comico): Era giusto cos, cretina! Possibile che non sai dove sei? Voi, andate via dalle balle, ballerine! Ah! Ah! Ah!

(Le ballerine escono. Con voce acuta e modulata prosegue la macchietta)

ATTORE (Comico): Or che il quarto momento gi scoccato

dolcezza mia rispondi a quellamore

che tutto solo intanto ha lavorato

scavandomi una fossa dentro al cuore!

SOUBRETTE: Lamore tuo adesso fa il becchino?

ATTORE (Comico): (Con esagerata tensione, parlandole vicino, in ginocchio, col mazzetto di fiori finti tesi in avanti)

In quella fossa se non vuoi che resto

dimmi di s e amami al pi presto!

SOUBRETTE: (Glaciale)

In quella fossa tu non devi stare

se mi ricatti ti dovr salvare

ATTORE (Comico): (Getta il mazzetto di fiori finti e afferra la mano di lei e comincia a baciarla rapidamente salendo su per il braccio, il collo, il viso, in modo frenetico e grottesco)

(Escono di scena abbracciati teneramente, con le note del finalino)

(Si apre il siparietto e appare lei, la Vedette, avvolta in un ricco accappatoio lungo, il viso duro, infuriato, circondata da ballerini vestite da piumini da cipria, scandisce le parole della canzoncina con acida secchezza, balena occhiate terribili in quinta. E uscita da una vasca da bagno sagomata nel compensato con, sul fondo, una lussuosa e improbabile stanza da bagno disegnata sul fondalino. Mima lasciugarsi voluttuoso, poi con un piumino in mano si asperge alzando fumate di cipria e di gelosia. Il suo sorriso inchiodato sui denti come una minaccia.)

LATTRICE (Vedette): (Quasi parlato. Aspergendosi di cipria.)

Piumino di Coty

solletico damore

carezzami, chri

dove mi batte il cuore.

Piumino di beaut

o frivola carezza

avvolgimi cos

nella tua molle ebbrezza.

(A un signore della prima fila)

Avrai da Chz Maxime

sollecito calore

ma la chaleur intime

ve la do io, signore.

BALLERINE (Coretto):

Piuma gentile

di Marab

tocco maligno

di Belzeb.

Favola bianca

sospiri gi

nuvola stanca

di volutt.

(Si china verso i signori della prima fila, si rivolge a qualcuno singolarmente, cerca di carezzarli col piumino, si sdraia quasi. Parla con dolcezza suadente, come per convincere se stessa di essere ancora desiderabile a dispetto delle giovinette.)

ATTRICE (Vedette): (Quasi parlato)

Qui c tutto il sapore

di quando mi carezza

sentite un po, signore

che folle tenerezza.

E appena ritornato

da queste collinette

e qui s riposato

sbuffando nuvolette.

Le valli mie rosate

ha carezzato un poco

monsieur, queste fumate

son tracciate dal mio fuoco.

BALLERINE (Coretto):

Piumino di Coty

solletico damore

carezzami, chri

dove mi batte il cuore.

(Fra le fumate di talco e lo scivolare soffice delle ballerine-piumini il numero si chiude con un siparietto colorato. LAttrice-Vedette rimane fuori, sul palcoscenico.)

ATTRICE (Vedette): Oh, la dolcezza dei preparativi della bellezza, quelle toilette stracariche di boccette e cosmetici! Lattesa cos fremente e tesa, ma tanto gentile il tempo che alimenta il desiderio, e cos triste invece non aver nessuno per cui farsi bella, spengere nelle lacrime il disegno degli occhi, sfigurare in uno sbadiglio la linea delle labbra. E terribile la fine, quando si tratta della fine di un amore. (Lancia occhiate allusive in quinta)

(Lorchestra attacca un sottofondo gentile)

ATTRICE (Vedette): Fine di un amore

Sua moglie gli lavava le scodelle

gli teneva la casa ben pulita

domenica friggeva le frittelle

da ventanni brucava la sua vita.

La sera ritornava senza gloria

chiudeva un altro giorno nel cassetto

e perdendo del tutto la memoria

metteva la carcassa dentro il letto.

E la moglie con gli occhi sul soffitto

aspettava paziente le sue mosse

poi si lasciava prendere in affitto

per mezzo amplesso calmo e senza scosse.

Un giorno lui s alzato di buonora

ha indossato la maschera per bene

ha mandato la moglie alla malora

e se n andato come si conviene.

La moglie che ha sentito il suo nemico

lasciare il suo bel nido di cuculo

emerge appena dal suo sonno antico

per dirgli sbadigliando: Vaffa n culo.

(Si inchina regale ed esce di scena, lasciando occhiate trionfali)

(LAttore esce in proscenio)

ATTORE: Dicono che per fortuna si guarisce dallamore cos come ci si consola di tutto, anche della morte; non abbiamo un cuore fatto per piangere e amare per sempre, ma per lui, il Fine Dicitore, romanziere, ovvero colui che declama versi e canta romanze, anima candida dalle mille malizie, non esiste un limite, pi perde il suo amore, pi ama lamore, si conficcato nella vita a testa in gi, e gode di soffrire, gode di vivere soffrendo.

(Si apre il siparietto e appare il Fine Dicitore, in frac, si inchina.)

FINE DICITORE: (AllAttore) Posso fare una raccomandazione?

ATTORE: S, se necessario.

FINE DICITORE: Si prega il gentile pubblico di non distrarsi, fare rumori osceni, insultare, perch tutto si ritorcer contro di loro.

ATTORE: Adesso il Numero, prego

FINE DICITORE: (Guarda lAttore con profondo distacco. Poi comincia a parlare con grande e crescente tensione, rivolto al pubblico. La sua forza interiore diventa sempre di pi commozione e piet)

Dir una prosa poetica dal titolo Pericoli del pi felice.

(Pausa)

Avere sensi delicati e delicato gusto: essere abituati alle raffinatezze dello spirito, come al nutrimento pi conveniente; godere di unanima forte, ardita, coraggiosa; passare attraverso la vita con occhio pacato e passo sicuro, sempre pronti alle cose estreme come fossero feste, e pieni del desiderio di mondi sconosciuti e mari e uomini e dei; tendere lorecchio ad ogni musica serena, come se ascoltandola uomini, soldati, navigatori ben potessero prendersi un breve riposo, uno svago; e nel pi profondo godimento dellattimo essere sopraffatti dalle lacrime e da tutta la purpurea malinconia di chi assapora la felicit E con questa felicit nellanima, si anche gli esseri pi capaci di soffrire che siano mai stati sotto il sole.

(Si inchina)

Ho detto: Pericoli del pi felice di Friedrich Nietzsche. Grazie.

(Esce lentamente di scena. Dalla parte opposta entra lAttrice e si ferma in proscenio, dalla parte destra.)

ATTRICE: Il Comico un uomo un po indurito dalla corsa al successo. Il tempo sta passando e lui non ancora riuscito ad oltrepassare quel traguardo dopo il quale la corsa continua sulla spinta. La sua anima si lentamente ammalata dopo anni di fiducia legittima nel proprio talento, di certezza nel futuro. La noia diventata una linea lunga e il ripetere le sue macchiette ogni sera possibile grazie a unenergia accumulata nel passato, ma nessuna corrente nuova alimenta il suo spirito. Da quando per la giovane Soubrette arrivata dal sogno tropicale, lui s accorto di quel torpore malato e vuole improvvisamente guarire. Ma la Vedette, sua partner in scena a e nella vita, ha il grave torto di essere saldamente ancorata alla sua esistenza per meriti acquisiti, e lo costringer a rubare per essere felice.

(Si apre il siparietto e si vede il fondalino con sopra dipinta una strada di citt. Entra in scena lAttore come Comico. E vestito da ladro per la macchietta. Ladro in crisi, con maglione nero a collo alto, calzoni neri, scarpe da ginnastica, berretto a visiera, fazzoletto al collo, mazzo di chiavi enormi dentro un grande cerchio. Cammina a passi felpati, o con finta disinvoltura, o falsa distrazione avanti e indietro per la strada di citt sul ritmo continuo di un accordo musicante tipico delle filastrocche. Incrocia ballerine e ballerini vestiti da passanti. Li sfiora, li urta, li carezza per derubarli. Ogni volta mostra il bottino: orologi, portafogli, scarpe, calze, mutande, ecc... Mette tutto dentro il sacco. Poi viene in proscenio e canta la macchietta: Ladro in crisi.)

ATTORE (Comico): Signori miei, con la mia arte sopraffina vivacchio alla giornata, la concorrenza senzarte ne parte mi sta tarpando il piede di porco

(Canta)

Sono un ladro assai dotato

e lavoro da isolato.

Io sto l che non ci penso

e di colpo son propenso

a trovare un portafoglio

pure se nemmeno voglio.

Metto mano nella tasca

al distratto che ci casca.

O mi trovo l per caso

a rubare sotto il naso

a un signore sul pi bello

sia la borsa che lombrello.

(Fa un giretto e deruba con facilit altri passanti levando camicie, collane, canottiere, borsette, ecc.)

Gi lho detto molto spesso

non son ladro di successo

le occasioni sono tante

ma mi sento un dilettante

perch in alto le occasioni

fan di troppi dei ladroni.

Sono un ladro pure io

ma al mestiere do laddio

c ogni giorno uneccellenza

che mi fa la concorrenza.

Fanno i ladri sotto sotto

alla Camera o in salotto

ma non sono artigianali

fanno i ladri da industriali!

E per loro manifesto

il costume dellonesto

negli ambienti pi ufficiali

han le meglio credenziali.

Io con quelli ci rimetto

ero un ladro di rispetto

il berretto con visiera

calzamaglia tutta nera

sulla bocca il fazzoletto

chiavi false e il martinetto

un diamante per i vetri

una corda di sei metri

con un sacco da riempire

mi potevo divertire.

Ho le dita di un artista

apro tutto a prima vista

se il mio braccio un po distorco

mi diventa un pie di porco

la mia mano sul pi bello

mi diventa un grimaldello

ma non sfido i pi signori

che fra incarichi ed onori

senza mai rischiare troppo

si procurano il malloppo.

(Si mette a cantare la serenata sotto una finestra praticabile del fondalino.)

ATTORE (Comico): (Canta)

Il primo furto come il primo amore

te lo porti nel cuore come un sogno:

la mano mia che spinta dal bisogno

si muove piano come una carezza

al primo furto fatto con destrezza.

Da quella volta non ci ho messo tanto

a rubare di tutto e me ne vanto!

Quanto ho dovuto rubare in vita mia

anche le ore al tempo che va via.

ATTRICE (Vedette): (Affacciandosi alla finestra praticabile. Canta)

Tu rubi tutto quello che ti piace

rubi la gioia e pure la mia pace

rubi anche i baci e scippi un po damore

infatti a me tu mhai rubato il cuore.

Come mhai vista t parso bello

dentrare col tuo fido grimaldello

per mettermi lanima a soqquadro

con quella voglia che tha fatto ladro!

Ma io non voglio ladri nel mio letto

perci che ho chiuso il cuore col paletto.

(Chiude la finestra con decisione)

ATTORE (Comico): Se lei non mapre io sto qui dabbasso

a meditare un furto con lo scasso!

Quanto ho dovuto rubare in vita mia

Pure le ore al tempo che va via!

Ma se con gli anni non aprir pi porte

prima che arrivi ruber la morte.

(Si chiude il siparietto)

(Entrano due ballerini carabinieri. Lo afferrano per le braccia e lo sollevano.)

ATTORE (Comico): Della legge sono i bracci

per beccare i poveracci!

(Esce di scena sollevato dai due, sgambettando)

(Si chiude il siparietto)

(Si apre il siparietto. Fondalino con viale alberato. In scena sagome di qualche lampione. Una panchina. Le ragazze del balletto vestite da prostitute sembrano pronte a interpretare il quadro convenzionale. Pantomima con le solite borsette roteate, sigarette da accendere, ecc. Le ragazze per sono bianche in viso, segnate cupamente negli occhi, sinistramente aggressive, giarrettiere esibite con ridicoli scatti. Poi la musica vagamente bachiana si trasforma nel vero Concerto grosso di Bach. Un ballerino nelle vesti del Cliente entra in scena e danza con ognuna lapproccio, la trattativa, laccordo. Malinconici pas des deux illuminati da una grazia amorosa, la pantomima dei gesti consueti, una piccola solenne trasfigurazione dellamore furtivo, trasposizione poetica della memoria.

Alla fine dellazione coreografica le ragazze si rimettono a roteare borsette secondo luso tradizionale e rassicurante a piena luce del giorno.

Entra la Soubrette in veste di nuova arrivata con fare ingenuamente provocante, addobbata come una ridicola reclame della perdizione, con gonna cortissima, giarrettiere enormi con fiocchi e merletti, trucco grottesco. Si pone al centro e subito viene circondata minacciosamente dalle rotanti borsette delle colleghe. Arriva il Brillante, ballerino e mimo in questo caso, e con laria spavalda del protettore rimette ordine nella strada, prende la Soubrette per la mano con eccessiva, delicata premura e la ripone al centro della scena dove con le ballerine tranquillizzate canta: C chi dice siam facili.)

SOUBRETTE E BALLERINE: (Soli e coro)

C chi dice che siam facili

c chi dice che siam libere

altri dicono che siamo

donne allegre di citt.

Ed invece siam difficili

francamente poco libere

non sappiamo quale sia

il motivo di allegria.

Noi prendiamo luomo allamo

luomo allamo, allamo luomo

luomo allamo, amo luomo

lamo tanto perch da

soldi e soldi in quantit,

per lamore che si da!

Per la gente siam perdute

ma per luomo che lo sa,

siam trovate in verit!.

(Alla fine dellazione coreografica cantata, le ballerine, sempre in veste di prostitute, riprendono i loro posti sul fondo, accanto ai lampioni, sulla panchina. La Soubrette con loro.)

(Entra in scena il Fantasista, in questo caso nelle vesti della Spalla per il Comico.)

(E vestito da viveur notturno, con eleganza esagerata, aria disinvolta, occhi segnati in modo marcatissimo per simulare le occhiaie del nottambulo esperto della vita. In realt sembra la morte, o un panda.)

(LAttrice esce da sinistra, in proscenio. Lazione di tutti si ferma. Lei guarda verso linterno della scena, come se controllasse leffetto.)

ATTRICE: (Alludendo al Fantasista)

Un personaggio multiforme chiamato il Fantasista, in questo caso la Spalla del Comico, e per di pi Trasformista, non ha una vera storia personale, se non riferita ad altri. Anticipa i desideri altrui. Serve senza essere mai servito, siano esse battute o emozioni Pi a sinistra, grazie.

FANTASISTA: (Esegue)

ATTRICE: Si cos il Comico si trover al centro, venendo da destra Non rinuncia alla posizione che gli compete.. Ma la lotta al centimetro, il tempo di entrata, il minuto in pi o in meno.. Ne va della carriera: lui, il Fantasista, spera di conquistare spazi in pi nello spettacolo perch ha sentito incrinare il rapporto dei capo comici e allora allora signori miei si pu corteggiare la Vedette aprire i varchi, completare le crepe lottare insomma

FANTASISTA: (Alla Soubrette, alle spalle)

Quando parlo io non ti devi muovere.

ATTRICE: La sua violenza la somma di strati di odio coltivati nellintimo, prodotto di infinite provocazioni ricevute nella vita che esploderanno nel tempo esatto delleffetto comico. Il suo scopo di fare in modo che gli altri facciano ridere. Una Spalla, insomma.

(LAttrice esce di scena e il Fantasista comincia lo sketch: La educazione sentimentale.)

FANTASISTA (Spalla): Sono uscito dal locale notturno dove ho passato naturalmente la notte in compagnia di donnine allegrissime. Che volete, la mia vita fatta cos, io mi disfaccio con gran classe, sono in stato di avanzata decomposizione eppure profumo di Chanel pour Homme! Io potrei dare lezioni di vita anche a un deficiente. Ah! A proposito! Guarda chi si vede!

(Guarda in quinta)

Vieni avanti, cretino!

(LAttore come Comico entra in scena vestito da deficiente e, con passo strascicato, un cappello sfasciato, calcato fino alla fronte.)

ATTORE (Comico): (Vedendogli le spaventose occhiaie nere)

Ah! Condoglianze, non sapevo che eri morto.

FANTASISTA (Spalla): (Facendo le corna)

Sono vivissimo, tu piuttosto, dove teri cacciato, di bello?

ATTORE (Comico): Ero a ballare.

FANTASISTA (Spalla): Perch, avevi il ballo di San Vito?

ATTORE (Comico): No proprio a ballare

FANTASISTA (Spalla): Bravo! Ti sei deciso a seguire le mie orme! E dimmi, hai raccattato qualche femmina?

ATTORE (Comico): Le ho invitate tutte a ballare, per poi

(fa una serie di segni allusivi caotici.)

FANTASISTA (Spalla): Bravo! E com andata?

ATTORE (Comico): Non lo so, mhanno detto che erano impegnate o gli girava la testa, o avevano il colera, o erano moribonde, o erano sposate, o erano assenti, una aveva il ginocchio della lavandaia, una mha detto che si faceva monaca, una che aveva la gamba di legno..

FANTASISTA (Spalla): Ah! Ah! Non ci sai proprio fare! A me non sarebbe successo!

ATTORE (Comico): Ma tu come fai? Mi insegni?

FANTASISTA (Spalla): Ma facilissimo. Guarda, vedi quella l?

(Indica la Soubrette)

Vai a chiedergli se vuole accompagnarsi con te. Ti dira di si. E l per quello.

ATTORE (Comico): Sei sicuro?

FANTASISTA (Spalla): Ma certo! Ho esperienza, io!

ATTORE (Comico): Allora tu dici che io vado, le dico: Vieni, e quella zac viene!

FANTASISTA (Spalla): Zac! E viene!

ATTORE (Comico): Senza fiatare!

FANTASISTA (Spalla): Non dir niente! Accetter e basta, vedrai! Vai sicuro. Non fiater! Ti accoglier senza batter ciglio!

(LAttore Comico va verso la Soubrette che sorride invitante.)

ATTORE (Comico): Signorina, permette che

SOUBRETTE: (Improvvisamente seria, dura, con la voce strillata, acuta, urla le battute velocissima in crescendo di volume.) Ma come ti permetti, chi credi di essere, io non mi lascio comprare, decido io quello che devo fare di me, non sono una qualunque, a me non si deve parlare cos! Io ho cominciato dal nulla e non voglio finire nel nulla, e tantomeno permetter che tu mi demolisca prima chio mi sia costruita come voglio! Una come me non si trova a tutti gli angoli, capito? Non mi si pu prendere senza prima bussare. E se uno bussa io gli chiedo: chi ? Lui mi dice chi . Io gli chiedo che vuole. Lui mi dice che vuole e io gli dico di no, di no, di no, di no, di no!!!

(Torna perfettamente normale e sorridendo esce di scena.)

ATTORE (Comico): (Si protetto con le braccia dalla gragnuola di colpi saltando indietro incalzato dalla Soubrette scatenata.)

FANTASISTA (Spalla): Incredibile! Appena tha visto ha deciso di cambiar vita!

(Si sentono fischietti della polizia. Le ragazze strillano: Piove! La madama! e corono via, liberando la strada dipinta.)

(entra in scena lAttrice come Vedette, vestita in abito lungo, fuma da un bocchino lunghissimo.)

ATTORE (Comico): Ma come fai tu?

FANTASISTA (Spalla): Ora ti faccio vedere. (Alla Vedette) Signorina mi scusi, devo dimostrare a questo cretino incapace come si fa a conquistare una donna anche difficile come lei.

ATTRICE (Vedette): Ah, si? Gli faccia vedere come si fa a quel deficiente!

ATTORE (Comico): (Come se la riconoscesse) Ma quella quella

FANTASISTA (Spalla): Zitto idiota, ignorante, balordo guarda come si fa: tu appena ti avvicini le sussurri una scarica di complimenti

ATTORE (Comico): Si, chi? Io Ma quella

FANTASISTA (Spalla): Zitto! Tu, anche se hai quella faccia da deficiente cronico, devi darci dentro con i complimenti pi enormi che ti vengono in quella testa balorda che ti ritrovi

ATTORE (Comico): Si, daccordo, ma io volevo dire che lei

FANTASISTA (Spalla): Devi sapere che le donne sono sensibilissime ai complimenti per la legge del Gobbo di Notre Dame. Se il Gobbo di Notre Dame, il mostro deforme, dice ad una donna bellissima:

(Si rivolge a lei con trasporto autentico)

Come siete bella, che stupendo viso, che corpo giovanile, che tesori nascosti dovete avere sotto i vostri abiti meravigliosi, vostro marito vi trascura di certo, non capisce che la vostra anima grande, generosa, affascinante

ATTRICE (Vedette): (Lo guarda con crescente interesse, quasi in deliquio.)

ATTORE (Comico): (Sempre a bocca aperta, fa controscena, mentre il Fantasista parla e la Vedette sospira.)

FANTASISTA (Spalla): Vedrai che a questo punto la signora penser che in fondo il Gobbo di Notre Dame non poi quel mostro che si dice, che la gobba tutto sommato appena si vede, che alto sotto il metro, ma almeno non paga in tram e poi che tanto buono e quellorbita vuota basta coprirla con una buona protesi

Dopo di che stai sicuro che ci finisce a letto!

ATTRICE (Vedette): (Al Fantasista) Com vero! Vuol venire a casa mia a vedere la mia collezione di stampe pechinesi?

(Bacia il Fantasista per evidente provocazione.)

ATTORE (Comico): (Urlando) Basta signore, quella mia madre!

ATTRICE (Vedette): (Dandogli uno schiaffo violento) Dovevi dire: mia moglie! Cretino! Sei geloso, vuoi fare il gallo del pollaio, ma io non sono una delle tue galline!

ATTORE (Comico): (Le restituisce il ceffone) E tu perch ti lasci adescare dal Gobbo di Notre Dame? Non lo vedi che vuole crescere di statura grazie alle tue grazie?

ATTRICE (Vedette): (Mollando un ceffone al Fantasista)

Io questo qui non lho autorizzato!

FANTASISTA (Spalla): (Cercando qualcuno a cui rendere lo schiaffo individua il Pianista che funge da direttore dorchestra e gli allenta uno schiaffo.)

(Il Pianista, allenta un ceffone al violinista urlandogli Attacca! e il violinista al sax, il sax al batterista, il batterista al contrabbasso ecc. sempre gridando: Attacca!.)

ATTORE (Comico): Basta! E cos che cominciano le guerre!

(I tre si inchinano ed escono di scena a braccetto a ritmo musicale.)

(Su una musica violentemente ritmata irrompono in scena le ballerine allapertura del siparietto. Sono in calze nere e mezza coscia con giarrettiere fiorite, bustino nero, guanti lunghi fino alle spalle. Si tengono allacciate in un corpo unico, battendo un ritmo marcato, quasi funereo, alzano le braccia nere spalancando le dita, spingono insieme le gambe in avanti con un provocante biancheggiare di carni sopra le giarrettiere. Formano un drago a cinque teste fascinoso e violento immobilizzandosi in una specie di blocco unico di corpi alla fine di questo breve stacco danzato.)

(Entrano da sinistra e da destra LAttore e lAttrice. Si fermano ai lati. Colpo di batteria.)

ATTRICE: Questo il momento della verit. Si dovrebbe capire il coraggio gratuito che occorre in questo numero. C una capacit di soffrire e una di fingere la sofferenza. Ora si dovrebbe parlare di lui, il cosiddetto Mamo, il Brillante, in questo caso acrobata, in altri ballerino, mimo, solista, un fragile, innamorato con stupida incoscienza della Soubrette. Per lei ha complicato i pericoli del suo Numero acrobatico: Tarzan alla riscossa.

(Si apre il siparietto al rullo del tamburo. Si scopre un fondalino con giungla dipinta. Seminudo, con pelle di leopardo a bandoliera, il Brillante in veste di acrobata, traversa come un pendolo la scena appeso ad una liana, lanciando il celebre urlo di Tartan. Allarrivo in quinta, dove scompare, si sente un terribile colpo dimpatto e lurlo minaccioso diventa di dolore.)

(Si chiude il siparietto.)

ATTRICE: Non tutti gli esercizi possono riuscire, anzi gli incidenti testimoniano del pericolo Comunque non era un Numero eseguito per far ridere. Ma le risate meglio prenderle dove si trovano.

(Si ferma sulla destra ad osservare la scena che si vede allapertura del siparietto.)

(Sulla scena entra la Soubrette vestita da fanciulla fine ottocento. Ha una parrucca enorme con una pioggia di boccoli corvini spaventosi. Sul fondalino disegnato un salottino depoca. Una sagoma di pianoforte da una parte. La Soubrette va a sedersi e finge di suonare la Preghiera di una vergine. Dallaltra parte della scena un divanetto.)

(LAttrice che ha osservato da destra si volge al pubblico rimanendo sul proscenio.)

ATTRICE: C una strana eccitazione in scena. Il Comico ha puntato la colomba ed disposto a dimenticare tutto. Non sa nemmeno chi sia lei, e non lo vuole sapere,ha poca comprensione per le orfanelle, gli basta sentirsi minacciato da quella tremenda giovinezza. Su quel piccolo petto adolescente sembra possibile tutto, e questa sera lo spettacolo del Comico tutto per lei. Anche questo tragico duetto del Dragone e la fanciulla.

(Entra in scena lAttore come Comico, vestito da Ussaro con uno spropositato colbacco in testa. Si inchina rigido alla fanciulla che si alzata dal piano. Al colpo di tacchi e al pericolo per lurto col colbacco la fanciulla fa un salto indietro tenendosi la parrucca. Lui si trattiene in equilibrio il colbacco. Lorchestrina attacca unarietta vagamente operistica: Il Dragone e la fanciulla.)

SOUBRETTE: (Canta)

Non mi toccate

sono fanciulla

se non mamate

non vi do nulla!

ATTORE (Comico): (Canta)

Sono offiziale

del reggimento

non faccio male

ho sentimento.

SOUBRETTE: (Canta)

Unaltra volta

giro la testa

(Si volta e si tappa le orecchie)

a chi vascolta

fate la festa!

ATTORE (Comico): (Canta)

Non sono vile

ne screanzato

sono gentile

e delicato.

SOUBRETTE: (Canta)

Non voglio perdere

il bene mio

non posso credere

quel che so io

(Traballano i copricapi. Lei si ritira. Lui avanza. E viceversa.)

ATTORE (Comico): (Canta)

Io non capisco

cosa sapete

ma non insisto

se non volete.

SOUBRETTE: (Canta)

Sono spiacente

forse vho offeso

siete insistente

mavete acceso

ATTORE (Comico): (Canta)

Sono il cerino

del Monopolio

voi lo stoppino

del lume a petrolio!

SOUBRETTE: (Canta)

Non che laudacia

del paragone

poco mi piaccia

o bel dragone

(Lei avanza verso di lui. Lui si mette con un ginocchio a terra. Lei appoggia il mento sul colbacco.)

ATTORE (Comico): (Canta)

Se vho colpito

la fantasia

or siate mia

or siate mia!

(Balza in piedi e le sbatte il colbacco contro il mento mettendola quasi KO. Reggendosi la parrucca storta, barcollando, replica.)

SOUBRETTE: (Canta)

Quel che fa bene

forse conviene

ATTORE (Comico): (Canta)

Chi mi d niente

poi se ne pente!

SOUBRETTE: (Canta)

Forse io posso

saltare il fosso?

ATTORE (Comico): (Canta)

Le braccia tendimi!

SOUBRETTE: (Canta)

Un bacio rendimi!

ATTORE (Comico): (Canta)

Due o tre se brami!

SOUBRETTE: (Canta)

Dimmi che mami!

ATTORE (Comico): (Canta)

Dimmi che mami!

(Si lanciano luno nella braccia dellaltro scontrandosi parrucca e colbacco che volano via lasciando sia lui che lei completamente calvi. Si guardano con sorpresa.)

ATTORE (Comico): (Canta)

Se chiudi gli occhi

lamore bello

anche il capello

ricrescer!

(Entra in scena lAttrice da destra, mentre si chiude il siparietto.)

ATTRICE: La Vedette una donna fragile, nonostante la sua aria di dominatrice. Abituata ad affascinare gli uomini delle platee e dei loggioni ha finito per non saper riconoscere le proprie debolezze.

(Esce di scena lAttrice mentre entra lAttore.)

ATTORE: Si direbbe che ha conquistato il Comico per la sua bellezza aggressiva, per i suoi modi da regina della scena, e invece lui lha amata per il suo istinto materno, per il modo con cui s presa cura di lui, apprensiva, emotiva, preoccupata per il cibo velenoso delle trattorie, infelice per le sue raucedini, premurosa, col suo grande corpo sempre pronto a consolare pi che a soddisfare.

(Si apre il Siparietto e si scopre una scaletta al centro su cui la Vedette con un abito lungo, un grande copricapo luccicante; ai lati le ballerine vestite in frac con le calze a rete che fanno ala con i bastoni. Sul fondalino un cielo di stelle traforate.)

ATTORE: (Si inoltra nel palcoscenico. Si avvicina alla scaletta, guarda da sotto in su lei, la Vedette, che si atteggia provando diverse posizioni, stando sul posto.)

Insieme nella vita, insieme sulla scena. E di questo duplice stare insieme lei che porta le tracce pi evidenti nellanima e nel corpo.

(Indica con uno dei bastoni preso a un ballerino.)

Questo un corpo mai scoperto in scena, ma solo lasciato indovinare se non per questi solenni decollet celebrati davanti (indica) e ancora pi di dietro per questa immagine di domina domestica vestita da reginaEcco qui sotto non c solo un corpo bello e generoso ma questo corpo la anima segreta, usa a dispiegare pigramente le sue forme cos cos Stupendo!

(Lei esegue)

su gesti ripetuti e rinnovati, per quelle piccole pieghe e rughe nate nel tempo, scavate tutte da lui, il suo partner in scena e nella vita, a forza di carezze

ATTRICE (Vedette): Direi che c il trucco da rifare

ATTORE: Daccordo Come dicono le parole della canzone?

(Sui movimenti rallentati delle ballerine, lei recita.)

ATTRICE (Vedette): Lasciate che gli uomini

vengano a me

che sulle labbra mie

mietano un sorriso

ATTORE: Quellaria da signora in dshabille, sorpresa in cucina e il modo di parlare cantando e di cantare parlando sono le armi vincenti questo che il pubblico ama Ma da quanto tempo non mostra il corpo pi di tanto

ATTRICE (Vedette): Ora il suo cuore diventato pietra, lo batte e si ferisce la mano. (Shakespeare. Otello. Atto IV). Non parliamo di giovinezza perduta

ATTORE: Ah! La gelosia per la Soubrette Daccordo Lei che non sapeva in verit fare niente di preciso, ora in scena ha preso autorit. Insomma pare sia vero che il dolore un gran maestro di recitazione. Non in teatro, non in teatro

(La Vedette scende le scale accennando al motivo musicale con un filo di voce quasi ripassando la canzone dentro di s. Le ballerine si muovono glaciali con lentezza infinitesimale.)

ATTICE (Vedette):

(Scende regale, quasi parlando, come se avesse la mente altrove, quasi piangendo).

Per un bel viso

darei il mio regno

vorrei un abbraccio

che lasci il segno.

Lasciate che gli uomini

vengano a me

(Mentre dice lultimo refrain le ballerine come per uno strano rituale, raccolgono le parti dei vestiti che la Vedette lentamente si toglie eseguendo una sinistra parvenza di spogliarello. Con un misto di ineluttabilit e di vergogna, scopre lentamente unanima indifesa, senza la musica che solitamente veste il Numero. La trasognata serie di gesti meccanici continua fino agli ultimi indumenti che tiene stretti contro il corpo, semicoperta dalle ballerine che la circondano come vestali).

ATTRICE (Vedette): (Quasi un singhiozzo le rompe la voce)

che sul mio cuore

che sul mio cuore non mi ricordo pi

si puntino i cannoni

che sul mio petto

ruggiscano i leoni

(Piange sommessamente mentre si chiude il siparietto)

(Entra in scena il Fantasista in una scena rigorosamente vuota. Si aprono alle sue spalle diversi siparietti per allargare lo spazio scenico. Si volta a misurare con gli occhi lo spazio. Si va a porre al centro.)

FANTASISTA: Eseguir Laddio, ovvero Analisi vocale. (Raccoglimento)

(Appena nomina il punto A corre sulla sinistra e la indica.Quando nomina il punto B corre a destra e la indica. Per le battute usa i toni di voce da lui stesso definiti.)

Da A ovvero lei a B ovvero lui, tese occhiate incrociate e rimandate, come afflizione e pena Da B, lui, un suono sfrangiato, come uno starnuto o altro, che esce e rientra. Pi volte. Tensione delle braccia, come a prolungare il contatto, da A verso B. B risponde, vicinissimo ad A. Distanza cm. 7,50. Tenue sussurro, segretissimo: Mmm Se Osch Sissi Fu St Soggetto incomprensibile Aumentando il distacco da B ad A, a cm. 25 ancora molto vicino. Sussurro intelligibile, molto confidenziale: Tenere la mano qui Lasciami tenere la mano qui per lultima volta Ancora pi lontano con sforzo di B da A, punto neutro, ovvero di lui da lei, almeno cm. 90, voce lieve volume basso: Non ti credevo cos Non cos셔 B, lui, pi deciso a metri 1,50. Voce piena informazioni su questioni non personali: Il mondo va in malora, cerchiamo di reagire! Quasi perduto ormai B, lui, a 2 metri e 40. Distanza pubblica. Voce piena rumorosa, informazione pubblica: Facciamo pena, tutti! E poi attraverso la stanza, fino a 5 metri, a voce alta, come parlando a un gruppo di persone, risentito: Una nazione civile dovrebbe tenere presente E ancora B, estendendo ancora la distanza da 8 metri a 100 e pi, distanza da saluto, addio: Devo andare, lasciami andare! E poi che B pianga senza che nessuno se ne accorga. Non pianga dunque.

(Si inchina ed esce rapidamente di scena mentre si richiude il siparietto di proscenio. Musica da finalino.)

(Si apre il siparietto e appare un fondalino con dipinto un interno di cucina. Sul fondo una cucina con pentole in ebollizione. LAttrice-Vedette si affaccenda attorno alle pentole vestita da massaia. Poi si ferma di colpo, come folgorata. Entra lAttore come Comico e comincia a curiosare tra le pentole.)

ATTRICE (Vedette): Che fai tocchi?

ATTORE (Comico): Quando pronta la pasta?

ATTRICE ( Vedette): Mai.

ATTORE (Comico): Perch?

ATTRICE (Vedette): Perch m venuta in mente una cosa.

ATTORE (Comico): In ventanni di matrimonio non era mai successo.

ATTRICE (Vedette): Ora successo e la cosa seria.

ATTORE (Comico): Allora sentiamo, sono proprio curioso.

ATTRICE (Vedette): Te la levo subito la curiosit Sappi che ho fatto un calcolo che mi ha rivelato che sei un mostro capace di fare una schifezza che soltanto a pensarci mi si rivolta lo stomaco.

ATTORE (Comico): Ma cosa ho fatto?

ATTRICE (Vedette): Tu, proprio tu, mio marito, sei stato capace nei ventanni passati insieme di fare una cosa cos orribile, indegna di uomo civile.


ATTORE (Comico): (Alza la voce) In nome di Dio, parla! Cosa ho fatto?

ATTRICE (Vedette): (Alza la voce) Hai fatto una cosa da circo equestre, da fiera, da baraccone dei fenomeni viventi! Almeno tu ci avessi ricavato i soldi esibendoti nelle piazze, e invece no! Hai dovuto pagare per poter fare quella schifezza!

ATTORE (Comico): (Quasi urlando) Ora devi parlare, maledizione!

ATTRICE (Vedette): (Urlando) Tu, sei stato capace di tanto! Tu che hai dormito nel mio letto, che hai scambiato carezze intime con me! Oh Dio! Vomito

ATTORE (Comico): (Fuori di s) Se non parli, tammazzo!

ATTRICE (Vedette): (Si tira indietro spaventata, poi fuori di s avanza di nuovo contro di lui, urlando) Un mostro disgustoso con cui ho diviso ogni giorno della mia vita, mettendo lo spazzolino nello stesso bicchiere, usando lo stesso asciugamani, con sui, in certi casi, ho bevuto nello steso bicchiere!

ATTORE (Comico): (Urlando come un pazzo) Per la miseria, parla o ti strozzo!

(La insegue esasperato)

ATTRICE (Vedette): (Urlando sempre pi disperata) Segui il mio calcolo, carogna! Una porzione di spaghetti fatta di 150 spaghetti, ogni spaghetto lungo 25 centimetri il che significa che tra mattina e sera ogni giorno ti sei strafogato un spaghetto lungo 37 metri e 50 centimetri. Calcolando dodici piatti la settimana, perch te a parte due volte la settimana di voltastomaco per indigestione, li hai sempre voluti mattina e sera, ti sei ingoiato uno spaghetto di 4.500 metri, il che gi abbastanza disgustoso, ma questo vuol dire che in un anno ti sei fatto fuori uno spaghetto lungo 23.400 metri, il che francamente schifoso! (Piangendo) Ma tutto questo significa che in venti anni io ti ho cucinato e tu hai ingurgitato uno spaghetto lungo 468.000 metri, cio uno spaghetto di 468 chilometri, che come dire da Roma a Modena o gi di l! Se non schifoso un essere capace di tanto, dimmi chi lo !

(Sullultima parola si piantano gli occhi luno sullaltra, con grande tensione. Lunga pausa silenziosa. Non si sa chi staccher lo sguardo prima. Fra i due scoccano pensieri come frecce invisibili. Si feriscono a vicenda, ma la pausa risulter comica per gli altri.)

ATTORE (Comico): (Rompendo il silenzio, sibila) Preparami un piatto di maccheroni!

(Stacco musicale di chiusura)

(Si chiude il siparietto)

(Entra in scena il Fine Dicitore e Romanziere. Avanza al centro a siparietto chiuso, con la sua solita aria di sostenuta tensione. Ma questa volta senza fiocco, spettinato, come preoccupato.)

FINE DICITORE: Rinnovo la raccomandazione di non disturbare la mia esibizione. Faccio quello che posso, mentre voi non sapete quello che potete fare. Voi credete che ci siano buone ragione di disperare? Di dire: basta. No. La vita non mi ha deluso. Di anno in anno la trovo invece pi ricca, pi invitante, pi misteriosa. E stato da quel giorno in cui m venuto in mente quel pensiero liberatore e cio che la vita potrebbe essere un esperimento per chi vuole conoscere, e non un dovere, non una fatalit, non una truffa. Per qualcuno la conoscenza pu essere un divertimento, un ozio; ma per me essa un mondo di pericoli e di vittorie, in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene per la danza e per la lotta. Daltra parte chi saprebbe ridere e vivere bene, senza intendersi prima di guerra e di vittoria? (Si inchina) Ho detto: In medi vita di Friedrich Nietzsche. Grazie.

(Esce di scena con estrema lentezza)

(Entra da sinistra lAttrice. Si ferma sulla sinistra).

ATTRICE: Il Numero degli Acrobati una proposta mentale, una memoria teorica, un avvallo richiesto ai tempi tecnologici per una dimensione meno cattiva della realt. Gli Acrobati ovvero linutile perfezione! Ultimo Numero del primo tempo.

(Si apre il siparietto e appare una scintillante macchina in movimento, fatta di ruote di biciclette, sellini, pedali, tutto saldato insieme, vestiti da ginnasti, pedalano su una articolata, luccicante macchina inutile. Lunica abilit che mostrano quella di sorridere allidiozia dellinsieme.)

(Entra da destra lAttore e si ferma sulla destra.)

ATTORE: E la festa livida dei tubi cromati, dei raggi dacciaio inossidabile scintillanti sotto i riflettori. Acciaio speciale al nickel cromo 18-8, resistente alla ruggine e alle sollecitazioni degli atleti. Qui la macchina tecnologica sembra avere la sua sintesi larvale.

ATTRICE: Macchina inutile per una fatica invisibile. La leggerezza apparente della pedalata un omaggio al lavoro a catena, una sublimazione del macchinario produttivo, la lucida asetticit di un ospedale per anime perdute.

(Dopo 20-30 secondi lAttore invita lapplauso. Poi, al rullo del tamburo il Numero si complica: gli acrobati pedalano a mani alzate, con un sorriso pi teso sulle labbra.)

ATTORE & ATTRICE: (Si inchinano) E voil!

(Cala rapidamente il sipario)

FINE DEL PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

(Si apre il sipario al ritmo di un motivetto allegramente serrato. In scena un fondalino con disegnata una gradinata di stadio. Le ballerine vestite da calciatori eseguono un balletto allusivo. Un ballerino vestito da arbitro si affanna a bloccare le violente azioni mimate dalle ballerine calciatori, fischiando. Colonna sonora di urla di folla sportiva. Dopo la breve azione coreografica entra da destra il Fantasista e da sinistra lAttrice come Vedette. Sono conciati da supertifosi che stanno andando allo stadio, avvolti in bandierone, vestiti dai colori sociali, copricapi, ecc.)

FANTASISTA: La partita gi cominciata e tu non vuoi fare la pace! Come posso andare allo stadio da solo, senza la mia compagna di passione?

ATTRICE (Vedette): Come? Rinunci alla partita?

FANTASISTA: Eravamo un cuore solo per la nostra squadra, come mi puoi lasciare?

ATTRICE (Vedette): Quando che abbiamo sbagliato?

FANTASISTA: Forse alla III^ giornata dello scorso campionato, dopo che abbiamo perso 4 a 0. Eri intrattabile.

ATTRICE (Vedette): Io invece dico che stato dopo quella volta, alla XII^ giornata, quando abbiamo perso per quel rigore ingiusto, tu non sei pi stato lo stesso.

FANTASISTA: Ma anche tu mi dicesti: Menagramo! E tremendo rinunciare ad andare insieme alla partita per colpa del nostro amore finito!

ATTRICE (Vedette): (Canta)

Amore mio, come quei cretini

che perdono lultima partita

con una rete in zona Cesarini

ho perso te e pure la mia vita.

FANTASISTA: (Canta)

Tu mhai dribblato filando a tutto gas

come un fesso lasciandomi in surplace

e la tua rete me la sono presa

perch son tanto debole in difesa.

ATTRICE (Vedette): (Canta)

Io mero accorta che non cera scampo

il tuo amore stagnava a met campo

se cercavo un rilancio, tu per poco

mi mettevi ogni volta in fuorigioco.

FANTASISTA: (Canta)

Quellarbitro venduto del tuo cuore

non mha voluto concedere il rigore

ma il fallo cera, e pure intenzionale

per questo che ho sentito tale male!.

ATTRICE (Vedette): (Canta)

Amore mio, lo sai che il risultato

secondo ma nemmeno ha rispettato

landamento di tutta la partita

che come sai sarebbe la mia vita.

FANTASISTA: (Canta)

Credevo rimanessi quella stessa

che giocava tranquilla di rimessa

ma se avessi previsto la tua finta

avrei giocato certo con pi grinta.

E di sicuro tavrei messo in cuore

(Insieme) Il tiro fulminante del mio amore!

(Si abbracciano con reciproco trasporto.)

ATTRICE (Vedette): Allo stadio, insieme!

(Le ballerine chiudono il Numero con un breve stacco coreografico.)

(Entra in scena lAttore come Comico, vestito da Arbitro cornuto, con le brache nere sotto il ginocchio, la giacchetta nera e le corna in testa, enormi da bue. Estrae il fischietto e fischia come un pazzo allindirizzo dei due.)

ATTORE (Comico): (Dividendoli con una certa violenza) Fallo di mano! Ora capisco perch tutti mi gridano Arbitro cornuto! Te ne approfitti perch sto fuori la domenica! Ma io ho sospeso la partita per impraticabilit della testa. Infatti non posso pi mettermi il cappello!

ATTRICE (Vedette): Ma in compenso puoi fare la corrida! Hai visto mai che ti matano e non se ne parla pi!

(Esce di scena furiosa, seguita dallAttore (comico) e dal Fantasista.)

(Sul siparietto chiuso alle spalle entra il Brillante come Ginnasta.)

IL BRILLANTE GINNASTA: (Parla stando immobile. Muove appena la bocca. Cresce a mano a mano il tremito di tutto il corpo come per uno sforzo. Tiene i pugni stretti, concentrato e teso come una corda. Il suo fisico esile fa pendere il costume a righe sulle ossa.)

Come Ginnasta ho allinterno della mia forza dilatata un modo di concentrare lo sforzo in un attimo facile sorridente senza alcuna asprezza apparente. Lo scaricatore di porto esegue, nella bruttura faticosa della vita questo gesto di sollevare, decine e decine di volte al giorno, mentre io, il ginnasta, ho ripulito il gesto, lo ho concentrato, lucidato, infiocchettato e messo in scena astratto, artificiale, inesistente in natura, per sublimare lumana condizione del lavoro pesante.

(Smette il tremito.)

ATTORE: Ma questa sera lesercizio, normalmente purificato da ogni spiritualit, perch sottratto al tempo, stato caricato di una drammatica e nuova dimensione spirituale. Per mostrarsi meritevole damore offre segretamente alla Soubrette, un aumento di peso dellattrezzo di 10 chili e 500. Non si sa se il suo fisico deficitario riuscir a sopportare questo omaggio.

(Rullo del tamburo. Il Ginnasta immobile, non trema pi. E spuntato sul suo viso un mezzo sorriso. Per tutto il tempo del lungo rullo di tamburo non cambia espressione ne posizione. Il rullo finisce con un gran colpo di piatti. Il Ginnasta si inchina. Il peso non stato toccato.)

ATTORE: Il suo fisico deficitario non riuscito a sopportare questo omaggio.

(Si chiude il siparietto. LAttore esce di scena.)

(Entra in scena il Fine Dicitore nella duplice veste di dicitore e di cantante di romanze. Entra sudato, con il frac completamente in disordine come se fosse stato sorpreso in ritardo dalla sua andata in scena. Si affretta, leggermente scomposto rispetto alle prime uscite.)

FINE DICITORE: (Come se qualcosa lo avesse personalmente colpito e turbato. Guarda in quinta. Poi davanti. Recita con un certo risentimento allarmato.)

Sono gentile e violento, capace di grandi sentimenti e di enormi infelicit, nonostante le corde limitate del mio cuore. Solenne e impudico, docile, cattivo, sono dotato di unanima immensa per le mie piccole emozioni. Vi dir un frammento di prosa.

(Si concentra. Si rasserena.)

Che il mio unico amore abbia messo le basi per confidenze e tradimenti intenzionali una gran pena che io lascio svolazzare e fluttuare, voglio che si distenda libera e leggera sul mio grande orizzonte, che vada cogliendo fiori, che si slanci fra le malvarose, fra i getti dacqua delle fontane e le colonne delle piazze, che segua galoppando i dragoni che lasciano la caserma dOrsay, che vada alla deriva lungo la Senna e plani con le rondini nel cielo pallido. E il quinto giorno o la quinta ora, non lo so pi, che quei modi gentili mhanno gettato nella disperazione.

(Sinchina) Parafrasi da Marcel Proust.

(Entra in scena lAttore mentre sta per chiudersi il siparietto. Il Fine Dicitore non si allontana.)

ATTORE: (Guardando sorpreso) E il momento

FINE DICITORE: No, aspetta Vista la situazione personale vorrei avere la possibilit di

ATTORE: Daccordo (Si ritira).

FINE DICITORE: Vi canter la mia romanza tragica La fine.

(Canta)

Non vale nemmeno fingere la fine

per dare un fondamento alle rovine.

Il tempo rallenta

la sua corsa distratta

quando unanima matta

si sta per convertire.

Ogni forma esatta

Non so cosa vuol dire.

(Si inchina rapidamente ed esce con passo un po incerto.)

(LAttore come Comico e lAttrice come Vedette entrano dalla parti opposte del proscenio, a siparietto chiuso.)

ATTORE (Comico): Ah, giusto te! Cara, ti devo raccontare una cosa inconcepibile, incredibile, assolutamente cretina! Stanotte ho sognato che tammazzavo con un colpo di ferro da stiro in fronte! Ah! Ah! Ah! Pensa che idea peregrina! Il sogno era cos pieno di particolari precisi, addirittura di risvolti psicologici che mi sembrava dessere al cinema a vedere una di quelle fregnacce dellorrore che buttano fuori destate nei cinema di terza visione! Una schifezza di situazioni! Tu ti sei beccata il colpo, Ah! Ah! Ah! E poi mhai guardato barcollando Ah! Ah! Ah! Con quel buco in fronte, che dico buco la fronte sfondata Ah! Ah! Mi guardavi senza parlare, ma con gli occhi sbarrati e mi dicevi: Aho! Che t preso? Col ferro mio! (Ride sgangheratamente) Hai capito?! Col ferro mio, cos hai detto! Pensa che cretinata sublime. Questistinto di propriet! Rivendicare loggetto Ah! Ah! Ah! Volevi dire che se cera qualcuno che doveva adoperare il ferro da stiro casalingo eri tu, Ah! Ah! Ah! Sulla mia fronte! Ah! Ah! Ah! Ohioi muoio Perch non ci hai pensato prima tu tho detto io! Ah! Ah! Ah! Prima che ti sognassi! Ah! Ah! Ah!

ATTRICE (Vedette): (Che lha ascoltato senza batter ciglio)

Era un sogno premonitore, imbecille! (Estrae da dietro la schiena dove la nascondeva, un ferro da stiro e glielo sbatte sulla fronte. Con un gran colpo in contemporanea della batteria lAttore (Comico) esce di scena barcollando. Rimane al centro della scena da sola.)

ATTRICE (Vedette): Gli uomini li preferisco parzialmente scremati, non amo lesuberanza, vagheggio la sottomissione, da parte loro sintende, io voglio dominare comunque e in ogni circostanza. E compito della donna prevaricare e rendere dipendente il proprio uomo. Per farlo felice. Anche in paradiso, nel giardino dellEden si poteva essere infelici. Adamo lo era, certamente. Senn il Padreterno non sarebbe stato costretto a correggere lerrore creandogli Eva. Cos, da allora, gli infelici sono diventati due.

(Esce di scena mentre si apre il siparietto e lorchestrina attacca la musica astrattizzata e deforme sul tema paradisiaco de Le foglie di fico.)

(Si apre il siparietto e appare il paradiso terrestre, ovvero un fondalino dipinto con alberi e fiori. Altri alberelli in sagome di cartone sono in scena. Un ballerino vestito da serpente dietro un carrettino con cassette di mele. Le ballerine entrano in scena vestite da foglie di fico. Breve azione coreografica col serpente che imbonisce le mele e le foglie di fico che danzano offrendosi come vestiti. Cantano Le foglie di fico.)

BALLERINE: (Coro)

Noi siamo le foglie di fico

labito pi antico

di gran praticit.

BALLERINA1: (Canta)

Se mi vedete nera

io son foglia da sera

di gran classicit.

BALLERINA2: (Canta)

Se bianco ci ho lorletto

io son foglia da letto

di grande volutt.

BALLERINE: (Coro)

Perch nessun soffenda

siam foglie da pudenda

lorigine nefanda

della vostra mutanda!.

BALLERINA3: (Canta)

Se la foglia giallina

son moda settembrina

di grande qualit.

BALLERINE: (Coro)

Noi siamo un abito conciso

in stile paradiso

il fico che ci fa

modelli di belt!.

(Entra in scena lAttore come Comico, nelle vesti di Adamo, in calzamaglia rosa, con foglie di fico, spettinato, seccato. Le ballerine si mettono in posa come vestiti in vetrina.)

(Alle spalle, dopo poche battute, appare Eva cio lAttrice come Vedette, in calzamaglia rosa, foglia di fico, e capelli fino ai piedi.)

(Lorchestrina attacca un basso continuo.)

ATTORE (Comico): (Appoggia la voce sul fondo musicale)

Io stavo in Paradiso

beato e in santa pace

quando che allimprovviso

mhan preso dal torace

un osso per rifare

la copia malvenuta

delluomo regolare

la femmina perduta

dal corpo singolare

che senza porre indugi

s messa a trafficare

con mille sotterfugi

per farmi fornicare.

ATTRICE (Eva): (Con aria di sfida, intenzionale)

Io manco ci ho creduto

che quella costoletta

serviva per laiuto

alluomo senza tetta.

E meglio il corpo mio

pi pieno di promesse

il dietro che ci ho io

le tette che mha messe,

e quello che ci ho sotto

la foglia mia di fico.

Del corpo mio sei cotto

pur senza lombelico!.

ATTRICE(Vedette): (Guardando le foglie di fico)

Ah! Che meraviglia, fammi scegliere una foglia da sera che ne ho bisogno!

(Passa in mezzo alle ballerine-foglie, le tocca, le muove, le scarta. Poi vede le mele sul carretto e il ballerino serpente che mima la qualit e invita allacquisto.)

ATTRICE (Vedette): Ah! Che belle mele!

ATTORE (Comico): Lasciale stare, costano unira di Dio!

ATTRICE (Vedette): Ma no, me le d gratis! (Se ne lascia regalare una. Da un morso e la lancia a lui che la prende.) E un po acerba!

ATTORE (Comico): (La morde e la butta via sputacchiandola)Pure!

BALLERINE- VEDETTE- COMICO: (Coro)

Essere tanto soli

nel mondo abbandonati

speriamo ci consoli

perch ci siamo amati!

(Le ballerine Foglie di fico escono di scena.)

ATTRICE VEDETTE-ATTORE COMICO: (Urlando a squarciagola)

Un bene condiviso

val bene un paradiso!

(Con crescente sguaiata ferocia, i due si urlano in faccia.)

Un bene condiviso

val bene un paradiso!

ATTORE (Comico): (Cercando di urlare pi forte)

Un bene condiviso

val bene un paradiso!

ATTRICE (Vedette): (Scuotendo limmensa capigliatura, prende forza, poi le mani sui fianchi, urla con quanto fiato ha in gola.)

Un bene condiviso

val bene un paradiso!

ATTORE (Comico): (Semidistrutto, cerca di urlare ancora pi forte, ma gli esce un rantolo.)

Un bene. (Sviene)

ATTRICE (Vedette): (Trionfante, con voce suadente e dolce.)

Un bene condiviso

val bene un paradiso!

(Le ballerine foglie di fico si sdraiano come foglie morte. Lei si inchina. Si chiude il siparietto.)

(Si apre il siparietto su un fondalino con sopra dipinto un alveare con le cellette esagonali gialle. Luce dorata. Le ballerine vestite da api, fanno corona allape regina che amoreggia con il ballerino-fuco. Dopo di che, a turno, tutti lo prendono a calci e alla fine lo ammazzano. Musichetta ronzante fatta con rasoi elettrici accesi e branditi dagli orchestrali davanti ai loro microfoni. Il Maestro di pianoforte li dirige in piedi facendo accendere e spegnere i pi bassi o i pi alti a seconda dello spartito. Sul finale di questo balletto intitolato La luna di miele il siparietto si richiude.)

(Entra in scena il Fantasista come Trasformista. Si pone al centro mentre si apre il siparietto su una serie di pavimenti.)

FANTASISTA(Trasformista): Io sono il Trasformista, ho 70 facce in repertorio, mi cambio in 6 secondi e anche meno da marittimo cinese in bandito calabrese, passo da un tipo allaltro con grande precisione, non mi stanco di crearmi facce nuove ogni giorno, mi dovete credere sulla parola perch pi di cos si muore.

(Si volta, gira dietro un pavimento, esce dallaltra parte, disinvolto, sorridente, abile, ma sempre vestito uguale.)

Io vado dallo Zuavo del 914 alla geisha giapponese, dal fantino da gran premio al barile di birra. Io non mi fermo davanti a nulla sono Garibaldi o Vittorio Emanuele II per me fa lo stesso, io entro nero e me nesco bianco, basta che la situazione comica lo richieda, anche se pi che far ridere io desto meraviglia. Si penser che ho la vocazione al trasformismo, allarte di essere o non essere, e invece niente, lo faccio per stare a galla, per campare insomma, e non me ne vergogno, anzi me ne vanto. Ho un vestito per ogni occasione, nessuno pu cogliermi nudo, io non mi scopro, io in questo paese ho fatto la mia fortuna artistica, mi hanno imitato tutti, ma nessuno pu essere paragonato a me. Sono il modello, ma il tempo e la storia che mi hanno forgiato, sono prodotto e riproduttore, grande esempio per epigoni di massa. A questo punto di solito mi si applaude. Cosa devo fare e dire di pi? Ho capito vado dentro con la mia confessione e pensate al mio problema Vale la pena andare oltre allenunciato?

(Declama)

Avere un nome che magari il mio

ma non sapere a cosa corrisponda

avere un corpo e non avere un viso

nascondere la faccia pi profonda

per essere nessuno di preciso

e non sapere chi recita la parte

quando davvero scopro le mie carte.

(Entra ed esce da dietro i paraventi con sorrisi e inchini, senza cambiare vestito. Poi si ferma e declama.)

Mi cerco nello specchio e non mi trovo

mi guardo e non conosco chi mi guarda

non ritrovo nemmeno le mie tracce

e certe volte davvero mi domando

se c una faccia sotto le mie facce.

(Fa un inchino ed arretra fino alla chiusura del siparietto.)

(Si apre il siparietto e si vedono al centro un letto apparecchiato come una tavola, con le due sedie ai lati. E la scena per il duetto comico Lingordo e il tortellino.)

(Entrano dalle parti opposte lAttore come Comico e la Soubrette. Lui in giacca a quadrettoni, pancia finta, bombetta verde, o altro, con un enorme tovagliolo al collo, e una gran forchetta e un coltello stretti nelle mani. Si lecca le labbra, mugola di piacere goloso. Lei in gonna cortissima, calze a rete, scollo pronunciato, insomma , nellinsieme, un tortellino con capellino e veletta, quello che si dice un bocconcino.)

(Mimano il grande appuntamento, il corteggiamento definitivo e irreversibile dellIngordo che ha catturato una preda.)

(Una musichetta violenta, con le parole dette velocemente, in un crescendo allarmante e sempre pi partecipato. Lui parte con laria atticciata e controllata della Macchietta comica.)

ATTORE (Comico): (Canta)

Unora insieme

tutta per noi

nessuno conta

contiamo noi.

SOUBRETTE: (Canta)

Lasciamo stare

il prima o poi

lamore canta

cantiamo noi.

ATTORE (Comico): (Canta)

Cambiamo tutto

forza! Proviamo

a stare insieme

ci guadagniamo.

(Lui si avvicina sempre di pi a lei, brandisce le posate, si lecca le labbra con spaventose linguate.)

ATTORE (Comico): Io ti vedo!

SOUBRETTE. Tu mi vedi!

ATTORE (Comico): Io ti chiedo!

SOUBRETTE: Tu mi chiedi!

(Crescendo delirante)

ATTORE (Comico): Io ti chiamo!

SOUBRETTE: Tu mi chiami!

ATTORE (Comico): Io ti amo!

SOUBRETTE: Tu mi ami!

(Lui incalza con le posate puntate.)

ATTORE (Comico): Io ti cerco!

SOUBRETTE: Io ti trovo!

ATTORE (Comico): Io ti prendo!

SOUBRETTE: Non mi muovo!

(Lui la spinge verso la tavola digrignando i denti, schioccando la lingua rumorosamente.)

ATTORE (Comico): Un ora insieme

cotti alla diavola

lasciati fare

ti servo in tavola!.

(La rovescia quasi sul letto-tavola)

SOUBRETTE: Tu mi vuoi.

ATTORE (Comico): Io ti voglio.

SOUBRETTE: Tu mi tocchi.

ATTORE (Comico): Io ti spoglio.

SOUBRETTE: Tu mi stringi.

ATTORE (Comico): Io ti bacio.

SOUBRETTE: Io ti piaccio.

ATTORE (Comico): Tu mi piaci.

(I due personaggi di scena perdono i connotati, si sfaldano come personaggi, lui perde i lineamenti della macchietta, la sua diventa una foga disperata, lei mostra di essere travolta e spaventata, lusingata, ma incerta, riconoscente e infelice.)

SOUBRETTE: La gola secca

gli occhi socchiusi

i nostri cuori

si sono fusi.

SOUBRETTE e ATTORE (Comico):

Fondono insieme

i due motori

surriscaldati

dei nostri cuori!.

(Lui la solleva e la posa in mezzo alla tavola-letto. Brandisce le posate e le punta sul petto di lei.)

ATTORE (Comico): La voglia infuria

il tempo manca

sul cuore sventola

bandiera bianca!.

(Affonda il coltello e la forchetta nel petto di lei e urlando come per un mortale orgasmo, mentre si chiude rapidamente il siparietto.)

(LAttrice entra in scena a siparietto chiuso.)

ATTRICE: E cos che questa sera i grandi Numeri del Comico diventano ridicoli messaggi vitalifrutto della vecchia teoria che lamore non altro che una cieca, irresponsabile violenza a chi non della partita. Quel modo di guardarsi di possedersi per la strada di biascicare preghiere insulse di stralunare gli occhi, alzandoli al cielo per cercare linferno (Esce di scena.)

(Si apre il siparietto e appaiono le ballerine disposte in modo strano, astratto come per un Numero di fantasiosa complessit. In mezzo a loro la Soubrette, il Fantasista, il Brillante, laltro ballerino. Un rialzo praticabile con una sedia impagliata vuota. Sono vestiti da scena con i soliti lustrini, le calze a rete, ecc.)

(Entra lAttore e sinoltra nella scena.)

ATTORE: Ma per lei, la Soubrette, lui simpegna alla morte o per meglio dire alla vita (atteggia un braccio alla Soubrette) coscos Un miele amoroso si scioglie alle luci spietate della ribalta cos questo braccio pi indietro, sta a significare: Comprensione lo sguardo pi intenso sperare di pi nella possibilit che le cose siano e non appaiono mentre

(Entra lAttrice ambiguamente come Vedette e va a sedersi sulla sedia come su un trono.)

ATTORE: Mentre si incrociano i ferri della gelosia (indica la Vedette) della paura (indica la Soubrette) della disperazione (guarda il quadro generale) cos Adesso la Vedette si alzer verr avanti. Attraccher la sua canzone minacciosa? Guardalo guardalo fisso affonda dentro di lui l per far ridere fagli vedere con che tempi gli porgi le battute importante

(LAttrice (Vedette) si alza dalla sedia e lascia il posto allAttore come Comico che va a sedersi.)

ATTRICE: (Va verso la Soubrette) E tu vieni qui in mezzo prendi la luce dividi questi due mondi ingrati, mostra come unanima semplice pu implicare catastrofi e sogni infiniti Ecco, tieni la testa indietro, guarda verso il pubblico, ma come se non ci fosse cos leggi lontano su una linea immaginaria chiamata orizzonte non farti schiacciare sei tu lavvenire, loro una vecchia vita incallita, cuori ridotti a cimiteri, chiusi bella trappola a cantare per farsi compagnia

(Prende latteggiamento della Vedette, va verso lAttore Comico e gli sussurra sul motivo che il pianoforte accenna appena.)

ATTRICE (Vedette): (Quasi parlato)

Andante, ma non troppo

la mia vita

me la guardo andare fra le dita.

Ma non accetti, amore, il gran confronto

com lontano da te

il mio tramonto

ATTORE: (Alla Soubrette) Basta! Tocca a te! Il Numero, pi avanti, verso il proscenio, vai sicura Parti.

SOUBRETTE: Vado? Non sento lorchestra il tempo

ATTORE: Maestro, pi forte per favore i bassi

(Musica soffocata, come attutita da una sordina imprevedibile.)

SOUBRETTE: (Canta)

Era fatto di carta il nostro amore

un fondale dipinto dentro il cuore

parole suggerite da un copione

scelte fra quelle nemmeno tanto buone

promesse nate fra luci artificiali

travestimenti da eterni carnevali

(Quasi parlato)

Travestimenti da eterni carnevali

Io non ho una terza persona singolare dietro cui difendermi e allontanarmi da me Io non sono disinteressata, non sono lamica del cuore di nessuno, io non mi perdo per un Lascia andare, tesoro o per un Ne parliamo luned piantati fra il letto e il comodino di un albergo di paese. Io non voglio crescere, ne salutare nessuno Datemi la forza per farlo, non mi togliete le scarpe di sotto, non lho mai detto a nessuno, ma io sono una tigre, io posso attaccarmi alla gola con i denti e stringere, stringere, stringere senza mollare mai! (Grida quasi con tensione disperata. In crescendo) Le mie guance hanno solchi ai lati della bocca per far scorrere il sangue altrui fuori della mia gola, perch il nemico non mi soffochi morendo!

ATTORE: Un po meno denfasi, leffetto migliore Chiudi la canzone

SOUBRETTE: (Canta)

Io ti rinnego

Scusate (Si ferma) Vorrei che tutti uscissero di scena.

(Il maestro riprende mentre tutti escono di scena.)

SOUBRETTE: (Canta)

Io ti rinnego amore da ospedale

canzone morta sulle labbra vive

devo imparare un nuovo abbecedario

uscire dal mio sonno millenario.

(Si chiude il Siparietto)

(Escono da sinistra e da destra lAttore come Comico e il Fantasista come Spalla. Si fermano al centro a siparietto chiuso per lo sketch: Nel bene e nel male.)

FANTASISTA (Spalla): Ciao, come stai?

ATTORE (Comico): Bene.

FANTASISTA (Spalla): Io sono preoccupato.

ATTORE (Comico): Male.

FANTASISTA (Spalla): Devo vendere la mia macchina.

ATTORE (Comico): Bene.

FANTASISTA (Spalla): Ma ci prender poco. E un vero cesso.

ATTORE (Comico): Male.

FANTASISTA (Spalla): Tirer indietro il contachilometri.

ATTORE (Comico): Bene.

FANTASISTA (Spalla): Un fesso a cui mollarla ce lho gi in mente.

ATTORE (Comico): (Si sente osservato, si volta per guardare se c qualcuno alle spalle.) Bene.

FANTASISTA (Spalla): (Accorgendosi che non dice altro che bene o male.)

Io credo che tu sia scemo.

ATTORE (Comico): Male.

FANTASISTA (Spalla): E come ti senti?

ATTORE (Comico): Bene.

FANTASISTA (Spalla): (Gli allenta un ceffone) E ora?

ATTORE (Comico): Male.

FANTASISTA (Spalla): Bene!

(La scena aumenta di toni e di violenza sproporzionata.)

FANTASISTA (Spalla): Ogni mattina in questa citt su ogni 100.000 imbecilli si alza un furbo. Io sono uno di questi.

ATTORE (Comico): (Urlando) Me la sentivo stamattina di non alzarmi!

FANTASISTA (Spalla): Tu non centri sei un amico! Scemo, ma un amico! Ma ecco che arriva limbecille che aspettavo.

(Entra in scena il Brillante.)

FANTASISTA (Spalla): Carissimo, ho una macchina stupenda.

BRILLANTE: Bene!

FANTASISTA (Spalla): A soldi come stai?

BRILLANTE: Male!

FANTASISTA (Spalla): Volevo vendertela un affare pazzesco!

BRILLANTE: Bene!

ATTORE (Comico): (Allenta un ceffone al Fantasista Spalla.)

FANTASISTA (Spalla): Ahi!

BRILLANTE: E come sta di carrozzeria?

FANTASISTA (Spalla): Bene!

ATTORE (Comico): (Altro schiaffone al Fantasista Spalla)

FANTASISTA (Spalla): (Gli rende lo schiaffo) Bene!

BRILLANTE: E di motore?

FANTASISTA (Spalla): (Urlando esasperato) Bene!

ATTORE (Comico): (Urlando e schiaffeggiandolo) Male!

FANTASISTA (Spalla): (Urlando in modo inumano) Gli ho rifatto il motore sei volte!

BRILLANTE: (Urla) Bene!

ATTORE (Comico) (Urla) Male!

BRILLANTE: (Urla) Ma di che anno ?

FANTASISTA (Spalla): (Urla) E del 75, come nuova!

BRILLANTE: (Urla) Bene! Ti do 20.000 lire!

ATTORE (Comico): Male! (D uno schiaffo al Brillante)

FANTASISTA (Spalla): Bene! (Schiaffo al Comico)

BRILLANTE: (Urla) Male! (Schiaffo al Fantasista)

ATTORE (Comico): (D uno schiaffo al Brillante) Bene! Coshai sentito?

BRILLANTE: Male! (Urla) La compro!

FANTASISTA (Spalla): (Urlando come un pazzo) Bene!

ATTORE (Comico): (Schiaffeggiando tutti e due) Male! Male! Male!

(Musica del finalino. Si chiude il siparietto.)

(Entra in scena il Fine Dicitore, affannato, con la cravattina in disordine, lo sparato messo fuori dalla giacca del frac, spettinato, con laria sconvolta. Inciampa due volte prima di raggiungere il centro del proscenio.)

FINE DICITORE: (Cerca di concentrarsi) Vi canter la romanza: Anche il topo. (Si concentra. Canta)

Anche il topo scoperto in biblioteca

piange la rovina del suo nido

e cerca fra i rifiuti della storia

se ancora c una pagina

da rodere in memoria.

In questa trappola sciocca

che chiamano la vita

una scintilla scocca

e subito svanita.

(Si inchina) Grazie.

(Esce di scena in modo scomposto, da uomo disperato.)

(Entra in scena da sinistra lAttrice mentre si apre il siparietto e appare la scena del primo quadro, atmosfera vagamente esotica, il balletto disposto per il Quadro Addio care terre tropicali. Al centro, col gonnellino di paglia la Soubrette immobile. Alle sue spalle, vicino, il Brillante in veste di ballerino)

ATTRICE: (Alla Soubrette) Ecco Cos Aria perduta Una lacrima enorme esce da un occhio tracciando la classica riga nera col trucco che si scioglie

SOUBRETTE: (Col dito striscia di nero la guancia)

(Entra da destra lAttore)

ATTORE: (AllAttrice) No, aspetta, coshai in mente

ATTRICE: (Alla Soubrette) Non dimenticare le occhiate disperate, che cercano aiutoVerso di lui (Indica il Brillante) E giovane, ti piace Potreste avere una storia insieme

ATTORE: Cos peggio

ATTRICE: Anche tu, (Al Brillante) guardala con aria protettiva La ragazza spaventata per leccesso di violenza imbecille

ATTORE: Ho capito cosa vuoi che faccia

ATTRICE: Far quello che ragionevolmente si sentir di fare

ATTORE: Non in condizione di essere ragionevole

ATTRICE: Cosa c di ragionevole? Niente di niente. Eppure tutto assolutamente accettabile.

ATTORE: Guarda che non sono daccordo

ATTRICE: La vita piena di cose bellissime, ma nonostante questo povera, poverissima di momenti illuminati che lasciano vedere quelle cose. Questa la magia della vita. C su di lei un velo di grandi possibilit, pieno di promesse, pudori, ritrosie, irrisioni, piet, seduzione. La vita come una donna. La vita donna! (Colpo di grancassa) Guarda Siamo sotto finale!

(A ritmo vagamente tropicale filtrato da una funerea allegria il Balletto si mette improvvisamente in movimento. Scattano le lunghe gambe, si strizzano gli occhi, si aprono i sorrisi, un ancheggiare aggressivo porta i bacini provocanti fino al proscenio. In mezzo a loro si muove appena dondolando la Soubrette che con la sua lacrima nera attacca la canzone Addio, care terre tropicali.)

SOUBRETTE: (Canta quasi parlando)

Addio, care terre tropicali

CORO dove regnano dolcissimi animali

nella sera immobile e malata

vista su una pagina stampata.

SOLO Addio spiagge lisciate eternamente

da una lingua docile di mare

CORO al ritmo che si sente

vien voglia di cantare.

(Azione coreografica di malinconica volgarit. LAttrice ancora al lato del proscenio che guarda.)

(LAttore esce di scena.)

SOUBRETTE: (Canta mormorando)

Nel bungalow nascosto

cera un I love you

io ci verr in agosto

quando ci sei anche tu.

(Coretto della Ballerine. Sguardi fra la Soubrette e il Brillante che come ballerino danza attorno a lei.)

SOUBRETTE: Fra un cocco e un ananasso

io sto perdendo il passo

si schiacciano le noci

con quei rumori atroci.

(La Soubrette si guarda da una parte e dallaltra rapidamente. Poi decisa, esce di corsa dalla scena.)

(Le ballerine si muovono appena su un ritmo quasi impercettibile, un suono soffocato dei piatti. Improvviso rullo della batteria, come per un numero pericoloso. Entra in scena il Fine Dicitore. E sconvolto, con la camicia del frac mezza fuori dai calzoni, senza fiocchetto, senza sparato, spettinato, esagitato allultimo stadio della perdita di ogni nobilt formale.)

FINE DICITORE: Signori, come se ci fosse una condanna terribile nel dover ripetere, replicare sera per sera la stessa piccola tragedia invisibile (Ai personaggi di scena che si sono fermati) Se un demone furtivo, in un momento di solitudine vi dicesse: Vuoi ripetere la vita cos come stata con gioia e dolori, risate e pianti, con ogni pensiero e ogni sospiro vuoi che ritornino per te tutte le infinitamente piccole e grandi cose della tua vita, e tutte nella stessa sequenza e successione, con queste stesse scene e sipari e musiche, e cos pure questo attimo, e io e te, come se leterna clessidra del tempo venisse ogni volta capovolta e tu con essa (A una ballerina)

Cosa gli diresti?

BALLERINA 1: Maledirei il demonio che mi dicesse questo. Le repliche sono un condanna!

FINE DICITORE: E tu?

BALLERINA 2: Sarei inorridita, chiederei piet

FINE DICITORE: E tu?

BALLERINA 3: Non lo so Ma ne avrei paura No Non lo vorrei mai!

FINE DICITORE: (Al Brillante, ballerino) E tu, tu cosa dici?

BRILLANTE (Ballerino): (Come trasognato, angelico con una luce verde sul viso, parla con una felicit interiore di grande e poetica intensit.)

Vorrei un attimo di luce immensa per capire e dire: No, non un demone che ha parlato, perch mai cosa pi divina mi fu proposta!

FINE DICITORE: (Inchinandosi) Era una mia ardita parafrasi da Friedrich Nietzsche. Grazie.

(Esce improvviso dalle quinte lAttore Comico, mezzo svestito, con solo la camicia del costume che stava cambiando, in mutande con i capelli scompigliati e il trucco sbavato e grottesco. La fila della ballerine si scompone, si apre, lo lascia arrivare in proscenio.)

ATTORE (Comico): (Urla con gli occhi fuori dalle orbite sconvolto, eccessivo e volutamente melodrammatico fino al ridicolo)

C un medico in sala?!

(Il Brillante in veste di Ballerino esce di corsa dalla scena imboccando la quinta da dove apparso il Comico.)

(Le Ballerine, il Ballerino rimasto in scena, il Fine Dicitore, scoppiano a ridere alla vista del Comico in mutande e per la sua presunta battuta.)

ATTRICE: Ecco, quelli ridono perch non facile uscire dal proprio ruolo. Che sia un espediente comico per tirar su lo spettacolo?

ATTORE (Comico): In nome di Dio, c un medico in sala? (Scoppia a piangere terrorizzato.)

(Risata ancora pi forte di tutti i presenti in palcoscenico.)

ATTRICE: Ecco, il fatto di aver chiamato Dio a testimoniare di una presunta battuta di spirito, ha fatto aumentare lilarit.

(LAttore-Comico si ritira con le mani nei capelli.)

(Il rullo del tamburo, che continuato in crescendo scoppia al massimo sotto la voce distorta e stonata del Brillante-Ballerino che uscito dalla quinta.)

BRILLANTE (Ballerino): (Urla su tutti quasi trionfale) Non serve pi, la Soubrette si suicidata con lacido muriatico che ha trovato nei cessi.

(Il rullo di tamburo cessa di colpo).

ATTRICE: E naturale. E lunico veleno che conosca una ragazza di paese. Lanello pi debole della catena ha ceduto, si dice cos, no? Ma noi dobbiamo tener fede alla vecchia legge del Teatro: lo spettacolo continua con il gran finale del Gran Concerto delle Variet! (Esce di scena)

(Riprende la musica di Addio, care terre tropicali. Le luci salgono al massimo, le Ballerine, i Ballerini, il Fantasista, il Fine Dicitore, sfilano in proscenio cantando in coro. Latmosfera di allegria glaciale, visi bianchi, sorrisi inchiodati, funerei movimenti di braccia e mani. Caricatura tragica della felicit di scena.)

CORO DI TUTTI: Fra un cocco e un ananasso

stiamo perdendo il passo

si schiacciano le noci

con quei rumori atroci!

(Entra dal fondo, scendendo da una scaletta dargento, lAttrice come Vedette, con abito lungo scollato e aperto su un fianco, con un sorriso mortale schiacciato sulla bocca avanza fra unala e laltra del Corpo di Ballo. Ad ogni passo esplode trionfale lo spacco della gonna fino alla coscia.)

ATTRICE VEDETTE: (Canta)

Nel bungalow nascosto

cera un I love you

io ci verr in agosto

ci sarai anche tu!

(Entra in scena salutando a mani alzate lAttore-Comico, con giacca dargento. Sorride meccanico, sfila con gli altri.)

ATTRICE VEDETTE E TUTTI: (Coro)

Addio, care terre tropicali

dove regnano dolcissimi animali

nella sera immobile e malata

vista su una pagina stampata.

(Il coro si alza con pi forza, con un solenne corale chiesastico. Sul fondo gran suono di organo.)

CORO: Addio spiagge lisciate eternamente

da una lingua docile di mare

al ritmo che si sente

vien voglia di cantare.

(Tutti i personaggi sfilano cantando, per lultima volta, in proscenio. Scompaiono in quinta mentre si chiude il siparietto lentamente. Per qualche secondo continua la musica deformata. Lentamente la musica si spenge in nulla. Si riapre il siparietto e mostra il palcoscenico completamente vuoto con la scritta sul fondo Vietato fumare in vista. Tutti i personaggi sono nelle posizioni iniziali, accanto o seduti sui loro bagagli, in attesa della luce smorta dellalba o delle lampade di servizio. Un raggio di sole pi intenso indica il piccolo bagaglio della Soubrette. Che sia seduta l come allinizio, o sia assente una scelta non del cuore, ma della mente, un modo di giustificare o negare il Teatro come conoscenza. Si chiude lentamente il sipario con la nota lunga dello stridio di tanti sipari famosi o sconosciuti.)

FINE

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