Belfagor?…gabbato!
Commedia brillante in tre atti
di
Kramer Moggia
( da una novella di Niccolò Machiavelli)
Socio S.I.A.E.: autori n° 88397 – 31/12/ ’89 qualità D.O.R. autore parte letteraria
26041 CASALMAGGIORE ( Cremona) Via Cairoli, 93 tel, 0375 41110 cell. 3396821681
Ogni riferimento a persone, cose situazioni sono puramente casuali
PERSONAGGI
Belfagor – Rodrigo= BEL
Minosse= MINO
Amerigo= AME
Onesta ONESTA
Gianmatteo= GIAN
Anna ANNA
Fanciulla
LUOGO DELL’AZIONE SCENICA: città della val padana
EPOCA: indefinita. Nel caso si voglia ambientarla all’epoca del Machiavelli si dovranno apportare alcune variazioni alle espressioni moderne.
Trama della novella
Plutone, re degli Inferi, decide di mandare un diavolo sulla terra a vivere da uomo ammogliato, per verificare se è vero che la vita coniugale sia peggiore dell'Inferno. Invia Belfagor, con una cospicua somma di denaro e diversi diavoli trasformati in servitori: dovrà sposarsi e restare sulla terra per dieci anni. Belfagor, diventato uomo, va a vivere a Firenze e si sposa, finendo vittima di una donna che lo costringe a contrarre un debito dopo l'altro. Il povero diavolo è costretto allora a fuggire, inseguito dai creditori. Viene salvato da un contadino, Gianmatteo del Brica, al quale per ricompensarlo, promette di farlo diventare ricco come esorcista di donne indemoniate. Belfagor infatti prima penetra nel corpo di alcune donne e poi, quando il contadino glielo chiede, ne esce . Arricchitosi a sufficienza, Belfagor non si dichiara più disposto ad aiutarlo ulteriormente; quando dunque Gianmatteo viene contattato dal Re di Francia per liberare dal demonio sua figlia, egli si rifiuta di svolgere il suo compito. Gianmatteo, rischiando di essere condannato a morte, organizza una beffa ai danni di Belfagor, facendogli credere che stia per giungere la moglie: il diavolo allora si spaventa a tal punto che lascia la fanciulla dalle sue grinfie e ritorna per sempre nell'Inferno. Il mondo umano è davvero peggiore di quello infernale! In questo modo il punto di vista di un diavolo sulla nostra società serve in realtà a smascherarne gli egoismi, le cattiverie, gli inganni e a farne emergere delle caratteristiche più infernali che umane.
A T T O P R I M O
ATTO PRIMO
Tempo: primi giorni di primavera.
Scenografia: Terrazzo di una villetta prospiciente il fiume Po. Tavolo in ferro battuto con poltroncine pure in ferro battuto, piantine in vaso, tramezzo mobile color verde.Scena prima: Belfagor, Minosse.
MINO ( in piedi, di fronte al fondale, guardando fuori ) Il panorama mi sembra bello.
BEL ( seduto accanto al tavolo) Il fiume Po ha il suo fascino almeno da quel che ho capito parlando con qualcuno che ho incontrato passeggiando sull’argine. Ogni tanto si vedono alcuni giovani su barche di regata di una società canottieri con sede proprio oltre il ponte.
MINO Quindi ti puoi godere anche un certo spettacolo di carattere sportivo.
BEL Oh certo. Quei ragazzi sono atleti di quella società canottieri che si vanta di ben due medaglie olimpiche.
MINO ( meravigliato)Veramente!?
BEL Sembra che gran merito vada all’allenatore, che oltre ad avere una preparazione tecnica di valore, direi mondiale, tratta i suoi ragazzi come un padre, e loro a loro volta, con gran rispetto dandogli del “lei” ,dimostrano di stimarlo moltissimo.
MINO Addirittura!
BEL … Visti i risultati che hanno ottenuto… E dico… questa è una città piuttosto piccola se vogliamo.
MINO Chissà quante arie si daranno questi abitanti.
BEL Da quel che mi hanno raccontato, ne hanno ben donde, e non solo nel campo sportivo quanto sotto un profilo, non so come dire: umano, sentimentale, amore per la propria terra…
MINO Non mi dirai che sono dei “santi”?
BEL Proprio tu usi quel termine?
MINO “ Santi” Scusami. per noi questa, è una parola fuori posto.
BEL Appunto.
MINO Dovevo dire sono degli “ infernali” Mi sembra che sia più consona al nostro stato, se vogliamo fare un complimento.
BEL Mi hanno raccontato che molti anni fa questo “grande fiume” aveva fatto le bizze. Ciò che non aveva fatto fin dal secolo precedente.
MINO Cioè si è comportato come il nostro “ Acheronte”
BEL Direi con ancor più irruenza.
MINO Tu dici?... più del nostro fiume infernale?
BEL Guarda: che quando la terra fa sul serio non ci sono né santi né madonne che la trattengono..
MINO Anche tu ora ti metti a nominare la parte avversa?
BEL ( ritornando a riprendere il discorso ) Ti dicevo che in quell’anno il fiume raggiunse un tal livello che per passare sotto il ponte doveva abbassare la testa. Questi abitanti, (spiritoso) quasi per ridere, si son messi a riempire i sacchi di terra per fare muro al crescere del livello dell’acqua.
MINO E poi…?
BEL Quando si accorsero che ciò poteva evitare una vera e propria catastrofe, han continuato fino a creare un muro che in alcuni tratti raggiunse i tre metri. Le donne tenevano aperti i sacchi, i vecchi li riempivano ed i giovani li portavano a dimora. E chi non poteva far altro girava giorno e notte con grappa e tanto “amore”
MINO ( rimproverando) Per favore! Evita di usare certe parole!
BEL Scusami. Dopo diversi giorni vedendo che il livello del fiume non diminuiva hanno promossa una processione che portasse il crocefisso, come già fecero per la precedente alluvione ad immergere nelle acque.
MINO Quando si dice “ a mal comune, comune rimedio…”
BEL Dopo poco tempo le acque diminuirono e la pace ritornò nel cuore degli abitanti.
MINO Questa ultima parte potevi fare a meno di raccontarla, perché così hai fatto pubblicità alla concorrenza.
( dopo aver passeggiato un po’ sul terrazzo vanno a sedersi a tavolino)
BEL La verità non dovrebbe disturbare mai.
MINO ( cambiando tono ed argomento) Ti auguro di trovarti a tuo agio qui.
BEL ( un po’ scocciato) Sì… però…
MINO Senti: tutti quegli uomini che son giunti quaggiù, non si son lamentati per tutti i dispiaceri e disavventure che li potevano aggredire, ma perché prendendo moglie hanno sofferto una grande infelicità.
BEL …Dì pure le “ pene dell’Inferno.”
MINO …E non uno, ma tutti. Tu sai come è fatto Plutone. Si è posto il problema, e soprattutto si è chiesto come si poteva risolverlo. Perciò ha radunato tutti noi del Consiglio ed insieme abbiamo deliberato che: era cosa opportuna andare a fondo della questione, verificarne la veridicità, e di conseguenza trovare una soluzione.
BEL E allora?
MINO E allora… poiché, per fatale sorte e disposizione divina mi è stato attribuito il comando di questo “ Inferno” sono stato chiamato a dare un giudizio che non è solo divino ma anche mondano. In definitiva sono stato chiamato ad emettere leggi che hanno lo scopo di dare regole al vivere civile.
BEL … E come si sul dire te la devi “ sciugare”
MINO Appunto. E allora cos’ho fatto? Ho riunito il Consiglio degli arcidiavoli perché, insieme, risolvessimo questo problema. Tutti i mortali che vengono nel nostro regno, attribuiscono i propri peccati alle mogli.
BEN A me pare impossibile.
MINO Siccome non desideravamo essere accusati di leggerezza nel governare la vita degli uomini ed emettere leggi ingiuste, insieme abbiam cercato di trovare una soluzione.
BEN … E ai giudici è parso giusto giungere ad una soluzione convincente.
MINO E’ evidente, che prima di prendere una decisione, sia opportuno verificare che tutto ciò che si è sentito corrisponda a verità.
BEN ( spiritoso ) La saggezza degli inferi è proverbiale.
MINO ( pure lui spiritoso) Se proprio ti diverti… Comunque: alcuni dicevano di mandare diversi a fare quella esperienza e poi ricavarne un rapporto uniforme; altri dicevano che sarebbe stato sufficiente il parere di un sol giudice qualificato. Sottolineo qualificato.
BEN Naturalmente avrete chiesto a tutti: chi di loro si prendesse questo incarico, meglio ancora questa gatta da pelare, ma nessuno si offrì. Tutti avevano” il braccio corto” come si suol dire.
MINO Come sei intelligente… Proprio così. ( riprendendo il discorso) Fu, quindi, deliberato di mandare qualcuno che doveva venire sulla terra a sbrigare questo compito. Questi doveva essere l’arcidiavolo Belfagor, visto che prima di cadere nell’Inferno era arcangelo in Cielo.
BEN Non avete pensato che io avevo altre incombenze anche più importanti? Proprio tu dovevi difendermi. Tu: che mi hai dato l’incarico, a te destinato, tra l’altro, di giudicare i dannati. -Cito Dante Alighieri “ qual conoscitor e le peccata” - decretando il girone nel quale mandare, con giri di coda, i peccatori. E tu sai che fatica ho fatto considerando che la mia coda è più corta della tua.
MINO Hai fatto buon sangue a cattivo gioco, accettando l’incarico e seguire le disposizioni che il Gran Consiglio ha deliberato.
BEN Una gran somma di denaro mi avete dato per sopportare tutte le spese che già ho cominciato a sostenere. Ma quel che non mi è andato giù: dover cercarmi al più presto una moglie…
MINO (completando il discorso) …e vivere con lei dieci anni.
BEN Dopo, fingendomi morto, ritornare a Casa e fare un accurato rapporto, cioè: quali oneri comporta il matrimonio e quali inconvenienti può procurare.
MINO Deve essere ben chiaro che ti devi sottoporre a tutti i disagi e mali che assillano l’uomo, compresi la povertà, il carcere, le malattie ed ogni altro infortunio.
BEN ( deciso) E ti par poco?!
MINO E mi raccomando! Evita l’inganno e l’astuzia!
BEN ( offeso) Guarda che io sono un “ diavolo” serio!
MINO ( prendendolo in giro) E’ per questo che ti abbiamo scelto!
BEN ( senza cattiveria ) Ma va all’Inferno!
MINO Eh…eh… Questa è una bestemmia…
BEN Scusa.
MINO ( cambiando decisamente discorso) Tu mi devi dire: come mai hai scelto di stabilirti in questa parte del mondo.
BEN Ti dirò che colui che sta sceneggiando questa novella di Niccolò, è uno del posto, ti dirò, pure, tra l’altro, amante della sua città e del suo Po. La sua famiglia è qui dal 1600, venuta dalla Spagna, vuoi che non conosca a fondo questa gente? Ti confesso pure che vorrei che questa scenografia andasse i scena per opera di quella Filodrammatica di cui questi abitanti vanno orgogliosi.
MINO ( sorridendo ironicamente) Oh, che bella “sbrodolata.”
BEN Anzi, ti dirò, che in un primo momento, per quel motivo, avevo pensato di assumere il nome di : Rodrigo di Castiglia la cui famiglia venne come commerciante di granaglie, ma poi ho pensato di limitare il mio nome a Rodrigo, nome molto semplice, che si adatta anche a quella attività che mi sembra adeguata in questi momenti di “ stringi cinghia”, di: usuraio.
MINO Aveva altra attività da sceglierti quel machiavellico individuo?
BEN Hai ragione, anche perché non è certo nel mio carattere. Ci penserò su. Se ritornando a casa ti capita di imbatterti in Machiavelli, non dirglielo, non vorrei che si offendesse. Sempre che viva dalle nostre parti.
MINO Direi proprio di sì. Uno che afferma che “il fine giustifica il mezzo” dove vuoi che sia andato? Tanto più che lui con il clero non andava a nozze.
BEL Infatti. Guarda che figura ha fatto fare a fra Timoteo nella “ Mandragola”… sembrava uno di noi…
MINO Beh, ritornando a questo bel villino, come hai fatto a camuffare le tue origini?
BEL Ho raccontato che già da piccolo con i miei genitori ho vissuto a lungo all’estero, poi crescendo ho intrapreso un’attività che mi ha procurato tutta questa ricchezza.
MINO Mi sembra una scusa valida.
BEL Ed ora, finalmente sono venuto qua per cercar moglie: una donna che sia civile e che abbia il mio carattere, o perlomeno, che si assomigli.
MINO Tu sei un bell’uomo, non ti sarà difficile conquistare le grazie di una ( spiritoso) bella pulzella.
BEL Grazie del “ bell’uomo”
MINO Dimostri di essere molto ricco; di carattere cordiale e liberale, chissà quante donne ti “ slumerarnno”, come dicono qui e quanti padri busseranno alla tua porta.
BEL Ricordiamoci che questa non è una mia scelta, ma la decisione della “ Suprema Corte Infernale”
MINO Bravo! ricordatelo! ( cambiando tono) Bene, ora ti lascio. ( cattedratico) Ben gravi incombenze mi chiamano in patria. Mi dicono che si è già formata una gran corsa di peccatori che implorano, scusami: non è il verbo adatto, che attendono quanti giri di coda dovrò fare per determinare il loro girone.
BEN Ti auguro buon lavoro.
MINO Ah: dimenticavo. Nel caso che nella vicenda terrena tu non riesca a trovare interpreti per eventuali personaggi, li posso sostituire io. Tu sai che noi possiamo cambiare pelle come i serpenti.
BEL E’ proprio vero che noi “ cambiamo il pelo ma non il vizio”
MINO Ti saluto.( esce)
(pausa)
Scena seconda:Minosse, Rodrigo, Amerigo.
( Minosse rientrando) Nell’uscire mi sono imbattuto in un signore che mi sembra una persona di un certo rango. Mi ha chiesto se qui abitasse un certo Rodrigo. Prima di farlo passare ho pensato di avvertirti. Mi è sembrato un parente di una probabile tua futura consorte. Visto che ormai in molti si son fatti avanti. Volevo darti modo di prepararti ad un’eventuale risposta.
BEL Hai fatto bene. Anzi, visto che sei ancora qui e che certo non ti manca il tempo considerato che hai davanti l’eternità, ti prego di restare per aiutarmi; nel caso debba fare un diniego o addirittura accettare la candidatura.
MINO (esce e fuori scena rivolto all’ospite ) Prego si accomodi.
( Mino e Amerigo entrano insieme )
AMERIGO (come entra guarda il terrazzo con ammirazione) Signor Rodrigo, mi scusi se forse vengo ad importunarla…
BEL ( gli va incontro) Anzi, mi fa piacere conoscere persone di questa parte del mondo della quale, da poco, son venuto ad apprezzare.
AME Quando sento stimare la mia terra, provo un intimo piacere. Io di questi luoghi ne sono innamorato.
MINO Già noto, con piacere, che ormai qualcosa avete in comune…
AME Permetta signor Rodrigo che mi presenti. Il mio nome è Amerigo Donati e abito per l’appunto in questa città dove ebbi i natali e dove già da generazioni la mia famiglia vive.
BEL ( porgendo la mano) Con piacere le stringo la mano.( spiritoso) Sicché stringo la mano ad una parte di storia di questi luoghi.
MINO ( insinuante) Chi da sempre vive qui, ha modo non solo di conoscerne la storia ed anche l’architettura. Per l’appunto ho notato venendo qui,.. ( cambiando tono) Mi scuso: sono un caro amico del padrone di casa. Mi chiamo Minosse.
AME ( assume un’espressione come dire che nome infernale)
MINO Non mi faccia domande strane che già conosco. Il mio nome è forse come dire, infernale, ma me lo sono trovato addosso il giorno in cui sono nato.
AME Non mi meraviglio più di tanto. Pensi che da noi, diverse famiglie con lo stesso cognome si imparentano fra di loro. Han dovuto servirsi di soprannomi, e le assicuro che molti sono anche buffi, mi scusi, volevo dire inusuali.
MINO (riprendendo il discorso interrotto) Ho notato, dicevo, diversi edifici storici di una certa nobiltà…
AME Non vorrei esaltare i miei natali, ma forse uno di quei palazzi appartiene alla mia famiglia direi da sempre. Il nostro è laterale alla via adducente al Duomo.
( Mino e Bel, per “Duomo”si guardano con disappunto ed entrambi si schiariscono la gola)
BEL Che piacere sarebbe poter goderne la visita.
AME ( a disagio) Purtroppo non è più mio quel palazzo. Era bisognevole di tanta servitù che ormai non si trova, per cui ho dovuto cederlo.
MINO Mi sembra una cosa ragionevole, La servitù al giorno d’oggi è un problema.
BEL Ridursi ad una villa come questa per un’unica famiglia mi sembra anche giusto.
AME In un primo momento ho pensato effettivamente a questa soluzione, ma poi ( non trovando una giusta scusa) ci è sembrato che la troppa vicinanza al fiume potesse portar troppa umidità.
MINO (cominciando a comprendere) Per dire la verità qui da voi le nebbie non mancano…
BEL Ed un bel appartamento in piano alto per una buona vista, forse…
AME Senz’altro. Ma alcuni dei miei parenti non sopportano l’uso di troppe rampe di scale.
MINO Capisco. Figuriamoci doverle salire piuttosto spesso.
AME Per l’appunto.
BEL Forse una casetta qui in centro…
AME Infatti. Solo che abbiamo creduto opportuno affittare una dismessa cascina qui in campagna. L’aria è molto buona, ed il traffico certo colà non c’è. La capezzagna che conduce alla cascina non è, per dire il vero, molto agibile ma mettendo un poco di ghiaia abbiamo risolto il problema del fango.
MINO (concludendo) E le spese son ridotte.
AME (risponde con un schiarimento di gola) ,
BEN ( che ha capito) Ah!
AME (insinuante) Certo che non è come questa villa che suppongo di sua proprietà.
BEN Sì. L’ho acquistata nel momento in cui decisi di stabilirmi qui. Mi è piaciuta, l’ho comprata.
AME Questa residenza è fra le migliori della città, se non la più valutata. Non fosse altro che per la vista del Po che da qui ammalia.
(Amerigo va verso il fondale per ammirare il Po seguito dagli altri)
MINO Per il mio amico non è stato certo un problema. Avrebbe potuto acquistare ville che vanno da qui all’Inferno: ( correggendosi) diverse, volevo dire.
BEL ( indagando )Diceva: famiglia numerosa…
AME Per l’appunto. Mi onoro di avere, come si usava un tempo, una famiglia di tre femmine tutte da marito, e tre maschi. Anzi, per dire la verità quattro. Questa quarta si chiama Onesta, che, come il nome: ha la dignità. E se permette è proprio di questa mia figlia che le vorrei parlare. Sarò di stampo antico, ma vorrei accasare le mie figlie seguendo la loro nascita.
BEL Ah, sì?
AME Si è sparsa la voce, qui in città, che lei desidera accasarsi, per cui: mi son permesso di venire a proporle la mia primogenita. So di essere indiscreto, ma sa, sistemare quattro figlie non è da poco… per cui facendo onta alla mia dignità, mi son permesso di…
(Bel con il gesto invita Amerigo ad andare a sedersi. I due si siedono, Minosse rimane in piedi)
BEL Certo che non alla sua sincerità ha fatto onta. (cambiando tono) E sua figlia primogenita non precederà di molti anni la seconda?...spero.
AME Di poco posso dire. ( cambiando tono) Si dice un gran bene nei suoi confronti…
BEL …E ciò mi fa piacere…( c.s.)Lei sa che il carattere influenza molto il progredire della vita di una persona. Immagino che la sua famiglia avrà modellato quello.
AME E’ una cara figliola. ( c.s.)Non ho ben compreso la sua attività che, immagino, sia favorita dal luogo che ha scelto in cui vivere.
MINO Immagino che avrà molti corteggiatori?...
AME La sua bellezza, non facendole difetto, ha suscitato tanto interesse, certo. (c.s.)Ha già fissato l’attenzione su qualche cosa di interessante qui da noi?
MINO La modestia del mio amico, che senz’altro gli fa onore, forse non dice della possibilità sua, di vivere agiatamente, senza preoccupazioni di lavoro, ma è pur vero, che non è nel suo carattere, come si suol dire, vivere con la mani in tasca.
BEL E come mai con tanti corteggiatori la fanciulla non ha ancora fatto la sua scelta?
AME Il nostro casato le impone un casato altrettanto onorevole. (c.s.) Poiché non vuol vivere “ con le mani in tasca” come pensa di…?
BEL Poiché le possibilità non mi mancano, avrei l’intenzione di aprire una specie di banca privata, con particolare attenzione al prestito alle imprese, senz’altro ad un interesse ragionevole.
AME Il ramo costruzioni è in forte espansione e questa sua attività ben si connette a quella.
BEL Signor Amerigo, le confesso che ho veramente l’intenzione di accasarmi, ma la donna che intendo sposare vorrei che avesse le qualità che un marito desidera nella propria consorte.
AME Le posso assicurare che mia figlia è di carattere mansueto, molto dedita alla famiglia, e molto apprezzata da tutta la comunità.
MINO Queste sono doti, in una femmina, molto apprezzabili.
AME Lei non può immaginare come lei ami il prossimo.
MINO ( freddo) Ahm sì…
AME Si figuri che è associata a molti enti di beneficenza. Si prodiga laddove il bisogno la chiama.
BEL Sento che è molto impegnata nel sociale.
AME Guardi: se non fosse mia figlia, oserei dire che è una santa in terra.
BEL ( camuffando la sincerità con un sorriso spento) Questo non celo doveva dire.
AME E’ un modo di dire, evidentemente. Ma privare la famiglia della presenza quotidiana di questa mia figlia, è certo un gran dolore.
BEL ( gli scappa) Se la tenga allora!
AME ( non ha ben capito) Come diceva?
MINO ( intervenendo) Il mio amico intendeva dire “ se la tenga nel cuore”
AME Nel cuore già tengo tutti i miei figli.
BEL Che bello! (cambiando tono) Se mi sono interessato così tanto alle qualità di questa sua figlia, è perché di femmine, intese come sesso in particolare, non ho molta confidenza. La mia occupazione, nel passato, è stata nel interessarmi dell’”uomo” inteso come universalità.
AME Non ho ben capito.
MINO Il mio amico intendeva dire che noi due, in intimità da secoli, per così dire, ci siam sempre interessati dell’uomo come pluralità umana. Della donna, senz’altro, anche… Ma ricordiamoci che la storia ricorda la donna essere nata da una costola di Adamo, perciò: ben poca parte di tutto ciò che è il corpo dell’uomo.
AME Questo sarà pur vero, ma è altrettanto vero che egli nasce da una “ goccia” dell’uomo, donato alla donna nell’intimità del loro amore.
MINO Si, ma che goccia! L’uomo è il soggetto dell’umanità del quale noi ci siam sempre occupati, anche per i suoi difetti, i suoi peccati…Noi all’uomo dedichiamo tutti i “ “gironi” del futuro vivere.
AME I vostri discorsi suon così profondi che la mia intelligenza s’affatica a seguirli.
Ho ben capito che l’uomo occupa del vostro cuore molta parte.
BEL Per dire il vero dell’uomo possiamo dire di conoscerne tutti gli anfratti.
AME Onesta è stata la prima a darci la gioia dell’inizio della famiglia ma le altre non per meno gioia, l’hanno seguita.
MINO Una famiglia veramente invidiabile è la sua.
AME Dei maschi, frammisti alle nascite delle fanciulle, ve n’è uno che per la delicatezza dei lineamenti e per la gentilezza delle movenze, penso che alla vostra attenzione potrebbe por rimedio. Egli è dolce nello sguardo come nel verbo. La poesia è la sia passione e l’arte: la sua vita.
BEL Veramente la sua famiglia suscita i nostri sensi…e la nostra curiosità aumenta.
AME Se a lei aggrada, questo mio figlio, ben volentieri a lei presento.
MINO ( deciso) Ho l’impressione che questa nostra chiacchierata ci abbia condotto ad una idea distorta dei nostri gusti sessuali. Le sia ben chiaro che i femminei elogi di suo figlio, poco interessano al mio collega.
BEL Ben dice il mio amico. Io son giunto in questa città per convolare a giuste nozze, come si suol dire, ma con persona che abbia ben chiari gli attributi femminili. Quel suo figlio, forse per una strada traversa dovrebbe prendere l’avvio.
AME ( si ravvede della interpretazione data dalle espressioni dei due amici. Scusandosi) Ahimè, ancora una volta il mio acume non ha evitato il baratro dell’ indelicatezza. Porgo a lor signori le mie sofferte scuse.
MINO Nell’equivoco, spesse volte l’uomo cade, quando il suo dire non è ben forbito.
BEL Per por fine ai discorsi bizzarri che abbiam fatto, iniziamone uno nuovo che ci porti a serie conclusioni. Torniamo a sua figlia Onesta, che a suo dire ben merita la mia attenzione. D’ ella ben volentieri vorrei vederne lo sguardo e attraverso quello leggerne il cuore.
AME Gran sollievo mi da questo suo dire, e dell’errore in cui sono caduto vorrete perdere memoria.
MINO (rivolto a Amerigo) Non le nascondo che anche a me, sua figlia, suscita una gran interesse. La sistemazione famigliare del mio amico interessa me a anche ai nostri colleghi che abbiam lasciato in un infernale dilemma.
AME Venendo qui a disturbare la sua quiete, mi son fatto accompagnare da mia figlia Onesta. Poiché desideravo parlarle in privato, anche se ho ben capito che per il suo amico non ha segreti, non volevo, in presenza di mia figlia, che avesse riguardo nell’esprimere la sua opinione circa la mia proposta.
BEL E’ indubbio che abbiamo già notato la sua delicatezza. Le confesso che desidero conoscere sua figlia e ad essa porgere i miei schietti omaggi.
AME La prego di concedermi alcuni istanti, perché possa andare da mia figlia e pregarla di venire a porgerle le sue riverenze. ( esce)
Scena terza: Belfagor, Minosse.
BEL ( alzandosi, all’amico Non ti sembra che abbiamo usato espressioni fin troppo ricercate?
MINO Senz’altro. Ma abbiamo fatto bene. Tu sai che più è illustre l’espressione e meglio si maschera il pensiero.
BEL D’altra parte il signor Amerigo non è stato da meno. Forse lui ha voluto tener alto, con espressioni gentili, l’impronta del suo casato.
MINO ( maligno) Purché anche lui non abbia voluto coprire i suoi veri intenti.
BEL Queste arguzie e sottigliezze di intenti si addicono a noi di “ Porta Inferi”
MINO Permetti che io dia più licenza, data la mia autorità, all’esperienza. All’uomo non abbiamo nulla da insegnare, figurati hanno perfino inventato il detto: “L’uomo ne sa una più del diavolo”
BEL Se permetti veramente è la donna che ne sa una più del diavolo.
MINO Ma visto che qui la donna non c’è, prendiamoci un po’ di merito, noi maschietti.
BEL Ah, sei anche spiritoso! Guarda che nel nostro ambiente ciò non si addice.
MINO E’ vero. Ma visto che son fuori casa, lascia che mi sfoghi un po’. E’ da qualche secolo che non me lo permetto.
BEL Pensa se ti sentisse Lucifero. Convocherebbe il gran consiglio per appiopparti una bella punizione.
MINO A proposito del “ Gran consiglio” ti ricordi cosa ti è stato imposto?
BEL Altro che. “ Mi debbo sottomettere a tutti i disagi, angherie di cui l’uomo è vittima.”
MINO Noto che ricordi appieno ciò che ti fu imposto.
BEL Ritornando a Amerigo: ho l’impressione che come dicono loro, mi voglia” tirare un bidone:” Mi è sembrato troppo mellifluo, troppo accondiscendente. Ha presentato la figlia come donna troppo perfetta.
( si vanno a sedere)
MINO Mettiti nei suoi panni. Ha quattro figlie da sistemare, e la sua cascina alquanto spoglia, non mi sembra che dia un gran reddito.
BEL Ho proprio l’impressione che non ci sia nulla da insegnargli. Guarda come è stato svelto a proporre il figlio dandy.
MINO Meno male che l’ho interrotto, altrimenti quello tirava fuori anche un figlio “ “transgender “
BEL Pover’uomo sette bocche da sfamare.
MINO Mi sbaglio o stai già umanizzandoti.
BEL E’ ciò che mi avete imposto per meglio assolvere al mio compito. Ora però dovrò decidermi nel fare una scelta.
MINO Appunto. Va bene che hai dieci anni di tempo. Prima o poi devi pur scegliere. A me sembra che questa figlia di Amerigo, possa anche andar bene, non fosse altro che per il nome che porta “ Onesta”. Poi, hai modo di conoscerla. Fra un po’ è qui.
BEL Tu fai bene: non sei tu che ti devi sposare.
MINO Comunque ricordati: in tutto e per tutto ciò che farai non devi usare né astuzia ne inganno. Devi combattere con l’uomo ad armi pari.
BEL Sì, perché l’uomo questi difetti non li ha?
MINO Scusami: ho detto una stupidaggine.
BEL Devo ammettere che sono molto preoccupato. Di vita umana non conosco nulla se non attraverso le confessioni degli uomini che si presentavano a noi per un giudizio finale.
MINO Sei stato spedito qui, proprio per fare questa esperienza.
BEL Quando ero arcangelo in Cielo la vita era eterea, la luminosità dava un senso di candida innocenza, di purezza di sentimenti.
MINO Infatti, è del Paradiso che stai parlando.
BEL Quando son precipitato nell’Inferno quel nuovo mondo mi è cascato addosso come una valanga infuocata, alimentata da ogni perversione ambiguità, tormento eterno.
MINO Ora che hai dato sfogo alle tue angosce, ascolta quanto ti dico: venendo in questo mondo degli uomini, tu hai assunto le sue sembianze, e con esse anche i sentimenti, le preoccupazioni e le ansie. Non devi far altro che seguire ciò che la mente ed anche il cuore, ti suggeriscono. Sarà più facile assumere un comportamento naturale.
BEL Il tuo dire mi assicura alquanto.
( si sente il sopraggiungere di Amerigo con Onesta)
MINO Preparati a ricevere colei che forse sarà la tua donna in terra.
BEL ( risponde con un sospiro)
( conversando vanno verso il fondo a rimirare il Po)
Scena quarta: detti, Amerigo, Onesta.
( da questo momento fino a dopo il matrimonio, Onesta si comporterà come una vera signora, con sentimenti sinceri e degni di una donna del suo rango)
AME ( cedendo il passo alla figlia entra mentre i due amici non si avvedono della loro presenza) Figlia mia: tu sai in che situazione ci troviamo,. Non so come poter tirar avanti. Le tue sorelle sono nelle tue condizioni, i tuoi fratelli son senza lavoro e sai come mi sono impegnato economicamente per far sopravvivere la famiglia. Siamo nelle tue mani
ONESTA Conosco bene la nostra situazione famigliare, e vorrei tanto contribuire a che sopravviva. Ma tu, papà devi anche comprendere il mio stato d’animo. Non mi posso concedere al primo venuto.
AME Ho avuto modo di conoscere questa persona e mi pare a modo. Degno di te a della nostra famiglia. So bene che nella situazione in cui ci troviamo, il decoro che potevamo vantare un tempo, ora dobbiamo metterlo a riposo.
ONESTA All’uomo che sposerò donerò tutta me stessa, l mio amore e la mia fedeltà. Ma da lui pretendo altrettanto, non fosse altro che per avere una vita felice insieme.
AME I tuoi sentimenti ti fanno onore, figlia mia. Credimi: mai ti metterei nelle braccia di un uomo meno degno di te. Questo signore è molto ricco. E tu sai come era la nostra vita un tempo. Sai quanto la povertà deprime.
ONESTA Se la ricchezza si deve comprare pagandola con l’onore…
AME Non fraintendermi, ti prego.
( i due amici si avvedono degli ospiti. Vanno verso di loro)
AME (rivolto a Bel) Signor Rodrigo mi permetta di presentarle mia figlia Onesta.
BEL ( porge la mano ad Onesta accennando ad un bacio sulla mano) Signorina…
AME ( alla figlia indicando Mino) Questo signore è l’amico: il signor Minosse.
MINO (porgendole la mano) Signorina noto con piacere che il suo papà è stato sincero nel descrivere la sua bellezza, se mi permette una altrettanta sincerità.
ONESTA Lor signori sono molto gentili. Vorrei che la parte di me che appare come prima alla vista, sia seconda alla schiettezza di carattere che vorrei esprimere.
MINO A proposito di carattere: il signor Amerigo ci diceva, appunto, che lei dedica il suo tempo ad opere utili…
ONESTA Qui da noi c’è un Ente che si occupa di persone disabili, ed io quindi piuttosto spesso, o al meno, quando appena posso, vado a rinverdire la loro cultura ed accudirli nei loro bisogni. Vado anche nel nostro oratorio ad aiutare i bambini nei loro compiti e mi accorgo che loro donano a me la dolcezza della loro infantile sincerità. A volte torno a casa con la gioia nel cuore.
MINO Nell’”oratorio” ha detto?
ONESTA Sì: nell’oratorio della nostra parrocchia.
MINO (non molto soddisfatto) Ah…
BEL Sicché, possiede una preparazione adeguata.
AME Mia figlia ha una laurea in scienze umanistiche che ha conseguito a pieni voti.
ONESTA ( rivolta al padre) Papà, non esaltare più del dovuto i miei studi.
MINO Ha fatto bene suo padre a puntualizzare, i “ pieni voti” Esaltano, così, non solo la sua preparazione ma soprattutto la sua volontà.
ONESTA La volontà, per dire il vero, non mi manca. Vorrei che il mio prossimo mi amasse per la felicità che provo nel dare.
BEL ( insinuante) Così, per il suo carattere, avrà anche tanti amici…
ONESTA Sì: è vero. E di loro le mie sorelle conducono la danza.
BEL Ah…
MINO ( cambiando completamente discorso) Non nascondiamoci dietro ad un dito. Questi nostri due amici son qui per un chiaro motivo: la loro unione, che io, in vero, credo probabile, se non sicura. Credo, perciò, che sia opportuno lasciare i due colombi , non dico già a tubare, ma nella intimità, conoscere se stessi ed il loro intento. ( rivolto ad Amerigo) Signor Amerigo, in salotto c’è un “borniolino” un liquore delle vostre parti che è divino ( si schiarisce la voce e si corregge. In tono freddo) che è buono.
AME Oh, sì, sì. Abbiamo quella pianta che sostiene il pergolato.
( i due escono )
Scena quinta: Rodrigo, Onesta.
BEL ( porgendole il braccio e conducendola a rimirare il Po) Signorina Onesta, mi rendo conto che ci troviamo in una situazione imbarazzante per entrambi.
ONESTA E’ proprio vero.
BEL Si è sparsa la voce che io sia giunto qua con il preciso intento di prender moglie e sistemarmi definitivamente. In un certo senso è vero. Ma non è mia intenzione scegliere colei che intendo amare per tutta la vita, in un catalogo.
ONESTA Seguo il suo dire con grande interesse. Ed io vorrei che non pensasse che mio padre offra, la propria figlia, al miglior offerente.
BEL Se vogliamo che fra noi nasca una amicizia, una vera amicizia, dobbiamo annullare questi antipatici punti di partenza. ( le prende le braccia e la guarda negli occhi) Guardiamoci negli occhi e attraverso quelli leggiamo nei nostri cuori.
ONESTA ( vergognandosi) La mia timidezza mi impedisce di guardare un signore che ho appena conosciuto. ( si scoglie dalle sue braccia)
BEL Già quel “ signore” sento; che stona. Si: perché come l’ho vista ho provato una sensazione che mi è parsa piacevole. Forse sono stato influenzato dalla presentazione fatta di lei da suo padre, e da quelle domande indiscrete che le ho rivolto al fine di conoscerla nell’intimo. Di ciò mi scuso.
ONESTA Le confesso che entrando qui, per i presupposti di cui abbiamo parlato, nutrivo un certo astio nei suoi confronti, una certa repulsione verso colui che quasi, mi stava per essere imposto.
BEL Non torniamo ancora su quelle battute. (( pendendole le mani) Credimi, sento che il “ lei” già stona fra di noi. Non so; ma già sento un’attrazione verso di te.
ONESTA Non vorrà farmi credere nel “ colpo di fulmine” ( sorridendo) non sono proprio un’antenna appuntita, ne tanto meno una bellezza affascinante.
BEL ( riferendosi ancora al lei) Ti prego … quel’”lei”. E’ quella una battuta spiritosa. Ma diciamo che il caldo di quel fulmine ha sciolto quel ghiaccio iniziale.
ONESTA ( fissandolo) Rodrigo: ti sento sincero. Per me, è una sensazione particolare. Mah: riesco a guardarti negli occhi senza arrossire. Ti confesso che ciò stupisce anche me stessa.
BEL Vorrei che tu non mi fraintendessi, ma sento per te un’attrazione che mai avrei creduto per un essere umano. Vorrei averti conosciuta da sempre.
ONESTA Mi dai gioia, e mi lusinghi anche.
BEL Vedi: la mai vita, direi da un’ eternità, è sempre stata squallida, direi quasi per certi versi infernale.
ONESTA Non riesco a capire perché? Forse il tuo lavoro, la tua attività…
BEL Senz’altro quella.
ONESTA Il lavoro non è certo avvincente a meno che ti piaccia tanto da considerarlo un piacere.
BEL Ho sempre gestito un’impresa di locazione. Dovevo sistemare persone in attività più consone alla loro esperienza. Mai che mi sia preso un attimo di svago, un dedicarmi ai piaceri dell’arte, per esempio. Vorrei tanto, per tuo mezzo, ingentilire la mia vita con ciò che è bello. Voglio conoscerti tanto nell’intimo.
ONESTA La mia vita fino a qualche tempo fa era molto diversa dall’attuale. Mio padre ti avrà certamente detto del nostro casato. E’ il biglietto da visita che porge (vergognandosi un po’) dato che non ha altro… Ma la mia prima gioventù l’ho passata in agiatezze. Non mi son mancate certo, serate vissute nel bel mondo. Nel nostro bel teatro la mia famiglia ha posseduto, da sempre, un palco in primordine. I migliori spettacoli erano elencati nel mio carnet di impegni mondani…Ti confesso, e mi vergogno: ma mi mancano tanto. E’ come se mi fossi spogliata di un bel vestito da sera con brillanti e gioielli. Concedimi questo sfogo, che a te rivelo. Non lo farei certo con mio padre perché ne soffrirebbe da morire.
BEL Che gioia mi dai confidandoti con me. Sono sicuro, almeno lo spero vivamente, che le nostre vite proseguiranno insieme. Sarà per me un impegno, e direi felicità, farti rivivere quei momenti che, comprendo, tanto ti mancano. Farti vivere nelle agiatezze, sarà per me un obbligo, e assicurare a me, per tuo merito, una nuova vita.
ONESTA Sto piangendo, e ciò mi dà felicità.
BEL ( cambiando tono) Ora però, dobbiamo tornare in noi e chiamare quei due signori che sono di là, perché non credano (sorridendo allegramente) che abbiamo già amoreggiato.
ONESTA Sai che questa tua ultima battuta non mi trova affatto scandalizzata?
BEL ( divertito) Uh…. Lallà. ( le bacia la mano) Come vorrei che questa tua mano avesse le labbra.
ONESTA Frena il tuo dire ed osserva il mio rossore.
BEL ( va verso la porta di Sx e chiama) Miei graditi ospiti, vorreste univi a noi?
Scena sesta: detti, Amerigo, Minosse.
(Amerigo e Minosse entrano)
BEL (rivolto ai due) Signori miei: notate qualche cosa nell’espressione dei nostri volti?
MINO (rivolto a Bel, spiritoso) Il naso mi sembra quello che ti ho lasciato sul viso prima di uscire. Trovo le gote, invece, un po’ arrotondate spinte dal labbro a barchetta. Gli occhi? Non saprei… li hai sostituiti, forse, con due lucenti faretti?
AME ( rivolto alla figlia) Direi che hai sostituito il tuo viso con quello di una donna felice; con un’espressione ben diversa di quella che avevi quando siamo entrati in questa casa.
ONESTA Papà. Tutti i dubbi che mi assillavano son scomparsi, sciolti dalla sincerità che mi è parso di cogliere in Rodrigo.
AME (stupito) Figlia mia: di già “ Rodrigo”?
ONESTA Come potrei chiamare “ Signore Tal dei Tali” colui che sento così “amico?”
BEL (convinto) Signor Amerigo: le confesso che come ci avete lasciati soli, quasi costretti ad affrontarci, siamo stati presi da una certa apprensione. Come in un campo di battaglia, i due contendenti si studiano a vicenda e preparano un piano, così noi andavamo pensando come affrontarsi. Ma è stato un attimo. Forse consapevoli dell’assurdità di quella situazione, abbiamo preferito esprime ciò che pensavamo…
ONESTA … Ed è stato, come il classico fulmine a ciel sereno. In un attimo ci siamo capiti. Abbiamo compreso che il nostro desiderio era quello di essere sinceri l’un verso l’altra.
MINO (a Bel) Mi stupisco di come ben hai appreso la sincera e sentimentale atmosfera di questi luoghi.
BEL Sarà forse quel dolce scendere del fiume che sta qui sotto, il Po, che ti porta a commisurare il suo dolce scorrere verso il mare, con il desiderio di una vita tranquilla.
AME Scusatemi; ma i vostri pensieri son troppo profondi perché li possa comprendere.
BEL E’ lei che deve scusarci. E’, che la vita nostra di un tempo, era ben diversa della presente; e ciò ci stupisce, ma nel contempo ci affascina.
ONESTA ( agli amici) Perché le vostre espressioni colpiscono tanto la mia curiosità? Sembra quasi, che questo nostro mondo sia tanto diverso dal vostro.
MINO Signorina Onesta ci dia un “alt” e ci obblighi a fare discorsi un po’ più festivi.
ONESTA A me sembra che questo sia un giorno di gioia.
BEL L’hai detto mia cara. ( a Mino e Amerigo) Avrete compreso chiaramente di quali sentimenti sono pervasi i nostri cuori. Ci siamo espressi, ci siamo compresi, ed impazienti intendiamo avviarci verso un avvenire che ci veda uniti per lungo tempo.
MINO (spiritoso) Direi proprio che siete decisi.
AME Quanta felicità donate al mio cuore, e quanta pace alle mie preoccupazioni.
BEL …Preoccupazioni che intendo alleggerire, perché un padre sereno, fa felice la figlia. E questa sua figlia sarà la regina di questa casa.
MINO (esplodendo) Suonino le trombe: Vi presento le loro altezze!
BEL (ritornando alla realtà) Scendiamo al piano. Organizziamo il nostro avvenire. Vorrei rallegrare degnamente il nostro fidanzamento con un bel ricevimento.
MINO Dovremo fare un elenco degli invitati, scegliere un’ impresa per il rinfresco…
BEL …Non sarebbe male anche una piccola orchestra.
AME Lor signori ben sanno che conosco la nostra città e le sue abitudini. Vorrei che confidaste in me. Ci terrei tanto che l’intera città conoscesse la vostra felicità. Il mio nome è ben conosciuto, ed un mio invito, modestamente, potrebbe suscitare curiosità nel ceto alto.
MINO (a Amerigo) Vi trovo molto rinfrancato. Vedo che rientrare nel vostro ambiente vi dà sollievo.
AME Confesso che da quando le mie condizioni sono- ora lo posso ammettere- si sono, come dire rattrappite, la vita che abbiamo condotto è stata alquanto triste.
ONESTA Papà, dì pure: squallida.
BEL (rivolto ad Onesta) Mia cara vorrei tanto che come il campo irrorato dalla pioggia, dà vita al verde prato, così vorrei che tu a piedi nudi potessi camminare su quel verde tappeto con balzi di gioia. E ti assicuro che la tua gioia sarebbe ben piccina in confronto della mia, nel vederti.
MINO Di una cosa possiamo farne a meno: la presenza di un poeta. Poiché se anche la vostra metrica non è eccellente, lo è sicuro l’entusiasmo che mettete nelle vostre espressioni.
BEL Amico caro: quanto son felice.
MINO Bene. (serio) La tua felicità valla a solennizzare di là insieme ai nostri amici., dove troverai una bottiglia di bollicine che direi degna dell’avvenimento. Io dovrei occuparmi di una cosa, mia personale, molto importante.
(tutti escono. Mino rimane solo. Rivolgendo lo sguardo verso l’ alto per attirare l’attenzione dell’Infero. un po’ seduto, un po’ in piedi passeggiando va a vedere il Po.
Scena settima: Minosse e Lucifero.( la voce di Lucifero sarà amplificata)
MINO Sire! ( riconoscendo la voce di Caronte si corregge) E tu Caronte a corte cosa ci fai…? ………..Infatti quello non è il tuo posto……….Chissà quanti peccatori si ammucchieranno sulla sponda dell’Acheronte, perché non li puoi portare di là…….Ah, è...perché il Gran capo ti ha dato l’incarico di sostituire Belfagor nella scelta del girone per peccatori?..........Non c’è?.........Ah …Ho capito: quando dice che si reca in pensatoio è perché va in bagno…. .. Lo credo bene che fai fatica ad esprimerti senza la coda…… Eri li per accettare l’incarico? …… Ora vai a raggiungere il tuo nuovo lavoro?.... Bene. Ciao. Buon lavoro!......... Grazie. Passami Lucifero.
MINO Bacio le mani a Vostra Maestà.
LUCIFERO Guarda che lì sei in alta Italia…
MINO Già è vero. E’ che…
LUCI E che cosa ci fai ancora lì?
MINO Stavo per tornare, poi Belfagor mi ha chiesto di rimanere qui a dargli una meno per i primi approcci con gli abitanti di qui.
LUCI E che gente è?
MINO Gente simpatica, alla mano, magari si dà un po’ di arie. Ma qui c’è anche il detto: “ cui at Casalmagiur i sa’l taja e po’ i sa’l cus.”
LUCI Non è che ti stia facendo stregare del luogo?
MINO No. E’ che son stato per tanti secoli al buio….Qui c’è un bel sole, almeno c’era. Ora si sta annuvolando.
LUCI Deciditi a tornare.
MINO Sire, vorrei chiedere una grazia…
LUCI E cioè?
MINO Vorrei rimanere qui. Penso che Belfagor ne abbia bisogno.
LUCI Belfagor come si sta comportando?
MINO L’impegno che ha preso con noi è: assumere passioni e difetti umani. Mi sembra che segua alla lettera l’impegno. Si è già innamorato di una bella signorina di qui. Sembra che si sposeranno anche presto.
LUCI Bene proprio secondo copione.
MINO A proposito di copione. Qui mi sembra di vivere in un teatro. Vorremmo che ci aiutaste a stringere un po’ i tempi. Lei con i suoi poteri, non potrebbe riunire all’istante gli ospiti e provvedere ad un bel ricevimento anche subito?
LUCI Non è una cosa facile. Tu sai che lì da voi, noi abbiamo una bella concorrenza… Sai che noi in fatto di miracoli non siamo tanto forti,
MINO Sì. E’ vero, Lei, Altezza, potrebbe chiedere questo miracolo alla concorrenza e Lei, in cambio evitare quèlla bella tromba d’aria che aveva in programma…”Una mano lava l’altra…”
LUCI Vedrò cosa posso fare.
MINO Confesso che sento un po’ di nostalgia di voi… E’ che qui non si sta proprio tanto male; tant’è che la gente non vorrebbe mai morire.
LUCI Dì loro che se lo scordino. Non possiamo restare senza lavoro , con i tempi che corrono. Anche noi abbiamo assunto i nostri impegni con la concorrenza, e sai che se fosse per Lei li vorrebbe tutti a casa sua. Lo sai come i suoi rappresentanti si danno da fare.
MINO E’ vero. Meno male che la politica ci dà una mano.
LUCI Bene. Ti saluto.
MINO ( salutando…) Vostra grazia?
LUCI (severo) Non avevi altro vocabolo da usare?
MINO Pardon…
( dal salone, fuori scena, si sente il frastuono di una grande festa )
MINO Però: come è stato svelto! (esce)
Scena ottava: Amerigo, Onesta.
(entrano con un bicchiere di champagne in mano, Onesta indossa un vestito adatto al ricevimento)
AME Sei contenta?
ONESTA Molto papà. Hai visto che son venute anche le mie amiche più care di un tempo?
AME Lo credo bene. Il tuo fidanzato mi ha lasciato mano libera. Ad ogni invito ho aggiunto un presente che non se lo sarebbero aspettato.
ONESTA Pensa da quanto tempo non mi frequentavano più.
AME Cara la mia bambina. Non essere troppo ingenua. La gente tende ad andare verso l’alto, non certo verso il basso, e tu sai che ultimamente noi eravamo in basso assai.
ONESTA Vuoi dire che ho delle amiche poco sincere? Poco amiche?
AME Non tutte, certo.
ONESTA Ora, però, sembra che le cose vadano per il verso giusto, e se tutto va bene, saprò dividere le une dalle altre..
AME (cambiando tono) Hai visto come le tue sorelle si sono agghindate?
ONESTA …E che bei corteggiatori girano loro intorno?
AME …E i tuoi fratelli, con gli invitati, come abbozzano a buoni futuri affari…
ONESTA Certo che Rodrigo, mi sta accontentando in tutto.
AME Si, è vero. Vedi di non esagerare. Ma tu lo ami proprio?
ONESTA Certo. E sento che gli sarò fedele.
AME Brava. Ora rientriamo prima che notino la nostra assenza.
( escono)
Scena nona: Minosse, Belfagor.
(mentre si sentono, sempre gli effetti speciali di festa, i due amici, bel vestiti, entrano in scena )
MINO Dobbiam ringraziare Lucifero della sollecitudine con cui ha esaudito la mia richiesta.
BEL Come in un incanto ci siam trovati a festeggiare il mio fidanzamento.
MINO E cosa mi dici della tua conquista?
BEL Ti dico la verità. Mi sono veramente innamorato, e credo che lei lo abbia capito. E ciò mi fa piacere. Fino ad ora è vissuta in ristrettezze. E ti confesso che per me è una vera gioia, assecondarla nei suoi desideri.
MINO (dubbioso) Non farti prendere la mano, però. Tu sai bene, quali e quanti sono i peccati dell’umanità.
BEL Hai notato come gli invitati mi osservano con un certo interesse?
MINO Sì. L’ho notato. E’ indubbio che il reparto confezionamento umano dell’Inferno ti ha dotato di un corpo con un certo fascino. Vedo che le invitate ti fanno una sicura corte… a dispetto degli invitati che esprimono un’ indubbia invidia.
BEL E’ vero. Ti confesso che provo un gran piacere. Anche nella mia attività vedo che i clienti mi seguono con un certo interesse.
MINO (sorridendo) Lo credo bene. Puoi dire che ti adulano, visto che concedi loro quei prestiti ad interesse competitivi. E del tuo futuro suocero cosa mi dici?
BEL Mi sembra una brava persona. Ora che è rientrato nel suo ambiente è cambiato da così a così.
MINO Mi sa che stia controllando la figlia, perché non vada fuori dal seminato.
BEL Cosa intendi?
MINO Che le sue esigenze siano controllate. Che spenda pure, che soddisfi i suoi desideri, ma in modo fievole, non troppo vistoso.
BEL Certo che la vita che stiamo conducendo qui è ben diversa da quella di laggiù. Qui almeno qualche piacere lo puoi provare. Forse questa affermazione sarà bene non riferirla a Lucifero.
MINO Perché? Siamo in linea con il tuo programma umano!
BEL (sorridendo) E questo rinfresco chi lo deve pagare visto che ci ha messo lo zampino il Capo?
MINO Lui ha solo ridotto i tempi. Per il resto è a tuo carico. I soldi poi non ti mancano.
BEL Già!
MINO Ora raggiungo gli ospiti. Ti mando la tua donna. (esce)
BEL Oh sì. Grazie.
Scena decima: Belfagor, Onesta.
ONESTA (entra in scena tutta raggiante ) Oh, Rodrigo come mi stai facendo felice. Ero di là con gli ospiti ma già sentivo la tua mancanza. (spiritosa) Sai che comincio già ad essere gelosa? Le mie amiche non fanno altro che farmi delle domande su di te. Tu le affascini.
BEL Dovresti esserne contenta di avermi solo tu. Certo che la mia vanità è messa a dura prova…
ONESTA La mia amica che ha una villa in Sardegna mi ha già invitato a passare qualche giorno’ sua ospite. Non le ho ancora dato una risposta. Volevo sentire te. Certo che non potrei andare con quegli straccetti che mi ritrovo.
BEL Non devi certo preoccuparti per così poco. Ora, però, vorrei tanto averti continuamente vicina. Voglio conoscerti, vivere nella tua vita. Essere felice con te in ogni ora del giorno e della notte.
ONESTA (si schiarisce la voce)
BEL Gli ospiti si stanno divertendo?
ONESTA Direi di: sì.
BEL Certo non sono molti. Sarà ben diverso l’elenco degli ospiti per il ricevimento di nozze.
ONESTA Però, è stato un effetto strano. Ero di là con mio papà che stavamo pensando chi invitare per questo breve rinfresco, quando quasi improvvisamente alla porta sono comparsi proprio quegli amici che avremmo invitati. Ho chiesto loro come mai. La risposta quasi unanime è stata: ci siamo persi un po’ di vista e desideravamo vederti. Visto che eravamo da queste parti, ci siam detti perché no? ed eccoci qui. Che strano effetto: come se il Diavolo ci avesse messo la coda. Mah.
( entrano in scena Amerigo e Minosse )
Scena undicesima: detti, Amerigo, Minosse.
(in questa scena deve prevalere il gesto espressivo più che la parola)
BEL (rivolto ai due entrati) Stavamo parlando degli invitati…
MINO Si: abbiamo sentito le ultime battute…
BEL ( guardando Minosse come se volesse sapere il vero motivo) Non trovi strano che…?
AME (intervenendo molto ingenuamente) Io in proposito ho una mia teoria. Secondo me l’uomo emette un’ energia, una specie di onde radio, non so… che si trasmette al prossimo. Non ti è mai capitato di pensare ad una persona ed improvvisamente quella appare. Beh, io dico che è, perché: sei entrato nell’alone di energia di quella persona.
MINO (tirando un sospiro per non dover dare la vera risposta) Oh, sì…sì quante volte è capitato anche a me. (rivolto ad Onesta) Tuo padre è uno psicologo eccezionale.
ONESTA Lui ha tutte le sue teorie.
BEL (rivolto a Minosse poiché ha compreso la vera macchinazione infernale) Tira un sospiro di sollievo!
MINO (respirando profondamente) Fatto!
BEL ( cambiando tono) Sarà opportuno che raggiungiamo gli ospiti.
(escono tutti)
cala il sipario
.
A T T O S E C O N D O
ATTO SECONDO
Scenografia: le quinte fungono da pareti. Il mobilio è un salotto piuttosto elegante con tavolino, poltrone bar. Il tutto illuminato in modo che le quinte siano in ombra.
Scena prima: Amerigo, Belfagor.
AME (si riferisce al proprio palazzetto. Continuando un discorso già avviato ) Non è certo il palazzo che la mai famiglia aveva un tempo, ma senza dubbio è una villa con un certo stile nobile.
BEL Direi che richiama un poco lo stile napoleonico. I fregi sotto la gronda sono ben precisi. Il parco che la circonda è di notevole ampiezza, con appropriate statue e la fontana che troneggia in centro.
AME Se vogliamo, anche la posizione, proprio sulla statale, richiama l’attenzione del viandante, il quale, certo, si chiede del censo della famiglia che la abita. e ciò non disturba. E’ pur vero che è mia, almeno come intestazione, ma essendo tu mio genero, ciò può influenzare i tuoi stessi affari.
BEL Sicuramente può essere una garanzia per i miei clienti.
AME Con i mezzi che hai, e che tutti ti riconoscono, si può dire che navighi nell’oro.
BEL Veramente, il mio patrimonio, pur essendo ancora solido, ha subito una certa riduzione, non già per l’acquisto della sua villa, ma anche per altre spese, che ho sostenuto per far felice mia moglie facendola ritornare nell’ambiente in cui è sempre vissuta. Per il bene che le voglio ciò fa piacere anche a me.
AME ( pensieroso) Dovrò pur pensare a dare una sistemazione ai miei figli.
BEL I maschi non mi sembra che abbiano una gran fretta…
AME Tu dici?
BEL E’ pur vero che ancora non hanno un’occupazione, ma credo, che la loro vita è abbastanza distesa, senza preoccupazioni imminenti che li assillano.
AME Tu dici? Le mie figlie mi preoccupano un poco. Dare loro un marito non è molto semplice. Sono carine, acculturate, con una certa eleganza nell’esprimersi. Ma al giorno d’oggi non è facile trovare un marito che abbia una sicura rispettabilità,
BEL Vedrà che anche a questo problema lei saprà por rimedio.
AME Tu dici? (cambiando tono) Al mattino o anche al pomeriggio giocando a carte o a scacchi con i miei amici mi capita di darti una mano nella tua attività. Alcuni che non navigano in acque tranquille mi fan capire di essere a corto di mezzi, perciò, io che ben li conosco, propongo loro di rivolgersi a te per un prestito. Naturalmente io non mi posso esporre più di tanto per la mia posizione sociale, però faccio capire loro, che posso aiutarli chiedendoti di ridurre il tasso di interessi.
BEL Per non “tagliarle la faccia”, come dite voi qui, li tratto bene. Certo che quasi quasi presto i soldi a costo zero.
AME Si: capisco: ma un certo interessamento lo debbo suscitare.
BEL E la sua vita economica come va, se mi permette la domanda?
AME La tua domanda cade a fagiolo come si suol dire. Tempo fa, parlando con alcuni dei miei amici, ho intuito che ci sarebbe la passibilità di fare tanti quattrini nel ramo immobiliare. Il nome che porto, sulla piazza dà una certa garanzia.
BEL Anzi direi una notevole garanzia.
AME La banca è di tutt’altro parere. Quella conosce le mie risorse.
BEL Diciamo che in campo economico le banche sono dei confessionali.
AME L’hai detta giusta. Comunque parlando con il direttore mi ha fatto capire che se avessi una solida fideiussione da parte di una persona con uno stabile capitale o comunque un conto in banca consistente e vincolabile, un prestito me lo potrebbe fare.
BEL Ah… sì… certo…
AME Io ho pensato a te. Sei mio genero. Si tratterebbe di mettere una firma su un contratto di fideiussione bancaria. Sulla mia onestà, correttezza, non dovresti avere dubbi. Per dire la verità, di questo ho già parlato con Onesta. E’ stata proprio mia figlia a suggerirmi di rivolgermi a te.
BEL Ammetterà che è un impegno piuttosto vincolante. Però, lei sa che a mia moglie non so dir di no.
AME Se sei d’accordo, oggi stesso, do la conferma al direttore della banca.
BEL Va bene.
AME ( dubbioso) Ti ringrazio. Scusami. Ti sembrerò presuntuoso: ma, sicuro che mi avresti fatto questo favore mi son permesso di portare già questo documento da firmare. ( dalla tasca prende il foglio che dopo averlo letto Belfagor firma)
(pausa)
BEL (cambiando argomento) Andando un po’ più sul leggero: il gioco come va?
AME Sai, si vince, si perde, certo che passiamo ore piacevoli con i miei amici. A caffè c’è sempre una bella calma, perché non vi sono i lavoratori che rompono le scatole.
BEL Ed il proprietario…?
AME Lui ha interesse a tenerci, perché diamo lustro al suo locale. Molta plebaglia non si azzarda ad entrare.
BEL (sornione) Allora guadagnerà con le vostre consumazioni.
AME Ah,… più di un caffè…
BEL Ecco perché nelle poche volte che vengo non lo trovo con il sorriso stampato sulle labbra.
AME ( con noncuranza) Quello lì poi…
Scena seconda: detti, Minosse.
BEL (a Mino che è entrato )Beh…Allora come è andata?
MINO (rivolto ad Amerigo) Salve Amerigo. C’è anche lei.
AME Si stava parlando con Rodrigo dei problemi dell’uomo.
MINO (a Belfagor ) Me lo sentivo che sarebbe andata buca.
BEL In che senso?
MINO E’ già passato un bel po’ di tempo, e quello se la prende comoda. Quando gli ho chiesto quando intendeva onorare il suo debito, mi ha risposto, con una certa goliardia, che ci avrebbe pagato fra qualche giorno…fra qualche anno. In un primo momento non ci’ ho fatto caso ma poi, pensandoci, mi è sembrata una risposta piuttosto infelice.
BEL Lo credo bene. Però se ci pensi è nel suo stile. “Lei non sa chi sono io” mi sembra che in questa affermazione vi sia tutta la sua superbia.
AME Sapete quanta gente ha la puzza sotto il naso? Se mi permettete la mia intrusione…
BEL Quello quando parla di se stesso non la finisce più, se poi intervieni con un certo discorso di cui lui non è il soggetto ti interrompe subito. Se vogliamo nel suo lavoro è anche bravo… ma la sua presunzione è tale che non riesce a portare a termine un suo progetto, a meno che lui sia l’unico interprete.
AME Però, dobbiamo ammettere che quando una persona è superiore è bene che l’inferiore taccia.
MINO Come fa a sapere chi dei due è il superiore e l’inferiore?
AME A me sembra di conoscere quella persona. Il suo fascino gli permette di attorniarsi di persone anche di notevole livello…
BEL … Le quali quando si accorgono della sua presunzione lo abbandonano. E la sua superbia è tanta che non se ne avvede e incolpa quelli di ignoranza congenita. E’ fallito così in tante sue imprese… Pur di non ammettere i propri torti, imputando questi nostri abitanti di insensibilità ed ignoranza , sembra che intenda salpare l’ancora.
MINO Ed in qualsiasi mare in cui lui approderà la sua superbia gli impedirà di lasciare l’ancora immersa a lungo.
AME Io non direi che la superbia è il peggiore dei vizi. Quando una persona è nata e cresciuta in un certo ambiente trova naturale comportarsi in un certo modo, che gli altri interpretano per alterigia.
MINO E pensare che l’umiltà quando è sincera, e direi anche non troppo eccessiva, suscita una sicura simpatia.
BEL Oggi ciascuno di noi viene continuamente tentato dalla superbia. Gran parte dello ambiente in cui viviamo ci seduce con la presunzione. E’ un peccato di cui dovremmo sempre essere coscienti. Se uno mi dice di non essere presuntuoso, allora so che davanti a me c’è uno che non conosce bene se stesso.
AME E’…sì. A volte la superbia dell’uomo è talmente smisurata da far ombra a quella degli inferi. Pensate a Lucifero, angelo prediletto dal gran Capo che sentendosi superiore, pretese di fare a meno di Lui. Sapete che fine ha fatto lui ed i suoi seguaci?
BEL ( preso nel vivo, giustificandosi) Anche lui avrà avuto i suoi motivi. E chi è che non mi dice che anche il Gran Capo di lassù…
MINO (deciso) Fermati un attimo. Vediamo di non andare fuori dal seminato.
BEL Scusatemi. Ma a volte, mi sembra di navigare nelle sue acque.
AME Si dice che la vanagloria sia una ramificazione della superbia, perciò vista in negativo.
Se, però, una persona glorifica se stesso per ciò che ha saputo raggiungere nella sua carriera, con grandi sforzi, non mi sembra che meriti il rimprovero.
MINO Morale della favola: per ogni medaglia vi è il suo rovescio.
BEL Amen e così sia!
MINO (come rimprovero) Per piacere…
AME Bene…cari amici! Dopo questa seduta di carattere filosofico vi debbo lasciare perché il dovere mi chiama. Ho gli amici che mi attendono per fare il quarto a poker. ( esce)
BEL Hai capito quanti problemi ha mio suocero?
Scena terza: Minosse, Belfagor.
MINO Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
BEL Hai ragione. Dì? Quando mio suocero ha tirato fuori l’aneddoto di Lucifero, non avrà mica capito che…
MINO Figurati se un umano può arrivare a tanto… A proposito: meno male che ti ho fermato in tempo, quando stavi tirando in ballo il “ Gran Capo”. Se andavi avanti ancora un po’, andava a finire che ci trasferivano nello scantinato dell’Inferno.
BEL (scusandosi) Hai visto, però, che mi sono fermato in tempo. ( cambiando tono) E’ passato un mese da quando son ritornato dal viaggio di nozze e sembra ieri.
MINO Che vuoi che sia un mese per noi che abbiamo l’eternità nel sangue. Certo che è stato un gran bel matrimonio. Abbiam dovuto mandar giù, come dicono questi di qui, un bel rospo. Quella cerimonia religiosa con tutti quei santi invitati dal cerimoniere.
BEL Ho cercato di persuadere Onesta di fare un matrimonio civile. Vedo che qui ormai ne fanno tanti… il sindaco poi si presta volentieri… Figuriamoci se mio suocero poteva evitare la fastosità formale in chiesa, con tanto di vescovo, preti e chierici a volontà…
MINO Senza tralasciare lo sfarzo nell’arredare la chiesa. Certo, direi che è stato tutto molto “ luminoso”
BEL Io penso che non avremo evitata qualche maledizione da parte degli invitati - perché non tutti erano ricchi- doversi abbigliarsi con vestiti costosissimi, specialmente le signore che non volevano essere da meno della sposa. Onesta: che ha fatto venire da Milano un’intera sartoria.
MINO Sì, quella è stata una vera esagerazione.
BEL D’altra parte non so come avrei potuto evitare tutto ciò. Tu sai che di mia moglie sono molto innamorato. A volte mi chiedo il perché. Io credo perché ho assunto in me tutti i desideri, ambizioni dell’uomo imposti dalla gioia di vivere di mia moglie.
MINO A volte penso che dovresti darti una regolata.
BEL Hai ragione. Ma non ci riesco. Mi accorgo che mia moglie sta esagerando, ma ti confesso che non conosco il limite oltre il quale non andare. Il nostro vivere laggiù è sempre stato così tanto monotono e noioso…
MINO Però, qualche rivincita ce la siamo presa. Lo sai come ci divertivamo con i prepotenti, fare giri di coda a non finire. Più giri di coda fai e più i peccatori vanno a finire nella m…. melma.
BEL Mah. A volte mi facevano compassione. Magari tutti i loro peccati erano da attribuire alle mogli. Sai che siam qui proprio per scoprirne il motivo.
MINO Certo che organizzare una notevole comitiva per andare a Venezia con gli invitati per la cena di nozze… Anche perché per un motivo o per l’altro siam rimasti all’hotel Danieli tre giorni. E sai che gli invitati sobillati da tua moglie non si sono privati di nulla.
BEL Con la gioia che provava aveva gli occhi che le brillavano.
MINO Lo credo bene: aveva tutti i brillantini fra le sopracciglia.
BEL Però… che notti quelle notti. Il viaggio di nozze in giro per il mondo è durato un mese. E guarda: quante belle cose ci sono nel creato.
MINO E noi per uno stupido atto di superbia guarda che fine abbiamo fatto.
BEL Quando siam tornati dal viaggio di nozze, le cose in famiglia son cambiate di un bel po’. Il mio amore per lei non è cambiato affatto, forse è anche aumentato proprio come le sue esigenze.
MINO Scusa se aggiungo: prepotenze. Ho l’impressione che il mazzo delle carte lo tenga lei. Mi sembra che distribuisca a profusione le tue sostanze ai fratelli.
BEN Lo so. Se fosse solo per i fratelli… E’ che è generosa anche con amici ed enti benefici che le diano lustro. Dovrò cercare di calmarla un tantino. Però, se ha un poco di cognizione dovrebbe non andar oltre il seminato. E’ una ragazza intelligente, a volte l’ho trovata anche sensibile… generosa…
MINO Si è vero. Qualche virtù ce l’ha. D’altra parte l’uomo in sé , non ha solo vizi. Qualche virtù l’ha pure.
BEN (cambiando tono con fare preoccupato) Poco fa credo di aver fatto una stupidaggine.
MINO Sentiamo l’ultima.
BEL Ho firmato, per mio suocero, una fideiussione bancaria.
MINO Tu sai che cos’è una fideiussione?
BEL “Garantire con il proprio capitale il debito di una persona.”
MINO Spero almeno che avrai fissato un termine ed anche una cifra oltre la quale non andare.
BEN Purtroppo non l’ho fatto.
MINO Sei stato un bel furbo. Sai cosa vuol dire? Vuol dire che tutte le tue ricchezze possono andare in fumo.
BEN Lo so. Ma come potevo dire a mio suocero:” Poniamo un termine di valore e di tempo” Sarebbe stato come dire :” Non ho fiducia di lei.” Te lo immagini cosa avrebbe detto mia moglie?
MINO Sì, è vero. Ma per i suoi… Non ti sembra che in se coltivi abbastanza superbia? Tu sai quanto quel vizio prenda l’uomo.
BEN Altro che. Io tradurrei la superbia in “ poca intelligenza”, nel settore della sensibilità.
MINO Questa non l’ho capita.
BEN Vedi ci sono delle persone che veramente in certi campi eccellono per intuizione, tanto da raggiungere posti nella società anche notevoli. Ma quando, questa persona, mette se stessa in confronto dell’altro, pur di prevalere gli mette in bocca affermazioni assurde, mai pronunciate, ma che a lui fan comodo per poterle contestare. Se prendi, dopo qualche giorno, come base di discussione quelle sue affermazioni, quello te le contesta pur di aver ragione, proprio perché la sua memoria non regge tale assurdità.
MINO Mi sembra di seguirti. Infatti: non parliamo di politica. Egli è cosi convinto dell’idea del superuomo che se gli tocchi il suo idolo, non si accorge , ma arriva persino ad offenderti, anche se ti è amico da una vita. Egli si fa plagiare talmente tanto dal suo giornale, che non si permette nemmeno di insudiciarsi le mani, toccando l’altro contrario.
BEN Questo superuomo quando si trova a conversare con altri, individua subito una persona da contestare. Gioisce nel farlo. Si pavoneggia con eccelse espressioni e gesti pomposi. Quando poi si accorge di non essere seguito dagli altri, si ravvede, si destreggia magari condividendo l’idea dell’avversario, facendo quell’idea sua. Naturalmente suscita l’ilarità degli astanti.
MINO Immagino la scena. Anzi, ti dirò di più. Penso che quando quello raggiunge la comitiva tutti dicano: “Sta arrivando il rompipalle”. Naturalmente quello si presenta con un sorriso da superman.
Scena quarta: detti Onesta.
ONESTA (entra portando con se un vaso di fiori che pone sul tavolino)
BEN ( all’entrata di Onesta) Che piacere vederti mia cara. Il vederti mi fa felice. E a questa felicità vogliamo brindare. Vado di là a prendere ciò che serve. ( esce)
ONESTA ( sedendosi, a Mino con fare molto mellifluo) Quando vi vedo insieme, lei e mio marito, gioisco nel capire l’attaccamento dell’uno all’altro. Siete veramente amici. Mi son sempre chiesta come un’amicizia possa iniziare.
MINO L’amicizia nasce spontaneamente fra persone che si stimano.
ONESTA Da quanto siete amici?
MINO Direi da secoli.
ONESTA Rodrigo è così legato a lei che non si pone nemmeno lontanamente il dubbio sulla sua sincerità. Direi quasi che egli dipenda dalla stessa volontà dell’amico.
MINO Non direi proprio. E’, che l’amicizia vera non crea dubbi. Il consiglio che si da all’amico, è lo stesso che si darebbe a se stessi.
ONESTA Purtroppo penso che mio marito, anche se le sue virtù siano innumerevoli, sia poco generoso. Vorrei che verso i miei famigliari avesse un atteggiamento più liberale. Lei sa bene che le sue risorse sono abbastanza buone. Se i miei fratelli gli chiedono un aiuto, trovo, purtroppo, che sia mal disposto.
MINO ( puntualizzando) Direi che Rodrigo è un generoso.
ONESTA Ecco perché chiedo a lei l’aiuto per consigliare mio marito di essere, verso i miei fratelli, e anche verso me stessa, se vogliamo, più prodigo.
MINO Lei signora sa quanto suo marito sia innamorato di lei, e quantosia disposto a farla felice. Però ammetterà che i suoi fratelli si son un po’ adagiati sulla generosità del cognato.
ONESTA Non mi sembra…
MINO Come lei ha ammesso, Rodrigo ha una gran fiducia dell’amico, e quindi a sua volta l’amico deve dimostrare che è ben riposta quella fiducia.
ONESTA Sì: è vero. Lo riconfermo.
MINO Le confesso che più di una volta mi ha chiesto se faceva bene concedere ai propri cognati e anche cognate quei prestiti per acquisti di cose spesso inutili. E tutto ciò per amor suo. Io stesso gli ho consigliato di non esser troppo prodigo, per lo stesso loro bene. Loro, non spinti dalla necessità non si sono mai preoccupati di trovarsi un lavoro, e per un giovane ciò non è certo di stimolo verso il proprio avvenire.
ONESTA (decisa) Forse questo atteggiamento non doveva permetterselo. Lei stesso, mi sembra, dipenda dalla sua borsa.
MINO Non direi proprio. Il mio patrimonio, accumulato nei precedenti anni, mi permette una vita, forse non agiata, ma sicuramente infernalmente serena se così mi posso esprimere. Tanto che i consigli, al mio amico, non son soggetti a nessuna soggezione.
ONESTA Che parola grossa: ” soggezione”…
MINO (rimproverando)…Quella forse più appropriata che dovrebbe assumere la donna verso il marito con il quale deve percorrere la lunga strada verso un traguardo finale.
ONESTA (sprezzante) Come a volte ci si può sbagliare nel giudicare le persone.
MINO (alludendo) Non è certo il caso di suo marito e il mio. Comunque signora le auguro ogni bene.
ONESTA Quanto deludente è questa battuta!
(Bel entra con una bottiglia di champagne. La stura e versa. Brindano mentre la conversazione prosegue )
MINO (come se il precedente battibecco non fosse avvenuto) Come va’ Signora Onesta?
ONESTA ( fredda) Come vuol che vada.
MINO Si stava ricordando il vostro matrimonio. E’ già passato qualche mese e sembra ieri.
ONESTA A me sembra un’ eternità.
BEN Come mai dici così… cara?
ONESTA Perché l’incantesimo di quei giorni mi sembra finito.
MINO Oh… lallà…
ONESTA Tutte quelle sottigliezze, tutte quelle delicatezze che caratterizzavano il tuo corteggiamento sono finiti.
BEN A me non sembra.
ONESTA Certo. Cosa vuoi accorgertene tu. (rivolta a Mino, imitando il marito) “ Cara, ti posso versare un goccio di vino? Questo manicaretto che hai preparato è buonissimo. Quel raggio di sole che filtra fra le tende e si porge su di te esalta il tuo sorriso.
MINO (scherzando all’amico) Non ti credevo così poetico.
BEN (alla moglie) Dopo qualche mese di viver comune, raggiunta quella confidenza famigliare ci si comporta nel più normale dei modi. Anzi. E’ come vivere in sintonia, l’uno e l’altra. Siamo la stessa persona. E’ l’espressione più sincera fra due persone che si amano.
MINO Questa è una sottigliezza psicologica che me la debbo proprio ricordare.
ONESTA (fredda) Perché non ha altre cose più importanti da ricordare?
BEN (alla moglie)Tesoro: forse voleva far sua questa espressione per esaltare la tua bellezza.
ONESTA (fredda) Ma pensa,,, Se proprio volete esaltare la mia bellezza, vedete di mettere il giornale piegato come si deve sul tavolo ( raccoglie il giornale lo piega e lo mette sul tavolino) O pensate che ci sia una serva al vostro servizio?
BEN (rivolto all’amico) Scusa,come si suol dire: la mia signora alzandosi da letto ha messo, per primo, il piede sinistro a terra. Si vede che è una giornata: no.
MINO (per alleggerire l’atmosfera) A questo proposito vorrei esporvi una mia idea.
ONESTA …Che speriamo sia breve.
MINO Quando al mattino esco da casa mi pongo sempre la stessa domanda. Voglio capire in che modo si presenta questa giornata: come, incontrando persone amiche, mi salutano. Se il saluto è caloroso la giornata è: sì. E di ciò mi rallegro, poiché credo che l’espressione del mio viso sia sereno, cordiale, quindi privo di preoccupazioni.
ONESTA ( a Mino) Come si accontenta di poco…L’ha detto lei che non ha preoccupazioni. Forse mio marito la rende economicamente tranquillo.
BEN ( rivolto alla moglie) Mia cara quanto lungi dal vero sei… Quanta dipendenza mi lega a questo mio amico.
ONESTA Questo è da includersi nel raccoglitore dei vostri segreti?
BEN Cara, tu sai che non ho segreti per te.
ONESTA Questo vallo a dire a “Piersanti”
MINO E questo chi sarebbe?
ONESTA E’ un modo di dire delle nostre parti.
BEN Quante cose dobbiamo ancora imparare.
ONESTA Quello per esempio di abbassare la tavoletta del “ Water”
MINO (cogliendo l’occasione per lasciarli soli) Non c’è nessun riferimento al “water”… ma vi debbo lasciare. (esce)
Scena quinta: Onesta, Belfagor.
BEN Cosa c’entra ora la tavoletta del water.
ONESTA Oh…altro che, se c’entra. Non ti è mai capitato di abbassarlo?
BEN Sarà stata una disattenzione da parte mia.
ONESTA Non pensi che per me, per il mio stato sociale, sia un’umiliazione abbassare quella maledetta tavoletta?
BEN Scusami!
ONESTA Ma i tuoi non ti hanno mai insegnato nulla?
BEN Dove ero prima il bagno era talmente grande…
ONESTA Sarà meglio che tu vada ad esercitarti al tiro a segno. Non ci prendi una volta. ((sentenziando)”Le loro maestà, nemmeno in situazioni intime amano piegar la schiena. Sarebbe troppo indecoroso.”
BEN Onesta…ti prego!
ONESTA …Poi va sotto lo stuoino ed allora sembra di essere su una pista di ghiaccio, e se non provvedo: un letamaio.
BEN Veramente se permetti: questo dovrei dirlo io. Ogni volta che esci dalla vasca quella calda acqua insaponata scorrendo sul tuo bel corpo va a raccogliersi sotto il tappetino. Quella volta che uscendo dal bagno mi sono lamentato per quel colpo di frusta che ho preso non è stato perché ho raccolto bruscamente il sapone, ma perché mettendo il piede sullo zerbino, come su uno scivolo, sono andato a sbattere con il capo contro la tazza.
ONESTA (con ironico disprezzo) Non avevi altro da fare?
BEN Non ho voluto incolparti. Sai quanto ci tengo alla tua serenità.
ONESTA Come no.
BEN Ha volte penso che dovrei fare un utile acquisto. Dovrei comperare quel distributore di numeri, come quello che si trova all’Asl, e poi mettermi in fila, anche se siamo soli in casa, ed attendere il mio turno per entrare nel bagno. Tu sai che quando devi farti bella- e questo mi fa piacere-
il bagno si trasforma in un atelier in cui le signore stanno ore e ore.
ONESTA Forse perdo tempo a sistemare il tubetto di dentifricio che lasci come la groppa del cavallo, o asciugatoio o salvietta che spandi per il bagno.
BEN Tesoro mio: perché anche quando ti arrabbi il mio amore cresce per te? (cambiando tono) A volte il mio amico mi rimprovera per la troppa arrendevolezza che ho verso di te.
ONESTA Bravo! A proposito del tuo amico…
BEN Che c’entra il mio amico?
ONESTA Mi sembra che sia stato tu a tirarlo in ballo.
BEN Sì. E’ vero. Dicevo così per dire.
ONESTA E invece io dico che mi sta sulle scatole. Mi sembra tutt’altro che sincero nei tuoi confronti.
BEN Questa poi…”! sulle scatole” non mi sembra una espressione adatta a te. Pensa se ti sentissero le socie del tuo circolo.
ONESTA Fammi il piacere di lasciar stare quelle signore!
BEN Mi sembri un poco alterata.
ONESTA Ti sta avvinghiato giorno e notte come una sanguisuga. Mi vien in mente quella canzone” Avvinti come l’edera”
BEN Fra come ti esprimi e la canzone mi sembra che ce ne corra…
ONESTA Non fai un passo che non ti sia alle calcagna. O magari sei tu la sua coda.
BEN Non ti capisco.
ONESTA Mi sbaglio o ti suggerisce come ti devi comportare? Cosa devi dire o fare?
BEN Come sei lontana dalla realtà. Egli mi è solo amico. Se mi sta vicino è solo perché io l’ho pregato di farlo. Non puoi immaginare quanto lavoro ha tralasciato per starmi vicino.
ONESTA Immagino che sia un’occupazione infernale.
BEN Come mai questa espressione?
ONESTA Non vi siete mai accorti che è un’espressione che usate spesso?
BEN E’ un modo di dire come un altro. “infernale” sta al posto di “assolutamente” come dite voi.
ONESTA Anche le mie amiche si sono accorte di questo vostro “ amore”
BEN Ti prego di non dire sciocchezze.
ONESTA Hai ragione. Non siete omosessuali. Non c’è dubbio.
BEN Meno male!
ONESTA Quando passa dal salotto e mi vede con le mie ospiti, non manca occasione di fermarsi, per far “quattro chiacchiere” come dice lui. E poi si mette a corteggiarle una alla volta. Fa loro domande insinuanti come volesse carpire i loro secreti più intimi. Come ci cadono le sciocche. Anzi si sfogano. E quanto i loro mariti ne sono le vittime. Sembra quasi che quel tuo amico voglia raccogliere informazioni, sensazioni, da mettere in chissà quale infernale rapporto. Come vedi anch’io mi servo del vostro aggettivo prediletto.
BEN Quello conosce così bene i peccati delle donne. Da modo a voi di dare sfogo a tutte le vostre intime curiosità e vedervi gioire
ONESTA Povero illuso, se crede di istupidire il gentil sesso. Lui non sa che le donne ne sanno una più del diavolo.
BEN (spiritoso) Sai che quasi quasi ci credo. Però, mi sembra di conoscerti così bene che questo non pare il tuo caso.
ONESTA Ti dico chiaro e tondo che questo tuo amico non mi piace affatto. Non mi piace come mi guarda, e nemmeno le espressioni del suo viso ad ogni mio dire.
BEN Non è che tu sia prevenuta?
ONESTA Perché dovrei esserla? Non sarà perché è talmente presuntuoso da capire, dalle espressioni delle persone, il loro carattere e semplicemente le loro intenzioni.
BEN Il lavoro che ha sempre fatto lo ha portato a giudicare le persone semplicemente osservandole. Spesso, per lui la persona che gli stava davanti era come un libro aperto con su scritto tutti i suoi peccati.
ONESTA (spiritosa) Non sarà mica stato un diavolo indagatore…
BEN Spiritosa! Il suo compito era destinare quella persona al posto giusto. Non è una novità che nelle grandi aziende vi sia lo psicologo per la scelta dell’attività dei dipendenti.
ONESTA Si vede che gli è rimasto il pallino. Basta constatare come si comporta con le mie amiche.
BEL Appunto.
ONESTA Un’altra cosa che proprio non mi piace…
BEL Sempre a proposito di Minosse?
ONESTA No. Quello lascia che vada a farsi friggere. Io non sopporto che una donna quando ha bisogno di soldi, non solo per spese di casa ma anche per proprie necessità, debba umiliarsi a chiedere soldi al marito. Questo lascialo fare a quelle poverine che non hanno spina dorsale…
BEL …E che magari hanno solo lo stipendio del marito sul quale contare.
ONESTA Non essere spiritoso, che tra l’altro non ne hai la stoffa. Quello non è il nostro caso. Gli accordi pre-matrimoniali fatti con mio padre sono stati ben chiari. Figuriamoci se io mettevo sul piatto della bilancia il mio casato, la mia dignità se sull’altro piatto non ci fosse stata la garanzia di una vita degna.
BEL Mia cara, per l’amore che ti porto su quel piatto ho messo il mio cuore ed il mio portafoglio.
ONESTA E piantala di usare tutte le volte che mi parli :” Mia cara”
BEL Userò “ Amor mio”
ONESTA Ma va a quel paese! Sii uomo! E cerca di non cambiar discorso.
BEL Quale sarebbe.
ONESTA Ti ho chiesto più di una volta di aprirmi un conto corrente in banca.
BEL Veramente me lo hai imposto, di aprire un conto in banca a tuo favore.
ONESTA Ebbene me lo hai aperto?
BEL Certo, mia cara… ( si corregge) Scusami. Si Onesta.
ONESTA Spero che tu non abbia messo una limitazione. Sarebbe stato troppo umiliante per me nei confronti del direttore della banca.
BEL Aprendo un conto corrente a tuo nome avrei dovuto versare una certa cifra. Questa è una limitazione.
ONESTA E allora?
BEL Ho fatto di meglio. Ho intestato il mio conto a tutti e due. Così la limitazione di cui parlavi non esiste, e nei confronti del direttore della banca la tua dignità è salva. Confido nella tua moderazione nelle spese. Però, non ho dubbi. Sei una donna con la testa sulle spalle, come dite voi.
ONESTA (con fare mellifluo) Scusami se sono stata un poco brusca. Non volevo. Perdonami.
BEL Posso usare ancora il “ mia cara”?
ONESTA Ma certo caro.
BEL Come sei gentile quando vuoi…
ONESTA Rodrigo, E’ da qualche giorno che te lo volevo dire. I miei fratelli, checché ne dica il tuo amico, hanno trovato un buon posto: uno a Milano l’altro a Bologna. Il loro titolo di studio, il loro nome li hanno facilitati. Per presentarsi onorevolmente hanno dovuto affittare un appartamentino in centro città. Tu sai quanto sono elevati i canoni in quelle città e quanto limitate sono le loro possibilità. Ecco perché ti ho pregato di aprirmi un conto per aiutarli. Ora che mi dici che il conto corrente è intestato ad entrambi ho molto piacere, perche i miei fratelli potranno credere che sia stato tu a beneficiarli. E’ un bel gesto da parte tua.
BEL (rassegnato) Va bene. Speriamo che mettano la testa a posto.
ONESTA L’altro fratello ha l’intenzione di aprire un negozio di abbigliamento. Questo non è un grande problema, visto che ora i negozi qui da noi si rilevano a poco canone.
BEL Meno male. Almeno quello...
ONESTA Naturalmente ci sarà da arredarlo…
BEL ( rattristato) Ti pareva…
ONESTA Caro non fare quella faccia. Prima o poi i miei fratelli si sdebiteranno.
BEL Speriamo.
Scena sesta: Belfagor, Minosse, Onesta ( che poi uscirà)
MINO (entrando) Oh… Scusatemi. Pensavo che foste usciti… Non vorrei disturbare,
ONESTA (scostante) Niente affatto. Vi lascio soli. ( al marito ) Ciao tesoro. ( esce)
MINO Domani pioverà.
BEL Perché?
MINO Tua moglie ti ha chiamato “ tesoro”.
BEL (con sorriso sconsolato) Lo credo bene. In cinque minuti ha intaccato il mio “tesoro” associandosi sul mio conto corrente, e impegnandomi a coprire le spese dei suoi fratelli…
MINO (rimproverando) Con l’esperienza che hai sulle spalle, da secoli, non hai ancora capito di che pasta è fatta tua moglie? Non ti è venuto il dubbio che tutto ciò che in cinque minuti le hai concesso era tutto premeditato da tempo e predisposto?
BEL Anche per i suoi fratelli?
MINO Quelli son fini…te li raccomando...
BEL E tu cosa ne dici.
MINO Che sei sulla strada giusta.
BEL In che senso?
MINO Verso il fallimento.
BEL Come sei incoraggiante.
MINO (rimproverandolo) Non puoi cedere continuamente in quella maniera.
BEL Il mio conto in banca si sta assottigliando a vista d’occhio. Son venuto al mondo per prestare soldi e va a finire che dovrò chiederli in prestito io.
MINO Se continui di questo passo…
BEL Cosa vuoi che ti dica. Quando mi vedo davanti mia moglie mi calano le braghe come dicono qui.
MINO Io non capisco a “Porta inferi” sei sempre stato “in-animato” Non ti sei mai fatto intimidire da nessuno, e sì, dico, quando si son presentati Paolo e Francesca sei stato imparziale. Li hai sbattuti nel cerchio dei lussuriosi, e si dico se non erano due brave persone quelle?
BEL Beh… là c’erano implicate le corna del marito…. Comunque quello era il mio compito. Non mi toccava direttamente. Ammetterai, però, che il compito assegnatomi di assumermi tutti i sentimenti degli umani lo sto svolgendo alla lettera.
MINO E’ vero non c’è che dire.
BEL ( con nostalgia) Sai che a volte sento la nostalgia del nostro habitat ? Almeno là il bianco è bianco ed il nero è nero. Qui è tutto grigio… Anzi qui c’è del gran rosso.
MINO Cosa centra il rosso? Non ti sarai fatto prendere anche dalla politica ora?
BEL Che discorsi fai?
MINO Hai tirato in ballo tutti i tre colori della politica?
BEL Ma dai…
MINO Fatti coraggio che hai davanti ancora dieci anni.
BEL (pensieroso) Dieci anni ancora con mia moglie? Guarda… Quando si rivolge a me con un’espressione che sembra un’arpia e con l’indice alzato che quasi mi punge il naso e quella voce così stonata… ti dico la verità: faccio fatica sopportala. E questo capita spesso e sempre per lo stesso motivo: i soldi! Quei maledetti soldi!
MINO Poveri uomini. Sono così attaccati ai soldi, e pensare che quella è la loro maledizione più grande. Perché si fan la guerra gli uni contro gli altri?
BEL Per il vil denaro! (cambiando tono) Sai cosa facciamo? Ci andiamo a prendere un buon caffè in centro!
MINO Sarà meglio. ( escono )
Buio per pochi secondi
(sono trascorsi due mesi. La scena è la stessa un poco in disordine)
Scena settima: Minosse (parla con Lucifero) poi entra Belfagor.
MINO (parlando con Lucifero) E’… Sì… Maestà. Sono trascorsi due mesi da quando Belfagor ha fatto la stupidaggine di intestare il conto corrente alla moglie. D’altra parte doveva comportarsi come un umano, secondo il suo incarico.
LUCIFERO ( a voce amplificata) Infatti era quello il compito che deve assolvere.
MINO E’ vero. I peccati dei mariti, per colpa delle mogli, come a suo tempo è stato riferito alla Commissione dei Diavoli, mi sa tanto che corrispondano al vero. Onesta - mi vien da ridere accostare il nome alla persona.- Quella è onesta solo verso la sua prodigalità nello sperperare il patrimonio del marito. Quando è inviperita – e lo è spesso- lo spela di insulti. Sono talmente grandi che lui non ha la forza di controbattere.
LUCIFERO Nei secoli qui all’Inferno non ha imparato nulla?
MINO E’ vero. Le donne da fidanzate a mogli cambiano da così a così. Doveva vederli quando si sono conosciuti. C’era del miele dappertutto.
LUCIFERO E dei soldi che gli abbiamo dato che ne ha fatto?
MINO E’… sì. Le sue finanze sono ormai ridotte a zero. Sperava che i suoi cognati gli restituissero i prestiti fatti… ma figuriamoci. Quelli oltre aver perso il posto sono diventati gli zimbelli dei loro amici. Quello poi che aveva aperto un negozio qui in città, ha dovuto vendere anche il mobilio e poi fallire. E’ una famiglia che fa schifo.
LUCIFERO Vedi di usare un linguaggio appropriato.
MINO Mi scusi. Era un’ espressione che dovevo lasciare agli uomini. Ma quando ci vuole ci vuole.
LUCIFERO Non fatevi influenzare più del dovuto dai vostri ospiti terreni.
MINO A forza di stare fra loro ho assunto anche i loro modi di dire. Se sentisse le loro espressioni volgari… E come sono maleducati…. Si figuri che davanti ai bar ci sono i porta ceneri eppure buttano le cicche per terra.
LUCIFERO Non ti sembra che ci siano dei peccati peggiori?
MINO Sì, sarà anche una sciocchezza, ma intanto dimostrano di quanto se ne fregano del prossimo. E’ dal poco che si arriva al tanto.
LUCIFERO Spero che non siano tutti così…
MINO Non tutti si intende. Sono soprattutto gli ultimi arrivi.
LUCIFERO Vedete di svolgere un buon lavoro.
MINO Come andrà a finire non glielo so proprio dire. Io, francamente desidero tornare a casa presto a godermi un poco di pace. Però non posso lasciare Belfagor a sopportare sua moglie da solo…
LUCIFERO Stammi bene!
(qui termina il colloquio)
BEL (entrando) Con chi stavi parlando?
MINO Con il grande Capo.
BEL (meravigliato. Con il dito indica il su) Con quello su?
MINO ( col dito indica il giù ) Figuriamoci. L’abbiamo fatta troppo grossa. Stavo parlando con quello giù.
BEL Cosa ti ha detto?
MINO Che ti sei presa la gatta da pelare, e ora pelatela.
BEL (affranto) Fai bene… tu ad essere spiritoso. Torno ora dalla banca. Mi ha fatto chiamare il direttore. Mi ha chiuso il conto già da qualche giorno. E intanto gli arrivano gli assegni che quella là ha staccato. Naturalmente che non paga. Te lo immagini la “ santa” quando torna.? MINO Dove è andata?
BEL Ad una festa di beneficenza dove ha elargito sorrisi e assegni fasulli.
MINO Ed ora cosa pensi di fare.
BEL Il mio nome sulla piazza ha ancora un certo valore. Vedrò di chiedere un prestito. Anzi, per dire la verità, ho già trovato qualcuno.
MINO Hai fatto presto.
BEL Certo. Ed è stato anche abbastanza facile. Lo stesso impiegato della banca me ne ha già presentato uno,
MINO Ed il tasso d’interesse?
BEL Non è certo quello che chiedevo io. E’ un tasso da vero strozzino. Ma cosa vuoi che faccia? Vorrà dire che giocherò al lotto.
MINO (ironico) Con la fortuna che ti ritrovi ti sarà facile. Magari fatti dare i numeri da tua moglie.
BEL Perché:no. Non c’è il detto che i pazzi danno i numeri? Speravo tanto nei miei cognati… ma guarda che fine hanno fatto…
MINO Era da prevederlo.
BEL Ti ricordi quando abbiamo visto quel film di cartoni animati, dove c’era Caronte che attraversava l’Acheronte portando le anime nel nostro regno, con per sottofondo la Barcarola di Offenbach?
MINO Come no.
BEL E’ una musica tanto triste, ma come vorrei sentirla nei panni di Caronte. Come vorrei essere là ora.
MINO Certo che se ti lasci prendere dalla malinconia i tuoi problemi non te li risolvi di sicuro.
BEL ( rimproverando) Ed è certo anche, che non mi dai dei grandi consigli.
MINO Lo sai che non posso. Purtroppo te la devi sbrigare da solo. Però, credimi: ti sono vicino con l’anima indiavolata.
BEL Fai anche lo spiritoso.
MINO Volevo tirarti su un poco il morale… Scusami.
BEL ( consolandosi) Meno male che ho la tua amicizia.
MINO Però mi domando come hai potuto farti abbindolare così da una donna. A volte con lei ti comporti come un uomo senza spina dorsale.
BEL Vedi… Nel nostro ambiente viviamo - anche se questo verbo è abbastanza improprio- da sempre fra in sette vizi capitali. Noi non sappiamo cos’è l’amore. Abbiamo conosciuto l’amore “divino” ma per superbia ne siamo stati privati. Dell’amore terreno non ne sappiamo nulla, se non per sentito dire. Fin dal primo momento che siamo qui giunti ho provato una certa curiosità. I primi momenti vissuti con Onesta, sono stati splendidi. Ho provato sensazioni che ancora, pensandoci, mi si accappona la pelle.
MINO Non ci sarebbe bisogno di ascoltare, basta osservare l’espressione del tuo viso per capire le tue emozioni.
BEL Vedi: l’amore ti affascina ti rende piacevolmente impotente. Ti fa navigare sulle dolci onde del mare. Ti fa correre, sognando, su verdi prati mentre guardi lontani monti innevati. L’amore ti mette nell’animo una dolcezza infinita. Ti concede momenti in cui ti fa vivere in una quiete e dolce malinconia. E quanto dolore quando ne vieni privato.
Scena ottava: detti, Onesta.
ONESTA (entra inviperita rivolta a marito) Hai un’idea della figura che mi hai fatto fare al circolo femminile più importante della città? La vergogna che ho provato osservando le espressioni di compatimento di quelle arpie?
BEL “Arpie” le tue amiche?
ONESTA Quella che credevo la mia migliore amica, entra nel salone e di fronte a tutte, con un certo piacere, mi viene a dire che un commesso della banca ha portato un avviso con il quale la banca ha respinto per insolvenza gli assegni che ho staccato.
BEL Immagino che quell’avviso sarà stato in busta sigillata…
ONESTA Quell’arpia avendo già sentito nel’aria la tua situazione finanziaria avrà pensato di non lasciarsi scappare l’occasione per umiliarmi di fronte a tutte e assecondare la sua curiosità.
MINO (con una certa sottile compiacenza) Immagino la scena.
ONESTA ( a Minosse con disprezzo) Immagino che avrebbe voluto esser presente per godersi la scena!
MINO (con espressione falsa) Ma cosa mi dice…?
BEL Mia cara: calmati. Non è caduto il mondo!
ONESTA Forse il tuo mondo non è caduto ma certo il mio: sì! Ma come hai potuto farmi una cosa simile?
BEL (non comprende) Cosa avrei fatto?
ONESTA Hai tenuto scoperto il conto. Non ti sei minimamente preoccupato di tua moglie, della sua posizione sociale, del suo credito nella società?
BEL Guarda che gli assegni li hai firmati tu. Sapevi che non stavamo navigando il dolci acque…
ONESTA ( con disprezzo) Sei bello come il sole! Io sono disperata e lui guardatelo: la tranquillità fatta persona!
BEL Ti sembra che con tutti i miei problemi, io mi possa sentire tranquillo?
Scena nona: detti, Amerigo.
AME (entra distrutto rivolto a tutti) Sapete di quei “bond” che ho acquistato, tempo fa, dell’Argentina?
BEL Certo che lo sappiamo. Sappiamo anche, che li ha acquistati, su suggerimento dei suoi amici del poker, perché davano un reddito elevato.
AME Bene. La banca dell’Argentina è fallita, e tutto ciò che possedevo ed avevo investito, sicuro di procurare una dote degna alle mie figlie, è andato sul fico del prete. Sono andati a finire nel buco del “cesso”
MINO Questa espressione è degna della “nobiltà” quando lo prende “ da quelle parti”. Si lascia andare e torna alle origini più sincere e reali.
BEL (rivolto all’amico rimproverandolo ) Vedi di non scendere anche tu troppo in basso.
MINO L’ho fatto per non essere stonato in questa partitura musicale.
ONESTA (rivolta al marito con disprezzo) Sarai contento di vederci così umiliati. (parlando con enfasi) Lui: che si è presentato nel nostro mondo con il sorriso di conquistatore sulle labbra, baldanzoso e superbo.
BEL Direi proprio di. no!
AME (ingenuamente rivolto a Belfagor) Rodrigo: tu non ce la faresti a porre rimedio? Presentarmi in pubblico non ho più la faccia.
ONESTA ( al padre) Ma non l’hai ancora capito che quello lì è fallito più di te?
BEL ( distrutto) Purtroppo lo puoi dire.
MINO Scusatemi se mi interpongo. Pensavate forse che il mio amico fosse la Banca d’Italia? Non vi siete chiesto se a tutto c’è un limite? Vi siete fatti prendere dall’entusiasmo di prevalere per ricca nobiltà sul vostro ceto, senza accorgervi della legge del tornaconto?
AME Che legge è quella?
MINO Che ad ogni salita corrisponde una stessa discesa.
BEL Purtroppo non so più dove sbattere la testa. I miei creditori mi faranno “l’uomo a dosso “ come dite voi.
ONESTA Quando penso che per farsi bello, il pranzo di nozze l’ha voluto fare niente meno a che all’ hotel Danieli di Venezia… lui…
BEL ( alla moglie) Veramente me lo hai imposto tu. Ed io, sciocco, pendente dalle tue labbra, innamorato da far schifo, mi son fatto incantare dal vostro bel mondo, fasullo e fatto di inutilità .
ONESTA Devo convenire con mio padre che non ho più nemmeno io la faccia da presentarmi alle mie amiche.
BEL (alla moglie) Presa dal tuo egoismo, dal tuo egocentrismo non ti sei resa conto di quanto, mio malgrado, mi sono affezionato a te. Forse non a te, ma sicuramente all’amore ideale che in te ho visto il soggetto.
ONESTA Non intenerirmi più di tanto.
BEL Forse una soluzione c’è. Se tutte le colpe le facciamo cadere su di me, il vostro onore, la vostra dignità è salva. Su di me cada tutta l’onta del disastro economico.
ONESTA (addolcita nella speranza che il marito trovi una soluzione ) Come pensi di fare?
BEL Attribuirmi tutte le colpe e trascinarle con me in un luogo lontano. Magari sperando che i miei creditori non mi raggiungano.
MINO E’ un po’come abbandonare il campo di battaglia, ma è pur vero che la tua assenza potrà calmare le acque. Sappiamo tutti che il tempo smorza la memoria.
AME Apprezzo molto l’idea che intendi seguire. Ti ringrazio e francamente, mortificato, come sono, per il mio comportamento nei tuoi confronti, ho l’ardire di chiederti perdono. Sappi che la stima per te rimarrà sinceramente intramontabile.
ONESTA (il suo dire un po’ attenuato deve però apparire falso) Forse sono stata, anzi, senz’altro un po’ eccessiva nelle mie espressioni.. Ormai il mio carattere lo conosci, un po’ impulsivo. Sai però che in ogni uomo in fondo in fondo un fondamento di sincera bontà deve pur esserci.
MINO (accentuando) In fono, in fondo.
ONESTA Però, calma non lo sono proprio. Penso alla mia cosi detta amica.
AME Beh… ora vi lascio. Andrò ad affrontare le mie figlie… Sarà dura…
ONESTA Papà… ti accompagno.
( Onesta e Amerigo escono)
MINO Sai che queste ultime battute dei tuoi parenti mi hanno ricordato la recita della Filodrammatica di questa città…?
BEL Direi proprio di no. Questi sono falsi, quelli teatralmente sono sinceri. e convincenti.
MINO Tu dici?
BEL Io dico. (cambiando tono) Ora lasciami concludere questa ultima parte prima della mia partenza.
MINO Certo che tua moglie te la raccomando.
( rientra Onesta.)
MINO (spiritoso) Ora vi lascio alla vostra intimità
BEL (con fare malinconico) Chissà quando ci rivedremo. ( mette una mano sulla spalla dell’amico in segno di saluto)
ONESTA (rivolta a Minosse) L’accompagno. Intanto sistemo un po’ di roba di là.
( i due escono )
Scena decima. Onesta, Belfagor.
( Belfagor va a sederi in poltrona e preso il giornale si mette a leggere. Fuori scena, Onesta a voce alta e con ritmo eccessivo racconta al marito un qualche cosa che comunque non si riesce a comprendere. ( La moglie può dire qualsiasi cosa, purché non si capisca cosa sta dicendo) Il marito ogni tanto dirà … “ Sì.. cara”
BEL ( un marito ormai senza armi contro una moglie bisbetica.) Si cara.
ONESTA ( fuori scena, considerando che non si capisce cosa dice ,essendo fuori scena, si può aiutare leggendo qualche cosa)
BEL Hai ragione cara.
……….
BEL Non me lo dire cara.
……………
BEL Hai perfettamente ragione cara!
………..
BEL Hai fatto bene cara!
ONESTA ( entra. Seccata ) Come “ Hai fatto bene…!?” ( decisa) Ho fatto male invece! Le dovevo dire ciò che si meritava!
BEL E’ vero. Le dovevi dire ciò che si meritava.
ONESTA Eh… si… Io sono troppo buona. Troppo prudente. Io dovrei comportarmi come quelle che ciò che hanno in testa, hanno anche sulle labbra. E invece :no. Mi tengo tutto dentro, pur di non litigare… e poi sto male.
BEL E’ vero. Sei troppo buona.
ONESTA Sono troppo buona…un corno! Cosa credi, che non mi sia accorta che mi dai ragione e invece in cuor tuo non fai altro che giudicarmi. Eh… già … voi uomini…voi mariti…trovate che le vostre mogli siano sempre la peggiori… mentre quelli degli… delle monache… delle sante…. (guardandolo) E stai composto! Non vedi che stropicci il vestito?
BEL Sono semplicemente seduto.
ONESTA Ti sembra quello il modo di star seduto? Non vedi che si stropiccia la piega dei pantaloni?
BEL Prima di sedermi me li sono tirati su
ONESTA Eh… già… tanto non,li devi stirare tu.
BEL Cara, è un po’ di giorni che li sto portando…
ONESTA Ora…secondo te… dovrei farteli stirare tutti i giorni… Eh… fanno bene quelle donne che portano tutto in stireria. Eh … si… loro hanno il marito che lavora… che guadagna.
BEL Ti sei scordata, forse dei miei problemi? Mi sono messo qui a leggere un poco, giusto per stendermi i nervi.
ONESTA Eh… si. ( volgendo lo sguardo verso il cielo) Si!… perché i nervi li ha solo lui.(riguardandolo) Una donna che sta tutto il giorno in casa a sentire quelle beghe di amiche con tutti i loro problemi sembra che si gratti la pancia dalla mattina alla sera….E’… come: no E’ inutile che tu faccia quella faccia lì.
BEL Non ho mai detto questo…cara.
ONESTA Non lo hai mai detto, ma lo pensi. E poi non ci vuole molto… basta guardarti in faccia.
BEL Mia cara: questa è solo stanchezza.
ONESTA Dillo… dillo, che i miei discorsi ti stancano. Vorrei vedere te, preoccuparti ogni giorno di cosa preparare per pranzo e cena., tutti i giorni… per tutti i santi giorni dell’anno. E poi giusto per far un riposino sbrigare la corrispondenza, di inviti, auguri e vattela a pesca. Ah, già. Questa è roba d’altri tempi…
BEL Mia cara, prima o poi dovrai riprendere i tuoi rapporti con la società..
ONESTA Ci mancherebbe altro che mi mettessi a scrivere.
BEL (prudente) No… ma qualche letterina qua e là…
ONESTA (scocciata) Tu dimmi se questa è vita?!, monotona squallida,piatta. Tutto calcolato, tutto previsto. Basta!! Basta! Aria! Vita! ( respira a pieni polmoni)
BEL ( timido) Respira profondamente cara.
ONESTA ( con disprezzo) Ma non vedi come ti sei impigrito?E muoviti! Gli altri si alzano al mattino presto e fanno… com’è che si dice quando vanno a correre?
BEL Attività fisica.
ONESTA Ecco: tu dovresti fare quella lì.
BEL ( ironico) Veramente, cara, lo faccio tutte le mattine per correre in ufficio. Sai che tu ogni mattina mi trattieni per darmi le ultime istruzioni. ( umiliato e falso) Invece di darmi i bacini come saluto e buon lavoro…
ONESTA ( sprezzante)I bacini vorrebbe lui…Non vedi che stai mettendo su pancia? Poi mi tocca allargarti i pantaloni.
BEL ( puntualizzando) Veramente” far allargare “ semmai.
ONESTA Cos’è sto “ semmai”?
BEL Non mi risulta che tu sappia cucire..
ONESTA Si…rinfaccia…rinfaccia…Fan bene quelle donne che trovano gli uomini che le portano fuori tutte le sere. Sono donne leggere?…e a chi importa al giorno d’oggi.
BEL La settimana scorsa sciamo usciti con i signori Saporiti…
ONESTA (comincia ad avere un abbassamento di voce) Te li raccomando quelli…
BEL Mi sono sembrate persone simpatiche.
ONESTA Come se non l’avessi capito che quella era, come dite voi: una cena di lavoro.
BEL Ma che lavoro…Solo perché ci siamo soffermati su come fare la denuncia dei redditi.
ONESTA ( la voce a poco a poco si abbassa sempre di più ) Simpatici… dici tu. Lei che avrebbe voluto dire la sua. Se non fosse stato perché la parola non mi manca…avrebbe tenuto il mazzo tutta la sera. Lui che non ha detto una parola. Se non fossi stata io a tenere su la conversazione, sarebbe stato un mortorio. E poi che cosa aveva lui da guardarti continuamente…? con quell’aria di compatimento…
BEL Forse non era interessato alla “ moda”…
ONESTA Non so di che cosa s’interessa quello lì.
BEL Sai…non è che la “moda” agli uomini…( mentre si svolge il discorso il marito va ad aprire la porta in modo da far corrente) Senti che bella aria.
ONESTA (polemica) Continuate ad interessarvi di politica… dai…dai… in questa casa non si fa altro che parlare di politica.
BEL Ma se in questa casa non ci siamo che noi due gatti…
ONESTA Dillo!… Dillo che ti piacerebbe parlare di politica. Ma che cosa c’è di più bello che stare in silenzio.( sognante) La poesia del silenzio: che musica sublime. ( sprezzante) Che poi se vogliamo… sono dei maleducati.
BEL Ma che maleducati; che non fanno altro che prometterti ciò che vuoi. Io non li ho mai sentiti contraddire qualcuno, se non la controparte.
ONESTA E allora perché sono andati a trovare tante scuse?
BEL Ma certo che trovano tante scuse… Li hai sentiti tu, qualche volta prendersi la responsabilità di quel che fanno?
ONESTA Credo di aver capito che non ci tengano ad uscire con noi
BEL Ma come uscire ? Ma di chi stai parlando?
ONESTA Dei Saporiti.
BEL Ma se stavamo parlando dei politici…
ONESTA Ma quando ero di là che ti parlavo, mi stavi ascoltando, si o no? Ho fatto male a non dirle il fatto suo. ( rimproverandosi) D’altra parte questo è il mio gran difetto: quello di tacere… tacere sempre. ( impaurita. Portandosi la mano alla gola) Oddio la mia gola. Non ce la faccio più di parl…( non potendo parlare si esprime a gesti)
BEL ( non partecipe) Cosa ti prende ora? cara…
ONESTA ( a gesti dice che non ce la fa più a parlare)
BEL Non riesco a capire. IL dottore? Vuoi che chiami il dottore?
ONESTA ( con il capo) Sì.
BEL ( indifferente) Domani mattina prima di uscire. Come prima cosa,lo chiamo.
ONESTA ( con il gesto) Subito!
BEL ( va al telefono e forma il numero) Pronto… il dottor Rossi?…( per nulla preoccupato) Mi scusi se la disturbo: mia moglie è completamente afona. …( dicendo di si e poi sorridendo) A chi lo dice… Aspetti che vedo. ( va verso la moglie e le guarda la gola, poi torna all’apparecchio) Ha la gola, direi, molto arrossata… Dice che è infiammata?…( mettendo la mano alla bocca in modo da non far sentire alla moglie)… Roba fredda? … Deve metter ghiaccio tritato?…( guardando la moglie, con la testa approva)Va bene dottore. Grazie dottore. Mi scusi per il disturbo…ma sa le donne… ( sorridendo) lei dice? (serio va verso la moglie)
( la moglie non ha sentito la telefonata.)
ONESTA ( con il gesto chiede che cosa ha detto il medico)
BEL ( molto rassicurante) Non è assolutamente niente di grave. Per qualche giorno devi bere acqua calda. Non sforzare la gola: parlando. Tacere. C’è persino il detto: Quando la donna tace non interrompetela .Assolutamente tacere..s’ infiammerebbe oltremodo. Il medico si raccomanda ( deciso anche con il gesto) acqua calda… molto calda…anzi… possibilmente bollente.
ONESTA ( con dolcezza piuttosto aggressiva, ringraziandolo per le sue premure… lo abbraccia)
BEL ( che è rivolto verso il pubblico con l’espressione accentuata del viso) L’ho fatta grossa! Ma una piccola rivincita me la devo pur prendere!
Sipario sul secondo atto
A T T O T E R Z O
ATTO TERZO
SCENOGRAFIA: classica cucina contadina. Camino con a lato una po’ di legna, tavolo con sedie, buffet rustico, qualche attrezzo contadino e disordine.
Scena Prima:Gianmatteo, Anna.
Anna e Gianmatteo, marito e moglie sono due contadini. il loro modo di esprimersi deve essere piuttosto semplice. a volte possono esprimersi anche in dialetto)
GIAN ( continuando un discorso già iniziato) Lo so che per te è un tasto sulle dolenti note…
ANNA Guarda. Immagino di che cosa mi vuoi parlare: di tua madre.
GIAN Sono andato a trovarla al ricovero ed ancora una volta, come tutti i giorni, mi ha detto che prega il Signore perché la faccia morire prima di mezzogiorno. Io per essere spiritoso e soprattutto per alleggerire l’ambiente l’ho consigliata di aspettare il pomeriggio così poteva fare un pasto in più, considerando che, come dice lei là si mangia molto bene.
ANNA Questa è una delle tue spiritosaggini. Non ti smentisci mai.
GIAN Ancora una volta mi ha detto che pur essendo in un ambiente dove le infermiere sono brave, lei non riesce a sopportare di rimanere lì.
ANNA Per la sua età cosa c’è di meglio che quell’ambiente? E’ curata giorno e notte.
GIAN Per me, sentire tutta quella sofferenza, è come strapparmi il cuore.
ANNA Devi fartene una ragione.
GIAN E’ una donna che ha lavorato tutta la vita, una donna molto intraprendente. Vedersi lì, ora, ferma sul suo passeggino immobile in attesa del pranzo, della cena, e del letto, e del susseguirsi monotono del tempo in attesa del gran evento, per lei è insopportabile.
ANNA Dici che ha sempre lavorato… Bene: ora si riposi!
GIAN A volte mi chiedo casa hai al posto del cuore?
ANNA Un organo che mi dice che è ora che mi riposi anch’io e che anch’io ho diritto di un po’ di pace e di togliermi qualche soddisfazione.
GIAN Ritorniamo a sentire la solita solfa.
ANNA E’ una vita che viviamo in questa cascina sperduta nella campagna cremonese. Se fosse almeno nella campagna parmigiana almeno sarebbe un po’ più allegra.
GIAN Questa non la sapevo.
ANNA Fa un raffronto fra i paesi del cremonese e quelli del parmigiano. Questi sembrano un mortorio, quelli suscitano allegria. Forse perché dicono che quelli sono tutti “ Bagolon”
GIAN Se pensi che con queste tue battute io ceda le armi; ti sei già sbagliata.
ANNA Lo so che quando pianti un chiodo…
GIAN (riprendendo il discorso) Io vorrei portarla qui a casa nostra.
ANNA Te lo puoi scordare. Ti ricordo che quando mia mamma è rimasta vedova, , non mi hai mai permesso di ospitarla qui.
GIAN Non ti ho mai detto di no.
ANNA Ma me lo hai fatto capire chiaramente. Guarda: stai andando su un argomento che quando lo fai mi si accappona la pelle.
GIAN Siamo alle solite. Le possibilità di mia mamma sai quali sono. A differenza della tua.
Tu ti sei fatta infinocchiare da tuo fratello, il quale avendo studiato si è preoccupato, naturalmente a proprio benefico, di curare i suoi interessi.
ANNA Tu non te ne sei mai voluto interessare…
GIAN … Anche perché non ne avevo il tempo. Quando una volta mi sono proposto di occuparmi degli affari di tua madre, tu mi hai tacciato di “arrivismo” Da quella volta là, non me ne sono più voluto interessare.
ANNA Sfaticato come sei non hai fatto nessuna fatica.
GIAN A poco a poco tuo fratello, prima si è fatto intestare l’appartamento che sta nel palazzo di proprietà di tua madre, e naturalmente se l’è fatto anche sistemare.
ANNA Si doveva sposare…
GIAN Niente da dire. Tua madre, per farti tacere, ti ha intestato un pezzo di terra da due palanche e poi ti ha detto: cara figlia, quell’altro appartamento lo debbo vendere ad un mio amico, ma i soldi che prendiamo sono tuoi.
ANNA I soldi non te li sei presi?
GIAN Certo. C’è però un particolare: il valore dell’appartamento l’ha fatto stabilire dal suo amico.
ANNA Visto che lei non era un’affarista…
GIAN E’ come chiedere all’oste se il vino è buono.
ANNA (spiritosa) Si vede che l’oste se ne intendeva…(cambiando tono)
GIAN Di quel vino, ne hai bevuto anche tu? che sei così spiritosa…?
ANNA Morale della favola: ora ci troviamo in questa cascina con una miseria da far schifo.
Non abbiamo nemmeno i soldi da comperare un trattore. Devi ancora servirti dei buoi per trainare il carro nei campi. Io debbo governare la stalla, ed il pollaio di quelle quattro galline striminzite. Vorrei cambiare un po’ il mobilio di questa stanza ma non c’è verso…
GIAN Ci sono altre cose più importanti… Con un po’ di fortuna qualche cosa salterà fuori.
ANNA Sì: il lotto.
Scena seconda: detti, Belfagor.
( si sente bussare alla porta. Gianmatteo va ad aprire. Alla porta, trafelato, è Belfagor)
GIAN (a Belfagor) E voi chi siete?
BEL Un viandante che chiede asilo.
GIAN Entrate. ( alla moglie) Dagli una sedia.
BEL ( stanchissimo si siede) Grazie.
GIAN Avete tutta l’aria di uno che scappa da qualcosa.
BEL Infatti.
GIAN Se siete inseguito dai carabinieri, io non voglio storie. Dei problemi ne ho già per mio conto.
ANNA ( al marito) Lascialo respirare. Non vedi in che condizioni è?
GIAN ( alla moglie) Portagli un po’ di acqua.
( la moglie provvede)
BEL (a Gianmatteo) Lei ha detto il vero. Sono inseguito, ma non temete, non sono carabinieri.
GIAN Meno male.
BEL Le persone che mi inseguono sono i miei creditori.
GIAN (spiritoso) Caro fratello, anche voi navigate in cattive acque.
ANNA ( porta l’’acqua) Eccola.
BEL Lasci che mi spieghi. E’ vero che sono inseguito da civili, ma è altrettanto vero che sono ricercato dai carabinieri.
GIAN Mi pareva…
BEL …Solo perché uno di loro mi ha denunciato per furto, per coinvolgere anche la forza pubblica. Ma ciò non è vero. Sicché potrei essere anche imprigionato. Se lei mi darà aiuto vi prometto che saprò sdebitarmi ed anche bene.
GIAN MA se siete seguito da creditori, il vostro portafoglio non deve essere molto” in schiena”.
ANNA ( intervenendo, interessata, al marito) Lascialo parlare.
BEL E’ vero. Le darò, però, il modo di guadagnare.
ANNA ( a Belfagor) E’ vero quello che dite?
BEL Glielo assicuro signora.
(mentre discutono, Anna alla finestra vede giungere i creditori)
ANNA Vedo degli uomini che hanno infilato la capezzagna. Stanno venendo qua.
GIAN ( a Belfagor) Seguitemi. Vi nascondo in un posto dove certamente non vi troveranno. ( fra sé) Spero di non fare una stupidaggine.
(Bel e Gian escono)
Scena terza: Anna, creditori ( i creditori bussano alla porta. Non entreranno in scena)
ANNA Chi è che bussa?
CREDITORE Stiamo cercando una persona. (descrivono Belfagor)
ANNA Qui non c’è nessuno. In cascina c’è solo mio marito.
CRED Possiamo entrare?
ANNA Se con me non c’è mio marito io non faccio entrare nessuno. Dei loschi individui se ne vedono anche troppo da queste parti.
CRED Siamo persone rispettabili.
ANNA Anche i ladri lo dicono.
CRED Ci faccia parlare con suo marito…
ANNA Ora lo chiamo. ( ad alta voce chiama il marito) Gianmatteo…?!
GIAN (entra in scena) Che c’è?
ANNA Qui fuori c’è gente che ti vuol parlare, cercano uno.
GIAN (uscendo) Vado fuori a parlarci io.
(fuori scena)
GIAN Qui non c’è nessuno. Siamo io e mia moglie, qualche bue e galline in attesa di giudizio.
CRED Stiamo cercando un individuo pericoloso, ricercato anche dai carabinieri, se non dite la verità andate incontro a grossi dispiaceri.
GIAN L’ultima volta che qui abbiamo visto una persona è stato il postino che mi ha portato le tasse da pagare, che gli venisse un colpo.
CRED Va bene. Ce ne andiamo. Se si fa vivo quel tale avvertite i carabinieri.
GIAN Sarà fatto!
Scena quarta: Gianmatteo. Anna, Belfagor.
GIAN (entrando in scena) Anche quelli lì, dovevano venire a rompere le scatole. Speriamo di aver fatto una cosa giusta. Certo che se ci siam sbagliati andiamo nelle grane un bel po’. Quella gente là, sembrava decisa e anche un poco inviperita. Mah… speriamo
ANNA Quel signore che è venuto a chiedere aiuto mi sembra, almeno vedendolo in faccia, piuttosto sincero. Ti ha assicurato di farti guadagnare dei bei soldi. E sai quanto ne abbiamo bisogno. Non credo che racconti fandonie, non andrebbe tanto lontano.
GIAN Anche a me ha fatto quell’impressione. Mah… speriamo in bene.
( cambiando tono) Ora va a chiamarlo. Assicurati che quelli se ne siano andati di sicuro.
ANNA Dove l’hai nascosto?
GIAN Chiamalo. Vedrai che risponderà. Non credo che ci stia molto volentieri dove l’ho nascosto.
(Anna esce. Gianmatteo in attesa che rientri la moglie con il fuggitivo, va alla credenza e si versa un po’ di vino. )
(entrano Anna e Belfagor. Poiché Gianmatteo ha nascosto Belfagor nel letamaio, questi sarà piuttosto sporco. Durante la scena Belfagor si toglierà di dosso la paglia che gli è rimasta attaccata al vestito)
BEL ( inquieto e a disagio, rivolgendosi a Gianmatteo ) Non aveva altro posto dove nascondermi?
GIAN Il tempo era poco. Ma sicuramente i suoi inseguitori non sarebbero venuti nella massa del letame a cercarvi.
BEL Ci credo. Quella, poi, è gente con la puzza sotto il naso.
ANNA Mai come quella che si sente adesso. ( al marito) Certo che non hai avuto tanta cognizione.
GIAN Scusatemi. Comunque è andata bene.
ANNA ( impaziente ) Ora però veniamo alla sostanza. (rivolta a Belfagor) Voi ci avete promesso di sdebitarvi. Siamo impazienti di sentire come.
BEL Non abbia dubbi signora. Le confesso signora che non sono abituato a presentarmi alle signore in queste condizioni. Le assicuro che mi sento a disagio. Forse parlare fra uomini sarebbe più conveniente.
GIAN (rivolto alla moglie) Anna, fai una bella cosa: vai di là e prepara un po’ di acqua calda per questo signore.
ANNA (scocciata) E va bene! ( esce )
Scena quinta: Belfagor, Gianmatteo, poi Anna
BEL Fratello mio, io ho con te un grande obbligo e lo voglio in ogni modo soddisfare; e perché tu creda che io lo possa fare, dirò chi sono. Il mio nome è Rodrigo e sono un angelo dell’Inferno.
GIAN Se cominciamo così andiamo bene… Sarò un contadino, ma non per questo è il caso di prendermi in giro.
BEL Certamente capisco la tua incredulità. E’ comprensibile: ma stammi a sentire.
GIAN ( incredulo) Ascoltiamo anche questa.
BEL Sono stato mandato sulla terra per verificare se i maggiori peccati dell’uomo sono causati delle mogli.
GIAN ( spiritoso) Questa è una roba sulla quale sono d’accordo. Ce n’ho una in casa che conferma la regola.
BEL ( serio) Non sono qui giunto per scherzare. Ti prego di prestare attenzione su ciò che ti dico.
GIAN ( attento) Va bene.
BEL Naturalmente per poter verificare a ragion veduta quanto ho asserito, ho dovuto sposarmi. Mia moglie mi ha dato conferma di quanto il Consiglio dell’Inferno temeva. Ella ha sperperato talmente tanto il patrimonio di cui disponevo, da non solo ridurmi sul’lastrico, ma da indebitarmi. Quei signori che mi inseguivano ti dimostrano quanto è vero.
GIAN Io quel problema lì non ce l’ho proprio. Mia moglie non può spendere soldi perché non ne abbiamo. Però se ne avessimo penso che avrei lo stesso vostro problema.
BEN Da gentile e dolce che era mia moglie prima del matrimonio è diventata prepotente ed ossessiva. Mi ha tormentato all’inverosimile. Se mi credi, non averla ora fra i piedi - perdonami l’espressione - mi sento rinascere a nuova vita.
GIAN Basta guardarvi per credervi. Avete una faccia…
BEN Purtroppo.
GIAN ( incredulo) Ma voi vi rendete conto di ciò che mi state raccontando? Voi… venite dall’Inferno… (deciso) Ma mi faccia il piacere! Mi avete preso proprio per un cretino!?
BEL Quando ti ho assicurato che ti avrei fatto guadagnare tanti soldi, mi sei sembrato particolarmente interessato, non solo tu, ma anche tua moglie. Ora non ti incuriosisce più il sapere come?
GIAN Certo che mi interessa, ma vorrei tenere i piedi per terra.
BEL Tu non ha mai sentito di persone indemoniate?
GIAN (spiritoso) Come no. Ne ho una in casa.
BEL Non ha mai sentito parlare di “esorcismo”?
GIAN Certo.
BEL Ora ti dico come mi sdebiterò. Entrerò nelle persone e quelle appariranno indemoniate. Tu con opportune invocazioni allontanerà da loro il maligno. Il diavolo sono io.
GIAN Ma fatemi il piacere!!!
BEL ( continuando) I parenti della persona indemoniata vi daranno tanti danari. Potrete così appagare tutti i vostri desideri ed in particolar modo quelli di tua moglie, che mi sembra tanto ansiosa di soddisfarli.
GIAN Che stupido sono stato. Bastava dire a quella gente che voi eravate qui ed io mi sarei liberato di voi una volta per sempre.
BEL Vedo che il detto “scarpa grossa cervello fino” riferito ai contadini non è il tuo caso.
GIAN Ora cominciate anche ad offendermi.
BEL Esco un attimo. (esce)
(entra in scena Anna. E’ indemoniata. La sua voce deve tendere il più possibile a quella di un uomo)
ANNA (con gesti da posseduta) Ricordat al me cretino “ Homo sine pecunia,imago mortis. Levis est fortuna; cito reposcit quod dedit! Sii maledetto vile uomo! (scappa fuori scena)
(Belfagor entra in scena)
GIAN Sono disperato. Mia moglie è impazzita. Sta dando i numeri. Parlava e io non ho capito un’acca.
BEL Lo credo bene. Io ero in lei.
GIAN Parlava ostrogoto
BEL Quello era latino, l’ antica lingua con la quale spesso unito all’alemaico si esprimono
gli indemoniati.
GIAN E cosa ha detto?
BEL La prima battuta nel vostro dialetto immagino che l’abbia capita. La latina diceva:
l’uomo povero è come un morto vivente., e poi, la fortuna è egoista, vuole che le sia restituito ciò che ha dato. Naturalmente liberamente tradotta per i profani. Mi sembra che ti abbia dato buoni consigli.
GIAN Io impazzisco! Però, ho sempre sentito dire che gli indemoniati imprecano contro l’Altissimo. Mia moglie, anche se indemoniata, diceva delle cose giuste.
BEL Ero io che parlavo tramite suo. Non ho voluto infierire. Volevo solo convincerti sulla mia identità.
GIAN Sono distrutto!
BEL Spero che ti sia convinto. E’ il caso di dire che devi avere fede.
GIAN ( istupidito) E ora cosa devo fare?
BEL Non devi far altro che prepararti. Come sentirai che una persona è indemoniata, dovrai trovare il modo di far conoscere i tuoi poteri e poi convincere i suoi parenti che tu potrai allontanare dalla persona indemoniata il maligno, che poi sono io. Puoi immaginare quanto saranno felici quei parenti e come ti ricompenseranno.
GIAN E come posso dimostrare di possedere quei poteri?
BEL Dovresti aiutarti con un poco di fantasia.
GIAN E’ una parola…
BEL Anche in questo ti vengo in aiuto. Puoi dire che hai trovato un antico libro con formule magiche.
GIAN E’ vero. Il libro antico ha sempre il suo fascino sulle persone semplici. Addirittura un mio amico ha scritto una commedia proprio partendo dal ritrovamento di un libro antico.
BEL Ti assicuro che anche le persone colte quando sono disperate si aggrappano a qualsiasi speranza, anche se è la più illogica.
GIAN Mi sto convincendo. ( implorando) Che la Provvidenza mi dia la forza.
BEL Implora pure la provvidenza, ma vedi di non farlo in mia presenza a meno che io sia , diciamo così, in servizio.
GIAN Scusami. E’ vero. Tu sei nell’altro campo.
BEL Appunto.
GIAN Ora dovrò convincere mia moglie.
BEL Sta, appunto, entrando.
BEL Ah… una cosa. Che dei nostri accordi tua moglie non ne sappia niente. Questo è molto importante. Se sgarri su questo, entro in tua moglie e non ne esco più.
( Anna entra. Ha un aspetto cadaverico e quasi barcolla.)
GIAN (rivolto alla moglie) Cos’hai che hai un viso che sembra “un panno lavato”
ANNA Ho un gran mal di testa.
BEL ( falso) Come mai?
ANNA Non so. Stavo davanti al camino che stavo scaldando l’acqua, quando ad un certo punto mi son sentita mancare. Dopo un po’ mi sono ripresa, come quando una si sveglia da un sonno con incubi.
GIAN ( rimproverandola) Quante volte ti ho detto di non esagerare con l’aglio. Fa bene alla pressione, ma il troppo storpia.
BEL A proposito di acqua calda: io andrei di là a sistemarmi un po’.
ANNA Ho già messo l’acqua nella tinozza.
BEL Grazie. (esce)
Scena sesta: Gianmatteo, Anna.
ANNA ( con fare molto stanco) Di che cosa avete parlato?
GIAN Quel signore si chiama Rodrigo. Parlandoci insieme ho capito che è una persona a modo, ha anche belle idee, e mi ha dato anche un buon consiglio. Se tutto va a fagiolo credo proprio che potrai cambiare il mobilio ed io prendere il trattore e poi… ma non mettiamo il carro davanti ai buoi.
ANNA Spiegati chiaro, non mettermi in ansia. Ho già un mal di testa che non auguro a nessuno.
GIAN Vedrai che ti passerà.
ANNA Lo spero.
GIAN Ti ricordi che l’altro giorno sono andato a dare una mano al nostro padrone?
ANNA Sì, e non tornavi mai a casa…
GIAN Sono andato nella sua soffitta a mettere un po’ d’ordine. Erano anni che non ci andava nessuno. Guardando nelle cianfrusaglie ho visto un librone antico. Chissà quanti anni ha, direi quasi secoli. Deve essere stato di un suo antenato. Sai che il signor Giovanni ci diceva di aver avuto fra i suoi antenati niente meno che un vescovo.
ANNA ( impaziente) E allora?
GIAN Non so se ho fatto bene, ma l’ho preso su.
ANNA Un gran bel gesto non lo hai fatto di sicuro.
GIAN Lasciami finire. Intanto che tornavo seduto sul carro trainato dai buoi mi son messo a leggerlo. E’ scritto un po’ in latino e anche in italiano, e da quel che ho potuto capire sembra che sia una libro di maghi… si insomma: un libro contro gli indiavolati.
ANNA ( interessata) Oh… davvero?
GIAN Non te ne ho parlato, perché mi è andato proprio in oca. Però, pensandoci imparando qualche frase magari in latino posso provare a vedere se funziona.( soddisfatto) Te lo immagini se funziona?
ANNA E dove l’hai messo?
BEL L’ho nascosto. Rodrigo mi ha detto che non lo devo far vedere a nessuno, nemmeno a te. Devo far credere che tutto ciò che dirò sarà opera di uno stregone che mi ha insegnato il trucco.
ANNA E tu dici che funzionerà?
GIAN Io dico che forse alla sfortuna “glielo abbiamo messo nelle penne.”
ANNA ( rimproverando) Cominciamo bene. Devi diventare un santone e usi quel modo di dire?
GIAN Hai ragione, ma mi stanno già venendo le fregole pensando al pensiero di diventare ricchi.
ANNA Speriamo che Lassù ci diano una mano.
GIAN Sarà meglio che pensiamo a procurarci un po’ di attrezzatura.
ANNA E’ vero un po’ di fumo negli occhi incanta sempre.
GIAN Mi raccomando: acqua in bocca.
ANNA Per chi mi hai preso? Certo!
GIAN Sarà meglio che andiamo a lavorare. Vieni a darmi una mano nella stalla. Lasciamo in pace un poco il signor Rodrigo, con i suoi problemi che mi sa che siano tanti.
(I coniugi escono di scena. Si fa buio un attimo per indicare il passar del tempo)
Scena settima: Gianmatteo, Anna. poi Belfagor.
(insieme entrano in scena i coniugi)
ANNA Il signor Rodrigo dopo che è venuto qui a nascondersi se ne è andato e non l’abbiamo più visto. Chissà che fine ha fatto.
GIAN Ormai è già passato un bel po’ di tempo.
ANNA Certo che ti ha dato un buon consiglio.
GIAN Ammetterai che anch’io mi sono dato da fare un bel po’.
ANNA Quello di dire che sei stato consigliato da un mago mi sa che sia poco credibile.
GIAN Sarà anche. Sta di fatto che la roba sta funzionando.
ANNA Siamo stati anche fortunati nel mettere in giro la notizia delle tue” arti magiche”.
GIAN Lo credo bene. Tu l’hai detto a quella chiacchierona della Tilde… secondo me ci ha creduto poco ma, pur di prenderti in giro ha sparso la voce…
ANNA Se non fosse andata a riferirlo alla giornalista saremmo ancora qui “a fare delle brocche”
GIAN In un attimo tutta l’Italia l’è venuto a sapere.
(si sente bussare. Anna va ad aprire la porta. Entra Belfagor)
ANNA “Parla del diavolo e spuntano le corna”
GIAN (impaurito, perché non vuol che Belfagor pensi che lui abbia raccontata la verità alla moglie) Guarda che io non ti ho detto niente del diavolo.
ANNA Cosa c’entra il diavolo adesso?
GIAN Hai parlato del diavolo…
ANNA Ma è un detto…no…
GIAN ( rasserenato) Meno male!
ANNA Sai che a volte mi sembra che tu dia i numeri…
GIAN Lascia stare.
ANNA Che piacere rivedervi signor Rodrigo. Stavamo appunto parlando di voi.
GIAN ( preoccupato) Per dire la verità stavamo parlando del consiglio che mi avete dato, e di nient’altro, proprio di niente di più.
BEL Passavo da queste parti e mi son detto:” Perché non andare a salutare i miei amici?”
ANNA Ha fatto proprio bene.
GIAN Abbiamo grandi cose da raccontare.
BEL Bene.
ANNA Dopo pochi giorni che voi ve ne siete andato abbiamo saputo che la figlia di Ambrogio Amidei maritata a Bonaiuto Tebalducci, gente della toscana, era indemoniata.
GIAN Tutti i rimedi che i parenti sono andati a cercare non sono serviti a niente.
ANNA Figuratevi che nemmeno ponendole sulla testa il mantello di san Giovanni Gualberto, il diavolo non ha abbandonato il corpo della giovane.
GIAN Fortunatamente leggendo sul giornale dei miei poteri, mi hanno contattato. Per dire la verità non vedevo l’ora.
BEL ( facendo lo gnorri) Di che poteri state parlando?
GIAN ( sicuro) Un mio amico mi ha insegnato come liberare dal diavolo una persona.
BEL Questa è bella…
ANNA E’ proprio vero, e il risultato si è visto.
BEL Signora, vedo che anche lei ne è felice.
ANNA Lo credo bene. I nostri guai stanno per finire.
GIAN ( rimproverando ) Non esagerare ora. ( riprendendo il discorso) I suoi parenti son venuti qui da noi per chiedermi un consiglio. Io nel frattempo mi ero preparato.
BEL Ma che bravo…
ANNA Figuratevi che mio marito ha parlato per fino in latino.
GIAN C’ho detto che senz’altro uno spirito infernale si era insinuato nel corpo della fanciulla. Li ho anche convinti che il diavolo si impossessa di una persona anche per la colpa di altri. Per essere più credibile ho raccontato un fatto che ho letto in una novella di Machiavelli che mi ha raccontato quel mio amico.
ANNA Sì…sì… racconta.
GIAN “Un frate si era tenuto una giovane, vestita da fratino, per quattro anni, nella sua cella.”
BEL Questo è un fatto molto grave.
ANNA Infatti, è stato proprio quello che li ha convinti.
GIAN Mi hanno supplicato di visitare la giovane. Sono andato a casa loro. Dopo aver visto la giovane ho assicurato i parenti che le avrei tolto il maleficio.
ANNA (soddisfatta) E mio marito c’è riuscito.
BEL Complimenti.
GIAN Il signor Amidei per ricompensa mi ha dato una somma che mi ha permesso di comperare questo podere.
ANNA ( con gioia) Così non dovremo più riverire il nostro padrone: finalmente.
BEL Sarà felice, ora, signora. ( con finta ilarità) E’ stata presa da tanta felicità che a questo povero viandante non ha offerto nemmeno un goccio d’acqua.
ANNA Scusatemi. Corro a prendere una bottiglia di vino. (esce)
BEL ( serio a Gianmatteo) Tu sai perché son qui.
GIAN Immagino per dividere il premio.
BEL No di certo. Anzi. Io sono contento del tuo primo guadagno. Ma questo non è bastato a farti ricco. Quello stesso giorno ti dissi che sarei entrato nel corpo della figlia di Carlo che chiamano il re di Napoli, e che ne sarei uscito solo dopo il tuo consenso. ( cambiando tono sentendo giungere Anna) Ecco tua moglie.
(Anna entra con la bottiglia di vino ed i bicchieri e serve. Mentre bevono…)
GIAN ( alla moglie) Stavo raccontando al signor Rodrigo di quando siamo andati a Napoli. ANNA Oh … che bei giorni abbiamo passati. Che accoglienze ci hanno fatto. Una bella giovane come quella napoletana non l’avevo mai vista prima. Certo dopo che mio marito è riuscito ad allontanare da lei il diavolo, perché prima era proprio un demonio.
BEL Immagino. Le ragazze possedute dal Demonio non possono essere avvenenti.
GIAN Ho fatto dire qualche messa, poi ho fatto preparare una bella cerimonia di sicuro effetto…
ANNA …La ragazza come per incanto ritornò ad essere splendente come prima. Si figuri come i suoi parenti sono stati felici…
GIAN …Tanto da darci cinquanta milioni.
BEL E’ senz’altro una bella somma. Una somma che vi permetterà di vivere giorni felici senza più nessuna preoccupazione.
ANNA Oh… sì…sì…
BEL ( rivolto ad Anna ) Questo vino è eccellente, ma come dite voi “ruga un po’ allo stomaco” forse una stuzzichino…
ANNA Corro a prepararlo. (esce)
BEL ( a Gianmatteo molto seriamente) Hai visto Gianmatteo, che ciò che ti ho promesso ho mantenuto e ti ho fatto arricchire. Ora non ti sono più debitore e non ti debbo più nulla. Ecco il motivo per cui son venuto. Pertanto sarai soddisfatto e appagato ( imperativo) Non mi capitare più innanzi, perché, come ti ho fatto del bene ti potrò fare del male.
GIAN ( serio ed insinuante) Non credo che se ne avrò bisogno voi non mi aiutereste.
BEL Non mi far ripetere ciò che ti ho già detto.
GIAN Non pensate che io sappia delle cose sul vostro conto che se venissero a saperlo per voi sarebbero dolori?
BEL Ti stai comportando come un vero traditore. Mi meraviglio del tuo ardire nel ricattarmi.
GIAN Non esageriamo.
BEL … Non sei, ormai, ricco a sufficienza?
GIAN ( arrogante) La ricchezza non è mai sufficiente.
BEL Non provocarmi. Posso dimostrare a te e a chiunque altro quanta forza ed autorità posso avere . Non scordarti che potrei farti provare le pene dell’inferno.
GIAN ( borioso) Bum…!
BEL Ora me ne vado. Trova una scusa con tua moglie. (esce)
ANNA ( entra con gli stuzzichini, vede che non c’è Rodrigo) Ed il signor Rodrigo?
GIAN ( falsamente preoccupato Deve essersi invaghito di te. Forse in mia presenza non ha avuto il coraggio di salutarti. Ha preferito che lo faccia io.
ANNA (pensierosa) Ho notato che quando mi guardava sembrava che avesse gli occhi di uno spiritato. ( lusingandosi) Però che cara persona! Speriamo di rivederlo.
GIAN Spero proprio di no!
ANNA Perché… caro?
GIAN ( deciso ) Perché sono geloso!
ANNA ( falsa e ai sette cieli) Non dirmelo, tesoro. (esce portando il vassoio e sculettando)
GIAN ( impensierito) Ho un brutto presentimento.
(buio, per il tempo necessario alla prossima scena)
Scena ottava: Belfagor, Minosse.
(in una sola parte del palcoscenico illuminato si svolge la scena fra Belfagor e Minosse come se la stessa si svolgesse in altro luogo)
BEL (a Mino) Che piacere vederti.
MINO Da quando sei fuggito da casa è passato un po’ di tempo.
BEL Raccontami cos’è avvenuto nella nostra città.
MINO I tuoi creditori bussano ogni giorno alla tua porta per avere tue notizie. Notizie che tanto vorrebbe sentire anche tua moglie.
BEL E quali notizie.? Non certo sulla mia salute.
MINO Quella proprio no. Sai che per lei e la sua famiglia la nobiltà del casato è sacra. I creditori insistono per essere pagati. Tua moglie ti cerca per portarti dal notaio a firmare l’atto di vendita della tua villa, o quantomeno accendere un’ipoteca per tacitare i creditori. Naturalmente attribuisce la colpa dei tuoi debiti esclusivamente a te. Anche suo padre si comporta in un modo indecente. Dice peste e corna nei tuoi confronti.
BEL Me lo immagino.
MINO Figurati che già stava sistemando le altre sue tre figlie con fidanzati di tutto rispetto. Le famiglie dei fidanzati sentendo l’andazzo hanno minacciato i figli di diseredarli se non le avessero piantate.
BEL ( scoraggiato) Certo che mi son preso una bella gatta da pelare con la nostra Commissione.
MINO Lo puoi dire. La tua situazione è ancor peggio di quella che è stata riferita alla Commissione a proposito dei peccati degli uomini per opera delle mogli.
BEL Mi piacerebbe tanto vedere come si comporta mia moglie.
MINO Se non ci fosse da piangere, mi verrebbe da ridere.
BEL Perché?
MINO Sarebbe logico pensare che le sue amiche abbiano allontanato dalla loro compagnia tua moglie…
BEL Infatti…
MINO Invece la tengono per farsi beffa di lei. Il soggetto dei loro pettegolezzi è tua moglie. Lei ne soffre ma scarica la sua rabbia e impreca sul tuo nome.
BEL Che gioia non avermela fra i piedi!
MINO (cambiando tono) E tu come te la passi?
BEL Mi sto sdebitando con Gianmatteo e sua moglie per l’aiuto che mi hanno dato nascondendomi. Anzi: mi sono già sdebitato. Figurati che per non essere scoperto dai creditori Gianmatteo mi ha nascosto nel letamaio.
MINO ( con un sorriso) Pensa se venissero a saperlo i nostri colleghi? Come ti prenderebbero in giro… ( cambiando tono) Ma come ti sei sdebitato?
BEL Entro nelle persone, quelle diventano indemoniate. Con formule magiche Gianmatteo mi allontana dall’indemoniato ed incassa dai parenti.
MINO ( serio) Sai che devi comportarti come un uomo. Non puoi servirti dei nostri poteri infernali.
BEL Lo so, e ti prego di tenere il segreto.( cercando di sondare la disponibilità dell’amico) A proposito: se avessi bisogno di te per impersonare un individuo, posso contare sul tuo aiuto?
MINO Mi tiri nella tua infernale illegalità… ma ti sono amico…
BEL Grazie. Visto che la nostra amicizia è ferrea, oserei chiederti già adesso un grosso favore.
Tu sai che l’esosità dell’uomo, direi che è quasi infernale. Questo Gianmatteo, non contento dei benefici che ha avuto per opera mia, mi sa che non ne sia ancora soddisfatto . Voglio metterlo alla prova, in modo da togliermelo di torno per sempre.
MINO Come pensi di fare?
BEL Tu sai che il regno della Mafia è terreno fertile per noi. Tu sai, anche, che quelle persone non si arretrano certo davanti a situazioni che portano al delitto anche il più abbietto.
MINO Ciò è noto.
BEL Il Maligno si impossessa non già di loro, ma dei loro parenti e soprattutto delle figlie più ingenue. Non è questa una scelta leale, ma certo la più efficace. Dovresti incarnarti in uno di quei personaggi, a tua scelta, presentarti a quel mio ospite e proporgli, anzi, imporgli di esorcizzare la figlia del personaggio scelto nella quale io mi sarò materializzato già da tempo. Sappiamo che gestire il tempo per noi non è certo un problema.
MINO Mi stai chiedendo troppo! Spero, però, che tutto ciò serva per il tuo rapporto finale alla nostra Commissione. (sorridendo) Spero che apprezzerai la mia interpretazione. Ora ti lascio. “ Ad majora!” (esce)
( si spegne la luce su questa scena)
Scena nona: Gianmatteo, Anna, poi Minosse.
( Gianmatteo mentre entra in scena parla con la moglie che è fuori)
GIAN Io non so… come si fa ad essere così? Prima non avevamo una lira da far ballare una scimmia…ora non ci manca niente… e tu non sei mai contenta…
ANNA ( fuori scena ) Ce ne sono ancora delle cose che ci mancano?
GIAN E quali sarebbero?
ANNA ( entrando in scena) Il tuo ex padrone ha una villa al mare… perché non dobbiamo averla anche noi?
GIAN Ma cosa ti interessa il mare che non lo hai mai visto? Ah già… quando siamo andati a Napoli.
ANNA Si sente parlare tanto gli altri di viaggi… perché noi non dobbiamo toglierci quella soddisfazione.
GIAN Quella ce la possiamo togliere quando vogliamo. Il prete ne organizza tutte le estati…
ANNA ( sprezzante) Che bello andar via con il prete… andare con quelle “beghe” che ne hanno per tutte.
GIAN ( deciso) Insomma!... Io la voglio smettere. E’ un lavoro che proprio non mi piace!
ANNA Ce ne sono delle cose che non piacciono nemmeno a me… eppure le faccio.
GIAN E quali sarebbero?
ANNA Fare i mestieri di casa tutti i giorni. Mentre le altre signore vanno a caffè tutti i giorni perché hanno la cameriera che sbriga i lavori di casa..
GIAN ( falso) Vedere quegli indemoniati soffrire le pene dell’inferno…
ANNA Ma se non sanno nemmeno di essere possedute.
GIAN E non pensi che del loro stato non rimanga qualche cosa anche a me?
ANNA Una bella doccia e tutto passa.
GIAN Tu dì pure quello che vuoi… ma io voglio darci un taglio.
ANNA Ma che bravo! Prendi pure una decisione! Ma stai attento: o continui a portar a casa soldi o rimani solo in casa, perché io me ne vado.
GIAN E con che cosa vivresti?
ANNA Con quello che la legge impone al marito di mantenere alla moglie separata lo stesso livello di agiatezza che aveva durante il matrimonio.
GIAN E’ proprio vero che la ricchezza dà alla testa…
ANNA Veramente è la povertà che avvilisce.
GIAN Ma accontentati di quello che hai … e pensa alla salute…
ANNA Come mai non mi son mai accorta di che omuncolo ho per marito? ( sprezzante) Sai cosa ti dico? Mi fai pena.
GIAN Non sarà che anche tu hai bisogno di essere esorcizzata?
ANNA Ma va a farti friggere!
GIAN Mi sa tanto che tu hai il diavolo in corpo.
ANNA Ma piantala!
GIAN ( cambiando tono) Non sarà per quei grilli che ti passano per la mente? Il discorso che mi hai fatto a proposito del tuo (spezzante) signor Rodrigo…
ANNA Il signor Don Rodrigo me lo lasci stare!
(bussano alla porta)
ANNA Sarà meglio che vada a vedere chi c’è. ( esce )
MINO ( E’ vestito elegantemente da ricco mafioso. Da fuori scena, rivolto ai suoi scagnozzi.) Voi attendete qui fuori. E occhio alla penna! Che non siamo dalle nostre parti.
GIAN ( a disagio rivolto a Minosse ) Buon giorno… signore… Posso fare qualche cosa per voi?
MINO ( altezzoso) Se siete colui che cerco : sì. Siete un certo Gianmatteo Del Brica?
GIAN Per servirla.
MINO L’esorcista?
GIAN Modestamente… per servirla.
MINO ( rivolto ad Anna con fare arrogante) E lei chi sarebbe?
ANNA ( a disagio) La moglie di mio marito.
MINO ( divertito) Ah,,,si?
ANNA Scusatemi. ( indicando con il dito ) Sono sua moglie.
MINO Bene! State pure comodi! E’ inutile che tiriamo per le lunghe. Io sono della famiglia dei “Corleonesi” immagino che ne abbiate sentito parlare.
GIAN ( titubante) Sono i signori della Sicilia?
MINO Vedo che ha afferrato il concetto. Il mio principale è impegnato con la legge e non potendo venire di persona ha incaricato il suo luogotenente che sarei io.
GIAN Piacere…
MINO La figlia del mio principale risulta essere posseduta dal demonio. Almeno così ci hanno assicurato persone di indubbia fama ecclesiale. Ci siamo rivolti a diversi esorcisti , ma l’esito è stato negativo. Francamente abbiamo sentito grandi cose nei suoi riguardi.
GIAN Ne sono lusingato. ( cercando di andare ai ripari) Purtroppo in questo momento la mia salute non mi rende giustizia.
MINO ( deciso) Vedrà che si rimetterà quanto prima.
GIAN Magari…
MINO Come ripeto abbiamo sentito grandi cose su di lei.
GIAN Veramente qualche esorcismo è andato a buon fine, ma non sempre il risultato è soddisfacente.
ANNA ( rivolta al marito) Racconta al signore della giovane di Firenze e quella di Napoli.
MINO ( rivolto ad Anna) Ne siamo a conoscenza… signora… appunto… ecco perché sono qui.
GIAN A volte la natura del maleficio è così perfida che non sempre si riesce a vincere il demonio. A volte il Maligno non teme né minacce ne incanti e nemmeno alcuna religione.
MINO Non creda che io sia venuto qua sul continente per sentirmi dare un rifiuto.
GIAN ( impaurito) Pur di accontentarvi posso anche provare. Pur tuttavia nel caso io non ci riesca già da ora vi chiedo perdono.
MINO ( dispotico) Le assicuro che ci riuscirà.
GIAN Vorrei tanto sperarlo.
MINO Lei sa benissimo che una risposta negativa alla famiglia che io rappresento comporta una risoluzione totale al problema, tanto che lei non avrà più modo di rammaricarsi.
Credo di essermi spiegato a sufficienza.
GIAN Credo proprio di sì. ( preso da un certo pensiero, pausa lunga) Signore, come vi ho detto vi sono degli spiriti così maligni che è impossibile vincerli. Pertanto io voglio fare una nuova prova, che se riuscirà, il suo principale ed io ne saremo soddisfatti.. Se ciò non avverrà, potrete disporre di me e spero che abbiate compassione di me e della mia innocenza.
MINO Confido in lei, nei suoi poteri, e nel suo desiderio di stare in vita. Ora me ne vado. Naturalmente attendiamo che ci dica quando possiamo incontrarci.
GIAN Per essere più sicuri del buon esito direi che sarebbe opportuno che l’esorcismo avvenga qui da noi.
MINO Non è certo un problema.(rivolto alla signora) Signora la ossequio. ( al marito ) “Ad mayora”
GIAN Come diceva?
MINO (sorridendo) Ah… si. Arrivederci! (esce)
GIAN ( rivolto alla moglie) Se stava qui ancora un po’ svenivo.
ANNA (felice) Ti immagini la ricompensa?
GIAN Sono così impaurito che non ho nemmeno la forza per disprezzarti!
ANNA Fai ancora questo esorcismo e poi ti prometto che non ti tedierò più.
GIAN ( insinuante) Ma non mi hai detto che mi avresti lasciato?
ANNA ( scusandosi) Sai che a volte si dicono cose che non si pensano…
GIAN Vorrei ritornare ancora sul discorso del signor Rodrigo.
ANNA Che cosa c’entra lui ora?
GIAN C’entra.., c’entra…(deciso) Ora voglio metterti alla prova. Che tu per il signor Rodrigo abbia un debole , e mi limito a “debole” è indubbio. Voglio che di questa relazione che per ora è solo platonica, venga a conoscenza sua moglie.
ANNA Cosa c’entra sua moglie?
GIAN E voglio che avvenga in mia presenza. Voglio vedere se hai il coraggio di guardarla in faccia.
ANNA Ma che discorsi fai?
GIAN Sai da dove veniva Rodrigo, perciò puoi raggiungere sua moglie. ( deciso) E non scherzo!
ANNA Fai dei discorsi che non voglio proprio più sentire. Vado di là.
GIAN (fra sé) Un discorso così stupido e senza senso solo io potevo farlo…. Però …. (esce)
(buio )
Scena decima: Gianmatteo, Anna, poi Minosse e Belfagor.
(marito e moglie entrano in scena)
GIAN Quando è venuto il siciliano?
ANNA Sono già passati diversi giorni.
GIAN Aveva tanta fretta…
ANNA La Sicilia non è dietro l’angolo…
GIAN Come vorrei che fosse tutto finito.
ANNA Fra un po’ sono qui…
GIAN Sarà meglio che mettiamo un po’ in ordine.
ANNA Non è che ci siano da spostare grandi cose…
GIAN Quella è gente importante dobbiamo creare l’ambiente.
(mentre parlano portano fuori scena il tavolo lasciano qualche sedia a lato. Mettono qualche festone sulla credenza per creare un certo ambiente non certo consono all’esorcismo. Lo scopo di Gianmatteo è di ammorbidire Belfagor )
ANNA Perché non siamo andati là noi? Ci avrebbero ospitati in un bel albergo, magari per qualche giorno.
GIAN E’ proprio quello che non voglio. Prima se ne vanno meglio sto.
ANNA Hai dei dubbi sulla riuscita?
GIAN Certo che ne ho.
ANNA E’ sufficiente che tu faccia l’esorcismo che hai fatto a Napoli e Firenze.
GIAN Cosa ti fa pensare che sia lo stesso maligno?
ANNA Se non sarà lo stesso sarà della stessa congrega.
GIAN Bisognerebbe sapere il motivo per cui il diabolo si è incarnato nella giovane.
ANNA Non credo che la giovane risponda alle tue domande, ma quel signore che l’accompagna dovrebbe essere informato. Glielo chiederai.
GIAN A volte rimpiango la nostra serena povertà.
ANNA Non dire stupidaggini. Se tutto va bene compreremo una villa al mare.
GIAN E se tutto va male potrai fare una bella vedovanza.
ANNA Non esagerare…
GIAN Mi sembra che sia stato molto chiaro il mafioso.
ANNA Se ne dicono delle cose…
GIAN … E se ne fanno anche.
( fuori scena si sente il sopraggiungere di diverse persone )
ANNA Sono già arrivati.
GIAN Intanto che io vado a riceverli tu vai a prendere l’olio e la stola.
(escono entrambi)
( entra per primo Gianmatteo seguito da Minosse naturalmente nei panni del mafioso. Minosse spinge la sedia a rotelle sulla quale sta Rodrigo truccato e vestito da donna)
BEL ( guardandosi attorno, fra sé) Che cosa ha pensato di fare questo villano. Crede di farmi paura con questa messa in scena? Non sa, forse, che io sono abituato a vedere le cerimonie del Cielo e dell’Inferno? Io lo punirò comunque!
ANNA ( entra con olio e stuoia e si avvicina al marito) (stupita, al marito sottovoce)) Ma le ragazze dell’altra volta non erano brutte come questa.
GIAN Ciò ti dimostra quanto grave sia il maleficio.
ANNA Beh… ma sai che… ha una faccia …
(Gianmatteo spinge la sedia a rotelle in mezzo alla stanza rivolta verso il pubblico)
GIAN (rivolgendosi a Mino) Temo che sia un’impresa disperata…(indossa la stola)
MINO La consiglio di riuscirci.
GIAN Dovrei fare qualche domanda.
MINO La faccia alla ragazza.
GIAN Ma parla?
MINO Dipende.
GIAN ( rivolgendosi a Bel) Il tuo none è forse: Satana, Lucifero, Belzebub, Asmodeo, Zabulon?
BEL ( in malo modo sprezzante con voce un poco alterata ) Per te sono colui che ti punirà per la tua presunzione.
GIAN ( a Mino) La sua risposta è vaga. Vorrei sapere il motivo per cui il maligno si è impossessato della giovane.
MINO Abbiamo dovuto giustiziare un “ monello” che faceva le bizze.
GIAN Un fanciullo?
MINO Un cafone che aveva deciso di non pagare più il pizzo. Si è rivolto alla legge quel temerario. Sua madre che è una fattucchiera ha maledetto il mio principale. La maledizione si è riversata sulla figlia.
( Gianmatteo parlerà alla ragazza standole alle spalle in modo da essere visto dal pubblico così pure Minosse)
GIAN (a Bel) Diavolo malefico dov’è la tua giustizia?
BEL E’ inutile che tu la tiri per le lunghe…
GIAN Il padre dovevi punire!
MINO Il padre è un protetto da un violaceo.
GIAN Capisco.
BEL (a Gian) Perché la fai tanto lunga?
(Gian va a prendere l’olio e con il pollice cerca di ungere la fronte di Bel. Bel con una mano allontana quella di Gian e con l’altra colpisce la boccetta dell’olio che cade a terra)
BEL (a Gian) Così cadrà la tua testa!
GIAN ( a Bel) Abbandona questa creatura e vai ad incatenarti nel deserto.
BEL Quanto sei stupido misero contadino. Nel deserto dovrei andare ad incatenarmi…? Guarda tua moglie piuttosto!
(Anna che era seduta su una sedia a lato si muove come un’indemoniata)
BEL ( indicando Anna) Se proprio vuoi mi posso trasferire là per sempre.
GIAN ( a Bel) Non ti sembra di essere monotono nelle tue minacce?
BEL E a te non sembra di essere un ottuso nel non convincerti che ti posso distruggere?
GIAN ( con rassegnazione) Santo spirito malefico: fammi una grazia è l’ultima che ti chiedo.
BEL Hai voluto andare in bicicletta… ora pedale immondo traditore.
MINO ( che ha seguito tutta la scena, rivolto a Gianmatteo) Non vorrei interferire nel suo esorcismo… Mi sembra di aver constatato nei precedenti esorcismi fatti dai suoi colleghi un loro comportamento un po’ più prepotente, ferreo. Lei nei confronti della Mala mi sembra un novizio. Noi siamo molto più risoluti. Visto che è un diavolo lo tratti come tale.
GIAN ( a Minosse) E’ questa una tecnica nuova che vorrei sperimentare.
MINO ( a Gianmatteo allontanandolo dalla carrozzella) Lasci che provi io. ( si avvicina alla carrozzella e rivolgendosi alla ragazza con decisione) Spirito immondo: con chi credi di aver a che fare. Non credere che noi siamo dei pappa molli come questo qui ( indica Gianmatteo ) Se non ti decidi di abbandonare questa fanciulla ti convinco io. ( gli da due notevoli ceffoni)
BEL ( stupito rivolto a Minosse quasi in privato) Beh… ma stai dando i numeri… queste sono sberle infernali.
MINO ( impacciato ed in privato) Scusami ma mi son fatto prendere dalla parte.
BEL Ti stai comportando come un gran attore convinto.
( Gianmatteo ritorna dietro Belfagor)
BEL (a Gianmatteo ) Tu credi di averla pensata giusta! Cosa credi di ottenere con tutti questi inutili apparati? Credi di sottrarti dalla mia collera e dalla Mafia? Villano, ribaldo io ti farò pentire di essere nato.
GIAN Vattene e lasciami in pace. Non costringermi ad essere un “umano”!
(fuori scena si sente un vociferare di persone))
( tutti si rivolgono verso il fondo della platea. Entra Onesta)
(queste ultime battute debbono essere chiaramente sentite dal pubblico)
ONESTA ( grida) RODRIGO!
BEL ( chiede a Gianmatteo) Chi mi ha chiamato?!
GIAN ( cinico) E’ tua moglie che ti chiama.
BEL Delinquente! ( si alza dalla sedia e fugge)( tuoni e fulmini per creare patos)
(Buio il tempo necessario perché una fanciulla, con gli stessi vestiti di Belfago, vada a sedersi, al posto di Belfagor, sulla sedia a rotelle)
GIAN (dopo che Belfagor è fuggito e si sono riaccese le luci) Non sai ,forse, che l’uomo ne sa una più del diavolo?!!!
FANCIULLA ( va ad abbracciare Minosse) Mi sento rinata! Portami da mio papà!
GIAN ( rivolto al pubblico) Questo era l’unico modo per togliermi quel diavolaccio dalle scatole!
MINOSSE ( al pubblico) Belfagor raggiungerà l’Inferno dove dopo aver consegnato il suo rapporto alla Commissione degli inferi vivrà sereno e felice.
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Cala il sipario
Casalmaggiore, lì 24/ gennaio/ 2010. Domenica. Ore 17,28 sereno e freddo.
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