17 minuti

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RICCARDO LEONELLI

17 MINUTI

ATTO UNICO

DEPOSITATO SIAE IL 19/01/2018

CODICE OPERA …

 

PERSONAGGI

ROMINA SPADA

NADA RUSSO

LUCA MAZZARELLA

SAVERIO AMATO

FLAVIO VENEZIANO

LAURA SPADA

AMIN

SCENA 1

Buio. Una scritta bianca su fondale nero: SABATO MATTINA.

Luce in assolvenza sulla sinistra. Siamo in un'aula scolastica: quattro banchi e quattro sedie rivolti verso una cattedra in fondo alla scena. Tre studenti entrano in scena, uno per volta, in quest'ordine: NADA, carina, irresponsabile, mondana, con una gonna molto corta e degli occhiali da sole, entra ridendo col cellulare in mano; SAVERIO, belloccio, superficiale, un po' gradasso, entra scattandosi dei selfie in pose da culturista; ROMINA, una ragazza carina, responsabile, sognatrice, entra di fretta e subito inizia a ripassare la lezione di filosofia.

NADA Romi.

ROMINA Eh.

NADA L'hai visto il mio whatsapp?

ROMINA Che?

NADA Il whatsapp che ti ho inviato.

ROMINA No.

NADA Guardalo.

ROMINA Aspè...

ROMINA cerca nella tasca del suo zaino.

NADA Allora?

ROMINA Mi dai il tempo?

NADA Un bradipo è più reattivo.

ROMINA estrae il cellulare.

NADA Allora?

ROMINA Beh?

NADA Come ti sembra?

ROMINA Un bamboccio.

NADA Che ti sei fumata stamattina, crack avariato?

ROMINA Sigarette senza filtro.

NADA Ma l'hai visto bene?

ROMINA Un secondo e mezzo è fin troppo.

NADA Oddio...

Il suono di un'altra notifica.

ROMINA Mmm...

NADA E lui, lo conosci?

ROMINA Dovrei?

NADA Devi! È nella top five degli strafichi dello scientifico.

ROMINA E sarebbe?

NADA Ludovico Motta. Capra.

ROMINA Mmm. Un uomo senza sopracciglia.

NADA Non è che non ce le ha, se le rasa.

ROMINA E con due occhiaie del genere ha il coraggio di farsi le sopracciglia?

NADA Ma quali occhiaie, cretina! Quello è ombretto.

ROMINA Stai scherzando?

NADA No, Tutankamon. Si chiama moda. Tendenza. Fashion.

ROMINA Sì sì.

NADA non demorde. Altra notifica.

ROMINA Mi stai spammando.

NADA Allora?

ROMINA Devo ripassare!

NADA sfila il libro di mano a ROMINA.

NADA E guardalo!

ROMINA Che scassaminchia.

NADA Beh?

ROMINA La brutta copia di mio cugino.

NADA Cioè... tu hai un cugino così e non me lo hai mai presentato?

ROMINA E ti credo, gli voglio bene.

NADA Sei un'infame.

ROMINA Tanto vive a Londra.

NADA Hanno inventato gli aerei, lo sapevi?

ROMINA Ma tu non eri quella che aveva il terrore di volare?

NADA Per uno così m'imbottisco di sonniferi e chi s'è visto s'è visto.

SAVERIO si volta e s'inserisce nella discussione.

SAVERIO Allora sei zoccola dentro.

NADA A to soru.

SAVERIO Su, parliamone.

NADA Il treno è passato da un pezzo, bello mio.

SAVERIO Ah, sì? Non me ne sono accorto.

NADA Si vede che eri troppo impegnato a salire su altri vagoni.

SAVERIO Ma al momento sono sulla banchina.

NADA E allora buttati sulle rotaie, ché arrivo.

SAVERIO Uuuhh... come mi piacciono le ragazze determinate.

SAVERIO abbraccia NADA da dietro. Lei sembra non disdegnare troppo.

NADA Chi te l'ha data tutta questa confidenza, Amato?

SAVERIO Nessuno. Me la prendo e basta.

NADA E levati!

NADA si libera dall'abbraccio di SAVERIO, ma le sfugge un sorriso.

SAVERIO Che permalosa.

NADA Sparati.

ROMINA Con due colpi, però.

SAVERIO manda un sonoro bacio in direzione delle due ragazze, poi torna a scattarsi selfie.

NADA E come si chiama, Romi?

ROMINA Chi?

NADA Mio nonno... tuo cugino.

ROMINA Ancora! Senti, Nada, devo ripassare Kant. Ridammi il libro.

NADA Non se ne parla, finché non me lo dici.

In quel momento arriva trafelato, LUCA. Un ragazzo carino e un po' goffo, curato, fuori moda, pulito, d'animo onesto.

SAVERIO Ecco il bisnonno! Ben arrivato. Cos'è, hai perso la diligenza anche stamattina?

LUCA Scooter ingolfato.

NADA Eccolo, quello che fa per te.

ROMINA Mi stai rompendo.

NADA  Allora, questo nome?

ROMINA Walter. Contenta? Ridammi il libro, adesso.

NADA Okkey...

NADA sta per restituire il libro a ROMINA, ma all'ultimo momento se lo riprende.

NADA Sicura che è il suo vero nome?

ROMINA Cavolo, Nada! Il mio libro!

In quel momento entra il Professore di Storia e Filosofia, FLAVIO VENEZIANO. Vestito elegante, ma con la cravatta allentata. Un uomo di bell'aspetto, dall'aria furba, sorniona e dalla notevole parlantina.

VENEZIANO Ragazza, se ti serve un libro di testo, i tuoi colleghi possono avviare una raccolta fondi. Siete d'accordo a privarvi di euro cinque cadauno per garantire il diritto all'istruzione di una compagna meno fortunata di voi?

ROMINA, SAVERIO, LUCA E VOCI F.C. Nooo!

VENEZIANO Ti ha detto male, ragazza. Io ci ho provato.

NADA Sono Russo, Prof. Nada.

VENEZIANO Nada Russo, certo. Come dimenticarmene.

VENEZIANO lancia un'eloquente occhiata alle gambe accavallate di NADA. Senza neanche togliersi la giacca, VENEZIANO estrae rapidamente il suo pc dalla valigetta e controlla il registro elettronico. Intanto ROMINA sfila il suo libro dalle mani di NADA e riprende a ripassare da dove era rimasta. LUCA si rivolge a ROMINA.

LUCA Agitata?

ROMINA Tu che ne pensi?

LUCA Oggi non interroga.

ROMINA E chi te l'ha detto?

LUCA Te lo dico io. Ha chiamato giovedì.

ROMINA Deve interrogare ancora più di metà classe. E tra venti giorni finisce l'anno.

LUCA Lo so, lo so. Anch'io ho ripassato. Ma oggi mi sento che non chiama. Fidati.

ROMINA Sarà.

VENEZIANO Mazzarella Luca. Alla cattedra.

SAVERIO scoppia a ridere. A NADA sfugge un sorrisetto, anche se sembra disinteressarsi della faccenda. ROMINA nasconde la testa nel libro non sapendo se piangere o ridere. LUCA alza gli occhi al cielo, ma non si muove.

VENEZIANO Mazzarella Luca. Non farmi venire a prenderti con la forza, ragazzo. Anche perché non so chi sei.

SAVERIO (Ride) Ah, ah, ah. Bella questa, prof!

VENEZIANO Grazie, Alberti.

SAVERIO Amato, Prof.

ROMINA Siamo a metà maggio e questo non ha ancora imparato i nostri nomi.

NADA Il mio se l'è ricordato.

ROMINA S'è ricordato della tua minigonna, più che altro.

VENEZIANO Mazzarella Luca.

LUCA Eccomi, Professore.

LUCA si alza e raggiunge lentamente la cattedra.

VENEZIANO Che occhi gonfi. Hai dormito?

LUCA Non molto, a dire il vero.

VENEZIANO Male. Alla vostra età il sonno è prezioso almeno quanto i videogiochi. Se non dormi non vinci.

SAVERIO (Ridendo e voltandosi verso NADA) Guarda, guarda... adesso lo svernicia.

NADA Ecchissene?

ROMINA State zitti, per favore.

NADA Ti dispiace per il tuo amichetto?

VENEZIANO Allora, Mazzarino. Alla cattedra.

LUCA Ci sono, Professore.

VENEZIANO Bravo. Faccia pulita, camicia stirata, pantalone regolare. Sulle scarpe avrei qualcosa da ridire.... ma, d'altronde, non si può pretendere la perfezione. Bene, vieni qui.

VENEZIANO si alza e indica a LUCA il suo posto. Stupore generale.

SAVERIO Noo. Ma che fa?

LUCA Lì, Professore?

VENEZIANO Te l'ho detto, alla cattedra. Io devo assentarmi per qualche minuto. Purtroppo ho un grave problema familiare che non posso esentarmi dal risolvere. Mazzarello prenderà il mio posto.

SAVERIO Quest'uomo è il mio mito.

NADA (Sogghignando) Sta fuori come un balcone.

VENEZIANO Usa il mio libro, tieni. Fatevi un bel ripassone generale di Hegel e la prossima volta ne riparliamo davanti a una Marlboro in cortile, intesi?

NADA (Alzando la mano) Il professor Ferrara ha detto che la prossima volta che ci costringe a fumare lo riferisce al Preside.

VENEZIANO Ferrara è rimasto al secolo scorso, poverino.

SAVERIO ...Prof, io l'ho sentito dire anche che lei è una persona infantile e che... travasa la realtà...

LUCA Travisa, semmai...

SAVERIO Vabbeh è uguale, bisnonno.

VENEZIANO Come mai Ferrara non me le dice in faccia queste cose?

NADA Ha detto che lo farà al prossimo Collegio dei Docenti.

VENEZIANO Benissimo, non vedo l'ora. Ho anch'io qualche cosetta da dire sul suo parrucchino beige.

NADA e SAVERIO ridono.

ROMINA Professore, mi scusi.

VENEZIANO Chi è?

ROMINA Romina Spada.

VENEZIANO Spada, Spada. Questo nome non mi è nuovo. Qualche parente nei Carabinieri?

ROMINA Direi di no.

VENEZIANO Meglio così. Dimmi, veloce.

ROMINA Siamo ancora a Kant. Hegel non l'abbiamo neppure cominciato.

VENEZIANO E che diamine, però, ragazzi! Siete indietro.

SAVERIO Vabbeh, Prof, può iniziare Mazzarella a parlarci di Hegel. Gli ha dato il suo libro. Non sarà poi così difficile...

ROMINA Idiota.

LUCA Chi?

VENEZIANO Mi sembra un'idea nient'affatto male. Bravo...

SAVERIO ...Amato. Ma le può chiamarmi Saverio, Prof.

VENEZIANO Saverio Amato. Perché i tuoi compagni non hanno il tuo stesso spirito d'iniziativa?

SAVERIO Perché il top è il top.

NADA (Gli dà una spinta) Ma vattene...

VENEZIANO Ricordami che ti devo dare un nove prima o poi, ragazzo. E tu, Mozzarella, fatti rispettare mi raccomando. Io purtroppo devo risolvere questa bega con il condominio.

NADA Ma non era un problema familiare?

VENEZIANO Entrambe le cose. Il capo condomino è mia sorella.

NADA Aah.

Intanto SAVERIO e NADA si alzano e si mettono a fotografare LUCA alla cattedra. Suoni di BIP in sottofondo. ROMINA si passa le mani tra i capelli e osserva LUCA sconsolata.

VENEZIANO Bene. Noi ci vediamo la prossima volta... che sarebbe... mercoledì alla quinta, giusto?

NADA Mercoledì alla quinta c'è religione. Io me la squaglio.

ROMINA Lunedì, professore. Terza ora.

VENEZIANO Così presto? Tempus fugit... Bene, vi voglio svegli e preparati allora. Parcheggiate Kant e partite con Hegel. Vi lascio nelle forti braccia di Mozzarella. Adios muchachi.

Suoni di notifiche e BIP BIP vari. VENEZIANO esce a destra mentre la luce lo accompagna in un altro ambiente.

SCENA 2

L'aula e i ragazzi sono scomparsi. Un divano rivolto verso il proscenio occupa il centro della scena. Davanti ad esso un tavolinetto. VENEZIANO chiama.

VENEZIANO Eccomi, ci sei?

Nessuna risposta. Si sente solo lo scrosciare dell'acqua di una doccia. VENEZIANO si toglie la giacca e la getta sul divano. Poggia la valigetta in terra, poi si siede e inizia a slacciarsi le scarpe.

VENEZIANO Minchia, ma che sei già sotto la doccia?

VENEZIANO si sfila le scarpe, afferra il telecomando e accende un televisore fuori scena. Voci di speaker in sottofondo. VENEZIANO è su di giri e nervosamente sgranocchia delle noccioline poste in un piattino sul tavolinetto. Durante il monologo che segue inizia a spogliarsi, dando, di tanto in tanto, delle occhiate verso il bagno. Parla a voce molto alta per sovrastare i suoni di sottofondo.

VENEZIANO No, non puoi capire che traffico c'era. Ho bruciato tre semafori per arrivare in tempo. E nonostante tutto sai quanto ci ho messo? 17 minuti. Ti rendi conto? 17 minuti dalla scuola a qui. Un'eternità! E poi il Preside che non voleva lasciarmi andar via... Gli ho detto che sarei mancato giusto per un'oretta e quello giù a parlare... “Eh, però, insomma, così manca di rispetto agli altri professori che sono sempre precisi...” “Ho un grave motivo personale, Preside!” “Non ce l'aveva anche la settimana scorsa?” “Sì, ma questo è più grave.” “Più grave dell'artrite reumatoide di sua sorella?”  Minchia, se rimanevo un secondo di più, quello grave diventava lui! Comunque... per sbrigarmi ad arrivare qua, al semaforo di Viale Teracati per poco non investo una bimba con sua madre. Anzi no. Una carrozzina con sua madre. Perché poteva essere anche vuota, per quanto ne so. Una carrozzina nuova di pacca. Tutta rosa. Pensa che guaio se l'avessi centrata. No, tu immagina una strisciata di vernice rosa sul cofano del mio suv bianco. Un disastro. Comunque, grazie ai miei riflessi, l'ho schivata. Ma la signora non l'ha mica presa nel verso giusto. Io ho tirato dritto, naturalmente, non avevo il tempo di mettermi a discutere. Lei stava bene. La carrozzina stava bene. La bimba, ammesso che ci fosse, stava bene. Ma quella, lo sai che ha fatto? Prima s'è messa a inveirmi contro – e ti risparmio le volgarità che sono uscite da quella bocca – poi m'è corsa dietro come un'indiavolata. Ti dico, pareva Bolt. Ce l'avrò avuta nello specchietto per quasi duecento metri. Coi capelli alla Marge Simpson, la faccia paonazza, i denti buttati in bocca a caso... poveraccio il marito. Ah, ovviamente, per mettere in atto questo colpo di genio, la signora ha mollato la carrozzina in mezzo alla strada. E certo, sopra le strisce. Con le macchine che le sfrecciavano di qua e di là... Ma ti rendi conto? Una carrozzina appena spacchettata, rosa sfavillante, magari pure con una figlia dentro! A questa gente glieli dovrebbero sequestrare i figli, altroché! E invece grazie al solito, ridicolo paradosso italiano, la Domenica pomeriggio queste stesse madri vanno da Barbara d'Urso a raccontare all'indignato popolo italiano che due zingare sono sbucate dal nulla e gli hanno scippato la figlia dalla carrozzina. Razziste!! Vergognatevi!... 17 minuti ci ho messo... Un'eternità. (Guardandosi in uno specchio immaginario, in canotta e pantaloni) Però... che fisico mostruoso! Preparati, che è in arrivo il Bronzo di Riace...

VENEZIANO esce a destra. Suoni TV e doccia sfumano.

Buio.

SCENA 3

Buio.

Rumori di clacson mentre divano, banchi, sedie e cattedra escono di scena.

Dei palazzi vengono proiettati sullo sfondo.

Luce al centro del proscenio. Una giovane donna in tailleur blu, l'Ispettore di Polizia LAURA SPADA, sta parlando al cellulare.

LAURA ...Allora, Caruso, ascoltami bene: di questa cosa te ne devi occupare tu... Eh, non lo so, chiedi un favore a Mortellaro, che di tempo ne ha parecchio. Sì... non è così difficile, basta contare fino a tre prima di parlare. Potete farlo anche lunedì mattina, vedete voi. Io non ho proprio tempo, stanotte ho i controlli... sì...

Nel frattempo, da destra è entrato VENEZIANO. È di ottimo umore, canticchia e si allaccia la cravatta, ma ha ancora la camicia fuori dai calzoni. Vede LAURA, nota che è una bella donna e tira fuori un pettinino. Continuando a canticchiare si aggiusta i capelli verso il pubblico.

LAURA ...No, non se ne parla. Non posso lasciare mia figlia da sola anche domani, mio marito è fuori per lavoro tutto il week-end...

VENEZIANO sorride dopo quest'ultima frase. Continua ad ascoltare aspettando il momento giusto per attaccare bottone. LAURA lo vede, poi nota qualcosa fuori quinta alla sua destra.

LAURA ...A proposito, Caruso, chiama un carro attrezzi e digli di venire davanti al Tribunale. C'è un'auto parcheggiata sopra due spazi riservati ai disabili. In diagonale. E con una gomma sopa al marciapiede. Un suv bianco.

VENEZIANO cambia completamente atteggiamento e fa due passi indietro.

LAURA La targa è DE636DM... Me ne frego se è la macchina di qualche giudice, Caruso. Eh?... certo che non ha il talloncino, altrimenti perché te l'avrei detto? Sveglia, Caruso, sveglia!

VENEZIANO finge noncuranza e inizia a fischiettare con le mani in tasca.

LAURA ...Caruso, fai una cosa di giorno, ché io devo tornare in ufficio (Controlla l'orologio).

LAURA ora si sposta sulla destra palco e VENEZIANO, sempre fischiettando, guadagna la sinistra per avvicinarsi alla sua auto fuori quinta. Tira fuori le chiavi e controlla che LAURA se ne vada.

LAURA ...Ah, aspetta un po'...

LAURA torna indietro come a ricontrollare qualcosa e digita qualcosa sul suo cellulare. VENEZIANO fa subito marcia indietro.

LAURA  Appunto. Assicurazione scaduta. No, Caruso, non la mia! Quella del suv bianco. Ho cercato nel database e l'assicurazione risulta scaduta...

VENEZIANO rincula ancora e tira fuori il suo Iphone, fingendo di avere una chiamata da fare. LAURA lo nota  e s'insospettisce.

LAURA Caruso, ti devo lasciare... ti richiamo io.

VENEZIANO (Fingendo di parlare con qualcuno) ...Come? No, no, sono a piedi. Non prendo mai la macchina di sabato mattina. Mi va di fare due passi, sì... di respirare un po' d'aria pulita...

VENEZIANO inspira a pieni polmoni mentre sentiamo dei clacson in sottofondo.

VENEZIANO (Inspirando) Aaaahhh!! Va bene, fai presto, però. Intanto io vado a immergermi... nella natura. Ciao, ciao.

LAURA Mi scusi.

VENEZIANO Dice a me?

LAURA Sì, signore.

VENEZIANO Allora è il mio giorno fortunato.

LAURA In che senso?

VENEZIANO (Sorridendo) Non mi capita spesso di essere fermato per la strada da una così bella signora. (Le tende la mano) Professor Flavio Veneziano.

LAURA Sì, sì, la conosco.

VENEZIANO Ah, lei mi conosce? Non posso che essere lusingato quando la mia fama mi precede. Nel mio piccolo, s'intende... Lei, invece, è la signora...?

LAURA Ispettore Spada.

VENEZIANO Incantato.

LAURA tende la sua mano e VENEZIANO fa un baciamano con mezzo inchino.

LAURA Sì, grazie. Senta, è sua, quell'auto?

VENEZIANO Auto? Quale auto?

LAURA Il suv bianco parcheggiata in diagonale sopra gli spazi dei disabili.

VENEZIANO Ci mancherebbe altro. Sono a piedi.

LAURA Ah. Meglio così, allora.

VENEZIANO Tra l'altro, abito qui a due passi.

LAURA Bene.

VENEZIANO Davanti al Parco Robinson.

LAURA Alla faccia dei due passi. È dall'altra parte della città.

VENEZIANO Non sa quanto amo passeggiare di sabato mattina.

LAURA Oggi fanno 38 gradi all'ombra.

VENEZIANO E che sarà mai? Ieri erano 40.

LAURA Contento lei.

VENEZIANO Ti mantiene giovane.

LAURA Se sopravvivi.

VENEZIANO (Ride) Ah, ah, ah! Spiritosissima.

LAURA Beh, comunque sono d'accordo con lei. Meglio farsela a piedi, piuttosto che parcheggiare occupando due posti riservati ai disabili. (Pausa) In diagonale. (Pausa) Con una gomma sopra al marciapiede. (Pausa) Non trova?

VENEZIANO Avrà avuto fretta.

LAURA Prego?

VENEZIANO Inciviltà pura. Totale mancanza di senso civico.

LAURA Quindi non ha niente in contrario se la faccio rimuovere.

VENEZIANO Macché, scherza? Deve. Oggigiorno non c'è più rispetto. Prenda me, ad esempio. Lei mi conosce, quindi sa già che insegno nella scuola pubblica da più di vent'anni. Ebbene, ne ho viste tante. Ma tante. Di cotte e di crude. Eppure, mai come oggi, mi capita di assistere alle scempiaggini più clamorose. Pensi che solo per far capire ai ragazzi che a scuola si entra in orario, non si fuma nei gabinetti e bisogna presentarsi in classe vestiti con decenza è un'impresa a dir poco... titanica!

LAURA Sì, ne ho un'idea.

VENEZIANO I nostri ragazzi non conoscono più la parola rispetto.

LAURA Chissà che la colpa non sia anche nostra.

VENEZIANO Ah, no no. Questa è una scusa bell'e buona. Con tutto il rispetto, naturalmente.

LAURA Io trovo invece che dire ai ragazzi che sono sbandati, perché noi adulti non siamo in grado di educarli, sia una scusa ben più grossa. Con tutto il rispetto.

VENEZIANO e LAURA restano al loro posto. Si sorridono falsamente l'un l'altra. VENEZIANO sbircia in direzione dell'auto e si avvicina centimetro dopo centimetro, ma ogni volta che LAURA si gira a guardarlo, finge nonchalance. La cosa si ripete tre volte, poi LAURA parla.

LAURA Ha bisogno di qualcosa?

VENEZIANO Io? No no, sono a posto.

LAURA Non voleva fare due passi con la frescura estiva?

VENEZIANO Infatti infatti, fra poco.

LAURA Aspetta qualcuno?

VENEZIANO La mia compagna... ma come al solito è in ritardo.

LAURA Noi donne amiamo tanto farci desiderare.

VENEZIANO Già. E lei aspetta qualcuno?

LAURA Il carro attrezzi.

VENEZIANO Scappo. Queste sono le ore migliori per farsi una corsetta.

LAURA Buon viaggio.

LAURA osserva VENEZIANO uscire di corsa e sorride soddisfatta verso la quinta. Poi cerca in giro con lo sguardo, estrae il cellulare e chiama.

LAURA …Caruso, io devo andare dal Prefetto, arriva o no questo carro attrezzi?... Un po' di pazienza un corno! (Guarda l'orologio) Sono già 17 minuti che aspetto. In 17 minuti io sono lavata, vestita, truccata, ho preso il caffè, fatto la spesa e sono di nuovo a casa, hai capito?... E senza che ti metti a cercare, il proprietario del suv si chiama Flavio Veneziano, è il professore di Storia di mia figlia. Mi chiedo come possa aver avuto la cattedra, visto che gli altri insegnanti sono impeccabili. Un pallone gonfiato. E pure rimbambito. È un anno che vado ai suoi ricevimenti tutti i martedì e ancora non mi riconosce. Ma vedrai che da oggi in poi la mia faccia non se la scorderà più. Garantito.

Buio.

SCENA 4

Scritta sul fondale: SABATO POMERIGGIO.

Nel buio sale la telecronaca di una partita di calcio: si tratta di un videogioco.

La luce sale lentamente scoprendo LUCA e SAVERIO seduti a giocare alla Play Station. Un boato del pubblico e un gol segnato dalla squadra di SAVERIO, che si alza e grida a squarciagola con le braccia alzate.

SAVERIO Goooooooool!!! Goooooooooooool!!! Gol! Gol! Gol!

LUCA Ho capito, hai segnato...

SAVERIO Gollasso! golgolgol! Gooooooollll!

LUCA Hai fatto gol. Bravo.

SAVERIO Supergol! Megarete! Memorabile insaccata! Incornata micidiale! Missile terra aria in... reteeeeee!!!

LUCA Possiamo riprendere?

SAVERIO ignora LUCA e inizia una danza intorno al divano, è incontenibile. LUCA si rassegna e attende pazientemente che il suo amico concluda.

SAVERIO Uuuh! Hobisogno di un drink very strong. Che hai da offrirmi?

LUCA Acqua frizzante, thè al limone o cedrata Tassoni.

SAVERIO Cedrata Tassoni? Scherzi?

LUCA Perché?

SAVERIO La beveva u' ziu Carmelu.

LUCA E chi è?

SAVERIO Uno che è morto un secolo fa.

LUCA Beh? Aveva il palato sottile.

SAVERIO Sei proprio un bisnonno... Oh oh oh! Che cazzo fai, giochi sporco? Comunque io parlavo di un drink serio.

LUCA C'è il vino in cartone del mio patrigno.

SAVERIO Bleah... Oppure?

LUCA Oppure te ne scendi al bar qui sotto e ordini quello che ti pare.

SAVERIO Minchia, lavori in un pub e non ti porti a casa niente?

LUCA Guarda che qualsiasi cosa prendo me la fanno pagare.

SAVERIO Ovvio, se tu gliela chiedi... Io dico quando non ti vede nessuno... track! Bravo corri, più veloce, vai...

LUCA ...Che cavolo, la mia squadra fa schifo!

SAVERIO E perché te la sei presa?

LUCA Ma se me l'hai consigliata tu!

SAVERIO Beh, visto che sei un latinista, il Pro Patria mi sembrava la squadra perfetta.

LUCA Io, è la prima volta che la sento nominare...

SAVERIO Perché, tu capisci qualcosa di calcio?

LUCA Più o meno come tu capisci di Platone.

SAVERIO E allora fidati, no. Pro Patria. Ti ci sta un guanto.

LUCA See vabbeh. La tua squadra mi sembra un tantino più forte.

SAVERIO Ma chi, il Barcellona? Naaa. Vuoi mettere il trito e ritrito Lionel Messi con un più frizzante... (Legge il nome del calciatore sullo schermo) ...Francesco Filomeno?

LUCA Nooo... ma hai visto? Mi ha tirato in tribuna, quest'imbecille...

LUCA inizia a spazientirsi e sbatte il joypad sul divano.

SAVERIO Oh, piano, bisnonno! Del tuo divano me ne frego, ma se mi rompi il joypad ti rompo la minchia...

LUCA Non funziona questo coso, non funziona...

SAVERIO ...Il problema non è il joypad, sei tu che sei lento. Se vuoi stare al passo coi tempi devi essere veloce... scattante! Zac zac zac! Oh! A proposito, mi sono preso la moto nuova, te l'ho detto?

LUCA Quella che costava un occhio?

SAVERIO Quella. A mio padre, gli ho fatto una testa tanta, ma alla fine ha mollato. È una potenza. Da zero a cento in 3,8 secondi. Velocità massima 218 km orari.

LUCA 218 km orari? E dove cavolo ci devi andare?

SAVERIO A casa di tua sorella.

LUCA See see. Tanto finché non prendi la patente A2 mica la puoi guidare.

SAVERIO (Emette un suono nasale tipo pulsante elettronico) Gneee!!! Sbagliato.

LUCA In che senso?

SAVERIO Già presa, bisnonno.

LUCA Ma quando? Se un mese fa non ce l'avevi...

SAVERIO E adesso ce l'ho. Mica solo i secchioni sono capaci a studiare, sai?

LUCA Ah. Quindi, tu hai studiato.

SAVERIO Ovvio.

SAVERIO e LUCA continuano la partita, mentre LUCA osserva SAVERIO. Ci pensa su ancora un po', finché non gli fa una domanda.

LUCA Per caso, ti ricordi chi ha vinto il Moto GP di San Marino nel... 2007?

SAVERIO Ovvio: Stoner, col tempo di 1:33 e 9. Secondo Rossi, terzo Hayden. Tutti distanziati da una manciata di centesimi. Gran Premio micidiale, cazzo.

LUCA Mm. E nel 2009?

SAVERIO Cazzata. Valentino, seguito da Lorenzo a 2 secondi e 40 centesimi. Terzo Pedrosa a un giorno di distanza...

LUCA Mm. Qual'è la capitale del Belgio?

SAVERIO Reggio Calabria? Beyrut? Machemminchia me ne fotte...

LUCA commenta con un'espressione che è tutto un programma.

SAVERIO Oh, bisnonno a proposito, alle nove mi vedo con Manta. C'ha dello sbargiulo fresco fresco. Ti unisci?

LUCA Non posso, lo sai. Stasera lavoro.

Buio su LUCA e luce su SAVERIO.

SAVERIO Lavoro e studio. Studio e lavoro. Minchia che palle... (Butta il joypad sul divano) O magari no. Magari il bisnonno ha ragione. Ti fai una canna per stare allegro, per essere felice, ma che felicità è alla fine? Una felicità che dura? Nemmeno un po'. (Prende la chitarra e inizia ad arpeggiare ALBACHIARA) Una gioia effimera. Adesso c'è. Tra un'ora non c'è più... (Interrompe l'arpeggio di colpo) Ma vaffanculo al bisnonno e alla sua filosofia. A me la vita sta bene così, sono giovane, sono fico, c'ho una moto da urlo. Chissenefrega. Domani si vedrà... (VITA SPERICOLATA)

Buio.

SCENA 5

La notifica di un cellulare. Sullo schermo viene proiettato il testo di un sms, la cui scritta dice:

Ciao amore, come va lì? Io non torno per cena, devo fare nottata...

Sale la luce gradualmente. Vediamo ROMINA seduta sul divano a fare i compiti, mentre solleva il cellulare per rispondere al sms.

Qui tutto ok, don't worry. stasera vado al pub con nada, va bene?

Non fate tardi. P.s. Se guidi tu non serve che ti dica di non bere, vero???

Certo capo 🙂 🙂 🙂 buon lavoro. tvb.

Tvb anch'io. Sei la mia perla preziosa, sai?

Luce piena.

ROMINA inizia a ripetere la lezione di Biologia. Da fuori scena udiamo la voce di NADA.

ROMINA Allora... ero rimasta ai lipidi. Ok...

NADA Romina!

ROMINA …Dunque, i lipidi sono costituiti da lunghe.... Un attimo! Da lunghe catene di atomi di carbonio...

NADA Rominaaa...

NADA ...Idrogeno e ossigeno... Ho detto: un attimo!!

NADA Romiiii! Ma ci sei?

ROMINA alza gli occhi al cielo. Si tappa le orecchie con le mani e continua a ripetere.

Da sinistra entra NADA, ha delle cuffie enormi ed è acchittatissima: trucco eccessivo, gonna corta e maglietta che le strizza i fianchi, tacchi talmente alti da non riuscire a stare in piedi. Si atteggia, balla, prende delle pose, inciampa. Il tutto mentre ROMINA non si accorge di nulla. NADA chiede qualcosa a ROMINA senza guardarla, ma specchiandosi fuori quinta.

ROMINA ...Gli acidi grassi sono acidi carbossilici a lunga catena...

NADA Romi, secondo te questa maglia mi fa i fianchi grossi?

ROMINA ...Dunque, le sostanze lipidiche ricche di acidi grassi saturi sono solide a temperatura ambiente...

NADA ...Ti sembra che mi stringe troppo? Romi, che dici? Come ti sembro?

ROMINA (Cercando di non perdere il filo) Va da sé, quindi, che in questo specifico caso la sostanza si chiami...

NADA (Togliendosi le cuffie) ...Non ti ho sentito, Romi, come ti sembro?

ROMINA (Sbottando) ...Grassa!

NADA sbianca. Prende a guardarsi ed entra in crisi. Balbetta.

ROMINA ...La sostanza grassa, difatti, è importantissima...

NADA (Tra sé) ...S-sono... grassa?!

ROMINA si alza in piedi col libro in mano e continua a ripetere sempre più energicamente.

ROMINA ...Poiché proprio i grassi sono considerati i principali responsabili del dilagare di obesità e malattie cardiovascolari.

NADA è sull'orlo del pianto. Si tocca dappertutto come a volersi coprire. Va a destra poi si ferma e va a sinistra. Non sa più che fare.

NADA (Delira fra sé) Sono grassa... Sono malata... che devo fare?

ROMINA (Le fa cenno di aspettare adesso col sorriso sulle labbra) ...Alcuni medici consigliano uno o più digiuni prolungati...

NADA  Aaah! Gli arancini!!!

NADA cade a corpo morto sul divano semi-svenuta. ROMINA conclude la sua arringa biologico-salutistica.

ROMINA ...Mentre secondo altri basterebbe una maggiore moderazione e uno stile di vita più sano.

Finalmente ROMINA si accorge di NADA.

ROMINA E adesso che hai?

NADA ...Sono grassa... sono obesa... sono malata...

ROMINA Ma che, vaneggi?

NADA Non vedrò più MasterChef, lo giuro... Basta cannoli, basta caponata, basta pane e panelle, prometto...

ROMINA Nada! Nada...

NADA ...Ma gli arancini, no! Gli arancini noooo!!!

ROMINA Questa delira... aspetta che vado a prenderti un po' d'acqua e zucchero...

NADA Nooo!!!

ROMINA Oddio!

NADA Solo acqua. Niente zucchero.

ROMINA Va bene, va bene... (Allontanandosi) è andata...

ROMINA esce a sinistra, mentre NADA cerca di riprendersi. Si solleva un po' sul divano e si ricompone. Nota sul tavolinetto il cellulare di ROMINA. Non riesce a contenere la sua curiosità e inizia a leggere i suoi sms. ROMINA torna col bicchiere in mano, non vista da NADA, poi le si avvicina da dietro e le fa prendere uno spavento.

ROMINA Ti serve qualcosa?

NADA Aaah!!

ROMINA Hai bisogno di qualcosa?

NADA Bedda matre, mi hai fatto prendere un colpo...

ROMINA Tieni. (Le porge il bicchiere) Attenta a non strozzarti.

NADA Grazie.

ROMINA (Le toglie dalle mani il telefono) Ti interessa il mio cellulare?

NADA No... controllavo solo quanta memoria avevi...

ROMINA Come no. Un pacchetto di affari tuoi mai, eh?

NADA Dai, su. Non c'è niente di cui vergognarsi.

ROMINA Vorrei vedere, di che dovrei vergognarmi?

NADA Del fatto che ti whatsappi con cosetto... coso... bisnonno.

ROMINA Si chiama Luca.

NADA Ah, giusto, Luca. Scusa, Romi.

ROMINA Prego.

NADA Luca Mazzarella. Detto il bisnonno.

ROMINA incenerisce con lo sguardo NADA, che subito si mette sulla difensiva.

NADA Scusa, scusa, scusa. Stavo scherzando, d'altronde, sei tu che poco fa mi ha dato della grassa, obesa, malata...

ROMINA ...E ficcanaso!

NADA Beh, questo è un complimento, sono la regina del gossip. E comunque non c'è niente di male, in fin dei conti, è sempre un essere di genere maschile.

ROMINA Sì, sì, poi ne parliamo. Adesso lasciami in pace, ché devo ripetere le ulti...

NADA afferra il libro di ROMINA e lo fa volare fuori quinta. Silenzio.

NADA (Sorridendo) È sabato pomeriggio.

ROMINA Ti ricordo che lunedì abbiamo interrogazione di Biologia e la Di Mauro è una professoressa vera, non come Veneziano.

NADA  Ma se sono tutti uguali, per piacere...

ROMINA Uguali? Veneziano e la Di Mauro sono uguali? La Di Mauro è una che arriva in classe all'orario prestabilito, ti spiega la lezione chiaramente, interroga tutti allo stesso modo senza fare distinzioni di sesso o di abbigliamento e se hai un problema ti sta pure a sentire, pensa un po'.

NADA  E chi se ne frega. I miei problemi me li tengo per me.

ROMINA E fai male. I professori servono anche a questo, mica solo a mettirti un sette, un otto, un sei e mezzo...

NADA …Un quattro!

ROMINA Ma se non studi mai, cosa pretendi?

NADA  Il sei politico. Altrimenti gli scateno contro tutti i genitori nella chat di gruppo della classe. Ti ricordi l'ultima volta che casino che hanno combinato i genitori di Licata?

ROMINA Sì... e il padre di Mango ricomincia a bestemmiare in chat...

NADA  Giusto! Me ne ero dimenticata... Ah ah ah! (ride)

ROMINA Non mi sembra la soluzione migliore.

NADA Oddio, mi sembri mia nonna... Va bene niente chat. Ti prometto che domani studiamo insieme tutto il pomeriggio, ok? Ma ora vatti a preparare, ché tra due ore dobbiamo uscire.

NADA prende la sua trousse per i trucchi e inizia a darsi una sistemata. ROMINA sbuffa, poi si alza dal divano un po' svogliata.

ROMINA Perché, così non vado bene?

NADA (Scandendo le parole) Dob-bia-mo usc-ire. Vi-ta so-cia-le. Comprendi? Non facciamo pizza e birra io e te davanti al caminetto. Fila.

ROMINA E allora? Un po' di tacco, un filo di trucco...

NADA E ROMINA ...E la mia solita giacchina di pelle!

NADA Che noia! E datti una ringiovanita. Ma ti sei resa conto della concorrenza che c'è, là fuori? I maschi vogliono una che li fa uscire di testa. Una diversa dalla solita picciotta acqua e sapone. Cioè, vogliono una che li saprebbe... che li sapesse...

ROMINA ...Che li sappia.

NADA Brava! Una che li sappia far sballare, capito?

ROMINA Vuoi dire una come te?

NADA Precisa!

ROMINA Me ne frego di quello che vogliono certi maschi.

NADA smette di truccarsi e lentamente si volta verso ROMINA.

NADA Anche i bisnonni vogliono una come me. È solo che ancora non lo sanno.

ROMINA Non credo proprio.

NADA Sei sicura?

ROMINA Ci scommetto la testa.

NADA Che coraggio.

ROMINA Puoi dirlo forte. (Si alza in piedi infervorandosi gradualmente) Non ho mai creduto a questa banalizzazione dei sentimenti. A questa divisione manichea che vorrebbe tutte le donne frivole e tutti gli uomini depravati. Luca è diverso, non è mica come gli altri. Di sicuro non è come Saverio. Quello ha un cervello di forma triangolare... Luca non è mica come i suoi stupidi compagni. È uno pulito, l'ho visto come mi guarda durante la ricreazione. È un ragazzo sincero... educato... puro. È uno che...

NADA mostra a ROMINA una foto sul suo smartphone.

ROMINA ...Che stronzo! E questa, quando gliel'hai scattata?

NADA Ieri mattina alla quarta.

ROMINA Ma guardalo come... con che occhi... bastardo!!

NADA Ma è un puro.

ROMINA Di chi è il culo che sta fissando?

NADA Manuela Caputo. Una ginnasiale.

ROMINA Anche pedofilo. Quel brutto pezzo di...

NADA ...Ma non era un puro?

ROMINA ...Sì, un puro minchione! Altroché! Questa me la paga...

NADA E perché? Mica state insieme?

ROMINA E ci mancherebbe.

NADA Ah, tra l'altro li ho visti chiacchierare insieme all'uscita. Lui sembrava molto preso. Ma tu eri già andata via...

ROMINA Non me ne frega un emerito! Chiaro?

NADA Dai, non ti scaldare, Romi. (Un sorriso falso e compiaciuto) Te l'avevo detto che vogliono tutti la stessa cosa.

Buio su NADA.

ROMINA resta sotto un fascio di luce sagomata.

ROMINA Lo sai? A volte mi sembra di vivere chiusa in un involucro. Un involucro stretto e caldo, da cui non mi va più di uscire. Come una perla chiusa dentro a un'ostrica. Le persone dicono che sono bella, che sono preziosa, che sono importante. Eppure nessuno mi vuole. Nemmeno tu. Ho provato a cambiare ma non ci riesco. Io sono così. E là fuori il mondo fa paura... Il più bello dei mari è quello che non navigammo... che stupida... volevo dedicarti una poesia di Hikmet. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. È una poesia piccola che parla di cose grandi mai accadute. E che forse mai accadranno. Mi piaceva pensare che le avremmo vissute insieme. E quello che avrei voluto dirti di più bello... me lo sono dimenticato.

Buio.

SCENA 6

SABATO SERA.

Controluce su cambio scena. Un pub, entrano qualche sgabello e due tavolinetti.

Da destra entra SAVERIO che balla sulle note di MARIA SALVADOR, tiene in mano un casco integrale. È pallidissimo, ha due occhiaie enormi e si aggiusta i pantaloni. Raggiunge un tavolinetto e vi poggia sopra una cartina, del fumo e del tabacco. Si guarda intorno e non vede nessuno. Poggia il casco a terra e inizia a leccare la cartina. Entra LUCA da destra con un vassoio in mano e il grembiule da cameriere, lavora in quel locale.

LUCA si dirige verso SAVERIO.

LUCA Che minchia stai facendo?

SAVERIO Non si vede? Rullo.

LUCA Spero sia una sigaretta.

SAVERIO Eh...!

LUCA Savè, non pigliarmi per il culo.

SAVERIO Tranquillo, fratello... tranquillo.

LUCA Ma che, sei fatto?

SAVERIO Si dice “hai” fatto. “Che hai fatto?” Verbo intransitivo...

LUCA Siamo a posto.

SAVERIO Stavolta Manta si è superato. Mi ha dato uno sbargiulo... (Fa il gesto del bacio con lo schiocco) Smack!

LUCA Senti, non voglio problemi. Se passa il padrone, io non ti conosco.

SAVERIO Va bene, va bene. Il bisnonno non mi conosce... (Tra sé) Ma io conosco a lui! Eh, eh, eh!...

LUCA esce di quinta piuttosto contrariato. Poco dopo, dal fondo a sinistra entra VENEZIANO. Parla al cellulare, ha due grandi occhiali da sole, una camicia fiorata e dei jeans scuri; un look molto giovanile.

VENEZIANO ...Guardi, sono in metropolitana, la linea è disturbata... s'interrompe... Mi dispiace, non la sento... pronto? Dobbiamo risentirci... No, non la sento! I miei omaggi!

VENEZIANO chiude la chiamata e manda a quel paese il suo interlocutore. Si siede a un tavolinetto e inizia a consultare il menù. Sembra avere fretta, è molto frenetico. Ogni tanto tira su col naso. Inizia a scrivere sul suo Iphone. Forse ha già bevuto qualche drink. A un certo punto, SAVERIO lo nota, riconoscendolo. Quindi mette in tasca la canna in tutta fretta e si avvicina al suo professore, un po' intimidito e sempre sotto l'effetto della cannabis.

SAVERIO Prof... ma è lei?

VENEZIANO Io sono io. E tu sei tu?

SAVERIO Certo, Prof, sono io.

VENEZIANO Ottimo. Siamo io e te, allora.

SAVERIO Forte!

VENEZIANO E hai anche un nome?

SAVERIO Amato, Prof. Saverio. Ci siamo visti stamattina.

VENEZIANO Il bidello del secondo piano?

SAVERIO Saverio Amato, Prof. Terza C. Mi deve mettere un nove prima o poi, si ricorda?

VENEZIANO Amato! Ma certo, come no? Vieni vieni. Accomodati.

SAVERIO Ma non è che aspetta qualcuno?

VENEZIANO Magari. Libero come l'aria.

SAVERIO Come se la passa?

VENEZIANO Tu come ti sentiresti dopo aver sganciato 230 euro per multa e carro attrezzi?

SAVERIO Ahia. Deve averla fatta grossa.

VENEZIANO Macché! Cinque minuti in doppia fila. Questi pezzenti...

SAVERIO Minchia, addirittura il carro attrezzi...

VENEZIANO Ovvio, hanno riconosciuto la macchina. Una soffiata. Non sai cosa non fanno le invidie in questo buco di città, ragazzo.

SAVERIO Mi dispiace, Prof.

VENEZIANO Sapessi a me.

Un silenzio.

SAVERIO Fica la cover del suo Iphone.

VENEZIANO L'ho fatta venire apposta dal Giappone. Pezzo unico.

SAVERIO Noo. Sul serio?

VENEZIANO Ti sembro uno che scherza?

SAVERIO No, no. Lo sa, è un onore averla qui. Non l'ho mai vista in questo locale.

VENEZIANO E mai più mi ci vedrai. Come si dice “Siamo solo di passaggio.”

SAVERIO Le piace Battiato?

VENEZIANO No, preferisco le femmine.

SAVERIO non coglie la battuta e rimane in silenzio.

VENEZIANO Era una battuta, Amato.

SAVERIO Ah, ah, ah... mi scusi, non l'avevo capita.

VENEZIANO Catturo un paio di Pokemon e me ne vado.

SAVERIO Ah, sì. L'ho scaricata anch'io, quell'App. È fenomenale.

VENEZIANO Che hai lì?

SAVERIO Dove?

VENEZIANO Nella tasca dei pantaloni. Lì. Dove ti stai toccando in continuazione.

SAVERIO Ah, qui. Niente... giocavo a pallone... uno strappo.

VENEZIANO Bravo. Fai fare due strappi anche a me, allora.

SAVERIO In che senso?

VENEZIANO Dai, mica sono nato ieri. Cos'è, spinello o marjuana?

SAVERIO Minchia, prof... ma lei è un grande!

VENEZIANO Vecchio, vorrai dire... Cameriere!! Ma non c'è nessuno a servire in questo posto?

SAVERIO Sì, che c'è... ma arriva sempre troppo tardi.

VENEZIANO Allora? Lo sganci o no, questo fumo?

SAVERIO Come no, come no. Un minuto solo.

SAVERIO fa dei gesti rallentati, la cannabis sta facendo il suo corso.

VENEZIANO Fa effetto, eh? Ah ah ah! Roba buona.

SAVERIO Pazzesca, Prof...

VENEZIANO Bravo, fammene una... Camerieree!!! Veloce però, eh.

SAVERIO In un lampo!

Entra LUCA da destra con il taccuino delle ordinazioni. Quando riconosce VENEZIANO resta di stucco. SAVERIO rolla la canna.

VENEZIANO Oh, menomale! Ragazzo mio, dov'eri finito? Stavo per chiamare il 113...

LUCA Mi scusi. Ero in cucina.

VENEZIANO Bravo. Hai un viso familiare. Ti conosco?

SAVERIO Eh eh...

LUCA (Sovrastando la voce di SAVERIO) Non credo, signore.

VENEZIANO Professore, ragazzo.

LUCA Mi scusi.

VENEZIANO Prego prego. Allora, portaci... (A SAVERIO) Oh, oh, oh! Non fare lo spilorcio con quel fumo... (A LUCA) Dunque, dicevo.... portaci... una bionda media per il mio amico qui... (A SAVERIO) Sei maggiorenne, no?

SAVERIO ...E ultravaccinato!

VENEZIANO (A LUCA) ...E un whisky on the rocks per me. Veloce, ché devo scappare.

LUCA ...Va bene. Le porto anche qualcosa da stuzzicare?

VENEZIANO Se hai un'amichetta, volentieri.

LUCA Prego?

SAVERIO (Dando una pacca sulla spalla di LUCA) È una battuta, idiota!

VENEZIANO Per niente. Sono serissimo.

SAVERIO Ah beh, allora è arrivato un po' presto, Prof. La vita qui non comincia prima di un'ora e mezza.

VENEZIANO Che peccato. Ma voi siete giovani. E i vecchi come me per le quattro devono essere a letto.

Di nuovo SAVERIO non capisce la battuta e resta muto. Poi improvvisamente esplode in una risata rumorosissima.

SAVERIO Ah, ah, ah! (Guarda LUCA che non ride e gli dà un'altra violenta pacca sulla spalla) E ridi, bisnonno!

VENEZIANO Senti, quanto c'è da aspettare per un hamburger con patatine?

LUCA Beh... calcolando che al momento lei è l'unico cliente e la cucina è in apertura, suppongo che il nostro cuoco Amin possa preparaglielo in più o meno... 17 minuti.

SAVERIO Minchia... una scheggia questo Amin! Ah ah ah!

VENEZIANO Tra 17 minuti sarò già dall'altra parte della città, ragazzo. Che se lo mangi lui.

LUCA Riferirò.

VENEZIANO Sei ancora qui? Pedalare!

LUCA esce con l'ordinazione.

VENEZIANO Un po' addormentato, eh.

SAVERIO Il bisnonno è il bisnonno.

VENEZIANO E' amico tuo?

SAVERIO Una cosa del genere... Senta, Prof, le posso rivelare un segreto?

VENEZIANO Se ci tieni.

SAVERIO Da adulto voglio diventare come lei.

VENEZIANO Guarda che non sono né ricco né famoso.

SAVERIO Sì, ma lei è uno forte. È uno che sa prendere la vita... nel modo giusto, secondo me.

VENEZIANO Ah, sì? E come la prenderei?

SAVERIO Di petto. Lei se ne frega di tutto. Se ne frega della scuola, se ne frega delle regole, se ne frega delle lezioni...

VENEZIANO Se è per questo me ne frego anche di voi.

SAVERIO Ah, ah, ah! Genio!

VENEZIANO È pronta questa canna?

SAVERIO Sì, sì, quasi... quando stamattina ha fatto venire Mazzarella alla cattedra, mi sono piegato in due... Ah, ah, ah!

VENEZIANO Ecco, chi è il cameriere... Mozzarella. Mi pareva una faccia conosciuta.

SAVERIO Lei non è come gli altri professori.

VENEZIANO Ah, no?

SAVERIO Lei non ci fa una testa così come gli altri, sul fatto che dobbiamo studiare e bla bla bla. E poi non s'incazza se diciamo parolacce o se veniamo in classe impreparati.

VENEZIANO L'uomo deve adeguarsi. I tempi cambiano e bisogna stare al passo con loro.

SAVERIO Essere sempre più veloci. Reattivi. Senza fermarsi mai. Zac zac zac!

SAVERIO fa cadere un po' di fumo per fare questo gesto.

VENEZIANO Sì, ma stai attento...

SAVERIO Scusi, prof. È che voglio stare al passo coi tempi.

VENEZIANO Bravo. Così sarai sempre un vincente.

SAVERIO Lei è diverso, Prof. Lei è nostro amico.

VENEZIANO Mmm. Già. Perché Mozzarella ha fatto finta di non conoscermi, secondo te?

SAVERIO Bah. Perché è un idiota.

Un silenzio. SAVERIO ha finito la canna e la tiene sospesa in aria. Guarda VENEZIANO tra l'imbarazzo e l'ammirazione, mentre l'altro si sente solo a disagio. VENEZIANO tira su col naso. Poi parla.

VENEZIANO Allora, me la fai accendere questa canna o te la tieni tutta per te?

SAVERIO Macché, se la vuole fumare qui?

VENEZIANO Vedi scritto da qualche parte “Vietato fumare spinelli”?

SAVERIO Lei spacca, Prof. Spacca!

VENEZIANO Basta con questo Prof, chiamami Flavio. E dammi del tu.

SAVERIO Grazie.

VENEZIANO E dammi la canna.

SAVERIO Certo certo. Tieni! Tu spacchi, Fla'!

SAVERIO consegna la canna a VENEZIANO, poi lo fa accendere. In quel momento torna LUCA con il vassoio pieno. Lo poggia sul tavolino e cerca di scacciare il fumo denso della canna di VENEZIANO.

LUCA Ecco, la bionda per te. E il whisky con ghiaccio per lei.

VENEZIANO Mozzarella, perché hai fatto finta di non conoscermi, prima?

LUCA Non volevo disturbarla. Devo chiederle di spegnere... la sigaretta, Professore.

SAVERIO Ma che cazzo dici? Non dargli retta, Flavio. È un demente.

VENEZIANO No no, Mozzarella ha ragione. Esistono delle regole nella vita. E lui è uno che le rispetta.

LUCA Ci provo.

VENEZIANO Bravo Mozzarella. Tu sei un sano futuro in un presente malato.

Mentre SAVERIO assiste alla scena, si percepisce chiaramente la sua invidia nei confronti di LUCA. Ma VENEZIANO continua a fumare come se niente fosse.

LUCA Scusi, Professore. Posso farle una domanda?

VENEZIANO Se ti va.

LUCA Se è così come dice, perché non si ricorda il mio nome?

SAVERIO Che domanda idiota...

VENEZIANO I nomi non servono a niente. Ciò che conta è la persona. L'individuo.

LUCA Quindi lei mi conosce?

VENEZIANO Certamente. Così come conosco tutti i miei studenti. E come conosco il mio amico, qui. Sandro.

SAVERIO Saverio, Fla'. Saverio Amato.

LUCA Ma che ti frega? Flavio ti conosce benissimo. Sa bene chi sei, anche se non si ricorda il tuo nome.

VENEZIANO Vedo che hai capito al volo, ragazzo.

LUCA Lui sa cosa ci vuole per te. È un educatore. Giusto, Professor Veneziano?

VENEZIANO Giustissimo.

LUCA E' che i suoi colleghi sono antichi. Quelli pretendono ancora che studiamo sui libri di testo, invece di farci due chiacchiere davanti a una bella Marlboro.

VENEZIANO Adesso non tirare troppo la corda, ragazzo.

LUCA Perché? Io sto elogiando i suoi metodi educativi.

In quel mentre compaiono NADA e ROMINA da sinistra. Sono in tiro e pesantemente truccate. ROMINA forse un po' troppo per i suoi standard. LUCA continua a provocare VENEZIANO.

VENEZIANO Sei più intelligente di quel che sembri.

LUCA Ma evidentemente sono ancora poco chiaro, visto che sta ancora fumando.

VENEZIANO Che coraggio, per essere uno che si chiama Mozzarella.

LUCA I miei compagni delle elementari mi chiamavano Mozzarella. Devo dedurre che il suo quoziente intellettivo sia pari al loro?

SAVERIO Oh, oh, bisnonno ma che sei fuori?

LUCA Fra noi tre sono l'unico sano, se non te ne fossi accorto.

VENEZIANO (Inspirando il fumo e parlando a denti stretti) Ragazzo mio, è meglio per te che te ne vai a nanna.

Cut

Un lungo momento di tensione, poi VENEZIANO ride e tracanna il suo whisky, tutto d'un sorso. Allora si alza dal suo sgabello e lascia i soldi sul tavolino. NADA e ROMINA osservano la scena dal fondo senza capire bene cosa stia accadendo.

SAVERIO Flavio, che fai? Te ne vai così presto?

VENEZIANO Ho già perso troppo tempo con voi ragazzini. Devo fare altri giri.

SAVERIO Posso venire con te?

VENEZIANO Non credo. Sono cose da adulti. Stai attento che nessuno spacchi il grugno al tuo amichetto, potrebbe trovare qualcuno meno paziente di me. Ci si becca a scuola. (Guadagnando l'uscita) Ah, e grazie per la...

VENEZIANO indica la canna, poi saluta SAVERIO come fanno i giovani tra loro. Esce.

SAVERIO sembra averla presa male. Resta in silenzio voltato verso la porta. LUCA invece è soddisfatto e recupera i soldi dal tavolino. ROMINA osserva LUCA senza capire cosa sia successo. È molto arrabbiata con lui, ma non può fare a meno di guardarlo con ammirazione. Non sa bene cosa fare, se salutarlo o fare finta di niente. NADA invece è curiosissima.

NADA Ci siamo perse qualcosa? 

LUCA Niente d'importante.

SAVERIO si volta improvvisamente verso LUCA e si slancia verso di lui barcollando.

SAVERIO Brutto pezzo di...

LUCA riesce a spostarsi e SAVERIO quasi cade a terra. L'effetto del fumo non gli permette di essere lucido. NADA si fa scudo dietro ROMINA, ha paura.

NADA Saverio, che fai?

LUCA Stai calmo, d'accordo? Che cavolo ti è preso?

SAVERIO Tu non capisci niente. Credi di sapere tutto e invece non capisci un cazzo!

NADA (A ROMINA) Romi... ma è fatto secondo te?

ROMINA Tu che dici?

LUCA Datti una calmata, Savè. Ti porto un po' d'acqua, che ti schiarisce le idee.

SAVERIO Bevitela tu, bisnonno. Insieme a quella merda di cedrata. Povero disperato di un cameriere...

Questa frase fa male a LUCA. SAVERIO torna al tavolino e si beve la birra quasi tutta d'un sorso, imitando VENEZIANO. NADA, preoccupata per SAVERIO, gli si avvicina.

NADA Saverio. Savi...

SAVERIO E tu che vuoi?

NADA Sono Nada, Savi.

SAVERIO Lo so che sei Nada, mi sono fatto una canna, mica sono cieco? Ma che cazzo vi credete, tutti? Di essere meglio di me?

NADA No, no... è solo che sei un po'...

ROMINA Sballato.

SAVERIO Io almeno ho il coraggio di viverla questa vita. Al contrario di quello là, che si caca sotto pure a farsi uno spinello.

LUCA Punti di vista.

NADA Savi, dai, non ti arrabbiare. (Gli accarezza la testa)

SAVERIO E levati! (Liberandosi di NADA)

SAVERIO si allontana e si calma un attimo, poi riflette un secondo e finisce la sua birra.

SAVERIO Io vado a farmi un giro con la moto nuova. Qualcuno vuol venire con me?

Silenzio. ROMINA si volta da un'altra parte, mentre NADA sembra affascinata dall'idea.

ROMINA Che imbecille.

LUCA Sei fatto. E tra un minuto sarai anche ubriaco.

SAVERIO Ecco le chiavi. (Le mostra) Allora, chi viene?

LUCA Se ti vuoi ammazzare, accomodati, ma vacci da solo.

SAVERIO 218 Km all'ora. Da zero a cento in 3,8 secondi.

NADA (A ROMINA) Non lo posso mandare in giro così. (A SAVERIO) Vengo io.

ROMINA Nada!

NADA Bisnonno, le fai compagnia tu in macchina? Scusa, Romi.

ROMINA Nada, torna qui, per favore!

SAVERIO Il treno non era passato da un pezzo?

NADA Ma questa è una moto, scemo! Di che colore è?...

I due escono ridendo. ROMINA è in totale imbarazzo, così come LUCA. Sono soli nel locale.

LUCA Bella seratina, eh?

ROMINA (Sostenuta) Infatti.

LUCA Stai bene?

ROMINA Una meraviglia.

LUCA Sicura?

ROMINA Sono preoccupata per Nada.

LUCA È adulta. Può decidere da sola.

ROMINA Non è vero che è adulta.

LUCA Sei la sua balia?

ROMINA Non sono fatti tuoi.

LUCA Hai ragione.

ROMINA Bravo.

Pausa.

LUCA C'è qualcosa che mi devi dire?

ROMINA Non devi lavorare?

LUCA (Facendo un mezzo giro su se stesso a braccia aperte) Vedi altri clienti, a parte te?

ROMINA Potrebbero arrivare da un momento all'altro.

LUCA C'è l'anticipo di campionato stasera.

ROMINA Magari hanno bisogno di te in cucina.

Pausa.

LUCA Ok, sputa il rospo.

ROMINA Non ho rospi da sputare.

LUCA E invece sì. Perché ce l'hai con me?

ROMINA Con te? E chi ci pensa a te.

LUCA Ah no?

ROMINA No.

Pausa.

LUCA Grazie.

ROMINA Ti sei montato la testa?

LUCA Sì, forse. Avevo capito male. Ti lascio in pace.

LUCA se ne va uscendo da destra. ROMINA resta sola pentendosi subito di quello che ha appena detto. Non sa che fare, si dirige verso l'uscita a sinistra, ma poi si ferma. Torna indietro e va a sedersi al tavolino in proscenio. Guarda a destra e a sinistra, poi guarda fuori quinta. Si alza e lentamente si avvicina alla porta della cucina. Con finta indifferenza si sporge, finché non vede LUCA e di corsa torna a sedersi al tavolino. Rientra LUCA.

LUCA Ancora qui?

ROMINA Ho sete. Mi andava di bere qualcosa.

LUCA Da sola?

ROMINA Avevo compagnia quando sono arrivata.

LUCA Capisco.

ROMINA Già.

LUCA Se vuoi, posso fartela io.

Pausa.

ROMINA Se non ti secca.

LUCA Beh, un po' sì.

ROMINA Brutto...

LUCA (Alza le mani in gesto di difesa) Ah ah ah! Basta insulti. Me ne sono presi abbastanza stasera.

ROMINA Cafone.

LUCA Va bene, questo lo posso accettare.

LUCA prende uno sgabello da un altro tavolino e si siede accanto a ROMINA.

ROMINA Cosa è successo prima?

LUCA Con Veneziano?

ROMINA Sì.

LUCA Era un po' sballato anche lui.

ROMINA Quello è sballato di mattina. Figuriamoci la sera.

I due si guardano un attimo e scoppiano a ridere.

LUCA Eh, eh! È vero.

Un silenzio.

LUCA Adesso posso chiederti perché ce l'hai con me?

ROMINA Chiedimelo.

LUCA Romina, perché ce l'hai con me?

ROMINA Perché oggi pomeriggio ho visto una foto in cui guardavi il culetto di una ragazzina.

LUCA (In difficoltà) Ma chi... io?

ROMINA Con due occhi così!

LUCA Ma sei sicura che ero io?

ROMINA Sicurissima.

LUCA E dove hai visto... questa foto?

ROMINA Sul cellulare di Nada.

LUCA Ma... secondo me...?

ROMINA Eri tu, bisnonno. Non ci piove.

LUCA Beeh, forse stavo...

ROMINA Niente forse, sicuro.

LUCA Ok ok. Quindi a te dispiace, questa cosa?

ROMINA A me? Scherzi? È un problema tuo, perché...

LUCA ...Perché?

ROMINA ...Perché se tu sei... se fai... insomma...

LUCA ...Perché non hai mai visto come guardo il tuo.

ROMINA resta di stucco. Sorride fra sé, ma poi si autocensura e rovescia la birra di SAVERIO addosso a LUCA. Poi nasconde le mani sotto al tavolino e si vergogna.

ROMINA Oddio, scusa!

LUCA (Completamente fradicio) Aahahh...

ROMINA Scusa scusa, non volevo... mi è partito... così!

LUCA Minchia, e pensare che volevo rimanere astemio stasera...

ROMINA Vado a prenderti un asciugamano, un panno in cucina...

LUCA No, non serve... (Prende dei fazzolettini dalla tasca)

ROMINA Scusami, davvero...

LUCA Quindi... a me ci tieni?

ROMINA See figurati.

LUCA Guarda che ti cresce il naso.

ROMINA A te interessano le ragazzine, no?

LUCA Ma che mi frega di quella. Anzi, è lei che...

ROMINA Va bene, ok.

LUCA Cosa?

ROMINA Un po' ci tengo a te.

LUCA Un po' quanto?

ROMINA Un pochino.

LUCA Solo un pochino?

LUCA e ROMINA si avvicinano sempre di più. I loro visi sono quasi attaccati.

ROMINA No, dai. Un po'.

LUCA Un po' quanto? Così? (Fa un gesto con il pollice e l'indice)

ROMINA Un po' di più.

LUCA Così?... (c.s.)

ROMINA ...Un po' di più.

LUCA ...Così? (c.s.)

LUCA e ROMINA stanno per baciarsi. In quel momento squilla il cellulare di ROMINA, che rompe il loro momento intimo. ROMINA si ricompone ed estrae il suo smartphone.

ROMINA Scusa scusa. Chi cavolo è...? (Guarda il display) Scusami... (Risponde) Mamma. Dimmi... No, sono al pub, tu? Come va lì? È tranquillo stasera? Menomale, sono contenta...

LUCA guarda che in cucina sia tutto a posto. Poi le fa cenno di tagliare la telefonata.

ROMINA Io, no. Sono con Nada, sì... (Fa un gesto che sottolinea la sua bugia) Certo, torno a casa con lei. Sì, ho preso la mia macchina. No non ho bevuto, tranquilla. Sì, ti squillo quando arrivo. Buon lavoro, mami, sii prudente. Anche io ti voglio bene. (Riaggancia)

LUCA Senti, clienti o no, io tra un paio d'ore stacco. Se hai pazienza di aspettare, dopo possiamo farci un giro?

ROMINA Io devo essere a casa per mezzanotte.

LUCA I tuoi aspettano svegli?

ROMINA I miei non ci sono stasera.

LUCA Ah. Beh... allora tu rientri per mezzanotte e quando finisco il turno ti raggiungo io.

ROMINA Dove, a casa mia?

LUCA Sì.

ROMINA Io e te, da soli?

LUCA Beh... Possiamo anche uscire se preferisci... più tardi...

ROMINA Non ti sembra di andare un po' troppo veloce... bisnonno?

LUCA Pensa che Saverio dice sempre il contrario.

ROMINA Preferisci il suo giudizio o il mio?

LUCA Ok, hai vinto. Cosa proponi?

ROMINA Facciamo così. Adesso, io me ne vado a casa e tu finisci il tuo turno in santa pace. Domattina ci sentiamo, magari ti chiamerò io... chissà... e forse, se sei fortunato, accetterò di prendermi una granita insieme a te. Ti piace l'idea?

LUCA (Un po' deluso) Beeh... sì, volendo...

ROMINA ...Volendo posso anche buttare il tuo numero di telefono nel cesso e tirare...

LUCA ...No no no! È perfetto!

ROMINA Immaginavo.

Dalla cucina esce un cuoco egiziano, AMIN. È buffissimo e addita LUCA.

AMIN Tu! Viene in cucina. Mi serve tuo palato!

LUCA Oddio, che palle...

ROMINA Che vuole?

LUCA È il cuoco. Devo assaggiare un piatto nuovo. Quello fa sempre esperimenti...

AMIN Allora? Viene, ché si fredda tutto!

LUCA Arrivo, Amin! Un momento... (A ROMINA) Allora, ok per domattina.

ROMINA Non mangiare roba troppo piccante, eh.

LUCA Prega per me!

ROMINA Lo farò.

LUCA si avvia, ma si ferma a metà strada.

LUCA Resterò sveglio tutta la notte, lo sai?

Cut

ROMINA sta per uscire, ma poi si ferma anche lei. Torna indietro e dà un bacio sulla bocca a LUCA. Poi esce.

AMIN Allora, viene o no? Non importunare clienti femmine, ché capo licenzia te...

LUCA (Finalmente felice) Eccomi eccomi. Arrivo...

LUCA e AMIN escono.

Buio.

SCENA 7

Scritta sul fondale: SABATO NOTTE.

La scena viene liberata dei tavoli e degli sgabelli.

Una strada buia. La luce sale gradualmente fino a scoprire la sagoma di una donna in divisa: è LAURA SPADA, è stata inviata dalla sala operativa, per procedere ai rilievi di un incidente che, dalle prime notizie, pervenute al 113 da utenti in transito sembra essere molto grave.Tiene in mano un block notes e una penna e ha al collo una macchina fotografica. A qualche metro di distanza scorgiamo la figura di un agente in controluce, che sta prendendo delle misure con una cordella metrica.

LAURA comunica via cellulare con la Sala operativa. Proiettati sul fondo e sul palco ci sono pezzi di automobile: un paraurti, uno pneumatico, dei vetri esplosi. Osserva il luogo dell'incidente. Parla e guarda verso il pubblico, immaginando che le auto siano in platea.

LAURA ...Sì, Sala operativa, sono già sul luogo dell'incidente. Chilometro 115 della Statale 124. Si tratta di un frontale tra due autoveicoli. Chiedo conferma dell'invio di ambulanze, Elisoccorso, Vigili del Fuoco e Anas, massimo dell'urgenza... Sono in prossimità del primo veicolo. Da un esame sommario deduco che la velocità al momento dello schianto fosse molto elevata. L'abitacolo è vuoto. Con ogni probabilità il conducente era sotto l'effetto di alcool o droghe... deve essersi dileguato in seguito allo schianto. L'auto è un suv di colore bianco... (Ripetendo tra sé) È già il secondo oggi... Deve aver urtato il guardrail almeno due volte prima di riuscire a fermarsi. Ha invaso completamente la corsia opposta. Sull'asfalto ci sono vetri infranti, il paraurti dell'auto e lo specchietto anteriore destro, ma nel complesso la struttura ha resistito bene all'impatto, difatti l'auto è piuttosto integra. Ha centrato in pieno la vettura che viaggiava nell'altra corsia e che si trova a pochi metri di distanza. Mi sto avvicinando alla seconda auto. Si vede chiaramente che è ridotta molto peggio, sollecito nuovamente l'intervento delle ambulanze e dei Vigili del Fuoco...

LAURA fa alcuni passi in direzione dell'altra auto, sempre in direzione del pubblico, ma a destra. LAURA s'immobilizza. Abbassa leggermente il cellulare. Sentiamo la voce dall'altro capo della radio.

SALA OPERATIVA F.C. Ispettore, è ancora lì...? Ispettore Spada, può darci informazioni sul secondo veicolo?

LAURA ...È un'utilitaria. Grigia metallizzata.

Pausa.

SALA OPERATIVA Ci sono persone all'interno?

LAURA ...Non credo. L'auto è molto piccola.

SALA OPERATIVA Può controllare, Ispettore?

LAURA  Non ha resistito all'urto come l'altra. È troppo piccola...

SALA OPERATIVA Ispettore, controlli se ci sono persone all'interno dell'abitacolo, per favore.

LAURA ...Sembra come richiusa su se stessa...

SALA OPERATIVA Non la sento bene, come ha detto?

LAURA ...Come un'ostrica che voglia proteggere la sua perla.

SALA OPERATIVA Ispettore Spada, come ha detto? Ispettore Spada?

LAURA non risponde più. È paralizzata.

SALA OPERATIVA Ispettore Spada, sta bene?... Le ambulanze e i Vigili del Fuoco stanno arrivando, mi sente? ...Va bene, aspetti lì, mando un'altra volante in aiuto. Chiudo.

Sirena di ambulanza e motore di un elicottero. La luce si dissolve lasciando il volto di LAURA incorniciato per qualche secondo. Il cellulare le scivola dalle mani.

Buio.

SCENA 8

Scritta sul fondale: EPILOGO

Entrano lentamente vari personaggi. SAVERIO e NADA, LAURA e LUCA. Un po' defilato sul fondo VENEZIANO. Tutti iniziano a camminare nello spazio, senza una meta apparente. La loro velocità aumenta gradualmente con la musica. Dopo qualche minuto al centro compare ROMINA, anche lei in silouette. Sul fondo leggiamo delle scritte:

Credo che la malinconia sia un problema musicale, una dissonanza, un ritmo alterato. Mentre fuori tutto accade con un vertiginoso ritmo da cascata, dentro c’è una lentezza esausta da goccia d’acqua che cade di tanto in tanto. Ecco perché quel fuori contemplato dal dentro melanconico risulta assurdo e irreale e costituisce la farsa che tutti dobbiamo rappresentare.

(Alejandra Pizarnik)

Quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe.

(Ernest Hemingway)

Tutto ciò che è squisito matura lentamente.
(Arthur Schopenhauer)

Il pensiero viaggia alla velocità del desiderio.

(Malcolm De Chazal)

Gli uomini hanno i riflessi lenti. In genere capiscono solo nelle generazioni successive.

(Stanisław Jerzy Lec)

Una luce sagomata illumina il viso di ROMINA, lasciando tutti gli altri in controluce.

ROMINA Accanto ai vetri di una bottiglia di liquore c'era anche il suo Iphone color avorio. Piuttosto ammaccato, ma perfettamente funzionante. Prodigi della tecnologia. Dallo storico del cellulare risulta che alle ore 23 e 34 il professor Flavio Veneziano si è scattato un primo selfie. Ma la foto è venuta male. Sicché alle 23 e 35 è partito il secondo. Decisamente meglio, senza il suo grosso naso in primo piano. Alle 23 e 36 ha postato la foto su facebook e pochi secondi dopo l'ha commentata con una frase che è meglio non ripetere. Anche perché conteneva due errori di grammatica. Alle 23 e 38 minuti il mio professore ha catturato un Pokemon seduto su un cartello stradale. Alle 23, 39 minuti e 4 secondi la memoria del suo Iphone non ha registrato più informazioni. E il mio professore ha smesso di postare foto su facebook e di catturare Pokemon. L'impatto del suo suv con la mia utilitaria a centosettanta chilometri orari deve averlo distratto.

Io sono ufficialmente morta alle 23 e 56. 17 minuti dopo l'incidente. 17 minuti di solitudine che credevo non finissero mai. Qualche anno fa un illusionista è rimasto sott'acqua per 17 minuti senza respirare. Chissà quante cose gli devono essere passate per la testa in 17 minuti. Io ho chiesto scusa a un sacco di persone in quei 17 minuti. Ai medici dell'ambulanza, tanto per cominciare. Gli ho chiesto scusa per tutto il tempo che gli avrei fatto perdere nel cercare di rianimarmi. Ai Vigili del Fuoco, per la fatica che avrebbero dovuto fare nel tirarmi fuori dalle lamiere. Ai miei genitori. Gli ho chiesto scusa per non averli abbracciati un'ultima volta. E a mia madre, per lo strazio che le avrei procurato quando avrebbe scoperto che in mezzo a quelle lamiere c'era sua figlia. In quei 17 minuti ho chiesto scusa anche a Luca, perché sarei mancata al nostro primo appuntamento e non avrei mai potuto dirgli quanto lo amavo; ma al tempo stesso ho ringraziato Dio perché quel missile sbucato dal buio aveva colpito la mia auto, invece della moto di Saverio e Nada. Dio. In quegli 17 senza fine minuti abbiamo parlato a lungo. Gli ho chiesto di perdonare chi era alla guida del missile, perché probabilmente non si è nemmeno reso conto di quello che faceva. E l'ho implorato di far smettere quel dolore lancinante che non mi dava tregua. 17 minuti possono sembrare davvero troppo lunghi, a volte. Dipende dalla prospettiva con cui osservi la vita. Se sei abituato a correre sempre, 17 minuti possono sembrarti un'eternità.

Ma l'eternità vera è un'altra cosa. L'eternità non ha più fretta. Finalmente.

Buio.

FINE

Maggio/Agosto 2016

Ultima versione modificata 20/01/2017