2 fratelli

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VIALE DELLA LETTERATURA 30, 00144 ROMA - PRESSO LA QUALE L'OPERA E' DEPOSITATA

fausto paravidino

2 FRATELLI

tragedia da camera in 53 giorni

Personaggi:

Erica Boris Lev

L'azione si svolge in una cucina

di un appartamento

in una città

1.

21.09.’98 h 0:43

Entra Erica semisvestita. Si siede al tavolo. Scrive.

Entra Lev avvolto in un lenzuolo. Si ferma sulla porta. La guarda.

LEV Che cosa stai scrivendo? E’ qualcosa di brutto, eh?

Erica straccia il foglio.

Ho paura, cosa c’era scritto?

ERICA Non sono sicura.

LEV Fammelo leggere.

ERICA Tu che cosa provi per me?

LEV Che cosa?

ERICA Tu sei innamorato di me?

LEV No.

ERICA Avevo paura che ti fossi innamorato.

LEV Uh. Tu?

ERICA Affetto. Mi piaci, provo affetto.

LEV Bene. Allora?

ERICA Non voglio che tu soffra.

LEV Eh, neanch’io.

Pausa.

ERICA Non voglio più fare l’amore con te.

LEV Soffro.

ERICA Lo so, capisci, io non posso amarti.

LEV No, non capisco.

ERICA Senti, è difficile per me parlarne.

LEV Sapessi per me ascoltarti!

ERICA Mi odi?

LEV No.

ERICA Io ti voglio bene...

LEV Anch’io.

ERICA Non posso fare l’amore con te.

LEV L’hai già detto.

ERICA Stai male?

LEV Sì.

ERICA Poi passa.

LEV Certo non morirò.

ERICA Scusa.

LEV Figurati.

Pausa.

ERICA Io non ti amo.

Erica esce. Lev rimane.

2.

h 7:58

Lev è seduto al tavolo, sempre fasciato nel suo lenzuolo. Guarda fisso il tavolo davanti a sé. Entra Boris.

BORIS Come va?

LEV Bene.

BORIS E’ successo qualcosa?

LEV No, perché?

BORIS C’è da fare la spesa.

LEV Adesso?

BORIS In questo periodo.

Pausa.

Hai pensato a cosa potremmo fare per pranzo?

LEV Non penso ad altro.

Boris lo guarda.

Cazzi tuoi?

BORIS C’è da fare la spesa.

Pausa.

Senti, io volevo parlarti.

LEV E cosa stiamo facendo?

BORIS Ha scritto mamma ieri.

LEV Di questo volevi parlarmi?

BORIS Di Erica.

LEV Cosa dice?

BORIS Non l’ho ancora letta. Dovremo rispondere poi.

LEV Uh.

BORIS Credo che bisogni stabilire con Erica alcune regole per la vita in comune qui dentro.

LEV Sono d’accordo.

BORIS Sì?

LEV Sì.

Pausa.

BORIS La spesa.

LEV Non la fa mai.

BORIS Esatto.

LEV Se la fa prende i Corn Flakes integrali diecimila lire e un mango, forse non è il caso di insistere perché la faccia lei.

BORIS Avete litigato?

Silenzio.

LEV Penso che se ne andrà di qua.

BORIS Ecco, io non volevo dirtelo, ma ho sempre pensato che la cosa migliore era che se ne andava. Che si cercava un altro posto, ma, mi pareva, non ne ho mai parlato perché da alcune cose mi sembrava che voi due - io questo non lo capisco ma... Ma vi amate?

LEV Affetto.

BORIS Affetto. Quindi... ma pensi che se ne vada lei, o vuoi che le parliamo in modo da consigliarle di andarsene o che ci cerchiamo un altro posto noi?

LEV Non lo so.

BORIS Ecco. Potremmo stabilire delle regole, poi se non le rispetta - perché basta guardare com’è la sua stanza - le diciamo che è un buon motivo per mandarla via.

LEV Uh.

BORIS Cosa vuol dire affetto?

LEV Non lo so.

Esce. Dopo poco entra Erica.

ERICA Vado a correre. Vieni?

BORIS Non ho le scarpe, ho notato che la tua camera è molto in disordine.

ERICA Non possiamo stare sempre a discutere sul nulla, bisogna muoversi.

BORIS Puoi muoverti finché vuoi ma non discutiamo sul nulla, anche Lev ha notato che la tua camera è in disordine e io la settimana scorsa già l’avevo osservato.

ERICA Va be’, ciao.

BORIS No, non ciao, ora - qualunque siano i tuoi rapporti con Lev (mi interessa relativamente) - la vita è fatta anche di attenzione verso gli oggetti.

ERICA Non riesci a farti i fatti tuoi?

BORIS E’ esattamente quello di cui sto cercando di occuparmi: sto parlando di piatti sporchi e igiene globale.

ERICA Tu comincia ad alzare la tavoletta quando pisci.

BORIS Io lo faccio, prenditela con qualcun altro; gli assorbenti arrotolati nel portasapone ti rendono piuttosto attaccabile da quel lato.

Erica esce.

BORIS Detesto il tuo rapporto con gli oggetti.

Pausa.

Lev! Lev! Lev!

Entra Lev.

Tu la alzi la tavoletta del cesso?

LEV Stavo cercando di vomitare.

BORIS Notavo che Erica ha un pessimo rapporto con gli oggetti.

LEV Con le persone, Boris, si chiamano persone.

BORIS Mi riferivo a piatti rotti quando prova a lavarli e... quando ha provato a fare il tè, ricordi?

LEV Non ricordo quando ha provato a fare il tè.

BORIS No?

LEV Sono quasi sicuro di averlo scordato.

BORIS Ha rovesciato.

LEV Sì?

BORIS L’acqua è andata nei fili, è mancata la luce finché non si è asciugata. C’era il gran premio in televisione, ti incazzasti moltissimo. “Puttana!”. Urlavi. Il frigo si è sbrinato, buttammo via mezzo chilo di carne. Tre giorni. Senza luce.

LEV Vinsero le Mc Laren.

BORIS Esatto.

LEV Posso tornare in bagno?

BORIS Alza la tavoletta.

Lev esce. Boris mette da parte i piatti sporchi e pulisce la tavola.

LEV (f.c.) Perché non la uccidi? Lo vedo che soffri, accumuli rabbia, è chiaro che lei non dà la tua importanza a queste cose, non può impararle, è diversa.

BORIS E’ matta.

LEV Liberati, uccidi.

BORIS Non parlare da una camera all’altra.

LEV Ti verranno i bruciori di stomaco, non basta più dirle le cose per liberarle, bisogna... lei non capisce, butta fuori.

Lev entra.

BORIS Non sono d’accordo con le tue idee sulla morte e il resto; se la uccido non impara a usare il suo spazzolino da denti.

LEV Cazzo ti frega se impara, devi stare bene tu. Il problema non è il piatto rotto...

BORIS L’acqua nei fili elettrici...

LEV L’alone nella vasca...

BORIS Gli assorbenti in giro...

LEV Non è quello, è che tu hai una rabbia.

BORIS Esatto, una rabbia per lei.

LEV Falla uscire.

BORIS Mi arrabbio.

LEV Falle male.

BORIS Non risolvo il problema.

LEV Non ti deve fregare il suo problema, risolvi il tuo problema.

BORIS Non dire che i suoi problemi sono miei problemi, lei ha problemi con i piatti, con la pulizia, sono suoi problemi.

LEV E tu ti arrabbi.

BORIS Io mi arrabbio.

LEV E vorresti ucciderla.

BORIS No.

LEV Provi odio.

BORIS Non dire che se provo odio è un mio problema, io provo odio perché lei non vuole imparare.

LEV E’ un odio altruistico.

BORIS Non è un problema di rapporti, è solo un problema di pulizia.

LEV Odia in modo egoista, sii geloso del tuo odio, vivilo fino in fondo.

BORIS Non giocare, non giocare con me.

LEV Divertiti ad odiare.

BORIS Io non odio proprio nessuno.

LEV Hai un’ascia sotto il letto, se la tieni lì ti dà fastidio, usala, rilassati.

BORIS Sono rilassato, non ho niente sotto il letto.

LEV Sei sicuro?

BORIS Non mi rompere i coglioni.

LEV Calma.

BORIS Chiuso l’argomento.

LEV Chiuso.

BORIS Chiuso l’argomento.

Silenzio.

Quando lei torna facciamo delle regole e tutti le devono rispettare, e chi non le rispetta...

LEV Se ne deve andare.

BORIS Esatto. Sai cosa penso?

LEV Sicuro!

BORIS Penso che indipendentemente dal nostro giudizio su di lei come inquilina - assolutamente negativo... io ti guardavo questa mattina... non penso che sia la ragazza giusta per te: state male insieme, anche esteticamente - non so, voi da soli (ride) non vi immagino neanche, ma a vedervi così, vicini, magari che vi baciate, è un’idea molto personale... state male insieme. E’ urtante.

LEV Su questo siete d’accordo.

BORIS Noi due?

LEV Voi due.

BORIS Io e lei?

LEV Totale armonia di vedute.

BORIS Ecco, è strano questo.

LEV Scopiamo bene.

BORIS Insieme?

LEV E’ una cosa che si fa insieme.

BORIS Non voglio sapere i particolari.

LEV Ero sicuro del contrario.

BORIS (ride) Oh, no, ti sbagli, non mi interessa proprio.

LEV Stai mentendo.

BORIS No, no.

LEV Ti interessa di lei e di me?

BORIS No, no, per niente.

LEV Sai, quando siamo a letto...

BORIS Mi tappo le orecchie, bla, bla, bla, bla...

LEV Boris, Boris, Boris!

BORIS Eh.

LEV Ti ricordi quando mi dicevi: “Se lo fai ancora non sono più tuo fratello”?

BORIS Non è una cosa che si sceglie se essere fratelli o no. Capita.

LEV Il concetto è chiaro, no?

BORIS Ma io non ti ho chiesto niente.

Lev esce.

BORIS Questi li deve lavare lei, non io. Li ha sporcati lei.

Lev rientra.

LEV Sai, quel fatto della pulizia, di Erica, mi fa molto più incazzare di quanto tu pensi.

BORIS Vuoi un consiglio? Fregatene.

3.

22.09.’98 h 14:02

Erica e Lev.

ERICA Non stai soffrendo molto comunque, dai.

LEV Cosa ne sai di quanto soffro io?

ERICA Sai perché?

LEV Certo che lo so.

ERICA Perché non riesci ad essere te stesso.

LEV Tutti quelli che per loro fortuna non sono come te è perché non riescono ad essere sé stessi.

Erica ride.

Eh, ridi, brava.

ERICA Bevi troppo caffè.

LEV E questo che c’entra?

ERICA Ti fa male.

LEV Non c’entra un cazzo. A parte che... da dove viene questa che il caffè fa male?

ERICA Non è una cosa naturale.

LEV No, è sintetico.

ERICA Perché non provi una dieta d’arance?

LEV Perché non ti impicchi?

ERICA Dico sul serio, l’ho sentito. Le arance contengono una sostanza.

LEV L’aranciata.

ERICA E’ una sostanza che aiuta a combattere la depressione.

LEV Non sono depresso.

ERICA Perché non credi nella medicina alternativa?

LEV Mi trovo bene con quella ufficiale, adoro i derivati chimici, se ho mal di testa mi piace sapere che c’è della novalgina che me lo fa passare, se bevo un infuso di papaia magari mi fa bene, ma io volevo che mi passasse il mal di testa.

ERICA Ma lo sai che sei pieno di pregiudizi?

LEV Sono fiero dei miei pregiudizi.

ERICA Sono pregiudizi, non hai mai provato.

LEV Ci sono un sacco di cose che non ho mai provato. Mai messo le dita nella presa della corrente; per fortuna ho un pregiudizio che mi suggerisce che resterei fulminato.

ERICA Vuoi bisticciare.

LEV Non voglio parlare di medicina alternativa.

ERICA Però le arance ti farebbero bene.

LEV Farebbero bene a te. Una ad una su dal culo.

ERICA Ti piacerebbe. Mi piace quando sei perverso.

LEV Dicevo per dire, non è che avevo chiara l’immagine.

Pausa.

ERICA Dai, prova: un giorno di dieta di arance.

LEV E dai, ma perché?

ERICA Perché staresti meglio.

LEV Come mi fai incazzare. Non starei meglio.

ERICA Ti prego.

LEV Ti prego? Ma non hai niente di meglio per cui pregare?

ERICA Dai, promettimi che provi. Per un giorno. Mi ringrazierai.

LEV Se vuoi ti ringrazio subito, ma risparmiami le arance.

ERICA Ti faccio un pompino.

Pausa.

LEV Se mangio arance per un giorno? Che puttana!

Erica ride.

Fammi pensare... ci sto.

ERICA No.

LEV No. E allora!

ERICA Una sega.

LEV Un pompino.

ERICA Dai, una sega per un giorno di arance va bene.

LEV Ma che modo di contrattare è?

ERICA Dai, una sega.

LEV Faccio da solo.

ERICA Ti farebbero bene.

LEV No.

4.

h 17:12

Boris, Erica.

BORIS Come va?

ERICA Da quando ti interessi alla mia salute?

BORIS Non mi interessa per niente, sono cose che si dicono, così, per introdurre la discussione tra persone.

ERICA Dobbiamo discutere?

BORIS No, devo dirti due cose, devi ascoltare.

ERICA La prima?

BORIS La prima te la dico dopo perché per quel che ti conosco non so se l’ascolterai fino in fondo, la seconda è che ho notato che a Lev non piaci più.

ERICA Sei sicuro?

BORIS No, solo che prima ti difendeva, e adesso invece ti prende in giro, lui non mi ha detto quasi niente e mi pare di avere capito che avete litigato, o che non siete più innamorati. Questa secondo me è una cosa buona perché io ho sempre pensato che tu non vai bene per lui.

ERICA Sei sicuro?

BORIS Sì, è mio fratello.

ERICA Ma tu cosa ne sai di noi?

BORIS Io niente, comunque volevo dirti che lui lo conosco proprio bene perché lui è il fratello minore e te, per quel poco che ti conosco non vai bene. E’ una cosa che io appena vi ho visti insieme, così, che vi baciavate, magari c’ero anch’io, già lì te lo volevo dire ma mi vergognavo perché non ti conosco bene ma ora che mi pare che avete litigato è più facile: io a voi due insieme vi ho sempre visti male. State male vicini, non lo so con chi staresti bene, io non lo conosco con chi staresti bene.

ERICA E lui con chi starebbe bene?

BORIS Non la conosci.

ERICA E lui è d’accordo?

BORIS Su chi?

ERICA Su lei.

BORIS Non ne abbiamo mai parlato, non parliamo di queste cose, a lui dà fastidio.

ERICA E ciò nonostante con me ne parli e ti impicci.

BORIS Sì.

ERICA E ti sembra giusto?

BORIS Sì. Sono il maggiore. Mi riguarda, è la sua vita ma io ho una responsabilità. Comunque non la faccio pesare. E’ solo questo che volevo dirti.

ERICA Lui è innamorato di me.

BORIS No.

ERICA Scusa, fratello maggiore, ma questa forse è una cosa che io posso sapere meglio di te.

BORIS Io lo so come è quando è innamorato, questa volta fa finta.

ERICA Fa finta? E perché dovrebbe?

BORIS Mi vergogno a dirlo.

ERICA Ormai! Se non ti sei vergognato fin qui!

BORIS Gli piace il sesso, gli è sempre piaciuto. Per questo.

ERICA Anche a me, e allora?

BORIS Sì?

ERICA Be’, sì. Perché no?

BORIS Neanche tu sei innamorata.

ERICA Mi piace ma... no, non sono innamorata.

BORIS Però sei andata a letto con lui.

ERICA Ma non ti riguarda!

BORIS Sei una lurida. Tu ti sei approfittata di lui.

ERICA E lui di me. Normale, no?

BORIS No, sei una lurida, lui era innamorato.

ERICA Ma mi hai appena detto di no!

BORIS Ora no. Ma prima sì! E tu no!

ERICA Io... credevo anch’io, poi ho visto che non lo ero.

BORIS Ma come si fa a sbagliarsi su una cosa così?

ERICA Ma quanto sei tonto, c’è gente che impiega dieci anni ad accorgersi che si è sbagliata.

BORIS Perché l’hai preso in giro? Hai cercato di fargli del male.

ERICA Ma cosa dici? E’ normale che succedano queste cose, siamo stati bene un po’.

BORIS Non ti sbagliare, non siamo stati bene, io lo vedevo, non stava bene, gli hai messo un sacco di idee stupide in testa approfittando che...

ERICA Approfittando che? Che gli piace scopare?

BORIS Esatto.

ERICA Non è colpa mia se tuo fratello ha il cervello in mezzo alle gambe.

BORIS Tu hai il cuore in mezzo alle gambe, che schifo!

ERICA Sveglia bello, siamo nel 1998.

BORIS E nel 1998 tu ti sei comportata molto male. Molto male.

Silenzio.

ERICA La seconda cosa?

BORIS Non è così importante.

Pausa.

Ho fatto un regolamento della nostra vita in comune per quello che riguarda la casa e tutto, te lo leggo.

ERICA Ma vaffanculo.

Esce.

BORIS Lo sapevo che non l’avrebbe ascoltato tutto.

5.

h 19:27

Lev, Boris

LEV E dov’è andata?

BORIS Non me l’ha mica detto, è uscita.

LEV E perché?

BORIS Che ne so.

LEV Era incazzata?

Pausa.

Con te. L’hai fatta incazzare?

BORIS Di colpo. Si è incazzata, è uscita. Ha anche sbattuto la porta.

LEV Che stronza.

Pausa.

Ma cosa le hai detto?

BORIS Stavo per leggerle la lista, appena ha capito di cosa si trattava si è incazzata e se ne è andata.

LEV Che stronza.

BORIS Io non la capisco.

LEV E’ matta. Ma la deve smettere di farmi incazzare. Cosa se ne va? Non ha neanche il coraggio di discutere, perché lo sa che non ha argomenti; a un certo punto se ne va. Slam.

BORIS Così, di punto in bianco.

LEV Senza che tu le avessi detto niente.

BORIS Niente.

LEV Lei arriva qui, tu le dici che le devi parlare, che hai fatto una lista di regole e lei prende e se ne va.

BORIS Esatto. “Vaffanculo” mi ha detto.

LEV Senza che tu le avessi detto niente.

BORIS Infatti.

LEV Che stronza. Fammi capire: siete qui, non vi siete ancora detti niente, tu le dici che le devi dire una cosa...

BORIS Esatto, le ho anche chiesto: “Come va”.

LEV Persino! Poi le dici che le devi parlare, che hai fatto una lista di cose... di regole per la casa, e lì: “Vaffanculo” e se ne va. Ma è scema?

BORIS Be’, c’è stato un altro discorso prima.

LEV Prima quando?

BORIS Eh... tra il ‘come va’ e la faccenda delle regole.

LEV Avevate litigato?

BORIS No, no. Avevamo parlato.

LEV Allora non c’entra.

BORIS E’ quello che dico anch’io. Non c’entra.

LEV Ti sembra che quello che vi siete detti prima potesse essere una buona ragione perché lei si comportasse così?

BORIS No.

LEV Io mi sarei comportato così?

BORIS Tu ti comporti spesso così.

LEV Proprio così? Io?

BORIS A volte.

LEV Con te?

BORIS Con me, magari quando sei incazzato per un altro motivo.

LEV Lei era incazzata per qualche altro motivo?

BORIS Non lo so.

LEV Te lo avrebbe detto. Avrebbe dovuto. Non doveva mandarti affanculo se era incazzata per qualche altro motivo... o con me...

BORIS Non era incazzata con te.

LEV Sei sicuro?

BORIS Praticamente.

LEV E allora! Che stronza.

Entra Erica.

Oh, buongiorno, ti è passata? Dove sei stata?

ERICA Ho provato a uscire, non si può? Farebbe bene anche a voi.

LEV Guarda caso stavamo parlando proprio di te.

ERICA Dura passare il tempo, eh? Gli hai riferito per bene tutto quello che hai detto a me? vi siete chiariti le idee?

LEV Eh, pare che Boris non abbia avuto occasione di dirti gran che.

ERICA No? Hai altro da aggiungere?

BORIS La lista.

ERICA Ah, già. La lista dei diritti e dei doveri.

BORIS La leggo. Poi magari la attacchiamo qui. Regola numero uno: chi sporca un piatto poi se lo lava. Tutti d’accordo?

ERICA Si può anche dissentire?

LEV No.

ERICA Bene, regime democratico.

LEV La democrazia è un lusso per persone civili.

BORIS Vado avanti? Regola numero due: per i pasti comuni si rispettano i turni. Regola numero tre: chiunque faccia uso di assorbenti è pregato di riporre quelli usati nell’apposito sacchetto della spazzatura immediatamente dopo l’uso.

LEV Chiunque?

BORIS Regola numero quattro: chiunque faccia uso di preservativi è altresì pregato di riporre quelli usati...

LEV Non ho mai lasciato preservativi in giro.

BORIS Sul tuo tavolo.

LEV E’ il mio tavolo! E’ camera mia!

BORIS Non è il loro posto.

LEV Ma a te cosa importa?

BORIS Non è igienico.

ERICA Il regolamento vale anche per te. Non sono l’unica lurida in questa casa.

BORIS Regola numero cinque: a rotazione, ogni settimana, uno fa il bagno, uno la cucina e l’altro passa l’aspirapolvere. Regola numero sei: quando uno fa la lavatrice lo deve dire prima. Regola numero sette: è vietato lasciare in giro bacinelle con dentro la roba a bagno. Regola numero otto: chi finisce la carta igienica la deve cambiare...

Erica se ne sta andando.

LEV Ehi, dove vai?

ERICA Te lo devo proprio dire?

LEV Non mi interessa, ma questo foglio riguarda soprattutto te.

ERICA Tanto lo appendete, no?

LEV E’ meglio se lo ascolti ora, tanto non lo leggerai.

ERICA (f.c.) Ma lasciatemi in pace!

LEV Prova a non rispettare uno di questi punti e vedi cosa ti succede.

ERICA (Grida come un’ossessa) Basta! Mi avete rotto i coglioni! Volete la mia morte! Lasciatemi in pace, siete solo degli stronzi egoisti, imparate a stare al mondo e a lasciare in pace la gente!

Si sente una porta che sbatte forte. Silenzio.

BORIS Si è incazzata.

LEV Non ha il diritto di incazzarsi. Né tantomeno di sbattere le porte.

BORIS Vado avanti a leggere?

LEV Attaccalo al muro, poi lo leggo.

BORIS Dobbiamo rispondere alla mamma.

LEV Sì.

BORIS Glielo diciamo della lista?

LEV Direi di no.

BORIS Sono d’accordo.

6.

23.09.’98 h 09:35

Erica, Boris.

Boris legge il giornale. Erica mangia.

BORIS Corn Flakes con la nutella?

ERICA Sì.

Erica finisce di mangiare. Lascia il piatto sul tavolo. Esce.

Entra Lev.

LEV Di chi è quel piatto?

BORIS Sarà di Erica.

Lev prende il piatto. Lo fa volare contro un muro. Esce.

Boris continua a leggere il giornale. Entra Erica.

ERICA Chi ha rotto quel piatto?

BORIS Lev.

ERICA Perché?

BORIS Credo che si riferisse alla regola numero uno.

ERICA Una regola che dice che non si rompono i piatti non l’hai messa?

BORIS Non l’hai letto?

Erica esce.

E’ un periodo di grande tensione.

7.

h 13:50

Erica, Boris, Lev.

Stanno pranzando. Gelo.

BORIS Molto buona.

ERICA C’è troppo sale.

LEV Il sale va bene.

ERICA Fa male al cuore.

BORIS Il sale fa male al cuore?

LEV Tra le mille cose che fanno male al cuore il sale è la più innocua.

ERICA Sei un cardiologo?

LEV Non ne ho bisogno per sapere che stai dicendo delle stronzate.

Erica prende il pacco del sale fino e lo rovescia a montagna sul piatto di Lev.

BORIS E’ vero, in ospedale si mangia sempre sciapo.

LEV Divertente! Ora che hai fatto la tua stronzata sei felice? Ti senti realizzata? E’ tutto a posto?

Erica ride. Lev prende il piatto di Erica e lo sostituisce col suo. Inizia a mangiare la pasta di Erica. Erica si alza e apre il frigo.

ERICA Non c’è niente.

LEV Forse se facessi la spesa anche tu...

ERICA Non toccava a me stando al vostro regolamento.

LEV Oggi si mangia pasta. Mangia la tua pasta.

ERICA Uhm... non mi va.

LEV Non capisco perché.

ERICA (ride) C’è troppo sale.

LEV Allora sappi che non c’è altro.

BORIS Forse ci sono ancora i tuoi Corn Flakes.

LEV Ricordati il piatto, comunque.

ERICA Se no lo rompi? E’ una minaccia?

LEV Sì.

ERICA Mi minacci adesso? E’ così? Non sei in grado di dire frasi normali tipo. “Hai scordato il piatto”?

LEV Non è più il tempo delle frasi normali.

ERICA No, è il tempo delle minacce, della tua violenza che ha una bella scusa per venire fuori. Quanti ne dovrai rompere per sentirti in pace?

BORIS Mah, noi siamo ragazzi un po’ così, quando ci va, rompiamo qualche piatto.

Boris prende il suo piatto e lo scaraventa.

LEV Ma cosa ci sta succedendo?

8.

h. 17:07

Lev e Boris mettono una cassetta nel registratore.

VOCE DELLA MAMMA "Ci ha fatto tanto piacere la vostra ultima lettera, siamo così contenti di sapere che state bene e che anche il lavoro di Lev va bene, davvero Boris è diventato un cuoco provetto? Papà è tanto orgoglioso di voi, non vediamo l'ora di fare un giro sulla nuova macchina di Lev e di assaggiare una delle torte di Boris…"

BORIS Ci ha creduto.

LEV No.

VOCE DELLA MAMMA "…qui sono cambiate tante cose, è l'autunno. La vostra sorellina sembra una principessa, il gatto ha messo il pelo nuovo, è venuto grosso… ci farebbe tanto piacere avere una vostra foto recente, quelle che abbiamo ormai sono tanto vecchie… io e papà uno di questi giorni abbiamo in mente di tornare al fiume dove giocavate quando eravate piccoli… ma sono cose che si dicono… poi non si trova mai il tempo. Un abbraccio, mamma."

Stop. Eject.

LEV Cos'è 'sta storia del gatto?

BORIS Sì, ce l'aveva detto che avevano preso un gatto.

LEV Nostra sorella è allergica.

BORIS Sì?

LEV Al pelo, è allergica al pelo dei gatti.

BORIS Sarà un cane.

LEV Può darsi. Cosa le diciamo?

BORIS Lasciamo stare di Erica?

LEV Meglio di sì.

BORIS Non ne parliamo proprio.

LEV Direi di no. Potresti darle una ricetta per una torta.

BORIS Le farebbe piacere.

LEV Il giornale. Sul giornale ci sarà una ricetta.

BORIS Lo compriamo? Compriamo il giornale così le mando una ricetta, sì. Parlale della macchina.

LEV Glie ne abbiamo parlato già la volta scorsa.

BORIS Le ha fatto piacere, ci ha creduto, parliamone ancora.

LEV Non ci ha creduto, e poi cosa vuoi dire?

BORIS Non so… che consuma molto ma è assai comoda, che è tutta bianca…

LEV Già detto.

BORIS Facciamole delle domande, così racconta un po' di lei. Su papà, sull'autunno.

LEV Cosa ti frega dell'autunno?

BORIS Mi manca un po'.

LEV Ti manca l'autunno? Quel vento? Stiamo meglio, fa più caldo.

BORIS Diciamole che fa più caldo.

LEV Penserebbe che vogliamo metterle invidia.

BORIS A mamma piace l'autunno.

LEV A lei piace tutto.

BORIS Perché non l'andiamo a trovare?

LEV Con la nostra nuova mercedes bianca? Non si può.

BORIS Magari in treno.

LEV Non si può.

9.

24.09.'98 h. 14:10

Lev, Boris, Erica.

LEV Vediamo se riusciamo a fare questi conti rimanendo calmi?

BORIS Per me non c'è problema.

ERICA Conservare la calma è un problema tuo.

LEV Non voglio aprire la polemica. I conti dal 13/9 al 23/9 per quel che riguarda le spese alimentari sono di 35.850 lire a testa.

BORIS Va bene.

Pausa.

ERICA Hai contato anche il caffè e la birra?

LEV Ho contato tutto.

ERICA Togli il caffè e la birra.

BORIS Bisogna rifare tutti i conti.

LEV Non possiamo una volta tanto fare i conti normalmente?

ERICA Io non bevo caffè e birra, non è giusto che li paghi.

LEV Ascolta, sarà una differenza di ottomila lire sul conto totale, meno di tremila lire a testa.

ERICA Io non le pago.

BORIS Non possiamo rifare tutto il conto.

ERICA Non è giusto che io le paghi.

LEV La pago io la sua quota.

BORIS Perché?

LEV Per te sono 32.850, va bene?

ERICA No, non va bene, non mi fare l'elemosina, non è questo il punto.

LEV Non ti sto facendo né l'elemosina né un piacere. Li pago io.

ERICA Lo fai come se mi stessi facendo un piacere, non è così, io non bevo tutto il caffè che bevi tu.

LEV Lo so, pago io. Cosa c'entra? Cosa ti importa?

ERICA E' un fatto di principio.

LEV Non hai capito, io pago il tuo silenzio, non mi interessano i principi, pago perché non avvenga questa discussione.

BORIS Mangi un sacco di roba integrale che a noi non piace.

ERICA Quella l'ho sempre comprata a parte.

LEV Quella l'hai sempre comprata a parte.

BORIS Lo dicevo per dire che ci sono delle variazioni ma non è il caso di…

LEV Stai zitto, Boris, sto cercando di fare in modo che questa conversazione non avvenga.

ERICA Ma chi sei per decidere quali conversazioni devono esserci e quali no?

LEV Porca troia, io sto cercando di rimanere calmo, mi costa fatica e tremila lire.

ERICA Non me ne frega delle tue tremila lire, non decidi tu, è un fatto di principio.

LEV Non alzare la voce, mi sto arrabbiando moltissimo.

ERICA E' un problema tuo se non riesci a dividere la spesa restando calmo.

LEV Stai zitta.

ERICA Non sei capace di togliere il caffè e la birra dal conto? Devi fare cadere dall'alto che la mia parte la paghi tu? Non esiste la mia parte, io non ho bevuto.

BORIS Sono due bottiglie e 250 grammi di caffè, dài.

ERICA Non c'entra la quantità.

LEV Non c'entra la quantità ma smettila di urlare.

ERICA Non puoi decidere tu chi può urlare e chi no, ti sto solo chiedendo…

LEV Smetti di urlare!

ERICA Ti sto chiedendo di rifare il conto!

LEV Basta!

Cerca di impedirle di urlare tappandole la bocca con una mano, Erica si divincola, è divertita.

ERICA Urlo, urlo, urlo, urlo!

Lev prende il coltello dall'acquaio e glie lo mette sotto la gola.

ERICA Vuoi uccidermi, ecco! Così ti diverti, uccidimi, dài, divertiti, tu sei matto, sei matto, sei matto!

10.

h 18:26

Boris, Lev.

BORIS Ma torna?

LEV Cazzo ne so?

BORIS Era arrabbiata questa volta, eh!

LEV Io ero arrabbiato.

BORIS Tu eri arrabbiato, volevi ucciderla.

LEV Non volevo ucciderla.

BORIS Con quel coltello, tutti quei discorsi.

LEV Non l'avrei uccisa.

BORIS L'ascia sotto il letto, non me lo sono mica dimenticato io… eh, eh, dicevi che io volevo ucciderla, che dovevo farlo. Stavi per ucciderla tu.

LEV Non stavo per ucciderla.

BORIS Aveva proprio paura che la uccidessi, eh, eh, e anch'io. Ero sicuro.

LEV Volevo spaventarla, odio quando urla.

BORIS Tu eri spaventato, di te avevi paura.

LEV Ma tu da che parte stai?

BORIS Io? Dalla mia.

LEV Non fare il furbetto.

BORIS Il furbetto. Chi è che diceva non fare il furbetto?

LEV Io, io te lo dico.

BORIS Chi diceva non fare il furbetto?

LEV Mi ascolti?

BORIS Io ascolto tutti. Sei tu che non ti ricordi cosa hai detto. "L'ascia sotto il letto…" io ascolto.

LEV Allora apri bene le orecchie.

BORIS L'ascia sotto il letto…

LEV Devo partire.

BORIS Liberati, liberati, la morte degli altri ti libera… dove vai?

LEV Lontano, vicino a casa.

BORIS Vai a trovare la mamma?

LEV Vado a fare il soldato.

BORIS Non passi da casa?

LEV No.

Pausa.

BORIS Ma cosa dici? Da quando ti piace fare il soldato? E' per quel fatto dell'uccidere sempre? Per allenarti?

LEV Non mi piace per niente.

Pausa.

BORIS Facciamo le valige?

LEV Io faccio le valige.

BORIS Io non vengo? Non andiamo insieme?

Pausa.

Chi si occuperà di te?

11.

erica.

Erica, sola.

ERICA Così dopo che stava quasi per uccidermi Lev mi viene a cercare e come se niente fosse mi dice che voleva salutarmi, che partiva militare dieci mesi, che non mi poteva soffrire, che mai allontanamento sarebbe stato più opportuno di questo, che Boris restava a casa da solo, di farmi i cazzi miei… come mi permettevo di dubitare che Boris fosse in grado di badare a sé, di cercare di non rompere i coglioni né all'uno presente né all'altro lontano. Questo intendo quando dico che non è sé stesso. Tutto questo discorso è il modo più trasparente e più diretto che ha trovato per chiedermi se potevo occuparmi un po' di Boris mentre lui non c'era?

12.

27.09.'98 h 7:12

Boris, Lev.

Lev ha le valige.

BORIS Torni?

LEV Certo, prima che posso.

BORIS Tra un mese?

LEV Prima che posso.

BORIS Stai attento.

LEV Ti manderò l'indirizzo appena arrivo.

BORIS Davvero vai lì vicino e non passi da casa?

LEV A presto.

BORIS Sì.

Rimangono un po' a guardarsi sulla porta.

Lev esce.

13.

03.10.'98 h 9:56

Boris, Erica.

Erica sta mangiando, Boris la guarda.

BORIS Sai, volevo dirti che ho notato che da un po', circa a partire da quando Lev non c'è più, ti sei occupata di rispettare di più… le regole. Il foglio, intendo. Ora, ecco, forse pensavo che questo potrebbe essere perché - ma è una mia ipotesi, solo - che le cose sono che tu non sei… che è più per dare fastidio a lui che non le rispetti che altro. Io non so, non ti conosco, ma se è così non dovresti, non ha senso. Il rispetto per sé stessi intendo, è una cosa che uno ha mica per fare dispetto o piacere ad altri. Dispetto poi proprio no.

Pausa. Erica lo guarda.

ERICA Sai che sei strano?

BORIS Ah, tutti sono strani, tu sei la più strana di tutti.

ERICA Perché?

BORIS Senza perché. E' relativo lo strano, no? Io sono strano per te perché tu sei strana per me.

ERICA Ci sono delle cose di te che non capisco.

BORIS Ah, ah.

ERICA Tu cosa pensi di me? Come persona?

BORIS No, è imbarazzante, io non parlo così con le persone.

ERICA Non ci siamo che io e te, puoi dire quello che vuoi, di che ti preoccupi?

BORIS No, sono molto timido… discreto. Io non… no.

ERICA Discreto? (ride) Dai, facciamo il gioco della verità. Ci facciamo delle domande e dobbiamo dire la verità.

BORIS No, io dico sempre… non si dicono le bugie.

ERICA Io le dico.

BORIS Non bisogna, io non le dico.

ERICA Mai?

BORIS No, non bisogna.

ERICA Ma è divertente.

BORIS No.

ERICA Allora un giorno facciamo il gioco delle bugie. Se è un gioco si può, no?

Pausa.

BORIS Se è un gioco sì.

ERICA E ora facciamo il gioco della verità.

BORIS Perché?

ERICA Dài, che palle, è divertente!

BORIS Non so se mi va.

ERICA Ti spiego: uno fa una domanda a un altro, l'altro se vuole, può rispondere, se non vuole deve dare un bacio a un altro nella stanza. Comincio io?

BORIS Uhm, non so, a Lev non piacerebbe che si faccia.

ERICA Uffa, Lev non c'è, non lo saprà mai… e poi a Lev piace, lo abbiamo fatto un mucchio di volte.

BORIS E cosa ti ha detto?

ERICA Me lo chiedi quando è il tuo turno. Comincio?

BORIS Comincio io. Cosa ti ha detto?

ERICA Mi ha chiesto se provavo attrazione fisica per te.

BORIS Ti ha chiesto questo?

ERICA Te l'ho detto.

BORIS Non ci credo.

ERICA E' il gioco della verità, se te l'ho detto è perché è vero.

BORIS E tu cosa gli hai detto?

ERICA Eh, no. Ora tocca a me. Ti sei mai innamorato?

Pausa.

BORIS Sì.

ERICA Sì e basta?

BORIS Tocca a me. E tu cosa gli hai detto?

Pausa.

ERICA Mi vergogno… bacio.

Lo bacia.

BORIS Che gioco strano.

ERICA Tocca a me. Sei mai stato invidioso di qualcosa che faceva tuo fratello?

BORIS Sì, tocca a me. Tu cosa gli hai chiesto?

ERICA Ma non possiamo fare il ripasso dell'altra volta!

BORIS Non c'è nelle regole. Posso chiedere quello che voglio.

ERICA Gli ho chiesto… se secondo lui tu eri geloso del fatto che io e lui stavamo insieme.

BORIS E' un gioco stupido, basta, non lo capisco.

ERICA Eh, no, ora tocca a me. Hai mai desiderato fare l'amore con me?

Lunga pausa.

ERICA Puoi non rispondere, però devi baciarmi.

Boris le si avvicina, si baciano, dura un po' troppo, Boris fugge via.

14.

07.10.'98

Boris.

Mette una cassetta nel registratore. Play.

VOCE DI LEV "Ciao fratellino. Fin qui tutto bene. Sono in una caserma insieme a un sacco di gente, qui è pieno di regole e le rispettano quasi tutti, ti piacerebbe questo posto, stiamo dentro tutto il tempo e alla sera possiamo uscire e andare al cinema o a conoscere delle ragazze. Ce ne sono tantissime e sono tutte carine. Il mangiare è uno schifo, mangiavamo molto meglio io e te…"

Boris ride.

"…io qui parlo sempre a tutti di te e ormai è come se ti conoscessero tutti e vorrebbero conoscerti davvero, sarebbe bello se ci potessi venire a trovare. Ora ti devo salutare perché abbiamo moltissimo da fare qui. Stai bene."

Boris cambia la cassetta. Rec.

BORIS Caro Lev, ho ricevuto la tua lettera e il tuo indirizzo, sono contento di sapere che tutto va bene, mi dispiace per il mangiare, potrei mandare anche a te le ricette dei dolci… su Erica puoi stare tranquillo che non si è vista proprio, la casa è in perfetto ordine, spero che tu torni tanto presto, il tuo fratellino maggiore.

Mette nel registratore una terza cassetta. Rec.

BORIS Ciao mamma, sono tuo figlio Boris, mi è appena arrivata una lettera di Lev che si trova molto bene, è partito per andare a fare il soldato, dice che ha già un sacco di amici, è andato con la macchina, quella grossa, bianca. Io sto molto bene e avrei tanta voglia di andare al fiume con te e papà e Lev e nostra sorella… o di andare al laghetto che c'è qui, dove andavo con Lev quando era qui, comunque non sono affatto solo perché: sorpresa!! Ho una fidanzata, è poco che ci siamo conosciuti e ci vogliamo già molto bene, ha un vestito bianco, ti assomiglia tanto e sembra una principessa. Io e lei facciamo sempre tanti giochi che mi piacerebbe insegnarti, non vedo l'ora di fartela conoscere, ti piacerà moltissimo e…

Entra Erica, Boris se ne avvede.

BORIS … stiamo bene, spero tanto di poterti vedere presto, state bene, il tuo figlio maggiore, Boris.

Stop. Eject.

ERICA Cosa fai?

BORIS Niente. Le lettere, per mamma e per Lev.

ERICA Posso salutarlo anch'io?

BORIS Sono cose nostre.

15.

h 20:41

Boris, Erica in bianco.

BORIS Mi insegni quello delle bugie?

ERICA Avevi detto che non volevi dirle.

BORIS Se è un gioco non conta.

Pausa.

ERICA Ti devo fare una confessione. Ho fatto una cosa brutta. Mi dispiace ma non riesco a non dirtelo.

Pausa.

ERICA Io prima che le spedissi ho ascoltato le tue lettere.

BORIS E' una bugia?

ERICA No, non è il gioco.

Pausa.

ERICA E' vero.

Pausa.

BORIS Hai fatto male a non chiedermelo prima… ma non c'è niente di male che le hai ascoltate. Hai fatto bene a dirmelo.

ERICA Non sei arrabbiato.

BORIS Ti ho perdonato.

ERICA Dici un sacco di bugie.

BORIS No.

ERICA Dico nelle lettere.

BORIS No, non sono bugie.

ERICA Tutti quei discorsi sulla macchina, il laghetto, che io non sono più tornata…

BORIS Non sono bugie, sono lettere, le lettere si scrivono così, non è come una bugia, sono lettere.

ERICA E perché nelle lettere non si può dire la verità?

BORIS Si può anche ma è meno bello.

ERICA Ti piace il bianco?

BORIS Sì.

Erica gli dà un bacio, lo guarda, scappa.

16.

17.10.'98 h 12:12

Boris.

Entra in casa con due cassette impacchettate in mano. Le spacchetta. Ne mette su una. Play.

VOCE DI LEV "Caro Boris, sono Lev, due cose volevo dirti: la prima è che sei un coglione, la seconda che sei uno stronzo. Parto dal due: sei uno stronzo perché: come ti è saltato in mente di scrivere a mamma tutte quelle stronzate sulla fidanzata, il vestito bianco… ma dove vuoi arrivare? Non si scrivono così le lettere, è una lettera volgarissima; il laghetto, la macchina… sembra una principessa… vuoi che si preoccupi? Vuoi ucciderla? La prima è che si un coglione perché la lettera per mamma l'hai mandata a me. Tuo fratello, Lev."

Boris cambia la cassetta. Play.

VOCE DI MAMMA "Caro Boris, sono mamma, hai mandato a me la lettera per Lev, gliel'ho spedita all'indirizzo suo, manda anche a lui la ricetta per i dolci, sono sicura che gli farà piacere se è vero che non mangia come si deve. Chi è Erica? Qui tutto va bene, tuo papà e la tua sorellina ti sono molto vicini… se ti capita di passare di qua per lavoro o che so, non dimenticare di venirci a trovare. Un abbraccio, Mamma."

17.

h 18:26

Erica, Boris.

ERICA Ma perché voi due avete i nomi così strani?

BORIS Non sono strani, sono russi.

ERICA Non siamo in Russia.

BORIS Non sei mai stata in ospedale o ad aspettare di andare in ospedale?

ERICA Sì.

BORIS Sì? Come mai?

ERICA Ma cosa c'entra?

BORIS Cosa facevi in ospedale?

ERICA Avevo cercato di uccidermi.

BORIS Davvero? Come?

ERICA Credevo che Lev te l'avesse detto. Col freddo.

BORIS Col freddo? Strano. E si riesce?

ERICA Io non sono riuscita.

BORIS E ti è dispiaciuto?

ERICA Sono stata un mese in ospedale, poi sono scappata. Da una finestra. Tutti mi cercavano, a casa non potevo mica tornare, lì mi aspettavano per riportarmi dentro. Telefonai a un'amica per chiederle aiuto, dalla stazione. Le dissi che l'aspettavo lì. Dopo mezz'ora vidi in stazione mio fratello con dei carabinieri, così non mi feci vedere e presi il treno per qua. Ho conosciuto Lev due giorni dopo.

Pausa.

BORIS Be', in ospedale si leggono i romanzi russi, ecco.

ERICA Mi piaci.

BORIS Sì, sei simpatica.

ERICA No, dicevo, mi piaci in quel senso.

Pausa.

BORIS Non sono molto pratico.

Erica comincia a fargli dei disegni col dito sulla faccia, sul collo.

BORIS Lev dice che sei ninfomane, è vero?

ERICA Non puoi vivere di quello che dice tuo fratello minore.

Esce.

18.

25.10.'98 h 12:51

Erica, Boris.

Stanno ascoltando l'ultimo nastro di Lev.

VOCE DI LEV "Ciao Boris, sono Lev soldato, qui va tutto bene, ci fanno sparare, impariamo molte cose. I nostri capi sono contenti di come mi comporto, dicono che sono intelligente, ordinato, in gamba, io allora non mi sono fatto prendere alla sprovvista e ho detto: "Signore, ho un fratello maggiore in gamba!" Il colonnello quasi scoppiò in lacrime, vorrebbe conoscerti, disse che anche lui aveva un fratello maggiore, eroe di guerra, che nella vita ci sono quattro cose: la fica, l'amicizia, la famiglia, la patria. se la famiglia è forte le altre tre vengono da sé. E' uno in gamba. Mamma mi ha mandato la tua lettera, spero che non l'abbia ascoltata, ma non credo, sono contento di sentire che quella rompicoglioni di Erica non è più tornata a darti fastidio, tienila lontana come stai facendo, sei uno forte. Io qui ho molto da fare, sono cose importanti, non ci vedremo per un po'. Sto molto bene ma non vedo l'ora di ritrovarti. Io ti chiederò: "Che cosa hai fatto in tutti questi anni?" e tu mi dirai: "Sono andato a letto presto". Forse mi verrà da piangere. Il tuo minore, Lev."

Stop. Eject.

ERICA Cosa vuol dire?

BORIS E' una cosa nostra, è un film.

ERICA Russo?

BORIS Americano.

ERICA Strana questa storia del capitano.

BORIS Colonnello.

ERICA Non lo so. E' bella, no?

BORIS Tutte cazzate.

ERICA Ma come?

BORIS E' una lettera.

Pausa.

ERICA Credevo che tu, per tuo fratello…

BORIS Ognuno ha la sua vita.

Fa per baciarla, Erica lo allontana.

ERICA Dài, no.

Pausa.

BORIS Mangi troppo. Ti sta venendo il culone.

19.

11.11.'98 h 15:05

Erica. Ha un vaso di Nutella, si guarda intorno, lo apre, ci caccia dentro una mano, comincia a leccarsela. Di colpo si blocca. Ha la mano e la bocca sporche di nutella. Guarda verso la porta. Entra Lev. E' ben vestito, ha due valige.

LEV Cosa fai?

ERICA Mi era venuta fame.

Pausa.

LEV Sono tornato.

Erica tende verso di lui la mano sporca di Nutella. Lev posa le valige, le si avvicina. Le succhia la Nutella dalle dita. La bacia, la butta sul tavolo. Si strusciano. Si sentono dei rumori.

ERICA C'è Boris.

Si ricompongono. Lev ha la bocca sporca di Nutella. Entra Boris.

LEV Che cosa hai fatto tutti questi anni?

BORIS Mi sono tagliato i capelli.

Lev va ad abbracciarlo.

BORIS Non dovevi stare via dieci mesi?

LEV Ho finito prima.

BORIS Non vai più via?

LEV No.

BORIS Perché hai finito prima?

LEV Perché ero già bravo.

BORIS Lo sapevo.

Rimangono abbracciati.

20.

12.11.'98 h 10:20

Lev, Erica.

LEV Non credevo di trovarti a casa.

ERICA Ho saputo che tornavi, volevo farti una sorpresa.

LEV Bugiarda.

Erica ride.

LEV Non potevi sapere che tornavo.

ERICA Lo sapevo.

LEV Sono tornato prima.

ERICA Me l'ha detto il capitano, lo conosco, sapeva che ci conoscevamo…

LEV Che capitano?

ERICA Quello che gli è morto il fratello in guerra.

LEV Che fratello? Che guerra? Non ci sono guerre.

ERICA Non lo so, quello che gli eri simpatico.

LEV Ma se mi stavano tutti sul cazzo!

ERICA Ci sono quattro cose nella vita: famiglia, sesso…

LEV Chi ti ha detto queste stronzate?

ERICA Le so.

LEV Non c'è proprio un cazzo da sapere.

ERICA Va be', non ti arrabbiare.

LEV Come le sai?

ERICA Le so, te l'ho detto, conosco il capitano.

LEV Non esiste nessun capitano.

ERICA Scherzavo.

LEV Non scherzavi proprio per niente. Dov'è Boris?

ERICA Dài, lascialo in pace.

LEV Dov'è andato?

ERICA E' andato a fare una passeggiata.

LEV Dov'è andato?

ERICA Al laghetto credo.

LEV Ma che laghetto? Dov'è andato quel cretino? Che è successo qui dentro, eh? Cosa gli hai fatto, lurida? Cosa è successo, cosa hai fatto a mio fratello? Dov'è?

ERICA Io non gli ho fatto proprio niente.

LEV E' diverso, non è normale.

ERICA Normale? Lui?

LEV Non lo prendere per il culo, dov'è?

ERICA Non lo so, è uscito, ma che cazzo vuoi?

LEV Come ti sei permessa? Cosa gli hai detto? Troia.

ERICA Ouh! Ma sei impazzito?

LEV Sì, credo proprio che sto impazzendo, posso anche cominciare a fare cose strane, cosa hai fatto a mio fratello? Che idee gli hai messo? Lui non si può difendere, brutta puttana!

Erica cerca di baciarlo.

ERICA Dài, sei un po' teso, rilassati.

Lev la scaraventa via.

LEV Non mi toccare! Come ti permetti? Puttana. Che cosa gli hai fatto? Boris!

ERICA Tu ti devi curare. Tuo fratello è strano, ma tu!

LEV Mio fratello non è strano, sei tu che… Boris!

Continua a girare come un leone in gabbia.

LEV Boris! Boris! Che puttana, non provare mai più a rivolgere la parola a mio fratello. E neanche a me. Ecco, fai una cosa, stai zitta e basta. E non fare niente. Boris!

ERICA Sei malato.

Erica esce.

LEV Boris!

Prende a pugni e calci tutto quello che trova, si fa male cerca di medicarsi, è esausto. Entra Boris.

LEV Sei qui?

BORIS Sì, sono tornato.

LEV Bravo. Dov'eri?

BORIS Sono andato a fare una bella passeggiata.

LEV Al laghetto?

BORIS Ma che laghetto? Così, qui nei paraggi.

Lev lo abbraccia, è distrutto.

LEV Boris, ho tanta paura, sono… inquieto… per te…

BORIS Oh, per me non ti devi preoccupare, io sto in gran forma.

LEV Sì, ma io non sono tranquillo.

BORIS A me pare che va tutto bene, stiamo bene noi tre…

LEV Noi tre?

Pausa.

BORIS Sì, io e te, certo, noi due, no?

LEV Hai detto noi tre.

BORIS Mi sono confuso.

LEV Non ti sei confuso per niente, hai detto noi tre.

BORIS Mi ero confuso.

LEV Non eri confuso per niente, adesso sei confuso.

Gli dà una sberla.

LEV Così è confuso, questo è confuso, prima non eri confuso.

BORIS (confuso) Lev, tu non mi hai mai picchiato.

LEV Ora non puoi più dirlo.

BORIS Lev, io sono preoccupato per te. Non mi pare che stai molto bene.

LEV No, non sto bene per un cazzo.

BORIS Dovresti farti curare forse…

LEV (urla) Non dire stronzate del genere, come parli? Chi deve farsi curare? Chi ti ha insegnato a parlare così, è stata quella puttana… se ti sentisse mamma…

BORIS Lev… non è una puttana.

LEV No? Ah, no? Non è una puttana? E cos'è?

BORIS Lev, tu non mi avevi mai picchiato, io sono il maggiore.

LEV Non è una puttana? Puttana!! Cos'è? Lo sai tu? Cos'è? Rispondi. Mi riferisco a Erica, se non è una puttana, cos'è? Lo voglio sapere da te, rispondi. Eh?

Pausa.

BORIS E' una ragazza, no?

LEV Sicuro, certo che è una ragazza, ma che tipo di ragazza è? Che idee ti ha messo mentre io non c'ero? E' sempre stata qui, vero? Un sacco di balle mi hai raccontato.

BORIS Erano lettere.

LEV Sarebbe lei la fidanzata col vestito bianco di cui hai cercato di scrivere a mamma? Ma che idee ti sei messo? La principessa! Ehi! Che giochi ti ha insegnato? "Mamma ti piacerebbero", che giochi avete fatto? Vienimi a trovare nella mia casetta? Metti il tuo soldatino da me al calduccio?

BORIS Stai parlando a vanvera.

LEV Boris! Tu non sei così, lei è una lurida, non c'è amore, non c'è tenerezza, lei distrugge tutto quello che tocca, l'appiccicoso che ha in bocca, tra le gambe, è il vischio della morte - è uno spettro, qualunque cosa ti abbia detto, qualunque cosa abbia fatto, l'ha fatto per metterti contro di me, contro di te, vive della sofferenza degli altri, parla come una missionaria e agisce come…

Boris nel frattempo ha avuto una crisi, ha la bava alla bocca.

BORIS (grida) No, no, no!

Lev lo abbraccia.

LEV Boris, io ti voglio bene, tu sei l'unica cosa, non voglio che niente ci divida, tu sei il mio migliore amico, sei il maggiore, io sono il tuo fratellino, sono io, mi riconosci? Mi vedi? Ti sto abbracciando.

21.

Lev.

LEV Boris ebbe un attacco, cercai di calmarlo, facemmo pace. Gli dissi: "Sono tuo fratello", lui mi guardò, era tutto bianco, gli tremavano le labbra, mi disse: "Credevo che non eri più mio fratello". Gli accarezzai la testa come faceva mamma quando ci svegliavamo dai sogni brutti, gli dissi piano: "Non sono cose che si scelgono, si nasce, qualsiasi cosa ci succeda tu sarai sempre il mio fratello maggiore". Poi andò a dormire. Era molto stanco, si addormentò di un sonno profondo. Dovevo trovare Erica, di colpo ero diventato assolutamente tranquillo.

22.

Erica.

ERICA Girai sugli autobus a lungo, stetti a fare sbollire il nervoso e a interrogarmi sul da farsi per un bel po' nei luoghi a noi tre ben conosciuti, poi andai a casa, Lev non c'era, era uscito, seppi che era andato a cercarmi. Lo aspettai. Avevo comprato 250 grammi di caffè.

23.

h 20:02

Erica con la testa sul tavolo. La caffettiera. Una tazza vuota. Lev seduto al tavolo. Dopo un po' entra Boris.

BORIS Ho dormito a lungo.

Si avvicina a Erica.

BORIS Dorme?

Pausa.

BORIS Sei stato tu?

LEV Dobbiamo solo aspettare.

Pausa.

LEV E' meglio che ti siedi.

BORIS Sì.

Rimane in piedi.

LEV Credo che dovremo scrivere a mamma.

BORIS Con il coltello?

LEV Con la caffettiera, qui sulla base, con lo spigolo.

BORIS Fa' vedere.

Lentamente Lev si alza, scosta i capelli di Erica, mostra il collo a Boris.

BORIS Quella macchia blu?

LEV Lì, dove è gonfio.

BORIS Basta quello?

Pausa.

BORIS Ha pianto?

LEV No, è stato improvviso.

BORIS Non è stato difficile.

LEV No.

Pausa.

BORIS Non so se ti sto chiedendo davvero quello che vorrei.

LEV Non ti preoccupare, si può anche non parlare.

Pausa.

BORIS L'hai fatto per me?

LEV Per tutti, per tutti tre.

BORIS Per tutti due.

LEV Io e te.

BORIS Noi due.

Lentamente Lev si siede per terra. Boris va verso il registratore. Rec.

BORIS Ciao mamma, stiamo bene, Lev è tornato. Sorpresa! Anche lui ha una fidanzata. Presto verremo a casa e vi prenderemo, te, papà, nostra sorella, il cane, e vi porteremo da noi con la macchina grossa bianca e poi andremo tutti al laghetto, io, Lev, le nostre fidanzate, e tu, e papà, e la nostra sorella, e il cane…

Boris si va a sedere vicino a Lev.

LEV Molto bene.

Boris gli carezza la testa una volta