29 gradi all’ombra

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29 GRADI ALL’OMBRA

Commedia in un atto

di EUGENE LABICHE

Personaggi

POMADOUR

ADOLFO

COURTIN

PIGET

THOMAS, GIARDINIERE

SIGNORA POMADOUR

L'azione è ambientata nella villa di Pomadour, nei dintorni di Parigi

Commedia formattata da

Un giardino. A destra, caseggiato della villa di Pomadour. A sinistra, una serra. In fondo, un giuoco di birilli. Sedie, panchine e tavoli da giar­dino. All'alzarsi del sipario, i tre personaggi sono nel fondo e giuocano ai birilli.

Pomadour                     - (terminando il lancio della sua palla) E' incredibile... Non riesco mai a far cadere il bi­rillo da cento punti... Sempre quello da dieci...

 Courtin                         - (scrivendo su di una piccola lavagna) Faccio subito il conto. Dunque, dicevamo: Poma­dour 10... 30... 10... 10... Fa sessanta...

Pomadour                     - Sei sicuro?... Tocca a Piget di giocare.

Piget                              - Non lo dico per esagerare... ma oggi fa caldo davvero!

Pomadour                     - (guardando il termometro che è vicino alla serra) Ventinove gradi all'ombra... Dopo la partita di birilli, se non vi dispiace, per riposarci, annaffieremo un poco...

Piget                              - Grazie, caro. Io non so che cosa ho... A pranzo, ci hai dato un piccolo vino bianco... Ho una voglia pazza di dormire.

Pomadour                     - Quanto è sfaticato il nostro Piget!... Ci vuole dell'energia, che diamine!... Pensa che si tratta di una partita molto seria... Cinquanta cente­simi di posta e si tratta di una istituzione molto seria... Il ricavato della partita sarà versato, inte­gralmente, alla sottoscrizione municipale a favore della scuola che debbono costruire.

Courtin                          - Effettivamente, si tratta di una bella idea.

Pomadour                     - L'idea è mia. Finora, insegnavano a leggere in un solaio. Era una cosa indegna.

Courtin                          - Perché?... L'importante era che impa­rassero a leggere!

Piget                              - E hanno già versato molto alla sottoscri­zione?

Pomadour                     - Io ho dato venti franchi... come pro­prietario e come notabile del paese. Il sindaco aggiunto ha dato quaranta soldi, come sindaco aggiunto... In tutto, fa ventidue franchi...

Courtin                          - Non mi sembrano molto entusiasti del­la cultura popolare nel tuo comune...

Pomadour                     - Non importa. Ma non bisogna sco­raggiarsi... Ricordatevi quel che vi dico: più voi date luci al popolo e più il popolo è illuminato...

Piget                              - Un po' come le sale da ballo, insomma.

Pomadour                     - E più è illuminato...

Courtin                          - Più ha luci...

Pomadour                     - Precisamente!... Tocca a Piget di gio­care.

Piget                              - (tra sé) Quant'è seccante con i suoi bi­rilli! (Va a giuocare nel fondo).

Pomadour                     - (a Courtin) Ma dov'è andato a finire il tuo amico?

Courtin                          - Adolfo? E' risalito nella sua camera.

Piget                              - Mica stupido lui!

Courtin                          - Era un po' stanco... il caldo, il sole... Dimmi, non ti dispiace che io l'abbia portato qui?

Pomadour                     - Affatto... E' molto simpatico... Mi è piaciuto subito, fin dal primo momento...

Courtin                          - L'ho incontrato in treno e gli ho detto : « Dove diavolo vai? » - Mi ha risposto : « Non lo so ». « Allora, vieni con me da Pomadour ». -«Ma io non lo conosco ». « E che cosa importa? E' domenica e ti presenterò io ». - Ed è venuto...

Pomadour                     - E ha fatto bene... Mi ha l'aria di una persona molto distinta...

Courtin                          - Educatissimo. E molto colto... Intendi­tore di musica...

Pomadour                     - Si vede subito che è un uomo del gran mondo. A tavola ha detto a mia moglie che tutte le donne erano delle rose.

Piget                              - Io lo pensavo.

Pomadour                     - Ma giuoca, dunque!

Courtin                          - Certo, non è imbarazzato per fare un complimento. E, sia detto tra noi, è un uomo che piace moltissimo alle donne.

Pomadour                     - Ma mi sembra che abbia quasi cinquant’anni, il tuo seduttore.

Courtin                          - Non importa... E' un grande seduttore lo stesso. Dalle tre del pomeriggio, in poi, è sem­pre giovane. E soprattutto è molto abile. Il suo sistema consiste nell'attacco rapido, fulmineo.

Pomadour                     - Io non ne sono mai stato capace. Io sono troppo timido.

Piget                              - Nemmeno io sono mai stato capace, ma non per timidità.

Courtin                          - Adolfo sa delle storielle meravigliose...

Pomadour                     - Delle storie di donne, naturalmente?

Courtin                          - Sì.

Pomadour                     - Pepate?

Courtin                          - Pepatissime...

Pomadour                     - Gliele faremo raccontare dopo il dol­ce... Manderò mia moglie a portare un cestino di fragole al curato... E che cosa fa di mestiere?

Courtin                          - Niente... Adolfo va alla Borsa di tanto in tanto. Al momento delle liquidazioni...

Pomadour                     - Benissimo. Bisognerà che lo consulti sulle mie cinquanta azioni di Saragozza. Cosa ne pensi tu della Spagna?

Courtin                          - Io?... diamine... La Spagna... E' un paese magnifico... pieno di montagne...

Piget                              - (dal fondo) Io, delle azioni di Saragozza, ne ho centoventi... Tocca a Courtin di giocare.

Pomadour                     - Andiamo, spicciati!...

Courtin                          - Eccomi!...   - (Tra sé, andando verso il fondo) Accidenti, che noioso!

Piget                              - (ridiscendendo, a Pomadour) Sai, non so se è stato il prosciutto, ma muoio di sete...

Pomadour                     - Aspetta... Ti faccio portare della bir­ra... Continuate pure... ritorno subito... ((Entra nel caseggiato).

Piget                              - Quant'è noioso con i suoi birilli! Passia­mo tutte le nostre domeniche a lanciare delle bocce contro dei birilli... come se, con tutti i suoi soldi, non potesse comperare un bigliardo. Io non ci verrò mai più...

Courtin                          - E se, ancora, giuocassimo qualche co­sa... invece, giuochiamo per costruire la scuola del suo comune. Vi interessa, a voi, la scuola del comune?

Piget                              - Io?... voi non potete nemmeno immagi­nare fino a che punto io me ne infischio.

Courtin                          - Certo, bisogna diffondere l'istruzione nelle campagne.

Piget                              - E perché?

Courtin                          - Perché?... perché?... Io non lo so che... ma lo sento dire da tutti...

Pomadour                     - (dall'interno) E' ignobile... è disgustoso!

Courtin                          - Pomadour? Ma con chi ce l'ha?

Piget                              - Sta parlando con sua moglie.

Pomadour                     - (compare sull'uscio del caseggiato parla rivolto verso l'interno) Sporcaccione!... sporcaccione... (Rivolto a Courtin) Ebbene, è qualche cosa di buono il tuo invitato!

Courtin                          - Ma chi?

Pomadour                     - Entro per domandare della birra.) e che cosa vedo nell'anticamera? Il signor Adolfo] l'ignobile signor Adolfo, che stringeva le mani di mia moglie... così... e che l'abbracciava con viro lenza...

Courtin                          - Andiamo!... Non è possibile!...

Piget                              - Certo, la cosa mi sembra un po' audace)

Pomadour                     - (a Courtin) E questo è il tuo invitato. Perché me lo hai portato in casa mia? Io non conosco, io...

Courtin                          - Una sconvenienza simile!... Caro Pomadour, sono mortificato...

Pomadour                     - Appena mi ha visto è scappato in camera sua... E ha fatto bene... ma non finirà cosi, te lo garantisco... Esigo una spiegazione.

Piget                              - (fra sé, contento) Almeno così non si parlerà più di birilli.

Pomadour                     - (a Courtin) Vammelo a cercare e, poi, vedrai...

Courtin                          - Vado subito... E ti farà delle scuse.,, Ma ci vuole un po' di calma, amico mio, un po' di calma. (Entra nel caseggiato).

Pomadour                     - Delle scuse... Lo spero bene!...

Piget                              - E la tua povera signora... che cosa di­ceva?

Pomadour                     - Diceva : « No, signore... No, signore,., non voglio!... ». Ma lui insisteva. (Fingendo di dare dei baci) Cccc... Cccc... Ho voglia di dargli un ceffone!...

Piget                              - No, non sarebbe degno di te... Dei due, sei tu che sei in una posizione di ferro... Restaci!

Pomadour                     - E' giusto... E, poi, può darsi che lui sia molto più forte di me.

Courtin                          - (entrando) Eccolo... E' desolato! (Adolfo entra. Ha l'aria imbarazzata e confusa),

Pomadour                     - Avvicinatevi, signore.

Adolfo                          - (tra sé) Accidenti! Che stupidaggine la­sciarsi sorprendere così!

Pomadour                     - (tra sé, guardando Adolfo) Infatti, credo che sia più forte di me... (Ad alta voce) Aspetto le vostre spiegazioni, signore... Come mai vi siete comportato in quella maniera con una signora che vedevate per la prima volta?

Adolfo                          - Signor Pomadour, c'è un malinteso... si tratta di un semplice malinteso... Debbo anzitutto avvertirvi che appartengo ad una eccellente fami­glia... Mio padre era banchiere a Poitiers e mio nonno...

Pomadour                     - Non ho chiesto la vostra genealogia,., vi ho chiesto una spiegazione...

Adolfo                          - (imbarazzato) Ecco tutta la verità... Stavo rientrando per riposarmi un poco perché il vostro piccolo vino bianco mi aveva dato un po' alla testa...

Pomadour                     - (irritatissimo) Quello che voi chia­mate il mio piccolo vino bianco era dello sciam­pagna, signore!... Continuate...

Adolfo                          - Sì... dove eravamo rimasti?... (Tra sé) Certo, non sono ubriaco ma forse un po' brillo...

Pomadour                     - Siete sordo? Vi prego di continuare...

Adolfo                          - Eccomi... (Tra sé) Ho una sete tremen­da... (A voce alta) Nel rientrare ho incontrato la signora Pomadour... Sono andato verso di lei per salutarla... ma il vostro sciampagna... No... il vostro pavimento è molto lucido... ma perché ci fate dare tanta cera?... Sembra uno specchio... Stavo scivolando e mi sono aggrappato alla si­gnora per non cadere: la mia gota si è trovata senza volerlo vicino a quella della signora Po­madour.

Pomadour                     - (ironicamente) Senza volerlo, eh?!

Piget                              - (tra sé) Questa è grossa!

Adolfo                          - Ma, credetemi, io non ho mai avuto l'intenzione di mancare di rispetto alla signora Pomadour... Io sono un uomo del gran mondo. Domandate al signor Courtin...

Courtin                          - (in maniera secca) Vi prego di non ri­volgermi la parola, signore!

Pomadour                     - Insomma, secondo voi, per non ca­dere, senza volerlo, per puro caso, avete incontrato la gota della signora Pomadour?

Adolfo                          - Esattamente.

Pomadour                     - E voi avreste la pretesa di farci mandar giù questa spiegazione?

Adolfo                          - Io sono incapace di scherzare... « Non est hic locus »... (Tra sé) Strano! da quando ho [mal di testa ho voglia di parlare latino...

Pomadour                     - (a Piget) Che cosa ha detto?

Piget                              - E' latino.

Pomadour                     - Ma che cosa vuol dire? avrà bene un significato...

Piget                              - « Hic locus »?... Vuol dire dispiacentissimo.

Pomadour                     - Meno male... Adesso, vi metteremo di fronte alla vostra vittima.

Adolfo                          - Cosa dite? la mia vittima? Quale vit­tima?

Pomadour                     - Non vorrete mica insinuare che mia moglie è stata la vostra complice?

Adolfo                          - Non dico questo... Ma una vittima pre­suppone sempre un sacrificio... Ora non credo che ci sia stato nessun sacrificio.

Pomadour                     - (severamente) Basta!

Piget                              - (tra sé) Mi fa arrossire.

Pomadour                     - Piget?

Piget                              - Amico mio...

Pomadour                     - Vogliate pregare mia moglie di venire un momento qui.

Piget                              - Subito. (Si dirige verso il caseggiato. Pomadour lo accompagna fino alla porta).

Courtin                          - (a voce bassa, ad Adolfo) Animale!... Non ti porterò mai più in casa della gente per bene.

Adolfo                          - (a voce bassa) Cosa vuoi?... Ho perduto la testa... Colpa del caldo... Ma ci pensi!... Venti­nove gradi all'ombra... Accidenti, che sete!

Pomadour                     - (ad Adolfo) Fra un minuto, signore, tutto sarà chiarito.

Adolfo                          - Signore, io vi domanderò il permesso di non rimanere questa sera a cena con voi...

Pomadour                     - Lo spero bene... (Tra sé) Non ci man­cherebbe più che dargli anche da mangiare...

Adolfo                          - A che ora parte il treno? Domani, in Borsa, è giorno di liquidazione...

Pomadour                     - Un momento... prima c'è un'altra liquidazione... da liquidare tra noi... Sarebbe trop­po comodo, invitarvi a pranzo, abbracciare la padrona dì casa, e, poi, riprendere il treno... No! signore, occorre una lezione...

Adolfo                          - Vi giuro, signore, che sono desolato... Darei volentieri venti franchi di tasca mia, perché questo stupido incidente non fosse accaduto!... E se vorrete accettare le mie scuse...

Pomadour                     - Le scuse non bastano. Si vede che voi non mi conoscete... Sono un uomo... io... E data la mia professione, sono costantemente a contatto con dei militari... Io, di professione, ven­do sciabole, spade, spalline, uniformi... Capite?

Adolfo                          - Perfettamente... (Tra sé) Bella storia!... Ah! che stupida domenica!

Thomas                         - (entra con la birra e dei bicchieri) Ecco la birra!

Adolfo                          - Bravo!

Pomadour                     - C'è un bicchiere in più. (Indicando Adolfo e severamente) Il signore non beve con noi.

Adolfo                          - Nemmeno pagando?

Pomadour                     - Io non sono un oste!

Courtin                          - (sottovoce a Pomadour) Sei davvero cattivo con lui!

Pomadour                     - Ci vuole una lezione! (Thomas esce).

Adolfo                          - (tra sé) Ce l'ha proprio a morte con me.

Pomadour                     - (riempie due bicchieri) Andiamo, Courtin, alla tua salute! (Alza il bicchiere) Brindo agli uomini ben educati.

Adolfo                          - (tra sé) Questa è per me.

Pomadour                     - (continuando il suo brindisi) Brindo a coloro che, padroni delle proprie passioni, sanno mantenersi nei limiti del rispetto e della buona educazione... e mi sia concesso, per finire, di deplo­rare quei temperamenti inferiori, bestiali, e senza pudore... che... che hanno infranto vergognosa­mente tutti i codici della vecchia galanteria na­zionale.

Courtin                          - (tra sé) Ben detto!

Adolfo                          - (tra sé) Comincia davvero a seccarmi... Se almeno mi lasciasse bere...

Piget                              - (uscendo dal caseggiato) Ecco tua moglie... Non voleva venire, ma ho finito col persuaderla.

La signora Pomadour    - (entra un po' intimidita) Hai chiesto di me, caro?

Pomadour                     - Sì, signora... Avvicinati... e sediamo... (Ad Adolfo) E niente segni di intesa.

Adolfo                          - (tra sé) Se potessi avvertirla...

Pomadour                     - (alla moglie, con il tono di un giudice) Calmati, mia cara... E dicci tutto quello che sai.

La signora Pomadour    - Su che cosa, caro?

Pomadour                     - Ma è chiaro... sulle imprese di questo signore.

La signora Pomadour    - Ma, caro, così... davanti a tutti... io non oserò mai...

Adolfo                          - (sottovoce a Courtin) Com'è graziosa!

Courtin                          - (sottovoce e irritato) Vuoi stare zitto cinico!

Pomadour                     - Capisco, cara, che la tua situazione è penosa e delicata. Ma si tratta di un confronto con il colpevole... Non nascondere nulla...

La signora Pomadour    - (abbassando gli occhi) Ero nella sala d'entrata... Tornavo dal giardino con un mazzo di rose... Allora il signore si è avvicinato e mi ha detto: la più bella non è nel mazzo...

Piget                              - Grazioso, come complimento!

Adolfo                          - (modestamente) Sì, bisogna riconoscere che non c'è male...

Pomadour                     - (severamente ad Adolfo) Tacete... (A sua moglie) Continua...

La signora Pomadour    - Naturalmente, ho sorriso... Allora, mi ha preso le mani... io ho cercato di svincolarmi... ma è riuscito ad abbracciarmi di prepotenza...

Courtin e Piget              - (indignati) Oh!

Pomadour                     - Silenzio! (A sua moglie) E quante volte ti ha abbracciata?

La signora Pomadour    - Non era il momento di contare...

Adolfo                          - (tra sé) Nemmeno io.

Pomadour                     - Ma all'incirca?

La signora Pomadour    - Non so... una diecina al­meno...

Pomadour                     - (alzandosi) Così, signori, voi lo avrete senza dubbio notato come me... durante il lungo intervallo di tempo che è necessario per appiop­pare dieci baci, il rimorso non è riuscito a tro­vare nemmeno un minuto... che dico?... nemmeno un secondo... per farsi strada nella coscienza dell'accusato... Nulla... Nemmeno una scintilla di rimorso... Converrete con me che tutto ciò è molto triste! (Si siede).

Piget                              - (tra sé) Come dirige bene il processo!

Pomadour                     - (a sua moglie) La difesa pretende che il piede dell'accusato, scivolando sul pavi­mento troppo lucido... l'hai notato, tu, che il pavi­mento è troppo lucido?

La signora Pomadour    - Questo non è certamente vero...

Adolfo                          - (tra sé) Che sciocca!

Pomadour                     - (a sua moglie) Non hai altro da aggiungere?

La signora Pomadour    - No caro... No, Edmondo...

Pomadour                     - Basta così... Puoi andartene...

La signora Pomadour    - Com'è in collera!... Mi guarda severamente... Eppure non è stata colpa mia! (Entra nella casa).

Pomadour                     - (ad Adolfo) Ebbene, che cosa avi da rispondere?

Adolfo                          - Nulla... Per sistema, io non contraddico mai le donne...

Pomadour                     - (ad Adolfo) Benissimo... entrate momento nella serra... Io ho bisogno di consultarmi con i miei amici per definire il genere riparazione che ho il diritto di esigere da voi...

Adolfo                          - Ai vostri ordini, signore... (Tra sé) ì come sono stato stupido a lasciarmi sorprendi così! (Guarda il termometro appeso al muro este­riore della serra) Ventinove gradi all'ombra... Acci­denti, ma che caldo, e quello continua a riscaldarsi... (Entra nella serra).

Pomadour                     - (ai suoi amici) Vediamo... che cosa bisogna fare?...

Piget                              - Certo... il caso è imbarazzante.

Courtin                          - (con veemenza) Quanto a me, sono furioso ed esasperato!... Un tizio che incontro sul treno, che presento in una famiglia onorata... e che si comporta così... Vi giuro che me la pa­gherà!...

Pomadour                     - (a Courtin) Benissimo!... Ti farò da testimone...

Courtin                          - Ma io non ho detto che intendo bat­termi.

Pomadour                     - Dal momento che sei stato tu a presentarlo...

Courtin                          - Sì... io l'ho presentato... io non lo pre­senterò più... Ma d'altra parte, io non ho il dovere di scendere sul terreno e di incrociare i ferri per difendere l'onore di tua moglie... La gente ci tro­verebbe a ridire...

Piget                              - Sì... si direbbe : « Ma guarda un po'... ma guarda un po'... ».

Pomadour                     - Ma allora, perdinci, che cosa bisogna fare? Quel signore è nella serra che aspetta...

Courtin                          - Ah! certo non bisogna esitare...

Pomadour                     - Ma adesso che ci penso... Tu, Piget, sei stato tradito già molte volte da tua moglie...

Piget                              - Sì, ma non c'è nessun bisogno di divul­garlo...

Pomadour                     - Certo, caro, ma tanto lo sanno tutti.

Piget                              - Il tuo giardiniere, per esempio, non lo sa...

Pomadour                     - Andiamo!... che cosa hai fatto?... Certo, la situazione non è la stessa... La tua era molto più completa, più precisa...

Piget                              - Io mi sono battuto alla spada... Tutti i miei amici mi hanno detto : «Bisogna battersi ».

Pomadour                     - Sì, ma è grave!

Courtin                          - Nessun pericolo... il tuo avversario non si difenderà nemmeno...

Pomadour                     - Come dici?

Courtin                          - Non può difendersi... non ci si difende mai contro un marito offeso...

Piget                              - Sarebbe un'indecenza!

Courtin                          - Ci si limita a scoprire il petto...

Pomadour                     - Così un marito può divertirsi a... (Indica, con la mano, i colpi di spada) Ne siete sicuri almeno?

Courtin                          - Sicurissimi.

Pomadour                     - Allora, il tuo non si è difeso?

Piget                              - No, è stato gentilissimo...

Pomadour                     - Allora, va bene... Notate che io non raglio affatto ucciderlo... quell'uomo... voglio sem­plicemente dargli una lezione... fatelo venire!

Courtin                          - (alla porta della serra) Signore!... Signore!...

Adolfo                          - (entrando) Signori...

Pomadour                     - (solenne) Signore, dopo aver confe­rito con i miei testimoni... a mia volta... io sono desolato... « hic locus »... di dovervi annunciare che uno scontro sul terreno è diventato indispen­sabile. Ci sono delle ingiurie che si possono lavare solamente col sangue... naturalmente in quello del colpevole... Essendo il marito, io ho la scelta delle armi... Voi troverete giusto che io scelga la spada­io vendo spade...

Adolfo                          - (inchinandosi) Sono ai vostri ordini, si­gnore. (Tra sé) Sarà un terribile spadaccino...

Pomadour                     - Courtin?

Courtin                          - Caro?

Pomadour                     - Prega mia moglie di consegnarti due spade... chiedile il modello numero tre...

Courtin                          - Numero 3... benissimo... Vado subito... (Entra nel caseggiato).

Pomadour                     - (ad Adolfo, con aria risoluta) Ho chie­sto il modello numero 3 perché sono le spade più lunghe.

Adolfo                          - Per me tutte le spade vanno bene.

Pomadour                     - (inquieto) Ah... tutte le spade vi vanno bene?... (Sottovoce, a Piget) Hai sentito... ho l'im­pressione che abbia voglia di difendersi.

Piget                              - (sottovoce) - Impossibile... sarebbe con­trario alle consuetudini.

Pomadour                     - Non importa... parlagliene lo stesso... Capisci, in queste cose, è meglio essere sicuri... Io vado a giocare ai birilli... con calma... farà ottima impressione... tu parlagli... (Pomadour ri­sale verso il giuoco dei birilli e lancia una palla o due, canticchiando).

Piget                              - (avvicinandosi ad Adolfo) Nella mia qua­lità di testimone, il signor Pomadour mi ha affi­dato i suoi interessi... Io spero, signore, che non avrete l'intenzione di difendervi.

Adolfo                          - Io... e perché?

Piget                              - (sorridendo) Diamine!... con un marito...

Adolfo                          - Siete meraviglioso, voi... E credete che io abbia voglia di farmi infilzare solo perché lui ;è un marito... ma con tale sistema staremmo fre­schi noi scapoli.

Piget                              - Ma, signore, le consuetudini...

Adolfo                          - Non conosco questa consuetudine.

Piget                              - Allora, la delicatezza, la più elementare delicatezza...

Adolfo                          - Ma lasciatemi tranquillo, voi e la vostra delicatezza...

Piget                              - - Ma signore...

Adolfo                          - Se voi credete che io mi diverta a stare qui... con una sete a ventinove gradi...

Piget                              - Basta, signore, basta... (Tra sé, allonta­nandosi da Adolfo) Incredibile... fa pietà!

Pomadour                     - (che è ridisceso, sottovoce, a Piget) Ebbene?

Piget                              - Ebbene... vuol difendersi... è un vigliacco!

Pomadour                     - (sottovoce) Ma le cose non andranno così... non è quello che avevamo stabilito... Questo cambia tutto l'aspetto della cosa. (Ad alta voce, ad Adolfo) Scusate, signore, volete andare un mo­mento nella serra... Ho le mie ultime istruzioni da dare ai testimoni.

Adolfo                          - A vostra disposizione, signore... (Tra sé) Comincia ad annoiarmi con l'andirivieni nella serra...

Pomadour                     - Ma in che diavolo di storia mi avete cacciato?

Piget                              - La colpa non è mia!

Pomadour                     - Sì, che è tua... Sei stato tu a dirmi che il tuo avversario non si era difeso... che non si usa, eccetera.

Piget                              - Certo... si è limitato a parare i colpi tanto è vero che non mi è stato possibile toccarlo.

Pomadour                     - Non capisco.

Piget                              - Siamo andati per cinque giorni di seguito nell'interno di una villa. II primo giorno, ci sono stati ventotto assalti... io avevo portato con me un medico... che cosa orribile!... Il secondo giorno, diciannove assalti... il terzo, sedici... avevo detto al medico di non venire più... mi costava venti franchi alla volta... Poi, quando ho visto che non mi riusciva mai di colpire il mio avversario, non ci sono più ritornato... Capirai, io ho i miei affari...

Pomadour                     - E anch'io ho i miei affari... Ma in­tanto bisogna decidere qualche cosa... E' là nella serra che aspetta...

Piget                              - Io, al tuo posto, avrei accettato le scuse.

Pomadour                     - Ma... ma... avrei avuto l'aria di indie­treggiare.

Piget                              - Ma no, non indietreggi, dal momento che è lui che ti fa delle scuse.

Pomadour                     - E' giusto... Di che si tratta, in fin dei conti?... Di un bacio... di un semplice... Ah se si trattasse, come nel caso tuo... di una di quelle ingiurie che disonorano definitivamente un uomo...

Piget                              - Eh?

Pomadour                     - Ma per un semplice bacio... un sem­plice innocentissimo bacio... mettiamo che sia la notte di Capodanno... ci si bacia... il bacio ci sarebbe lo stesso e non avrei nulla da dire. Sola­mente, siamo in agosto, ed ecco il pregiudizio... lo stupido pregiudizio... che esige che io mi faccia sbudellare... Andiamo... vai a cercare quel signore...

Courtin                          - (entra, con due spade) Ecco le due spade... Tua moglie mi segue... La signora

Pomadour                     - (entrando e gettandosi fra le braccia del marito) Edmondo... grazie... grazie...

Pomadour                     - (stupito) Grazie... di che cosa?

La signora Pomadour    - Stai per batterti, lo so...

Pomadour                     - Un momento...

La signora Pomadour    - Andiamo, non cercar di negare... Il signor Courtin mi ha detto tutto...

Pomadour                     - E' vero... in un primo momento avevo avuto quest'idea...

La signora Pomadour    - Tu... proprio tu! E io che ti credevo debole e timido... perché... oramai posso confessartelo... avevo una ben povera idea del tuo coraggio, caro Edmondo.

Pomadour                     - Come dici?

Courtin                          - Lui?... ma è un leone!

Pomadour                     - (con modestia) Un leone... non esa­geriamo... un leone, diciamo... in un certo senso...

Piget                              - (tra sé) In un piccolo, piccolissimo senso...

La signora Pomadour    - Ti ricordi quella sera che, durante i fuochi d'artificio in piazza della Concor­dia, io fui... molestata da un giovanotto che si era collocato dietro di me?...

Pomadour                     - Molestata molto leggermente...

La signora Pomadour    - Leggermente, un corno... insolentemente... E tu non dicesti nemmeno una parola... Allora, un pensiero atroce mi traversò il cervello... che Edmondo abbia paura?...

Courtin                          - Oh! Oh!...

Pomadour                     - Paura... io?

La signora Pomadour    - Perdonami... Ero pazza, ingiusta... e la prova è che tu stai per rischiare la tua vita per me!

Pomadour                     - Sì... cioè... (Tra sé) Ma che bisogno aveva di venire qui...

Piget                              - (tra sé) Era quasi tutto aggiustato...

La signora Pomadour    - Sì, ma sii tranquillo... anch'io saprò essere forte. Io so che ci sono delle ingiurie che un uomo onorato non può assoluta­mente sopportare.

Pomadour                     - Perché siamo nel mese di agosto... se invece fossimo d'inverno, nella notte di Capo­danno...

La signora Pomadour    - Edmondo... io sono fiera di te... (Gli salta al collo e lo abbraccia) E, adesso, va' pure a batterti! (Prende le due spade dalle mani di Courtin e le dà al marito).

Pomadour                     - Subito... (Tra sé) Accidenti alle donne che si intromettono nelle discussioni di affari d'onore... sono snervanti!

La signora Pomadour    - Dov'è il tuo avversario?

Pomadour                     - Nella serra.

La signora Pomadour    - Chiamalo.

Pomadour                     - Un momento, che diamine! (Tra sé) Si direbbe che ha fretta!... (Ad alta voce) Prima di cominciare la lotta ho bisogno di parlare, qualche minuto ancora con i miei testimoni... Tu faresti meglio a rientrare in casa... il tuo posto non è qui... noi cercheremo di aggiustare la cosa... e l'aggiusteremo... Venite, signori. (Scompare nel giardino, seguito da Courtin e da Piget).

Adolfo                          - Io mi annoio nella serra... E poi lì den­tro il caldo aumenta... (Vedendo le bottiglie sulla tavola) Ah! della birra! (Beve avidamente parec­chi bicchieri, uno dopo l'altro). La signora

Pomadour                     - Povero Edmondo!... Sto provando per lui dei sentimenti che non avevo mai provato... ho quasi l'impressione di amarlo, di averlo per sempre amato... Non voglio che uccidano!

Adolfo                          - Ah! va un po' meglio.

La signora Pomadour    - (scorgendo Adolfo)

Adolfo                          - (tra sé) Lei! (Ad alta voce) Signora, debbo confessare che mi sento molto imbarazzato trovarmi di fronte a voi. Io non so come riuscirò a farmi perdonare... la piccola vivacità di poco La signora

Pomadour                     - Signore, si tratta di i cosa molto grave.

Adolfo                          - E' grave soprattutto il fatto di essere lasciati prendere in flagrante... La signora

Pomadour                     - Ma no, signore, è la voi condotta che è intollerabile!

Adolfo                          - Cosa volete? Con un caldo simile..

La signora Pomadour    - Cosa c'entra il caldo?

Adolfo                          - Ventinove gradi all'ombra!... tenerne conto... La signora

Pomadour                     - Io non ho nessuna voglia dì scherzare, signore. Insomma, vi batterete mio marito, sì o no?

Adolfo                          - Dal momento che è stato lui a cercare la vertenza...

La signora Pomadour    - Il signor Pomadour è padre di famiglia... ha una moglie.

Adolfo                          - Una moglie deliziosa...

La signora Pomadour    - E un figlio che è in collegio... che studia con diligenza... che ha dea ottimi punti alla fine di ogni trimestre...

Adolfo                          - I miei complimenti, signora... dev'essere una grande soddisfazione per i suoi genitori.

La signora Pomadour    -  Un giorno, quel ragazzo avrà bisogno di suo padre per essere guidato nella vita...

Adolfo                          - E' il dovere di ogni padre.

La signora Pomadour    - Povero ragazzo!... Lo vedete, voi, abbandonato a se stesso, senza un soste­gno, senza una guida, senza un appoggio...

Adolfo                          - Adesso, non esageriamo...

La signora Pomadour    - Mentre voi, celibe impe­nitente, senza nessun vincolo con la vita...

Adolfo                          - Prego, signora...

La signora Pomadour    - Quali vincoli avete voi con la vita?

Adolfo                          - Ma... le donne, i tartufi, la musica.., Adoro i tartufi...

La signora Pomadour    - Tutte cose che non con­tano... In sostanza, voi siete un essere completa­mente inutile su questa terra.

Adolfo                          - Ve ne prego... Se mi conosceste un pò meglio, cambiereste forse parere.

La signora Pomadour    - Insomma, signore, dato, quello che è successo, credo di avere il diritto di' sperare che voi non vi difenderete affatto durante l'incontro alla spada...

Adolfo                          - Ancora?... Permettete, signora... mi hanno già fatto questa graziosa e gentile proposta. E ho il dolore di dirvi che la respingo nel modo più assoluto. La signora

Pomadour                     - (con slancio) Come?... Voi avreste il coraggio di uccidere un uomo, dopo avergli portato via la moglie?

Adolfo                          - Prima di tutto, io non gli ho portato via niente... e lo rimpiango...

La signora Pomadour    - Credevo di poter contare su di voi... speravo di avere a che fare con un gentiluomo.

Adolfo                          - Andiamo, signora, ragioniamo un poco... Voi mi proponete di lasciarmi sbudellare a volontà da vostro marito... non è molto cortese questa proposta...

La signora Pomadour    - Ma ha una moglie, lui.

Adolfo                          - E io ne ho più di una, io!

La signora Pomadour    - Insomma, voi rifiutate...

Adolfo                          - Ho il dolore di rifiutare... (Tra sé) E' carina, ma francamente...

La signora Pomadour    - E sapete tirare alla spada?

Adolfo                          - Non manco di una certa abilità. Sono in continuo allenamento, faccio della scherma ogni due giorni, per dimagrire.

La signora Pomadour    - E Pomadour che non fa mai della scherma!

Adolfo                          - Pomadour può fare una cosa molto sem­plice... rinunciare a questo duello... io non gli serbo nessun rancore.

La signora Pomadour    - Ci mancherebbe anche questo!... Rinunciare a questo duello... è impos­sibile: diventerebbe il ridicolo di tutti i suoi ami­ci... e poi, per me stessa... lo confesso... questo duello mi lusingava.

Adolfo                          - Ah!

La signora Pomadour    - Perché credevo che non vi sareste difeso...

Adolfo                          - Siete molto gentile!

La signora Pomadour    - Ma almeno... nessuno ci sente. (Con mistero) Promettetemi di non fargli del male.

Adolfo                          - Farò del mio meglio... ma non posso garantire nulla... quando si è sul terreno, con una spada in mano ed un'altra di fronte... come ga­rantire?

La signora Pomadour    - Come sarebbe a dire?

Adolfo                          - Voi capite... se si getta su di me... io allungo il braccio e lui è infilzato! La signora

Pomadour                     - Ma io non lo voglio asso­lutamente... povero Edmondo! (Con tenerezza) Andiamo, signor Adolfo... ve ne prego... sono certa che, quando lo volete, voi sapete essere molto cortese con le signore...

Adolfo                          - Chi ve lo ha detto?

La signora Pomadour    - La vostra condotta sconve­niente di questa mattina me. lo ha sufficientemente dimostrato.

Adolfo                          - (tra sé) E' adorabile!

La signora Pomadour    - Non gli farete del male, non è vero?

Adolfo                          - Sì... ma a una condizione.

La signora Pomadour    - Quale?

Adolfo                          - Nessuno ci ascolta... (Avvicinandosi) Voi mi restituirete...

La signora Pomadour    - Che cosa?

Adolfo                          - La mia condotta sconveniente di questa mattina...

La signora Pomadour    - Ah! questo mai!

Adolfo                          - E io vi prometto che,'in qualsiasi caso, anche a costo di rimetterci la vita...

La signora Pomadour    - Non lo toccherete?

Adolfo                          - Mi limiterò a parare i colpi. Poiché ci so fare...

La signora Pomadour    - Ma se voi non fate altro che parare i colpi, mio marito non vi colpirà mai.

Adolfo                          - Naturalmente.

La signora Pomadour    - E allora?

Adolfo                          - Allora... che cosa?

La signora Pomadour    -  Sarà un duello ridicolo!

Adolfo                          - Diciamo: senza risultato...

La signora Pomadour    - La gente si burlerà di noi...

Adolfo                          - Insomma, io non so più che cosa pro-porvi... vediamo un po', volete che gli faccia sol­tanto una piccola puntura, una puntura di spillo ad una mano?...

La signora Pomadour    - Oh! no.

Adolfo                          - Andiamo, un piccolo graffietto... Ci met­terete sopra un po' di cerotto... tanto per la bella figura...

La signora Pomadour    - E dovrà portare il braccio al collo... tanto per far vedere alla gente che si è battuto?...

Adolfo                          - Solamente, inesperto com'è, raccoman­dategli di non venire avanti, di non gettarsi su di me.

La signora Pomadour    - D'accordo... non si muo­verà.

Adolfo                          - E adesso (prendendola per la vita) ... la mia ricompensa!

La signora Pomadour    - Lo faccio proprio per quel povero Edmondo, ve lo giuro... perché, personal­mente, io vi detesto, vi odio, vi disprezzo!... An­diamo, spicciatevi. (Adolfo l'abbraccia. Pomadour entra dal fondo).

Adolfo                          - Che fretta!

Pomadour                     - Ancora!

La signora Pomadour    - Mio marito!

Adolfo                          - Ma è davvero stupido di farsi sempre prendere in flagrante.

Pomadour                     - Allora, signore, la vostra è decisa­mente una malattia.

La signora Pomadour    - (sottovoce, a suo marito) Taci!

Pomadour                     - E vorresti anche farmi stare zitto?

La signora Pomadour    - E' il più generoso degli uo­mini... se tu sapessi... mi ha promesso formal­mente...

Pomadour                     - Di non difendersi?

La signora Pomadour    -  (sottovoce) Ti farà sempli­cemente un piccolo graffio sulla mano, ma tu non devi, in nessun modo, gettarti su di lui...

Pomadour                     - Un graffio? Ma come?... non fa che abbracciare mia moglie e debbo anche lasciarmi graffiare? Mai!... (Ad Adolfo) Signore, per un ba­cio, potevo ancora battermi, ma per due... c'è reci­diva... la situazione è completamente diversa...

La signora Pomadour    - Ma come? Rifiuta?

Pomadour                     - Ho bisogno di parlare nuovamente con i miei testimoni... (Vedendo Courtin e Piget che entrano) Eccoli... entrate un momento nella serra... Tu, cara, lasciaci...

La signora Pomadour    - (tra sé) Ma come?... ri­fiuta?

Adolfo                          - (tra sé, entrando nella serra) E' una ma­nia questa faccenda della serra.

Pomadour                     - Sapete quello che mi succede? Courtin e

Piget                              - Che cosa?

Pomadour                     - Quel miserabile ha abbracciato mia moglie una seconda volta...

Piget                              - Ma è una professione!

Courtin                          - Allora, c'è una sola cosa: il duello all'ultimo sangue.

Pomadour                     - Ma chi è che ti parla di duello all'ul­timo sangue... Andiamo, un po' di calma... io non so battermi... vendo delle spade... delle spade a prezzi molto vantaggiosi, ma non so battermi... Mettiamo che mi uccida... Avrà lo stesso abbrac­ciata mia moglie.

Piget                              - Questo sì.

Courtin                          - Ma disgraziatamente sei tu che hai voluto questo duello!

Pomadour                     - L'ho voluto... l'ho voluto... fino a un certo punto... in seguito, è accaduto un fatto nuovo che necessita una repressione più severa... che cosa ne direste di un bel processo, con risarcimento di danni e interessi?

Courtin                          - Lo condanneranno a quindici franchi di ammenda.

Piget                              - Come per uno schiaffo.

Pomadour                     - Perché? hai già dato uno schiaffo?

Piget                              - No, l'ho preso... e ho incassato 15 franchi.

Courtin                          - E i giornali pubblicheranno la cosa e così faranno sapere a tutti che tua moglie... sì, insomma...

Piget                              - E la gente crederà ancora qualcosa di più...

Pomadour                     - Insomma, signori, noi non siamo pro­tetti... ecco la verità... Occorre una legge... Il gior­no, in cui andrò alla Camera...

Courtin                          - Cosa farai?

Pomadour                     - Chiunque abbraccerà una donna mari­tata sarà deportato...

Piget                              - Non basteranno diecimila isole per con­tenere tutti i deportati...

Pomadour                     - Chiunque abbraccerà una donna ma­ritata... sarà deportato in un'isola, dove non ci saranno che delle vecchie negre sdentate... Ah! volevi abbracciare delle donne? Ecco, quante don­ne vuoi...

Courtin                          - Ma lo sai che quel poveretto è sempre nella serra?

Pomadour                     - E' vero... bisogna decidere qualche cosa. Io non voglio battermi alla spada, non voglio fare dei processi e non posso ancora deportarlo.

Courtin                          - Gli si potrebbe dare una multa...

Pomadour                     - Una multa... l'idea è buona... per esempio, duecento franchi...

Piget                              - Troppo!

Pomadour                     - Vedremo come reagisce... Farai sempre in tempo a diminuire il prezzo... (Entrano la signora Pomadour e Adolfo) Avvicinatevi, signore... E anche tu, cara... (Ad Adolfo) Dopo aver» conferito con i miei testimoni, abbiamo deciso di condannarvi ad una multa proporzionata alla p vita del delitto... e abbiamo pensato che la sommi di duecento franchi...

Adolfo e la signora Pomadour           - Oh!

Pomadour                     - Vi sembra troppo? Facciamo cento soltanto... Non ne faccio, del resto, una questione di denaro... Inutile dirvi che questa somma non entrerà affatto nelle mie tasche, perché non saprei davvero a quale titolo inserire la somma nella' mia contabilità generale. La somma sarà versata integralmente nel fondo per la costruzione del nostro edificio scolastico...

Courtin e Piget              - Benissimo!

Pomadour                     - E' bene che, di tanto in tanto, l'obolo del peccatore vada ad ingrossare il bilancio della educazione del popolo.

Adolfo                          - Allora, signore, non discuterò... Accetto la multa di duecento franchi...

Pomadour                     - Grazie!

Adolfo                          - Ma siccome ho commesso lo stesso errore due volte... io avrò l'onore di consegnarvi quattrocento franchi.

Pomadour                     - (stringendogli la mano con entusiasmo) Bravo, giovanotto!

Adolfo                          - Non ringraziatemi, ve ne prego. (Guar­dando la signora Pomadour) Perché a questo prezzo faccio ancora un buon affare...

Pomadour                     - (entusiasta) Non c'è che dire... si vede j che è un uomo di mondo...

Courtin                          - Te l'avevo detto!

Pomadour                     - La questione è regolata (Ad Adolfo) Abbracciate mia moglie. (Accorgendosi dell'errore) No, volevo dire, ora abbracciate me!... (Si abbrac­ciano. Chiama) Thomas. (Thomas appare) Un bicchiere per il signore... Spero che accetterete un bicchiere di birra in nostra compagnia.

Adolfo                          - Volentieri... perché non vi nascondo che fa un po' caldo nella vostra serra...

Pomadour                     - E, adesso, riprendiamo la nostra par­tita di birilli... (Ad Adolfo) Stiamo insieme...

Piget                              - (tra sé) Ancora questa noia dei birilli che ricomincia! (Gli uomini sono saliti verso il fondo della scena, dove c'è il giuoco dei birilli... Poma­dour sta tirando).

La signora Pomadour    - (trasognata, guardando Adol­fo che si toglie lentamente i guanti) Certo non è più un giovanotto, ma ha un'aria così distinta,..

Pomadour                     - (ridiscendendo e con gioia) Final­mente sono riuscito a far cadere il birillo da cento punti!... (Stringendo le mani di Adolfo) Signore, voi portate fortuna!

FINE