A domanda risponde

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Siro Pillosu

A domanda risponde

(Piéce)

[ Note per la regia: le scene all’esterno della stanza vanno riprese con la camera puntata sul profilo destro del soggetto; la porta risulterà dunque sulla destra dell’immagine. Le scene all’interno della stanza, vanno riprese secondo lo schema di figura, ossia nella scena 2 la camera è alle spalle di B, nelle scene successive essa compie gradualmente una rotazione antioraria attorno ad un asse verticale passante per il centro della stanza, per concludere con la scena 18 in cui la camera è alle spalle del soggetto H. Gli ambienti vanno scelti secondo uno stile rustico medioevale e l’arredamento della stanza sarà essenziale: un tavolino e due sedie.]

Scena 1

Esterno della stanza. Primo piano su A che si accinge a bussare. A bussa alla porta.

Scena 2

Interno della stanza. B è seduto alla scrivania. I suoi capelli sono lunghi e lisci. Abito da senatore dell’antica Roma.

B: Avanti!

A apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome?

A: Soggetto A ( B prende nota). Ed il suo?

B: Io sono il tutto ed il nulla della pazza saggezza che potrebbe prendersi gioco di me.

A: Ho già sentito parlare di lei.

B: Perché è venuto qui?

A: Per non fermarmi. Mai fermarsi. Sono qui per poter andar oltre. Anche se andar oltre non serve.

B: Spero che lei abbia delle buone ragioni.

A: Ognuno ha le sue.

B: Lei ha da giustificare delle affermazioni compromettenti. Fossi in lei inizierei a preoccuparmi. Lei si è ficcato in un bel pasticcio. Le consiglio di vuotare il sacco.

A: Come preferisce. Uno: ci rifacciamo a suoni. Due: ci rifacciamo a immagini. Tre: ci rifacciamo a materia. Quattro: ci rifacciamo a spirito.

B: ( Ride) Ama il prossimo tuo come te stesso.

Scena 3

Esterno della stanza. Primo piano di C che si appresta a bussare. C bussa alla porta.

Scena 4

Interno della stanza.

B: Avanti!

C apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( C si accomoda)

C: Soggetto C ( B prende nota).

B: Perché è venuto qui?

C: Per farle una domanda.

B: Ha studiato la fisica?

C: No.

B: Allora vada a studiare.

C: Ma come? Ho rispettato la coda con ogni sorta di scrupolo, ho fatto in modo da poter essere annoverato tra "i primi" della fila, e lei mi tratta così?

B: Le disposizioni di Pilato sono state ben precise. Non mi faccia perdere altro tempo.

Scena 5

Esterno della stanza. Primo piano di D ( soggetto femminile) che si appresta a bussare. D bussa alla porta.

Scena 6

Interno della stanza.

B: Avanti!

D apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( D si accomoda)

D: Soggetto D ( B prende nota).

B: Perché è venuto qui?

D: Non mi riconosci più?

B: Qui le domande le facciamo noi.

D: Non ti ricordi più il mio viso?

B: Qui le domande le facciamo noi.

D: Questo viso non ti dice più niente?

B: Qui le domande le facciamo noi.

D: Questa è la tua riconoscenza.

B: Piano con le parole.

D: Due anni e due mesi mano nella mano ed ecco il risultato.

B: Due anni un mese e ventun giorni.

D: Le mie urla silenziose…il mio cuore che sanguina…i tuoi sospiri…la tua domanda all’assessore ed il mio interessamento formale…i miei sogni svanire…

B: Ho sostenuto un concorso di ammissione molto faticoso.

D: Non parlavi così quando ti salvai dalla bocca dei leoni.

B: Siete un donna non siete una santa.

D: Voi uomini siete tutti uguali.

B: Se è venuta per delle lamentele l’ufficio è al primo piano.

Scena 7

Esterno della stanza. Primo piano sul postino che si accinge a bussare. Il postino bussa per due volte.

Scena 8

Interno della stanza.

B: Avanti!

Il postino apre la porta, entra, chiude la porta.

B: Prego si accomodi (il postino resta in piedi). Il suo nome?

P: La posta! ( B annota)

B: Perché è venuto qui?

P: C’è da firmare.

B: Di che cosa si tratta?

P: C’è da pagare la raccomandata.

B: ( Minaccioso) Di che cosa si tratta?

P: Se la prende e la apre lo scoprirà da solo.

B: Non faccia lo spiritoso. Non ha la faccia per fare lo spiritoso.

P: Io faccio solo il mio lavoro.

B: Appunto. Lei è un postino, non è un buffone. Io non compro niente a scatola chiusa.

P: Ma io non le sto vendendo niente…

B: Vuole sottilizzare? Lei mi vuole dare qualcosa e pretende dei soldi in cambio. A casa mia questo si chiama vendere.( Pausa) Ma non si preoccupi, io la capisco. Io so tutto.

P: ( Intimorito) Meno male.

B: Però anche lei deve capire me. Se lei mi vuole vendere qualcosa, mi deve dire almeno che cosa è.

P: Cosa vuole che sia…potrebbe essere tante cose…

B: Potrebbe! Bella risposta! Un postino che non sa riconoscere la posta che ha in mano! Ma si rende conto? No dico, si rende conto? Il mondo va a rotoli per colpa della gente come lei, che non sa fare il suo mestiere! Lei ha delle responsabilità ben precise all’interno della società, non se ne rende conto? Lei ha il dovere morale di dirmi cosa ha tra le mani, ha capito?

P: E’ una raccomandata… ma non si preoccupi, pago io la tassa per lei ( gli consegna la busta).

B: ( Prende la busta) Pago io? Pago io? ( Urlando) Io le faccio rapporto!

Scena 9

Esterno della stanza. Primo piano di E che si appresta a bussare. Tiene in mano una tela dipinta, un pennello, un foglio di carta. E bussa alla porta.

Scena 10

Interno della stanza.

B: Avanti!

E apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( E si accomoda)

E: Soggetto E ( B prende nota).

B: Perché è venuto qui?

E: Gradirei un consiglio professionale.

B: Ha compilato il modulo?

E: Si.

B: Faccia vedere ( prende il foglietto). Vediamo di che si tratta ( da un’occhiata al foglietto). Pittura…estemporanea…problemi di natura interpretativa…crisi cromatica e fuga…roba scottante…forse è meglio se mi spiega lei il problema.

E: ( Gli mostra la tela) Lei vede queste terre? Io no. O almeno, faccio finta di non vederle, perché dal giorno in cui le ho viste per la prima volta, tutto è diventato più difficoltoso…Vede, io ho da portare a termine questo lavoro, è di importanza fondamentale per me, ed invece ora mi trovo qui, nel bel mezzo di un bel punto morto. Non è stato facile per me neanche venire qui, si figuri. Mi dica a questo punto cosa dovrei fare, eh? Cosa dovrei fare?

B: Quanti sono i colori fondamentali?

E: Cinque.

B: Come le dita quindi. E allora…temperi le sue dita…tracciun bel sogno sulla tela…i colori sono dentro di lei…( gli prende il pennello e lo punta sulla tela) lo vedi il vortice? Lo vedi? Tuffati! Tuffati!

Scena 11

Esterno della stanza. Primo piano di F che si appresta a bussare. F bussa alla porta.

Scena 12

Interno della stanza.

B: Avanti!

F apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( F si accomoda)

F: Soggetto F.( B prende nota)

B: Perché è venuto qui?

F: Sono stato spinto da una profonda riflessione. E’ ormai passato un po’ di tempo da quando iniziai a meditare sulla natura del dolore.

B: Sia più preciso.

F: Le assicuro che non è così semplice.

B: Non mi è difficile crederlo, ma io ho bisogno di qualcosa di più concreto.

F: Sono venuto qui proprio per questo.

B: Capisco. Allora vediamo un po’… A chi appartiene questo dolore?

F: Penso un po’ a tutti.

B: A me servono certezze. Lei sente questo dolore?

F: A volte.

B: Bene( prende nota). Dove si manifesta?

F: Nell’animo.

B: Bene( prende nota). Dove risiede l’animo?

F: Questo non si sa.

B: Secondo lei.

F: Secondo me…nella testa o nel cuore.

B: Bene( prende nota). Venga un po’ qua.

( F si avvicina e B lo inserisce all’interno del macchinario*)

Dica trentatré.

F: Trentatré.

B: Bene( prende nota, apre un cassetto prende un foglio e un timbro e compila il foglio). Me ne prende un cinque la mattina, cinque prima e dopo pranzo, cinque prima di a andare a letto, dieci quando più le piace per un totale di due pacchi al dì per qualche mese( mette il timbro e consegna).

F: Ma veramente…

B: ( Sguardo minaccioso) Chiaramente il tutto andrà fatto in presenza del nostro addetto…( l’addetto** compare sulla scena)

[* Il macchinario va costruito con il materiale a disposizione ma deve comunque avere l’aspetto di una macchina da tortura.]

[** L’addetto sarà il classico boia incappucciato e munito di manganello]

Scena 13

Esterno della stanza. Primo piano di G che si appresta a bussare. G bussa alla porta.

Scena 14

Interno della stanza.

B: Avanti!

apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( G si accomoda)

G: Soggetto G ( B prende nota).

B: Perché è venuto qui?

G: Non trovo più mio figlio.

B: Intende dire che è scomparso?

G: Si, proprio così.

B: Uhm…dove si trova in questo momento?

G: Mio figlio?

B: E chi altrimenti?

G: Mio figlio…ma io non lo so!

B: Uhm, dove si trovava al momento della scomparsa?

G: Chi? Io o mio figlio?

B: Lei chi sta cercando, lei o suo figlio?

G: Mio figlio.

B: E quindi vorrebbe sapere dov’è.

G: Si.

B: E lo viene a chiedere a me? Se non lo sa lei.

G: Le dico che è scomparso!

B: Scomparso. Bel padre che è lei. Lasciare scomparire un figlio così, da un momento all’altro.

G: Mi aiuti la prego.

B: E va bene, le farò un augurio. Le auguro di ritrovare suo figlio, che stia bene e che sia al sicuro, in un luogo non distante. Possibilmente vicino. Ad esempio, spero che non sia sulla luna. Se lo immagina un bambino sulla luna? La luna è un cosa importante, serve a mantenere fresco il nostro spirito gentile, la nostra nobiltà d’animo. Se lo immagina, in una serata malinconica in cui avremmo bisogno di conforto e di aiuto, proprio come lei in questo momento, se lo immagina cosa succederebbe se alzassimo gli occhi ed al posto della luna ci fosse la terra, eh? Se lo immagina lei? La terra! Sarebbe un bel problema, proprio un bel problema!

Scena 15

Esterno della stanza. Primo piano di C che si appresta a bussare. C bussa alla porta.

Scena 16

Interno della stanza.

B: Avanti!

C apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( C si accomoda)

C: Soggetto C ( B prende nota).

B: Perché è venuto qui?

C: Per farle una domanda.

B: Ha studiato la fisica?

C: Si.

B: Andiamo con la domanda.

C: Che cos’è tutto questo?

B: Trattasi di moto armonico.

C: Tutto qui?

B: Trattasi di moto armonico zoppo.

C: Tutto qui?

B: Trattasi di moto armonico zoppo soggetto ad illusione.

C: Illusione più o meno giustificata?

B: Trattasi di moto armonico.

C: Più o meno giustificata?

B: Ha studiato la fisica?

C: Si.

B: Bugiardo.

Scena 17

Esterno della stanza. Primo piano di H che si appresta a bussare. H bussa alla porta.

Scena 18

Interno della stanza.

B: Avanti!

H apre la porta, entra nella stanza, chiude la porta.

B: Prego, si accomodi. Il suo nome? ( H si accomoda)

H: Qui le domande le faccio io ( B prende nota).

B: ( Si accorge della risposta inconsueta ed alza lo sguardo) Madre!

H: Ti ho sempre detto che quando tardi a cena devi avvisare.

B: Ho avuto da sbrigare delle faccende complicate, ma stavo giusto per raggiungerti.

H: La zuppa si è freddata.

B: Madre, voi sapete, io sono un uomo di intelletto…

H: Anche quando i visigoti raggiungono le porte della città? Tutti sanno che presto attaccheranno.

B: Tutto scorre…è legge di natura…panta rei…

H: Questa filosofia spicciola non mi è mai piaciuta.

B: Non posso sopprimere il mio intelletto.

H: Il tacchino è scotto.

B: Il pensiero umano non accetta compromessi…quando senti il richiamo…

H: L’uovo si è spunto.

B: Fa parte del suo normale decorso verso la ricerca di un equilibrio più maturo…

H: Sai cosa ti aspetta?

B: Si, madre.

( Si alza e si sdraia prono sulla scrivania. H si appresta a sculacciare B e poi si gira verso la telecamera).

H: E voi che avete da guardare? Volete insegnare alla madre a fare i figli?

FINE