A Firenze facevo il trippaio

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A Firenze facevo

A Firenze facevo

il trippaio

Commedia brillante in due atti

di

Fulvio Barni

e

Maria Letizia Ceccuzzi

Liberamente tratta da “La mandragola” di Niccolò Macchiavelli

Personaggi:

Un uomo

Paolo Camarsi: spasimante di Silvia

Sandro Calfucci: amico di Camarsi

Silvestro: segretario di Camarsi

Notaio Clusini: marito di Silvia

Padre Gino: frate

Una donna

Marisa: madre di Silvia

Silvia: moglie di Clusini

Il testo è liberamente tratto, e adattato in chiave moderna, dalla commedia “La mandragola” di Niccolò Macchiavelli.

Siamo alla fine degli anni sessanta, mentre imperversa la moda hippy.

Un ricco giovane torna da New York a Firenze attratto dalla fama della bellezza di una giovane donna, sposata ad un uomo molto più vecchio di lei, sciocco e presuntuoso, con l’intento di sedurla. Per farsi aiutare nell’impresa ingaggia un profittatore  il quale conosce bene il consorte di lei e per l’occasione ne sfrutta la buona fede e la voglia di avere un erede. L’uomo, infatti, crede che la moglie sia sterile e l’amico, approfittando di questa sua convinzione,  gli dice di conoscere un famosissimo medico che potrebbe guarirla. Lo spasimante, fingendosi dottore , le da la cura: una pozione a base di mandragola. Miracolosa per la sterilità, ma mortale per chi avesse fatto l’amore per primo con la donna dopo che lei avesse ingerito la bevanda. I due, dopo vari tentativi, convincono il marito a far giacere la moglie con uno sconosciuto. La donna, a sua volta, viene persuasa dalla madre e dall’intervento di un frate corrotto. A questo punto, nottetempo,  rapiscono un uomo che altri non è che il giovane spasimante travestito. Con forza lo infilano nel letto di lei e lì rimane per tutta la notte. All’alba, prima di essere ricondotto fuori, svela alla donna l’inganno e il suo amore.  La giovane, sentitasi tradita dalla stupidità del marito e dalla malizia del frate, le dice di considerare questo fatto un segno del cielo da non potersi rifiutare e quello che il consorte ha voluto che fosse per una notte soltanto sarà invece per sempre.

Tutte le scene si svolgono in una piazza. Sulla sinistra c’è un’uscita che funge da portone di casa del signor Camarsi. Sulla destra un’altra che funge da portone di casa del notaio Clusini. Di angolo con il fondale, sia sulla parte destra che sinistra, due passaggi fungono da strade in entrata ed uscita dalla piazza. Tra le porte e le due strade ci sono due cespugli abbastanza grandi. Il passare delle ore sarà scandito dallo sfumare delle luci di scena fino ad arrivare ad una luce azzurrina che determinerà la notte. (In piena luce dall’inizio fino ad arrivare alla luce notturna segnalata a pagina 30)

Si apre il sipario e dalla strada vicina alla casa di Clusini entra un uomo un po’ anziano, vestito modestamente. Porta cappello e bastone. Già da fuori scena canta una strofa di uno stornello fiorentino)

Uomo: “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”. (urlando) Pietroooo ….. Pietroooo ……. (entra in scena e guarda intorno a se) Mi sbaglierò ma Pietro qui non c’è …… ma dove sarà andato …… Eppure è sempre nei paraggi ……. Secondo lui in questa zona ci sono le migliori osterie di Firenze ……. Perché lui se ne intende di vino, èh …… E lo beve con la stessa passione con cui si rifiuta di bere l’acqua ……. infatti, il suo motto è: “ho uno stomaco di ferro e se bevessi l’acqua mi si riempirebbe di ruggine”………. (s’incammina ed esce) Pietroooo ……. Pietroooo ……..  

Dalla porta di casa del signor Camarsi sta uscendo il suo segretario tuttofare Silvestro per andare a fare una commissione.

Camarsi: (esce anche Camarsi) Aspetta Silvestro, che devo dirti una cosa.

Silvestro: Dica signor Camarsi.

Camarsi: Ho l’impressione che tu ti stia chiedendo perché sono tornato da più di due mesi da New York e me ne stia così, senza fare niente.

Silvestro: È vero, me lo sono chiesto. Più che altro, però, per curiosità. Perché poi, alla fine, quello che fa lei a me non interessa niente. Basta che in fondo al mese abbia il mio stipendio.

Camarsi: Devi sapere che ho molti difetti e poche virtù. E una di queste è che i miei genitori sono molto ricchi e quindi posso permettermi di stare senza far niente.

Silvestro: E fa bene! Se l’avessi anch’io questa virtù farei altrettanto.

Camarsi: Non per questo, però, non ho aspirazioni per il mio futuro …….

Silvestro: Ma chi glielo fa fare di mettersi nei pensieri. Si goda la vita e le preoccupazioni le lasci agli altri.

Camarsi: Guarda che non avevo mica pensato di lavorare, èh.

Silvestro: Ah, ecco! Volevo ben dire!

Camarsi: Fin’ora non ti ho parlato di quello che ho in mente perché non volevo si sapesse in giro. Ma pensando che per fare questa cosa avrò bisogno di te, ti voglio dire di che si tratta.

Silvestro: Io sono al suo servizio e lei mi paga perché faccia quello di cui ha bisogno.

Camarsi: Sono stato quasi dieci anni a New York, dove mio padre e mia madre mi hanno mandato a studiare. Mi sono trovato bene e  sono restato.

Silvestro: So anche questo.

Camarsi: Finché un giorno ho incontrato un Fiorentino che era negli Stati uniti in vacanza e ci siamo messi a parlare di donne. Che poi è il mio passatempo preferito ……..

Silvestro: Mi sono accorto da solo.

Camarsi: Discutevamo del fatto se erano più belle le milanesi  o le fiorentine.

Silvestro: Le milanesi non le conosco. Non  ci sono mai stato a Milano.

Camarsi: E io non conoscevo le fiorentine perché sono andato via da Firenze che ero piccolo.

Silvestro: Allora è venuto a Firenze per un giro di ricognizione?

Camarsi: Secondo lui, anche se le fiorentine fossero state brutte, in quel momento c’era la moglie di un suo cugino che per quanto era bella le stava vendicando .

Silvestro: Ho già capito di chi sta parlando.

Camarsi: Sto parlando di Silvia, la moglie del notaio Clusini.

Silvestro: E ha tutte le ragioni, perché è proprio bòna …… però non capisco cosa posso fare per lei?

Camarsi: Silvestro, mi devi aiutare a conquistarla …..

Silvestro: Io penso che lei stia sognando …. E non si offenda se le dico che non ha speranze.

Camarsi: Può darsi che tu abbia ragione! Il marito è ricco e lei dice che sia onestissima. Però, non mi voglio dare per vinto. Secondo me, anche se piccola e remota, una speranza c’è.

Silvestro: E quale sarebbe questa speranza piccola e remota?

Camarsi: Veramente sarebbero due: una è che ho sentito dire in giro che il signor Clusini, anche se è un notaio, è uno dei più grossi coglioni del circondario.

Silvestro: Sono d’accordissimo con chi la pensa così.

Camarsi: E l’altra è che sono sei anni che sono sposati e non riescono ad avere un figlio.

Silvestro: La causa principale è sicuramente perché il notaio è troppo vecchio! ……. Però continuo a non capire dove voglia arrivare.

Camarsi: Tu conosci Sandro? Quello che viene spesso a mangiare a casa mia?

Silvestro: Chi è che non conosce quel vagabondo mangiaufo!

Camarsi: Oltre a mille mestieri, fa anche il sensale di matrimoni e lo chiamano spesso alle cene perché è simpatico e di compagnia.

Silvestro: Io non mi fiderei di uno sbafatore come quello …….

Camarsi: Frequenta spesso la casa del notaio Clusini e non di rado si fa prestare anche dei soldi.

Silvestro: Ripeto: fossi in lei non mi fiderei …..

Camarsi: Siamo diventati amici, gli ho detto della cotta che ho preso per Silvia, e lui ha promesso di aiutarmi.

Silvestro: Non si faccia prendere per il culo, signor Paolo. Non si deve fidare di certi sbafatori …..

     Camarsi: Se la cosa riuscirà gli ho promesso dei soldi.

Silvestro: E se non riuscirà?

Camarsi: Soltanto una cena!

Silvestro: E lui cosa ha detto che farà?

Camarsi: Mi ha promesso di convincere il marito a portare Silvia alle terme per curare la malattia che non gli permette di avere figli.

Silvestro: E se anche andranno alle terme lei cosa ci guadagna?

Camarsi: Ma come cosa ci guadagno? ….. Vado anch’io dove vanno loro, cerco di diventare amico del marito e poi ……. da cosa nascerà cosa ….

Silvestro: Si …… forse l’idea potrebbe essere buona ma ……

Camarsi: Proprio ieri mi ha detto che stamani avrebbe parlato con lui di questa cosa e che in giornata mi avrebbe fatto sapere. (entrano in scena Sandro e Clusini. Silvestro li vede)

Silvestro: Oh, oh ……. abbassi la voce ……. eccoli che arrivano ……

Camarsi: Chi è che sta arrivando?

Silvestro: Il notaio Clusini in compagnia di Sandro.

Camarsi: Tu vai a fare quello che ti ho comandato, se ho bisogno ti cercherò ….. via, sparisci ….. (Silvestro esce. Camarsi fa l’indifferente in disparte leggendo un giornale)

Clusini: Il suggerimento che mi hai dato di portare mia moglie alle terme, mi sembra buono, ma non ne ho molta voglia …..

Sandro: E Perché, se non sono indiscreto?

Clusini: Perché io non sono per andare in giro. Sto molto meglio a casa mia.

Sandro: E non pensa al fatto che sua moglie potrebbe guarire dalla sua infertilità?

Clusini: Ne avevo già parlato con molti dottori. Qualcuno mi ha detto che  dovrei portarla ai bagni di San Filippo, un altro a Salsomaggiore, un altro a Chianciano ….. secondo me non ne capiscono niente neanche loro …….

Sandro: E invece dico che dovrebbe andarci, se non altro per conoscere un po’ di mondo nuovo.

Clusini: Sappi, caro il mio Sandro, che quando ero giovane ho viaggiato molto. Posso dire di aver visitato mezzo mondo.

Sandro: E allora non è da lei fare certi discorsi, scusi. Se dice di aver girato mezzo mondo come può darle pensiero ad andare un po’ di giorni alle terme?

Clusini: Tu parli così perché non sono problemi tuoi. Ti sembra una cosa da niente preparare tanti i bagagli e andare a finire dove mi hanno detto quei coglioni che dicono di intendersi di medicina?

Sandro: Forse ha ragione, però se pensasse anche soltanto un pò a quello che andrebbe a farci.

Clusini: Tu sai quanta voglia ho di avere figli, ma quando è troppo è troppo …… ed io sono fatto vecchio …….

Sandro: Potrebbe farla accompagnare da qualcuno di sua fiducia.

Clusini: Che cosa intendi per qualcuno di mia fiducia?

Sandro: Intendo dire sua suocera per esempio, o la governante, o la cameriera….

Clusini: L’idea non è malvagia …….. e dato che tu ed i medici insistete tanto, e proprio perché è per il bene mio e di Silvia, alla fine potrei anche fare come hai detto tu.

Sandro: Oooh! Questo si chiama ragionare ….. bravo notaio.

Clusini: Prova a parlarne con qualcuno di tua fiducia e senti quale stazione termale ti consiglia (mentre esce) Appena sai qualcosa fammelo sapere. (Clusini esce dalla strada accanto a casa sua)

Sandro: M’interesso immediatamente e le farò sapere quanto prima. (chiama Camarsi) Paolo …..

Camarsi: Sandro ……… ho visto che stavi parlando con il notaio ….. allora? Ci sono speranze?

Sandro: Penso che al mondo non ci sia un uomo più coglione di lui. E pensare che la fortuna l’ha baciato due volte: è ricco e ha la moglie bòna.

Camarsi: Ma insomma, lo hai convinto o no ad andare alle terme?

Sandro: In un primo momento non voleva sentire ragioni, ma poi si è convinto e ha detto che ci penserà ……. addirittura potrebbe non accompagnare lui la moglie, ma la suocera o la governante.

Camarsi: Bel colpo, Sandro. Sei un vero amico!

Sandro: Però non sono molto sicuro che questa soluzione faccia al caso tuo.

Camarsi: E perché?

Sandro: Perché alle terme ci va tanta gente e chi te lo dice che non arrivi un uomo più affascinante e più ricco di te e s’innamori di Silvia e cominci a farle la corte?

Camarsi: Potrebbe darsi, ma non è detto!

 Sandro: Silvia, a sua volta, si potrebbe innamorare di lui e così noi abbiamo lavorato per gli altri.

Camarsi: A questo punto le soluzioni possibili sono due: o corro questo rischio ….….. oppure devo farmi venire in mente un’altra cosa …..

Sandro: Secondo me è meglio se pensi ad un’altra cosa.

Camarsi: (pensoso) Ma non mi viene in mente niente …………

Sandro: (improvvisamente) Aspetta un momento! ……. Forse ci sono!

Camarsi: Ti è venuta un’idea?

Sandro: Si! Non so se funzionerà, ma conviene almeno provarci.

Camarsi: (incitandolo) Allora parla, forza, non startene lì a tentennare.

Sandro: Un momento, santa pazienza! Dammi almeno il tempo di mettere insieme le idèe …..….. Il notaio mi ha detto di parlare con qualcuno di mia fiducia e farmi consigliare da lui quali sono le migliori terme dove andare.

Camarsi: E questo per me cosa cambia?

Sandro: Ora ti spiego: io gli dico che tu hai studiato medicina negli Stati Uniti e lui la beve senz’altro perché tanto crede a tutto. Poi lo faccio parlare con te e tu gli farai un discorso con qualche parolona scientifica in mezzo.

Camarsi: E questo l’ho capito, ma spiegami a cosa può servire.

Sandro: Ah, ma allora sei proprio tonto! …… Serve a far andare la signora in un luogo termale dove  vogliamo noi, no?

Camarsi: E se poi chiede in giro e scopre che non sono un medico?

Sandro: Non lo farà, stai tranquillo. È troppo preso dalla voglia di avere un erede … lascia fare a me ti dico.

Camarsi: Boh! Non so cosa dirti ……… facciamo come dici tu.

Sandro: Tu aspettami in casa che vado subito a parlare con il notaio. (mentre esce) Abita qui vicino ….. torno immediatamente.

Camarsi: Va bene. Ti aspetto in casa (Camarsi entra nel suo portone. Subito dopo entra anche Silvestro. In quel momento anche il notaio sta entrando in casa)

Sandro: Eccolo il notaio. Non c’è nemmeno bisogno che lo cerchi …… (gli va incontro) Notaio Clusini …….

Clusini: Sei di nuovo tu? Ma non hai proprio da fare niente?

Sandro: Ho parlato in questo momento del suo caso con un dottore di fama internazionale.

Clusini: E chi sarebbe questo luminare? …….. Dovrei conoscerlo già perché siamo stati da tutti i migliori medici d’Italia.

Sandro: Il dottor Camarsi non lo può conoscere perché è arrivato da poco in città…… Che fortuna sfacciata che ho avuto ad incontrarlo subito ……

Clusini: Non è possibile, io e Silvia  conosciamo tutti i medici che operano nel settore che ci interessa.

Sandro: Non vorrei offenderla ma insisto nel dire che questo non lo può conoscere …… il dottore con cui ho parlato ……… diciamo ……. che non è proprio un dottore normale …...

Clusini: Ah, no? È scemo! …….. E se è scemo allora perché gli hai chiesto consiglio?

Sandro: Ma non è scemo! È un dottore diverso dagli altri. È arrivato a Firenze dagli Stati Uniti e non è qui per visitare.

Clusini: E cosa è venuto a fare allora? A passare l’aria?

Sandro: È qui per tenere alcuni corsi all’università.

Clusini: E perché non vuol visitare nessuno?

Sandro: (non sa cosa inventare) Non visita perché ….…… primo perché è ricco sfondato e non ha bisogno di soldi e secondo perché si trattiene ancora pochi giorni e poi parte per Parigi.

Clusini: Non sarà mica un ciarlatano che poi sparisce all’improvviso e lascia il lavoro a metà, èh?

Sandro: Ma che dice! Sono sicuro che questo medico ce lo ha mandato il padreterno ……..

Clusini: Lo hai riconosciuto dalle ali sulle spalle?

Camarsi: L’unico dubbio è che non voglia nemmeno vedere sua moglie. Per il resto stia tranquillo, se prende a cuore una cosa la porta fino in fondo.

Clusini: Mi voglio fidare di te …… Ci parlerò e poi ti saprò dire se sa il fatto suo …… A proposito, spiegami un po’ cosa significa il fatto che non è proprio un dottore?

Sandro: Significa che ha una concezione innovativa della medicina. Le cure che prescrive sono un misto di scienza, magia e medicina erboristica.

Clusini: Sono proprio curioso di conoscerlo. Fammelo incontrare e ci parlerò.

Sandro: E se dopo che gli avrà parlato non le sembrerà degno della sua fiducia, mi maltratti pure senza riguardo.

Clusini: Sandro, basta! Mi hai convinto …….. Quando gli posso parlare.

Sandro: Può darsi anche subito! (indica un portone) Abita qui.

Clusini: Non sarà mica quel giovane distinto che è venuto ad abitare qui un paio di mesi fa?

Sandro: Non so se parliamo della stessa persona.

Clusini: Prova a vedere se è in casa.

Sandro: (con voce alta) Eih, di casa ….. C’è Paolo? ……

Silvestro: Si, è in casa. Chi è che lo vuole?

Sandro: Sono Sandro. Digli che scenda immediatamente perché c’è una persona che vuole parlargli.

Clusini: (a Sandro) Perché non lo hai chiamato dottor Camarsi?

Sandro: Perché lui è un uomo moderno e non ci tiene ad essere chiamato dottore. Dice che così si sente più vicino ai pazienti.

Clusini: Io invece m’incazzo come una bestia se non mi chiamano notaio. Guarda un po’ che differenza! (arriva Camarsi)

Camarsi: (da questo momento parlerà con leziosità) Chi è che mi vuole?

Clusini: Bona dies, domine magister.

Camarsi: Et vobis bona, domine doctor.

Sandro: (a Clusini) Che gli sembra?

Clusini: Per la pòtta di Cremisia! ……. Parla molto bene, altro che …….

Sandro: Se però vuole che resti qui a farle compagnia, parli una lingua che possa capire anch’io, se no me ne vado subito.

Camarsi: Potrei sapere di cosa vuol parlare con me, se non sono troppo invadente?

Clusini: Sandro le avrà detto di cosa avrei bisogno …… sono sposato da sei anni, non ho figli ed invece vorrei tanto averli.

Camarsi: So già tutto! E le dico subito, caro signore, che ha incontrato proprio la persona giusta. Ho studiato molti anni negli Stati uniti e soprattutto nella specialità che le interessa. (le porge la mano) Sarò molto lieto di essere utile ad un gentiluomo come lei.

Clusini: La ringrazio. E se un giorno avrà bisogno di un notaio venga pure a trovarmi, non faccia complimenti.

Camarsi: Ancora grazie, signore.

Clusini: Ha già pensato in quali terme potrei portare mia moglie perché possa rimanere incinta?

Camarsi: La cosa non è semplice come crede lei! Prima di decidere ho bisogno di sapere qual’è la causa che impedisce a sua moglie di rimanere incinta. (con solennità) Nam cause sterilitatis sunt: aut in semine, aut in matrice, aut in instrumentis seminariis, aut in virga, aut in causa extrinseca.

Clusini: (sottovoce a Sandro) Questo è il più grande uomo di scienza che avresti potuto incontrare.

Camarsi: Oltre a quello che le ho appena elencato, altra causa potrebbe essere la sua impotenza. Per la quale purtroppo, per il momento non ci sono rimedi ………

Clusini: (risentito) Impotente io? Ma cosa dice? Io sono uno degli uomini più potenti della zona!

Camarsi: Caro signore, per potente intendevo dire di essere un maschio vero sotto tutti gli aspetti.

Clusini: (risentito) Dottor Camarsi, devo pensare che lei mi voglia offendere? Io sono un uomo nel vero senso della parola!

Camarsi: Calma signor notaio, non si arrabbi! Se è sicuro che la causa non sia la sua impotenza, allora stia tranquillo, un rimedio lo troveremo sicuramente.

Clusini: Ma non ci sarebbe un’ alternativa alle terme? Perché, sa, io vado malvolentieri fuori di casa mia.

Sandro: Ma certo che c’è! Vero dottor Camarsi che c’è? 

Clusini: (risentito) Ma tu che ne sai? Lascia parlare il dottore ……

Sandro: Me lo ha detto il dottore quando l’ho informato della cosa! (a Camarsi) È vero o no dottore che conosce una mistura di erbe che dopo averla bevuta fa restare incinte le donne?

Camarsi: Verissimo! ……

Clusini: E allora perché non l’ha detto subito senza insinuare sulla mia potenza sessuale?

Camarsi: Non ne ho parlato perché non volevo essere considerato un ciarlatano.

Clusini: Ma per carità, dottore! …….. Anzi, voglio confessarle che sono rimasto molto stupito da quanta cultura c’è dentro di lei.

Sandro: (a Camarsi) Io credo, però, che a questo punto dovrà senz’altro vedere le urine.

Clusini: (stizzito a Sandro) Vuoi stare zitto per favore e lasciar parlare il dottore.

Sandro: Glielo dica anche lei dottor Camarsi che senza vedere le urine non può decidere niente.

Camarsi: Il signor Calfucci ha ragione! Senza prima vedere le urine non posso dirle niente.

Clusini: Non capisco però a cosa le serva vedere le mie urine?

Camarsi: Non le sua, signor notaio, mi riferisco a quelle della signora …..

Sandro: Èh! ….. Mica è lei che deve restare incinto!

Clusini: (a Sandro) Se tu facessi parlare il dottore invece d’intrometterti continuamente non verrebbero fuori certi malintesi.

Sandro: (a Camarsi) Chiami subito Silvestro e gli dica di accompagnare il notaio a casa sua e che non appena sono pronte le urine porti qui.

Camarsi: Silvestro! Vieni subito qua che devo comandarti una cosa ……

Silvestro: (mentre entra) Silvestro qui, Silvestro là ……stamani mi fa girare come una trottola ……. dica signor Camarsi …….

Camarsi: Accompagna il signor notaio a casa sua e poi torna qui con quello che ti darà. (a Clusini) Se vuole può tornare anche lei, naturalmente.

Clusini: Come sarebbe a dire, se voglio? Tornerò senz’altro. Ci mancherebbe altro! (Sandro e Camarsi s’incamminano ed entrano in casa)

Clusini: Il tuo principale è proprio un gran dottore, non c’è che dire.

Silvestro: Ed è molto, ma molto più di quello che si dice in giro.

Clusini: È vero che ha fatto visite anche per il presidente degli Stati Uniti?

Silvestro: Moltissime! E anche a tutta la famiglia.

Clusini: Forse è per questo che sta volentieri a New York.

Silvestro: Boh! ….. Penso di si.

Clusini: E fa bene ….. Se abitasse a Firenze gli altri dottori non lo farebbero campare per l’invidia ……. Tu aspettami qui, salgo in casa e torno subito. (Clusini esce)

Silvestro: (mentre passeggia) Io pagherei per sapere che cosa hanno inventato il mio principale e quel suo amico Sandro ……. Boh! All’improvviso Camarsi è diventato un luminare della medicina! Sicuramente hanno in mente qualcosa per far danno al notaio ….. anzi, alla moglie del notaio. Credo però sia meglio che non lo sappia nessuno. Se lo mettono in galera per truffa io ci rimetto il posto e di conseguenza lo stipendio. (dalla strada vicino alla casa di Camarsi entra l’uomo che cerca Pietro)

Uomo: (canta già da fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”. (urlando) Pietroooo ….. Pietroooo ……. (vede Silvestro) Scusi, signore, non ha mica visto per caso Pietro?

Silvestro: Di qua non è passato nessuno ……. A parte il fatto che non so nemmeno chi sia questo Pietro che sta cercando lei ……

Uomo: È un tipo piuttosto buffo, non molto alto, che di cognome fa Fineschi ……..

Silvestro: Mi dispiace ma non lo conosco ……..

Uomo: Comunque, se dovesse incontrarlo mi farebbe il favore di dirgli che lo sto cercando?

Silvestro: (si sta alterando) Ma se le ho appena detto che non so chi sia, come faccio a dirglielo.

Uomo: Non ha nessuna importanza se non lo conosce, lei glielo dica lo stesso.

Silvestro: Ma a chi devo dirlo?

Uomo: Ma a Pietro, perdio, e a chi se no!

Silvestro: E va bene ……. se lo incontro lo farò senz’altro …… ma proprio perché è lei ……

Uomo: Grazie infinite! ….. e mi saluti tanto la sua signora.

Silvestro: Lo farei volentieri  ma sono scapolo …….

Uomo: Non se la prenda giovanotto, tutti abbiamo qualche difetto ….. Lei la saluti lo stesso …..

Silvestro: Appena mi sposo gliela saluto.

Uomo: (mentre esce dalla parte opposta a cui è entrato) Questa gioventù di oggi! ….. Non riesce a cavare un ragno da un buco …… arrivederci …

Silvestro: Arrivederci …… Io ….. bho!A volte s’incontra certa gente …… (arriva Clusini con un pitale in mano) Ecco di ritorno il notaio …….. Guardate che essere che è. Ditemi voi se non sembra scemo.

Clusini: Ho fatto tutte le cose per bene come ha detto il dottore …… (in confidenza a Silvestro)  Se avessi immaginato di non avere figli, avrei preso per moglie la figlia di un operaio. Avrebbe avuto meno pretese ed io avrei speso molto meno. Questa qui ogni volta che dobbiamo andare da un dottore mette in piedi una lagna che non finisce più.

Silvestro: Se le donne si prendono per il verso giusto, si possono tirare dove vogliamo.

Clusini: Ma non dire stronzate per favore e vieni dietro a me.

Silvestro: Dove andiamo?

Clusini: A portare le urine al dottore.

Silvestro: E io chissà dove credevo che andassimo… Se mi vuol dare il pitale lo porto io.

Clusini: Grazie, ma ci penso da me.

Silvestro: Faccia come vuole! ……. tanto non l’avrei fatto volentieri………

Clusini: Chiama il dottore e digli che siamo tornati.

Silvestro: Dottor Camarsi …….

Camarsi: (fuori scena) Dimmi Silvestro!

Silvestro: (a voce alta) Scenda che siamo tornati col pitale.

Clusini: Ma non potresti essere un po’ meno volgare quando ti esprimi?

Silvestro: Ho detto pitale perché in mano ha un pitale, se avesse avuto in mano un fiore avrei detto che aveva un fiore. (Silvestro entra in casa. Arrivano Camarsi e Sandro. Clusini aspetta in mezzo alla piazza con il pitale in mano.)

Sandro: (a Camarsi) Hai visto quant’è facile convincere il notaio? Speriamo che lui riesca altrettanto bene con Silvia.

Camarsi: Io lo spero più di te.

Sandro: Sono sicuro che ce la faremo.

Camarsi: Ha portato con se il liquido che devo analizzare?

Clusini: (mettendogli quasi il pitale sotto il naso) Ecco quello che avete chiesto, dottore.

Camarsi: Faccia vedere ……. Oh, Dio del cielo! Ma questa urina mostra segni di debolezza renale. (anche Sandro guarda dentro il pitale)

Sandro: Èh, si ….. Proprio un gran brutto colore ……..

Clusini: Ma vuoi farti gli affari tuoi?  Sei tu il dottore o è lui?

Sandro: (indicando Camarsi) No, no, per carità, il dottore è lui! Cercavo di rendermi utile

Camarsi: (tutti e tre guardano dentro il pitale) Mai vista un’urina di un colore così strano!

Clusini: Ed infatti sembra strano anche a me …. Eppure è stata fatta da poco ……

Camarsi: Non c’è da meravigliarsi! (con enfasi) Huius autem, in caetera, causa est amplitudo canalium, mixtio eorum quae ex matrice exeunt cum urinis.

Clusini: (Meravigliato a Sandro) Oh …. uh …… per la pòtta di Cremisia …. Ma questo conosce davvero bene il suo mestiere ………

Sandro: Che gli avevo detto! Lei è sempre malfidato.

Camarsi: (guardando ancora dentro il pitale) Ho paura che questa donna dorma poco coperta la notte, apposta fa l’urina cruda.

Clusini: Ma ….. eppure dorme con sopra un bel piumone ….. Forse sarà perché prima di venire al letto dice quattro ore di paternostri e ave marie …….

Camarsi: Caro notaio, se lei avrà fiducia in me io troverò il rimedio. E se tra un anno al massimo la signora Silvia non avrà un figlio in braccio, le pagherò una penale di due milioni.

Clusini: Mi dica cosa dobbiamo fare e lo faremo …… ho ceca fiducia in lei, dottore.

Camarsi: Lei deve sapere, caro notaio, che non c’è al mondo cosa più sicura per far rimanere incinta una donna, che darle a bere una bevanda a base di mandragola.

Clusini: Mandragola? E cosa sarebbe la mandragola?

Camarsi: Una pianta che cresce nei boschi umidi e ombrosi, ma non da queste parti.  L’ho già sperimentata sulla futura regina d’Inghilterra e tante altre principesse sparse per il mondo.

Clusini: Sta scherzando o dice sul serio?

Camarsi: È proprio come le ho detto io!

Sandro: È proprio come ha detto il dottore!

Clusini: (a Sandro) Ma tu che ne sai? Vuoi stare zitto e lasciar parlare il dottore.

Sandro: Cercavo di dare una mano al dottore.

Clusini: Ma se dalle nostre parti non esiste dove andiamo a cercarla?

Camarsi: Lei è fortunato, perché mi sono portato dietro tutti gli ingredienti che servono per farla.

Clusini: E quando la dovrebbe prendere questa bevanda?

Camarsi: Questa sera dopo cena. Il tempo è quello giusto e la luna è buona.

Clusini: (deciso) La prepari subito che gliela farò prendere a costo di legarla ad una sedia e mandarla giù con un imbuto.

Camarsi: Però ….. c’è un però …….

Sandro: Infatti lo stavo per dire io.

Clusini: E quale sarebbe questo però?

Camarsi: Sarebbe che l’uomo che farà per primo l’amore con colei che avrà bevuto la bevanda, morirà entro otto giorni ……

Sandro: E neanche il padreterno in persona potrebbe salvarlo.

Clusini: Ma tu che ne sai?

Sandro: Me lo ha detto il dottore!

Camarsi: Purtroppo è così, caro notaio.

Clusini: Allora non se ne fa niente. (volta le spalle e se ne va) Non lo voglio davvero questo miscuglio che ha inventato se poi devo morire.

Camarsi: Notaio, si fermi! …. Torni indietro! Perché esiste anche il rimedio …… (torna dal dottore. Ha sempre il pitale in mano)

Clusini: E quale sarebbe il rimedio?

Camarsi: Faremo passare la notte a sua moglie con un altro uomo, in modo che lui assorba tutto il veleno che ha sprigionato la mandragola …….  dopo di che lei può andare tranquillo.

Clusini: (tassativo) Assolutamente no!! Non darò a mia moglie nessuna bevanda.

Camarsi: E perché? Allora non è vero che vuole che sua moglie resti incinta.

Sandro: Ma scusi signor notaio, prima mi fa scomodare uno scienziato della portata del dottor Camarsi, lui le trova la soluzione e ora lei si tira indietro? Allora non è vero che vuole un erede.

Clusini: Certo che lo voglio! Quello che non mi va è di diventare becco e nemmeno che mia moglie sia puttana.

Camarsi: Ma cosa dice, signor notaio! Allora, con tutto il rispetto, èh, lei non è la persona intelligente che credevo.

Sandro: E aspetti un attimo prima di dire subito becco e puttana!

Clusini: D’accordo! Mettiamo da parte per un attimo i becchi e le puttane! ………. Però spiegatemi dove trovo uno scemo che va al letto con mia moglie sapendo che entro otto giorni dovrà morire.

Camarsi: Se la sua preoccupazione è soltanto questa, lasci fare a me che rimedio tutto io.

Clusini: Voglio proprio sapere come farà.

Camarsi: Farò come ho fatto tutte le altre volte che ho prescritto questa cura ……… le darò la bevanda, lei la farà bere a sua moglie e dopo che l’avrà bevuta le dirà di andare al letto.

Clusini: Certo! E poi le dico: Silvia cara, aspettami qui che vado a cercare qualcuno che faccia l’amore con te al posto mio.

Camarsi: Mi faccia finire di parlare! Santo Dio!…….. Io, lei e Sandro ci travestiremo da  hippy e andremo per le strade di Firenze a cercarne uno di quelli veri. Lo cattureremo, lo imbavaglieremo e lo porteremo in camera sua.

Clusini: E se ci scoprono? …… Si va tutti in galera.

Camarsi: Ma chi vuole che se ne accorga se sparisce uno di quei fissati! Un vagabondo più, uno meno, che differenza fa.

Clusini: Vada avanti e mi dica come dovrebbe finire questa storia secondo lei.

Camarsi: Lo metteremo nel letto accanto a sua moglie e lo istruiremo su cosa deve fare.

Clusini: Se dobbiamo dirgli anche cosa deve fare, allora vuol dire che abbiamo preso uno scemo.

Camarsi: La mattina dopo, prima che faccia giorno, lo caccia via e lei può riprendere il suo posto accanto a  sua moglie senza nessun pericolo.

Clusini: Tanto il letto è già caldo perché me lo ha scaldato lui ….. no, no, no ….Non se ne fa niente.

Camarsi: Notaio Clusini, si deve rendere conto che questa è la sola soluzione possibile se lei vuole avere un erede.

Clusini: Ma non si potrebbe fare in un altro modo ….. non lo so ……. per esempio aspettare qualche giorno che il veleno svanisca.

Sandro: Non è possibile. Il veleno potrebbe restare attivo anche per decine di anni. Serve a tutti i costi qualcuno che lo assorba.

Clusini: (a Sandro) Ma tu che ne sai? Perché non stai zitto?

Sandro: Me lo ha detto il dottore. Lo vuol sapere meglio di lui?

Camarsi: Il signor Calfucci ha ragione. Non ci sono alternative.

Clusini: E va bene! Faremo come ha detto lei! ….. Ma proprio perché anche la futura regina d’inghilterra ed altre principesse hanno scelto questo metodo ….. (tassativo) Però, esigo che non si sappia niente in giro …… Intesi!

Camarsi: E chi vuole che vada a dirlo in giro. Io no di certo.

Sandro: Con me può stare tranquillo. Io sono riservatissimo.

Clusini: A questo punto, però, ci rimane da fare la cosa più importante.

Camarsi: E quale sarebbe?

Clusini: Convincere  mia moglie a fare questa cosa ….

Camarsi: E che marito è lei se in casa sua non comanda niente.

Sandro: Io un’idea ce l’avrei.

Clusini: E allora dilla subito senza farla tanto lunga, su.

Sandro: Da quanto mi è sembrato di capire sua moglie è molto religiosa.

Clusini: Sarebbe sempre in chiesa!

Sandro: La facciamo convincere dal suo padre spirituale.

Clusini: E chi di noi è in grado di parlare con padre Gino che convinca mia moglie ad essere daccordo?

Sandro: Io, promettendogli un bel po’ di soldi per le elemosine ai i poveri.

Clusini: A me sta bene, ma non posso certo dire a mia moglie che il suo confessore le vuole parlare. Sono anni che io e padre Gino non ci frequentiamo.

Sandro: Anche a questo c’è rimedio! Glielo faremo dire da sua suocera.

Clusini: Potrebbe essere un’idea. A lei da abbastanza retta.

Sandro: Penso che anche a lei stia a cuore che sua figlia abbia un erede. Ci parli e gli spieghi la situazione.

Clusini: Proviamo a fare come dite voi ……..

Sandro: Lei dottor Camarsi vada a preparare la bevanda. Noi andremo prima a parlare con la mamma della signora, poi con il frate e di conseguenza le faremo sapere.

Clusini: Mia suocera è proprio in casa mia. Glielo accenno subito. (Clusini esce con il pitale in mano)

Camarsi: Sandro, mi raccomando, non lasciarlo mai solo. Alle volte gli venisse voglia di cambiare idea.

Sandro: Tranquillo Paolo, ci penso io. (Camarsi rientra in casa. Sandro aspetta) Speriamo che quel coglione del notaio faccia alla svelta, perché per solito è un tipo che non ha fretta. (sempre dalla strada vicina alla casa di Clusini entra l’uomo di prima. Canta sempre la stessa strofa)

Uomo: (canta già da fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente. (urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ……… (vede Silvestro) Scusi, signore, non ha mica visto per caso Pietro?

Sandro: Se non mi dice chi è questo Pietro che sta cercando non so cosa risponderle.

Uomo: È un tipo piuttosto buffo, non molto alto, che di cognome fa Fineschi ……..

Sandro: Può darsi anche che l’abbia incontrato, non sapendo però che era lui.

Uomo: Me lo farebbe un favore personale?

Sandro: Se posso, molto volentieri …….

Uomo: Se lo dovesse incontrare glielo direbbe che lo sto cercando. È una cosa piuttosto urgente.

Sandro: Ma come faccio a dirglielo se non lo conosco.

Uomo: Ho capito che non lo conosce, ma se dovesse incontrarlo lei glielo dica lo stesso.

Sandro: (assecondandolo) Ci conti! Non appena lo vedo glielo dico.

Uomo: La ringrazio ……. E mi saluti tanto suo fratello ……..

Sandro: Forse si sta sbagliando con qualcun’altro …… Io ho soltanto una sorella.

Uomo: (mentre esce) Quando ne avrà uno, lo saluti tanto da parte mia.

Sandro: (allarga le braccia esterefatto) Oh …… Oh ……. Io rimango!

Uomo: Lei rimanga pure giovanotto, io, purtroppo, non posso trattenermi perché devo trovare Pietro in tutti i modi. (entra Clusini con la suocera)

Clusini: Sandro ……… Eccoci ……… stiamo arrivando ……..

Sandro: Buongiorno signora …….. Il signor Notaio le ha già accennato qualcosa?

Marisa: Si, e sono dell’avviso che se si vuole avere figli si devono tentare tutte le strade. Senza avere rimorsi sulla coscienza.

Sandro: Benissimo! Allora torni da sua figlia, le spieghi tutto e cerchi di convincerla. Io ed il signor Notaio andremo a parlare con padre Gino e appena possibile le faremo sapere quando dovrete andare da lui.

Marisa: Non sarà facile, ma convincerò Silvia a parlare con padre Gino. (Marisa esce)

Clusini: Tu Sandro ti meravigli di quante peripezie bisogna fare per convincere mia moglie?

Sandro: Credo che sia così per tutti gli uomini. Le donne sono sospettose per natura.

Clusini: Ma Silvia prima non era così. Era la donna più dolce del mondo, poi, un giorno, una vicina le disse che se voleva restare incinta doveva far voto di andare tutte le mattine, per quaranta giorni, alla prima messa alla chiesa del convento dei frati.

Sandro: Ma anche questo, mi è parso di capire, non ha portato nessun rimedio.

Clusini: Assolutamente, no! Lei fece il voto e andò per venti mattine, poi, di punto in bianco, decise di non andarci più.

Sandro: E perché?

Clusini: Perché uno di quei fratacchioni, visto che era una bella donna, e sempre sola, cominciò a girarle in torno e a darle noia.

Sandro: Però! Hai sentito questi frati!

Clusini: Da quel momento sta sempre ad orecchie ritte come la lepre. Basta che le si dica di fare anche una piccola cosa fa mille difficoltà.

Sandro: E del voto che aveva fatto che ne è stato?

Clusini: Si fece dispensare dal vescovo.

Sandro: Ho capito! ……. intanto mi dia cinquantamila lire. Servono per diventare amici con il frate. Anzi, bisogna fargli capire che se ci aiuta ci saranno molti di più.

Clusini: Ma sei diventato scemo? Cinquantamila lire sono un capitale.

Sandro: Ma vuol diventare padre o no!  Mica vorrà che le cavi di tasca io?

Clusini: (prende il portafogli) Ecco cinquantamila lire ……….. e speriamo che siano spese bene.

Sandro: Questi frati sono molto furbi. Cosa crede. Conoscono tutti i nostri peccati. E se uno non è più che astuto non riesce a concluderci niente.

Clusini: Con cinquantamila lire si possono dimenticare diversi peccati …..

Sandro: Per l’appunto! ……. E mi raccomando, quando parleremo con padre Gino lei stia sempre zitto e lasci parlare me. (al pubblico) È talmente scemo che non vorrei guastasse tutto.

Clusini: Farò solo quello che mi dici di fare.

Sandro: Quando potrà parlare le farò un cenno.

Clusini: Dimmi almeno che cenno farai se no come faccio a capire.

Sandro: Dunque vediamo ….. chiuderò un occhio e morderò un labbro ……. No, aspetti. Quanto tempo è che non parla con il frate?

Clusini: Te l’ho già detto, qualche anno.

Sandro: Meglio così! ….. gli dirò che è diventato sordo e che se non parla forte lei non sente.

Clusini: Ho capito tutto!

Sandro: Senta una cosa signor notaio, se durante il colloquio alle volte dovessi dire qualcosa che non gradisce, non si arrabbi. Se lo farò significa che in quel momento è necessario che la dica. (entra il frate insieme ad una donna)

Clusini: Sandro, siamo fortunati, ecco il frate che arriva.

Sandro: Non ci facciamo vedere. Faremo finta d’incontrarlo non appena finisce di parlare con la donna. (si nascondono dietro un cespuglio)

Gino: Se si vuole confessare signora non ci sono problemi, andiamo subito in chiesa ……

Donna: No, no, padre, in questo momento ho molta fretta. Per oggi mi basta essermi confidata con lei ……Senta una cosa, ma l’ha mai dette poi le messe per quella mia parente?

Gino: Certamente, signora. Ne dubitava?

Donna: (tira fuori alcune banconote) Prenda queste trentamila lire e dica una messa dei morti per l’anima di mio marito ogni lunedì, per due mesi.

Gino: Faccia conto che le abbia già dette ……. (prende i soldi e li tiene in mano) Chissà come sarà contento suo marito.

Donna: Anche se non lo meriterebbe, sa ……. Quando era vivo è stato proprio un omaccio ….…. Lei pensa che ora sia in purgatorio?

Gino: Senza dubbio! Dove vuole che sia! Oggi non è per niente facile guadagnarsi il paradiso.

Donna: Io non lo so dove sia e nemmeno lo voglio sapere …… Eppure le ho raccontato più di una volta cosa mi faceva …….

Gino: Chiedo scusa signora ma in questo momento mi sfugge ……

Donna: Come non lo ricorda? ….. Non ricorda quando le dissi che mio marito sarebbe stato sempre sopra?

Gino: Sopra a che cosa, signora?

Donna: (quasi isterica) Ma sopra di me ……. al letto! …. (segno della croce) Uh! Signore mio cosa mi ha fatto dire, padre ……

Gino: Stia tranquilla signora, la clemenza di Dio è immensa ……. (enfatico) Se all’uomo non manca la voglia di peccare, non mancherà nemmeno il tempo di pentirsi.

Donna: Ah, non mi faceva mica solo quello, sa. Quella sarebbe stata la cosa meno grave. Pensi che un sabato si e un sabato no pretendeva di andare a Roma a trovare i suoi …. Ma mi dica lei …

Gino: Non voglio intromettermi ma penso che questa richiesta era più che legittima da parte sua.

Donna: E i miei, allora? (si sta arrabbiando) Che abitavano ad un quarto d’ora di macchina da noi? Era molto meno faticoso andare  da loro!

Gino: Dai suoi non voleva venire mai?

Donna: Ci andavamo tutti i sabati! Ma perché insistevo io! Se fosse stato per lui saremmo andati ogni quindici giorni.

Gino: Forse era giusto andare un po’ da tutti ….

Donna: E le faccende di casa? I piatti non li voleva lavare, stirare non voleva stirare, lo straccio per terra non lo voleva dare, spolverare non voleva spolverare, i letti non li voleva rifare, il bagno ai bambini non lo voleva fare ….. se fosse stato per lui non avrebbe fatto nulla ……

Gino: Ma poi le faceva queste faccende?

Donna: (sempre più arrabbiata) Per forza! Nel ripostiglio tenevo (mimandone la grandezza) un randello di questa portata! Appena lo vedeva scattava come una molla.

Gino: Ma suo marito non aveva un lavoro?

Donna: Certo che lo aveva! Lavorava a Bologna all’ufficio delle imposte. Tutte le mattine alle sei aveva il treno ma alle cinque del pomeriggio era sempre a casa.

Gino: E lei dove lavorava?

Donna: Io sono sempre stata casalinga. Un lavoro faticosissimo che non ti lascia un minuto di tempo libero. Lava, stira, spolvera, rifai i letti, fai il bagno ai bambini e spazza e dai lo straccio ….

Gino: Ma non ha detto che queste faccende le faceva suo marito?

Donna: Ma se non le avesse fatte lui sarebbero toccate a me!

Gino: Credo, però, che fosse giustificata la mancanza di voglia di suo marito. Quando tornava sarà stato stanco.

Donna: Ma non faccia discorsi! In ufficio la cosa più pesante che si alza sono i fogli di carta, mica palate di terra ……. E io che mi preoccupo per lui se è al purgatorio …. All’inferno deve andare. (riprende i soldi che ha dato al frate) E questi me le ridia. Se vuol farsi dire le messe, che si preoccupi da se.

Gino: Faccia come vuole, il marito è suo, mica il mio.

Donna: Anzi, no, prenda cinquemila lire e gliela dica una sola. Tanto non vale la pena spenderci soldi.

Gino: Sempre di lunedì?

Donna: Sempre di lunedì!

Gino: Ha una preferenza o faccio a piacere mio?

Donna: Faccia come le pare …… Mi dica un’altra cosa padre: pensa che sarebbe molto sconveniente se mi risposassi?

Gino: Se lei non pregherà abbastanza lo sarà di sicuro ……

Donna: Anche se sposassi un uomo pio? …..

Gino: Se sposasse un uomo pio la cosa sarebbe diversa.

Donna: (guardando in un punto lontano) Ma quella che sta per entrare in chiesa non è una mia parente? (mentre esce) Vado  a salutarla, padre …… ci vediamo presto. Buongiorno.

Gino: Bongiorno anche a lei, signora …. Le donne sono sempre le più caritatevoli, ma anche le più rompicoglioni…….. Se le eviti, eviti tanti fastidi, ma anche tante elemosine. Se le tieni vicino hai tutte e due le cose, l’elemosine e i fastidi. È proprio vero che il miele senza mosche non esiste. (vede i due che si avvicinano) Buongiorno signori ……… Ma lei è il notaio Clusini?

Sandro: Parli più forte padre. Il notaio è sordo come una campana e non sente niente

Gino: (con voce alta) Buongiorno notaio Clusini …….

Sandro: Più forte! Molto, molto più forte!

Gino: (urlando) Buongiorno notaio Clusini ….. e benvenuto ….

Clusini: (urla anche lui) Buongiorno padre e ben trovato …..

Gino: Dove va di bello?

Clusini: Si, si, …. Tutto bene …… anche mia moglie sta bene …..

Sandro: Parli con me padre, se no con questi urli, prima che vi capiate, avrete messo in subbuglio tutta la città.

Gino: Avete bisogno di qualcosa da me?

Sandro: Il notaio Clusini, e un altro galantuomo che per ora vuole rimanere anonimo, avrebbero intenzione di dare qualche centinaio di migliaia di lire in elemosine …..

Clusini: (a Sandro) Oh ….. ma sei diventato scemo? Non abbiamo parlato di nessuna cifra.

Sandro: (stizzito) E la faccia finita che non sono molti!

Gino: (a Sandro) Ma il notaio ci sente. A me non sembra che sia sordo.

Sandro: È sordo, è sordo, stia tranquillo. Non capisce neanche mezza parola di quello che diciamo ….

Gino: Sarà anche come dice lei, ma a me è parso che senta.

Sandro: Le dico di no! ……. qualche volta è convinto di sentire, ma capisce tutte altre cose e risponde a sproposito.

Gino: Se lei è sicuro allora andiamo avanti e lasciamolo dire quello che vuole.

Sandro: Le stavo dicendo che questi signori hanno stabilito che deve essere lei a distribuirli …….. Qualche spicciolo me lo hanno già dato e l’ho qui con me ……

Gino: Lo farò molto volentieri ….. (a Clusini) grazie, signor notaio, a nome di tutti i poveri della città ……. Ah, già, lui non sente ….. (Clusini emette un grugnito)

Sandro: Però, questi signori, prima di fare l’elemosina, hanno bisogno che lei gli faccia un grosso favore.

Gino: Lo farò molto volentieri …. Mi dica che cosa devo fare?

Sandro: Un lontano parente del notaio, e dell’altro uomo, un paio di anni fa, dovendo andare a Parigi per affari, ed essendo vedovo, lasciò sua figlia in un collegio condotto dalle suore.

Gino: E le è successo qualcosa?

Sandro: È successo che è rimasta incinta e ora è di tre mesi.

Gino: Oh, per bacco! Questa non ci voleva …..

Sandro: E se non si provvede subito la famiglia di questi signori si coprirà di vergogna …….. è per questo che loro hanno fatto voto di dare qualche centinaio di migliaia di lire in elemosina ….

Clusini: Uuuuh, che chiacchiera …..

Gino: Però ho come l’impressione che il notaio qualcosa senta ….

Sandro: Gliel’ho detto, qualcosa sente, ma non capisce niente ……..

Gino: Ma è sicuro che non capisce niente?

Sandro: Eh!Più che sicuro! Si fidi ……… Padre Gino, questi signori sono nelle sue mani, e soltanto lei e la superiora del collegio potete farci qualcosa.

Gino: E che cosa possiamo fare?

Sandro: Dovreste far bere una bevanda alla fanciulla in modo che non sia più incinta.

Gino: (meravigliato) È una cosa gravissima quello che mi sta chiedendo …….. Penso che dovrò ragionarci molto bene prima di darle una risposta.

Sandro: Padre, ascolti quante opere di bene farà se deciderà di farlo: l’onore del collegio, della ragazza e dei parenti sarà salvo. Il padre avrà una figlia più nuova di prima. Farà un favore al notaio e con qualche centinaio di migliaia lire in tasca farà del bene a tanta gente ….

Clusini: E dai con queste centinaia di migliaia di lire….

Gino: Ma non sembra anche a lei che il signor notaio ci senta?

Sandro: Per sentire sente, ma le assicuro che non capisce niente ……

Gino: E va bene, mi ha convinto! Ma deve essere chiara una cosa, lo faccio soltanto perché così potrò fare tante elemosine ai poveri della città.

Sandro: Sono più che convinto che lo faccia per questo! E perché se no!

Gino: Mi dica il nome del collegio. Mi dia la bevanda e ……. Mi dia anche le cinquantamila lire che intanto comincio a fare un po’ di elemosine.

Sandro: Il nome del collegio è ……. (guarda verso la strada) Aspetti un momento che vedo entrare in chiesa una donna che mi ha fatto un cenno. Non vada via che torno subito. (Sandro esce)

Gino: (urlando) Questa ragazza quanti anni ha?

Clusini: (urlando anche lui rivolto dalla parte che è uscito Sandro) Questo delinquente …… Qualche centinaio di migliaia di lire ………

Gino: Signor notaio, le stavo chiedendo ….. quanti anni ha questa ragazza?

Clusini: Che gli venisse un accidente ……

Gino: E perché gli dovrebbe venire un accidente?

Clusini: Anzi! Due gli dovrebbero venire ……

Gino: Ho fatto proprio un bell’incontro stamani: uno è scemo e quell’altro è sordo …. Ah, eccolo che ritorna …..

Sandro: Ho una bella notizia per lei, padre.

Gino: Ah, si! Meno male! Per solito sono più frequenti quelle brutte

Sandro: Quella donna che mi ha fatto cenno, mi ha detto che non c’è più bisogno di niente per la ragazza perché la cosa si è aggiustata da sola.

Gino: Dio ti ringrazio! …. L’elemosina, però, va lo stesso ai poveri, vero?

Sandro: Ma certo …. Però ….. ci sarebbe bisogno di fare un altro favore al notaio ….

Gino: Mi dica di  cos’altro ha bisogno, su ….

Sandro: Ma si tratta di poca cosa …. Niente scandali, padre, per carità ….. è una cosa che può far da solo senza l’aiuto di nessuno …….

Gino: E allora me la dica senza farla tanto lunga, su, che in chiesa c’è gente che mi sta aspettando.

Sandro: Andiamo un attimo in sacrestia che gliela dico a tu per tu (mentre s’incamminano) ….. notaio lei ci aspetta qui, vero? Torniamo subito.

Clusini: Come disse il rospo all’erpice …… senza ritorno ……

Sandro: Forza, padre, andiamo. Prima si va e prima si torna. (i due escono)

Clusini: Prima vuole che faccia il sordo, poi parla col al frate di una cosa che non c’entra niente con me, poi gliela deve dire un’altra in gran segreto ….…. Intanto mi ritrovo con cinquantamila lire di meno in tasca e della mia cosa ancora non ne se ne è parlato …….. (dalla strada vicina alla casa di Camarsi entra l’uomo che sta cercando Pietro. Canta sempre la stessa strofa)

Uomo: (canta già da fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”.(urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ………(vede Clusini) Scusi, signore, non ha mica visto per caso Pietro?

Clusini: E chi è questo Pietro? Uno dei frati del convento?

Uomo: No, no … è un tipo piuttosto buffo, non molto alto, che di cognome fa Fineschi....

Clusini: Mi dispiace ma non conosco nessuno che si chiami così.

Uomo: Allora mi faccia un favore: se dovesse vederlo gli dica che lo sto cercando.

Clusini: Mi dica almeno chi è questo che devo dirgli che lo sta cercando?

Uomo: Ma è Pietro, perdio!

Clusini: E allora mi spieghi chi è questo Pietro.

Uomo: Ma è quello che sto cercando io, no!

Clusini: (assecondandolo) Va bene, ho capito ……. E non devo dirgli altro?

Uomo: No, no, gli dica soltanto che lo sto cercando. Lui dovrebbe capire di che cosa si tratta.

Clusini: Vada tranquillo e faccia conto che sia già stato avvertito.

Uomo: Grazie infinite! ………. e mi saluti tanto suo cognato.

Clusini: Non ho cognati. Io e mia moglie siamo figli unici.

Uomo: Non fa niente …. Non si preoccupi …. Me lo saluti tanto lo stesso appena lo incontra. (esce dalla parte opposta in cui è entrato)

Clusini: Non ho capito se sia qualcuno che non ci sta con la testa, oppure mi voleva prendere in giro …….. ecco il frate e Sandro che ritornano ……

Gino: (a Sandro) Mandatemi le donne che so io quello che devo fare…….

Sandro: Notaio Clusini, Padre Gino è d’accordo. Per lui la cosa si può fare. A questo punto manca solo che le donne vadano da lui.

Clusini: (tutto contento) Sandro, tu mi hai ridato le speranze …..  sarà maschio, vero?

Gino: Maschio? Cosa vuol dire, maschio?

Clusini: La cosa mi fa tanta tenerezza ……

Gino: Aspetto qui nei paraggi le signore. Andate a chiamarle.

Clusini: Vado io, padre. (Clusini va ed entra nel portone di casa)

Gino: (a Sandro) Il notaio qualche volta sente ma non capisce niente.

Sandro: E qualche volta capisce e sente ma non ci sta con la testa.

Gino: Mi dica una cosa, anche se non dovrebbe riguardarmi, ma dove lo avete trovato un dottore che usa simili cure?

Sandro: Si tratta di un sistema ancora in fase sperimentale. Lo hanno inventato negli Stati uniti. In Italia c’è un solo medico che è in grado di metterlo in atto.

Gino: E voi siete stati così fortunati da trovarlo subito?

Sandro: Non è stata per niente una cosa facile! Ho dovuto sfruttare tutte le mie altolocate amicizie per poterlo incontrare. (arriva Clusini)

Clusini: Fatto! Arrivano subito.

Gino: Voi andate in chiesa e rimanete lì. Non appena saranno andate via vi chiamerò e vi dirò quello che mi hanno detto.

Clusini: (a Sandro) Perché dobbiamo andare in chiesa?

Gino: (a Sandro) Eppure sono convinto che il notaio Clusini senta bene ….. chissà perché…..

Sandro: Può essere che stia migliorando. È un bel po’ che si sta curando ……

Gino: (fa segno a Sandro di avvicinarsi) Comunque dopo che ho parlato con lei sono convinto anch’io che il notaio capisca poco o addirittura niente. (a Clusini) Vero notaio?

Clusini: Non ho capito molto bene, ma lei è un uomo molto saggio e senz’altro sarà come ha detto! (Clusini e Sandro escono)

Secondo atto

Gino: (mentre li guarda uscire) Mah! ……… Dunque, ricapitoliamo: ho capito benissimo che la prima cosa che mi ha chiesto di fare il signor Sandro a lui non interessava niente. A lui preme quella che mi ha chiesto ora. La richiesta per la ragazza era soltanto una prova per vedere se ero disponibile …….. E a me, sinceramente, non me importa niente di nessuna delle due. Il dottor Camarsi e il notaio Clusini sono ricchi sfondati e quindi devo cercare di strappare il più possibile. Tanto la cosa rimarrà segreta perché interessa a tutti che non si risappia in giro. (arrivano Silvia e la madre) Ecco che arrivano le signore …… (il frate si nasconde)

Marisa: Eppure lo sai Silvia quanto mi sta a cuore la tua felicità. Figurati se ti consiglierei di fare una cosa che non sta bene! Però, prima che tu decida, sentiamo che cosa ci dice padre Gino. Se anche lui ritiene che non è peccato, mettiti l’anima in pace e falla quanto prima.

Silvia: Capisco benissimo la voglia di mio marito di avere figli e ho sempre fatto tutte le cure che i dottori mi hanno prescritto, ma tra le tante terapie questa mi sembra la più strana.

Marisa: A me non sembra che ci sia qualcosa di strano …….

Silvia: Secondo te non c’è niente di strano nel fatto che devo fare l’amore con uno sconosciuto e che poi entro otto giorni dovrà morire?

Marisa: Non so che dirti Silvia …… ci sono delle cose che a volte dobbiamo fare anche a scapito di qualcun altro …… Ti ripeto, parla con il frate, senti cosa ti dice, e poi farai quello che ti consiglia lui. (rientra il frate)

Silvia: Ecco padre Gino.

Silvia e Marisa: Buongiorno padre ….

Gino: Ben trovate, signore. So già che cosa volete da me. Il signor notaio me ne ha parlato ed ho già pensato a questo vostro caso e ho trovato su i libri sacri molte cose che fanno al caso nostro …

Silvia: Parla sul serio padre o sta scherzando?

Gino: Bambina mia, secondo te io sono il tipo che scherza sulle cose serie? Eppure dovresti conoscermi, è da tempo che ci conosciamo, ormai ……….

Silvia: È vero padre, ma la cura che il dottor Camarsi vuole che faccia mi sembra la cosa più strana che abbia mai sentito.

Gino: Anche questo è vero figliola, molte cose a prima vista sembrono terribili e abbiamo persino paura ad affrontarle.  È umano ….

Silvia: E questa è proprio una di quelle!

Gino: Ma si dice anche che spesso le paure sono molto peggiori dei mali ……… e questa è proprio una di quelle.

Silvia: Spero tanto che sia come dice lei …… Ma far l’amore proprio con uno sconosciuto …..

Marisa: E allora preferiresti far morire un conoscente?

Silvia: (stizzita) Mamma, per favore, non dire sciocchezze.

Marisa: Se dovessi farla io questa cura ne approfitterei sicuramente per far sparire un paio di persone che mi stanno qui (indicando la gola) …….

Silvia: (indispettita) Mamma! Smettila!

Marisa: Sono sicura che non farei una lira di danno!

Silvia: Mamma! Sei di fronte ad un frate. Non so se te ne rendi conto!

Marisa: Naturalmente scherzavo, padre …… l’ho detto così, tanto per sdrammatizzare …..

Gino: Certo! ….. (a Silvia) Ti dicevo figliola, tu non devi aver paura di fare questa cosa. È vero che c’è il certo e l’incerto …… Il certo è che dopo che avrai bevuto la bevanda  rimarrai incinta e darai un figlio a tuo marito. L’incerto è che colui che giacerà con te morirà ………

Silvia: E le sembra una cosa da niente?

Gino: Ma non sempre però succede ……… comunque sono dell’avviso che è meglio che tuo marito non corra questo pericolo …….. E poi, per un’anima che se ne va, ne arriva un’altra che nascerà da te ….. Il Padreterno non ci rimette niente.

Silvia: Ma padre, non pensa al peccato mortale che farò!

Gino: È qui che ti sbagli! …… Questa è una favola figliola. Perché è la volontà che fa il peccato e non il corpo. Semmai faresti peccato a dare un dispiacere a tuo marito.

Silvia: Ma io voglio che mio marito sia contento.

Gino: Oppure se provassi piacere …… ma tu non sarai lì per provare piacere, bensì per curarti ….

Silvia: Non so che fare, padre, mi aiuti lei ……

Gino: La Bibbia dice che le figlie di Lot, credendo di essere rimaste sole al mondo, giacquero con il padre, e perché la loro intenzione era buona, esse non peccarono ….

Silvia: Padre, se non ho capito male lei mi vuole convincere a fare questa cosa.

Marisa: Certo, figlia mia, e ti devi persuadere, perché una donna senza figli è come se non avesse casa e se dovesse rimanere vedova sarebbe abbandonata da tutti.

Gino: Il peccato che farai, bambina, è come mangiare la carne il mercoledì. Basta un po’ d’acqua benedetta e si cancella subito.

Silvia: Allora lo devo proprio fare?

Gino: Fallo e stai tranquilla! E tra un anno, quando nascerà tuo figlio, mi ringrazierai.

Marisa: Lo farà ….lo farà … E ci penserò io stessa a metterla al letto stasera ……. Ma di che cosa hai paura? …… Sai quante donne vorrebbero essere al tuo posto questa notte ….Uuuuuh …..

Silvia: Non capisco cosa vuoi dire, mamma ……

Marisa: Voglio dire che sei stata fortunata ad incontrare un dottore che ha trovato la cura adatta a te.

Silvia: (orgogliosa) E va bene, mi avete convinta, lo farò! ……. (piagnucolante) Ma sono tanto angosciata e ho paura di non poter arrivare viva a domattina.

Gino: Stai tranquilla figliola. Io pregherò per te …..

Marisa: Ma anche io, naturalmente, pregherò per te ……. Non ti abbandoneremo.

Gino: Ed ora andate in pace, su …… andate, …… andate …..

Le due donne: (mentre se ne vanno) Pace e bene anche a lei, padre.

Gino: (aspetta che le donne siano rientrate in casa e chiama i due) Notaio Clusini, Sandro …… venite qua. (entrano in scena)

Sandro: Com’è andata, padre?

Gino: Bene! Sono ritornate a casa disposte a fare tutto senza difficoltà.

Clusini: (tutto contento) Dice davvero?

Gino: Ma lei non era sordo?  Quando è guarito?

Sandro: Deve essere stata santa Pupa a fargli la grazia.

Gino: Ragion di più per aumentare la quota delle elemosine.

Clusini: E dagli con queste elemosine!......

Gino: (a Sandro) Ormai è guarito del tutto perché sente e capisce.

Sandro: Per sentire sentirà, ma sono sempre più convinto che non capisce niente.

Clusini: Allora è tutto a posto. Silvia ha accettato di sottoporsi alla cura. (fregandosi le mani)  meno male …… sono l’uomo più contento del mondo ….

Gino: Ci credo! Lei si beccherà un figliolo maschio in un colpo solo ….

Clusini: Cosa vorrebbe dire, in un colpo solo?

Gino: Volevo dire che ci sono buone probabilità che gli possa nascere un figlio maschio al primo colpo.

Clusini: Mi era sembrato di capire che volesse dire un’altra cosa …

Gino: Forse ha capito male perché ancora è un po’ sordo ….

Clusini: Si, certo ….. ancora non ho riacquistato del tutto l’udito ……

Sandro: Lei padre vada pure a recitare le preghiere, se avessimo ancora bisogno la cercheremo. Lei notaio vada a casa e stia attento a sua moglie che non cambi idea. Io vado a cercare il dottor Camarsi perché le mandi la bevanda.

Clusini: Va bene, a dopo … Arrivederci, padre. (rientra in casa)

Gino: La pace sia con lei, notaio ……

Sandro: L’accompagno, padre …….

Gino: Grazie figliolo, vado da solo. … Tu vai che stanotte avrai molto da fare …. (il frate esce.  Sandro lo accompagna. Camarsi esce di casa)

Camarsi: Speriamo che Sandro arrivi ……. è quasi mezzogiorno …….

Sandro: (entra dalla strada) Speriamo che Paolo arrivi ……. è quasi mezzogiorno ……

Camarsi: (lo vede) Sandro, sono qui …..

Sandro: Ah, meno male …..

Camarsi: Allora, che notizie mi dai.

Sandro: Buone!

Camarsi: Buone?

Sandro: Ottime!

Camarsi: Silvia si è convinta?

Sandro: Sì! È stato il frate a convincerla.

Camarsi: Meno male!..... Benedetto frate ……. Dirò qualche preghiera per lui …….

Sandro: Le preghiere, si ….. Il frate vuole ma i soldi, altro che le preghiere ……

Camarsi: Quanti soldi gli hai promesso?

Sandro: Qualche centinaio di migliaia di lire!

Camarsi: Hai fatto bene!..... E la madre che cosa dice?

Sandro: Lei ha contato molto per la scelta e ha detto che se padre Gino sostiene che non è peccato, Silvia si deve sottoporre senz’altro a questa cura.

Camarsi: (saltella e batte le mani per la gioia) Oh, come sono contento ….. Oh, come sono contento ……

Sandro: L’hai preparata la bevanda?

Camarsi: Certo che l’ho preparata!

Sandro: Che cosa hai messo dentro?

Camarsi: Vinsanto, estratto di menta e acqua di malva …., rende allegri, mette a posto lo stomaco, è diuretica e sfiamma. (improvvisamente cambia tono) Oh, misericordia …… oh poveretto me ...….

Sandro: (preoccupato) Che c’è Paolo? ….. che ti succede?

Camarsi: Oh, poveretto  me ….. sono rovinato …….

Sandro: Me lo vuoi dire cosa ti sta succedendo?

Camarsi: Ma ti ricordi o no che ho detto al notaio Clusini che io, te, Silvestro e lui andavamo insieme a catturare un hippy per metterlo nel letto di Silvia?

Sandro: Lo ricordo benissimo. E allora?

Camarsi: Ma come, allora? ….. Ma se io sarò con voi, come potrò essere quello che dovremmo catturare?

Sandro: È vero, non ci avevo pensato!

Camarsi: E se il notaio Clusini non mi vede si accorgerà dell’inganno.

Sandro: È vero anche questo! ….. sarà meglio trovare subito un rimedio ……

Camarsi: Si, sarà meglio! Altrimenti che senso avrebbe avuto aver messo in piedi questa manfrina.

Sandro: Fammi pensare un momento!

Camarsi: Se ti metti a pensare ora sto fresco.

Sandro: Ho trovato il rimedio!

Camarsi: Sentiamo questo rimedio che hai trovato.

Sandro: Ci facciamo aiutare dal frate …….. si è reso disponibile fino a qui, ci aiuterà a fare anche quest’altra cosa.

Camarsi: E come può aiutarci?

Sandro: Farò travestire anche lui. Cambierà la voce e il notaio non si accorgerà di niente.

Camarsi: L’idea è buona ….. e io che farò?

Sandro: Metterai anche tu un vestito da hippy e mentre camminerai in direzione della casa del notaio, suonerai la chitarra e canterai una canzone.

Camarsi: Non so suonare per niente la chitarra e sono anche molto stonato.

Sandro: Meglio! Così sembrerai più vero.

Camarsi: E mi presenterò a viso scoperto?

Sandro: Se metti una maschera il notaio s’insospettirà.

Camarsi: E se non la metto mi riconoscerà.

Sandro: No, perché ti darò un naso finto e una parrucca che ho a casa. Starai con la bocca storta e un occhio chiuso ……. Prova un po’ …..

Camarsi: (chiude un occhio, storce la bocca e parla con un suono nasale) Va bene così?

Sandro: No,  così no. Prova a chiudere l’altro occhio ……

Camarsi: Così?

Sandro: Nemmeno …. Prova a spalancare la bocca ……..

Camarsi: Così?

Sandro: Così va bene …. ricordati di farlo così.

Camarsi: E fino a qui ci siamo …. poi?

Sandro: Noi saremo più o meno qui …. Come ti vedremo arrivare ti toglieremo la chitarra, ti bloccheremo e ti porteremo diritto in casa di Clusini …….

Camarsi: E il notaio mi metterà dentro al letto di Silvia ….

Sandro: Per il resto, caro mio, ti dovrai arrangiare da te …….

Camarsi: Voi fatemi arrivare in camera che poi so io come  arrangiarmi. Stai tranquillo.

Sandro: E tutto starà a te se vorrai tornare ancora nel letto di Silvia.

Camarsi: Stai tranquillo che ci tornerò.

Sandro: Ma ora diamoci da fare, su. Chiama Silvestro e manda la bevanda al notaio che sta aspettando. Io vado a cercare il frate. Lo faccio travestire e lo porto qui.

Camarsi: Va bene. Ora vai, però (Sandro esce) … Silvestro….. (con voce più alta) Silvestroooooo ….

Silvestro: (da fuori scena) Dica signor Camarsi.

Camarsi: Vieni giù che devo parlarti.

Silvestro: Arrivo subito.

Camarsi: Svelto che non c’è tempo da perdere …….. (Silvestro entra)

Silvestro: Eccomi!

Camarsi: Prendi quel bicchiere d’argento che è dentro la cristalliera. Coprilo con un dei miei fazzoletti di seta e portamelo ……… e guarda di non versare quello che c’è dentro.

Silvestro: (mentre esce) Stia tranquillo, signor Camarsi.

Camarsi: Sono anni ormai che Silvestro è con me e mi è stato sempre fedele. E credo che lo sarà anche questa volta. Non gli ho detto niente dell’inganno, ma sono sicuro che se anche lo scoprisse non farà storie. (Silvestro rientra con il bicchiere)

Silvestro: Ecco il bicchiere, signor Camarsi.

Camarsi: Bene. Ora vai di corsa a casa del notaio Clusini e digli che questa è la medicina che deve prendere sua moglie dopo cena. E prima la prende e meglio è. Noi lo aspetteremo all’ora stabilita all’angolo di casa sua.

Silvestro: Vado subito signor Camarsi. (fa per andare)

Camarsi: Asapetta, un attimo ……. Se il notaio vuole che l’aspetti, aspettalo e vieni insieme a lui. Altrimenti torna subito qui.

Silvestro: Vado. (Silvestro esce)

Camarsi: (passeggia nervosamente per la piazza) Sandro con il frate non si vede …………. Forse è ancora troppo presto ……… Però chi dice che aspettare è fastidioso, ha proprio ragione. (dalla strada vicina alla casa di Clusini entra l’uomo che sta cercando Pietro. Canta sempre la stessa strofa)

Uomo: (canta già da fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente. (urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ………(vede Camarsi) Scusi, signore, non ha mica visto per caso Pietro?

Camarsi: Mi dispiace ma non conosco nessun Pietro! ….. abita in questa zona?

Uomo: Si! Abita proprio qui vicino, in via santo Stefano.

Camarsi: Non è mica un tipo alto con i baffi ……..

Uomo: No, no … è un tipo piuttosto buffo, non molto alto, che di cognome fa Fineschi....

Camarsi: Mi dispiace ma non lo conosco.

Uomo: Pazienza! ….. Però, se non le costa troppo dovrebbe farmi ugualmente  un favore …..

Camarsi: Mi dica in cosa posso esserle utile …..

Uomo: Se dovesse incontrare Pietro le dica che lo sto cercando ….. È una cosa piuttosto urgente.

Camarsi: Ma se le ho appena detto che non lo conosco ……

Uomo: Ho capito che non lo conosce, ma lei mi faccia ugualmente il favore di dirglielo.

Camarsi: (assecondandolo) Stia tranquillo che lo farò ….. (tira fuori da dentro una tasca una penna e un foglietto) Anzi, lo sa cosa faccio? Per essere sicuro di ricordarmelo me lo scrivo ….. (mentre scrive) Avv ….ertire ….. Pietro …. che … lo … stanno …… cercando ……. Fatto!

Uomo: Grazie, signore …….. (mentre esce dalla parte opposta da cui è entrato) e se un giorno avesse bisogno di me, cerchi pure un altro.

A questo punto della commedia siamo in piena notte

Camarsi: Lo farò! Non dubiti che lo farò …… (guarda in lontananza dalla parte della sua casa) Mi sembra di vedere Sandro …. E non è solo …. È in compagnia di un uomo vestito in maniera sgargiante. Certamente è il frate travestito …. E quell’altro che si è avvicinato a loro chi è? ….. ah, è Silvestro. È già stato a casa del notaio. (Sandro, Gino, e Silvestro entrano. Il frate è travestito da hippy: parrucca con capelli lunghi, nastro intorno alla fronte e zoppica)

Silvestro: Sandro, chi è l’uomo che è con te?

Sandro: Un uomo per bene.

Silvestro: Ma è zoppo o ci fa?

Sandro: Fatti gli affari tuoi!

Silvestro: (dopo averlo guardato da vicino) Ha una faccia da delinquente ……..

Sandro: Ti ho detto di farti gli affari tuoi! ……... dov’è Camarsi? (Camarsi viene fuori)

Camarsi: Sono qui.

Sandro: Paolo, devi dire qualcosa a questo giovanotto perché ho l’impressione che non riesca a farsi gli affari suoi.

Camarsi: (a Silvestro) Tu stasera devi fare quello che ti dice Sandro. E quando ti comanda qualcosa, fai conto che te l’abbia detto io. E quello che vedi e senti deve rimanere segreto. Hai capito?

Silvestro: Sarà fatto, signor Camarsi.

Camarsi: Hai dato la medicina al notaio?

Silvestro: Certamente!

Camarsi: E che ha detto?

Silvestro: Che per l’ora stabilita sarà tutto pronto come d’accordo.

Gino: (a Sandro) È questo il signor Camarsi?

Camarsi: Ai suoi ordini ……. Stia certo che rispetterò quello che le ha detto Sandro. Potrà disporre di me quando e come vuole.

Gino: Ci voglio credere. Sappi che sto facendo per te quello che non farei per nessun altro uomo al mondo.

Camarsi: Stia sicuro che non sta perdendo tempo.

Gino: A me basta che ti ricorderai delle elemosine.

Sandro: Io e Silvestro andiamo a travestirci. Anche tu Paolo devi andare. Padre Gino ci aspetterà qui e non appena torneremo andremo tutti insieme dal notaio.

Camarsi: Va bene, andiamo.

Gino: Vi aspetto qui …… (Silvestro, Camarsi e Sandro escono) È verità sacrosanta quando dicono che le cattive compagnie portano verso brutte strade. Spesso, però, capita per essere troppo buoni ………. (quasi piagnucolante) Dio sa che non volevo entrare in questa storia. Me ne stavo tranquillo nella mia cella, dicevo le mie preghiere, parlavo con i fedeli ……. e invece mi è capitato davanti quel diavolo di Sandro che mi ha voluto far intingere il dito nel tegame del sugo e ora mi ritrovo con tutto il braccio dentro e che vuoi sapere dove andrò a finire. (più sollevato nel tono della voce) L’unica cosa che mi conforta è che quando in un affare ci sono di mezzo più persone siamo in molti ad aver cura che la cosa finisca bene. …….. (dalla strada vicina alla casa di Camarsi entra l’uomo che sta cercando Pietro. Canta sempre la stessa strofa)

Uomo: (canta già fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”.(urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ………(vede Gino) Scusi, signore, non ha mica visto per caso Pietro?

Gino: (sta pensando) Pietro ….. Pietro ……. E di cognome come fa?

Uomo: Fineschi! È un tipo piuttosto buffo, non molto alto …..... Più o meno come lei …

Gino: Più o meno come me, in che senso, scusi?

Uomo: Alto e buffo ……

Gino: Ah! Grazie del complimento!

Uomo: Ma le pare! Quello che è va detto!  ….. (enfatico) date a Cesare quel che è di Cesare.

Gino: Mi dispiace ma non l’ho visto ….. Anzi, potrei averlo visto, ma non lo conosco …..

Uomo: Ma se le spiegassi che tipo è, come parla, come cammina, me lo farebbe un favore?

Gino: (si spazientisce) Avanti, provi a dirmi cosa dovrei fare ….

Uomo: Non appena lo vede dovrebbe dirgli che lo sto cercando.

Gino: Ma come faccio a sapere che è lui quello che sta cercando lei?

Uomo: (si spazientisce anche lui) Glielo chiede, perdinci!

Gino: (alza la voce) Ma cosa gli devo chiedere, santo Dio?

Uomo: Gli deve chiedere se è lui quello che sto cercando io ……… e se è lui gli dice che io lo sto cercando! Non mi sembra che sia tanto difficile!

Gino: Ma lui lo sa che lei lo sta cercando?

Uomo: Ma è, o ci fa? …….Se sapesse che lo sto cercando verrebbe lui a cercare me! ….Non le sembra?

Gino: A me sembra che lei voglia prendermi in giro.

Uomo: E voi, pippi, hippy,  tippi, o come cavolo vi chiamate, vorreste cambiare il mondo? ……. Auh! (con tono di commiserazione mentre esce) Ma se non avete il benché minimo rispetto per il prossimo.

Gino: (lo segue) Io vorrei tanto aiutarlo, ma non saprei proprio come!

Uomo: (con tono di cosa ovvia) Dicendo a Pietro, non appena lo vede, che lo sto cercando. Ecco come. Mi sembra abbastanza semplice! (esce dalla parte opposta da cui è entrato)

Gino: (mentre lo guarda uscire) Boh! …. Che sia colpa mia che non ho ben capito chi stava cercando? ………. Ecco Silvestro e Sandro che tornano …….. Avete fatto presto!

Sandro: (sono vestiti da hippy) Che le sembra? Stiamo bene vestiti così?

Gino: Benissimo! Sembrate proprio due figli dei fiori.

Sandro: Ora mancherebbe solo il notaio ……avviciniamoci a casa sua ….

Silvestro: Fermi! Vedo uscire qualcuno dal portone ….. potrebbe essere qualcuno della servitù ….

Sandro: No, no. È lui … (ride sguaiatamente) Ah … ah ... ah …. uh ... uh…

Silvestro: Ma di cosa ridi? Stai zitto! Vuoi farti sentire?

Sandro: (mentre continua a ridere) E chi è che non riderebbe. Guardate come si è vestito. Ha una casacca che non gli copre nemmeno il culo…… E in capo cos’ha? (un buffo cappello)  Ah … ah … ah …Mi sembra un gufo …. Borbotta qualcosa ……..Tiriamoci da parte e ascoltiamo cosa dice  (si nascondono)

Clusini: (brontola arrabbiato) Quante storie ha fatto quella pazza di mia moglie. Ha mandato via la governante, la cameriera e il maggiordomo. Prima di entrare nel letto ha fatto un sacco di sceneggiate: (imitando una voce femminile) non lo voglio fare … Oh, come farò io … ma che mi fai fare? ….. oh, povera me …. oh, mamma mia …. E se non insisteva sua madre non voleva neanche entrare nel letto …. Che gli venga la gatta porcina …. l’ho viste tante di donne sciocche, ma come lei, mai …….. Quando le ho detto che vorrei vedere impiccata la donna più intelligente di Firenze, ha avuto anche il coraggio di dire: ma che ti ho fatto? …come se la più intelligente fosse lei (si guarda compiaciuto il travestimento) Però sto bene vestito così, èh! E chi mi riconoscerebbe? ……. Sembro più giovane e più vecchio, più brutto e più bello. (guarda in giro) Ma gli altri quando arrivano?

Sandro: (sottovoce) Buonasera notaio.

Clusini: (saltella qua e la per lo spavento) Oh … èh ….. ah … uh ….. (ha in mano un bastone che fa roteare)

Sandro: Non abbia paura, siamo noi …..

Clusini: Siete voi? Vi è andata bene che vi siete fatti riconoscere se no vi davo una bastonata sulla schiena. (si avvicina ai tre) Tu sei Sandro …. Tu sei Silvestro …... e lei il dottor Camarsi, vero?

Gino: Si, signor notaio.

Clusini: Però! Il dottore si è travestito bene. Non lo riconoscerebbe nemmeno sua madre.

Sandro: Gli ho fatto mettere anche due noci in bocca per non riconoscerne la voce.

Clusini: Se tu me lo avessi detto le avrei messe anch’io.

Sandro: (gli porge una cosa) Prenda, metta in bocca questo.

Clusini: Che roba è?

Sandro: Una pallina di chewingum.

Clusini: Dammi qua. (la mette in bocca e subito comincia a sputare e tossire) Che ti venga un accidente …… che roba era?

Sandro: Mi perdoni, notaio, mi sono sbagliato. Le ho dato una pillola di aglio e cipolla essiccati che prendo contro i bachi intestinali………. Ma ora andiamo, su, se no facciamo tardi ……… e  che san Cucù ci protegga ….

Clusini: E chi è san Cucù?

Sandro: Il protettore degli sfortunati ……. (allarmato) Zitti e Preparatevi! (si sente il suono sgradevole di una chitarra insieme ad un canto stonato) Mi sembra di sentire qualcuno che canta e un suono di chitarra …. Allora ascoltatemi bene, (mentre li dispone) io sarò il corno destro, lei Camarsi sarà il corno sinistro e in mezzo ai corni ci starà il notaio.

Clusini: Però mi devi spiegare che cosa c’entrano i corni.

Sandro: Poi glielo spiego. Ora non c’è tempo …… Tu Silvestro starai dietro di rincalzo …… il suono si avvicina sempre più …….. pronti?

Clusini: È vero, lo sento anch’io. Che facciamo?

Sandro: Mandiamo qualcuno a vedere chi è e secondo quello che ci dirà agiremo di conseguenza.

Clusini: Chi va a vedere?

Sandro: Silvestro, tu sai quello che devi fare. Considera, esamina, torna presto e riferisci. (pacca sulla spalla) Vai!

Silvestro: Vado! (Silvestro esce)

Clusini: Non vorrei prendessimo un granchio e alla fine fosse un vecchio debole o malaticcio e questa cosa si dovesse rifare domani sera.

Sandro: Stia tranquillo. Silvestro è un ragazzo in gamba …… eccolo che ritorna ….. Che ci dici, Silvestro?

Silvestro: È il più bel giovane che ci potesse capitare ….. Avrà si e no trent’anni, ed è solo. Sta venendo verso di noi. È lui che canta e suona la chitarra.

Clusini: (minacciando Silvestro con il legno) È vero? ……. Guarda che se non dici la verità ti do una scarica di bastonate, èh.

Silvestro: Stia calmo notaio. È come ho detto.

Sandro: Aspettiamo che finisca di suonare e poi gli saltiamo addosso ……. (Camarsi entra in scena e dopo poco smette di suonare) …….. si è fermato! …… forza, prendiamolo ….. (i tre gli saltano addosso mentre l’uomo si dibatte) ……. Stai fermo! …… Dammi la chitarra ……

Camarsi: (con il tono della voce contraffatto e agitato) Che volete farmi? ……. Che vi ho fatto?

Clusini: Ora lo vedrai! …… Copritegli la testa …… imbavagliatelo……

Sandro: Silvestro, legalo, svelto …….

Clusini: Giriamolo su se stesso un paio di volte in modo che perda l’orientamento (lo girano) Su, forza, mettiamolo dentro casa… (lo spingono dentro il portone di casa del notaio)

Gino: (che Clusini crede essere Camarsi) Notaio Clusini, io vado a riposarmi perché mi fa male la testa da morire. Se non avete più bisogno di me ci vediamo domami mattina.

Clusini: Si, si, maestro, vada pure, ci vediamo domami mattina ……… ora facciamo da noi ……. Grazie di tutto. (i tre spariscono dentro il portone)

Gino: (al pubblico) Finalmente ce l’abbiamo fatta ……. Questa notte non dormirà nessuno: io tornerò in convento e dirò il rosario; Sandro e Silvestro andranno a mangiare perché oggi non hanno pranzato; il notaio Clusini aspetterà in casa la fine della cura che verrà fatta a sua moglie …… Anche Camarsi e Silvia non dormiranno …… e sono sicuro che …… se io fossi lui e voi foste lei …….. nemmeno noi dormiremmo ……… (il frate esce)

La scena è vuota. Sfuma la luce al suono di una musica fino al buio completo. Alcuni secondi di buio e la luce, accompagnata da una musica, piano, piano, torna al massimo. Si sente cantare alcune volte un gallo. Sfuma la musica. Entra in scena padre Gino.

Gino: È andata come vi avevo detto ieri sera. Questa notte non ho chiuso occhio. Non resistevo alla curiosità di sapere come è andata. Ho passato il tempo facendo tante cose. Ho detto il mattutino, ho letto la vita dei santi padri, sono andato in chiesa ad accendere una candela e ho cambiato il velo ormai sporco alla statua della madonna  ……… Quante volte ho detto ai frati che la tengano pulita ……. E poi si meravigliano se manca la devozione. In chiesa, prima, c’erano cinquecento immagini, oggi ce ne saranno si e no venti ……. (guarda in direzione della casa di Clusini) ….. Qualcuno sta uscendo dalla casa del notaio Clusini ….. portano fuori il prigioniero …… però si sono attardati …. È già l’alba fatta …. Voglio sentire cosa dicono ….. (il frate si nasconde. Silvestro Sandro e Clusini, sempre travestiti, entrano in scena)

Clusini: Sandro prendilo per un braccio mentre io lo tengo per l’altro. Tu Silvestro tienilo per le spalle.

Camarsi: (sempre con la voce contraffatta) Non mi fate del male!

Sandro: Non aver paura giovanotto che non ti succederà niente.

Clusini: Non gli succederà niente! ….. Povero ragazzo …. Se sapesse quello che l’aspetta ….

Sandro: La smetta notaio di fare così che sono già commosso e sto per piangere.

Clusini: Lo lasciamo qua?

Sandro: Diamogli due girate perché non si renda conto da dove è venuto. Giralo Silvestro.

Silvestro: Uno e due. (dopo averlo girato) Ecco fatto.

Camarsi: Datemi la mia chitarrra ….. rivoglio la mia chitarra ……

Sandro: (gli toglie la benda e poi con tono duro) Vattene via! …… Vai, sei libero. E se ti sento ancora parlare ti stacco la testa. (Camarsi corre via)

Clusini: (lo segue con gli occhi) Sta correndo come una lepre…… E ora andiamo a cambiarci e torniamo alla svelta in giro, in modo che nessuno pensi che questa notte abbiamo fatto le ore piccole.

Sandro: Ha ragione signor notaio.

Clusini: Prima, però, tu e Silvestro andate dal dottor Camarsi e ditegli che tutto si è svolto bene.

Sandro: E cosa gli raccontiamo se non sappiamo nulla? Questa notte, dopo essere  arrivati in casa vostra ce ne siamo andati e ci siamo rivisti soltanto stamani per metter fuori il giovane.

Clusini: Avete ragione. Ora vi racconto tutto ……… Mia moglie era nel letto al buio. Mia suocera mi aspettava in cucina. Appena arrivato ho rinchiuso il giovane in una stanza illuminata da una debole luce per non essere riconosciuto.

Sandro: Bravo signor notaio. Lei si che è un saggio.

Clusini: Però sono rimasto male quando gli ho detto di spogliarsi …….. Da quanto lo ha fatto in fretta sembrava quasi che non vedesse l’ora di togliersi abiti di dosso. In un baleno si è messo nudo.

Sandro: Può darsi che gli abiti gli stavano un po’ stretti …..

Clusini: Se aveste visto quant’era brutto! Aveva un naso tutto bitorzoluto e la bocca tutta torta, ma nel fisico era sanissimo. Possente, morbido, pastoso ….. e non vi dico altro …….

Sandro: Ha ragione. Bisognava vederlo di persona.

Clusini: Però, ormai che c’ero, sono voluto andare sino in fondo e ho voluto vedere se addosso aveva le bolle di qualche malattia infettiva.

Sandro: Mi sembra giusto. Bravo Notaio.

Clusini: Come ho visto che era sano, l’ho preso per un braccio, l’ho portato su in camera e l’ho messo dentro al letto con mia moglie. Prima di andarmene, però, ho voluto toccare con mano come andava la cosa, (con tono furbesco) perché io non sono abituato a prendere lucciole per lanterne.

Sandro: (con tono di falsa meraviglia) Bravo notaio! Ha condotto questa cosa con il massimo della prudenza!

Clusini: Dopo aver toccato e sentito per bene tutto e visto che la cosa procedeva per il verso giusto sono uscito dalla camera. Ho chiuso la porta a chiave e sono sceso a parlare con mia suocera.

Sandro: E di cosa avete parlato?

Clusini: Di quanto era meglio se Silvia avesse acconsentito subito a fare questa cura del dottor Camarsi senza tanti tira e molla. Abbiamo parlato anche del bambino che nascerà (contento) Mi sembrava di averlo già in braccio ……. Poi, quando stava per spuntare l’alba, sono ritornato in camera, ho preso il giovane e l’ho tirato via dal letto …… non potevo mica lasciarlo lì!

Sandro: Ha fatto benissimo!

Clusini: Però ho avuto come l’impressione che la cosa gli fosse piaciuta perché non voleva saperne di lasciare mia moglie…… A quel punto, però, mi sono imposto con la forza e sono riuscito a tirarlo fuori. Poi siete arrivati voi …

Sandro: Però mi sembra che la cosa sia andata molto bene ……..

Clusini: Benone! (con tono mesto) Ma tu pensi che non mi dispiaccia?

Sandro: E di cosa gli dovrebbe dispiacere? Pensi piuttosto che tra un anno al massimo sarà padre.

Clusini: Mi dispiace per quel povero giovane che presto dovrà morire e che questa notte gli è costata molto cara.

Sandro: Non ci pensiamo più e lasciamoli a lui questi pensieri ……

Clusini: Forse hai ragione! …… ora, però, non vedo l’ora di incontrare il dottor Camarsi e rallegrarmi e congratularmi con lui.

Sandro: Tra meno di un’ora lo farete perché sarà fuori. Io e Silvestro andiamo a spogliarci.

Clusini: Anch’io vado a casa a mettermi dei vestiti decenti. Farò alzare mia moglie e dopo fatta una bella doccia l’accompagnerò in chiesa perché rientri in grazia di Dio. Mi piacerebbe che Camarsi fosse presente quando parleremo con padre Gino per ringraziarlo e ricompensarlo del bene che ci ha fatto.

Sandro: Mi sembra giusto! Glielo riferirò e lui ci sarà senz’altro. Stia tranquillo. (Sandro e Silvestro entrano nel portone di casa di Camarsi. Clusini in casa sua. Entra in scena frate Gino)

Gino: Mi è piaciuto quello che ha detto il notaio, specialmente nella parte che riguardava la mia ricompensa. Comunque, secondo me, è e rimarrà uno stupido! …….. Ma ora è meglio che me ne vada. Li aspetterò in Chiesa e quando li vedrò arrivare gli andrò incontro ….. (dalla strada vicina alla casa di Camarsi entra l’uomo che sta cercando Pietro. Canta ancora la stessa strofa)

Uomo: (canta) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”. ( urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ……

Gino: Ah, aaah ……. ecco un’altra volta l’uomo che sta cercando Pietro ….. Ma che vorrà mai da questo Pietro!

Uomo: (entra e vede il frate) Scusi, padre, non ha mica visto per caso Pietro?

Gino: Mi dispiace ma sono qui da poco tempo e non ho visto passare nessuno.

Uomo: Però potrebbe essere passato prima che arrivasse lei.

Gino: Potrebbe essere senz’altro ma non lo posso sapere perché non c’ero e perché non conosco questo Pietro che cerca lei.

Uomo: Si trattiene ancora molto qui?

Gino: Ancora qualche minuto e poi me ne vado.

Uomo: Mica me lo farebbe un grosso favore?

Gino: Se sono in grado di farlo, molto volentieri.

Uomo: Se Pietro dovesse ripassare glielo direbbe che lo sto cercando?

Gino: Ma benedetto uomo, come faccio a dirglielo se le ho appena detto che non lo conosco.

Uomo: Di questo non deve preoccuparsi perché Pietro è un tipo molto alla mano. Parla con tutti. È socievole anche con gli sconosciuti.

Gino: (assecondandolo) Allora non ci sono problemi. Come lo vedo passare lo fermo e glielo dico.

Uomo: Grazie, padre. Con questo gesto lei si è guadagnato una bella fetta di paradiso.

Gino: Sono contento perché in questo momento ne avevo proprio bisogno.

Uomo: (mentre esce dalla parte opposta da cui è entrato) Arrivederci padre e…….. mi raccomando perché è importante ……

Gino: Vuol dubitare della parola di un frate? …. Vada tranquillo ……. (si sentono dei rumori) qualcuno sta per uscire dalla casa di Camarsi. È meglio che non mi faccia vedere ….. . Male che vada, se non verranno a trovarmi, andrò io a cercare loro. (Esce. Entrano Camarsi e Sandro)

Sandro: Allora Silvia non si è arrabbiata …..

Camarsi: Si è arrabbiata? … È stata contentissima, invece! …. Poco prima che suo marito venisse a prendermi per portarmi fuori mi ha detto: per punire quel coglione di mio marito, quello che lui ha voluto fosse per una volta soltanto, farò in modo che possa avvenire più spesso possibile.

Sandro: Sono proprio contento per te ………. E adesso dove andiamo?

Camarsi: Andiamo in chiesa a salutare Silvia, sua madre e il notaio…….

Sandro: Se non sbaglio, eccoli che arrivano. Vedo Silvia …..sua madre …..e il notaio dietro.

Camarsi: Non facciamoci vedere. È meglio far finta d’incontrarli per caso. (Si nascondono. Entrano Silvia, sua madre e Clusini)

Clusini: Silvia, io credo che sia meglio fare le cose con timore di Dio e non così, alla carlona.

Silvia: (stizzita) Mi dici che cosa devo fare ancora?!

Clusini: (alla suocera) Ma la sente come risponde? Sembra un gallo quando ha la cresta alta!

Marisa: Non se la prenda. È solo un po’ arrabbiata per quello che ha dovuto fare questa notte.

Clusini: (a Silvia) Forse è meglio che vada prima io a parlare con il frate. Gli dirò che ti venga incontro fuori dalla chiesa per riportarti in grazia di Dio. (tutto contento) Per te oggi è un giorno speciale ….

Silvia: È vero! Oggi è proprio un giorno speciale ……. Vai! …. Che cosa aspetti?

Clusini: Stamani però mi sembri un po’ troppo sfrontata!

Silvia: (sensuale) Ma no, maritino mio, ti sbagli. Stamani sono allegra e contenta.

Clusini: E di che sei contenta? Ieri sera sembrava che tu dovessi morire da un momento all’altro.

Silvia: Sono contenta perché ho capito che quello che ho fatto questa notte è per te di grande soddisfazione.

Clusini: Grandissima soddisfazione! Tra poco potrò avere anch’io un erede ….

Silvia: (finge tristezza) Ma allo stesso tempo ho commesso un peccato mortale.

Clusini: Adesso basta! Non pensiamo più a questa cosa.

Marisa: Vada signor Clusini, vada dal frate se no facciamo tardi per la messa …..……no, aspetti, non ce n’è bisogno. Vedo padre Gino che esce di chiesa e sta venendo verso di noi.

Clusini: Ah, si, eccolo che arriva. (entra Gino) Buongiorno padre!

Gino: Siete le benvenute, signore! E che il trattamento di ieri sera, signora Silvia, le faccia avere un bel figlio maschio!

Silvia: Spero tanto che Dio lo voglia!

Gino: E sarà così! Stia tranquilla che prima o poi succederà.

Silvia: Credo anch’io che prima o poi potrebbe succedere.

Clusini: Vedo sulla porta della chiesa Sandro e il dottor Camarsi ……

Gino: Ed infatti sono loro.

Clusini: Li chiami padre e gli dica che siamo qui.

Gino: Signor Sandro, dottor Camarsi, venite. (i due entrano in scena)

Camarsi: Che Dio la mantenga sempre con tutta la salute che ha in questo momento!

Sandro: A chi ti riferisci scusa?

Camarsi: A Silvia, naturalmente!

Clusini: (tutto eccitato a Camarsi) Maestro, venga, prenda le mani di mia moglie.

Camarsi: (prende le mani di Silvia e le fa il baciamano) Più che volentieri. 

Clusini: Silvia, quest’uomo è colui che ci darà presto un bastone per la nostra vecchiaia.

Sandro: Non è di fuori ….

Clusini: Che cosa significa, non è di fuori?

Sandro: Volevo dire che ci sono molte probabilità che presto vi nasca un figlio …… ed il merito, naturalmente, sarà del maestro Camarsi.

Clusini: Certamente! Ma anche io farò la mia parte …….

Sandro: (si avvicina a Clusini e gli parla sottovoce) Allora cominci subito e tiri fuori i soldi per le elemosine da dare al frate …

Clusini: Sistemerò tutto, ma intanto tu pensa a farti gli affari tuoi …..

Camarsi: (a Silvia) Come si sente stamani signora?

Silvia: Un po’ indolenzita, ma sento che sto migliorando ….. eppure lei dovrebbe sapere che ho passato una notte da bestie.

Camarsi: Anche alle altre signore la cura aveva lasciato gli stessi strascichi …… sono gli effetti tardivi della mandragola …… Può darsi che nei prossimi giorni si possano ripetere ….. ma passeranno … stia tranquilla che passeranno …

 

Silvia: (sorridente a Camarsi) Lei è una persona che mi sarà sempre cara e voglio che sia nostro amico e possa frequentare la nostra casa quando vorrà.

Clusini: Ben detto! Brava Silvia! …. E oggi, lei e Sandro, sarete nostri ospiti a pranzo.

Silvia: Spero che accetterete il nostro invito.

Sandro: Io di sicuro!

Camarsi: Per me è un onore!

Clusini: (a Silvia) E gli farò avere una chiave delle camere che abbiamo a pianterreno perché possano andare e venire a loro piacimento. (a Camarsi) Per il dottore almeno fino a quando si tratterrà a Firenze….

Camarsi: Ho deciso di trattenermi ancora e forse mi stabilirò qui perché in questi giorni ho ricevuto molte proposte di lavoro.

Silvia: (tutta contenta) Oh, si, si! …… meno male. La vicinanza del dottore mi farà stare più tranquilla.

Clusini: In casa non hanno donne e da soli non se la cavano molto bene con le faccende domestiche.

Camarsi: E io l’accetto molto volentieri e la userò. Stia tranquillo che la userò …..

Sandro: (a Clusini) Bella pensata, notaio! Con la vicinanza del maestro sarà più che sicura la gravidanza di sua moglie.

Clusini: Non capisco che cosa c’entri questo discorso. Il dottore, ormai, quello che doveva fare lo ha fatto.

Sandro: Certamente! Ma se ci fosse ancora bisogno della sua assistenza …..

Gino: Ricordatevi, però,che io devo avere i soldi per le elemosine ….

Clusini: Oggi li avrete, padre, non dubitate.

Sandro: E di Silvestro non si ricorda nessuno? Non pensate che anche lui abbia diritto ad una ricompensa?

Clusini: Ci sarà qualcosa anche per lui, state tranquilli ……. Silvia, quanto denaro hai in tasca da dare a padre Gino per rientrare intanto in grazia di Dio?

Silvia: (mentre prende il denaro dalla borsetta) Ecco padre, prenda diecimila lire ….

Clusini: (con un gesto di disapprovazione) Sei sempre la solita esagerata! Ne bastavano molte meno.

Gino: E voi signora Marisa non avete niente per i poveri? Stamani vi vedo piuttosto su con il morale!

Marisa: (mentre prende il denaro dalla borsetta e glielo porge) Certo che sono allegra! Chi non lo sarebbe al pensiero che presto mia figlia e mio genero avranno un figlio.

Gino: (a Camarsi) E se questo avverrà dovrete dire grazie al nostro illustre dottor Camarsi ……. (dalla strada vicina alla casa di Clusini entra l’uomo che sta ancora cercando Pietro. Canta sempre la stessa strofa)

Uomo: (canta già da fuori scena) “A Firenze facevo il trippaio, mi successe un grossissimo guaio, la mi’ moglie, una donna piacente, dava a tutti la trippa per niente”. (urlando) Pietroooo ……… Pietroooo …….

Clusini: Ecco di nuovo quell’uomo che sta cercando un certo Pietro.

Camarsi: Perché, lo avete incontrato anche voi?

Sandro: A me ha domandato se lo avevo visto.

Gino: Ma cosa vorrà mai da questo benedetto Pietro che è da ieri che lo sta cercando.

Uomo: (urlando) Pietroooo ……… Pietroooo ………

Sandro: Secondo me non ci sta molto con la testa.

Gino: In effetti i discorsi che fa lasciano un po’ perplessi ………

Uomo: (entra e vede i signori) Scusate, signori, non avete mica visto per caso Pietro?

Camarsi: Mi dispiace, ma almeno io non ho vistonessun Pietro.

Sandro: Neanche io l’ho visto.

Clusini: Neppure io, purtroppo.

Uomo: (con tono mesto) Pazienza, vorrà dire che sarà peggio per lui ……

Camarsi: Però se dovessimo incontrarlo, stia tranquillo che sarà avvertito.

Uomo: Credo che a questo punto è meglio che non gli diciate niente Neanche per fargli patire rabbia.

Sandro: È  successo qualcosa di grave?

Uomo: Dipende dai punti di vista! Per Pietro forse lo è.

Clusini: Ci descriva comunque questo Pietro. Potrebbe venir bene per un’altra volta che ci fosse bisogno.

Uomo: Eppure mi era sembrato di essere stato chiaro. Pietro è quell’uomo dallo sguardo tetro che tempo addietro in piazza San Pietro lo spinsero da dietro e dopo un salto di un metro ruppe un vetro?

Gino: Ci dispiace ma non lo avevamo capito!

Uomo: Di cognome fa Fineschi, ha due figli maschi, uno vende dischi, l’altro riveste fiaschi e tutta la famiglia abita davanti alla banca Monte dei Paschi ..... Arrivederci in salute, signori  (esce)

Camarsi: Secondo me è uno che si diverte a prendere in giro la gente!

Sandro: Anche secondo me! …… Però mi sarebbe piaciuto sapere cosa voleva da questo Pietro.

Clusini: Glielo domandiamo! Ci scusi signore, potrebbe toglierci una curiosità? …….. Cosa aveva da dire di tanto importante a Pietro. (L’uomo torna indietro)

Uomo: Ve lo posso dire tranquillamente, tanto non è un segreto …….

Sandro: E allora ce lo dica!

Uomo: l’altro ieri, verso l’una, mentre stavo scendendo le scale, si affaccia la signora Maria, che abita nel mio stesso piano e mi fa: signor Antonio, se dovesse incontrare mio marito mi fa il favore di dirgli che venga subito a casa perché gli ho comprato una bella porzione di trippa calda, calda ……. Se non si sbriga la dovrà mangiare fredda ……… Tutto qui …….

Clusini: Ossignore! ….. e io che avevo pensato ad una questione di vita o di morte ……. (l’uomo mentre esce accenna di nuovo la strofa di sempre)

Uomo: A Firenze facevo il trippaio ………… (Sandro lo interrompe)

Sandro: Ma un’altra canzone non la sa? Sa questa e basta?

Uomo:Ne so tantissime altre ma cantavo soltanto una strofa di questa perché mi serviva come promemoria per quello che dovevo dire a Pietro. (mentre si toglie il cappello per salutare) Signori ….. di nuovo ….. arrivederci …..

Gino: Benedetto uomo! …..Per fortuna anche la storia di Pietro, bene o male, si è risolta …….. Ora andate in chiesa ad assistere alla messa, su, poi andrete a casa vostra a pranzare …. Andate figlioli, su …. Andate …… (padre Gino li guarda fino a che non sono usciti. Rimasto solo si rivolge al pubblico) E voi, gentili signori, non aspettate che sia finita la messa pensando di rivederci ancora. La funzione sarà lunga. Io rimarrò in chiesa, loro, invece, usciranno dalla porta laterale e se ne andranno a casa del Notaio Clusini ……. Andate anche voi, su …. Andate …….andate …… E che la pace sia con voi.

Fine