A l’ospizzi di veggett

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A L’OSPIZZI DI VEGGETT

               A  L’OSPIZZI  DI  VEGGETT

S’ È  LIBERAA  ON  LETT

Commedia in tre atti

di

ROBERTO  SANTALUCIA  e  PIER GIUSEPPE VITALI

nella versione in dialetto milanese

di

LUCIO CALENZANI

PERSONAGGI

BERTO                       pensionaa

GINO                         amis del Berto

TONI                         fioeu del Berto

MARISA                    miee del Toni

SABRINA                  soa tosa

GIANNA                   amisa de famiglia

SUOR GILBERTA     superiora de “Villa Serena”

BATTISTA    ]         

EGIDIO         ]          ospiti de “Villa Serena”

CAMILLA      ]                     

TERESA         ]                     

CARLO                       inservient

SUOR AMINA          suora de cusina

PADRE  PEDRO        missionari

ON  DOTTOR


                                   

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

(tempi moderni:interno di casa con divano e tavolino, due porte laterali)

TONI          (cerca qualcosa in giro e bofonchia, poi rivolto alla porta aperta) Moglie! El giornal de la television… indove l’è ch’el troeuvi minga?

MARISA        (da dietro le quinte) Al solito posto.

TONI          Il solito posto! Hoo capii(circa in giro)… ma qual l’è el solito posto? (gridando) Moglie! Troeuvi minga né el giornal né el solito posto…

MARISA        (da dietro le quinte) Sul di-va-no!

TONI          Il divano… (cerca ma non trova, gridando) Non c’è, gh’è on bell nient.

MARISA        (entra da sinistra) Possibile che da solo non trovi mai niente (decisa sul divano, alza un cuscino, tira fuori la rivista) E questo cos’è? Visto?!

TONI          (puntiglioso) Quest l’era sotto il divano, minga sul divano… Mì el cercavi de sora e lù l’era de sotta, oh!

MARISA        (sistemando i cuscini sul divano) Dobbiamo partire per il mare e invece di darmi una mano pensi ai programmi della televisione, oh che omm! (il marito sfoglia)

SABRINA       (entra dalla parte opposta) Mamma, dove hai messo i sandali del mare?

MARISA        Al solito posto.

SABRINA       Quale sarebbe il solito posto?

TONI          (ironico) Sotto il divano.

MARISA        (al marito,sottovoce) Scemo! (alla figlia) Secondo ripiano, scaffale di destra dello sgabuzzino.

SABRINA       Ah,grazie!

TONI          (tornando al presente) Toeu, varda, martedì in sul primm fann “Ben Hur”, quell con le bighe… on filmon!

MARISA        E bravo lui! Tra dieci minuti dobbiamo partire per il mare, ho ancora tutta la tua roba da mettere in valigia e invece di dirmi quali calzoni, quali camicie, quali scarpe vuoi portare, pensi alle bighe di Ben Hur, roba da matti…

TONI          Se gh’entren adess i calzon e la camisa… Mì sont adree dì domà che Ben Hur lè semper on gran filmon.

SABRINA       (entrando) Mamma, dov’è il mio bikini giallo?

MARISA        Al solito posto.

SABRINA       Nell’armadio?

MARISA        Risposta esatta.

SABRINA       Non c’è, ho già guardato.

MARISA        (perentoria) Terzo cassetto in basso.

SABRINA       (intimorita,esce) Sì,sì,ho capito.

MARISA        (al marito assorto nella lettura) Allora mi dici che cosa devo mettere in valigia per te?

TONI          Quello che vuoi, cara. T’el see che quello che fai te per mì el va semper ben.

MARISA        Va bene tesoro, basta che partiamo… Sapessi che voglia ho di staccare la spina per un po’!

TONI          E per el nònno, hai sistemato?

MARISA        Ma se ha deciso di non venire?

TONI          No… dicevo se te g’hee lassaa chì on queicoss de pront de mangià…

MARISA        Sì, sì, non ti preoccupare per quello. C’è roba in frigo e roba pronta in freezer. Gli ho già spiegato tutto e poi mi ha detto che l’è “nonammò rebambii” e per una settimana, di fame non morirà di certo. Comunque la Gianna mi ha assicurato che ogni tanto passa lei a dare un’occhiata.

SABRINA       (entra,infastidita) Papà, il nonno non esce più dal bagno…

TONI          Si sta facendo la barba… Spètta on moment!

SABRINA       Papà, ti avverto. Se entro cinque minuti il nonno non esce dal bagno, mi metto a urlare! (esce)

TONI          E mì te darìa tanti de quei s’giaffoni…

MARISA        Hai ragione… Certo però che un solo bagno per cinque persone sta diventando veramente un problema.

TONI          El soo ancamì… Comunque la Madre Superiora la m’ha dii che ghe n’ha on para pronti a raggiungere Nostro Signore, sicchè pensi che la sarà quistion d’ona quei settimama al massim. Appena si libera un letto, la m’ha dii, quello è per suo padre, stia tranquillo.

MARISA        Bene! Ma a tuo padre gliel’hai detto che stiamo cercando di sistemarlo in un Ospizio?

TONI          Glielo dirò quando sono sicuro che gh’è el post. L’è inutil mèttel in agitazion prima del temp.

MARISA        Poveretto, speriamo che non gli prenda un colpo…

TONI          Ma figuret tì!… E poeu oramai pensi ch’el se sia faa persuas anca lù che adess i fioeu hinn grand e podomm pù fai dormì insèma. La soa stanza, purtropp, ghe l’emm de bisogn num. Nò, ma te vedaree ch’el capiss… Dai, finisci le valigie che partiamo. Sù con la vita!

MARISA        Va bene,vado. Ma tu cerca di farlo uscire dal bagno, sennò qui si crea l’ingorgo ancora prima di arrivare in autostrada.

TONI          (la moglie esce da sinistra) Lassa fà de mì.(medita ancora un po’, poi si alza) Andiamo a liberare il cesso! (esce a sinistra,suona campanello,silenzio, ancora campanello)

MARISA        (da dietro le quinte) La porta!! (silenzio,campanello)

              (entra da sinistra) Nessuno che apra la porta,eh!

              (apre a destra) Scusami Gianna, stavo finendo di preparare i bagagli.

SCENA SECONDA

GIANNA        Credevo foste partiti senza salutarmi!

MARISA        Figurati! Qui se non mi muovo io… Nessuno che mi dia una mano!…

GIANNA        E gli altri?

MARISA        Ma non lo so… Tutti che se ne fregano, ma io parto anche da sola. Chi ciappa ciappa, chi g’ha paura scappa, come dice il nonno. Oh, t’el chì ch’el riva… Batt i pagn, compàr la strìa!

SCENA TERZA

(da sinistra marito e nonno con mezza faccia insaponata e asciugamano intorno al collo)

TONI          (al padre) Te g’hee reson, ma te podet minga stà denter mezzora in del bagn. Te ghe see minga domà tì.

BERTO         Ma seri ‘dree famm la barba…

TONI          Dài, sta’ chì settaa giò on moment, che de chì a des minut num  andèmm e dopo in del bagn te podet anca andà   a dormì, se te voeuret…

BERTO         Nò, mì voeuri minga andà in del cess a dormì, mì in del cess ghe voo per falla… e a fà la barba, va ben?

TONI          Papà, fà el bravo. Des minut. Ciao Gianna (esce a sinistra)    

GIANNA        (si avvicina al divano dove c’è Berto imperterrito; con voce dolce) Vi fate la barba signor Berto?

BERTO         Nò, foo el tifo per la Juve: de chì bianch e de chì negher.

GIANNA        Nero?

BERTO         Sì… incazzaa negher!

GIANNA        Ha sempre voglia di scherzare signor Berto, eh?

BERTO         (imperterrito) Oheu, in ‘sto moment chì g’hoo ona voeuja matta de scherzà che guai… Nanca la barba in santa pas te lassen fà!

GIANNA        Ci vuole pazienza… D’altronde in casa c’è un bagno solo, e quando scappa, scappa.

BERTO         Però son semper mì quell che g’ha de scappà. Dal cess per la tosa, da la cusina per la noeura, da la stanza per quell boia del computer.

GIANNA        Per il computer?

BERTO         Sì, l’è quell rebambii del mè nevod. Scommètti che l’è là anca adess a schiscià botton… Dì e nott taccaa a quell robb lì… tititì,titità,www,chiocciola punto it…

E poeu el spediss i mai… soo nò mì…. Ma se la voeur dì tutta ‘sta babilonia? Alter che diventà scemi, i fioeu del dì d’incoeu! Num, de fioeu, quii pocch volt che podevom giugà, giugavom a scóndess, a lippa, a bandéra, a murella coi figurin, al Gir d’Italia coi tollitt. E se rivavom a vegh on serc de bicicletta e on tocch de fil de ferr per fall corr, fasevom i salt mortai de la contentèzza. E costaven nagott, alter che www punto it, alter che navigà! Oh già, hoo navigaa anca mì quand sont andà in Argentina a lavorà: vintott dì de bastiment. Adess se naviga settaa giò sul cadreghin… Gioventù del Mulino Bianco!

GIANNA        Cosa volete che vi dica, oggi il mondo è cambiato,               il progresso corre e non si può fermare.

BERTO         E già, el corr talment de prèssa che vun el g’ha pù nanca el temp de andà al cess a falla in santa pas!…

TONI          Papà,el bagn l’è liber. Dai, sedenò el savon el sècca.

BERTO         (ironico) Grazie, molto gentile… Mettaroo sù l’ammorbidente.

TONI          Noi siamo pronti, fra 5 minuti si parte, finalmente.

              (a Gianna) Allora mi raccomando a te: sai che è la prima volta che resta qui da solo e se ogni tanto vieni a dare un’occhiata siamo tutti più tranquilli.

GIANNA        Non ti preoccupare, ci penso io. E poi lo sai che tuo padre mi è molto simpatico e gli voglio bene.

TONI          Grazie.

MARISA        (entra con valigia) Sono pronta. Sabrina è già giù?

TONI          No,è ancora in camera. Vado a chiamarla. Ah,’sti donn! Sò fradell l’è pussee de mezz’ora che l’è giò in macchina (esce)

MARISA        Deo gratias! Si parte. Allora siamo d’accordo,eh? Se noti qualcosa di strano, anche una minima cosa, tu chiama. Va bene? Certo,se fosse venuto con noi sarebbe stato meglio, ma sai com’è fatto. “Se el se fissa el fà nanca la pissa” diceva sempre la mia povera suocera… Lui dice che verrà a trovarlo un amico e con quello non si annoierà di certo. Comunque,tu… occhio!

GIANNA        Ma sì,ma sì, vai tranquilla, te lo sorveglio io a distanza ravvicinata. A proposito, la faccenda dell’Ospizio come l’ha presa? Bene o mica tanto? A me sembra bel contento…

MARISA        No, non glielo abbiamo ancora detto. Meglio aspettare quando siamo sicuri del posto, altrimenti si rischia solo di metterlo in agitazione.

TONI          (entra con Sabrina e bagaglio) Noi siamo pronti.Si va?

MARISA        Vado a prendere la borsa.

TONI          Fa’ venire qui anche il nonno… (verso l’uscita)

GIANNA        (si alza dal divano) Fate buon viaggio. A quest’ora non dovreste trovare traffico.

TONI          Sperèmm…

MARISA        (entra con Berto che ha un cerotto sul viso) Appena arriviamo ti faccio un colpo di telefono

TONI          (vede il cerotto,indicandolo) Cosa l’è che t’hee combinaa?

BERTO         Mì nient… El savon el s’è seccaa e quand hoo tiraa m’è vegnuu via anca la pell…

TONI          El solit tambór… Dai, varda che adess te see chì de per tì, cerca minga de combinan voeuna d’i tò solit e prima de tutt lassa minga avert i finester; stagh attenti al gas, controlla semper che i rubinett sien tucc saraa sù.(Berto continua a fare cenni di assenso)

MARISA        In freezer ci sono i piatti già pronti: li metti nel microonde… (Berto fa sempre cenni di assenso)

SABRINA       Se mi cerca qualcuno, prendi il numero e lo scrivi. Poi me lo dici quando ci sentiamo al telefono.

MARISA        La roba sporca mettila nel cestello, che la lavo quando torno(Berto fà sempre cenni di assenso).

   

TONI          Controlla la posta. Se gh’è denter ona quei raccomandada, ciama. (assenso)

SABRINA       Ciao nonno, fai il bravo…(lo bacia).

BERTO         Ciao, tosa (mentre Sabrina fa per uscire si fruga nelle tasche) Toeu,(le dà dei soldi) questi hinn per tì, al tò fradell gh’i hoo giamò dà prima. Ciao, scrivom ona cartolina con sù ona quei bèlla tosa…

SABRINA       Grazie nonno, non ti deluderò… vedrai che roba!(mima)

              Ciao Gianna.(escono)

GIANNA        Ciao! (poi al nonno) Il lupo perde il pelo…

BERTO         Calma! Perde il pelo… Andemm adasi! Perde il pelo…

GIANNA        E voi cosa fate adesso, signor Berto?

BERTO         Me godi la libertà!

GIANNA        Uscite?

BERTO         Certo che uscio… Ma prima g’hoo de famm bell! Là in del cess, pardon nel bagno, ghe sarà ona cinquantèna de tubett e scatolett de scometici: me ne troo adoss on poo de tutt’i sort, te vedaree che bèll che diventi!

GIANNA        Non si dice scometici, sono cosmetici.

BERTO         Eh… l’è istess. A proposit, ma el tò marì l’è minga gelos? El te controlla minga?

GIANNA        Perché? (nel frattempo sistema il divano)

BERTO         Come perché? Insomma, el sa che semm chì domà mì e tì?

GIANNA        Sì che lo sa. Ma lui è sicuro.

BERTO         Allora el se fida, de tì l’è sicur.

GIANNA        (decisa) No, è sicuro di voi…

BERTO         Ah, lù l’è sicur de mì… e inveci mì te disi che on bell regal sont ammò bon de faghel anca incoeua lù e a tì. Cert che se gh’avessi on para d’ann de meno… cont on robin inscì! (la indica e sorride)

GIANNA        Solo un paio? Per sicurezza io farei una quindicina…

BERTO         Sì,sì, rid tì… che on dì o l’alter te la foo fà mì ona bella ghignada. Varda, adess l’è mej che vaga, voo a cambiamm e truccamm: dopobarba, deodorante, Intimo di Carinzia… casci sù de tutt!

GIANNA        (accondiscendente) Sì,sì, è meglio che andate a cambiarvi e poi a fare un bel giro per calmarvi i bollenti spiriti (Berto esce, Gianna finisce di ordinare poi, gridando) Signor Berto, io vado! Ci vediamo fra qualche giorno.

BERTO         (da dietro le quinte) Ciao, grazie. Saludom el tò marì e dighel che g’hoo voeuja de fagh on bell regall… Ciao!(Gianna esce,ricompare Berto tutto in tiro, esultante e cantando) Libero!… Sono libero! E qui comando io e questa è casa mia… son mì el padron!

(va al telefono)

              “Gino, via libera… mì son pront… quand te voeuret… con la macchina grossa?… Mej ammò… eh,sì… voeuna la m’ha appèna dii che de mì la se fida perché son vegg…         I vitamin i tiri adree, se sà mai…(ridacchia).

              Dai, se vedom… sì mì son pront,ciao… te m’el diset dopo,ciao”.

Ecco fatto. Lassa che riva el Gino e poeu… vamos a matar compagneros… Gh’el doo mì el mangià del frizer (fa gesto con la mano), sara la finestra (gesto), stagh attent al gas (gesto), fà passà la posta(gesto),  prendimi i messaggi(gesto), non fare di qui, stai attento di là, come se fudessi on rebambii… Ma andee tucc a cagà in su i ortigh! (squilla il telefono). Quest l’è el Gino… se l’è ch’el spetta a vegnì…

              Pronto? Se gh’è ancamò?… Moeuvet! Ah,no,scusi… sì,sì… casa Arrigoni (lunga pausa)

Ah, sono fortunato? Il letto? L’ho vinto? Ah, si è liberato… (comincia a preoccuparsi) Sì,sì,il posto per il papà… Quando?… Anche domani?… Beh… Ah,entro una decina di giorni al massimo… sì hoo capii… ah, Villa Serena… va bene,grazie… faremo sapere,buongiorno.

(riattacca, qualche secondo in silenzio, sguardo fisso, scuote la testa, segno di diniego con la mano)

Disgraziaa! Mì a l’Ospizzi? Disgraziaa! (rivolto alla foto della moglie) T’hee sentii Maria? A l’Ospizzi voeuren mandamm… Ma mì voo al Cimiteri puttost!…

(si dirige verso l’interno, ritorna subito dopo con una scatoletta di medicinali che ingurgita, poi si siede sul divano, sguardo fisso in avanti) Disgraziaa!

(si adagia sul divano con calma, poi si rialza di scatto) Disgraziati! (si toglie le scarpe e si si sdraia, le luci si abbassano, Berto chiude gli occhi, si addormenta)

Musica.Da dietro il divano si erge lentamente la Morte, che sembra voglia sopraffare la figura di Berto.

Suonano alla porta. Lentamente le luci si alzano, la musica sfuma.

Due suoni alla porta, luci al massimo, silenzio.La Morte scompare.

BERTO        (si sveglia e muovendo le braccia)                Via,via de chì!                                       (voce di Berto confusa come se rispondesse all’appello)

             Arrigoni Umberto… Presente.

             (altro suono di campanello)

             Vègni! (colpi alla porta) Un momento!

             (si alza,si tocca, si mette una scarpa e va ad aprire)

SCENA QUARTA

GINO         (entra con Berto) Te see storno? On poo va ben, ma l’è mezz’ora che soni! S’te seret adree a fà… L’oeuv? Fà in prèssa, fà in prèssa… e poeu el derva minga e l’è nanca pront…

BERTO        (afflitto va a sedersi sul divano e lentamente cerca di infilare la stringa) Eh,sì… s’ciao.Mì g’hoo de andà con la Mort: l’è giamò chì, l’è vegnuda a toeumm…

GINO         Ma s’te g’hee, te stee minga ben? Che discors te seet adree fà?

BERTO        G’hoo che son vegg e quand vun l’è vegg l’è pù bon nanca de trovà el bus… (pausa, poi indica la scarpa)    

GINO         Cià,damm chì a mì,che stamattina te me paret rintronaa.

BERTO        Ecco, te vedet, la verità l’è che tiromm innanz domà se troeuvom on queivun che me vutta, ma senza aiutt sèmm on pés mort e mì oramai son mort del tutt.

  GINO       Ooooh!… Adasi con la storia del pés mort!… E poeu tutta ‘sta pantomina per ona stringa? Basta mett sù i stivai, eliminom i bus e risolvom el problema. Ma s’te g’hee de vess inscì seri? Te see propi ona cartolina… Però te g’hee ona faccia che me pias minga. Varda ‘me te see smort…

BERTO         (sguardo fisso, si piega per una fitta) Ahi!

GINO          Ma se te g’hee Berto, g’hoo de ciamà el dottor?

BERTO         Nò,l’è mej che te ciamet prima el pret, poeu el becchin. L’è giamò chì, mì l’hoo vista propi con la ranza…

GINO          Mì ciami el 118(indica il telefono)

BERTO         Lassa stà, ormai l’è tardi. Hoo mandà giò ona scatola intrega de medesin!…

GINO          Se t’è vegnuu in la ment? T’avarè minga manda giò el Viagra?

BERTO         Ma che Viagra… Roba forta, roba che fa morì!

GINO          (prende la scatola,la guarda) Propi roba forta… Chì te moeuret de sicur (perplesso,chiede) Ma quanti ghe n’era dent?

BERTO         Mah… Sett,vott,des…  I hoo mandaa giò tucc! Oh Dio che mal, Gino son dree morì, senti on gran calor, come on foeugh che ven sù…

GINO          (quasi divertito) G’hoo pussee idea ch’el vaga in giò.

BERTO         Cosè?

GINO          El foeugh el và in giò.

BERTO         Perché in giò? G’hoo de andà a l’inferno?

GINO          Nò! Te andaree de corsa al cess! Razza d’on cojon, s’te credevet? De coppatt cont i confetti Falqui? Cont ona purga? Cojon!

BERTO         Com’è ona purga?

GINO          Sì, ona purga. Legg chì… (gli porge la scatola vuota)

BERTO         (la guarda con attenzione, l’allontana dagli occhi) Una dolce promessa di regolarità. Confetti Falqui (realizza) Porca… Me son coppaa cont ona purga!

              (sguardo fisso bloccato per qualche secondo, poi scappa dentro il bagno)

GINO          (solo, pone la scatola, sistema la scarpa di Berto, si siede sul divano, sguardo rivolto al pubblico, lentamente) Confetti Falqui! El voreva coppass cont ona purga!… Roba de manicomi… (pausa)

BERTO         (rientra con una scarpa e sistemando la cintura dei pantaloni) Te gh’avevet reson… El foeugh el và in giò.

GINO          Ma se po’savè se t’è vegnuu in ment? Ma te see diventaa scemo tutt’in d’ona volta?

BERTO         (gli siede accanto e riprova con la scarpa) Son minga diventaa scemo.L’è che voeuri minga andà a l’Ospizzi!

GINO          L’Ospizzi? Che Ospizzi?

BERTO         Domàndegh al mè fioeu. L’è lù che l’ha prenotaa “Casa Serena”, t’hee capii? I ciamen pù ospizzi d’i vegg, adess hinn diventaa Case Serene… Chissà che serenità a sta lì on quei ann a spettà de morì.

GINO          L’è staa el tò fioeu a ditt che te g’hee de andà a l’Ospizzi?

BERTO         Macché… El g’ha nanca avuu el coragg,quell disgraziaa!

              L’hoo savuu mezz’ora fà al telefono, dopo che t’hoo ciamaa (mima) “Signor Arrigoni, lei è fortunato, la superiora la informa che s’è liberato un letto”.     “Che letto?” ghe foo mì. “Il letto per il congiunto” la me fà lee. E mì che credevi de vell vinciuu a la lotteria de l’Asilo… E la me parla de fortuna, te capisset:la mia fortuna l’è che on alter el crèpa.

              Ona volta se vun el moriva l’era ona disgrazia, adess l’è ona fortuna per il congiunto. E mì sarìa el congiunto, finché diventi minga defunto.

Disgraziaa, me cascenn a l’Ospizzi me cascenn… Ma mì me mazzi prima, inscì ghe liberi subit el lett e foo la fortuna de on queivun d’alter.

GINO          Come l’è che quand i fann vedè in television, ‘sti veggett hinn lì che paren tucc inscì content?

BERTO         Perché hinn pagaa, hinn attor che fann finta de vess content… Mezz’ora, on ora, e poeu tornen a cà soa…

GINO          (pausa) Eppur, mì on girètt in quell post lì gh’el farìa. Inscì, almeno per vedè come gira la giostra, che aria tira… Chissà, magari ci sono là delle belle infermiere che te fann el bagnetto tutt i mattin… Pensa che bell!

BERTO         Sì,voo là e ghe disi: “Buongiorno mì g’hoo on post prenotaa, però prima de decid se g’hoo de vess ricoveraa chì, voeuri vedè se gh’è di bei infermer    e magari ona quei moniga giovina”. Inscì me mènen via prima ammò de comincià la vita serena…

GINO          Calma.(sfoglia la rubrica telefonica) L’è minga inscì che se g’ha de fà. Se t’hee dii prima? Che quei che fann vedè in television hinn attor. Giusto? E num per tanti ann s’emm faa, in la gloriosa Compagnia… (nome della Compagnia che opera)? I attor. Giusto? Giusto! Mì g’hoo in gir ammò tutt’i costumm, e poeu semm staa o nò in Argentina a lavorà?                             

(scrive su di un biglietto un numero, poi lo compone)

              “Pronto, Casa Serena? Yo me presento. Me chiamo Monsignor Rubens… Sì, Monsignor Rubens. Yò soy un prete de Buenos Ayres e me ocùpo de ansiani e vorarìa visitar vostra Casa de Reposo… Va bien… Mì spètti…

              Pronto? Suor Gilberta… ah, es la Superiora… Bueno, muy bien. Yò me presento, me chiamo Monsignor Rubens: yò soy un prete de Buenos Ayres e me ocùpo de Case de Reposo de veci… ah, se dise igual… Bueno, yò viene in vostra Casa con suor Dolores (indica Berto) per visitar, per estudiar organisasion per Case de Reposo en Argentina.

Bueno… Muy bien, anca doman… sì insòmma… la magnana… de matina… Bueno,muy bien, hasta a la magnana… Adiòs!”

BERTO         Tì te see malaa in del coo!

GINO          Amigo, yò tiengo todo un piano en mia cabésa. Tì con mì te g’hee mai de preoccupass… Tì lassom fà de mì.

BERTO         Sì, anca el Gioanin Rampégael ghe diseva inscì a la soa donna: làssom fà de mì, lassom fà de mì e quella l’è restada incinta de duu gemèi. Num andaremm a finì o in galera o in manicomi!… Suor Dolores!… Dolores de panza, ahi che mal!… (scappa in bagno)

FINE DEL PRIMO ATTO

        


ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

(tavolino al centro spostato verso il fondo, due sedie ai lati, due poltrone a sinistra, ambiente semplice ma decoroso, due uscite ai lati. Battista assorto seduto al tavolo con scacchiera davanti a sé, un manuale in mano. Di fronte Egidio, una rivista sul tavolino.

EGIDIO        Hoo giugà el 83 “il maltempo” perché pioveva che Dio la mandava, pareva che la buttassen giò a sidei.

              Dopo el 56 “la caduta” perché la toma la gh’è stada, e che toma, pora Teresa… L’ha faa on volo!

              E poi el 78 “la bella donna” perché la Teresa l’è ammò ona bella donna.

BATTISTA      Sii… on poo pontellada, però, sì a regola… per vegh settantatrii ann l’è ammò in gamba. D’altra part lee la spera… La faa ben a pontellàss…

EGIDIO        Se voeur dì… la se pontèlla?

BATTISTA      Ehi, cocô, ma te gh’i hee minga i oeucc? Varda la facciada: denanz ona man de vernis tutt’i mattin (indica la faccia)… El tècc el và pitturaa tutt’i settimann sedenò el ven bianch de brina (indica i capelli) e pontei e tirant sotta i balcon (indica i seni) per minga lasai rivà giò in cortil.

EGIDIO        Vardett tì, allora, che te gh’è de doperà la ruzèlla. Lee la se ten sù perché de chì la voeur andassen e se ghe capitass… Donca…

BATTISTA      Ah sì, donca… donca ‘sti numer?

EGIDIO        Allora… terno secco su tutte le ruote.

BATTISTA      Te n’hee beccaa nanca vun!

EGIDIO        Magara, l’era forsi mej! Ven foeura el 56, perché la toma la gh’è stada e poeu el 83 perché pioveva, e de quell podomm vess sicur perché la Teresa l’era tutta masarada. Però el78 l’è minga vegnuu foeura, ghè sortii el 89.

BATTISTA      El 89?

EGIDIO        El 89… “La vecchia”! Varda tì la rogna, ven foeura el 89 de “La vèggia” e minga el 73 de “La bella donna”. Ma disi, ‘sti numer podenn nò vedei certi robb prima de sortì?

BATTISTA      Sigura che i véden. Ma hann vist anca i pontei!…

               (fa il gesto e ride)

EGIDIO             Rid, rid… Però se vegnèven foeura eren domìla euro          che gh’avevi in saccoccia e de la contentezza ridevi               anca mì.

BATTISTA      Mì per vess content ghe n’avarìa assee che te me lasset concentrà sul giogh che son ‘dree fa, se de nò ghe‘n vègni foeura pù…

EGIDIO        T’hee provaa a moeuv la torr?

BATTISTA      Perché la torr, se gh’entra la torr?

EGIDIO        Perché la torr l’è on pezzo forte (convinto) La torr l’è sù là, in alt.

BATTISTA      Varda… tas e lassom concentrà. (silenzio, con passo regolare Camilla entra ed esce)

CAMILLA       Turris eburnea, fede risarca, iano aceli, regina peccatoris

BATTISTA      Ora pro nobis…

EGIDIO        84 e 85: la beghina e le preghiere. Duu euro su Cagliari, C come Camilla (indica l’uscita) Un euro a testa, st’en diset,eh?

BATTISTA      Te disi de fà citto, per piesè… Tì e i tò numer de la malora… (deciso) G’hoo de concentramm, t’hee capii?! (legge dal manuale) Il bianco muove e vince in due mosse… G’hoo de capì com’el fa!        

EGIDIO        Scusom, parli pù.

SCENA SECONDA

CARLO         (entra seguito da Camilla e Teresa) Sù ragazzi, sta arrivando suor Gilberta col dottore. Martedì, giorno delle visite: pancia in dentro, petto in fuori!

CAMILLA       Vieni creator spiritus, mentes tuorum visita, imple suprema grazia…

CARLO         Ecco, sì… brava! La grazia de sta chì on poo ferma, seduta bene che arriva il dottore (fà sedere le donne sulle poltrone)

EGIDIO        84 e 85 su Cagliari, C come Camilla (la indica) Vemm sul sicur

CAMILLA       Quinto e sesto peccato contro lo Spirito Santo: ostinazione nei pecccati e impenitenza finale…

TERESA        (rivolta a Camilla) Ma dagh minga a trà, quell lì in del coo el g’ha dent domà i numer del lott. S’el vincèss almen ona quei volta!…

CAMILLA       Ottava beatitudine evangelica: beati i perseguitati (si indica) perché di essi è il Regno dei Cieli.

EGIDIO        Ohei tì, sciora Camilla!… Varda che mì perseguiti propi nissun, mì giughi al lott e paghi coi mè danee… Capito mi hai?

CARLO         Calma ragazzi, che sta arrivando la Madre Superiora e lee el primm mestee che la fà la ve fà saltà el dolce.

SCENA TERZA

SUOR GILBERTA (entra col dottore, esce Carlo) Ecco qui quelli che mancavano

DOTTORE       Buongiorno. Allora come va? (appoggia la valigetta sul tavolo)

TERESA        Ecco dottore: io sto bene, solo che di notte dormo poco, mi sveglio presto e non riesco più a dormire.

DOTTORE       Vediamo. Quanti anni ha, sciora Teresa?

BATTISTA      (interviene prontamente) Ottantanove! L’ha dii l’Egidio… “la Vecchia”.

TERESA        Stupid! Pensa per tì… Scusi dottore, di anni ne hoo settantatrè ma non sono vecchia, vero?

DOTTORE       No certamente… E’ancora una bella donna.

EGIDIO        Però il 78 non è uscito. Il 78, il numero de “La bella donna”…

DOTTORE       (con tono di rimprovero) Egidio… Allora, sciora Teresa, ha qualche preoccupazione, qualche dispiacere?

BATTISTA      Sì, ghe piasarìa trova el moros… Ma se riva minga on quei Principe Grigio, chì sarà dura a trovall… Tutta roba vèggia a un passo dal trapasso,come el por Oreste

SUOR GILBERTA Anca tì Battista? El dottor el g’ha minga temp de stà chì a sentì i voster stupidad!

DOTTORE       Lasci,Madre… Non ci sono problemi: vedrà che con una quindicina di gocce la sera, risolviamo tutto. L’importante, alla vostra età, è prendere la vita con calma e prudenza.

CAMILLA       Prudenza,giustizia,fortezza e temperanza: le quattro virtù cardinali.

BATTISTA      Amen! Scior dottor, per questa chì che voeur i gott de acquasanta e i soppost de incens…

EGIDIO        Ecco,bravo… El 24 l’acquasanta e’l 32 l’incens.       I giugomm insèma, eh scior dottor? Duu euro a testa, ambo secch sù la roeuda de Roma, sede del Vaticano.

SUOR GILBERTA Adess Egidio piéntela, tì e’l tò lott. Al dottor lassegh fà el so mestee…

DOTTORE       Lasci fare Madre, che un po’ di umorismo a questa età è quel che ci vuole (a Egidio) Dopo giochiamo,eh?

CARLO         (rientrando) Superiora, sono arrivate  quelle persone che aspettava.

SUOR GILBERTA Ah,sì. Grazie,arrivo. Dottore, continui pure, io torno subito (agli altri) Voi non fate perdere tempo al dottore.

CAMILLA       Dottore, cosa devo fare per questa mano? Di notte specialmente , ma anche di giorno, mi s’informiga tutta e la mi fa un male della malora…

DOTTORE       (osserva la mano) Affezione degenerativa della cartilagine. (rassicurante) Colpisce in età avanzata ma non è grave. Le farò prendere qualche pillola antinfiammatoria e andrà a posto come prima.

EGIDIO        Dottore, e per mì nagott? Non mi dà qualche pillola o gocce?

DOTTORE       Che disturbi ha,signor Egidio?

EGIDIO        Oh, disturbi ce n’hoo mica… Ma se ghe fudess on queicoss, vialter che avii studiaa… (si avvicina)   una qualche medicina che la me faga fà on bell terno secco. Pensa che soddisfazion!…

DOTTORE       (serio) Supposte! Le prescriverò qualche supposta

EGIDIO        (torcendo la bocca) Perché a loro (indica le donne) le gocce e le pastiglie e a mì le supposte che…

DOTTORE       (sempre serio) E’ per il gioco.(fa il gesto con pollice e indice) Supposte per il gioco.

EGIDIO        (perplesso) Per il gioco?

DOTTORE       (imperterrito) Si tratta di un farmaco nuovo che aiuta a vincere la passione del gioco.

EGIDIO        Ah bene, allora però una scatola anche al Battista,  (lo indica) che anche lui gioca.

DOTTORE       Gioca anche lei,Battista?

BATTISTA      Certo, ma io gioco a scacchi(a Egidio)El me par minga propi l’istess. Lo faccio per tenere allenata la mente. Qui più che tombola,briscola e dama non fanno…

DOTTORE       Fa bene a mantenersi in attività con la mente (guarda con interesse la scacchiera) Qual è il quesito?

BATTISTA      Il bianco muove e vince in due mosse, ma c’è la regina avversaria che sta lì.

DOTTORE       (guarda con attenzione) E se apre con la torre?

EGIDIO        (pronto) Ghe l’hoo dii anca mì!

BATTISTA      (lo guarda con sufficienza) No, c’è la regina che è in attacco

SCENA QUARTA

SUOR GILBERTA (entra con Berto e Gino travestiti) Ecco, questo è il salotto dove gli ospiti fanno conversazione, si incontrano e stanno assieme. Vi presento monsignor Rubens e suor Dolores…

CAMILLA       L’è ona suora noeuva?

BATTISTA      A mì la me par minga tanto… “noeuva”! (gli altri ridono)

SUOR GILBERTA Battista! (con aria di rimprovero) I signori sono argentini, ma capiscono bene l’italiano perché sono tutt’e due figli di emigrati.

GINO          Più che l’italiano… el dialett! El mè nonno l’era de ‘sti part…

SUOR GILBERTA Vi presento gli ospiti (fa il giro delle persone, che si sono alzate)

GINO          Bueno… muy bien. Yò è felise de stare en la vuestra maravigliosa Casa, yò dice con todo my corazon che yò è felise, vero suor Dolores?

BERTO         Oh sì, anca mì es muy felise de estar aquì.

SUOR GILBERTA Bene, io vi lascio qualche minuto con gli ospiti. Io accompagno il dottore nelle camere di sopra.

GINO          Gracias… Obligados… (il dottore saluta ed esce con suor Gilberta)

CAMILLA       (a Berto) A che Ordine appartenete, sorella?

BERTO         (perplesso) Ordine? Yo es suor Dolores.

CAMILLA       (dolce) Sì,certo. Ma a quale ordine appartenete? La Passioniste? O alle Battistine?

GINO          (pronto) Suore della Carità.

CAMILLA       Fede,speranza,carità… le tre virtù teologali.

GINO          Veo che vamos caminar en la misma diresion: fede, esperanza y caridad.

BERTO         Giusto,nos tenemos esperanza che todos vaga bien…

TERESA        S’accomodi,Padre. Anche lei,sorella.(si siedono sulle poltrone)

GINO          Como se pasa la vita aquì?

TERESA        Bene, Padre. Qui si vive tranquilli.

CAMILLA       Qui abbiamo pure la cappelletta. Primo precetto generale della Chiesa: partecipare alla Messa la domenica e le feste comandate. Vero sorella?

BERTO         Vero, primo preseto general es proprio esto, muy bien.

TERESA        Ah, la nostra Camilla il catechismo lo conosce a memoria…

BATTISTA      Oramai el soo a memoria anca mì

GINO          Es muy bueno per tu anima.

BATTISTA      Sì, ma l’è ona stufida per el corp… Tutt el dì a barbottà Pater Ave Gloria…

GINO          (rivolto a Teresa) Por qué està aquì, señora?

TERESA        Io ce l’hoo la casa, una bella casa con orto e giardino intorno, che ora mi costa pure mantenerla pulita e in ordine.

GINO          Comprendo, tu tienes una casa chiusa…

TERESA        Vivevo da sola. Hoo un figlio sposato e due nipoti, ma vivono in Inghilterra. Un giorno al cancello arrivano due signori con la tuta: dicevano che dovevano effettuare un controllo all’impianto del gas, dicevano di essere della Sicurgas, mi hanno fatto vedere pure il tesserino. Li hoo fatti entrare, hanno fatto il controllo, poi mi hanno detto che c’era da cambiare un piccolo pezzo, un tubicino, roba da 40 euro.

Hanno fatto il loro lavoro e io sempre attenta. Alla fine, siccome non potevano riscuotere contanti per motivi contabili e di controllo della Società, il lavoro doveva essere pagato con assegno. Io hoo fatto l’assegno con la penna che mi hanno dato loro e dopo un mese hoo saputo che l’assegno era stato incassato:

i 40 euro erano diventati duemila40.

BERTO         (indignato) Che disgraziaa!

TERESA        Come?

BERTO         No… yò diseva: oh che desgrassia!

TERESA        Quel giorno mi sono accorta che non valevo più nulla, che ero diventata vecchia, che non ero più quella di una volta…

BERTO         Como se dise, yò comprendo, señora.(l’abbraccia)

TERESA        Grazie… Da allora hoo smesso di fidarmi degli altri. Guardate, non è per i duemila euro che hoo perso: è la conseguenza morale della truffa che hoo subito… il dottore la chiama “demolizione psicologica”.

BERTO         Esto en Argentina como se dise… como se dise?

GINO          Es l’abatimento spiritual.

CAMILLA       Il quarto peccato che grida vendetta al cospetto di Dio: defraudare chi lavora della giusta mercede.

TERESA        Qui mi trovo bene, mi sento protetta da quello che c’è fuori. Qui conosco tutti e nessuno mi imbroglia.

GINO          (a Camilla) E voi? Usted es mai estada embroiada?

CAMILLA       No,no,io sono rimasta zitella!…

BERTO         Es una muchacha tardiva!

GINO          Ma aquì como se pasa? Bueno o nada bueno?

CAMILLA       Oh, bene… bene.Io qui sono tranquilla:lunedì e giovedì i misteri gaudiosi, martedì e venerdì i misteri dolorosi,il mercoledì sabato e domenica quelli gloriosi. Alla sera un po’di minestra,il telegiornale, l’esame di coscienza e io son contenta.             Non mi manca niente.

GINO          Che brava señora, eh suor Dolores?

BERTO         Es una muy brava señora. Bueno che està aquì.

EGIDIO        Anca io sto qua volentieri, mangio bene, faccio le mia belle passeggiate, leggo il giornale e faccio i numeri.

GINO               I numeri? Che numeri fate? De prestigio?

TERESA        Magari, almeno ci farebbe divertire. No,lui imbastisce i numeri del lotto su tutto quello che gli succede, a lui e a tutti quelli che gli stanno intorno, senza mai vinc on bell nient…

BERTO         Comprendo. (rivolto a Gino) Eminensia, puedo domandar? (assenso) En Argentina un ombre che avìa sabudo che los parentes le vorìa mandar en Casa de Reposo de vecios el g’ha tentado de matarse con un purgante mui forte…

GINO               Elo es muerto?

BERTO         Nò. El s’è salvado grasie a l’arivo de un amigo (assenso di Gino)

GINO               Para un amigo e con mucio desturbo d’entestino

EGIDIO             Allora vedèmm: 7 “la disgrazia”

BERTO              Bueno, la disgrazia e i disgraziaa!

EGIDIO        Sì, 7 disgrazia e disgraziaa, 47 la morte, 90 la paura, 60 i lamenti, 76 i dolori di ventre e 53 il vecchio.

BERTO         Bueno, muy bueno, todos le circostansas se son verificade en el fatto…

BATTISTA           (contando) Sì, però i numer hinn ses, come se fa?

EGIDIO             Semplice, se pò giugà duu terni.

TERESA             O tutt’e sei al Superenalotto…

EGIDIO        Ah nò! Cerchèmm de minga bestemmà: il lotto è un gioco sacro e antico, mì me sbassaroo mai a giugà i mee numer in d’on sottoprodotto creato dai tempi moderni!

TERESA        Allora li gioco io al Superenalotto e se vinco, la metà la dò a suor Dolores per la Casa di Riposo in Argentina.

GINO          Brava! Por la Casa de Vecios in Argentina i por los muciacios de la infansia abandonada… (indica Battista)

              E tu senior, como te trueva en esta Casa?

EGIDIO        Ah,lù el g’ha el vizzi del gioco degli scacchi.

BATTISTA      Ma che vizio? E’ una passione! E’per tener sveglia la mente… Allora risolvo i quesiti della Rivista…

GINO          (si alza e guarda la scacchiera) Donde està el quesito?

BATTISTA           Il bianco muove e vince in due mosse.

GINO          Usted puede movér la torre…

EGIDIO             Ghe l’hoo dii anca mì!

BATTISTA           Ammò con la torre!…

GINO               La torre non puede?

BATTISTA           Non puede perché gh’è la regina nera che le mangia!…

GINO               Ah, bueno(torna a sedersi).

BERTO         Como es organisado aquì quando entra nuevo vecio?     O como se dise aquì?

GINO               Se dise, ospites…

TERESA             Ospite! Qua siamo tutti ospiti…

BATTISTA      Ospiti di passaggio. Questo posto l’è come ona sala d’aspetto de la stazion del treno. Se ven denter, te legget el giornal, se cicciara, se gh’è tant de spettà se fà amicizia cont on queivun fin che riva el tò treno: bigliett de sola andata!

EGIDIO             E quando il tuo treno parte, se sara la finestra.

GINO               La finestra de la sala de aspetto?

BATTISTA           No. Quella della camera dell’ospite che è partito.

TERESA             Quando un ospite… va… via…

CAMILLA            L’eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi…

TUTTI              Amen.

TERESA        La superiora fa chiudere la finestra della camera dell’ospite che è partito… e tutti capiscono.

GINO          Ah, bueno, muy bien, che gentiléssa, che noblessa de pensero…

TERESA        Quando arriva un nuovo ospite, suor Gilberta ce lo presenta e noi facciamo l’accoglienza.

BERTO              E como es esta accoliensa, yò me interesa sabér.

TERESA        Beh, si cerca di aiutarlo ad inserirsi, gli si fa visitare la casa, il giardino, le cucine,l’infermeria…

CAMILLA            La cappella…

BATTISTA           Te pareva… L’è rivada la stella mattutina…

TERESA        Insomma tutti quanti tra quelli di noi che sono presenti, aiutano come meglio possono il nuovo venuto ad inserirsi.

BATTISTA      Specialmente s’el nuovo venuto el se presenta el primm dì come l’Oreste Trenta, eh Teresa?

GINO          Qui es esto Oreste Trenta, es un hoombre muy importante?

TERESA        Al contrario, era un tipo molto semplice, ma allo stesso tempo buono e originale. Proprio per questo mi ero affezionata.

BATTISTA      Alter che affezionada… Se inveci de trii mes ne stava chì quatter, a st’ora chì te seret vedova per la seconda volta!

BERTO              Ah, l’hoombre es partido?

EGIDIO        Sì,el so treno l’era on direttissim: dopo appena trii mes la Superiora l’ha saraa su la finestra.

BERTO              Ma porchè esto hoombre era todo special?

TERESA        Vede suora, tutti i nuovi venuti, specie se sono uomini, forse per mascherare l’imbarazzo, si presentano in modo spavaldo, ridono senza motivo, fan gli spiritosi. Arrivano vestiti come se avessero vent’anni, ma soprattutto si profumano… Certi profumi che sembran “battone”!

BERTO              Que signifìca “batona”?

GINO               En Argentina se ciama puta.

BERTO              E el senor Oreste?

CAMILLA       L’Oreste si è presentato al naturale, tale e quale com’era stato per settantacinque anni. Requiem aeterna.

EGIDIO             Mócchela, menagramm!

TERESA        Sì,poverino, era vestito con abiti semplici ma puliti, anche se non proprio alla moda. In mano aveva un mazzo di margherite del suo prato, nell’altra la gabbia col canarino che diceva essere la sua unica compagnia.   In tasca un’ armonica che suonava stando quasi nascosto in giardino.E sapete qual’era il suo profumo? Un buon odore di naftalina che teneva ancora nelle tasche, segno che era un tipo pulito e ordinato.   Ecco perché mi ero affezionata tanto a Oreste Trenta…

BATTISTA           Pora tosa anca tì… T’hee faa trenta ma minga trentun!…

EGIDIO             Trenta… Trentun… Mì i marchi giò.

CAMILLA            Materialista, tì e i tò numer!… Beati gli ultimi…

BERTO         Muy, muy romantico. Yò non vuole ahoora entrar en la vostra vida e situasiones personales, ma aquì se puede sortir per comprar, per passegiar… Yò intende sabér si el ospite tiene libertad…

TERESA        Oh sì, libertà ce n’è molta, basta rispettare gli orari per mangiare, per le visite…

CAMILLA            Per le funzioni e poi per non far preoccupare.

TERESA        Certo, se qualcuno tarda a venire, noi ci preoccupiamo.

BERTO              Seguro, pasan los trenos … e finestra sarada.

TERESA        La nostra paura è proprio quella della finestra chiusa.

SCENA QUINTA

SUOR GILBERTA (entra) Allora, sono stati gentili i nostri ospiti?

GINO          Todos gente respettabile: yò è muy felise de conosér gente de vuestra casa…

BERTO              Anca mì.

GINO               Ospiti muy sereni, felise de viver aquì…

TERESA             Casa Serena…

GINO               Giusto, muy giusto, sereni en Casa Serena.

SUOR GILBERTA (rivolta a Gino) Fra un po’ viene il dottore e ci misura la pressione a tutti. Se volete approfittare…

GINO          Gracias sorella, ma con suor Dolores voy ver bueno la casa e sobre de todo la cocinas

BERTO         Las cocinas en la Casa son tambien importantes…

SUOR GILBERTA Ah sì, avete ragione. Andate in fondo al corridoio, dovete scendere. Lì troverete suor Amina. Oh,è un angelo quella donna, nessuno o quasi nota qui la sua presenza tanto è riservata e occupata con le padelle, ma se non ci fosse lei qui saremmo tutti più magri.

BERTO         De pansa rientrada.

GINO          Come se dise en Argentina: de pansa rientrada.

SUOR GILBERTA Va bene, ci troviamo qui fra una mezz’ora. Andiamo. (rivolta agli ospiti che uscendo salutano).

BATTISTA      (attardandosi) Mì rivi subit. Domà un attim che voeuri finì chì.(si riconcentra sulla scacchiera, Berto e Gino comunicano a segni che finché c’è Battista non possono parlare, Gino si siede, Berto va da Battista)

BERTO         Donde està el quesito?

BATTISTA      Il bianco muove e vince in due mosse, ma c’è la regina che mi tiene sotto tiro…

BERTO         Y el caballo?

BATTISTA      Il cavallo?

BERTO         Por imbroiar la regina nesessìta el movimiento del caballo…

BATTISTA      (verifica muovendo i pezzi) E’ vero! Ma lei è un genio della scacchiera!

GINO          Seguro, ella en su iuventud ha muy estudiado el movimiento del caballo…

BATTISTA      (perplesso) Ah!

GINO          El caballo de scaco.

BERTO         El caballo de scaco y ello de la pampa sconfinada…

BATTISTA      Voo a misurà la pression, ci vediamo dopo e… complimenti.

BERTO         Adios amigos!

SCENA SESTA

GINO          Bella la battuda del cavall… Chissà se l’ha capida?

BERTO         E meno mal che l’ha minga capida, inscì l’è andaa content che g’hoo risolt… el quesito.

GINO          Tas, che la t’hee andada ben…

BERTO         E tì bamba che te andavet adree a menalla con ‘sto cavall… Te vedet minga che sont adree crepà del cald sotta a ‘sto orinari chì? Varda ‘me son sudaa! (fa per togliersi il copricapo)

GINO          Ma te see matt? Càvell minga,veh! Che se me càtten adess femm la frittada…

BERTO         Per mì l’è finida in tutt’i maner… Perché mì in ‘sta capponera chì ghe stoo minga de sicur.

              Puttost voo a fà el barbon sott’al pont de la Ghisolfa

              Vun el g’ha in ment domà i numer del lott, l’alter l’è rebambii adree ai scacchi, quell’altra adree ai pater ave gloria… E quisti chi hin quei a post? Chissà

quii alter che gh’è sù de sora…

E poeu, varda che delle belle infermiere che doveva famm el bagnetto mì g’hoo ammò de vedenn voeuna che l’è voeuna. L’unica che hoo vist el gh’aveva i barbis…

GINO          Magara i donn hinn tutt’in feri e adess hinn al mar a fagh el bagnètt al so moros, ma quand tornen indree…

BERTO         Cóppet!

GINO          Cóppet, sì, cóppet… Però de la Teresa te diset nient, eh baloss? Varda che son minga nasuu el dì de San Cretino: hoo vist polito come te la doggiavet!

BERTO         Beh,sì, la Teresa l’è minga mal, però me piasarìa vedella quand la leva sù la mattina…

GINO          Nò, tì te gh’hee pussee voeuja de vedella andà in lett a la sera e de saltagh denter insèma… Casanova!

BERTO         A bon cunt, mì denter chì… nisba! Puttost el barbon. Chichinscì, dopo duu o trii mes te saren su la finestra e ora pro nobis…

TERESA        (da dietro le quinte) Monsignor Rubens, Monsignor Robens! (Berto rimette il velo alla meno peggio) Monsignor Rubens, La Superiora chiede se può venire subito di là!

GINO          Che para? Que es successo?

TERESA        C’è una nonnina in infermeria che chiede di un prete!

GINO          Ma yò no puede confessar, non intendo muy bien la natura estranjera de vuestros pecatos…

BERTO         No se podarìa, es verdad, ma in articulo mortis se puede… Adelante Padre, adelante…

GINO          Bien, ahoora yo viene, tu vas que yo despues viene… (Teresa esce di corsa) Ma te see scemo? Ma t’el see minga che l’è on sacrilegio a confessà senza vess pret?

BERTO         Ma che sacrilegio!Te g’hee minga de dagh l’assoluzion! Tì te g’hee domà de digh: chiedi perdono al Signore che Lui ti perdona e ti assolve. E poeu ona vèggia de novant’ann chissà che peccaa la po’ avè faa!

              Dai moeuvet che hinn de là che te spètten.

GINO          E se la voeur magara anca i Oli Sant,‘se foo? Eh?

BERTO         O Madonna Santa… T’hee mai vist? Te se fee dà i Oli Sant, che i tègnen de sicur in Cappella, e on poo de bombas. Te la vonget on poo de chì e on poo de là e va tutt a post: fronte, labbra, mani e piedi. Moeuvet!

GINO          Allora voo (mima). E sperèmm in ben… (esce)

SCENA SETTIMA

BERTO         (si alza e gira per la stanza, dalla porta vede arrivar gente) Porco giuda,‘se l’è che fann chì?

(non sa dove scappare, si siede su una poltrona di spalle alla porta, con il Rosario in mano)

CARLO         Entrate… (rivolto a Berto) Scusi suora, sa dove è andata la Superiora?

BERTO         (mentre mormora il Rosario in falsetto indica la porta opposta)

CARLO              De lì?

BERTO              (cenni di assenso)

CARLO         Aspettate pure qui. Vado a chiamare la Superiora. (esce)

TONI          Almeno chì sperèmm de vegnin a coo de on queicoss…

MARISA        Ma dai, sta’ tranquillo… Vedrai che andrà tutto bene, tuo padre non è uno stupido. Però te l’avevo detto che era meglio dirglielo prima di partire,invece no! E questo è il risultato. Poveretto, chissà cosa avrà pensato… che volevamo buttarlo fuori di casa per liberarci di lui (Berto segue il dialogo con cenni di assenso)

TONI          Ma no!… Lù el sa che ghe voeurom tucc ben…

SUOR GILBERTA Buongiorno.

TONI          Finalmente, madre… Si ricorda di me? Sono Arrigoni.  Ci siamo incontrati qui una decina di giorni fa.

SUOR GILBERTA Sì sì, mi ricordo bene. Vi hoo anche fatto avvisare che s’era liberato un posto per suo padre.

MARISA        Lo sapevo. (rivolta al marito) Ha preso la telefonata e ha capito tutto… Oh poveretto, chissà dove sarà scappato… Dobbiamo avvisare la Polizia prima che faccia delle sciocchezze.

SUOR GILBERTA Un momento, fatemi capire che cosa è successo.

TONI          Mio padre deve aver preso la telefonata dell’Istituto…

MARISA        … e deve aver pensato che volevamo portarlo qui con la forza. Noi eravamo appena partiti per una vacanza.

TONI          E lui si è ostinato a rimanere a casa da solo.

MARISA        Una nostra amica, cui avevamo chiesto di dare una occhiata alla casa e al papà, ha trovato vicino al telefono un foglietto con annotato il vostro numero di telefono e l’indirizzo.

SUOR GILBERTA Allora non glielo avevate ancora detto?

TONI          Pensavamo di dirglielo quando fossimo stati sicuri del posto.

MARISA        Povero papà, chissà cosa avrà pensato… La scelta dell’Istituo è solo perché la casa è piccola e i figli sono sempre più grandi. Ecco perché abbiamo pensato a questa soluzione, ma adesso cosa facciamo?

GINO          (si affaccia alla porta, vede la scena e non visto fa cenni a Berto)

TONI          Non lo so(pausa). Ci aiuti lei, Madre…

MARISA        Madre, ci crede? Noi vogliamo tutti molto bene a papà e se abbiamo pensato di portarlo qui è che la casa è piccola anche per lui, che poteva star meglio in un posto come questo, con un giardino, con altre persone della sua età.Cosa dobbiamo fare Madre, ci consigli!

              (di colpo si spengono tutte le luci, di là si sente frastuono di pentole e piatti che cadono, qualcuno impreca, gente che grida. Berto ne approfitta per eclissarsi).

SUOR GILBERTA Non vi muovete, vado a vedere.(esce, silenzio, torna la luce, rientra)

Oh,ecco. E’ stato un sovraccarico, ma ormai è tutto a posto. Ascoltate: ritornate a casa, in questi casi è meglio aspettare lì. Vedrete che vostro padre tornerà e voi gli spiegherete tutto. Sono certa che capirà: passato il primo momento di rabbia, poi si ragiona e si capisce che certe scelte, anche dolorose, a volte sono necessarie.

TONI          Grazie Madre, grazie di cuore. Comunque se avete notizie, fateci sapere.

SUOR GILBERTA State tranquilli, vedrete che è come dico io.        Vi accompagno…

SCENA OTTAVA

BERTO         (si affaccia con Gino dall’altra parte) Hinn andaa,      hinn andaa…

GINO               Gh’è mancaa on pelo a fà la frittada, eh suor Dolores?

BERTO         Che stremizzi, me trèma ammò i gamb… Per fortuna gh’è andaa via la lus. Se ved che hann faa effett i Ave Maria che hoo recitaa intanta che me scondevi.

GINO          Ah sì, eh? Hinn staa i tò Ave Maria… O locch d’on locch, se tiravi minga giò mì l’interruttor general , te seret lì ammò col Rosari in man…

BERTO         Ah, te see staa tì? Bravo, se ved che te fasevet l’elettricista. Te m’hee salvaa in extremis!

GINO          Sì, in trii dì l’è la segonda volta. Ma t’hee sentii almeno cosa diseven?

BERTO         Sigura che hoo sentii e son content d’avè scoltaa, perché hoo  capii robb che avevi minga capii prima.

GINO               Presempi?

BERTO         Presempi ch’el diavol l’è minga semper brutt m’el   pitturen…

GINO               E con quest s’te voret dì?

BERTO         Voeuri dì che on periodo de prova chì denter podi anca provà a fall, dopo se vedaraa. A cambià idea son semper in temp, nò?

GINO          A mì te me paret tutt scemo. Prima t’hee traa in pee on gran rebelott per minga andà a l’Ospizzi e adess… on periodo de proeuva podi anca provà a fall. Per mì t’hann faa on effet sbagliaa quii pastili che t’hee tolt.

A proposit, quand te vegnaree chì a fa el periodo de proeuva a provà la Teresa, che l’è poeu la stessa roba, porten adree dò scatoll, inscì se invece di corrisponderti ti mandasse a c…. te see giamò attrezzaa (si mette a cantare) Teresa vien da basso che ti voglio maritar (lo abbraccia) Dai matador, canta anca tì che te voeuri benistess…

BERTO              Anca mì! Teresina vien dabasso che ti voglio maritar!…

                   (cantano e ballano insieme sottovoce)

FINE DEL SECONDO ATTO


ATTO TERZO

SCENA PRIMA

(la scena è quella del secondo atto).

SUOR GILBERTA Camilla, non è richiamando in continuazione le verità e le norme di vita cristiana che si testimonia al cospetto di Nostro Signore l’essere dei buoni cristiani. Devi capire che per vivere come figli di Dio basta credere, osservare i suoi comandamenti con l’aiuto dei Sacramenti e della preghiera.

CAMILLA       Ma mì preghi, prego proprio tanto.

SUOR GILBERTA E fai bene:quello che invece non devi fare è ricordare sempre in ogni occasione le formule del Catechismo.

SUOR AMINA    (entra con grembiule e un mestolo in mano) Suor Gilberta, l’idraulico in cucina ha finito il lavoro, però le vuole parlare (esce)

SUOR GILBERTA Digli che arrivo (a Camilla) Mi raccomando,eh!

CAMILLA       Sì, Madre. Ma io ci ho dentro ona gran paura de morì  e allora preghi…

SUOR GILBERTA Le preghiere servono anche a questo, a non farsi vincere dalla paura della morte terrena.

CAMILLA       Io credo alla remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna.

SUOR GILBERTA Ecco,brava… E’ proprio credere nella vita eterna che aiuta a superare la paura della morte. Più credi e meno ti può far paura la morte.

CAMILLA       Morte,giudizio,inferno,paradiso,i quattro nuovissimi.

SUOR GILBERTA Propi inscì. Adesso però vado, suor Amina mi sta aspettando. Mi raccomando… non farti prendere in giro! (esce a destra)

CAMILLA       Sì,sì Madre, ho capito(rimane con il libretto di preghiere in mano)

SCENA SECONDA

EGIDIO        (entra da destra e si siede al tavolo)Buondì…“sorella”     Camilla(apre il giornale) Ma porca de quèlla sidèlla!

Ma l’è mai possibil?… 85 e 80! Semper o on numer in pù o on numer in meno e quii giust nanca per sbali. Porca de quèlla porca, de quèlla…

CAMILLA       (interrompendolo) Non nominare il nome di Dio invano, non bestemmiare.

EGIDIO        Ma che nome di Dio invano! Sont adree a sfogàmm, se l’è ‘sta storia… Podi nanca dervì el liber? Mì per vinc on queicoss dovarìa partecipà al Festival de la Sfiga. Lì vinciarìa de sicur…

CAMILLA       Ma se te vincet mai, s’te seguttet a giugà de fà?  Poeu anca se te vincet se l’è che cambia? Nagott. Oramai num gh’emm de pensà domà a salvà l’anima!

EGIDIO        Tì pensa a salvà la toa che a la mia ghe pensi mì. Varda, mì, a costo de andà a l’inferna, almen ona volta me piasarìa vinc e magara vincen tanti.

CAMILLA       E per fann cosa, poeu? Te m’el diset?

EGIDIO        (ironico) Per scappà de chì con tì! E trascinarti con me alla perdizione. Dai che finìssom a l’inferna insèma!…

CAMILLA       Bestèmma minga, miscredente!…

BATTISTA      (entra da destra con scacchiera in mano) Buongiorno a tutti(siede e sistema).

EGIDIO        T’el chì… Il genio della scacchiera…

BATTISTA      Ha parlaa el Bernacca del gioco del lotto… S’te vinciuu stavolta?

EGIDIO        Nagott.

BATTISTA      Ma va’? Nanca i numer de la… beghina?(indica Camilla)

EGIDIO        No! Nanca quei, porca de quèlla…

CAMILLA       (interrompendolo) Ostinazione nei peccati. Quinto peccato contro lo Spirito Santo.

SCENA TERZA

TERESA        (entra da destra con calma e si siede) Giorno…     Tutt a post?

BATTISTA      Sì, stessa spiaggia, stesso mare! Vun el bestèmma coi numer, quell’altra la ripara coi giacolatòri e mì tacchi lit coi scacchi…

CARLO         (da sinistra) Gente… On queivun el sa indove l’è la superiora?

CAMILLA       In cusina con suor Amina.

CARLO         Grazie. Preparatevi, è arrivato il nuovo ospite.  (esce da sinistra)

TERESA        Sperèmm ch’el sia on bell omm.

EGIDIO        Che ghe piasa giugà al lott.

CAMILLA       Ch’el sia on bon cristian.

BATTISTA      Ch’el sia bon de giugà a scacchi.

TERESA        Se poeu l’è minga bell, ch’el sia almen simpatich.

EGIDIO        Se ghe pias minga el lott, che almeno ghe piasa giugà a cart.

CAMILLA       Sperèmm ch’el gh’abbia el nom d’on quei Sant che fa tanti miracol.

EGIDIO        Ecco on bell miracol: a mì me andarìa ben on bell terno secch…

BATTISTA      Mi speri ch’el sia mutt, inscì riessaroo a stà on poo in pas!

SUOR GILBERTA (silenzio,da destra entra con Carlo) Mi raccomando, accogliamo con gentilezza il nuovo ospite. Sappiamo tutti quanto possano essere tristi i primi giorni. Carlo, va ad aprire la finestra della camera…     (suor Gilberta esce da sinistra, Carlo da destra) 

CAMILLA       Mì me regordi che al primm dì gh’avevi ona paura…

TERESA        Mì inveci son vegnuda chì perché gh’avevi paura a stà foeura…

SUOR GILBERTA (entra con Berto, vestito in modo accurato con in mano una gabbia col canarino, una valigia e un mazzo di fiori) Venga, che le presento gli ospiti (presenta)

Arrivo subito(esce).

BERTO         (timidamente) Me ciami… mi chiamo Umberto Arrigoni. (stringe le mani)

EGIDIO        Piacere… Per prima roba dèmess del ti e poeu parla pur in dialett che chì semm tucc de la zona e se capissom benone…

CAMILLA       Umberto, che bell nom, de Sant Umberto ghe n’è duu: vun el se festeggia el 25 de marz, quell alter el 6 de settember. Eren tucc duu monaci.

BATTISTA      Anca de Re ghe n’è staa duu che se ciamava Umberto. Te vedet che soo on queicoss anca mì?!

BATTISTA      Teresa, te diset nagott?

TERESA        El me regorda tanto ona persona… (lo guarda con interesse)

BATTISTA      Hann faa la fotocopia per tì! (a Berto) Ma dai, settess giò…

BERTO         Grazie (valigia a lato, gabbia e fiori nelle mani)

              Questi per le signore (dà poi i fiori a Teresa) Speri de regordagh ona persona cara.

TERESA        Oh sì… era, perché ora non c’è più, una gran cara persona. Podomm dass del ti?   

BERTO         Sì, certo, per mì va ben (si tengono a lungo le mani)

BATTISTA      (ad Egidio un po’ in disparte) Tombola! E’scattaa la trappola…

EGIDIO        La trappola… g’hoo de vardà che numer la fà.       (indica la gabbia) El canta?

BERTO         Nò,nò, son stonaa.

EGIDIO        Mì disevi l’usèll…

BERTO         Ah,l’usèll? Poco poco. Ona volta el cantava dì e nott ma col diventà vegg el s’è lassaa andaa…

BATTISTA      Fann tucc inscì i usèi. Adasi adasi, dismetten de cantà per cunt sò.

TERESA        (a Berto con premura) Vuoi qualcosa da bere? O magara on ciccolatin…

BERTO         Nò,grazie. Adess stoo ben inscì.

CAMILLA       El voeur… te voeuret visità la Casa? Te g’hee de vedè che bèlla gesètta che gh’emm!

BATTISTA      Se te l’hee minga capii, quella lì l’è la nostra “eminenza”…

EGIDIO        Tì dagh minga a trà sedenò in trii dì te ven voeuja de andà a fraa. Puttost vuttom mì a fà la schedina del lott.

BATTISTA      Sì,inscì in quatter dì el te mangia foeura la pension!

              Fà ona partida a scacchi con mì, puttost, che la costa nient e mantiene la mente giovane…

TERESA        Umberto, se te voeuret podomm fà ona passeggiada in giardino, che invece mantiene giovane il corpo…

SUOR GILBERTA (rientrando) Ammò sii adree a tormentàll? Lassél                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     almeno fiadà (a Berto) Abbia pazienza, ma quando arriva un nuovo ospite son contenti e si lasciano prendere dall’euforìa.             

TERESA        Ma num el fèmm per fall sentì a sò agio…

BERTO         Grazie. Ghe n’hoo propi de bisogn, anca perché, a vess sincer, sont on poo preoccupaa. Mì soo minga se…

SUOR GILBERTA Sappiamo, sappiamo, non c’è bisogno di spiegare.

EGIDIO        Madre, mì verament soo nagott…

SUOR GILBERTA Il signor Umberto… beh, diciamo che non ha accolto  favorevolmente la notizia di stare nella nostra Casa (gli altri si fanno attenti)ma di questo ve ne parlerà lui se e quando ne avrà voglia.

BERTO         Ah! Ma l’è minga on segreto… Quand m’hann dii che dovevi andà a l’Ospizzi m’è vegnuu on colp che quasi  ghe resti. Dopo, va ben, ragionando, forsi l’è mej inscì, a bon cunt adess son chì e provi.

SUOR GILBERTA Qui non teniamo nessuno con la forza.

EGIDIO        Dai, su con la vita, chì se mangia ben…

BATTISTA      Gh’è ona bèlla polizia e on bell giardin…

TERESA        Chì se voeuromm ben tucc…

CAMILLA       E la domènica tucc in gesa per la Messa cantada.     Tì te cantet?

EGIDIO        L’ha dii che l’è stonaa.

BERTO         Allora gh’è propi tutt, eh?

SUOR GILBERTA Tutto… Gh’è quell che gh’è, on poo de tutt. Star bene o star male dipende da tutti noi. Non esistono posti belli o brutti. Dipende da come noi viviamo con quelli che ci stanno attorno.

BERTO         Grazie Madre per i sò bei paroll. Mì son minga istruii ma hoo capii quell che la voeur dì (si commuove).

              Però anca mì, cerchee de capimm…

              Mì son restaa ammò vun de quei de ona volta e hoo semper pensaa che quand sarìa vegnuu el moment de sarà i oeucc, ognidun l’avarìa faa in d’el sò lett, con lì intorna i sò gent, come hoo faa mì cont el mè papà e come l’aveva faa el mè papà cont el sò.            Sora al mè lett avevi taccaa sù on crocifiss che aveva faa el mè nonno cont ona radis de scirés: sperèmm che quell m’el butten minga via…

SUOR GILBERTA Su,su, non si rammarichi, così vedrà che qui si troverà bene (cambiando tono) E poi questa è Casa Serena…

CARLO         (entra da destra) Superiora, la camera è pronta.

SUOR GILBERTA Venga signor Umberto, l’accompagno nella sua stanza. Carlo, dai una mano per la valigia.

CARLO         Sì,sì, subito…

BERTO         Va bene, andiamo.(verso gli ospiti) Se védomm! (gli ospiti rispondono)

CAMILLA       Oh gent, come l’è sensibil, che umiltà! El par on angiolmandaa dal Ciel!

EGIDIO        Ma i angiol, de solit, hinn minga bei? Grand, biond e cont i oeucc celest? E quell lì, segond tì, l’è bell? A mì me par propi minga…

CAMILLA       Ma s’el voeur dì? Lù l’è bell de dent…

BATTISTA      Nò, on angiol el pò minga vess perché el spuzza de naftalina e sù in Paradis de quella roba lì g’hann minga bisogn.

TERESA        E mì inveci me piaspropi quei che chì in terra la dopéren, perché gh’è el sò significaa.

BATTISTA      Ah be’, allora…

EGIDIO        Ah be’, allora…

SCENA QUARTA

CAMILLA       Pensieri del Santo Curato d’Ars: Egli abita tra noi.

EGIDIO        Egli abita tra noi? Ma indove te veet a toeuj certi scemad?

CAMILLA       (scandalizzata) Ma l’ha dii el Santo Curato d’Ars, ignoranti!

TERESA        Allora, l’avii sentii anca vialter l’odor de naftalina?

BATTISTA      (ironico) Sentii? Nooo! (si chiude il naso) Se fussom staa càmoll, a st’ora chì serom tucc bei e fulminaa!

TERESA        E poeu i fior… (li indica) El canarin… (con calma va al tavolo e sfoglia il Giornale)

BATTISTA      La fotocopia del por Oreste Trenta.

CAMILLA       Requiem…

TUTTI         Amen.

EGIDIO        Sperèmm che quest el dura on poo pussee, eh Teresa?

BATTISTA      A mì quest el me par pussee in salud, el dovarìa durà.

EGIDIO        Allora mì farìa: 53 il vecchio, 81 i fiori, 72 le  cose meravigliose. Dai gent,on euro a testa su Venezia città degli innamorati… Andèmm sul sicur!           Eh? Dai, chì stavolta…

CAMILLA       E non ci indurre in tentazione… De mì te ciappet nagott!

BATTISTA      Nanca de mì. Semm a la fin del mes e oramai sono al verde.

EGIDIO        Gente di poca fede! Ma vegnarà el dì che piangiarii…

TERESA        (grida, poi con voce flebile) O Madonna santa!… Me senti mal… (confusione, entra Berto da destra, Teresa sviene, Battista ed Egidio la fanno sedere sulla poltrona)

BATTISTA      Ecco chì. E’rivaa el sò treno…

EGIDIO        On’altra finestra de sarà sù…

CAMILLA       Accogli o Signore, la sua anima fra le Tue sante braccia.

BERTO         Ma che sante braccia! Menagramm!… L’è minga morta, l’è domà svegnuda…

BATTISTA      Mì voo a ciamà gent. (esce, Berto prende in mano la situazione con Egidio e Camilla)

SUOR GILBERTA (arriva con suor Amina e Battista)Cosa l’è che succed?

BERTO         Mì la me par svegnuda.

SUOR AMINA    Madre, devo far venire il dottore?

CAMILLA       Per mì l’è mej un sacerdote.

SUOR GILBERTA (rivolta a suor Amina) No, aspettiamo un momento, il polso è buono. Puttost, suora, tiret adree la Camilla e pòrtela giò in cusina.

EGIDIO        A pelà patati che l’è mej…

SUOR AMINA    Andiamo sciora Camilla, venga con me che mi dà una mano, qui ci pensa la Superiora.

CAMILLA       Però de patati mì ne peli minga. Mi g’hoo la mano morta… L’infezione degenerativa della cartilagine,   oh bella!

SUOR AMINA    Fa l’istess… Venga Camilla, che i patati i peli mì (escono)

SUOR GILBERTA (Teresa rinviene) Allora come va?

TERESA        Cos’è successo? A on certo moment hoo vist tutt negher…

SUOR GILBERTA Niente… Non si spaventi. Sarà stato un calo di pressione.

EGIDIO        Meno mal che te see rinvegnuda a la svelta, chì gh’era gent che pensava giamò de saràtt sù la finestra.

TERESA        (con sofferenza) Ohei! Calma, vialter. Mì la finestra voeuri tegnìla averta ammò per on bell poo…

BERTO         (l’accarezza) Oh,Teresa… S’te me combinet? Te me faa ciappà on stremizzi! La te passa? Te stee on poo mej?

(Teresa fa segno a Berto di avvicinarsi e gli dice alcune cose all’orecchio. Berto mima la sorpresa per quel che ha sentito)

Oh, Madonna Santa! Oh,se l’è grossa! Nò,l’è tropp bell per vess vera! Oh, Gesù Bambino come son content!   Oh, se l’è grossa! Tropp!… (sviene)

EGIDIO        Ma se la gh’avarà dii, che l’è borlaa giò ‘me on sacch de patati?

BATTISTA      Segond mì, ona proposta indecente.

EGIDIO        (che sta soccorrendo Berto) Superiora, chì l’è roba de vegh paura… Vun adree a l’alter compagn di omett del biliard quand la bilia i e catta…

              (a Berto) Sù,sù! (gli dà degli schiaffi) Dai,cerca de minga fà la fin de l’Oreste Trenta, che dopo appèna trii mes g’hann saraa sù la finestra.

TERESA        Oh Signor, sperèmm de nò, che quest el me pias!

BERTO         (rinvenendo) Grazie! Ma sta tranquilla che mì voo de nissuna part. Madre, mì i finester me pias vedei avert!

SUOR GILBERTA Forza, andiamo che vi porto in infermeria a controllare la pressione (escono aiutati da Battista, Egidio e suor Gilberta)

SCENA QUINTA

CAMILLA       (insieme a suor Amina) L’esame di coscienza, il dolore dei peccati, il proponimento di non commetterne più, la confessione e la penitenza.

SUOR AMINA    Mì la penitenza l’hoo giamò fada a tegnitt giò in cusina, adess fà la brava, sta chì tranquilla che mì g’hoo de andà innanz a fà i mè mestee (entrano Battista ed Egidio) Te’varda, adess te fann compagnia lor…

BATTISTA      Inscì la penitenza la fèmm num.

CAMILLA       La penitenza è il sacramento che rimette i peccati dopo il battesimo.

CARLO         (entra con monsignor Rubens) Si accomodi Eminenza, intanto io vado a chiamare suor Gilberta (esce da destra)

BATTISTA      Buongiorno monsignor Rubens, come mai di nuovo qui?

GINO          Buenas dias, yò è aqui por la… Providenza.

CAMILLA       Monsignor Rubens, l’ha fatta venir qui la Madre Superiora a predicare le Quarant’Ore?

GINO          No, yò è felice de tornare aquì por un ultimo saludo.

CAMILLA       Un ultimo saluto? La Teresa? Requiem aeternam…

GINO          Como? La señora Teresa es partida? La pareva inscì bèlla in gamba… Finestra sarada?

EGIDIO        Ma no, ha solo avuto un lieve malore, ma sta già meglio…

GINO          Ah, bueno, bueno.

CARLO         (entra con Suor Gilberta) Buongiorno monsignor Rubens, che sorpresa rivederla qui

GINO          Yò è aquì por un saludo antes de volver, pardon, prima de tornar en Argentina.

SUOR GILBERTA E suor Dolores?

GINO          Està bien, gracias. Ella è restada en convento per los equipagios, sì, los bagaglios, ma ha dicio de saludar todos los ospites. Ma aquì non miro la señora embroiada, la señora Teresa…

SUOR GILBERTA Ha avuto un piccolo malore, ma si è già ripresa. Probabilmente un calo di pressione, ora è in camera a riposarsi.

EGIDIO        Monsignore, sa che è arrivato un nuovo ospite?

GINO          Nuovo ospite? Ah,bueno! Es un bravo hombre como todos vosotros aquì?

BATTISTA      Bravo el par bravo… ma el par on poo fragilino, ona mezza cartuccia…

GINO          Mezza cartuccia? Che signifìca?

EGIDIO        Vuol dire che, insomma, appena arrivato ha avuto pure lui un piccolo malore. Sperèmm ch’el faga minga la fin del por Oreste…

CAMILLA       Requiem aeternam…

SUOR GILBERTA (perentoria) Camilla, è mort nissun! Se vuoi pregare… in gesa!! (indica la direzione))

CAMILLA       In gesa?

EGIDIO        L’ha dii: in gesa!!(indica, Camilla esce a destra)

SUOR GILBERTA  Tì… in giardino! (indica la direzione a sinistra)

EGIDIO        In giardino?

SUOR GILBERTA Sì, in giardino tutt duu! E che la sia ona passeggiada longa…

BATTISTA      Anca mì?

SUOR GILBERTA Sì,anca tì. Aria!! (i due escono a sinistra)

SCENA SESTA

SUOR GILBERTA E adesso monsignor Rubens ci facciamo una bella chiacchierata… Si accomodi.

GINO          Aqui?

SUOR GILBERTA A qui o a lì va sempre bene (si siedono). Allora quando parte?

GINO          Quando yò parte? Por l’Argentina?(assenso da suor Gilberta   ) Esta noche con suor Dolores e a la mañana con l’aiuto de Nuestro Señor saremo en Argentina.

SUOR GILBERTA Nostro Signore aiuta sempre le anime buone. Suor Dolores come sta?

GINO          Como està Suor Dolores? Contenta, contenta del viagio en Italia, ma felise de tornar en Argentina.

SUOR GILBERTA Ah,bene. E mi dica, è stato positivo il vostro viaggio in Italia? Imparato qualcosa di nuovo?

GINO          Ah,muy positivo. Yò soy estado muy contento de visitar Casa Serena, muy bien organisada, todo merito de Madre Superiora.

SUOR GILBERTA Ma, chissà… Monsignor Rubens, sa da quanti anni sono suora e lavoro in questa Casa di Riposo?

GINO          Sinco?

SUOR GILBERTA Vintisinco. Il mese prossimo (Gino ha un moto di sorpresa e di rispetto): ne ho viste di persone arrivare qui, e anche andarsene.

GINO          Cuantas finestras saradas, eh madre?

SUOR GILBERTA Ah, lo sa anche lei?

GINO          (con cenni d’assenso) Es una usansia muy delicada de Casa Serena.

SUOR GILBERTA Vede Monsignor Rubens, dopo tanti anni ho imparato a riconoscere ed accettare le paure degli anziani. Lasciare le proprie case, piene di tante piccole cose, ricordi accumulati nell’arco di un’intera vita, non è facile. Dover abbandonare gli amici, i luoghi dove si è cresciuti, rinunciare all’affetto delle persone care, che il più delle volte sono costrette dalle circostanze a doversi separare da loro, son tutte cose che fan paura e soprattutto fanno pensare che è più vicina l’ora di andarsene…

GINO          Finestra sarada…

SUOR GILBERTA (come seguendo i suoi pensieri) Già, finestra sarada…

Sa, in tutti questi anni ho imparato anche che ognuno ha un suo proprio approccio alla Casa di Riposo. C’è chi viene, visita la Casa, s’informa sugli orari, sul vitto, la retta, se può o meno uscire.

Chi invece preferisce parlare con gli ospiti già presenti, chi prende informazioni all’esterno e tanti altri modi ancora ed io ho imparato ad accettarli tutti, perché no, se permette di stare più tranquilli?

Se aiuta a vincere la paura, va bene così.

GINO          Bueno, muy muy giusto, es una forma de respecto por los vecios.

SUOR GILBERTA  Però non mi era mai capitato che, per capire, vincere le paure, qualcuno si presentasse, come dire, in modo fantasioso.

GINO          Fantasioso?

SUOR GILBERTA Sì,(fa il verso) fantasioso y simpatico, muy simpatico. Sa quando ho capito che lei non è un prete?

GINO          Como? Yò es prete de Buenos Ayres, en Argentina me occupa de vecios… ancianos…

SUOR GILBERTA (l’interrompe con un sorriso) Lasci stare… Suor Dolores, o meglio il signor Umberto, suo amico, adesso è tranquillo. Credo che si troverà bene da noi…     Gli ospiti… Teresa…

GINO          Allora emm faa marron?

SUOR GILBERTA Avii faa marron, propi inscì, siete stati smascherati.

GINO          Me piasarìa propi savè come e quand l’ha capii!

SUOR GILBERTA Quando l’altro giorno è mancata la luce e suor Dolores in un attimo è sparita. Lì ho cominciato a capire. Poi ho approfondito alcuni aspetti e ho compreso che mi trovavo davanti a un modo nuovo e fantasioso di vincere la paura. Comunque devo riconoscere che siete stati veramente bravi.

GINO          Ma allora, adess, quand se vegnarà a savell…

SUOR GILBERTA (interrompendolo) Per questo, caro signore, non ci sono problemi. Quel ch’è successo tra noi, tra noi rimane.

BERTO         (entra) Superiora… (vede Gino) Oh,mi scusi… (fa per uscire)

SUOR GILBERTA Venga, venga…

BERTO         No,no… Non voglio disturbare…

SUOR GILBERTA Nessun disturbo. Venga, venga che le presento Monsignor Rubens.

BERTO         E’il prete della Casa? Il nostro Cappellano? (Gino cerca a gesti di fargli capire che la suora sa tutto)

              Buongiorno Monsignore.

SUOR GILBERTA No, è un amico argentino che è venuto a farci visita.

BERTO         Ah, argentino! Bueno, io da giovane ci sono stato in Argentina a lavorare come emigrante. Come sta Eccellenza? Bueno? Yò è un ospite della Casa.

GINO          Berto? Ven giò de la pianta! Salta giò del figh!

BERTO         Del figh o del figos? Como se dice? En Argentina como se dice?

GINO          Locch, se dis locch, e adess mócchela che l’è finii el teater…

BERTO         El teatro, yò non comprende…

SUOR GILBERTA E’ stato bravissimo signor Umberto, sono contenta che sia uno dei nostri, vedrà che con noi si troverà benissimo e ogni volta che vorrà potrà incontrare qui il suo amico e tutti i suoi cari, che lei sa quanto le vogliono bene.

BERTO         (tenta un ultima difesa) Mì segutti a capii nagott…  Ma cosa succed?

GINO          Succed che la Superiora chì lè voeuna che la sa el fatto suo e l’ha descuattà i altarin giamò de l’alter dì, ma l’è stada al gioeugh per fatt stà tranquill e fatt capì che chì l’è come se te fudesset a cà toa. Aveghen de quii monigh chi!…

BERTO         E tì, ma cosa t’hee vegnuu in ment de vegnì chì a  fass cattaa?

GINO          Ma se t’hoo dii che l’aveva giamò capii tutt! Mì se son vegnuu chì l’è perché vorevi tiratt foeura di pèttoll ammò ona volta… Toeu, varda chi! (indica il giornale) T’el see o t’el see nò che la Teresa l’ha vinciuu duu milion de euro al Superenalotto? Quattro miliardi…

BERTO         L’è giamò in sul giornal? Gh’è sù anca el nomm?

GINO          Nò, in sul giornal gh’è sù: “la vincita è avvenuta  a …… (nome del luogo) 7.47.90.60.76.53: questa è la combinazione vincente. Si è aperta la caccia al fortunato vincitore”

I numer hinn propi quei che l’Egidio el t’ha daa per la storia del vecio in Argentina e che la Teresa l’ha dì che i avarìa giugaa. Ma i avarà giugà de bon?

BERTO         I ha giugaa, i ha giugaa… ma tì come t’hee faa a regordassi?

GINO          I numer? Varda, mì podi magara regordamm pù se l’è che hoo mangiaa iersera, ma i numer, quand i senti ona volta, restenn stampaa denter chì (indica la fronte) come su ona lastra de marmo. Ma perché, porca de quèlla malora schifosa i hoo minga giugaa anca mì? (rivolto a suor Gilberta) Che la me scusa, suora, ma quand la ghe voeur…

SUOR GILBERTA  Forse perché se li avesse giocati anche lei ne avrebbe vinti di meno La Teresa, e i poveri dell’Argentina  ne avrebbero ricevuti meno… Sì, la nostra Teresa è una donna di parola e metà della somma mi ha detto che la darà in beneficenza ai poveri.

GINO          Anca quest l’ha scopert? Ma lo sa Madre, che lei qui è sprecata? Lei dovrebbe lavorare per la CIA…

SUOR GILBERTA Io vivo qui e devo sapere e capire che cosa succede intorno a me, perché ricordi che, anche se non sembra, ci sono anziani molto furbi…

BERTO         (indicando Gino) Quest l’è vun de quei!

CARLO         (entrando) Entri Padre, che la Superiora la sta aspettando.

SUOR GILBERTA Ecco Padre Pedro. Entri… (Carlo aiuta Padre Pedro a togliere il cappello e a sistemarsi)               Padre Pedro è un vero missionario salesiano che opera in Argentina e siccome già in passato abbiamo avuto modo di conoscerci, l’ho fatto venire per occuparsi direttamente della donazione che Teresa vuole fare per mantenere la promessa.

GINO          Ma… suor Dolores…

SUOR GILBERTA (interrompendolo) Sì,ho capito… Capisco cosa vuol dire. La Teresa in effetti avrebbe voluto consegnarli direttamente a suor Dolores come promesso, ma le ho spiegato che era già partita e ragionando si è convinta che va bene anche così.

BERTO         El mè nonno quand, d’estaa, stava on pezz senza pioeuv e pativomm el temp secch, el diseva: “Che la riva de giò o che la riva de sù, basta che la vegna”…

PADRE PEDRO   (facendosi avanti) Buenos dias… Me chiamo Padre Pedro, yò è missionario salesiano de Buenos Ayres e me occùpo de los niños abandonados. Por esta rason yò fà la spola entra Italia e Argentina.

BERTO         Piacere… Berto Arrigoni,ospite.

GINO          Monseigneur Bernard de Brissach…

PADRE PEDRO   Encantado. Tu eres el Cappellano de Casa Serena?

GINO          Je ne suis pas le Cappellan… Je suis vegnuu chichinscì pour visité mon amìs Bertó.

PADRE PEDRO   Comprendo. Tu eres solo de paso. Muy bien.

GINO          Oui. Je suis en transizion, dopodoman je part pour ma mission in Africa…

PADRE PEDRO   Ah, muy bien… Africa. E tu orden, puedo sabér?

GINO          Oui, ma naturellement, je suis un Camilliano…

PADRE PEDRO   Oh,bueno… Y la localidad donde tu trabaja?

GINO          Ma mission… la se trouve… en… en…

BERTO         (prontamente) …in Burkina Faso, la sua missione si trova lì… Ecco perché habla francés, in Burkina Faso se habla francés…

PADRE PEDRO   (a Gino) Encantado.

SUOR GILBERTA Sont incantada anca mì… Ma el savii che sii propi bravi? Che prontezza… (bonaria) Che facc de tolla!

BERTO         Eh,suora… semm staa attor e lù poeu l’è semper staa  el pussee bravo.

PADRE PEDRO   Yò soy muy felice, Madre, de conocér los ospites señor Berto y el muy reverendo Bernard y tengo curiosidad de encontrar la señora Teresa, la muy fortunada señora Teresa…

SUOR GILBERTA Certo Padre, venga che l’accompagno da lei (si gira ironica verso Gino) Monsignor De Brissach, faccia compagnia al signor Berto… Poi passo a salutarla.

              (sottovoce) Bravo, bravissimi… (esce)

GINO          (perplesso a Berto) Ma mì quell Padre Pedro lì… mah!      E s’el fudess staa pussee furb de num? (in quella passa Carlo)

BERTO         Carlo, ma tì t’el conosset quell lì?

CARLO         Sì.

BERTO         E chi l’è?

CARLO         Un missionario.

BERTO         Sei sicuro?

CARLO         Cert… l’ha dii lù! (esce)

BERTO         Ah be’… Allora te voeuret dì che tutta quella pigna de danee lì, l’era mej faghela gestì al Monsignor Rubens e a suor Dolores?

GINO          Beh, anca num l’avarìom destinada a bon fin, nò?

BERTO         Sigura… ghe mancarìa!

GINO          Ma sì dài, fidèmess. E poeu s’el diseva el tò nonno?

BERTO         Che la riva de giò o che la riva de sù, basta che la vegna…

              E poeu ne diseva on’altra: “Che ne porta el Peder, che ne porta el Paol, basta che gh’en sia de mett de sora al tavol”!

F  I  N  E