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A RUOTA LIBERA

di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli

via G. B. Morgagni 50, Roma

06.4403929 – 338.6543031

adriano@opusincertum.it

www.adrianobennicelli.it

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Giocatori

Michele

Medico

Meccanico

Padre

Madre

Orazio

Clarabella

Carabiniere

Bimbo

Bigliettaio

Claudia

Amica 1 e 2

Nora

Ragazzi 1 e 2

Tamara

Carlotta

Giulia

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(Rumore di incidente)

Michele: (entrando in scena volando, spinto da un impatto notevole, si rialza dopo unacapriola. Rassicurando) Tuttapposto! Occhei? Tuttapposto! Veramente… sto magnificamente! Grazie… grazie a tutti… tuttapposto! Giusto un leggero mal di testa, ma tecnicamente sto bene… è l’uomo che, proprio…è votato alla lentezza, però… tuttapposto… (sviene)

(buio, musica, nella penombra si allestisce una corsia di ospedale. Michele occupa un letto, seduto e con lo sguardo vitreo. Accanto a lui persone in camice bianco) Medico: (mettendo una mano davanti la faccia di Michele) Quanti sono questi?

Michele: (ripete) Quanti so’ questi? Ma soprattutto: chi so’ questi?

Medico: Ma chi?

Michele: (indicando gli altri in camice) Questi.

Medico: ah, no… sono specializzandi.

Michele: Ah… specializzano! Bravi… e perché?

Medico: Perché siamo in ospedale. (leggendo la cartella) Lei ha avuto un incidente, vicinopiazza del Popolo.

Michele: …del popolo… popolo… di quale nazione?

Medico: Italiano, signor Bettinelli. Piazza del Popolo in Roma.

Michele: Ah. E che ci facevo?

Medico: Questo sarebbe interessante ricostruirlo. Lei si chiama Michele, Michele Bettinelli. Eha quarantacinque anni. Ricorda?

Michele: E mica tanto… è strano… non è che non ricordi niente… ho dei flash… madell’incidente, proprio…

Medico: Beh, questo potrebbe essere normale, si ricordi che ha subito un bel trauma…

Michele: Eh, magari “si ricordi”, (cambia tono) …te sto a di’ che non me ricordo… a Fa!

Medico: Fa? Lei sa il mio nome?

Michele: Ma se non mi ricordo manco il mio?!

Medico: Eppure mi ha chiamato Fa… il mio nome è Fabrini, dottor Claudio Fabrini.

Michele: Fabrini…Fabrini …non mi dice niente…comunque piacere Bettinelli

Medico: Lo vede? Almeno il suo nome lo ricorda…

Michele: Me lo ha detto lei un minuto fa. Aaaah, annamo bene…( agli specializzandi) Ma èbrava ‘sto Fabrini?

Medico: (con il suo documento in mano) Sa dirmi in che via abita?

Michele: Si, via Roccacencia 25, con mio padre, mia madre e miei fratelli.

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Medico: (scettico) Mmmm…

Michele: (preoccupato) Che è?

Medico: Qui dice via del Gambero.

Michele: lo dice là?! Io non so manco dov’è via del Gambero...comunque, se non ci crede

chiami a casa: 329135…vedi questo me lo ricordo

Medico: (scrivendo) poi?

Michele: e poi chiede a papà dove abitiamo

Medico: no dicevo e poi?…sei numeri sono pochi Bettinelli…

Michele: sono pochi per che?

Medico: per un numero di telefono…vabbè, lasciamo perdere…mi sembra improbabile chepossa ricordarlo a memoria…e che alla sua età viva ancora in famiglia! Qual è il suo lavoro? Michele: Lavoro? mamma vuole che studi, prima dovrei diplomarmi, poi il militare, che papàdice “prima te lo levi meglio è”… però da grande mi piacerebbe fare il medico come voi… col camice… (tutti lo guardano perplessi) Aò, che sò ste facce? Che è un lavoraccio? Ditelo! Ci ho ancora un sacco di tempo per decidere…

Medico: Bettinelli…con calma…stiamo qui per aiutarla, su, lo faccia per me, mi provi aricordare qualcosa…

Michele: io glielo farei volentieri sto favore…è che, veramente… scusate... per usare uneufemismo… non me ricordo un cazzo de niente! Cioè, magari a sprazzi… la scuola… mia mamma… le biciclette, le moto… e pure voi, lei e i così, qui… si, insomma … gli specializzandi… è come se faceste parte della mia vita da sempre… poi tutti così, intorno, un po’ compressi… mi sembra proprio di essere a casa mia da piccolo. Sa, noi siamo una famiglia numerosa… sei fratelli…

Medico: Vede che non ha perduto la memoria.

Michele: e come te li fai a scordà?! Sei fratelli non te li puoi scordà!…’na lotta per ogni cosa!…i turni! turni per apparecchiare, sparecchiare, buttare la mondezza, comprare il pane…che giorno è oggi? Che tocca a me? (agli attori che dopo impersoneranno i fratelli) Orazio che me la dai un’apparecchiata…te la ridò domani, giuro…e che oggi non mi sento niente bene...a Clarè, è inutile che fai quella faccia…ci ho una spossatezza, come dice nonna…vabbè lei ci ha ottant’anni, io 16 però…Archimè non è che ‘sti turni so sacri…se uno non si sente dice “passo!”…ah, no?! È che ragazzi io…io ora, non…cioè delle ultime cose, se mi hanno interrogato, se ho da fare i compiti…mbò! non mi ricordo niente! A parte il botto col triciclo… Medico: il triciclo?! (guarda i colleghi) Tipico. Classica condizione post traumatica. Ma, ingenere, assolutamente temporanea. (a lui) Tra pochi giorni, vedrà, ricorderà tutto,


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l’importante è allenare la testa, fare esercizi mnemonici, partendo da lontano, da dove ricorda…Parli! Parli pure… a ruota libera! Partendo dal principio: si ricorda quando è nato? Michele: si! Questa è facile. (alcuni specializzandi escono) Correva l'anno 1964… (musica –si alza e si avvicina al proscenio) …quando nacqui in questa famiglia, già a quell'epoca, numerosa, in cui il concetto di proprietà privata era stato recepito in maniera un po’ distorta; cioè: mentre tutti i miei amici avevano i loro giochi, noi avevamo i “giocattoli di famiglia”: il primo che si alzava giocava, l'ultimo guardava gli altri perchè i giocattoli erano finiti. Non ho mai capito se erano pochi i giocattoli o se eravamo tanti noi figli. La regola era: “non esiste mio-tuo, è di tutti”… vabbè, ma una cosetta della quale essere geloso, concedetemela! Medico: Bravo! Lei, prima, ha parlato di biciclette, di motociclette, di auto…i mezzi dilocomozione hanno per lei un significato particolare?

Michele: Non per me! Per tutta la famiglia! Tutto partì dal girello, un girello a tre ruote...

non che fosse un prototipo sperimentale, era stato mio fratello più grande che, giocando al

piccolo meccanico, ne aveva spezzata una.

(stacco, altrove)

Meccanico: (con la rotella in mano, enfatico) Ragazzi, solo apparentemente ci troviamo difronte ad un fallimento. Ricordate che le maggiori conquiste della scienza e della tecnica sono nate da apparenti errori…

Michele: mio padre aveva provato a riaggiustarla ma ben presto ci accorgemmo che eramolto meno pericoloso circolare con tre ruote, che con la quarta riaccroccata da papà. (stacco, altrove)

Padre: (con la rotella in mano, imbarazzato) Ragazzi, solo apparentemente ci troviamo difronte ad un fallimento…Vabbé, ma pure con tre va bene, no?

Michele: Chiunque sia andato su un girello sa che tra i mezzi di locomozione è il piùbanale… (stacco, altrove)

Meccanico: …velocità massima 0,5 km all'ora, non si può portare un passeggero e,soprattutto, non si impenna. A meno che… (sguardo da posseduto) non si faccia perno sulla ruota mancante, ottenendo in tal modo l’equilibrio su una ruota sola! …si! Si-può-fare!

Michele: Erano gli anni in cui mio fratello il meccanico iniziava a sperimentare attorno alconcetto di pinna, una teoria sulla compensazione dei carichi che, in età puberale, avrebbe dato tante soddisfazioni a molti giovinetti. Al momento, però, l'unica soddisfazione era quella di prendere la rincorsa, alzare i piedi e scutugnarsi contro un muro del salotto buono... (stacco, altrove)

Madre: Aaaaaa! (boccheggiando) ..artaparatiiii…


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Michele: dopo la terza volta che lo facevo, il girello scomparve in cantina, per essere

riesumato solo con l'avvento di Placido, il sesto figlio, non appena i miei si accorsero che

faceva più danni lui gattonando e sbattendo random il suo testone contro il muro, che io

lanciandomici con il girello.

Madre: e noooooo!

Padre: Tranquilla, cara. Placidone nostro ha la testa dura!

Madre: (boccheggiando) ma che mi frega della test…vetrinetta … porcellane … nonna….

Michele: Lo scatto di qualità motorio lo feci salendo sopra "un" triciclo... uso                 l'articolo

indeteminativo "un" perchè non ho mai sentito mia quell'accozzaglia di pezzi indecifrabili che

era rimasta del triciclo quando arrivò il mio turno: un pedale solo …l'altro l'aveva staccato

mio fratello il meccanico…

(stacco, altrove)

Meccanico: ragazzi, datemi retta, in questo modo è molto più aereodinamico, raggiungiamoun cx di gran lunga superiore! Secondo me, pure la ruota davanti… mica è fondamentale… è dietro che c’è il fulcro della faccenda!

Michele: …tre ruote diverse, al posto del manubrio una stampella, la ciavatta di nonno persellino ed un paraurti di una carrozzina montato da mio padre nella speranza di salvare il muro del salotto buono... cosa ci fosse di buono in quel salotto non mi è dato saperlo, poichè prima di me ci erano già passati i miei fratelli; sò solo che mia madre ci teneva moltissimo, tanto che rompere qualcosa là dentro valeva molto di più che in qualsiasi altra parte della casa. (stacco – mamma con in mano un megafono)

Madre: Uscite fuori dal salotto… Disarmati! Se vi arrendete ora vi promettiamo uno scontodella pena!

Michele: L'untriciclo non era omologato per il trasporto di un passeggero… pertanto cessò diesistere quando mio fratello Orazio decise di fare il passeggero... Ora, bisognerebbe dire che Orazio, all’epoca, aveva dieci anni e se a scuola lo chiamavano cicciopanza cannoniere… un motivo ce stava! Perfino Chiara, dal basso dei suoi due anni, gli aveva urlato: "no ciccio, no, triclo boom...", ma si sa le donne sono sempre poco ascoltate (forse perchè parlano troppo?) fatto sta che triclo boom!

Medico: possiamo affermare con certezza che all’origine dei suoi ricordi ci sia un triciclo!(agli altri) è importante procedere per capisaldi, e il triciclo potrebbe avere un ruolo importante… (a lui) allora Bettinelli…mi diceva del triciclo…

Michele: Si, dunque… correva l'anno 1967 e mezzo e a casa nostra, con mezzo anno dianticipo rispetto al resto d’Europa, era già in atto una piccola rivoluzione, innescata dall'esplosione dell'untriciclo. Si erano formate due fazioni: quella dei piccoli, da me


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capitanata, che rivendicava l'acquisto di almeno un giocattolo nuovo. Quell'altra, formata da Orazio, da mia sorella grande Clarabella... quando si dice la fantasia, e dal Meccanico...

Orazio: (comizio) e noi contestiamo con veemenza… che ai piccoli… gliele si diano tuttevinte! Oppure si vuole forse negare che a Placido, per il suo compleanno, gli sia stata regalata una tavoletta di cioccolata, intera …e nuova!? (crescendo) e che non l’abbia offerta a nessuno!!!

Clarabella: Bravo! Poi dice che i figli vengono viziati! E coi brufoli! Per forza…

Meccanico: e tutta sta caciara perché s’è rotto il triciclo…come si dice: morto un triciclo sene fa un altro!... magari con una ruota…

Clarabella: Bravo! Tre ruote tre tricicli…così ce ne hanno uno per uno!

Michele: La situazione divenne insostenibile, tutte le battaglie, si svolgevano nel salottobuono, al punto che mia madre rischiò un collasso; la signora del piano di sotto fu colta da crisi isterica e nulla poterono gli interventi del portiere inviato dai condomini per azzittirci, del parroco mandato a esorcizzare la casa… e dei carabinieri, chiamati da mio padre…pe’ arrestacce!

Carabiniere: (con accento veneto) Sior Bettineli, veda, non mi sembra ci siano gli estremiper un intervento dell’arma, cio’! Trattasi di minori… molto minori! E poi, come si dice a Napoli… i fioli son pez e’ core!

Padre: no, so piezze e merd… (Orazio inizia a ridere sguaiatamente)

Madre: Lino! I termini…

Michele: Orazio, sprezzante del pericolo, cominciò a ridere sguaiatamente in faccia a miopadre che, esasperato, cominciò a picchiarlo con veemenza… Madre: no, Lino, no…in faccia e in testa, no!

Orazio: e perché sulle gambe si?! Ahia!

Michele: Correva l'anno 1971 quando fu firmato l'armistizio tra le due fazioni in lotta, il

salotto buono non esisteva più; mamma e papà avevano stabilito che 6 figli potevano bastare

e che non sempre si tratta di doni del Signore… a meno che non lo si consideri un “burlone”!

Madre: allora ragazzi, per suggellare il patto di non belligeranza, cioè il patto con il quale vi

promettete di non offendervi mai più (tutto di un fiato) e di sfuggire alle occasione prossime

del peccato, ditelogiuro!

Tutti: lo giuro!

Madre: allora a Clarabella, ad Orazio, e al Meccanico gli regaliamo un bell'abbonamento aTopolino...


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Michele: il meccanico era convinto che, oltre a Orazio e Clarabella, ci dovesse essere ancheil suo personaggio; dopo attente letture si identificò con Archimede Pitagorico…e cominciò a parlare con una lampadina!

Meccanico: non devi essere invidiosa…quella da 100 farà pure più luce ma vuoi metterequanto consuma, poi quelle da 100 si fulminano che è un attimo…

Madre: a Michele, a Chiara e Placido, che giurano solennemente di non utilizzarlo nel salotto

buono, ditelogiurosenzaincrociareledita

Tutti: lo giurosenzaincrociareledita

Madre: ecco il regalo "nuovo e significativo"!!! Una Torpado! Una splendida Torpado rossa!(entra la bici, tra le urla di gioia, alla fine si sente il fischio di apprezzamento di Michele) Michele: fiuuuuu! Fischio bene?! È sempre stato un mio vanto…fischiare! Fischiavo perapprezzare, fischiavo per chiamare, fischiavo per cantare, (fischia vengo a prenderti stasera con la mia Torpedo blu)

Meccanico: non c’è che dire: pedali simmetrici, tutte e due le ruote uguali, lucida…nuova! Orazio e questa scritta Torpado, da un senso di velocità, la T sembra la Z di Zorro… Clarabella: e il fulmine giallo fuoco ci sta bene...è elettrizzante!

Michele: Torpadoooo... come ogni cosa bella, era destinata a durare poco. Infatti, durantela nostra villeggiatura a Fregene, in quella sorta di comunità incontro che era casa di mio nonno, dove 4 nuclei familiari, composti da 7/8 persone cadauno, si dividevano il proprio spazio vitale, scoprimmo che anche a mio cugino Fabio, avevano regalato una Torpado rossa...

Madre: o mio Dio, come si fa, si confondono...

Tutti: mumble, mumble, mumble, mumble, mumble, mumble…

Padre: ma che ci vuole?! ci penso io! basterà "segnare" la nostra bici scrivendoci sopra ilnome del più grande dei piccoli…che ci vuole…

Michele: mio padre!… genio incompreso e oserei aggiungere, sregolato…non trovò meglioda fare che incidere con un temperino, sopra la canna, proprio sulla scritta Torpado, il nome Michele...io non so quanti di voi abbiano provato ad incidere delle lettere su un tubo metallico, ma vi giuro che una prova così difficile non si è vista neanche nel Filrouge di Giochi senza frontiere; ad ogni lettera il temperino schizzava via su quel tubo incidendolo per tutta la sua lunghezza... che bisogno c'era di scrivere per esteso il mio nome? Michele è abbastanza lungo da occupare per intero la canna della mia Torpado; anche mio padre, dopo un quarto d'ora di scivolate e “porcaput”, mi sembrò avesse intuito la cazzata che stava facendo, ma non si poteva fermare, perchè era arrivato all'H, che è un punto di non ritorno; fosse stato alla C, poteva buttarsi sul Miki, col K, ma sull'H dove vai? tirò dritto! è proprio il


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caso di dirlo, visto che la stanghetta centrale della E gli partì – fiuuuuuu -fermandosi solo con l'impatto con il sellino, che si apri in due come un melone. Potrete capire il mio stato d'animo quando fu terminato il "lavoro"… Ray Charles l'avrebbe fatto meglio. Caddi in una profonda prostrazione...

Medico: Beh, sono esperienze che… segnano! (ride, Mic la guarda enigmatico, e lei spiega)segnano…vabbè, sdrammatizzavo … fortunatamente, la prostrazione a otto anni dura poco, si è ripreso facilmente, no?…

Michele: A 10! ci ho messo due anni! Mi ripresi solo quando ereditai una bicicletta Bianchi,

non so da chi…s’erano persi il pedigree! chiunque pensi ad una Bianchi si immagina una bici

da corsa, con il manubrio a corna di montone, con il sellino a pera, di  quelli che fanno venire

le emorroidi...

(stacco altrove)

Clarabella: Come, emorroidi? "morroidi"…nooo? Non è la malattia di cui soffriva Marylin... Orazio: (mangiando una merendina) Vedi, a me, è la tua gnoranza che mi ferisce. Emorroidida “e mò roidi” perché te viè da grattatte…onomatopetico

Michele: Ereditai una Bianchi! Il sellino era in color cuoio, con la scritta Bianchi sulretro...questo comportò non pochi litigi con una bambina dello stesso stabilimento balneare, che rivendicava diritti sul mezzo: si chiamava….

Bimba: (sorrisetto ebete e inflessibile) Elena Bianchi... e questa e la mia bici!

Michele: Come “la mia”? E’ mia.

Bimba: (sorrisetto ebete e inflessibile) ma c’è scritto!

Michele: Bianchi? …evvabè, che c’entra… però è mia…

Bimba: (sorrisetto ebete e inflessibile) ma c’è scritto!

Michele: (ragionevole) si… è vero. Però l’hanno regalata a me. Quindi è mia.

Bimba: (sorrisetto ebete e inflessibile) No. E’ mia. C’è scritto!

Michele: Ho capito… però pure su quel sellino lì c’è scritto “Chiorda”, ma mica può venireuno che si chiama Ugo Chiorda e portarsela via…

Bimba: No?

Michele: E no!

Bimba: Eeeee… però c’è scritto.

Michele: A regazzì… e nommefa ‘ncazza! Molla sta bici! Ma secondo te se c’è scritto Torpado

èproprio de uno che si chiama Torpado?! Eh?! Eh?!

Bimba: No?

Michele: NO! E quella de chi è? Di Carlo Alberto Atala?

Bimba: (perplesso) … però c’era scritto….


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Michele: Ogni argomentazione faceva un buco nell'acqua, fino a quando, con la freddezza diun professionista, presi la pompa della bicicletta ….e lo gonfiai! (chiusura col fischio)

Medico: Un gesto aggressivo, ma direi del tutto in linea col passaggio adolescenziale.L’aggressività è sintomatica di un tentativo di difesa. Tra la pubertà e l’adolescenza c’è un momento in cui il bambino percepisce che … che in qualche modo i tempi stanno per cambiare.

Michele: (al pubblico, riflessivo) Avrei dovuto capirlo nel 1974 che i tempi stavano percambiare. Era l’anno del referendum sul divorzio. Mio padre, strenuo difensore della famiglia di un tempo, si armò di matita e determinazione per gridare il suo no al divorzio. Padre: (fiero e plateale) No!

Madre: (sulla porta) Lino, andiamo?

Padre: (c.s.) No!

Michele: Mio padre era avvezzo alla negazione. Era la sua forma di difesa contro un nuovoche avanzava senza che lui facesse in tempo a scansarsi. Padre: (c.s.) No!

Michele: Solo che, poiché il referendum decideva sull’abrogazione della legge sul divorzio,se scrivevi “no”… il divorzio… vinceva!

Padre: E no! Ma scusate… ho scritto no... è no! O no?!

Michele: Esiste un periodo specifico nella vita di ogni bambino in cui, improvvisamente,sente gli altri parlare di lui non più con la qualifica di bambino ma con una, simile, ma impercettibilmente diversa: ragazzino.

Padre: (alla moglie) Vittoria, raduna i ragazzini!

Michele: Quell’anno entrò nel vocabolario italiano la parola inglese “austerity”… (mima

soddisfatto) In italiano: pezze ar culo!

Padre: …ragazzì, la situazione è questa: gli sceicchi hanno chiuso i rubinetti del petrolio e,quindi, il governo italiano ha deciso che la domenica tutti i cittadini debbon lasciare le auto a casa, risparmiando benzina…

Michele: …le strade erano vuote, deserte, come in un grottesco day after. Il lunedi no.Potevi torna’ a fa’ come cazzo te pareva! …ma la domenica… era diventata l’incredibile regno incantato di biciclette, pattini a rotelle, skateboard! L’austerity aveva colpito tutti. Anche noi bambini. Pardon, ragazzini.

Padre: …e se il governo dice solo la domenica, io mi spingo oltre: decreto l’immediatoinchiavardamento di ogni mezzo a motore della casa. Pertanto, da domani, il trasferimento casa-scuola e ritorno sarà consentito dal solo mezzo pubblico. Orazio: mezzo che?


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Padre: pubblico: Atac! (faccia ebete d’Orazio) Azienda Tranviaria A…azienda tranviaria aaa…

Orazio: Aaaa…?????

Padre: A… a Roma!

Orazio: …allora Atar

Padre: no Atac! Perché…perché C sta per…per CaputMundi, Roma caput mundi…tipo nomee cognome…

Orazio: nome e cognom…

Padre: vabbè a ragazzì, coll’autobus, dovete annà coll’autobus! E mò basta (lo picchia) Orazio: e no sulle gambe no… (uscendo) Caputmunni…ho capito, è il cognome…comePiceno per Ascoli

Michele: a noi piccoli ci accompagnava a scuola mia madre.

Madre: ragazzini, svelti, arriva l’otto barrato!

Michele: l’otto barrato. Chissà perché non se poteva chiama’ nove! Erano anni in cui gli

autobus si barravano, ed erano ancora abitati, da una specie in via di estinzione: il bigliettaio.

Madre: scusi, questo passa per piazza Bologna?

Bigliettaio: eeeee….

Clarabella: Che ha detto?

Madre: Ora chiediamo spiegazioni. Scusi, dicevo… ci passa per piazza Bologna?

Bigliettaio: (spazientito, urlando esageratamente) Seeeeee!

Michele: era notizia di qualche giorno prima, che un viaggiatore, indispettitodall’impossibilità di cavare un’informazione comprensibile dalla bocca di un bigliettaio, avesse aggredito lo stesso mordendogli un orecchio. I sindacati dei ferrotranvieri avevano stigmatizzato con forza la deriva di intolleranza. Madre: due biglietti, per cortesia.

Bigliettaio: nceresto.

Madre: scusi?

Bigliettaio: eresto! nceresto!

Clarabella: dice che non ha il resto

Bigliettaio: eccobrà, se procuri eresto!

Madre: Io dovrei procurarmi il resto? No, scusi, lei dovrebbe averlo! mi perdoni, ma questomi sembra un disservizio.

Bigliettaio: maddecheaoh! Pri! Lei stapparlà cor pubblico ufficià nee funzioni der servizio.Secò! Sittutti ariveno cor mille eer dumila… eresto, nceresto! E’ chiaro! Te’! nalletto er carte’? (indicando in alto)

Clarabella: Non parlare al conducente?


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Madre: Lei non è il conducente!

Bigliettaio: E grazie! nalletto er contrà! E’ quiparata ‘a qualifica!

Madre: Senta in difetto sta lei, se non ha il resto noi ci andiamo a sedere.

Bigliettaio: Allaa nalletto i carté! I contravventori, i quali… i tanamo sprovvisti der titolo deviaggio, annaapagà a murta o annascende! Che fa pagaamurta? Madre: Ma assolutamente no!

Bigliettaio: allaaadascende!!!

Madre: Ma guardi… lei… lei …

Michele: Mia madre, nel possesso delle piene facoltà mentali, aveva l’educazione di unaannunciatrice della Rai. Era sempre sorridente e se ti incontrava di pomeriggio diceva effettivamente “buon pomeriggio”, come Nicoletta Orsomando! Però quel giorno, all’improvviso…le piene facoltà mentali si svuotarono!

Madre: lo sa che le dico? (col labbro tremante) Che fanno bbbene a staccavve le recchie AMOZZICHIIII!!!!!

Michele: disse “a mozzichi”, neanche a morsi. L’abitante di neanderthal ci intimò di scenderealla fermata successiva...

Bigliettaio: E se vergogni de mparà l’educazione a e regazzino!

Michele: Scendemmo. Entrambi con gli occhi gonfi, chi di rabbia, chi di vergogna (piange).

Madre: non piangere caro, il mondo non è tutto così.

Michele: non piango per quello.

Madre: e perché allora?

Michele: perché mi sa che non mi va tanto di essere ragazzino.

(musica)

Medico: E’ vero. A volte da ragazzini un episodio lascia addosso dei segni che un adulto nonriesce nemmeno a cogliere. Segni veri che ti accompagnano per tutta la vita. A me una volta un ragazz…

Michele: Segni? Sbrechi! Sull’untriciclo, sulla Torpado… sul cuore! Ricordo il mio primogiorno di scuola superiore. Correva l'anno 1978, l'Italia dei mondiali aveva ben figurato in Argentina, ed io per non essere da meno mi presentai a scuola sulla mia Bianchi… Meccanico: Pinnator, la devi chiamare cosi …ti rendi conto, hai fatto tutta via Roccacenciada stop a stop su una ruota sola! Con la testa (indicando la sua) e con l’impegno (indicando Michele) si ottengono grossi risultati… E con la Bianchi Pinnator!!! Bravo! Pinna forever! (movimento di folla di ragazzi)

Michele: La mia classe era composta da un numero indefinito di volti nuovi, ma subito micolpì quello di Claudia, (fiuuuu) una ragazzina tanto angelica quantoooo...una bambina di 14


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anni, con le treccine ed i camperos, che camminava con la puzza sotto il naso, con quella dolcezza mista a cattiveria che solo una quattordicenne, consapevole della sua bellezza, sa regalare, come dire...unaaa...

Medico: …una?

Michele: …unaaaa…

Medico: …una?

Michele: … una stronza! Ma si! … è il primo giorno di scuola, non ci siamo neanchescambiati i nomi, perchè mi devi mettere subito di fronte ad un bivio? o te o la bici? Claudia: Mortè aoh…chi è che viè ancora a scòla cor triciclo color cacarella?

Michele: …color senape! E poi perchè? che ti ha fatto la mia Pinnator? si è vero, tutti cihanno il motorino e questa è solo una bicicletta… ma è una Bianchi! per Giuda! e ho dovuto difenderla a colpi di pompa!...

Claudia: perché te la volevano rubbà? Mortè, si attaccano veramente a tutto! (uscendo) Arecà, avete sentito, dice che je volevano fregà er triciclo!

Michele: (urlandole dietro) ma che ne puoi capire te, ragazza dai camperos, che ne puoicapire… tutta via di Roccacencia su una ruota sola! (al pubblico) scelsi la bici! Con non poche difficoltà, anche perchè a 14 anni incominci ad affrontare i rapporti con l'altro sesso e “Only god knows” e Dio solo lo sa, quanto sia difficile conciliare donne e motori...

Meccanico: (entra sulla bici)…meglio i motori! Se ci hai il motore prendi la donna, se ci haila donna…non è detto che trovi il motore…e poi i motori, se li tratti bene non tradiscono, mentre le donne…ma che fai, ascolti e non prendi appunti? Ma allora io parlo al vento?! (esce pinnando)

Michele: …ma io non solo non avevo una donna, non ci avevo neanche il motore! rimasiscosso! incominciai a fare la discesa che portava a casa togliendo i piedi dai pedali, mettendoli al centro del telaio, come si usava fare con i motorini, nell’illusione...era l'epoca dei Ciao e dei Boxer, ma papà era irremovibile…

Padre: Cosa sento!? No, no, dico: cosa vorresti? Il motorino?! Il motorino?!!! Ma tu lo saicome andavo io a scuola? A piedi! E con un paio di scarpe sole! E quando si bucava la suola, si portavano dal ciabattino! C’era la guerra, fuori.. la povertà!… la carestia!…. l’ira del signore di Israele che cacciò Adamo ed Eva e il quarantesimo giorno… Sto a esagerà?

Medico: e si, l’adolescenza è un periodo particolare, si esce dalle famiglie, per buttarsi nella

vita, nel rapporto con gli altri, con i ragazzi…ehm, le ragazze, insomma: con il mondo! Michele: …il comportamento di Claudia mi influenzava, arrivai persino a prendere dinascosto il motorino di papà, un modello unico che la Garelli aveva creato per il concorso de


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Il Messaggero; mio nonno lo aveva vinto, la Garelli se ne era liberata! Questo accrocco immondo dal nome “Lambrettino”, era come i carri da morto: Madre: (toccando Orazio) tuo il lambrettino!

Orazio: (al meccanico) tuo il lambrettino

Meccanico: perfavore! un po’ più di rispetto: questo è il primo mezzo con un motore dellanostra vita; ma ci pensate? per la prima volta potremmo camminare senza pedalare...

Michele: utopia, pura utopia! Il Lambrettino faceva lo stesso rumore di un altro ciclomotore,lo stesso fumo …ma se tu non accompagnavi pedalando… non se moveva!

Comunque, rubai il Lambrettino per andare a scuola, con l'intento di riaccompagnare Claudia a casa...non so se se le preparava durante la ricreazione o se le uscivano così naturalmente… Claudia: mortè, ma che hai messo er motore ar triciclo? Se ci attacchi un cesso de fianco,esce fori un bel saidecar...

Michele: “ma chi sei? una miniatura de’ scaricatore de porto?! E sta puzza sotto al naso?Non sarà perché stai sempre cò sti scarponi addosso? Ma vatte a lavà i piedi e già che ci sei sciacquati pure la bocca…ineducata!" E' difficile azzittire una ragazza di 14 anni, consapevole della propria bellezza, ma quel giorno ci riuscii... e tornai a casa con Orazio, che, pur avendo solo due anni più di me, aveva nel frattempo raggiunto la ragguardevole stazza di 85 chili. Oddio… si capiva chiaramente che sarebbe stato un momento di passaggio …e che avrebbero raggiunto quota cento, prima della maturità. Medico: Ma forse suo fratello era bulimico…

Michele: No, era ciccione! Il Lambrettino, come l’untriciclo, era stato creato per esserecavalcato da una sola persona, l'impatto con Orazio fu letale, e nella salita di via Roganico il Lambrettino spirò! Con enorme meraviglia di Orazio che con un panino con la mortazza in mano ripeteva:

Orazio: ahò, eppure pedalavo!

Michele: e con enorme rammarico di papà, che per esprimere il suo disappunto ci picchiò dadietro urlando…

Padre: No… in faccia no…ma sul resto del corpo…ve lascio i segni!

Medico: (prendendo appunti) Correva…?

Michele: E correvo si! Che stavo lì ad aspetta’ le botte?!

Medico: No… dicevo l’anno. Che anno era?

Michele: Ah, si…. Correva l'anno 1979 ed al contrario di Orazio e Clarabella che vennero

perentoriamente seccati agli esami, io fui promosso, con tutti sei, ma promosso! …e fui premiato! un motorino? magari...una bella bici dalle ruote grandi... Padre: hai voluto la bicicletta? pedala!


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Michele: ...in verità io volevo il motorino...ma a chaval dunà nun se guard in bouch!quell'estate, mio cugino Fabio, sfoggiava un ciclomotore che dal punto di vista estetico nulla aveva da invidiare al Lambrettino: un Califfone. Medico: Cosa? (ridendo) E che nome è?

Michele: E non ha sentito il cognome! La casa costruttrice era la Rizzato, di Bergamo. Se lofigura il tentativo di accompagnare una ragazza a casa? Vuoi fare un giro? (ammiccante) Ho il califfone rizzato….

Medico: (ingenuo) ma… sembra un doppio senso!

Michele: (paziente) no… non è che sembra…. è un doppio… solo che involontario… e

quindi… vabbè ma pure lei faccia finta de’ capì qualche volta!

Meccanico: (come seguitasse una discussione) …guarda che il Califfone è estremamentecompetitivo, sega le recchie a Ciao, Boxer e Vespe, e se la gioca alla grande col Corsarino, coll’Aspes e er Caballero…ci ha solo ‘sto difetto: non se po’ vedè!

Michele: per conquistare il rispetto delle ragazze, con Fabio escogitammo un piano:affidammo il motorino al bello del periodo: tale Marco, belli capelli, sempre abbronzato… (alla dottoressa) Hutch, di Starsky e Hutch

Medico: (non ha presente, imbarazzata) mmmm…

Michele: Massimo Ciavarro…

Medico: (di nuovo, imbarazzata) mmmm…

Michele: (risolutivo) Fonzie!

Medico: aaaaah!

Michele: Ecco, Fonzie pervenuto. Marco sarebbe rimasto seduto sulla sella del Califfone pertre mezze giornate, qualificando il prodotto, in cambio di tre Camillini…(medico interrogativo) il gelato!

Clarabella: (a Orazio che mangia) ma che lo stai a prendere a mozzichi… Ma no! il Camillinosi mangia mettendo la lingua a cucchiaio in modo che si incunei tra i due biscotti e poi lo rotei…

Orazio: ahhh, lo devo fa girà? Come ‘no jo jo? (mima)… ma così non mi sfamo!

Medico: me lo ricordo il Camillino… e chi se lo scorda…adesso non lo fanno più! C’è ilMottarello, capito!? Ma che è la stessa cosa? E’ come se io dicessi Rischiatutto e tu rispondessi Chi vuol essere milionario! Io dico L’Allegro Chirurgo e tu dici Nintendo (in crescendo)…aò, il Camillino è a livello di Canzonissima, di Gomma del ponte, di uomo in ammollo!!!? le palline clic e clac???!!!! Dove me le metti le clic clac? Ehhh? Dove me le metti? Michele: (pausa, preoccupato) …nel cassetto?


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Medico: nel cassetto, dice lui…(grave) nel cassetto dei ricordi! Ma torniamo a noi! Non midica che l’espediente del gelato vi aiutò veramente nei confronti dell’altro sesso!

Michele: Guardi… io so solo che mio cugino quell'anno riuscì a dare il suo primo bacio! Alcontrario mio! Che non avevo ancora il minimo sentore di come fosse fatta una donna...di carne! Su carta…aufff…ero preparatissimo!

Madre: (entra imbarazzata con in mano una rivista) Michele? …ho trovato questa in bagno,credo sia tuo….

Michele: (imbarazzato anche lui) Mamma… ti posso spiegare… a volte non sempre ciò chesembra evidente…

Orazio: (sfilando dalle mani della madre la rivista) Il catalogo postal market? Tranquillo, conquesto non se diventa ciechi!

Michele: E’ che a me di certo i mezzi di locomozione non mi aiutavano. Veda, le storie aquindici anni si hanno durante le vacanze estive. Quindi e' importante presentarsi all'apertura della stagione con un mezzo di locomozione che faccia scalpore... io, a parte gli infradito neri, ereditati da mio fratello più grande, quelli ovoidali … nnnno! a trapezio facevano coatto. I miei sembravano sempre nuovi perché mamma li trattava con la cera per auto, quella dei cruscotti: debbo dire che il risultato era ottimale a parte qualche derapata in curva…dicevo, esclusi gli infradito, io non riuscivo a sfoggiare nessun mezzo di locomozione interessante. Papà era irremovibile…

Padre: (come continuando l’intervento precedente) … allora l’angelo del signore mi apparve

e disse: “che vòi te? Er motorino??!”….

Michele: (battendosi le tempie, a scacciare il ricordo) aaaaaaaaa!!!!!

Medico: che è successo? Si calmi …è solo un brutto ricordo? le perdite di memoria vannocolmate gradualmente. Continui…

Michele: Si. Dicevo, che non era facile trovare l'occasione giusta per un incontro ragazzi-ragazze, per questo motivo noi organizzavamo le feste sulla piattaforma dello stabilimento… che preparazione! Qualcuno portava uno stereo, qualcuno i dischi, c’erano le luci psichedeliche…

Meccanico: Orazio, ascolta bene, le luci psichedeliche sono la base di ogni buona festa.

Orazio: (col panino in mano) Si.

Meccanico: Tu sei il light master!

Orazio: (addentando) Si.

Meccanico: E questa è la consolle.

Orazio: L’interruttore della luce?

Meccanico: Accendere e spegnere, accendere e spegnere…


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Orazio: Boh!

Meccanico: a tempo di musica…

Orazio: pure?! Ma quando si mangia? Ma soprattutto:simangia? Aò, a ‘na certa, me date ilcambio, che devo fare merenda!... Me sa che cò sta storia del mastro lait m’hanno rimasto col cetriolo in mano…a me se c’è una cosa che non mi piace è er cetriolo! So’ intollerante! Michele: Io e mio cugino, per motivi tattici, tardavamo quei trenta, quaranta minuti utili,

secondo noi, a creare la giusta aspettativa. Fabio mi chiamava da sotto e si andava: jeans, finta Lacoste (col coccodrillino con la coda in giu' invece che in su), ai piedi si spaziava dalle Espadrillas, alle Adidas Stan Smith, quelle bianche (io prendevo quelle di Orazio, che portava 45, con la luce stroboscopica sembrava che mi avessero ingessato i piedi) e sul naso i mitici Ray Ban, a goccia, piegati in modo che lasciassero il segno, come Zorro, sulle lenti si doveva leggere in trasparenza B&L...capito BeL…perchè poi? se si chiamano RayBan mettici R&B...mah! Si arrivava a cavallo del Califfone, mettendo in pratica tutte le mosse classiche del motociclista…(mima) quando si parte bisogna lasciare il piede di appoggio come se fosse portato via dal vento…miiiiiiiiii (il medico guarda)

Michele: ogni cambio marcia devi accompagnarlo col movimento del corpo.. (fa il rumore)miiii, miiii, miiii, miiii, miiii ,miii ,miii

Medico: (dopo un numero infinito di cambi marcia) Aho! Ma quante marce c’ha?

Michele: Il Califfone non ce l’aveva le marce! Facevamo come ci pareva… arrivo consgommata; la tattica disegnata da mia sorella il meccanico, voleva che non si scendesse per almeno dieci minuti, come se si fosse impegnati in un qualcosa di molto importante… (Orazio e il Meccanico mimano. Immobili)

Orazio: ‘mbé?

Meccanico: Altri due minuti.

Orazio: ma non ce sta a guardà nessuno…

Meccanico: fermo!

Orazio: e se finiscono i panini?

Meccanico: fermo! le tattiche d’acchiappo non le devi sottovalutare

Orazio: ma che te vuoi acchiappà non ci sta nessuno?! E poi io basta che acchiappo dupizzette…

Meccanico: Altri dieci secondi… ‘nnamo!

(scattano all’unisono verso il fronte del palco, entrano nella festa- musica) Michele: Iniziava la festa: il rapporto uomo - donna era solitamente 10 a 1…

Medico: (sospirando) come oggi! C’è ‘na moria delle vacche, una carestia…non si trova unadonna manco a pagalla…no, cioè, a pagalla si trova, e pure facile, basta che ti fai un


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giretto... (si accorge della gaffe) non che io faccia i giretti, però è capitato, che magari passando per strada non capisci il motivo dell’ingorgo….ti accosti e vedi che è pieno di

donne…a pagamento…forse da qui il detto che le donne sono tutte mi…(riprendendosi) mi…mi pare di averla interrotta, mi scusi continui pure, scusi…

Michele: gli uomini si suddividevano in: "solitari", dei quali facevo parte, che se ne stavano,appunto, soli ad aspettare che la loro prescelta si avvicinasse e chiedesse "che c'hai?" E quelli del “branco”, cioe' quelli che non riescono a fare nulla se non in gruppo, e saltano e si dimenano urlando uè, uè, uè, (gli attori mimano) sempre fuori tempo! Di contro ci sono due categorie di donne: quelle che stanno sempre con un'amica, anche per andare al bagno… Amica1: …d’altra parte l’amica si vede nel momento del… ? Amica2: ..del..?

Amica1: del bi…

Amica2: del bi…

Insieme: ..sogno! (pausa) Le risate.

Michele: …e quelle che stanno sole da una parte aspettando che un uomo gli chieda: "checi hai?"

Medico: ... si, e quando vi incontrate?!

Michele: appunto! Però, dopo un paio di ore la festa si animava, come Cenerentole al

contrario  apparivano altre ragazze, in base ad un regolamento non scritto che impediva di

presentarsi alle feste prima di una certa ora.

Amica 1: Che ore so?

Amica 2: Le 11 e mezzo.

Amica 1: Allora annamo?

Amica 2: Ma sei matta? Almeno alle 11 e tre quarti! Minimo!

Amica 1: No… io vado.

Amica 2: Ferma! Che figura facciamo!

Amica 1: Io vado.

Amica 2: Ma ‘ndo vai?

Amica 1: A casa. Dovevo rientra’ a mezzanotte!

Michele: Anche mio fratello a quel punto decideva che era giunta l’ora di scendere dal

Califfone e di buttarsi nel vortice, la festa era all’apice… tutto era possibile!

Medico: A questo punto ci racconti la sua, di tattica…

Michele: mbè, ora chiamarla tattica, mi pare un po’ troppo...puntavo la mia preda, era lei,(il Meccanico si scioglie i capelli, si toglie la tuta e mima) capelli biondi, filiforme, occhi azzurri, scarpe di corda, con i lacci che si inerpicavano sui polpacci abbronzati, gonna a fiori e


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camicetta da educanda... la guardavo, la riguardavo, de dritta, di sguincio, con la testa reclinata su una spalla, una gamba a penzoloni e l'altra tirata su sulla staccionata, che non reggeva, un equilibrio instabile, ma fico! In una mano la Coca, nella speranza che le venisse sete e l'altra in tasca in attesa del lento, il lento di fine serata, che faceva la sua entrata in uno spegnere di luci ed in un battito accelerato di cuori (musica + cuore che batte) Allora ti preparavi: sentivi l'alito… Ok… sotto le ascelle? Vai! lucidi le scarpe e con il bicchiere in mano, che fa nochalances, ti avvicinavi, deglutivi, e con una bocca impastata facevi: "balli?" (cuore che batte) lei ti guardava con quegli occhioni, come non aveva mai fatto (cuore che batte), e poi ti sorrideva a 36 denti, bianchissimi, che esaltati dalla stroboscopica sembravano la barriera corallina all'alba (l'avete mai vista la barriera corallina all'alba? è come un sorriso a 36 denti esaltato dalla stroboscopica), insomma, ti sorrideva (cuore che batte) e gentilmente, con un leggero cenno del capo ti rispondeva: (cuore che batte) noooo!! (il Meccanico cambiando espressione, si rimette la tuta e si rilega i capelli) Una serata buttata! Perchè se il lento me lo mettevano all'inizio della serata, pigliavo buca con quella ma ci provavo con un'altra, ballavo gli svelti che non me ne fregava niente di sudare, risparmiavo le 400 lire della coca, che manco mi andava...ma lento a fine serata voleva dire che tu avevi 4 minuti, la durata del lento, per poter concludere qualcosa, ti ci volevano 4/5 feste...col metodo mio anche 8/9, per raggiungere il risultato: andare con questa, sulla spiaggia, di notte...e là, sulla spiaggia l'acchiappavi, te la prendevi, l'abbracciavi tutta....

Medico: E poi?

Michele: Bacio.

Medico: solo un bacio?!

Michele: Noooo, che solo uno… due… tre …tre baci diventavano una pomiciata! ..."quella,auff, me la sò pomiciata!"

Medico: Scusi… non per farmi gli affari suoi, ma questo primo bacio… lei, a che età…

Michele: a che età?!

Medico: a che età… quanti anni aveva?

Michele: e calma! I ricordi, mica …mica so’ fiaschi che s’abbottano…c’entra?

Medico: ‘nsomma…

Michele: Vabbé. Capitò anche a me! Correva l'anno 1980, l'Italia si apprestava a vincere imondiali di Spagna...no, quello era due anni dopo...perciò c'erano le Olimpiadi, nelle quali l'Italia...l'Italia...

Medico: …fece la sua porca figura!Annamoavanti…!

Michele: era il 1980 quando Fabio mi prestò il Califfone per andare a prendere la cugina più

piccola della sua fidanzata...la  festa era la solita: c'era il gruppo dei mandriani che urlavano


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"uè, uè, uè", (gli attori mimano) c'erano i solitari in ordine sparso ed io, che per la prima volta, facevo ingresso ad una festa con una donna!! questa moretta (compare a sinistra e gli si affianca) minuta, ben proporzionata, che sembrava uscita da una reclame del Mulino Bianco, dolce come un Ciocchino, soffice come un Saccottino, abbronzata come un Pan di Stelle, con una scollatura nella quale scorgevi una leggera peluria bionda, una scollatura, dove spesso e volentieri mi cadeva lo sguardo… imbarazzato per averla fissata negli occhi; mi ritrovavo ad ammirare i suoi seni tondi e puri, al contrario del mio pensiero, zozzo e quadro, che si palesava in un improvviso rossore...è il sangue che sputtana l'uomo nel momento di imbarazzo, questa vampata che corre verso gli estremi: diventi rosso in faccia, le mani ti sudano…eh, vabbè… per questo in gergo si dice "quella mi fa sangue"...e a me, Tamara… Medico: Tamara?!

Michele: Si, era di Montecelio… a me, Tamara, faceva sangue!! Ho già candidamenteconfessato quanto fossero limitate le mie esperienze con l'altro sesso, in effetti un bacio lo avevo già dato durante il gioco della coperta, fatto con i compagni di classe durante l'assenza del prof di religione. La coperta era la tenda della finestra ed io fui sorteggiato insieme a Eleonora, detta Nora, (compare a destra un’attrice e gli si affianca) una sorta di Carmen Russo di 15 anni, con due boccione prorompenti, truccatissima...anche se andava in terza media! Secondo me le boccione le bocciano a scopo educativo: all'epoca Nora sostituiva dignitosamente l'ora di educazione sessuale. Mi prese per mano e mi portò dietro la tenda tra le urla ed i gemiti dei compagni di classe, ne uscimmo dopo un minuto e mezzo Nora: a Bettiné…

Michele: mi chiamò per cognome, come per mantenere le distanze

Nora: ma tu baci così?! te facevo più svelto!

Michele: come …più svelto?…mi sono preso i miei tempi”…

Medico: Ma… l’ ha umiliata!

Michele: Beh, vabbé…

Medico: E no… la ha proprio umiliata!

Michele: si, però eravamo ragazzini….

Medico: No, no… ha fatto proprio la figura del coglione!

Michele: ritorniamo a Tamara? forte della mia esperienza, non vedevo l'ora del lento; avevoconcordato con il disk jokey che a metà serata sarebbe partito con "How deep is your love" (fischia la canzone) dei Bee Gees, tanto per sondare il terreno; quando partì la musica (musica) … lei era al bagno!! il solito tempismo delle donne!

(Lui, guarda a destra e sinistra…fino a quando Tamara si avvicina da dietro e gli sussurra)

Tamara: questo è il mio disco preferito. (musica)


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Michele: labbi…. emh, balli? (Tamara sorride e lo prende per mano portandolo al centro

della pista; iniziano a ballare uno di fronte all’altro con le braccia tese a distanziare i corpi) ...il mio cuore batteva come se fosse stato a scuola di batteria, mi sembrava di distinguere nettamente il rumore dei piatti, della cassa e il rullante, la testa mi girava ed ero un pò rigido; ma come? era quello il momento tanto agognato e me ne stavo come un baccalà a ballare un lento a un avambraccio di distanza dalla mia preda? ma come? e tutto quello che avevo studiato nelle serate passate con mio cugino a raccontarci dei metodi di approccio durante il lento?...e il lento stava per finire! tentai il tutto per tutto, l'abbracciai! lei fece un gesto come per dire: "ma che fai? fai, fai..." e mi strinse le braccia intorno al collo... mi fece sangue! tentai allora, la mossa dell'orecchio, nel quale soffiai con la delicatezza di uno che deve spegnere le candeline...mi passò pure questa, replicando nel mio con la dolcezza che solo una donna...un brivido mi percorse la schiena per 8 volte, andata e ritorno: m'ero innammorato! mi parve di sentire anche il suo cuore battere, oltre le campane e gli uccellini...eravamo sulla stessa lunghezza d'onda, visto che non ci accorgemmo che la musica era finita; fu il gruppo degli “uè-ué” a farcelo capire… Ragazzo1: "nun te staccà che te se vede er bozzo!”

Ragazzo2: “daje de succhiotto!"

Ragazzo1: “lecchetela manco fosse un Camillino”

Ragazzo2: “mettije ‘na mano sulla sisa!”

Michele: (si gira) e questo è troppo! (si gira verso lei) Lei scappò da me (Tamara siallontana) ed io, con un passo trotterellato, che da una parte non mi facesse perdere la faccia davanti a quei mandriani e, dall'altra, non mi facesse perdere lei, la seguii: superò il baretto e si fermò ad aspettarmi, quasi non conoscesse la strada..."guarda che di là si va in spiaggia ed io non sò, come...cioè, se io e te...andiamo (sospiro)" allungai una mano, me la prese! e passeggiando a un metro uno dall'altra, collegati da quel cordone ombelicale, ci ritrovammo su un pattino a guardare le stelle...il rumore del mare, la musica di sottofondo, la luna, il ponentino...c'era tutto, mancava solo il coraggio! Piano, piano, nel giro di una mezzoretta, ci ritrovammo uno di fronte all'altra, con la stessa velocità avvicinammo le teste, fino a sfiorare i nasi...Ringo Starr in confronto al mio cuore era una pippa, dovetti pensare a quello che mi avrebbe detto mio cugino, per aprire le labbra e…(a lei) lo sai che so fischiare…veramente, fischio di tutto…se vuoi ti faccio sentire? Vuoi sentire? (fischia una canzone)

Tamara: la sai tutta?! (lo prende e lo bacia)

Michele: ...correva l'anno 1980, l'Italia non aveva ancora vinto i mondiali, ma io avevo datoil primo bacio... non uno, ma due...tre, una pomiciata!


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(musica)

Medico: Vede? La cura sta facendo effetto. Abbiamo ricostruito quasi la metà della sua vita.Con dei momenti anche teneri…il primo bacio…se io penso al mio…ci avevo l’apparecchio, e pure lui! Rimanemmo incastrati per un quarto d’ora…vabbè, lasciam perdere! Mi parli degli ultimi anni del liceo, è un momento importante, il passaggio alla vita matura, all’homo politicus, le relazioni sociali.. cosa ricorda?

Michele: Ricordo… anni di dibattito intenso, dove le posizioni e le teorie si accavallavano conveemenza…

Meccanico: Compagni…

Orazio: (con panino) Hasta la victoria siem…. (lo guardano interrogativi)

Meccanico: Che c’entra?

Orazio: Non c’entra? Scusate…

Meccanico: Compagni… mi sembra a questo punto di poter legittimare il volere democraticodi questa assemblea, nella considerazione fondata che la totalità dei delegati hanno deliberato secondo statuto, votando all’unanimità la mozione “Archimede”. Pertanto… dichiaro a nome del popolo … Che il gol di Turone era valido! Orazio: Hasta la victoria siempre!

(tutti) Siempre, siempre…

Michele: Erano anni di liberalizzazione del sesso, anni di fermenti politici e ormonali, e dove

finiva la sensibilizzazione delle masse popolari cominciava quella delle masse ormonali, senza

soluzione di continuità. A quel tempo uscivo con Carlotta (compare), una specie di Nilde Iotti

in fase puberale… non bellissima, ma avanti, molto avanti, nello sviluppo dei temi sociali …e

in quello del seno. A quindici anni citava Marcuse con la stessa facilità con cui io citavo

Topolino e io avevo accettato di farmi istradare alla lotta di classe dietro il miraggio di una

palpata alle sue proverbiali tette.

Carlotta: La proprietà?

Michele: E’ un reato.

Carlotta: La religione?

Michele: E’ l’oppio del popolo.

Carlotta: Chi ha scritto il Capitale?

Michele: Groucho Marx.

(Carlotta allarga le braccia)

Michele: Carlo! … Carlo Marx!

Carlotta: Mi dispiace…

Michele: La sapevo! Era Carlo….


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Carlotta: Non sai quanto sono dispiaciuta… (andandosene)

Michele: La sapevo! Carlo… Era Carlo… (singhiozzando) … come Ancelotti….

Michele: L’unico momento di confronto politico in cui era consentito derogare alla miaignoranza dei classici del socialismo utopico era il ritorno a casa dopo le lezioni. Carlotta mi riaccompagnava col suo motorino rosso bandiera, un noto ciclomotore della Piaggio che lei aveva pomposamente ribattezzato da Ciao… in Mao.

(Michele è intento a far partire il ciclomotore pedalando disperatamente)

Carlotta: Il problema è che le multinazionali degli idrocarburi detengono il monopolio dellerisorse energetiche, escludendo le masse dall’accesso libero…

Michele: (esausto) A Carlò, il problema è che gli idrocarburi vanno inseriti nei serbatoi, èproprio la loro sede naturale…

Carlotta: Ma se gli ho messo duemila lire non più di un mese fa!

Michele: Embé? Il grande timoniere, secondo te, con duemila svolta un mese?

Carlotta: E ora che si fa?

Michele: Eh. Che si fa? A quest’ora i benzinai sono chiusi…

Carlotta: Lo vedi? E’ il monopolio!

Michele: Macché monopolio… stanno a mangià… giustamente…

Carlotta: E allora …azione dimostrativa!

Michele: Nooo… e basta azioni dimostrative!

Medico: azioni dimostrative?…

Michele: si! contro i detentori degli idrocarburi… Il colpirne uno per educarne cento… perCarlotta, tecnicamente, si chiamava “succhio”.

Carlotta: “succhio”… è l’esproprio proletario di benzina da automezzo capitalista a unciclomotore del popolo.

Michele: (sul muretto, l’azione è conclusa) comunque a me, ‘ste azioni dimostrative, allafine… mi lasciano sempre un po’ di amaro in bocca… Carlotta: Ma che hai ribevuto pure stavolta?

Michele: (tenendosi la pancia) ‘mpochetto…(al pubblico) Però, su quel ciclomotore, assaialternativo al sistema, la mia superficialità borghese trovava finalmente il giusto appiglio proletario …(aggrappandosi alle tette di Carlotta) Proletari di tutto il mondo unimoseee!! (musica)

Michele: era bella la rivoluzione. Eppure sentivo che qualcosa non andava. Quei nostriquotidiani ritorni a casa, Mao, la rivoluzione e noi, si scontravano con il socialismo reale di un traffico ogni giorno più opprimente, caotico, maleducato.


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In uno di quei viaggi danteschi nel girone degli isterici, ci imbattemmo un giorno in una signora anziana, che a dispetto del filo di perle al collo e di una garbata autobianchi A112, sfilava nella corsia degli autobus da svariate centinaia di metri, alternando suonate di clacson a svuotamenti di portacenere sull’asfalto… insomma, un repertorio da vero coatto del Mandrione. Al primo semaforo ci era ormai inesorabilmente alle spalle. Un secondo prima che il verde scattasse, il suo clacson già ci aveva mandato affanculo tre volte e, dietro il parabrezza, la tipa ci esortava a larghi gesti una ripartenza che non era nelle corde di Mao. (Esagitata mimica muta)

Carlotta: Aoh! Ma che stai in ritardo per buchingampalas?

Michele: A quel punto la tipa ci affianca, abbassa il vetro elettrico e sussurra un “se fossivostra madre vi insegnerei io l’educazione”. Per poi sgommare nevrastenica senza possibilità di replica. Per tutto il rettilineo che ci divideva dall’incrocio successivo pensai una serie di frasi ad effetto, tipo “se lei fosse mia madre, mi vergognerei di esser suo figlio”. Che mi avrebbe permesso di ripartire a mia volta, senza sgommare, lasciandola però a bocca aperta! Una vittoria nonviolenta …che manco Gandhi! Solo che appena ci affiancammo (punta il dito da maestrino, prende fiato e)...

Carlotta: mallevatedallepalle, vecchia de mmerda!

Michele: la vecchia… de merda, richiuse il vetro e se ne andò, lasciandomi in bocca lo

stesso amaro di un succhio malriuscito!

(musica)

Medico: Veda, la maturità è un passaggio dove spesso i nodi vengono al pettine… però è unpassaggio.

Michele: (pausa più lunga) E no. Cioè, i miei ricordi dicono di no. Più vado avanti e piùsembra affiorare un senso di…. disagio…

Medico: ..si… però come diceva Albinoni, “Dal disagio all’adagio…son poche lettere!”

Michele: Ah. E… quindi?

Medico: (affermativo) E quindi…(lunga pausa in cui Michele, imbarazzato, aspetta unacontinuazione) E quindi, prima di parlare di disagio, analizziamo se da qualche parte, tra i suoi ricordi… ce ne sta uno che ci ritira un po’ su… eccheppalle…! Michele: forse si...

Medico: lo vede?! Nella vita c’è sempre un bel bicchiere mezzo pieno col quale ritemprarsiun po’…alla salute! (silenzio) che fa non brinda? …non brinda! Correva l’anno…

Michele: Correva l'anno 1982, l'anno dei mondiali di Spagna … correva solo lui perchè ilCaliffone era ormai spirato per cause naturali…


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Meccanico: a Fabiè ma davvero ti sei fatto il Laverda? Bravo! Dal Califfo al Laverdino è unbel salto!…guarda ti devo dire che tra tutti i 125 è sicuramente quello che sullo 0/100 ti da più soddisfazione…ed è proprio di un motore così compresso, il vincere le leggi fisiche! Io ritengo che, con un giusto bilanciamento, spalle, testa, culo, tu possa dimenticarti della ruota davanti! Guarda, ti faccio uno schemetto, che anche un bambino capirebbe…

Michele: …dalla teoria del Meccanico alla pratica il passo fu brevissimo…Fabio, nell’arco dipochi mesi divenne un acrobata della pinna e, ormai, si stava allenando per battere il record della tangenziale est: dalla caserma di via Nomentana a Prati Fiscali, tutta in verticale!

Fu difficilissimo convincerlo a camminare su due ruote mentre andavamo insieme a quella festa mascherata in campagna…

Orazio: (entra vestito normale con il cinturone e il cappello) allora siete pronti? Non vorreiarrivare tardi…lo sapete, no?

Meccanico: (vestito da donna) è maleducazione?

Orazio: no! chi prima arriva meglio mangia!

Meccanico: perché non ti sei mascherato?

Orazio: ma come non mi sono…? non mi dire che non si capisce chi sono?

Meccanico: Orazio, col cinturone e il cappello!?

Orazio: glielo avevo detto a Clara, senza stella non si capisce che sono un cow boy-sceriffo Meccanico: invece con la stella…mettiti almeno una camicia a quadri, un fazzolettone…etogliti le scarpe da ginnastica, che non s’è mai visto un cow boy che fa jogging!

Michele: le feste in maschera…Era ancora l'epoca in cui ci si mascherava, dopo, dai 22 ai 35non ci si maschera più, nasce come una sorta di rifiuto che stranamente scompare intorno ai 40, fino a regredire del tutto verso i 48/50, quando ti piace a tal punto che ti maschereresti pure per andare a lavorare…

Meccanico: (guardando fuori) ecco, è arrivato anche Fabio…è vestito da militare…

Orazio: …poi dite a me? Da militare! classico travestimento di chi non si vuole mascherare … Meccanico: o di chi, come lui, è in libera uscita! Andiamo su, Michele con Fabio, io, te, ClaraChiaretta e Placido andiamo col 1100…

Michele: arrivammo alla festa con i nostri soliti 40 minuti di ritardo… stavolta non per scelta:fummo costretti ad un’andatura di non più di 40 km l’ora per colpa del mio travestimento: ero vestito da litro di latte...della centrale, mica… e lo scatolo che indossavo faceva un effetto paracadute, molto simpatico a vedersi, che mise a dura prova l’amicizia con mio cugino, che a quella velocità, su due ruote, non ci andava più dai tempi della Torpado!

Appena entrammo alla festa mi sentii gli occhi addosso, come quando hai la patta dei calzoni sbottonata o come quando esci dall'acqua del mare con una caccola in fuorigioco ...scoprii


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dopo che il mio vestito stava riscuotendo successo! Mi diedi un'occhiata intorno, c'erano come in tutte le feste: i 4 vestiti da Banda Bassotti, l’infermiera zozzona, ed il cow boy sfigato, cioè quello vestito normale ma con il cinturone e il cappello...ah, è Orazio! c'era Pinocchio… ma di Fate, almeno per il momento, neanche a parlarne... mi piantai una mezzoretta a guardare l’odalisca che faceva la danza del ventre, aspettando Fabio, che si era infrattato da qualche parte con una Jessica Rabbit de noantri... (musica arabeggiante – un minuto di danza del ventre)

Medico: Bettinelli? Signor Bettinelli! Diceva?

Michele: Ah, si… mentre mi aggiravo in questo marasma di scontatezza, m’accorsi che eraora che Fabio rientrasse in caserma e mi misi a cercarlo…(scorge una divisa da militare di spalle, gli si avvicina e lo chiama) a Fabiè guarda che devi rien…a scusami, pensavo fossi Fabio…

Giulia: (girandosi) …invece sono Giulia

Michele: e certo, Giulia…ci hai proprio la faccia…ciao Michele…anche te in libera uscita?

Giulia: io? Ah, si, in libera uscita…

Michele: pure mio cugino, Fabio, infatti lo stavo cercando perché deve tornare in caserma… Giulia: aò, che libera uscita…io sono una donna, le donne non possono fare ilmilitare…pensavo scherzassi…

Michele: (recuperando) e certo che scherzavo…ci sei cascata, eh? Scherzavo, è evidente! Losanno tutti: i maschi il militare e le donne fanno i figli …(si guarda intorno) Scusa, ma devo cercare mio cugino, non so se l’hai visto, vestito da militare stava con Jessica Rabbit…mi sa che si sono infrattat…apparta…andati a prendere un drink?

Giulia: come non li ho visti?! stavano a pomicià come scoiattoli fuori in giardino…vuoi ungoccio? (gli porge una birra)

Michele: grazie…

(passano Orazio e il Meccanico e sussurrano al fratello)

Meccanico: daje de succhiotto!

Orazio: morsicatela manco fosse un Camillino

Michele: e daje…scusa, i miei fratelli più grandi…e più scemi! che mi dai una mano a

cercare Fabio…siamo venuti con la sua moto e…lo sai che faccio? Fischio! Io sono un po’ un

maghetto a fischiare…mi piace proprio, se vuoi poi ti insegno…(fischia) sono convinto che se

sente il fischio, lui lo riconosce e viene subito

Giulia: come un cane?

Michele: noooo, che cane…dicevo, non è che alle feste solitamente si fischia, ma dato chelui sa che fischio, se sente un fischio si domanderà, “chi è che fischia” e, allora, magari


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rifischia e io, a mia volta, rifischio al suo rifischio, fino a quando fischio con fischio fanno

scopa eeee…chiaro no? (fischia)

Giulia: se vuoi fischiamo insieme…

Michele: ehhhh…però devi spingere coi polmoni…cioè non devi fare il fischietto dadonna…che voi ragazze siete buone e care, vi adoperate ma poi al momen… Giulia: (fischia alla pecorara) così?

Michele: ma chi sei?!!! Ti vesti da uomo, bevi, fischi…non mi dire che giochi anche apallone, che sarebbe…

Giulia: no!

Michele: ah dicevo…troppo…

Giulia: ho dovuto smettere per un infortunio ai flessori del ginocchio…ma a Marzo rientro incampo! La mia squadra è seconda in classifica e mi piacerebbe esserci per aiutare a vincere il campionato…

Michele: dai? Pure il torneuccio vi fate…e dove?

Giulia: al Flaminio…io gioco in serie A

Michele: noooooo!  Un  mito,  ho  incontrato  un  mitooooo!  Mi  devi  raccontare  tutto,  al

Flaminio, con l’erba…ma è fantastico! prendo altre due birre…ferma, non ti muovere, non

parlare con nessuno…sei mia…mi devi raccontare tutto…un mito! Fischia, beve e gioca a

calcio…un maschio vero!

(musica)

Medico: e anche questa Giulia è entrata a far parte dell’harem di Bettinelli…mi scusi, ma leimi parla solo di donne e di motori…

Michele: eeeeh… è che noi uomini abbiamo una cultura di base …oltre alle donne, solo altredue passioni…insomma, ci siamo fermati alle prime due grandi scoperte della storia: la palla e la ruota! Pure lei se si mette a ricordare …

Medico: forse ha ragione…anche se io, avendo dedicato la vita allo studio…tanto studio…troppo studio…poi dici che ti butti sul Postal Market… Michele: dottore che sta dicendo?

Medico: niente, niente…mi racconti invece come è andata a finire con questa Giulia… Michele: Vabbè…gliela faccio breve: con Giulia incominciammo a vederci, a frequentarci,sempre più spesso, quasi tutti i giorni… trovammo un’intesa perfetta; era carina, simpatica, intelligente, e soprattutto, con i miei stessi interessi: le piacevano il calcio, le moto, aveva una fantastica Harley Davidson, il vino…aveva le mie stesse passioni…tutte: pure le donne! Io glielo giuro dottoressa, se fosse stata femmina io me la sarei sposata…ma pareva un maschio!…divenne il mio migliore amico!


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(musica) Correva l'anno 1983, l'anno della maturità, non quella mentale ma quella

scolastica…io mi portai a casa un bel 39…e pure Orazio! Anche se con due anni di ritardo!

Per premio, Orazio riuscì a farsi comprare un vespone usato; all’epoca era consuetudine

togliergli le chiappe...

Medico: Ma è disumano!

Michele: Non a Orazio, al vespone!

Medico: Ah!

Michele: All'inizio perchè le rubavano, poi perchè era diventata una moda...il vespone nonpuò essere inquadrato in un periodo storico o in una ideologia politica, fa storia a sè, tanto affascinante quanto pericoloso: tra le prove di coraggio dei guerriglieri Afgani, c'è quella di guidare il vespone sui sampietrini bagnati! Possibilmente dove gli autobus lasciano le loro scie di gasolio!

Medico: (seria) Ma vero?! Ma mi sembra incredibile…

Michele: Aò, a Forrestgamp! …sto a scherzà!

Medico: E infatti! Mi sembrava…La maturità, diceva. Fu quello l’anno in cui prese la patente,immagino…

Michele: …la patente ed il diritto, dietro prenotazione, di guidare l'auto di famiglia. Misembrava di essere tornato ragazzino: chi prima si alzava giocava, gli altri …si arrangiavano. L’auto era, appunto, una Fiat 1100. Il 1100 rispettava in pieno i canoni richiesti per far parte dei mezzi di locomozione della nostra famiglia: c'erano le ruote diverse dell'"un" triciclo, i graffi della Torpado, la pesantezza della Bianchi, l'anzianità del Lambrettino...certo non si può dire fosse la macchina adatta ad un giovane e scoprimmo, dopo vari tentativi, che era immodernizzabile.

Clarabella: Il parasole con la scritta Gauloises ?

Meccanico: mmmm… soluzione soft.

Orazio: I fari fendinebbia!

Meccanico: mmmmm… Proposta interessante ma di profilo periferico.

Clarabella: le tendine con la faccia di Marylin?

Orazio: Quella delle morroidi?

Meccanico: Fuori luogo. Fa pariolino.

Orazio: Le emorroidi pariolino? Ce l’hanno tutti! Boh! …gli stop che si accendono anche sul

lunotto posteriore!

Meccanico: Aggressivo!

Clarabella: … e l’alberello magico!

Meccanico: …se è alla vaniglia ti do una capocciata!


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Orazio: Ci sono! Mettemoceli tutti e poi misceliamo con due altoparlantoni sulla cappellierache quelli seduti di dietro, quando scendono sembrano punk... !!

Michele: Ispirato dalla Torpado la dipinsi di rosso e ci disegnai un fulmine bianco sullafiancata, come la macchina di Starsky e Hutch...presi tante di quelle botte dai miei, e pure da mio fratello Orazio che mi picchiò subdolamente al corpo per non lasciare segni, solo perchè non gli piacevano Starsky e Hutch, ma uno Sceriffo a New York...e che la dovevo far diventare un cavallo?! A casa però capirono che serviva un'altra auto…

Padre: (entrando) ragazzi, una sorpresa per tutti voi! affacciatevi un po’: la macchina nuova!

Meccanico: (indicando) ma che la Golf?!

Padre: fuochino…

Orazio: la Uno?

Padre: fuocherello…

Clarabella: l’Y10?

Padre: fuochetto…

Meccanico: (desolato) la Panda…

Padre: fuocunzolo

Clarabella: (preoccupata) la 127 bianca? (il padre annuisce)

Meccanico: (schifato) con i sedili in finta pelle, rossi!

Padre: fuoco!

Orazio: fuocoooo! Siii! Damoje focooooo!!!

Padre: (scappellotto) neanche per scherzo Orazio, l’abbiamo appena comprata da unapensionata che l’ha tenuta tanto bene…non sembra nuova!?

Meccanico: no! Ci avrà minimo dieci anni! Almeno dimmi che te l’hanno regalata!

Michele: il passaggio dal 1100 alla 127 fu indolore, lo stile era lo stesso, ed a nulla valsepitturarla bianca, rossa e verde in onore dell'Italia mondiale!

Medico: L’automobile di famiglia è un’icona, un classico dell’immaginario giovanile. La sedeproibita delle prime esperienze legate al sesso… ricorda qualcosa in proposito?

Michele: No! Ma scusi, lei l’avrebbe trovata una ragazza disposta a fare sesso sul 1100 diStarsky e Hutch? O sul 127 di Nonna papera?! Correva l’anno 1984 quando il 1100 scelse l'eutanasia!

Meccanico: (come in un sermone funebre) …amici, io penso che, proprio in una sorta dirivincita nei confronti del mondo dei motori, con una dignità tipica dei grandi saggi, la nostra amata ha deciso di sfrenarsi...e non è un caso se, dopo una lunga discesa, si sia andata a schiantare, contro un Mercedes 5.000 Sec Intercooler! L’ultimo atto di ribellione di un auto…ma che dico auto, di una sorella! Che rimarrà sempre nei nostri cuori!


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Michele: ...la cerimonia funebre fu commovente, quando venne il carro attrezzi per portarlaalla demolizione, fu difficile trattenere le lacrime. In uno dei pochi attimi di lucidità tra un overdose di hamburger e l’altra, Orazio cercò di corrompere il demolitore affinchè portasse via anche il 127…

Orazio: signor demolitore, glielo assicuro, ho la faccia di uno che dice fandonie? era fermavolontà della cara estinta, di essere seppellita nella stessa tomba col 127. Giurin giurella, me possino cecà, erano inseparabili!

Michele: …non ci fu nulla da fare, ma questo suicidio aveva aperto un nuovo spiraglio.Appena passato il periodo di lutto, il Meccanico, convocò una riunione segreta di tutti i fratelli per concordare le modalità di acquisto di una nuova auto; ci eravamo tutti quella notte in stanza di Placido (appaiono), che era la più grande... Non perchè fosse il più fortunato ma perchè dormiva in salone. Volarono parole grosse…ma alla fine si arrivò ad un accordo: Quattro Ruote alla mano, fu stilata una lista di auto possibili: 1a la Golf, che era d'acchiappo; 2a la Ritmo Cabrio, che per me faceva cagare, ma era il giusto compromesso tra "la voglia di cabrio" e la nostra disponibilità economica; 3a, la Ford Fiesta che assomigliava alla Golf. Inoltre, decidemmo di cogliere il nemico di sorpresa: erano le 3 di notte quando svegliammo mamma e papà per convocarli nella sala riunioni, avevano una faccia che era un misto di sonno, stupore e un non so che, che sembrava dire…

Padre: se è una stupidaggine vi spacco in due che diventate dodici!

Michele: Orazio la prese alla lontana…

Orazio: Bene. Credo di poter dire che solo apparentemente le tre di notte possono sembrareun orario desueto per una riunione di famiglia. La realtà dei fatti è che il 2000 è ormai alle porte. E l’Europa unita non è affatto un sogno irrealizzabile…

Meccanico: …Orazio parla saggiamente. Infatti, possiamo considerare la Germania comeuna delle migliori nazioni produttrici d’auto, dal punto di vista tecnico. D’altro canto “4 ruote” ha una buona tiratura e raramente i sondaggi sbagliano…

Clarabella: E poi, nell’economia del libero mercato, la parola d’ordine è “differenziare imetodi di investimento”. E nell’esigenza di far circolare il denaro, in fondo, acquistare un auto

èun modo di capitalizzare il risparmio… Padre: ...ma se vò sapè che cazzo volete!?? Clarabella: scegli la 1, la 2 o la 3?

Michele: ...la faccia di mio padre era uguale a quella di Orazio quando veniva interrogato ininglese…

Orazio: watsmin?

Michele: Mio padre, uomo dalle grandi decisioni, biascicò…


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Padre: quale costa di meno?

Clarabella: la 3

Padre: quanto?

Meccanico: 4 milioni, una del '79.

Michele: Avevamo studiato bene l'anno di immatricolazione, come i commercianti scrivono9.900, noi con il '79 evitavamo lo shock del decennio successivo... Mio padre optò per una soluzione ibrida e dopo dieci giorni eravamo proprietari di una Ritmo del ’79, cappotta rigida, rigorosamente bianca, con la promessa che non l’avremmo pitturata… Orazio: ma come? Ti ho preso pure 39 alla maturità?!

Michele: Era l’anno dei mondiali, quelli dell’86, Paolo Rossi era un ragazzo come noi…solo

che lui ci aveva la Porsche!!

(musica)

Medico: molto interessante…ma… non per curiosità, esclusivamente per avere un altroelemento scientifico a disposizione, per conoscere, perché come diceva il grande…il grande… Michele: puffo?

Medico: No… se era il grande puffo me lo sarei ricordato…No, era più tipo Seneca…Catullo… ‘sti registi qua… (Michele fa per parlare ma lo azzitisce) shhhh…(ispirata) ”Gnosco ergo sum”!

Michele: ma non era cogito?

Medico: dopo…ma per cogitare devi gnoscere, se non gnosci …che te cogiti?

Michele: vabbè che voleva sapere?

Medico: Giulia…che fine mi ha fatto la Giulia, che peraltro ha il nome di un Alfa Romeo…ah,ah, ah …le risate!

Michele: mai sentito parlare di Bettinelli?

Medico: cioè, di lei?

Michele: Nooo… non io…Bettinelli.

(stacco altrove)

Giulia: Miche! Tu non sai! Non puoi capire! E’ fantastico!

Michele: Giulia! Che c’è? Ti hanno chiamato in Nazionale?

Giulia: (Mostrando un libro) Giorgio Bettinelli!

Michele: E chi è? Mi’ zio no, perché legge a stento, figuriamoci se scrive libri… Mio cugino sichiama Fabio…

Giulia: Non lo so se è tuo parente… ma è incredibile! Questo si è fatto da Roma a Saigon invespa!

Michele: Ammappelo…


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Giulia: E  ci  ha  pure  scritto  un  libro  sopra…  bellissimo,  entusiasmante!  Turchia,  Iraq,

Afghanistan… India… e infine Cambogia! Tutto in sei mesi… (sguardo enigmatico) Miche...

Michele: Giù?

Giulia: …’n’do’ sta la vespa?

Michele: Noooo…

Giulia: Dov’è? Dove sta ora?

Michele: no! tu sei matta col botto, è vecchia….

Giulia: Vespa vecchia fa buon viaggio! Dove sta? Esiste ancora?

Michele: Orazio mi ammazza! E’ come una sorella per lui…Esiste, ma è….

Giulia: Siiiiii! Vespa esistee! Tu, vespa piaggio dalle quattro marce fieramente manuali! Tu,musa dalle chiappe semisferiche! Tu, dalla sella oblunga, sarai montata a pelle da noi pellerossa metropolitani from roccacencia road…to Saigon! (fine dell’estasi) Allora? Annamo… Medico: Un po’ esaltata, ‘sta Giulia…

Michele: Giulia era diventata il mio vate, il sacerdote che veicolava tutte le mie preghiereverso l’assoluto in movimento. Mi lasciai convincere. Tentammo l’avventura tostissima, sulle tracce del grande Bettinelli: io, Bettinelli il piccolo, da Roma a Saigon in vespa! Era un caldo giorno d’agosto del 1986. Molto caldo. Troppo caldo... (stacco altrove, la vespa fuma)

Giulia: Fuma, la bastarda! Prima beve come un’assassina…e poi fuma! Ce l’ha tutti i vizi…troia!

Michele: Orazio si incazzerà, lo sapevo… abbiamo fuso la vespa!

Giulia: Animo! Chiederemo aiuto ad un locale… ci sarà un mujaidin… un pasdaran…qualcuno pasdaran… Dove siamo? Consulta le mappe! Michele: (alza lo sguardo) Romanina.

Giulia: Romanina?

Michele: Uscita 23. Raccordo anulare.

Giulia: Ancora? ‘mazza, pareva de più…!

Michele: La vespa! Orazio m’ammazza…

Giulia: Tranquillo! Primo, stai con me, e non ti devi preoccupare. Secondo… secondo…secondo te adesso ci facciamo vedere a casa?

Michele: No?

Giulia: Ma sei matto? Secondo te Giulia dice a tutti che va in Cambogia e torna dopo mezzagiornata, tradita dal mezzo meccanico?

Michele: No, eh?

Medico: No? E allora?


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Michele: Passammo quell’estate nel campeggio “Fioranella” all’uscita Nomentana del GranRaccordo Anulare. Ho passato estati più eccitanti. (stacco altrove, Michele e Giulia stesi, lui fischia)

Giulia: (sdraiata con una pagliuzza in bocca) Tu lo sai come si chiamava il progettista del

Gran Raccordo Anulare? Del GRA?

Michele: (annoiato) No.

Giulia: Gra! Te lo giuro! Ingegner Ernesto Gra! Un mitomane!

Michele: um…

Giulia: L’ha chiamato col suo nome… terribile! Pensa se l’avessi progettato io il raccordo… ilGiulia anulare!

Michele: um…

Giulia: Andiamo a fare un giro sul Giulia…!

Michele: Si…

Giulia: A duecento sul Giulia contromano….!

Michele: Capito….

Giulia: Code e rallentamenti sul Gran Giulia Anulare….!

Michele: Ho capito! Ho capito! (gli sale sopra per azzittirla)

(musica)

Michele: Capii solo in seguito che i tentativi dei miei di bloccarci la crescita a colpi diLambrettini e Fiat Ritmo non nascondevano altro che il desiderio di vederci crescere il più lentamente possibile, e averci così, vicini a loro, piccoli e indifesi… (silenzio)

Medico: Signor Bettinelli…Bettinelli…il suo racconto è molto bello, sa…Non mi si fermi

però…vada avanti…e poi?

Michele: E poi successe qualcosa.

Medico: Cosa?

Michele: Qualcosa se ne andò. E arrivò un vuoto improvviso che non seppi più colmare.

Medico: Qualcosa se ne andò? Che cosa perse esattamente?

Michele: Non è facile. Sarebbe più facile ricordare qualcosa ritrovato. Ma qualcosa perso…l’otto maggio 1987. E come tutti gli otto maggio dall’82 ci trovavamo tutti davanti alla tv, con videocassette, birra e patatine…

(il gruppo si anima, come preparandosi davanti alla tv)

Si commemorava la scomparsa del nostro pilota preferito, il nostro monumento. Era un rito introdotto da Fabio, mio cugino. “Gilles è il mio maestro!” diceva…

Orazio: Ma guarda questo…io più lo vedo e più mi pare matto… passa le patatine…

Giulia: si! ma che matto!…così si diventa miti…con questi sorpassi


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Clarabella: Quanto era bello! Guarda che profilo…

Meccanico: Quello non è un profilo, è un cx…un coefficiente di penetrazione… ma che vesto a spiega’…

Michele: Variante bassa, variante Ascari, curva del Tabaccaio… tutti quei colori, tutti queirumori... perchè quello era il rumore della vita, quella vera! E il mondo normale, quello a 50 all'ora, restava fuori, con le sue piccole trasgressioni… il passare col rosso o l'alzarsi su una ruota sola, coprendo la targa per sbeffeggiare il vigile di turno... a Fabio gli era presa così…ma che era rumore quello? Il grande Villeneuve, lui si che faceva rumore, dentro quel bolide rosso; riusciva a rapirti la fantasia! Ogni giro di pista era una sfida con se stesso… Orazio: Era proprio un grande…

Clarabella: proprio un grande fico! ..ma Fabio non arriva?

Giulia: ..e mò viene, guarda...

Meccanico: Zitti! Questo è il momento dell’incidente… dopo la curva! Dopo la curva ilrettilineo, dopo il rettilineo la gicane, dopo la gicane…

Michele:...più niente! in quello stesso istante a mezzo chilometro da noi, come se il destinovolesse unire nella celebrazione della giovinezza l’allievo e il maestro, Fabio si accorse che una ruota sola era troppo poco per lui... Non ci fu mai il record della tangenziale. Quel giorno capimmo tante cose, lasciammo perdere i rossi semaforici, le impennate e i vigili… Restammo li a guardare mentre se ne andava, insieme all’adolescenza…con un ronzio insopportabile (ronzio). E io … non seppi più riprendermela. (inizia a fischiare, lentamente…i suoi ricordi escono dal loro ambito e si avvicinano a M.)

Padre: Che vuoi te, il motorino? A me tuo nonno, quando feci sedici anni …

Nora: A Bettine’, ma tu baci così? Te facevo più svelto…

Tamara: questo è il mio disco preferito…balliamo?

Orazio: le donne so come il pane, non se butta niente!

Clarabella: se morroidi si dice emorroidi, morso si dice emorso?

Meccanico: i motori son come il pane, non se butta niente!

Giulia: Lo senti il rumore? (ronzio) E’ il buco dell’ozono che si allarga…(il dottore si toglie il camice, dal fondo, in penombra)

Fabio: … E’ il deserto che avanza! I nostri anni stanno desertificando, Miki! Ci vorranno 10,20 anni…. Ma il deserto arriverà. Scusa Miki, ma io non voglio stare qui ad aspettarlo… scusami (si allontana) …scusami…

Michele: Fabio…Fabioooo (scoppia a piangere)


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Medico: (rimettendosi il camice e uscendo dalla penombra) Riposi ora, signor Bettinelli.Riposi. (lo fa adagiare sul letto - il ronzio diventa musica, piano piano tutti gli attori si rimettono i camici e si fanno intorno a lui come la scena iniziale)

Medico: Signor  Bettinelli,  abbiamo  elementi  nuovi  sulla  dinamica  dell’incidente,  che  ci

aiuteranno, probabilmente, anche a ricostruire le parti mancanti della sua memoria.

Meccanico: Sembra che lei, al momento dell’incidente, non stesse su una moto, ma su di

un…. Si, insomma… un Triciclo!

Michele: Un triciclo?!

Medico: Pare che lei si sia lanciato a tutta velocità dalla discesa del Pincio, facendo urlainfantili…

Orazio: finchè non è stato fermato dall’impatto con un cassonetto della spazzatura fermosulla piazza.

Michele: Un cassonetto?

Clarabella: Si.

Michele: Differenziato?

Padre: Probabilmente.

Michele: Come è possibile?

Medico: Una regressione, signor Bettinelli, una regressione…

Michele: no! Dicevo: un cassonetto in mezzo alla piazza?

Meccanico: stava lì! Sa questi dell’Ama sò distratti…

Medico: Comunque, la regressione, avviene nelle personalità che rifiutano l’evoluzionenaturale dei tempi..

Padre: diciamo che invece di diventare padri, tendono a tornare… figli.

Medico: Perché non mi parla di quell’anno? Cos’era, l’’87, giusto?

Michele: Io… quell’anno… ricominciai ad andare in giro in vespa …distratto… distratto dalla

città…dai seni al vento delle donne…guardando culi. Leggendo i manifesti. Poi ho peggiorato.

Medico: (prendendo appunti) Cioè?

Michele: Guardavo i manifesti.

Medico: Beh?

Michele: …e leggevo i culi. Levis, Jesus, Spitfire…

Clarabella: e dopo?

Michele: …dopo?… smisi di fischiare! Non ci riuscivo più…

Medico: Ah…smise di fischiare…anche questo un gesto di ribellione inconscio! Strano però,le piaceva tanto. Perché?

Michele: il ponte….


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Clarabella: voleva buttarsi di sotto?

Michele: il ponte! m’hanno messo un ponte tra questo e questo…

Medico: ma prima lei ha fischiato?!

Michele: perché stavamo parlando di prima del ponte…dall’87 in poi ho smesso di fischiare

per colpa del ponte: ffffffffffffff, vede, ci riesco poco o niente…

Medico: interessante! il nostro cervello a volte si auto convince…(di scatto) E nell’ 88?

Michele: E nell’88…. Boh!

Medico: Mmmm …e nell’89?

Michele: Eeeeee… ho ricordi confusi…

Meccanico: 90?

Michele: Buco.

Orazio: 91?

Michele: Idem.

Clarabella: 92.

Michele: Nero.

Padre: 93…98… 2005?

Michele: Non mi ricordo niente, dottore, il vuoto assoluto. Nulla.

Medico: La diagnosi è fin troppo chiara. Lei ha rimosso dalla sua vita un periodo di circa 20anni, quelli della maturità dell’uomo. Lei, mi perdoni, è un immaturo…

Padre: …alla ricerca di un’infanzia scorsa troppo veloce. E spezzata all’improvviso, proprio acausa di questa velocità.

Michele: Eppure, dottore, io ricordo….

Meccanico: fino all’87? poi il nulla, no? È normale, la rimozione è un atto di difesa dellamente.

Medico: Lei, come dire, ha rallentato… o forse si è fermato!

Michele: no! io ricordo…Qualcosa di vicino nel tempo… qualcosa di bello…

Orazio: magari è qualcosa di inventato… Lei ha avuto per anni una testa sotto pressione…

Medico: che a un certo punto … ha fatto bum!

Michele: Triclo bum!

Medico: Prego? Triclo bum! ahhhh, ancora la storia del triciclo…

Clarabella: Dottore, ci sono visite per il signor Bettinelli. Possono entrare?

Medico: Un attimo. Michele, di là ci sono probabilmente i suoi fratelli. Potrebbe essere unimpatto molto forte con il suo passato, la velocità dell’infanzia e il resto..... lei è pronto? Clarabella: Veramente… sarebbero la moglie e il figlio.

Medico: la moglie…pure questo è riuscito a sposasse?! Ci ha pure un figlio?!


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Michele: Si! Triclo… bum! (ride istericamente)

Clarabella: la signora è ancora molto scossa, è riuscita a sapere solo ora dove lo aveva

portato l’ambulanza …. (entra la moglie: Giulia)

Giulia: dov’è? Dove…Michele…

Michele: Giulia

Medico: Giulia????

Giulia: Miche come stai…come sta dottore?

Medico: lui bene…sono io che…

Padre: ma forse lei ci può spiegare cosa è successo, visto che lui non ricorda?

Giulia: che è successo? è successo che questo carciofo mentre giocava col figlio, per farloridere, si è messo a cavalcioni del triciclo, prima ha impennato e poi si è lanciato giù per la discesa… ha preso velocità ed è finito contro i cassonetti… Michele: … E triclo... bum!

Clarabella: Eh, ma pure lei bum!

Medico: ma scusate, così… la mia diagnosi?

Meccanico: Troppo veloce professore.

Orazio: parlerei di una diagnosi spericolata… su una ruota sola! Pausa pranzo? (Michele si defila, e piano piano scompaiono tutti)

Michele: Correva l’anno 2006. Dopo lunghissima frequentazione ma brevissimofidanzamento, io e Giulia, l’eroina che aveva ricondotto la mia vita alla giusta velocità di crociera, modificando radicalmente la sua, convolammo a frettolose nozze (e te pareva!), causa improvvisa gravidanza e prematura nascita del piccolo Fabio.

Correva l’anno 2007 quando Fabio, il proprietario di un pericoloso veicolo a tre ruote, cominciò a capire lo straordinario potere che aveva di far fare ad un adulto –nella fattispecie io- le cose più stronze al mondo pur di vederlo ridere. (mima facce buffe e fa versi strani) Compreso cavalcare un triciclo e buttarsi dal Pincio su una ruota sola.

Correva l’anno 2008 quando l’America elesse il suo primo presidente nero, dando a tutti la speranza che il mondo stesse veramente per cambiare velocità.

A me (confidenziale) la speranza la diede il suo primo discorso da presidente, quando, ricordando gli anni della giovinezza confessò che la sua prima macchina fu – e giuro che è vero - …. Una Fiat Ritmoooooo!!!!! E non so come, ricominciai a fischiare…Fiuuuuuuuu!!! (esce fischiando)

(musica)

FINE


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