A tirà tropp la corda, la se romp…

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“A TIRÁ TROPP LA CORDA, LA SE ROMP…”

“A TIRÁ TROPP, LA CORDA LA SE ROMP…”

“A TIRÁ TROPP LA CORDA LA SE ROMP…”

Commedia in tre atti di Piergiuseppe Vitali e Roberto Santalucia

Edizione in dialetto milanese di Lucio Calenzani

         Personaggi:

-Nino:                             cittadino soffocato dalle tasse

-Angiolina:                      moglie di Nino, non si cura delle tasse

-Alfio:                             figlio di Nino, pagato con voucher,  ma tassato

-Vito:                              fratello di Angiolina, che crede di sfuggire alle tasse

-Gilda:                             vicina di casa, tassata giuliva

-I vigile:                           indaga

-II vigile:                         scrive

-Impiegato comunale:      esattore, suo malgrado

-Una cittadina:                 sopraffatta dalle tasse

-Sonia:                             non si sa se paga le tasse


PRIMO ATTO

SCENA PRIMA

(Interno di cucina d’una casa popolare, tavola apparecchiata per prima colazione con sedie al centro della stanza. Angelica ai fornelli di spalle prepara da mangiare. Scampanellata alla porta, due volte)

Angelica 

(sospende ciò che faceva e va ad aprire) Vegni! Vegni! Che pressa!... (compare con Nino) Ah, te see tì?                                                                                                              Nino                                                                                                                                                    Sì son mì… Perchè, te spettavet queivun d’alter? (con agitazione)                          Angelica                                                                                                                                     (ironica) Sì, l’amante mattutino, perchè a la sera ghe n’hoo on alter!                                  

Nino                                                                                                                                                 T’hee faa ben a dimmell inscì quand cominci a coppà, i coppi anca lor. Stavolta foo ona strage, quii lì voeuren famm crepà mì, ma se sbaglien. ”Crepi Sansone con tutti i filistei”                                                                                                                         Angelica                                                                                                                                        (serafica) Ma chi hinn ‘sti filistei, se pò savell?                                                                                      Nino

(agitando in aria la cartelletta che tiene in mano) Questi! Hinn questi i filistei. Quei di tass. Bastardi!!

Angelica (conciliante) Calmet Sansone!Vosa minga ch’el fioeu el dorma anmò.

Nino                                                                                                                                             (guarda stizzito l’ora) Eh,nò… cara la mia mamma indulgente! Mì son chì in cà mia e vosi fin che voeuri e se al signorino la ghe va minga ben, quella l’è la porta! E adess mócchela che incoeu l’è minga el dì.

Angelica

(sempre conciliante) Oh Nino, calmet: varda come te see stravolt. Te voeuret fatt vegnì on colp?

Nino

No! El colp l’hoo giamò ciappaa stamattina (mostra la cartella): 987 eurucci e 53 centesimi, poeu i 25 per i sindacati che l’hann compilaa, semm rivaa a pussee de mila.

Angelica

(conciliante) Eh, pazienza! De famm moraremm minga istess.

Nino

(la guarda) Tì,colle riserve corporee che te gh’hee,nò de sicur!!!

Angelica

Scemo!!

Nino

Scemo sì che me son lassaa rapinà mila euro senza reagì (pensa tra sè) En ciappi 1200 de pension e gh’hoo de daghen mila per mantegnì i lader. Se ghe pensi me ven l’ulcera.                                     

Angelica

(calma) E tì pensegh minga! Oramai te’l see che tutt’i ann l’è inscì.

Nino

Nò cara, tutt’ i ann l’è pesg, prima gh’era la tassa famiglia, via quella è rivaa l’ICI, via quell è rivaa l’IMU e adess la TASI.

Angelica

Mì TASI soo nanca se’l voeur dì, però la me pias (ripete giuliva) TASI…

Nino

(sempre nervoso) El soo mì se ‘l voeur dì! Paga e tasi, perchè quest ann l’è quasi raddoppiada e l’ann che ven el sarà anmò pesg perchè inveci de la TASI riva la IUC (sobbalza) e numm con dò cà te vedaree che stangada.

Angelica

(sobbalza come il marito) La me pias minga (scuote la testa) IUC! Ma te see propi sicur?

Nino

Certo! Varda che numm gh’emm doo robb sicur a sto mond, la mort e i tass e domà la mort la se ciama semper istess, ma almeno la mort la riva ona volta sola. Inveci i tass dò o tre volt a l’ann!

Angelica

E già! Morì dò o tre volt a l’ann se pò minga.

Nino

Chi t’ha ciamà Angelica, l’è staa on profeta (alza la voce) Vàrdela lì: mì sont furios come ‘na bestia e lee la rid!!

Angelica

Per i tass piangi minga de sicur, te pianget assee tì. E dismett de vosà.

Nino

Perche dorma el tò piscinin, vera? Oh mama, te’l see che hinn i vundes or? El gh’ha pussee de trent’ann e l’è anmò in lett? Tragh adoss on sidell d’acqua.

Angelica

Ma el sarà andaa in lett tardi, te’l see che el va giò a vuttà el sò amis al “pub” e in quii post lì gh’è minga de orari! E poeu de nott.

Nino

Mì soo nient: el parla domà con la soa mama inscì la morisna ben ben. Inscì adess el fa el papista, el lavora al “pub”. El fa pù el giardinee che ghe piaseva inscì tanto?

Angelica

Nò, sì, quell le fa anmò ma domà quand l’è bell temp: quand pioeuv, a la sera el va a dagh ona man al “pub”.

Nino

Ah, hoo capii, allora per savè indoe andà a lavorà a la mattina el gh’ha de vardà i prevision del temp la sera prima. Chissà che stress tutta quella incertezza… Scolta, e trovà on lavorà regolar, normal de ‘ndà la mattina e tornà la sera come fann tucc, nò eh? El gh’ha anca el diploma. Bell guadagn ch'emm faa!!

Angelica

Perchè, segond tì, lù on lavorà come te diset tì le cerca minga?

Nino

E allora perchè el sta in lett fin a mezzdì? Se’l spetta, la manna dal ciel? Varda lì, hinn i vundes e ‘l gh’ha ancamò de fà colezion (indica la tavola apparecchiata)

Angelica

Tì per quell preoccupet minga che ghe pensi mi al sò nutrimento.

Nino

T’el see ‘se me ven in ment? Che quand l’emm faa forsi numm duu serom on poo denutrii e a lù gh’è restaa la canetta de veder. Eh?

Angelica

Mì denutrida son mai stada, allora l’è colpa toa.

Nino

(fiuta l'aria) E incoeu, con cosa te me nutrisset che senti on bon profumin? Cassoeula con la verza? Eh? El capissi dal profumm!

Angelica

Beato tì che te sentet el profumm, mì senti 'na spuzza che me par de ves in d'ona stalla.

Nino

Ignoranta, questi hinn i odor de la roba genuina che ven de la terra, come ona volta. Adess gh’è el “slow food”, el “fast food”, ma che vaghen lor a fass fott. Mì e ‘l tò fradell, che de chì a on poo el sarà chì, te vedaree che mangiada…

Angelica

Ah! Quell el fa minga fadiga de sicur! El mangiaria anca ona sciavatta, basta trovalla pronta! Lù sì che l’è bon de gòdela la pension.

Alfio

(entra in camicia e ancora assonnato si siede per la colazione) Beati vialter che la godov la pension. Io, ammesso che ci arrivo alla tua età, non la prendo di sicuro, minimo dovrò lavorare fino a settant’anni… (intanto Angelica versa il latte nella tazza che Alfio annusa prima di bere)

Nino

Comè a settanta? Ma nanca a novanta tì te andaree in pension! Ohéi, eh, cocco di mamma, varda che mì hoo lavoraa quarantaduu ann e tì t’hee giamò passaa i trenta e t’hee faa nanca ona marchetta…

Alfio

(con compatimento) Contributi ai fini pensionistici papà, le marchette hinn on’altra roba.

Nino

Bravo, grazie!Tì ciami pur anca oeuv de Pasqua, ma senza lavorà, nisba.

Angelica

(interrompendo) Ma el ve par quest el moment de parlà de ‘sti robb?

Nino

Bene! Allora parlèmm de questi (agita la cartelletta delle tasse) Ghe domandom al signorino la giusta definizione di questi? Contributi tassativi ai fini strozzativi (fa il gesto) dei poveri cristi, può andare bene? Ma già… lui cosa ne sa? Oramai a pagà l’è semper el vegg!!!

Alfio

(svia il discorso) Ma papà, hai cambiato il dopobarba? (continua la colazione)                                                                       Nino                                                                                                                (perplesso) Se gh’entra el dopobarba adess?                                               Alfio                                                                                                                                E'che sento… una puzza… (annusano l’aria)                                                                   Angelica                                                                                                                          (al figlio) Te gh’hee reson, ma l’è la cassoeula con la verza che sont adree a fà per disnà                                                                                               Nino

E già perchè chì la gent normal, compres el tò zio che de chì a on poo el sarà chì, a  st’ora chì se preparen a disnà, minga a fà colezion con la brioscina!

Alfio

Ho finito, adesso vado, faccio la barba e mi vesto che qui si ha voglia di litigare (esce, Angelica sparecchia e subito apparecchia per il pranzo)

Nino

(alla moglie) L’è in gamba el tò fioeu, eh? Per vegh dii de 'ndà a lavorà el dis che gh’hoo voeuja de taccà lit. Bravo! Allora mì in de ‘sta cà podi pù nanca parlà? Gh’hoo domà de pagà e citto, eh?

Angelica

(tranquilla) Certo! Paga e TASI (indicando la cartella delle tasse).

                                                        

SCENA SECONDA

Nino                                                                                                                                (bussano alla porta) Quest chì l'è el Vito, tò fradell

Angelica

(guarda l'orologio) Se l’è lù, l’è in orari come on treno svizzer (va ad aprire) Cià, ven denter: ona mezzoretta e l’è pront.

Vito

(annusa) L'odor l’è bon (va a sbirciare tra i fornelli) Questa chì l’è cassoeula. Propi quel che ghe voeur con la famm che gh’hoo incoeu (va

verso Nino che sta guardando la cartella) S’te fee? Te seet adree studià? (apre il suo giornale)                                 

Nino

(incavolato, gli sventola un foglio sotto il naso) Tas, tas e poeu anmò tas… anca quest'ann m’hann mongiuu come ona vacca olandesa. Toeu, varda.

Alfio

(abbassa il foglio) Nò, son minga pratich! Ma se te inrabissett a fà? I tass gh’hinn semper staa fin da Adamo ed Eva, oramai se sa: fann semper inscì, mongen quei che ghe n’ha. Me piasarìa pagai anca mì i tass, perchè vorarìa dì avegh roba e danee, ma siccome gh’hoo nagott, paghi nagott!                                                                                        Nino

Come nagott?

Vito

Saroo minga scemo a pagà i tass che sont on nullatenente, la mia part de la cà del mè por papà ghe l’hoo lassada a la mia sorella (indica Angelica) donca adess gh’hoo domà la mia misera pension (rientra Alfio con camicia e cravatta).

Nino

Ah, te see furb tì, eh! Allora tì ona tassa che l'è voeuna te see nanca ‘se l’è,vera?

Vito                                                                                                                                                          Sigura ch’el soo ma per mì la tassa l’è domà la femmina del tass. Qui lì (indica la cartelletta) de mì hann mai beccaa on ghell, mì sont on por pensionaa.                                                                       Alfio                                                                                                                                    Ciao,zio (poi alla mamma). Mi dai una mano?                                          Angelica                                                                                   (sistema la cravatta) Furb el tò zio, eh?

Alfio                                                                                                                                                                Ghe par domà de vess furb perchè in realtà, guarda zio, che le tasse le paghi anche tu e come, incominciando da quelle sulla pensione e ogni volta che fai una spesa qualsiasi,quando fai benzina per esempio,la  metà se ne va in tasse. Poi c'è la corrente, il gas, il telefono,la televisione,le sigarette,pure quelle elettroniche. Si paga per andare a funghi e pure per farsi sotterrare al cimitero.

Vito                                                                                                                                                        Beh, se quii lì hinn tass incorporaa pazienza, ma quella del cimiteri propi nò. Quii pocch danee che gh’hoo, i foo foeura tucc prima: vorarà dì che se voeuren scoeud, ghi cercarann al tò papà che l’è abituaa a pagà. Angelica                                                                          Toeu,quella del cimiteri la savevi propi minga(continua a sistemare il figlio)

Nino                                                                                  (arrabbiato)Sann propi pù indoe taccass ‘sti bastard… De chì a on poo mettarann la tassa anca su chi va a donn.                                             Vito                                                                                         Mì de quella part lì son tranquill perchè voo con quella di alter, donca la tassa la paghen lor.

Alfio

Beato te zio, che hai sempre voglia di scherzare!

Vito

E se gh’hoo de fà? Piang? Mì nò,a fà quell ghe pensa giamò el tò papà. Lù si che l’è on contribuente modello. Però dopo el se inrabiss(sfottendo)… se fa minga inscì,cognatino…

Nino

(s'inalbera)Me inrabissi sì,me inrabissi!Porca de quella porca, se almeno tucc quii danee che pagom a servissen a queicoss de bon… Inveci nò, a ciappen des,vint,cinquanta volt quell che ciappom numm e de soramaross a roben anca… L’è che hinn tanti: per vun che lavora ghe n’emm des de mantegni a ostriche e champagne. Almeno quand gh’era el rè l'era vun soll, adess hinn mila,  mila e ancamò mila…

Angelica                                                                                     (al marito battendogli sulla spalla)Calmett Nino,che te va sù la pression (al figlio)Adess tì te vee e quand te rivet varda che de lì a on poo numm mangiom

Nino                                                                                             Ma se l’ha appena finii de fà colezion ai vundes or, come i sciori…

Alfio

(risentito)Guarda che se ho fatto colazione alle undici come i sciori è perché ho lavorato fino alle due di notte!

Nino                                                                                          Sì,al “pub”… Chissà che vitascia,eh? La musica,la birra,i donnett. Regordess che quand hoo cominciaa mì a lavorà de ann ghe n'avevi quattordes,minga trenta,fasevi des or al dì a portà el sidell de la malta che l'era de ferr e‘l pesava pussee de mì e quand ghe n'avevi desdott hoo cominciaa a fà sabet,domenica,sera e mattina a famm sù la cà, propi questa indoe te ghe stee denter tì bell comod e indoe adess gh’hoo de pagagh a sora l'IMU che l’è pussee che on fitt, alter che “pub”.   

Alfio

(sempre più risentito)Guarda che io al pub lavoro,non mi diverto.Devo portare i fusti di birra,servire ai tavoli,lavare e asciugare piatti e bicchieri,riordinare tavoli e sedie,tener d'occhio qualche ubriaco e magari qualcuno che ti vomita addosso e tutto questo mentre gli altri si divertono intorno a te.

Nino

(gesto ironico di commiserazione)Quell lì el gh’ha de vess uno stress psicologico minga de rid(alla moglie). T’hee sentii, moglie?(torna serio)Ma se l’è inscì brutt sto accident de sto lavorà perchè te see dee minga de fà a trovann on alter, magara de andà a la mattina e tornà a la sera come fann tutt’i alter,eh?

Alfio

(s'inalbera)Tutt’i alter? Ma quai alter? Ma vivov su la luna? Te see restaa indree,car el me papà. Il mondo sta cambiando, non te ne sei accorto che gli unici che stanno al sicuro sono quelli in pensione come voi!Per quelli come me non c'è futuro,noi non potremo mai andare in pensione,ma non c'è neanche presente perchè non c'è lavoro. Le fabbriche? E dove sono le fabbriche?

Nino

Te’l disi mì indoe hinn! Hinn indoe ie troeuven quii che vann a cercai. I casi hinn duu:o te veet innanz a fatt mantegnì con la pension del tò papà anmo trent’ann, o te capisset che l’è mej on oeuv incoeu che la gaina doman…

Angelica

Fagh minga caso Alfio, né a l’oeuv né a la gaina:lù el parla inscì perché l’è rabbios con quei di tass.

Alfio

Per forza aumentano le tasse,meno gente che lavora,meno soldi in circolazione anche per pagare le vostre pensioni. Perchè forse tu non hai ancora capito che a pagarti la tua pensione sono i giovani che lavorano, anche facendo lavori saltuari come me, coi “voucher”.

Nino

(arrabbiato) Cosè? Adess te see tì che te me mantègnett mì coi “voucher”?

Vito

(interrompe per correggere)Vafer,se dis vafer:hinn i biscott,che dopéren per fà el tiramisù

Nino

(sempre più arrabbiato)Tì tas che t’ha ciamaa nissun.(al figlio)E tì regordess,caro el mè saputello,che se ciappi la pension l’è perchè hoo pagaa quarantaduu ann de contributi e se adess ghe ne pù l’è perchè inveci de fai fruttà i hann mangià quella maniga de lader e lazzaron che me maneggia,per ognidun che lavora ghe n’é des che mangia e fann la bella vita, compres i disoccupaa…

Alfio                                                                                 Mì l’è mej che vaga,sedenò…(esce infuriato col padre;pausa)                                                      Vito                                                                                                          (a Nino)Te gh’hee reson, l'era mej quand gh’era el Rè

Nino                                                                             (alla moglie)Te see minga bona de fall tasè?

Angelica                                                                           Nò,te see tì quell che gh’ha de imparaa a tasè…

Nino                                                                              Allora son mì quel che gh’ha de tasè,eh? Gh’hoo pù nanca  el diritto de parlà col mè fioeu? Ma te vedet minga che a furia de coregh adree a dagh el latt de gaina te l’hee ruvinaa.

Angelica                                                                                   Varda che se el trova minga de lavorà l’è perchè ghe n’è minga. Se te savesset quanti curriculum che l’ha spedii…                                                          Nino                                                                                    (ironico)Ah,lù l’ha spedii i curriculum… Varda che a cercà de lavorà se va de persona,se se fa vedè volonterosi e disponibili.

Angelica                                                                               Varda che l’ha faa anca quell e ona quei volta sont andada insèma anca mì… ma nagott de fà.                                       ****

Nino                                                                                      (ride divertito)Allora l’ha faa come el Giromètta,eh?

Angelica                                                                                  El soo nò… Ma chi l’è sto Giromètta?

Nino                                                                                       L'era vun come el tò fioeu: che l'andava a cercà de lavorà cont adree la mamma e intant che lee la parlava col padron,lù(mima)dedree ai sò spall,el faseva segn de nò col did. De lavorà n’ha mai trovaa.

Angelica                                                                                    Ma tì ti scoltett minga i telegiornali? T’hee mai sentuu che in Italia gh’emm trii milion de disoccupaa e quasi tucc giovin come el nost Alfio.

Nino                                                                                                 E tì t’hee mai sentuu dì che in Italia tra regolari e nò gh’em trii o quatter milion de extracomunitari che lavora?

Angelica

(candidamente)Sì,ma quest se‘l voeur dì?

Nino                                                                                           Voeur dì che quii lì gh’hann famm e voeuja de lavorà i nost gh’hann la panscia pièna e fann i disoccupaa.

Angelica                                                                                Ma minga tucc, però.

Nino                                                                                         Ah,nò? Varda,varda foeura de la finestra:gh’è la cà del Battista che hinn ‘dree sistemà: hinn là in vott o des. Di noster ghe n’è lì duu compres el padro. E quand hann asfaltaa la piazza del mercaa… tucc negher! Allora?

Vito                                                                   Quii lì i hann ciappaa negher per intonai col color del catramm e poeu perchè hinn pagaa de meno e “in… nero”(ride)

Nino                                                                                     T’hee finii de dì scemad?

Vito                                                                                      Oh Madona,se pò pù nanca scherzà?

Nino                                                                                Incoeu l’è minga el dì…

Vito                                                                                (alla sorella)Manca anmò tanto a disnà?

Angelica                                                                                                                                                   (guarda i fornelli)Ona mezz’ora de sicur,anca pussee inscì spettom che riva l’Alfio inscì mangiom insèma.

Vito                                                                                              Allora mì voo a fà on girett che l’è mej(gesto a significare:visto l’aria che tira… esce)                                                                      Angelica                                                          (rimproverando)Bravo,inscì adess el va in gir a bev a stomigh voeui e dopoel sta mal.Poverett l'è inscì delicaa de stomigh…

Nino Pussee che de stomigh l’è delicaa de s’cena anca lù quell lì.E già

(indica Angelica)fin ch’el troeuva la soa sorella scema che ghe fa la serva.

Angelica                                                                                                                          Ma l’è mè fradell! Se foo? Ghe foo fà el barbon? Poverett… el gh’ha nissun.                                                                  Angelica                                                                                                                                                (bussano alla porta, va ad aprire e rientra con Gilda)Spettom chì onmoment che voo de là,torni subit(esce a sinistra)

Gilda                                                                                      (saluta)Ciao Nino,son restada senza asee e senza formagg de grana.Son vegnuda a fammen imprestà on tocchell.Purtropp de quand el Gasper l’ha saraa la bottega, succed de spess de restà senza on queicoss.

Angelica                                                               (rientra con un pezzo di grana su un piatto e una bottiglia d’aceto)    De asee ghe n’hoo domà ona bottiglia,te n’hoo miss denter metà in questa (mostra una bottiglia del vino) Te ghe n’hee assee?

Gilda 

Sì,sì,ne vanza anca… Grazie,doman voo al super a fà la spesa e te rendi tusscoss,gh’hoo giamò la lista pronta !

Angelica                                                                                   (mentre parla torna ai fornelli)E già, in quii post lì senza lista,con tutt quell che te vedet, te se pèrdet.

Gilda

L’era inscì comoda la nostra bella bottega sotta cà… qualsiasi roba te mancava…

Angelica                                                                                Eh sì,la bottega del Gasper la ghe manca a tanti,l’è propi on peccaa che l’abbia dovuu sarà sù.

Gilda                                                                                    Eh,i banch scherzen minga,per on poo gh’hann faa credit e dopo l’hann faa saltà: disen che gh’hann miss i man anca su la cà e che lù el sia pù padron de nagott. Eh sì, por Gasper… l’ha faa ona brutta fin.            Nino                                                                                                   (levando il capo dalle scartoffie)L’è minga staa furb assee, ecco perchè l’è finii malament e la colpa l’è minga domà di banch. Quii lì hinn rivaa dopo come avvoltoi, ma i sò disgrazzi hinn cominciaa coi controll de la finanza e i tass minga pagaa.                                                     Gilda                                                                     (maliziosa)E forsi anca on quei viziett…

Angelica                                                               (scandalizzata)Chi? El Gasper? Ma se te cuntett sù? Poverett, l’è staa tutta colpa de la crisi. D’altronde l’è minga lù l’unich che l’ha dovuu sarà bottega:l’ha saraa la giornalatta in stazion,quell di scarp giò in piazza,la Gina fruttiroeula,el Toni macellar,quell ch’el vendeva i benis!  E poeu ghe n’é di alter,tucc vittim de la crisi. Oramai a girà in paes  par de vess in d’on cimiteri de nott, e gh’è de vegh paura a andà in gir.

Nino                                                                 Varda che gh’entra nagott la crisi: quii lì hann saraa sù i negozzi perchè eren stuff de lavorà domà per pagà i tass.

Gilda                                                                                  Sarà come te diset tì, però a nissun de quii lì gh’hann portaa via la cà.Come mai? Per mì el caso del Gasper l’è minga ciar,gh’è sotta on queicoss d’alter.                                                                         Vito

(rientra sulle ultime parole)El Gasper, quell de la bottega? Gh’avii de vedè che bell cartell che gh’è tacca sù sul porton saraa… Propi bell,un poo el fa rid, on poo el fa piang.

Angelica                                                                                     Ecosa el dis? Cunta sù.

Vito                                                                       Me regordi domà dò o tre paroll in ultim,però l’è bell…

Angelica

(rimprovero bonario)T’avaree bevuu,eh? E dopo… la memoria……                  Vito

(pronto)Cribbio, me regordavi pù che gh’è giò quell de la frutta! L’ha dii se te gh’hee bisogn de‘ndà giò subit sedenò el và via

Angelica                                                                           Allora voo subit

Gilda                                                                    Vegni anca mì che gh’hoo de toeu i limon(escono ma Angelica ritorna)

Angelica                                                                                                  Segutta a messedà la cassoeula che ormai l’è cotta: minga de falla taccà giò(esce)

Nino

(quando ormai la moglie è fuori)Te me l’hee ditt a mì?                        Vito

A mì nò de sicur. Mì mangi,tì messeda: on mestee per un! Te voraree minga che faga tusscoss mì?

Nino                                                                      E inveci stavolta se te voeuret mangià te gh’hee propi de messedà tì:sent che profumin… Te voraree minga smenaghell(gli mette in mano il mestolo e lo spinge ai fornelli; siparietto sul modo in cui si deve rimestare la cassoeula,poi Nino torna al tavolo e inizia a consultare un grosso volume portato lì in precedenza)

Vito                                                                                    (lamentandosi)Dài mocchela con quell liber lì… ven chì a menà puttost…               Nino                                                                     Messeda e tas che forsi hoo trovaa la strada giusta,lassom concentramm…

Vito   

Ma de che strada te parlet? Indoe te voeuret andà che l’è pronta la cassoeula… Sent che profumin…                                                         Nino

Tas bamba,che credi propi che questa l’è la strada giusta per pagà pù i tass.

Vito                                                                                         Ancamò coi tass!Ma tì te see scemo a ruvinass l’appetitt coi tass.       Te voeuret savenn voeuna? Mì perchè la cà ghe l’hoo minga,perché te l’hoo dada a tì e a la mia sorella, giusto?(sfottente)Ma se ghe l’avessi anmò… el sistema de minga pagà i tass senza fammela portà via mì ghe l’avarìa senza studià sui liber.

Nino

Son propi curios de cognosell sto sistema,partorito da una mente così eletta.

Vito

(deciso)Se te veet innanz a girà te’l disi(gli porge il mestolo)…                             

Nino

(accetta curioso) Cià,sentèmm.                                                Vito

Ecco!Te gh’hee in ment el noster zio fraa, zio mè e de la mia sorella che l’è poeu la toa miee?

Nino

Sigura, padre Benedetto, ma cosa el gh’entra coi tass?

Vito

Adess nagott,ma el podarìa entragh,perchè se mì la mia cà ghe la intestassi a padre Benedetto,mio zio che vive in uno sperduto convento nessuno me la potrebbe tassare e tanto meno portar via… Content adess, scenziato?

Angelica

(da fuori chiama il marito) Nino vegnom incontra a portamm sù la cesta di patati che son caregada(Nino riconsegna il mestolo ed esce)

Vito

(che già prima aveva iniziato a spiluccare il grana, a poco a poco lo finisce)L’è bon sto formagg…(prende la bottiglia con l’aceto e dà una lunga tracannata.Imprecazioni e sputi,mentre i tre rientrano Nino sistema la cassa mentre le donne soccorrono Vito)

Angelica                                                                                 Oh,Madonna Santa!!Ma‘se t’hee combinaa?                                       Gilda                                                                                 Te stee minga ben?

Vito                                                                                Ah!(sputa)Ah!(sputa)Stavi mej prima… Sii adree a intossegamm?(continua a

sputare)Se gh’era denter in la bottiglia? Gh’hoo el foeugh in gola,me par che me se incendia la carotide… Ciamémm el 118 che moeuri.

Angelica                                                                                                      (tranquillamente)Dismett de fà scena che t’hee bevuu domà on poo d’asee.

Vito                                                                  Asee? In la bottiglia del vin?(continua a imprecare) Criminali!

Gilda

(s’accorge del piatto vuoto)E… el formagg????

Vito                                                                                          On poo savorii,ma ona bontà… Se ghe fuss staa dò oliv, come aperitiv el sarìa staa el massim.

Nino

(ironico alla moglie)Manca domà l’aperitiv… Regordet.

Angelica

(prende il piatto e la bottiglia)Voo a toeunn on alter tocchell(esce)

Vito

Nò,nò,basta formagg… l’è tropp… el me leva l’appetitt(continua a sputare)

Nino

Varda che l’è per la Gilda, minga per tì.Ma te se propi senza fond… Te me fee fina schivi.

Angelica

(rientra con formaggio e un’altra bottiglia che dà a Gilda) Ecco chì, e scusom…

Gilda

Nò,scusemm vialter,ghe mancarìa,doman te restituissi tusscoss. Ciao a tucc,mì voo.Grazie(prende piatto e bottiglia ed esce)

Angelica

Vegni foeura a dervitt(esce con lei)

Nino

(a Vito)Te see faa cattà anca incoeu,eh?… Che figur!

Vito

L’era lì ben in vista, pareva che‘l me ciamass e mì gh’hoo risponduu…

Angelica

(rientrando,al fratello)Cià,damm ona man a preparà la tavola che oramai l’è pront(prende tovaglia,piatti e posate aiutata da Vito mentre Nino sistema le sue carte e le depone altrove)

Nino

(beffardo)Comè? Se va a tavola senza el principino? ‘Se succed?

Angelica

Te vedaree ch’el riva.Tì puttost comincia minga a menalla,almen a tavola. Me raccomandi.

Vito

(che per primo ha  preso il posto)A tavola se mangia.

Nino

E se tas,eh? Come in convent. Donca vedèmm(ironico: Quand mì dormi lù l’è al pub a lavorà per pagamm la pension,quand el dorma lù mì paghi i tass perchè lù el poda seguità a dormì. Allora dimmell tì quand podi parlà col me fioeu?

Angelica

Me par che per incoeu te ghe n’abbiet giamò dii assee,donca per piesè… citto(rientra Alfio con una busta in mano)

Vito

A batt i pagn compar la strìa…

Alfio

Ciao!(poi rivolto a Nino consegnandogli la busta)Questa l’è per tì.      E’dell’agenzia delle entrate!L’ha portata il postino e ho firmato io

Angelica

(tranquilla)Cosa l’è,Alfio?

Alfio

(sornione alla mamma)Incoeu per el tò marì… benzina sul fuoco!

Nino(

(s’arrabbia)Agenzia delle Entrate!E se vorì anmò de mì,el sangh?

(apre nervosamente la busta e legge)

Vito

Magari l’è on rimborso,te dann indree on queicoss! Succed…

Nino

Sì,t’hee trovà quii giust(continua a leggere)

Angelica

(ad Alfio)Va a lavaa i man che l’è pront

Nino

(impreca) Maledett,lader,assassin! Che ghe vegniss on accident, l’orticaria,la pesta suina e el foeugh de Sant Antoni cronich a lor e tutta la soa discendenza.Porchi.

Vito

Segond mì stavolta l’è minga on rimbors…

Nino

Ma mì l’hoo pagaa, sicuro al cento per cento che l’hoo pagaa… gh’hoo tant de ricevuda!Stavolta me freghen minga,carta canta(esce di corsa e rientra con una scatola in mano, Alfio sta leggendo la lettera)

Nino

(agitatissimo fruga nella scatola,poi)L’è minga questa(esce di nuovo)

Angelica

(ad Alfio)Allora se pò savè cosa l’è?

Alfio

Il bollo,il bollo della macchina del 2011!! Non risulta pagato.

Angelica

E adess…?

Vito

Segond mì de sicur ghe porten via la macchina e poeu poden anca arrestall

Alfio

(continua a leggere)Dài zio, fa el bravo!

Nino

(rientra stavolta con la scatola giusta,comincia ad estrarre ricevute di pagamento di ogni tipo)Ah,stavolta me imbrojen minga: gh’hoo la ricevuda, mì tegni de cunt tusscoss.

Angelica

(dolcemente)Nino,caro,te podet minga cercalla dopo? Dài cià che prima mangiom, che la cassoeula freggia la pò fà mal

Nino

(continua a cercare)Ma s’te gh’hee dent in quella crappa lì? Questi chi hinn‘dree pelamm come San Bartolamee(occhiata curiosa di Alfio)Mi stanno scorticando vivo,e lee la pensa a mangià… Ma indoe diavol la se sarà casciada,l’è obbligada a vess chì.

Vito

Segond mì se mangiom prima l’è mej:pancia piena mente serena,el dis el proverbi.

Nino Crepa tì e‘l tò proverbi,che chì la gh’è minga. E pur son sicur de ‘vell pagaa(continua a cercare)

Alfio

(che sta leggendo)Papà, varda che l’è minga el caso de diventà matt, perché comunque se anche non la dovessi trovare,c’è una sovrattassa del dodici per cento da pagare.

Nino

Ah,bene! Andemm benone… adess l’è pù assee ona tassa,nò. Adess ghe voeur anca la sopra tassa… lader,vigliacch(continua a cercare) Ma indoe l’è, indoe te see,brutta bestia, che te troeuvi minga…

Angelica

(sempre più dolce)Calmess Nino,dài ven chì a mangià che la cercom dopo,dài ubbidissom per ona volta… Sent che profumin…

Nino                                                                                                    (annusa l’aria)Va ben(smette di cercare e ripone tutto nella scatola) cercom dopo,ma giuri sui mè fioeu che… mi paghi minga!

Alfio

Papà,varda che de fioeu te ghe n’hee vun soll!

Nino                                                                                 Allora giuri su la mia miee… che…

Angelica                                                                                              Giura minga Nino,che giurà el porta sfortuna.

Nino                                                                                                    Se el porta sfortuna allora giuri sul mè cugnaa… che…

Vito

(già seduto al tavolo,interrompe infastidito)…che paghi anca la sovrattassa(sfottente) Perchè… gh’è nient de fà: te gh’hee de pagà…

Nino                                                                                     Questo mai!! Soo mì come fà, perché el tropp l’è tropp e… a tiralla tropp la corda la se romp!

Angelica(trattandolo amorevolmente) Sì Nino,te gh’hee reson,ma adess settess giò, mangia ch’el ven fregg(lo accompagna al tavolo)

Vito                                                                                                   Oooh,finalment se mangia!!!

                               SIPARIO                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

             

           

SECONDO ATTO

(stessa scena del primo atto: Angelica e Gilda, all’impiedi, faccia al pubblico, intenti a preparare gli gnocchi)

SCENA PRIMA

 

Angelica

(sospira e scuote il capo) Eh sì cara tì, e adess l’è pussee d’ona settimana che l’ha portaa la residenza in de la cà veggia di mè gent.

Gilda

(curiosa) Ma allora ve sii spartii?

Angelica

Sì, in teoria sì. “Separarsi per colpire uniti”. El dis che l’è ora de ribelass a tucc quii mangia pan a tradiment; el dis che, a costo de andà in galera, de lù ciappen pù nanca on ghell. ’Stavolta son mì che i freghi lor!

Gilda

Lor chi?

Angelica

El soo nò nanca mì con chi ghe l’ha de precis. El dis che semm circondaa: ona volta hinn quei de Roma, on’altra l’offizzi di tass e poeu la Region e la Provincia, el Comun, l’Enel, el Consorzi de l’acqua che inveci de ciamass “Idrolario”, el dovarìa ciamass “Idro…ladro”, l’”accidia” su la benzina… L’è pesg de vess in guerra, vun contra mila (continuano a lavorare gli gnocchi). Mì di volt el me fa paura, me par ch’el sia adree andà foeura de coo.

Gilda

(rassicurante) Ma dai. Varda ch’el gh’ha minga tutt’i tort.

Angelica

Sì, el gavarà anca reson, ma var la pena ruvinass la vita per i tass come el fa lù? (tranquilla). I bollett quand riven, se paghen come fann tucc e… pace. Ch’el se daga de fà puttost per trovagh on lavorà al sò fioeu che el gh’ha oramai quarant’ann e ‘l gh’ha nonanmò né on lavorà né ona famiglia soa.

Gilda

E allora? Adess s’el fa? El fa pù el giardinee?

Angelica

Nò, venerdì, sabet e domenica al va giò al pub fina ai dò, tre or de nott, inscì la mattina el leva sù tardi. De chì a on poo se l’è nonanmò levaa sù ghe porti el cafè. (bussano alla porta, Angelica si pulisce le mani) Voo a vedè chi l’è. (esce e subito rientra col fratello che appare molto agitato).

Vito (ansimante dopo aver corso) Indoe l’è? (pausa, fa lunghi respiri)    Indoe l’è indoè? (cerca frenetico dappertutto) El va sconduu! T’hee capii?? Ma indoe l’è?

Angelica

Indoe l’è cosa, se pò savè se te cerchet? Cosa t’hee bevuu?

Vito

I vigil!! (indice verso la porta d’ingresso) Gh’è ‘dree rivài vigil! Angelica

(lo zittisce) Vosa minga che ghè de là el fioeu ch’el dorma anmò

Vito

Ma te see scema? I vigil hinn ‘dree a rivà propi chì a cà toa… I hoo sentuu mì che domandaven cunt giò in piazza. Bisogna visà el Nino, che ‘l gh’ha de scondess, el gh’ha minga de fass trovà. (si agita in scena mentre le donne imperterrite continuano a impastare)… E allora??

Angelica

El gh’è minga, non c’è.

Vito

E indoe l’è?

Angelica

L’è là in la cà veggia

Vito

(insospettito) Voeutt dì la nostra,de cà veggia?

Angelica

Propi quella!… In via Manzoni. Te gh’hee in ment?…

Vito

Ma‘se l’è là a fà? L’è là a sbiancà?… L’era ora!

Angelica

Nò. El gh’aveva on appontament con quei de l’Enel per el contoeur de la lus

Vito

(insospettito) E perchè el contoeur de l’Enel?                                    Angelica

Ma perchè senza la corrent, se pizza minga i lampedin, va minga el frigo, la television e la lavatris. Insomma la cà l’è minga abitabile.

Vito

(sempre più insospettito) Ma allora fasii sul seri? Se spartissov debon?! Ma mì credevi,(preoccupato) m’avevov dii che se spartivov per finta, per minga pagà i tass! E inveci fasii sul seri, eh! Oh Madonna, e mì? Indoe voo a mangià? A l’osteria? A mì ghe pensa nissun?

Angelica

(materna) Ma dai stupidott! Varda che se vorevi spartimm spettavi minga quarant’ann. Oramai indoe te voeuret che vaga? E poeu regordet che dopo i quarant’ann on matrimoni el diventa galera a vita! Te ghe see denter e te vegnet foeura pù! (bussano alla porta)

Vito

Questi hinn lor, i vigil (alle donne). Vialter andee innanz a fà gnocch come se nulla fosse.

Gilda

Allora podi ’ndà innanz a impastà?

Vito

Sì, certo, ma natural (mima il gesto di lavorare la pasta, poi cenni d’intesa ed esce)

Angelica

(sempre lavorando) Se te disevi? Ma l’è ona vita, questa? Mancava domà i vigil!

Gilda

Te gh’hee propi reson (impastando con lena) Ma adess pensèmm ai gnoch!

SCENA SECONDA

Vito

(fa strada) Prego, che se còmoden! (è insieme a due vigili, uno dei quali ha un block notes su cui prenderà appunti)

Vigili

Buongiorno(si guardano intorno. Quello col block notes è interessato al lavoro delle donne)

Vito

Ecco, questa è la mia sorella (indica Angelica) La moglie di quel disgraziato(si corregge)…la ex moglie del Ventura Valentino detto Nino (aggiunge) Gran brutta persona: piscinin, brutt e cattiv. E poi beveva. Ciucco dalla mattina alla sera!

Primo Vigile

Noi siamo qui per un controllo sulla dichiarazione resa per la richiesta di cambio di residenza presentata in Comune dal signor Ventura.

Vito

Quello lì andrebbe chiamato Sventura! Poveretta la mia sorella; ’se n’ha passaa! (mima) Beveva! Semper ciocch da la matina a la sera!

Primo Vigile

Siamo già andati due volte in via Manzoni

Secondo Vigile

(deciso) via Manzoni numero 29, come risulta dalle carte.

Primo Vigile

Esatto. Via Manzoni 29 come dichiarato. Ma dopo ben due sopralluoghi non vi abbiamo trovato mai nessuno! (attimo di silenzio)

Secondo Vigile

(rivolto a Gilda) Ma questi sono gnocchi?

Gilda

Sì, gnocchi di patate

Secondo Vigile

Solo con patate?

Gilda

Noo, patate e farina

Primo Vigile

(richiama il collega battendogli sulla spalla) Guarda che siamo qui per un controllo e dentro lì (indica l’impasto) il signor Ventura non c’è.

Secondo Vigile

(indica gli gnocchi) È che mi sembravano come quelli che faceva mia nonna… E poi la signora li impasta in un modo… (mima sinuoso il gesto)

Primo Vigile

(lascia cadere) Sì, la nonna…!(rivolto ad Angelica) Allora signora, ci sa dire dov’è possibile reperire suo marito?!

Vito

(s’intromette) Ex,(calca) ex marito. Beveva(mima)… e la piccava anca, quell farabutto!

Primo Vigile

(ad Angelica) Scusi sa signora, a noi interessa sapere dov’è possibile reperire suo mar… il suo ex marito!

Angelica

Io so solo che abita in quell’altra casa, via Manzoni 29. Lui non lo voglio neanche più nominare quel disgraziato! (pausa per stranguglione)

Vito

Vardee come l’ha consciada quell farabutt. Tutte le sere el rivava a cà ciocch! E poeu… (mima le botte) passava el vescov… Adesso sta da solo in quella casa là, mangia e dorme lì. Qui arriva solo quando deve prendere qualcosa.

Vito

Eh nò, l’è minga vera che vive da solo, ci ha pure l’amante!! Vedessov che stanga! (gesto di apprezzamento) Giovina, alta e straniera dall’estero!

Primo Vigile

(deciso, quasi scocciato) A noi questo non interessa! Lei! (con fare sospettoso) Saprebbe piuttosto spiegarmi come mai per ben due volte e in orari diversi in quella residenza non vi abbiamo mai trovato nessuno?

Vito

(fare da finto tonto) Perchè sii andaa a cercall quand el gh’era minga!

Secondo Vigile

(sempre sugli gnocchi, ma di più a Gilda) E le dosi sono uguali? Un chilo di patate e uno di farina?

Gilda

No! Mezzo chilo di farina per ogni chilo di patate

Secondo Vigile

Ah, ecco: mezzo di farina e uno di patate (appunta sul block notes)

Gilda

(si è accorta degli sguardi e sta al gioco) E un uovo!

Secondo Vigile

E un uovo (appunta)

Gilda

Con un pizzico di sale

Secondo Vigile

(continua a scrivere) Con un pizzico di sale… Proprio come mia nonna. Lei però signora è molto meglio della mia nonna!

Primo Vigile

(al secondo) Ma cosa stai scrivendo?

Secondo Vigile

Prendo appunti…

Primo Vigile

Sugli gnocchi? Cerca di concentrarti sull’indagine piuttosto! (poi ad Angelica) Lei allora non mi sa dire dove posso trovare il suo ex (calca) marito? Dov’è? (si guarda attorno)

Vito

Beveva (mima) e el gh’ha l’amante! Ona stanga… Giovina e straniera (gesti di apprezzamento)

Angelica

Io non lo so dove può essere! Speri a l’inferna o sedenò nella casa di (coro) via Manzoni 29.

Vito

Con l’amante giovina, disgraziaa farabutt!

Primo Vigile

(deciso al secondo vigile) Collega, verbalizza: (detta) Oggi… il signor Ventura Valentino detto Nino non è reperibile neppure nella sua precedente residenza e la moglie (la indica)

Vito

Ex… ex moglie!

Primo Vigile

(riprende) …ex moglie dichiara che il suo ex (calcando) marito ha trasferito la di lui residenza in via Manzoni 29

Vito

(al secondo vigile) Ci scriva anca ch’el beveva, la picchiava ed è un porcone! Che ci’ha l’amante giovina e alta. Un pezzo di… uuuuh!!!

SCENA TERZA

(entra Nino nella stanza)

Nino

(stupito) Orca quanta gent! (preoccupato) E’ success on quicoss de brutt?

Primo Vigile

E lui chi è?

Nino

(sicuro di se) Come chi è? Questa l’è bella! Mì sont el padron de cà! Piuttosto voi che ci fate a casa mia?? Eh? (imbarazzo degli altri)

Primo Vigile

Noi siamo incaricati dall’anagrafe del Comune per un controllo. E lei allora è il signor Ventura Valentino?

Nino

Esattamente! Son propi mì, el padron de cà!

Secondo Vigile

Lei però ha fatto richiesta di cambio di residenza. Ma al nuovo recapito di via Manzoni 29 per ben due volte ad un nostro controllo lei è risultato assente! Dunque… (esprime perplessità)  

Nino

(titubante perchè impreparato) Ma… io…

Vito

(venendogli prontamente in aiuto, ai vigili) Beve! L’è semper ciocch da la mattina a la sera e dopo el se regorda pù nagott.

Angelica

(in aiuto e in modo brusco) Appunto, cosa te see chì a cercà stavolta?! Eh? Cià, on poo in pressa! E poeu foeura di pee de chi! (gli va vicina e lo annusa) che te spuzzet de vin che te neghet! Te me fee schivi!

Nino

(incerto) Mì… ‘se cerchi mì? (esce dall’imbarazzo) Mì ‘se cerchi? Nagott! Voeuri domà la valis! Quella granda!

Vito

(ai vigili) Ah… El voeur fagh el gioeugh de la valis a l’amante giovina! Adess hoo capii!

Secondo Vigile

E come sarebbe questo… gioeugh de la valis?

Vito

(ci pensa)… di preciso non lo so… Ma la gh’ha de vess ’na roba…! (gesto con la mano)

Angelica

(lasciando l’impasto) Bene, adess voo a toeuttela la toa valis! E poeu… anda! (fa per uscire, poi ritorna) Serve altro?

Nino

No!… Anzi sì! La valis e ona brancada de gnocch che i foo andà stasera

Angelica

Ti doo su la crappa i gnocch! (esce)

Primo Vigile

(prende in mano la situazione) Allora signor Ventura, lei si è trasferito in via Manzoni al 29?

Nino

(conferma) Precisamente! È più di un mese che vivo lì. È per una ragione personale privata!

Vito

El gh’hà l’amante giovina, el sann tucc. Scommetti che i gnocch eren per lee!

Nino

Quii lì, eventualmente, hinn affari mè! Cerca de moccalla che te m’hee stufii. Mì e quii sciori chì, che hinn minga chì per quell!

Primo Vigile

(raccoglie) Sì certo! Allora lei ora vive lì nella nuova residenza!

Nino

Certamente. Cucino, mangio, dormo e faccio tutto lì.

Vito

(al secondo vigile) Sentito? «Faccio tutto lì» capito…? Marca giò!

Secondo Vigile

A noi interessa solo verificare che non sia un trasferimento fittizio della residenza, per non pagare la tassa sulla seconda casa.

Nino

No,no… che fittizio! È che mi sono diviso dalla moglie e… dal cognato! Adess, ognidun fa bui la soa pignatta!

Primo Vigile

Va bene, verremo ancora a controllare nei prossimi giorni alla sua nuova residenza e questa volta speriamo di trovarla in casa. (al collega) Possiamo andare, allora.

Secondo Vigile

Bene, andiamo(a Gilda indicando gli gnocchi) E li toglie dall’acqua quando vengono sù?

Gilda

(sorriso compiacente) Ma certo, quando galleggiano significa che sono cotti.

Secondo Vigile

(la guarda estasiato) Con quel sorriso, signora, mi fa galleggiare come un gnocco cotto!

Gilda

(compiaciuta) Grazie!… Che romantico!(sorride)

Vito

(dissacrante) Oooh! ’Na roba…

Angelica

(rientrando con una grossa valigia in mano, a Nino) Toeu! Ciappa! (gliela mette fra le braccia) E cerca de fass pù vedè tì e la toa valis! Che questa adess l’è cà mia, l’ha dii l’avocatt!

Nino

(con l’ingombro della valigia nelle braccia) On poo de gentilezza almeno quand gh’è gent, nò eh?! ...

Angelica

Mì gentil cont on pelabrocch compagn? (lo indica con disprezzo) Cerca de andà on poo a la svelta puttost, che con men te vedi mej a stoo!

Nino

(ai vigili) Visto cosa l’è l’amore coniugale dopo quarant’anni? Capite adesso perchè sont andaa a vivere in via Manzoni?

(i vigili comprendono e solidarizzano con cenni d’intesa. Stanno per uscire)

SCENA QUARTA

Alfio

(entrando in pigiama) Oh, ma quanta gente! Buongiorno a tutti!

Angelica

Te prepari el cafè?

Alfio

(al padre) Pà, ma indoe te vee con la valis? (ironico) Ti hanno arrestato?

Nino

(ai vigili) Spiritoso mio figlio eh?! Ha sempre voglia di scherzare. Ma per forza, el se desseda ai vundes or de mattina (ironico) col caffè di mammina. “Dolza l’uga!” (deciso, fa per andare) Tì te‘l see indoe voo! Voo là in la cà veggia di nonni!

Alfio

E perchè?

Nino

Tì te’l see el perchè e se te l’hee nonanmò capii, fattell spiegaa da la toa mama che lee le sa, e adess voo! (calcando) Così tolgo il disturbo…

Vito

(ad Alfio) Dagh minga a trà, l’ha bevuu!

Primo Vigile Ce ne andiamo anche noi! Collega! (al secondo vigile sempre incantato sugli gnocchi, fà segno di seguirlo) Signora… Buongiorno a tutti. (escono con Nino accompagnati da Vito)                    

Alfio

(perplesso) Ma si può sapere cos’è successo? Cosa sta succedendo?!

Angelica

(fa cenno di tacere in attesa che i vigili si siano allontanati) Shhhhhhh...!

Vito

Via libera!… Finalment!

Angelica

(ironica) Mì gh’hoo on omm che l’è on genio! “Divisi per colpire uniti” el dis. Bell rebellott che l’ha combinaa (prende una sedia e si siede) Mah!

Gilda

Però sii staa bravi! Me son propi divertida. Pareva de vess al cinema

Alfio

Sì, però adesso qualcuno mi dice cosa sta succedendo?

Vito

Perchè te l’hee nonanmò capii?

Alfio

Capire cosa?

Vito

(spiega) Che el tò papà, che l’è on baloss, per fregà quei del fisco e pagà meno tass, l’ha portaa la residenza in la cà veggia di nonni!

Angelica

Ma i guardi che hinn andà là dò volt a cercall l’hann mai trovaa, hinn vegnuu a cercall chì! E, varda el caso, chi l’hann trovaa!

Alfio

E allora?

Angelica

E allora per salvall emm dovuu fà el cinema come la dii la Gilda.

Gilda

Che spettacol! (racconta) “Cosa fa lei qua?” “Son vegnuu a toeu la valis… Quella granda…” Proprio bravo!

Angelica

Nò:scemo! Propi quella granda che l’era sù in alt e per tiralla giò quasi me coppi!

Vito

(per rafforzare) Mì gh’hoo dii che l’è andaa via de cà perchè al gh’ha l’amante!

Alfio

E l’hanno creduto?

Angelica

”Faranno altri controlli”… Donca, fin che semm minga sicur el gh’ha de sta lì per forza! (angosciata) Ma tì varda! Desfà la famiglia per quatter ghei maledett! Come se tucc quii che paga i tass hinn stupid… Domà lù l’è furb!

Vito

(insinua) E se‘l fuss furb debon? E se… l’amante ghe l’avess debon? E se quella di tass la fuss tutta ona scusa?!

Gilda

Ma‘se te ven in ment? Dì minga scemad! L’è che lù el troeuva minga giust che a pagà gh’hann de vess semper i por diavol! E allora, el s’è ribellaa.

Alfio

È che da noi quando si tratta di pagare le tasse diventano tutti poveri! Umili! Questo paese non ha speranza! È finito! È troppo concentrato su come deve fare a conservare il benessere conquistato: del futuro di quelli che verranno, se ne frega.

Vito

(alle donne,con finto stupore) Però! L’è come on liber stampaa (al nipote) Tì te dovevet fà l’avocatt… l’avocatt di ball!!

Angelica

(al figlio) Cià che te prepari el cafè (si alza)

Alfio

Ma no… stai seduta che faccio io. Son bon, veh!

Angelica

Lassa stà che gh’hoo giamò pronta la moka. (armeggia di spalle coi fornelli, Alfio esce, Gilda continua a lavorare agli gnocchi)

Vito

(gironzola intorno al tavolo degli gnocchi poi rivolto a Gilda) Che bei che hinn! Fann vegnì famm domà a vardai (prova anche a toccarli)

Gilda

(dandogli una manata sulla mano) Tocca nagott! Che hinn anmò umid!

Vito

Ahi!(toccandosi il dorso della mano) Ma mì vorevi domà cuntai (poi ad Angelica) Hinn tucc per numm?

Angelica

(tornando al tavolo di lavoro) Nò, metà hinn per la Gilda che la gh’ha miss la farina.

Vito

(dubbioso) Allora me sa che domà metà, per numm hinn minga assee.

Angelica

Hinn assee, hinn assee, e ne vanza anca! Varda che semm in quatter minga in cinquanta!

Vito

(preoccupato) Come in quattro? Ma semm minga restaa in trii?!

SCENA QUINTA

Nino

(rientrando con in braccio la valigia, deciso a Vito) Se tì te andasset a cà toa, chi sariom sì in trii…

Vito

E nò, verament te see tì quell che gh’ha de andà a cà soa in via Manzoni (preoccupato) Varda che se riva i vigil e te troeuven minga, mì ne rispondi pù, eh!

Nino

Tì preoccupess minga che per incoeu de vigil ne riva pù de sicur. Andaroo doman! Te see content?

Vito

Sì, nò, ma varda che mi el disevi per tì, eh… perchè te voeuri ben!

Nino

Oh, de sicur! Però… tì pensa per tì che a mì ghe pensi mì! Chi fa da sè, fa per tre!

Vito

Minga a mangià i gnocch però! Se de nò hinn pù assee!

Nino

(alla moglie consegnandole la valigia) Dài,mettela via per piesè che per incoeu l’ha faa el sò servizzi!

Angelica

(rivolta a Gilda) S’te n’diset? Ghe rivaremm a finì almeno per stasera? (lascia l’impasto, prende la valigia ed esce, mentre rientra Alfio vestito, che di spalle armeggia i fornelli con tazze e caffè. Vito al solito si avvicina agli gnocchi mentre Gilda continua a impastare tenendolo d’occhio)

Gilda

(a Nino) Cert che in quella cà chì gh’è on moviment che par de vess in stazion central,eh!

Nino

«Chi voeur vaga, e chi no voeur staga» el diseva el mè por papà e per ottegnì quel che se voeur, ghe voeur de fà sacrifizzi! Ma al di d’incoeu quii proverbi chi voeuren nanca sentii. Adess gann l’Iutub (Youtube) (Alfio non coglie)

Vito                                                    

Te gh’hee reson cugnaa: per raggiungere la meta bisogna soffrire (deglutendo e fissando intensamente gli gnocchi) E mì spetti!

Gilda

(a Nino) Bravo! Ti spetta che l’ora s’avvicina! Dimm ona roba Nino… Ma in fin de la fera con ‘sta separazion cosa l’è che te risparmiet?

Nino

Minim cincent euro in meno de tass e forsi anca pussee!

Gilda

E spostà la residenza, cambià i document, riattivà lus e gas, vess controlaa di vigil per cincent euro… Ne var la pena?!

Nino

Magari anca nò! Ma l’è el principi che cunta! Lor voeuren fregamm mì e mì i freghi lor!

Gilda

Sì, però m’hann semper dii che a minga pagà i tass a l’è peccaa: “date a Cesare quel che è di Cesare” (rientra Angelica e riprende a impastare)

Nino

Già! Ma allora Cesare l’era vun soll! Incoeu coi tass hinn milion i Cesari che gh’emm de mantegnì! E mì me ribelli! Ma t’el seet o nò che per pagà tutt’i tass, di volt hinn minga assee i miracol?

Alfio

(si gira verso il pubblico sorseggiando il caffè) “Davide contro Golia” (ironico) A me sembri più un Don Chisciotte. Pensa se tutti ragionassero come te!

Nino

Se tucc ragionassen come mì, l’andarìa tanto mej! Perchè gh’avariom tucc pussee danee de spend e l’economia la girarìa al doppi. Predichen tucc che “bisogna rilanciare i consumi, spendere di più!” Ma come la fa la gent a spendere di più! Se ghe n’hann minga in saccoccia?! Forsi tì signorino te gh’hee ancamò de accorgess! Ma varda che a furia de pagà tass semm tucc a bolletta!

Vito

(illuminato) Nò, a bolletta hinn quei che paghen i tass, minga quei che ti fann pagà!

Nino

Giusto! E allora paghi pù nanca mì, inscì me resta pussee danee in saccoccia de spend come voeuri mì. Puttost de ingrassà  semper i solit ingord! (si tocca la pancia) Lor se ingrassen e me fann girà i ball: mì me difendi e foo girà l’economia!

Alfio                                                                                                               Ma a voi cosa manca? A che vi serve avere più soldi in tasca? Non vi ricordate più come vivevate trent’anni fà?

Nino

(al figlio) Ah, me regordi! Sì che me regordi! Quant gh’era pocch o nagott de mangià, vestii de strasc, coi zoccor e i scarp bus. Per guadagnà on quei franch bisognava adattass a fà on poo de tutt e magara ciappà anca ona quei pesciada in del dedree e tasè!

Gilda

Mì a quattordes ann sont andada in filanda. Me metteven on sgabell sott’ai pee perchè ghe rivavi minga su la macchina!

Nino

Ecco, brava! Cùnteghela sù al signorino. Che l’e nassuu in del bombas. Camisa stirada, cafè e brioche ai vundes or… El gh’ha quarant’ann e el gh’hà nonanmò l’ossadura. Poverett,l’è ancamò taccaa a la tetta. Inveci de fà el gagà,cerca de alzà i ciapp che l’è ora!!

Alfio

(la discussione si alza di tono nel silenzio degli altri) Ah, perchè secondo te io non mi dò da fare? Che mi va bene a vivere così? Non c’è niente da fare! Tu e tutti quelli come te non avete capito una mazza di quello che sta succedendo, che le cose girano, stanno cambiando. Pensate alle tasse e intanto nessuno sa cosa succede fra dieci, cinque, un anno!

Angelica

Adess però cerchee de calmass! Che se pò ragionà anca senza vosà!

Nino

(quasi con distacco) Mì son calmo. Son minga mì quell che vosa! L’è lù ch’el se scalda

Alfio

Ah, certo, l’è calmo lù! E intanto con calma mi butta là che per convenienza sto praticamente vivendo alle sue spalle.

Nino

(tranquillo) Eh sì! Praticamente l’è inscì caro el me bagai. L’è inscì perchè l’è inscì! O nò?! Se te voeuret che te disa, mì?

Alfio

(molto irato) È meglio che me ne vada se no qui va a finire male (esce di corsa senza salutare)

Angelica

(lo segue chiamando) Alfio! Alfio! Torna indree!… Indoe te voeuret andà? (silenzio in scena, rientra Angelica) Ecco,l’è andaa (riprende a impastare)

Vito

(serio) Sta tranquilla che de chì a on poo el torna indree!

Gilda

Ma sì, quand la ghe passa te vedaree ch’el torna a cà!

Nino (ironico, teatrale verso il pubblico) Alfio! Alfio! Indoe te vee? Torna indree che la mammina la te dà la tetta. Oh, cuore di mamma!

Angelica

(s’infuria) E nò, eh! Adess basta! “A tirà tropp,la corda la se romp!” Mì son stuffa, son stuffa marscia! (butta tutti gli gnocchi per aria) Mì ghe la foo pù. L’è quarant’ann che foo sacrifizzi per tegnì insèma la famiglia, ma adess son stuffa, ne podi pù! Via!… Via!… Al diavol tutt! (si siede affranta, Vito raccoglie da terra gli gnocchi))

Gilda

(preoccupata) Calmett Angelica, calmett, fa minga inscì che te ris’cett de stà mal!

Nino Ma te see scema?! Te seet adree dà foeura de matt? Se te stee minga ben va a fatt vedè! Curett, riposa, va al mar! Ma gh’è minga bisogn de fà la sceneggiada

Angelica

(si alza e in crescendo) Ah, son mì che gh’hoo de curamm! Che foo la sceneggiada?! Varda che te see tì l’attor! Te see tì quell che inscena i spettacol. Te se regordet pù i vigil? Eh?! “Son venuto a prendere la valigia, perchè qui mi trattano male”… Via! Va’ che voeuri pù nanca vedett… Ma debon stavolta. Adess son mì che voeuri spartimm.E adess foeura de chì e subit anca! Che mì voeuri pù vedett!

Nino

(sicuro di sé, ma incredulo) Oooh, ciccia… calmett, eh! Che fina a proeuva contraria questa l’è cà mia!

Angelica

(ironica) Lo so, ma adess tì caro, abiti in Via Manzoni 29 (imperiosa) Perciò, caro, foeura de chì a la svelta o te foo menà via!

Gilda

Calmett Angelica, calmett! (poi rivolta a Nino fa segni di rassicurazione) Va’ Nino, va’! Che stoo chì mì.

Nino

Va bene! Allora voo… Voo… (si sistema aspettando di essere fermato) Voo… Son ‘dree andà… (Gilda continua a far segno d’andare) Va ben, allora andaroo propi!

Angelica

(grida) Ma va’ però! Va’! Va’! E fatt pù vedè! (Nino esce risentito)

Gilda

Dài calmett che i robb vann a post. Ghe voeur pazienza. Te vedaree ch’el tornarà a domandat perdon. Fidett!

Vito

(nel frattempo con il piatto dei gnocchi raccolti da terra si rivolge a Gilda) Quand bui l’acqua, questi, podi buttai denter?!

SIPARIO


ATTO TERZO

SCENA PRIMA

(Ufficio del Comune,scrivania con impiegato)

Gerardo

(impiegato,responsabile Anagrafe,rivolto ai vigili) E lì, non lo avete mai trovato?

Primo Vigile

No,in Via Manzoni 29 ci siamo andati tre volte per fare l’accertamento, non l’abbiamo mai trovato in casa.

Secondo Vigile Tutt registraa sul mè notes,negher su bianch (legge all’ impiegato): assente tre volte all’accertamento!

Gerardo

Ma avii provaa a piccà a la porta, ciamà, piccà sui gelosii?

Primo Vigile

Suonato il campanello due volte come prescrive il regolamento, ma nient de fà!

Secondo Vigile

Segond mì, l’è la solita gabola!!

Gerardo

(medita) Sta storia delle tasse sulle seconde case, l’ha desfaa pussee famili che i corna!

Primo Vigile

Chì i corna gh’entren de sicur! Perchè el gh’ha l’amante!

Secondo Vigile

L’è vera, gioina e straniera, la dev vess ’na roba…

Gerardo

Si, ho capito, ma la mancata accettazione della domanda di cambio di residenza l’avete notificata?

Primo Vigile

Sì,certo, proprio stamattina.

Gerardo

E dove?

Primo Vigile

No, la notifica l’abbiamo lasciata alla moglie. L’abbiamo trovato lì solo l’altra volta.

Secondo Vigile

L’era rivaa lì a toeu ona valis, quella granda

Gerardo

La valigia?! Allora stava per partire?

Secondo Vigile

No, la ghe serviva per… perché doveva… (deciso) Non doveva partire!

Gerardo

Ho capito! È il solito giochino!

Secondo Vigile

Propi inscì el… gioeugh de la valis.

Gerardo

Per non pagare le tasse!(secondo vigile perplesso) Ma stavolta deve pagare! Basta furbi!!

Primo Vigile

(dà un foglio all’impiegato) Comunque questa è la copia della notifica che abbiamo lasciato alla moglie: “Revoca cambio residenza, perchè assente più volte nella fase di accertamento!”

Secondo Vigile

Mì vorevi scriv anca “assente per gabola” inscì el dismett de famm girà  per nient…

Gerardo

Ma purtroppo questo non lo possiamo scrivere.

Primo Vigile

Infatti, abbiamo solo scritto: “Assente agli accertamenti”.

Gerardo

Andemm innanz. Questa gente non si rende neanche conto che le false dichiarazioni possono portare alla denuncia! Ecco! (prende due fogli dalla scrivania) Ancora altri due accertamenti da fare su questi (dà i fogli ai vigili)

Primo Vigile

(prende i fogli) Sempre per cambio di residenza?

Gerardo

Propi inscì! Per non pagare la tassa sulla seconda casa. L’è vegnuu de moda spartiss…

Secondo Vigile

Pesg de quand i omen andaven a lavorà in Svizzera.

Gerardo

Di questo passo la sarà semper pesg… Andate pure, buon lavoro.

SCENA SECONDA

(i vigili escono ed entra una donna)

Ermelina

(cittadina tartassata) Buongiorno! Ch’el me scusa, domà on’informazion…

Gerardo

Prego, prego. Si accomodi pure (Ermelina si siede)

Ermelina

Allora, ier m’è rivaa ’sta carta del Comun, ma gh’è staa on sbali: dice, el vedarà, che gh’hoo de pagà la TASI, ma mi l’hoo giamò pagada, donca gh’è staa on sbali!

Gerardo

Si certo, un errore può esserci stato. Adesso controllo e, se è così, sistemiamo subito (prende il foglio che gli dà la donna)

Ermelina

Ecco, questo è l’avviso di pagamento della TASI. L’è sù bell ciar, TASI! TASI per il 2014!… Mì hoo tasuu… e hoo pagaa, e questa l’è la ricevuda. Donca mì on’altra volta paghi pù!

Gerardo

Si, sì, giusto! (entra Nino)

Nino

(entra con un foglio in mano e va alla scrivania) Ch’el me scusa, eh! Ma m’è rivaa questa carta, però gh’è staa on sbali!

Ermelina

(risentita, gesto della mano a volerlo mandare indietro) Anca mì son chi per on sbali e allora?!

Nino

Allora el mè l’è pussee gross del sò! Un errore di concetto che bisogna mett a post (all’impiegato) sistemato alla svelta! “Chi sbaglia paga”

Gerardo

(calmo ma deciso) Scusi! Sto parlando con la signora, vada di là qualche minuto, poi entra.

Nino

Ch’el me scusa! (alla donna) Anca lee, sciora, mì voeuri minga fà el villan, ma l’è on mestee veloce che sistemom subit (all’impiegato) L’è che a casa, casa nuova in via Manzoni, 29 mi stanno aspettando…

Gerardo

(imperativo) Di là!! (indica la porta)

Nino

Di là?! (guarda verso la porta) Nò, l’è che l’avviso che m’è rivaa…

Gerardo

(imperativo) Di là!! (gli fa eco la donna)

Nino (rassegnato) Di là!! Ho capii, ma…

Gerardo

Di là!!!

Nino

Di là (s’incammina) Allora andaroo propi, ma se vun el gh’ha pressa?

Gerardo

Di là e aspetti.

Nino

(a voce alta) Domà a pagà i tass podom minga spettà (esce borbottando)

Gerardo

(ritorna con lo sguardo sul foglio) Sì, sì (Ermellina compiaciuta) Sì, avviso pagamento TASI 2014! Esatto è così.

Ermelina

(trionfante) Oh! Eh, son sicura! La TASI 2014 mì l’hoo giamò pagada e questa l’è la ricevuda che le dimostra! (porge la ricevuta all’impiegato)

Gerardo

(prende ricevuta e foglio, poi comprensivo) L’è vera, lei l’ha già pagato ma (mostra la ricevuta)… ha pagato solo l’acconto! Mentre questo foglio è l’avviso per il saldo. Quest’anno è stato possibile rateizzare la TASI in due rate (comprensivo) Hann faa inscì, propi per favorire I cittadini contribuenti.

Ermelina

(perplessa) Ah, per favorire i cittadini…

Gerardo

Certo, rateizzando, il contribuente inveci de ciappà ona botta in d’on colp soll…

Ermelina

(interrompendo) El paga dò volt… E de bott ne ciappa dò! Ma come hinn bravi!!

Gerardo

(comprensivo) Praticament l’è inscì, però el paga semper l’istess! Perchè come el diseva Bertoldo,“è la somma che fa il totale”

Ermelina

(perplessa) Allora mì, con quest(indica l’avviso) paghi e sont a post perchè, ho fatto…

Gerardo

… il totale, che l’è semper l’istess.

Ermelina

Basta! Basta insci,che hoo capii! Ho capito che gh’hoo de pagà anmò ona volta! Però ch’el se regorda lù, e quei che favoriscono i cittadini, che “a  tirà tropp la corda, la se romp” (sistema le carte e si alza) E,come ’l diseva… el nono del Bertoldo “Quant ghe n’è pù, crepa l’asen e quel che gh’è sù”. E adess tanti saluti e grazie! (esce)

Gerardo

Grazie a lei! Quando ha bisogno, numm semm chì.

(entra Nino deciso e va subito a sedere)

Nino

Buongiorno, e ch’el me scusa per prima, l’è che gh’avevi pressa. Lù però l’è staa bravo, el s’è disfesciaa a la svelta! Senza perdersi in chiacchiere. Se ved che l’è in gamba, competent e decis! Bravo! L’è insci che se fa!

Gerardo

(compiaciuto) Beh, si fa tutto quello che è possibile al servizio del cittadino.

Nino

L’è propi vera, come lo fate voi il servizio ai cittadini…

Gerardo

Bene. Allora mi dica. Cos’è tutta ‘sta pressa?

Nino

Ah, ecco: l’è che gh’è staa on sbali! Perchè stando a questo avviso - ecco ch’el guarda - (glielo porge) io dovrei pagare la TASI come seconda casa, che per mi l’è diventada… la prima casa! Controlli! Questa è la carta d’identità nuova: (la mostra) residente in via Manzoni 29. L’avete scritto voi qui! Dunque gh’è sta on sbali. Perchè mì in via Manzoni me pertocca minga de pagà!

Gerardo

Via Manzoni? (perplesso, poi) Ah, è lei?

Nino

Lei cosa?!

Gerardo

Lei, quello che ha chiesto il cambio di residenza e adesso vive in un’altra casa.

Nino

Appunto, in via Manzoni 29

Gerardo

Certo, lei vive lì, mentre sua moglie è rimasta nella vecchia casa.

Nino

Eh sì,purtropp! Ma dopo quarant’ann ne podevi pù!

Gerardo

Ah,certo,ci son voluti quarant’anni ma alla fine se n’è accorto.

Nino

Succede! Non sempre, ma succede! A mì el m’è succeduu.

Gerardo

Ed è successo proprio a lei che aveva due case; e a quii che ghe n’ha voeuna sola ghe succed mai! Che strano, eh?!

Nino

Noo! L’è che noi uomini, lù el me capiss,vera… siamo ancora giovani dentro. Gh’emm bisogn de vess liber, di volare come fanno gli uccelli. L’è per vess libero che me son spartii. Mì gh’hoo anmò tanta voglia di volare come un uccello!

Gerardo

Mi dispiace, se lei vuole volare lo deve fare nella sua vecchia residenza, non in via Manzoni 29!

Nino

Cosè? Cosa l’è ‘sta storia? Eh nò, eh! L’è pussee de on mes che mangi, dormi e… svolazzi in via Manzoni. L’ha minga vista la carta d’identità? E indoe l’è el problema? Mì sont a post!

Gerardo

Certo, gli uffici devono rilasciare il documento entro quarantotto ore, perciò l’ha avuto. Ma poi i vigili hanno quarantacinque giorni di tempo per fare gli accertamenti e lei in via Manzoni 29 più volte non c’era. Perciò il cambio di residenza è stato rifiutato, e già notificato. Ragion per cui la suddetta casa viene tassata come… seconda casa!

Nino

(incredulo) Come rifiutata? Ma semm ‘dree a scherzà?!

Gerardo

Certo che no: rifiutato cambio residenza perché assente nella fase di accertamento. Il cambio di residenza è stato annullato. Se vuole può fare ricorso.

Nino

(deciso) Certo che foo ricors. Di corsa faccio ricorso!

Gerardo

Faccia attenzione però, che lei rischia una denuncia per dichiarazione mendace! È scritto pure sulla carta che ha firmato.

Nino

(arrabbiato) Eh nò, eh! Pian cont i paroll! Che a mì mordace me le dis minga! Mordace sii vialter di tass! Che fasii come quii can che ghe mord i calzon a quei che ghe capita a tir!

Gerardo

(sfottente) Mendace, mendace, non mordace! Vuol dire che a noi risulta che non vive in via Manzoni e che lù, scior, l’è on bosard!

Nino

(finta calma) Ah, bene! Allora mì sarìa, mordace e bosard?!

Gerardo

(ironico) E rischia pure la denuncia…

Nino

(finta calma) Ah, pure la denuncia?! E perchè minga la fusilazion? Eh? De già che ghe semm!

Gerardo

(ironico) Basta la denuncia per falsa autocertificazione!

Nino (si agita sempre più) Ah, ma mì foo ricors, mì voo in de l’avocatt!

Gerardo (irritante) È nella sua facoltà! Ma per il momento paga. E paga quello che gh’è scritt sul bollettin perchè, come vede, non c’è stato nessun errore.

Nino

Ma mì foo ricors!

Gerardo

Faccia pure! Ma adesso paga. Poi vedremo se ha diritto al rimborso.

Nino

(si agita) Ma mì gh’hoo i testimoni. E tanti,anca!

Gerardo

(sempre irritante) Lei produca i testimoni e poi si vedrà.

Nino

Certo che li produco. Glieli produco qua, vun a la volta!

Gerardo

Va bene!… Anca tucc insèma, se vuole.

Nino

Vado! Il tempo di “cattarli sù” e torno! A rivederci (esce)

Gerardo

E io l’aspetto! (sistema le carte sulla scrivania) Che mestiere! Pesg de vess in guerra!

SCENA TERZA (rientra Ermelina)

Ermelina

Scusi dottore, posso?

Gerardo

Venga, venga pure.

Ermelina

Mi scusi, vorarìa minga diturball, ma l’è staa tanto gentil prima… Ma stavolta l’errore c’è stato di sicuro.

Gerardo

Può capitare, vediamo, vediamo subito.

Ermelina

È che prima,ignorantemente,che non sapevo del saldo,dell’acconto agevolato, del Bertoldo che fa el totale, me son sbagliada mì! Però dopo ho pagato in Posta. E questa è la ricevuta (mostra ricevuta). Credevi de vess a post. Inveci rivi a cà e troeuvi questa chì (mostra) che la dis che gh’hoo de pagà anmò. Allora, ch’el me scusa el sa, ma stavolta el sbali l’avii faa vialter… e bell gross!

Gerardo

(vede) Signora, queste sono le ricevute della TASI. Questo invece è l’avviso per la TARI (ripete sillabando) TA - RI, tassa - rifiuti! Questa l’è on’altra roba.

Ermelina

On’altra tassa de pagà?! Sui rifiuti? Ma se l’è sui rifiuti, io mi rifiuto di pagare!

Gerardo

Brava! Ma sarebbe peggio, perchè la TARI comprende… tutti i… rifiuti! Dunque le verrebbe tassato pure il rifiuto di pagare i rifiuti.

Ermelina

(basita prima, poi si riprende) Naturalmente rateizzando col totale! Alter che Bertoldo! Questa l’è la balossada pussee grossa che podevov inventà!

Gerardo

Veramente io…

Ermelina

(interrompendo) Tranquillo! Che per stavolta paghi anmò! Ma el se regorda ben che se vialter sii furb, mì hoo fini la pazienza, e anca i danee! Dunque, saluti cari e… a non rivederci! (esce)

Gerardo

“A non rivederci”, questa l’avevi mai sentuda! Che mesterasc!

(entrano Angelica, Gilda e Vito)

Gilda

(accompagna Angelica) Possiamo? (salutano)

Gerardo

Si accomodino! Dite pure!

Gilda

(sollecita Angelica) Dai, dai, cuntegh sù tutta la storia. Me raccomandi, neh!

Vito

Noi, ecco, numm semm chì… per mett a post i robb ona volta per semper!

Angelica

Sì dottore. Siamo qui riuniti perchè c’è stato uno sbaglio e va messo a posto.

Gerardo

Anmò?! On alter?! Ma se l’è incoeu… San Sbali?

Gilda

Io sono una testimone. Se mi da la Bibbia… (mano sinistra sul cuore, mano destra aperta come se poggiasse sulla Bibbia) giuri che l’è inscì!

Gerardo

Signora, semm in Comun, minga in America! Comunque sentiamo, ‘se gh’è?

Angelica

(consegna il foglio) M’hanno portato questa carta del Comune: c’è scritto che mio marito, Ventura Valentino, deve tornare a casa. Ma mì con lù gh’hoo pù nient de spartì! Né sotto lo stesso tetto, né dentro lo stesso letto. Voeuri pù vedell nanca dopo mort.

Vito

El bev, el bev, l’è semper ciocch!

Gilda

(mano sul cuore) E mì son testimoni, io ho visto tutto.

Gerardo

Ma cos è che ha visto?

Gilda

Che l’ha cacciato fuori de la porta! E se ghe seri minga de mezz mì!… Chissà che bott! Podeva anca salta foeura i cortei…

Vito

Eh,sì! Quand l’è ciocch el diventa material e dopo la picca semper!

Gilda

Ma nò! L’era lee, l’Angelica, che la voreva dagh ona pell de bott a lù! Se ghe seri minga mì…

Angelica

Quella l’è on’altra storia! Adess numm semm spartii e gh’emm de restà spartii (a Gerardo) L’ha capii?

Gerardo

(non capisce) Sì! Ma io cosa c’entro in tutta questa storia?

Gilda

È, che ci hanno ritirato la residenza a suo marito, perché non l’hanno trovato in quell’altra casa

Vito

E sì, non l’hanno trovato, corregh adree! Quell porco lì l’era denter sconduu a fagh el gioeugh de la valis a quella là…

Gerardo

Va bene,ma io… Dov’è l’errore?

Angelica

L’errore sta che il tizio deve rimanere nell’altra casa di via Manzoni 29. Che s’el me borla anmò sotta i spazzett la va a finì mal. El sopporti pù! Vigliacch d’on cioccattee!

Vito

L’andarìa ricoveraa in d’on centro per alcolisti anemici!

Gerardo

(lascia cadere) Purtroppo, cara la mia sciora, io non posso farci niente: sulla carta è scritto: “respinto cambio di residenza perché assente nella fase di accertamenti.”

Angelica

Non m’interessa se gh’è sù… su la carta… mi voeuri pù vedell! (piagnucolando) Disgraziaa, la faa andà via de cà anca el mè Alfio, inscì on bravo fioeu, pien de voeuja de lavorà! Oh Alfio, Alfio, figlio mio…

Gilda

Piang minga, dai! Te vedaree ch’el torna! Sta tranquilla!

Vito

(preso nella sua parte) El beveva, el beveva… semper ciocch!

Gerardo

Ah!Pure il figlio!Allora l’è un vizzi de famiglia

Gilda

(corregge) No,no,il figlio non beve! L’è inscì on bravo fioeu…(singhiozzante) Oh Alfio, Alfio ben de la mia vita, torna a cà…

Vito

(interrompendo il piagnisteo) Sì… Torna a casa,Lassie!

Gilda

(a Vito) Mócchela! (ad Angelica rassicurante) Ma sì ch’el torna… Quand el ved pù el camin a fumà, te vedaree che ’l torna!

Angelica

È andato via il figlio…. Se ne deve andare anche il padre! (decisa) Donca, cercate de fà in pressa a correg l’errore perchè il tizio deve tornare in Via Manzoni 29!

Gerardo

Oh cara dona… ma ghe l’hoo giamò dii: io in questo non posso farci niente.

Angelica(lo aggredisce) Come non posso farci niente?! Allora se l’è lì a fà? A scaldà la cadrega? Si dia una movuta, metta a posto quelle carte!

Gerardo

(la richiama) Signora!

Gilda

(cerca di contenere Angelica) Calmett Angelica, calmett!

Angelica

Signora un corno! Mì sont ona poeretta. Ma luu (indicando Gerardo) quell là l’ha pù de fammell trovà dent in cà! Son stada spartida fina a ier, e voeurii restagh per semper!

Gilda

(a Gerardo) Le dia retta, la prego, che se il suo Nino torna a casa, la va’ a finì che se ciappen a bott! E podarìa anca succed on matrimonicidio, come si legge sui giornali!

Gerardo

Sì, figuriamoci! Quello adesso poi…

Angelica

No, non adesso poi! Adesso subito! Appena el me riva a tir! E lù l’è responsabil, ch’el se regorda! Rivederci! (esce seguita da Gilda che saluta)

(Gerardo e Vito seguono la scena)

Gerardo

Che bel teatro! Ma mì me fann minga sù! (rivolto a Vito scettico) Questa non la bevo proprio!

Vito

Anca lù el bev?! Bravo, fa bene! Il bere scaccia i pensieri! (esce) (Gerardo perplesso)

SCENA QUARTA

Gerardo

Ball, sora ball! Sceneggiad, pur de minga pagà! Quii lì creden de vess furb, ma mì, con tucc quii ch’hoo veduu in trent’ann de sto mestee me freghen minga.

Ermelina

(entrando) Mi scusi dottore se sono ancora qui, ma stavolta son sicurissima! Ho controllato insieme al scior Prevost e anca lù el dis che gh’è on sbali.

Gerardo

(con rassegnazione) Va bene, ma si sieda che controlliamo. Intanto mi dica di cosa si tratta.

Nino

(entrando con Sonia, in tono confidenziale) Mi scusi sa, ma el boccon amar al va spuaa el prima possibil! Per la faccenda di prima, ci ho portato una testimone… affidabile.

Gerardo

(fermo e deciso) Allora lei ce l’ha per vizio! Abbia la cortesia d’aspettare fuori che sono impegnato con la signora!

Nino

Ah, bene! Ma mì la me dà minga fastidi! La pò stà chì se la voeur! (a Sonia) Adesso puoi dirgli tutto e… sincera come in confession!

Sonia

È una bella storia: una sera mentre tornavo a casa…

Gerardo

(la interrompe) Signora! Accomodatevi fuori che prima c’è lei! (indica Ermelina)

Ermelina

Appunto! Imparate a rispettare il vostro turno! Maleducaa!

Nino(a Gerardo,indicando Ermelina) Ma questa l’è semper chì! La gh’ha nagott de fà a cà soa?!

Ermelina

(si alza arrabbiandosi) Oh! Ma come si permette?! Sarann minga affari sò, i mè!

Nino

Nò, però i mè hinn pussee urgent e important de sicur! (a Sonia) Dai fa presto: spiega con calma al Dottore com’è successo!

Sonia

Ecco dottore, come le dicevo, una sera che pioveva forte e…

Gerardo

(deciso)Fuori!Ho detto fuori,aspettate fuori!

Ermelina

(compiaciuta) Sentito?! Fuori!

Nino

(a Ermelina) Questa l’è minga cà soa, donca silenzio!

Gerardo

Allora lo dico io: fuori! (a Sonia) Anche lei signora per favore! (li accompagna all’uscita tra le proteste) Fuori! (rientrando) Oh, finalment! Veniamo a noi signora.

Ermelina

Ecco, guardi (mostra un foglio) mi hanno portato quest’altra carta che non è né TASI né TARI, stavolta hoo legiuu ben, la se ciama COSAP. M’hann dii che l’è una tassa sui commercianti, ma mì son pensionada!… Donca?!

Gerardo

Si, la COSAP è una tassa per l’occupazione del suolo pubblico: una bancarella o montare ponteggi per costruzioni, ed altro… (legge un foglio)

Ermelina

Visto? Mì son pensionada, non ho bancarelle e non ho fatto lavori di muratura. Dunque stavolta avete sbagliato voi! E di grosso! (ironica, sicura di sé) A meno che ci sia una tassa sui fiori…

Gerardo

(illuminato, consulta il foglio) Sui fiori certo che nò, ma sulle fioriere sì! Lei per caso ha una fioriera?

Ermelina

Sì,due! Una di quà e una di là dell’ingresso. Ma questo cosa c’entra?

Gerardo

Purtroppo c’entra sì! (mostra il foglio) Perché poggiando a terra occupa il suolo pubblico.

Ermelina

(con fare astuto) Ho capito! Devo pagare perché poggiano a terra! Bene! Allora mì i tacchi sù al mur! (fa il gesto con entrambe le braccia alzate)

Gerardo

(compiaciuto) Brava! Ma dovrebbe pagare lo stesso. Pensi, oggi si paga pure se ha un’insegna, e l’insegna fa ombra! Purtropp l’è inscì!

Ermelina

Allora gh’hoo de pagà anca questa?!… La tassa sui fior! Andemm benone!

Gerardo

Non posso farci niente! Deve pagare, e tutti gli anni! A meno che… a meno che… non tolga le fioriere.

Ermelina

(si appresta a uscire) Mi scusi! E la tassa sull’aria che respiri quand’è che si paga?

Gerardo

Questa ancora no,però…

Ermelina

Sì,però… però… l’è mei che vaga! Sedenò…

SCENA QUINTA

(entrano Nino e Sonia)

Nino

Adesso possiamo entrare?

Gerardo

(infastidito) Sì, sì prego, ma per favore cercate di non farmi perdere altro tempo.

Nino

Due minuti e andemm via! (a Sonia) Dai cara! Digli tutto!

Sonia

Tutto è iniziato circa un anno fà, una sera mentre tornavo a casa e pioveva forte.

Gerardo

(la interrompe) Scusi Signora ma io non ho ancora capito chi è lei!

Nino

Come chi è? È Sonia! È la testimone della difesa! Mia, de mì!

Gerardo

Ma che difesa d’Egitto! Qui non siamo in Tribunale. E poeu difesa de cosa?!

Nino

Se la lassa parlà…! Vai cara, e mi raccomando, come in confessione.

Sonia

Allora, come le dicevo, circa un anno fa…

Gerardo

(ripete tristemente) Pioveva a dirotto, e lei tornava a casa.

Sonia

Esatto! Bravo! È proprio andata così!

Gerardo

(sempre più infastidito) Signora! La prego, venga al nocciolo della questione…

Sonia

Sì,sì,ha ragione: all’improvviso la macchina mi si è fermata in mezzo alla strada, era tutto buio e pioveva a dirotto!

Nino

Orca se pioveva! La vegneva giò a sidei! (gesto con le mani,Gerardo sempre più infastidito)

Sonia

Sono uscita dalla macchina per chiedere aiuto, ma non si fermava nessuno.

Nino

(plateale) L’umanità… senza umanità!

Sonia

Poi, è arrivato lui! Il mio angelo custode!

Nino

(s’intromette) Che sarìa mì!

Sonia

Sì, lui, che mi ha aiutato a venir fuori da quella brutta situazione! E poi,siccome eravamo tutti bagnati fradici, siamo andati a casa mia per… asciugarci.

Gerardo

(sempre più infastidito) Sì ma io… qui mi occupo di tributi e certificati. A me non interessa se serov succ o bagnaa! Cosa c’entro io?

Nino

C’entra,c’entra! (a Sonia) Dai Sonia, come in confession, coraggio cara!

Sonia

Insomma, è da lì che è iniziato…

Gerardo

Iniziato cosa?

Sonia

Da lì… che noi abbiamo cominciato a frequentarci.

Nino

(cercando la complicità di Gerardo) E a trà foeura i vestii anca quand hinn succ!

Sonia

È che abbiamo una relazione che continua ancora oggi…

Nino

E che continuerà per sempre, ma in via Manzoni 29, che è più intima!

Gerardo

Ah, ecco! Adess hoo capii. Tutta ‘sta manfrina per arrivare a farmi credere che lei(indica Nino)vive in Via Manzoni 29, e insieme alla signora poi!

Nino

Esatto, l’è inscì, perchè l’è inscì!

Gerardo

(scatta) Ma cosa l’è inscì?! Fatemi il piacere! È tutto il giorno che mi devo occcupare del suo cambio di residenza! E prima lei, poi sua moglie e suo cognato, e adesso anche la signora: l’amante! Ma quello che conta sono le carte! Le carte. E lù, el s’è mai faa trovà ai controlli nella nuova residenza!

Nino

Per forza, seri a cà soa! (meravigliato) Ma allora lei ha conosciuto e parlato con mia moglie.

Gerardo

Certo che l’ho conosciuta. E pure suo cognato e un’altra signora: e tutti a convincermi che lei abita in via Manzoni 29.

Nino

Son content che l’ha conossuu la mia miee! Allora adess el capissarà perchè voeuri pù tornagh insema! Quella lì anca per ‘sta storia (indica Sonia) la voeur coppamm. E mì gh’hoo paura! (preoccupato) Perchè l’è vera che gh’è il femminicidio! Ma gh’è anca… el maschicidio, i donn che coppa i omen! Donca lù el gh’ha de vuttamm (implorando) La prego mi salvi!

Gerardo

Ma cos’hoo da salvare cosa?! Io qui son pagato per applicare il regolamento. Lei è risultato assente a tutti i controlli, quindi ritorna alla vecchia residenza. E l’è finii el cinema!

Sonia La prego, non lo mandi da sua moglie! È un anno che va avanti questa storia! Ci aiuti a chiuderla per favore!

Nino

El pensa che bell! Mì e lee (indica Sonia) vemm a stà in via Manzoni, la mia miee col sò fradell la resta indoe l’è! El fioeu l’è andaa a falla bui per sò cunt,(a Gerardo)lù el sara la pratica e semm tucc felici e contenti,eh?!

Gerardo

(infastidito) Propi bell! Ma io, senza il parere favorevole dei vigili, non posso fare niente!Voeurov capilla sì o nò?

Nino

Dottore, mi ascolti. L’è vera che i guardi m’hann mai trovaa e lù el sa el perchè: adesso però io rifaccio la domanda per il cambio residenza in via Manzoni 29. E ghe garantissi che i guardi poden rivà cent volt e che per cent volt me trovarann!

Gerardo

Certo, lei la richiesta la può rinnovare (scettico) così vediamo se è li che vive.

Nino

L’è la verità, gh’el giuri sul mè fioeu!

Sonia

(decisa) E dia un modulo da firmare anche a me! Che pure io vado ad abitare in via Manzoni 29 insieme a lui!

Gerardo

(colto di sorpresa) Come? Anche lei?!

Sonia

(decisa) Certo, anch’io vado ad abitare con lui!

Nino

(le prende le mani tra le sue) Che cara sei, finalmente ti sei decisa!

Sonia

Sì,finiamola di fare tutto di nascosto! Da domani vivremo insieme alla luce del sole!(ironica) Guadagnando in amore e risparmiando in affitto!

Gerardo

Signora… Ma è proprio sicura?

Sonia

(decisa) Dia il modulo anche a me, per favore!

Gerardo

(da un foglio a entrambi e mentre i due firmano) Devo ammettere che avevo pensato male! Che la fuss tutta ona “messa in scena” per pagà de meno, ma devo arrendermi alla verità.

Nino

Son content! Sono contento che se ne sia accorto! (poi a Sonia) E per noi, ricomincia la vita!

Sonia Sì,sì,ricomincia. Io e te da soli. Nel nostro nido d’amore. Dottore noi andiamo. E dica ai vigili di bussare almeno due volte!

Nino

Anca cinch o ses! Sa com’è! Magari semm dree a fà sugaa i vestii (gesto con le mani)

(mentre escono, entrano i vigili che li vedono uscire abbracciati)

Gerardo

(sorridente) Certo, certo, arrivederci. (poi ai vigili che osservano perplessi l’uscita della coppia) Che mesterasc! E come è facile sbagliare sulle persone.

Primo Vigile

(al secondo Vigile) T’hee vist? Allora l’è vera ch’el gh’ha l’amante! Ma… la par minga straniera…

Secondo Vigile

Straniera?! Ma quella lì l’è la Sonia. Andavom a scola insema! L’è la cusina de l’Angelica, la miee del Ventura (indica verso l’uscita). Quella che sta a Milano.

Gerardo

(interdetto) Come?!? Co… come?!? La cugina? La cugina della moglie?!? Ma allora?!

SIPARIO