COMMEDIA IN DUE ATTI DI
EDUARDO BARRA
PERSONAGGI E INTERPRETI
(In ordine di entrata)
MARIA, vicina di casa della buonanima _____________________
AGATA, padrona di casa e nipote della buonanima _____________________
CIRO, marito di Agata _____________________
CARLO, amico fraterno di Ciro _____________________
ZIA CONCETTA, la buonanima _____________________
GIULIA, ex suora amica di Agata e futura fidanzata di Carlo _____________________
SIG. LOPRENDA, vicino di casa sempre a caccia di uomini _____________________
ALDO MAPINA, notaio smemorato affetto da crisi nervose _____________________
CARMELA, sorella della buonanima (*) _____________________
LENA, sua nipote e cugina di Agata, stralunata e ritardata _____________________
LILLY, figlia di Maria, ritardata, forse peggio di Lena _____________________
VENUS, medium _____________________
AORTATE, sua aiutante ed apprendista _____________________
La storia si svolge in epoca attuale in casa di una famiglia che ha recentemente subito una perdita; è infatti deceduta “zia Concetta”, sorella della madre della padrona di casa. Dopo i funerali si presenta un notaio per aprire il testamento redatto dalla defunta; tale testamento prevede delle condizioni alle quali gli eredi dovranno attenersi inderogabilmente per ricevere l’eredità.
(*) L’attrice che dà la voce a zia Concetta sarà la stessa che interpreta zia Carmela, sua sorella gemella.
ATTO PRIMO
La scena prevede la comune in seconda quinta a destra; in prima quinta, sempre a destra, la cucina. In prima quinta a sinistra il bagno, in seconda quinta, sempre a sinistra, la camera degli ospiti. Al centro scena, sul fondo, un arco che dà l’accesso ad un corridoio che porterà nelle altre stanze dell’appartamento.
L’arredamento prevede mobili moderni con un divano a due posti, un tavolo rotondo al centro (o meglio un tavolino da appoggio gingilli in un angolo), qualche sedia (che potrà essere anche posta dietro le quinte ed usata all’occorrenza) ed una sedia a dondolo sulla sinistra.
All’apertura del sipario ci sarà al centro della scena una bara intorno alla quale si troveranno a pregare Maria ed Agata che, terminate le preghiere daranno inizio alle solite chiacchiere da funerale.
SCENA PRIMA
(MARIA ed AGATA, poi CIRO e CARLO)
Maria Agati’, ti devi fare forza… Lo so che le volevi bene, ma devi reagire!
Agata Per me era come una mamma…
Maria Non ti disperare, vedrai, quella poi ti viene in sogno e ti farà compagnia…
Agata Voi dite? Speriamo! La vorrei salutare un’ultima volta… (Si guarda intorno) Ma dove sta Ciro?
Maria Era di là insieme a Carlo che parlava con il direttore delle pompe funebri insieme.
Agata Sicuramente starà tirando sul prezzo per il funerale… pure mò hadda fa’ ‘o perucchiuso!
Maria Vabbuo’, però chisti schiattamuorte pure se ne approfittano della situazione… (Facendo il verso al personale delle pompe funebri che presenta le varie offerte) “Vulite ‘a machina accussì… ‘a vulite accullì… o vulisseve ‘na bella carrozza, magari cu’ ‘nu tiro a sei o a otto cavalli?” Siente a me, Agati’, so’ tutte spese inutili… Chillo, ‘o muorto, che ne sape? Mica vede cchiù…
Agata Forse avete ragione, signora Mari’, sono io che sto esagerando. (Vede entrare Ciro e Carlo) Ah, ‘oilloco, oi’…
Ciro Tutto a posto, Agata, quando sei pronta se la portano. (Tra sé) Finalmente… ah!
Agata Nun po’ rimane’ ‘n’atu ppoco cu’ mme?
Ciro Agati’, si rimmane, rischiammo ca chiude ‘o cimitero e rimanimmo ‘a parte ‘e fora!
Carlo Ciro ha ragione, Agata, ormai la zia è morta e non ha più senso il fatto che resti.
Agata Vuje che dicite, signora Mari’?
Maria È arrivata l’ora… fatti coraggio.
Agata (Rassegnata) E va bene. Ciro, io comincio a scendere, non ce la faccio a vedere quando chiudono la bara…
Ciro Non ti preoccupare, penso a tutto io. Signora Mari’, per piacere accopmagnatela. (Via le due donne)
Carlo Ciru’, allora vaco a chiamma’ ‘e schiattamuorte?
Ciro Solo un momento… (Si avvicina alla bara) A zi’, ti volevo dire un’ultima cosa: “Finalmente te ne si’ gghiuta!” Ah! (Parte una musica funerea e si chiude il sipario)
SCENA SECONDA
(AGATA, MARIA, CIRO e CARLO, poi, da dentro, la VOCE DI ZIA CONCETTA)
(Ancora a sipario chiuso Maria, Agata, Ciro e Carlo tornano verso il palcoscenico attraverso il pubblico in sala)
Agata Signora Mari’, sono passate solo poche ore e già mi manca…
Maria Agati’, ti devi fare forza, d’altra parte ‘a zia Cuncetta s’era fatta vicchiarella…
Agata Teneva solo ottantacinque anni, puteva campa’ ‘n’atu ppoco… magari fino a novanta, novantacinque…
Ciro Carle’ finalmente è morta! Mi devi credere, non la sopportavo più.
Carlo E ghiamme, Ciru’, non si parla così dei morti… Quelli, llà ‘ncoppa, sentono tutto!
Ciro Sei sicuro di quello che dici?
Carlo Accussì m’è stato detto.
Ciro (Con gli occhi rivolti verso l’alto) Zia Cunce’, finalmente te ne si’ ghiuta ‘a dinto a ‘sta casa e te si’ levata ‘a nanze ‘e piede, ah!
Agata Ciro, che hai detto?
Ciro Stavo salutando per l’ultima volta la cara zia.
Maria E quello solo dopo che sono morte si apprezzano le persone, è vero don Ciro?
Ciro Proprio così! Dicevo a Carlo che sono passate solo poche ore e già mi manca…
Maria Quant’è bello, si era affezionato…
Agata Eccoci arrivati, Ciro le hai tu le chiavi?
Ciro Sì, eccole qua, tu comincia a salire, io vengo subito.
Agata Va bene. Signora Maria volete venire un poco da me? Ci facciamo un caffè.
Maria Solo cinque minuti, voi lo sapete, a quest’ora ‘a creatura hadda fa’ ‘a marenna… (Via le due donne dietro al sipario ancora chiuso)
Carlo Ciru’, ma ‘a creatura ha fatto trentazinque anni domenica scorsa e ‘a mamma ce appripara ancora ‘a marenna?
Ciro Fisicamente tene trentacinque anni, ma ‘e cerevelle ne tene dieci!
Carlo Mi dispiace, forse tene quacche malatia?
Ciro Sì, ‘a mamma!
Carlo (Ridendo) Sei sempre lo stesso… Va be’, io vado, ci vediamo in questi giorni.
Concetta (È una voce che si sente dal retro delle quinte, non apparirà mai. Parla prima che Carlo vada via) Ora pro nobis!
Ciro Carlo, hai detto qualcosa?
Carlo No, non ho proprio parlato!
Concetta (C.s.) Ora pro nobis!
Ciro Carlo sei sicuro di non sentire una voce?
Carlo Non ho sentito niente, ma perché?
Ciro Forse mi sto impressionando, ma è come se stessi sentendo la voce di zia Concetta quando pregava con tutti quei santini in mano.
Carlo Ma che dici? È come hai detto tu, ti starai impressionando.
Ciro Sarà così, ciao Carlo, e scusami.
Carlo Non ti preoccupare, ciao Ciro. (Via Carlo)
Concetta (C.s.) Ora pro nobis, fai venire pure a isso!
Ciro (Spaventato, comincia a parlare con la voce di Concetta) Zia Conce’, siete voi?
Concetta (C.s.) Ora pro nobis, io voglio sta’ assieme a isso!
Ciro Zia Conce’, vi chiedo scusa se vi ho offesa. (Tra sé) Mamma mia bella, allora è ‘overo che sentono tutte cose!
Concetta (C.s. ma con voce più decisa e tono più alto) Ora pro nobis, fa’ muri’ pure a isso! Hehehehehe (Risata sarcastica)
Ciro Madonna mia, aiutami! (Scappa via dietro al sipario)
SCENA TERZA
(MARIA e AGATA, poi CIRO)
(Parte la musica di apertura del sipario che inizia ad aprirsi. In scena Maria ed Agata che stanno chiacchierando)
Maria Agat’, adesso smetti di piangere, pensa che ora tua zia sta in un posto migliore.
Agata Avete ragione, ma ve l’ho detto, per me è stata come una mamma… (Si avvicina alla sedua a dondolo) Chesta seggia ‘a voglio rimane’ ccà, accussì è comme si stesse cu’ mme pe’ sempe!
Maria Certo ca se n’ha ditte rusarie ‘ncoppa a chella seggia, cu’ tutti chilli santini…
Agata È vero. Come ricordate, ultimamente pregava affinchè qualche Santo la veniva a trovare, si faceva vedere… Pensate che tutte le immaginette se le è fatte mettere nella bara!
Maria Guardate: è morta aspettando un Santo che la venisse a trovare, ma visto che non veniva nessuno, è ghiuta essa addu’ lloro…
Agata Forse è proprio così. Ora permettete, vi vado a fare il caffè…
Maria Non vi disturbate…
Agata Nessun disturbo, è un piacere. Permettete… (Via in cucina)
Maria (Avvicinandosi alla sedia a dondolo) Certo che hadda essere comoda ‘sta seggia… ‘A vicchiarella steva sempe assettata ccà! (Si siede) Ah, veramente è comoda! ‘A cristiana se pigliava ‘e santini e cominciava a pregare… Ora pro nobis… Ora pro nobis…
Ciro (Entra senza accorgersi della donna seduta sulla sedia) Non è possibile! Me sarraggio ‘mpressiunato… Sì, sì, deve essere così…
Maria Ora pro nobis…
Ciro (Spaventandosi nel sentire tali parole dà un urlo) Aaaah! No, ‘a zi’, je nun dicevo overamente… je ve vulevo bene, anzi mi mancate tanto!
Maria (Alzandosi dalla sedia) Don Ciro, ma che avete passato? Vuje state tremmanno sano sano!
Ciro Signora Mari’, siete voi? Scusate, io vi avevo scambiata per zia Concetta!
Maria È ancora fresco il suo ricordo…
Ciro È vero, è come se sentissi ancora la sua voce.
Agata (Entra con il caffè) Ecco il caffè. Ueh, Ciro, che c’è? Tieni ‘a faccia bianca come la neve… prenditi un poco di caffè.
Ciro Niente, niente, è il dispiacere.
Maria La verità è che s’è pigliato ‘na caspita ‘e paura. Io stavo seduta sulla sedia a dondolo e tuo marito mi ha scambiato per la zia.
Ciro Già, è proprio così.
Agata Magari! Ma ormai la zia non c’è più…
Maria Non è detto, a volte tardano ad andare via, a volte tornano.
Ciro (Con un filo di voce) Che volete dire?
Maria (Guardando dritto negli occhi di Ciro) Proprio quello che ho detto: a volte ritornano.
Ciro (Accasciandosi sul divano) Questo è un incubo!
Maria Beh, si è fatto tardi, ora devo andare, semmai ci vediamo più tardi.
Agata Vi accompagno, arrivederci e grazie per la compagnia. (Via Maria) Ciro, mi vuoi spiegare che cosa ti sta succedendo?
Ciro Non ci crederesti.
Agata Tu prova a spiegarmelo.
Ciro È come se avesi sentito la voce della zia!
Agata Ma è impossibile: ti sarai impressionato…
Ciro Nun so’ tanto convinto, hai visto che diceva la signora Maria? A volte ritornano!
Agata Ma tu vai appresso a ‘sti fantasie? Queste sono solo dicerie…
Ciro Sarà come dici tu, ma la voce sembrava reale. (Suonano al citofono, Agata va a rispondere)
Agata Chi è?... Come?... Va be’, Sali.
Ciro Chi è?
Agata Giulia.
Ciro Ma chi, ‘a monaca? E che vo’?
Agata Avrà saputo della zia e sarà venuta per le condoglianze. Erano tutti affezionati a chella vicchiarella…
Ciro Come no!? Anche io, nonostante i battibecchi, gli ero molto affezionato! (Urlando con gli occhi rivolti verso il cielo) ‘A zi’, io vi volevo bene, vi volevo bene assaje!
Agata Ma che allucche a ffa’?
Ciro Cu’ ‘a speranza che me sente e…
Agata E…?
Ciro E… (Fingendosi affranto) per salutarla un’ultima volta. (Suonano alla porta, Agata va ad aprire. Entrano il sig. Loprenda e Giulia, vestita in borghese)
SCENA QUARTA
(LOPRENDA, GIULIA e detti
Agata Signor Loprenda, che cosa è successo? Perché state con Giulia?
Loprenda (È chiaramente gay) Questa cara signorina vede poco: ha sbagliato piano ed ha bussato alla mia porta.
Agata Già, è vero. Prego accomodatevi… Giulia, come mai qui?
Giulia Ho saputo della cara zia… le mie condoglianze.
Agata Grazie, sei molto gentile. Ricordi mio marito?
Giulia Certo, Ciro… Come va?
Loprenda (Avvicinandosi voluttuosamente a Ciro) Come si sente?
Ciro (Sempre guardando verso l’alto) Triste… molto triste!
Giulia (Rivolta ad Agata) Perché guarda in alto quando parla?
Agata Crede di parlare con la zia, vero caro?
Ciro Come se sentissi la sua presenza e la sua voce!
Loprenda (Abbracciandolo) Lei è rimasto proprio scioccato, ma non è possibile!
Giulia Potrebbe essere, a volte ritornano…
Ciro Come? Non mi sento tanto bene, col vostro permesso vado di là. (Allontanatosi dalle due si rivolge in alto) Nun me fa’ muri’, faccio tutto chello che vuo’!
Loprenda (Invitante) Le faccio compagnia?
Ciro (Deciso e scostante) No! (Ammorbidendo i toni) Grazie, mi basta ‘a zia Cuncetta. (Via in camera sua)
Giulia Ma che c’è, si è impressionato?
Agata Giulia, e tu vai dicenno cierti ccose…
Loprenda Puveriello, sta proprio sconvolto! Ve putiveve sta’ zitta, signuri’: l’avite fatto appaura’…
Giulia Ho detto solo la verità per esperienza vissuta.
Agata Ma veramente dici?
Giulia Certamente! È successo in convento qualche tempo fa.
Loprenda Ma che state dicendo?
Agata Signor Loprenda, stateve zitto! Racconta, Giulia, ‘stu fatto m’ha incuriosita.
Giulia Era ora di cena, quando all’improvviso la madre superiora si alza dalla sedia, si inginocchia e comincia a pregare.
Agata Aveva sentito qualche voce?
Giulia Proprio così.
Agata E chi era?
Giulia Suo fratello che la chiamava per nome: “Maria… Maria…”.
Agata Ma la voce la sentiva solo lei?
Giulia Per forza, mica ‘e muorte fanno ‘e comizi! Parlano solo con chi gli interessa.
Loprenda Gesù, Giuseppe e Sant’Anna a Palazzo, cheste ‘overo so’ cose ‘e pazze! Mò mi prendo un colpo, che impressione!
Agata Signor Loprenda, questo colpo jatelo a piglia’ a ‘n’ata parte e faciteme senti’.
Loprenda Antipatica! ‘O marito è tutta ‘n’ata cosa… Arrivederci. (Via dalla comune)
Agata Mamma mia e comm’è azzeccuso!
Giulio Agati’, ma forse è ‘nu poco…? (Fa segno con la mano dietro l’orecchio)
Agata No “forse”… è! Ma lasciamo stare, me stive dicenno ‘o fatto… Ma ll’ate comme fanno a sapere che è ‘overo?
Giulia Per quello che successe dopo.
Agata Dopo? Ma perché, la storia continua?
Giulia Nientendimeno?! Nuje avimmo appena accummenciato!
Agata Allora ‘o fatto è luongo?! (Interessatissima) Continua, dai… (Suonano al citofono) E mò chi è? Proprio ‘ncoppa ‘o cchiù bello! (Va a rispondere) Chi è?... Prego, salite.
Giulia Chi è, qualcuno per le condoglianze?
Agata Non lo so, è un certo notaio non so che… Uffà, io volevo sapere comme jeva a ferni’ ‘o fatto d’‘a madre superiora!
Giulia Non ti preoccupare, qualche volta torno e t’‘o fernesco ‘e cunta’. Comunque si quaccheduno sente ‘nu muorto è perché qualche cosa vuole da lui. Adesso me ne vado, vedi bene chi è ‘sto notaio… A proposito Agata, ma criature niente ancora?
Agata Niente da fare, non vogliono proprio arrivare.
Giulia Vedrai che prima o poi arriveranno, magari tua zia da lassù ci mette la buona parola. Ora me ne vado, ciao, ci vediamo. (Le due si salutano, Giulia va via)
Agata Speriamo bene… Zia cara, da lì sopra, facci questa grazia!
SCENA QUINTA
(NOTAIO MAPINA, CIRO e detta, poi VOCE DI ZIA CONCETTA)
(Suonano alla porta, Agata va ad aprire ed entra il notaio Mapina, uomo un po’ rimbambito e con diversi tic, mentre Ciro rientra dalla sua stanza)
Agata Buongiorno, desidera?
Notaio Buongiorno, sono il notaio Mapina, tanto piacere.
Agata Piacere mio, sono Agata Esposito, e lui è mio marito, Ciro Russo.
Ciro Accomodatevi, gradite un caffè?
Notaio No grazie, vado di fretta. Voi chi siete?
Ciro Ve lo ha detto Agata proprio adesso, sono Ciro Russo, marito della signora qui presente.
Notaio Agata? E chi è?
Agata Nota’, ma nun ve fidate? Songo io Agata, Agata Esposito, ma vuje ‘a ccà che vulite?
Notaio Nun m’‘o ricordo cchiù… Sapete, non sto passando un buon momento, me scordo tutte cose sto nervoso.
Ciro + Aga. (All’unisono) ‘Overamente?
Ciro Nun ce pare proprio, è ‘overo Agati’?
Agata Manco ‘nu poco! Ma mò che dobbiamo fare? Se non vi ricordate perché state qua, jatevenne!
Notaio No, se sto qua ci sarà un motivo… Aspettate, ora mi concentro. (Chiude gli occhi come se si sforzasse di ricordare qualcosa)
Ciro S’avesse ‘a caca’ sotto pe’ ‘o sforzo?!
Agata Speriamo di no! Notaio Mappina…
Notaio (Alterandosi) Mapina, prego!
Agata State calmo, m’aggio sbagliata! Comunque, arricurdateve perché state qua, si no jatevenne!
Notaio Signora la prego, si calmi… mi sto sforzando.
Agata E sfurzateve buono ca tengo ‘a cimma ‘e scirocco! (Via in cucina)
Notaio (A Ciro) Ma che cos’ha?
Ciro È nervosa, da poco veniamo dal funerale di una sua zia ch abitava qui con noi.
Notaio (Urlando) Zia Concetta!
Ciro Nun alluccate, avesse ‘a senti’?
Notaio Chi, la morta?
Ciro Che dite, mica ‘e muorte sentono… O no?
Notaio E chi lo sa?! Sull’argomento si sentono tante storie… Ma lasciamo stare, mi sono ricordato perché sono qui.
Ciro Per la zia?
Notaio Esattamente: c’è un’eredità.
Ciro Un’eredità? Veramente?
Notaio Certo, se no perché ero qui? Dovrebbe chiamare anche sua moglie.
Ciro Certo. (Chiamando verso la cucina) Agata… Agata…
Agata Che vuoi? (Vedeil notaio) Ah, sta ancora ccà ‘sta mappina ‘e notaio?
Notaio Mapina signora, la prego…
Agata Ma io non dicevo mappina nel senso di cognome… Io dicevo proprio mappina!
Notaio Che cosa vuol dire, che io…
Ciro (Al notaio, guardando Agata) Vuole dire anche a mia moglie il motivo della sua visita?
Agata (Capendo) Ha ricordato, allora…
Notaio Sì, per fortuna.
Ciro Prego, si accomodi. Ora che ha ricordato lo gradisce un caffè?
Notaio No, grazie, preferisco evitare visto l’esaurimento nervoso che ho.
Agata Dunque notaio, di che si tratta?
Ciro Un’eredità: tua zia ti ha lasciato un’eredità. Sarà una cosa bella, ti ha sempre voluto bene…
Notaio Non alla signora, a lei signore.
Ciro No no, voleva più bene alla nipote, ovviamente.
Notaio Su questo non ho dubbi, ma volevo dire che a lei ha lasciato l’eredità.
Ciro Alloraè ‘nu guajo!
Agata E nun fa’ sempe l’auciello d’‘o malaurio! Vediamo di cosa si tratta. Notaio allora dite, parlate pure.
Notaio (Apre la valigetta e prende una cartellina) Ecco qua, vi leggo il testamento: “Io Concetta Esposito, nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali, lascio al mio unico nipote acquisito Ciro Russo la possibilità di diventare un cristiano creanzato e per bene, dato che fino a mò è stato sempre ‘na chiavica.”
Ciro Nota’, ma che state dicendo… E chesta fosse ‘n’eredità?! (Il notaio comincia ad imbrogliarsi nel parlare e balbetta vistosamente così come vistosamente aumentano i suoi tic)
Agata Ciru’, che sta succedendo a chesta mappina, ce sta venendo ‘nu colpo dint’a casa nosta?
Ciro Nun ‘o ssaccio! Nota’… Notaio tutto bene? Dobbiamo chiamare il Centodiciotto? (Gag a soggetto)
Notaio Signori, vi prego, lasciatemi finire e non ‘interrompete più, altrimenti ecco che mi succede!
Agata Nientedimeno si uno v’interrompe vevene chestu ppoco? E chi parla più! Ciro, muto! (Gli fa il cenno del silenzio con assenso di Ciro)
Notaio Allora, il testamento continua. (Riprende a leggere il testamento) “Riceverai un notevole premio, ma per ottenerlo dovrai accudire l’ultima delle mie nipoti, che è rimasta zitella e vive in un convento lontano dal mondo, dato che mio fratello l’aveva avuta in tarda età da un’altra donna, morta subito dopo il parto. Da allora io ho promesso a mio fratello di accudirla e di pensare alla sua sopravvivenza. Ora ci devi pensare tu e trovargli un marito. Nun fa’ scherzi ca io ‘a ccà ‘ncoppa te veco e te sento!”
Concetta (Sempre solo voce da dentro) Ora pro nobis, chesta è ‘a vota bona ca diventa ommo pur’isso!
Ciro Avet sentito pure voi?
Agata Che cosa?
Ciro La voce di zia Concetta!
Agata ‘N’ata vota cu’ ‘sti vvoce?
Notaio Sarà la sua immaginazione. Allora, accettate l’eredità o la rifiutate?
Agata Perché, un’eredità si può anche rifiutare?
Notaio Non me lo ricordo, però mi posso informare.
Agata Come non ve lo ricordate?
Ciro Lascia stare Agata, accettiamo. Che dobbiamo fare per rintracciare questa parente?
Notaio Vi arriverà una lettera. Ora dovrei andare via, arrivederci. (Via dalla comune)
SCENA SESTA
(CIRO ed AGATA, poi MARIA, indi GIULIA)
Ciro Hai capito? Tua zia fino alla morte m’hadda rompere ‘o…
Agata Zitto, zitto! T’avesse ‘a senti’?
Ciro Allora anche tu ci credi?
Agata Qualche cosa onestamente la sospetto, ma ce vulesse quaccheduno esperto ca ce facesse capi’…
Ciro ‘N’esorcista?!
Agata Ma qua’ esorcista?! Quelli servono per gli indemoniati… Fore un prete.
Ciro Accussì ‘nce dicmmo l’urdema messa ‘a zia… ma che dici?
Agata Che ce azzecca?! Prievete e monache hanno a che ffa’ cu’ ‘e muorte.
Ciro Sì, ma per l’estrema unzione… A noi serve qualcuno che riesce a parla’ cu’ ‘e muorte.
Agata Perché, ti vuoi fare l’ultima chiacchierata cu’ zia Cuncetta?
Ciro Seh, nuje nun parlaveme ‘a vive, figurammoce ‘a muorte… Solo per sapere che cosa vuole esattamente da noi, ma soprattutto se maritanno ‘a nepote, nuje che ce jammo a guadagna’!
Agata E che d’è, ‘n’investimento? Si’ sempe ‘o stesso… Piuttosto preoccupati, pecché si nun faje chello che t’ha chiesto, se scatena l’ira de’ ‘e muorte ‘ncuollo a tte!
Ciro (Impaurito comincia ad arretrare veso la porta d’ingresso) Tu dici?
Agata (Assumendo un’aria funerea) T’‘e suonne ‘a notte… ‘e vide ‘e juorno… te succedono disgrazie… è comme si t’‘e sentisse sempe addereto ‘e rine!
Maria (Mentre Ciro ascolta impaurito ciò che Agata sta dicendo, entra senza parlare e poggia una mano sulla spalla di Ciro urlando) Ciro!
Ciro (Dà un urlo fortissimo) Aaaaaaahhh!!!
Maria Ch’è stato, vi ho spaventato?
Ciro Nooo, me so’ cacato sotto!
Maria M’aggio fatta accussì brutta?
Ciro Sì… Cioè, no!
Maria (Alterandosi) Sì o no? Parlate chiaro!
Agata Signora Maria, lo dovete scusare, ma sta molto scosso, non sa quello che dice. È vero Ciro?
Ciro È vero, vi chiedo scusa, me vaco a mettere ‘nu poco d’acqua in faccia. (Via in bagno)
Maria Ma che ha passato?
Agata Steveme parlanno de’ ‘e muorte, ca si ‘e ffaje piglia’ collera se ponno vendica’ e te fanno ‘e dispiette.
Maria ‘E dispiette? Te fanno passa’ guaje nire, altrochè!
Agata Vuje dicite?
Maria E certamente!
Agata Ma perché, avete fatto qualche esperienza personale?
Maria Non io proprio, ma ‘na cugina d’‘a mia
Agata Che succedette? Raccontate!
Maria Quacche anno fa, ‘nce murette ‘na sora d’‘a mamma, bella comme ‘o sole…
Agata Giovane?
Maria Giovanissima! Era l’ultima di quattro sorelle, aveva appena cinquantacinque anni.
Agata Effettivamente era molto giovane… Figurate ‘o marito e i figli comme rimanettene quando… (Fa segno col dito in segno di morte)
Maria E là sta ‘o fatto!
Agata Quale fatto?
Maria ‘A bella femmena nun era ‘nzurata, viveva cu’ chesta cugina d’‘a mia.
Agata Bella comme ‘o sole e nisciuno se l’ha pigliata?
Maria ‘A cristiana per’ se crescere ‘e figli d’‘a sora, che era morta a trentaquattro anni, ha sempre rinunciato a farsi una vita sua.
Agata Ho capito, era l’unica sorella disponibile.
Maria Esatto, perché chell’ati ddoje sore erano morte piccerelle.
Agata Proprio ‘na famiglia sfortunata!
Maria Nunn’è stata ‘a sfurtuna, ma ‘na maledizione d’‘a nonna!
Agata Che volete dire?
Maria ‘A nonna, doppo morta, jette in suonno alla mamma di queste quattro sorelle e ‘nce dicette che voleva essera atterrata al paese di origine, nun saccio ‘ncoppa a quale muntagna era:‘a povera cristiana non ci ha mai badato a questa richiesta della mamma, pensanno ca erano fesserie, accussì lassaje perdere.
Agata Che vulite dicere, ca ‘a nonna morta pe’ se vendica’, ha fatto muri’ tutte ‘e figlie? Me pare esagerato, donna Mari’!
Maria E chella ‘a cristiana accussì dicette quanno murette ‘a primma figlia, infatti ne murettero subbeto ‘n’ata e po’ ‘a mamma ‘e cuginema; a chistu punto ‘a cristiana finalmente capette e ‘nce ‘o dicette all’unica figlia rimasta in vita primma ‘e muri’ pur’ essa. A chistu punto ‘a zia ‘e cuginema purtaje ‘a salma d’‘a nonna addo’ vuleva essere atterrata e s’è dedicata all’unica figlia della sorella, mia cugina Elisabetta, finoa quando poi pur’essa ha chiuso ll’uocchie a cinquantacinque anni.
Agata Ha battuto tutte ‘e record ‘e sopravvivenza ‘e ‘sta famiglia!
Maria Mò ch’è succieso: ‘sta zia è gghiuta ‘nzuonno a mia cugina e ‘nce ha ditto che vuole essere atterrata vicino alla nonna e che se non lo fa si vendica comme se vendicaje ‘a nonna.
Agata Vista l’esperienza, penso che vostra cugina si è immediatamente adoperata per il trasferimento della salma.
Maria E ccà ‘sta ‘o fatto!
Agata ‘N’atu fatto?
Maria Mia cugina, miscredente, non ci ha creduto e non lo ha fatto subito.
Agata Non voglio immaginare quello che gli è successo!
Maria Ha fatto un incidente con la macchina e si è spezzata ddoje cosce, ‘nu braccio e s’è ammarrato l’uocchio destro.
Agata Vista ‘a situazione se po’ dicere ca ha avuto ciorta!
Maria È stato ‘n’avvertimento: ‘a prossima vota ca ce va ‘nzuonno, si nun fa chello ca dice…
Agata Jetta ‘o sanghe! Sentite, signora Mari’, non è che voi o magari ‘a cugina vosta sape come poter parlare con mia zia?
Maria Perché, Agati’, pensi che tua zia te vo’ dicere quaccheccosa?
Agata No… Praticamente lei, attraverso un testamento, ci ha chiesto una tale cosa e io per non sbagliare, visto chello ca succede, volevo qualche informazione in più.
Maria (Avvicinandosi ad Agata) Agata, io te lo dico, ma nun ne fa’ parola cu’ nisciuno…
Agata Ma che cosa?
Maria (Avvicinandosi ancora di più) Mia cugina Elisabetta conosce una coppia di medium.
Agata E chi so’ i medium?
Maria Quelli che fanno le sedute spiritiche e ti mettono in contatto cu’ ‘e muorte.
Agata Allora veramente esistono queste persone? Io pensavo ca erano tutte ‘mbruoglie!
Maria Quaccheduno ‘mbroglia, è vero, ma altri hanno capacità reali. Se vuoi te li faccio conoscere.
Agata A me queste cose un poco mi spaventano… Facciamo così: ne parlo con Ciro e poi vi faccio sapere. (Bussano alla porta, Agata va ad aprire. È Giulia) Ueh, Giulia, come mai qua?
Giulia Mi ero preoccupata per te e tuo marito, vi ho visti troppo sconvolti per la perdita della cara zia. (Vede Maria) E chi è ‘sta vicchiarella? N’è morta una e ne trase ‘n’ata, ma ti vuoi aprire un ospizio?
Maria Mò ‘a ciacco a ‘sta mocnaca cecata! (A Giulia) Zi’ mo’, io so’ ancora giovane e me fido ancora ‘e dicere!
Giulia Scusate, non vi volevo offendere… Je nun veco buono e me pariveve ‘na bella vicchiarella.
Agata Giulia ti presento la signora Maria, è la nostra vicina ede era una cara amica di mia zia Concetta.
Giulia Si era ‘n’amica d’‘a zia Cuncetta allora è vecchia pur’essa.
Maria È meglio ca me ne vaco, si no ‘a faccio turna’ ‘a vista a furia ‘e buffettune!
Agata Signora Mari’, nun ve pigliate collera: Giulia, pure si è ‘na monaca, è ‘na pazzariella!
Giulia Have ragione Agata, nun ve pigliate collera, a me me piace ‘e pazzia’.
Maria E jate a pazzia’ a ‘n’ata parte! Agati’, je vaco ‘a via ‘e dinto, si vuo’ fa’ chillu fatto, me faje sape’. Arrivederci, capa ‘e pezza! (Via dall’ingresso)
SCENA SETTIMA
(GIULIA ed AGATA, poi CARLO, indi IL SIGNOR LOPRENDA, poi CIRO ed infine IL NOTAIO MAPINA)
Giulia Che fatto he’ ‘a fa’?
Agata Niente, mi era venuta una mezza idea.
Giulia Che cosa?
Agata Niente di speciale…
Giulia E jammo, nun fa’ ‘a difficile… Di che si tratta?
Agata Non dire niente a Ciro, che già sta tutto impressionato…
Giulia (A mo’ di giuramento) Parola di suora!
Agata Stavo pensando di chiamare un medium per mettermi in contatto con la zia.
Giulia Un medium? Ma so’ tutti imbroglioni! Si ‘o muorto se vo fa’ senti’ non c’è bisogno del medium: viene e basta!
Agata Tu dici?
Giulia Certamente! T’aggio ditto ‘o fatto d’‘a madre superiora?
Agata Veramente m’‘o stive dicenno, ma po’ te ne si’ gghiuta…
Giulia Hai ragione. Dunque, praticamente, dopo aver sentito queste voci… (Bussano alla porta)
Agata Ma ‘sta storia porta gente a casa mia? Aspetta un attimo. (Verso la porta) Chi è?
Carlo (Da dietro la porta) Sono Carlo!
Agata E che vo’ chisto a chest’ora?!
Giulia (Agitata) Se non apri che ne sai?
Agata Giulia, ma ch’he’ passato?
Giulia Dopo ti spiego. (Aggiustandosi i capelli) Apri, fai presto! (Agata esegue. Carlo entra, vede Giulia, le si avvicina e le parla con sensualità, senza badare ad Agata)
Carlo Ciao Giulia, come stai?
Giulia Bene, grazie, e tu?
Carlo Ora che ti ho vista molto meglio. (La guarda con interesse) Ti sta bene questa pettinatura, si più affascinante.
Agata Ueh ueh, scemulillo, ricordati che stai parlando con una suora…
Carlo Si aggio capito bbuono, ancora per poco… (Guardando Giulia con desiderio)
Agata Giulia, ma chisto che sta dicenno?
Giulia Ha ditto ‘a verità! (Si avvicina a Carlo) Viene ccà, mandrillone mio!
Carlo Sono tutto tuo, sciasciona bella! (I due si abbracciano)
Agata Chiste so’ nummere! (I due si coccolano ancora) E mò basta, nun me facite avuta’ ‘o stommaco. Giulia, ti rendi conto che si ancora ‘na monaca?
Giulia Hai ragione Agati’, ma ho fatto richiesta di spogliarmi dagli abiti talari.
Carlo E io sarò pronto ad abbracciarti con i migliori capi di abbigliamento.
Agata Secondo me, nun vide l’ora ‘e t’abbraccia’ annuda… Comunque, come mai stai qua? Se volevi a Ciro, sta di là in camera da letto a riposare.
Carlo Volevo sapere come stava, posso andare di là o disturbo? (Bussano alla porta, Agata va ad aprire e appare il signor Loprenda, che aveva dimenticato la borsa)
Loprenda Scusate per il disturbo, ma ho dimenticato la borsa. (Vedendo Carlo gli si avvicina) Piacere, Gustavo Loprenda…
Carlo Piacere mio. (Allontanandosi) Ma io non gusto e non prendo…
Loprenda (Riavvicinandosi e incalzando) Che simpaticone! Gustavo è il nome e Loprenda è il cognome.
Carlo Je aggio capito troppo buono! Vaco a sceta’ a Ciruzzo, è meglio!
Loprenda Jamme assieme?
Aga.+ Giu. (All’unisono) No!
Loprenda Allora me ne vado. (A Carlo) Magari poi ci rivediamo… (Via dalla comune)
Carlo Ma chisto è…? (Facendo il gesto della mano dietro l’orecchio)
Aga.+ Giu. È.. è!
Agata Vai a svegliare l’amico tuo, ma sveglialo piano, che è molto scosso…
Carlo Lo so, perciò sto qua. (Avvicinandosi a Giulia, sempre sensualmente) Aspettami, dopo scendiamo insieme.
Giulia (Rispondendo con lo stesso tono) Ti aspetto, stai tranquillo.
Agata E nun facite ‘e zezi, ca ancora nun è annuda! Vai, vai addu’ chill’atu zezo ‘e maritemo. (Carlo va via mandando un bacio a Giulia) Giulia, ma si’ sicura ‘e chello ca staje facenno?
Giulia Sì Agata, ne ho parlato anche con il vescovo.
Agata E l’aspirazione di servire il Signore?
Giulia Posso farlo anche senza l’abito talare, ha detto il vescovo.
Agata Se l’ha detto il vescovo…
Giulia Allora, mi stavi dicendop della decisione di chiamare un medium…
Agata E tu me lo stavi sconsigliando, spiegandomi ciò che accadde alla madre superiora.
Giulia È vero. Come ti dicevo, dopo aver sentito queste voci… (Bussano alla porta)
Agata Non è possibile! Allora è ‘overo: ‘sta storia porta gente a casa mia! (Escono Carlo, che va immediatamente verso Giulia, e Ciro, che si avvicina ad Agata) Sarà essa?
Ciro Non lo so, ma stai calma.
Carlo Essa chi?
Ciro Te lo spiego dopo.
Agata (Va alla porta e chiede) Chi è?
Notaio (Da dietro) Sono il notaio Mapina.
Ciro È il notaio.
Agata (Apre la porta, il notaio entra) Prego, accomodatevi…
Ciro Salve notaio, avete portato la lettera?
Notaio La lettera? Ma già ci conosciamo?
Carlo Nota’, voi siete venuto qua poco fa…
Notaio Già sono stato qua… e perché?
Agata A leggere il testamento di mia zia Concetta.
Notaio Quale testamento? Quale zia?
Carlo Ma è ‘nzallanuto ‘stu notaio?
Agata Pecché, se vede?
Giulia Ma si può sapere chi è?
Notaio Sono il notaio Mapina, quante volte lo devo dire? (Va in preda ai suoi tic nervosi e comincia a balbettare)
Carlo Che ce sta venenno, ‘nu tocco?
Giulia Avesse ‘a muri’ ccà ‘nterra?
Agata Non vi preoccupate, è normale: al notaio ogni tanto ci viene il tocco di mappina…
Notaio (Balbettando) Mamamamamamapina, e non con due pipipipipipipipi!
Ciro Non vi arrabbiate, mia moglie è di cuore, dà sempe quaccheccosa ‘e cchiù: a vuje v’ha dato ‘na “p”!
Carlo Va be’, noi andiamo: voi avete da fare, poi magari ci vediamo dopo.
Giulia Ci vediamo, Agata, poi torno e te cunto ‘o fatto d’‘a madre superiora.
Agata Giulie’, nun da’ retta, si no vene quacchedun’ato! (Via Carlo e Giulia dalla comune)
SCENA OTTAVA
(CIRO, NOTAIO ed AGATA)
Ciro Notaio allora, perché siete qui?
Notaio Se mi ricordassi sarei guarito, e invece…
Agata E invece non vi ricordate, il che significa che siete ancora malato, tenete l’amnesia, state schizzato e vulite purta’ ‘o schizza mento pure in casa mia! (Il tutto alzando gradatamente la voce)
Notaio Mi dovete scusare, ma iiiiiii… (Inizia di nuovo a balbettare)
Ciro Agata calmati, ‘sta mappina nun ‘o ffa apposta, si no s’innervosisce e ce veneno gli attacchi ‘e frenesia. Notaio, calmatevi adesso…
Notaio E chechecheche… (Continuando a balbettare)
Ciro (Anche lui inizia a balbettare) Vavavava bbbbbb…
Agata (Anche lei finisce per balbettare) cicicicirrrrru….
Notaio Fafafafafa…
Agata Chchchchchch fafafafafa…
Ciro Basta! ‘Nce stammo attaccanno ‘e lengue! (Bussano al citofono)
Agata (Va a rispondere) Chi è?... Come?... Va bene.
Ciro Chi è?
Agata Zia Carmela, la sorella di zia Concetta: sta salendo con la nipote della zia defunta.
Notaio Ecco perchè sono qui! Mi ha telefonato questa signora Carmela dicendomi che era la tutrice della signorina nominata nel testamento.
Ciro E voi, essendo il notaio incaricato, dovete essere presente alla consegna del pacco.
Notaio Pacco? Quale pacco?
Agata Ueh ueh, ‘o nota’, nun accummincia’ ‘n’ata vota, che da mappina te faccio addeventa’ ‘na mappi nella: ‘o pacco… ‘a cristiana ch’avimma ‘a ‘nzura’!
Notaio La signorina che sta salendo! Scusate, vostro marito la chiama pacco…
Ciro Ha ragione, nun è ‘nu pacco… è ‘nu paccotto! (Suonano alla porta, Ciro va ad aprire e gli appare davanti una donna uguale a zia Concetta; appena la vede comincia a tremare dallo spavento) È… è… è… è turnata!
SCENA NONA
(CARMELA e detti, poi LENA)
Carmela (Entrando) Ma che ha visto, ‘nu spireto? Ma chi è?
Agata No, cara zia, lo devi scusare, ma tu si’ tale e quale a zia Concetta… è mio marito Ciro.
Ciro È vero, scusatemi, piacere. (Le stende la mano)
Carmela (Va verso Agata senza curarsi del saluto di Ciro) Ah, è ‘o scemo ca me cuntava Cuncettella, chillo ca nun è stato manco buono a te da’ ‘nu figlio… ih che schifezza!
Ciro Accumminciammo buono!
Carmela (Indicando il notaio) E chist’ato coso quequero chi è?
Agata È il notaio Aldo Mapina, colui al quale la cara zia ha dettato il testamento e che controllerà che siano esaudite le sue ultime volontà.
Carmela Bravo, bravo… M’arraccumanno, notaio, non fate fede al vostro cognome.
Notaio Cosa vuole dire, signora?
Carmela Nun facite ‘a mappina!
Notaio Mapina signora, Mapina! Credo che chiederò di modificare il cognome.
Ciro Zia Concetta due: la vendetta! (Carmela lo fulmina con lo sguardo) Scusate zia Carmela.
Carmela Accumminciammo a ce piglia’ a cunfedenzia… Per te sono la signora Carmela!
Ciro Vi chiedo scusa. Volevo chiedervi: ma la signorina che dobbiamo accudire e maritare dov’è?
Carmela Sta ccà… (Si gira intorno ma nonn la vede) Addo è ghiuta chesta ‘nzallanuta?! (Comincia a chiamare) Lena… Lena addo’ staje?
Lena (Da fuori) Zia sono qui!
Carmela Trase… trase.. (Va fuori) E vuo’ trasi’?! (Rientra con Lena, una ragazza stralunata che barcolla nel camminare)
Lena Buongiorno.
Tutti Buongiorno.
Notaio (Avvicinandosi a Lena) Permetta che mi presenti: sono il notaio Aldo Mapina, incaricato da sua zia Concetta a verificare che tutto proceda secondo ciò che prevede il testamento. (Allunga la mano)
Lena (Indietreggiando verso Carmela) Perché mi vuole toccare? È lui che devo sposare?
Carmela Nossignore: chisto è ‘o nutaio!
Lena Che cosa è notaio?
Carmela (Ad Agata) Comme ce ‘o spiego? Chesta è cchiù scema ‘e mariteto…
Ciro Grazie, ‘a zi’. Anzi signora Carmela, vedo che tra noi subito è scattata ‘a stessa simpatia ca ce steva cu’ chell’ata vecchia!
Carmela Vecchia a me? (Si lancia verso Ciro) Mò te faccio abbede’ je…
Agata Va bene zi’, lascia stare, quello mio marito è ancora scosso per la perdita della zia.
Carmela È meglio che lasciamo stare, hai ragione, se no jamme a ferni’ a pesci fetenti. (Indica il notaio)
Lena Zia, io non mi voglio sposare un pesce fetemte! (Indica anche lei il notaio)
Notaio Ma…
Agata Facciamo così: zia Carmela, andate di là voi e chesta cosa… (Indicando Lena), vi ho preparato la stanza degli ospiti, vi riposate un poco e poi ne parliamo.
Carmela Forse è meglio. (Prende Lena per la mano) Vieni Lena, jammo ‘a llà. (Via le due)
Agata E chesta s’avesse ‘a ‘nzura’… E chi s’‘a piglia?
Ciro ‘Ce vulesse sulo ‘nu miraculo o ‘nu cecato cchiù abbunato d’essa!
Notaio A quanto pare l’impresa sarà ardua. Auguri e buona fortuna! (Fa per andare via)
Ciro Si rende conto che è impossibile? La signorina non ha capacità d’intendere e di volere… Non si può fare uno strappo alle regole e modifichiamo il testamento?
Notaio Impossibile! Un testamento può essere modificato solo da colui che lo fa.
Agata È vero, ma colui che lo fa è morto!
Ciro E se fosse il morto a chiedere di modificarlo?
Notaio Signor Russo, ‘e muorte nun parlano!...
Ciro Non direttamente, ma possono parlare attraverso qualcuno…
Agata Tu vuoi dire…
Ciro È l’unica soluzione.
Notaio Non credo che ci sia una legge che lo vieti, per cui se decidete di provare, fatemi sapere, ma soprattutto devo essere presente nel momento che lo farete.
Ciro Ovviamente, bene: le faremo sapere. (Via il notaio dalla comune)
SCENA DECIMA
(AGATA e CIRO, poi LENA, indi CARMELA)
Agata Ciro, ma sei sicuro di quello che hai detti?
Ciro Agata te lo ripeto, è l’unica soluzione. Ma l’hai vista bene a tua cugina? Nun s’‘a piglia nisciuno e perdimmo l’eredità.
Agata Effettivamente è ‘nu poco strana, ma non essere precipitoso, sono arrivati da poco… Va be’, mi vado a preparare chè devo scendere per fare n po’ di spesa, ne riparliamo più tardi. (Via in camera da letto)
Lena (Entrando) Scusate, ha detto zia Carmela che il letto è stretto.
Ciro È stretto?! Quello è una piazza e mezzo! Nun te veco accussì chiatta…
Lena Perché, sono chiatta? Chi ve lo ha detto?
Ciro Nessuno mi ha detto che sei grassa, era un’esclamazione…
Lena Che cos’è un’esclamazione? È grave? Non mi posso più sposare?
Ciro L’esclamazione è… è… (Lena lo guarda con uno sguardo ebete) E che t’‘o spiego a ffa’…
Lena Perché non spieghi? Allora sono scema? E chi mi piglia? (Piange)
Ciro E chi ti piglia… (Si avvicina a Lena per rincuorarla) Non fare così: tu sei magra, intelligente…
Carmela (Entra, vede Ciro cercare di rincuorare Lena e fraintende) Disgraziato… depravato… schifuso! Leva ‘e mmane ‘a cuollo ‘a creatura!
Ciro Ma che jate a pensa’?
Carmela Io nun penso, dico chello ca veco. Lena, che t’ha fatto, bella d’‘a zia toja?
Ciro Niente, che ce aggio fatto… Piangeva e la volevo rincuorare.
Lena È vero, però lui m’ha fatto piangere!
Carmela (Scagliandosi contro Ciro) Fetente, he’ fatto chiagnere ‘a nennella mia!
Agata (Entra di corsa) Che sta succedendo? ‘A zi’… Ciru’…
Ciro Ferma ‘stu carro armato umano… Chesta è peggio d’‘a sora morta!
Carmela L’aggia ciacca’, levate ‘a nanze!
Agata Zia calmati, ma che è successo?
Carmela ‘Stu rattuso depravato vuleva violenta’ ‘a nennella mia! Lena si è spaventata e s’è misa a chiagnere.
Agata (A Ciro infuriandosi) Ma cu’ che… ma cu’ che… (Guarda Lena) Ma cu’ che stommaco l’ he’ fatto?
Ciro Agata ma tu veramente ci credi? Ma l’hai vista bene a cugineta?
Agata Effettivamente, ‘a zi’, io dico sì, ma…
Carmela Effettivamente… Allora perché chiagnive, Lena?
Lena Ha detto che sono chiatta e scema.
Ciro Ma non è così…
Agata Allora spiegati.
Carmela Confessa!
Ciro (A Carmela ironizzando) Vi dirò tutta ‘a verità, solo la verità, nient’altro che la verità, Vostro Onore…
Carmela Nun fa’ ‘o dcemo e spiegate, si no… (Gli fa segno di menarlo)
Ciro Ma tu vide che guajo ca aggia passa’ dinto ‘ a casa mia! Allora: è venuta Lena dicendomi che il letto era stretto. Io le ho risposto: “Mica sei così chiatta!” Una semplice esclamazione… Lei non ha capito e le dovevo spiegare cos’era un’esclamazio-ne, (Indicando Lena) ma l’evidenza mi ha fatto rinunciare. Lena ha capito chissà che cosa ed ha iniziato a piangere, al che mi sono avvicinato a lei per rincuorarla e poi siete entrata voi.
Carmela Lena è vero quello che ha detto Ciro?
Lena Che cosa è vero? Che ha detto Ciro? Chi è Ciro?
Carmela Seh, seh, lasciamo stare. Comunque ‘a creatura have ragione: ‘o lietto è stritto, tutte e ddoje nun ce trasimmo, perciò provvedete.
Ciro Perché, anche voi vi fermate qua a dormire?
Carmela Fino a quando Lena non trova marito. (Via in camera con Lena)
Aga.+ Ciro (All’unisono) ‘Stu testamento s’hadda cagna’! (Via i due dalla comune)
SCENA UNDICESIMA
(LENA e LILLY)
(Suonano alla porta a scena vuota. Lena esce dalla stanza e va ad aprire. Entra Lilly, figlia della signora Maria, Entra cantando e ballando, vestita in modo sbarazzino e pettinata con lunghi codini laterali)
Lilly Trullallà, trullallà, sono Lilly e sono qua… (A Lena) Tu chi sei, come ti chiami, trullalà, perché sei qua?
Lena Io… Io…
Lilly Sei muta?
Lena No, parlo.
Lily Allora parla: chi sei? Come ti chiami?
Lena Ecco, io mi… mi…
Lilly Ho capito, sei timida?
Lena Che cosa è timida?
Lilly Sei scema?
Lena (Esultando) Sìììììì! Mi chiamo Lena.
Lilly Lena, il tuo nome è questo qua. Trullallà, trullallà. Vogliamo giocare?
Lena Giocare, giocare… Bello, bello… (Escono insieme dalla comune cantando e ballando)
SCENA DODICESIMA
(CARMELA e MARIA)
Carmela (Entra dalla stanza sua e di Lena) Ma che d’è ‘stu burdello? Che sso’ ‘sti allucche? (Chiamando ad alta voce) Lena… Lena… Ma addo’ è gghiuta ‘sta rimbambita?! S’hadda spusa’… e chi s’‘a piglia?! Chella è cchiù scema c abbona! (C.s.) Lena… Lena…
Maria (Entra mentre Carmela è di spalle) Signo’… Signora…
Carmela (Sobbalzando) Che d’è? Che alluccate a ffa’, mica so’ sorda?
Maria Scusate, ma vista l’età pensavo ca nun ce sentiveve cchiù.
Carmela Parlate pe’ vuje, io ce sento e pure buono. Che vulite?
Maria (Tra sé) E comm’è antipatica… (A Carmela) V’aggio ‘ntiso ‘e chiamma’ ‘a creatura… (Ironica) Sta cu’ chell’ata creatura ‘e figliema.
Carmela (Capendo l’ironia) ‘E ccriature… Tutte e ddoje assieme apparano a ottant’anne!
Maria Avite ragione, signora mia… Nuje avimmo passato ‘nu guajo niro assaje cu’ ‘sti ddoje. Ma chi s’‘e ppiglia a chell’età e cu’ ‘e ccerevelle a fronne ‘e limone ca teneneo.? È vostra figlia ‘a Nennella?
Carmela No, è ‘a figlia ‘e fratemo Gennaro.
Maria Gennaro, ‘o frato d’‘a zia Cuncetta! E vuje site Carmela, ‘a sora gemella?
Carmela Precisamente. E vuje chi site?
Maria Maria Capece, piacere, abito qui sulo pianerottolo.
Carmela Cuncetta me parlava spesso di voi, ve vuleva assaje bene.
Maria È overo, tra noi ce steva ‘na bella simpatia. Ma ‘o ssapite ca site proprio tale e quale?
Carmela Simmo gemelle. (Tra sé) Ma so’ tutte scieme dinto a ‘stu palazzo?
Maria Site venute pe’ ‘o funerale?
Carmela Sì, ma pure per il testamento.
Maria Ah, sì, ho sentito qualche cosa… Forse pure vuje avite ‘a rispetta’ qualche clausola?
Carmela No, io songo ‘a clausola.
Maria Vuje site ‘a femmena che devono accudire e ‘nzurare e che si nun ‘o ffanno perdono l’eredità e che tutto è seguito da un notaio che è una mappinao)
Carmela Menu male ca sapeva sulo quacche ccosa!
Maria Ma l’aggio ‘ntiso pe’ sbaglio!
Carmela Per caso… Comunque a clausola è Lena, ‘a creatura, je tengo la tutela.
Maria Ho capito, come io tengo la tutela di mia figlia. Povere a nuje cu’ chelli ddoje…
Carmela Avite ragione, perciò m’aggio ‘nventato ‘o fatto!
Maria Ma pecché, che ve site ‘nventata?
Carmela ‘O testamento.
Mariaa ‘O testamento?
Carmela Sì, signora.
Maria Spiegatevi meglio…
Carmela Al testamento, che io ho letto prima di tutti, ho fatto aggiungere la clausola del matrimoio di mia nipote.
Maria E comme avite fatto cu’ ‘o nutaio?
Carmela È semplice: chillu cristiano ‘o cunosco ‘a quanno era nennillo, è nato ‘o paese mio, e aggio levato a isso e ‘a famiglia soja ‘a miezo ‘e ‘mbruoglie.
Maria Che signiica?
Carmela Steveno chine ‘e diebbete e io l’aggio aiutate. ‘E diebbete mò ‘e tenene o cu’ mme, e si nun fanno chello ca dico vanno direttamente ‘ngalera!
Maria Mò aggio capito: allora è tutto finto, nun ce sta nisciuna eredità?
Carmela No, l’eredità ci sta, ma ho fatto una piccola aggiunta.
Maria ‘O matrimonio ‘e Lena! Ma pecché m’‘o state dicenno proprio a me, nun credo che siamo amiche, né ca ve songo simpatica…
Carmela Infatti me state ‘ncoppa ‘o stommaco, però ho promesso a mia sorella che ve lo dovevo dire e che si ‘a creatura vosta steva ancora accussì, avevo pensa’ pure a essa.
Maria (Rivolgendosi verso il Cielo) Grazie, zia Cunce’… Signora Carme’, e che penzate ‘ e fa?
Carmela Aggio chiammato ‘o nutaro, tra poco avesse arriva’ cu’ n’aggiunta d’‘o testamento. Mò per piacete jate a vede’ che stanno facenno chelli ffoje cape ‘e ciuccio, poi ve faccio sape’.
Maria Va buo’, ‘nce vedimmo cchiù tarde. (Uscendo alza le mani al cielo) ‘Nu camion ‘e fiori v’aggio ‘a purta’ ‘ncoppa ‘o tavuto… Ma che dico, ‘na nave… (Via dalla comune)
Carmela Aggio ditto ca ‘stu palazzo è chieno ‘e scieme!? (Via in camera, cala il sipario)
FINE DEL PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
Stessa scena del primo atto, qualche giorno dopo.
All’apertura del sipario, saranno in scena CIRO ed AGATA, che manifestano un evidente nervosismo in quanto attendono da un momento all’altro l’arrivo del medium.
SCENA PRIMA
(CIRO ed AGATA, poi AORTATE e VENUS)
Ciro Dovrebbero stare qui a momenti…
Agata Speriamo bene: all’agenzia “Maghi e medium” mi hanno detto che ci mandavano i più potenti.
Ciro Ma soprattutto ‘e cchiù carestuse!
Agata Pienze sempe a ‘e sorde! Se è per una buona causa nun t’avessero pesa’.
Ciro Sicuramente, ma spennere ‘na cifra per una consulenza medianica me pare eccessivo.
Agata Magari dint’‘o prezzo ci putimmo chiedere se possono fare qualcosa pe ce fa’ ave’ ‘nu bebè.
Ciro Ma che dici?! Chisti ccà parlano a ‘e muorte, che ce azzecca ‘o fatto d’‘e ccriature…
Agata Nun se po’ maje sape’… (Suonano alla porta, Ciro va ad aprire. Accompagnata da una musica tetra e misteriosa entra Aortate, una donna vestita interamente di nero, con una corona d’aglio indossata a mo’ di collana, una sfera di cristallo in una mano ed una borsa a tracollo)
Aortate Buongiorno!
Agata (Spaventata va verso Ciro) Salve, voi chi siete?
Aortate Silenzio! Vi presento il più grande mago medium della storia: ecco a voi, Venus! (Entra un uomo grosso col viso imbiancato ed una candela accesa davanti al volto)
Ciro Ma addo’ stammo, a Sanremo?
Ven. + Aor. (Con tono minaccioso) Ahahahahahahaha
Venus Miscredentis, trasformas!
Aortate Maledicem! (Venus ed Aortate inveiscono contro Ciro)
Agata (Mettendosi davanti a Ciro) No, fermi! Per piacere nun me ‘o trasformate. Alla fine chillo è ‘nu poco scemo e ‘nzallanuto, ma è l’unico marito che tengo…
Aortate E sia, ma che non si permetta più di burlarsi del grande Venus, altrimenti…
Venus Scaglierò su di lui un enorme sacrificio!
Agata Sarà fatto. (Al marito) Per quanto riguarda a te statte zitto, si no chisti ccà te trasformano e puo’ asci’ ancora peggio ‘e chello ca si’. (Ai medium) Scusatelo, prego accomodatevi…
Venus Dunque signora, perché ci avete chiamati?
Ciro Ecco, veramente…
Aortate Silenzio! Il magnifico ha rivolto la parola alla femmina!
Ciro Sentite…
Venus (Assumendo posizioni buffe da inquisitore) Maledicem codesto miscredentis, colpitelo o grandissimi, colpite colui che…
Agata Fermatevi, signor mago, per piacere fermatevi! (A Ciro) E a te statte zitto! A forza vuo’ fa’ ‘na brutta fine…
Aortate Magnifico, diamo un’altra possibilità al miscredente… graziatelo.
Venus E sia, ma è l’ultima volta!
Aortate Ringraziate il magnifico, ma da ora in poi fate attenzione a ciò che dite!
Agata Grazie sua eccellenza! (A Ciro) Muoviti, ringrazia pure tu!
Ciro (Tra il titubante e l’ironico) Grazie sua maestà, non lo faccio più! (Riceve un calcio da Agata) Ahia! Parlo solo se mi interrogate…
Aortate Bene signori, possiamo continuare ora che il maschio è addomesticato.
Ciro (Ad Agata) Ma che m’ha pigliato, pe’ ‘nu cacciuttiello? Mò ‘nce dongo ‘na cosa ‘nfronte! (Agata gli fa segno di fare silenzio)
Aortate Allora, perché ci avete chiamati?
Venus Come vi possiamo aiutare? (Ciro tenta di parlare ma Agata gli tappa la bocca)
Agata Abbiamo bisogno di parlare con l’anima di mia zia.
Venus Ne sentite la mancanza?
Aortate Volete darle un ultimo saluto?
Agata Sentiamo la sua mancanza, vogliamo darle un ultimo saluto, ma…
Ven.+ Aor. (All’unisono) Ma?...…
Agata Ecco…
Ciro Il fatto è… (Tutti lo guardano pietrificandolo, al che Ciro alza la mano per chiedere la parola)
Aortate Homus addomesticatus.
Venus Prego, parlate…
Ciro (Tra sé) Mò ‘e sputo ‘nfaccia! (Ai medium) Grazie. Noi vogliamo evocare la cara estinta per un problema di testamento.
Aortate (Con maggiore interesse) Un testamento?
Venus (Come Aortate) Dunque c’è un’eredità?
Aortate (Cercando di nascondere l’entusiasmo) E voi la volete impugnare?
Venus È una cosa molto complicata…
Aortate Ci vorrà un duro lavoro…
Venus Ci vorranno molti soldi… (La sequenza di queste tre battute va fatta aumentando la velocità di recitazione)
Agata Rallentate! E me pare ca site sagliute ‘ncoppa a ‘o treno di Harry Potter…
Aortate (Ritornando alla calma) Magnifico Venus, la donna ha ragione.
Venus Scusateci, ma quando un cliente chiede noi immediatamente attiviamo le nostre menti superiori.
Ciro (Alza di nuovo la mano in attesa di un assenso per parlare, che gli viene concesso dai presenti) Noi non vogliamo impugnare nulla, ma vogliamo solo il consenso per annullare una clausola del testamento.
Aortate Si spieghi meglio.
Agata Nel testamento c’è una clausola che ci obbliga a maritare mia cugina, altrimenti non possiamo ereditare.
Venus Ereditare cosa? Quanto?
Ciro Non viene menzionato ma, conoscendo la zia, dovrebbero essere un bel po’.
Agata Sa, la zia viveva con noi e spendeva poco o niente della pensione, e credo avesse anche delle proprietà…
Ciro (Sottovoce ad Agata) Nun t’allarga’…
Agata Ma pecché?
Aortate Bene!
Venus Benissimo!
Agata Allora si può fare?
Aortate Certamente!
Ciro Ma quanto ci costerà?
Venus Non pensiamo ai soldi, adesso…
Agata Hai visto? Si’ sempe ‘o stesso!
Ciro Quando diceno accussì è pericoloso.
Venus Quanti anni ha sua cugina?
Agata Circa quaranta.
Aortate Non è più giovanissima, come mai non è sposata, è così brutta?
Agata Non è un problema di bruttezza, è…
Ciro È strana! Difatti è ancora sotto la tutela di un’altra zia di mia moglie.
Venus Capisco… Allora la cosa è più complessa.
Aortate Ci vorrà il doppio dei prodotti… Ci vorranno magie più potenti…
Ciro (Ad Agata) Te l’aggio ditto ‘e nun t’allarga’! E quanto ci vorrebbe?
Venus Ci chiedete un preventivo?
Agata Non si può?
Venus Per voi faremo un’eccezione. Aortate, mia divina, procedi.
Aortate (Apre lo zaino emettendo suoni strani e prendendo cose che spaventano i coniugi: zampe di gallina, teschi, barattoli ed altri oggetti strani, alla fine prende una calcolatrice) Avete bisogno della fattura? (Ciro ed Agata fanno segno di no, Aortate esegue un calcolo) Signori, tra prodotti, manifattura e magia siamo intorno ai diecimila euro.
Aga.+ Ciro Diecimila euro?
Ciro Te l’avevo detto: “Nun t’allarga’… nun t’allarga’…”
Agata Ma noi non abbiamo tutti questi soldi! (I due maghi iniziano a fare versi e gesti strani, gag a soggetto con i coniugi)
Aortate Siamo giunti ad una conclusione: prego, magnifico, esponga i fatti.
Venus Valutato il caso in consiglio con i nostri spiriti e vista la vostra seria intenzione di chiedere il nostro aiuto, faremo così: ora ci darete subito mille euro ed a fatto compiuto ci donerete il dieci per cento dell’eredità.
Ciro Non c’è altra soluzione?
Aortate O prendere o lasciare: il magnifico è stato già troppo buono, specialmente con lei.
Agata (Guarda Ciro ancora titubante) Va bene, accettiamo. Ma se poi la zia non volesse accettare l’annullamento della clausola?
Venus Faremo in modo di sposare la cugina o di farle rinunciare.
Aortate State tranquilli, avete scelto il meglio! (Prende un foglio) Ecco, firmate.
Agata Che cosa è?
Venus È un contratto, con il quale noi ci impegnamo a risolvere il problema e voi a darci subito i mille euro.
Ciro Subito? Ma non avevamo previsto…
Aortate Accettiamo anche un assegno.
Agata Ciro, facciamogli l’assegno e non pensiamoci più. (Ciro esegue)
Venus Lei è un uomo fortunato: ha vicino una donna molto saggia!
Ciro (Dandogli l’assegno) Ecco a voi e speriamo bene. (I due, preso l’assegni, emettono gli ultimi suoni a mo’ di rito, poi)
Aortate L’evocazione avverrà tra qualche giorno! Arrivederci. (Via i due dalla comune)
Agata Che dici, abbiamo fatto bene?
Ciro Non lo so.
Agata Ma che erano tutte chelli mosse e chilli allucche?! Me parevano ddoje scieme!
Ciro Credo che siano riti.
Agata Comunque speriamo ene! Ma si ‘a cosa nun fosse ‘overa, come facciamo? Chilli duje facevano ‘e riti…
Ciro ‘E riti ce ‘e ‘nfizzo ‘ncanna e ce faccio veni’ io ‘e mosse! (Via dalla comune)
SCENA SECONDA
(CARLO, GIULIA e detta, poi LENA, indi CARMELA, poi LILLY, indi LOPRENDA, poi MARIA e infine CIRO)
Carlo (Entra dalla comune insieme a Giulia) Ma ch’è stato, tutto a posto?
Giulia Agati’, ma che avite passato? Avimmo visto a Ciro pe’ ‘e scale, a stiento ci ha salutati… ma ve site appiccecate?
Agata Ma che dici? Cu’ Ciro pure si avimmo quacche discussione, fernesce sempe a tarallucce e vino…
Carlo E allora se po’ sape’ addo’ è ghiuto?.
Agata Ve l’aggio ditto, nun è succieso niente, Ciro s’è ghiuto a ffa’ ‘na cammenata.
Giulia Pe’ ve fa’ sta’ meglio ‘nce vulessse ‘nu figlio.
Agata Magari!
Carlo Ma ancora niente? Ormai su diece anne ca site spusate…
Giulia Forse nun ‘e vvulite?
Agata Come no? Solo che non vengono. ‘Nce vulesse ‘nu miracolo.
Giulia (Con tono allusivo, a Carlo) Amore, perché non vai a cercare a Ciro? Io nel frattempo faccio un po’ di compagnia ad Agata.
Carlo (Capendo) Va bene, magari mi faccio offrire un caffè. (Via dalla comune)
Agata Amore? Ma allora è fatta?! Ti vedevo diversa… Ma nun tiene manco cchiù ‘e llente, che d’è, l’ammore t’ha fatto turna’ ‘a vista?
Giulia Nun esagera’, mi sono messa le lenti a contatto. Ha detto Carluccio che senza occhiali sono più sexy.
Agata E brava a Giulietta, mi fa veramente piacere! (Entra Lena come una sonnambula, sbatte ovunque e cade)
Giulia E chesta mò chi è?
Agata Mia cugina Lena, la figlia dell’ultima sorella di mio padre.
Giulia Come la capisco! Pur’essa è cecatella e va sempe cadenno!
Agata Lena nun è cecata, è ‘mbranata! Lena ma che c’è, che vaje cercanno?
Lena Non lo so, mi sono alzata dal letto e dovevo cercare qualcosa, ma non mi ricordo…
Giulia Chesta nun è ‘mbranata, è ìnzallanuta!
Carmela (Entra a passo svelto) Ma che d’è ‘stu rummore? Lena che ce faje lloco ‘nterra?
Agata ‘A zi’, Lena cercava qualche cosa e cercando è fernuta pe’ terra.
Carmela E che ghive cercanno, bella d’‘a zia toja?
Lena (Camminando carponi) Non mi ricordo, forse… (Trova una pallina) Ah, ecco, l’ho trovata! (Cantando) Palla pallina gioca con me, salta in alto, salta in basso, tutti giù per terra!
Carmela Quant’è bellella, è ‘overo?
Giulia A me mi fa tenerezza…
Agata A me me fa’ gira’ ‘e ppalle ‘ell’uocchie!
Lena Zietta, posso andare a chiamare Lilly, la mia amichetta?
Carmela Vai, ‘a zia, vai a… giocare. (Lena esce di corsa inciampando di nuovo) Ha fatto amicizia con la figlia della signora Maria.
Agata E chello, comme se dice: “L’aucielle s’apparano ‘ncielo…”
Carmela Ognuno cerca il suo simile. (Ad Agata, riferendosi a Giulia) Chi è ‘sta signora?
Agata È Giulia, una mia cara amica. (A Giulia) E lei è la sorella di mio padre…
Giulia Bonanema…
Agata Di zia Concetta…
Giulia Bonanema…
Agata Della mam,a di Lena…
Giulia Bonanema…
Agata Zia Carmela.
Giulia Bon…
Carmela Bona! Sto bona, ‘na bellezza!
Giulia Pe’ cient’anne, signo’!
Carmela Je ne tengo già ottantacinque, che aggia campa’, sulo ati quinnece anne? All’ossa voste, signo’! (Ad Agata) Ma marcasse a peste ‘sta cumpagna d’‘a toja? Fammenne ji’ ‘a llà ca è meglio. Sciù, p’‘a faccia vosta! (Rientra in camera)
Giulia Tale e quale a zia Concetta!
Agata Uno stampo!
Giulia Allora, me vuo’ dicere ch’è succieso? Tu nun m’‘a cunte justa. Jamme, sfogati…
Agata Il fatto è che…
Lena (Entra rincorrendo Lilly) Non correre, dammelo!
Lilly (Che ha un giocattolo in mano) Non lo prendi… non lo prendi…
Lena Lo prendo, lo prendo… (Continuando a correre le due vanno nella camera di Lena)
Loprenda (Fa capolino dalla comune) Mi avete chiamato?
Agata Nessuno vi ha chiamato.
Loprenda Ma io ho sentito… (Accorgendosi di Giulia entra in casa) Buon giorno, siete sola? E l’ami-co vostro dove sta?
Giulia Non c’è, ma pecché?
Loprensa Accussì, tanto pe’ ‘o saluta’… Ma diciteme ‘na cosa, voi siete la sua innamorata?
Giulia E a vuje che ve ne ‘mporta?
Loprenda Nun ve scarfate… È perché nel caso chillu bellu masculone fosse libero, io avevo pensato di…
Agata È ‘o ‘nnammurato sujo, perciò nun ce mettite ‘o pensiero.
Loprenda Che peccato! (Sulla soglia) Però comme se dice: “La speranza è l’urdema a muri’!” (Via dalla comune)
Giulia Comme ‘o schifo a chisto!
Agata Nun ‘o pensa’. Piuttosto dimmi: come ti trovi in queste nuove vesti?
Giulia Benissimo, ma nun svia’ ‘o discorso: se non è per i figli che non vengono, dimmi perché stai così preoccupata.
Agata Ecco… Ti ricordi che ti parlai dei medium?
Giulia E allora?
Agata Li abbiamo chiamati.
Giulia Tu che staje dicenno, ma era proprio necessario?
Agata Credo proprio di sì.
Giulia Ma pecché?
Agata Zia Concetta ci ha lasciata un’eredità, ma nel testamento c’è una clausola.
Giulia Che clausola?
Agata Che erediteremo il tutto a condizione che meritiamo mia cugina Lena.
Giulia ‘A ‘mbranata?
Lena (Entra insieme a Lilly; le due si tengono per mano) Agata, Agata… Possiamo giocare con le pentole?
Agata Veramente…
Lilly e Lena Ti prego… Ti prego…
Giulia E chi s’‘a piglia?!
Agata He’ capito mò?
Lilly Su, facci giocare un pochino… Facciamo piano piano…
Lena Piano piano? Cos’è piano piano?
Lilly Il contrario di forte forte.
Lena Piano-forte… Allora musica! Sììììì, balliamo!
Lilly Sì, bello, bello, musica! (Accende la radio e cominciano a ballare. Gag a soggetto. Entrano contemporaenamente Carmela dalla camera e Maria dalla comune che restano a guardare impietrite)
Carmela Ma che d’è ‘stu burdello?! Lena, cuccia ccà!
Maria Lilly, a cuccia pure tu! Agati’, ma che sta succedenno?
Agata ‘O vulesse sape’ pur’io!
Maria Aggio capito tutte cose. Lilly, jammo ‘a via ‘e dinto! (Via le due dalla comune)
Giulia All’improvviso hanno appicciata ‘a radio e hanno accummenciato a balla’…
Agata Sì, ma ‘sta storia ha da ferni’!
Carmela Che storia? Che ha da ferni’? Nun te scurda’ ‘a clausola…
Agata ‘A zi’, ma che hai capito? Io dicevo… dicevo…
Giulia Diceva ca nun se po’ abballa’ dint’a ‘na casa, se po’ rompere quaccheccosa!
Lena Rompere? Che cosa rompere? Io rompo?
Aga. + Giu. (All’unisono) Sì!
Carmela Come?
Giulia Rompe le cose se balla in casa!
Agata Se gioca a palla…
Lena Palla! Che bello, palla!
Lilly (Rientra di corsa dalla comune) Palla… Palla… (Si danno la mano e girano intorno a Carmela)
Lilly e Lena (Cantando) Palla pallina, gira la palla, gira la pallina…
Carmela Basta! A me me gira tutte cose! (Come un generale) At-tenti! Lena, fila dint’‘a stanza toja e tu vattenne addu mammeta! Avanti, marsch: uno-due, uno-due, uno-due… (Lena e Lilly escono secondo i comandi ricevuti come due soldati che marciano. Carmela segue Lena nella camera)
Giulia Ccà nun abbasta ‘nu medium, ‘nce vo’ Harry Potter cu’ tutta ‘a scola d’‘e maghi!
Agata Te l’avevo detto io… Comme se fa, comme se fa?
Giulia Chi s’‘a piglia… Chi s’‘a piglia? (Entrambe si accasciano sul divano)
Ciro (Entra seguito da Carlo) Speriamo che sono due medium ‘overo e non due imbroglioni…
Carlo Soprattutto speriamo che si riesca a convincere la cara estinta a cambiare clausola… (Vede le due sul divano; a Giulia) Amore, che c’è? Bocconcino, cosa ti è capitato?
Ciro Tesoruccio, cos’hai?
Agata Nun fa’ ‘o cardillo spennato: quanno maje m’he’ chiammata accussì dolcemente?
Ciro Nun vulevo sfigura’ vicino a Carlo.
Agata Tu sfiguri pure vicinoa Gustavo Loprenda!
Loprenda (Facendo nuovamente capolino dalla comune) Stavolta mi avete chiamato, avete bisogno di me? Cosa posso fare per voi?
Giulia Ma state azzeccato cu’ ‘a recchia vicino ‘a porta?
Loprenda Nun è questione ‘e recchia, ma… ‘e naso!
Tutti (All’unisono, ironicamente) ‘E naso…na casa, se po’ rompere quaccheccosa!
Loprenda (Dimenandosi tra Carlo e Ciro) E già, pecché ‘stu naso sente l’addore… ‘o profumo ‘ell’uommene belle comme a ‘sti duje friscune!
Ciro (Allontanandosi) V’aggio ditto ca cu’ mme perdite ‘o tiempo!
Loprenda (Avvinghiando Carlo) E con te, orsacchiotto dolce dolce, ci sta qualche speranza?
Carlo (Imbarazzato) Ecco, io veramente…
Giulia (Tirando a sé Carlo) Ueh ueh, orsacchiotto dolce dolce, ‘na speranza t’‘a dongh’io…
Loprenda Vuje? Ma nun me facite ridere, e comme facite?
Giulia Conto fino a cinque: se a quattro si’ asciuto ‘a ccà, tiene ‘a speranza ‘e te salva’, ma se a tre staje ancora ccà, Loprenda, accummencia a prendere ‘sta seggia addereto a ‘e rine, ca po’ t’arriva ‘o riesto. (Prende una sedia e gli si avventa contro)
Loprenda (Scappando) Fuje, fuje, ca chesta è pazza! (Via dalla comune)
Giulia Ma chisto quando vede ‘n’ommo addeventa comme ‘a colla, s’azzecca ‘ncuollo!? (Suonano al citofono, Agata va a rispondere)
Agata Chi è?... Salite.
Ciro Agata, chi è?
Agata ‘N’ato tubetto ‘e colla.
Carlo Loprenda tene ‘nu frate?
Agata No, chisto è azzeccato ‘ncapa!
Tutti Mapina!
Agata (Annuendo) ‘O nutaro!
Ciro A’mmo fatto l’en-plein.
Carlo Giulie’, che dici, ce ne jamme?
Giulia Sì, jammuncenne, semmai ci vediamo più tardi. (Via dalla comune con Carlo)
SCENA TERZA
(NOTAIO MAPINA e detti, poi LOPRENDA)
Agata E mò chisto che ato va rruvanno? (Suonano alla porta, Agata va ad aprire; il notaio fa per entrare ma viene fermato da Ciro)
Ciro Alt!
Notaio Che c’è?
Ciro Chi sono io?
Notaio Ciro Russo.
Agata (Capendo l’atteggiamento del marito) E io chi sono?
Notaio Agata Esposito, la moglie.
Ciro Perché ci siamo conosciuti?
Notaio Per l’eredità.
Agata Di chi?
Notaio Di vostra zia Concetta.
Ciro Bravo, potete entrare.
Notaio Non capisco, cos’è questo interrogatorio?
Ciro Visto il problema dell’azzeccamento che avete dint’e ccerevelle, volevamo assicuraci che ricordavate tutto.
Agata Onde evitare l’inconveniente della volta scorsa.
Notaio Ho capito, ma per fortuna sto meglio.
Agata Ci fa piacere, accomodatevi.
Ciro Allora, diteci tutto.
Notaio Che vi devo dire?
Agata Perché state qua, c’è qualche novità?
Notaio Io… ecco… veramente… non mi ricordo!
Ciro Adesso basta, mò te faccio arricurda’ a furia ‘e cavece! (Va contro il notaio)
Notaio No, fermatevi! Aiuto… (Scappa; gag a soggetto con i due coniugi)
Ciro Agata acchiappalo, nun ‘o fa’ fuji’, che l’aggio fa’ turna’ ‘a memoria!
Notaio Aiuto!
Agata Lo prendo, lo prendo!
Loprenda (Entra all’improvviso e si ritrova il notaio tra le braccia) Eccomi!
Notaio Mi aiuti, me le vogliono dare!
Loprenda Eh no, se te lo deve dare qualcuno, t’‘o dongh’io, vieni cu’ mme! (Lo tira a se e lo porta fuori dalla comune; si sentono diversi strilli provenire dalle quinte)
Ciro Ah, vaffanculo tu, ‘o testamento e ‘a clausola!
Notaio (Rientra totalmente scomposto, senza giacca e con la camicia penzoloni, spettinato e sconvolto, seguito dal signor Loprenda alle sue spalle che cerca di trattenerlo) Clausola… Clausola!
Agata Che cosa?
Notaio C’è un’altra clausola nel testamento per la riscossione dell’eredità!
Aga.+ Ciro (Lasciandosi andare disperati sul divano) Nooo!
Loprenda (Al notaio) Allora nun viene cchiù ‘a llà?
Notaio (Imbarazzato) Io…
Loprenda Sciocca… t’avesse fatto cunsula’! (Via indispettito)
Notaio Vi chiedo scusa, sono mortificato, dispiaciuto…
Ciro Lasciate stare, anzi scusateci voi, ma questa eredità ci sta esaurendo.
Agata Mi viene quasi voglia di rinunciare, comunque ci dica, di cosa si tratta?
Notaio Ecco qui, c’è una lettera a firma di sua zia. (La mostra ad Agata) Conferma?
Agata (Dopo aver verificato la firma) Sì, è di mia zia… proceda.
Notaio (Legge la lettera) “Cari nipoti, come avete riscontrato non ho dimenticato le persone a me care, compreso chillo scaverachiuove ‘e Ciro che, si non fa quello che voglio, non eredita proprio niente…”
Ciro Ma ch’avesse ‘a fa’?
Notaio (Continuando a leggere) “Oltre a Lena, dovete trovare marito anche a Lilly, la figlia della mia cara amica Maria, entro fine mese; se non ci riuscite l’intera eredità sarà totalmente devoluta a mia sorella Carmela”
Agata Nun è possibile… nun è possibile… Vaco a telefona’ a ‘e medium, devono venire subito! (Via in camera sua)
Ciro (Corre dietro ad Agata chiamandola) Agata… Agata… (Riitorna) Va bene notaio, grazie e arrivederci. (Lo accompagna alla porta dove però trovano Loprenda appostato)
Loprenda Eccoti qua! Ti stavo aspettando, ciaccariello mio bello!
Notaio Uh mamma mia bella! Ciro, aiutatemi!
Ciro Andate tranquillo, non ve ne pentirete…
Loprenda Fidati di don Ciro, viene cu’ mme ca te faccio vede’ ‘e surece verde…
Notaio No, per piacere, ‘e surece me fanno ‘mpressione… (Trascinato da Loprenda verso l’uscita) Aiuto!
Loprenda Vieni, ca assieme a ‘e surece ‘nce stanno pure ‘e capitune… (Via dalla comune con il notaio)
Ciro Da ogi, grazie al Notaio, Gustavo Loprenda diventa Gustavo Lodà! (Sorride, poi) Come si fa? Sposare Lilly… è ‘na parola! Se con Lena era difficile, cu’ chest’ata è impossibile! (Pensoso va in camera per risortire dopo poco)
SCENA QUARTA
(LENA e ZIA CARMELA, poi CIRO, indi MARIA e LILLY)
Lena (Entra in scena a passo svelto seguita da Carmela) Basta, me so’ scucciata!
Carmela Zitta! Zitta, ca si ce sentono a’mme fernuto ‘e fa’!
Lena E falle senti’, accussì ‘sta storia fernesce e io fernesco ‘e fa’ ‘a scema. (Nel frattempo entra Ciro e resta in ascolto)
Carmela Ferniscela ‘e allucca’, e soprattutto ‘e correre, ca nun te stongo addereto. Assettate! (Lena si siede) Siente Lena, bella d’‘a zia, tu ti devi calmare; ma he’ capito ca stammo a tanto accussì dal finale di questa grande sceneggiata ca je aggio ‘nventata?
Lena Hai ragione, ma mettiti nei miei panni: Io devo passare per quella che non sono: ‘nzallanuta e ritardata, e si ‘overo chisti ccà me trovano ‘nu marito, je comme faccio… Ma chi s’‘o piglia?
Carmela Aggio pensato pure a chesto: aggio fatto arriva’ ‘n’atu telegramma cu’ ‘n’ata condizione ‘ncoppa ‘o testamento.
Lena ‘N’ata condizione?
Carmela Sissignore.
Lena E cioè?
Carmela Per incassare il testamento hanno truva’ ‘nu marito pure pe’ Lilly.
Lena ‘A figlia d’‘a signora Maria?
Carmela Esattamente.
Lena ‘A zi’, se pe’ mme è difficile pecché songo scema apposta, pe’ chell’ata è impossibile, pecché è scema ‘overamente! Ma chi vuo’ che s’‘a piglia?
Carmela ‘O ssaccio buono.
Lena Allora nun capisco…
Carmela Aggio fatto scrivere ca si nun maritano a Lilly dint’a ‘nu mese tutta l’eredità passa a me.
Lena Ma tu si’ meglio di Eva Kant, la moglie di Diabolik!
Carmela E chi è, ‘na grande attrice?
Lena Nossignore, è la donna più furba del mondo.
Carmela Aggio capito. Adesso stai più tranquilla?
Lena Assaje, ‘a zi’… (Suonano alla porta, le due vanno ad aprire)
Ciro He’ capito a ‘sti ddoje delinquente? Ma je l’aggio’a fa’ a piezze! (Sente le due donne rientrare con Maria e Lilly e torna a nascondersi)
Lena (Riprendendo a fare la ritardata) Lilly, vogliamo giocare?
Lilly Sì, sì dai, giochiamo… (Via con Lena nella camera di quest’ultima)
Carmela Signora Mari’, comm’è ca state ccà?
Maria Volevo sapere se tutto procedeva bene… Se io posso fare qualcosa…
Carmela State senza pensiero, penso a tutto io… Arricurdateve ca je songo cchiù furba ‘e Eva ‘a cantera!
Maria E chi è, una ca venne ‘e gabinetti?
Carmela Senza offesa signora Mari’, ma site proprio ‘na ‘gnurantona!
Maria Ma pecché, chi è?
Carmela ‘A mugliera ‘e Diabolicus… ‘A femmena cchiù furba d’‘a terra…
Maria Chi?
Carmela Vabbuo’, lassammo sta’. Comunque dovete stare tranquilla, è tutto sotto controllo.
Maria Possibile ca nun se so’ accorte ‘e niente?
Carmela Mia nipote sta ancora distratta dalla morte di mia sorella Concetta, ‘o marito è cchiù scemo ca buono…
Maria E si ‘e medium veramente chiammano ‘a bonanema ‘e Cuncetta e se sgama tutte cose?
Carmela Ma quali medium? Chilli so’ dduje imbrugliuncielle… L’aggio fatte appura’ da ‘o nutaro e gli abbiamo detto di stare al gioco per una piccola percentuale: comme sbagliano vanno ‘ngalera!
Maria ‘Overamente site meglio ‘e chella ca venne ‘e cantere! Je vaco ‘a llà, tengo ‘e cecere ‘ncoppa ‘o ffuoco, ve dispiace si ‘a nennella pazzea ‘nu poco cu’ ‘a nepota vosta?
Carmela Nun ve preoccupate, jate tranquilla; quando è pronto da mangiare ‘a faccio trasi’. (Maria via dalla comune) Avimmo sistemato pure a chest’ata: ormai è fatta, sta jenno tutto comme ha da ji’! (Via in camera)
SCENA QUINTA
(CIRO, poi CARMELA, LILLY e LENA, indi AGATA)
Ciro Chesta vecchia ‘overamente è tremenda! Ha da pava’ tutte cose, ma chianu chianu… (Sente dei rumori e si nasconde nuovamente)
Carmela (Esce dalla camera conducendo Lilly e Lena per mano) Forza, jamme ‘a llà che ormai è ora di pranzo!
Lilly No, voglio giocare ancora… un altro minutino…
Lena Lilly giochiamo dopo, altrimenti la zia non ci compra il gelatino… Su, andiamo… (Escono tutte e tre dalla comune)
Ciro Ih che piezze ‘e delinquente… Ma io mò faccio succedere ‘a guerra! Appena vene Agatina lle conto tutte cose e po’ vedimmo.
Agata (Entra sulle ultime battute di Ciro, lo vede parlare da solo) A chi m’aggio spusato!
Ciro Ci lamentavamo della buonanima: chella era scassambrella, ma maje avesse fatto ‘na cosa ‘e cheste!
Agata Ciro… Ciro…
Ciro Ueh, tu staje ccà?
Agata Ma comme staje agitato, ma ch’è succieso, ‘o quarantotto?
Ciro Quarantotto è poco, come minimo ‘o nuvantaseje!
Agata Ma calmate, famme capi’…
Ciro (Drammatico) Siamo stati ingannati!
Agata Ingannati? E da chi?
Ciro (C.s.) Dal tuo stesso sangue.
Agata Stesso sangue? Ma…
Ciro Tua zia Carmela… (Improvvisamente entra proprio Carmela con un mestolo in mano; Ciro si spaventa)
Agata (Non accorgendosi di Carmela alle sue spalle) Mia zia che?
Ciro Tua zia che… che… sta alle tue spalle!
Carmela Che, che cosa?
Agata Ciro mi stava dicendo che tu… (Ciro le fa segno di stare zitta) Che tu…
Carmela (Incalzando) Che io?
Ciro Che tu…
Carmela (C.s. più minacciosa) Tu a chi?
Ciro Che voi ci state preparando un bel pranzetto!
Carmela Io? Ma fusse juto cu’ ‘a capa ‘nterra? Je po’ priparavo una mia prelibazione a te ca me staje ‘ncoppa ‘o stommaco… Scuordatello, rafanie’! (Via dalla scena)
Ciro Pure chesto t’aggia ‘a fa’ scunta’!
Agata Ora mi vuoi spiegare?
Ciro Non qui… il nemico ci ascolta!
Agata Il nemico? Ma ‘a vuo’ ferni’? Staje addeventanno paranoico.
Ciro Forse hai ragione, ma devi sapere che tua… (Entra Lena dalla comune)
Lena Ciao a tutti. Che state facendo? Che state dicendo? Che siete, muti? Io tanto vi vedo e vi sento… Ciao, ciao… (Via dalla scena)
Ciro Hai visto? Hai sentito?
Agata Ma chi, Lena? Ma famme ‘o piacere: chella è cchiù ritardata ‘e l’accellerato pe’ Battipaglia!
Ciro Seh seh, nun haje proprio idea! Jammo ‘a llà ca te spiego tutte cose. (Via nelle camere)
SCENA SESTA
(LILLY e MARIA, poi CARMELA, indi CIRO ed AGATA, infine ZIA CONCETTA)
Lilly (Entra dalla comune seguita da Maria) Trase mammà!
Maria Tu si’ sicura ‘e chell che faje?
Lilly È necessario. Arraggiona ‘n’attimo: io pecché faccio ‘a scema ‘a vint’anne?
Maria Per la pensione d’invalidità mentale.
Lilly E chi è la beneficiaria?
Maria Io, tengo ‘a tutela.
Lilly Brava! E se mi sposo chi diventa il beneficiario’
Maria (Cominciando a capire) Mariteto.
Lilly Brava! E po’ tu che faje?
Maria Rimanfo cu’ ‘na mano annanze e una addereto.
Lilly Lo vedi che è necessario? Chiamala, che è meglio.
Maria Giusto, giusto. (Chiamando) Signora Carmela… Signora Carmela…
Carmela (Entrando di fretta) Che d’è… Ch’è stato?
Maria Nuje avimma parla’ ‘e chillu fato…
Carmela Ma quale fatto?
Maria ‘O fatto d’‘a falsa condizione ‘ncoppa ‘o testamento… d’‘a clausola.
Carmela Zitta… zitta, che stanno ‘e duje pullastielle dint’‘a cammera ‘a llà…
Maria Vabbuo’, parlammo zitte zitte, ma parlammo.
Carmela E allora?
Maria E allora io vi ringrazio per il fatto di sposare a mia figlia, ma po’ je che fine faccio?
Lilly (Riprendendo a fare la scema) Che fine fa?
Carmela Che significa?
Maria Io adesso, avendo la tutela di mia figlia, prendo la pensione per la sua infermità mentale…
Carmela Aggio capito, per la capa sciacqua ca tene ‘a nennella, e allora?
Maria Si se sposa, la perdo perché il tutore diventerebbe il marito.
Lilly Suo marito.
Carmela ‘A facite sta’ zitta? Me pare ‘a brutta copia ‘e Cocorito…
Maria E chi è Cocorito?
Carmela È ‘o pappavallo ca ‘nce tagliajeno ‘o dito.
Maria ‘O dito?
Carmela Sì, pecché parlava troppo assaje!
Maria Lilly, va’ a pazzia’ cu’ ‘e bambulelle, cheste so’ cose da grandi.
Lilly (Strizzando l’occhio alla madre) Va bene mammina, vado di là. (Via dalla comune. Ciro ed Agata intanto, sentendo la voce di Carmela stanno ad origliare)
Carmela Allora signora Mari’, astrigite ‘o brodo, si no non se ne fa cchiù niente e arrivederci!
Maria Troppo tardi ormai, mò saccio troppe ccose e nun me putite caccia’ cchiù.
Carmela E allora che vulite?
Maria A mia figlia ‘a facimme spusa’ e io in cambio mi piglio meza eredità.
Carmela MEza eredità? Ma vuje state fore cu’ ‘a capa! Al massimo ve pozzo da’ ‘o diece pe’ ciento.
Maria ‘O diece è poco, voglio ‘o quaranta.
Carmela Venti.
Maria Trentacinque.
Carmela Trenta e no ‘na lira ‘e cchiù!
Maria Sta bene. Trenta è fatto bene, però avimmo ‘a fa’ ‘na carta scritta, pecché nun me fido.
Carmela Me pare giusto, jamme ‘a llà e ‘a facimmo. (Via in camera seguita da Maria)
Agata Che schifo, avive ragione tu Ciru’!
Ciro Te l’avevo detto? Ma adesso dobbiamo vedere cosa fare. (Sentono le voci di Maria che sta rientrando e si nascondono di nuovo)
Maria (Entra con un foglio tra le mani) Ecco qua. (Entra Lilly)
Lilly Allora mammà, che ha detto?
Maria È fatta, a mamma toja, leggi qua.
Lilly (Prende il foglio e legge ad alta voce) “Io sottoscritta Carmela Trastulella m’impegno a donare il trenta per cento dell’eredità alla signora Maria Capece appena sua figlia prenderà marito” Brava mammà, neanche io avrei fatto di meglio!
Maria Ti è piaciuto? Accussì tu nun pierde ‘a pensione, comunque te trovano ‘nu marito e je guadagno il trenta per cento dell’eredità.
Lilly Si’ ‘na cosa grande, mammà! Jammuncenne ‘a llà. (Via entrambe dalla comune)
Agata Nun ce pozzo credere… Ih che gente ‘e merda!
Ciro Te riende conto ‘a chi simme circondate? E je ca me lamentavo ‘e zia Cuncetta… Me vene voglia ‘e le chiedere perdono per tutte le volte che l’ho trattata male e che l’aggio detto ca rumpeva ‘e scatole!
Agata (Man mano che i due parlano si abbassano le luci) È ‘overo, a volte era pesante, diceva sempe ‘e stesse ccose, ma nun ce avesse maje fatto ‘sta cattiveria!
Ciro In fondo in fondo, pure je ‘a vulevo bene… Anzi, sai che ti dico? Mi manca chella vicchiarella.
Agata (Luci solo sulla coppia, il resto del palcoscenico sarà al buio) ‘A veco ancora ‘ncoppa a chella seggia a dondolo, cu’ ‘e santini ‘mmano ca ‘e chiamma a uno ‘a vota…
Ciro Quant’era bellella… (Nel frattempo che i due parlano, la sedia a dondolo inizia a muoversi)
Agata Vedi che ti dico, pur’essa ti voleva bene…
Ciro Certo aveva un modo tutto suo di dimostrarlo, ma sono sicuro che gli ero anche simpatico.
Concetta (Dalla sedia a dondolo ancora al buio) Mò nun esaggera’!
Ciro Agata perché nun esagera’, tu dici che non gli ero simpatico?
Agata Je nun aggio proprio parlato!
Ciro Jamme belle, mò nun è proprio ‘o mumento ‘e pazzia’!
Agata Ciro, ma ti assicuro che…
Ciro Che vuo’ dicere, che ha parlato qualcun altro?
Agata Sì.
Ciro Magari ‘a zia Cuncetta ‘a coppa ‘a seggia a dondolo?
Agata (Si volta verso la sedia che intravede muoversi e tremante risponde al marito) Credo di sì…
Ciro Ho capito: adesso mi alzo e… (Improvvisamente si accende una luce azzurra che illumina la sedia a dondolo su cui sarà aseduta una vecchiatte con un camice bianco: è ovviamente zia Concetta; essendo Carmela la sua sorella gemella, si consiglia di utilizzare tale attrice) E… e veco ‘a zia Cuncetta! (Spaventato, s’inginocchia a pregare seguito in questo da Agata)
Concetta Ora pro nobis, passa ‘o tiempo, ma ‘o cchiù scemo è sempe isso!
Ciro ‘A zi’, perdonatemi se io… io…
Agata Sì, ‘a zi’, perdonalo, in fondo pure isso te vuleva bene…
Concetta ‘O ssaccio, nuje ‘a llà ‘ncoppa vedimmo e sentimmo tutto chello ca succede quaggiù.
Agata Allora sai chello ca sta succedendo per l’eredità che ci hai lasciato?
Concetta Certamente! Perciò aggio ditto ca mariteto è sempe ‘o cchiù scemo. S’è fatto ‘mbruglia’ buono e meglio!
Ciro ‘A zi’ hai ragione, so’ sempe stato ‘nu mammalucco, e tu m’‘o dicive tutte ‘e juorne, ma je presuntuoso, rispunnevo: “Ma che vo’ chella vecchia ‘nzallanuta?”
Concetta È vero, ma pur’io nun te trattavo tantu bbuono: te facevo sempe ‘na schifezza… Però ‘nu poco tenevo ragione, o no?
Agata ‘Nu poco sì, ammettilo Ciru’.
Ciro No ‘nu poco… Assaje!
Concetta Vabbuo’, mò nun fa’ ‘a vittima e vedimmo chello ch’avimmo ‘a fa’. ‘E pariente e ll’amici ca ve vulevano ‘mbruglia’ hanno ‘a pava’!
Ciro Nossignore, ‘a zi’, lascia sta’. Chesta eredità ci ha già fatto intossicare troppo cu’ pariente e amici, ce ha fatto capi’ ‘a chi simme circondate: persone ca sulo si sentono l’ addore ‘e ‘na cusarella ‘e sorde d’abbusca’ senza fatica, so’ capace ‘e fa’ male e tradi’ pure ‘o sanghe d’‘o sanghe lloro! Che s’‘a tenesseno tutta quanta l’eredità!
Concetta Ch’è succieso, si’ ad diventato ommo tutto assieme?
Agata ‘A zi’, senza offesa a tte, maritemo è stato sempe ommo, soprattutto ommo ‘e core!
Concetta Chesto è ‘overo, nun t’‘o pozzo nega’, però nun ve putiute arrennere annanze ‘a cattiveria. Vuje ca tenite ‘o core buono site ll’unice ca putite combattere e sconfiggere… Pensate bbuono a chello ca avite ‘ntiso annascuse mentre ‘e belve parlavano… (Comincia ad affievolirsi la luce che illumina Concetta fino a diventare buio totale sull’ultima battuta delle frasi successive) Sicuramente hanno fatto quacche errore!
Ciro Quale errore, ‘a zi’?
Concetta Nun t’‘o pozzo dicere, ma arricurdateve buono!
Agata Zia Concetta, ma nuje nun ce arricurdamme tutto…
Concetta Sfurzateve e arricurdateve, soprattutto arricurdateve ‘e me, che io non vi abbandono. (Buio come detto, Ciro ed Agata restano soli)
Ciro Io… io… io stento a credere a ciò che è successo!
Agata A chi lo dici!? Ma era vero o abbiamo sognato?
Ciro Era vero, eccome se era vero! Hai sentito? Ha detto che non ci abbandona…
Agata Ho sentito… Ma allora tornerà?
Ciro Ancora nun si’ cunvinta? A volte ritornano. Jamme ‘a llà, ca m’aggia arrepiglia’.
Agata Sì, jammuncenne, e soprattutto cercammo ‘e ce arricurda’! (Via entrambe nella loro camera)
SCENA SETTIMA
(GIULIA e CARLO, poi LENA, indi LILLY, poi MARIA, indi AGATA e CIRO, poi il NOTAIO e infine LOPRENDA)
Giulia (Trovando la porta d’ingresso aperta, entra insieme a Carlo) Ma fosse succieso quaccheccosa? Ci sta ‘a porta aperta… Trasimmo.
Carlo Aspetta, bussammo almeno vicino ‘a porta cu’ ‘e mmane…
Giulia E si po’ ‘nce stanno ‘e mariuole che facimmo, l’avvisammo ca stammo trasenno?
Carlo ‘E mariuole? Allora jammuncenne!
Giulia Nun fa’ ‘o vigliacco, trase! (Spinge Carlo e poi si nasconde dietro di lui)
Carlo Io vigliacco? Mò te faccio abbede’ io! (Entra spavaldo sempre con Giulia dietro)
Lena (Esce all’improvviso urlando) Ueeeeeh! Ciao, come state?
Carlo (Spaventato) He’ ‘a jetta’ ‘o sango!
Giulia (Spaventata anche lei) Sì, ma tutto dint’a ‘na botta! (Riprendendosi) Ciao Lena, abbiamo trovato la porta aperta e siamo entrati.
Lena La porta aperta? Perché era aperta?
Carlo Non lo sappiamo.
Lena È entrato qualcuno?
Giulia Credo di no…
Lena (Con tono tragicomico che impressiona i due) Io credo di sì… Forse un ladro o un assassino, oppure peggio: un’anima dannata! (Durante questa battuta Lena avanzerà lentamente verso Carlo e Giulia che indietreggeranno fino ad arrivare alla porta d’ingresso dove all’improvviso spunterà Lilly alle loro spalle con un lenzuolo indossato come fosse un fantasma)
Lilly (Con tono tenebroso) Sono qui!
Car.+ Giu. Mamma d’‘o Carmene! (Gag a soggetto, tentano di scappare ma si scontrano con Maria che ha sul viso una crema antirughe totalmente bianca: altra gag a soggetto) Aiuto, ‘a casa d’‘e mostri!
Agata (Venendo dalla sua camera insieme a Ciro) Ch’è stato?!
Ciro Ch’è succieso?! (Agata e Ciro vedono la scena con le due ragazze che ridono a crepapelle, Maria che le guarda incuriosita e Carlo e Giulia che tremano ancora dalla paura)
Lilly Abbiamo fatto uno scherzetto… è quasi Carnevale!
Lena Che bello scherzetto, scherzetto…
Giulia ‘O scherzetto ‘e mammeta!
Maria Mi dovete scusare, ma io so’ trasuta accussì comme stevo pecché aggio ‘ntiso d’allucca’.
Agata Non fa niente. (Allusiva col marito) Chella poi nun è colpa loro se sono nate così…
Maria Forza bambine, chiedete scusa e jammo a pazzia’ ‘a llà.
Lena Scusate, non lo facciamo più.
Lilly Non è vero, lo facciamo ancora perché ci siamo divertite tantissimo!
Carlo (A Giulia) Mò ce dongo ‘nu cavece e ‘a faccio diverti’ a culo ‘nterra!
Maria Mò basta jammo… forza, tutt’e dduje ‘a llà! (Le due eseguono) Scusate ancora!
Ciro (Allusivo alla moglie, come sopra) Nun ce sta niente ‘a se scusa’, chelle so’ criature…
Agata Già, so’ criature… Arrivederci, donna Mari’! (Via Maria dalla comune) Ate che criature, songo diavule ‘nterra!
Ciro ‘Mbruglione assatanate ‘e denare!
Carlo Ma che state dicenno tutt’e dduje?
Giulia Facitece capi’ quaccosa…
Agata ‘Sti finte sceme, stanno una meglio ‘e ll’ata.
Carlo Ma tu veramente fai?
Ciro E ‘a figlia d’‘a signora Maria ‘o ffa ‘a vint’anne!
Giulia Venti anni, ma perché?
Agata Per la pensione d’invalidità.
Carlo Ci vuole ‘na costanza esagerata! E chell’ata?
Ciro Chell’ata è un’idea della zia pe’ se fottere l’eredità.
Giulia Sto capenno: passanno pe’ scema, nisciuno s’‘a piglia e tu pierde l’eredità.
Agata E non solo! Ha fatto mettere ‘n’ata clausola secondo la quale avimmo ‘a fa’ spusa’ pure ‘a figlia d’‘a signora Maria.
Ciro Sì, ma ‘a signora Maria ha sgamato e ‘nce ha ditto ca vo’ ‘na percentuale, pecché ‘na vota ca ‘a figlia s’è spusata, perde la pensione, non essendo più la tutrice.
Giulia E ‘o nutaro?
Agata È complice.
Carlo ‘Nce vulesse ‘overamente ‘na seduta spiritica cu’ ‘a bonanema ca ascesse e dicesse ‘a verità.
Ciro Pure ‘e medium ha fatto addeventa’ complici!
Carlo Ma chesti ddoje so’ ‘e peggio assassine! (Attimo di pausa)Però hanno fatto un errore.
Ciro Pure tu ‘o ddice?
Carlo Certamente! Ma pecché, chi ato l’ha detto?
Agata Lassammo sta’, tanto nun ce putesseve credere.
Giulia Vuo’ dicere… (Facendo segno verso l’alto)
Agata Già. Ma jammo annanze, poi ti racconto. Qual è chist’errore?
Carlo Tua zia tende a non far sposare nessuna delle due, così voi perdete l’eredità.
Ciro Giusto.
Carlo Ma la signora Maria sa che la signora Carmela ha fatto tutto ciò per sposarle egli ha chiesto una percentuale.
Agata E allora?
Carlo E allora…
Tutti (All’unisono) L’avimma fa’ truva’ ‘o marito!
Carlo Esattamente. Accussì ‘a zia perde l’eredità, ‘a signora Maria va truvanno ‘a percentuale , si sgamano tra di loro e si scannano.
Ciro È ‘na grande pensata, ma chi s’‘e ppiglia?
Agata (Suonano al citofono, va a rispondere) Chi è?... Salite.
Ciro Chi è?
Agata (Con tono nervoso) Il notaio! (E si alza le maniche come se dovesse picchiare qualcuno)
Giulia (Guardando Agata) Aggio capito che vuoi fare, mò te dongo ‘na mano!
Ciro Ferme, che ffacite?! Avimmo truvato ‘o primmo sposo!
Giulia Ma se chillo è loro complice…
Carlo Hanno ragione, facimmoncella ‘na mazziata…
Ciro Nossignore, è ‘nu povero cristiano ricattato da zia Carmela.
Notaio (Dalla soglia della porta d’ingresso) Permesso?
Agata Prego, entrate. A cosa dobbiamo questa visita?
Notaio Ecco, ci sarebbero dei documenti che…
Ciro Che putite straccia’!
Notaio (Iniziando con i soliti tic e con la balbuzie) Stra… stra… straccia’? Ma ma. io… io…
Ciro Vuje site complice ‘e ‘nu ‘mbruoglio…
Carlo Vuje state chieno ‘e debbiti…
Giulia Vuje site ricattato…
Agata Vuje site ‘na chiavica!
Notaio (Lasciandosi cadere sul divano) Adesso chiamerete la polizia?
Carlo No!
Notaio Grazie, grazie ma… (Guardando tutti) Che cosa devo fare in cambio?
Ciro Fingerete di voler sposare Lena, e v’apparammo nuje ‘e debbiti che tenite.
Notaio Lena?! Ma chella pure è complice e nun è scema!
Agata Infatti, così la prima clausola è assolta.
Notaio La prima, ma ci sta la seconda, e chi l’assolve? Chell’ata veramente è scema!
Ciro Manco chell’ata è scema.
Notaio Manco chell’ata? Vuo’ vede’ ca l’unico scemo songh’io?!
Ciro Addastanza…
Carlo Io dicesse depresso…
Giulia Esaurito…
Agata Scemo, scemo!
Notaio Ma vuje me tenite proprio ‘ncoppa ‘o stommaco?
Agata Abbastanza, però mò non ha importanza: bisogna agire!
Notaio E allora come si fa?
Carlo Voi pensate alla vostra scena, per il resto ci pensiamo noi…
Notaio Quando la devo fare questa scena?
Giulia Vi telefoneremo e vi faremo sapere.
Notaio Grazie ancora, aspetto vostre notizie. (Via dalla comune)
Agata ‘A primma l’avimmo maritata, nò dobbiamo pensare alla seconda…
Loprenda (Che fa capolino dalla porta) Cucù! Ho sentitoi l’odore di un bel maschiaccio…
Agata È arrivato chill’atu principe azzurro!
Ciro Veramente chist’è ‘o principe rosa! Trasite signor Loprenda!
Loprenda (Vedendo Giulia) Lasciate stare,’nce sta ‘a tigre della Malesia, m’avesse ‘a muzzeca’?
Giulia Nun ve preoccupate, trasite, ma si guardate troppo assaje all’ommo mio, ato ca muozzeche: ve scippo sano sano!
Agata Lascia stare, Giulia, il signor Loprenda è un buontempone ca vo’ sempe pazzia’, ma soprattutto è ‘n amico.
Loprenda E ‘a quanno simmo addiventate amici?
Ciro Da oggi. Sentite, bando alle chiacchiere: abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Loprenda (Prima tiene un po’ il muso, poi…) Che posso fare per voi?
Ciro Jammo dint’addu’ vuje, ca v’‘o spiegammo e po’ amma fa’ ‘na telefonata.
Loprenda Dinto addu’ me tutti e tre! (Indicando i due maschi)
Giulia No! Vengo pur’io… jammuncenne!
Ciro Agata tu nel frattempo avvisa la zia che la seduta ti terrà oggi. (Via tutti tranne Agata)
SCENA OTTAVA
(CARMELA e detta)
Agata (Fra sé) La seduta… Ma pecché, ‘a vo’ fa’ ‘o stesso? Nun riesco a capi’...
Carmela (Entra e vede Agata pensierosa) Agata tutto bene?
Agata Sì, tutto bene zia.
Carmela Sicuro? Nun saccio comme te veco…
Agata È per questa eredità… Ci stanno troppe complicazioni.
Carmela Tu lo sai com’era mia sorella, aveva fa’ sempe ‘e ccose difficili.
Agata È vero. Comunque zia, io ti volevo dire una cosa, che spero tu comprenderai.
Carmela E cioè?
Agata Abbiamo deciso di tentare la carta del medium per annullare le clausole e abbiamo fissato la seduta per oggi.
Carmela Mi sembra giusto. E i medium sono quelli che avete già contattato? Me pareno assaje bravi.
Agata Certamente, sono proprio loro, sono i migliori… Ma tu comme ‘e cunusce?
Carmela E chi ‘e ssape?! Me l’hanno ditto… Comunque mò vaco addo’ ‘a signora Maria a recupera’ a chella ‘nzallanuta ‘e cugineta. (Via dalla comune)
SCENA NONA
(CIRO, CARLO, GIULIA e detti, indi LOPRENDA, poi IL NOTAIO, indi CARMELA, MARIA, LENA, LILLY, AORTATE e VENUS, infine la voce di ZIA CONCETTA)
Ciro (Rientra insieme a Carlo e Giulia) Agata, dovrebbero arrivare da un momento all’altro.
Agata Non capisco perché hai comunque voluto fare ‘sta seduta spiritica.
Carlo Forse tieni la speranza che viene la buonanima accussì ‘e ffa’ ‘na chiavica?
Ciro Nossignore, è per non destare sospetti.
Giulia Ho capito, li vuoi prendere in flagranza!
Ciro Esattamente: deve restare tutto come stabilito!
Agata Giusto, adesso ho capito: si fa la seduta per annullare le clausole, ma ciò non avverrà e poi si scopre tutto ‘o ‘mbruoglio! (Suonano alla porta) Saranno loro?
Ciro Che ne saccio?! Mò arapo. (Apre, entra Loprenda)
Loprenda Eccomi qua, sono pronto. (Avvicinandosi a Carlo) E vuje?
Giulia Lopre’… (Segno di graffi alla faccia, reazione a soggetto di Loprenda)
Agata Avete capito tutti quello che dovete fare? (Tutti fanno con la testa un cenno di assenso. Suonano di nuovo alla porta) Chisti ccà so’ lloro, vado io. (Apre la porta, entra il notaio)
Notaio (Entra con un pacco e con fare mesto) Buongiorno.
Carlo Nota’, non state abbattuto, oggi dichiarate il vostro amore ad una bella donna!
Notaio Come, no? Soprattutto dichiaro la mia condanna a morte!
Ciro O eravate condannato ‘a llà, o ‘a ccà, solo che di qua avete qualche speranza, se vi comportate come vi abbiamo detto.
Notaio Sarà fatto!
Agata Ma che d’è ‘stu pacco?
Notaio È l’eredità.
Agata L’eredità è ‘nu pacco?
Ciro Sperammo ca nun è ‘nu pacco comme a chilli llà ca fanno dint’‘a Matalena! (Suonano alla porta, Agata va ad aprire ed entrano tutti gli attori, alla fine i due medium)
Aortate Date il benvenuto al grande Venus!
Tutti Benvenuto grande Venus!
Venus Salve a tutti! Che gli spiriti benigni siano con voi e quelli maligni siano lontani! (Ciro alza la mano per chiedere la parola)
Aortate Vedo che l’homo meschinus è veramente ben addomesticatus.
Venus Parla pure…
Ciro Grande mago, volevo solo ringraziarti per essere qui e per aver perdonato le mie insolenze del primo incontro.
Venus Perdonato sei stato.
Aortate Il magnifico nella sua immensa bontà ed umiltà vi ringrazia della gentile ospitalità e chiede quando si può iniziare.
Agata Se tutti sono d’accordo credo si possa iniziare anche subito.
Carmela ‘Nu mumento! Io credo che sia il caso che si ripetesse il perché di questa seduta. (Indica Lena)
Lena Io no seduta, io sto in piedi, perché?
Lilly Perché non hai la sedia.
Lena Non c’è più sedia! (Alzando la voce e disperandosi) Non c’è sedia… non c’è sedia…
Lilly (Insieme a Lena) Sedia… Sedia…
Maria (Che era seduta su di una sedia si alza) Basta, basta, ecco qua: pigliateve ‘a seggia mia!
Lilly e Lena Non più edia, noi divano! (Siedono sul divano)
Carlo (A Giulia) Me vene proprio ‘o genio de’ ‘e ffa’ male…
Giulia De’ ‘e struppia’ proprio!
Ciro Nun perdimmo cchiù tiempo, spiegammo ‘stu fatto. Prego notaio, tocca a voi…
Notaio (Solita balbuzie e soliti tic) Dududunque quequequesta sssesssedd…
Agata Nota’, ‘e chistu passo ‘sta seduta ‘a facimmo direttamente a ‘o trigesimo! Jammo bello, ja’!
Notaio (C.s.) Iiiiooo… dedede…
Loprenda Chiedo scusa ai cortesi presenti, col permesso di tutti spiego io.
Giulia E chisto addo’ ‘o tteneva annascuso?
Loprenda Nel testamento della cara zia Concetta sono previste per la riscossione, due clausole fondamentali che i coniugi, nonché eredi, qui presenti, intendono annullare, chiedendolo direttamente alla cara zia tramite una seduta medianica, usufruendo della eccellente bravura del mago qui presente.
Carmela Sta bene! Avite fatto ‘nu bellu parla’, ma chesto significa che se la cara sorellina non appare tutto resta così!
Ciro Esattamente. Avete qualcosa in contrario?
Carmela Neanche per sogno, prego…
Venus Da ciò desumo che si possa iniziare…
Tutti Sì!
Venus Bene. Mia cara, prepara l’occorrente e sistema i partecipanti.
Aortate E sia grande magnificenza. (Ai presenti) Vi prego, fate ciò che vi dico e mettetevi dove vi posizionerò. (Iniziano i preparativi con gag a soggetto dove tutti possono partecipare) Ora non muovetevi! Venus, mio grande maestro, tutti sono al loro posto.
Venus Bene mia cara, ora prepara il necessario e disponilo sulla tavola.
Aortate Esegue tirando fuori tutto ciò che l’immaginazione del regista ritiene opportuno, l’importante è che ogni cosa che prenderà sarà da lei stessa brevemente descritto, ad es.: “Aglio ricoperto di fanghiglia di porco scannato… Teschio di pecora impazzita…” e così via) Tutto è pronto, mio signore!
Venus Bene, mia fedele, iniziamo con i riti. (Come prima a discrezione del regista, purchè siano fatti dai due medium rendendo possibilmente partecipi gli altri attori)
Aortate Ora tutti zitti, ci vuole il massimo silenzio: il grande Venus ha bisogno di concentrazione per entrare in contatto con l’anima richiesta. Che le luci siano fioche per non spaventare l’anima!
Agata (A Ciro) All’anema d’‘a sora! (Assenso di Ciro)
Venus (Vari versi, gag a soggetto dei presenti) La sento… la sento!
Tutti La sente… la sente!
Venus È qui… è qui!
Tutti È qui… È qui!
Venus (Con il tono di una voce proveniente dall’oltretomba) Mi vuole parlareeee…
Aortate (Con lo stesso tono di Venus) Gli vuole parlareeee…i
Ciro (Facendo loro il verso) E che gli vuole direte?
Aortate (C.s.) Sssssssiiiiììì…
Venus (C.s.) Dice cheeeee…
Aortate (C.s.) Dice cheeeee…
Tutti Che dice? (Venus inizia a fare movimenti strani che spaventano i presenti, poi sviene; tutti esclamano) È muorto?
Aortate No, ha perso il conatto: ora si starà bene e ci dirà cosa gli ha riferito l’anima.
Venus (Fingendo di riprendersi dalla catalessi) Eccomi, sono tornato…
Aortate Come ti senti, maestro?
Venus Stanco… Molto stanco, ma pronto a riferire ciò che l’anima benedetta mi ha detto.
Tutti E allora?
Venus (Alzandosi e descrivendo ciò che ha visto) La cara estinta dice che quelle clausole sono inderogabili e devono essere rispettate!
Ciro (Fingendosi affranto) Bene, era doveroso provarci. Notaio, per cortesia, vuole rileggere le clausole a cui dobbiamo attenerci per riscuotere l’eredità?
Notaio (Solita balbuzie e soliti tic) Iiiooo… Ooorrraaa… pppaaass….
Agata Nota’, nun fosse ora ‘e caccia’ gli attributi? Ormai…
Notaio Avete ragione: per troppi anni ho sofferto di questi problemi. Le clausole dicono che i coniugi Russo per riscuotere l’eredità, devono trovare due uomini disposti a sposare la signorina Lena e la signorina Lilly. Se ciò non dovesse accadere entro un mese, dall’apertura del testamento, l’eredità passerà alla signora Carmela, sorella della defunta.
Carmela A quanto pare non avete assolto alle clausole, per dui l’eredità è ‘a mia…
Loprenda Niente affatto! Una parte è stata assolta: Lilly me la sposo io!
Carmela Ciorta d’‘a vosta, ma chell’ata clausola rimane accussì!
Notaio No, cara signora, anche l’altra clausola è stata assolta: Lena la sposo io!
Lena Ma tu che staje ammaccanno? Ma chi te vo’?
Lilly Mammi’, e je m’avesse ‘a piglia’ ‘nu femme niello? E dinto ‘o lietto a chi me porto, a ‘nu coso friddo?
Maria Signora Carme’, je accussì perdo tutte cose: figliema, ‘a pensione e pure ‘o trenta pe’ ciento ‘ell’eredità? Ma viene ‘a ccà, ca te faccio ‘o strascino! (Cerca di avventarsi verso Carmela ma viene trattenuta)
Carmela (Cerca di avventarsi verso Maria ma viene anch’essa trattenuta) E je ca ero meglio ‘e chella cantera d’Eva che t’aggio ‘a dicere? E poi a chi faje ‘o strascino? Viene ‘a ccà, te faccio vede’ io! (Strobo. Le due donne si liberano delle prese ed iniziano ad azzuffarsi; Lena cerca di difendere la zia e si getta contro Maria; anche Lilly si scaglia nel mucchio, mentre i due medium se la danno a gambe seguiti dal notaio e da Loprenda)
Ciro Basta! Basta! (Si spegne la strobo, si fermano tutti quasi in posa plastica) Me state facenno arrevuta’ ‘o stommaco, fuori da casa mia! (Via dalla comune tutti tranne Carlo, Giulia, Loprenda ed il notaio) Aaah, ‘nu poco ‘e pace!
Agata Che schifo! Ciro, me gira ‘a capa… (Cade tra le braccia del marito)
Ciro Siediti qui… (La fa sedere sul divano) Carlo, che sarà?
Carlo Sarà ‘stu burdello ch’è succieso. Ma ti rendi conto che quello era il sangue del suo sangue?
Giulia Avrà ragione Carlo, ma che schifo! Mò ‘nce vaco a piglia’ ‘nu poco d’acqua. (Via in cucina)
Ciro A voi, signor Loprenda, grazie tanto, veramente di cuore; quando volete, la casa nostra è sempre aperta.
Loprenda Di niente. Vedete signor Ciro, io sono diverso, è vero, ma sono fiero di esserlo, se normale significa essere comme a chelli belve. Arrivederci! (Via Loprenda dalla comune)
Giulia (Rientra con un bicchiere d’acqua e si avvicina ad Agata) Agata, bevi un poco d’acqua.
Agata (Beve) Grazie Giulie’. Allora notaio, vulimmo arapi’ ‘stu pacco?
Notaio Signora cara, il mio lavoro finisce alla consegna, l’apertura è del cliente. (Porgendole il pacco) Ecco qua. Bene, io vado e grazie di tutto.
Ciro Grazie a voi, nota’, e state tranquillo, vi aiuteremo noi, arrivederci. (Via il notaio)
Carlo Se volete restare soli, noi ce ne andiamo, così aprite il pacco da soli.
Agata Ma che staje, pazzianno? Nuje ce credimmo ‘overamente all’amicizia…
Ciro Come si dice: “Gli amici si vedono nel momento del bisogno”! E vuje stiveve ccà, assettateve: Giulia, tu vicino all’amica toja ed io vicino al mio amicone. Forza Agata, apri questo pacco vedimmo chesta eredità che ha fatto scatena’ ‘stu putiferio…
Agata (Esegue, apre il pacco dal quale tira fuori una serie di immaginette di Santi) Ciro, guarda qua!
Ciro E tutti noi stavamo uscendo pazzi per dei santini…
Giulia Per la zia dovevano essere veramente importanti!
Carlo Direi miracolosi!
Agata (Continuando a guardare nel pacco, da sotto ai santini estrae un astuccio per il test di gravidanza) Ma chisto è… chisto è…
Giulia Un astuccio per il test di gravidanza!
Carlo Ma che significa? Non capisco…
Ciro (Che è rimasto pensoso per tutto il tempo) Ma certo, ho capito: Agata, vai subito a fare il test!
Agata Aggio capito pur’io, ma nun po’ essere… Io… io…
Ciro Vai e nun perdere cchiù tiempo! (Agata esce di corsa seguita da Giulia)
Carlo Je nun arrivo a capi’…
Ciro Je invece aggio capito buono… Tu come hai detto prima? Che questi per la zia sonoi santini…
Carlo Miracolosi! Ma allora tu vuo’ dicere…
Ciro Non ci poteva essere eredità cchiù bella!
Carlo Siente, je nun aggio capito ancora buono… (Rientra Agata)
Ciro Agata, e allora?
Agata Ciru’… Ciru’… Io… Io…
Ciro Agati’, e muovete, si no partorisco!
Agata No, a parturti’ sarraggio io! (Si abbraccia con Ciro)
Carlo Mò aggiop capito!
Giulia ‘Nce n’è miso ‘e tiempo!
Ciro Agati’, mò avimmo ‘a fa’ ‘na cosa. (Sempre abbracciati si rivolgono verso l’alto) Zia Cunce’, perdonaci se in vita non ti abbiamo apprezzata, se non abbiamo capito quanto tu veramente ci amassi. Questo è un errore che spesso facciamo verso le persone anziane che ci circondano, senza pensare che forse volete semplicemente essere prese in considerazione, affinchè continuate a sentirvi utili per gli altri e a vivere per uno scopo. Grazie zia Concetta, grazie.
Concetta (Solo voce) Ora pro nobis, mò veramente è ad diventato ommo pur’isso! (Luce soffusa, raggio azzurro alle loro spalle; mentre s’intravede la figura di zia Concetta sorridente si chiude il sipario)
FINE