AAA Lavoro Cercasi

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Marco Dall’Osso (# posizione SIAE 271462)

AAA LAVORO CERCASI

Commedia in due atti per chi vuole trovare lavoro

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Sommario

TRAMA.................................................................................................................................................. 3

SCENOGRAFIA (bozza)........................................................................................................................... 4

PERSONAGGI......................................................................................................................................... 5

PRIMO ATTO.......................................................................................................................................... 7

SCENA 1............................................................................................................................................. 7

SCENA 2........................................................................................................................................... 10

SCENA 3........................................................................................................................................... 14

SCENA 4........................................................................................................................................... 18

SCENA 5........................................................................................................................................... 21

SCENA 6........................................................................................................................................... 24

SCENA 7........................................................................................................................................... 26

SECONDO ATTO................................................................................................................................... 28

SCENA 8........................................................................................................................................... 28

SCENA 9........................................................................................................................................... 31

SCENA 10......................................................................................................................................... 35

SCENA 11......................................................................................................................................... 38

SCENA 12......................................................................................................................................... 41

SCENA 13......................................................................................................................................... 44

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TRAMA

La vicenda si svolge in una azienda di selezione del personale, la AAA JOB4YOU.

Èuna grande azienda, e il dottor Ermes Maneggio è il manager che gestisce la selezione del personale per le posizioni più delicate.

Maneggio è sposato e ha una tresca con la segretaria, Carlotta Zoia. La moglie sospetta, e lo tempesta di chiamate per questo.

Oggi per Maneggio è una giornata importante: ha ricevuto dal megapresidente Santarcangelo in persona l’incarico di selezionare 4 candidati ideali a far contenti i potenti amici del consiglio degli Eterni Assenti.

La carriera di Maneggio può avere una svolta decisiva, è la grande occasione!

Riuscirà a far contento il megapresidente? Tutto dipenderà dai candidati che dovrà esaminare, ognuno diverso e ognuno con i propri problemi e le proprie richieste… non sempre semplici da gestire!

Non sarà facile, perché i contrattempi non mancheranno: un intruso che pensa di essere dal dentista, un candidato con una raccomandazione di ferro, un altro che non capisce assolutamente niente, la moglie alle calcagna, il megapresidente con le sue pretese ed il carico di ansia che riversa su Maneggio…

Ce la farà il nostro eroe a coronare il suo sogno di carriera e a realizzare la sua fuga d’amore con la segretaria?

Non tutto è nelle sue mani… e molto è legato alla volontà surreale di Santarcangelo.

Buon divertimento!

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SCENOGRAFIA (bozza)

P= Porta U=Uscita S=Scrivania A=Attaccapanni K=Scultura Katastatopoulos M=Moglie

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PERSONAGGI

ERMES MANEGGIO –è il senior manager di AAA JOB4YOU responsabile della selezione del personale per leposizioni più delicate. Professionale all’apparenza, deve dare la sensazione del manager a partire dall’abbigliamento (giacca e cravatta). Nonostante le apparenze e gli sbandierati valori aziendali, non è certo persona integerrima. È corruttibile di fronte ad un candidato raccomandato, e soprattutto farebbe di tutto per la sua carriera. Il che comprende tenere nascosta la storia con la segretaria finchè non potrà permettersi uno stile di vita al livello dei suoi sogni.

CARLOTTA ZOIA –è la segretaria e amante di Maneggio, e come lui dissimula il più possibile sul luogo dilavoro la loro storia. È una ragazza intelligente e spregiudicata, sa quello che vuole ed è determinata ad aiutare Ermes a chiudere con successo la giornata importante che li attende.

SANTARCANGELO –etereo, suadente, aristocratico e inarrivabile megapresidente, raramente si manifestaai sottoposti in forma corporea. Vive nel non meglio definito “inafferrabile assoluto ufficio” e si fa definire “sua celestiale magnificenza”. Entra in scena solo all’ultimo, quasi calando dal cielo per mettere la parola definitiva alla vicenda. Tipo giudizio finale, insomma. Si potrebbe vestire in modo etereo, per esempio con un completo tutto bianco, piuttosto che in modo un po’ dandy con vistosi occhiali a specchio. L’importante è che si stacchi decisamente da tutti gli altri, nei modi e nel vestiario.

MOGLIE –La moglie di Maneggio è perennemente dedita al suo look, quando chiama è sempre dallaparrucchiera a farsi le unghie. La postazione da cui chiama deve essere inserita nella scenografia, in un angolo che non disturbi (anche sotto il palco, purchè sia illuminabile quando chiama sotto il suo casco e con i suoi bigodini). È superficiale e sospettosa.

GIACINTO –Si candida perché ha davvero bisogno di un lavoro vero. Padre di 3 figli e con i genitori chevivono con lui in 60 metri quadri, la sua vita è un delirio ed è completamente dedita alla felicità dei suoi famigliari. Schiacciato da un suocero che lo ricatta sfruttando il suo bisogno di denaro, cerca un riscatto personale che gli consenta di guadagnare di più. Di per sé è una persona in gamba, ma la vita non gli ha mai permesso di mettere in evidenza le sue qualità. Questo lo ha fatto diventare una persona ansiosa, che somatizza lo stress da colloquio in un mal di pancia lancinante.

SANDRO – Capita per caso nella sala d’attesa di AAA JOB4YOU, pensando di essere dal dentista. Ha un granmal di denti, ma scopre che il dentista del palazzo di fronte apre solo nel pomeriggio. Grazie all’analgesico offertogli da Carlotta riesce a placare il dolore, tanto che per curiosità decide di rimanere per vedere come finisce la sessione di colloqui. L’analgesico è fortissimo, e gli dà come effetto collaterale una certa euforia fuori luogo che gli toglie i freni inibitori.

DOROTEA PIZZI –é interessata a ruoli di rilievo, dove serva un certo senso di responsabilità, organizzazionementale, precisione. È una ragazza single, e si capisce anche perché: acida, sarcastica e perfezionista, non accetta la minima osservazione o ironia. Come Carlotta, è appassionata dell’arte dello scultore Katastatopoulos, tanto che appartengono allo stesso gruppo di whatsapp senza nemmeno saperlo. Questo darà adito a un litigio tra le due nel secondo atto.

ROLANDO ORLANDO –è una persona molto semplice e ignorante, fatica a capire i concetti e facontinuamente confusione con i termini. Questo genera l’ironia degli altri, oltre a rendere il colloquio con Maneggio praticamente ingestibile. Anche il suo abbigliamento deve essere inguardabile, senza alcun senso.

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SPARTACO VINCENTI –Spaccone, fanfarone, è il tipico romano ammanicato con gli ambienti della politica eche non si fa il minimo scrupolo di usare le amicizie per scavalcare le regole. Non è cattivo, ma di certo si fa gli affari suoi e degli altri non gli interessa nulla. Anzi, gli altri sono solo lo spunto per farsi una risata.

Altri personaggi:

LA BELLA –bellissima ragazza, provocante ed ammiccante con Maneggio. Fa due comparse e le èsufficiente per ottenere un posto.

LE INFIORATRICI – due o tre ragazze che nell’ultima scena hanno l’incarico di precedere Santarcangelo ecospargerne il cammino di petali di rosa. Hanno anche una boccetta di profumo ciascuna, e con una pompetta profumano l’ambiente: oggetti, persone (Giacinto).

VOCE FEMMINILE FUORI CAMPO –dolcissima e calma, serve a introdurre le telefonate di Santarcangelo.

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PRIMO ATTO

SCENA 1

Il manager della selezione del personale (Ermes Maneggio) entra in ufficio insieme alla sua bella segretaria (Carlotta Zoia). Hanno una relazione, che cercano di dissimulare sul luogo di lavoro. La giornata si presenta impegnativa ma molto importante. Occorre selezionare persone valide per posizioni di grande rilievo, tanto che il megapresidente stesso si è raccomandato con Maneggio di fare del suo meglio. Ne va della sua stessa carriera. Maneggio ha una occasione unica per spiccare il volo in azienda. Riceve subito una telefonata…

MANEGGIO – Aaaaaaaahhh eccolo il nostro ufficio! Eccola… amata scrivania!! Il grande evento ci attende!!

(sognante) Qui!! Oggi!! La mia carriera avrà una svolta!!!

CARLOTTA – Tesoro… (occhi dolci) non solo la tua carriera…

MANEGGIO – Certo, certo! Ma tieni a freno i tuoi dolci occhioni, Carlotta!! Oggi siamo solo il dottor Maneggio e la sua segretaria Carlotta Zoia! Oggi la nostra professionalità deve essere a mille! Una giornata così non ci ricapiterà più! Sono treni che passano una volta sola!

CARLOTTA – (innamorata) … e prendiamolo, questo treno!!... (si riprende un attimo) a proposito, Ermes, non mi hai ancora detto come è organizzata la giornata… che dobbiamo fare?

MANEGGIO – Non chiamarmi Ermes, per carità!! Oggi sono il dottor Ermes Maneggio, senior manager della selezione del personale in questa grande azienda di head hunter! Distacco, Carlotta, distacco! Siamo solo colleghi tra queste mura! (le fa un cenno di intesa) … che faremo oggi? Già, ecco, non ne abbiamo ancora parlato nei dettagli… Comunque sempre di selezione del personale dobbiamo occuparci. Intervistiamo i candidati, come al solito, scegliamo i migliori, stendiamo una relazione….

CARLOTTA – Ma ti ha chiamato il megapresidente in persona? Era tanto che non si manifestava (ironica) con i suoi dipendenti!

MANEGGIO – (sospira preoccupato) … Ehm, sì!! Ieri!! Ascolta: è roba grossa oggi!! Dobbiamo selezionare due persone per posizioni di estremo rilievo (marca molto l’espressione)! Estremo!

CARLOTTA – Cosa? Cosa?

MANEGGIO – Ci sono da coprire due posizioni top in due ministeri… roba che scotta… roba vicina alle poltrone che contano!! Guarda qui (le mostra un foglio con delle specifiche…legge…) … scrive il megapresidente, di suo pugno… sai com’è… l’ineffabile inarrivabile altissimo Santarcangelo in persona (si segna) …<< Cari sottomessi,vogliate individuare i candidati ideali per le posizioni di “sottosegretario aibeni pubblici” e di “direttore generale aggiunto degli affari non trasmessi”.>> Lo capisci? Ci mettiamo le persone giuste, e il successo si spiana davanti a noi come una autostrada a 4 corsie!!

CARLOTTA – Tesoro!!! (lo abbraccia)

MANEGGIO – Hai visto? Che ti dicevo? È la mia occasione!! La nostra occasione!! Assicurati che l’ufficio sia in ordine: la sala d’attesa soprattutto, accogliente e ordinata.

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Mentre parla, sente vibrare il telefono. Lo estrae dalla tasca per rispondere. È l’ufficio del megapresidente Santarcangelo. Risponde, e dall’altra parte della linea si sentono cori angelici e musica celestiale (deve udirsi in scena, così come tutta la telefonata).

VOCE FEMMINILE – (calma e dolcissima) Buongiorno dottor Maneggio. Questo è l’inafferrabile assoluto ufficio di sua celestiale magnificenza. Sua celestiale magnificenza Santarcangelo chiede di poter interloquire brevemente con lei.

MANEGGIO – (sbianca, e senza emettere voce fa con la bocca “San-tar-can-ge-lo” a Carlotta, facendole segno di fare silenzio assoluto)Certo, sono a completa disposizione! Me lo passi pure…. Oh buongiorno sua

celestiale magnificenza, a cosa devo la sua preziosa attenzione? (si inginocchia)

SANTARCANGELO – (voce calma e suadente, aristocratica) Buongiorno anche a lei laggiù, mio caro sottoposto. Le voglio elargire 3 minuti del mio tempo ineffabile per illuminarla sulle procedure di selezione odierne.

MANEGGIO – Ma certo sua magnifica celestalità, mi illumini completamente!

SANTARCANGELO – Caro suddito Maneggio, le devo fare una viva raccomandazione per i candidati da selezionare oggi.

MANEGGIO – Oh celeste visione, dica!

SANTARCANGELO – La tecnica! Usi la tecnica della selezione in incognito! Si mescoli ai candidati. E si ricordi:

tutte le selezioni oggi sono ugualmente importanti… Tutte… Si ricordi, sottoposto… Si ricordi…. (la voce si

allontana, rapita in cielo)

MANEGGIO – Oh inarrivabile celestialità, sarà fatto! Conti su di me! Pronto… pronto…

VOCE FEMMINILE – (calma e dolcissima) La manifestazione telefonica di sua celestiale magnificenza è terminata. Si prega di riagganciare.

Maneggio clicca nervosamente il suo smartphone per essere certo di avere chiuso la chiamata, si alza, fa qualche passo e stramazza esausto su una sedia. Carlotta gli si avvicina preoccupata.

CARLOTTA – Che c’è? Qualcosa non va?

MANEGGIO – No, no, tutto bene grazie al cielo! Ma c’è una novità! Anzi, due!

CARLOTTA – Cosa? Cosa?

MANEGGIO – Uno: dobbiamo usare la tecnica della selezione in incognito! E Due: anche le altre posizioni che dobbiamo coprire oggi sono ugualmente importanti!

CARLOTTA – Cioè? Cioè? Ugualmente importanti? Ma non erano solo due le posizioni da coprire? Ce ne sono altre?

MANEGGIO – sì sì, ce ne sono altre due in fondo al foglio lì (le indica il foglio che le ha letto in precedenza), ma le avevo sottovalutate. Mi sembravano un dettaglio inutile!

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CARLOTTA – (legge) …. “sottosegretario ai beni pubblici”, “direttore generale aggiunto degli affari non

trasmessi” … ci sono solo questi…. (va in fondo al foglio) … ah no ecco qui ce ne sono altre due… “raccolta

stagionale dei pomodori nelle tenute” e “spremiagrumi” … Spremiagrumi??? Ma che significa? Che lavoro è spremiagrumi?

MANEGGIO – Devono essere amici di sua celestiale magnificenza… cercano manovalanza… raccolta dei pomodori nelle loro tenute, e la spremitura degli agrumi freschi nei tukul di paglia, sulle spiagge del loro resort privato… questi riccastri vivono bevendo caraffe di spremute fresche ai caraibi (sospira)… ma guarda te se mi devo giocare la carriera con uno spremiagrumi…

CARLOTTA – Ma tesoro! Che vuoi che sia uno spremiagrumi! Sei bravissimo, non devi avere paura di nulla! A fine giornata saremo felici e… sistemati! E i riccastri saranno felici a bere spremute fresche nei loro tukul di paglia! All’ombra!

MANEGGIO – Hai ragione, mi sto agitando per nulla. So fare il mio lavoro, non è la prima volta che seleziono personale di livello. E poi… (guarda Carlotta ammiccando) … pensa a quante piccole “trasferte di lavoro” (mima le virgolette) potremo permetterci con i soldi che guadagneremo… noi due… soli… senza mia moglie… per fortuna stamattina è occupata a chiacchierare con la parrucchiera e non mi può chiamare…

Mentre parla, una luce diretta viene accesa sulla moglie di Maneggio, che sta sotto il casco dalla parrucchiera. La postazione-casco è all’estrema destra della scena, in primo piano, in modo da poter essere illuminata ogni volta che serve. La moglie è sotto il casco, finisce di limare un’unghia e poi si ricorda che deve chiamare il marito… prende il telefono e lo chiama…

MANEGGIO – (vede la chiamata) Parli del diavolo… (risponde) Ciao amore che sorpresa!

MOGLIE – Ciao Ermessino! Come va il lavoro?

MANEGGIO – Benissimo cara, sono appena arrivato in ufficio e stavo giusto organizzandomi…

MOGLIE – No perché Ermessino pensavo… è tanto che non ci facciamo un weekendino io e te…

MANEGGIO – (guardando Carlotta e tappando il telefono) Fatti delle domande e datti delle risposte… (poi riprende a parlare con la moglie) Hai ragione amore! È passato del tempo! Stasera progettiamo qualcosadai, ora però ti devo lasciare che lo sai: oggi ho una giornata molto piena!

MOGLIE – (ignora che lui sia occupato) No perché ho visto delle splendide mini-crociere in Grecia… 5 giorni… all inclusive… ti piace l’insalata greca Ermessino?

MANEGGIO – L’insalata greca… ma certo che… ascolta ho proprio da fare adesso, ti chiamo poi io va bene?

MOGLIE – Uh ma come sei di fretta! Che poi ci mettono tutte quelle olivine nere, buonissime… come si chiamano… kelemata? E poi… è gustosa ma leggera…

MANEGGIO – Sì sì…

MOGLIE – (sospettosa) Senti… ma c’è lì anche quella grandissima… puntini puntini… della tua segretaria?

MANEGGIO – Ma è naturale cara, lavora qui, deve sbrigare un sacco di pratiche oggi. È il suo lavoro.

MOGLIE – Ecco, allora vediamo di farle fare solo quello di lavoro a quella lì, eh? Carlotta Zoia… che guarda caso… Carlotta a Roma fa rima con… lasciamo perdere… ma anche Zoia volendo fa rima con… non è mica un caso!

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MANEGGIO – amore, su, smettila con queste gelosie senza fondamento. Lo sai che sei la gioia dei miei occhi. Ora dai: devo proprio lavorare.

MOGLIE – Ok Ermessino, tu però quegli occhi lì tienili sul lavoro! Stasera vediamo le crociere che ci sono…

MANEGGIO – Va bene amore, ciao… ciao…

MOGLIE – Ciao Ermessino… ciao…

Chiude la telefonata ed è ancora più esausto ancora che alla prima chiamata. Si siede e prende un lungo e profondo sospiro.

MANEGGIO – Ecco guarda: dopo queste due telefonate, ora non può che essere in discesa! Forza e coraggio! Si inizia! (si riprende) Dai siediti anche tu in sala di attesa con me. Dobbiamo usare la tecnica della selezione in incognito, ricorda. I candidati che arriveranno qui e che si siederanno non devono sapere che i selezionatori siamo noi. Noi siamo due candidati come loro, e non ci conosciamo. Ok? Così potremo raccogliere un sacco di informazioni senza che loro lo sappiano, farci raccontare cose che altrimenti non ci direbbero.

CARLOTTA – Ok tesoro … anzi…. Ok capo … anzi… sono d’accordo con lei, signor candidato qualsiasi come

me!

MANEGGIO – Brava. Non ci resta che attendere!

SCENA 2

Maneggio e Carlotta sono seduti in sala d’attesa, entra il primo candidato vero: Giacinto Rossi. È un uomo tra i 40 e i 50, un poco timido e impacciato, aria dimessa. Nel lotto dei candidati alla fine risulterà il più normale di tutti, il classico padre di famiglia per bene con i problemi di tutti i giorni per sostenere la famiglia. Maneggio sta leggendo una rivista, Carlotta sta usando whatsapp. In mezzo alla stanza c’è un tavolino con una buffa scultura della forma di una bottiglia affusolata.

GIACINTO – Permesso? Buongiorno…

MANEGGIO – Buongiorno.

CARLOTTA – Buongiorno.

GIACINTO – è qui che si fanno i colloqui? No, perché sono passato alla reception (pronunciato male) a piano terra, mi han detto di salire ma non sono mica sicuro che sia il piano giusto… questa è la AAA JOB4YOU vero?

CARLOTTA – Guardi, tutto l’edificio è di AAA JOB4YOU, non può sbagliare. Comunque è al piano giusto, anche io e il signore (indica Maneggio) siamo qui per le selezioni…

GIACINTO – Ah grazie, allora mi tranquillizzo… sono un po’ in anticipo, sono stato fortunato a trovare voi che siete già arrivati…

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MANEGGIO – Sì, guardi, io sono arrivato presto… praticamente è come se avessi aperto io! (sarcastico)

GIACINTO – Ah ecco… beh allora lei è un po’ ansioso come me, le piace arrivare presto per essere sicuro di non fare brutte figure…

MANEGGIO – Ma no guardi, la mia non è ansia, è che proprio sono abituato a fare questi orari. (un po’ secco)

GIACINTO – Ah ho capito… eh io invece sono un po’ ansioso lo ammetto… cavolo un colloquio di lavoro in un’azienda così grande non capita tutti i giorni… chissà cosa chiederanno…

MANEGGIO – Eh già: chissà! (ironico) Lei a che posizione aspira?

GIACINTO – Più che a-spirare a me basterebbe re-spirare. Cioè avere un lavoro vero! Per mantenere mia moglie e i miei figli. Poi sa, abbiamo anche i miei in casa… ci sarebbe bisogno di qualche soldo… (mentre parla ha le mani sulla pancia e si piega un poco in avanti, come non stesse molto bene)

CARLOTTA – Ma cosa ha? Non sta bene?

GIACINTO – Ma no niente… anzi… guardi… visto che siamo qui tra noi… come si suol dire: mal comune… Ho un po’ di mal di pancia… Sa, la tensione… sfogo così.

CARLOTTA – E va bene dai, stia tranquillo, siamo tutti un po’ agitati. Vero signore? (rivolta a Maneggio)

MANEGGIO – Vero, vero… (senza crederci troppo)

GIACINTO – (sempre un po’ dolorante) Ma che cafone che sono, non mi sono neanche presentato. Sono Giacinto Rossi, piacere.

MANEGGIO – Piacere, Maneggio (senza alzarsi)

CARLOTTA – Zoia, Carlotta Zoia… comunque, se ha bisogno il bagno è lì in fondo vicino all’uscita.

GIACINTO – Grazie…

MANEGGIO – Ma sì, vedrà che non è niente…

GIACINTO – Eh insomma… parla bene lei signore che è così tranquillo, ma a me succede sempre così… devo fare un colloquio di lavoro, e mi viene mal di pancia. Son sempre stato così. Anche scuola quando dovevano interrogarmi… guerre intestine!!! (breve pausa) Una volta hanno dovuto imbiancare i bagni!

Luce sulla moglie di Maneggio, che sta di nuovo chiamando il marito.

MANEGGIO – (basito) Eh ma scusi a lei ci vuole un esorcista… (si ricompone) basta che le guerre intestine restino come dire… guerre interne…

GIACINTO – Ma io ho mal di pancia forte…

Proprio in quel momento, mentre Giacinto dice “io ho mal di pancia forte” squilla il telefono di Maneggio e lui risponde…

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MANEGGIO – Direi che la soluzione è una sola: andare al cesso una volta per tutte!

MOGLIE – (che ha inteso fosse rivolto a lei) Ermessino scusa mi stai mandando a ….

MANEGGIO – Oh amore nooooo… perdonami, non stavo parlando con te! È che qui in ufficio… (viene interrotto)

MOGLIE – No perché lo sai eh? L’educazione prima di tutto! E poi io sono una signora, e certi termini non li voglio neanche sentire da lontano!

MANEGGIO – Hai ragione amore, mi stavo scaldando per niente con un … collega per una cosa da poco. Lo sai che io le parolacce non le dico mai…

MOGLIE – E sarà meglio Ermessino… dopo tutti i soldi che hanno speso i tuoi per il collegio in Svizzera… (breve pausa) … Senti… ma lo sai che con solo mille euro in più, la crociera la possiamo fare nei fiordi in Norvegia? Ma ti pare! Imperdibile!

MANEGGIO – Aaaaah…. Sì…. Ma che bello! E allora stasera vedremo anche la Norvegia! Dal Partenone ai

Vichinghi!!!

MOGLIE – Spiritoso! Guarda ho visto che si può fare anche la degustazione del salmone affumicato. Ti piace il salmone? Due gocce di lime e un velo di burro…

MANEGGIO – Amore, lo sai che mi piace tutto… ma ora sono davvero occupato e ti devo salutare…. Ciao

eh? Ciao….

MOGLIE – E ricorda alla …. otta…. oia…. (come non si ricordasse i nomi completi ma solo le desinenze) che le

pratiche sono quelle di carta sulla scrivania!

MANEGGIO – Dai, amore ne abbiamo già parlato… lo sai che non hai ragione di temere…. Ora davvero

davvero davvero devo scappare…. Ciao… ciao… ciao… baci… (mette giù)

MOGLIE – Ciao… (non sente più nulla) Cafone! Mi ha messo giù! E non gli ho neanche potuto dire del museo vichingo!

MANEGGIO – (guardando Giacinto) Ma dove eravamo rimasti?

GIACINTO – (fa una smorfia di dolore) Ha mica del sughero?

MANEGGIO – Coooosa?

GIACINTO – Scherzo né, faccio per ridere… (attimi di silenzio imbarazzato, Giacinto fissa la scultura)

MANEGGIO – (per stemperare, ma anche per saggiare la cultura del candidato) Ha visto? Che ne dice di quella scultura?

GIACINTO – Ah io non me ne intendo molto. Ho fatto ragioneria ma ho dovuto smettere in quarta per lavorare. Mi sembra una bottiglia che ha passato un brutto momento! Sicuri che è una scultura? Magari hanno appoggiato lì sul tavolo una cosa da portare in discarica e si sono dimenticati!

CARLOTTA – Ma signor Giacinto! Ma non vede? È un’opera del periodo catartico del grande Katastatopoulos! “L’uomo che tende verso l’infinito”! Questa è una copia ovviamente, l’originale vale centinaia di milioni! Ma anche una copia così ben fatta può valere quanto questo edificio! Che sensibilità artistica, questa azienda!

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GIACINTO – (un po’ spaventato dalla reazione) Mi perdoni sa, ma sono davvero una capra, e poi con questa tensione ormai non saprei riconoscere una bottiglia di barolo da una di vetril…

CARLOTTA – Va bene, ma questa è famosissima! Katastatopoulos ha occupato le prime pagine per mesi quando è mancato 6 anni fa… La sua arte ha stravolto la nostra epoca! L’uomo ha raggiunto una consapevolezza più alta! Il pensiero umano… (si sta scaldando e Giacinto è sempre più in ansia e col mal di pancia, viene interrotta da Maneggio)

MANEGGIO – Va bene signorina, credo che il signore abbia capito. Ora però basta, altrimenti tra un attimo le prime pagine il signore qui le userà in un altro modo…

CARLOTTA – Sì ha ragione tes…. ehm… signore. Mi sono lasciata prendere. Ma ho una tale ammirazione per

questo artista! Guardate: ho anche il gruppo di whatsapp “Katastatopoulos vive!”! Sono iscritti in più di

200.La maggior parte non ci conosciamo nemmeno, ma siamo tutti uniti dall’amore per l’arte dell’infinito…

(sogna a occhi aperti)

GIACINTO – (per farsi accettare un po’ di più) Oh ma davvero! Mi faccia vedere! Ma cosa vi scrivete tutto il giorno sul gruppo? Commenti artistici?

CARLOTTA – Sì, ma non solo. La maggior parte delle volte condividiamo le esperienze di tutti i giorni, è nel quotidiano che vediamo l’infinito! Per esempio oggi sto condividendo con tutti le emozioni più catartiche di questa giornata di colloqui… da sostenere. Forse se lo facesse anche lei, la aiuterebbe a rilassarsi…

GIACINTO – Eh sì forse, ma io non ho tempo di usare whatsapp, il mio tempo me lo consumano tutto i miei figli, mia moglie e i miei genitori… figuriamoci se ho tempo di parlare con chi nemmeno conosco...

MANEGGIO – (per stemperare un po’ la tensione) Se volete, visto che dobbiamo attendere qui insieme, vi racconto un piccolo aneddoto.

GIACINTO – Sì, forse è meglio grazie. Mi aiuta a distrarmi.

MANEGGIO – Vede dalla finestra il palazzo gemello proprio qui di fronte?

GIACINTO – Certo che lo vedo! Se non era per il numero civico, io sarei entrato in quell’altro! Sono uguali!

MANEGGIO – Lei non sa quanta gente si confonde! Sono proprio identici! Ecco… pare che nel palazzo di fronte vi sia niente meno che una famosa casa di appuntamenti clandestina!

GIACINTO – Noooo…. Ma davvero? Incredibile!

MANEGGIO – Sì sì. Lei si immagini quanta gente si confonderà tra i due palazzi… (ridendo) Pare che solo il mese scorso più di 20 uomini siano entrati sbagliando in questi uffici, e abbiano chiesto il tariffario delle ragazze!! Pensi lei la scena!!! (ride)

GIACINTO – Ma dai!

MANEGGIO – Sì sì. Eh ma è facile riconoscere i clienti delle donnine sa? Li vede subito! Tengono gli occhiali da sole scuri fin dentro l’edificio per non farsi riconoscere, e li tolgono solo dopo essersi accomodati in sala di attesa.

GIACINTO – (ridendo, finalmente rilassato) Roba da matti! Devo raccontarla questa! Gli occhiali da sole! Ma lei come fa a sapere queste cose? Sembra che lavori qui da sempre!

MANEGGIO – (colto in fallo) Abito in zona… le ho detto… per questo sono arrivato presto… Sentite… visto che qui non c’è ancora nessuno, perché non ci prendiamo 5 minuti per bere un cafferino nel bar qui all’angolo?

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CARLOTTA – Ottima idea, signore! Viene anche lei? (rivolta a Giacinto)

GIACINTO – No guardate, io in queste situazioni, meno caffè bevo e meglio sto (si tocca la pancia) … andate pure e vi aspetto qui al calduccio, buono buono.

MANEGGIO – D’accordo. Guardi, facciamo in un attimo. Se dovessero arrivare i selezionatori, ci giustifichi lei…

GIACINTO – Non mancherò! A dopo! (sorride e ripete macchinalmente tra sé e sè) Gli occhiali da sole…. Ma

pensa te.

Maneggio e Carlotta escono, per darsi 5 minuti di aria. Rimasto solo, Giacinto curiosa un po’ in giro. Apre la porta dell’ufficio del manager, la richiude dietro di sé e vi curiosa un po’ dentro. Continua a ripetersi la cosa degli occhiali da sole.

In quel mentre, entra nella sala di attesa Sandro, che stringe un fazzoletto alla guancia, in preda ad un forte mal di denti e nel bel mezzo di una telefonata. Indossa degli occhiali da sole.

SCENA 3

SANDRO – (è al telefono, non si sa con chi parli) No guarda, tu non hai un’idea. È 3 notti che non chiudo occhio. Un male! Un male! Ho un ascesso come un melone! (……………) Eh, appunto! Doveva essere già

devitalizzato! E invece pulsa come un matto! Sono disperato, guarda… di-spe-ra-to. (…………..) certo che

sono corso dalla dottoressa! Sono qui nel nuovo studio dentistico dei palazzi gemelli! La dottoressa che mi cura si è trasferita qui da poco! (………..) Sì… ahahahaah… il palazzo dove prima c’erano le donnine! Ora

appena arriva la dottoressa mi faccio ricevere! Non posso andare avanti così! (……………………) sì, sì

tranquillo, ti chiamo io dopo. Ciao. (si siede, dolorante) Uuuuuuhuhuh che male…. (guarda l’opera d’arte)

Ma che è quello? Un canino di tirannosauro?

Rientra in sala di attesa Giacinto, che fa un cenno di saluto vedendo Sandro che ha un’aria sofferente.

Sandro ha tolto il fazzoletto dal viso. Giacinto squadra subito gli occhiali da sole di Sandro.

GIACINTO – Giacinto, piacere.

SANDRO – Sandro… (stringe la mano, si siede vicino, toglie gli occhiali da sole e li appoggia sul tavolino accanto alla scultura)

GIACINTO – (silenzio, imbarazzo) Anche lei qui come me per un incontro? L’annuncio su internet?

SANDRO – (preso da una fitta di dolore, ma a Giacinto pare sia la risposta alla sua domanda) uuuuuhhhuhuh… mmmmmmmmmhhhh (deve essere un verso che si possa confondere con un pensiero carico di desiderio…)

GIACINTO – (lo guarda, imbarazzato, non sa che dire)

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SANDRO – Uuuuuhuhuhh…. (preso dal dolore, piazza una mano sul ginocchio a Giacinto, cioè tende

entrambe le braccia come a sorreggersi nel dolore, ma una è sulla gamba di Giacinto) Mamma mia…(guarda Giacinto) sapesse come tira….

GIACINTO – (spostando delicatamente la mano sulla gamba di Sandro) Eh forse posso capire…

SANDRO - No guardi, non può capire, io non ce la faccio più! Ma quando arriva la signorina?

GIACINTO – (non sa più da che parte girarsi) Ma… è sicuro di non avere sbagliato edificio?

SANDRO – Sicurissimo! E ho un bisogno… ma un bisogno…

GIACINTO – Anche io in un certo senso… (si tocca la pancia)

SANDRO – Eh allora mi può capire…

GIACINTO – (imbarazzo, ma a questo punto anche curiosità) Ma… da quanto… frequenta?

SANDRO – Oooohh… da tanto tempo!

GIACINTO – Ah quindi è tanto tempo che conosce la… signorina?

SANDRO – Beh ma certo, fin da quando era una bambina!

GIACINTO – Una bambina?

SANDRO – Sì ma non lavorava lei, si capisce! Era una bambina! C’era sua mamma, prima!

GIACINTO – E lei veniva dalla mamma!

SANDRO – Ma certo! E prima ancora, la nonna!

GIACINTO – La nonna?

SANDRO – Sì ma… detto tra noi… la signorina è nettamente la migliore! Del resto, ha studiato in Svizzera e poi si è specializzata a San Francisco! E lei? Non ha mai avuto di questi bisogni scusi? È un essere umano anche lei!

GIACINTO – Eh ma sa, io sono un po’ timido…

SANDRO – Timido? Ma noooo, ma stia tranquillo! Guardi. Le spiego. Così vede che non c’è nulla da temere.

La viene a prendere l’assistente e lei entra in questo studio dove c’è una bellissima poltrona.

GIACINTO – Ah perché c’è pure l’assistente?

SANDRO – Beh si intende! Ma serve solo per accompagnarla, farla accomodare sulla poltrona. È una specie di rituale insomma. Musica soffusa, lei rimane lì da solo e poi… arriva la signorina!

GIACINTO – Ma sa… non vorrei che poi sul più bello io … mi blocco!

SANDRO – Ma scherza? Ma no, non si preoccupi! Fa tutto la signorina! La guida passo passo! Allora… prima di tutto le chiederà di aprire bene e farglielo vedere!

GIACINTO – (un sussulto) Ma perché…. Non si fida? È obbligatorio?

SANDRO – Ma certo! Deve pur vederlo se poi deve lavorarci sopra, no?

GIACINTO – Ma gliel’ho già detto… son timido…

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SANDRO – Ma non si deve preoccupare… la signorina è bravissima. Allora: quando ha trovato il punto giusto, prende con delicatezza una pinza di acciaio e trac! Glielo strappa! Buono! Fatta! Fine del problema!

GIACINTO – (gli pare di sentire un dolore lancinante al solo pensiero) Glielo strappa? Ma è matta?

SANDRO – Sì ma scusi non le ho detto che non si deve preoccupare? La signorina ha studiato in Svizzera, no? Si è specializzata a San Francisco, no? E allora… In meno di 10 minuti… gliene mette uno nuovo in resina!

GIACINTO – No no, io mi tengo il mio. Sono affezionato!

SANDRO – Ma si capisce! Tutti sono affezionati al proprio. Ma… se è marcio? Che fa, lo tiene? Meglio un bello strappo secco… trac! Non sente niente. Pensi che quando ho portato mio figlio…

GIACINTO – Ah perché porta anche suo figlio?

SANDRO – Beh ma si capisce! È meglio che si abituino fin da ragazzi! Le dicevo che quando ho portato mio figlio ci sono voluti due minuti e trac! Glielo ha strappato!

GIACINTO – Oh poverino! … Ma poi? Gliene ha messo uno nuovo di resina?

SANDRO – Ahahahahah! Ma lei sta scherzando! Mio figlio ha 6 anni. A quell’età… ricresce da solo!

GIACINTO – (sconvolto, parla tra sé e sè) Ma guarda te cosa devo scoprire dopo un matrimonio e 3 figli… Ma … (rivolto a Sandro) e sua moglie lo sa che lei viene qui?

SANDRO – Ma certo che lo sa! È lei che mi incoraggia! Non mi può vedere in questo stato! Non fosse per lei, io nemmeno lo conoscerei questo posto!

GIACINTO – (ammirato) Che donna moderna! Lei è fortunato, sa?

SANDRO – Ma che fortunato e fortunato! È che stima il posto, e mi accompagna quando portiamo il nonno!

GIACINTO – Il nonno? Pure il nonno!

SANDRO – Beh certo poveretto, ha anche lui i suoi diritti! È chiaro, il suo caso è un po’ diverso…

GIACINTO – Perché?

SANDRO – Beh lui era tutto marcio, abbiamo fatto togliere tutto!

GIACINTO – E poi ne ha messo uno nuovo di resina?

SANDRO – No, il nonno no. Sa, con quello che costano… cosa che vuole che ci faccia lui ormai… Ho anche provato a insistere con mia moglie, ma è stata lei a convincermi.

GIACINTO – Povero nonno…

SANDRO – Eh cosa vuole… i conti della famiglia devono pur tornare… son scelte dolorose…

GIACINTO – A me lo dice, che ho tutti a carico…

Mentre Sandro e Giacinto finiscono di parlare, rientrano Maneggio e Carlotta dalla pausa caffè.

SANDRO – (vedendo i due entrare) Piacere, Sandro.

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MANEGGIO – Ermes Maneggio.

CARLOTTA – Carlotta, piacere.

SANDRO – (per rompere il ghiaccio coi nuovi) stavo giusto parlando col signor Giacinto di quanto abbia bisogno di un buon dentista! Non ce la faccio più! Un male! Uuuuhuhuhhh!

GIACINTO – Ma… allora…. Parlava di questo… (cade dalle nuvole)

SANDRO – Perché scusi? (stupito) Anzi, se per voi non è un problema, vi chiederei la cortesia appena arriva la dottoressa di lasciarmi visitare per primo, che non ci vedo più dal dolore!

MANEGGIO – Volentieri lo faremmo, ma credo che lei abbia sbagliato edificio! Lo studio Dental Relax è qui di fronte! Non hanno ancora le insegne perché è nuovo. In questo ufficio si svolgono colloqui di selezione per assunzioni!

GIACINTO – Ho provato a dirglielo ma…

SANDRO – Grazie, che sbadato, ci vado subito!

MANEGGIO – Ma sono le 9 del mattino, lo studio apre alle 14 e 30!

SANDRO – Porca vacca, ma che jella… e io come ci duro fino a quell’ora?

CARLOTTA – Se si fida, ho sempre con me un analgesico fortissimo! Soffrendo di emicranie… (gli porge una caramella) Basta ingoiarlo anche senza acqua, e in 2 minuti le passa anche la peste!!

SANDRO – Non so come ringraziarla, lo prendo subito (ingoia)

Si ristabilisce un attimo di tregua, tutti si siedono. Maneggio commenta il caffè.

MANEGGIO – Quel caffè era davvero buono oggi… chissà che miscela usano…

CARLOTTA – è vero! Una caffè buonissimo! Peccato ve lo siate perso, signor Giacinto. (ride tra sé e sé) ma scusi signor Sandro, come ha fatto a sbagliare edificio e non accorgersi per tutto questo tempo?

SANDRO – Il fatto è che sono entrato qui e ho visto quel gigantesco canino lì, sul tavolo… ho pensato che non potesse che essere uno studio dentistico!

CARLOTTA – (basita) Un canino? Quello? Oh Signore delle belle arti perdonalo! Ma quello è “L’uomo che tende verso l’infinito” di Katastatopoulos! Ma come può non conoscerlo? L’artista che ha aperto al mondo gli orizzonti catartici…. (Maneggio la blocca stringendole un braccio, lei capisce che sta scaldandosi di nuovo e si trattiene)Mi perdoni, a volte mi faccio traportare un po’…

SANDRO – Nessun problema, stia tranquilla. Ignoranza mia. Ma… sarà un effetto psicologico… mi pare che il dolore sia già calato molto!

CARLOTTA – Visto? Pure la peste passa! Certo, è un oppiaceo e può dare un pochino di euforia, però è una bomba!

SANDRO – Un oppiaceo? Euforia? Mi scusi ma cosa mi ha dato? .... Però…. Che bella sensazione… (è sereno

e sorride)

CARLOTTA – No ma stia sereno, non è niente… Guardi me, che lo prendo tutti i giorni…

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SANDRO - Sentite, se non vi dispiace e visto che devo aspettare il pomeriggio per il dentista, io mi fermerei qui con voi un pò. È possibile? (intanto ha l’aria sempre più fatta)

GIACINTO – (per farsi perdonare la figuraccia) Ma certo, stia pure! Saremo la sala di attesa del suo dentista!

In fondo… stiamo tutti attendendo. E poi chissà: per sbaglio potrebbe trovare un lavoro pure lei oggi!

SCENA 4

I 4 sono ancora in sala d’attesa, quando entra Dorotea Pizzi. È vestita di tutto punto, come una educanda di un secolo fa. La si deve riconoscere anche dal vestiario come puntigliosa, secchiona e pedante. Entra, e la prima cosa che nota è la scultura.

DOROTEA – Oh mio dio… che emozione unica… quasi non credo ai miei occhi… “L’uomo che tende verso l’infinito” di Katastatopoulos! Che riproduzione perfetta! Quanta catarsi! L’artista che ha stravolto gli orizzonti al mondo! L’uomo che ha fatto dell’arte un livello espressivo sinora sconosciuto…

CARLOTTA – (si fionda a conoscerla) Carlotta Zoia, piacere. Anche io grande estimatrice del Katastatopoulos!

DOROTEA – Dorotea, piacere. Ma davvero anche lei? Sono felice di avere trovato una mia simile! Ha letto che stanno per aprire una mostra permanente di tutti i vasi del periodo catartico? (gli altri, ignorati totalmente, fissano le due stupiti)

CARLOTTA – Sì sì, ho sentito. E ci saranno opere di un calibro assoluto! … “Il vaso da notte trascendente” … “Lo sciacquone dell’infinito” …

DOROTEA – … “Il vasino dell’infanzia catartica” …

SANDRO – (che è nel suo mondo ormai) Oh ma questo ne prendeva di analgesici…

DOROTEA – Cosa?

CARLOTTA – Niente, è una lunga storia, lasci perdere... Poi ci saranno anche “Il bidet dell’universo intrinseco” e “ Il cosmo in una comoda”.

SANDRO – Oh ma tutto alla toilette questo infinito catartico! Ma sto Katastrofus aveva dei problemi!

DOROTEA – Katastatopoulos! Che ignoranza (acida)

SANDRO – (occhio un po’ perso) Mi perdoni se la mia ignoranza non è pari alla sua! … nel mio bagno ho solo sanitari italiani… niente Kakkopulos…

DOROTEA e CARLOTTA – Katastatopoulos!!

GIACINTO – (piegato in due dal mal di pancia) Qui avrei bisogno io di un bel momento catartico!

SANDRO – (ormai è no limits) Ma signorine, indicate al signore la via verso la mostra! Secondo me è il posto suo! Si sta praticamente catarticando addosso!

DOROTEA – (stizzita) Certo che è proprio vero: si deride ciò che non si comprende! Ah!

SANDRO – (Si alza, cammina un filo barcollando) Andiamo a vedere di là se c’è qualche altro pezzo del Kikkobus!

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MANEGGIO – (lo segue, preoccupato che gli metta a soqquadro l’ufficio) ha ragione, chissà non abbiano alte opere (fa un cenno di intesa agli altri come per dire: assecondiamolo che è meglio)

Maneggio e Sandro stanno qualche minuto nell’ufficio, senza parlare Sandro pare attratto da diversi oggetti (computer, fogli, sedie, scrivanie) e tutto pare farlo ridere. Maneggio a tratti lo deve reggere perché barcolla. Nel frattempo, Giacinto e Dorotea intrattengono un breve dialogo per conoscersi. Carlotta invece è concentrata sul suo smartphone e scrive messaggi sul gruppo whatsapp.

GIACINTO – (riferendosi a Sandro e parlando a Dorotea) Lo perdoni, sa. Il signor Sandro ha preso un forte analgesico ed è un po’ confuso.

DOROTEA – La confusione certe persone ce l’hanno nel dna! Niente cultura, niente ordine mentale, nessuna chiarezza di pensiero! (acidissima)

GIACINTO – (per stemperare) Ha ragione… senta, anche lei qui per i colloqui?

DOROTEA – Certo! Che altro sennò? Non ho tempo da perdere io! Ho risposto all’annuncio solo perché si parla di posizioni che richiedono un forte senso di responsabilità.

GIACINTO – Eh si vede che ne ha da vendere…

DOROTEA – Certo! E lei?

GIACINTO – Mah… a me basterebbe un lavoro onesto…

DOROTEA – L’onestà è un bel valore. Ma ci vuole di più… ordine! Disciplina!

GIACINTO – è quello che dico anche ai miei figli! Ma quelli mi ascoltano una volta sì, e tre no… Lei ha figli?

DOROTEA – Non son cose da chiedere a una donna! E comunque se proprio lo vuole sapere, no. Ci vuole l’uomo giusto per fare dei figli!

GIACINTO – Sì è vero. Ma forse si potrebbe provare a vedere le cose belle anche in una persona non perfetta…

DOROTEA – Ma scherza? Io voglio un uomo vero, integro, strutturato! Le persone che ho frequentato le ho dovute bocciare tutte!

GIACINTO – (tra sé e sé) sembra la mia prof di italiano di ragioneria…

DOROTEA – Quello che è durato di più, è stato l’agosto scorso… ma la terza volta che siamo usciti insieme ha preso due esami e poi ho dovuto bocciarlo a settembre!

Maneggio e Sandro rientrano in sala d’attesa, hanno seguito dalla porta le ultime battute.

SANDRO – C’è acidità nell’aria…

DOROTEA – Rieccolo…

SANDRO – Uh! Che acidità di stomaco!

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DOROTEA – Il suo sarcasmo è fuori luogo!

SANDRO – Invece al Giacinto gli ha fatto proprio bene una bella spremuta di limone… astringente!

DOROTEA – Felice di avere poteri guaritivi! (sarcastica)

CARLOTTA – (rialza gli occhi dal telefono vedendo rientrare i due) Allora… ci sono altre opere di rilevo nell’ufficio di là? (come non lo conoscesse)

SANDRO – Sì… c’è un Komputeropulos, una Scrivanopoulos e tanti Fogliopoulos!

MANEGGIO – Pare di no… (poi prova a intavolare discorso con Dorotea per valutarla un po’) Non mi sono presentato mi perdoni, mi chiamo Ermes Maneggio.

DOROTEA – Dorotea Pizzi, piacere mio.

MANEGGIO – è qui come me in cerca di una posizione di responsabilità?

DOROTEA – Certo! Come dicevo al signore (indica Giacinto) non avrei perso tempo, altrimenti.

MANEGGIO – Quindi si sente portata per coordinare gruppi numerosi di persone…

DOROTEA – Certo che sì. Con raziocinio, ordine e disciplina si può arrivare ovunque!

MANEGGIO – Parole sante. Però secondo me i tempi stanno cambiando, oltre ai sani principi ci vuole apertura verso le nuove tecnologie, saper vivere in un mondo fatto di social network.

DOROTEA - … che sono una vera passione per me. Ho tenuto dei corsi sull’uso efficace di Facebook e Twitter. Da sola gestisco 18 gruppi di whatsapp sui temi più svariati.

MANEGGIO – Complimenti! Una donna al passo con i tempi!

DOROTEA – anzi ora mi perdoni un secondo, ma ho 87 messaggi da leggere in un gruppo…

MANEGGIO – Faccia pure… di che si tratta?

DOROTEA – Un’amica ci ha aggiornato sul suo lavoro stamattina… (legge… biascica parole ma non si capisce). Ma che lavoro interessante! (commenta fra sé e sé). Poi vediamo gli altri 86 messaggi… “grazie”,“grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, “grazie”, ”ciao”, “grazie”, ”ciao”, ”ciao”, ”ciao”, ”ciao”, ”ciao”,….

SANDRO – Che trama avvincente! Chissà come finisce…

DOROTEA – Certo che lei l’educazione…. Ecco rispondiamo brevemente e con cortesia…. “grazie” e “ciao”

SANDRO – Chissà perché ma avevo già intuito il finale…

Mentre Sandro e Dorotea battibeccano, la moglie di Maneggio lo chiama di nuovo.

DOROTEA – Guardi ma lo sa che uno screanzato così raramente lo ho incontrato!

SANDRO – (sarcastico) Beato l’uomo che ti sposerà…

DOROTEA – Sarà di certo molto più educato di così!

MANEGGIO – (rispondendo al telefono) Eh ma è troppa però tutta questa acidità…

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MOGLIE – Cosa scusa?? Io sarei acida?

MANEGGIO – Amore! Ma no, non dicevo mica a te!!

MOGLIE – Ho sentito benissimo! Cosa credi? Quella …oia è tutta dolcezza e io tutta acidità?

MANEGGIO – Ma no… amore lasciami parlare un secondo! Si stava facendo un discorso tra colleghi e sui colloqui, si parlava in generale…

MOGLIE – A me pareva diverso…

MANEGGIO – Ma no, ti assicuro amore… dolcezza… ma quando mai mi rivolgerei a te così?

MOGLIE – Certo, passeresti un brutto momento… va beh va… sarà stata una interferenza… senti… mi dicono dalla agenzia che le mini-crociere nei fiordi norvegesi sono piene… ci tocca tornare in Grecia…

MANEGGIO – Ma va benissimo cara… Ora però…

MOGLIE – (non lo fa parlare) Però mi sono fatta mettere nero su bianco che ci faranno fare comunque la degustazione del salmone norvegese… sei contento, Ermessino?

MANEGGIO – Una favola! Ora però devo scappare, siamo in riunione….

MOGLIE – Ok Ermessino… a stasera Ermessino…

MANEGGIO – Ciao…. Ciao… (chiude)

MOGLIE – Gliela do in testa la nave da crociera! Stasera mi sente!

MANEGGIO – Perdonate, ma con mia moglie non è giornata…

GIACINTO – La perdono sì… con la mia è 15 anni che non è giornata…

SCENA 5

Mentre sono ai commenti di chiusura della telefonata di Maneggio con la moglie, entra Rolando Orlando. Rolando è una persona molto semplice e ignorante, che facilmente si confonde e fraintende. È imbranato persino nel muoversi, goffo. È vestito in modo inguardabile (ad esempio: mocassini, calzini bianchi in vista, pantaloni troppo corti, camicia che non c’entra nulla, cappello in testa, giacca che gli va stretta e vistoso borsello tipo capo stazione).

ROLANDO – Buongiorno… (tutti salutano)

ROLANDO – (tenta di fare il fine) Buongiorno alle belle signore e anche distinti saluti ai distinti signori… mi chiamo Rolando. Rolando Orlando.

MANEGGIO – (non capisce) Mi perdoni… ma Rolando è il cognome o il nome?

ROLANDO – Faccio Rolando di nome, e Orlando di cognome….

SANDRO – Un uomo un gerundio!

ROLANDO – No guardi, forse che ho il nome strano ma sono italiano!

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SANDRO – Ma no dicevo “gerundio” nel senso del modo…

ROLANDO – Pure se ho il modo un poco rozzo, non è che sono diverso dagli altri italiani!

SANDRO – Il modo gerundio! “mangiando”, “cantando” …

ROLANDO – In effetti pure che siamo a metà mattina, qualcosa me lo metterei sotto i denti. Però non canto mai mentre mangio, che poi è maleducazione e si vede tutto… (indica la bocca)

Vede l’attaccapanni e decide di mettersi in libertà. Ma è goffo e per attaccare giacca, cappello e borsello prima si incarta sfilandosi il borsello, poi fa cadere ogni cosa più volte, oppure lascia un braccio nella giacca dopo che la ha appesa… Fa un paio di sternuti sonori, uno nella giacca (e si asciuga un po’ il naso nella giacca), e uno nelle mani (e si guarda poi i palmi per controllare che siano puliti). Tutti sono schifati dal gesto.

SANDRO – (commenta tra sé e sé mentre tutti fissano Rolando che si spoglia, e poi si va a sedere) A posto siamo, ora il circo può aprire…

ROLANDO – (porge la mano a Sandro) Piacere!

SANDRO – Mi perdoni ma ho un po’ di artrite e non posso stringere mani…

ROLANDO – (sorride come gesto di comprensione per il problema, porge la mano a Maneggio)

DOROTEA e CARLOTTA – (usano whatsapp e guardano solo il telefono, non sapendo come evitare la cosa)

MANEGGIO – Tutti con l’artrite oggi, deve essere la stagione…

ROLANDO – Sono i mali di stagione! Pure che io che sto un poco raffreddato e speriamo che non mi viene un ingorgo nasale…

SANDRO – Un ingorgo? Col traffico che c’è… ci vorrebbe un semaforo! (ironizza)

ROLANDO – Eh ma pure che i semafori non risolvono mica tutto sa? Mio zio per esempio era già dal tonico e non capiva il rosso e il verde. Glielo chiedeva ma il tonico non gli rispondeva. Il tonico è una brutta bestia, non ti fa capire i colori. Poi adesso che ha la catarrata fa certi casini agli incroci che non li scioglie manco il campione europeo di shangai…

SANDRO – (rivolto al pubblico) oh io oggi sarò un po’ fatto con gli analgesici, ma questo ci è cascato dentro da piccolo negli analgesici… come Obelix…

SANDRO – (rivolto a Rolando) Come lo capisco suo zio… anche io oggi ho una confusione in testa… Senta… ma è qui anche lei per un parlare con un selezionatore?

ROLANDO – No, io sono qui per lavorare.

SANDRO – Naturale… ma prima dovrà parlare con un selezionatore! Un professionista che la sappia ascoltare!

ROLANDO – (pausa, ci pensa) Guardi, non è che proprio proprio io non ci credo a quelli lì che ti guardano dentro e ti dicono se ti hanno picchiato da piccolo. Che poi era inutile che mi picchiavano i miei da piccolo, tanto andavo già a picchiare da solo sugli spigoli quando gli scappavo… Però a furia di guardare dentro ore e ore… non si fa prima a fare i raggi? Io non è che non ho voglia di parlare, ma preferisco il fare insomma!

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SANDRO – (lo guarda e non sa più che dire…) Sa che andrei avanti per ore a parlare con lei… è che poi dovrebbero ricoverarmi…

ROLANDO – L’artrite?

SANDRO – Sì… mi sale in testa… (rivolto a Dorotea) Com’è che a questo qui non gli corregge tutti i puntini sulle i?

DOROTEA – Mi scusi, ma mi pare ovvio, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

ROLANDO – Che poi anche lì, anche se sta ferma la Croce Rossa già si fa fatica a prendere le gomme. Poi queste imbulanze vanno sempre come dei matti che dico io… qualche volta qualcuno si farà anche male eh… Vai piano e vedi che non ti spara più nessuno!

DOROTEA – (fa un gesto eloquente a Sandro) Penso che abbia detto tutto lui.

ROLANDO – (realizza una cosa importante) Ah, scusate! (si alza, va a prendere il cappello sull’attaccapanni e lo piazza in cima alla scultura) Non avevo visto che c’era il portacappello!

CARLOTTA – (che non può sopportare il vilipendio) Ma nooooo! Ma che sta facendo? (toglie il cappello dalla scultura e glielo piazza in mano)

ROLANDO – Oh mi perdoni!! (riprende il cappello, lo spolvera come per dargli una sistemata, poi lo riappende alla scultura; se prima pendeva a destra, ora pende a sinistra) Non avevo capito che si usava perdi là!!

CARLOTTA – (ripiazzandogli in mano il cappello) Allora signor Rolando Orlando, prima di diventare furiosa lo dico anche a lei… Quello non è un portacapello, ma una scultura del periodo catartico del grande Katastatopoulos! Vale molti soldi, ma ancora di più vale perché rappresenta l’uomo che tende verso l’infinito! Ma non vede la tensione verso l’infinito? (indica il cielo con un dito)

ROLANDO – (si avvicina alla scultura, guarda in su, fa la faccia di quello che non vede niente; poi fa la faccia di quello che ha capito, si abbassa e si mette vicino alla scultura e guarda in su chiudendo un occhio e puntando un dito in alto, come se dovesse guardare dal collo della bottiglia) No, ho visto il soffitto e la lucedel neon mi fa piangere gli occhi. O forse è colpa dell’ingorgo nasale… Vuoi vedere che mio zio mi ha attaccato la catarrata?

DOROTEA – C’è altro da dire? (guardando Sandro)

SANDRO – E se lei oggi avesse trovato l’uomo della sua vita? (ironico)

DOROTEA – Ma per carità, io ho bisogno di una persona con cui poter parlare!

SANDRO – Non si preoccupi, cara. Vedrà che un giorno troverà finalmente un uomo che la saprà ascoltare e che la capirà fino in fondo (lei quasi si illumina a questa frase). Le costerà circa 70 euro a seduta. (ride)

ROLANDO – Ma allora che se mi devo fare ascoltare per il lavoro devo pagare?

SANDRO – Ma no signor Rolando stia tranquillo, è tutto gratis. Era solo una informazione per sua acidità la regina qui (indica Dorotea)

DOROTEA – No comment…

ROLANDO – (sorpreso e onorato di avere una regina vicino) Mi scusi sua magnificenza, io non potevo alcunchè sapere in chiunque modo che la sua altitudine era seduta qui in mezzo a noi. Forse che potevo capirlo un po’ dal vestito, ma dalla faccia non mi sconquinferava nessuna regina. Le porgo le mie onoranze

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e se vuole usare il mio corpo come scendiletto per le ciabattine imperiali, sarò contento di contentarla.

Adesso che la guardo meglio, somiglia tanto alla regina di quadri mi sembra.

DOROTEA – Ma no signor Rolando, non sono una regina vera. Sono regina solo nella fantasia di quell’inventore di storie strane lì! (indica Sandro)

ROLANDO – Il signor Sandro è un inventore? Mi scuso signor inventore, ma non potevo… (viene interrotto da Sandro)

SANDRO – La fermo subito guardi per carità, non sono inventore e lei non è regina… si faceva solo due battute per passare il tempo…

GIACINTO – Eh già… qui il tempo non passa mai… ma il manager che deve fare i colloqui quando arriva? A me sembra in ritardo… già siamo agitati…

MANEGGIO – (che è stato a lungo in silenzio osservando le persone interagire) Non si preoccupi, vedrà che arriva…

GIACINTO – Lei ne sa sempre una più degli altri…

MANEGGIO – Sentite, siamo chiusi qui in attesa da troppo tempo, ha ragione il signor Giacinto. Che ne direste se vi offrissi un buon caffè nel baretto qui all’angolo? È speciale! (tutti sono favorevoli e annuiscono)

GIACINTO – Ottima idea, e stavolta accetto anche io, che mi sembra di stare meglio…

Tutti escono, e la stanza rimane vuota per qualche secondo. Entra Spartaco Vincenti, ultimo dei candidati ed in possesso di una mega-raccomandazione da una autorità non meglio definita. Trova la stanza vuota. Spartaco è spaccone e padrone del mondo, è uno a cui piace aggirare gli ostacoli rubando, e se ne vanta pure. Potrebbe avere una parlata romana.

SCENA 6

SPARTACO – Aho… (guarda l’orologio) sono le 12 e qui non c’è un cristiano… all’anima della puntualità! (si guarda un po’ intorno, fa un giretto nell’ufficio del manager, si siede alla scrivania e mette i piedi sul tavolo, da cafone… mentre è lì svaccato, dalla porta aperta vede la scultura sul tavolino) E che è quella? Ammazzache bottigliaccia aho! Che brutta!! A lasciare in giro sti vuoti c’è da vergognarsi! (prende la bottiglia, cerca un cestino) ... manco un cestino per buttarla nella monnezza! (la rimette al suo posto, chiude la porta dell’ufficio e si mette svaccato su una sedia della sala d’attesa)

Pensa a voce alta…

SPARTACO – Voglio proprio vedè il faccione del selezionatore quando vedrà sta lettera… (estrae una lettera dalla tasca della giacca) per me gli viene un coccolone…

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Mentre è ancora seduto, riceve una telefonata. Si alza per parlare al telefono, passeggiando in su e in giù ma dando sempre le spalle alle sedie. Non si accorge che intanto rientrano gli altri, che rientrano silenziosi per non disturbare la sua telefonata.

SPARTACO – A Romoloooooo! A fijo de na mi…. Ma che piacere sentirti!!! Come stanno tutti? ...................

eh …………… mannaggia che manica de matti siete!! ................ A che devo l’onore? …………. Sì ……….. sì ……….

Ma certo che ce so venuto! Sto qua! A sto giro ho una raccomandazione di quelle che tremano le

fondamenta del palazzo ………………. Sì ………… mmm ……….…… proprio lui! Che quando m’ha scritto quelle

robe sul foglio, non ci potevo credere manco io!! Vediamo la faccia del selezionatore, per me sviene sulla sedia. Vedessi che ……………… eh ……………. Sì ……………. ma sì, sai come vanno sti incontri, ce sarà la solita fila

de candidati no? ……………… sì ………….. eh ……………….. ma sì, si presentano tutti qui, rispondono agli

annunci, e te trovi in una stanza con nani, ballerine e la donna cannone. E che ce devi fa? Te tocca aspettà il

turno, devi dà na parvenza de normale no?................ sì …………. Sì ……………… ma sì poi entri, apri la tasca della giacca e giochi il jolly!! Bum!!! ............... sì ………………. e te ricordi? L’ultima volta c’era quello che se

cagava addosso, te ricordi? Li mortacci… (tutti guardano Giacinto, qualcuno fa occhiate come dire: non sei il solo) Aveva na paura de parlà col manager, che a momenti je cambiavamo il pannolone… Se potevaconcimà er giardino ……………. Sì …………… ahahahahahh è vero! Pure quella! Te ricordi? Quella professorina

tutta seria e tutta acida… mamma mia pareva un manico de scopa tirato fuori dal freezer… fredda come er ghiaccio… mamma quanto era acida… aho corrodeva er pavimento… (ora tutti guardano Dorotea, che fa una faccia sdegnata)……………….. sì ………………. Ahahahahh er selezionatore? Ma te lo ricordi? Tutto

ingessato e serio e poi… je telefonava il capo e diventava n’agnellino… (Carlotta se la ride, Maneggio le fa segno)…

Mentre passeggia telefonando, all’improvviso realizza che sono tutti seduti alle sue spalle che lo squadrano…

SPARTACO – (si spaventa) Ammazza oh!!! Me venisse un colpo!! Ufffff… A Romolo, me sa che te devo lascià!! Ma proprio de corsa!! ............... sì ……………. Salutame tutti eh! Ciao! Ciao!

SPARTACO – Buongiorno a lor signori, perdonatemi ma me avete fatto prendere un colpo! Siete entrati qui come il fantasma dell’opera! Ammazzate! Ho ancora il cuore a mille!

SANDRO – Sì, i nani e le ballerine tendono a fare così…

SPARTACO – Ma ragà, scherzavo… son cose che si dicono tra amici per fare due risate…

GIACINTO – Piacere Giacinto, nano. Concimo giardini.

ROLANDO – Beh non sei tanto basso però… Io voglio fare Mammolo. O forse meglio Eolo?

DOROTEA – Piacere Dorotea, ballerina. Vivo nel freezer.

SPARTACO – Eddai signori non me fate sentì in fallo! Ma non scherzate pure voi con gli amici quando state per i fatti vostri? Una parola può scappare, ma non c’è cattiveria! Che dio me strafulmini se Spartaco Vincenti ha mai fatti del male a na mosca!

MANEGGIO – (cerca di ricomporre la cosa) Signori, forse il signor… Spartaco… ha ragione, cerchiamo di non dare al piccolo equivoco più importanza di tanto. Forse ci siamo sentiti chiamati in causa per delle leggere coincidenze, ma è acqua passata, ora pensiamo alle selezioni imminenti.

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SPARTACO – Ve offrirei da bere un bicchiere de quello bono per farme perdonà, ma er bottiglione del nettare degli dei è vuoto!! (ha preso la bottiglia/scultura e l’ha capovolta, per far vedere che non esce nulla)

ROLANDO – Fermo! Che fa uscire tutto l’infinito!

SPARTACO – Che?

CARLOTTA – Bravo Rolando! Quella che lei ha preso per una delle tante bottiglie che di sicuro si è scolato, è in realtà una famosa opera del Katastatopoulos! L’uomo che tende verso l’infinito! E lei osa maneggiare l’inafferrabile e parlare di ciò che non conosce! (sembra una sacerdotessa che scaglia un anatema)

SPARTACO – (posando la bottiglia) Ammazza! No che non voglio osà! Ma… porta jella?

ROLANDO – E non ci mettere il cappello! Tiè!

DOROTEA – Ecco, la sua spocchia è stata punita a dovere. Senza bisogno di intervenire più di tanto.

Breve silenzio.

MANEGGIO – Bene signori, è tempo che vi riveli un dettaglio importante. In realtà…

Mentre parla, è interrotto da una musica sensuale in sottofondo. Dopo qualche secondo, entra una ragazza molto sexy e provocante. Tutti sono allibiti e impietriti fissandola. La ragazza con calma fa un giro della stanza, guardando tutti dall’alto in basso e “sfilando” per farsi notare ben bene, apre un secondo la porta dell’ufficio e vede che è vuoto. Con calma, prosegue la sua sfilata verso l’uscita. Gli uomini sono tutti innamorati, le donne tutte invidiose. Subito prima di uscire, dice semplicemente una cosa:

BELLA – Il manager non c’è. Passerò più tardi! (esce)

MANEGGIO – Gli angeli esistono… (si riprende) Dicevo, signori: è il momento di un dettaglio importante…

SCENA 7

Mentre parla, si sente una musica angelica. E’ Santarcangelo che lo sta chiamando. Trasalisce. Si ritira nel suo ufficio per ricevere la chiamata.

MANEGGIO – (di fretta) Perdonate, una chiamata personale importante. (e si chiude nell’ufficio)

VOCE FEMMINILE – (calma e dolcissima) Buongiorno dottor Maneggio. Questo è l’inafferrabile assoluto ufficio di sua celestiale magnificenza. Sua celestiale magnificenza Santarcangelo vorrebbe pregiarla della sua manifestazione telefonica delle 12.30.

MANEGGIO – Ma certo, ci mancherebbe, pregiatemi pure…. (si inginocchia)

SANTARCANGELO – Bentrovato, mio sottoposto. Percepisco la salivazione azzerata e le pulsazioni a livelli di guardia. Prima del sopraggiungere dell’infarto del suo miocardio, vorrei illuminarla con un aggiornamento.

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MANEGGIO – Mi illumini, o pregiatissimo.

SANTARCANGELO – Vedo tutto, sento tutto, percepisco tutto. Meglio dei siti di scommesse. La tecnica del colloquio in incognito è stata applicata. Proceda dunque col manifestarsi apertamente ai suoi sudditi, ed iniziamo immantinente i colloqui.

MANEGGIO – Sarà fatto, o celestiale magnificenza.

SANTARCANGELO – Si manifesti, Maneggio, si manifesti… (la voce viene rapita in cielo)

MANEGGIO – Pronto… pronto…

VOCE FEMMINILE – (calma e dolcissima) La manifestazione telefonica di sua celestiale magnificenza è terminata. Si prega di riagganciare.

Maneggio si sente come Mosè dopo aver aperto le acque del mar Rosso. Lui invece apre la porta e si annuncia.

MANEGGIO – Signori, un attimo di silenzio. C’è una tecnica di selezione, che è chiamata selezione in incognito. Consiste nel mescolarsi ai candidati a loro insaputa, per raccogliere le loro essenze più vere e più spontanee. È quella che ho applicato oggi. Sono io il selezionatore! Sono io il manager! Subito dopo la pausa pranzo, inizieremo i colloqui individuali!

CARLOTTA – che uomo!!!

Tutti sono colti alla sprovvista, tra panico e sorpresa. Si chiude il sipario.

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SECONDO ATTO

SCENA 8

Il sipario si riapre con i candidati che sono nervosi in sala d’attesa, mentre Maneggio e Carlotta sono in ufficio a predisporre le ultime cose. Il più ansioso, neanche a dirlo, è Giacinto. Sandro è rimasto, ma non è più mezzo fatto come in precedenza, ha smaltito l’effetto dopante. Carlotta, dopo aver sistemato le carte che le chiede Maneggio, messaggia col gruppo di whatsapp.

MANEGGIO – Ecco Carlotta, per favore metti in ordine i candidati e compila i registri, poi iniziamo a chiamarli qui.

GIACINTO – Eccoci… ollallà… si comincia ora… uff…. (si sfrega nervosamente sui pantaloni il palmo delle

mani, evidentemente sudato per la tensione)

SANDRO – Ma su, su signor Giacinto! È un colloquio di lavoro, non è una sentenza capitale!

GIACINTO – Eh parla bene lei, che neanche deve farlo il colloquio! Se ne sta lì, bello bello a guardare, e noi intanto qui a patire le pene dell’inferno! Ma… non doveva andare dal dentista nel primo pomeriggio a proposito?

SANDRO – Sì, certo. Sono andato subito dopo pranzo, ma oggi la mia dottoressa è occupata e ho preso appuntamento per domani… Si ricorda? Quella che ha studiato in Svizzera… Specializzata a San Francisco… (allude all’equivoco precedente)

GIACINTO – E come faccio a dimenticarmi una figuraccia così?

SANDRO – Ma sì, non si preoccupi… sono fraintendimenti che possono succedere… ma… visto che l’analgesico mi continua a tener buono il dente, ho deciso di fermarmi qui anche per il pomeriggio. Così… per vedere come va a finire questa storia! (guarda il pubblico)

DOROTEA – Si sentiva il bisogno della sua compagnia in effetti! (acida)

SPARTACO – Signorina, ma non me lo castighi così sto cristiano! (indica Sandro) è n’amico, se vede!!

DOROTEA – Lei non ha idea della maleducazione di cui ha dato sfoggio questo cosiddetto “cristiano”!

SANDRO – (si giustifica) Eh però… un po’ il balordone dell’oppio… un po’ che affogavo nell’acido…

DOROTEA - … e un po’ che nessuno le ha insegnato il rispetto…

SPARTACO – Vabbè vabbè me sa che ho toccato er tasto sbajato… Diteme, che avete magnato per pranzo?

GIACINTO – Ah, io un risino in bianco…

DOROTEA – Scelta saggia… leggero… astringente… (parla a Giacinto, che si tiene la pancia)

ROLANDO – Io che mi sono mangiato uno sfilatino con wuster, crauti, peperoni, senape, mostarda e gorgonzola…

SPARTACO – Scelta saggia… leggero… alito fogne de Calcutta… (ironizza)

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ROLANDO - … poi ci ho fatto aggiungere le cipolle per dare un po’ di sapore…

SPARTACO – (lo guarda con fare di compatimento) … eh certo… pure pè favorì la digeribilità! È importante!

DOROTEA – Ecco perché avvertivo nella stanza quel non so che di rosticceria cinese!

SPARTACO – Aho! Ha fatto na battuta! (guarda Dorotea) Ha visto? Brava! Vuol dì che c’è speranza per er mondo civilizzato!

DOROTEA – Certo! Lo spirito è importante, non bisogna mica solo berlo!

SPARTACO – Aho sto a impazzì!!! N’ha fatta n’artra!! Alla terza arriva l’apocalisse, se fermi la prego!

DOROTEA – E comunque un cicchettino di spirito non fa mica male sa? Ne porto sempre una fiaschetta con me (estrae una fiaschetta dalla borsa, e fa un sorsino). Un sorsino solamente, e si eliminano ansie inutili.

GIACINTO – (la guarda esterrefatto) Ma davvero? E… non mi farebbe fare un sorsino?

DOROTEA – Beh… è antiigienico! Bere dalla stessa fiaschetta! Lei ha malattie particolari? Erpes labiali?

GIACINTO – (colto alla sprovvista) Beh… ho fatto tutte le vaccinazioni da bambino…

DOROTEA – E va bene guardi, tanto oggi non ne avrei bevuto più. Tenga (gli porge la fiaschetta), faccia pure un sorso.

GIACINTO – Grazie mille… (sta per bere, ma si ferma un attimo) … e… da coraggio? Un sorsetto toglie le piccole ansie?

DOROTEA – Certamente!

GIACINTO – Allora… alla salute! (e si tracanna d’un fiato tutta la fiaschetta, tra gli occhi allibiti dei presenti… alla fine tira un bel sospiro e fa un colpo o due di tosse, per l’alcool) … Wow! Ma è una bomba!!

DOROTEA – è palinka ungherese… 50 gradi.

SPARTACO – Voleva dì… ERA palinka ungherese!

DOROTEA – Si sente meglio?

GIACINTO – Devo dire di sì… mi sento più… liberato.

SPARTACO – E pure la signorina s’è liberata… della fiaschetta! È pronto ora per entrà a fare il colloquio? Me sa che tra poco iniziano a chiamà!

DOROTEA – Eh sì, mi sa che il primo sarà lei (indica Giacinto). Non è mica arrivato per primo stamattina?

GIACINTO – Ma io di cognome faccio Rossi. Mi sa che vanno in ordine alfabetico. Di solito è così.

DOROTEA – Sì ha ragione, è un criterio più neutro. Stiamo a vedere cosa faranno.

ROLANDO – Io non ci ho mai voglia di essere interrogato per primo. Anche perché così ho tempo per digerire.

SPARTACO – Sì… tipo dù mesi… (guardando il pubblico) Aho, se aspettiamo te che digerisci er demonio de sfilatino che te sei magnato, torniamo tra due o tre papi!! (poi si rivolge a Giacinto) Come va l’indigestione de coraggio liquido? Te stai a scaldà?

GIACINTO – Devo dire che ho meno paura sì, mi sento sollevato…

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DOROTEA – Bene! (pausa… guarda il cellulare) Oh guarda, ho dei messaggi sul gruppo… monellina87… scrive “giornata di lavoro interessante, il gruppo promette molto bene” … chissà che stanno facendo, deve avere un lavoro particolare questa ragazza

GIACINTO – La pancia però… mamma mia… fa un male…

SANDRO – Mi scusi, faccia un salto alla toilette! Le conviene. è dalle 9 di stamattina che non chiamano, mica la chiameranno proprio adesso…

GIACINTO – E se succede? Che figura ci faccio?

SANDRO – Facciamo così… fate silenzio assoluto… vado a origliare alla porta e capiamo che intenzioni hanno. Almeno lei si regola per la toilette.

GIACINTO – Oh sì, grazie mille! (tutti fanno silenzio, e Sandro si avvicina furtivo)

SANDRO – (si è abbassato un poco ed ha l’orecchio appoggiato alla porta, parla sottovoce) …. Sssshhh…

parlano…

MANEGGIO – Sì direi andiamo in ordine di arrivo. Cominciamo quindi a chiamare Giacinto Rossi. Mi dai la sua scheda per favore?

CARLOTTA – Sì, subito, è qui in questo plico…. (cerca)

SANDRO – (tornando verso il suo posto con passo leggero) Hanno detto che vanno in ordine alfabetico.

Iniziano tra 10 minuti.

GIACINTO – (sollevato) oh grazie, grazie! Così ho il tempo di correre alla toilette…

SANDRO – Ha tutto il tempo che vuole! Vada tranquillo. (sorrisino beffardo)

GIACINTO – Vado e torno! (esce per andare in bagno)

Si apre la porta dell’ufficio, è Carlotta.

CARLOTTA – Si presenti per favore il signor Giacinto Rossi.

SPARTACO – (sottovoce, rivolto al pubblico) Sta ar cesso!!

DOROTEA – è un attimo in ritirata… forse possiamo iniziare con un’altra persona?

CARLOTTA – (rivolta a Maneggio) Il Rossi è un attimo alla toilette. Che dici con chi iniziamo?

MANEGGIO – (preso alla sprovvista) Beh allora… chiamami quel Rolando Orlando và, così ce lo leviamo subito…

CARLOTTA – Può venire lei, signor Orlando? Grazie.

ROLANDO – Volo!

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SCENA 9

Il colloquio di Rolando. Persona semplice, capisce poco di termini italiani e men che meno di termini inglesi…

MANEGGIO – Prego, si accomodi! Allora vediamo… (spulcia la sua scheda)

ROLANDO – (prova a usare parole difficili) Bello questo ufficio! Elegante… distinto… condoglianze!

MANEGGIO – Ma che dice condoglianze? Mica è morta una persona!

ROLANDO – No per carità che poi restiamo tutti tristanzuoli. No io facevo solo le condoglianze del bell’ufficio!

MANEGGIO – Vabbè lasciamo stare…. Allora… vedo che lei non ci ha mandato il suo curriculum!

ROLANDO – (non capisce) Cosa non ho mandato?

MANEGGIO – Il curriculum! Mi serve il suo curriculum!

ROLANDO – Le serve il mio curri…

MANEGGIO - ...culum!

ROLANDO – (imbarazzato) che mi avevano detto che per trovare il lavoro bisognava fare sacrifici, ma non pensavo… cioè ecco così… su due piedi di doverci dare il curri …. Culum! Che a dire la verità poi io non è che

son tanto abituato, sa? Io in genere che lo uso più che altro per sedermi sopra… però penso… pure lei se deve da sedersi può usare tranquillamente il suo che mi pare… senza esagerare con i complimenti… sia un classico modello di curri… culum che non ha nulla da invidiare agli altri!

MANEGGIO – Ma cosa ha capito? Il curriculum vitae! Allora! Almeno lo ha portato con sé? (non lo guarda mentre parla, ha gli occhi sulla scheda)

ROLANDO – (si alza un secondo e si guarda il sedere) Mi scusi ma per sicurezza… è sempre brutto quando che uno risponde e poi fa figure perché non è vero… sì, l’ho portato con me! Che per la verità ce lo porto sempre dietro! E ci tengo eh! Che faccio tutti i giorni il bidet con l’acqua belva!

Carlotta a stento riesce a non ridere, ma passa il tempo a messaggiare su whatsapp. Sta raccontando sul gruppo del colloquio. Fondamentale in questa scena coordinare i momenti dove Dorotea all’esterno legge i messaggi agli altri (ignara che siano riferiti ai colloqui in corso) e i momenti dei dialoghi del colloquio Ovviamente non si devono sovrapporre.

DOROTEA – (leggendo whatsapp) Tanto per ingannare l’attesa vi leggo qualche messaggio di monellina87 sul gruppo. Si vede che stanno facendo delle interviste di lavoro. Scrive: “O questo qui è un tale cetriolo, che mi sa che il mio capo tra un po’ lo spedisce”.

SPARTACO – Eh me sa che non sta a intervistà un genio! Chissà invece come sta a annà il nostro amico dello spuntino leggero…

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Intanto arriva Giacinto, trafelato.

GIACINTO – Hanno già chiamato?

SANDRO – Si, hanno chiamato ma tu eri al bagno, e allora è entrato Rolando. Ma tranquillo, ti chiamano subito dopo…

GIACINTO – Ecco lo sapevo, la solita figura…

SPARTACO – (rivolto al pubblico) e se tratta proprio di figura de………. (annusa l’aria…) me pare pure de

sentì nell’aria quel certo non so che…

MANEGGIO – Ma cosa ha capito mi scusi? Il curriculum vitae! È un foglio dove si scrivono tutte le proprie esperienze, per raccontarle in modo sintetico all’azienda che la intervista! Ha capito? Stia tranquillo che qui nessuno le chiede cose strane!

ROLANDO – (si rasserena) Ah per fortuna! Mi perdoni se che non ho capito al volo come al solito, avevo trafugato la parola…

MANEGGIO – Travisato, forse… ma lasciamo perdere o qui non andiamo avanti più! Allora, visto che lei non ha un curriculum con sé, dovremo riempire il modulo aziendale con le informazioni… allora ecco qui (estrae un modulo con i capi da compilare, Rolando ascolta) …. nome …. Rolando …

ROLANDO - … Rolando …

MANEGGIO - … cognome … Orlando …

ROLANDO - … Orlando …

MANEGGIO - … sesso …

ROLANDO – (credendo di dover rispondere nel merito) No no no no no!!!

MANEGGIO – No no no cosa scusi?

ROLANDO – Il sesso! Che già nella vita non è che mi succede così di spesso… anche se comprende gli esercizi di fai da te … ma al lavoro ci assicuro che proprio è l’ultimo dei miei pensieri! Penso di più per dire a che tempo fa in Cina o agli spaghetti con le vongole, per dire che proprio quello è l’ultimo pensiero anche dopo la Cina e le vongole!

MANEGGIO – Ma cosa sta dicendo? Ma insomma! Atteniamoci alle informazioni del modulo! Vede? (gli fa vedere il modulo) Qui c’è il campo “sesso” e devo mettere M se lei è un maschio e F se lei è una femmina. Èun campo obbligatorio!

ROLANDO – Allora direi che senza grande dubbio metta M come maschietto. A meno che non si fida, e già che controlla il culum non vuole togliersi tutti i dubbi in un colpo solo, come si suole dire…

CARLOTTA – (scrive e ridacchia)

DOROTEA – altro messaggio di monellina87 … “no correggo, questo non è un cetriolo. Un cetriolo a confronto è Leonardo da Vinci… qui siamo a livelli da X factor…”

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SPARTACO – Ma che? stanno a intervistà Jerry Lewis er picchiatello?

MANEGGIO – Ma cosa dice? Ma come mi potrei permettere? La fiducia è alla base di ogni rapporto di lavoro! Mettiamo M e procediamo, per carità!

ROLANDO – Bravo! La fiducia che ci tengo sempre tanto!

MANEGGIO – Senta. Che posizione desidererebbe?

ROLANDO – (imbarazzato) mah… non saprei… (inizia ad assumere posizioni stravaganti sulla sedia, non sapendo quale scegliere)

MANEGGIO – Ma cosa sta facendo si sente bene?

ROLANDO – No che cercavo la posizione che mi piace di più… che se scelgo quella sbagliata e poi andiamo avanti a parlare due ore mi vengono certi crampi dietro alle ginocchia che poi cammino come uno spaventapasseri per tre giorni…

MANEGGIO – (sbuffa e si rivolge al pubblico) Eppure sento che ce la possiamo fare… (si rivolge a Rolando) Senta: non parlo della posizione sulla sedia! Parlo della posizione di lavoro! Avrà una minima idea no?

ROLANDO – E che però dipende molto… che se scelgo una posizione sdraiato e poi mi fate fare l’uomo che dipinge le strisce pedonali, rischio di farmi spianare come una cotoletta… che se scelgo una posizione in piedi e poi mi fate fare l’uomo che collauda i materassi, ci devo stare in piedi e quelli mi licenziano subito perché salto sul letto appena fatto… perciò scelgo la posizione sdraiata solo se lavoro sul materasso!

MANEGGIO – Senta… mi rendo conto… alle volte penso di non esser preciso io… la “posizione” è il tipo di lavoro che le piacerebbe fare, ha capito? Ma se passa da stradino a collaudo di materassi, credo proprio che per lei sia indifferente…

ROLANDO – Per me non ci sono problemi, basta solo che non devo mostrare il curri … culum!

MANEGGIO – (che non sa più a che santi attaccarsi, e cerca di abbreviare) Quindi: posizione indifferente.

Credo di avere un lavoro da proporle, ma prima vorrei farle un’ultima domanda.

ROLANDO – (felice per quello che ha sentito) Mi dici pure, sono tutto di orecchi!

MANEGGIO – Quale è il suo profilo?

ROLANDO – (che ovviamente non ha capito… inizia a girare la testa di qui, poi di là…) Alla mattina quando che mi lavo i denti con lo spazzolino quello che vibra come un quadrimotore devo stare diritto, che sennò mi schizza il dentifricio da tutte le parti e alla fine ho il dentifricio pure sulle tende… però qualche volta mi guardo pure di profilo, anche se è difficile perché devo stortare l’occhio e non è che che sono proprio come una iguana che li gira e li rivolta come le biglie dei ciclisti… se le ricorda le biglie dei ciclisti?

MANEGGIO – Cooosa?

ROLANDO – Non fa niente, non vorrei che sto a dire cose che magari per assurdo non serve sapere e non ci sono neanche nel modulo obbligatorio del culum… comunque, giovedì ho dovuto strappare un pelo dentro l’orecchio di qua (mostra un orecchio) e per vederlo ho dovuto girare l’occhio che quasi mi vedevo il cervello… quella volta ho visto che senza il pelo questo profilo era proprio bello! Quindi se proprio deve scegliere, sul modulo del culum scrive “quello di qua”!

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DOROTEA – Ha mandato 50 faccine che si ribaltano dalle risate… beata lei che sul lavoro si diverte così tanto…

MANEGGIO – (non vuole chiarire oltre) Fatto! (soddisfazione di Rolando) Senta, le spiego il lavoro che vorrei proporle. Si tratta di un ruolo estremamente delicato, che richiede una certa abilità manuale e che le permetterà di rendere felice diverse persone.

ROLANDO – Mi pare un signor lavoro! Di che si tratta?

MANEGGIO – Le propongo di fare lo spremiagrumi!

ROLANDO – Mi sembra un bel lavoro, pure che ho anche una certa pratica a casa che vado dai pompelmi ai limoni come se la cosa non mi spaventa…

MANEGGIO – Bene. Vedo che ha afferrato il punto (grande sospiro di sollievo). La delicatezza del suo lavoro non starà tanto nel “cosa” fa, ma nel “dove”. Lei lavorerà direttamente sulle spiagge private di alcuni signori di ottime possibilità economiche, e il suo lavoro consisterà nel soddisfare le loro richieste. Sono persone ricche, per lo più anziane, e in pratica vivono sulle spiagge del Messico e amano rinfrescarsi con delle belle spremute fresche.

ROLANDO – Eh pure a me mi piace che mi spremo la frescura giù per il gargarozzo…

MANEGGIO – Ecco, bravo. Dunque, lei ogni mattina preparerà le spremute fresche nella cucina della villa, e una volta fatta la spremuta, la mette nel tukul!

ROLANDO – Dove scusi?

MANEGGIO – Nel tukul! Il tukul di paglia!

ROLANDO – (basito) Eh però alla fine che sempre lì andiamo a cadere! Ora non è che io voglio fare lo schifiltoso, che uso tutti i giorni l’acqua belva, ma lo dico pure per i riccastri che bevono la spremuta… che forse non hanno tutto questo piacere che viene usato questo modo di trasportare le cose… che poi la paglia fa pure male…

MANEGGIO – (cercando di mantenere la calma) Stia tranquillo, mi sono spiegato male io! Il tukul è una piccola costruzione di paglia, faccia conto di vedere un chiosco delle bibite va bene? Ecco, solo che loro lo fanno di paglia perché è una usanza tipica. Il riccastro ha sete, il riccastro fa due passi sulla spiaggia e va al suo tukul a gustarsi una bella spremuta fresca!

ROLANDO – Ah mi scuso se non ero stato capito… quindi mi sta dicendo che anche questa volta non serve il culum…

MANEGGIO – ecco, bravo, non serve. Allora, le piace il lavoro? Possiamo mandare avanti il suo nome?

ROLANDO – Mandiamo avanti!

MANEGGIO – Eureka!! (distrutto) Allora mi ascolti. Questo è il foglio giallo con la proposta del lavoro che le ho fatto e la retribuzione prevista. (gli consegna un foglio giallo) C’è scritto tutto quello che le ho detto. Ora si può accomodare fuori, e se nessun candidato sarà più adatto di lei a questo lavoro, a fine giornata le confermeremo l’assunzione. È contento?

ROLANDO – Tanto! La ringrazio e le impongo distinti saluti! Condoglianze!

MANEGGIO – Ecco perfetto, si accomodi in sala d’attesa, a dopo. (Carlotta lo accompagna)

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Intanto, la moglie di Maneggio decide di chiamarlo di nuovo… Giacinto, in sala d’attesa, fa cenno a Dorotea se può passargli la fiaschetta…

MANEGGIO – (distrutto) Pronto amore…

MOGLIE – Ma Ermessino, come ti sento stanco… va tutto bene?

MANEGGIO – Più o meno… sono in ufficio con Carlotta… abbiamo avuto un problema col tukul… eehm.. il culum… eehm… un candidato!

MOGLIE – Coooosa? Senti tu a quella lì le devi guardare al massimo le scarpe hai capito?

MANEGGIO – Ma no amore, mi sono confuso io con le parole, intendevo un problema di lavoro…

MOGLIE – Sì sì, lo so io che lavoro state a fare, certo che lo so! Guarda che non me la dai a bere sai?

MANEGGIO – Ma amore abbi pazienza, è una giornata dura non è che posso essere sempre lucidissimo…

MOGLIE – Vorrà dire che stasera te la darò io una lucidata! (mette giù)

MANEGGIO – Pronto… pronto… meglio così va, che andiamo avanti a lavorare in pace!

SCENA 10

Giacinto è nervoso perché sa che tocca a lui, si è fatto passare la fiaschetta da Dorotea e cerca qualche ultima goccia di coraggio liquido… ma è vuota. La ripone sul tavolino. Mentre Giacinto sostiene il colloquio, di tanto in tanto Sandro si alza e va a origliare per sapere come va. Carlotta come sempre scrive i suoi commenti sul gruppo.

CARLOTTA – Signor Giacinto, può accomodarsi lei per favore?

GIACINTO – Certamente!

CARLOTTA – Ecco, si accomodi. (Giacinto si mette a sedere come farebbe uno molto timido e nervoso, praticamente in punta alla sedia e tutto rigido)

MANEGGIO – Buongiorno signor Giacinto. Ora si rilassi, che facciamo una chiacchierata per vedere se possiamo offrirle un lavoro adatto a lei.

GIACINTO – è una parola…

CARLOTTA – Ma cos’è questo odore? Lo senti anche tu Ermes? Come una grappa barricata con retrogusto di toilette!

MANEGGIO – Ma non so, verrà dai corridoi… sì in effetti sembra di stare a degustare distillati nel bagno dell’autogrill… boh… passerà…

GIACINTO – (per minimizzare) Si sente poco poco… mah…

MANEGGIO – Allora, signor Giacinto, vedo nella sua scheda che lei ci ha inviato il suo curriculum.

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GIACINTO – Certo, è la prima cosa che ho fatto, mi pare il minimo!

MANEGGIO – Eh ma da esperienze recenti mi creda: non tutti ci arrivano!

GIACINTO – Dovrei averci scritto tutto…

MANEGGIO – Vediamo… qui lei scrive: “in grado di lavorare in contesti di forte stress e con obiettivi sfidanti”. Cosa intende esattamente? Mi sa fare un esempio di esperienze di questo genere?

GIACINTO – Cosa intendo esattamente? Un esempio? Ma certamente. Ecco, supponga di aver passato il pomeriggio ad aggiustare la lavatrice che è la terza volta che si blocca nel mese. Ha asciugato l’acqua che aveva allagato il bagno, la vasca è piena di stracci e secchi. Intanto nella stanza i due piccoli stanno litigando da un’ora per usare le macchinine, quelle del fratello grande che ormai non ci gioca più ma le tiene pure se sono scassate. In cucina c’è la moglie che sta friggendo tonnellate di zucchine e patate per la cena, e si è scottata e si sta mettendo la pomata. Intanto la suocera vorrebbe insegnarle come si fa a cucinare bene senza scottarsi e mia moglie non ne può più di darle retta. Suona il postino, è arrivata una multa perché ha dovuto parcheggiare la macchina fuori dalle strisce quando ha scaricato il nonno che, poveretto, non può fare dei pezzi lunghi a piedi. 5 minuti per portarlo su e… tac! L’ausiliare del traffico ha punito inesorabilmente. Ritira la raccomandata dal postino, giusto il tempo di leggerla e smoccolare, che il grande si lamenta che ha finito i giga e nessuno gli dà i soldi per ricaricare. A volte glieli dà il nonno, ma ormai è sordo e non sente più il nipote. Tutto questo in 60 metri quadri più un terrazzino per stendere. A fine giornata si trova a mangiare zucchine fritte fredde sulla lavatrice, chiuso in bagno, per avere 5 minuti tutti per sé. Poi apre il divano letto in sala per i nonni e vorrebbe lasciarsi morire lì, ma deve ancora camminare fino in camera evitando le macchinine che fanno un dolore assurdo se le pesta. Ecco. Le sembra un contesto di sufficiente stress? Una esperienza che rende l’idea?

SANDRO – (che ha origliato tutto il monologo, tornando a sedere) Benissimo! Grande ottimismo… Gli vogliono far fare roba di alto livello, sicuro…

SPARTACO – Ma che te stai a dì? Quello ha paura pure della su ombra…

DOROTEA – O guardate qui cosa ha scritto… “Questo poverino mi fa una pena… bisognerebbe aiutarlo” … chissà che lavoro fa questa monellina87…

SPARTACO – A Dorotea! Ma nun te pare che li commenti de sta monellina sono sempre azzeccati con quello che succede qui? Ma niente niente non è che state nello stesso gruppo e manco ve conoscete?

DOROTEA – Vero, ha ragione, ma forse è solo una coincidenza… (dubbiosa)

SANDRO – Ha ragione il signor Spartaco… ahahah… sarebbe il massimo… prova a fare caso ai messaggi mentre ci sono i prossimi colloqui…

MANEGGIO – Capisco, penso sia stato chiarissimo. Perciò le servirebbe un buon lavoro per guadagnare una qualità di vita migliore.

GIACINTO – Bingo!

MANEGGIO – Vediamo cosa possiamo offrirle… mi dice cosa sa fare meglio? Qui nel suo curriculum leggo: imbianchino, meccanico, elettricista, idraulico, carpentiere, giardiniere, lavaggio auto, … Ma davvero lei sa fare tutti questi lavori?

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GIACINTO – Tutti. Deve sapere che mio suocero ha qualche possibilità economica in più, e io in pratica sto lavorando per lui da anni. Faccio tutti questi lavoretti per lui, mi usa come il suo fac-totum ha capito? Mi manca di lucidargli le scarpe al mattino e ho fatto tutto! Ma se ne approfitta! Sa che dobbiamo tirare la cinghia, mi spreme e mi dà il contentino solo quando le bollette si accumulano. Mia moglie fa un po’ di pulizie nelle case di altri, e ce la caviamo così. Ma io voglio liberarmi da sto circolo vizioso!

MANEGGIO – Senta. Sarò sincero con lei. Io non ho da offrirle l’America, ma un lavoro stagionale per 6 mesi a tempo pieno sì.

GIACINTO – Mi dica.

MANEGGIO – Si tratta di fare la raccolta stagionale dei pomodori nelle tenute di alcune persone molto facoltose, amiche del nostro presidente Santarcangelo. Non è molto, lo so, ma è un lavoro sicuro, pagato e che le permetterà di uscire un po’ di casa. Che ne dice?

GIACINTO – Dico che di questi tempi, è tutto grasso che cola.

MANEGGIO – Senta, allora le do questo (gli porge un foglio giallo). Qui c’è la descrizione del lavoro, la retribuzione, e altri dettagli. Ora si accomodi in sala d’attesa, e a fine giornata le faremo sapere se nessuno avrà manifestato interesse per il suo stesso lavoro.

GIACINTO – Grazie, va bene così (umile, si alza ed esce dall’ufficio).

Carlotta chiude un secondo la porta dell’ufficio per dire una cosa in privato a Maneggio. Mentre parlano, in sala d’attesa ricompare la bellissima ragazza sexy che aveva fatto una breve apparizione nel primo atto. Il tempismo è fondamentale, la ragazza sexy non deve dire nulla, ma solo sfilare lentamente in sala d’attesa destando il desiderio di tutti gli uomini, ed arrivare a bussare da Maneggio proprio quando ha appena finito di parlare con Carlotta.

CARLOTTA – Senti Ermes, mi rendo conto siamo una azienda e non dei benefattori. Però quel Giacinto ha davvero bisogno di svoltare nella vita. Con tutte le persone che deve mantenere! Non riusciamo ad offrirgli una posizione un po’ migliore di quella del raccoglitore di pomodori stagionale?

MANEGGIO – Mi rendo conto, ma come hai detto tu questa è una azienda, e dobbiamo basarci su criteri certi e oggettivi. Non possiamo offrire nulla di più al signor Giacinto perché non dispone nemmeno di un diploma di scuola superiore, e questo è un fatto. E poi non ha esperienza di posizioni più elevate, e questo è un altro fatto. Non dobbiamo mai e poi mai trascurare di verificare i fatti, con professionalità e distacco. Guai a farsi coinvolgere per altri motivi. Professionalità, serietà e distacco! Ricordati!!

La bellissima bussa alla porta… toc toc…

CARLOTTA – Avanti.

BELLA – (va accanto alla scrivania di Maneggio, facendogli gli occhi dolci) è qui che fate i colloqui?

MANEGGIO – Presa!!! (Le porge un foglio giallo)

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Senza fiatare, la bella fa un occhiolino a Maneggio ed esce ripetendo la sfilata e andandosene.

CARLOTTA – (guarda Maneggio con disincantata ammirazione e ironicamente gli sorride) che professionista!!

MANEGGIO – (confuso) Dicevamo… ah, sì, chiama il prossimo candidato per cortesia.

GIACINTO – (dopo aver finito l’estenuante colloquio e dopo avere avuto la visione della bella) Ora ho proprio proprio proprio bisogno di un bel caffè! Signor Rolando, lei che ha già fatto, posso offrire anche a lei?

ROLANDO – Sicuro! Mi era giusto venuto un languorino… li fanno i bomboloni alla crema?

Giacinto e Rolando escono per andare a bere un caffè.

SCENA 11

Èil turno del colloquio si Spartaco, che ovviamente punta tutto sulla raccomandazione. Deve percepirsi un netto contrasto tra la posizione professionale e intransigente di Maneggio all’inizio, e la sua brusca virata verso un comportamento da vero lecchino una volta che scopre che la raccomandazione arriva niente meno che da un ministro. Intanto Sandro continua a origliare, e Carlotta a chattare…

CARLOTTA – Signor Spartaco, può entrare lei per cortesia?

SPARTACO – Ariiiiiivoooooo!

DOROTEA – Eh certo che non mi sembra che si segua l’ordine giusto qui. Questo signore è arrivato per ultimo.

CARLOTTA – Non si preoccupi, la prossima in lista è lei. (e chiude la porta dietro di sé)

DOROTEA – Che discorsi. Sono anche la sola rimasta, se escludiamo il “simpatico” (mima le virgolette con le dita) signor Sandro che si sta godendo lo spettacolo.

SANDRO – Grazie per il “simpatico” (mimando le virgolette). Poi ci penso io a togliere le virgolette a casa…

MANEGGIO – (in ufficio) Si accomodi! Allora, signor Spartaco, ho voluto vederla quanto prima, al fine di chiarire alcuni punti importanti.

SPARTACO – (si siede, ha la postura dello spaccone ovviamente, molto sicuro di sé) Mi dica! La chiarezza prima di tutto!

MANEGGIO – (soddisfatto della risposta) Bene. Come immagina, il mio discorso è relativo alla “sbandierata” raccomandazione di cui lei godrebbe. Stamattina lei se ne faceva vanto per telefono…

SPARTACO – Embè non è certo una colpa avere degli amici… e diciamo che io ho gli amici giusti… nei posti giusti.

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MANEGGIO – Ecco, quindi chiariamo subito. Questa azienda è molto attenta alla deontologia professionale, siamo professionisti moderni che non cascano più nelle vecchie logiche clientelari. La raccomandazione, da noi, non esiste proprio!

SPARTACO – Questo ve fa onore!

MANEGGIO – Oh, bene, mi fa piacere che anche lei la pensi come me… In aggiunta io, come uomo e come professionista in particolare, detesto e respingo ogni tentativo volto a scavalcare le regole utilizzando… diciamo… scorciatoie e conoscenze!

SPARTACO – Bravo! Ce ne fossero come lei!

MANEGGIO – Ecco! Chiarito questo che mi pareva importante, procediamo con il colloquio… (mentre Maneggio pronuncia questa frase, Spartaco ha estratto dalla giacca il foglio con la lettera di raccomandazione e l’ha piazzato sulla scrivania proprio di fronte a Maneggio)

SPARTACO – Procediamo, dunque…

MANEGGIO – Appunto… (inizia a leggere la lettera e trasalisce) Ma … scusi … questo non è il timbro del ministero del…

SPARTACO – Embè!

MANEGGIO - … e questa non è la firma autenticata del ministro… (è sbiancato e parla con difficoltà, deglutisce a fatica)

SPARTACO – Embè!

MANEGGIO – Ah ma quindi lei…

SPARTACO – Embè!!! (più marcato ancora)

MANEGGIO – (voce dimessa e tremolante) Le dicevo della nostra estrema serietà nel valutare le competenze dei candidati, e qui mi sembra vi sia spazio per esaminare le sue molte competenze…

SPARTACO – Embè… c’è spazio, c’è spazio…

MANEGGIO – Leggo qui… parole del ministro… che lei è bravissimo a lavorare in team, e che riesce a valorizzare al massimo ogni suo collaboratore…

SPARTACO – Eh certo… quanno che ce famo la partita a calcetto der venerdì sera, cò gli amici mia semo ‘na squadra temibile! Adesso, nun è pe vantasse, ma l’ultima uscita… 7 a 1 nun so se me so spiegato… 7 biglie!!!

MANEGGIO – Oh perbacco, ma questo cambia tutto! (è diventato lecchino) Un candidato con questa professionalità nel collaborare con il proprio gruppo di lavoro su obiettivi così sfidanti… ma che dire… complimenti!

SPARTACO – Grazie dottò! È bello quanno te si riconosce er tuo…

SANDRO – (origlia) Stanno discutendo di strategia e politica… Certo che questo Spartaco ha una raccomandazione di ferro!

DOROTEA – Monellina87 ha scritto ancora… “Certo che questo ha una raccomandazione di ferro!” (sgrana gli occhi e fissa Sandro allibita) … ma… non è possibile… (realizza che monellina87 non è altro che Carlotta)

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... (rivolta a Sandro)… aveva ragione il signor Spartaco! Nel mio gruppo “Katastatopulos vive” c’è anche la segretaria… (indica l’ufficio di là) Ma che coincidenza!! … Sì però… come si permette di fare certi commenti sui candidati?...

SANDRO – A posto siamo! Chissà cosa dirà di lei, signorina Dorotea! (marca molto questo “signorina Dorotea” mimando acidità e pedanteria – Dorotea è sdegnata)

DOROTEA – Ah mi so difendere, sa? Anzi guardi, la aggiungo nel gruppo così potrà vedere lei stesso come mi difendo, nel caso. Mi dà il suo numero?

SANDRO – Onorato! 3479795059

DOROTEA - … 059. Fatto! Aggiunto!

SANDRO – (guardando il pubblico) Ora non devo neanche fare la fatica di alzarmi per origliare…

MANEGGIO – E poi leggo qui… sempre parole del ministro… quanto lei sia sensibile nel cogliere le esigenze anche nascoste del mercato, e a dare ai suoi collaboratori gli strumenti giusti per affrontare le sfide che il mercato pone…

SPARTACO – Eh certo… je spiego… no perché dopo er calcetto der venerdì, se vamo a fa n’aperitivo… ma sti locali vip de Roma sa come so fatti, er menù cambia ogni giorno anche pè dasse un tono… (piccola pausa) … e diciamo che io so quello sempre attento, che sa consiglià gli amici mia sui cocktail migliori… sa… ognuno deve beve la quantità giusta… è importante prende ‘na sbronza giusta…

MANEGGIO – Magnifico! È questa sensibilità che serve nel mondo del business di oggi… è incredibile come tanti talenti possano risiedere nel corpo di un solo essere umano! Lei è un mistero da indagare per la scienza moderna… lei sposta i paradigmi della conoscenza…

SPARTACO – Sposto, sposto….

MANEGGIO – Infine qui leggo… di nuovo parole del ministro… che lei ha un talento innato nell’interpretare i numeri e che questo la porta ad una capacità di analizzare rischi e benefici fuori dal comune…

SPARTACO – E ne vado fiero! (piccola pausa) … No perché dopo l’aperitivo, ce sta che con gli amici mia se organizzi un pokerino per ammazzà la serata… e adesso, nun è pè vantasse, ma cò due full de donne gli ho sfilato più dè venti piotte… ancora se leccano le ferite! (strizza l’occhio)

MANEGGIO – è davvero incredibile… io ancora non so se sogno o se sono desto… Senta, io mi sento in dovere di chiederle perdono a nome mio e di tutta l’azienda che rappresento, se per un solo momento ho anche solo sospettato di lei… ma capisce bene che…

SPARTACO – Ma le pare! Ma nun se ne faccia cruccio! Colpa mia che sto sempre a fa er fanfarone, e stamattina chissà che avrete pensato… (guarda Maneggio, che si rassicura un poco) Del resto, mejo avè chiarito tutto stando sul professionale, giusto?

MANEGGIO – Giusto! Professionalità, serietà e distacco! Bravo!

SPARTACO – Embè!!

MANEGGIO – Perfetto, dunque! Ecco guardi (gli porge un foglio giallo), io sono felice di proporla per la posizione a cui certo lei aspira, e cioè quella di sottosegretario ai beni pubblici, conscio che questo potrebbe essere per il tuo talento cristallino solo un punto di partenza per spiccare il volo. Per puro formalismo, le chiedo la cortesia di pazientare finché avrò sentito anche l’ultima candidata, che escludo

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possa aspirare a nulla di simile. A fine giornata invierò personalmente le mie congratulazioni all’ufficio del ministro.

SPARTACO – E io la ringrazio della professionalità, lei è un ottimo manager. A dopo! (esce)

MANEGGIO – Hai visto, Carlotta? Siamo belli che a posto! Questo diventa ministro e ci fa ricchi!

CARLOTTA – Tesooooroooo!!!! (è felice)

MANEGGIO – Su, su, ricomponiti, dobbiamo sentire ancora l’acidella di là…

SCENA 12

È il turno di Dorotea, che ha ormai scoperto che Carlotta è nel suo gruppo di whatsapp…

CARLOTTA – (aprendo la porta) Signorina Dorotea, vuole accomodarsi?

DOROTEA – Con piacere!

MANEGGIO – Prego, signorina, prego. Mi devo scusare per averla lasciata per ultima, ma sa, il signor Spartaco viene da Roma e può essere che debba prendere un aereo a breve…

DOROTEA – (stizzita) Ma certo, è stato sicuramente quello il motivo.

MANEGGIO – Confido che lei capirà… è professionalità anche questa!

DOROTEA – Ma certo! (acida) E mi dica, quanta professionalità c’era nelle cosce di quella che è sfilata prima come fosse una modella di Vogue?

MANEGGIO – Chi? Ah, quella (casca dalle nuvole). Ah guardi, prenderemo certamente provvedimenti, non è possibile abbigliarsi in quel modo in una azienda seria! (Carlotta ridacchia tra sé e sé)

DOROTEA – Ecco, appunto. Ci vuole disciplina e ordine!

MANEGGIO – Precisamente… Ma veniamo a noi signorina Dorotea. Lei ci ha girato il suo curriculum vitae, che ci ha particolarmente interessato (sfoglia la sua scheda)

DOROTEA – Bene.

MANEGGIO – In particolare… qui lei scrive “capacità di gestire lo stress in contesti dinamici e complessi” …

DOROTEA – Sì, ecco, le spiego. È mia abitudine coinvolgere le persone nei ragionamenti, in modo da valorizzare le opinioni di tutti, e spesso alla fine le persone trovano nelle mie parole un appiglio sicuro. Una disciplina chiara e ben fondata. Ricevo gratitudine per questo, sa? Molti mi si legano, personalmente.

CARLOTTA – (ride fra sé e sé e scrive sul gruppo)

SANDRO – (legge il messaggio, da fuori) Signor Spartaco… guardi qui… siamo online!! (gli mostra lo smartphone, eccitato) Monellina87… “Ragazzi, questa è acida come un gatto lanciato nell’acqua e dice chele persone le si legano. Ma se non si legherebbe a lei manco un rampicante!”

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MANEGGIO – Capisco. Beh è una cosa positiva saper vedere sé stessi in modo limpido. Del resto… (viene interrotto da Dorotea)

DOROTEA – Mi perdoni, ma stavo aspettando un messaggio importante e deve essere arrivato, ho sentito vibrare. Solo un secondo… (legge sullo smartphone il messaggio di monellina87 e risponde)

SANDRO – Eccone un altro, ma è di… Dolcissima84… (fa un gesto come dire: ma dove?) “Sempre meglio legarsi agli altri aprendo il cuore, che legarsi al capo aprendo le gambe”

SPARTACO – Ahia, ce semo!!!

CARLOTTA – (legge in contemporanea, e scioccata squadra Dorotea intuendo la mala parata… scrive…)

DOROTEA – Ecco fatto, mi scusi…

MANEGGIO – Dicevo quindi che vi sono qualità personali come…

DOROTEA – (ormai del colloquio le interessa poco, deve vincere la guerra con Carlotta, e legge ad alta voce in coro con Sandro) … “Usare le gambe al momento giusto! Vuole dire che almeno si hanno delle cosce chequalcuno guarda, e non due tronchi secchi da tenere nascosti”

MANEGGIO – Come dice? Non la seguo…

DOROTEA – (scrive a voce alta) “I tronchi non sono secchi ma hanno vinto due volte il premio di migliori gambe del liceo…”

MANEGGIO – Mi perdoni? (ormai capisce che non lo fila più nessuno)

SPARTACO – Se stanno a menà?

SANDRO – Per ora si fa a cosciate! (ride)

GIACINTO – (rientrando dal caffè con Rolando) Ci siamo persi qualcosa?

SPARTACO – No no, a parte che ce staranno un paio de omicidi a breve… (fa segno ai due di tacere e ascoltare)

Da qui il tono della voce delle due deve avere un crescendo di acidità, fino a diventare vere e proprie urla. Le due digitano sempre più furiosamente sui telefoni, e quando inviano un messaggio cliccano così forte, come se volessero mettere un dito in un occhio all’altra… Poi a un certo punto smettono di scrivere e se le urlano e bast… Intanto, la moglie di Maneggio lo sta per richiamare… Maneggio intanto fissa le due, impotente… E Sandro e Spartaco se la ridono…

CARLOTTA – (anche lei a voce alta) “Si vede che a quel tempo nei licei c’era carenza. Premiavano le ragazze più racchie per incoraggiarle!”

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DOROTEA – “Invece quelle senza cervello facevano la … Carlotta con i professori e si vestivano da gran… Zoia”

CARLOTTA – “Si deride ciò che si invidia, e si invidia ciò che non si ha!”

DOROTEA – “Per deridere serve avere un cervello. Confronto a te la barbie è Rita Levi Montalcini!”

CARLOTTA – “E a te manco il big Jim ti si fila! Acidella zitella!”

Maneggio riceve la chiamata della moglie… Dorotea e Carlotta ormai non chattano più, ma se le urlano e basta…

MANEGGIO – Pronto…

DOROTEA – “La segretaria se la fa col principale… un grande classico delle luci rosse!”

CARLOTTA – “Incontri ravvicinati di qualsiasi tipo… è fantascienza per te!”

SPARTACO – (da fuori, sentono le urla) Aho… ce sta la filodiffusione!

DOROTEA – “La Carlotta del castello ama fare solo quello! Pornostar!!!!”

CARLOTTA – “La strega Dorotea e la maledizione dei maschi estinti! Fossile!!!”

DOROTEA – “Chi si estranea dalla lotta è un gran figlio di Carlotta!!!”

CARLOTTA – “Befaaaaaaaaaaanaaaaaaaaaa!!!!!!!” (urlo fortissimo, pure Sandro e Spartaco si spaventano)

MANEGGIO – (grida a sua volta) Ora basta!

MOGLIE – No, ora basta qui lo dico io! Ora è tutto chiaro sai… e io che ancora mi ostinavo a crederti! Finisco di limare questa unghia e vengo a piantartela in un occhio! E non mettere nessuno alla reception perché lo stendo che neanche Bruce Lee! (e riattacca. Si alza dalla postazione-casco e se ne va fuori scena)

MANEGGIO – Amore… (ma è troppo tardi…)

Dopo l’urlo di Maneggio le due si sono momentaneamente placate, anche se si guardano come belve pronte all’attacco. Maneggio è disperato la moglie è in arrivo e non ha idea di come chiarire le cose…

MANEGGIO – (con la testa tra le mani) Ora è davvero un casino nero! E cosa invento con mia moglie? È finita! Ah ma dovevo capirlo già da stamattina che razza di giornata avrei avuto… lavora lavora… e ora sta andando tutto a rotoli.

CARLOTTA – Tesoro… non fare così dai… e poi in fondo lo dovevi già dire a tua moglie prima o poi, no? E comunque i colloqui non è che siano andati così male! Hai coperto tutte le posizioni, te ne restava solo una ma la qui presente strega si è squalificata da sola… quindi saranno contenti di te!

MANEGGIO – (si riprende un attimo… ha una illuminazione) Giusto, mio piccolo genio! (la bacia in fronte) Il lavoro non è andato male, anzi! Abbiamo piazzato il colpo gobbo al ministero… siamo sistemati! Nella

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relazione scriverò che il candidato per la posizione di “direttore generale aggiunto degli affari non trasmessi” verrà coperta da un candidato ancora da individuare… anzi sembrerò un manager scrupoloso che non fa le cose di fretta…

CARLOTTA – Bravo tesoro!

MANEGGIO – Certo! E cosa mai potrebbe rovinare questo disegno perfetto?

In quel momento, Maneggio riceve una chiamata…

MANEGGIO – Pronto…

VOCE FEMMINILE – (calma e dolcissima) Buonasera, dottor Maneggio. Questo è la sezione “rapporti con il genere umano” dell’inafferrabile assoluto ufficio di sua celestiale magnificenza. La informiamo che tra esattamente 5 minuti avverrà la manifestazione in forma corporea di sua sublimità Santarcangelo.

MANEGGIO – (sbianca) C… c…. cosa?

VOCE FEMMINILE – L’avviso di manifestazione in forma corporea di sua celestiale magnificenza è terminato. Si prega di riagganciare.

SCENA 13

Siamo alla resa dei conti, sono in arrivo sia la moglie di Maneggio che il megapresidente Santarcangelo. Maneggio è agitatissimo e non sa come gestire il tutto. Quando arriva Santarcangelo, breve sfarfallare di luci sul palco, i cellulari vanno in blackout, le comunicazioni sono azzerate. Il suo ingresso è preceduto dalle sue infioratrici e profumatrici, che hanno il compito di profumare la strada…

MANEGGIO – (nell’ufficio lo guardano tutti allibiti, pare abbia visto il diavolo in persona) Viene! Lui! In persona!

CARLOTTA – Ma chi? Non mi dire che…

MANEGGIO – E invece sì… lui… si manifesta in forma corporea! Proprio qui! Tra meno di 5 minuti!

CARLOTTA – Ma se sono anni che non si manifestava!! Tesoro ho paura…

MANEGGIO – Niente paura, Carlotta, abbiamo poco tempo e non c’è spazio per la paura Il lavoro lo abbiamo fatto. Non abbiamo da temere nulla, se non forse mia moglie…

Appunto. Mentre finisce di dire queste cose e la porta dell’ufficio è ancora chiusa, irrompe la moglie di Maneggio in sala d’attesa. Ha ancora i bigodini in testa e la lima delle unghie in mano.

MOGLIE – (a tutti i presenti, a voce alta e con uno sguardo che pietrifica) Dove?

TUTTI i PRESENTI – Chi?

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MOGLIE – Maneggio!

TUTTI i PRESENTI – Di là! (indicano in coro la porta dell’ufficio)

MOGLIE – (irrompendo nell’ufficio) Chi di voi due non è Carlotta Zoia? (guarda le due donne)

DOROTEA – (con una certa soddisfazione) Direi senza ombra di dubbio io!

MOGLIE – E allora esci, la tua vita è salva!

MANEGGIO – Amore posso spiegarti tutto… c’è stato un terribile malinteso… (tentativo in extremis senza nemmeno crederci molto)

MOGLIE – Risparmia il fiato per correre!

CARLOTTA – Ma guardi che…

MOGLIE – Silenzio!! Tu!! Viscida segretaria che ti sei insinuata come una serpe nella mia vita!! Tu!! Ora verrai limata a morte come un’unghia sbeccata qualsiasi!! (e fa il gesto di avventarsi su di lei)

MANEGGIO – Fermati ti prego!!

Proprio in quel momento, un boato che scuote le fondamenta. Le linee telefoniche non funzionano, il silenzio si fa assoluto. Dopo qualche secondo, si averte una musica celestiale tipo new-age (o “Let the sunshine in” o “the age of acquarius” o simili), ed un profumo si diffonde negli uffici… La porta dell’ufficio è ormai aperta, i personaggi interagiscono liberamente.

MOGLIE – (spaventata) Ma cosa succede?

SANDRO – Una scossa di terremoto! State calmi e dirigetevi verso le uscite di sicurezza!

MANEGGIO – No! State tutti fermi dove siete! Non è un terremoto…. È ….. lui!

SANDRO – Ma lui chi?

MANEGGIO – (parla come un profeta, che fissa il cielo aprirsi davanti ai suoi occhi) Il boato è un segno premonitore… seguono suoni celestiali e profumi sublimi…

SPARTACO – Anvedi… (annusa l’aria) senti qua… sembra de sta in un campo de lavanda in fiore…. (tutti si

godono il profumo)

MANEGGIO – Eccole!! Stanno arrivando!! Lo precedono!! Le infioratrici!!! State tutti immobili e lasciate far a me!!

Entrano due o tre ragazze in costume (da inventare) che si muovono silenziose e aggraziate, cospargendo di petali di rosa il cammino dalla sala d’attesa all’ufficio. Con due bottigliette di profumo a pompetta cospargono l’aria di essenze. In particolare, vanno a cospargere molto Giacinto… per gli ovvii motivi. Le luci si puntano sull’ingresso della sala d’attesa e si manifesta… lui! Santarcangelo nella sua forma corporea. Il costume di Santarcangelo potrebbe essere tutto bianco, in stile paradiso, oppure anche un po’ dandy, con vistosi occhiali da sole colorati, … oppure altro ancora. I personaggi in sala d’attesa (Sandro, Rolando, Giacinto, Dorotea, Spartaco) si dispongono spontaneamente in riga uno accanto all’altro, a omaggiare a

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capo chino l’apparizione. Nell’ufficio, Carlotta e la moglie di Maneggio sono senza parole. Maneggio si dirige in sala d’attesa, ogni passo si fa più chino, fino a inginocchiarsi…

MANEGGIO – O celestiale magnificenza, a cosa dobbiamo la grazia della sua manifestazione in forma corporea? (fa per prendergli la mano e baciarla)

SANTARCANGELO – (calmo, suadente e sereno) No! Non mi sfiorare, che la mia essenza non si mischi troppo alla vile materia degli uffici sottoposti! (pausa) Oggi, in via straordinaria, gioite della mia presenza!

MANEGGIO – La gioia è in noi, o sublime! Ci illumini!

SANTARCANGELO – Io so tutto, io ho visto tutto, io sono più online di un adolescente in pieno boom ormonale! Oggi, mentre passeggiavo come ogni giorno sulle acque del lago Baikal, ho avvertito un tremito e ho capito che un mio intervento era necessario a dipanare le ansie dei miei sottoposti.

MANEGGIO – Oh magnifico dipanatore, pendiamo dalle sue labbra!

SANTARCANGELO – Maneggio… Maneggio… mio caro, fido e zerbinato Maneggio…

MANEGGIO – A sua disposizione!

SANTARCANGELO – Le posizioni che ti ho incaricato di coprire mi erano state commissionate da amici cari, tutti appartenenti come me alla lobby eccelsa degli eterni assenti. Il nostro potere come sai è grande…

MANEGGIO – Grandissimo, o magnifico!

SANTARCANGELO - … ed è pari solo alla nostra generosità!

MANEGGIO – Sì, o celeste!

SANTARCANGELO – Ed ecco perché, al posto dei terreni e fallaci moduli gialli, oggi ho con me e distribuirò a ciascuno dei gaudiosi e sempiterni moduli azzurri! (marca molto “moduli azzurri”)

MANEGGIO – I moduli azzurri! Le assunzioni eterne! Ma allora esistono!

CARLOTTA – Ma allora non erano leggende! I moduli azzurri della felicità!

SANTARCANGELO – Ora senza indugio ne distribuirò uno ciascuno, voi immantinente lasciate questo luogo di ansia e correte verso la felicità del tempo indeterminato!

MANEGGIO – Verso la terra promessa!

SANTARCANGELO – Come non iniziare da te, timido Giacinto! Chi più di te sa amministrare i beni di tante persone con onestà ed abnegazione? Chi meglio di te pensa alla felicità altrui, prima che alla propria? Ecco a te l’incarico sempiterno di “sottosegretario ai beni pubblici”, corredato da villa sui colli Romani per tutta la famiglia ed auto blu con autista a disposizione!

GIACINTO – Ma …. Io? Davvero? Grazie! Grazie! (è commosso… guarda il foglio azzurro incredulo … )

grazie!! (E si avvia fuori fissando il foglio)

SANTARCANGELO – A te, Spartaco, simpatico aggiratore di fatiche, ecco la posizione di sempiterno raccoglitore di pomodori nelle tenute degli eterni assenti! Lì capirai che la gioia sta nel fare e non nel fingere, e organizzerai frequenti feste con gli amici tua, gustando i prodotti che la campagna dona ed il vino dei vigneti.

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SPARTACO – Embè! Famme vede… (guarda il foglio) Sai che non me pare niente male sta storia delle feste nei vigneti? (ed esce anche lui)

SANTARCANGELO – A te, buffo Rolando, la posizione di “direttore generale aggiunto degli affari non trasmessi”. So che non capirai di che lavoro si tratta, ma del resto nemmeno io lo capisco e stai tranquillo che nessuno di coloro che lavorano in quell’ufficio sa bene cosa fa. Tu accumula le pratiche come gli altri, e ti troverai benissimo!

ROLANDO – (guardando il foglio felice) … e non mi ha neanche chiesto il curri … culum!

SANTARCANGELO – A te, Dorotea, l’ambita sempiterna posizione di spremiagrumi. Tu e il succo di limone senza zucchero avete molto in comune. Ma sulle spiagge dei Caraibi per sempre, potrai rifarti una vita tra fresche spremute e pescatori caraibici dai fisici scultorei.

DOROTEA – Ma davvero? Mi ringrazi sentitamente tutti gli eterni assenti!! (ed esce, al settimo cielo)

SANTARCANGELO – (alla moglie di Maneggio) La tua presenza, o donna, non è casuale. Ammetti con te stessa: il tuo matrimonio ahimè è al crepuscolo. Eccoti allora la direzione e l’utilizzo gratuito ed illimitato della mia catena di centri estetici, terme e giardini di bellezza. Che il gossip sia con te!

MOGLIE – (guarda il foglio felice, si gira verso il marito e gli fa un ombrello) Grazie! Grazie! (ed esce)

SANTARCANGELO – (rivolto a Sandro) Anche la tua presenza, paziente figliolo, non è rimasta inosservata. Per te, che più di tutti hai capito questo lavoro e sai cogliere le sfumature delle persone, ecco la posizione che fino ad oggi è stata di Ermes Maneggio. Comunicherò personalmente la sostituzione al consiglio degli eterni assenti, ed il tuo stipendio verrà raddoppiato.

SANDRO – Non pensavo ma… grazie! Che giornata!! (e se ne va trionfante con il suo foglio azzurro)

SANTARCANGELO – (rivolto a Maneggio e Carlotta, ultimi rimasti) Non temete, o sudditi, per voi è pronta una promozione. Lavorerete come assistenti personali del consiglio degli eterni assenti, direttamente presso i nostri ineffabili uffici. Tu, o Maneggio, sarai il mio personale fermacarte. E tu, o bella Carlotta, potrai nuotare insieme alle altre sirene, negli immensi acquari dell’ufficio. Di giorno vi vedrete attraverso l’acquario, ed ogni sera potrete ricongiungervi.

MANEGGIO e CARLOTTA – (prendono il foglio e se ne vanno saltellanti di gioia)

SANTARCANGELO – E a tutti voi qui presenti, che aspirate ad un lavoro migliore o semplicemente ad un lavoro, l’augurio che la sorte vi riservi un colloquio presso la nostra azienda!

In scena sono rimasti solo Santarcangelo e le infioratrici, che si inchinano.

Si chiude il sipario.

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