febbraio 2011
di Mario Pozzoli
1 rappresentazione: Buccinasco, 21 gennaio 2012
Auditorium della Fagnana, via Tiziano
Questa commedia tutelata dalla SIAE (codice SIAE: 898377A)
TITOLO DELLOPERA:Addio, amore mio
(codice SIAE: 898377A)
AUTORE: MARIO POZZOLI (da J. Renard)
GENERE: Atto unico: delizioso e raffinato.
DURATA: 30 minuti (circa)
SCENA: Fissa
PERSONAGGI: 1 donna, 1 uomo
SOGGETTO:Non essere amati solo sfortuna, ma non saper amare una tragedia. afferma la protagonista di questa storia raffinata e deliziosa.
Una situazione tenera e sorprendente, tratta da un autore dell800, in una nuova traduzione, riduzione e adattamento agli schemi della commedia moderna.
Non si dimenticher!
INFORMAZIONI: Mario Pozzoli cell. 334 3320184
P E R S O N A G G I
01) ANGELICA(Oh, mio Dio!)
02) BRUNO (Che viene da chiedersi : )
E L E N C O S C E N E
scena 1 lultimo incontro
scena 2i futuri sposi
scena 3 la domanda
scena 4 finale
Per il dettaglio delle musiche, per informazioni, suggerimenti oppure per ricevere una copia del CD con TUTTE le musiche originali di scena (fornita senza alcuna spesa) contattare lautore:
Mario Pozzoli - Tel. 334 3320184
ATTO UNICO
- Lamaro piacere di dirsi addio -
N.B. Le battute in questo carattere si ripetono uguali (o con minime variazioni) in tutti e due gli atti unici.
scena 1
lultimo incontro
- LUCI PALCO soffuse
- LUCI SALA fine
Entra Angelica da sinistra. Indossa a scelta un pigiama, una camicia da notte, una vestaglia, un accappatoio.
- APPLAUSI REGISTRATI
Col classico incedere della concertista si presenta al pubblico per lapplauso e lo riceve benignamente.
Poi si gira e prende posizione al pianoforte. Un cenno dintesa con il direttore dorchestra e...
- CIAIKOVSKJ - CONCERTO PF N.1 OP.23 - 1 MOVIMENTO
Ora Angelica (che deve conoscere a fondo il pezzo orchestrale!) suona la parte al pianoforte.
Bruno entra da destra dopo 10 secondi circa, quando il piano ha iniziato a suonare.
Occupa il tempo fino a quando la musica decresce di volume, - 54 secondi - togliendosi il soprabito, facendo sgocciolare lombrello, guardando il poster appeso valutando quello che rappresenta.
Fatte queste tre cose, accende la luce centrale.
- LUCI PALCO piene
Poi si mette alle spalle di Angelica.
Quando la musica decresce di volume, - 54 secondi - Bruno cerca di stringerla a s.
Angelica si nega e continua a suonare fino alla fine del brano
- minuto 1,30 -
BRUNO - (scivola via) Non avevo in mente nulla di imbarazzante.
ANGELICA - Nemmeno io; e quindi inutile.
Pausa.
BRUNO - Buongiorno, Angelica.
ANGELICA - Buongiorno a te, Bruno.
Pausa.
BRUNO - La quinta di Beethoven!
ANGELICA - Ciaikovskj!
BRUNO - Non limbrocco mai!
Angelica termina il pezzo al pianoforte - minuto 1,30 - e poi si alza.
ANGELICA - Come vanno i preparativi? (esce da sinistra per cambiarsi)
BRUNO - Vanno che viene da chiedersi: Sar un bene? Perch poi non possibile addormentarsi celibe e risvegliarsi sposato?
ANGELICA - (da fuori, finch non rientra) Oh, mio Dio, sarebbe troppo bello! Molti si sono lasciati poco prima del matrimonio a causa dei preparativi!
BRUNO - In Comune mi hanno indirizzato di qua, di l, a destra, a sinistra. Non il giorno giusto. C lo sciopero!. Viene da chiedersi: Ma la prima volta che qualcuno si presenta in Comune per sposarsi?
ANGELICA - (da fuori, finch non rientra) Povero caro!
BRUNO - Da l via di corsa dal sarto. Labito non andava ancora bene: ho una spalla pi bassa dellaltra. (si guarda e muove le spalle) Boh!
ANGELICA - (da fuori, finch non rientra) Non lavevo notato.
BRUNO - Poi sono andato in Chiesa. Sembra proprio che dovr confessarmi.
Mio caro giovanotto, il problema si pone in questi termini: essere veramente cristiani o fingere di esserlo? Vivere solamente le tradizioni oppure... Bla, bla, bla. Mi aspetta un piacevole quarto dora.
(si siede al tavolo, sulla destra)
ANGELICA - (fa capolino con la testa) Oh, mio Dio, credo proprio che per lavarti lanima ci vorr un po pi di un quarto dora! (esce)
BRUNO - Dici?
ANGELICA - (da fuori, finch non rientra) La tua fidanzata ti sar grata di un simile sacrificio!
BRUNO - Lei ci tiene... e io laccontenter! Che devo fare?
ANGELICA - (rientra e si appoggia al pianoforte, guardandolo) Accontentarla!
BRUNO - Angelica, verrai in Chiesa?
ANGELICA - Verr.
BRUNO - Ci conto. (un tempo. Molto acido) Ci divertiremo.
ANGELICA - Senza dubbio. Ed io sar in prima fila, a godermi lo spettacolo!
BRUNO - Come mai non hai avuto nemmeno una piccola esitazione ad acconsentire? Viene da chiedersi: Costei verr forse nascondendo sotto la gonna pistole, fucili e bombe a mano!
ANGELICA - Eh, eh! Vuoi conoscere fin da ora le mie intenzioni? Sar una sorpresa.
BRUNO - Non mi spaventi. Per mi piacerebbe sapere in anticipo cosa userai di tutto ci.
ANGELICA - Di sicuro non le bombe a mano. Avrei paura di rovinarmi il vestito!
BRUNO - (sorride) Le donne! E per divertirci fino in fondo sai cosa far? Ti presenter alla mia novella sposa.
ANGELICA - Oh, mio Dio, forse questo davvero un po troppo!
BRUNO - Cara, ecco Angelica, una mia lontana parente...
ANGELICA - Appena arrivata dallInghilterra...
BRUNO - E sola e adora i bambini...
ANGELICA - Quando avremo dei frugoletti, li affideremo a lei per avere qualche serata di libert.
BRUNO - (divertito) Non sei proprio una donna come le altre!
ANGELICA - Nessuna donna come le altre. (recita, tipo diva del cinema anni venti) E dunque: che donna son io?
BRUNO - Mah. Una donna... Una donna di tatto.
ANGELICA - (recita, tipo diva del cinema anni venti) Oh, mio Dio! Che ritratto freddo e antico!
BRUNO - Una donna eccezionale!
ANGELICA - (recita, tipo diva del cinema anni venti) Questo, mio caro amico, mi appaga assai di pi!
BRUNO - (un tempo. Triste) Non ci rivedremo pi.
ANGELICA - Ci rivedremo da amici.
BRUNO - Amaro. Amaro e desolante.
ANGELICA - La vita!
BRUNO - Perch non volevi che oggi venissi qui?
ANGELICA - Perch oggi venerd. Non pensi che lasciarsi di venerd porti disgrazia?
BRUNO - Porta sempre disgrazia quando ci si ama.
ANGELICA - Il venerd per me sempre stato un giorno infausto.
BRUNO - Mentre venivo qui mi chiedevo: Come sar questo nostro ultimo incontro? Come sar lei? Come mi affronter?.
ANGELICA - Non ti angustiare. Non ho proprio nulla da rimproverarti, mio caro Bruno. Sapevo gi, quando mi sono data a te, che un giorno o laltro avrei dovuto riprendermi. Noi non siamo persone tipo due cuori e una capanna.
BRUNO - Gi.
ANGELICA - Io povera, una povera pianista mediocre.
BRUNO - Brava pianista.
ANGELICA - E va bene, brava. Ma per poter vivere con larte non basta. Bisogna essere molto, molto bravi; dei geni.
BRUNO - E anche cos... Se non hai fortuna...
ANGELICA - Appunto. Quindi, dicevo, io povera, tu squattrinato, sapevo gi che il nostro amore sarebbe stato senza futuro.
BRUNO - E tutto cos difficile...
ANGELICA - Certo. Ma ormai i nostri cuori se ne sono fatta una ragione e si sono lasciati staccare.
BRUNO - (sconsolato) I nostri cuori...
ANGELICA - (dal ripiano del pianoforte prende un sacchetto e, sedendosi al tavolo sulla sinistra, glielo porge. Come canzonandolo:)
Di questi nostri poveri cuori, ho messo in questo sacchetto le loro ultime radici: le tue fotografie, uno spazzolino, una cravatta... Le tue lettere le ho bruciate.
BRUNO - I posteri ti giudicheranno!
ANGELICA - Gi, non potranno mai sapere che sei stato un grafomane! Ci sono anche i libri che mi hai prestato.
BRUNO - (estraendone uno) Ah, Alla ricerca del tempo perduto. Marcel Proust.
Ti piaciuto?
ANGELICA - Noiosissimo! Cinquanta pagine per raccontare che la mamma non gli ha dato il bacio della buona notte!
BRUNO - Viene da chiedersi: A che servono le letture impegnate?
Si guardano un attimo in silenzio.
scena 2
i futuri sposi
BRUNO - E talmente raro lasciarsi cos? Ci siamo amati finch stato possibile, come si ama una sola volta nella vita, e ora ci separiamo, perch bisogna separarsi.
ANGELICA - E sar giusto farlo. Senza odio, senza amarezza, senza cattiveria.
BRUNO - C quasi un sottile piacere nel dirsi addio con te.
ANGELICA - (amara) Gi, il famoso piacere di dirsi addio! (un tempo) Le mie foto?
BRUNO - Eccole. Tranne questa, la conservo. (la mette nel portafoglio)
ANGELICA - Sarebbe meglio che tu mi restituissi anche quella.
BRUNO - Assolutamente no. (infila il portafoglio nella giacca)
ANGELICA - Oh, mio Dio, falla a pezzi, piuttosto che finisca ammuffita in fondo ad un cassetto.
BRUNO - No, non invecchier in un cassetto, ma qui (toccandosi il petto),sul mio cuore. Lasciami di te almeno questa. Il viso di una persona, anche se cara, svanisce presto nella memoria.
ANGELICA - (sorride, triste. Un tempo) Le mie lettere?
BRUNO - Le tue (sottolineando) tre lettere. Fredde come delle fatture!
ANGELICA - Detesto scrivere.
BRUNO - Voglio conservare anche quelle. Mi difenderanno dalla nostalgia.
ANGELICA - O potrai registrarle nelle spese.
BRUNO - Scaricando lIva.
ANGELICA - (sorride, un tempo) E cos il gran giorno si avvicina. E la futura sposa sa apprezzare le cose belle?
BRUNO - S, quando costano care!
ANGELICA - Oh, oh! E quando siete soli com? Appassionata?
BRUNO - Come un mobile.
ANGELICA - Dolce?
BRUNO - Come un thriller.
ANGELICA - Oh, mio Dio! Carina?
BRUNO - Tu sei carina.
ANGELICA - Stiamo parlando di lei. Ti piace almeno?
BRUNO - Diciamo che mi sto abituando. Ma viene da chiedersi: Riuscir a convivere con quella zitella, ricca, stagionata e fredda come un iceberg?. (si guarda in giro con attenzione)
ANGELICA - Ce la farai. Se non altro per il primo aggettivo che hai pronunziato: ricca. (lo osserva) Cosa guardi?
BRUNO - Mi riempio gli occhi. Faccio provviste di ricordi.
ANGELICA - I ricordi... (si scuote) E ha gusti particolari?
BRUNO - Chi?
ANGELICA - Chi mai? La zitella.
BRUNO - Le piace tutto quello che piace a me.
ANGELICA - Insipida, allora?
BRUNO - Come una rapa. Ma piena di soldi, come hai appena sottolineato. Tanti... Tanti come quelli di Adriano.
ANGELICA - (si alza, risentita) Lasciamo perdere Adriano!
BRUNO - (si alza) Viene da chiedersi: Mi sposo solo io?
ANGELICA - Certo che no.
BRUNO - E quindi come abbiamo parlato del mio, possiamo ben parlare del tuo di matrimonio. Tu ti interessi al mio futuro, il meno che io possa fare di preoccuparmi del tuo.
Daltronde ci stiamo sistemando con un reciproco consenso, o no?
ANGELICA - Mio Dio, s.
BRUNO - Mio Dio, s. E viene spesso qui?
ANGELICA - (sfugge) Una volta alla settimana. Regolarmente.
BRUNO - Metodico e ordinato!
ANGELICA - Gi.
BRUNO - Non pi di un t alla settimana, dunque?
ANGELICA - Gi.
BRUNO - E immagino non aggiunga mai una fetta di limone, darancia, zucchero. Si accontenta di gustarlo, insieme a te, insipido, come lacqua calda.
ANGELICA - Gi.
BRUNO - E mentre tu lo bevi, lui ti guarda... ti adora... ti venera... come una regina... come una Venere... posta sullaltare dellamore.
ANGELICA - (sorridendo) Non proprio.
BRUNO - Angelica, io lo facevo.
ANGELICA - (si gira e lo guarda) Lo so, Bruno, lo so... E lo ricordo.
Si guardano ancora.
BRUNO - E quando viene, come passate il tempo?
ANGELICA - (va al proscenio, verso il pubblico) Cosa vuoi che si faccia? Un cinema, un giro in galleria... Si parla, molto. Lui sa molto. Si interessa di tutto. Gli piace la musica classica.
BRUNO - Almeno in questo ti soddisfa!
ANGELICA - Gi.
BRUNO - (la segue, girato verso di lei) E quando la conversazione finita e la musica tace?
ANGELICA - Oh, mio Dio! Ne abbiamo gi parlato un secondo fa.
BRUNO - Io ho parlato di me, non di lui.
ANGELICA - S, vero. E allora mi rifugio nel diritto internazionale di non rispondere.
BRUNO - Indoviner: e quando la conversazione finita e la musica tace, cala gelido limbarazzo. Il disagio riempie laria che si fa densa di tristezza. E poi... il freddo e squallido dovere.
ANGELICA - Oh, mio Dio, vista cos, atroce! Forse nella realt un poco meglio.
BRUNO - Sono contento per te. Ma... senza amore, come si fa?
ANGELICA - Si fa. Si fa.
BRUNO - Ma senza lamore, che rende felici, come farai?
ANGELICA - Attento a te, mio caro, lamore non d la felicit. Bisogna prima essere felici per poter veramente amare. E poi ci sono altre cose nella vita... Lamore lho conosciuto con te. Ora posso rinunciarvi.
BRUNO - Viene da chiedersi...
ANGELICA - (lo interrompe, stizzita) Non viene da chiedersi nulla!
BRUNO - Nulla chieder! (si siede al piano)
ANGELICA - (va al piano, in piedi, sul fianco che da sul fondo, girata verso di lui) Adriano un buon amico. Mi vuol bene per quella che sono, per le mie qualit, e non per le sue soddisfazioni.
BRUNO - Frugale adoratore!
ANGELICA - Adriano conserva le maniere dei secoli passati. Quando viene a trovarmi, per delicatezza mi avverte con due giorni di anticipo.
BRUNO - Oh, mio Dio, diresti tu!
ANGELICA - E felice di sposare una donna niente affatto spiacevole. Una donna che gli mostrer sempre un viso felice, che lascolter con interesse e che gli sar buona compagna. Una donna che ricever con garbo i suoi amici, senza annoiarlo mai. Lui non chiede che io gli prometta pi di questo.
BRUNO - E se venisse a sapere di un tuo, diciamo, piccolo sbandamento?
ANGELICA - Non ci sar nessuno sbandamento, puoi esserne certo. Ma se dovesse succedere e venisse a saperlo, non me lo farebbe capire.
BRUNO - Un gran signore, dunque.
ANGELICA - Un gran signore.
BRUNO - Poi ricco, molto. Non decrepito, immagino, forse non pi giovanissimo, ma ancora attraente.
ANGELICA - Esatto.
BRUNO - Insomma un uomo piacevole, cordiale, ben curato, fisico in gran forma. Il tipo duomo da cui una donna divorzia con piacere.
ANGELICA - E invece io lo sposo!
BRUNO - E a questo punto viene da chiedersi: Ma di uomini cos, ne esistono ancora?
ANGELICA - Io lho trovato.
BRUNO - (ironico) Una fortuna! (si alza. Andr a guardare la lampada. Da l) E cos vissero tutti felici e contenti.
Il signore non pi giovanissimo, ma ancora attraente, vicino a te, far la sua fine. Io sto preparandomi la mia, vicino alla stagionata, insipida, ma ricca zitella. E tu prepari la tua, vicino allultimo gentiluomo rimasto sulla terra. Una catastrofe!
ANGELICA - Senza vittime.
BRUNO - Questo non lo credo. Le vittime ci saranno, e saremo noi. Io, costretto a vivere con la zitella, e tu accanto al metodico, colto, non pi giovanissimo.
ANGELICA - E costoro faranno di noi delle vittime. Speriamo di no.
BRUNO - Lo spero anchio. Ma sai, viene da chiedersi: Sapranno amarci? E come?.
ANGELICA - Non essere amati solo sfortuna. Non saper amare una tragedia. Albert Camus.
scena 3
la domanda
BRUNO - (si siede al tavolo e dopo 13 secondi) Una domanda. Cos. Sciocca. Sai quelle che si pongono ai bambini, del tipo: Vuoi pi bene al pap o alla mamma?.
ANGELICA - (seduta al piano) Non troppo sciocca, forse.
BRUNO - Forse no.
ANGELICA - Giusto per metterli in difficolt. (un istante di silenzio) Sentiamo.
BRUNO - Se io ti pregassi di farlo, rinunceresti ad Adriano?
ANGELICA - Oh, mio Dio! Sciocca! Lho detto.
BRUNO - Forse.
ANGELICA - Al punto in cui siamo una domanda senza senso.
BRUNO - S, hai ragione. Era solo per fare conversazione, quella conversazione che mi permette di restare ancora un po qui, a inzupparmi di questo luogo.
ANGELICA - E allora, solo per fare conversazione, ti ricordo che una sera tu mi chiedesti di sposarti, di partire con te, per vivere in una baita in montagna, dove la vita costa meno, col solo pane quotidiano, la natura, gli animali. Ricordi forse cosa ti ho risposto?
BRUNO - Che la miseria ti spaventa, cos come il pane secco, il freddo, lo sporco. Mi hai risposto che le bestie da accudire ti fanno orrore e che le tue mani non sono adatte a preparare la legna per linverno, ma solo a fare carezze.
ANGELICA - Hai buona memoria.
BRUNO - Buona, s. (un tempo) A quando il matrimonio?
ANGELICA - Oh, mio Dio, ancora! (si alza e sfoglia uno spartito posato sul piano) Presto.
BRUNO - Sa che tu... insomma...
ANGELICA - Lo sa. Adriano conosce la vita.
BRUNO - (viene avanti, girato verso il pubblico) Anche la mia futura suocera conosce la vita. E soprattutto credo che conosca la mia di vita, perch un giorno mi ha detto: So chi sei e cosa hai fatto finora. Nulla. E con questa parola sono stata pi che indulgente. Pur tuttavia so per certo che farai felice mia figlia, o io non conosco pi gli uomini!
ANGELICA - Perdutamente conquistata!
BRUNO - Gi. E quindi con me, la zitella sar felice. Adriano sicuramente lo sar con te. Ma a questo punto viene da chiedersi: E noi? Noi saremo felici?
ANGELICA - Cercheremo di esserlo.
BRUNO - Cercheremo, dici.
ANGELICA - Sei ossessionato da questa parola, felicit.
BRUNO - Ho paura.
ANGELICA - Anchio, ma dobbiamo essere coraggiosi. Daltra parte di felicit ce n pi duna. Non sono tutte uguali. E ognuna ha il suo fascino. (si siede al pianoforte con lo spartito)
BRUNO - Credo che gli anni felici della mia vita siano finiti. E non torneranno pi.
ANGELICA - Sei ancora giovane.
BRUNO - Dentro non pi. Quando mi hai accolto nella tua vita, dentro ero un ragazzo, ora un vecchio se ne va. (si gira verso di lei)
ANGELICA - Eri come un ragazzino, un adolescente incivile e primitivo.
Mi sono divertita a trasformarti in un una persona adulta, distinta, che sa come vestirsi; pulita e profumata, con il nodo alla cravatta sempre a posto.
BRUNO - Mi hai insegnato altre cose ancora, molto pi interessanti.
ANGELICA - (ride) Oh, mio Dio, certo che s! E tu imparavi molto velocemente!
(si alza, estrae una lettera, gliela porge) Una tua lettera.
BRUNO - Non le avevi bruciate?
ANGELICA - Tutte, tranne questa. A questa ci tengo. E la testimonianza della felicit che mi devi. Quattro pagine! (torna a sedersi al pianoforte)
BRUNO - (la prende) Quattro pagine! Quando il cuore parte, chi riesce a fermarlo?
(la guarda) La riconosco. Carta da quattro soldi. Lho scritta in un caff, appena uscito da casa tua, ancora tutto... (si ferma)
ANGELICA - Ancora tutto fremente.
BRUNO - E palpitante damore. (la apre)
Angelica inizia a suonare e continuer fino alla fine della musica.
Bruno viene al proscenio e, rivolto verso il pubblico, legge.
Angelica aspetta circa 9 secondi dallinizio della musica. Poi cita la lettera a memoria.
ANGELICA - Ti amo. Ti amer per sempre. Irrevocabilmente. Amo la tua anima e il corpo che la riveste. (un tempo) Sei cos indulgente con i difetti altrui che si amano i tuoi.
Praticamente mi hai detto che sono piena di difetti!
BRUNO - Non volevo dir questo.
ANGELICA - Ami lo specchio, perch puoi ammirarti; il cinema, perch puoi ridere; il teatro, perch puoi appassionarti; il mondo, perch ti inebria. (un tempo)
Sei pigra, e giustamente, perch credi che il ruolo di una bella donna sia quello di restare sempre tale. Sei donna, come la sogna un uomo, e allora sei certa che ti si debbano, senza nemmeno chiederli, vestiti, denaro, gioielli. Non sempre delicato, direi.
BRUNO - Lo ammetto.
ANGELICA - Vuoi essere amata delicatamente. Desideri che ti si offra un mazzetto di viole, un cioccolatino, un braccialetto da due soldi. Chiedi che si abbiano per te quelle piccole attenzioni senza prezzo, che riscaldano il cuore di una donna, pi di una collana di diamanti.
BRUNO - Qui mi sono riscattato!
ANGELICA - Ti eri gi dimenticato di quello che avevi scritto due righe prima!
Bruno con rabbia getta la lettera per terra.
Angelica smette di suonare.
BRUNO - Tu sei la donna che sognavo! Tu! E adesso dovrei lasciarti!
ANGELICA - Bruno, Bruno... questo non scritto! (si alza dal piano)
BRUNO - Angelica, io amo di un amore divorante, appassionato, incomprensibile, indistruttibile.Una sola parola e io mando tutto allinferno. La zitella, i suoi soldi, il mio avvenire.
ANGELICA - Oh, mio Dio, faresti questo per me?
BRUNO - Esattamente!
ANGELICA - Grazie. Una tale dichiarazione damore Fa sempre piacere a una donna. Ma quella parola non la dir. Me ne star zitta. (un tempo) Ostinatamente zitta. (si siede al tavolo)
scena 4
finale
BRUNO - Angelica, come potr vivere senza di te?
ANGELICA - (scherzando) Senza di me o senza il mio... t?
BRUNO - Di entrambi. Io... Io ho sete, sete di te... e di t... s, insomma...
ANGELICA - Non ti disseterai!
BRUNO - (si siede) Perch no? Sar delizioso. Forse triste, ma delizioso. Sar...
ANGELICA - Sar sporco! E quel t avr un amaro sapore: il gusto delladulterio ancora prima di appartenere a chi si sposa.
BRUNO - No, avr il gusto del nostro amore, da domani costretto a restare per sempre in uno scrigno, in fondo al cuore.
ANGELICA - Mi stai offrendo di rivivere per lultima volta la bellezza della nostra passione, per poi stingerci la mano e prendere ognuno la propria strada. Che idea squallida!
BRUNO - Ma non vero! E poi, scusa, a chi faremo del male?
ANGELICA - A noi stessi.
BRUNO - (si alza, acido e cattivo. Appoggia le mani al tavolo e la guarda fissa negli occhi) ) Sei ridicola e infantile. Rifiuti per orgoglio, per avere unaria onesta, perch sei irritata a causa del mio matrimonio. Come se non fosse opera tua! Tu mi hai spinto, malgrado non volessi. E ora capisco la tua trama: fare in modo che me ne andassi, per conto mio, cos avresti avuto la scusa pronta per realizzare i tuoi progetti da gatta sorniona. E scommetto che da tempo il tuo Adriano aspettava alla porta!
ANGELICA - Oh, mio Dio! Bruno...
BRUNO - La prova che dico la verit che io ti sacrificherei, subito, senza rimpianti, una fortuna a cui non tengo, mentre tu...
ANGELICA - Questo prova solamente che faresti uno sbaglio e che io, sola, ragiono, per tutti e due.
BRUNO - (si alza) Basta! Non me ne importa pi nulla! Non sei poi quella donna che mi sono sempre portato nel cuore! (prende di malagrazia il suo soprabito e lombrello)
Addio, Angelica. Non arrivederci. E saluti al signor Adriano! (ma non esce, armeggia con lombrello)
ANGELICA - (con dolorosa malinconia) Cos doveva finire! Che modo meschino! Lo temevo. Mi lasci con gli insulti dopo essere venuto come un bravo ragazzo, desideroso di essere leale e tenero fino alla fine.
Ma gi, sedurre una donna cosa che sa fare qualunque imbecille. Saperla lasciare con eleganza, qui si riconosce il vero uomo, il signore che non ho saputo fare di te.
Gli amanti contano per i buoni ricordi che si lasciano. Noi avremmo dovuto lasciarci dei ricordi preziosi, ma tuhai rovinato tutto.
BRUNO - (contrito) Io rovino sempre tutto! Ma tu non centri. Tu sei unamica adorabile e io veramente un amante meschino. Mi riprometto sempre di essere come non sono, di fare ci che non riesco a mantenere. (un tempo) Meschino.
ANGELICA - Ma no, non vero. E che a volte provi un sottile piacere a dire parole crudeli. Ma io so che non le pensi.
BRUNO - Mi passano per la testa e non riesco a tacere.
ANGELICA - Fino ad ora eri stato cos saggio e giudizioso! Tutto andava cos bene. Cosa ti ha preso?
BRUNO - Un eccesso di cattiveria.
ANGELICA - Ti perdono.
BRUNO - Tu perdoni sempre. Ma il tuo perdono non mi scusa. Sbaglio sempre, anche ora. Ma in questo modo non vi pi piacere a dirsi addio, solo... amarezza.
ANGELICA - Amarezza. (un tempo) Gi, il famoso piacere di dirsi addio...
BRUNO - Beh... non mi resta che liberarti della mia odiosa presenza. Nulla ci dobbiamo!
ANGELICA - Ricominci?
BRUNO - No, certo, no, scusa. Ma ... difficile. Difficile lasciarti. Difficile abbandonare una compagna di viaggio: ecco io sono arrivato, scendo, saluto. Corretto, ma crudele. (un tempo) Invece vorrei dire qualcosa di... profondo, di dolce, di importante. Ma la parola finale non la trovo.
ANGELICA - (dolcissima, ma decisa) Non tormentarti. Non cercare niente. Non dire niente. Il silenzio ha parole pi profonde, pi importanti di quelle che potresti dire. (un tempo. Lo guarda, si guardano) E ora vai.
BRUNO - (ancora un istante con gli occhi in quelli di lei) Addio, amore mio.
ANGELICA - (con gli occhi in quelli di lui) Addio, amore mio.
Bruno si muove con lentezza e va.
ANGELICA - Il sacchetto!
BRUNO - (ritorna) S, lo prendo... (va, si ferma) Se almeno fossi sicuro che non ce lhai con me...
ANGELICA - No, non ce lho. Vai.
BRUNO - S. (esce)
Angelica appoggia la schiena alla sedia e abbassa il capo chiudendo gli occhi e mormorando in modo quasi inudibile:
ANGELICA - Oh, mio Dio...
Bruno rientra, le si avvicina e la fa una carezza tra i capelli.
ANGELICA - (abbandonata) Ancora qua?
BRUNO - Sst. Non angustiarti. Non ti preoccupare di me. Sono uscito. Non ci sono pi. La mano che ti accarezza i capelli il mio cuore, che restato qui, con te.
ANGELICA - Che senso di vuoto! Quante cose ti porti via! (pianissimo) La mia vita...
BRUNO - Ti resta la parte migliore. (un tempo) E forse forse... hai vinto tu.
Bruno esce da destra.
ANGELICA - Gi, forse ho vinto io...Forse... Addio, amore mio.
E stato un piacere stare con te... E forse anche un piacere, un amaro piacere il dirti... addio.
Angelica si prende la testa tra le mani e... piange.
- BUIO
F I N E
- Questo copione è stato visto: