Agenzia investigativa

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ATTO PRIMO

Compagnia

“ La Paranza”


AGENZIA

INVESTIGATIVA

 


         COMMEDIA IN DUE ATTI

DI

SAMY FAYAD

(PE’ MEZ’ORA ‘E SFIZIO)


PERSONAGGI

INTERPRETI

Ernestino Javarone

      Francesco D’Avino

Otto Strossner

     Giuseppe La Montagna

Caterina

     Daria Romagnuoli

Mariano Caracciolo

    Carlo Costigliola

Signora Cimmino

    Lorena Simaku

Norma

    Imma Parolisi

Signora Javarone

   Imma Agliata

Sisto

  Francesco Rollin

Fra Gaspare

 Giuseppe Bulgarelli

   

 



PRIMO ATTO

LA SCENA SI SVOLGE NELL’UFFICIO PRINCIPALE DELL’AGENZIA INVESTIGATIVA “FIAT LUX” . SUL FONDO , LA PORTA D’INGRESSO. SOPRA VI E’ SCRITTO: “AGENZIA INVESTIGATIVA FIAT LUX – RICERCA DI PERSONE – INFEDELTA’ CONIUGALE – MASSIMA DISCREZIONE. UNA PORTA A DESTRA IMMETTE NEL SECONDO UFFICIO. A SINISTRA DUE PORTE, QUELLA VERSO IL FONDO IMMETTE NEL RESTO DELL’APPARTAMENTO, L’ALTRA, VERSO IL PROSCENIO, IN UN RIPOSTIGLIO. SCRIVANIA CON TELEFONO, POLTRONCINE, UN DIVANO, UNO SCHEDARIO. SULLA PARETE DIETRO LA SCRIVANIA, TRA DIPLOMI E ATTESTATI, DUE SCIABOLE INCROCIATE.

A SIPARIO CHIUSO, GIUNGONO I RUMORI DI UNA VIOLENTA COLLUTTAZIONE: MOBILI CHE ROVINANO A TERRA, GRIDA DI DOLORE, IMPRECAZIONI ETC…

ALL’ALZARSI DEL SIPARIO, L’UFFICIO DELLA FIAT LUX, APPARE MEZZO DEVASTATO: SEDIE ROVESCIATE, CARTE PER TERRA, IL LUME RIVERSO SULLA SCRIVANIA. FUORI CENTRO GLI ATTESTATI ALLE PARETI. LA PORTA A VETRI SUL FONDO, APERTA VERSO L’INTERNO.

MARIANO      Mantenetemi se nò trascendo!!  

JAVARONE    (DALLA PORTA DI DESTRA SUL FONDO ESCE JAVARONE, 

                          RIASSESTANDOSI LA GIACCA. VERSO L’INTERNO)

                          E ringraziate il Padreterno che stammatina m’aggio fatto ‘a santa   

                          comunione e debbo amare il prossimo mio come me stesso, altrimenti,                                stammatin invece e nà mazziata v’appennev’ for’ o barcone.

                          (BUTTA UN FOLDER PER ARIA) Mannaggia a marina!

STROSSNER   (AFFACCIA TIMIDAMENTE IL CAPO DALLA PORTA DI

                          DESTRA, SI GUARDA INTORNO, VA CON ESTREMA  

                          CIRCOSPEZIONE ALLA PORTA DI FONDO, GUARDA FUORI E   

                          CHIUDE. POI AFFACCIANDOSI ALLA PORTA DI DESTRA).   

                          Donna Caterina, Donna Caterina venite fuori, l’energumeno se ne  

                          andato. 

CATERINA               (FUORI SCENA) E venite a darmi una mano.

STROSSNER    Subito!!

CATERINA      Mariano, fratu mio. Marià che t’ann cumbinate, povere fratu mio           

STROSSNER    Signò, portiamolo sul letto …

                           (STROSSNER ESCE DA DESTRA E RIENTRA, SOSTENENDO  

                           ASSIEME A CATERINA L’ESANIME MARIANO).

STROSSNER    Anzi no, con questi sobbalzi, a letto non ci arriva vivo, è meglio che lo

                           poggiamo sopra al divano (LO SOLLEVANO ALLA MEGLIO E LO  

                           ADAGIANO SUL DIVANO).

CATERINA               Marià, fratu mio….

STROSSNER       Madonna, che paliatone! Povero avvocato.          

CATERINA                   A faccia me pare nà parmigiana ‘e mulignane.

STROSSNER       Ato che parmigiana ‘e mulignane, signò, guardate qua, guardate  (SOLLEVA UN BRACCIO DI MARIANO E LO LASCIA. IL BRACCIO RICADE INERTE) Braccio morto! Ahe …

CATERINA                   Madonna mia! (STROSSNER RIPETE L’OPERAZIONE CON UNA   GAMBA DI MARIANO CON LO STESSO RISULTATO)

STROSSNER       Gamba morta! Donna Caterina, Javarone non gli ha lasciato un osso   

                              sano.

CATERINA                   Vedete che succede quando un uomo arriva ad una certa età senza  

                               sposarsi.

STROSSNER       Ma perché, le mazzate se le pigliano solamente gli scapoli?

CATERINA                   No, ma un uomo sposato, se deve muovere un passo, lo fa  

                               responsabilmente, pensando che ha moglie e figli … no?

STROSSNER        Voi dite…(UN TEMPO) Madonna, che paliatone!

CATERINA                   E ve site miso pure vuje Snauzer!

STROSSNER       (PUNTUALIZZANDO) Strossner, donna Caterì, per favore, ve l’ho  

                              detto cento volte,  il mio nome è Strossner, Otto Strossner.

CATERINA                   Va bene, Snauzer, Strossner, come vi chiamate…. Ma comme, a

                               Javarone gli andate a scrivere papale papale, che tiene le corna?

STROSSNER       Gesù, Gesù,  quello si è rivolto apposta all’agenzia, per saperlo.

CATERINA                   E non contento di scriverglielo, mentre ‘o curnutone ‘o faceva chillu  

                               paliatone, vuje manteniveve pure a mio fratello.

STROSSNER        Dietro sua richiesta. L’avvocato ha gridato: “Mantenetemi, se nò

                               trascendo!” ed io l’ho mantenuto. Le botte se le pigliava vostro   

                               fratello,  sissignore, ma i contraccolpi li assorbivo tutti io.

CATERINA                   E figuriamoci le ossa di questo povero disgraziato!

MARIANO          (CON UNA VOCE AGONIZZANTE) Aaah, do-dove sono?

CATERINA                   Mariano, fratu mio. (A STROSSNER) Sta resuscitando!

MARIANO          (C.S.) Do-dove sono!

CATERINA                   Nell’agenzia, bello di Caterina tua.

MARIANO          L’agenzia mortuaria?

CATERINA                   Sciò, sciò, l’agenzia tua. E sei sano e salvo.

STROSSNER       Nu poco struppiato!

MARIANO          E chi è questo signore?

STROSSNER       Ma come, avvocà sono io, il vostro Otto Strossner.

MARIANO          Ah! (UN TEMPO) E perché vi siete pittato la faccia di rosso?

STROSSNER       Quello è il mio colore naturale; siete voi che mi vedete rosso.

MARIANO          (RICORDANDO) Ah già! Mi ricordo, Javarone mi ha applicato un   

                               filtro agli occhi?

STROSSNER       No, quello ve lo ha scamazzato il nervo ottico.

MARIANO          (FISSANDO STROSSNER) Mi ha mantenuto….Caterì, Javarone si  allisciava le mani addosso a me e questo signore mi manteneva.

                              Dietro stava lui, Javarone davanti e io in mezzo.

CATERINA                   Vabhè, ormai è passata, non ti agitare. Ti vado a preparare una bella  

                               tazza di caffè. (UN TEMPO) Ce la fai a bere?

MARIANO          Proviamo; se non ce la faccio, me lo versi in un orecchio.

                               (A STROSSNER) Tengo almeno un orecchio sano?

STROSSNER        (DOPO UNA RAPIDA RICOGNIZIONE) In quello sinistro, il

                               passaggio ci sta.

MARIANO           ‘E già na cosa!

CATERINA                   Non ti muovere, mi raccomando. (A STROSSNER) Non lo fate muovere. (ESCE A SINISTRA)

MARIANO           (MARIANO GUARDA A LUNGO STROSSNER CHE TENTA DI   

                               INGRAZIARSELO CON QUALCHE TIMIDO SORRISO) E bravo a Strossner…(PAUSA, SI ALZA E CON ALTRO TONO) Io ancora debbo capire… (UN TEMPO)… ma voi siete napoletano?

STROSSNER       E comme no, nato e cresciuto a Napoli.

MARIANO          E comm’è che uno nato e cresciuto a Napoli si chiama Otto Strossner. Ma voi di che razza siete.

STROSSNER       Gesù, ve lo ripeto,  razza napoletana.

MARIANO          Spuria, però. Siete di ascendenza longobarda. Lo testimoniano il nome ed  il comportamento.

STROSSNER       Avvocà, se vi fa piacere, cambio cognome.

MARIANO           (QUASI PER AGGREDIRLO) A cape ’avita cagnà  ‘a capa!

                               (UN TEMPO) Ma perché mi avete mantenuto?

STROSSNER        Perché me l’avete chiesto voi! Mantenetemi se nò trascendo!

MARIANO          (PAZIENTE) Vedete, Strossner? In Italia – in Longobardia, non lo so – ma in Italia, “MANTENETEMI” è un’esortazione retorica, che serve a far calmare gli animi dei contendenti, che sono ancora alla fase verbale. Voi invece, pigliate alla lettera l’esortazione e vi attorcigliate addosso a me? Nella fattispecie, se dovevate mantenere qualcuno, vi  attorcigliavate attorno a Javarone.

STROSSNER       Avvocà, voi non avete detto “mantenetelo” me lo state dicendo mò, a paliatone ricevuto.

MARIANO          Ma pure se ho sbagliato a dire, tra me e un pazzo come Javarone, chi è che va mantenuto? Il padreterno vi ha dato il raziocinio…dico io … usatelo! Altrimenti ecco i risultati, la moglie fa le corna a Javarone e le mazzate se le prende il titolare dell’agenzia investigativa. E poi, ve l’ho detto cento volte, addolcite le relazioni ai clienti. Metteteci un po’ di vasellina.

STROSSNER       Avvocà, quelli stavano in una camera d’albergo. Ci sta pure la documentazione cinematografica, se proiettiamo il film ce lo sequestrano.

MARIANO          Ma c’è sempre il modo: dire e non dire, fare altalenare il cliente tra il dubbio e la speranza; E un po’ di carità cristiana, Strossner, carità cristiana e vasellina.

CATERINA                   (ENTRANDO DALLA SINISTRA CON LA TAZZA) Ecco il caffè! (MARIANO BEVE) Perché non ti vai a mettere  un pò sul letto?

MARIANO           No, devo lavorare. (SI ALZA)

CATERINA                   Piano piano, non ti sbattere. Io vado in farmacia a prenderti una  

                               pomatina. (A STROSSNER). Vi raccomando, mantenetelo avessa cadè ‘nterra!

MARIANO          (VOLTANDOSI DI COLPO VERSO STROSSNER, CHE SI TROVA

                              A DUE METRI DA LUI E PUNTANDOGLI CONTRO UN DITO)

                               No, no, no questo signore non mi deve toccare. Strossner, mettetevi le mani in tasca!

CATERINA                   (A MARIANO) Ehh … E se ti dovesse venire un capogiro…

MARIANO          Sbatto con la faccia per terra, ma questo signore non mi deve toccare. Strossner, fate conto che io sono una vacca indiana. Non mi dovete toccare. (SIEDE ALLA SCRIVANIA) Mo, passando a debita distanza da me, andate nel vostro ufficio, ci stanno i raccoglitori delle infedeltà coniugali da riordinare, jate (UN TEMPO). A proposito di infedeltà, Sisto ha scoperto qualcosa sugli “Amanti diabolici”? Si è fatto vivo?

STROSSNER       Sissignore, Sisto è a Capri.

MARIANO          A Capri mò! Dieci giorni fa ha riferito che la pista lo portava a Sorrento.

STROSSNER       E mò ha telefonato che la pista seguitava per Capri.

MARIANO          Ma questi amanti diabolici si stanno facendo il viaggio di nozze? E Sisto  appresso a loro a fare la bella vita….Andate a riordinare, andate. (STROSSNER ESCE DA DESTRA, MARIANO SI SIEDE).

CATERINA                   (CON INTENZIONE) Sono quasi le undici e sta per arrivare la signora Cimmino. (MARIANO SOSPIRA) Marià, quella è un buon partito…. afferra la fortuna per i capelli…

MARIANO           E dalle! La signora Cimmino è sposata. E poi è n’à cliente, he’ capito? Non è un partito!

CATERINA                   (IMPERTURBABILE) Se viene ogni giorno qua e passa le ore sane a guardarti, un motivo ci deve essere. Quella tene  una simpatia per te.

MARIANO          Mi guarda perché le ricordo il marito. Mi paga un supplemento e mi lascio guardare. È una prestazione professionale.

CATERINA                   Dico io: le ricordi il marito, lo puoi pure sostituire….Marià, io aggio fatto nà penzata: fai sparire il marito e sposatela tu.

MARIANO           Catarì, il mio mestiere è ritrovare la gente, non farla sparire!

CATERINA                   Insomma tu vuoi restare zitello?

MARIANO          Fino alla morte, Caterì, fino alla morte!

CATERINA                   Ma lo sai che cos’è un uomo senza una moglie vicino?

MARIANO          Un uomo con i nervi distesi.

CATERINA                   …e senza corna! Jammo, dillo sinceramente. A te ti ha rovinato la professione. Tu non ti vuoi sposare per paura delle corna!

MARIANO          Embè!? È un rischio che corrono gli uomini sposati. Io sto bene come sto, Catarì: senza moglie, senza famiglia…

CATERINA                   …senza cuore, senza Dio…

MARIANO          …e senza corna! Và, va à piglià ‘a pomatina!

CATERINA                   Vaco, vaco. (GUARDANDO IN ALTO) Madonna mia, non fare   

                               trovare Cimmino. (ESCE DAL FONDO)

MARIANO           (GRIDANDOLE DIETRO) Eh, nun ‘o fa truvà…E nuje cumme campammo? (TRA SE) Tsè, nà mugliera! (GRIDANDO ANCORA   

                              ALLA PORTA) Per farmi intossicare la vita non basta Strossner.

STROSSNER       (ENTRANDO DA DESTRA) Avvocà….  Avvocà, aggio avuto na

                              bella pensata sul modo di vendicarvi del paliatone ricevuto. Piglio il  rapporto sulla moglie di Javarone, ne faccio fare una copia su pergamena in caratteri gotici e la mando all’interessato, incorniciata con sopra due belle corna di cervo maschio. La firma vostra sotto e glielo mandiamo fino a casa! Eh?

MARIANO       Con la firma mia sotto? (MARIANO COMINCIA AD ALZARSI E PRENDE UNA DELLE DUE SCIABOLE E INIZIA A GUARDARSELA) …

STROSSNER       Una bella firma grande …

MARIANO           (DALLA PARETE E L’ALZA MINACCIOSO VERSO STROSSNER)

                              (GRIDANDO) Strossner, io vi sparto in due! (MA LA MOSSA BRUSCA GLI FA LANCIARE UN GRIDO DI DOLORE. MENTRE STROSSNER SI RITIRA MARIANO SI PIEGA SU SE STESSO PORTANDOSI UNA MANO AI RENI E CON L’ALTRA SORREGGE LA SCIABOLA A MO’ DI CANDELA. DAL FONDO ENTRA LA SIGNORA CIMMINO, UNA BELLA DONNA GIOVANE E PROVOCANTE CHE LO GUARDA ESTASIATA)

SIG.CIMMINO    (CON VOCE FLAUTATA) Madonna!, tale e quale a Cimmino mio ai campionati internazionali di sciabola. Avvocà, non vi muovete!

MARIANO          E chi se po’ movere?

SIG:CIMMINO    Vi state allenando?

MARIANO          No, sto posando per la statua di Vittorio Emanuele secondo!

SIG.CIMMINO    (ESTASIATA) Tale e quale a Cimmino mio…la stessa voce da tenore  

                               lirico. Guardo in voi il fac-simile e mi pare di vedere l’originale.   

                               Parlate, parlate, avvocato, non mi togliete questa innocente illusione  dei sensi, siete Cimmino pittato quando gli prendeva la sciatica.

MARIANO           Gli durava assai?

SIG.CIMMINO    Pure dieci giorni.

MARIANO          Ahè!

SIG.CIMMINO    E in quei giorni era mio prigioniero nell’intimità del focolare

                              domestico. Sempre sotto gli occhi, mentre cucinavo, mentre sfaccendavo e rassettavo. (GUARDA L’OROLOGIO) A proposito, è l’ora del solito riordino e il vostro studio oggi ne ha proprio bisogno. Mi metto in libertà. (SI SPOGLIA RESTANDO IN SLIP E REGGISENO)

MARIANO           (SUDANDO FREDDO) Ahèeee….

SIG.CIMMINO    (RICORDANDO) E mentre io rassettavo, lui mi raccontava le sue

                               prodezze sportive. Lo spadone lo tenete sempre alzato?

MARIANO          Sempre alzato, signora, ma non sta bene….

SIG.CIMMINO    Lo spadone non sta bene?

MARIANO          Lui si, grazie, dicevo: ma non sta bene che vi mostriate così…in   

                               libertà…in orario di ufficio.

SIG.CIMMINO    Niente ufficio, per carità. Avete la sciatica e vi trovate nell’intimità  

                               domestica in compagnia della vostra mogliettina.

MARIANO          Aheeee…. (CHIAMANDO) Strossner….

STROSSNER       (ENTRANDO DA DESTRA) Comandate. (ALLA VISTA DELLA  

                               SIGNORA CIMMINO) Mamma d’ò Carmene!

MARIANO          Strossner, la pratica Cimmino. L’ultima risposta, a quando risale?

STROSSNER       (ANNUENDO INEBETITO SENZA DISTOGLIERE LO SGUARDO  DALLA SIGNORA CIMMINO) Eh!

MARIANO          A quando risale?

STROSSNER       Eh … Risale, avvocato, risale!

MARIANO          Chi risale?

STROSSNER       Voi che avete detto?

MARIANO          Vi ho domandato a quando risale l’ultima risposta della pratica  

                               Cimmino.

STROSSNER       Ah, la pratica.

MARIANO          Voi che avete capito?

STROSSNER       Avevo capito n’ata cosa.

MARIANO          Siete un degenerato.

STROSSNER       Gesù, voi avete fatto risalire pure la sciabola.

SIG.CIMMINO    (SEMPRE RIORDINANDO) Lo tenete sempre alzato lo spadone,  

                               avvocato!

MARIANO          Sta sempre alzato. (A STROSSNER) Volete rispondere a quando risale l’ultima risposta?

STROSSNER       La prima e l’ultima, a un anno fa. L’ambasciata italiana a Londra ha risposto negativamente.

MARIANO          Perché, Cimmino è partito?

STROSSNER       Quando?

MARIANO          Strossner, guardate a me. Se avete detto  a Londra, vuol dire che sta in Inghilterra, no? E mò ditemi come e da chi avete saputo che Cimmino ci è andato.

STROSSNER       In Inghilterra? L’ho saputo da voi, quando la signora si è venuta a  

                               mettere nelle nostre mani.

MARIANO           Quando la signora è venuta a mettersi nelle nostre mani, ci ha detto  

                               che Cimmino stava a Brescia. Mò, il viaggio Brescia Inghilterra, sto  

                               cacchio di Cimmino, quando l’ha fatto?

STROSSNER        (CADENDO DALLE NUVOLE) Ah, Cimmino stava a

                               Brescia? (MARIANO CHIUDE GLI OCCHI E TIRA IL FIATO)

MARIANO          Signora, posso abbassare lo spadone?

SIG.CIMMINO    E perché lo volete abbassare, cattivo?

MARIANO          Lo voglio abbassare sulla testa di questo fetentone! Jate a piglià a  

                                pratica Cimmino. (STROSSNER ESCE DA DESTRA)

SIG.CIMMINO    (GUARDANDO L’OROLOGIO) Uh Uh … Stanno per suonare le  

                                undici. A quest’ora Cimmino mio che cosa faceva?

MARIANO          (CON LO STESSO TONO DOLCIASTRO DI LEI) Si mangiava la

                                sfogliatella.

SIG.CIMMINO     E bravo, e come lo sapete?

MARIANO          (MENTRE LEI SI RIVESTE) Perché è un anno che me la portate ogni  giorno, e ogni giorno mi domandate che faceva Cimmino alle undici.   

                               Cimmino, non teneva a che penzà, e a me me sta venendo ‘o diabete.  

                               (ENTRA STROSSNER CON UN FASCICOLO)

STROSSNER        La pratica Cimmino.

MARIANO          Leggete….

STROSSNER        (SCORRENDO RAPIDAMENTE UN FOGLIO) Dunque…

                               Eh…..eh….(UN TEMPO) Brescia. (UN TEMPO) Gesù, Gesù ma voi   

                               vedete….

MARIANO           E voi, è da un anno che lo state cercando alla corte della regina Elisabetta, mentre io mi sto abboffando di sfogliatelle.

STROSSNER       Provvedo subito, avvocà. (ALLA SIGNORA CIMMINO) Signò, state  

                              tranquilla,  vostro marito lo faccio tornare a Brescia. (ESCE DA  

                              DESTRA)

MARIANO           (GRIDANDOGLI DIETRO) Qui dovete farlo tornare, qui!

SIG.CIMMINO    Quindi non ci sono novità…

MARIANO           E se c’erano non vi avvertivo con la velocità del fulmine. Appena ricompare Cimmino, festeggio l’avvenimento con un pranzo all’Excelsior. (SQUILLA IL TELEFONO) Posso muovere le mani per rispondere?

SIG.CIMMINO   Si, rispondete….

MARIANO          (AL TELEFONO) Agenzia FIAT LUX, ricerche di persone, infedeltà coniugali, …(-) chi? (-) Ah, siete voi, Sisto….e parlate più forte. Che è questa interferenza,  state parlando dalla grotta azzurra? (-) come? Da Firenze? State a Firenze? Toscana? (-) Neh, e che ci fate? (-) Ho capito, che state pedinando gli amanti diabolici. Ma avete appurato che cosa ci sono andati a fare in Toscana? (-) come? Per arricchimento culturale (UN TEMPO) Sisto, guardatemi negli occhi, voi siete sicuro di essere sulla pista giusta, è vero? Non è che alla fine ci sta qualche sorpresina….(-) e va bene…verificate e teneteci al corrente. (RIAGGANCIA)

SIG.CIMMINO    Avvocato, io più vi guardo e vi sento parlare e più sento in me un

                              rimescolamento. E’ bene? È male? È peccato?

MARIANO          Finchè state vestita e nei limiti è un’illusione dei sensi, lo avete detto anche voi, credete di vedere in me vostro marito e in questo non c’è niente di male.

SIG.CIMMINO    Certo, qualche piccola differenza tra voi e lui ci sta, ma questioni di dettagli. Lui, per esempio, porta un paio di occhiali azzurrati. Mò vi faccio vedere. (PRENDE DALLA BORSA UN PAIO DI OCCHIALI SCURI E GLIELI SISTEMA SUL NASO) E’ veramente impressionante….dato che mi trovo, aspettate che completo l’opera. (PRENDE DALLA BORSA UNA BARBETTA E GLIELA APPLICA) Due gocce d’acqua. (PRENDE UNA PARRUCCA E GLIELA CALZA IN CAPO. COMMOSSA) Sconvolgente! Mò siete Cimmino pittato….(GLI DA UNO SPECCHIETTO) Guardate!

                              (MARIANO NEL NON RICONOSCERSI SI SPAVENTA)

                               Certo, vi manca qualche centimetro di statura. Alzatevi sulla punta dei

                              piedi. (MARIANO SI SOLLEVA) E mò, mangiatevi la sfogliatella. (GLIELA DA, MARIANO LA SBOCCONCELLA) Adesso che siamo soli, per una volta, una! Me lo fareste quello che Cimmino mio mi faceva sempre a quest’ora? (MARIANO SMETTE DI MASTICARE E LA FISSA) Dite di si, dite di si!

MARIANO           (SOSPETTOSO) Che vi faceva Cimmino a quest’ora?

SIG.CIMMINO    Dolce dolce, senza gridare, per non disturbare i vicini. Me lo fate, si?

MARIANO          Dipende da quello che vi faceva Cimmino, e se non è in contrasto con  

                               l’etica professionale…

SIG.CIMMINO    A quest’ora, quando teneva la sciatica, mi cantava… (UN TEMPO)  “Piscatore ‘e Pusilleco”

MARIANO          (LA GUARDA IN SILENZIO, SI STRINGE NELLE SPALLE E      

                               ATTACCA A CANTARE) Piscatore d’ò mare e pusilleco …

                             (SI INTERROMPE CON UN GRIDO) Strossner….

                             (ENTRA DA DESTRA, MARIANO LO FA AVVICINARE GLI   

                               CALZA LA PARRUCCA, GLI SISTEMA LA BARBA E GLI   

                               OCCHIALI, SENZA CHE STROSSNER REAGISCA IN NESSUN  

                                MODO) Alzatevi sulla punta dei piedi. (STROSSNER SI SOLLEVA)  e mò cantate Piscatore ‘e

                               pusilleco!

STROSSNER       In che tonalità?

MARIANO          (GRIDANDO) Strossner, cantate!

STROSSNER       Sissignore!

                              Di Murolo/Tagliaferri … eseguirò Piscatore ‘e Pusilleco!

                              (CANTANDO)

                              Piscatore d’ò mare e pusilleco

                             Ca ogni notte me siente e cantà       

                              Piscatò sti parole so lacrime

                             Pè Marì ca luntana me sta…..

MARIANO          Basta così. (STROSSNER SMETTE. ALLA SIGNORA CIMMINO)

                              Con un modico supplemento ve lo mando fino a casa, lo volete?

SIG.CIMMINO    Noooo! Non gli somiglia proprio, si vede che è Strossner.

MARIANO           (MASTICANDO AMARO E SCUOTENDO STROSSNER PER UN    

                              BRACCIO) E mimetizzatevi, sangue del diavolo. Ma che razza di investigatore siete? Manco nà schifezza d’ imitazione sapite fa. Andate a riordinare l’archivio, andate.

CATERINA                   (ENTRA DAL FONDO TRAFELATA, MENTRE STROSSNER SI LIBERA DELLA PARRUCCA E DEGLI OCCHIALI, POGGIANDOLI SULLA SCRIVANIA) Marià, Marià, sta tornando   

                              Javarone.

MARIANO           Sta tornando qua?

CATERINA                   Sissignore. Cammina per la strada e parla da solo: “sto tornando

                              dall’avvocato Mariano Caracciolo”. Marià, telefona al 113.

MARIANO           Javarone sta tornando qua? E io qua l’aspetto. (PRENDE UNA DELLE

                              DUE SCIABOLE DALLA PARETE)

STROSSNER        Bravo, avvocato, armatevi. (INCAMMINANDOSI IN FRETTA

                              VERSO DESTRA) Io vado a riordinare.

MARIANO           Fermo dove state! (MARIANO PRENDE STROSSNER PER

                              IL COLLETTO E LO ARRESTA)

CATERINA                   Ti vuoi macchiare le mani di sangue?

MARIANO           E, già, per farmi ritirare la licenza….(RIPOSANDO LA SCIABOLA ALLA PARETE) Conoscendo Javarone, è meglio togliere l’occasione. (ALLA SIGNORA CIMMINO) Signora voi andate di là con mia sorella mentre spiccio questo cliente.

SIG.CIMMINO     Poi mi finite di cantare Piscatore ‘e pusilleco?

MARIANO           Certamente …

SIG.CIMMINO     Avvocà, Avvocà … giurin giuretto …

MARIANO           Giurin giuretto …

SIG.CIMMINO     Io non ci credo … datemi una prova …

MARIANO           (ALZANDO LA VOCE) Signò dopo vi canto tutto LP ma i’atevenne. (CATERINA ESCE ALLA SINISTRA INSIEME ALLA SIGNORA CIMMINO). (DOPO UNA BREVE RIFLESSIONE) Strossner, travestimento numero 5. State pronto dietro la porta e al mio richiamo entrate e agite.

STROSSNER        Travestimento numero 5….(ESCE DA DESTRA E CHIUDE LA

                              PORTA. MARIANO CALZA RAPIDAMENTE LA PARRUCCA E GLI OCCHIALI. SI APRE LA PORTA DI FONDO ED ENTRA JAVARONE).

JAVARONE         (CON VOCE TONANTE) Avvocato Mariano Caracciolo.

MARIANO          (VOLGENDO LE SPALLE E FALSANDO LA VOCE) Da parte di    

                             chi?

JAVARONE        Amici!

MARIANO          L’avvocato è fuori per un pedinamento urgente. Dite a me che riferisco.

JAVARONE        Non posso. (CON TONO AFFRANTO) Mi debbo gettare ai piedi

                             di quel galantuomo e glieli debbo  baciare.

                             (SI SCHIAFFEGGIA GRIDANDO) Carogna!

MARIANO          (STRETTO NELLE SPALLE) Chi?

JAVARONE        Io, io, carogna e analfabeta che non ho saputo leggere il rapporto dell’agenzia.

MARIANO          (LIBERANDOSI DELLA PARRUCCA E GLI OCCHIALI) Neh, Javarò, ‘e che è sta nuvità?

JAVARONE        (GUARDANDO ALTERNATIVAMENTE LA PORTA E MARIANO) Avvocà, sono contento che siete tornato dal pedinamento urgente. Avete sentito quello che ho detto al signore che stava qua? (UN TEMPO) L’ho detto e lo faccio. (SI GETTA AI SUOI PIEDI E GLI BACIA LE SCARPE) Perdonatemi, sono un animale, sono una carogna.

MARIANO          Mai vantarsi Javarò, mai vantarsi…..(JAVARONE SI ALZA E STRINGE MARIANO AL PETTO)

JAVARONE        Che posso fare per ottenere il vostro perdono? (UN TEMPO) Avvocà, io a papà non l’ho mai conosciuto. Embè, mò faccio conto che voi siete papà mio. (LO BACIA RIPETUTAMENTE) Babbo perdonami! Babbo il rapporto non l’ho saputo leggere.. Parla di un incontro avvenuto il 15 marzo in un albergo alle 16,30. E grazie che è avvenuto…..(TRIONFANTE) Con mio cugino Gian Domenico.

MARIANO          (FINGENDO DI CAPIRE) Una cosa in famiglia…

JAVARONE        No, l’incontro è avvenuto tra me e la mia signora per lo sposalizio di mio cugino Gian Domenico. (MOSTRANDO UNA AGENDA) Ecco qua, leggete: giorno 15 ore 16,30 sposalizio Gian Domenico, albergo Magnum. Quel 15 marzo me lo ricordo perché faceva un caldo talmente forte fuori stagione, che abbiamo fatto un bagno a mare. (UN TEMPO, COMMOSSO) E io mi sono permesso di mettervi le mani addosso…(MARIANO LO GUARDA PER UN ISTANTE, POI GRIDA VERSO LA PORTA DI DESTRA).

MARIANO          Monsignore (STROSSNER ENTRA DA DESTRA VESTITO DA VESCOVO CON LA CROCE PETTORALE SOLLEVATA IN ARIA)

STROSSNER       (ENTRANDO) Pax et bonus! (JAVARONE GLI SI AVVICINA E GLI BACIA UNA MANO)

JAVARONE        Eccellenza…..

MARIANO          Non è Eccellenza, questo è Strossner.

JAVARONE        Si è fatto vescovo?

MARIANO          No, è pronto per un pedinamento in Vaticano. Strossner, vi voglio far fare una risata.

STROSSNER       (SOSPETTOSO) E’  il caso di ridere?

MARIANO          Si, con Javarone abbiamo chiarito. Strossner dite un po’, che tempo faceva quel giorno?

STROSSNER       Quale giorno?

MARIANO          Il 15 marzo.

STROSSNER       Ah, quando la signora e un individuo di sesso maschile….(E UNISCE GLI INDICI IN ARIA)

MARIANO          E non fate gesti allusivi. Quel giorno che tempo faceva?

STROSSNER       (FACENDO ROTEARE UNA MANO IN ARIA) Uh!

MARIANO          Uh, che?

STROSSNER       Tempo pessimo. Marzo è pazzo, mare forza 9, una libecciata, una   

                              pioggia che non vi dico, ‘o menava ‘a zeffunno.

MARIANO           Quel giorno, il 15 marzo, Javarone e signore, hanno fatto un bagno a mare.

STROSSNER       (A JAVARONE) Overo? Vi siete esposti a quel rischio con quel tempo?

MARIANO          (A STROSSNER) Strossner,  ma voi dove eravate! E a chi stavate pedinando? (A JAVARONE) Lui ha fatto tutto, pedinamento e rapporto.

JAVARONE        (ASSAI TRISTE) Gesù, Gesù, Gesù, e perché l’avete fatto? Il paliatone spettava a voi e non a lui (ACCORATO). Vedete che giornata storta, combinato come sto con le mani, debbo fare un altro paliatone.

MARIANO          A lui?

JAVARONE        E  pè forza.

STROSSNER       (PIAGNUCOLANDO) A me, e perchè?

JAVARONE        Primo: avete insinuato sconcezze sulla mia signora.

STROSSNER       Ma si è chiarito…..

JAVARONE        (CONTINUANDO) Secondo: perché mi avete spinto a scamazzare questo galantuomo innocente. Terzo: perché sono felice di avere una moglie fedele.

STROSSNER       E voi la felicità la festeggiate facendo un paliatone a me.

JAVARONE        Vi punisco perché mi avete fatto essere infelice, lasciandomi credere di avere una moglie infedele. (A MARIANO) Dico bene?

MARIANO          Il ragionamento non fa una grinza.

STROSSNER       Il ragionamento è tortuoso. (LEVANDO IN ARIA LA CROCE PETTORALE) Pax et bonus!

MARIANO          Strossner non fate la faccia feroce. Non posso permettere che i dipendenti manchino di rispetto ai clienti. (A JAVARONE) A voi prima che questo trascenda e vi faccia male, io lo mantengo e voi ve ne tornate a casa a festeggiare le scampate corna.

JAVARONE        Perché, questo bombolone alla fragola mi manca di rispetto a me (SI AVVICINA A STROSSNER E LO SPINGE CON L’INDICE SULLA SPALLA) Ommo ‘e niente, fatemi vedere come mi mancate di rispetto.

MARIANO          (MANTENENDO STROSSNER DA DIETRO) Strossner non trascendete.

JAVARONE        (COLPENDO SEMPRE STROSSNER CON L’INDICE) Carta velina..

STROSSNER       Avvocà, chiamate il 113, un medico.

MARIANO          State senza pensiero che quando è il momento lo chiamo per farvi l’autopsia.

STROSSNER       Pax et bonus! Rispettate la veste che indosso. (JAVARONE A COLPI DI INDICE SULLA SPALLA LO FA INDIETREGGIARE ED ESCE CON LUI DA DESTRA, CHIUDENDO LA PORTA. MARIANO SI TAPPA LE ORECCHIE E AI PRIMI RUMORI CHE PROVENGONO DALL’UFFICIO DI STROSSNER SI SOFFREGA LE MANI, A SINISTRA FA CAPOLINO CATERINA)

CATERINA                   Addò sta Javarone.

MARIANO          Tutto sistemato, mi ha baciato i piedi e ha voluto essere perdonato.

CATERINA                   Marià, ma tu ti senti bene? (DA DESTRA RUMORI SOSPETTI)

                                E cherè chistu quarantotto.

MARIANO          Ah, Strossner. Sta facendo nuovo nuovo a Javarone.

CATERINA                   (SEGNANDOSI) Maria Vergine, tu ti dovresti mettere in osservazione al policlinico. Siente, io nun voglio sapè che sta succedendo, ma intanto la signora Cimmino, la faccio uscire dalla porta di servizio.

MARIANO          Brava, brava. Va. (CATERINA ESCE A SINISTRA. SUONA IL TELEFONO MARIANO SOLLEVA IL RICEVITORE) “Agenzia Fiat Lux, ricerca di persone, infedeltà coniugale…..” Ah, Sisto, beh, che si dice a Firenze? Come? (-) Ne ma pecchè fischiate? (-) Locomotive? E che fate in mezzo alle locomotive (RESTA IN ASCOLTO STRINGENDO LE MASCELLE) Quindi partite per Venezia….Oh, per mia scienza, prevedete per caso, di fare una puntata, che so, a Vienna, Budapest….(-) Sisto, io non stò sfottendo. Voglio sapere dove cacchio vi stanno portando a sperdere questi amanti diabolici (-) va bene, indagate, riferite. (DEPONE IL RICEVITORE, DA DESTRA ENTRA JAVARONE) Già avite fatto?

JAVARONE        Avvocà, voglio un rapporto veritiero, nero su bianco, con la firma di quel signore là. E se trovo un’altra inesattezza, qua torno, e lo appendo fuori al balcone. E dato che mi trovo, vi affido un altro incarico. Vi ho detto che io non ho conosciuto a papà mio, perché quello usò violenza a mia madre e se la squagliò. Vi affido l’incarico di trovarmi il babbo. Avvocà, io ho bisogno del calore paterno. Quel signore, appena me lo trovate, prima gli faccio quello che so io e poi mi faccio dare il calore.

MARIANO          Javarone, mi dovreste fornire qualche elemento. Com’è andato il fatto con vostra madre?

JAVARONE        Come è andato? (A UN PERSONAGGIO DEL PUBBLICO) Ma come, te ne approfitti che sei un pezzo d’uomo alto più di due metri, folta capigliatura, primatista sollevamento pesi e lei una ragazzina che pesa meno di una foglia….. te la porti in un bosco allettandola con gli amaretti di Saronno e le usi violenza?……Carogna!

MARIANO          Questo ha fatto il degenerato?

JAVARONE        Sissignore.

MARIANO           Carogna! Aspettate che prendo nota (SCRIVENDO) Alto più di due  

                               metri….folta capigliatura… primatista sollevamento pesi….farò delle ricerche al Coni.

JAVARONE         Quella povera martire ha resistito finchè le hanno retto le forze e  

                               il cuoio capelluto. Il carognone l’ha afferrata per la chioma e, gridando “io sono l’uomo delle caverne e tu la mia preda” l’ha trascinata finchè i capelli hanno ceduto di schianto. Quella santa donna ha dovuto portare la parrucca per due anni

MARIANO          (SCRIVENDO) E questo sarebbe accaduto 25 anni fa…..in un bosco immagino. Sapete dove?

JAVARONE        A Fiuggi.

MARIANO          (SCRIVENDO) Il nome di mammà?

JAVARONE        Norma Javarone.

MARIANO          E quello di papà (INDICANDOLO) il carognone?

JAVARONE        N.N.

MARIANO          (SCRIVENDO) N.N. (RILEGGENDO) Dunque Fiuggi, 25 anni fa, primatista sollevamento pesi, statura metri due……Javarò, può darsi che siamo fortunati, io a Fiuggi ci vado da oltre 25 anni e può darsi che frugando nella memoria…..

JAVARONE        Eh, frugate, frugate…io intando vado a festeggiare con la mia signora le scampate corna. (VIA DAL FONDO. MARIANO SI ALZA E VA A BUSSARE CON DISCREZIONE ALLA PORTA DI STROSSNER)

MARIANO          Strossner, siete in grado di intendere e di volere?

STROSSNER       (FUORI DI SCENA CON UN URLO) Madonna! (ENTRA DA DESTRA) in me vedete un morto che cammina.

MARIANO          Pari e patta. Ricomponetevi e cercate a chi appartengono le corna che avete attribuito a Javarone. Io mi vado a dare una rinfrescata. (ESCE DA SINISTRA. STROSSNER SI RICOMPONE E SIEDE ESAUSTO, VOLGENDO LA SCHIENA ALLA PORTA D’INGRESSO DALLA QUALE, ENTRA LA SIGNORA JAVARONE).

SIG.JAVARONE Siete l’investigatore?

STROSSNER       Si, Agenzia Fiat Lux……

SIG.JAVARONE (INTERROMPENDOLO) Non ho tempo per i preamboli. (PORGENDOGLI UNA BUSTA) Qui ci sono cento euro per voi.

STROSSNER       (RIANIMANDOSI) ‘A madonna v’ò renne.

SIG.JAVARONE Non mi chiedete a quale titolo?

STROSSNER       No Signora! La prima regola della nostra Agenzia è la segretezza, non  fare domande!

SIG.JAVARONE E’ una gratifica.

STROSSNER       Che ho fatto?

SIG.JAVARONE Che farete!

STROSSNER       Che farò?

SIG.JAVARONE Tacere! Non avete visto niente, non sapete niente e di conseguenza non potete parlare. È chiaro? (STROSSNER STRINGE LE LABBRA E FA CENNO DI SI CON LA TESTA) Non mi domandate su che cosa tacere? (SEMPRE A LABBRA STRETTE, STROSSNER FA DI NO CON IL CAPO)

MARIANO          (ENTRANDO DA SINISTRA) Neh, Strossner…. (SI INTERROMPE) Signora…..(STROSSNER GLI FA CENNO DI TACERE PORTANDOSI UN DITO ALLE LABBRA)

SIG.JAVARONE Il signore chi è?

MARIANO          Sono il titolare dell’agenzia. (LA SIGNORA PRENDE LA BUSTA DALLE MANI DI STROSSNER E LA DA A MARIANO)

SIG.JAVARONE Non ho tempo per i preamboli. Qui ci sono cento euro per voi. Una gratifica. Dovete tacere.

MARIANO          Mi volete far capire?

SIG.JAVARONE Sono la moglie di Ernestino. (MARIANO E STROSSNER SI GUARDANO CON FARE INTERROGATIVO) Ernestino non deve   sapere. Mai e nulla.

MARIANO          Chi è Ernestino?

SIG.JAVARONE Si è rivolto a voi per cogliermi in fallo. Come lo so? Ho letto il nome e  il numero telefonico della vostra agenzia segnati nella sua agenda.   Perché lui mi sospetta….(CAMBIA TONO) oh si mi sospetta… ah, si, è vero, agli occhi del mondo sono colpevole, si, ma di fronte alla mia coscienza, sono immacolata. Non è un capriccio, credetemi, ma la passione che infiamma e divora, l’incontro di due anime. (NEL FRATTEMPO PRENDE LE MANI DEI DUE CHE SI SONO POSIZIONATI SUI LATI E LE PORTA AL PETTO) Senza Gaspare, la mia vita, non ha significato. (NEL GETTARE LE MANI VERSO IL BASSO, I DUE INVOLONTARIAMENTE SI COLPISCONO LE PARTI BASSE).

MARIANO          Mettiamo ordine nelle idee, signora. Ernestino è vostro marito, ma la passione travolgente vi ha portata tra le braccia di Gaspare. Non è un fatto nuovo. Ma queste cose perché le dite a me?

SIG.JAVARONE E a chi le dovrei dire?

MARIANO          Al confessore. O se la passione è tanto travolgente, lo andate a

                              dire a Ernestino e chiedete il divorzio.

SIG.JAVARONE A Ernestino? Pazzo, pazzo! Come se non lo conosceste. Con quella   

                              sua violenza incontrollata.

MARIANO           Perché, io lo conosco? Scusate, come fa di cognome Ernestino?

SIG.JAVARONE Javarone, no?

MARIANO          (RESTITUENDOLE DI COLPO LA BUSTA) Ripigliatevi la gratifica.

SIG.JAVARONE Volete condannarmi alle pene dell’inferno?

MARIANO          Signora, io apprezzo ancora le gioie della vita. Non ho intenzione

                              di suicidarmi.

STROSSNER       Avvocato, una parola. (LO TRAE IN DISPARTE) Scusate, con Javarone si è chiarito. Lui è convinto che c’è un equivoco. (ALLA SIGNORA JAVARONE) Signora, con la passione ardente….con coso lì, come si chiama….

SIG.JAVARONE Gaspare!

STROSSNER       Con Gaspare vi incontrate all’albergo Magnum?

SIG.JAVARONE In albergo? Che volgarità! Lui ha preso un appartamentino.

STROSSNER       (A MARIANO CON DISCREZIONE) E quindi….

MARIANO          Se prima o poi lo viene a sapere?

STROSSNER       Da noi no! Avvocà, quello è venuto? E’ convinto che non era vero niente. La preghiera di Javarone è stata esaudita.

MARIANO          Come esaudita?

STROSSNER       Ricordate quella vecchia preghiera: “ Signore, fa che io non sia cornuto, se lo sono fa che non lo sappia e se lo so fa che non ci faccia caso”. E poi avvocà per quanto riguarda i soldi, stamattina l’agenzia ha subito già due paliatoni, invece di una gratifica, consideriamolo un risarcimento danni e ripigliamoci la busta. (RIPRENDE LA BUSTA DALLE MANI DELLA SIG.JAVARONE ) Signora, noi taceremo!

SIG.JAVARONE Grazie! Oh, grazie!

MARIANO          Strossner, l’etica professionale….

SIG.JAVARONE Non invocate l’etica professionale quando sono in gioco due vite, la mia e quella di Gaspare. Tacete, tacete!

STROSSNER       State senza pensiero.

MARIANO          Ma….

STROSSNER       Avvocà, risarcimento danni.

SIG.JAVARONE Grazie, grazie. Siete due cuori generosi. (E PREMENDOSI UN FAZZOLETTINO SULLE LABBRA, ESCE DAL FONDO. SQUILLA IL TELEFONO)

MARIANO           (AL TELEFONO) Agenzia Fiat lux….(DI COLPO STACCA IL RICEVITORE DALL’ORECCHIO LANCIANDO UN GRIDO) Madonna d’ò Carmene! (RIAVVICINA IL RICEVITORE CON CAUTELA) Chi è, chi è? (-) Un motore a reazione? Neh, Sisto, e che ci fate tra i motori a reazione? Come? (-) Lo sapevo. Quando è vero la Madonna, lo sapevo! Sicchè dovreste partire in volo per la Svezia….Come? non potete partire? Vi siete passato una mano sulla coscienza…ah! Vi manca il passaporto… Allora sapete che fate? Ve ne tornate bello, bello a Napoli. I soldi sono finiti? Fatti vostri. Tornate con l’autostop. Ah! (RIATTACCA E SIEDE ALLA SCRIVANIA TENENDOSI LA TESTA CON LE MANI)

                              Che brutto mestiere, Strossner….(OSSERVA LA BUSTA) Più mi   

                              occupo dei fatti degli altri e più mi cresce la voglia di non avere fatti  

                              miei. E mia sorella va trovando che mi sposo. Tsè! Sulla mia 

                               tomba dovranno scrivere: “qui giace un anonimo senza moglie e senza storia.”

STROSSNER       Senza storia mò….nel vostro passato ci sarà pure un punto  

                               oscuro…una macchiolina …

MARIANO          Niente, non ci sta niente! Mi potete radiografare. I soli punti oscuri sono questa schifezza di calcoli renali cà nun me fanno campà. Per il resto: trasparente come un cristallo.

STROSSNER       Nà cosa….mezza…

MARIANO          Neanche un ombra. Il mio passato si chiama Napoli e Fiuggi. Fiuggi e Napoli. (UN TEMPO) Mo finite di riordinare e poi ce ne andiamo a pranzo (STROSSNER ESCE DA DESTRA. MARIANO SI ACCAREZZA IL MENTO SOPPESANDO LA BUSTA. HA L’ARIA DUBBIOSA E TURBATA. GUARDA IL TELEFONO. ESITA, POI SI DECIDE, INDOSSA LA PARRUCCA, LA BARBA E GLI OCCHIALI  E COMPONE UN NUMERO. PARLA FALSANDO LA VOCE) Pronto casa Iavarone, Il signor Ernestino Javarone? Vostra moglie se la intende con un certo Gaspare. Firmato due amici. (ALLONTANA BRUSCAMENTE IL RICEVITORE CON UNA SMORFIA E LO RIPONE) E pure l’etica professionale è andata! (MENTRE INTASCA LA BUSTA, DALLA PORTA DI FONDO, ENTRA NORMA. DI MEZZA ETA’. CON DUE GRANDI OCCHIALI SCURI CHE LE NASCONDONO META’ DEL VISO).

NORMA              (AFFANNANDO, CON UNA MANO SUL PETTO) E’ permesso?

MARIANO          Prego, signora, accomodatevi, Agenzia Fiat lux, ricerca di persone, infedeltà coniugale, documentazioni cinematografiche, massima discrezione. (NORMA LO HA STUDIATO DA VICINO)

NORMA              Non c’è dubbio, siete l’avvocato Mariano Caracciolo. (E TIRA IL FIATO PRODUCENDO UN SIBILO ASMATICO)

MARIANO          A servirla, con chi ho il piacere?

NORMA              Permettete che per il momento non riveli la mia identità. (TIRA IL FIATO – SIBILO) A’ bronchitella. Sono senza fiato.

MARIANO          Sedetevi, riprendete fiato. (MENTRE E’ GIRATO PER AVVICINARE UNA SEDIA, NORMA GLI GRIDA ALLE SPALLE)

NORMA              E che c’è vuluto per ve truvà! (MARIANO PIEGA LE GINOCCHIA)

MARIANO          Signora, ma non stavate senza fiato?

NORMA              La vostra vista me l’ha fatto tornare.

MARIANO          (FACENDOLA SEDERE) Una preghiera: se dovesse succedere un’altra volta, voi prima dite: “mi è tornato il fiato” e poi date l’allucco! Così io mi preparo.

NORMA              Ma voi eravate preparato? Aspettavate la mia visita? No, che non potevate, che sciocca, che sciocca. Potete lontanamente immaginare quale circostanza mi spinge qui? No, che non potete, che sciocca, che sciocca. Riuscite a leggere i miei tormenti? No, che non potete (ALL’UNISONO CON MARIANO) Che sciocca, che sciocca. L’avvocato non può. (UN TEMPO) Avvocato, perché non mi rispondete?

MARIANO          Signò state facendo tutto voi, domande e risposte! In che posso servirvi? Separazione, divorzio, infedeltà, ricerche di persone?

NORMA              Ricerca di persona.

MARIANO          Bene. Chi dobbiamo trovare?

NORMA              Veramente… io l’ho già trovato.

MARIANO          E allora perché state qua?

NORMA              Perché mi ha mandato la “CENTOCCHI.”

MARIANO          La Centocchi? Ah l’agenzia nostra concorrente, il caso era troppo difficile e hanno rinunciato.

NORMA              No. Mi hanno detto che la persona che cerco sta qua.

MARIANO          Qua?

NORMA              (SIBILO) Avvocato, l’avvertimento: mi sta ritornando il fiato.

MARIANO          (AFFERRANDOSI SALDAMENTE ALLA SCRIVANIA) Jate, Jate.

NORMA              (GRIDANDO, COME FOSSE UN CANTO) In me vedete una madre   

                              affranta!

MARIANO          Signò, voi cantate da soprano?

NORMA              Io non canto proprio: sono stonata come una campana.

MARIANO          E allora continuate a parlare con quella bella voce di bronchitella, che è più intima e riposante.

NORMA              Avvocà, io le grandi emozioni le debbo esternare a pieni polmoni.

MARIANO          Ma se i polmoni non vi aiutano.

NORMA              Mi sforzo. Voi dite voce intima….come faccio affranta come sono? (UN TEMPO) Io ho un figlio, avvocato, che è una perla rara. Casa e famiglia e una devozione particolare per San Rocco. Un figlio da tenere in vetrina, tanto è bello e splendente. Ma esistono perle per quante belle e splendenti che non presentino un piccolo difetto? No! No, che non esistono! Esistono? No, No che non esistono! Esistono?

MARIANO          Signò … avete detto di no!

NORMA              Appunto, no! Quindi anche quella perla di mio figlio, ha un’imperfezione: per il più piccolo contrattempo, mena le mani. E le mena di brutto. Quando sarà morto, fra cent’anni, creaturella mia, al Policlinico gli faranno una lapide per riconoscenza.

MARIANO          Conosco il tipo signò, conosco il tipo … Oh, ma non conosco ancora il motivo della vostra visita. Posso solo rammaricarmi che vostro figlio non abbia preso da voi, i vostri modi, la vostra bronchitella…il resto, evidentemente, deve averlo preso dal padre….

NORMA              No, che dite! Il padre era, anzi è un gentiluomo.

MARIANO          Che non ha saputo educarlo. Un gentiluomo senza polso.

NORMA              Un gentiluomo che mio figlio non ha conosciuto.

MARIANO          Perdonate, signora non sapevo fosse morto!

NORMA              No! Sciò, sciò! Il gentiluomo non ha conosciuto mio figlio, ne mio figlio ha conosciuto suo padre perché è nato….dopo.

MARIANO          Dopo che?

NORMA              (ABBASSA LO SGUARDO) E’ figlio dell’amore. (UN TEMPO; URLANDO) In me vedete una ragazza madre! (MARIANO SOBBALZA PORTANDOSI UNA MANO AL CUORE. NORMA  

                              TIRA IL FIATO – SIBILO)

MARIANO           Signò, e vi avevo avvertito di avvertire. (UN TEMPO) Se ho capito  

                              bene avete ceduto al gentiluomo e nove mesi dopo….(NORMA ANNUISCE A OCCHI BASSI) Oh, ma questi fatti perché li venite a raccontare a me? Veniamo al sodo!

NORMA              Siamo già al sodo. Prima di giudicare, dovete avere un quadro  

                              completo della situazione.

MARIANO          Signora, un’agenzia investigativa, non deve giudicare, si attiene ai  

                              fatti! Sentite a me, il gentiluomo, non ve l’ha contata giusta.  

                              Quello non è scomparso nel nulla, starà scontando l’ergastolo

                              e  il figlio segue le sue orme.

NORMA              No, non dite così, non infrangete il mio sogno di quell’estate a Fiuggi.

MARIANO          L’incontro con il gentiluomo avvenne a Fiuggi?

NORMA              (IN UN SUSSURRO) Si! (TIRA IL FIATO – SIBILO)

MARIANO          (PRENDE IL FOGLIO DALLA SCRIVANIA)   

                              Fiuggi…Fiuggi…venticinque anni fa….(NORMA ANNUISCE)

                              statura del gentiluomo. Più di due metri….folta capigliatura….    

                              primatista sollevamento pesi …

NORMA              No, questo no.

MARIANO          Vi trascinò con i capelli gridando:” io sono l’uomo delle caverne e tu  

                              sei la mia preda” si o no?

NORMA              Insomma….una via di mezzo…pure la statura….più di due metri  

                              mò….voi quanto siete alto?

MARIANO          Uno e ottanta.

NORMA              Eh! Uno e ottanta.

MARIANO          Folta capigliatura.

NORMA              Questo si, me lo ricordo bene.

MARIANO          Faceva il sollevatore di pesi!

NORMA              Di pesi mò….diciamo che sollevava…

MARIANO          Che sollevava?

NORMA              (MINIMIZZANDO) Sollevava, sollevava….che so, valige… il boccale dell’acqua diuretica. (INIZIANDO A CANTARE LANGUIDA) …Che me guardate a fa…uocchie c’arraggiunate….

MARIANO          (UN PO ALLARMATO) E che è? Non avevate detto che non cantavate?

NORMA              Voi, venticinque anni fa, avete passato le acque a Fiuggi…

MARIANO          Sono venticinque anni che le passo.

NORMA              (SILLABANDO TRAGICA) Pensione Clara! (TIRA IL FIATO –  

                              SIBILO)

MARIANO          Per piacere, non vi emozionate.

NORMA              (GRIDANDO) Mi dèbbo emozionare. Pranzavate ad un tavolo d’angolo della pensione Clara. (CONCITATA) di fronte a voi sedeva la famiglia Vitale: padre, madre, figlio di tre anni e la bambinaia. Tra un boccone e l’altro, voi e la bambinaia vi scambiavate occhiate di fuoco….poi arrivò il morbillo. (UNA LUCE INCOMINCIA AD ACCENDERSI NELLA MEMORIA DI MARIANO) Così, lei, avendo tempo libero a disposizione, faceva lunghe passeggiate. Un giorno v’incontraste nel limitar di un bosco, vi parlaste, v’inoltraste (CANTANDO)  …Che me guardate a fa…uocchie c’arraggiunate….

MARIANO          Avevate detto che non cantavate…

NORMA              E infatti, cantavate voi!

MARIANO          Io?

NORMA              E così, passeggiando passeggiando, cantando, cantando, arrivaste in vista della grotta del Ciociaro.…e fu li, nell’umida spelonca, che la bambinaia della famiglia Vitale, vi offrì il fiore della sua innocenza, vi immolò la sua virtù. Ricordate? (SI SFILA GLI OCCHIALI) Non mi riconoscete, Mariano?

MARIANO          (CON TONO FALSO) Voi?! Eccome, non vi riconosco? Gesù, Gesù, Gesù, dopo tanti anni….ma voi vedete il caso….

NORMA              Non è stato il caso Mariano, ma la testarda ricerca da parte mia. (UN TEMPO) In me vedete la madre di vostro figlio.

MARIANO          (TRABALLANDO) Ma che state dicenno?

NORMA              Figlio vostro e dell’amore, concepito nella grotta del Ciociaro, in quel dolce tramonto di Fiuggi.

MARIANO          Nu Figlio! (CADE A SEDERE)

NORMA              Carne vostra, sangue vostro. (TIRA IL FIATO: LO TIRA ANCHE MARIANO E ASSIEME EMETTONO IL SIBILO) Perdonatelo…sono venuta ad implorarvi: perdonatelo.

MARIANO          Ma perché, che mi ha fatto?

NORMA              Stamattina vi ha fatto quel paliatone…. (MARIANO LA GUARDA ATTONITO E INCREDULO, SI ALZA LENTAMENTE E A FATICA, MUOVE LA BOCCA COME UN PESCE CHE BOCCHEGGIA) Ernestino, Ernestino, hai alzato le mani sul tuo babbo!

MARIANO          (SULL’ORLO DEL COLLASSO) Ernestino, avete detto? Ernestino…Javarone? (NORMA ANNUISCE SOLENNEMENTE. MARIANO RICADE A SEDERE SUL DIVANO E LANCIA UN GRIDO) Javarone!! (CON UN GRIDO DISUMANO) Javarone!! (DA SINISTRA E DA DESTRA ENTRANO STROSSNER E CATERINA)

CATERINA                   Mariano, ch’è stato?

MARIANO          (CON GLI OCCHI SBARRATI, INDICANDO NORMA) Javarone….Javarone….

STROSSNER       Ma che è, la signora è Javarone vestita da femmina? (LA PORTA DI FONDO SI SPALANCA ED ENTRA JAVARONE COME UNA FURIA)

JAVARONE        BABBO! Babbo mio, perdonami! (E SI BUTTA AI PIEDI DI MARIANO TRA LO STUPORE DI CATERINA E DI STROSSNER, MENTRE NORMA SVIENE, EMETTENDO IL SUO SIBILO BRONCHIALE)

SIPARIO

FINE I ATTO


Secondo atto

L’INDOMANI POMERIGGIO. CATERINA E’ SEDUTA SUL DIVANO, MENTRE MARIANO DA SFOGO ALLA SUA IRA CAMMINANDO IN LUNGO E IN LARGO.

MARIANO          Quando è domani, faccio rifare l’insegna, invece di Agenzia                  Investigativa, ci scrivo:”Rifugio della ragazza madre”. Sangue

                              d’ò diavolo, si è mai sentito di un collasso emotivo che dura da ventiquattro ore? E questo che è? Da un collasso o ci si riprende in dieci minuti o si muore.  E invece, la signora, da ieri pomeriggio se ne sta sdraiata sul mio letto con le pezze in fronte. (A CATERINA) Tu lo chiami collasso e io lo chiamo violazione di domicilio. (SCUOTENDOLA CON UN BRACCIO) Ma che spera la signora, che spera?

CATERINA                  (STATUARIA) La doverosa riparazione.

MARIANO          (A DENTI STRETTI) Si, eh? E tu continua a fare comunella con la moribonda….e non contenta, appena dalla finestra vedi spuntare quella bella capa gloriosa di Sisto, lo fai entrare dalla porta di servizio e lo metti a tavola a banchettare. Tutti contro di me. Chiammammo ‘o pittore d’insegne: Rifugio della ragazza madre e mensa gratuita per investigatori fessi”. (UN TEMPO) A che sta il signor Sisto?

CATERINA                   Sta bissando lo spezzatino. Quello digiuna da due giorni e si deve sostenere.

MARIANO           Non è vero! Ieri ha pranzato in una trattoria di Firenze.

CATERINA                   Va beh! Non mangia da ventiquattrore.

MARIANO          Uno che finisce a Venezia partendo da Sorrento, non ha il diritto di  

                              mangiare più di una volta alla settimana. Quando si è finito di abboffare, mandalo da queste parti, che gli servo il digestivo. Mo và, che ho delle cose da fare, oh, e porta un’imbasciata alla signora: stu collasso si risolve nel giro di dieci minuti, è chiaro?

CATERINA                   (GELIDA) Seduttore! Padre snaturato! Anima nera! (VIA DA SINISTRA)

MARIANO          (ALLARGANDO LE BRACCIA) Di alla signora che preparasse le sue cose che la riportiamo a casa sua … Gesù, Gesù…. Glielo faccio passare io il collasso.

                               (LA PORTA DI SINISTRA SI APRE ED ENTRA SISTO CON L’ANGOLO DI UN TOVAGLIOLO INFILATO NEL COLLETTO STA MANGIANDO UN BABA’)

SISTO                  Agli ordini avvocato.

MARIANO          Ecco il nostro Sisto! Il banchetto è stato di vostro gradimento?

SISTO                  (INDICANDO) Coronato da questo squisito babà casereccio.

MARIANO          Dunque vi siete fatto questo bel viaggio di arricchimento culturale….

SISTO                  Gli inconvenineti del mestiere, avvocato. Ma vedete che in un futuro 

                               non troppo lontano vi dimostrerò di che cosa sono capace.

MARIANO          Sisto, io penso che voi non avete futuro. Si, perché vedete io posso capire che se vi mando a Sorrento appresso agli amanti diabolici, voi arrivate a Firenze via Capri, lo posso capire; un investigatore non si pone limiti di spazio. E posso pure capire che da Firenze decidete di spingervi fino a Venezia e da li prendere un aereo per la Svezia: gli amanti diabolici vanno seguiti pure in capo al mondo. Ma a questo punto smetto di capire. A questo punto, mi dovete spiegare come fate a viaggiare nello stesso scompartimento degli amanti diabolici, pranzare nella stessa trattoria, seguirli all’agenzia di viaggi e solo nel vedere i loro passaporti, solo allora, capire che non sono gli amanti diabolici, ma il console di Svezia e la moglie in vacanza? E meno male che stavate senza passaporto e senza soldi, altrimenti mi toccava di andarvi a recuperare in Svezia, a bordo di una rompighiaccio. Tornate a Sorrento, meh! E mimetizzatevi sangue del diavolo. Sono mesi che sulla spiaggia ci state solo voi, e pure fuori stagione. Che volete fare? Far insospettire la Guardia di Finanza? Mimetizzatevi.

SISTO                  Di che? Di cosa mi devo mimetizzare?

MARIANO          Ma un poco di fantasia, da duna, da sedia a sdraio, da ombrellone. Sisto,  venticinque anni fà, mi mimetizzai da lambretta così bene che il pedinato tentò pure di mettermi in moto, tant’è vero che riportai la lussazione di una spalla.

SISTO                  E riuscì a mettervi in moto?

MARIANO          (A DENTI STRETTI) Come faceva? Stavo senza miscela… jate, jate.

SISTO                  Avvocà, a Sorrento non è cosa.

MARIANO          Eh … e dove volete andare? Taormina, San Remo, Positano? Scegliete voi ….

SISTO                  In base a certe deduzioni, un’ipotesi di pista ce l’avrei, ma non passa per Sorrento.

MARIANO          E per dove passa?

SISTO                  Per il Ponte di Tappia, a due passi dall’Agenzia. (MARIANO SI ABBANDONA SUL DIVANO IN UN ATTEGGIAMENTO SCORATO)

MARIANO          Volete andare al Ponte di Tappia? Jate! (UN TEMPO) Sisto, vi avverto, là ci sta un albergo che ospita comitive di turisti giapponesi. (UN ALTRO TONO) Arrivate in Giappone e quant’è vero Iddio non spreco manco ‘a carta bollata per richiedere la vostra estradizione! Andate e non mi perdete un’altra volta gli amanti diabolici.

SISTO                  Non vi preoccupate, mi mi vado ad appostare direttamente al ponte di Tappia, state senza pensiero, gli amanti diabolici, prima o poi io ve li  

                              smaschero.

MARIANO          (MENTRE SISTO ESCE DAL FONDO) Prima, Sisto! Smascherateli  

                               prima. (DA SINISTRA ENTRA CATERINA)

CATERINA                   Posso?

MARIANO          Solo se vieni ad annunciare la lieta novella della fine del collasso.

CATERINA                   Dimmi una sola cosa, padre senza cuore, hai deciso per tuo figlio?

MARIANO          (INSOFFERENTE) A Javarone nun ‘o voglio! Hai capito? E’ brutto,  

                              peloso e tene è corna.

CATERINA                   Zitto, che la madre ti sente!

MARIANO          E sentisse! (GRIDANDO VERSO SINISTRA) La signora mi è venuta a fare questo bell’omaggio. Non fossi mai andato a Fiuggi. Oltretutto, non c’è proporzione: p’è mez’ora ‘e sfizio, tu ti devi trovare sulla coscienza un figlio di cento chili.

CATERINA                   Marià, a Javarone lo vedi comm’è mò. Ma pensa ch’è stato nù piccirillo rosa e paffutello, da trattare con l’ovatta e il borotalco, anima di Dio.

MARIANO           (IRONICO) Veramente? L’anima di Dio non è nato così come lo vediamo adesso?

CATERINA                  Quando aveva cinque mesi, povera creatura innocente, il Signore se

                              lo stava chiamando….

MARIANO          Po’ l’ha visto e ci ha ripensato!

CATERINA                  Polmonite doppia con versamento pleurico e ritenzione urinaria. Prognosi riservata. (GRIDANDO) E tu che andavi facendo mentre tuo figlio era in imminente pericolo di vita?

MARIANO          Mandavo telegrammi con voti di pronta guarigione. Che ne potevo sapere…

CATERINA                   (COMMOSSA) Dosi massicce di antibiotici e divieto assoluto di fumare.

MARIANO          Perché, a cinque mesi già fumava?

CATERINA                   Divieto di fumare vicino a lui. Fu in quell’occasione che Norma fece il voto! Promise di non sposarsi finchè non trovava il padre della sua creatura miracolata. Marià, ti ha trovato. Falle sciogliere il voto.

MARIANO          Non è possibile. Tengo un voto fatto pure io. Ti ricordi quella volta che ti stavi strozzando con un oliva? Io feci un voto per la tua salvezza: castità perpetua.

CATERINA                   Castità o celibato?

MARIANO          Castità, decisi di mortificare la carne.

CATERINA                   Meno male, allora ti puoi sposare.

MARIANO          E con il voto come faccio?

CATERINA                   Che devi fare? Tu tieni i calcoli renali, gli sforzi ti sono proibiti. Po’, tiene pure nà certa età. (GRIDANDO)  Quella è una ragazza madre! Devi riparare, e riparando finalmente ti sistemi! (LA PORTA DI FONDO SI APRE ED ENTRA JAVARONE TRAFELATO)

JAVARONE        Babbo mio! (GLI BACIA LA MANO) Zì Caterì, mammà comme sta?

CATERINA                   Si riprende, figlio mio bello…lentamente ma si riprende.

JAVARONE        E’ trasportabile?

CATERINA                   Aspettiamo qualche altro giorno, si?

JAVARONE        Povera mammarella mia. (ESCE DI CORSA A SINISTRA)

MARIANO          Ma chiama n’ambulanza! Il collasso emotivo, la signora se lo va a curare in ospedale, ma sangue del diavolo dopo 25 anni pure gli omicidi vanno in prescrizione.

CATERINA                   Afforza! Tiene ‘a capa tosta! La signora Cimmino no, e va bene, può darsi che il marito si trova. Ma questa già ti è mezza moglie, ti porta un figlio adulto senza la scocciatura di crescerlo. Ti porta una famiglia. Tu che altro vai trovando, che aspetti? (FUORI DI SCENA SI SENTE IL SIBILO ASMATICO DI NORMA).

MARIANO          (INDICANDO A SINISTRA) Sto aspettando ‘o treno. (DA SINISTRA ENTRA NORMA SORRETTA DA JAVARONE)

NORMA              Ringraziamo tutti nostro Signore che mi da la forza di camminare. Hai pregato San Rocco, Ernestì?

JAVARONE        Avite voglia mammà!

NORMA              Ringraziamo pure San Rocco.

MARIANO          Ringraziamo San Rocco e parliamoci chiaro. (A NORMA) Venticinque anni fa, signora, abbiamo ceduto entrambi a un momento di debolezza….la gioventù, le acque diuretiche, le foreste imbalsamate di Fiuggi…non indaghiamo, non giudichiamo…. (A CATERINA CHE LO TIRA PER LA GIACCA) …e nun tirammo ‘a giacca…dunque, venticinque anni fa ci è stato quello che ci è stato e il frutto (INDICANDO JAVARONE) eccolo qua.

JAVARONE        (CON TRASPORTO) Babbo mio…

MARIANO          Constatiamo tutti che è un bel frutto maturo, succoso, pieno di sostanza… una figura imponente, fronte di pensatore, una peluria virile. Mi compiaccio, avete fatto una bella creatura, degna di voi. A questo punto mi domando e vi domando: come si fa a colmare il vuoto di venticinque anni? Vi vedo consenziente, il vuoto è incolmabile. Allora arriviamo al nocciolo, signora: sono disposto a provvedere, riducendo lo stipendio al longobardo e tagliando i viveri al piccione viagiatore posso impegnarmi a passarvi un vitalizio agganciato alla scala mobile. Fissate voi la cifra.

NORMA              Santi del Paradiso, San Rocco mio prediletto, noi siamo benestanti, non degradate il valore della vita al possesso dei beni materiali.

JAVARONE        Noi andiamo trovando il calore, babbo.

MARIANO          E da me lo volete?

JAVARONE        (CAMBIANDO BRUSCAMENTE TONO) Da voi, sissignore. E chiedendo calore, chiedo poco, dopo quello che avete fatto. (UN TEMPO) A proposito, mammà, mi avevate detto che era un pezzo d’uomo alto più di due metri, folta capigliatura….

NORMA              (AD OCCHI BASSI) Con l’età, le persone cambiano, figlio mio bello.

JAVARONE        E il babbo per cambiare a com’è adesso, dovrebbe avere centocinquant’anni.

MARIANO          Ben detto. (A NORMA) Signora, dovete ripetere in mia presenza il racconto che avete fatto a vostro figlio. ( PRENDE IL FOGLIO DALLA SCRIVANIA E LO CONSULTA) Dunque, foste allettata dagli amaretti di Saronno, io vi afferrai per la chioma e vi trascinai nella grotta del ciociaro gridando: “io sono l’uomo delle caverne e tu sei la mia preda” Che altro? Ah, per colpa di quella rimorchiata, portaste la parrucca per due anni…

NORMA              Mariano, non mi fate perdere il rispetto di mio figlio.

MARIANO          Eh no, scusate, vostro figlio deve conoscere la verità. (A CATERINA)  E tu, nun tirà!

JAVARONE        (A NORMA) Ma perché, quella che so non è la verità?

NORMA              Ernestì, la verità sta nel giusto mezzo. Ho colorito l’episodio…eri un bambino innocente, amavi le favole, devi compatire tua madre e non negarle il tuo affetto.

MARIANO          Mò, per piacere, fornite la versione originale. Vi ho trascinata per i capelli?

NORMA              Trascinata no…Mi accarezzava rudemente il cuoio capelluto.

MARIANO          E ho gridato: “io sono l’uomo delle caverne?” Se non ricordo male io cantavo: “Uocchie c’arraggiunate”

NORMA              Però, in una caverna mi portaste…

JAVARONE        (A NORMA) Allora mi avete raccontato delle bugie….(UN TEMPO) Però vi attirò nel bosco allettandovi con gli amaretti di Saronno!

NORMA              Veramente no, Ernestì. Gli amaretti e il resto, mi sono serviti solo per colorire…

MARIANO          Colorire? A stù guaglione gli avete pittato la cappella Sistina. Javarò, quello che si è fatto, lo si è fatto di comune accordo, va bene?

JAVARONE        (A NORMA) Non foste trascinata per la chioma?

NORMA              Trascinata si….. ma dal mio trasporto amoroso.

JAVARONE        E la parrucca?

NORMA              Per festeggiare il tuo primo compleanno, ce ne andammo in una trattoria sul mare…abusai di cozze….

MARIANO          Le venette ‘ò tifo!

NORMA              Caddero tutti i capelli e rimediai con la parrucca.

JAVARONE        Gesù, vent’anni di bugie…

NORMA              (CADENDO IN GINOCCHIO) Ho perduto l’affetto di mio figlio! Madre addolorata, mi hai conficcato le tue sette spine…Anime del purgatorio, mi avete riversato addosso le vostre sofferenze….

                              San Lorenzo, sto coricata con te sulla graticola. (TIRA IL FIATO – SIBILO) Mi vado a mettere in agonia.

MARIANO           Addò?

NORMA              (INDICANDO VERSO SINISTRA) Di là!

MARIANO          Ma voi avete la villa a Posillipo. Andate a agonizzare davanti al panorama!

NORMA              In casa vostra voglio agonizzare, come san Lorenzo, consumata dal fuoco, arrostita dai ferri roventi, soffocata dal fumo. (USCENDO A SINISTRA SORRETTA DA JAVARONE) San Rocco mio, ci vediamo tra poco lassù… (VIA A SINISTRA)

CATERINA                   Tu la stai uccidendo, assassino. Ma come, ‘o sfizio si e la riparazione no?

MARIANO          Dopo venticinque anni cadono in prescrizione pure gli omicidi, sangue del diavolo! Me ne sono tolti di sfizi in vita mia! E se mò si presentano qua settanta femmine con settanta figli, me le sposo tutte quante?

CATERINA                   Tu hai avuto settanta femmine? Ihhh! Cu ‘e calcole che tiene?

MARIANO          Ma perché, quello sfizio uno se lo leva con i reni? E poi te lo ripeto, ho fatto un voto.

JAVARONE        (CHE ENTRANDO DA SINISTRA HA UDITO) E pure io l’ho fatto, babbo mio!

MARIANO          Sentite, Javarone, non mi chiamate babbo.

JAVARONE        (MINACCIOSO) Ma perché, non ne sono degno?

MARIANO          Per carità…ma sapete, fino a ieri eravate un cliente…facciamo passare un po di tempo, si?

JAVARONE        Però voi mi dovete chiamare Ernestino.

MARIANO          Cominciamo con Ernesto.

JAVARONE        (GRIDANDO) Ernestino! Io ho bisogno di calore paterno, babbo!

MARIANO           Come non detto, vi chiamerò Ernestino.

JAVARONE         Oh, così va bene. E adesso vi racconto il mio voto. Dovete sapere

                              che ieri mattina ho ricevuto due telefonate da un anonimo….no, una telefonata da due anonimi….comm’è ‘o fatto? Insomma, uno che per telefono si è firmato “due amici” e mi ha detto che la mia signora mi è infedele. Io ho fatto bloccare il telefono ed entro oggi saprò da dove è partita la telefonata. Embè, quel fetentone che si è permesso di mettere in dubbio la serietà della vostra serietà professionale, io qua ve lo porto e lo appendo fuori al balcone. Questo è il voto che ho fatto.

MARIANO          (PRIMA PENSIEROSO … POI PATERNO) Ernestino,…. Vedete vi ho chiamato Ernestino…. (GLI DA UN BUFFETTO) Quant’è bello Ernestino…..Quello che avete fatto, non è un voto, ma un riprovevole proponimento. Sapete la collera che si sarà preso San Rocco…

JAVARONE        Quello si è permesso di mettere in dubbio la vostra serietà professionale.

MARIANO          Ernestino, date retta a uno che vi può essere padre. La più fulgida virtù cristiana, è il perdono. Andate a casa, telefonate alla Telecom di lasciar perdere e praticate la virtù del perdono.

JAVARONE         Nossignore babbo, chesto a vuje nun l’avevano fa! (ESCE)

CATERINA                   Che perla di figlio! Come prende a cuore la tua reputazione!

MARIANO          (CHIAMANDO) Strossner!

STROSSNER       (ENTRA DA DESTRA) Agli ordini.

MARIANO          Telefonate alla società dei telefoni a chi sapete voi e pregatelo di sbloccare l’apparecchio di Javarone…

STROSSNER       Vostro figlio?

MARIANO          Voi quanti ne conoscete?

STROSSNER       Di figli vostri?

MARIANO          Di Javarone, quanti ne conoscete?

STROSSNER       Uno solo!

MARIANO          E allora è inutile che state a sfrocoleare, per voi e per l’agenzia è Javarone e basta. (PARLANDO DI JAVARONE) Ma quanto è fesso!

STROSSNER       Uh, e chi sa e chi ha pigliato….

MARIANO          Se uno ti fa una telefonata anonima, è perché non vuole essere riconosciuto. Embè, che fa Javarone?

STROSSNER       Che fa?

MARIANO          Deve appurare chi è stato.

STROSSNER      Quant’è fesso stu figlio vostro… (CORREGGENDOSI) Questo cliente nostro. (UN TEMPO) Chi ha fatto ‘a telefonata?

MARIANO           Se vi ho finito di dire che è anonima. Andate, andate a far sbloccare il telefono. (STROSSNER ESCE DA DESTRA. A CATERINA) E tu di alla signora che si preparasse, tra mezz’ora la rimandiamo a casa.

CATERINA                   Marià, quella a stento sta in piedi, le si piegano le gambe.

MARIANO          Ce le faccio ingessare. (SPINGENDOLA) Va, va. (LA FA USCIRE DA SINISTRA E CHIUDE LA PORTA. POI ENTRA NELLO SGABUZZINO. VI ESCE QUALCHE ISTANTE DOPO CON UN GIUBBOTTO DI CUOIO ED UNA RIVOLTELLA. SI SFILA LA GIACCA, INDOSSA IL GIUBBOTTO, IMPUGNA LA RIVOLTELLA E FA DELLE FLESSIONI SULLE GAMBE) Strossner!

STROSSNER       (ENTRANDO DA DESTRA) Agli ordini. (LO OSSERVA INCURIOSITO) Ma che è, vi hanno fatto sceriffo?

MARIANO          Ho dotato l’agenzia di un giubbotto antiproiettile. Con Javarone sciolto, è meglio non correre rischi.

STROSSNER       Ma perché, mò che ha appurato che vi è figlio, vi può pure sparare?

MARIANO          No, ma può sparare a voi…

STROSSNER       A me?

MARIANO          A voi…a Sisto… a chiunque prende in antipatia. Invece, questo panciotto, è a prova di Javarone. Questo non lo buca nemmeno un Bazooka. Tecnologia tedesca. A proposito, in omaggio alle vostre lontane radici, vi concedo l’onore di indossarlo.

STROSSNER       Ma come, avvocato, mi debbo fare le ore d’ufficio con quest’armatura addosso?

MARIANO          No, solo cinque minuti, il tempo di collaudarlo. Voi lo indossate e io vi sparo.

STROSSNER       (CON UN SORRISETTO) Quant’è bello l’avvocato… troppo onore…

MARIANO          Ma voi che temete? La garanzia è illimitata. Se, in linea del tutto ipotetica, si dovesse bucare, a me rimborsano il costo del panciotto e ai vostri eredi le spese per il funerale.

STROSSNER       (C.S.) Quant’è bello l’avvocato… (CON ALTRO TONO) Dal momento che io non ho eredi e voi il panciotto ve lo trovate addosso, collaudiamolo facendo che io sparo a voi.

MARIANO          E non siate scettico, Strossner. Non vi fidate della tecnologia tedesca?

STROSSNER       Non è questo…ma….

MARIANO          (CERCANDO DI CONVINCERLO) Facciamo un'altra cosa allora, lasciamo decidere alla sorte, va bene? Ce la giochiamo a testa o croce. (PRENDE UNA MONETA DALLA TASCA)

STROSSNER       Giochiamocela testa e croce …

MARIANO          Testa o croce?

STROSSNER       Dipende quello che è testa e quello che è croce …

MARIANO          Testa, io mi levo il panciotto, croce vi fate sparare voi.

STROSSNER       (DOPO UNA BREVE RIFLESSIONE) No aspettate, comm’è ‘o fatto?

MARIANO          Testa, mi levo il panciotto, croce, vi fate sparare voi.

STROSSNER       Speriamo che non esce croce. (MARIANO LANCIA LA MONETA E  LA RACCOGLIE NEL PALMO DELLA MANO)

MARIANO          E invece la sorte ha voluto croce. Vi fate sparare voi.

STROSSNER       (MENTRE MARIANO SI SFILA IL PANCIOTTO) No, no scusate, ma se è uscito croce, perché vi state togliendo il panciotto?

MARIANO          Perché, essendo uscito croce vi posso mai sparare senza che tenete il panciotto addosso?

STROSSNER       (ANCORA STRANITO) Eh, già… (SFORZANDOSI DI CAPIRE)  Avvocà, ma il fatto era : Testa voi vi toglievate il panciotto. Essendo uscito croce…

MARIANO          (PRONTAMENTE) Io sparo a voi. I patti erano così o no? E non vi posso sparare senza protezione, Strossner mio. Voi ve ne andate al camposanto e vi siete levato il pensiero…. Ma io resto a farmi ventiquattro anni di galera. Quindi, proteggetevi, proteggetevi.

STROSSNER       (GRATTANDOSI IN TESTA) Avvocà, vi dispiace se facciamo al contrario, io testa e voi croce? …. Perché qua ci sta un fatto che non quadra: io mi levo il panciotto – voi vi fate sparare.

MARIANO          Volete che invertiamo? Va bene. Allora, testa vi fate sparare voi, croce  io mi levo il panciotto.

STROSSNER       Eh, facciamo così. (MARIANO GETTA IN ARIA LA MONETA)

MARIANO          Avete detto testa?

STROSSNER       Sissignore.

MARIANO          E testa è. vi fate sparare voi.

STROSSNER       Insomma, o viene testa o viene croce, chi si deve fare sparare sono sempre io.

MARIANO          La sorte così ha voluto. (TOGLIENDOSI IL PANCIOTTO) Jamm, proteggetevi.

STROSSNER       Quando uno nasce disgraziato… (INDOSSA IL PANCIOTTO) Avvocà, oltre che testa o croce, non possiamo fare che se la moneta cade in piedi stiamo a fiducia e nessuno si fa sparare?

MARIANO          Lo dobbiamo collaudare o no questo panciotto? Vi sembra che vi sparo se non fossi sicuro della tecnologia tedesca? Jamm, state immobile comm’è ‘o figlio e Guglielmo Tell, ca già sto nervoso.

STROSSNER       Aspettate avvocà, la mira è troppo alta. Avete detto Guglielmo Tell e per associazione d’idee state puntando alla testa…. Abbassate la mira…. (MARIANO ABBASSA LA CANNA) Ancora un poco…. (MARIANO ABBASSA LA CANNA) N’atu ppoco…. (MARIANO ABBASSA ANCORA) Ancora due centimetri…. Ancora un centimetro…. (LA PISTOLA ADESSO E’ PERFETTAMENTE VERTICALE) Mò potete sparare.

MARIANO          (OSSERVANDO LA POSIZIONE DELLA PISTOLA) Sparo ‘ngoppa ‘o pere mio?

STROSSNER       E vulite sparà in testa a me?

MARIANO          Ma quale testa, io sono tiratore scelto. Jammo, fermo fermo. Pronto?

STROSSNER       (TURANDOSI LE ORECCHIE) Come?

MARIANO          (GRIDANDO) Pronto?

STROSSNER       Pronto? Chi è? avvocà, il telefono.

MARIANO          Fermo. Preparatevi, mirat! Fuoco! (DALLA PISTOLA PARTE UN COLPO. STROSSNER SI IMMOBILIZZA, CON GLI OCCHI SGRANATI) Avete visto? Uomo di poca fede. Che avete sentito?

STROSSNER        (ALLUCINATO) Sento una puzza di peli bruciati. Voi no?

MARIANO          (ANNUSANDO) Eh, la sento pure io. Che può essere?

STROSSNER       (ANNUSANDO MA IMMOBILE) Che può essere? (SOLLEVA LENTAMENTE IL CAPO) Viene dall’alto. (SI PORTA UNA MANO TRA I CAPELLI POI L’ANNUSA) Mi avete preso i capelli di striscio. (CON UN SORRISO EBETE) Ma voi vedete…bastava un mezzo centimetro.

MARIANO          Jammo, Strossner, è stato cosa è niente.

STROSSNER       ‘O tiratore scelto….

MARIANO          Siete troppo emotivo….

STROSSNER       Guglielmo Tell …

MARIANO          Mo facciamo un’altra prova …


STROSSNER       Noo!  Facciamo che mo me ne vado … è meglio che leviamo mano, anche perché avvocà, debbo cambiarmi i pantaloni. (SI ALZA E ACCENNA A MUOVERSI MA CONGIUNGE RAPIDAMENTE LE GINOCCHIA, SI APPOGGIA A MARIANO E, AIUTATO DA QUESTI, CHE CON UNA MANO SI TURA IL NASO, SI SFILA IL PANCIOTTO E LO METTE NELLO SGABUZZINO)

                             (STROSSNER SI AVVIA VERSO LA PORTA DI DESTRA IN PRECARIO EQUILIBRIO SEMPRE CON LE GINOCCHIA GIUNTE. DAL FONDO ENTRA FRA GASPARE, UN GIOVANE PRETE DALL’ASPETTO ATLETICO. ALLA VISTA DI STROSSNER CHE PROCEDE A QUEL MODO RESTA INTERDETTO. STROSSNER SI ARRESTA PER UN ATTIMO E ACCENTUANDO IL SUO MODO DI CAMMINARE, QUASI COME UNA DANZA, FACENDO ANCHE UNA PIROETTA, PROCEDE VERSO DESTRA, FINO A SCOMPARIRE, CANTANDO)

FRA GASPARE  (MELLIFLUO) Con permesso…

MARIANO          Prego, padre.

FRA GASPARE  Mi potete dedicare cinque minuti?

MARIANO          A vostra disposizione. (PROFESSIONALE) Agenzia Fiat Lux,   

                              Ricerca di persone, (FRA GASPARE FA UN GESTO DI DINIEGO) infedeltà coniugale…

FRA GASPARE  (INDICANDO LA TONACA) Ma vi pare che nel mio stato….

MARIANO          Scusate, è l’abitudine. Accomodatevi.

FRA GASPARE  (SEDENDOSI) Grazie. (UN TEMPO) Mi chiamo Gaspare Maglietta, Fra Gaspare e sono da voi per svolgere un compito pietoso. Una mia parrocchiana, una giovane signora molto devota, da qualche tempo, ciò mi è stato riferito e voi me ne darete conferma o meno, frequenta con assiduità quotidiana la vostra agenzia.

MARIANO          La signora Cimmino?

FRA GASPARE  (ANNUENDO) La signora Cimmino. I parenti della giovane, sono in apprensione, e giustamente, per il motivo che non vi sfugge. Ora, data la mia condizione di curatore di anime, i suddetti parenti si sono rivolti a me perché faccia qualche indagine in proposito. ( DA QUANDO FRA GASPARE HA INCOMINCIATO A PARLARE DAL FONDO E’ ENTRATO SISTO FINGENDOSI CIECO. HA UN PAIO DI OCCHIALI NERI ED IMPUGNA UN BASTONE, COL QUALE SAGGIA IL TERRENO PRIMA DI MUOVERE IL PASSO. MARIANO NON LO RICONOSCE E GLI FA CENNO CON LA MANO DI ATTENDERE PERCHE’ – INDICA FRA GASPARE – E’ OCCUPATO CON UN CLIENTE. MA SISTO, IMPERTERRITO, CONTINUA AD AVANZARE VERSO DI LUI PRECEDUTO DAL TOC TOC DEL BASTONE CONTRO I MOBILI, FINCHE’ VA AD URTARE NELLA SCRIVANIA. FRA GASPARE MUTA TONO, CHE DA MELLIFLUO DIVENTA ASPRO) Neh, avvocà, ma voi mi state sentendo?

MARIANO          Come?

FRA GASPARE  (ADDOLCENDO IL TONO) Mi state seguendo figliolo?

MARIANO          Si, vi seguo. Scusate un momento, reverendo. (A SISTO) Vi ho pregato di aspettare.

SISTO                  Dite a me?

MARIANO          E certo!

SISTO                  E che fate a fare i segni con la mano? Non vedete che sono cecato?

MARIANO          Ah, siete cecato?

SISTO                  Ma perché,  Gesù, non si vede? Allora lo siete pure voi?

MARIANO          (SECCATO – A FRA GASPARE) Fatemi dare qualche spicciolo a questo povero infelice e poi sono tutto vostro. (DA QUALCHE MONETA A SISTO) Ecco qua…. E mò jatevenne… (MA SISTO NON SI MUOVE) Dunque, reverendo, dicevate…

FRA GASPARE  Vorrei sapere la signora Cimmino che cacchio…. (SI RIPRENDE VELOCEMENTE E GRIDA) Ciceruacchio! (PAUSA MENTRE MARIANO LO GUARDA ATTONITO, FRA GASPARE ADDOLCISCE IL TONO) Ciceruacchio …. (UN TEMPO) Che ci viene a fare la giovane parrocchiana?

MARIANO          La Giovane Ciceruacch… (SI RIPRENDE) La giovane parrocchiana mi ha affidato il compito delicato di…. ( A SISTO CHE GLI HA TOCCATO RIPETUTAMENTE LA SPALLA) E mò, che volete?

FRA GASPARE  Sangh d’à marina… (RIPRENDENDOSI) Ehm… ma ve lo appena detto…

MARIANO          Non dico a voi, padre, ma a questo infelice. (A SISTO) Che volete ancora?

SISTO                  (CHINANDOSI AL SUO ORECCHIO) Vengo direttamente dal Ponte di Tappia.

MARIANO          E pure ca venite d’ò ponte a Maddalena, a me che me ne importa?

SISTO                  Avvocà, io sono il pessimista sistematico della Sorrento – Venezia via  Firenze.

MARIANO          (ALZANDOSI E ALLONTANANDOSI CON LUI DALLA SCRIVANIA) Sisto! E pecchè facite ‘o cecato?

SISTO                  Ssst! Non mi tradite. (A VOCE ALTA) Benché pessimista, avrei un incarico da affidare all’agenzia “Fiat Lux”

MARIANO          Vorreste ritrovare la vista?

SISTO                  E’ possibile?

MARIANO          Mò vediamo, ma dovete aspettare il vostro turno.

SISTO                  Su quel divano? (E VA A SEDERSI A GRANDI COLPI DI BASTONE)

MARIANO          Bravo, su quella sedia. (REALIZZA LA GAFFE DI SISTO E CERCA DI RIMEDIARE CON UN SORRISETTO FORZATO A FRA GASPARE, CHE HA SEGUITO CON CURIOSITA’ LO SVOLGERE DELLA SCENA) Quello entrando ha sentito il divano con il bastone. Il bastone è l’occhio dei ciechi. Dio vede e provvede, questa è materia vostra.

FRA GASPARE  (ISPIRATO) Proprio così. E voi, invece di cercare le persone, dovreste cercare Dio, figliolo, cercare Dio.

MARIANO          Non è facile, padre. L’Agenzia è modesta, il personale e i mezzi sono limitati. Volete dunque sapere perché la signora Cimmino viene con assiduità quotidiana?

FRA GASPARE  E si trattiene fino a tre ore. Che cacchio…. (GRIDANDO) Ciceruacchio!

MARIANO          (DOPO AVERLO SOGGUARDATO A LUNGO) Padre, ma perché ce l’avete con Ciceruacchio?

FRA GASPARE  Avete ragione, scusate. Dovete sapere che io, tra l’altro, insegno storia… un po’ di stanchezza. Da tre giorni tengo a Ciceruacchio dint’è rrecchie. Dicevo, perché la mia parrocchiana viene da voi ogni giorno? Perché si trattiene tanto a lungo? (SISTO MIMA UN NUOTATORE)

MARIANO          Eh, padre mio, solo voi, in quanto curatore di anime, potete capire il dolore di quella povera giovane. Mi ha incaricato di rintracciare il marito, questo è ovvio. Perché si trattiene tanto a lungo? Perché, l’inspiegabile scomparsa del consorte l’ha fatta precipitare in un profondo stato di sconforto. Che fa in quelle ore che si trattiene nell’agenzia?

FRA GASPARE  Eh, che fa? (SISTO CONTINUA A MIMARE CON LENA IL NUOTATORE)

MARIANO          (a Sisto) Neh, povero infelice, statevi fermo con le braccia.

FRA GASPARE  (SUL TEMPO CON LO STESSO TONO) E statevi fermo, sanghe d’à marina Svizzera!

MARIANO          Voi insegnate pure Geografia?

FRA GASPARE  (IMBARAZZATO) Si!

MARIANO          E da tre giorni tenete dint’è rrecchie pure la marina Svizzera… dunque, la signora che fa…. Ha scoperto che suo marito ed io ci somigliamo e mi considera un suo fac-simile… rivive la sua vita di ogni giorno con Cimmino: rassetta lo studio, mi fa allenare con la sciabola, mi rifocilla con le sfogliatelle, mi fa cantare “Piscatore ‘e Pusilleco”…

FRA GASPARE  (VIVAMENTE COLPITO, CON ARIA TRASOGNATA) MA voi che  dite…. La sciabola… la sfogliatella delle undici….

MARIANO          (REALIZZANDO) Come sapete l’ora?

FRA GASPARE  (IMBARAZZATO) Ehmm…conosco gli usi e i costumi delle mie parrocchiane, figliolo… (ACCENNANDO) Piscatore d’o mare e pusilleco… (UN TEMPO) non l’avrei mai immaginato…. Commovente…. E niente altro? Rivive solo questi episodi innocenti? Non è che si spinge oltre….parlate! Fate conto di parlare in confessione…. Non è che la somiglianza, ‘o fac-simile, la spingano a commettere atti sconsiderati…

MARIANO          Padre, in confessione: sciabola, riassetto dello studio, sfogliatelle e Piscatore ‘e pusilleco. E sempre in confessione, a parte l’etica professionale che mi vieterebbe qualsiasi atto sconsiderato, io tengo i calcoli renali. La signora è di una fedeltà assoluta al marito. Se l’amore si misurasse a sfogliatelle, quello della signora è l’amore del secolo.

FRA GASPARE  Sconvolgente, sconvolgente…. E dello scomparso nessuna notizia?

MARIANO          Dopo Brescia, il nulla. Ma non lo dite né lo fate sospettare alla signora. Potrebbe commettere un atto irreparabile.

FRA GASPARE  Fino a questo punto, dunque, vuole bene al marito…. Io ….per meglio dire i parenti, temevano che credendosi abbandonata, avesse trovato una consolazione…

MARIANO          Consolazione? Quella pensa solo a Cimmino. Non bada a spese: cablogrammi, telefonate intercontinentali, l’interpool. Sempre a sue spese mi ha proposto di stabilire un contatto con un satellite artificiale.

FRA GASPARE  Sconvolgente, sconvolgente….

MARIANO          Padre, se vi urge, gridatelo pure; siamo uomini di mondo. Jamm, nu bellu Ciceruacchio.

FRA GASPARE  No, non mi sembra il caso di incomodare Ciceruacchio. Vi ringrazio,   

                                riferirò ai parenti e…. scusate sono troppo commosso. Grazie, grazie.  

MARIANO          (BACIANDOGLI LA MANO A SUA VOLTA) Sempre a  

                              disposizione.

FRA GASPARE  (USCENDO DAL FONDO) Sconvolgente… sconvolgente. (VIA.  

                              SISTO SI ALZA)

MARIANO          Neh, Sisto. Mò mi volete spiegare che cos’è questa mascherata?

SISTO                  Avvocà, seguo la pista. La quale porta quà e procede appresso all’uomo di chiesa che è appena uscito.

MARIANO          Fra Gaspare Maglietta?

SISTO                  Sissignore. Il quale, l’estate scorsa, se ne stava a Sorrento.

MARIANO          E che ci faceva?

SISTO                  (MISTERIOSISSIMO, MIMANDO UN NUOTATORE) I bagni di mare. (MARIANO LO FISSA MINACCIOSO) Avvocà, non fate lo scettico. In testa tengo tutti gli elementi, ma debbo avere il tempo di ricomporre il mosaico. Se le cose stanno come penso, entro questa sera avrete la soluzione. Poi aspetto notizie da Capri da un momento all’altro. (DA SINISTRA ENTRA NORMA AL BRACCIO DI CATERINA)

NORMA              Il signore, nella sua bontà, mi ha dato un po di forza, sicchè mi faccio accompagnare da Catarinella, respiro una boccata d’aria e faccio un salto in farmacia a pigliare certe pillole.

MARIANO          (A DENTI STRETTI) Le dovevate pigliare venticinque anni fa.

NORMA              Ma torno subito, Mariano, non state in pensiero per me. (ESCE DAL FONDO CON CATERINA)

SISTO                  Avvocato, la faccia di quella signora non mi è nuova. (MISTERIOSO) Un altro tassello del mosaico. Avvocà, Sessa Aurunca. Io seguo la signora.

MARIANO          Quella non va a Sessa Aurunca, Sisto.

SISTO                  Dove va va, io la seguo. (E FINGENDOSI CIECO, CON L’AIUTO DEL BASTONE, ESCE DIETRO ALLE DUE DONNE, DA DESTRA ENTRA STROSSNER VESTITO DSA TIROLESE)

MARIANO           Strossner, abbiamo per caso qualche pedinamento in Bavaria?

STROSSNER       Avvocà, io mi dovevo cambiare i pantaloni, non avevo nulla da mettere … travestimento numero 7 (INDICANDOLO) …comunque per il telefono niente da fare, purtroppo è già in corso una regolare denuncia. (DEPONE DELLE BUSTE SULLA SCRIVANIA DI MARIANO)

MARIANO          Ah, è in corso (UN TEMPO) Ieri avete telefonato a Javarone?

STROSSNER       Si, per comunicargli che il rapporto veritiero era pronto.

MARIANO          Quindi, lo riconoscete: avete telefonato voi. Non è che, quando è il momento, qui me lo avete detto e qui me lo negate? (UN TEMPO) Mettetemelo per iscritto.

STROSSNER       Che debbo scrivere?

MARIANO          (DANDOGLI CARTA E PENNA) Ve lo detto io. (DETTANDO) Ieri, giorno ventitre, io sottoscritto Otto Strossner, ho telefonato al Sig. Ernestino Iavarone … no no no.. a quell’animale del signor Ernestino Javarone.

STROSSNER       Ma siiii ….

MARIANO           Data e firma. Neh, avvocà, a che serve?

MARIANO          (MINIMIZZANDO) Niente… per il diario storico dell’agenzia (RIPONE IL FOGLIO SULLA SCRIVANIA)

STROSSNER       A proposito, avvocà, alla faccia del vostro passato limpido!

MARIANO          Strossner, pensiamo al lavoro.

STROSSNER       Sissignore. (INDICANDO LE BUSTE CHE HA DEPOSTO SULLA SCRIVANIA) Qua stanno le lettere anonime del mese in corso.

MARIANO          E dalle con le lettere anonime…. Strossner, voi siete esperto in ricerche di mercato e in persuasione occulta? No! Perciò non parlate con proprietà di linguaggio. Prendete una lettera numero uno e leggete ad alta voce. (STROSSNER APRE UNA BUSTA E NE TRAE UN FOGLIO)

STROSSNER       (LEGGENDO) Siete sicuro della fedeltà di vostra moglie? Firmato: un amico.

MARIANO          E mò leggete la numero due, da spedire il giorno dopo.

STROSSNER       (PRENDE UN FOGLIO DA UNA BUSTA DI COLORE DIVERSO E LEGGE) Agenzia investigativa Fiat Lux, ricerca di persone, infedeltà coniugale…

MARIANO          Eccetera. La prima, non è una lettera anonima. È una domanda: siete sicuri della fedeltà di vostra moglie?  Se si, straccia la lettera. Se invece nutre qualche dubbio – che non è certamente la lettera a far nascere – l’indomani riceve la seconda lettera, un volantino pubblicitario dell’agenzia e quindi sa a chi rivolgersi per appurare.

                              Strossner, questa è nè più nè meno che una campagna promozionale per incrementare l’attività dell’agenzia. (UN TEMPO) Strossner, tutti quanti avvimma campà! (UN TEMPO) Questi non sono campanelli ‘nganna ‘a gatta come state pensando voi. Voi dite: le lettere insinuano…. Ma perché, se facciamo la pubblicità a una saponetta insinuiamo che la gente non si lava?

STROSSNER       Io invece, col vostro permesso, dico che questi sono campanelli. Ma  

                               perché dobbiamo far sapere le brutture alla gente?

MARIANO          Perché la gente le vuole sapere e perché il nostro mestiere questo è,  Fiat Lux, fare luce, pure sulle corna.

STROSSNER       Qui vi volevo. A voi ha fatto piacere la luce sul paesaggio di Fiuggi?

MARIANO          Non facciamo casi personali.

STROSSNER       Avvocà, il mondo è pieno di miliardi di casi personali.

MARIANO          Ma non tutti sono casi da nascondere.

STROSSNER       Perché, il vostro lo tenevate nascosto? Non lo sapevate proprio. Poi è venuta la signora e, mò ce vò, ha voluto fare luce….

MARIANO          Neh, ma questo accanimento da che vi viene? Niente niente avete pure voi un passato da nascondere?

STROSSNER       Non è questo, faccio mie le vostre parole di ieri: il mio passato è limpido, una lastra di cristallo. (SIBILO DI NORMA CHE ENTRA DAL FONDO)

MARIANO          E levate a lastra dal binario che sta passando il rapido.

NORMA              (AVANZANDOSI) Caterina è rimasta a fare un po di spesa…. (SI INTERROMPE ALLA VISTA DI STROSSNER E LEVA LENTAMENTE UN DITO VERSO DI LUI) Ma voi non siete?!…. (SI PORTA UNA MANO AL PETTO) Fatemi pensare. (CON UN GRIDO) Amalfi! (TIRA IL FIATO CON IL SIBILO) Voi siete Wustell! (STROSSNER E MARIANO SI GUARDANO) Non siete Wustell?

STROSSNER       No, sono Strossner.

NORMA              Volevo dire Strossner. (CON SLANCIO) Otto!

STROSSNER       (CADENDO DALLE NUVOLE) Ma io non ho il piacere….

NORMA              Non potete riconoscermi a prima vista, anime del purgatorio…. Ventitre anni fa ero bruna e il tempo ha compiuto la sua opera. Wustell, vi ricordo solo due nomi: Amalfi e la grotta di smeraldo.

STROSSNER       (RICORDANDO) Uuuuh! Avvocà, Uhhhhhh!…..

MARIANO          Uuuuh che?

STROSSNER       La signora Norma…. Amalfi…. Ventitre anni fa. (A NORMA) Che piacere rivedervi dopo tanto tempo….

NORMA              (NOSTALGICA) Quell’anno partecipaste alla regata delle Repubbliche Marinare.

STROSSNER       Eh, come, non mi ricordo…. Ma voi vedete…. Che tempi!

NORMA              In quell’inebriante tramonto che vide la vostra vittoria su Pisa, Genova e Venezia, salimmo sulla vostra barchetta e aummo aummo, ci infilammo nella grotta dello smeraldo.

STROSSNER       Eeeh, come, non mi ricordo?

NORMA              Io mi lasciavo cullare dalle onde e dalla vostra voce virile che cantava “Uocchie c’arragiunate”….

STROSSNER       (A MARIANO) Bei tempi, avvocato. (A NORMA) E il bambino?

NORMA              Nacque nove mesi dopo.

STROSSNER       Anima di Dio! (REALIZZANDO MENTRE MARIANO SI FA PIU’ ATTENTO)  Nacque?

NORMA              Dunque sapevate della sua esistenza?

STROSSNER       E come, non lo sapevo? Il bambino che stava….

MARIANO          Fatemi capire…. Il bambino nacque nove mesi dopo la regata delle repubbliche marinare? Dunque il bambino è figlio di Strossner!

NORMA              Si! (SIBILO)

STROSSNER       Come?!

MARIANO          (GRIDANDO) E allora che centriamo io e la grotta del Ciociaro?

NORMA              Ma che avete capito? Ernestino, è figlio vostro, nessuno ve lo tocca. C’era già ad Amalfi….

STROSSNER       E infatti io me lo ricordo, questo volevo dire. La signora villeggiava con un bambino. (UN TEMPO) Uuuuh, era Javarone! (INDICANDO MARIANO) Che è figlio suo.

NORMA              Si, Ma quello della grotta dello smeraldo, è figlio vostro, Wustell…. (MARIANO E STROSSNER CADONO A SEDERE)

MARIANO          Ce ne sta un altro….

NORMA              Ero giovane, appassionata, inesperta….

STROSSNER       Uh, madonna…. (A MARIANO) Avvocà, mi dovete credere è stata una passeggiata in una grotta. (A NORMA) Siete sicura? Non è che in quell’anno ad Amalfi c’era pure l’avvocato?

MARIANO          Neh, Strossner, abbiate bontà! Fatevi coraggio!

STROSSNER       Avvocà, levate la mano. (CON DECISIONE) Mi dispiace, ma quello non può essere figlio a me.

MARIANO          E perchè?

STROSSNER       Per il semplice motivo che io sono omosex. In altre parole, avvocato e con decenza parlando, io sono ricchione.

MARIANO          (SUBITO, INFASTIDITO) Ma faciteme ‘o piacere!

STROSSNER       Mi dovete credere, quant’è vera ‘a Madonna. Mi credete?

MARIANO          No! Uno arriva e dice io so ricchione e io gli debbo credere su due piedi? E questo che è? Senza referenze. (UN TEMPO) Avete referenze? Non le avete. Strossner, considero la vostra dichiarazione un caso di umorismo transitorio e vi invito ad affrontare le vostre responsabilità di padre.

STROSSNER       Ce aggio pruvato!

NORMA              Lo sapevo che San Rocco non mi abbandonava. In due giorni ho trovato il padre di Ernestino e quello di Luciano. Mariano, l’emozione me lo sta facendo venire…. Io allucco!


MARIANO          (A STROSSNER) Mantenetevi alla sedia. (I DUE SI ANCORANO  

                              MANI E PIEDI ALLA RISPETTIVA SEDIA)

NORMA              (GRIDANDO) Io mi vado a rimettere in agonia. (ESCE A SINISTRA)

MARIANO          (DOPO UNA LUNGA PAUSA) E così, Strossner, ci siamo scoperti  

                               parenti…

STROSSNER       Ma noi che siamo l’uno all’altro?

MARIANO          (MEDITANDO) Io sono zio di vostro figlio e voi del mio…. No…   consuoceri…. No, io sono il padre di mio figlio e voi del vostro…

STROSSNER       Ma tra noi due che siamo?

MARIANO           Che ne saccio?…. co-padri…. Compari…(UN TEMPO) Facciamo  

                              così, Strossner: siamo soci nella stessa cooperativa. Da oggi vi passo pure gli assegni familiari. (FUORI SCENA UN GRIDO STRAZIANTE DI NORMA) Mò quella si fa venire un secondo collasso emotivo…. (ED ESCE DI CORSA A SINISTRA. DAL FONDO ENTRA LA SIGNORA JAVARONE, CIRCOSPETTA)

S.JAVARONE      Qu’ ci sono cento euro per voi.

STROSSNER       Ah, sono arrivati gli assegni familiari…. Signora, ma voi cosa ci fate qua? Ah, volete  papà?

S.JAVARONE     Il papà di chi?

STROSSNER       Il vostro. Lo chiamo subito.

S.JAVARONE     E perché, lo volete disturbare? Quello sta a Salerno!

STROSSNER       L’altro papà.

S.JAVARONE     L’altro? Quanti ne tengo?

STROSSNER       Vostro marito non vi ha detto niente?

S.JAVARONE     Quello non dice mai niente…. Pensa solo se tiene o non tiene le corna.  Questa gratifica è il prezzo di un informazione. Che è venuto a fare il  

                               cappuccino?

STROSSNER        Quale cappuccino? Ah l’ha ordinato l’avvocato per fare colazione.

S.JAVARONE     Ma quale colazione, quello che è stato qui. L’ho seguito per strada,

                               l’ho visto entrare,  trattenersi e uscire. E mò, per cento euro, voglio   

                               conoscere il motivo della sua visita.

STROSSNER       (SOPPESANDO LA BUSTA NEL TIMORE DI PERDERLA) Il  

                              frate…. Secondo me è venuto a benedire l’agenzia.

S.JAVARONE     Non portava l’aspersorio.

STROSSNER       E’ venuto a dare i conforti religiosi alla moribonda che sta di la.

S.JAVARONE     Non può dare conforti religiosi.

STROSSNER       E’ fuori servizio?

S.JAVARONE     Il perché lo so io. (ENTRA MARIANO VOLTANDO LE SPALLE AI DUE, VERSO L’INTERNO) E se non vi passa tra dieci minuti, ve ne   

                              faccio bere un altro mezzo litro.

STROSSNER       Avvocà, la madre dei nostri figli ha avuto di recente l’estrema  

                              unzione?

MARIANO          Volesse il cielo! Per il momento le ho fatto bere mezzo litro di  

                              camomilla. (GIRANDOSI VEDE LA SIGNORA) Ah, Signora, voi state qua?

S.JAVARONE      Mi apettavate?

MARIANO           No…ma… (SCAMBIA CON STROSSNER UNO SGUARDO   

                              IMBARAZZATO) Vostro marito non vi ha detto niente?

S.JAVARONE      (INNERVOSITA) Ma che è ‘sta cosa che mi deve dire?

MARIANO           Non ve l’ha detto. E già, quello in testa tene ‘na cosa fissa.

STROSSNER       No, no avvocà … due cose fisse, avvocà, due.

MARIANO          (ALLA SIGNORA JAVARONE) Allora quale motivo vi porta qui?

STROSSNER       Vuole sapere che è venuto a fare il frate che è venuto qui?

MARIANO          Fra Gaspare Maglietta?

S. JAVARONE    (FACENDO BALLARE UN PIEDE)Si chiama Gaspare Maglietta? eh?

MARIANO          Così ricordo.

S. JAVARONE    E che voleva?

MARIANO          Notizie del marito di una nostra cliente.

S. JAVARONE    Il signor Cimmino, immagino.

MARIANO          Come lo sapete?

S. JAVARONE    So, so e basta. Vi ha detto perché voleva notizie?

MARIANO          Per rassicurare i parenti della signora, che sono in ansia.

S. JAVARONE    (FACENDO BALLARE UN PIEDE) I parenti in ansia… E bravo!  

                              Naturalmente, era premuroso, ansioso pure lui; magari gli è scappata anche qualche lacrima di commozione… Vi è sembrato un prete normale?

MARIANO           No, ce l’aveva a morte con Ciceruacchio e con la marina svizzera.

S. JAVARONE    (AGITATA) Mi dovete dire se era premuroso e ansioso nei riguardi della signora Cimmino.

MARIANO          Uh, avete voglia! Secondo me, quel Fra Gaspare Maglietta, è uno che non me la conta giusta.

S. JAVARONE    Lo immaginavo. (CAMBIA TONO) Siamo dunque al ripensamento, al pentimento… e io… io sono sul punto di essere tradita.

MARIANO           Con tutto il rispetto, signora, proprio voi non dovreste parlare di tradimento.

S. JAVARONE    Siamo alla predica?

MARIANO          No, ma in qualità di suocero… (SI CORREGGE) I sorci! (SI PORTA UNA MANO AI RENI) Questi calcoli mi fanno vedere i sorci verdi. Dicevo, in qualità di….

STROSSNER       Sorcio verde…

MARIANO          In qualità di uno che vi può essere padre…

STROSSNER       Diciamo meglio: suocero.

MARIANO          In qualità di uomo di esperienza vi dico che non sta bene. D’accordo, diciamo che vostro marito Ernestino non è un Apollo… ma in aggiunta alla bruttezza ha da tenè pure ‘e corna? Signora mia, pensiamo anche alle convenzioni sociali… Quel giovane ha una madre, un padre…

S. JAVARONE    Risparmiatevi la predica, per piacere. Che ne sapete voi della passione che infiamma e divora? Quel che volevo sapere l’ho saputo. Arrivederci e grazie. (VIA IN FRETTA DAL FONDO)

MARIANO          Voi capite che quella mi è nuora? (PRENDE LA BUSTA DALLE MANI DI STROSSNER E L’AGITA IN ARIA) Qui si pone il caso di coscienza.

STROSSNER       A me che mi è la signora?

MARIANO          A voi niente.

STROSSNER       Allora a me il caso di coscienza non si pone. (RIPRENDE LA

                               BUSTA   E L’INTASCA)

JAVARONE        (FUORI DI SCENA) Addò sta? Quant’è vero Dio l’appendo al

                               balcone.

MARIANO          Questo è Javarone che  ha avuto il numero dalla Telecom. Strossner,

                               intrattenetelo voi… (ENTRA PRECIPITOSAMENTE NELLA  

                               PORTIA A SINISTRA, MENTRE DALLA PORTA DI FONDO  

                               ENTRA JAVARONE)

JAVARONE          (TUONANDO) Babbo, dove state?

STROSSNER        Il babbo non c’è.

JAVARONE          La telefonata è partita da questo ufficio. Me l’hanno confermato alla

                              Telecom.

STROSSNER       Da questo ufficio? Quale telefonata?

JAVARONE        (SEDENDOSI ALLA SCRIVANIA E BATTENDOVI SOPRA I PUGNI) Da questo ufficio… da questo telefono…(IL SUO SGUARDO SI POSA SU UN FOGLIO DI CARTA, JAVARONE SMETTE DI BATTERE E SOLLEVA IL FOGLIO, LEGGENDO) Ieri, giorno 25, io sottoscritto Otto Strossner ho telefonato a quell’animale del signor Ernestino Javarone…

STROSSNER       (SENZA REALIZZARE) Lassate sta, serve per il diario storico… (SGRANA DI COLPO GLI OCCHI. SOSPENSIONE. JAVARONE SI ALZA LENTAMENTE E SFILA LA RIVOLTELLA DALLA TASCA POSTERIORE).

JAVARONE        (CON FARE GUAPPESCO) Quindi avete telefonato voi e mi avete dato pure dell’animale per iscritto….

STROSSNER       (ARRAMPICANDOSI SUGLI SPECCHI) A voi? Quando mai? E’ scritto all’animale di Javarone, ci sta una preposizione articolata. Se appresso a me fate l’analisi logica del periodo… (CATEGORICO) Voi tenete un animale in casa?

JAVARONE        Sissignore.

STROSSNER       (TRA SE) Assa fa ‘a madonna. (A JAVARONE) Appunto. Ho telefonato all’animale del signor Javarone. Quell’animale è scritto. Quello.

JAVARONE        (CON LO STESSO TONO PACATAMENTE MINACCIOSO) Io tengo due gatti. A quale dei due?

STROSSNER       A quello che poteva venire all’apparecchio se non teneva altri impegni.

JAVARONE        E che tenevate a ce dicere ‘o gatto?

STROSSNER       Una imbasciata del babbo. Gli voleva fare la sorpresa di una bella zuppetta di alici fresche, fresche di giornata.

JAVARONE        (SOLLETICANDOGLI IL MENTO CON LA CANNA DELLA PISTOLA) Amico, siete incorso in tre errori: avete telefonato voi, avete insinuato che la mia signora mi tradisce e lo apprendo mo, mi avete ingiuriato dandomi dell’animale.

STROSSNER       Javarò, mi meraviglio di voi che – avendo la fronte e le sopracciglia di uomo di dottrina – incorrete in questo equivoco infantile. Animale non è un’ingiuria. Ammesse e non concesso che l’animale dell’appunto di ufficio è riferito a voi, si tratta di una constatazione scientifica.

JAVARONE        Overo?

STROSSNER       Sissignore. Vi invito a dimostrarmi, trattato di zoologia alla mano, che io, il babbo e quanti altri parliamo e ragioniamo non siamo degli animali.

JAVARONE        Parlate per voi.

STROSSNER       Parlo per tutti. Voi mi insegnate che i regni sono tre: animale, vegetale e minerale. Poi c’è il regno dei cieli.

JAVARONE        Al quale state per andare a finire.

STROSSNER       Siccome purtroppo non siete morto (purtroppo per il regno dei cieli che conterrebbe un’anima santa in più) a quale regno appartenete?

JAVARONE        Alla repubblica Italiana.

STROSSNER       Regno della natura. Dite.

JAVARONE        Ditelo voi.

STROSSNER       Allo stesso regno mio e del babbo, quello animale. Javarone, ah quant’è bella l’istruzione!

JAVARONE        Ammesso che le cose stanno come dite, avete omesso di specificare se sarei animale bipede o quadrupede.

STROSSNER       Ma è sottinteso.

JAVARONE        Ditelo mo, in mia presenza,e responsabilmente.

STROSSNER       Ma come, mettete in dubbio se siete bipede o quadrupede? Lo dovevo pure scrivere?

JAVARONE        Allora l’animale dell’appunto è riferito a me!

STROSSNER       No, al gatto. E che mi mettevo a specificare quell’animale quadrupede? Era sottinteso che era il gatto. Voi le alici le mangiate a zuppetta?

JAVARONE        Non le mangio proprio. Io le alici le schifo.

STROSSNER       Oh, e mi mettevo allora a telefonarvi se le alici non le mangiate?

JAVARONE        Voi ve ne state andando per i vicoli.

STROSSNER       Javarò, la cosa è ovvia. Non potete essere un animale quadrupede. Mi avete mai sentito dire: “A Javarone manca solo la parola”.

JAVARONE        No, sentite, io vi sparo, quant’è vero Dio.

STROSSNER       Mi sparate?

JAVARONE        Vi sparo.

STROSSNER       Non potete.

JAVARONE        E perché?

STROSSNER        Non tengo ‘o panciotto addosso.

JAVARONE        (LO FISSA ATTONITO) Avete detto panciotto?

STROSSNER       Eh, panciotto.

JAVARONE        Ma io vi sparo pure se state in mutande.

STROSSNER       Non potete. Altrimenti il panciotto che lo abbiamo comprato a fare?

JAVARONE        E a me che me ne importa.

STROSSNER       A voi no, ma a me sì: la pelle è mia.

JAVARONE        Sentite, io già tengo un buon motivo per spararvi, mo vi mettete a parlare difficile, ne ho un secondo.

STROSSNER       Che sciocchezze. Un motivo annulla l’altro, perché se me sparate una prima volta, che mi sparate a fare la seconda?

JAVARONE        Per infierire.

STROSSNER       Su un cadavere? Che vergogna!

JAVARONE        Il primo colpo lo posso mancare.

STROSSNER       Non potete, dal momento che mi trovo senza panciotto. Se lo tenessi, il primo colpo non mi farebbe né caldo né freddo, nel qual caso avreste diritto di sparare una seconda volta… Che so, a una coscia.

JAVARONE        Io miro alla pancia.

STROSSNER       Se lo tenessi, ci trovereste il panciotto; quindi è inutile che sprecate un colpo.

JAVARONE        Allora vi sparo direttamente alla coscia.

STROSSNER       E perché, dal momento che, non tengo il panciotto, mi potete sparare direttamente nella pancia

JAVARONE        Madonna, io esco pazzo. Fate una cosa sparatevi voi. (NEL DIRLO   

                              GLI CEDE LA PISTOLA)

STROSSNER       (GLI RESTITUISCE LA PISTOLA) Noo, voi siete il minacciatore e   

                               voi dovete sparare. Se proprio non potete farne a meno, sparate in aria Javarò. E poi c’è un argomento principe per cui non mi potete sparare. Ernestì, io sono il babbo di Luciano.

JAVARONE        Luciano chi?

STROSSNER       Vostro fratello.

JAVARONE        Il carcerato?

STROSSNER       Si, il carcerato. Ernestì io sono vostro zio.

JAVARONE        Overo?

STROSSNER       Sul mio onore.

JAVARONE        E come avete fatto?

STROSSNER       Come ha fatto il babbo con mammà.

JAVARONE        (CON UN SORRISO RADIOSO) Amalfi… la regata storica….

STROSSNER       La grotta dello smeraldo….

JAVARONE        Ma voi vedete…. Il babbo di Luciano… Quindi mi siete zio… E posso mai appendere a uno zio mio fuori al balcone?

STROSSNER       Eh, vi pare? (SI ABBRACCIANO)

JAVARONE        Però, zio, mo mi dovete spiegare bene ‘sti rapporti che scrivete. Il fatto si riassume in una domanda: io le corna le tengo o no?

STROSSNER       Venite che ve lo spiego. Leggendo la relazione capirete come si è ingenerato l’equivoco. (USCENDO CON LUI A DESTRA) C’era una manifestazione di disoccupati, la polizia ha cominciato a menare le bombe lacrimogene…(CHIUDE LA PORTA, DAL FONDO ENTRANO SISTO E LA SIGNORA CIMMINO).

SISTO                  Gesù, Gesù, le cose della vita. Mi dovete credere, signora: se qualcuno me lo veniva a raccontare lo facevano chiudere in manicomio. (LEI SI METTE A SEDERE SUL DIVANO IN POSA LANGUIDA) Ventisei anni fa, io lavoravo a Sessa Aurunca in un cantiere stradale. Un giorno, sulla spiaggia di Mondragone, faccio conoscenza con una signora che villeggiava da quelle parti e, che è che non è, nasce una violenta simpatia, tanto che un pomeriggio ci siamo andati a sperdere in una campagna ai piedi della montagna in mezzo ad alberi, uccellini e bufalotti. Embè, la signora che ho seguito poco fa era proprio lei. E questo sarebbe niente: a mia insaputa, mi ha fatto omaggio di un figlio. Gesù, gesù, cos’e pazze! (UN TEMPO) Nufiglie, chi se lo immaginava, tengo un figlio! (ESCE DAL FONDO. LA PORTA DI SINISTRA SI APRE ED ENTRA MARIANO CON ESTREMA CAUTELA. VA IN PUNTA DI PIEDI VERSO LA PORTA DI STROSSNER E VI POGGIA L’ORECCHIO, MENTRE LA SIGNORA CIMMINO SI LIBERA DEL VESTITO E SI SDRAIA SUL DIVANO IN POSA PROVOCANTE).

MARIANO          (STRANITO) Stanno ridendo. (SI VOLTA, SCORGE LA SIGNORA  

                              CIMMINO, HA UN TRASECOLAMENTO. LEI MUOVE

                              LENTAMENTE UN DITO, FACENDOGLI CENNO DI AVVICINARSI. MARIANO LE RISPONDE CON UN SORRISO CHE SUBITO SI SPEGNE) No, signora, non facciamo pigliare collera a Fra Gaspare. Fate la parrocchiana seria.

S. CIMMINO       Io ci ho ripensato: il fac-simile è meglio dell’originale.

MARIANO          (LA SIGNORA CIMMINO ROVESCIA MARIANO SUL DIVANO E PREME ADDOSSO A LUI CON TUTTO IL CORPO)) Non adulate. La carne è debole… Di là c’è una moribonda… Mo piglio lo spadone e mi metto in posa, va bene? Così v’arrecriate gli occhi… Datemi la sfogliatella, sì? (DAL FONDO ENTRA CATERINA CON QUALCHE SACCHETTO DELLA SPESA).

CATERINA                   Uh, Mariano, ti stai facendo fare l’intramuscolare? (GUARDANDO   

                              ALTROVE) Sei indecente? Posso guardare? (SI VOLTA,  

                              INSOSPETTITA, E LANCIA UN URLO) Marià, che stai facendo?

MARIANO           (CON VOCE SOFFOCATA) Voglio ‘a sfogliatella!

CATERINA                   A faccia d’e calcoli renali!

NORMA              (ENTRANDO DA SINISTRA) Il padre di mio figlio in flagrante 

                              copula carnale! (EMETTE UN GRIDO)

CATERINA                   Signora! (LA SORREGGE ED ESCE CON LEI DA SINISTRA)

FRA GASPARE  (FUORI DI SCENA) Avvocato, sono sconvolto!

MARIANO          Avete visto? Si è pigliato collera Fra Gaspare.

FRA GASPARE  (C.S.) Non reggo più!

SIG. CIMMINO   (ALZANDOSI TURBATA) Di chi è quella voce?

MARIANO          Di Fra Gaspare.

SIG. CIMMINO   (VERGOGNANDOSI DELLA PROPRIA NUDITA’) Oh, Dio!

(SI GUARDA INTORNO E CORRE A RINCHIUDERSI NELLO SGABUZZINO).

MARIANO          Lì no. Non ci sta aria… (MA LEI HA GIA’ CHIUSO LA PORTA. DA QUELLA DI FONDO ENTRA FRA GASPARE CON ARIA AFFRANTA)

FRA GASPARE  Non trovo pace, credetemi. Da quando ho sentito il vostro racconto, sto vivendo ore d’inferno. (SCHIAFFEGGIANDOSI) Come ho potuto farlo?

MARIANO          Che avete fatto?

FRA GASPARE  E lei, povera creatura innocente, non vive che per il marito… macerandosi nel tormento… (CON ARIA ALLUCINATA) Sono venuto a confessare.

MARIANO           (INDICANDO A SINISTRA) Dovete confessare la moribonda?

FRA GASPARE  Sono io che mi debbo confessare. (METTENDOGLI ENTRAMBE LE MANI SULLE SPALLE) Vi prego di ascoltare la mia confessione.

MARIANO          (ALLARGA LE BRACCIA, CON MODESTIA) Se mi ritenete degno.

FRA GASPARE  Sì, siete un galantuomo. Ascoltatemi. (SI METTONO A SEDERE, IN MODO CHE MARIANO SEMBRI IL CONFESSORE E FRA GASPARE IL PENITENTE).

MARIANO          Dite.

FRA GASPARE  Io, vedete, ero felicemente sposato…

MARIANO           Avete ottenuto la dispensa di sua santità?

FRA GASPARE  Ma qua dispensa! Non mi distraete… (COL TONO INIZIALE) Ero sposato con una santa donna.

MARIANO          Una suora…

FRA GASPARE  Una cara e dolce creatura che mi rendeva felice. Lei mi ha redento, capite? Prima di conoscerla facevo il falsario… (MARIANO LO GUARDA ATTONITO) Passaporti, patenti, Buoni del tesoro… Ma con lei la mia vita è cambiata da così a così. Mi sono messo a disegnare onestamente fumetti pornografici e ho ripreso la mia attività sportiva: schermitore… (MARIANO HA GLI OCCHI SBARRATI) Un giorno – maledetto giorno – un lampo, una luce accecante e sento divampare dentro me quella che credevo una grande passione. Abbandono casa e moglie.

MARIANO           Per farvi prete…

FRA GASPARE  Per una donna. (CON SARCASMO) La grande passione, tsè! Un fugace fuoco di paglia, invece… Figuratevi: facevamo progetti, Brasile, India, un battello sul Nilo e invece è finito tutto in un monolocale accessoriato al Ponte di tappia…

MARIANO          ‘O ponte ‘e Tappia…

FRA GASPARE  Dopo avere annunciato a mia moglie che me ne andavo a Brescia per partecipare a un quadrangolare di sciabola, mi andai a rinchiudere nel monolocale come in una prigione, per viverci due, tre ore di passione pomeridiana. Un giorno, mentre prendevo una boccata d’aria, scorgo mia moglie per la strada, la seguo a distanza e la vedo entrare qui…

MARIANO           Frate, stiamo sempre parlando della signora Cimmino?

FRA GASPARE  E di chi se no?

MARIANO          Quindi voi sareste?

FRA GASPARE  Io sono Cimmino, travestito indegnamente da sacerdote.

MARIANO          (ALZANDOSI DI COLPO) Abbiamo trovato Cimmino! (FA PER SLANCIARSI VERSO LA PORTA DELLO SGABUZZINO, MA SI FERMA DAVANTI ALLA VISTA DEL VESTITO DELLA SIGNORA CIMMINO. MENTRE IL FALSO FRA GASPARE CONTINUA A PARLARE ASSORTO NEI SUOI PENSIERI, INIZIA L’OPERA DI AVVICINAMENTO AL DIVANO).

FRA GASPARE  Il racconto che mi avete fatto mi ha toccato il cuore. E io che avevo sospettato che dietro l’insegna dell’agenzia si nascondeva la losca attività di una casa-squillo. (MARIANO HA RAGGIUNTO L’INDUMENTO E CON LA PUNTA DEL PIEDE L’HA SPINTO SOTTO IL DIVANO) Dalla mia immaginazione malata già me la vedevo nuda aggirarsi per lufficio, magari nascosta in questa stanza (INDICANDO LA SECONDA QUINTA A SINISTRA) o magari nascosta in questa stanza (INDICANDO LA SECONDA QUINTA A DESTRA) o in questa stanza (INDICANDO LA PRIMA QUINTA A SINISTRA). Come ho fatto a crederla capace di simili brutture? Enrichetta mia, perdonami! (DA POCHI ISTANTI E’ ENTRATA DAL FONDO, NON VISTA DAI DUE, LA SIGNORA JAVARONE)

S. JAVARONE    Ah, Enrichetta tua… E io che sono mo? Sono diventata una pezza da piedi?

FRA GASPARE  Adelaide!

MARIANO          Ma come, la donna è lei? Mia nuor… La moglie di un mio cliente?

FRA GASPARE  Adelaide, vade retro!

S. JAVARONE    (DANDO UNA BUSTA A MARIANO) Quì ci sono cento euro per voi.

MARIANO          A quale titolo?

S. JAVARONE    (PRENDENDO UNA RIVOLTELLA DALLA BORSETTA) Non avete visto e non avete sentito niente. (PUNTA LA PISTOLA CONTRO GASPARE. MARIANO TENTA, INUTILMENTE DI DISARMARLA)

MARIANO          Rispettate la veste che indossa.

S. JAVARONE    E’ una veste falsa come il suo cuore. Io lo sparo.

MARIANO          Non potete.

S. JAVARONE    Chi lo dice?

MARIANO                    Io. State in casa mia.

S. JAVARONE    Il pianerottolo fa parte della casa?

MARIANO          No, è condominiale.

S. JAVARONE    Allora lo sparo sul pianerottolo. (A FRA GASPARE) Esci fuori!

MARIANO          Ve lo proibisco anche in qualità di condomino. E se non basta, in qualità di suocero.

S. JAVARONE.   Suocero di chi?

MARIANO          Di mia nuora. I suoceri, per legge, sono equiparati ai commissari di pubblica sicurezza. Signora, passatevi la mano sulla coscienza, ve la sentite di soffocare così brutalmente un uomo pagando, per di più, con trent’anni di galera?

S. JAVARONE    (SCOPPIANDO A PIANGERE E DANDO LA RIVOLTELLA A MARIANO) Vedete come mi ha ridotta? Al punto che stavo per commettere un atto irreparabile… (A FRA GASPARE) Ma perché, perché mi vuoi lasciare? (LO ABBRACCIA) Io ti ho dato la mia vita… Per te ho tradito quella perla di Javarone… Ho disceso la china fino a toccare il fondo e tu vieni qui a gridare Enrichetta mia! (LA PORTA DELLO SGABUZZINO SI APRE ED ENTRA LA SIGNORA CIMMINO).

S. CIMMINO       Aria! La dentro si soffoca…

FRA GASPARE  Enrichetta mia!

S. CIMMINO       Gaspare! (CON ALTRO TONO) Ma come, ti sei fatto prete a Brescia e tieni abbracciata un’altra donna?

FRA GASPARE  No, mo ti spiego… (NOTA IL SUO ABBIGLIAMENTO SUCCINTO) E tu così ti fai trovare? Nuda in una casa squillo? (A MARIANO) ‘A sfogliatella, eh? Piscatore ‘e Pusilleco… (DISARMA MARIANO) Io vi sparo a tutti e due, quant’è vero ‘a Madonna!

MARIANO          Fermo! Frate, fatemi spiegare. (FRA GASPARE SI FA PIU’ MINACCIOSO) Reverendo, di questo passo non diventerete mai vescovo.

FRA GASPARE  E io fesso fesso, che sono caduto nella trappola. Sicchè venivi qui per affrettare le ricerche… ‘o cablogramma… il collegamento col satellite artificiale…

MARIANO          (GRIDANDO) Strossner! Sisto! (ENTRANO STROSSNER E SISTO DA PUNTI DIVERSI).

SISTO                  (INDICANDO FRA GASPARE E LA SIGNORA JAVARONE) Avvocato, gli amanti diabolici! Ve l’ho detto che ve li trovavo entro oggi.

NORMA              (CHE E’ ENTRTA DA SINISTRA CON CATERINA) Gaspare!

FRA GASPARE  Mammà.

MARIANO          Mammà?

NORMA              Figlio mio bello, dove sei stato tutto questo tempo? Ti sei fatto prete?

FRA GASPARE  E’ un travestimento.

NORMA              Meno male. Io intanto ti ho preparato una sorpresa. Ho trovato papà tuo.

FRA GASPARE  (TREPIDANTE) Dove stà?

NORMA              (INDICANDO SISTO) Eccolo.

STROSSNER       (STRINGENDO LA MANO A SISTO) Congratulazioni.

SISTO                  Gesù, Giuseppe e Maria! L’amante diabolico è figlio a me… Ed è pure canonico…

STROSSNER       (A SISTO) In quale grotta vi siete iscritto alla cooperativa?

SISTO                  La grotta dei Fratelli bandiera. (BACIA LA MANO A FRA GASPARE) Figlio mio…

NORMA              (A FRA GASPARE) E questo è zio Mariano. Il padre di Ernestino.

FRA GASPARE  Uh, mi siete zio?

S. JAVARONE    Oddio, mio suocero! (DA DESTRA ENTRA JAVARONE).

JAVARONE        Neh, Adelaide, tu che fai qui?

S. JAVARONE    (CON TONO FALSO) Sono venuta a conoscere papà.

JAVARONE        Ah, già. Oh, dato che ci troviamo insieme… Babbo, babbo mio da padre, col cuore in mano, io tengo le corna?

MARIANO          (GUARDA PER UN ATTIMO STROSSNER, POI SISTO) Noooo.

JAVARONE        (ALLA SIGNORA JAVARONE) ‘E visto, sei contenta mo?

S. JAVARONE    (TIMIDA) Se lo dice papà…

NORMA              Ernestì, questo è tuo fratello Gaspare.

JAVARONE        (SBRIGATIVO) Piacere.

FRA GASPARE  (C.S.) lieto. Mammà, questa è Enrichetta, mia moglie…

NORMA              (PUDICA) Conosco…. Conosco….

FRA GASPARE  Quella stava vestita così, perché, perché … eh ..perchè? Zio Mariano, da zio col cuore in mano, ma io le corna le tengo o no?

MARIANO          (RIGUARDA PER UN ATTIMO STROSSNER, POI SISTO) Noooo.

FRA GASPARE  Eravate un fac-simile. Insomma, tenevate in caldo la mia immagine.

MARIANO          Appunto.

NORMA              (A FRA GASPARE) Gaspare questa invece è  zia Caterina e questo è zio Strudell.

STROSSNER       Strossner, per piacere. Non stroppiate ‘o nome d’o zio, con lo “stro” non con lo “stru”.

NORMA              (A MARIANO) Vedete che figli? (A SISTO) Vedete che pezzi di giovani? Grazie, san Rocco, grazie. (A MARIANO, STROSSNER E SISTO) Voi siete i padri dei miei figli e io ho il dovere di provvedere a voi. San Rocco ha voluto questo incontro miracoloso e nessuno ci potrà più separare.

MARIANO          Ehhh …Come, come?

NORMA              Resto con voi. Restiamo insieme, tutti; famiglia unita per accudirci, curarci e confortarci a vicenda in questo mondo così pieno di pericoli e di brutture. Non replicate, non vi mettete in cerimonia. Adesso ringraziamo con una bella preghiera San Rocco

STROSSNER       Avete visto avvocà, abbiamo trovato figli, suoceri, nuore … è una cosa bella! Facciamo così visto che l’agenzia adesso si può ingrandire … ingrandiamola … 

MARIANO          No, no, no … io da domani l’Agenzia la chiudo, basta mi so scocciato di sentire delle corna della gente, ritorno a fare il pizzaiolo. Però voglio dare un consiglio a tutti i signori uomini (POI RIVOLTO AL PERSONAGGIO DEL PUBBLICO) e specialmente al carognone, statev’ accorte, stateve accorte … avete visto che può succedere …

TUTTI                   Per mez’ore e sfizio!!

 SIPARIO