DINO DI GENNARO
AGENZIA
MATRIMONIALE
COMMEDIA IN DUE ATTI
Novembre 2008
A Napoli ai giorni nostri.
A Roberta e Sandro
PERSONAGGI MASCHILI
RENATO CALCAGNO: Neo pensionato con la passione della falegnameria; nervoso ed irascibile, è molto superstizioso.
ANIELLO LA MANNA: Sui 55; titolare dell’agenzia, traffichino, ma tranquillo e accomodante, vive provvisoriamente in casa del cognato Renato perché cacciato di casa dalla moglie.
VINCENZO AGLIARULO: Sui 65; mammasantissima del quartiere, è disponibile con gli amici, ma altrettanto cattivo con i nemici. Ha la gamba destra rigida.
PIETRO ALLOCCO: Amico di Renato, sulla cinquantina, è un bonaccione timoroso e succube dell’amico.
ELEUTERIO BELLAMORTE: Titolare di un’agenzia di pompe funebri; sui 45; ha l’aspetto ed il comportamento dello jettatore; naturalmente porta jella.
FILIPPO CALCAGNO: Figlio di Renato, sulla ventina, non ama studiare ma solo divertirsi.
ORONZO LO ZOPPO: Sulla sessantina; amico di Filippo, sessantottino, ma mai cresciuto, per sentirsi giovane, si accompagna ai giovani che, con la scusa di ammirarlo, lo sfruttano.
ISACCO NUTONNE: Inventore strampalato; tipico scienziato pazzo.
DARIO COCCIA: Cliente dell’agenzia matrimoniale; sulla cinquantina.
PEPPE ‘O MERICANO: Comparsa.
PERSONAGGI FEMMINILI
SILVIA MAZZELLA: Moglie di Renato, sotto la cinquantina; classica casalinga che vuole stare tranquilla.
MARIA MAZZELLA: Sorella minore di Silvia e moglie di Aniello; sotto la cinquantina, è un tipo dinamico ed autoritario di cui Aniello è succube.
CORINNA DEGLI SCALZI: Baronessa zitella sui 55; cliente di Aniello, ha sempre vissuto accudendo il vecchio padre; ora che il padre è morto cerca marito, ma è molto pudica e timorosa.
CARLOTTA CANTALUPO: Cliente di Aniello e vittima delle jettature di Eleuterio, si innamora di Aniello, ma non disdegna di sedurre altri uomini.
ADELE LO MUNNO: Nuova cliente dell’agenzia; sui 45, ignorante ma volitiva e molto pratica.
MATILDE BARCA: Fidanzata di Filippo. Ragazza moderna; insieme al fidanzato sfrutta Oronzo con la scusa di ammirare il suo passato.
LUCIA BARCA: Sorella di Matilde.
ATTO PRIMO
Salotto di casa Calcagno; a sinistra, in prima quinta, corridoio che dà sull’ingresso; in seconda quinta, finestra; sul fondo a sinistra porta della camera di Renato e a destra la comune che dà sul corridoio che porta al resto della casa; sul lato destro, in seconda quinta, porta della camera di Filippo, in prima quinta, porta dello studio di Aniello; l’arredo è composto da una credenza sul fondo a destra e due divani. È una mattina di un qualsiasi giorno di ottobre; in scena ci sono Renato, affacciato alla finestra, e Silvia, intenta a spazzare il pavimento. .
SCENA PRIMA
(Renato e Silvia, poi Aniello)
RENATO (dà le spalle al pubblico e guarda dalla finestra) Cose da pazzi! Cose dell’altro mondo!
SILVIA (continua a spazzare e sbuffa) Che è successo di così grave?
RENATO Che è successo? È successo che in questa città non si può più campare!
SILVIA (tra se) Ah, stamattina ce l’abbiamo con la città! Sentiamo, perché non si può campare?
RENATO E me lo domandi? Vieni a vedere, vieni…
SILVIA Che devo vedere? (dalla strada si sente un clacson insistente)
RENATO Non senti? Ci stanno le strisce blu quasi vuote, una fila di macchine in seconda fila che impedisce di parcheggiare, un furgone in terza fila che blocca il traffico, un motorino con due senza casco che va contromano, un camioncino in sosta sulla striscia pedonale e intanto l’ausiliario del traffico mette la multa a una macchina in sosta col grattino scaduto!
SILVIA E questo è tutto?
RENATO Ma ti rendi conto che io, per parcheggiare la mia cinquecento nuova senza restare bloccato, devo aspettare che si libera un posto nel vicolo, col rischio che me la possono pure graffiare?
SILVIA E che ci vuoi fare? Se non vuoi metterla in garage… (si sente strombazzare dalla strada)
RENATO (guarda dalla finestra) Cose da pazzi! Quello blocca il traffico per aspettare che quell’altro libera il posto in seconda fila… ecco qua, il signore ha parcheggiato… No! È assurdo! Era un vigile urbano che doveva andare al bar! Pazzesco, pazzesco!
SILVIA E tu te la vuoi prendere per così poco? Questa è ordinaria amministrazione.
RENATO (chiude la finestra) A sì? E cosa ci sarebbe di straordinaria amministrazione?
SILVIA Beh, per esempio, l’altra notte si sono rubati tutti i computer nell’ufficio del fratello della signora Esposito.
RENATO E questa me la chiami una cosa straordinaria? Furti così ne fanno tutti i giorni…
SILVIA Sì, ma tu sai in quale ufficio lavora il fratello della signora Esposito?
RENATO No.
SILVIA Lavora alla sezione furti e rapine della Questura.
RENATO Cose da pazzi! Cose da pazzi! Non se ne può più!
SILVIA Stamattina non esci?
RENATO Non lo so ancora, aspetto una telefonata e poi decido.
SILVIA Se esci mi devi fare un favore.
RENATO Che ti manca? Guarda che, se esco, non so se torno presto.
SILVIA Niente, niente… volevo solo che passassi per la lavanderia a ritirare dei vestiti… mamma mia e quanto sei scorbutico! Che hai passato stamattina?
RENATO Non sono affari tuoi! (squilla il cellulare) Finalmente! (risponde) Pronto?.. Sì, sono io… allora?.. … Non sei andato ancora? … (nervoso) ma come, ti avevo detto di andarci presto… … (calmo) no, no, non sto nervoso, (urla) sto pazzo! … e per forza, di te non ci si può mai fidare, una cosa dovevi fare, una… e manco l’hai fatta… … io ero sicuro che avessi già fatto tutto… … no… no, non andare ora, va a finire che fai un guaio… sì… … va bene, vieni qua, ma fai presto! (riaggancia) Cose da pazzi, cose da pazzi! Una cosa gli avevo chiesto e manco l’ha fatta?
SILVIA Ma chi?
RENATO Chi che?
SILVIA Chi era al telefono che ti ha fatto arrabbiare.
RENATO Era quel disgraziato di Pietro, ma non sono affari tuoi.
SILVIA Mi pare di aver capito che non esci allora?
RENATO Per il momento, no… perché, ti dispiace?
SILVIA A me, nun me passa manco p’’a capa, tanto lo so che alla lavanderia ci andrò io… basta che la finisci di lamentarti.
RENATO Non ti preoccupare, tolgo il disturbo, va bene?
SILVIA Renà, ma stamattina ti sei alzato col piede sinistro?
RENATO Non mi scocciare! (via brontolando dalla porta sul fondo) Cose da pazzi, cose da pazzi…
SILVIA (sbuffa) E questa è un’altra giornata… facciamoci la croce…
ANIELLO (entra dalla prima a destra) Renato non c’è?
SILVIA È appena andato di là, non lo hai sentito? (ne imita la voce) “Cose da pazzi, cose da pazzi…”
ANIELLO E quando mai no? Per Renato qualunque cosa succeda, sono cose da pazzi… devo dedurne che è intrattabile?
SILVIA Non più del solito… chillo sta sempe pazzo!
ANIELLO Allora è meglio che non glielo dica ancora.
SILVIA Che cosa?
ANIELLO Non hai sentito quel rumore stanotte verso le tre?
SILVIA No, io ho il sonno pesante… allora?
ANIELLO Io invece ce l’ho leggero e così mi sono alzato ed ho guardato dalla finestra.
SILVIA E che hai visto?
ANIELLO Un motorino si è infilato nella portiera sinistra della cinquecento di Renato e, prima che potessi fare nulla, se ne è scappato.
SILVIA Uh mamma mia! E mo chi glielo dice?
ANIELLO Se sta pazzo come hai detto, io non gli dico niente; aspettiamo che lo scopra da solo.
SILVIA No, penso che sia meglio prepararlo un poco alla volta, se no succede il quarantotto.
ANIELLO Glielo avevo detto di metterla in garage, ma lui niente: “in garage la riempiono di ammaccature, se me la devo fare ammaccare, almeno non pago chi me la ammacca”… mo voglio vedere che dice.
SILVIA Dopo che si sarà calmato, dirà che con quello che ha risparmiato di garage, ripara la portiera e gli rimane pure il resto.
ANIELLO Silvia, senti, preparalo tu, perché io ho altro a cui pensare: mi ha appena chiamato la signorina Corinna, ha detto che deve parlarmi urgentemente e sta venendo qua.
SILVIA La signorina Corinna? E chi è?
ANIELLO Come, non te la ricordi? Quella che sistemai due settimane fa col cavaliere Coccia…
SILVIA Ah, la baronessa con la puzza sotto al naso… e che altro vuole?
ANIELLO Dice che si è scocciata di Coccia… mi spiegherà da vicino.
SILVIA Senti, Aniello, guarda come te lo dico calma, questa è casa mia, tu stai qua solo perché, quando mia sorella te ne ha cacciato di casa perché ti ha trovato abbracciato ad una donna nel tuo studio, non tenevi dove andare e mi hai fatto pena, nonostante tutto…
ANIELLO Sì, ma tu lo sai che ero innocente, quella era una cliente che avevo appena sistemato e mi abbracciava per riconoscenza…
SILVIA Sì, sì, va bene, io ti ho creduto e sono già tre settimane che ti ospito; però tu non puoi trasformare casa mia in un’agenzia matrimoniale! Qua, tra Renato che, da quando sta in pensione, ogni tanto si inventa un mestiere nuovo e mi porta un sacco di gente in casa e te, che organizzi i tuoi incontri galanti per far accoppiare la gente più strana, questa casa è diventata peggio di piazza Plebiscito.
ANIELLO E dai, mo non esagerare, solo qualche cliente di tanto in tanto… e poi lo sai che è ancora per poco, conosci tua sorella no? Maria ha i suoi tempi…. ti ricordi quando comprai il televisore nuovo senza interpellarla? Mi cacciò di casa per tre giorni! E quando mi ritirai ubriaco dall’addio al celibato di Alfredo? Una settimana! Per una faccenda come questa, aggravata dal fatto che la donna che abbracciavo era brutta ed aveva 75 anni, la pena inflitta non può essere inferiore ad un mese. Quindi, abbi pazienza ancora un paio di settimane e tolgo il disturbo.
SILVIA Sì, Anié, ma cerca i mezzi di non fare più incazzare mia sorella, perché qua non ti ci voglio più.
ANIELLO Stai tranquilla, cognatina, farò il bravo. (suonano alla porta) Questa sarà la signorina Corinna. (via a sinistra ad aprire)
SCENA SECONDA
(Pietro e detti, poi Renato, quindi Corinna)
PIETRO (d.d.) Buon giorno, Anié… (entra da sinistra con Aniello)Ciao, Silvia… sta incazzato?
SILVIA No, sta solo pazzo.
PIETRO Ah, meno male!
ANIELLO Meno male?
PIETRO Sì, quello sta sempre pazzo, quando invece sta incazzato, vuol dire che ce l’ha con qualcuno in particolare.
SILVIA Ah, allora sta incazzatissimo con te.
PIETRO Uh, mamma mia! No, io me ne vado…
RENATO (entra dalla porta sul fondo) Dove vai tu? Tu non vai da nessuna parte se prima io non ti ho ammazzato, poi, dopo, puoi andare dove vuoi.
ANIELLO Al cimitero…
SILVIA Anié, è meglio che andiamo di là, ti preparo la colazione…
RENATO Sì, è meglio, non voglio testimoni.
ANIELLO (uscendo) Coraggio, Pietro… (via con Silvia dalla comune)
PIETRO (impaurito) Renà, lascia che ti spieghi… non è come pensi tu… al telefono non mi hai fatto parlare… non ci sono andato perché ho pensato che era meglio che ci mandassi qualcun altro… io non sono capace di fare certe cose… ho pensato che, se don Vincenzo se ne accorgeva, finiva male…
RENATO Zitto! Taci!
PIETRO Sì, ma ti prego…
RENATO (urla) Taci! Hai pensato! Che hai pensato? Tu non devi pensare, hai capito? Tu non sei capace di pensare e se pensi sei pericoloso.
PIETRO E che so’ scemo?
RENATO Peggio!
PIETRO So’ cretino?
RENATO Peggio!
PIETRO E che sono?
RENATO Niente!
PIETRO Niente?
RENATO Sei niente, sei nulla, insomma: non sei un uomo perché gli uomini, bene o male, ragionano, non sei un animale, perché anche gli animali hanno la loro intelligenza, non sei un oggetto perché gli oggetti possono essere utili, quindi tu non sei, non esisti!
PIETRO Come non esisto? Io sto qua, non mi vedi?
RENATO Idiota, è una metafora per non dirti quello che realmente sei.
PIETRO E che sono?
RENATO Sei uno stro… mmm… lasciamo perdere… ma dico io, ci voleva tanto? Ti avevo spiegato per filo e per segno come dovevi comportarti, ti avevo perfino scritto quello che dovevi dire.
PIETRO Sì, lo so, ma che vuoi che ti dica: io non sono capace di recitare…
RENATO E te lo fai uscire adesso? Non potevi dirlo prima, che io mandavo qualcun altro? (guarda l’orologio) Mo si è fatto pure tardi… dove lo trovo un altro fesso?
PIETRO Aniello!
RENATO Aniello? Tu sei pazzo!
PIETRO Perché? Quello ci sa fare… con la sua agenzia matrimoniale fa fessi a tanta gente, mo vuoi vedere che non può fare una cosa così facile?
RENATO Disgraziato! Se era così facile, perché non lo hai fatto tu?
PIETRO Io volevo dire che è facile per uno come Aniello, non per me… e poi Aniello è di famiglia…
RENATO Appunto perché è di famiglia non voglio che sappia i fatti miei. (suonano alla porta) E mo chi è? (va a sinistra ad aprire)
CORINNA (d.d.) Buon giorno, signor Calcagno… (entra con Renato da sinistra) c’è il signor Anie… (vede Pietro e si blocca) …llo?
RENATO Sì, è di là, ora lo chiamo… (fa per uscire dalla comune)
CORINNA (lo blocca) Non volete presentarmi il vostro… amico? (guarda Pietro languidamente)
RENATO Ma certo, il signor Pietro Allocco… la signorina Corinna degli Scalzi…
CORINNA Molto lieta… Corinna Alpestre Viendalmonte, baronessa degli Scalzi… (porge a Pietro la mano da baciare) machiamatemi pure Cory…
PIETRO (le stringe la mano vigorosamente) Io sono Allocco…
RENATO Si vede…
PIETRO …Pietro Allocco, piacere.
RENATO Pietro ed io stavamo andando di là… (chiama) Aniello…
CORINNA Ve lo portate via?
RENATO Che cosa?
CORINNA (indica Pietro) Lui!
RENATO Sì, perché?
CORINNA (imbarazzata) No… niente… scusate…
ANIELLO (entra dalla comune) Oh, la nostra baronessa… prego, accomodatevi…
CORINNA (siede) Grazie signor Aniello, siete sempre gentilissimo…
PIETRO (a Renato sottovoce) Non glielo dici?
RENATO Animale, ci sta questa… cammina, vieni di là… (via con Pietro dalla porta sul fondo)
ANIELLO Allora, baronessa, che è successo? Al telefono vi ho sentita così agitata…
CORINNA Signor Aniello, avete commesso un grave errore!
ANIELLO In che senso?
CORINNA Come avete potuto pensare che quell’energumeno potesse essere adatto ad una donna fragile come me?
ANIELLO Ma, baronessa, cosa dite? Il cavaliere Coccia è una persona così per bene…
CORINNA Quell’essere abominevole… persona per bene?
ANIELLO Sentite, forse è meglio che mi raccontiate tutto con calma… che è successo?
CORINNA Tutto! È successo di tutto!
ANIELLO Su, calmatevi e cominciate dall’inizio.
CORINNA Va bene… mi calmo… (sospira) quando lo vidi per la prima volta qui da voi, mi sembrò una persona discreta, elegante, signorile… e così accettai di rivederlo in privato…
ANIELLO Questo lo so e so pure che, dopo il primo incontro, eravate talmente entusiasta, che mi telefonaste alle tre di notte per ringraziarmi, svegliando tutta la casa.
CORINNA Sì, è vero, ma io ero così felice… finalmente avevo trovato l’uomo per me… e invece poi…
ANIELLO Poi?
CORINNA Niente, siamo andati a cena insieme tutte le sere, fino a ieri l’altro…
ANIELLO E come è andata?
CORINNA Oh, signor Aniello, un sogno! Che pesona squisita, affabile dolce, accomodante, remissiva…
ANIELLO Embè, e allora?
CORINNA Questo fino a ieri l’altro.
ANIELLO E che è successo ieri l’altro?
CORINNA Niente, durante la cena, esagerammo un pochino con il vino e così, dopo cena, mi si allentarono un poco i freni inibitori e…
ANIELLO E?
CORINNA Mi vergogno…
ANIELLO Su, consideratemi come il vostro confessore…
CORINNA Signor Aniello, io… lo invitai a prendere un caffè a casa mia.
ANIELLO Ah… e che successe?
CORINNA Non lo so!
ANIELLO Come, non lo sapete?
CORINNA Non mi ricordo…
ANIELLO Su, forza…
CORINNA Ricordo che prendemmo il caffè insieme e che lui mi disse: “Questo caffè è proprio quello che ci voleva, dopo una bella cena… però, dopo il caffè, ci vorrebbe l’ammazzacaffè!” e così…
ANIELLO E così?
CORINNA E così, presi dalla credenza una bottiglia di cognac che aveva comprato il mio povero babbo tanto tempo fa e…
ANIELLO E?
CORINNA Signor Aniello, io ricordo solo che cominciammo a bere e poi più niente.
ANIELLO Come più niente?
CORINNA Mi sono svegliata la mattina dopo nel mio letto con un gran mal di testa, sono andata in cucina e… (urla) Aaaah! Orrore!
ANIELLO (fra se) Puozze murì ‘e subbeto… Che è successo?
CORINNA Era lì!
ANIELLO Chi?
CORINNA Il cavaliere Coccia… era… era… era… (copre gli occhi con le mani) orrore!
ANIELLO Era morto?
CORINNA Ma no… (si guarda intorno) era… nudo! (si copre la bocca con le mani)
ANIELLO Nudo?
CORINNA Si, nudo… aveva una maglia intima con le maniche lunghe e i mutandoni lunghi…
ANIELLO E me lo chiamate nudo?
CORINNA Ma certo!
ANIELLO E che è successo?
CORINNA Come mi ha vista, mi ha detto: “Ciao, bella pas…” (mani alla bocca) non posso…
ANIELLO Bella… pasticcina?
CORINNA Peggio!
ANIELLO Bella… pastorella?
CORINNA Peggio!
ANIELLO Bella… passione?
CORINNA Peggio!
ANIELLO Baroné, bella che?
CORINNA Bella passerona! (mani alla bocca) Oh!
ANIELLO (la guarda) Overo?
CORINNA Capite, signor Aniello?
ANIELLO Beh, si vede che durante la notte è andato tutto bene…
CORINNA Tutto bene? Ma come vi permettete? Io sono illibata!
ANIELLO Ci credo!
CORINNA In che senso?
ANIELLO Nel senso che una signorina come voi non avrebbe mai potuto… senza essere sposata…
CORINNA Appunto!
ANIELLO Beh, e voi che avete detto?
CORINNA Ah, io mi sono adirata e gli ho chiesto come si permettesse di apostrofarmi con tal villania e per qual motivo si trovasse nudo in casa di una signorina.
ANIELLO E lui?
CORINNA Lui ha risposto: “Ma come, non ti ricordi niente?” Ed io: “Che dovrei ricordare?” E lui: “Quello che è successo stanotte!” Ed io: “Ma che è successo stanotte?”
ANIELLO E lui?
CORINNA Non mi ci fate pensare! Non mi ci fate pensare!
ANIELLO E non ci pensate…
CORINNA Sapete cosa mi ha risposto?
ANIELLO No.
CORINNA Mi ha risposto…
ANIELLO Vi ha risposto?
CORINNA Mi ha risposto: “Non mi ricordo!”
ANIELLO Nemmeno lui?
CORINNA Nemmeno lui… Capite, signor Aniello?
ANIELLO Certo… ma non è poi così grave…
CORINNA Non è grave? Ma come, un uomo passa la notte insieme ad una donna avvenente come me, ne coglie, forse, il fiore della purezza… e se lo scorda?
ANIELLO E ci credo!
CORINNA Come?
ANIELLO No, dicevo, e ci credo che siate così adirata!
CORINNA Vero? Ho ragione?
ANIELLO E poi che è successo?
CORINNA Ah, non ci ho visto più, gli ho detto: “Farabutto, come vi siete permesso di approfittare di me, di una povera, fragile donna indifesa?” Poi ho preso il matterello e glielo ho suonato in testa.
ANIELLO All’energumeno!
CORINNA Certo, ma lui si è scansato e l’ho preso sulla spalla; lui è corso per tutta la casa per sfuggirmi, poi ha raccolto i suoi vestiti ed è scappato urlando: “’Sta pazza, ‘sta pazza! Ma ‘onn’Aniello me sente! Ah, si me sente!” Ed è uscito dalla mia vita.
ANIELLO Ha detto proprio: “Donn’Aniello me sente”?
CORINNA Sì, ve l’ho detto, ed ha soggiunto: “Ah, si me sente!”
ANIELLO Ah! E poi?
CORINNA Poi mi sono calmata, ho preso un caffè, ho fatto la doccia, mi sono vestita e sono corsa dalla mia ginecologa.
ANIELLO Ah, e che vi ha detto?
CORINNA (con timidezza e delusione) Ha detto che sono…
ANIELLO Siete?
CORINNA (sospira) Sono… ancora illibata!
ANIELLO Ci credo.
CORINNA A cosa?
ANIELLO Al fatto che siate sconvolta… certo, non è stato un episodio molto bello… però dovete convenire che entrambi avevate bevuto troppo, in circostanze del genere può capitare…
CORINNA No, no! Signor Aniello, quell’uomo non fa per me!
ANIELLO Ma signorina Corinna, non arrendetevi subito, voi avete passato la vostra vita ad accudire vostro padre ammalato, quindi sapete come sono fatti gli uomini, spesso sono dei bambinoni… ora che siete rimasta sola e avete deciso di sposarvi, dovete pensare che non siete più una ragazzina e qundi il compagno per voi deve avere una certa esperienza…
CORINNA E con questo? Gli uomini con esperienza sono tutti volgari ed energumeni?
ANIELLO Ma no, baronessa, non intendevo questo, volevo dire che il cavaliere Coccia non è più un ragazzino e, trovandosi nella circostanza, ha creduto di essere stato in intimità con voi…
CORINNA E ha creduto male! No, no! Signor Aniello, quell’uomo non fa per me, voi dovete trovare una persona adatta a me, un uomo paziente, del mio rango, che abbia i miei stessi tempi, che non approfitti delle situazioni che possono crearsi: un signore, insomma!
ANIELLO Baronessa, ma il cavaliere Coccia è già il terzo che non vi va bene, non crediate che sia facile trovare persone con i requisiti che chiedete voi…
CORINNA Voi dite?
ANIELLO Ma certo!
CORINNA Veramente, ne ho appena incontrata una.
ANIELLO Dove?
CORINNA Qua.
ANIELLO Baronessa, ma che dite, Renato è il marito di mia cognata…
CORINNA E che c’entra il signor Renato? Io parlavo del suo amico.
ANIELLO Amico?
CORINNA Quello che era qua pocanzi…
ANIELLO Pietro?
CORINNA Sì, proprio lui… è un uomo così fine, così distinto, così affascinante…
ANIELLO Pietro?! Fine, distinto e affascinante?
CORINNA Ma certo, Il signor Renato ci ha presentati… deve essere una persona molto intelligente, ha la fronte così alta!
ANIELLO Baroné, ma lo avete visto bene?
CORINNA Ma certo…
ANIELLO Ma lui non è mio cliente…
CORINNA Ma potrebbe diventarlo…
ANIELLO Ma è impossibile, Pietro non ci pensa neanche lontanamente al matrimonio, perché dovrebbe pagare me per trovare moglie?
CORINNA Ma potrei farlo io al suo posto…
ANIELLO Che cosa?
CORINNA Pagarvi.
ANIELLO Pagarmi?
CORINNA Certo, io vi pago la parcella del signor Pietro, così voi potete fare il vostro lavoro.
ANIELLO Ma non se ne parla proprio! Non è nel mio costume, non potrei mai accettare da voi i 100 euro per l’iscrizione e i 300 euro per l’incontro… no, no, è contro i miei principi, la mia etica professionale non lo consente.
CORINNA Veramente, io pensavo a 2000 euro.
ANIELLO (chiama) Pietro!
CORINNA No! Non ora, non sono preparata…
ANIELLO Giusto! Allora tornate a casa ed aspettate una mia chiamata.
PIETRO (entra con Renato dalla porta sul fondo) Mi hai chiamato?
ANIELLO Ehm, sì… la baronessa sta per andare via e voleva salutarti.
CORINNA Sì, andavo via… Au revoir, mon chery!
PIETRO Ma veramente… non ce l’ho…
CORINNA Che cosa?
PIETRO Il mon chery… (si fruga nelle tasche) va bene un pocket coffee?
CORINNA Oh, non solo intelligente, anche gentile! (prende il cioccolatino e gli porge la mano per farsela baciare)
PIETRO Arrivederci, baronessa (le stringe vigorosamente la mano agitandola) molto piacere di avervi conosciuto, statevi bene.
RENATO Arrivederci, baronessa.
CORINNA Au revoire!
ANIELLO (accompagnandola a sinistra) Siete sicura?
CORINNA È un po’ rude… (guarda Pietro) ma è bello… procedete! (via a sinistra)
PIETRO Certo che è un poco strana la baronessa, ha detto che sono intelligente…
ANIELLO In effetti… però è sempre una donna ancora piacente, ricca, nobile…
PIETRO Però è strana.
RENATO Aniello, senti, dovrei parlarti, hai due minuti?
ANIELLO Certo, di che si tratta?
PIETRO Gli devi fare un favore.
RENATO (a Pietro) Ti vuoi fare i fatti tuoi? (ad Aniello) Dovresti farmi un favore.
PIETRO E io che ho detto?
ANIELLO Dimmi…
RENATO Si tratta di una cosa un po’ delicata…
ANIELLO Se posso, non c’è problema…
PIETRO Hê visto?
RENATO (guarda torvo Pietro, poi ad Aniello) Dovresti recarti da una persona e farle una comunicazione.
ANIELLO Questo è tutto?
PIETRO Non è così semplice…
RENATO (a Pietro) Te vuo’ sta’ zitto o no?
PIETRO Scusa tanto.
ANIELLO Dicevamo?
RENATO Non è così semplice…
PIETRO Oì?
ANIELLO In che senso?
RENATO Nel senso che devi comunicare una cosa falsa.
PIETRO Però devi far credere che è vera.
RENATO (a Pietro) T’hê ‘a sta’ zitto!
ANIELLO Non ho capito niente! Devo comunicare una cosa falsa…
RENATO Però devi far credere che è vera.
PIETRO E io che ho detto?
RENATO Tu non devi dire, non devi parlare, non devi pensare, non devi respirare, non devi esistere!
ANIELLO No, no, è meglio che esiste…
RENATO Perché?
ANIELLO Per 2000 ragioni… ma andiamo avanti, si può sapere che devo fare?
RENATO Aniè, sei capace di recitare? Sai essere credibile?
ANIELLO Renà, secondo te come faccio ad accoppiare i cani con i gatti?
PIETRO Io lo avevo detto a Renato che tu eri la persona giusta… sì, perché tu devi andare da don Vincenzo e dirgli che Renato ha avuto un incidente con la macchina.
RENATO Ma insomma, pe te’ fa’ sta’ zitto, ti devo imbavagliare?
PIETRO Basta, non parlo più!
RENATO Speriamo!
ANIELLO Allora?
RENATO Allora… tu dovresti andare a casa di don Vincenzo e dirgli che ho avuto un incidente con la macchina…
ANIELLO E questo già lo ha detto Pietro…
RENATO Devi dirgli che uno col motorino non si è fermato allo “stop” e si è infilato nello sportello destro della mia cinquecento nuova…
ANIELLO Sinistro…
RENATO Cosa sinistro?
ANIELLO Lo sportello… tu hai detto destro, invece è quello sinistro.
RENATO No, scusa, Anié, visto che è una cosa finta, perché deve essere sinistro e non destro?
ANIELLO Perché… perché tu venivi da destra…
RENATO Vabbè, non perdiamoci nei dettagli… io sono sceso dalla macchina per constatare i danni e quello del motorino, un pezzo di marcantonio alto quasi due metri, mi ha aggredito dicendo che gli ho tagliato la strada; io ho replicato che lui doveva fermarsi allo stop e lui mi fa: “qua’ stop e stop? Tu di qua non ci dovevi proprio passare! Hai capito? E mo mi paghi pure i danni!”
ANIELLO Overo?
RENATO Che cosa?
ANIELLO Che vuole essere pure pagato.
RENATO Anié, ma allora non hai capito niente? Ti ho detto che è tutta una finta.
ANIELLO Ah, sì, scusa, mi ero immedesimato… continua…
PIETRO Renato ha reagito e lui lo ha abbuffato di mazzate…
RENATO Mo t’abboffo ‘e mazzate io a te! (urla) Statte zitto!
ANIELLO Continua.
RENATO Allora, devi dire che io ho reagito e lui mi ha abbuffato di mazzate e mi ha mandato all’ospedale con un braccio spezzato.
ANIELLO Scusa, Renà, ma, visto che Pietro lo sa così bene, perché non ci mandi lui da don Vincenzo?
RENATO È quello che avevo fatto, ma quest’idiota ha avuto paura di andarci, ha detto che lui non sa recitare.
ANIELLO Sì, vabbè, ma si può sapere perché dovrei raccontare questa palla a don Vincenzo?
PIETRO Così don Vincenzo crede che lui sta all’ospedale e per questo non è andato da lui…
RENATO (gli mette le mani alla gola e con molta calma…) No, io t’accido, è l’unica soluzione.
ANIELLO (lo ferma) No, per piacere, mi serve…
RENATO Ma che n’hê ‘a fa’?
ANIELLO Niente… una cosa mia… allora dicevamo: perché dovrei?
RENATO Perché don Vincenzo mi deve credere ricoverato in ospedale, non posso trovare nessun’altra scusa per non andare da lui oggi pomeriggio e, soprattutto, per rifiutare la sua offerta.
ANIELLO E non puoi dire che non ti senti bene? C’è bisogno di tutta questa storia?
RENATO Aniè, lo sanno pure le pietre che io non mi sono mai ammalato… in trentacinque anni di servizio non ho fatto un solo giorno di malattia…
ANIELLO Sì, vabbè, ma prima o poi ti può venire un accidenti, che so, un infarto, un ictus, un tumore…
RENATO All’ossa toje! Mo, per non andare da don Vincenzo, mi faccio venire un tumore? Nunn’è meglio ‘na mazziata? E poi un malessere ritarderebbe solo la cosa.
ANIELLO Scusa, Renà, non per sapere i fatti tuoi, ma perché dovresti andare da don Vincenzo e non vuoi andarci?
PIETRO Quello, don Vincenzo, ha organizzato un incontro tra Renato e un amico suo per fare una società…
RENATO (tappa la bocca a Pietro con la mano, poi ad Aniello) Sei sicuro che non posso ucciderlo?
ANIELLO Sicurissimo!
RENATO Vabbè! Devi sapere che, quando sei mesi fa sono andato in pensione, chiesi a don Vincenzo di trovarmi qualche lavoro da fare, perché volevo in qualche modo impiegare il mio tempo.
ANIELLO Mi pare giusto… allora?
RENATO Allora me ne ero completamente scordato, anche perché, come ben sai, in questi sei mesi ho avuto tante di quelle cose da fare, che l’ultimo dei miei pensieri era trovare un lavoro.
PIETRO Sì, però don Vincenzo non se lo è scordato e così…
RENATO E così, mi scordo che non ti devo ammazzare e ti faccio fuori! Ma lo vuoi capire che devi tacere?
PIETRO Scusa tanto, volevo essere utile…
ANIELLO Quindi don Vincenzo?
RENATO Ieri mattina mi ha telefonato tutto entusiasta e mi ha detto: “Amico mio, ti ho servito!” Io non capivo e gli ho risposto: “Nel caso favorito, ma in che senso, don Vincenzo?” E lui: “Come in che senso? Mi hai chiesto di trovarti una occupazione ed io te l’ho trovata!”
ANIELLO Ah! Beh, immagino che ti faccia piacere, no?
PIETRO Seh, piacere!
RENATO (guarda torvo Pietro) Ma che piacere, Anié! Tu sai che io ho sempre avuto la passione per la falegnameria, no?
ANIELLO E come, no? Ti sei fatto la mobilia con le tue mani.
RENATO Eh, la mobilia… qualche mobiletto… comunque anche don Vincenzo sapeva di questo mio hobby e mi ha trovato un lavoro da falegname.
ANIELLO E non sei contento? Hai sempre sognato di fare il falegname!
RENATO Sì, ma per costruire mobili!
ANIELLO Perché, che dovresti costruire?
PIETRO Tavuti!
ANIELLO Cosa?
RENATO Bare, casse da morto! Ci sta un amico suo che ha ereditato una agenzia di pompe funebri e, per ridurre i costi, vorrebbe mettersi in società con qualcuno che curasse la produzione di bare a cominciare da subito!
ANIELLO E vabbè, che c’è di male, sempre legno è…
RENATO Anié, io sono superstizioso, le bare non voglio vederle neppure da lontano!
PIETRO Quello se passa un funerale, cambia strada.
ANIELLO E non potevi dirlo a don Vincenzo?
PIETRO E già, accussì ‘o tavuto serveva a isso!
RENATO Aniè, lo sai meglio di me che don Vincenzo non deve mai essere contraddetto; dire di no a don Vincenzo significa scavarsi la fossa.
PIETRO Chillo tene ‘o grilletto facile! È talmente veloce a sparà che una volta tiraje ‘o grilletto mentre pigliava ‘a pistola e se sparaie ‘int’’a coscia… ‘a tanno nun se porta cchiù ‘a pistola appriesso, però tene ‘e chillèr che faticano p’isso.
RENATO Si nun te staie zitto m’’o faccio prestà io ‘nu “chillèr” ‘a don Vicienzo!
ANIELLO Embè, e tu pensi di risolverla con una storia inventata?
RENATO Mi sono procurato le bende e il gesso per ingessarmi il braccio… l’unico problema è che devo nascondere la macchina, se no mi sgama.
ANIELLO No, la macchina non è un pro… (si blocca)
RENATO Cosa?
ANIELLO No, niente… dicevo che la macchina… non è un problema…
RENATO Perché?
ANIELLO Perché… posso nascondertela io…
RENATO Tu sei pazzo! La mia cinquecento non la deve toccare nessuno… non sia mai si ammacca…
ANIELLO Renà, manco fosse ‘na Ferrari… quella ‘na cinquecento è…
SILVIA (entra dalla comune) Ah, glielo hai detto? Renà, che vuoi fare, ci vuole un poco di pazienza… e poi te lo dovevi aspettare, tutti quanti te lo avevamo detto…
RENATO Che cosa?
SILVIA Che la dovevi mettere in garage.
RENATO Ma che stai dicendo? (ad Aniello) Che cosa non mi hai detto? Che è successo alla mia macchina?
ANIELLO Renà, tu sei superstizioso vero?
PIETRO ‘Aspit’o, quello se vede un gatto nero cambia strada.
RENATO E certo!
ANIELLO E come, uno che è superstizioso si va ad inventare che un motorino gli ha sfondato lo sportello sinistro della macchina?
RENATO Destro.
ANIELLO No, sinistro, Renà, stanotte un motorino si è infilato nel tuo sportello sinistro!
RENATO Ma che stanotte! Devi dire stamattina… (realizza) Stanotte? (terrorizzato) La mia cinquecento nuova?
ANIELLO Renà io volevo prima prepararti… stanotte alle tre ho sentito un rumore dalla strada, mi sono affacciato e ho visto un motorino che si era infilato nello sportello sinistro.
RENATO E non sei sceso?
ANIELLO Renà, io non ho bisogno di farmi spezzare un braccio… e poi se ne è scappato subito.
RENATO E non hai preso la targa?
ANIELLO ‘E notte, dal settimo piano, leggevo la targa? E che so’ Superman?
RENATO (urla) Noooo! ‘A machina mia, ‘a piccerella mia… scendiamo subito… jammo a vedé che l’hanno fatto! (via di corsa a sinistra con Pietro ed Aniello)
SILVIA Ll’anno acciso ‘a figlia! (suona il citofono, via a sinistra a rispondere; d.d.) Sì? Don Vincenzo? Volete salire? Ma veramente Renato sta… sì, sì, vi apro, vi apro. (entra da sinistra) E come sta agitato! ma che vorrà a quest’ora da Renato? Nun m’ha fatto manco parlà… jeve ‘e pressa… glielo dicevo di aspettarlo giù… mah… tanto mo l’incontra mentre escono… (prende una ciotola dalla credenza, dopo averla scelta, poi via dalla comune; dopo qualche istante suonano alla porta, rientra e va a sinistra ad aprire; d.d.) Don Vincenzo, avete volato?
SCENA TERZA
(Vincenzo e detta, poi Isacco)
VINCENZO (entra da sinistra con Silvia) No, quello l’ascensore stava pronto pronto e sono salito… dove sta vostro marito?
SILVIA Se mi facevate parlare, vi avrei detto che stava scendendo e lo avreste aspettato giù.
VINCENZO Ah, allora è uscito?
SILVIA No, è solo andato a vedere che gli avevano fatto alla macchina nuova.
VINCENZO E io per questo sono venuto! So’ passato p’’o vico dove Renato mette ‘a machina, aggio visto ‘o spurtiello tutto ammaccato e sono corso a dirglielo; io saccio quanto ce tene a chella machina… me dispiace proprio, chillo mo le vene ‘na malatìa…
SILVIA Ma no, don Vincenzo… è solo una macchina, si aggiusta e torna come prima.
VINCENZO ‘A machina sì, ma Renato no!
SILVIA In che senso?
VINCENZO Donna Silvia, vostro marito quando si è comprato la macchina?
SILVIA Tre mesi fa.
VINCENZO E prima che macchina aveva?
SILVIA Ah, questa è la prima, lui ha sempre detto che, finché lavorava, non avrebbe mai comprato la macchina per non uscire pazzo in mezzo al traffico, quando andava e tornava dal lavoro.
VINCENZO Perché lui era certo che, avendo la macchina, sarebbe stato tentato di usarla.
SILVIA Infatti; ora che non deve più lavorare, dice che la macchina gli serve solo per svago e la usa solo per andare fuori città.
VINCENZO Perciò, essendo questa la sua prima macchina, per lui è come una figlia primogenita.
SILVIA E allora?
VINCENZO Allora, se una figlia si spezza un braccio, con un mese di ingessatura, diciamo così, si aggiusta; però non è più quella di prima, mo tene ‘o callo!
SILVIA ‘O callo?
VINCENZO ‘Onna Sì, il callo, il callo osseo… e così, pure la macchina…
SILVIA Tene ‘o callo?
VINCENZO ‘O callo no, ma ‘o stucco sì! E poi la vernice non è più originale!
SILVIA Sì, però torna come prima. Chi lo sa che ha lo stucco e la vernice non originale?
VINCENZO Renato! Lui lo sa e ne soffre. E non sarà più lo stesso uomo!
SILVIA In che senso?
VINCENZO Sarà un uomo ferito!
SILVIA ‘On Vicié ma voi siete convinto ‘e chello che dicite?
VINCENZO Figlia mia, si vede che non conoscete vostro marito come lo conosco io: Renato è comme a ‘nu criaturo, io me l’aggio crisciuto e lo conosco bene!
SILVIA ‘On Vicié, io ‘o tengo annanzo ‘a trent’anni e lo conosco fin troppo bene: un paio di giorni e gli passa.
VINCENZO Speriamo! Soprattutto perché mo deve cominciare un nuovo lavoro!
SILVIA Che lavoro?
VINCENZO Un lavoro importantissimo che gli ho procurato io!
SILVIA E di che si tratta?
VINCENZO Un lavoro di alta falegnameria!
SILVIA Ah sì, a Renato piace fare il falegname… bravo, don Vincenzo, almeno così esce un poco di casa. Don Vincè, da quando è andato in pensione, Renato sta sempre in casa a rompere!
VINCENZO Allora mi fa piacere pure per voi. (bussano alla porta)
SILVIA Don Vincenzo, accomodatevi, mentre io apro… (via a sinistra ad aprire)
VINCENZO (siede) Ah, ‘stavota penso proprio che l’aggio fatto felice a Renato: doppo 35 anni areto a ‘na scrivania, finalmente può realizzare il sogno di fare il falegname.
SILVIA (d.d.) Buon giorno.
ISACCO (d.d.) C’è il signor La manna?
SILVIA (d.d.) È sceso un attimo, ma torna subito, accomodatevi…
ISACCO (entra da sinistra con Silvia; porta una grossa valigia; vede Vincenzo e saluta) Buon giorno, anche voi aspettate il signor La Manna?
VINCENZO No, io aspetto il signor Calcagno.
SILVIA Don Vincenzo, visto che state in compagnia, vi dispiace se vado in cucina, ho un po’ da fare…
VINCENZO Ma vi prego, andate, fate i fatti vostri, faccio io compagnia al signore.
SILVIA Grazie, permettete? (via dalla comune)
ISACCO Permettete che mi presenti: Isacco Niutòn
VINCENZO ‘O scienziato?
ISACCO Mi conoscete?
VINCENZO Eh! Solo che mi pensavo che eravate morto.
ISACCO O bella, e perché mai?
VINCENZO Beh, ‘o fatto d’’a mela me pare che lo avete inventato parecchio tempo fa…
ISACCO ‘O fatto d’’a mela? (realizza) Ah, alludete alla gravità… ma quello non ero io, era Isacco Newton…
VINCENZO E scusate, nunn’avito ditto accussì?
ISACCO Ma no! Io ho detto Niutòn, che si scrive Nutonne… è un nome di origine francese, mentre l’altro si scrive Newton e si pronuncia Niùton perché è inglese… no, io non sono così importante, sono solo un povero inventore…
VINCENZO Ah! E che avete inventato?
ISACCO E già, e mo lo dico a voi!
VINCENZO E nun m’’o ddicite! Era solo per fare conversazione… a me che me ne ‘mporta ‘ell’invenzione voste?
ISACCO Ah, non ve ne importa?
VINCENZO No!
ISACCO Davvero non ve ne importa?
VINCENZO Nun me passa manco p’’a capa!
ISACCO E allora ve lo posso pure dire: ho inventato il buco nell’acqua!
VINCENZO Ch’avite ‘nventato?
ISACCO Il buco nell’acqua!
VINCENZO (trattandolo come pazzo) Ah! Bravo! Certo che era una cosa che ci voleva proprio… il buco… nell’acqua?
ISACCO Nell’acqua!
VINCENZO Eh, sì, io l’ho sempre detto… chissà perché nessuno ha mai pensato di inventare il buco nell’acqua!
ISACCO È vero? Quindi anche voi sapete a cosa serve il buco nell’acqua!
VINCENZO E comme, no? Chillo ‘o bbuco serve… specialmente quando… quando l’acqua è tanta?
ISACCO (punta l’indice contro Vincenzo) Infatti! Voi pensate ad una vasca da bagno piena d’acqua sporca dopo che uno si è fatto il bagno… ci state pensando?
VINCENZO A che cosa?
ISACCO Alla vasca!
VINCENZO Ah, si… certo… tutta chell’acqua fetente… che schifo!
ISACCO (gli punta un dito quasi nell’occhio) Vedete? Anche a voi fa schifo!
VINCENZO (si guarda intorno alla ricerca di un rifugio) Certamente… comme no?
ISACCO Ora pensate che volete svuotarla… cosa fate?
VINCENZO Che faccio? Tiro la catenella per togliere il tappo.
ISACCO E la catenella si spezza!
VINCENZO Scusate, ma pecché s’adda spezza’ ‘a catenella?
ISACCO (alterandosi) Perché lo dico io! Vi sta bene?
VINCENZO (assecondandolo) Certamente, comme no? Chelle ‘e catenelle se spezzano sempe… a proposito, visto che siete un inventore, pecché nun inventate ‘na catenella ca nun se spezza?
ISACCO E già! E poi a che serve più il buco nell’acqua?
VINCENZO Giusto! Avite ragione!
ISACCO Io ho sempre ragione! Allora, dicevamo… dove eravamo rimasti?
VINCENZO S’è spezzata ‘a catenella…
ISACCO Già… la catenella si è spezzata! Allora che fate? Lasciate la vasca piena per sempre?
VINCENZO Noo… chella po’ sa’ comme fete?
ISACCO Appunto! Quindi, cosa fate?
VINCENZO Che faccio? (timoroso) Metto ‘a mana ‘int’all’acuqa e levo ‘o tappo?
ISACCO (gli punta il dito contro) Ah! Questo fate? Infilate tutto il braccio in quell’acqua schifosa? Questo fate?
VINCENZO No… io avevo solo domandato…
ISACCO E allora che fate?
VINCENZO (impaurito) Nun ‘o ssaccio…
ISACCO Vedete? Non lo sapete! E non lo potete sapere! Perché non c’è altra soluzione… a meno che…
VINCENZO A meno che?
ISACCO A meno che non applichiate la mia grande invenzione!
VINCENZO ‘O buco ‘int’all’acqua!
ISACCO Esatto! Il buco nell’acqua! Con la mia invenzione, si apre un buco all’altezza dello scarico e così potete infilarci il braccio dentro senza toccare l’acqua sporca!
VINCENZO (assecondandolo) Certo ch’è proprio ‘n’invenzione importante… ‘sarape ‘o buco…
ISACCO E voi infilate il braccio!
VINCENZO (asciugandosi il sudore) E io ‘nfilo ‘o braccio… levo ‘o tappo… e nun me sporco…
ISACCO Non vi sporcate! Geniale vero?
VINCENZO Eh! Chesta è meglio d’’a mela!
ISACCO La mela? Ah, sì, la gravità…
VINCENZO (tra sé) Sì, è proprio grave…
ISACCO Ma quello era Newton, io sono solo Nutonne, non posso certo competere…
VINCENZO E comme no? Voi avete inventato il buco nell’acqua!
ISACCO (scoppia a ridere come un pazzo) Ah ah ah… il buco nell’acqua… il buco nell’acqua…
VINCENZO (ride per assecondarlo) Ah ah ah… bravo… bravo…
ISACCO (si ferma di colpo, punta il dito contro Vincenzo e con voce irata) Ma vi sembra mai possibile?
VINCENZO (impaurito) Che cosa?
ISACCO Il buco nell’acqua! Io, Isacco Nutonne, inventavo il buco nell’acqua! E voi ci avete pure creduto! Stolto, non vi siete reso conto che mi sono preso gioco di voi?
VINCENZO E comme, no? Voi siete un grande scienziato…
ISACCO Lo avete detto!
VINCENZO L’ho detto!
ISACCO Bravo!
VINCENZO Grazie!
ISACCO Prego! (dall’ingesso si odono le voci di Aniello, Pietro e Renato)
SCENA QUARTA
(Aniello, Pietro, Renato e detti)
ANIELLO (d.d.) E dai, in fondo è un danno piccolo…
PIETRO (d.d.) Non ci sta nemmeno bisogno di cambiare lo sportello…
RENATO (entra con i due da sinistra) Ma voi non vi rendete conto… la macchina nuova… rovinata per sempre… (vede Vincenzo e si blocca) Don Vincenzo, voi qui?
VINCENZO (approfittando della situazione) Sì, ma me ne stevo jenno… torno cchiù tarde… (si avvia a sinistra) Te vulevo dicere che t’avevano ammacato ‘a machina, ma già ‘o ssaje… po’ ci sta questo signore che vuole parlare con Aniello…
ANIELLO Con me?
ISACCO Permettete che mi presenti? Isacco Niutòn, Inventore! (tende la mano ad Aniello)
ANIELLO (gli stringe la mano) E volete proprio me?
ISACCO Proprio voi!
ANIELLO E cosa posso fare per voi?
ISACCO (si guarda intorno) Veramente… gradirei parlarvi in privato…
ANIELLO Ah… allora accomodatevi un momento nel mio studio… due minuti e sono da voi… (lo guida verso laprima a destra) prego…
ISACCO Grazie, vi aspetto… (a Vincenzo) arrivederci signor credulone… ah ah ah… il buco nell’acqua… ah ah ah… (via ridendo dalla prima a destra)
PIETRO Ma chi è?
ANIELLO E chi lo conosce?
RENATO Ma vuole parlare con te…
VINCENZO Anié, statte accorto, chillo è pazzo, è pericoloso.
RENATO Don Vincenzo, io sarei venuto da voi oggi pomeriggio come d’accordo…
VINCENZO E io pure pe’ chesto so’ venuto, ti volevo dire che l’appuntamento con Eleuterio Bellamorte è anticipato, lo aspetto da un momento all’altro al bar qua sotto e poi saliamo… io ero sagliuto primma pe’ te dicere ‘o fatto d’’a machina… ma mo famme j’, si no chillo vene e nun me trova; ce vedimmo a ‘n’atu ppoco… (via verso sinistra)
RENATO Ma, don Vincenzo… vi volevo dire… mo non sto tanto bene… la macchina…
VINCENZO Eh, ‘a machina s’acconcia… il lavoro è la cosa più importante! E io te l’aggio truvato! Ah, che facisseve senza don Vicienzo! (via a sinistra)
RENATO E mo come faccio? (a Pietro) Disgraziato! Tutto per colpa tua! Se andavi stamattina da don Vincenzo, era tutto risolto e invece mo sto inguaiato!
PIETRO Ma non avevamo detto che ci andava Aniello?
RENATO Anié, si ‘stu… coso te serve vivo, lievammello ‘a ‘nanzo! (a Pietro) Idiota! Si chillo m’ha appena visto ccà, che le va a dicere Aniello, che sto all’ospedale?
PIETRO Uh, hai ragione… non ci avevo pensato… va bene, allora, se non ti servo più, me ne vado…
ANIELLO Sì, ma non ti allontanare troppo, perché a momenti servi a me.
PIETRO Servo a te? E che devo fare?
ANIELLO Te lo spiego quando è il momento…
PIETRO Mah! Ci vediamo… (via a sinistra)
RENATO E mo come faccio? Hai sentito? Mo me lo porta qua… e si chiama pure Bellamorte! (fa le corna)
ANIELLO Non disperare può darsi che troviamo un’altra soluzione…
RENATO è ‘na parola! No, è finita, è finita! (via dalla porta sul fondo)
ANIELLO Fammi vedere che vuole quest’altro… (apre la prima porta a destra) Prego, accomodatevi…
ISACCO (entra dalla prima a destra) Signor La Manna, io sono qui per proporvi qualcosa di indispensabile nel vostro lavoro…
ANIELLO (lo blocca) Ah, siete un rappresentante? E me lo potevate dire subito… io non ho bisogno di niente, perciò, se non vi dispiace, avrei un po’ da fare…
ISACCO (offeso) Ma cosa dite? Io un rappresentante? Vi ho detto che sono inventore!
ANIELLO Si, va bene, siete inventore… ma che volete da me?
ISACCO Signor La Manna, io ho inventato qualcosa di essenziale per il vostro lavoro, una invenzione rivoluzionaria! L’ho chiamata “rivanigem”!
ANIELLO Serve p’’e dulure ‘e capa?
ISACCO Ma cosa dite? Che c’entra il mal di testa?
ANIELLO Scusate, ma mi sembrava il nome di una pillola per il mal di testa.
ISACCO Ma quale pillola? La mia è una macchina elettronica; “rivanigem” è un acronimo, sta per “rivelatore di anime gemelle”!
ANIELLO Ah! E che fa questa macchina?
ISACCO Ma lo dice il nome stesso, no? Ora vi spiego: quando un uomo ed una donna devono mettersi insieme, è necessario che siano compatibili, cioè che siano anime gemelle; il mio rivelatore si collega a due caschi con dei particolari elettrodi, i caschi si pongono sulle teste dei due soggetti; si immettono nella macchina i loro dati, si avvia il programma e, se i soggetti sono compatibili, si accende una spia verde e si sente suonare la marcia nuziale; se invece non lo sono, si accende una spia rossa e si sente una voce che dice: “attenzione, impossibile formare la coppia!”
ANIELLO E suona la marcia funebre…
ISACCO Volendo, si potrebbe anche inserire… Grandiosa, vero?
ANIELLO Eh! E secondo voi, io, per il mio lavoro, avrei bisogno di una macchina del genere?
ISACCO Indubbiamente! Vi capita mai di accoppiare due persone e poi avere dei reclami da parte di uno o entrambi i soggetti?
ANIELLO Beh, qualche volta è capitato, ma la cosa non mi preoccupa perché io li presento solamente, poi sono loro che decidono, anzi, se non funziona la coppia, per conoscere altre persone, mi pagano ulteriormente, quindi…
ISACCO Quindi voi pensate che non sia importante avere la certezza del funzionamento della coppia…
ANIELLO Appunto!
ISACCO Errore! Errore! Se voi poteste garantire il funzionamento della coppia, potreste praticare delle tariffe enormemente più elevate!
ANIELLO E dovrei anche pagare eventuali danni elevati… no, sentite signor…
ISACCO Niutòn, Isacco Niutòn…
ANIELLO Sentite, signor Niutòn, io non sono interessato alla vostra invenzione, perciò… è stato un piacere conoscervi, ma ora è meglio che andiate perché ho da fare…
ISACCO Errore! Errore! Ascoltatemi signor La Manna, in questa valigia ho la mia macchina, lasciate che ve ne spieghi il funzionamento, poi ve la lascio in prova, datemi almeno questa soddisfazione, poi, dopo averla provata, sarete voi a decidere se acquistarla o no.
ANIELLO Ma vi ripeto che non mi interessa!
ISACCO Per favore, vi prego, provatela solamente, datemi questa soddisfazione… vi imploro!
ANIELLO Mmmhhh… e va bene, ma solo per prova… andiamo in camera mia e mi spiegate come funziona.
ISACCO Signor La Manna, non ve ne pentirete! (via con Aniello dalla prima a destra; bussano alla porta)
SCENA QUINTA
(Silvia e Maria, poi Carlotta, quindi Renato)
SILVIA (entra dalla comunee vaa sinistra ad aprire, mentre il campanello suona di nuovo) Vengo! (d.d.) Maria! Che sorpresa! Entra, su (entra da sinistra con Maria) accòmodati… come mai da queste parti, tesoro?
MARIA Passavo… dove sta mio marito?
SILVIA Tuo marito? Ma… veramente…
MARIA Dai, Silvia, lo so benissimo che Aniello sta qua.
SILVIA Senti, Maria, io l’ho ospitato proprio perché si tratta del marito di mia sorella…
MARIA Ma certamente, non c’è alcun problema.
SILVIA Tu lo sai, Aniello non ha nessun parente, nessun amico particolare, nessuno dove andare… non naviga certo nell’oro, per cui non si può permettere un albergo… potevo mai lasciarlo in mezzo a una strada?
MARIA Perché, secondo te, io, la moglie, l’ho buttato in mezzo a una strada?
SILVIA Beh, tu l’hai cacciato di casa…
MARIA Certamente.
SILVIA Embè, sapendo che non aveva dove andare, non l’hai buttato in mezzo alla strada?
MARIA Sapendo che non aveva dove andare, sì, ma io sapevo che aveva dove andare.
SILVIA Ah sì? E dove?
MARIA Qua! Per questo non mi sono preoccupata.
SILVIA Ah! Allora sapevi dal primo momento che stava qua…
MARIA Ma certo!
SILVIA Scusa, ma che senso aveva, allora, cacciarlo di casa?
MARIA Ma quella era solo una scusa, io avevo bisogno di non averlo tra i piedi per un po’ di tempo.
SILVIA E lo hai messo tra i piedi miei… e io che mi preoccupavo che tu lo venissi a sapere… quindi io sarei la scema della situazione?
MARIA Ma che dici?
SILVIA E certo! Io gli ho dovuto dare una camera, la biancheria lavata e stirata, tre pasti al giorno e soprattutto ho dovuto sopportare l’andirivieni dei suoi clienti, per fare stare libera te!
MARIA Ascolta, sorellina, erano mesi che non riuscivo a convincere Aniello a far dare una rinfrescata alla casa; ogni volta che ne parlavamo diceva che, col suo lavoro, doveva ricevere gente e non si poteva permettere di avere gli operai in casa; così, alla prima occasione, ho approfittato e l’ho mandato via.
SILVIA E non me lo potevi dire?
MARIA Hai ragione, scusami, ma ho pensato che così non ci sarebbe stato il pericolo che lui lo venisse a sapere…
SILVIA Hai ragione solo che sei mia sorella, si no te facevo ‘na faccia ‘e pacchere.
MARIA E dai, sorellina, oramai è fatta, i lavori sono quasi finiti…
SILVIA E non mi chiamare sorellina perché la sorella maggiore sono io.
MARIA Va bene, sorellona.
SILVIA Mmmmh! (ridono) Quindi non hai nulla da perdonare ad Aniello?
MARIA Ma no! Poverino! Non ha fatto niente di male… anche perché, se avesse fatto qualcosa di male, non mi sarei limitata a cacciarlo di casa!
SILVIA Lo so, lo avresti mandato all’ospedale. E come mai stai qua?
MARIA I lavori sono quasi finiti, ancora due o tre giorni e posso “perdonare” Aniello, così ho pensato di venirtelo a dire…
SILVIA Hai fatto bene, mi fa pure piacere rivederti: è parecchio che non ti fai vedere… (bussano alla porta) Aspetta che vado ad aprire. (via a sinistra) (d.d.) Buon giorno.
CARLOTTA (d.d.) Buon giorno, c’è il signor La Manna?
SILVIA Chi lo desidera?
CARLOTTA Sono Carlotta Cantalupo, una cliente.
SILVIA Prego, accomodatevi… (entra da sinistra con Carlotta) vedo se può ricevervi… avevate appuntamento?
CARLOTTA (vede Maria e la saluta) Buon giorno… veramente no, aspettavo una sua chiamata, mi ha detto che appena avesse trovato la persona adatta a me, mi avrebbe procurato un appuntamento… ma voi siete una sua parente?
SILVIA Sono la cognata; ma scusate, se doveva telefonarvi lui, perché siete venuta qua?
CARLOTTA Perché non potevo più aspettare: devo dirgli che ho già trovato la persona adatta a me.
MARIA Beh, allora non avete più bisogno di lui… potevate fargli una telefonata…
CARLOTTA Già, come se fosse così facile…
SILVIA Beh, si prende il telefono, si fa il numero e si parla.
CARLOTTA Ma cosa dite, signora? Io intendevo che non basta comunicarglielo, la cosa è molto più complicata.
MARIA Forse è uno che già vi aveva presentato e non avete voluto?
CARLOTTA Ma no! Più complicato!
SILVIA Sentite, signora, se è una cosa così complicata, come dite voi, è meglio che ne parliate direttamente con lui.
CARLOTTA Sì, questo lo so, per questo sono qui; ma sapeste quanto è difficile!
MARIA Scusate, ma perché è così difficile?
CARLOTTA Ehm… non so se posso…
SILVIA Non vi preoccupate, la signora è di famiglia.
CARLOTTA È difficile perché è lui!
SILVIA Lui chi?
CARLOTTA Lui, il signor Aniello!
MARIA “Lui” in che senso?
CARLOTTA È lui l’uomo per me!
SILVIA e
MARIA AH!
CARLOTTA Io mi sono innamorata di lui!
MARIA Mi fa piacere!
CARLOTTA Ah, sì? Ne sono lieta. Dite la verità, non è un bell’uomo?
MARIA Come no!
CARLOTTA è un uomo veramente interessante, pieno di fascino… credo che qualunque donna farebbe pazzie per averlo.
SILVIA Eh!
CARLOTTA Allora pensate che ho qualche speranza?
MARIA E chi lo sa? Bisogna vedere lui cosa ne dice…
CARLOTTA Voi sieta la sorella?
SILVIA No, è una parente…
MARIA Sì, una parente… molto stretta!
CARLOTTA Bene! Allora posso chiedervi un favore? Perché non gli parlate voi e ci mettete una buona parola?
SILVIA Brava! Avete scelto proprio la persona giusta per mettere la buona parola,
CARLOTTA Davvero? Allora mi aiutate?
MARIA Ma certamente! Voi non immaginate neppure con che piacere vi aiuto.
SILVIA Maria…
MARIA Stai tranquilla, sorellina, la cosa mi diverte.
CARLOTTA In che senso, scusate?
MARIA Mi diverte aiutare il prossimo, lo faccio con molto piacere.
CARLOTTA Grazie, siete un angelo.
SILVIA Eh!
MARIA E ditemi una cosa: per caso Aniello ha mostrato interesse nei vostri confronti?
CARLOTTA Ah, sì, molto interesse! Ha detto che doveva scegliere bene la persona da propormi, perché io sono una donna speciale… aspettate… ha detto: “Voi non solo siete una donna molto bella e intelligente, ma siete una donna di gran classe, avete molto charme, siete, insomma, speciale… una donna molto desiderabile!” E, quando ha detto “desiderabile”, gli ho letto negli occhi il desiderio, voi mi capite vero?
MARIA E come no? Vi capisco, vi capisco molto bene!
SILVIA Maria…
MARIA Stai tranquilla, ti ho detto che mi diverto.
CARLOTTA Come?
MARIA No, niente… quindi voi pensate che Aniello possa essere l’uomo per voi?
CARLOTTA Guardate, secondo me, non mi ha ancora telefonato non perché sta cercando la persona giusta, ma perché aspetta il momento giusto per dichiararsi!
MARIA Lo penso pure io.
SILVIA Io invece non credo… Aniello è molto serio nel suo lavoro, forse vi siete sbagliata…
CARLOTTA Voi dite? Eppure mi guardava con uno sguardo pieno di libidine!
MARIA Ah! Pure libidinoso!
CARLOTTA E beh, un poco ci vuole, no? Mica vi scandalizzate? Non siamo più ragazzine…
MARIA Quanto a questo, si vede che non lo siete.
SILVIA Maria, ma non credi sia meglio che andiamo a finire quella cosa che stavamo facendo in cucina, magari la signorina può aspettare qua che Aniello si libera.
CARLOTTA Ah, io non ho problemi, posso aspettare tutto il tempo che ci vuole… sapete: è una vita che lo aspetto!
MARIA Aniello?
CARLOTTA Sì!
MARIA E penso che lo dovrete aspettare ancora parecchio!
CARLOTTA Tanto che è impegnato? Beh, certo, col suo lavoro…
SILVIA Sì, sta di là con una persona, appena esce gli parlate.
CARLOTTA (a Maria) Voi dite che prima gli devo parlare io e poi ci mettete voi la buona parola?
MARIA State tranquilla, parlateci prima voi, che poi me lo cucino io il signor Aniello!
CARLOTTA Grazie, grazie, grazie… allora lo aspetto qui, voi fate pure i fatti vostri.
SILVIA Permettete…(via dalla comune con Maria)
CARLOTTA Che brave persone!
RENATO (entra dalla porta sul fondo) Buon giorno… aspettate qualcuno?
CARLOTTA Buon giorno… aspetto il signor Aniello, (gli porge la mano) Carlotta Cantalupo, piacere…
RENATO (le stringe la mano) Renato Calcagno, molto lieto… non so se Aniello è in casa…
CARLOTTA Sì, sta in camera sua con un cliente, me lo ha detto sua cognata.
RENATO Mia cognata?
CARLOTTA No sua, di Aniello.
RENATO Ah, mia moglie… (suonano alla porta) Permettete… (via a sinistra ad aprire)
CARLOTTA Prego, prego…
SCENA SESTA
(Filippo, Oronzo e detti, poi Aniello e Isacco)
RENATO (d.d.) Guè, Filippo, eri uscito? Io pensavo stessi dormendo!
FILIPPO (entra da sinistra con Renato ed Oronzo) Ma che uscito… che dormendo… io mo mi sto ritirando!
RENATO Mo? Da ieri sera che sei uscito? E che hai fatto tutta la notte?
FILIPPO Ho dormito a casa sua… papà, ti presento Oronzo, il mio mentore!
ORONZO Piacere , Oronzo Lo Zoppo… (tende la mano)
RENATO (gli stringe la mano) Piacere mio… mi dispiace…
ORONZO Che cosa?
RENATO Che siate zoppo… è stato un incidente?
FILIPPO Papà, ma che dici? Lo Zoppo è il cognome!
ORONZO (ride) Non vi preoccupate, capita spesso…
RENATO Scusate… che diceva Filippo? Siete il suo mentore? In che senso?
ORONZO No, Filippo esagera… io cerco solo di trasferirgli le mie esperienze di vita…
FILIPPO Papà, Oronzo ha fatto il ‘68!
RENATO Primo estratto? E su quale ruota?
FILIPPO Papà, quale ruota? Il 68: la contestazione giovanile, il movimento operaio, la rivoluzione sessuale…
ORONZO Sì, in effetti sono stato un giovane sessantottino…
RENATO E allora?
FILIPPO Come allora? Ma ti rendi conto che lui e quelli come lui hanno tracciato la strada che noi giovani del terzo millennio stiamo ancora percorrendo?
CARLOTTA Davvero? Scusate se mi intrometto, ma sono lieta di conoscere un vero sessantottino… io all’epoca ero poco più che una neonata, però ricordo che mio padre mi parlava sempre di quegli anni… (prende Oronzo sotto braccio) e ditemi, facevate parte del movimento studentesco, di quello operaio o eravate sostenitore (con voce roca) della rivoluzione sessuale?
ORONZO Beh, un po’ di tutto…
FILIPPO Eh? Quanto sei modesto! Dovete sapere che lui ha occupato la scuola per due settimane e si è fatto le meglio studentesse!
ORONZO Ma dai, Pippo, non esagerare… diciamo che ho avuto occasione di instradare qualche ragazza sulla via del libero amore…
CARLOTTA (interessata) Davvero? Dovevate essere proprio un mandrillone!
FILIPPO Potete giurarci!
ORONZO Ma no, dai, diciamo che mi difendevo e… (a Carlotta) mi difendo ancora…
CARLOTTA Non mi dite!
FILIPPO Ora, se permettete, devo far vedere ad Oronzo come si gioca a tennis col “wii”
RENATO (a Oronzo) All’età vostra giocate con il “wii”?
ORONZO Perché, c’è qualcosa di male?
RENATO Noò!
FILIPPO Papà, Oronzo è giovane dentro, è uno di noi! (a Oronzo) Vieni, maestro, andiamo in camera mia…
ORONZO Permettete… (si libera di mala voglia dalla presa di Carlotta e via dalla seconda a destra con Filippo)
CARLOTTA Interessante, davvero interessante…
ANIELLO (entra dalla prima a destra con Isacco) Certo, potrebbe anche funzionare, ma non credo che sia indispensabile alla mia attività, come dite voi… (si avvede di Carlotta) oh, signorina Carlotta, qual buon vento? Sono subito da voi… (a Isacco) vi farò sapere…
ISACCO Ma proverete la mia macchina?
ANIELLO Appena capita l’occasione, però non vi prometto niente… ora, se permettete, c’è la signorina…
ISACCO Vado… vedrete che quando la proverete non la lascerete più! Signori, arrivederci… (via a sinistra)
ANIELLO Allora, signorina Carlotta, ditemi…
CARLOTTA Veramente… (guarda Renato) vorrei parlarvi in privato…
ANIELLO Ah! Accomodatevi in camera mia, la uso come studio… prego… vi raggiungo subito…
CARLOTTA Permesso… (via dalla prima a destra)
ANIELLO Pure quest’altra ci voleva… hai risolto con don Vincenzo?
RENATO Ma che vuoi risolvere? Quello mo arriva col beccamorto… quel disgraziato di Pietro mi ha rovinato… (suonano alla porta) “lupus in fabula” chiste so’ loro! (via a sinistra; d.d.) Prego, don Vincenzo, accomodatevi…
SCENA SETTIMA
(Vincenzo, Eleuterio e detti, poi Carlotta e Matilde)
VINCENZO (entra da sinistra con Eleuterio e Renato) Guagliò, questo è il tuo nuovo socio!
ELEUTERIO (estrae dal taschino un biglietto da visita e lo porge a Renato) Molto piacere, Eleuterio Bellamorte, impresario di onoranze funebri, a vostra disposizione…
RENATO (fa di nascosto il gesto delle corna) Piacere… questo è mio cognato…
ANIELLO (estrae dal taschino un biglietto da visita e lo porge ad Eleuterio) Aniello La Manna, agente matrimoniale a servirvi… siete scapolo?
ELEUTERIO In verità non ho interesse al matrimonio…
ANIELLO Certo, non è facile…
ELEUTERIO Che cosa?
ANIELLO Niente… intendevo che non è facile conciliare il matrimonio con il lavoro…
ELEUTERIO Perché, scusate, per sposarsi bisogna essere disoccupato?
ANIELLO No… non intendevo il lavoro in generale, ma il vostro lavoro…
ELEUTERIO La mia professione, per vostra norma, non è diversa da qualsiasi altra professione… sono io che al momento ho altro a cui pensare…
VINCENZO ‘E tavute…
ELEUTERIO Ora che papà è trapassato, ho io l’impresa sulle spalle! Anche per questo ho deciso di mettermi in società con qualcuno che possa occuparsi della fornitura dell’elemento essenziale.
RENATO Don Vincenzo mi diceva appunto che cercate un falegname…
ELEUTERIO Per mille urne funerarie! Un falegname? Come, don Vincenzo, io cerco un falegname?
VINCENZO Eh… vuie accussì avite ditto…
ELEUTERIO Assolutamente no!
RENATO Ah, e allora c’è stato un equivoco… don Vincenzo, come vedete, il signor Della Morte…
ELEUTERIO Bella!
RENATO Che cosa?
ELEUTERIO La morte…
RENATO Forse per voi, ma per me è brutta, anzi, orribile!
ELEUTERIO Ma cosa dite? Bella, non Della… io mi chiamo Bellamorte, non Della Morte!
RENATO Ah, scusate… comunque, dicevo a don Vincenzo che quindi non avete bisogno di me…
ELEUTERIO E chi ve lo ha detto?
RENATO Scusate, voi mo avete detto che non vi serve un falegname…
ELEUTERIO Perché, voi siete falegname?
RENATO Beh, mi piace lavorare il legno, creare dei mobilucci…
ELEUTERIO Appunto! Creare, avete detto la parola giusta, creare… io ho bisogno di un creatore!
ANIELLO Per mandarci la gente e procurarvi i clienti?
ELEUTERIO Ma cosa dite? Un creatore, un artista intendo…
VINCENZO E Renato è proprio un artista!
RENATO Ma no, io mi arrangio…
VINCENZO Mo nun fa’ ‘o modesto, ja’…
ELEUTERIO Vedete, la bara non va considerata come una semplice cassa da morto… essa è la dimora definitiva, il rifugio finale, la culla che accoglie dopo il trapasso… per esempio, quando voi comprate una casa, ne ponderate la bellezza, la comodità, la struttura, le rifiniture, perché in quella casa dovete stabilire la vostra dimora in vita! A maggior ragione, quindi, anche quando si aquista la dimora eterna bisogna che questa sia adatta alle nostre esigenze anche estetiche!
ANIELLO Voi dite?
VINCENZO E comme, no?
ELEUTERIO Certamente… per esempio, voi… quanto siete alto?
ANIELLO Un metro e sattantuno, perché?
ELEUTERIO Ecco, se andate all’ufficio mortuario del comune, vi danno una cassa da un metro e 75… basta!
ANIELLO E allora?
ELEUTERIO Allora? Per mille candelabri! E me lo domandate? (estrae un metro flessibile) Permettete? (senza attendere risposta comincia a prendere le misure ad Aniello, il quale cerca di sottrarsi facendo anche le corna) Ecco… spalle 65… braccia, 70… fianchi 55… piede 42… pancia 40…
ANIELLO Ma che fate?
VINCENZO Fallo ‘o fa’!
ANIELLO Ma io non sono ancora morto…
ELEUTERIO Lo so, ma se lo foste, una bara per voi dovrebbe avere delle caratteristiche consone alle vostre misure, stretta sopra, un po’ più larga al centro perché avete un po’ di pancetta, stretta sotto perché avete le gambe secche… il legno dovrebbe essere mogano scuro che si adatta a voi, i decori confacenti il vostro gusto… insomma un pezzo unico, fatto apposta per voi… ed è qui che subentra l’artista, il cesellatore, il creatore.. (indicando Renato) voi!
RENATO Io? Io devo fare la cassa a mio cognato?
ELEUTERIO Non a lui, a me!
RENATO Perché state per morire?
ELEUTERIO Ma che dite? A me per venderla.
RENATO Per venderla a mio cognato?
ELEUTERIO Ma no… era un esempio… ho preso vostro cognato, ma potevo prendere don Vincenzo… ecco… (comincia a prendere le misure)
VINCENZO Gué, nun pazziammo… io aggi’’a campà cient’anne…
ELEUTERIO ‘On Vicié, faciteme fa’… io devo spiegare al vostro amico le differenze fra bara e bara…
VINCENZO ‘O chi? Vide addò hê ‘a j’!
ELEUTERIO E vide si m’’o ffa fa’.... stateve fermo… vedete, la bara per don Vincenzo deve essere abbastanza larga all’altezza delle spalle… aggio ditto stateve fermo…
VINCENZO Renà, dincello ca hê capito… (ad Eleuterio) e fernitela cu’ ‘sti mmesure! (tenta di sfuggilgli, ma Eleuterio lo segue)
ELEUTERIO E stateve fermo!
CARLOTTA (entra dalla prima a destra) Ma che succede? Eleuterio? Tu qui?
ELEUTERIO (si blocca) Carlotta? Tu qui?
CARLOTTA No… eh no… stavolta no… (arretra verso sinistra) stavolta no… vade retro… vade retro… (via di corsa da sinistra)
MATILDE (entra da sinistra) Ma chi è chella pazza? Permesso? Scusate quella signora ha lasciato la porta aperta… c’è Filippo?
RENATO Sì, Matilde, sta in camera sua…
MATILDE Signor Renato, avete visto che è successo nel vicolo qua dietro? Niente di meno che un furgone è sbandato ed è andato a sbattere su una cinquecento bianca nuova nuova, che stava parcheggiata, e l’ha schiacciata contro il muro… povera macchina, non si riconosce più…
RENATO (urla) No… no… ‘a criatura mia… noooooo…
SILVIA (entra dalla comune con Maria) Ch’è successo? Perché strilli?
RENATO ‘A criatura mia… me l’hanno accisa… Bellamò, pigliateme ‘e mmesure! Aaah (sviene; Aniello e Vincenzo lo sorreggono, Silvia gli fa vento ed Eleuterio lo misura; parte la musica e si chiude il sipario)
FINE PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
Stessa scena del primo atto. In scena Silvia e Maria in piedi e Vincenzo ed Eleuterio seduti sul divano.
SCENA PRIMA
(Silvia, Maria, Vincenzo ed Eleuterio, poi Aniello e Renato)
SILVIA Don Vincenzo, che vi devo dire? Mi sono preso un bello spavento, pensavo proprio che gli avesse ceduto il cuore… meno male che si è riavuto subito… dopo che ve ne siete andati, è stato un paio d’ore a letto a lamentarsi nel sonno, poi si è svegliato e ha voluto andare a vedere la macchina. Con questa macchina abbiamo passato un guaio, oggi è la seconda volta che lui e Aniello scendono a constatare i danni…
MARIA Sì, ma da quello che ho capito, questa volta l’hanno proprio distrutta, avete sentito la ragazza di Filippo?
VINCENZO Vabbuò, chelle ‘e guaglione esagerano sempre…
ELEUTERIO Non credo…
SILVIA Mo chi lo sa in che stato torna Renato… meno male che ci sta Aniello con lui…
MARIA A proposito di Aniello, Ma che fine ha fatto quella… “signora”?
SILVIA Che so, Matilde ha detto che ha visto uscire una donna come una pazza, doveva essere lei… don Vincenzo, comunque a momenti lo vedete salire; vi dispiace se noi andiamo di là mentre voi lo aspettate?
VINCENZO Fate con comodo, io sto in compagnia…
ELEUTERIO Sì pure io aspetto vostro marito…
SILVIA Grazie, permettete. (via dalla comune con Maria)
VINCENZO ‘On Eleutè, a proposito, ma se po’ sapé chi era chella pazza?
ELEUTERIO Chi, Carlotta? ‘On Vicié, nun me ne parlate…
VINCENZO Sì, ma pecché diceva “Stavolta no, stavolta no…”?
ELEUTERIO Chi, Carlotta? ‘On Vicié, nun me ne parlate…
VINCENZO Va buò, ma chella me pareva che se metteva proprio paura ‘e vuie…
ELEUTERIO Chi, Carlotta? ‘On Vicié, nun me ne parlate…
VINCENZO S’è ‘ncantato ‘o disco! Bellamò, invece ve ne parlo!
ELEUTERIO Me ne parlate? E parlate!
VINCENZO E ch’aggi’’a dicere?
ELEUTERIO E io che ne saccio? Voi avete detto: “invece ve ne parlo” pirciò parlate…
VINCENZO Aggio capito, nun ne vulite parlà!
ELEUTERIO ‘E che cosa?
VINCENZO D’’a signora…
ELEUTERIO Chi, Carlotta? ‘On Vicié, nun me ne parlate…
VINCENZO (all’unisono) ‘On Vicié, nun me ne parlate… Bellamò, ma m’avisseve pigliato pe’ fesso? Guardate ca cu’ Vicienze Agliarulo nun se pazzéa… io nun ce metto niente a ve mannà ‘nu paro ‘e guagliune vestute!
ELEUTERIO E che m’’e vvulite mannà annure? E po’ che n’aggi’’a fa’ ‘e ‘nu paro ‘e guagliune?
VINCENZO Ma allora site scemo overamente? Vestute significa ca tenono ‘ncuollo ‘o fierro!
ELEUTERIO E c’hann’’a stirà ‘e cammise?
VINCENZO No, ‘e mutande… Bellamò, vuie avit’’a essere pazzo… vabbuò, lassemme sta’… stammatina me truvate buono… però m’avit’’a dicere chi è Carlotta!
ELEUTERIO Ah, ma site tuosto?
VINCENZO (con fare minaccioso) Bellamò…
ELEUTERIO E va bene, v’’o ddico… dovete sapere che cinque anni fa…
ANIELLO (entra da sinistra con Renato) E dai, su… ch’è, vuoi morire per una macchina?
RENATO Ma tu l’hai vista come me l’hanno ridotta? La mia cinquecento nuova è diventata la metà.
VINCENZO Mo è ddoje e cinquanta.
RENATO Don Vincenzo, per piacere, voi scherzate…
VINCENZO Guagliò, pigliatella a pazzìa, si no overamente Bellamorte t’adda piglià ‘e mmesure!
ELEUTERIO No, per questo c’è tempo… forza, su, signor Renato, non ci pensate, la macchina ve la ripaga l’assicurazione e ve ne comprate una nuova…
RENATO L’assicurazione? Avete ragione! Che fesso! Non mi sono preso il nome dell’assicurazione…
ANIELLO E che fa? Tu basta che dai all’avvocato il numero di targa del furgone e ci pensa lui… e comunque è facile saperlo, tanto quel furgone è di uno della zona e con quel colore verde pistacchio e la scritta “American express” lo trovi subito…
VINCENZO Ah, era ‘nu furgone verde pistacchio?
ANIELLO Sì, perché?
VINCENZO E teneva scritto “American express”?
RENATO Sì, don Gennaro ‘o salumiere, che ha preso la targa prima che se ne scappasse, così ha detto?
VINCENZO E allora levati ogni speranza! Chillo è Peppe ‘o mericano, cu’ ‘o furgone fa trasporti un poco particolari… capisce a me… ‘e guagliune d’’a zona, quanno hanno arrubbà qualcosa di ingombrante, per il traporto chiammano a Peppe ‘o mericano…
RENATO E allora?
VINCENZO Guagliò, Peppe nun tene ‘a patente, ‘o furgone s’’o pigliaie ‘a dint’’o scasso, ‘a targa è faveza e nun pava certo l‘assicurazione…
RENATO Uh, mamma mia! Allora sono rovinato! Dove li trovo i soldi per comprarmi un’altra macchina?
ELEUTERIO Alt! Non c’è problema! Lavorando per me, in cinque o sei mesi vi fate i soldi per la macchina.
RENATO E quante bare dovrei costruire?
ELEUTERIO ‘Nu pare ‘e centenare!
ANIELLO Duiciento casce? E vulite fa’ murì a tutta ‘sta gente?
ELEUTERIO Ah, non vi preoccupate, fortunatamente i clienti non mancano. Allora, signor Renato, quando volete cominciare?
RENATO Ma io non sono attrezzato per questo lavoro, non tengo il posto dove farlo, gli attrezzi, il legno…
VINCENZO Gué, nun pazzià, io aggio dato ‘a parola mia a don Eleuterio e mo nun se torna areta!
RENATO Don Vincenzo, io non voglio farvi fare una brutta figura, ma non posso…
VINCENZO Comme comme?
ELEUTERIO Stateve accorto, chillo ve manna ‘e guagliune vestute a ve stirà ‘e cammise!
RENATO Ma che state dicenno? Sentite, don Vincenzo, voi fate quello che volete, tanto, peggio di come sto, non posso stare, ma io ‘e casce ‘e muorto nun ‘e faccio!
ANIELLO Renato, ma che dici? Lo sai che poi don Vincenzo si dispiace…
RENATO E che fa? M’accire? E che me ne ‘mporta?
VINCENZO Vabbuò, aggio capito, tu staie accussì p’’a machina… po’ te passa…
RENATO No! Non è solo per la macchina, è che io sono superstizioso… ‘a quando m’avite parlato ‘e Bellamorte sto passando solo guai, chisto porta jella!
ELEUTERIO E come l’avete saputo?
VINCENZO Pecché, è overo? Allora pe’ chesto chella s’è fatta afferrà pe’ pazza?
ELEUTERIO Chi, Carlotta? ‘On Vicié, nun me ne parlate…
VINCENZO Mo ve ceco ‘n’uocchio!
ANIELLO Scusate, ma state parlando della mia cliente? Voi conoscete Carlotta Cantalupo?
ELEUTERIO Sì, come stavo dicendo a don Vincenzo, cinque anni fa io conobbi Carlotta e me ne innamorai, così le dissi che volevo fidanzarmi con lei, lei mi disse che era già fidanzata e allora io mi feci da parte, però le dissi: “se per caso doveste restare libera… tenetemi presente”…
ANIELLO E allora?
ELEUTERIO Il mattino dopo ‘o fidanzato, mentre andava a lavorare, attraversando via Marina, jette sotto o’ tram e murette.
RENATO Oì, che avevo ragione?
ELEUTERIO Ma mica fu colpa mia!
ANIELLO Noò…
ELEUTERIO Insomma, io feci passare qualche mese per il lutto e mi riproposi a lei; lei mi disse che non era pronta a cominciare una nuova storia e che anzi, dopo il dolore che aveva avuto, stava pensando di farsi suora.
RENATO E che successe?
ELEUTERIO Io le dissi che se per caso qualcosa le faceva cambiare idea, ero sempre a disposizione.
VINCENZO Puverella… e allora?
ELEUTERIO Il giorno dopo decise di andare al convento delle Carmelitane scalze, per chiedere se poteva entrare come novizia; uscì di casa e scivolò sul pianerottolo, carette pe’ tutt’’e scale e se spezzaje ‘na coscia.
VINCENZO Aspit’’o, ma è potente! (fa le corna)
ANIELLO E poi che successe?
ELEUTERIO Stette due mesi ingessata e nel frattempo le passò la vocazione… io feci passare altri tre o quattro mesi e tornai alla carica.
RENATO E essa?
ELEUTERIO Mi disse di no, perché ci stava un giovane di Milano, che aveva conosciuto in chat, che le interessava e sarebbe venuto a Napoli proprio quel giorno per conoscerla…
RENATO E voi vi faceste da parte e le diceste che, se per caso il milanese avesse cambiato idea, voi eravate sempre disponibile.
ELEUTERIO E comme avite fatto a capirlo?
RENATO Me ne so’ gghiuto pe’ ‘n’idea…
VINCENZO Embè, po’ che succedette?
ELEUTERIO Vi ricordate quell’enorme tamponamento a catena sulla Roma -Napoli con quinidici morti?
ANIELLO ‘O milanese?…
ELEUTERIO Steva ‘int’’a una ‘e chelli machine…
VINCENZO ‘Onn’Eleutè, quant’ate ‘n’avite fatto fora?
ELEUTERIO Ma che dite? Che c’entro io?
ANIELLO E che successe poi?
ELEUTERIO Io feci passare qualche mese, mi presentai di nuovo a lei e…
VINCENZO E?
ELEUTERIO ‘On Viciè, non ci crederete, come mi vide, se mettette a strillà comme ‘na pazza, pigliaje ‘na mazza ‘e scopa e me secutaje pe’ tutt’’e scale.
RENATO E ve cugliette?
ELEUTERIO Tre volte: ‘a capa, ‘na spalla e areto ‘e rine… se ci penso mi fa ancora male!
ANIELLO E nun v’accedette, no?
ELEUTERIO Poco ce mancaie; da allora non l’ho vista più fino ad oggi… quello che non ho capito è pecché se n’è fuiuta appena m’ha visto.
VINCENZO Chi ‘o ssape?
RENATO ‘On Vicié, m’avite fatto ‘stu regalo ‘stammatina!
VINCENZO Scusame, Renà, io nun ‘o pputevo sapé, me dispiace…
RENATO Mo, per piacere, purtatavello e nun m’’o facite vedé cchiù!
ELEUTERIO Allora le bare non me le volete fare più? E io come faccio?
VINCENZO Vulite ‘nu cunsiglio? Faciteve ‘na cammentata in Cina, chille ‘e cinese ve fanno ‘e casce a mità prezzo!
ELEUTERIO Voi dite? Allora mi informo in merito, può essere una buona idea!
ANIELLO Chesta è ‘a vota bona ca ce liberammo d’’e cinese.
VINCENZO Renà, nun te preoccupà, ‘on Vicienzo Agliarulo tene ‘na parola sola: mo te trovo n’atu lavoro.
RENATO Don Vincenzo, vi ringrazio, ma, ora come ora, mi è passata la voglia di lavorare, se e quando mi dovesse tornare, approfitterò della vostra benevolenza.
VINCENZO Quando vuoi! Mo è meglio ca me na vaco… Bellamò, penso ca pure vuie…
ELEUTERIO Me ne devo andare?
VINCENZO No, restate ccà…
ELEUTERIO Posso?
RENATO Bellamò, jatevenne! Sciò… (lo spinge verso sinistra) sciò…
ELEUTERIO Vado… vado… comunque, se deveste avere bisogno, sempre a vostra disposizione… (via a sinistra con Vincenzo)
RENATO (facendo le corna) Sciò, sciò, sciò…
ANIELLO Hai visto? Che ti dicevo che trovavi una soluzione per liberarti di Bellamorte?
RENATO Sì, ma doppo che m’ha distrutto ‘a machina…
ANIELLO Sì, mo è stato Bellamorte…
SCENA SECONDA
(Filippo, Matilde, Oronzo e detti, poi Corinna, quindi Silvia e Maria)
FILIPPO (entra dalla seconda a destra con Matilde ed Oronzo) Papà, allora? come sta la macchina, l’hai vista?
RENATO Figlio mio, non abbiamo più una macchina! È distrutta! E quel disgraziato del furgone non è nemmeno assicurato!
MATILDE Signor Renato, non ve la prendete così, vedrete che in qualche modo le cose si aggiustano…
RENATO Figlia mia, che vuò aggiustà? È una rovina, è una rovina!
ANIELLO Senti, Renato, mo sai che facciamo? Ho un amico carrozziere, che ha l’officina qua vicino; andiamoci, vediamo di fargli vedere la macchina e ci facciamo dare un consiglio.
RENATO Anié, là nun ce vo’ ‘nu carruzziere, ce vo’ ‘nu miracolo!
FILIPPO Papà, non si può mai dire! Dai, vai con zio Aniello e vedi che ti dice il carrozziere.
RENATO Ma è inutile…
ORONZO Ma no, almeno provateci…
MATILDE Forza, signor Renato, andate e abbiate fede.
RENATO Voi dite di provare?
ANIELLO Ma certo… andiamo, su…
RENATO E proviamo. (via a sinistra con Aniello)
FILIPPO Povero papà, non ci voleva proprio.
MATILDE Sì, hai ragione, dispiace tanto anche a me, ma noi non possiamo farci niente, perciò adesso pensiamo a noi, su…
ORONZO Sì, è vero, ragazzi, ho una notizia sensazionale per voi.
MATILDE Davvero, dicci, maestro…
ORONZO Lo sapete che a Bari la settimana prossima c’è il concerto di Vasco?
FILIPPO E come no? Ma non si trovano più i biglietti.
MATILDE Sono andati a ruba.
ORONZO Il vostro Oronzo, invece… (mette una mano in tasca e ne estrae i biglietti) Ne ha trovati giusto quattro!
MATILDE Wow! Sei grande! Ma come hai fatto?
ORONZO Lo sapete che ho i miei canali!
FILIPPO Ma quanto costano? Io non ho i soldi per pagarli.
ORONZO Non ti preoccupare, ci ho già pensato io.
MATILDE Sì, però il concerto finisce tardi, dovremmo dormire a Bari…
FILIPPO E chi ce li da i soldi per l’albergo?
ORONZO Anche a questo pensa Oronzo!
FILIPPO Per me non ci sono problemi, ma chi glielo dice ai tuoi genitori?
MATILDE Non preoccuparti, troveremo una scusa… solo penso che mi affibbieranno Lucia appresso… ci vorrà il biglietto pure per lei…
ORONZO E secondo te perché ne ho presi quattro?
MATILDE Maestro sei un angelo! Che bello! Vedremo il grande Vasco! (suonano alla porta)
FILIPPO E chi sarà adesso? (via a sinistra; d.d.) Buon giorno desiderate?
CORINNA (d.d.) Devo vedere il signor Aniello, è in casa?
FILIPPO È sceso un attimo, ma torna subito, accomodatevi…
CORINNA (entra da sinistracon Filippo) Sa, io sono una sua cliente, sono la barone… (vede Oronzo) …ssa (si avvicina ad Oronzo e gli porge la mano da baciare) Corinna Alpestre Viendalmonte, baronessa degli Scalzi…
ORONZO (le bacia la mano e, con galanteria) Piacere, Oronzo Lo Zoppo… ma siete davvero nobile?
CORINNA Sì, il mio povero babbo era l’ultimo barone degli Scalzi…
FILIPPO (lo guarda incredulo) Ma… Maestro…
ORONZO (ha uno scatto improvviso) E voi scalzi dovreste restare… voi e la vostra nobiltà! Invece siete pieni di soldi, mentre il proletariato soffre la fame!
FILIPPO e
MATILDE Abbasso i nobili e i padroni! Viva il proletariato! Viva il movimento operaio! Viva il sessantotto!
CORINNA Ma, signore… cosa dite? Io non capisco… eppure sembrate una persona così simpatica…
MATILDE Lui è un sessantottino!
FILIPPO È stato un figlio dei fiori!
MATILDE Un difensore del proletariato!
ORONZO (sottovoce a Corinna) Perdonatemi, ma loro non capirebbero… (con voce normale) Sì, io ho lottato con i proletari! Dove eravate voi mentre io picchettavo le fabbriche?
CORINNA Io ero bambina, non ricordo…
ORONZO Sicuramente mangiavate l’aragosta, mentre i bambini degli operai morivano di fame!
CORINNA A me l’aragosta non piace…
MATILDE Allora mangiavate il filetto arrosto, mentre i bambini del popolo mangiavano il pane raffermo!
CORINNA Ma io sono vegetariana…
ORONZO Ragazzi, lasciamo perdere, ora devo andare, ci vediamo più tardi…
MATILDE Ok, ci vediamo… Filippo, andiamo a continuare la partita a tennis.
FILIPPO Che sicuramente vinco io…
MATILDE Voglio proprio vedere… (via dalla seconda a destra con Filippo)
CORINNA Andate via?
ORONZO Sì, piacere di avervi conosciuta…
CORINNA E mi lasciate sola?
ORONZO Ma, veramente… non saprei…
CORINNA Non mi terreste compagnia, finché non torna il signo Aniello?
ORONZO Se vi fa piacere…
CORINNA Ma certo! Anche se mi avete trattata un po’ bruscamente poco fa...
ORONZO Perdonatemi, ma era per i ragazzi, non posso deluderli; a me, a distanza di quarant’anni, non importa più di tanto del proletariato, i tempi sono cambiati, ma loro mi ammirano per i miei trascorsi, per cui…
CORINNA Capisco, capisco… avete detto di chiamarvi Oronzo?
ORONZO Sì, Oronzo Lo Zoppo a servirvi…
CORINNA Oronzo, che bel nome… siete sicuro di non essere nobile?
ORONZO Non credo che ci sia un casato Lo Zoppo…
CORINNA E c’è una signora Lo Zoppo?
ORONZO No, c’è stata un tempo, ma mi lasciò per fuggire con uno più giovane di me.
CORINNA Allora siete libero?
ORONZO Come l’aria!
CORINNA Interessante… molto interessante…
ORONZO Che cosa?
CORINNA No, niente… pensavo ad alta voce…
ORONZO E voi siete sposata?
CORINNA No, sono qui per questo.
ORONZO Per sposarvi? E con chi?
CORINNA Ma no, cosa avete capito? Questa è un’agenzia matrimoniale, no?
ORONZO Veramente io so che è la casa di Filippo, il ragazzo che vi ha aperto…
CORINNA In effetti è così, perché il titolare dell’agenzia, il signor Aniello, al momento riceve qui in casa del cognato…
ORONZO Ah, ho capito… quindi cercate marito?
CORINNA Non ditelo così, lo fate apparire squallido. Sono qui per poter avere la possibilità di incontrare una persona che possa destare il mio interesse, poterla frequentare e poi, se dovesse nascere qualcosa di profondo, valutare la possibilità di convolare a giuste nozze.
ORONZO Cercate marito, insomma.
CORINNA Sì.
ORONZO E come dovrebbe essere la persona che cercate?
CORINNA Bello, brizzolato ma giovanile, non molto alto, intelligente, dolce, romantico… ma voi siete cliente del signor Aniello?
ORONZO Ma no, io sono solo un amico dei ragazzi!
SILVIA (entra dalla comune con Maria per accompagnarla a sinistra) Ah, ci siete voi, buon giorno... mio figlio sta in camera sua e Aniello è uscito.
ORONZO Lo so, io stavo andando via…
CORINNA Vostro figlio mi ha detto che il signor Aniello sarebbe tornato presto e lo stavo aspettando.
SILVIA Fate come volete… Maria, allora che devo dire a tuo marito?
MARIA Non dire ancora niente, io prima non gli ho rivolto la parola e lui ha fatto finta che non ci fossi, teniamolo sulla corda ancora per qualche giorno.
SILVIA Come vuoi… fammi sapere… (bussano alla porta) e chi sarà ora?
MARIA Signori, arrivederci. (via a sinistra con Silvia)
SCENA TERZA
(Isacco e detti, poi Filippo e Matilde, quindi Aniello, Renato e Pietro)
ISACCO (d.d.) Scusate, c’è il signor La Manna?
SILVIA (d.d.) Veramente è uscito, ma tornerà a momenti, c’è già un’altra persona che lo aspetta, accomodatevi…
ISACCO (entra da sinistra con Silvia) Buon giorno…
SILVIA Anche voi siete un cliente di Aniello?
ISACCO Veramente no… perché loro sono clienti?
CORINNA (lo guarda con interesse) Sì, però devo dire che i non clienti che lo frequentano sono più… interessanti dei clienti… voi siete sposato?
SILVIA Visto che state facendo amicizia, se permettete vado di là chè ho da fare… (via dalla comune)
ISACCO No, non sono sposato, sono scienziato.
ORONZO Beh, io andrei, se permettete…
CORINNA (guarda prima Oronzo, poi Isacco, poi di nuovo Oronzo) Andate pure…
ISACCO (con uno scatto) Fermo!
ORONZO Che c’è?
ISACCO Dovete farmi un favore!
ORONZO Io? E perché dovrei?
ISACCO (con fare minaccioso) Perché ve lo chiedo io!
ORONZO Se lo chiedete così… di che si tratta?
ISACCO Come vi dicevo, io sono uno scienziato, un inventore…
CORINNA Davvero? Che bello! E cosa avete inventato?
ISACCO È appunto di questo che vorrei parlarvi… ho inventato il “rivanigem”!
ORONZO Ah, un detersivo per i piatti?
ISACCO Ma quale detersivo? Il “rivanigem” è un rivelatore di anime gemelle!
CORINNA Oh! E a cosa serve?
ISACCO Serve a stabilire la compatibilità nella coppia. L’ho appunto lasciato in prova al signor La Manna, ma credo che non ne sia molto entusiasta.
ORONZO E cosa vorreste da me?
ISACCO Non solo da voi, da tutti e due!
CORINNA Ma io sono a vostra completa disposizione… (languida) approfittate pure di me
ISACCO Collauderò il “rivanigem” su voi due!
ORONZO O bella e a che scopo? Mica ci dobbiamo sposare?
CORINNA (guarda prima Oronzo, poi Isacco, poi di nuovo Oronzo) Beh, non si può mai dire…
ORONZO Ma io non saprei…
CORINNA Sì, colludiamo, collaudiamo!
ORONZO No, non credo di essere il tipo per queste cose…
ISACCO (alterato e minaccioso) Non siete il tipo? Qua sono io che decido chi è il tipo! Ma lo sapete con chi state parlando?
ORONZO (impaurito) Veramente, non vi conosco...
ISACCO State parlando con Isacco Niutòn!
ORONZO Ma non eravate morto?
ISACCO Quello della mela è morto, io sono vivo, non mi vedete?
ORONZO Certo, vi vedo…
ISACCO (minaccioso) E allora, nell’interesse della scienza, volete collaudare il “rivanigem”?
CORINNA Su, signor Oronzo, non fatevi pregare! Sarà come un gioco…
ORONZO Ma non sarà pericoloso?
ISACCO (irato) La mia invenzione? Pericolosa? Ma siete pazzo? Nulla è più sicuro del “rivanigem”!
ORONZO E va bene! Che devo fare?
ISACCO (con fare cospiratorio) Ora andiamo nella camera del signor La Manna, è là il “rivanigem”.
ORONZO Ma non siamo a casa nostra, chiediamo il permesso almeno… (chiama) signora… signora…
SILVIA (entra dalla comune) Che c’è?
ORONZO Scusate, potremmo aspettare il signor La Manna nel suo studio?
SILVIA Fate come volete…
ISACCO Andiamo, su, vedrete che cosa fantastica! (via dalla prima a destra con Corinna ed Oronzo)
SILVIA Questo è un manicomio… (chiama) Filippo, vieni un attimo!
FILIPPO (entra dalla seconda a destra con Matilde) Che c’è, mamma?
SILVIA Posso sapere chi è quello strano tipo amico tuo?
FILIPPO Chi, Oronzo?
SILVIA Sì
FILIPPO Ma non se ne era andato?
SILVIA Sta in camera di zio Aniello con altri due pazzi.
FILIPPO Mamma, Oronzo è un povero diavolo pieno di soldi che si illude di essere ancora giovane e si vanta dei suoi trascorsi di sessantottino.
MATILDE Noi, a dire la verità, lo assecondiamo, diciamo che è il nostro maestro, il nostro mentore, un po’ per farlo sentire importante, ma soprattutto perché paga sempre lui dovunque andiamo.
SILVIA Insomma lo sfruttate! Bravi!
FILIPPO Ma no, mamma, lui è contento di offrire, si sente uno di noi e noi, siamo ben lieti di farlo felice.
MATILDE Per esempio, la settimana prossima ci porta a Bari al concerto di Vasco Rossi e paga lui tutto, pure l’albergo.
FILIPPO A noi, del sessantotto, dei proletari e della rivoluzione sessuale non ci frega niente, però glielo facciamo credere per farlo sentire uno di noi.
SILVIA Mah! Che bella gioventù!
ANIELLO (entrando da sinistra con Renato e Pietro) Hai visto? Che ti dicevo che non era poi così grave? In una settimana ritorna come nuova!
RENATO Sì, ma io da dove li prendo duemila euro?
SILVIA Duemila euro?
ANIELLO Sì, ma solo per amiciza, perché il danno sarebbe di tremila euro.
FILIPPO Ma poi la macchina viene bene?
RENATO Il carrozziere ha detto di sì, ma io non ci credo…
ANIELLO Fidati, don Pasquale è un amico ed è un ottimo carrozziere.
SILVIA Ma dove li prendiamo duemila euro?
RENATO Io tengo da parte un migliaio di euro per le emergenze, ma non bastano.
ANIELLO Allora sai che ti dico? Con l’aiuto di Pietro la differenza te la do io!
PIETRO Col mio aiuto? E io che c’entro? Io soldi non ne tengo, eh!
ANIELLO Ma quali soldi! Tu devi solo fare quello che dico io… ti ricordi la baronessa?
PIETRO Chi, chella ch’ha ditto che sono intelligente?
ANIELLO Proprio lei!
SILVIA A proposito, Anié, ‘a baronessa sta in camera tua insieme all’amico di Filippo e a quello strano tipo di stamattina.
ANIELLO E allora capita a fagiolo! Ma che c’entrano L’amico di Filippo e quella specie di inventore?
FILIPPO Io non ne so niente eh?
MATILDE Neanche io; comunque noi stavamo uscendo, andiamo, Filippo?
FILIPPO Sì, andiamo; mamma, ci vediamo dopo…
MATILDE Arrivederci… (via a sinistra con Filippo)
SILVIA Non fare tardi per il pranzo… Io torno in cucina… (via dalla comune)
ANIELLO Comunque, l’importatnte e che la baronessa sta qua!
PIETRO Sì, ma io che c’entro con la baronessa?
ANIELLO Niente… te la devi solo sposare.
PIETRO Tu si pazzo!
RENATO Scusa, ma che c’entra questo con i soldi?
ANIELLO La baronessa mi da 2000 euro se convinco Pietro a sposarla.
PIETRO Aspit’’o io aggi’’a passà ‘o guaio e tu hê ‘avé ‘e sorde!
ANIELLO Ma no, quale guaio? Tu devi solo uscire con lei, frequentarla un poco, intrecciare un rapporto insomma; a me basta questo per avere i soldi, poi dopo fai quello che ti pare.
PIETRO Noò, nun pazziammo proprio! Io non ho nessuna intenzione di sposarmi, sto bene da solo!
RENATO Aspetta, fammi capire… e tu saresti capace di abbandonarmi nel momento del bisogno?
PIETRO Ma quale bisogno? Piuttosto sono io che ho bisogno ‘e me ne fui’ ‘a cca ‘ncoppa! (fa per andare, ma Renato lo blocca)
RENATO Fermo! Tu uscirai da questa casa o insieme alla baronessa, o in una cassa da morto, che costruirò io stesso per l’occasione!
ANIELLO Pensaci bene, Pietro, quella è nobile, piena di soldi, ha le proprietà, tu ti sistemi per la vita!
PIETRO Ma a me nun me ne ‘mporta d’’e proprietà, sto buono accussì… ‘e femmene portano solo guai.
RENATO Il guaio te lo faccio passare io se non fai il tuo dovere di amico.
PIETRO Ma quale amico? Amico ‘e chi?
RENATO (minaccioso) Stai dicendo che non mi sei amico? È questo che stai dicendo? Rispondi!
PIETRO (impaurito) No… io sono amico tuo… tu lo sai quanto ti voglio bene…
RENATO E allora fai il tuo dovere!
ANIELLO Dai, su, vedrai che non sarà difficile… ora la chiamo…
PIETRO (implorante) No, pietà, pietà… (dalla stanza di Aniello si sente un urlo di Oronzo seguito dalla marcia nuziale)
ISACCO (d.d.) Eureka! Eureka! Funziona, funzionaaaa!
ORONZO (d.d.) Mamma mia che dulore ‘e capa!
CORINNA (d.d.) Che bello! Ho trovato l’anima gemella! Che bello!
ANIELLO (apre la prima porta a destra) Ma che sta succedendo qui?
ISACCO (entra dalla prima a destra con Corinna ed Onofrio) Funziona! Signor La manna, il “rivanigem” funziona!
CORINNA È vero, signor Aniello, ho trovato l’uomo per me!
ANIELLO E chi è?
CORINNA (indicando Oronzo) È lui!
ORONZO (tenendosi la testa fra le mani) ‘O che? Chi ‘a vò a chesta?
CORINNA Taci, uomo! Il “rivanigem” ha decretato!
ISACCO (minaccioso) Vorreste mettere in dubbio il responso della mia grande invenzione?
ORONZO Mamma mia! Povero me!
ANIELLO Ma, signorina Corinna, qui c’è Pietro, io gli ho parlato…
CORINNA Scusatemi, signor Aniello, ma quando ho visto lui, ho capito che mi ero sbagliata…
RENATO Scusate, ma vorrei capire anche io, (ad Oronzo) voi che c’entrate con clienti di mio cognato?
ORONZO Veramente io stavo per andare via, quando questo signore e la signorina qua mi hanno chiesto di fare un esperimento con una macchina… hanno fatto tutto loro… io ho sentito solo una forte scossa alla testa…
CORINNA Ma, Oronzo! La macchina ha detto che siamo anime gemelle! Non vorrete tirarvi indietro?
ORONZO Ma siete voi che cercate marito, io non cerco moglie…
ISACCO Ma la mia macchina ha decretato le vostre nozze, non potete tirarvi indietro!
PIETRO Giusto, non potete tirarvi indietro, ve la dovete sposare voi!
ANIELLO Ma statte zitto! Scusate, Baronessa, (la porta in disparte) ma noi eravamo d’accordo per i duemila euro se convincevo Pietro…
CORINNA Sì, lo so, mi dispiace, ma ormai ho deciso: conquisterò Oronzo!
ANIELLO Ed io?
CORINNA Voi cosa?
ANIELLO No, intendo i miei duemila euro?
CORINNA Signor La Manna, al massimo vi posso dare trecento euro perché ho conosciuto Oronzo qui da voi, è questa la tariffa, no? Quindi non ne parliamo più! Oronzo, vogliamo andare?
ORONZO No, io me ne voglio andare! Anzi, scappare! (tenta di andare via a sinistra)
CORINNA (blocca Oronzo per un braccio) Oronzo, fermatevi, andiamo a prendere un caffè in caffetteria, così avremo modo di parlare e conoscerci meglio…
ORONZO ‘O ccafè nun me piace!
CORINNA E vi prendete un’altra cosa… andiamo, su…
ORONZO Madonna mia, aiutami!
CORINNA Grazie signor inventore, la vostra invenzione è eccezionale… andiamo, Oronzo… (via a sinistra con Oronzo che protesta)
ISACCO Avete visto? E voi che non ci credevate! (soddisfatto) Allora ora vorrete senz’altro acquistare il “rivanigem”!
ANIELLO Ora sapete invece che voglio fare?
ISACCO Non saprei…
ANIELLO Ve ne voglio cacciare a calci nel sedere! Disgraziato, mi avete fatto perdere duemila euro! Pigliatevi le vostra ferraglia e non fatevi più vedere!
ISACCO Ma la mia invenzione funziona…
ANIELLO (minaccioso) state ancora qua? Muovetevi, pigliatevi la roba vostra, prima che io diventi pericoloso…
ISACCO Ma… sì, sì, vado, vado… (esce dalla prima a destra)
ANIELLO E muovetevi!
ISACCO (rientra con la valigia per uscire a sinistra) Vado… vado… ma siete sicuro che la mia inven...
ANIELLO (urla) Jatevenne!
ISACCO Vado… vado… (via a sinistra)
PIETRO Arrivederci… grazie, grazie…
RENATO Disgraziato! Sei contento che io sia rovinato?
PIETRO No, sono contento che io non sia rovinato! Mo è meglio che me ne vada, prima che ti incazzi di più, statevi bene… (via a sinistra)
RENATO Io lo sapevo, oggi non me ne va bene una!
ANIELLO Mi dispiace, io avevo tutta l’intenzione di aiutarti…
RENATO Forse è meglio così, non ero molto convinto di far riparare la macchina.
ANIELLO Ma no, cosa dici, vedrai che troveremo un’altra soluzione… sai che facciamo? Torniamo da don Pasquale e vediamo se si accontenta di 1000 euro in contanti e il resto dilazionato…
RENATO Ma io non amo avere debiti…
ANIELLO Non ti preoccupare, puoi sempre contare su di me…
RENATO E andiamo… (chiama) Silvia…
SILVIA (d.d.) Che c’è?
RENATO Aniello ed io scendiamo un momento.
SILVIA (d.d.) E tutta quella gente la lasciate qua?
RENATO Sono andati tutti via!
SILVIA (d.d.) Meno male! Non fate tardi, ché fra mezz’ora si mangia.
ANIELLO No, torniamo subito! Andiamo, su… (via con Renato a sinistra)
SCENA QUARTA
(Silvia, poi Carlotta, poi Maria, poi Adele, quindi Renato ed Aniello)
SILVIA (entra da … e va a sedere sul divano) Finalmente un po’ di pace! (suona il cellulare) Come non detto… (risponde) Pronto? … Ah, Filippo, sei tu… … Matilde? Ma certo che può pranzare con noi… … pure la sorella? E che problema ci sta? … Ok, guarda che si mangia fra una mezz’ora… va bene… non fate tardi. Ciao. (chiude) Altri due coperti! (sta per uscire dalla comune, quando suonano alla porta) E mo chi altro scocciatore è? (via a sinistra)
CARLOTTA (d.d.) Scusate, c’è il signor Aniello?
SILVIA (d.d.) È sceso un minuto fa, non lo avete incontrato?
CARLOTTA (d.d.) Sarà sceso per le scale, mentre io salivo in ascensore… ma torna presto?
SILVIA (d.d.) Sì, ha detto che torna subito.
CARLOTTA (d.d.) Posso aspettarlo allora?
SILVIA E accomodatevi… (entra da sinistra con Carlotta) però vi lascio sola, perché devo cucinare…
CARLOTTA Posso chiedervi una cosa?
SILVIA Dite…
CARLOTTA Quel signore che stava qua stamattina, Eleuterio, è un amico di famiglia?
SILVIA Noò, è uno che doveva parlare di lavoro con mio marito, era la prima volta che veniva e mi è parso di capire che fosse pure l’ultima.
CARLOTTA Ah, meno male! Allora Il signor Aniello non è in pericolo!
SILVIA Scusate che c’entra Aniello? Perche avrebbe dovuto essere in pericolo?
CARLOTTA No, niente, era solo una mia idea…
SILVIA Mah! (suonano alla porta) Chi altro sarà? Scusate, vado ad aprire… intanto, se dovete aspettare Aniello, accomodatevi sul divano… (via a sinistra)
CARLOTTA Grazie, molto gentile… (siede)
SILVIA (d.d.) Maria, stai di nuovo qua?
MARIA (d.d.) Sì, sono tornata perché ho lasciato la borsa in cucina… (entra da sinistra con Silvia)
SILVIA La borsa? Ma non…
MARIA (fa cenno di tacere indicando Carlotta) Vedi bene che c’è…
SILVIA Ah, sì, la borsa…
MARIA Oh, la signorina è di nuovo qua?
CARLOTTA (si gira e si alza) Ah siete voi, che bello! Così potete aiutarmi…
MARIA Aiutarvi?
CARLOTTA Sì, vi siete scordata? La buona parola col signor Aniello…
MARIA Ah, sì, la buona parola… ma con estremo piacere!
CARLOTTA Ma voi pensate che potreste convincerlo?
MARIA Ah, se è per questo, Aniello fa sempre quello che dico io.
CARLOTTA Oh, che bello!
SILVIA Maria, perché, non andiamo in cucina a cercare la borsa?
MARIA E poi lasciamo da sola la signorina? Ma no… teniamole compagnia…
SILVIA Non credo sia il caso…
CARLOTTA Ma certo, io sono felice di parlare con voi, è come se foste due vecchie amiche…
MARIA Eh sì, allora, da vecchia amica ad amica, ditemi, ma come sapete che Aniello è scapolo? Ve lo ha detto lui?
CARLOTTA Gli ho guardato le mani: non porta la fede!
MARIA Ah, non porta la fede? E già, se è scapolo…
SILVIA Maria, io stavo preparando per il pranzo…
MARIA Allora vai, tengo io compagnia alla signorina…
CARLOTTA Chiamatemi Carlotta, vi prego!
SILVIA No, penso sia meglio che stia qua…
MARIA Allora, Carlotta, ditemi una cosa: Aniello vi ha mai lasciato intendere che gli piacete?
CARLOTTA Ve l’ho detto prima: direttamente non ha mai detto nulla, ma i suoi sguardi erano molto eloquenti…
MARIA Ah, già, gli sguardi eloquenti! E di che parlavano questi sguardi eloquenti?
CARLOTTA Desiderio! Passione!
MARIA E già, l’occhio libidinoso di cui parlavamo prima… eppure, che strano, in tanti anni non glielo ho mai visto lo sguardo libidinoso…
CARLOTTA Ma per forza, voi siete una parente, mica una donna con cui fare… certe cose, capitemi…
MARIA È giusto! Non ci avevo pensato… e voi ricambiavate questi sguardi… passionali?
CARLOTTA Ma no! Io sono timida, ho sempre fatto finta di nulla… certo, a volte penso che ho sbagliato, perché magari, se fossi stata un po’ più sfrontata, magari poi avremmo… capitemi!
SILVIA Ma non credo, io conosco bene Aniello, non è capace di certe cose, specie quando lavora…
CARLOTTA Tante volte uno crede di conoscere bene una persona e poi scopre che è diversa…
MARIA Appunto, mai fidarsi degli uomini!
CARLOTTA Ma ditemi, come mai non riceve più nel suo studio, ma qui?
SILVIA Lo stanno ristrutturando, ci sono gli operai…
CARLOTTA Ah, allora torna presto nel suo studio, meno male… sapete, io abito lì vicino e mi è più comodo…
MARIA Non credo proprio che ritornerà!
CARLOTTA Tanto sono lunghi questi lavori?
MARIA Lunghissimi!
SILVIA Ma dai, non dire così…
MARIA Allora, prepariamo un piano d’azione!
SILVIA Per fare che?
MARIA Ma per aiutare la nostra amica a conquistare il buon Aniello, no?
SILVIA Maria, per favore…
MARIA Tesoro, lasciami fare…
CARLOTTA Sì, come facciamo?
MARIA Ascoltatemi bene; quando sentiamo venire Aniello, noi vi lasciamo da sola in questa stanza; appena lui entra, vi chiederà come mai siete qua; voi ditegli che siete venuta per dirgli di non cercare più nessuno per voi, perché ci avete ripensato e non intendete spendere altri soldi.
CARLOTTA Ma non è questo il motivo…
MARIA Non vi preoccupate, fate come vi dico… lui cercherà di convincervi a non desistere; voi siate irremovibile, lui cambierà tattica e comincerà ad adularvi, a corteggiarvi e, a quel punto, voi confessategli il vostro amore e buttatevi fra le sue braccia.
CARLOTTA E voi dite che funzionerà?
MARIA Ma certamente!
SILVIA Maria, ma non credo che sia il caso…
CARLOTTA No, no, a me sembra una buona idea… e poi che pensate che succederà?
MARIA Uh, non potete nemmeno immaginare quello che succederà…
CARLOTTA Sarà bello?
MARIA Bellissimo!
SILVIA Maria, io sono sicura che state sbagliando. (suonano alla porta)
CARLOTTA Oh! Eccolo!
SILVIA No, lui ha le chiavi… (via a sinistra)
ADELE (d.d.) È questa l’agenzia matrimoniale del signor La Manna?
SILVIA (d.d.) Veramente questa è la casa del signor Calcagno, che momentaneamente ospita il signor La Manna…
ADELE (d.d.) Va bene, ma c’è il signor La Manna?
SILVIA (entra da sinistra con Adele) A momenti sta qua, accomodatevi…
ADELE Buon giorno, aspettate tutte il signor La manna?
MARIA No, solo la… signorina…
SILVIA Maria, tu eri tornata per la borsa, vogliamo andare a cercarla, mentre le signore aspettano Aniello?
CARLOTTA E il nostro piano?
SILVIA Poi vediamo…
MARIA Non vi preoccupate, me la vedo io… (via dalla comune con Silvia)
ADELE (tende le mano a Carlotta) Permettete, Adele Lomunno…
CARLOTTA Carlotta Cantalupo… siete una nuova cliente?
ADELE Sì, ho letto l’inserzione sul giornale… sapete, io non mi fido di internet, preferisco che ci sia una agenzia seria a fare da intermediario, se ne sentono tante!
CARLOTTA E come, no? Anche io… e poi non avrei il coraggio di andare ad un appuntamento con uno sconosciuto… no, no, meglio i metodi classici…
ADELE Sì, io poi sono pure timida… e ditemi, avete già fatto conoscenza con qualcuno?
CARLOTTA A dire il vero, il signor La Manna sta operando una selezione, prima di presentarmi qualcuno, sapete, io ho gusti difficili… anche se, devo dirvi la verità, credo proprio di aver trovato l’uomo per me in questa agenzia…
ADELE Ah, bene, mi fa piacere, perché anche io ho gusti un po’ difficili…
CARLOTTA Ah, si? E come dovrebbe essere l’uomo per voi?
ADELE Allora… a me l’uomo piace passionale, ardente, con tanta fantasia… capitemi… poi deve essere alto, bello, intelligente, colto, con gli occhi verdi, i capelli neri un poco brizzolati alle tempie, un fisico prestante e soprattutto deve essere molto, molto ricco! Che ne dite?
CARLOTTA Io dico che avete sbagliato posto per cercarlo…
ADELE Voi dite? Perché qui non ci sono clienti così? Voi potreste indicarmi qualche altro posto dove cercarlo?
CARLOTTA E come no, a via Duomo…
ADELE A sì? E a che numero?
CARLOTTA Non c’è bisogno del numero, il palazzo lo riconoscete subito, tiene un portone centrale molto grande e due laterali più piccoli… e ha delle guglie sulla facciata…
ADELE E ch’è ‘o Duomo?
CARLOTTA Appunto! Voi entrate e chiedete a San Gennaro di farvi il miracolo.
ADELE Ma mi state prendendo in giro?
CARLOTTA Noò, io faccio seriamente, perché solo San Gennaro vi può far trovare l’uomo che cercate voi.
ADELE Neh, scusate, ma perché?
CARLOTTA Signurì, ma ve pare ca ‘n’ommo accussì ha bisogno di una agenzia matrimoniale pe’ truvà ‘na femmena? Quelle, le ragazze, farebbero la fila per conoscerlo… vi pare che uno così sta aspettando proprio a voi?
ADELE Non ho capito, perché io sarei da buttare?
CARLOTTA Ma certamente no, però siate realista, chi è che si rivolge ad una agenzia matrimoniale?
ADELE Noi, per esempio…
CARLOTTA Appunto! Comunque, non sono affari miei, ora che viene il signor La Manna, dopo che avrà parlato con me, ne parlerete con lui.
ADELE Lo avete detto voi, non sono affari vostri! (si ode arrivare gente)
RENATO (entra da sinistra con Aniello) Anié, io non so cosa dire: sei stato capace di convincerlo a farmi il lavoro per mille euro subito e il resto fra un anno, sei un fenomeno!
ANIELLO Ma dai, don Pasquale mi è obbligato: gli ho fatto conoscere io la moglie…
RENATO Ah, l’hai fatto sposare?
ANIELLO No, che hai capito? Gli ho fatto conoscere la moglie di un suo concorrente, che lui si è portato a letto.
RENATO Il concorrente?
ANIELLO La moglie, Renà, la moglie… oh, buon giorno…
CARLOTTA Buon giorno, signor Aniello… (a Renato) buon giorno.
ADELE Siete il signor La Manna?
ANIELLO Sì, desiderate?
ADELE Un marito, grazie...
RENATO Lo volete sfuso o incartato?
ANIELLO Mio cognato scherza… sono a vostra disposizione.
CARLOTTA Veramente ci sarei prima io…
ANIELLO Signorina Carlotta, se pazientate qualche minuto, prendo solo le generalità della signorina e poi sono tutto vostro.
CARLOTTA Tutto tutto?
ANIELLO Eh… insomma… (ad Adele) Volete accomodarvi? (via dalla prima a destra con Adele)
ADELE (fa una smorfia a Carlotta e via) Mmh!
RENATO Ci si rivede, signorina Carlotta… come mai siete ritornata?
CARLOTTA Beh, ero scappata quando ho visto quel… signore, ma non avevo ancora parlato col signor Aniello.
RENATO Ah, sì, Bellamorte… quel menagramo, non me ne parlate!
CARLOTTA Ha colpito pure voi?
RENATO Negli affetti più profondi!
CARLOTTA Per colpa sua io non sono mai riuscita a sposarmi… però, questa volta, credo proprio che ce la farò.
RENATO Sì, credo che ce lo siamo tolti di torno…
CARLOTTA Speriamo… e voi, cosa fate di bello nella vita?
RENATO Da sei mesi sono pensionato, prima facevo l’impiegato, ma la mia grande passione è il legno.
CARLOTTA Il legno?
RENATO Sì, lavorare il legno, costruire mobili…
CARLOTTA Ah, siete falegname!
RENATO Non proprio, mi diletto…
CARLOTTA Ma vostra moglie mi ha detto che Eleuterio era venuto a parlarvi di lavoro… in che senso?
RENATO Voleva che gli costruissi le casse da morto…
CARLOTTA Ah, sì, quello il padre ha una impresa di pompe funebri…
RENATO Adesso ce l’ha lui, il padre è morto…
CARLOTTA (ha un brivido) Brrr, la professione adatta a lui… (suonano alla porta)
RENATO Permettete… (via a sinistra; d.d.) ah, siete già qua, bene…
SCENA QUINTA
(Filippo, Matilde, Lucia e detti, poi Dario, quindi Aniello ed Adele)
FILIPPO (entrando da sinistra con Matilde e Lucia) E quella, mamma, ha detto che ci mancava poco per mangiare… buon giorno…
MATILDE Come va, signor Renato?
RENATO Un po’ meglio, grazie, figlia mia…
LUCIA Buon giorno, signor Renato… ma vedo che ci sono delle persone… non è che disturbo?
RENATO Ma no, che dici, tu sei di famiglia…
LUCIA Grazie, signor Renato… ho sentito della macchina… mi dispiace tanto…
RENATO A me di più.
LUCIA Ma non disperate; le macchine si aggiustano… l’importante è non abbattersi.
FILIPPO Ragazze, andiamo in camera mia, giochiamo un poco prima di mangiare… permettete… (via dalla seconda a destra con Matilde e Lucia)
CARLOTTA Prego…
RENATO Beata gioventù…
CARLOTTA Ma quanto ci mettono?
RENATO Chi?
CARLOTTA Il signor Aniello e quella… signorina…
RENATO Dategli il tempo di prendere i dati… avete fretta?
CARLOTTA (lo guarda con interesse) Veramente… no, non ho fretta… ci possiamo accomodare… (siede sul divano) sedetevi vicino a me, su, fatemi compagnia…
RENATO Con piacere… (siede) quindi voi cercate finalmente un uomo che resti vivo per sposarvi…
CARLOTTA Ah, avete saputo…
RENATO Sì, Bellamorte ci ha raccontato… certo che è micidiale!
CARLOTTA Non me ne parlate… (si avvicina a Renato, che si scosta) Ma lo sapete che siete un uomo interessante? Peccato che siate sposato…
RENATO (si alza) Infatti lo sono…
CARLOTTA Pazienza… e poi io ho già trovato l’uomo che sposerò.
RENATO Ah, ve lo ha trovato Aniello?
CARLOTTA Sì e no… (suonano alla porta con insistenza)
RENATO Scusate, vado ad aprire… (via a sinistra)
DARIO (d.d.) Dove sta?
RENATO (d.d.) Chi?
DARIO (entra con irruenza seguito da Renato) Il signor La Manna, devo dirgli due paroline…
RENATO Sentite, il signor La Manna, in questo momento, è occupato e inoltre non mi sembra questo il modo di entrare in casa della gente.
DARIO Avete ragione, scusatemi, ma il signor La Manna mi ha combinato un bel guaio e deve risarcirmi!
CARLOTTA Scusate, ma si può sapere chi siete?
DARIO Signora, non vedo perché dovrei dirlo a voi.
CARLOTTA Signorina, prego!
RENATO Io invece vedo perché dovete dirlo a me, visto che questa è casa mia.
DARIO Come volete; io sono il cavaliere Dario Coccia (alza la voce) e, adesso che lo avete saputo, chiamatemi il signor La Manna!
ANIELLO (entra dalla prima a destra con Adele) Ma che sta succedendo? Ah, siete voi, cavaliere… cosa posso fare per voi?
DARIO Avete già fatto troppo! Quella pazza che mi avete affibbiato stava per ammazzarmi!
ADELE (si avvicina a Dario) Oh, poveretto! Che vi ha fatto?
DARIO Non ci crederete! Mi ha aggredito con un matterello: una mazzata sulla spalla! Se non mi scansavo, mi spaccava la testa…
ADELE Cose da pazzi! (gli massaggia la spalla sinistra) E vi fa ancora male?
DARIO Tanto! Grazie… però è quella destra…
ADELE Ah, sì? (si sposta dall’altro lato) Va bene così?
DARIO Sì, grazie… (la guarda languido) è un toccasana…
RENATO (li guarda schifato) Mah! È meglio che me ne vada… (via dalla comune)
CARLOTTA Signor Aniello, per favore,io sto aspettando da mezz’ora…
ANIELLO Susatemi, ora andiamo di la… cavalié, vi dispiace aspettarmi due minuti?
ADELE No, non gli dispiace!
DARIO Ma… veramente…
ADELE Perché, vi dispiace che vi faccio compagnia?
DARIO No… anzi…
ANIELLO Benissimo… accomodatevi signorina Carlotta… (via dalla prima a destra)
CARLOTTA Chiamatemi “Lotty”… (via con Aniello)
ADELE Ora mi dovete raccontare tutto! Ho sentito che il signor La Manna vi chiamava “cavaliere”… allora siete proprio cavaliere?
DARIO Sì…
ADELE Cavaliere! Che cosa bella! No, perché dovete sapere che a me i cavalli piacciono proprio assai… ‘a verità, mi piacciono pure i cani, i gatti e i pappagallini, però il cavallo è un’altra cosa, è grande, forte, imponente… e voi dove lo tenete?
DARIO Che cosa?
ADELE ‘O cavallo!
DARIO Ma io non ho il cavallo…
ADELE Non avete il cavallo? E che cavaliere siete? Lo avete venduto?
DARIO Ma che venduto? Io sono cavaliere della Repubblica!
ADELE ‘O giurnale?
DARIO Ma quale giornale? La Repubblica Italiana!
ADELE E ch’è ‘e cavaliere d’’a Repubblica Italiana nun teneno ‘e cavalle?
DARIO Ma è solo un titolo…
ADELE Ah, aggio capito! Come il ministro senza portafoglio!
DARIO Una specie…
ADELE Vabbuò, cavallo o non cavallo, a me i cavalieri piacciono.
DARIO Ne avete già conosciuti parecchi?
ADELE No, solo voi! Allora, mi stavate raccontando il fatto…
DARIO Veramente io non vi stavo raccontando niente…
ADELE Come no? Io ho detto: ora mi dovete raccontare tutto… quindi, continuate…
DARIO Ma che continuo? Io non ho nemmeno cominciato!
ADELE ‘O fatto d’’a pazza!
DARIO ‘A pazza? La baronessa?
ADELE Erano due?
DARIO Chi?
ADELE Chelle che v’hanno vattuto: ‘a pazza e ‘a baronessa…
DARIO Ma no, la pazza è la baronessa…
ADELE Cosa da pazzi, mo pure le baronesse fanno le pizze!
DARIO Le pizze? Ma che c’entrano le pizze?
ADELE Scusate, non avete detto che vi ha colpito col matterello?
DARIO E allora?
ADELE Si teneva ‘o matterello ‘nmano, steva facenno ‘e pizze no?
DARIO Ma no, lo ha preso apposta per picchiarmi…
ADELE Che assassina! Delitto all’arma bianca!
DARIO E ch’era ‘na spada?
ADELE No, era spuorco ‘e farina… ma che le avevate fatto?
DARIO Niente!
ADELE Niente niente?
DARIO Niente!
ADELE E chella pe’ chesto v’ha vattuto! Ma come voi ad una donna non fate niente? Cavalié, voi siete troppo cavaliere… ‘e femmene vonno essere fatte sempe qualcosa da un uomo…
DARIO In che senso, scusate?
ADELE AH, ma siete proprio ingenuo… cavalié, la donna vuole essere coccolata, amata, sentirsi desiderata… e, quando sta sola con un uomo, vuole essere… capitemi…
DARIO Veramente non capisco…
ADELE Ah, ma site proprio friddo ‘e chiammata? Per esempio: mo stiamo soli io e voi… (si avvicina languida) a me… che me facisseve? (gli mette di colpo le mani sulle spalle)
DARIO (urla) Ah!La spalla! E stateve accorta!
ADELE (dolce) Scusatemi, non l’ho fatto apposta… allora? Non mi fate niente?
DARIO Ma che vi devo fare?
ADELE Cavalié, e vuie accussì cercate moglie?
DARIO Veramente, dopo questa esperienza, non ne sono più tanto sicuro…
ADELE Io pure!
DARIO Non siete sicura?
ADELE No, io pure cerco marito… ma, quasi quasi, penso che posso smettere di cercarlo.
DARIO Ah, lo avete trovato già?
ADELE Si e no… certo, ci siamo appena conosciuti…
DARIO Chi?
ADELE Io e vuie… ditemi, non vi piacerebbe venire a pranzo da me? Sapete, io cucino molto bene…
DARIO Davvero? (interessato) Guardate che io sono una buona forchetta…. e ditemi, cosa preparate di così buono?
ADELE Ah, io so fare gli spaghetti aglio e olio, l’insalata di pomodori, la carne arrostita…
DARIO Solo?
ADELE Eh, solo questo? So fare puro l’uovo in tegamino, l’uovo sodo, l’uovo a frittata…
DARIO Allora possiamo aprire un ristorante!
ADELE Sentite, se ce ne andiamo a casa mia, dopo mangiato, possiamo pure fare quattro chiacchiere… conoscerci meglio… magari… chissà…
DARIO No, lasciamo stare, è meglio… e poi io devo parlare con il signor La Manna… devo reclamare…
ADELE Cavalié, ma che volete reclamare? Avete trovato me, non siete contento? E poi risparmiamo pure i trecento euro a testa per l’appuntamento…
DARIO Certo… ma mi prendete alla sprovvista… non so…
ADELE (lo prende per un braccio) Cavalié, e muovete, ch’aspiette? (lo trascina via a sinistra) Penzo che t’aggi’’a ‘mparà tutte cose io…
DARIO Attenta alla spalla, mi fa male… (via a sinistra con Adele)
SCENA ULTIMA
(Aniello, Carlotta, Maria e Silvia, poi Eleuterio, poi Renato, poi Vincenzo e Peppe, poi Filippo, Lucia e Matilde, quindi Pietro)
ANIELLO (entra dalla prima a destra seguito da Carlotta) Signorina, ma che avete capito? Voi avete frainteso, io non mi sarei mai permesso…
CARLOTTA Ma dai, su, non fare così, io l’ho capito subito che ti piaccio… (cerca di abbracciare Aniello, che sguscia via) dai, coraggio…
ANIELLO Ma che fate? Signorina Carlotta…
CARLOTTA Aniello, prendimi, voglio essere tua… (lo afferra e lo butta sul divano)
MARIA (entra dalla comune con Silvia) Ah, a questo siamo arrivati?
ANIELLO Maria, non è come pensi…
SILVIA Maria, ti prego…
CARLOTTA Ah, finalmente! Per favore, parlategli voi, mettete la buona parola, me lo avete promesso…
MARIA Ma certamente che metto la buona parola… (si avventa su Carlotta) Disgraziata, leva ‘e mmane ‘a cuollo a maritemo!
SILVIA (le divide) Maria, calmati, dai non è succeso niente…
MARIA Infatti: nun l’aggio accisa ancora…
CARLOTTA Basta, fermatevi! Io non volevo… (ad Aniello) voi siete sposato? Io non lo sapevo… (si ricompone) scusatemi…
ANIELLO Maria, io non c’entro…
MARIA Con te faremo i conti a casa…
ANIELLO Silvia, per favore, portati Maria in cucina!
SILVIA Dai, Maria, vieni… (via dalla comune trascinando Maria)
CARLOTTA Io lo sapevo… pure questa è opera di Eleuterio… no, no… io non riuscirò mai a sposarmi…
ELEUTERIO (entra da sinistra ) Permesso?Scusate… la porta era aperta…
RENATO (entra dalla comune) Ma che sta succedendo? No! State di nuovo qua?
ELEUTERIO Perdonatemi, ma io dovevo vedere Carlotta.
CARLOTTA E no! Vade retro! Non ti avvicinare a me…
ELEUTERIO Carlotta, ti prego, sono cinque anni che ti aspetto… io voglio sposarti…
CARLOTTA Tu sei pazzo! Vade retro!
ELEUTERIO Ascoltami, ti prego: se mi sposi cambio lavoro, te lo giuro… farò pure istanza per cambiare cognome, ho pensato a Bellasorte… che ne dici?
CARLOTTA No… no… vattenne! Vattenne!
ANIELLO Signorina Carlotta, calmatevi… ascoltatemi… secondo me, se proprio vi volete sposare, l’unica soluzione è sposare lui…
CARLOTTA Ma che dite? Siete impazzito? (guarda Eleuterio) Oddio, in fondo, non è da buttare… ma io ho paura…
ANIELLO Non vi preoccupate, i tipi come lui sono pericolosi solo per gli estranei, i familiari sono immuni.
ELEUTERIO Allora, che ne dici?
CARLOTTA Ma è sicuro che non fai più il beccamorto?
ELEUTERIO Sono pronto a cedere l’impresa… (a Renato) volete rilevarla voi?
RENATO (fa le corna) ‘O chi? No grazie, non ci tengo…
ELEUTERIO Carlotta, allora?
CARLOTTA Se è destino che sposi te… però ti avviso, alla prima jettatura, chiedo il divorzio.
VINCENZO (entra da sinistra con Peppe) Renà, guarda a chi t’aggio purtato!
RENATO E chi è chisto?
VINCENZO Comme chi è chisto? Ma è Peppe ‘o mericano, chillo cha t’ha scassato a cincucienta…
RENATO Ah, è isso chillo c’aggi’’accidere?
VINCENZO Ma che accidere e accidere! Peppe paga lui il carrozziere… ce l’aggio cunsigliato io…
PEPPE Non vi preoccupate, pago io i danni… i consigli di don Vincenzo si devono seguire… si no se piglia collera…
ELEUTERIO Eh, chillo, si se piglia collera, ve fa stirà ‘e cammise.
VINCENZO E che ce fa ccà Bellamorte? (fa le corna)
ANIELLO Don Vincenzo, questa è una agenzia matrimoniale… è venurto a trovare moglie…
VINCENZO Overo? E chi è sta pazza?
CARLOTTA Purtroppo sono io…
VINCENZO Chi, Carlotta?
ELEUTERIO Don Vicié, mo se ne po’ parlà…
FILIPPO (entra precipitoso dalla seconda a destra con Matilde e Lucia) Papà, papà, ti faccio un grande regalo!
RENATO Te miette a studià?
FILIPPO Più grande, papà, più grande! Ho ricevuto un messaggio sul cellulare, ho vinto la cinquecento del concorso “quattro cinquecento al giorno”… io nun tengo ‘a patente… la regalo a te!
RENATO La cinquecento? Nuova? Tu che dici? Ma sei sicuro?
LUCIA (prende il cellulare dalle mani di Filippo) Ma sì, guardate, signor Renato, è scritto qui…
RENATO (legge) Ma allora è vero? Ho di nuovo la mia creatura! Non posso crederci!
MATILDE Credeteci, signor Renato, è vero!
PIETRO (entra da sinistra sventolando un foglietto) Renà, Renà, abbiamo vinto, abbiamo vinto!
RENATO Cretino, che stai dicendo? Che abbiamo vinto?
PIETRO ‘A schedina d’’o superenalotto che giocammo insieme… guarda, abbiamo fatto cinque… ottantamila euro… quaranta a te e quaranta a me!
RENATO Ma che sta succedendo? Io non ci capisco più niente! Come è possibile?
VINCENZO Overamente, comm’è ‘stu fatto? Bellamò, ch’è succieso?
ELEUTERIO Don Vicié… e che v’aggi’’a dicere? “Ah, l’ammore che fa fa!”
(quadro plastico per 2 secondi, poi buio; parte la musica e si chiude il sipario)
FINE