AGGIUNGI UN POSTO A LETTO
COMMEDIA IN DUE PARTI TRATTA DAL LIBRO
“ GEOMETRIE DELL’ ANIMA”
PERSONAGGI : Andrea – scrittore di storie a fumetti affermato professionista, marito e padre
realizzato. Mente effervescente, creativa e amante della trasgressione.
Luisa – direttrice di una compagnia turistica. Bellissima moglie di Andrea e
dolce madre di Cristina . Sembra trascinata dal marito ma sa navigare bene
anche da sola.
Cristina – figlia adorata dei due dai quali ha preso lo spirito libero, l’intelligenza
e la bellezza. Studia archeologia. Una donna perfetta.
Simone – nasce come regalo di anniversario per diventare poi l’amore della vita
per Cristina. Fra le due sponde un fiume di sensazioni.
Beatrice – cugina di Simone e ancora di salvezza di Cristina. La razionalità e
l’affetto con gli occhi color oro.
Sono Eligio Bartoli autore del romanzo “Geometrie dell’ anima” e del presente
Tutte le mie pubblicazioni sono descritte e in vendita sul Blog eligiobartoli.it
dove scrivo anche articoli su ogni argomento per promuovere un forum di
discussione.
L’ utilizzo di questo copione deve essere autorizzato dall’ autore tramite richiesta
da inoltrare all’ indirizzo e-mail eligiobartoli@gmail.com.
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ANTEFATTO
La vicenda si svolge nel mondo della borghesia medio alta.
Andrea, un affermato scrittore di storie a fumetti, decide di fare un regalo estremamente
originale a sua moglie in occasione del ventesimo anniversario del loro matrimonio.
Sicuro dell’ amore che li lega e forte della confidenza consolidatasi in anni di felice vita
sessuale, progetta e realizza una memorabile serata con finale esplosivo di sesso e passione
insieme alla ignara moglie Luisa e ad un disponibilissimo regalo.
Ma l’ apoteosi è di breve durata perché il graditissimo regalo parte per un seminario di studi
archeologici in Egitto durante il quale conosce e ama, ricambiato, Cristina figlia di Luisa e
Andrea. Il loro è un amore di quelli che nascono grandi e tali sono destinati a rimanere nel
tempo.
Terminato il corso i due tornano alla vita di tutti i giorni profondamente cambiati da questa
travolgente esperienza. Ad aspettarli, per motivi totalmente diversi, ci sono Luisa e Andrea
amanti proiettati in un orbita erotica molto simile alle montagne russe ma anche genitori
affettuosi e sinceramente ansiosi di riabbracciare la loro figlia.
Ignari degli intrecci tessuti dal destino i quattro entrano nella più pericolosa e inaspettata
rotta di collisione allorquando Cristina decide di presentare Simone ai suoi genitori.
L’ incontro, programmato in un ristorante della città, sconvolge tre vite mentre la quarta,
all’oscuro di quanto sta per accaderle, si aggira felice e leggera fra i suoi affetti più cari.
Cosa fare? Tacere la pazzesca verità e vivere tutta la vita in commedia oppure sollevare
il sipario sulla loro avventura e trasformarla in tragedia?
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Tacere a fin di bene o parlare a fin di bene?
Questi interrogativi rimbalzano nella testa dei tre disposti a tutto pur di non far del male
a Cristina. D’altra parte chi la conosce bene sa che non sopporterebbe mai di essere “protetta”
a sua insaputa come una bambina incapace di pensare a sé.
Per questo la scelta appare obbligata e i tre decidono di raccontare l’accaduto a Cristina
sperando che il suo amore per loro sia tanto grande da reggere all’ urto di questa valanga
capace di spazzare via quattro vite felici.
L’esplosione è devastante. Cristina scappa e si rifugia da Beatrice, cugina di Simone, alla quale
si affida, come naufraga alla boa, nel mare di disperazione in cui è stata scaraventata.
Beatrice, con calma e affetto, l’aiuta a diradare le tenebre del suo dolore e a guardare la realtà
amara e ostile, che le si è improvvisamente posta davanti, con gli occhi dell’amore e della
cultura. Solo così è possibile vincere ogni avversità.
Sconfiggere l’ ipocrisia che permea la nostra esistenza è l’unica via di uscita anche per
situazioni incredibili come la sua.
Sembra un’ impresa disperata ma Cristina , resa forte e matura dall’amore dei suoi genitori,
riesce a difendere e salvare sia il suo amore che l’ esistenza della famiglia.
Non è una favola è una delle tante commedie che nella realtà finiscono quasi sempre in tragedia
proprio perché nella realtà, quasi sempre, mancano amore e cultura mentre trionfa l’ipocrisia.
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I SCENA
Palazzo della Megastory, società editrice di fumetti per la quale lavora Andrea. Siamo nel suo
ufficio e questi sta guardando fuori dall’ ampia finestra, senza vedere nulla tanto è concentrato
sulla parole da utilizzare e voltandosi si rivolge a Simone.
ANDREA - “Allora Simone, come ti dicevo, desidero realizzare un progetto particolare e
per farlo ho bisogno dell’ aiuto di una persona decisamente speciale. Spero non
ti dispiaccia se per questo ho pensato a te.” (sorriso accattivante e atteggiamento
coinvolgente di Andrea.)
SIMONE - Non so se questa collaborazione possa essere compatibile con l’ università, sai
sono molto impegnato e non vorrei dare a mio padre la soddisfazione di un mio
insuccesso, visto che non ho voluto seguire la strada che aveva tracciato per me.
ANDREA - “ No, no! Vedi, sarà una cosa di brevissima durata. Molto particolare, forse
unica e che presuppone dei requisiti straordinari in chi partecipa.”
SIMONE - “ Ok, non è del tutto chiaro ma continua pure.”
A questo punto, dopo aver bussato alla porta, fa il suo ingresso una bella e
procace segretaria che porta il caffé ai due. La ragazza dispone sul basso tavolo
da salotto le tazzine, e sorridendo, si gira con intenzione mostrandosi in tutta la
sua avvenenza, poi esce.
ANDREA - “Stupenda vero?” Mentre con falso distacco mette lo zucchero nel caffé. Poi
senza aspettare l’ ovvia risposta di Simone prosegue.
“Ti è mai capitato di immaginare situazioni erotiche fuori dagli schemi
tradizionali?”
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SIMONE - “ Se ti riferisci a precise forme geometriche come triangoli o quadrilateri, la
risposta è sì. Ma cosa c’entra questo con il tuo progetto?
ANDREA - “Hai ragione, è meglio che mi spieghi, sai non è facile per cui ti prego di
ascoltare tutto quello che dirò e di rispondermi solo quando avrò terminato.
Se sarà no, non ci saranno problemi e potremo restare amici; se sarà sì
diventeremo amicissimi!”
Breve pausa.
ANDREA - “Devi sapere che sabato prossimo festeggeremo il ventesimo anniversario di
matrimonio ed essendoci arrivati, Luisa ed io, felici e innamoratissimi, ho
pensato di farle un regalo straordinario a sua totale insaputa. Siccome nel nostro
universo sessuale esiste una sola regola, che stabilisce che non ci sono regole, il
regalo in questione dovresti essere tu. In sostanza ti sto invitando ad un volo di
fantasia, e non solo, nella massima libertà. Ora se vuoi puoi rispondere sì o no.”
Breve pausa. Simone, come una vela, si riempie di vento e vola.
SIMONE - “ Desidero che diventiamo amicissimi.”
ANDREA - “Evviva” (festoso e liberatorio). Quindi si alza e stringe la mano di Simone
dandogli un cameratesco colpetto sulla spalla.
SIMONE - “Ma Luisa non mi conosce e poi io… non so… forse dovrebbe vedermi… prima.
ANDREA - Oh no, non ti preoccupare! Sarà lei stessa a scartarti facendoti uscire da una
confezione regalo e questo avverrà al termine di una cenetta pretesto.
Tu la conoscerai proprio durante la cena e ti assicuro che non parlerà certo…
delle previsioni del tempo!
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SIMONE - “Molto bene” (pienezza del tono e sorriso carico di aspettative fantastiche)
ANDREA - “Ci sentiremo sabato mattina se ci sono novità altrimenti verrai direttamente ad
impacchettarti a casa nostra nel tardo pomeriggio.”
SIMONE - “Molto bene!” (idem in crescendo)
II SCENA
Casa di Luisa e Andrea.
ANDREA - “Ti prego di non insistere, è fuori discussione; dovrà essere una sorpresa e ti
garantisco che lo sarà!” Posso solo darti indicazioni generiche se proprio vuoi,
Uhm… vediamo… originale? Si molto.
Insolito? Decisamente! Raffinato? Lo spero proprio. Costoso? Lo sapremo poi.
LUISA - “ Ma insomma! Di che si tratta? D a quello che mi hai detto ne so meno di
prima. Che cos’è un gioiello? E dove si mette? (Espressione di Andrea) Sei
certo che mi piacerà? In fondo abbiamo sempre scelto insieme i nostri regali!.
E poi questa idea della cenetta in casa! Noi soli! Non mi sembra che sia la
trovata più originale del mondo! Sembreremo due patetici post-romantici che
giocano ai luoghi comuni.”
Andrea imperturbabile e sempre più ermetico ma con un sorrisetto ironico sul
viso.
ANDREA - “Quando ripenserai a queste parole, dopo la festa, ci faremo qualche risata!”
Poi con tono accomodante prosegue:
“ Senti cara, l’idea è così travolgente e… corposa che fatico a non rivelartela, ma
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solo se resta assolutamente sconosciuta, provocherà una deflagrazione che ti
ripagherà di tutta l’attesa.”
LUISA - Rassegnata ma non convinta lo prende sotto braccio.
“E va bene, adesso andiamo a mangiare, ma poi ne riparliamo!”
III SCENA
Dopo cena Luisa comunica a Cristina le intenzioni del padre, avvertendola della necessità che
resti lontana anni luce da casa la sera dell’ anniversario.
CRISTINA - (ironica) “insomma, il nostro eroe racconta fiabe vuol mettere in cena un
clamoroso canto del cigno e io devo stare fuori dai piedi!”
LUISA - “Ma che canto del cigno? Non crederai mica che tuo padre sia ormai prossimo a
qualche capolinea spero! Tutt’altro! E’ solo una bizzarra idea, che non mi ha
voluto rivelare per festeggiare un anniversario molto importante.
Lasciamolo giocare un po’ al regista e poi, quando ti racconterò tutto, ci faremo
le nostre brave risate.”
CRISTINA - (ancora più ironica)
“Quando è quest’ audace rendez-vous, per sabato sera? Davvero originale! Così
la domenica potrete ricaricare le batterie! Beh troverò qualche anima pietosa
disposta ad accogliere per una notte una povera orfana di sexy genitori in
travolgente azione.”
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LUISA - (pronta e spiritosa)
“Dai, che fra i tuoi tanti amici ‘cerca sassi’ ce ne sarà pure uno senza
occhiali e con la voglia di scavare non solo buche. Dopo tutto anche se non sei
molto datata, sei sempre un ottimo reperto da scoprire, no?”
CRISTINA - (voltandosi di scatto e trattenendo a stento uno scoppio di risa)
“Ma senti che modo di esprimersi! Certo che con voi genitori di ieri non si
ragiona più davvero! Chissà dove andremo a finire di questo passo!
E a proposito di anniversario, lo sai cosa ti regalo io?
LUISA - (fintamente esasperata)
“Noo, basta! Non sopporto altri indovinelli, buona notte.”
IV SCENA
Arriva il grande giorno, è sabato mattina. Casa di Luisa e Andrea
ANDREA - “ Ciao LU, buon anniversario tesoro, come stai?” (abbraccia allegro Luisa)
LUISA - “Bene grazie, se non fosse che per la prima volta non so come lo passerò!
(finta polemica)
ANDREA - Cristina è partita vero? Bene, bene” (si frega le mani)
LUISA - “Si è già andata via.” (punta di tristezza nella voce perché è la prima volta
che Cristina manca alla loro festa) poi si riprende e prosegue “ E noi siamo
pronti a divorare questa giornata tutta nostra? Cosa devo fare comandante?
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Quali sono le istruzioni per la truppa?” (Acre ironia dovuta all’esclusione dai
preparativi del “loro” anniversario.)
ANDREA - “Questa è solo l’avanguardia, il vero regalo è per stasera, tesoro (Andrea spazza
via il breve annuvolamento regalandole un simpatico paio di orecchini a forma
di punto interrogativo) sfiora le ciglia con un bacio.
LUISA - A questo punto decide di stare al gioco e di fidarsi del marito la cui lealtà non è
mai mancata. “Anche io il regalo te lo do stasera, ma senza alcuna avanguardia
però” (tono finto burbero) “Buon anniversario anche a te tesoro!”
Il rumore della serratura che si apre li riporta alla realtà. E’ Enrica la domestica.
Il tempo stringe, la giornata vola, quindi tutti via al lavoro.
V SCENA
Alle ore 19,00 in punto Simone suona il campanello e Andrea lo fa velocemente
accomodare nell’ ampio salone dove, vicino ad una porta finestra troneggia un
tavolo elegantemente apparecchiato per due.
ANDREA - “Dubbi?”
SIMONE - “Nessuno, solo un po’ di emozione, ma è naturale. Però una cosa da chiederti
ce l’ho, ma non so in che modo.”
ANDREA - “Dimmi pure, non avere timori di sorta, dimmi, dimmi.” (Breve paura di
complicazioni)
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SIMONE - “ E’ la prima cosa alla quale ho pensato, dopo che ci siamo spiegati l’altra
mattina: quale deve essere il mio atteggiamento una volta che sarò stato scartato?
Potrò seguire il mio istinto o dovrò rispettare un copione?
ANDREA - “ Credo che seguiremo tutti il nostro istinto” (Rassicurato)
Simone fa un giro d’orizzonte ammirando la raffinatezza degli arredi e subito si
sente parte di quel piccolo universo, totalmente a proprio agio.
SIMONE - “Cosa dicevi? Scusami ma ero distratto. Una foto di tua moglie? No, no,credo
proprio che non sia necessario. Qui ogni cosa parla di lei e la raffigura
magnificamente!”
ANDREA - “Bene allora vieni con me, ti faccio vedere una cosa.”
(Simone lo segue nella stanza attigua e lo trova appoggiato, con il gomito
all’altezza della spalla, ad uno scatolone enorme costellato di fori fra i quali
campeggia una scritta)
SIMONE - “Maneggiare con cura, ma soprattutto maneggiare.” (strizzatina d’occhio di
Andrea e risata di Simone)
ANDREA - “Dai, aiutami a portarlo di là, che fra poco dovrebbe rientrare Luisa e tu dovrai
essere già nel tuo pacchetto chiuso da questo enorme fiocco rosso. Il drappo
serve solo per non consentirle di leggere. Spero che non sentirai caldo, ma ti
prometto che la cena non durerà molto.”
SIMONE - “Dove lo mettiamo?”
ANDREA - “Qui, così Luisa lo avrà di fronte e tu la vedrai mentre ceniamo. Su entra e
mettiti comodo.” (fermata l’anta con l’enorme fiocco)
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ANDREA - “Tutto ok?” (due colpetti per rassicurarsi)
SIMONE - “Si tutto ok!” (due colpetti rassicuranti)
V I SCENA
Luisa rientra in casa e Andrea l’ abbraccia portandola opportunamente verso la
zona notte.
ANDREA - “Finalmente sei arrivata! Su sbrigati che fra pochi minuti è pronta la cena.”
Senza avere il tempo di replicare Luisa si ritrova sospinta sotto una tiepida
doccia rigeneratrice.
ANDREA - “Appena in tempo!” Mentre si avvia ad aprire la porta al commesso del
ristorante che porta la cena.
ANDREA - “Si c’è tutto, grazie” Mentre lo congeda soddisfatto per la generosa mancia.
Dopo qualche minuto una splendida Luisa appare silenziosamente alle sue spalle
e mentre lo abbraccia, dondolandosi maliziosamente, dice:
LUISA - “Come ti è venuta l’idea di un simile abito? Metà raso e metà pizzo?”
ANDREA - “Perché non ti piace?” Risponde divertito.
LUISA - “Oh sì moltissimo, ma tu non fai mai nulla per caso e di sicuro c’è un motivo
preciso dietro questa scelta; che so un messaggio, un segnale…”
ANDREA - “Sei incredibile, non ti si può raccontare niente di diverso dalla realtà. Tu cosa
pensi, che idea ti sei fatta?”
(Calandosi nella parte la stuzzica come sa.)
LUISA - “Non so, ma ho una strana e piacevole sensazione da quando l’ho indossato,
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come se mi rendesse doppia; e il bello è che non so ancora bene quale delle due
voglio essere. Quella elegante e sinuosa vestita di raso o quella aggressiva e
travolgente vestita di pizzo?”
ANDREA - “Tutti noi aiuteremo una delle due meravigliose Luise a vincere la competizione
e ad essere eletta Regina della festa!”
LUISA - “Tutti? Ma se siamo solo noi due!” (Piacevolmente disorientata ed eterea)
ANDREA - “Beh si certo, è solo un piccolo lapsus.” (Guardando il regalo)
LUISA - “ E tu quale Luisa preferisci?” (tono carico di promesse)
ANDREA - “Quella che, spero, vincerà questa sera.” Mentre sposta la sedia per farla
accomodare.
ANDREA - “A noi tutti!” Brinda sollevando la coppa di champagne.
LUISA - “A noi tutti?” (testa inclinata e interrogativa) ed inizia la cena.
LUISA - “Che cos’è quell’ affare?” (indicando con la forchetta in direzione del regalo)
ANDREA - “ Quello, tesoro mio, è il tuo regalo per l’anniversario.” (Beandosi dei suoi
occhi spalancati.)
LUISA - “Accidenti, hai comprato un cammello o è solo l’ancora dello yacht ormeggiato
qui sotto? Voglio subito vedere di cosa si tratta!”
. ANDREA - “ No, no, non ancora. Dobbiamo almeno stappare la seconda bottiglia di
champagne per apprezzare questo pensierino da nulla!” Poi per distrarla dal
regalo aggiunge:
“Sentite, care Luise, avete già cominciato la competizione? Come pensate di
battere ognuna l’ avversaria? “
La moglie guardandolo con gli occhi socchiusi e con un sorriso da KO sussurra
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LUISA - “Stiamo pensando di allearci per battere l’ideatore di questo duello”
ANDREA - “Bene, meglio di così si muore, caro il nostro ‘regalo’!” (Sguardo di Luisa
divertita e ignara.)
LUISA - “Un momento! Chi giudicherà le due Luise? Dov’è la giuria che deve eleggere
la regina della festa?” (Andrea cogliendo lo spunto rilancia stuzzicandola)
ANDREA - “Sentiamo, chi ci vorresti qui ad ammirarti e magari ad esaminarti ben bene da
vicino?” (Giocano spesso ad immaginare persone conosciute o amici
coinvolti nei loro giochi di fantasia.)
LUISA - “Questa sera vorrei qualcuno che non conosciamo, qualcuno con cui non
abbiamo confidenza e che non sappiamo se rivedremo oppure sparirà, come se
fosse esistito solo nelle nostre fantasie.” (tutto va nel verso gusto)
ANDREA - “Ti va di ballare con uno sconosciuto?”
LUISA - “Sì.”
ANDREA - “Pensi davvero di poter… ballare con uno sconosciuto, tesoro?”
LUISA - “Questa sera sì.” (Ballano, si cullano, si baciano…poi…pausa.)
ANDREA - “E quale Luisa faresti ballare con questo sconosciuto?”
LUISA - “Sono certa che saprebbero dividerselo da buone amiche.” (Ride rovesciando
la testa indietro)
“Sei geloso forse?” (uccidendolo con lo sguardo)
ANDREA - “Questa sera no!... E per dimostrartelo, adesso ti darò il mio regalo!”
(Voltandosi verso l’ imballo)
“Al nostro anniversario e alla nostra felicità.” (brinda)
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LUISA - “Al nostro amore” svuotando l’ennesima coppa di champagne, Andrea con
mossa volutamente celebrativa toglie il drappo dall’ imballo.
LUISA - “Cosa vuol dire ‘maneggiare con cura, ma soprattutto maneggiare? “
ANDREA - “Apri e lo saprai” (Andrea in orbita)
Luisa si guarda intorno indecisa, poi tirando un capo del fiocco lo scioglie e
l’anta si apre. Grande sorpresa, Luisa guarda il viso che le sorride smarrito e
Andrea, rimbalzando fra loro come una palla da tennis. La tensione è palpabile.
Poi Andrea…
ANDREA - “Tesoro, questo è il tuo regalo di anniversario. Si chiama Simone e non credo
vivrà ancora per molto, se non ti decidi a fargli un sorriso!”
Luisa guarda Andrea con gli occhi socchiusi come per riordinare i pensieri e
dopo alcuni momenti ..
LUISA - “Tu mi hai regalato…? Tu hai pensato che io…? Adesso capisco quei discorsi!
Ma …come sei riuscito a… che incredibile idea! Tu mi hai… E tu…
(tendendo la mano verso Simone lo aiuta ad uscire dalla fantasia per entrare
nella loro splendida realtà.)
Tre coppe di champagne si incontrano nell’ aria e, felici come gabbiani, si
librano in volo verso sensazioni fino a quel momento solo sognate. Come tre
nuvole cariche di elettricità, dapprima si sfiorano, provocando tuoni di
emozioni, poi si fondono in una danza primordiale che, come il fuoco
sospinto dal maestrale, disegna nuovi paesaggi bruciando la ragione.
Il giovane, graditissimo ospite, si aggira con inesauribile bramosia di
conoscenza in quell’ orto botanico dai mille colori che è il pianeta del piacere
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puro, dove non esiste la forza di gravità della gelosia. Scopre l’emozione di
inserirsi, intonato strumento, in una melodia collaudata e perfetta.
La donna, priva dell’ abito che la divideva in due, é onda e barca in quel
tempestoso mare di piacere, solcando il quale conosce l’altra faccia della luna.
Più volte, a occhi chiusi, cerca di indovinare quale destriero stia cavalcando
e libera di sognare non riconosce quella mano che la trae, ma le obbedisce lo
stesso. Nuovi profumi si mescolano a quelli conosciuti e amati, nuovi suoni,
nuovi profili la stregano, confondendo e sovrapponendo visi, occhi, mani e
battiti di cuore. Che salti fa la sua mente! Che meraviglioso mare ha
scelto di navigare!
L’uomo, nei brevissimi istanti di folle lucidità, si bea nel guardare la propria
idea materializzata e ascoltando la voce della moglie, che non parla a lui, la
sente lo stesso melodiosa e sempre sua.
Dopo mille naufragi e milleuno approdi, i mari si quietano, il vento
impetuoso vola via e quattro mani si stringono, mentre il respiro di ognuno
lentamente ritorna nel petto.
VII SCENA
Il giorno dopo.
Luisa sta preparando il caffé. Si sente strana, diversa, è a disagio con Andrea
teme di avergli rivelato, oltre che a sé stessa, una Luisa sconosciuta e
sconcertante.
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LUISA - “Ciao, come stai?” (parla a occhi bassi)
ANDREA - (abbracciandola) “Grazie amore mio! Ti voglio bene come non mai!”
Il gesto di Andrea fa sparire ogni timore. Luisa si sente di nuovo sicura e
forte e, sorridendo maliziosa, dice:
LUISA - “Che dici, mi è piaciuto il regalo? “
Risata . Simone arriva e li vede.
SIMONE “Sono stato così buffo e imbranato da farvi ridere ancora?”
Si salutano e Luisa cingendo la vita ai due mondi:
LUISA “Si, ridevamo pensando a te, ma non per quello che hai detto; stavo
chiedendo ad Andrea se, secondo lui, mi era piaciuto il ‘regalo’ e lui… glielo
diciamo?... mi ha risposto: “chi passe-partout?”
Un violento rossore divampa sul volto di Simone e un singulto a momenti gli
fa rovesciare il caffè che sta bevendo. E’ ancora festa e la spensierata
risata collettiva che ne segue dice a tutti e tre che possono e vogliono
continuarla. Luisa torna ad essere una bianca spiaggia tropicale, piacevolmente
sferzata da onde impetuose, che scaricano su di lei aromi e sapori di acque
lontane. Si sente libera di volare dal ramo allo scoglio e desiderosa di tornare al
ramo e allo scoglio. Amore, passione, ammirazione e puro desiderio fisico si
miscelano di nuovo, creando quell’ inebriante mistura che già li aveva nutriti
e storditi, e ne vogliono ancora bere a sazietà.
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VIII SCENA
STAGE IN EGITTO:
SIMONE “Senti, sono otto giorni che ci conosciamo e non abbiamo fatto altro che
studiare, catalogare e riassumere; sempre con i tre rompi tutto fra i piedi.
Basta! Non ne posso più! Questa sera dovrà essere solo per noi, ce ne andiamo
al piano bar e… ti uccido se inviti qualcuno del gruppo.”
CRISTINA “Lo sai da quanto aspetto questo invito? Da ‘felice di conoscerti, mi chiamo
Simone.’ “ ce ne hai messo di tempo eh? Dammi la mano e scappiamo prima
che ci veda qualcuno di loro. (Ridendo lo trascina verso il piano bar)
SIMONE “Questa è la musica che ci vuole per dire tutto senza parlare. Vieni balliamo,
così mi guardi e mi racconti qualcosa di te.”
CRISTINA “Non c’è molto da dire della tranquilla vita di una tranquilla ragazza che
cerca di crescere tranquilla e senza che il mondo la noti.”
SIMONE “ Stai tranquilla, non ti credo!”
Bacio appassionato. Escono dal piano bar per andare nella stanza di Simone
dove inizia una notte di grandi scoperte.
IX SCENA
ORE 11,00 DEL MATTINO
Cristina si sveglia e vede Simone seduto davanti ad una porta finestra che
guarda i propri pensieri poi ricordandosi dove si trova:
CRISTINA “E Vincenzo?”
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SIMONE “Ha tanto insistito a lasciarmi libera la camera che non me la sono sentita di
. contrariarlo!” (Sorriso)
CRISTINA “Ma allora tu sapevi già come sarebbe finita?”
SIMONE “No, non potevo saperlo, ma lo speravo tanto; del resto anche quando si va a
fare degli scavi non si sa se e cosa si troverà, ma l’attrezzatura si porta lo
stesso. (Scherza sedendosi sul letto)
“Ho già preso il caffé , ne vuoi anche tu?”
CRISTINA “No grazie, dammi solo qualche minuto e sarò pronta per una super
colazione, altro che caffé!” (salta fuori dal letto nuda e bellissima)
“Faccio un salto in camera mia, poi ti raggiungo al bar.”
(Manda un bacio con l’indice)
X SCENA
AL BAR
CRISTINA “Dunque che tipo di disastro abbiamo combinato secondo te?”
SIMONE (guardandola colpito) “Stranamente mi ricordi una persona speciale che ho
conosciuto… come dicevi… che disastro? Beh, abbiamo solo fatto saltare la
metà sbagliata del ponte, ormai indietro non si torna! Ma ti confesso una
cosa: indietro non ci voglio tornare.”
CRISTINA “Quindi è seria anche per te questa faccenda?” (Scherzando)
SIMONE “Sì” (arriva il cameriere e serve la colazione)
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XI SCENA
LUISA “Allora è deciso, oggi chiami Simone e organizzi per sabato prossimo!”
ANDREA “Sì sì, è tornato ieri e penso che non ci sia nulla in contrario, ci penso io”
XII SCENA
L’ultima sera a passeggio.
CRISTINA “Non so perché, ma ora che stiamo per tornare a casa, mi sento meno
tranquilla, ho paura di svegliarmi e non trovarti più.”
SIMONE “Non sapevo che questa meravigliosa ragazza nascondesse una vecchia
veggente pessimista. No non c’è nulla che possa allontanarmi da te, alchimie
sortilegi o stregonerie non ci toccheranno mai.”
CRISTINA “Sei sicuro che non siamo stati imprudenti buttandoci in una storia che qui,
in questa ipnotica atmosfera, sembra naturale ma che nella realtà potrebbe
risultare forzata o frettolosamente definita?”
SIMONE “Senti tesoro, di una cosa sono sicuro oltre ogni dubbio: queste magnifiche
sere e la poesia di questi luoghi sono stati solo una magnifica cornice per il
nostro amore, che sarebbe comunque esploso, anche se ci fossimo incontrati
su una sperduta landa polare. L’unica ipnosi che c’è è quella dei tuoi
magnifici occhi, che ormai non mi lascerà più.
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XIII SCENA
Tornati a casa, a cena.
LUISA “Deve essere proprio bravo, perché ha scovato il reperto più prezioso.”
CRISTINA “Vorrei che lo conosceste al più presto. Sapete che mi interessa la vostra
opinione e siccome il fuocherello vuole assolutamente diventare un incendio
è bene andare sul sicuro.”
PAUSA
“Però non vi dirò nulla di lui, né nome né altro della sua famiglia; vorrei che
non vi faceste idee preconcette. Dovrete esprimere la vostra opinione solo
dopo averci parlato. Spero siate d’ accordo con me.”
ANDREA “Sì, e siamo anche felici che tu non ci escluda, in un momento così importante
della tua vita, cara.”
LUISA “Hai già deciso cosa fare?” (Le posa la mano sul braccio)
CRISTINA “Vorrei organizzare una cena in territorio neutro. Potete scegliere voi il
ristorante adatto; poi cominceremo a frequentarci che ne dite?”
ANDREA “Sembra una buona idea, e a quando questa cena?”
CRISTINA “Se non avete in programma qualche altra follia avevo pensato al prossimo
sabato.” (Sorride scherzosa”)
LUISA “Oh Andrea noi non avevamo nulla in programma, vero?”
ANDREA “Decisamente no. E poi che possono avere da fare due poveri quasi nonni
ormai! (Risata generale) Prenoterò io il ristorante.
LUISA “E noi sceglieremo gli abiti adatti alla serata, tutto deve essere perfetto!”
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XIV SCENA
AL BAR CON ANDREA E LUISA.
ANDREA “Allora caro Simone qual è questa importante novità?”
SIMONE “Quando mi hai chiamato non potevo dirlo al telefono, ma adesso che siete
qui posso spiegarmi. Spero che non vi sembri sciocco, ma per me ora siete
molto importanti e così desidero condividere con voi un altro momento
decisivo della mia vita e … insomma, ecco la grande novità: ho conosciuto
una splendida ragazza e, se lei non rinsavirà in tempo, credo che diventerò
suo marito. E’ la persona giusta, anche se la conosco da poco, so di non
sbagliare, che ne dite?”
LUISA “Che sfortuna! E’ proprio vero che i giocattoli più belli sono quelli che si
rompono subito, e senza averci giocato nemmeno tanto poi!”
(Cercando di nascondere la delusione.)
ANDREA “Vorrà dire che passeremo allo studio del rettangolo! Su facciamo un brindisi
a questa ragazza, perché non rinsavisca mai e ti dia la felicità che meriti!”
LUISA “Sì, brindiamo e se poi dovesse rinsavire dimostrerebbe di non meritarti e
allora penseremo noi a consolarti come si deve!” (Risata generale)
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XV SCENA
AL RISTORANTE
ANDREA “Siamo in leggero anticipo, volete qualcosa di fresco da bere?”
LUISA “Sì grazie!”
CRISTINA “Sì grazie!”
ANDREA “Sai, questo giorno l’abbiamo paventato dal primo momento che ti
abbiamo vista, piccola indifesa e già bellissima.”
LUISA “Sì è vero, ma forse sei ‘troppo’ per essere solo nostra, speriamo solo che
tu sia felice!”
CRISTINA “Non fatemi piangere vi prego, è già così difficile, tanto sono felice…
Oh eccolo!”
LUISA “Dove?”
CRISTINA “Là, è lui!”
LUISA “Simone!” (Le sfugge di bocca)
SIMONE “ Luisa! Andrea!”
ANDREA “Simone!” (Seguendo Luisa nell’ incauta esclamazione)
CRISTINA “Ma… come, voi… vi conoscete?” (In preda al panico)
ANDREA “Ma guarda chi si vede. Simone! Non dirmi Cristina che il tuo giovane
fuoco è lui. Ma Luisa guarda, è Simone il ragazzo che Cristina ci vuol far
conoscere! Ci pensi? Simone!? (cercando di recuperare un po’ di
autocontrollo.)
LUISA “Sì caro, calmati lo vedo che è Simone!”
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LUISA “Complimenti Cristina, hai proprio scelto un ottimo ragazzo. Sai
conosciamo Simone e sappiamo che per quanto riguarda lui e la sua famiglia
non potevi scegliere di meglio davvero!”
SIMONE “Microscopico il mondo eh? Chi se lo sarebbe mai sognato di rincontrarvi
così presto e in questa occasione poi!”
CRISTINA “ Insomma, qui l’ unica a non capirci nulla sono io! Se non vi dispiace
gradirei che qualcuno si degnasse di spiegarmi oppure, se sono di troppo,
posso anche volare via e sparire!”
La sua frustrazione è grande. Aveva immaginato un gioco di occhiate . indagatrici e lei al centro dell’attenzione, e invece niente di tutto questo.
Loro si conoscevano già. Luisa coglie lo stato d’animo di Cristina u e, con uno sforzo di concentrazione sovrumano, torna madre.
LUISA “Dunque, molto semplicemente. Simone ha conosciuto Andrea per ragioni di
lavoro. Hanno avuto occasione di incontrarsi più volte e, sai come sono gli
uomini, hanno fraternizzato presto riuscendo a diventare amici anche senza
frequentarsi molto. In un paio di occasioni sono stata presente anche io a
questi incontri e così il cerchio si è chiuso, semplice no?”
Silenzio e tensione mentre i tre si guardano cercando ognuno la conferma d della credibilità della storia. Dopo un po’…
CRISTINA “Sono così felice che Simone vi vada bene, che vi perdonerei qualunque cosa,
figuriamoci il fatto di conoscervi e di avermi tolto il ruolo di protagonista
della serata.” (Risata generale e tensione che si allenta un po’)
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ANDREA “Che ne direste allora di dare inizio alla cena? Siamo qui per questo no?
O per qualcos’altro?”
CRISTINA (Esplodendo allegra mentre tiene la mano dei due uomini!)
“ Papà!”
Inizia la cena, mentre la mente dei tre è in subbuglio e cerca di immaginare
come poter uscire da quella incredibile situazione.
XVI SCENA
Luisa e Andrea tornano dalla cena. E’ lei che rompe il lungo silenzio.
LUISA “Che malefico destino! Che sproporzionata punizione! Per venti anni di
matrimonio ho vissuto solo per la nostra famiglia, ti ho amato in modo
.
esclusivo e Cristina è sempre stata in cima alle mie preoccupazioni.
Rispettabilità, serenità e affetto, solo questo ho cercato di dare alla nostra casa
e adesso, al primo fuori pista, tutto può crollare!Un attimo di folle e innocente
spensieratezza può mandare in mille pezzi tutto un mondo faticosamente
costruito!”
Andrea le stringe la mano in silenzio.
LUISA “Oh se fosse per me non ci sarebbero problemi, perché questo unico e
bellissimo volo di fantasia, lo nasconderei nell’angolo più remoto della mia
mente. Ma gli occhi di Cristina! Hai visto i suoi occhi? Come si può deluderli
e far loro del male! Ma perché, fra milioni di persone abbiamo scelto proprio
Simone, perché?... perché?”
Luisa si torce le dita in preda all’ ansia.
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ANDREA “Ti prego amore, non sentirti colpevole di aver amato, quel che abbiamo
fatto è stato un gesto d’ amore reciproco. Dobbiamo solo riuscire a non far
soffrire Cristina e se ci aiutiamo, un modo lo troveremo.”
XVII SCENA
Cristina e Simone dopo la cena. Si salutano con un lungo bacio.
CRISTINA “Ei , bel ragazzo, siamo fidanzati da pochi minuti e sei già preoccupato?”
SIMONE La guarda negli occhi intensamente.
“Non pensavo di poterti amare così e soprattutto non pensavo che amare
potesse far soffrire tanto.”
CRISTINA Aggrottando le sopracciglia spaventata e carezzandolo in volto.
“Perché dici così? Cosa c’è che non va?”
SIMONE “Questa sera ho avuto, per la prima volta, paura di perderti. Tesoro ti
prometto che farò qualunque cosa per evitare che questo accada, te lo giuro!”
CRISTINA “Basta solo che tu mi voglia bene e che mi guardi sempre con questi occhi
mascalzoni. Non voglio altro” ( Bacio )
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XVIII SCENA
Gli incubi di Luisa.
Camera da letto, Luisa e Andrea non riescono a dormire. Luisa è in preda ad un incubo e sogna,
con realismo impressionante, gli occhi di Cristina. Le lacrime copiose che rigano il suo bel viso
si trasformano in segni indelebili come le cicatrici di dolorose frustate.
Cristina non dice nulla, ha uno sguardo immensamente triste e il suo volto si allontana sfumando
nella nebbia. La sta perdendo e Luisa allora grida, la chiama con l’anima fuori dai denti ma dalla
sua bocca non esce alcun suono e nessun cenno riceve da quel volto che sparisce lontano
Si ritrova seduta sul letto, sudata e affannata. Sente la mano di Andrea che le accarezza la
schiena come per quietarla. Si lascia abbracciare cullandosi fra le sue parole.
ANDREA “Cristina capirà e ci perdonerà, ne sono sicuro! Ci ama e sa quanto lei è
importante per noi. Sono preoccupato molto di più per lei e Simone, noi ci
possiamo aiutare, loro rischiano di ritrovarsi soli e nemici per sempre.
Dobbiamo aiutarli, non so ancora come, ma dobbiamo farlo!”
XIX SCENA
E’ domenica mattina. Luisa e Andrea sono in cucina a fare colazione mentre Cristina sfreccia
festosa salutandoli con un allegro:
CRISTINA “Bye-Bye”
Loro si guardano e silenziosamente giurano di non distruggere mai tanta felicità.
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XX SCENA
CRISTINA “Ciao, eccomi qui puntuale e pronta a divorare questa domenica insieme al
mio collega preferito”
Risata e abbraccio. Simone la guarda e la tiene stretta a sé per lunghi momenti affondando il
viso fra i morbidi capelli. Cristina si stacca con dolcezza dall’abbraccio e, c colpita dalla sua intensità, lo guarda negli occhi carezzandogli il viso e…
CRISTINA “Per tutta la vita?”
Breve pausa.
SIMONE “Sì, per tutta la vita.”
Si avviano silenziosi tenendosi per mano.
CRISTINA “Allora, dove è questo ristorante dove si mangia divinamente?”
SIMONE “Dietro quelle colline, è sul lago, una vista magnifica, ti piacerà. Ma prima
facciamo un giro, il mondo ci deve vedere insieme è domenica anche per lui
Cristina sorride e gli accarezza il braccio.
XXI SCENA
Cristina e Simone arrivano al ristorante e si sistemano in un angolo della terrazza che scopre in
un bellissimo colpo d’ occhio il lago sottostante.
SIMONE “Allora cosa ti hanno detto di me i tuoi genitori?” (aprendo il menù)
CRISTINA “Mah… niente, erano troppo presi a fare colazione insieme per accorgersi di
me. Ora che ci penso è proprio strano che mia madre non si sia precipitata a
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parlarmene stamattina…non è da lei… (cambiando discorso) e tu cosa pensi
.
di loro?”
Simone si morde il labbro per aver aperto lo spinoso argomento e si rifugia così nel generico.
SIMONE “Sono sicuro che ti vogliono un gran bene e che sarebbero disposti a tutto pur
di non farti soffrire, seppure questo dovesse accadere, sarebbe certamente
contro la loro volontà.”
Cristina lo guarda interdetta e sorpresa da questa specie di arringa difensiva.
CRISTINA “Sei certo di non dovermi dire qualcosa di più?”
Simone è quasi nel panico.
SIMONE “No, niente, è che volevo solo scimmiottare i miei genitori: dovresti vedere
come difendono la loro categoria!”
CRISTINA “Sai, non potrei sopportare che tu mi nascondessi qualcosa, anche se fosse a
fin di bene, mi sembrerebbe di non essere stimata adulta, capace di affrontare
anche un dolore.”
Cristina ha parlato e Simone toglie il ‘quasi’ ed è nel panico.
SIMONE “Buon appetito amore!”
CRISTINA “E dei tuoi genitori non mi dici niente?”
SIMONE “No! E’ domenica ed è una splendida giornata. Aspettiamo un triste
pomeriggio di pioggia e vento, è l’ambientazione ideale per parlare di loro!”
(Risata)
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XXII SCENA
Cristina e Simone arrivano a casa di questi eccitati e abbracciati. Simone gira nervosamente le
tre mandate della serratura. Come attori si ritrovano sul loro palcoscenico preferito: Cristina è la
ragazza dolce e tremante d’emozione e l’impavida amazzone padrona del gioco; Simone il
sapiente e calmo scopritore di vibrazioni nascoste e l’inesauribile destriero padrone assoluto di
monti e praterie.
XXIII SCENA
E’ sera , Cristina torna a casa.
ANDREA “Eccola di nuovo qui, la signorina! E noi che speravamo di essercene liberati,
finalmente!
Andrea scherzando bacia affettuosamente sulla guancia protesa Cristina. La madre sorride
cingendole la vita.
LUISA “Cosa avete combinato di bello tutt’oggi?” (Mentre la invita a sedere accanto
a loro battendo lievemente con la mano sul divano.)
CRISTINA “Volete sapere proprio tutto?” (Scherza con aria trionfante di leggerezza)
“Credo che per alcune cosette dovrò prima controllare la vostra carta di
identità e solo se risulterete maggiorenni ve le potrò raccontare.”
ANDREA “Luisa! Ma cosa dice la nostra creatura! Quel satiro di Simone l’ha già
traviata, oh che insopportabile dolore!”
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Il grottesco tono di voce da burbero padre-padrone provoca una risata generale interrotta proprio
da Cristina.
CRISTINA “A proposito di Simone, sapete che sono rimasta un po’ disorientata dalla
vostra reazione? Va bene che lo conoscevate già, ma mi aspettavo lo stesso
che ne voleste parlare subito; e invece niente, nemmeno un cenno. Mi è
sembrato quasi che abbiate voluto evitare l’argomento di proposito, anche se
non riesco a capire il perché.”
LUISA “Sai, la sorpresa ci ha un po’ spiazzati e poi in fondo siamo qui a parlarne,
no? Secondo noi le premesse per un buon rapporto sembrano esserci tutte,
anche se non è detto che questo debba necessariamente essere l’amore della
vita, quello con tutte le lettere maiuscole, vero Andrea?”
ANDREA “Si certo, sono pienamente d’accordo con tua madre e mi sembra ingeneroso
addossare sia ad un rapporto appena nato, che a Simone una così grande
responsabilità, dando loro un’ importanza quasi vitale; c’è tempo, ci deve
essere sempre il tempo per verificare ogni cosa, mantenendosi disponibili a
rivedere tutto senza farne drammi.
Cristina li guarda con un misto di irritazione e benevolenza.
CRISTINA “E’ proprio vero che i genitori sono sempre gli ultimi ad accorgersi che i figli
cambiano e che anche quando hanno tale consapevolezza la rifiutano. Da
voi però non me lo aspettavo. Sono proprio sconcertata nel sentire quel che
sento! Non è da voi assumere atteggiamenti paternalistici e scontati. No, non
è da voi: ve lo ripeto, sembra che non abbiate voglia di parlarne sul serio,
come se non voleste dire qualcosa o prendere tempo per decidere. Non so, c’è
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qualcosa che non torna. (Pausa)
Comunque vi assicuro che il mio rapporto con Simone è serio e senza
emotività incontrollata, posso dire che ha tutta l’aria di essere definitivo!”
Il tono calmo e sicuro conferisce a queste parole una forza che sgomenta Luisa e Andrea, per
cui decidono all’unisono di prendere tempo prima di rispondere. Scherzando un po’ l’abbraccia
con affetto.
ANDREA “Vorrà dire che con la prossima figlia saremo più pronti e rispondenti!”
LUISA “Ora che tutto si è chiarito, vogliamo andare a cena?”
XXIV SCENA
Luisa, Andrea e Simone sono al ristorante, qualche attimo di attesa per dare modo al cameriere
di raccogliere le ordinazioni poi…
SIMONE “Cosa facciamo?”
ANDREA (Stringendo le mani della moglie) “La situazione è talmente paradossale che
necessita di una soluzione altrettanto paradossale. Se inquadriamo la vicenda
secondo i tradizionali canoni , non ne esce che uno squallido quadretto
grottesco, umiliante per noi e distruttivo per Cristina.
LUISA “Ma non è questo quello che c’è stato fra noi!”
ANDREA “Certo che no! Personalmente non considero te e me dei depravati in
affannosa ricerca di stimoli straordinari che mantengano in vita un matrimonio
ormai spento. Il nostro amore è vivo e felice quindi va difeso, come l’amore
fra Cristina e Simone.”
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SIMONE “Sono d’accordo con te, ma come facciamo a farci capire da Cristina, lei
si sentirà tradita ed umiliata!”
ANDREA “E’ vero, per questo sono convinto che il nostro incontro va visto alla luce di
concetti un po’ straordinari, che ci aiuteranno a dire a Cristina che quanto si
sentirà precipitare addosso non sarà necessariamente una valanga di fango!
Quello che c’è stato fra noi non è espressione di degrado morale e di
perversioni sessuali da tenere nascoste e delle quali vergognarsi
LUISA “Significa chiederle di compiere un quadruplo salto mortale intellettuale,
culturale e spirituale. Una cosa da nulla!”
ANDREA “Sì, dovrà seguirci in un sentiero tortuoso, stretto fra i tentacoli della natura e
della cultura. Certo è una ragazza intelligente e buona, ma lo vorrà fare? Vorrà
rinunciare, ancora prima del matrimonio, a ciò che per lei è sacrosanto, al
diritto alla fedeltà? Vorrà guardare oltre la siepe e vedervi non tradimento e
sporcizia, ma orbite di vita più ampie e orizzonti a lei sconosciuti?”
SIMONE “Credo che una mente come quella di Cristina possa fare il grande volo. Certo
per me è più facile ragionare così, perché quello da perdonare sono io, ma
confido che lei non si fermi a questa considerazione riduttiva e che voglia
soprattutto credere alla mia e alla vostra buona fede. Del resto la sola
alternativa che abbiamo è tacerle la verità, escludendola per sempre da un
fatto importante e minaccioso se resta segreto. No, non me la sento di
mancarle di rispetto e fondare il nostro rapporto su una mancata verità.”
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Luisa gli accarezza affettuosamente la guancia e sorridendogli con materna approvazione, lo
congeda dal ruolo di amante per accoglierlo in quello di futuro marito di Cristina. A questo
punto il cameriere compare con le ordinazioni e i tre ‘lati’ sollevati dalla alleanza stabilita,
mangiano.
Dopo alcuni momenti.
ANDREA “Chi di noi dirà tutto a Cristina?” Momento di imbarazzo, quasi panico poi..
LUISA “Se qualcuno di voi prova a dire che queste sono cose da regolare fra donne,
lo uccido!”
SIMONE “Ma… forse sarebbe il caso… che…”
LUISA “Fermi! Abbiamo deciso di fare fronte comune e di aiutarci no? Quindi in tre
abbiamo fatto il guaio e in tre vi porremo rimedio, siete d’accordo?”
ANDREA “Sì”
SIMONE “Sì”
Al termine della cena.
ANDREA “Allora ci vediamo domani sera a casa nostra e che Dio ci aiuti!”
SIMONE “Sì, a domani sera, ciao ragazzi!”
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XXV SCENA
Simone e Cristina passeggiano sotto braccio per i viali dell’ università.
CRISTINA “Come mai vieni a casa nostra stasera? C’è qualche ragione speciale?”
Mentre gli sfiora la guancia con le labbra.
SIMONE “Beh si, qualcosa di speciale c’è; il nostro futuro, la nostra vita. Parlarne con
i tuoi ci aiuterà a prendere le giuste decisioni”
CRISTINA “Decisioni? Ci siamo appena fidanzati e dobbiamo finire gli studi, cos’altro
c’è da decidere se non un fittissimo calendario di certi… incontri che
suggerirei di frequenza giornaliera!”
Colpetto di gomito e risatina maliziosa.
BEATRICE “Ciao Simone, come stai?” (Si voltano all’unisono verso la voce)
SIMONE “Beatrice! Ciao, come sono contento di vederti! Benone, va tutto benone. Ti
voglio far conoscere una persona molto importante e che sicuramente ti
piacerà. Lei è Cristina, il regalo più bello e immeritato che potessi avere.
Cristina lei è Beatrice, mia cugina e insostituibile compagna di mille giochi.
Le due ragazze si guardano, si studiano e in tre secondi, come solo le donne sanno fare,
sanciscono con una stretta di mano, l’inizio di una grande amicizia.
BEATRICE “Quindi sei tu l’onda anomala!” (Sorridenti occhi color oro)
CRISTINA “L’onda anomala?” (voltandosi verso Simone)
SIMONE “E’ una delle nostre espressioni in codice. L’onda anomala è quella che
spunta improvvisa, inaspettata, più alta e forte delle altre; ghermendo tutto
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quel che trova ti strappa al tuo mondo per portarti in un altro nuovo e non
sempre migliore. Quando da ragazzi parlavamo del futuro, ci chiedevamo
come sarebbe stata la nostra onda anomala. Fra la voglia e la paura di
crescere cercavamo di immaginare la fine dell’adolescenza.”
SIMONE “Come vedi, la realtà ha superato la migliore fantasia. Si tratta proprio di una
bellissima e caldissima onda anomala, dalla quale, ormai, non scenderò più!
(Stringe a sé Cristina)
BEATRICE “Credo proprio che dovremo diventare amiche noi due, visto che
condividiamo l’affetto di questo speciale ragazzo!” (Sorriso)
CRISTINA “A pensarci bene, una vera e grande amica è quello che mi manca. Ho due
genitori meravigliosi, ho ghermito un ragazzo niente male e se poi il destino
mi regala anche una vera amica, credo di non aver altro da chiedere se non di
non svegliarmi mai da questo sogno perfetto!”
(Simone le stringe la mano, teso per quanto potrà accadere in serata)
BEATRICE “Caro Simone ti decidi ad offrirci qualcosa per festeggiare l’incontro?”
Voglio sapere tutto: come è cominciato il vostro rapporto, dove vi siete
conosciuti, tacendo per non farmi scoppiare di invidia, solo quello che
sicuramente avrete fatto fra una parola e l’altra.”
(Si avviano tenendosi sotto braccio come amici da sempre)
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XXVI SCENA
E’ sera. A casa di Cristina.
CRISTINA “Ciao bello!” (abbracciandolo) “Vieni i miei sono già in soggiorno che
aspettano; sai li ho visti strani, sono preoccupati per qualcosa e non sanno
nasconderlo, chissà di cosa vorranno parlare?”
Simone non riesce a rispondere. L’attira a sé e la stringe con forza baciandole i capelli. Cristina
percepisce il suo disagio, si scioglie delicatamente dall’ abbraccio e gli accarezza il viso
interrogandolo con il suo magnifico sguardo.
CRISTINA “Anche tu sei diverso da oggi. C’è qualcosa che non va? Dimmelo forse
posso aiutarti.”
SIMONE “L’ unica cosa che mi fa star male è il pensiero di poter perdere l’amore e
l’amicizia di questi tuoi occhi.”
(Mentre parla, con i pollici segue il delicato profilo del viso.)
“Forse la mia mente potrebbe anche guarire se ti perdessi, ma la vita non
sarebbe più bella e degna di essere vissuta come adesso.”
CRISTINA “E perché dovresti perdermi?” (Crescendo di apprensione) Cosa c’è ? ti
prego, che motivo hai di preoccuparti? Ho fatto qualcosa di sbagliato, ti sei
offeso per le battute fatte con Beatrice? Dimmi, ti prego!”
SIMONE “Tu non hai fatto niente di sbagliato, anzi! Ti ripeto è solo la paura di perderti
che mi uccide, (Simulando una impossibile allegria) e i vorrei vivere tanto!”
(Accenno di sorriso e lungo bacio)
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CRISTINA “Andiamo di là altrimenti chissà cosa penseranno i ragazzi!”
(Sorride sciogliendosi malvolentieri dall’abbraccio.)
XXVII SCENA
ANDREA “Oh eccoti qua! Ciao Simone come stai? Dai siediti e bevi qualcosa; dimmi
vuoi un brandy, whisky, cognac! (Attacco logorroico da panico – Luisa tesa e
pallida in silenzio)
CRISTINA “Papà, credo che se gli dai un attimo di respiro, potrà dirti cosa preferisce, mi
sembri un cameriere automatico che elenca tutti i piatti del ristorante! Ma
cosa avete tutti da essere così nervosi! E’ una serata in famiglia, mica il
processo di Norimberga! Ricominciamo da capo, dunque, servo io tu mamma
cosa gradisci?”.
LUISA “Cognac!” (Cristina la guarda meravigliata, non lo beve mai)
CRISTINA “Tu papà sei già servito e per me e Simone va bene un vermouth, vero
giovanotto? (Prova a scherzare)
( Attimi di silenzio mentre sorseggiano, occhi che si scrutano ansiosi)
CRISTINA “Dunque quali sono le ragioni di questo incontro?” (Mentre compie un giro
con i suoi luminosi occhi felici) “Perché un motivo ci deve essere se ci
troviamo qui, subito dopo la cena di presentazione. Spero solo che nessuno
voglia parlare di ‘senso di responsabilità’… ‘di scelte impegnative’ o di altre
antipaticherie del genere, che solo a pensarci mi danno la nausea.”
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ANDREA (Raccogliendo l’invito ma senza riuscire a guardarla)
“Il motivo di questo incontro è molto importante e, come tale, necessita di
alcune premesse che ci consentano di capire il problema e di risolverlo.”
Le parole e il tono colpiscono Cristina che comincia ad avvertire un disagio crescente, il suo
sorriso si trasforma in una triste caricatura.
ANDREA “Siamo qui per parlare di un fatto che ci riguarda tutti e che si è verificato
solo per una coincidenza incredibile e irripetibile. Occorre parlarne con
onestà , rispetto per tutti e trasparenza d’animo, perché solo così possiamo
sperare di non esserne schiacciati.”
Cristina spalanca gli occhi spaventata e incredula mentre cerca lo sguardo di Simone e Luisa.
CRISTINA “Esiste un problema fra noi?” Ma…
Andrea le fa un piccolo cenno e continua.
ANDREA “Tu sai il bene che ti vogliamo tua madre ed io, sai che il nostro rapporto è
basato su rispetto e considerazione reciproci. Fin da quando eri una bambina
per noi sei sempre stata una persona prima che una figlia. Negli anni tu sei
diventata donna e noi, riuscendo a non invecchiare nelle idee e nel nostro
amore, adulti. Sai, non è facile per i figli pensare ai propri genitori come a
semplici individui con bisogni e desideri, ma tu ci sei riuscita e noi con te. I
nostri ruoli non hanno impedito all’ amore e all’ affetto di coesistere nella
reciproca libertà al riparo da incomprensioni e gelosie. Tutto questo fino a
che la vita non ha deciso di metterci alla prova, giocandoci un tiro
incredibilmente vile e colpendoci proprio nell’ anima e negli affetti.
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Andrea fa una pausa, beve un sorso di cognac, sempre evitando gli occhi di Cristina. Rotola fra
le palme delle mani il lungo bicchiere di cristallo. Cristina lo fissa pallida aspettando, impavida
e disperata, la stoccata finale.
ANDREA “Già, la vita! Ma forse siamo noi che non valutiamo le possibili conseguenze
delle nostre azioni. Accettiamo certi schemi sociali e familiari e poi viviamo
come se questi non ci fossero assumendoci grandi rischi. Tesoro, quello che
sto per dirti a nome di tutti e tre, è qualcosa che non avrei mai voluto dirti ma
devo, dobbiamo farlo per il bene di tutti e, ti prego di una sola cosa: questo è
il momento di applicare la regola fondamentale della nostra vita, quella di
non giudicare e dare sempre una possibilità a se stessi e cento agli altri.”
CRISTINA “Ma cosa potete mai avere da dirmi tutti e tre? Cosa avete in comune, che io
non so? ”
ANDREA “Tu sai che conoscevamo Simone prima dell’ incontro al ristorante; ma non
sai come e quando ci siamo conosciuti.”
CRISTINA “Per ragioni di lavoro, mi avete detto!”
ANDREA “Sì è vero, è così, ma se non ci fosse stato un secondo fine la nostra
conoscenza si sarebbe limitata ad una consegna di documenti in ufficio e oggi
non saremmo qui ad affrontare una questione più grande di noi.”
Cristina guarda i tre senza capire.
ANDREA “Quando vidi Simone, in ufficio, lo ritenni adatto a svolgere un ruolo
particolare in un gioco cui stavo pensando; il gioco doveva essere una
serata - regalo per il nostro anniversario e Simone doveva essere il regalo.
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Può sembrarti una cosa pazzesca, per menti malate, ma per noi era il
coronamento di venti anni di vita e di amore. Simone a quel tempo era libero
e disponibile all’ avventura e volle vivere un’esperienza particolare insieme a
noi. Poi vi siete conosciuti e amati e lui è entrato nella nostra famiglia, come
potevamo tenerti all’ oscuro di questa cosa? Sarebbe stata una mina vagante
per tutta la vita e che alla fine avrebbe potuto distruggerci tutti.
Il silenzio è rotto dal pianto sommesso di Luisa, poi un urlo di dolore e rabbia esplode nella testa
di Cristina.
CRISTINA “NOOOO!”
Col dorso della mano si chiude la bocca, per soffocarne un’ altro, la morde tesissima, guarda i
tre immaginandoli in frenetiche danze di sesso. Non ce la fa e deve fuggire. Scappa in camera
sua, mentre un pensiero la soccorre.
CRISTINA “Beatrice!”
Dall’altro capo del filo.
BEATRICE “Ma certo Cristina, certo che puoi venire da me.”
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XX VIII SCENA
LUISA “Dove può essere andata? Così sola e disperata! Non possiamo starcene qui
ad aspettare, impazzisco se non so dov’è!”
ANDREA “Proviamo a ragionare, non è il caso di muoversi all’impazzata; tu sai se ha
qualche amica del cuore con la quale magari confidarsi?”
SIMONE “No, ma non credo che cercherebbe l’aiuto di chiunque, è troppo orgogliosa
per divulgare questa storia; penso che cercherà di starsene da sola e poter
piangere senza riserve.”
Poi improvvisamente un pensiero lo fulmina.
SIMONE “Aspettate! Forse è una sciocchezza, ma mi è venuta un’idea. Beatrice, mia
cugina, l’ ha conosciuta da poco ma sono subito diventate amiche e lei vive
sola quindi…”
ANDREA “Dove sta? Chiamala subito e avvisala che se Cristina va da lei ce lo faccia
sapere subito! Dai!”
Simone compone il numero.
SIMONE “Beatrice sono io, salutami subito come se fossi la tua migliore amica e
dimmi solo se Cristina è lì da te! Non farle capire che stai parlando con me;
ti prego è di vitale importanza, voglio solo sapere se è lì.”
BEATRICE “Giulia! Ciao sono contenta di sentirti, era ora! Stai bene? Anch’io grazie;
avevi ragione tu, ma come hai fatto a pensarci?”
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SIMONE “Non c’ è tempo per le spiegazioni ora, scusami ma è importante che
Cristina sia da te… quando saprai il motivo, capirai. Ciao a presto.”
BEATRICE “D’accordo, ciao e non scomparire ancora una volta, ti aspetto!”
Simone resta con il telefono in mano per qualche istante, poi si rivolge ai due.
SIMONE “E’ da lei! Forse non vuole sparire! E se c’è una persona capace di aiutarla
quella è Beatrice.”
LUISA “Dio ti ringrazio!”
XXVIIII SCENA
Casa di Beatrice.
Beatrice ripone il telefono mentre guarda Cristina che, ignara, continua a fissare un qualche
punto davanti a se, seduta nella poltrona accanto al letto.
BEATRICE “Allora, è chiaro che puoi approfittare della mia ospitalità finché vorrai, ma
non per questo mi dovrai rivelare il motivo della tua venuta. Anche se,
conoscendo chi ami, non mi è difficile immaginarlo; solo una cosa mi
incuriosisce: perché sei venuta da me e non dai tuoi genitori, ma non c’è
fretta, se vorrai me lo dirai. Per adesso sistemiamoci, tanto so già che il tuo
soggiorno qui, finirà anche troppo presto!”
Cristina non aspettava che di essere trattata con affetto, queste poche parole rompono la sua
tenue resistenza, tende le mani verso Beatrice che, prontamente si avvicina e l’abbraccia
accogliendo il suo pianto dirotto. Senza parlare le accarezza per lunghi minuti i capelli finché
Cristina, pian piano, riesce a domare i violenti singhiozzi che la squassano.
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BEATRICE “Sembri una rosa scompigliata da una forte ventata.” Poi le aggiusta i capelli
che tornano a formare una magnifica cornice intorno al viso e continua: “se
piangi e ti disperi tu, così come sei, cosa dovrebbero fare le poverine meno
fortunate come me?”
Un tenue sorriso attraversa di corsa il volto di Cristina che torna subito seria e volgendo di lato
lo sguardo dice:
CRISTINA “Ti prego perdonami, ma non riesco a tenermi dentro il dispiacere. So che
non ho il diritto di coinvolgerti e disturbarti con i miei problemi, ma mi
resti solo tu; ho bisogno di aiuto… mi è successa una cosa terribile.”
Beatrice resta colpita dal tono e dalle parole.
BEATRICE “Anche il più grande dei problemi ha la sua soluzione nascosta da qualche
parte, spero solo di esserti utile. Mentre tu ti prepari per la notte io porto una
tisana calda per tutte e due, così ci calma un po’ e poi facciamo come le
signore, che non parlano se non hanno una tazzina fra le mani.”
Ridendo si avvia verso la cucina.
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XXX SCENA
Beatrice torna con la tisana, Cristina è seduta sul letto con le braccia intorno alle ginocchia.
Scimmiottando la voce e le parole di sua madre.
BEATRICE “Bevila finché è calda, così ti farà bene!” Poi seduta vicino a lei:
“Bevi un sorso e poi spara tranquilla, sono a tua disposizione.”
Cristina avvicina lentamente la tazzina alle labbra, beve un po’ e poi, guardando Beatrice negli
occhi chiede:
CRISTINA “Cosa ne pensi di Simone come uomo? Che tipo di persona credi che sia in
generale?”
BEATRICE “Quindi il bersaglio è lui!”
CRISTINA “Beh sì… ma dimmi.”
BEATRICE “Credo di conoscerlo bene e posso dire che i tipici difetti maschili, in lui,
sono minimi; come uomo non posso giudicarlo perché le nostre strade si
sono divise quando lui era, per così dire, in embrione. Però se non ha tradito
le premesse da cui muoveva, oggi dovrebbe essere una persona leale,
affidabile e profondamente buona.”
CRISTINA “Possibile che non abbia difetti?”
BEATRICE “Ne ha, ne ha! Quello più grande e che rischia di condizionare la sua vita e
quella di chi gli sta vicino, è, come gli dicevo da ragazzi, di essere una vela
e di raccogliere anche il più debole dei venti gettandosi nell’ avventura oltre
i limiti considerati normali.”
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CRISTINA “Lo conosci proprio bene tu!”
BEATRICE “Credo che tu abbia scelto un compagno di viaggio particolare, mia cara,
ma credo pure che persone sensibili e intelligenti non siano così comuni, per
cui se hai dei problemi con lui, ti auguro di risolverli perché è davvero un
ragazzo che vale.”
Cristina resta in silenzio mentre rimugina che le parole di Beatrice hanno dipinto proprio il ‘suo’
Simone. Beatrice aspetta qualche momento, poi accarezzandole la mano le dice.
BEATRICE “Vuoi girarci ancora intorno o mettiamo, come dicono certi medici, il
corpo sul tavolo e vediamo, senza tentennamenti, se si può evitare che
diventi cadavere?”
Cristina, forse, non aspettava altro e con un moto liberatorio quasi grida:
CRISTINA “Bene! A questo punto i corpi da mettere sul tavolo , o meglio sul letto, sono
tre e ti assicuro che, per quello che sono stati capaci di fare, tutto rischiano
meno che di diventare cadaveri!”
.
Gli occhi di Beatrice si spalancano a dismisura, guarda Cristina come se fosse impazzita.
BEATRICE “ Povera Cristina, quanto devi soffrire, sragioni!”
CRISTINA “No, no, non sto impazzendo! Adesso ti racconto tutto senza girarci intorno:
il tuo caro cuginetto, onesto e profondamente buono, la meravigliosa vela
variopinta, il più leale figlio di puttana che esiste al mondo, si è fatto una
originalissima crociera di sesso, non con una comunissima e noiosissima
ragazza, no, ma con una coppia, marito moglie! E sai dove li è andati a
pescare quei due tesorucci? Non lo indovineresti mai! A casa mia li è
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andati a pescare: i suoi sfrenati soffiatori di vento sono mia madre e mio
padre! Ecco cosa è accaduto, ecco il corpo sul tavolo; adesso dimmi tu come
si può evitare che diventi cadavere.
Il crescendo Wagneriano lascia sbalordita Beatrice che posa la traballante tazzina, si passa una
mano sulla fronte, si alza, fa un paio di giri intorno al letto e torna a sedersi davanti a Cristina.
Calma e conciliante le dice:
BEATRICE “E tu come lo hai saputo, chi te l’ha fatta una spia così perfida? Sei certa
che non sia tutta una balla?”
Cristina si asciuga le lacrime e, calma e glaciale, risponde:
CRISTINA “Sono stati loro, i tre perfidi angioletti a raccontarmi il film! Non riuscivano
vivere se non si alleggerivano le coscienze, ammesso che ne abbiano una
parvenza. Lo hanno fatto per me! Capisci, per me! Per non tradirmi con un
segreto!”
BEATRICE “Come, come? Te lo hanno detto loro? Tradirti con un segreto? Che
significa? Scusami ma non capisco. Accidenti a me e all’ idea del cadavere
sul tavolo! Andiamo con ordine se no perdiamo la testa; quando è successo
l’ incredibile fatto?”
CRISTINA “Il giorno del ventesimo anniversario di matrimonio dei miei, circa tre mesi
fa.”
BEATRICE “Ma tu e Simone vi siete conosciuti successivamente, in Egitto, quindi di
che tradimento parlano? Non esistevate come coppia allora!”
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Cristina torna nervosa.
CRISTINA “Sì è vero, allora Simone era libero di fare sesso anche in fondo al mare se
voleva, ma è andato a letto con mia madre! Capisci?”
Beatrice focalizza il problema e delicatamente abbraccia Cristina, parlandole con calma.
BEATRICE “Ma allora la cosa è diversa, scusami! Da come mi hai sbattuto in faccia la
notizia, sembrava che il tradimento l’avessero fatto l’altro ieri! Eh no, no,
stando così le cose la faccenda cambia aspetto.”
CRISTINA “Davvero? Non mi dire! E io che mi fermo a constatare che fra mia madre e
Simone c’è stato del sesso pazzesco con la supervisione e non solo, di mio
padre! Sono proprio limitati i miei orizzonti, vero?”
Con pazienza Beatrice non ribatte al sarcasmo di Luisa.
BEATRICE “Se non fai lo sforzo grandissimo di vederla sotto una luce neutrale, questa
faccenda distruggerà te e tutti gli altri; non vederla come sesso proibito in
famiglia perché non lo è, è solo un fatto di vita complicatosi per una
incredibile combinazione.”
CRISTINA “Sbaglio a prendermela, vuoi dire? Non la fai troppo facile?”
BEATRICE “No, tutt’altro. Voglio dire che se continui a vedere solo ciò che è successo
non ne vieni fuori: addio a Simone e ai tuoi genitori, sei sola e basta. Non
dico oggi, ma con pazienza e a mente fredda forse puoi provare a
considerare alcuni aspetti, non secondari, che ti aiuteranno a capire. Tutto
dipende da quanto vuoi fargliela pagare a quei tre e da quanto ti importi di
loro visti i legami in gioco.”
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Cristina rimane in silenzio alcuni minuti poi allunga una mano e stringe quella di Beatrice.
CRISTINA “Se non fosse per altro, devo ringraziare quel verme di Simone per averci
fatto conoscere; forse il furbo lo ha fatto sapendo quanto saresti stata
necessaria, visti gli sport che pratica.”
XXXI SCENA
BEATRICE “Dai svelta, devi essere pronta prima che il caffé si freddi!”
Pochi minuti dopo Cristina torna in cucina.
CRISTINA “Lo sai ? sembri mia madre. Già ‘mia madre’ mi suonano strane queste
parole, ora che l’ho scoperta così clamorosamente donna.”
BEATRICE “Hai paura di lei?”
CRISTINA “Sì. Non ho mai pensato di confrontarmi con lei sul piano fisico. Lei ha
classe, fascino e sicurezza e sicuramente ora lo sa anche Simone! Cosa può
aver trovato in me dopo aver conosciuto così totalmente lei. Mi sento una
gassosa di fronte ad un cognac! La odio ! Odio tutti!”
BEATRICE “Bene, fai progressi ragazza! Ieri eri distrutta oggi riesci ad odiare, chissà
che domani tu non riesca a capire.”
.
CRISTINA “Mi prendi in giro perché non sai quanto sto soffrendo, se vuoi me ne vado!”
BEATRICE “Lo sai che hai fatto un errore, mia cara, venendomi a cercare? Ormai non ti
liberi più di me e forse non ti liberi più nemmeno di te!”.
Cristina la fissa colpita.
CRISTINA “Perché non hai un ragazzo?”
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BEATRICE “Perché quando di una materia conosci perfettamente la teoria, non riesci
ad accettare di doverla vivere male in pratica; soffri ma non ci riesci.”
Beatrice non riesce a controllare una nervosa contrazione del viso.
BEATRICE “Ti va di parlare, ora?”
CRISTINA (Rassegnata) “Si. Chiedimi quello che vuoi sapere e ti prometto che
cercherò di rimanere calma.”
BEATRICE “Raccontami i fatti e dopo vedremo se una soluzione si può trovare.”
CRISTINA “Pare che superata la quarantina, di anni intendo, si senta il bisogno di
festeggiare a base di sbornie di sesso gli anniversari di matrimonio e di fare
regali, per così dire, ‘animati’, per rallegrare la festa.
Il modello di ragazzo che si è prestato, nell’ occasione, è nientemeno che
Simone: carino, riservato, sensibile ed eroticamente scatenato. Tutto qua! E’
il caso di tralasciare tutti i particolari sulla performance del regalo, sennò
esplodo in mille pezzi.”
Le lacrime tornano ad assediare gli occhi di Cristina
CRISTINA “Ah, se ripenso a mia madre che mi disse , al mio ritorno, che la serata, alla
fine si era risolta in una affettuosa e semplice serata romantica. Perfida
strega! Perfidi e depravati tutti! Mi hanno trattata come una bambina, si
sono burlati di me.”
BEATRICE “Beh non potevano certo dirti: ‘ Cara ti dispiace lasciarci la casa libera per
stasera? Sai desideriamo fare un’orgia’ Non devi vedere l’inganno e la
malafede nel fatto che ti hanno taciuto quello che doveva essere e che poi è
stato. E’ il solito, vecchio e sempre giovane problema della famiglia, un
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mondo in perenne guerra con se stesso, dove i figli nascono attraverso il
sesso, lo stesso tipo di sesso da cui sono nati i genitori e da cui nasceranno i
loro figli. Ma i genitori devono sembrare puri spiriti e fingere di ignorare
che i loro figli consumano sesso e intanto si scavano abissi di
incomprensione in fondo ai quali cadiamo tutti.”
Cristina ascolta con attenzione.
BEATRICE “Tua madre, poi, tutto mi sembra meno che una ‘perfida strega’
sicuramente ignorava i piani di tuo padre per l’anniversario sennò addio
sorpresa; quindi non ti ha ingannata prima e non ti ha potuto dire nulla
dopo. Se ti avesse raccontato l’accaduto, come li avresti giudicati? E’ solo
che doveva restare un loro segreto, appartenente soltanto a loro; ma è
saltato fuori tutto perché di mezzo c’era il terzo ‘perfido’. “
CRISTINA “Come l’avresti presa tu, se fossero stati i tuoi genitori a fare queste cose?”
Beatrice fa una fragorosa risata.
BEATRICE “Te l’immagini papà con la sua sconfinata pancia e mamma terrorizzata dal
pericolo di rovinarsi l’acconciatura o di scheggiarsi lo smalto con una
carezza audace? Nooo! E poi in tre! Ma quando mai! No, stiamo parlando
di statue, mica di persone. Magari lo facessero, significherebbe che oltre a
respirare, litigare e mangiare, esistono! E poi bisognerebbe chiedere a
Simone se se la sentirebbe di provare!”
CRISTINA “Beatrice!”
BEATRICE “No scusami, ma è più forte di me: ogni tanto mi esce una battuta e non
sempre è geniale. Come questa vero?”
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CRISTINA “Beh certo, te la potevi risparmiare.”
BEATRICE “Va bene, prometto di farne solo di geniali d’ora in poi, okay? Ma dove
eravamo prima che mi interrompessi con quella pazza idea dei miei
genitori? Ah si parlavamo del terzo perfido, il bravo Simone sempre
educato, che sa stare al suo posto, ma anche a quello degli altri fa la sua
figura…”
CRISTINA “Beatrice!”
BEATRICE “Oh scusami ancora, ti prego. Per quanto riguarda Simone non c’è molto da
dire, la tua disperazione è sacrosanta anche se non ti conosceva ancora
quando ‘veleggiava.’ Qui tutto dipende da te. Nessuno ti può dire cosa fare
perché per tutta la vita e ogni volta che farete l’amore, vi faranno
compagnia dei fantasmi e i dubbi vi assaliranno. Non ci sarà un legame di
sangue a difendere un rapporto che è, e deve essere, più forte di un
legame di sangue. Per Simone devi riflettere, devi capire quanto puoi fare a
meno di lui. Ma sappi che qualunque cosa decidi ti peserà per tutta la vita.
Ascolta il tuo cuore e decidi cosa ti peserà di meno.”
CRISTINA “Credo sia meglio che mi riposi un po’, la testa non ce la fa a ragionare di
più, grazie Beatrice per quello che fai.”
BEATRICE “Senti, mentre tu te ne stai tranquilla, io approfitto per fare delle
commissioni. Goditi la mia assenza, che, come tutte le cose belle dura poco.
Scherzando si chiude la porta di casa alla spalle.
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XXXII SCENA
Appena in strada Cristina si accorge di Simone ma tira dritto e svolta l’angolo.
BEATRICE “Cosa fai da queste parti? Non capisci che sarebbe un disastro se ti
vedesse? Penserebbe che sono d’ accordo con te e sarebbe un altro dolore
per lei!”
SIMONE “Come sta?”
BEATRICE “Oh benone! Ma perché me lo chiedi? Conosci un motivo per cui dovrebbe
stare male? Solo la tua faccia tosta supera la tua incoscienza. So tutto! E
non ho parole per dirti quello che penso di te, ma dubito che la cosa ti
interessi: tu pensi solo a te stesso.”
SIMONE “Ti prego Beatrice, sto già tanto male, risparmiami il tuo feroce sarcasmo e
dimmi davvero come sta? Che vuole fare? Che ha detto di me?”
BEATRICE “OOH calmati per favore! Che tu stia male ha importanza solo per te,
credimi: come sta lei , se ti sforzi un po’ forse anche tu riesci a intuirlo. Lei
ancora non lo sa, ma io lo saprei bene cosa fare, e quanto a cosa ha detto di
te, purtroppo, dimostra che ti vuole ancora bene perché ti ha chiamato solo
‘perfido figlio di puttana!’ Adesso se non c’è altro avrei alcune cose da
fare, di nessuna importanza, ma molto più importanti che stare a parlare con
te.”
.
SIMONE “Beatrice ! Ascoltami, non sono un bambino, non puoi pensare che meriti
un simile trattamento, almeno tu che mi conosci come nessun altro!
Aspetta, dimmi qualcosa.”
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BEATRICE “Sì, una cosa te la voglio chiedere: mi sai dire perché mai vi è saltato
in mente, a voi tre, di sbatterle sulla faccia le vostre discutibili imprese
erotiche? Non vi bastava averle fatte, volevate anche il riconoscimento della
critica! Ma come, vi siete sentiti tanto adulti da saltare gli schemi e non siete
stati capaci di sopportare il peso di un segreto!
Non ce l’avete fatta in tre e l’avete scaricato tutto sulla povera Cristina!
SIMONE “ Non mi dai modo di spiegare nulla, mi hai già condannato; spero solo che lei sia meno sbrigativa e mi dia la possibilità di dimostrarle che non è stato per scaricare la mia coscienza, ma per poterla guardare negli occhi senza timore di ombre fra noi. Comunque ti ringrazio per quello che fai; so che Cristina è in buone mani; ti chiedo solo di farmi sapere come sta.”
XXX III SCENA
ANDREA “Pronto” (Dall’altro capo del filo un respiro agitato. Poi…)
CRISTINA “Sei tu papà?”
ANDREA “Sì tesoro, sono io, stai bene?” (Alcuni istanti di silenzio)
CRISTINA “ Proprio bene non direi, ma non ha importanza. Volevo solo dirvi che non
ce l’ho con voi: il mio problema è un altro e devo risolverlo da sola. Mi
servirà del tempo e sarà meglio che stia lontana da tutti. Non sopporterei
facce tristi o finte allegre, per cui state tranquilli che so badare a me stessa.”
ANDREA “Vuoi che ti passi tua madre per un istante?”
CRISTINA “ No,no, un’altra volta, salutala tu per me, ciao a presto.”
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XXXIV SCENA
Luisa guarda fuori dalla finestra, volge le spalle ad Andrea.
LUISA “Non ha voluto parlare con me, vero? Credo di capire cosa prova nei miei
confronti, per la prima volta in vita sua mi vede come una donna e non come
madre e ha paura di me: Andrea tu mi devi aiutare!”
Si gira verso Andrea.
“Non voglio perderla! Non sopporto l’idea che mi consideri una nemica. Tu
mi devi aiutare; non so come, ma insieme dobbiamo fare in modo che io
rinasca ai suoi occhi. Per te è diverso! Ti ha parlato… non si sente in
competizione con te. E’ di me che non si fida!”
ANDREA “D’accordo hai ragione e ti prometto che farò l’impossibile perché torni a
vederti nella giusta luce.”
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XXXV SCENA
Casa di Beatrice
BEATRICE “Eccomi sono tornata!.” (Sbuffando scherzosa si libera delle buste della
spesa lasciandole sul tavolo.)
BEATRICE “Questo è per te, ti piace?”
CRISTINA “Che bell’ orsacchiotto! Ma perché questo regalo?”
BEATRICE “ A me non servono i ‘perché’ per fare regali e poi lui non voleva più
stare da solo e mi ha promesso che non smetterà mai di farti compagnia, a
meno che tu non ne voglia del tipo che né io né lui possiamo darti, vero
orso?”
CRISTINA “Devo proprio ringraziarti: sei molto paziente con me… sai che ho già
fatto progressi dopo una sola seduta di analisi con il Dott. Beatrice Freud?
Sì, ho telefonato a casa e ho parlato con papà; l’ho salutato e rassicurato
che non corro rischi e che mi farò viva presto.”
BEATRICE “E con la perfida strega non hai parlato?”
CRISTINA “ No, non le ho parlato; tanto avevo detto tutto a papà, che bisogno c’era
di ripetermi?” (Quasi senza rendersene conto strapazza l’orso)
BEATRICE “ Beh, se lo dici tu! Però fai una cosa: la prossima volta che telefoni parla
con lei e dille di salutarti tuo padre, altrimenti potrebbe pensare che hai
qualche motivo per evitarla e tu non ne hai, vero?
CRISTINA “Quanto rompi Freud quando ti ci metti! Basta dai, non vorrai mica
rovinare la serata a me e all’orsacchiotto, no? Pensiamo alla cena invece
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visto che finora ho mangiato solo dosi massicce di psicoanalisi.”
(Ridendo scartano i pacchetti della spesa)
XXXVI SCENA
Mattino dopo a colazione.
BEATRICE “Questa notte ho sentito che hai lottato contro i tre draghi, come è finita,
chi ha vinto?
CRISTINA “Credevo dormissi e speravo di non farmi sentire, ma gli incubi arrivano
improvvisi e non riesco a dominarli.” (Scusandosi si siede sul letto)
BEATRICE “ Beh che cavolo di incubi sarebbero se non ti sconvolgessero ben bene,
riducendoti uno straccio?”
CRISTINA “Perché sono ridotta così male?” (Si precipita allo specchio)
BEATRICE “Ah ma allora ci tieni ancora a quel muso perfetto. Credevo che volessi
distruggerti, che per te ormai fosse tutto finito e invece… forza ragazza,
che il mondo non finisce né domani né dopodomani, appoggiati alle mie
forti spalle e risorgi.”
CRISTINA “Cosa facciamo oggi?”
BEATRICE “Ce ne andiamo a spendere un pò di soldi, mai faticosamente guadagnati
da mio padre, così diamo senso al fatto che esista e che sbraiti sempre con
tutti.”
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XXX VII SCENA
Cristina e Beatrice tenendosi sotto braccio fanno un allegro shopping e scherzano sulla gente
che passa.
XXX VIII SCENA
E’ sera e tornano a casa.
BEATRICE “Ti ha fatto bene l’uscita, c’è di nuovo vita sulle tue guance.”
CRISTINA “Sì è vero, all’ improvviso ho deciso che non è giusto bruciare in un fuoco
acceso da altri. Se c’è una soluzione va trovata, piangere e soffrire non
aiuta.”
BEATRICE “C’è la soluzione?”
CRISTINA “Sai ho pensato tanto, ma da qualunque punto di vista esamini questa
storia, non riesco a trovarne una accettabile. Se penso di rinunciare a
Simone mi sento morire; se penso di perdonarlo mi chiedo quale vita sarà
la nostra e quali i rapporti con i miei genitori. Potremo frequentarci o
dovremo vivere lontani, come festeggeremo i prossimi anniversari senza
che tornino i fantasmi? Come potremo parlare di ciò che è lecito e di ciò
che non lo è? Tutto ci riporterà a quello che è successo!”
(pausa)
“ E poi c’è mia madre, è lei che più mi spaventa e mi preoccupa per
Simone.”
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BEATRICE “Perché tua madre?” (pungolandola)
CRISTINA “Insomma, è chiaro! Fra lei e Simone non c’è stata una semplice storia
che poi è finita, ma un rapporto sessuale improvviso, senza frontiere, e lei
non si è mostrata nuda solo nel corpo ma soprattutto nell’ anima. Simone
l’ha conosciuta come mai avrebbe dovuto, dovendone sposare la figlia; la
totale libertà del loro rapporto può diventare la più pesante catena.
Ogni volta che si guarderanno, anche solo per dirsi ‘ciao’, dentro di me
qualcosa urlerà: Si stanno rivedendo come in quel momento! E io
impazzirò mille volte al giorno.”
Cristina fa una breve pausa, sorseggia l’immancabile tè e si asciuga una lacrima.
“Queste sono cose che rimangono nel cuore e negli occhi per sempre; non
riesco a credere che le scordino. Nella loro mente resterà una copia di
quel film e ogni momento penserò che lo rivedano. A ogni cosa che faremo
amandoci, dentro di me una voce mi schernirà “Questo lo ha già fatto con
lei” e il confronto mi ucciderà ogni volta. Non c’ è angolo della mente di
Simone che lei non conosca e viceversa.”
BEATRICE “Questo succede a tutte le coppie che hanno altre esperienze prima del
matrimonio; pensa solo ai divorziati, che si ricostruiscono un rapporto
dopo anni di vita sessuale con un altro partner: In questi casi credo che non
ci siano angoli di sorta da scoprire! Ma tutto ciò non impedisce il nascere e
crescere di nuove e solide storie d’amore.”
CRISTINA “Non può essere la stessa cosa! Ma stai scherzando? Come fai a paragonare
situazioni tanto diverse fra loro? So benissimo che Simone può aver avuto
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altre donne prima di conoscermi, ma per me sono donne senza nome, senza
volto e sicuramente non avranno la benché minima probabilità di rivederlo
tutti i giorni e di diventare le nonne dei suoi figli!”
BEATRICE “Beh, devo ammettere che il tuo ragionamento non fa una piega,ma tu stai
cercando lo stesso di ricomporre un quadro andato in mille pezzi e forse un
miracolo non basta.”
CRISTINA “Non c’è via d’uscita allora?”
BEATRICE “Direi che non esistono situazioni senza una via d’uscita… tutto dipende
da cosa si intende per via d’uscita…”
CRISTINA “ Oh! insomma ti metti a fare gli indovinelli da sibilla ora? Ti sto
chiedendo aiuto, ti prego dammi una mano!”
Beatrice la guarda negli occhi e sorride indulgente poi le accarezza il viso e dice:
BEATRICE “Quanto sei forte, quanta forza c’è dietro questo muso d’angelo. Io che
avrei già distrutto tutto, che avrei fatto a pezzi coloro che tu vuoi salvare
perché ancora ami, io dovrei darti una mano? Non ne hai bisogno; sei già
dove io non arriverei mai. Non ti posso spingere,solo sorreggere, perché io
non salverei quei tre, che come un equipaggio ubriaco hanno portato la
nave sugli scogli e ora stanno lì ad aspettare che il più innocente dei mozzi
la sollevi e la riporti in mare aperto! Cristina tu hai già deciso la strada che
farai, non ti serve aiuto e nessuno te lo può dare. Hai solo bisogno di
gradini per salire in cima alla tua decisione ed io posso soltanto essere il
primo.
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CRISTINA “C’è tanta tristezza nella tua voce, ho la sensazione che ti stai allontanando
da me, perché.?
BEATRICE “Perché avrei voluto che tu gliela facessi pagare cara la scappatella ai tuoi
genitori, avevo sperato in una dissetante vendetta. Per una volta che il
potere di fare del male era in mano ad una figlia tu, invece di dare
spazio all’odio che doveva dare spazio alla distruzione dei sentimenti, hai
ascoltato solo il tuo cuore.
XXXVIIII SCENA
Quella notte Cristina dormì. Per la prima volta, da quando era stata sconvolta dai perfidi tre,
nessun brutto pensiero l’assalì, nessun fantasma notturno le strinse la gola. Forse quella parte di
sé che aveva deciso di non bruciare il mondo, aveva silenziosamente stabilito che era finito il
tempo del dolore e che cominciava il tempo della ricostruzione: Di tutto ciò non ebbe la
minima percezione, ma si giovò del nuovo corso mentale e dormì.
Nella notte sognò di essere bambina e di correre felice verso le due braccia tese che sapeva
essere di sua madre; ma di lei non riusciva a vedere il volto e quando alla fine arrivava festosa
fra quelle braccia scopriva, con disappunto, che non c’era sua madre lì pronta a stringerla.
Varie volte il sogno le propose la scena con la stessa delusione finale, finché, improvvisamente
cresciuta, fu lei ad allargare le braccia e ad accogliere una festosa bambina che aveva il suo
viso. Sentì il contatto stranissimo del fragile corpo della bimba stretta lei; e, nello stesso
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momento, sentì di essere lei quella bambina che dopo un istante si sciolse dall’abbraccio, la
salutò e corse via, senza che lei riuscisse a chiamarla, perché non uscì alcun suono dalla sua
bocca malgrado urlasse con tutte le sue forze.
XL SCENA
Cristina porta la colazione a Beatrice.
BEATRICE “Bentornata primavera! Ma che fai, sei già guarita?
Questo significa che per averti qui, dovrò ammalarmi io ed avere bisogno
di mille attenzioni, altrimenti, come triste pianta senz’ acqua , morirò!”
(Scherzando si getta indietro sul letto a braccia larghe.)
CRISTINA “No, mia cara, non sono guarita, ma voglio cominciare a pensare che non
sono nemmeno mai stata malata; diciamo che sono cresciuta, anzi, che
sono dovuta crescere all’improvviso.”
BEATRICE “Senti che metamorfosi! Dai, voltati, fammi vedere quante paia di ali ha
messo la mia amica farfalla; e dove è finita quella povera crisalide che ha
bussato, secoli fa, alla mia porta in cerca di aiuto?”
CRISTINA “Per alcuni aspetti sono ancora una povera crisalide, ma ho deciso che
devo sapere prima possibile, anzi subito, se ho speranza che mi spuntino
le ali. Grazie a te ho capito che mi devo sbrigare a verificare se si può
tornare a prima del big bang, senza ignorare però che c’è stato.
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BEATRICE “Vieni fatti abbracciare ragazza speciale. Ora che so chi sei, comunque v vadano le cose, non voglio perdere la tua amicizia e se resterò zitella
sarò la zia di tutti i tuoi figli.
.
CRISTINA “Quanto sei matta!” (Cristina ride stringendosi a Beatrice)
BEATRICE “Bene, ora smettiamola con i convenevoli e… all’attacco! Dimmi cosa ti
serve che io faccia per la prossima mossa e io lo farò.”
(Beatrice scimmiotta il classico attendente cretino)
CRISTINA “La prossima mossa non sarà una battaglia ma una semplice telefonata per
un appuntamento e in base a come andrà forse ce ne saranno altri.”
BEATRICE “Te lo ricordi il numero di telefono di Simone o lo hai rimosso?”
CRISTINA “No, caro Freud, non l’ho rimosso, ma prima di chiamarlo volevo
chiederti se posso incontrarlo qui… non me la sento di andare da lui o in
giro chissà dove.”
BEATRICE “Astuta mossa generale. Stani il nemico e lo costringi in terreno avverso
per distruggerlo: bene, seminerò armi e munizioni in tutta la casa, sarà un
trionfo.!”
(Beatrice scimmiotta ancora l’attendente sempre più cretino socchiudendo gli occhi per dargli
una impossibile aria di furbizia. Poi abbandonando la macchietta ritorna Beatrice.)
BEATRICE “No, aspetta! Non chiamare ancora: devo prima cambiare le lenzuola!”
( E si chiude di corsa nel bagno seguita da una ciabatta che si stampa sulla porta)
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XLI SCENA
Cristina chiama Simone dopo mille dubbi ed esitazioni. Quattro squilli e…
SIMONE “Buongiorno , chi parla?”
CRISTINA “ Ciao sono io, Cristina. ”
Sorpresa, silenzio poi…
SIMONE “Sei tu Cristina, davvero?”
CRISTINA “Certo che sono ‘io Cristina davvero’ esiste anche ‘io Cristina per finta?’
La tensione la fa essere scortese.
SIMONE “No, scusami, ma è che non ti aspettavo, cioè… sono così contento di
sentirti che per la sorpresa non trovo le parole per dirtelo.”
CRISTINA “Certo è più facile ‘veleggiare’ che trovare le parole! Tranquillo te le
‘regalo’ io le parole: puoi venire da me? Devo parlarti e credo che anche
tu abbia qualcosa da dirmi, no?” (Ironica e scostante)
SIMONE “Da te? Dove, a che ora?”
CRISTINA “Sono da Beatrice, ma mi riesce difficile pensare che tu non lo sapessi:
comunque se potessi venire prima possibile mi faresti una cortesia.”
(Cristina ritorna Cristina.)
SIMONE “Subito! Vengo subito, finisco la doccia e arrivo, a fra poco, ciao!”
Cristina resta qualche istante seduta con il telefono in mano, ancora emozionata per aver
risentito quella voce, quindi bussa alla porta del bagno.
CRISTINA “Simone sarà qui fra pochi minuti. Sbrigati Beatrice.”
La porta si apre.
BEATRICE “ Allora sei certa di voler restare sola con lui e che non ti serva una mano?
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CRISTINA “Non incontro mica uno sconosciuto, anche se ho tanta paura di trovarlo
diverso.”
BEATRICE “Quindi non ho speranze. Mi devo rassegnare a perdere questo incontro a
cui tenevo moltissimo: poteva essermi utile per il futuro, non si sa mai!”
CRISTINA “Dai, vai che fra poco arriva… augurami la migliore fortuna.”
XLII SCENA
Suona il campanello, Cristina indugia poi si decide ed apre la porta. Restano senza parlare
qualche momento, si guardano negli occhi.
CRISTINA “Ciao Simone, sono contenta che tu sia qui entra pure e grazie per i fiori.”
SIMONE “Ciao, questi sono per te e questi sono per noi.”
Da dietro la schiena fa comparire una simpatica scatola di cioccolatini.
CRISTINA “Conosci già l’ambiente, quindi accomodati mentre sistemo i fiori in un
vaso; faccio in un attimo.”
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XLIII SCENA
Simone è seduto in una poltrona.
CRISTINA “Ho trovato solo questo, mi spiace, ma l’importante è che abbiano l’acqua.
SIMONE “Se oltre a profumare sanno anche nuotare sono salvi.”
Scherza cercando di scaldare l’atmosfera. Cristina si siede in una poltrona ad angolo con quella
di Simone.
CRISTINA “Credevo non venissi più! Sono passati più di quaranta minuti da quando
hai detto ‘ vengo subito’ “
SIMONE “Al telefono avevo il sapone anche negli occhi, poi… dopo aver preso i
fiori, ho avuto bisogno di fermarmi alcuni minuti a riflettere.”
CRISTINA “Su cosa?”
SIMONE “Sul fatto che venivo qui, che mi davi la possibilità di parlarti e sulla
necessità di concentrarmi per non dire cretinate e compromettere tutto.”
CRISTINA “Bene, allora possiamo cominciare e se ci aiutiamo, alla fine, saremo
almeno più amici di adesso.”
Cristina sente il bisogno di una pausa. Poi…
CRISTINA “Quello che è successo, non è esattamente la migliore premessa per una
felice vita di coppia; per cui ti dico quello che intendo fare. Per prima cosa
non dobbiamo decidere tutto adesso, possiamo prenderci tempo per
riflettere e quindi ti prego di non essere precipitoso e di non dare nulla per
scontato, anche se quello che sto per dire può far sembrare tutto più facile.
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Altra pausa:Simone si appoggia allo schienale della poltrona, Cristina lo guarda fisso negli
occhi.
CRISTINA “Ti voglio bene e non intendo rinunciare a te e voglio bene anche ai miei
genitori con i quali desidero restare per sempre in ottimi rapporti! Certo
quanto è accaduto rappresenta la negazione di tutto questo, ha creato tanta
incompatibilità fra noi quattro che anche il più ottimista , se avesse
cervello, non vedrebbe alcun futuro per noi.
Ma io, oltre a quel poco di cervello che si intravede, ho un cuore che mi
dice di non arrendermi, perché non è giusto rinunciare alla vita per un fatto
della vita. Amare qualcuno è capire di amare una persona, una creatura cioè
più portata a sbagliare che a respirare e so che non posso negare la libertà
degli altri, quando la mia è stata sempre rispettata. Allora ho deciso di
provarci e sondare la tua disponibilità e poi, se questa c’è… ma di questo
parleremo poi.”
Cristina lascia che segua un lungo silenzio quindi riprende:
CRISTINA “Voglio essere sincera con te fino in fondo:non pensare che non ti abbia
odiato per quello che hai fatto: ti ho odiato con tutta me stessa e ancora,
ogni volta che ripenso al male ricevuto, ti odio e una parte di me mi dilania
perché te la vuole far pagare. Un’altra cosa voglio chiarire. Io non ti ho
perdonato perché non c’era niente da perdonare visto che le tue bravate le
hai fatte quando non esistevo per te; altrimenti sappi che avrei cercato di
annientarti con tutte le mie forze.
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SIMONE “I tuoi occhi mi dicono quanto hai sofferto, farei qualunque cosa per
cancellare la loro sofferenza. Ti ringrazio per la possibilità che mi dai e la
fiducia che hai in me.”
CRISTINA “Non ho alternative; o meglio ne ho una sola ed è quella di buttare a mare
te, mamma e papà, i vostri giochetti e un’altra cosuccia da niente che è la
mia vita. Non venirmi a parlare di fiducia dopo quanto è accaduto, non
voglio credere un bel niente! Voglio solo verificare se tutto questo è
realmente possibile. Pensaci e fammi sapere se sei disposto ad aiutarmi non
c’è fretta ma non voglio essere più sospesa ad un filo, o lo tagliamo o lo
trasformiamo in un legame per la vita!”
Pausa.
SIMONE “Vorrei qualcosa da bere, anche acqua se non hai altro, grazie.”
Sente la gola secca, si alza e mentre Cristina torna con una bibita, apre una finestra e respira a
pieni polmoni la ventata d’aria fresca.
SIMONE “Posso confessarti di essere disorientato?”
CRISTINA “Come se ti avessi confessato che faccio triangoli a letto?”
Pausa. Simone scuote la testa e fa un amaro sorriso.
SIMONE “Ti ho dato un dolore immenso. Solo tanta sofferenza spiega la paura di
soffrire che hai: ho solo un modo per rimediare al male che ti ho fatto:
amarti come meriti dandoti tutto quanto c’è di buono in me.”
Cristina gli volta le spalle per nascondere le lacrime che non riesce più a trattenere.
SIMONE “Vedi Cristina, ho bisogno di parlare di quello che è accaduto. Non posso
negare che ne resterà una traccia per tutta la vita, ma per il rispetto che
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devo ai tuoi e soprattutto a te, sarà il ricordo di un gioco, semplicemente e
solo di un gioco. Ormai ho capito che potrò conviverci perché rimarrà
relegato in un angolo della mia mente e mai offuscherà la nostra vita.”
Pausa.
SIMONE “Quello che mi sconcerta è che tu sarai condannata ad avere fiducia in me,
perché ogni volta che volessi ricordare e tradirti, tu non lo sapresti
nemmeno. Stai provando ad erigere una fortezza a protezione del tuo amore
ed io, semplicemente pensando, potrei vanificare tutte le tue fatiche.
Credimi, questo pensiero mi fa impazzire: tu che butti te stessa in fondo al
mare pur di far stare a galla la nostra barca mentre è solo la fedeltà della
mia mente, l’unica garanzia di successo. Il tuo è un atto d’amore mi
stordisce, mi fa dubitare d’amarti come tu mi ami, mi fa sentire come una
nebbia pesante che non riesce a staccarsi da terra, di fronte a te,
leggerissima nuvola padrona del cielo più azzurro.!”
Cristina torna a guardarlo negli occhi, per alcuni istanti lo lascia sospeso, poi accenna un lieve
sorriso e…
CRISTINA “Forse abbiamo cominciato bene.”
Incapace di rompere la quarantena con un abbraccio Cristina gli porge la mano per una ancora
neutrale stretta.
SIMONE “Cosa faremo adesso?”
CRISTINA “Rifletteremo su quanto abbiamo detto; devo parlare con i miei… poi
vedremo.
SIMONE “Però ci rivedremo presto?”
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CRISTINA “Non mettermi fretta per favore. Non si tratta di chiedere il permesso di
uscire, devo capire se sono ancora loro e se possiamo continuare a vivere
insieme. Non è cosa da poco!”
Si salutano.
XLIIII SCENA
BEATRICE “Una cosa è certa, siete proprio fatti l’uno par l’altra! Tu che stravolgi le
regole del sano odiare e della vendetta e organizzi un miracoloso recupero
del Titanic. Lui, che invece di prostrarsi, di strisciare, di implorare
clemenza, viene a chiedere il tuo aiuto per riuscire a lanciare il più lontano
possibile la chiave della stanza del peccato, che la sua operosa mente non
può fare a meno di costruire! Ma io gliela tagliavo seduta stante la testa!
Siete unici ed uguali e credo che questo vi salverà. Volate senza paura
dove anche l’aquila non si spingerebbe. Un po’ mi spaventate e vi invidio
tanto.”
Beatrice abbraccia Cristina.
CRISTINA “Ora non posso più fermarmi, devo parlare con ‘lei’
BEATRICE “Chiamala subito allora!”
CRISTINA “Dici che non è presto?”
BEATRICE “Batti il ferro, sennò che l’hai scaldato a fare?”
CRISTINA “Sì, ora la chiamo.”
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XLV SCENA
Tardo pomeriggio a casa di Luisa e Andrea. Andrea apre la porta e Luisa gli salta fra le braccia
facendogli fare un paio di piroette.
LUISA “Cristina! Cristina! Ha chiamato; domani viene a parlarmi; vuole vedermi,
l’ho sentita, credo che non mi odi. Sono così felice che lo vorrei gridare!”
ANDREA “Beh secondo il mio timpano lo stai facendo, eccome!”
Si massaggia l’orecchio sorridendo.
ANDREA “Hai detto a parlarti? Cioè a parlare con te sola? E perché solo con te? Io
non conto niente?”
LUISA “Lo sai che gli uomini servono solo a combinar guai e che poi tocca a noi
donne porvi rimedio!”
Luisa si morde le labbra per l’infelice frase che le è sfuggita.
LUISA “Scusami amore… volevo fare solo una battuta sulla solidarietà femminile
e invece ne è uscita la più cretina ed ingiusta frase che potessi mai dire, ti
prego perdonami.”
Andrea la guarda negli occhi, l’abbraccia e roteando cadono insieme sul divano.
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XLVI SCENA
CRISTINA “Si, sono io.”
LUISA “Sali pure tesoro.”
Cristina sale in fretta, ansiosa di scoprire chi ci sia ad attenderla lassù; sua madre o ‘quella
donna!’
XLVII SCENA
Cristina arriva in cima alle scale e lì, appoggiata alla porta vede sua madre. La guarda, esita.
Vorrebbe scappare ma vuole restare. Dopo qualche interminabile momento…
LUISA “Non vuoi entrare?”
Cristina si scuote torna a guardarla ed entra.
XL VIII SCENA
Cristina riassapora la giovane aria di casa. Sembra che l’abbia lasciata da secoli.
LUISA “Ti va qualcosa? Vuoi mangiare? Ho comprato un po’ di tartine e dei
pasticcini, tanto noi non abbiamo problemi di linea, vero?”
Quell’ innocente riferimento al loro fisico basta ad irritare Cristina, che posando la borsa e la
giacca sul divano, risponde:
CRISTINA “Dopo, mentre parliamo, forse mangerò qualcosa grazie.
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Si guardano negli occhi, Luisa accenna un sorriso, Cristina abbassa lo sguardo. Poi Luisa posa
la sua mano su quella di Cristina che resta passiva.
LUISA “La vita ci ha messe l’una contro l’altra. Gelosa del nostro amore mi ha fatto
diventare per te odiosa come il sole ai vampiri. Dovremo fare uno sforzo
grandissimo per ritrovarci, ma ti giuro che farò l’ impossibile perché ciò
avvenga e perché tu non debba più soffrire a causa mia.”
CRISTINA “Ah dunque è stata la vita ad organizzare la festa! Ed io che avevo incolpato
voi tre! Che cattiva!”
LUISA “Cristina ti prego, di sofferenza ce ne è stata per tutti noi e ho un’ idea molto
precisa del male che ti ho fatto; solo l’amore di tuo padre e il mio per te
hanno impedito che perdessi la ragione e la stima di me stessa.”
CRISTINA “Posso credere che stai soffrendo, ma vogliamo mettere al primo posto la
mia vita per una volta? Non sono venuta qui per gioire del tuo dolore ma per
cercare, se c’è, uno straccio di possibilità di tornare a vivere! Ho bisogno di
sapere quanto è rimasto di te sulla pelle e nella mente di Simone; voglio
capire se è possibile bonificarla e guarirla dal tuo virus. Della tua vita ora,
poco mi interessa perché non corre rischi.”
LUISA “Sono disposta a tutto pur di aiutarti tesoro, ma non considerarmi un mostro
o come hai detto ‘un virus’ ti prego…sono solo una donna che per un gesto
d’amore ora si trova in fondo ad un pozzo di disperazione.”
Cristina sembra non sentire le parole di Luisa.
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CRISTINA “Ci sono dei pensieri che riducono la mia mente in brandelli. Quando penso
che con quelle splendide ali che hai, sei volata in cima alla mia vita e hai
occupato tutto lo spazio destinato a me. Quando penso che ogni volta che mi
sdraierò su un pensiero di Simone, sentirò dal tuo calore che lì tu ci sei già stata
e che lui mi berrà da un calice che sa anche di te, confondendomi con te. Tu
non sei semplicemente ‘un’ altra donna’ sei mia madre, sei me prima che io
nascessi e non ho la minima possibilità di batterti se non sei tu a ritirarti, a
scomparire dai luoghi del mio amore.”
LUISA “Ma io nei luoghi del tuo amore non ci sono mai entrata: sono stata solo una
meteora che è passata troppo vicino alla terra di Simone bruciandola un po’ in
superficie. Però credimi, lui è già guarito e il tuo amore laverà via ogni traccia
di me. Devi solo essere forte e paziente. Non puoi oscurare il sole perché ti
brucia. Devi aspettare che si faccia notte su questi pensieri; e stai tranquilla che
si fa sempre notte su tutte le cose, anche le più brutte.”
CRISTINA “Ma tu non sei per niente una meteora!”
LUISA “Lascia che ti dica una cosa. Stai sopravvalutando questa storia e rischi di
rimanere schiacciata da immagini che sembrano eterne e che invece sono labili
come castelli di sabbia.”
Cristina la guarda interrogativa mentre le monta da dentro un ondata di nervosismo.
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CRISTINA “Ah è così! Il problema non è in ciò che è successo, ma nella maniera
sbagliata in cui io l’affronto, incapace come sono di capire le vostre comode
teorie! Non vedo castelli di sabbia qui intorno! Vedo solo la vostra immensa
spregiudicatezza che minaccia la mia vita. Valgo poco per te, se le mie
angosce ti sembrano isterie da adolescente!”
LUISA “No, no aspetta, non ho pensato un solo istante che le tue angosce possano
essere esagerate. E’ solo che stai sopravvalutando l’importanza che io possa
avere per Simone. Quello che è stato è nato dal nulla ed è finito nel nulla; è
stata un’ avventura che se anche si fosse ripetuta mille volte, mai sarebbe
diventata qualcosa di diverso. E’ invece il suo amore per te che sottovaluti.
Quando ha saputo chi ero sono cambiata ai suoi occhi e la mia immagine
erotica è subito svanita: sono diventata solo tua madre. Quando si vuol bene, e
lui te ne vuole davvero, si rimuove ogni ricordo per far posto all’amore che è
nato; sei convinta di non reggere il confronto con me come donna e ne soffri
da morire, ma io ti dico che questo confronto non ci sarà e comunque lo
perderei perché tu sei l’amore vero ed io la sbornia sessuale di una sera. Ti
prego tesoro, non confondere il sole con una luce artificiale e potentissima:
tutte e due illuminano, ma solo uno può scaldare per tutta la vita.”
CRISTINA “Credi davvero che sia possibile separare la mente dai ricordi? Credi davvero
che l’amore sia più forte della vita? Perché se così non fosse, non ce la farei.”
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LUISA “Vivendo insieme alla persona giusta, capirai come l’amore sia allo stesso
tempo una grande malattia e una grande medicina, capace di mutare nel tempo
e di adattarsi ai nostri cambiamenti, restando sempre la stella polare che salva
ogni navigatore.”
Cristina la guarda negli occhi e improvvisamente ritrova la serenità e senza quasi rendersene
conto ripete un gesto che le era abituale. Si adagia su un fianco e appoggia la testa sulle gambe
della madre sollevando le sue sopra il divano. Dopo alcuni momenti di silenzio.
CRISTINA “Mamma posso farti una domanda particolare?”
LUISA “Certo cara.”
CRISTINA “Cosa è successo fra te e papà per indurvi a far entrare un estraneo nel vostro
amore? E come spieghi che ancora state insieme come se nulla fosse
accaduto?”
LUISA “Mi stai chiedendo di parlarti dell’amore senza distruggere l’amore, di
conciliare la poesia con la prosa.”
CRISTINA “Cioè?”
LUISA “Capisco come tutto questo ti sembri strano e inconciliabile con i concetti di
fedeltà e onestà, ma la vita coniugale può riservare sorprese. Vedi, all’inizio
di un amore dominano la fedeltà, la gelosia e l’appartenenza reciproca.
Questa fase può durare anche tutta la vita e le persone che si amano vivono
nel rispetto delle convenzioni sociali ispirandosi alle regole della
monogamia. Con il passare del tempo il rapporto si può trasformare, in
funzione della confidenza totale che si stabilisce fra moglie e marito e della
biologica propensione alla poligamia, naturale in tutto noi.
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CRISTINA “Vuoi dire che a un certo punto si sente il bisogno di fare esperienze nuove?
Al di fuori del matrimonio perché questo non basta più? Ma allora significa
che l’amore è finito! Se si desiderano altre persone che senso ha restare
insieme? Ma tu lo ami ancora papà nonostante quello che è successo?”
LUISA “Certo che lo amo, ma non posso pretendere che tu comprenda che il nostro
legame sia uscito rafforzato da questa esperienza: per capire la vita bisogna
viverla. Parlarne a volte può risultare anche dannoso, fermiamoci e diamo
tempo alla tua vita di svolgersi, poi se ti piacerà quel panorama sarai tu ad
aprire la finestra.”
CRISTINA “Non puoi esser un po’ più chiara”
LUISA “Quello che voglio dirti è che queste esperienze si possono fare solo se il
legame è saldo e l’amore è grande come quello fra tuo padre e me. Non deve
essere una comoda fuga dal matrimonio ma un’ esperienza dettata dal
rispetto reciproco e vissuta come evoluzione del rapporto. Adesso comunque
non ci pensare come ad una cosa che possa riguardarti. Riflettici solo per
capire il nostro comportamento e non giudicarci dei mostri di perversione;
teniamo tanto alla tua stima e alla tua fiducia.”
Si abbracciano e ritrovano la pace.
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XLVIIII SCENA
Sulla porta d’ingresso.
LUISA “Quando ti rivedremo?”
CRISTINA “Presto, presto, ormai il tempo non conta più perché non devo scappare e
anche quando non staremo insieme saremo sempre vicini. Salutami papà e
digli che poi lo chiamerò. Ciao.”
L SCENA
Luisa apre gli occhi, nella casa ormai al buio, e sente la mano di Andrea che l’accarezza lieve.
LUISA “Si è stata qui. Abbiamo parlato: tutto o quasi si è chiarito. Cristina è una
donna ormai e per diventarlo non si è fermata davanti a nulla.”
Andrea l’abbraccia e nel silenzio della quiete ormai ritrovata si addormentano.
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L I SCENA
Andrea è alle prese con una storia finita in un vicolo cieco della sua mente. Suona il telefono,
tenta di ignorarlo, poi spazientito rotea lo sguardo e l’afferra.
ANDREA “Sì, chi è’” Gracchia la sua voce
CRISTINA “Papà sei tu? Sono Cristina, c’è qualcosa che non va?”
ANDREA “Ciao tesoro! Sei davvero tu? Come sono contento di sentirti, ma dove
sei? Che cosa fai all’altro capo del filo? Vieni qui da me che ho tante cose
da dirti e tanta voglia di rivederti!” (come una valanga la investe di
domande)
CRISTINA “Sono in una cabina telefonica, qui sotto al tuo studio e volevo sapere se
per caso hai tempo per fare quattro chiacchiere con me.”
ANDREA “Quattro miliardi di chiacchiere vorrai dire! Senti stai ferma dove sei che
arrivo subito. Mollo all’istante questa noiosissima storia e sono da te. Ce ne
andiamo a colazione dove ci pare e passiamo insieme una intera giornata, ti
va?”
CRISTINA “Si, ma non ti agitare così. In fondo non c’è nulla di speciale nel fatto che
una figlia incontri suo padre per parlare un po’ con lui, no?”
Scherza per mettere Andrea a suo agio e dopo pochi minuti...
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LII SCENA
ANDREA “Eccomi qua!”
Cristina lo guarda, gli gira intorno come a riscoprirlo e poi allarga le braccia sorridendo. Senza
parlare si sciolgono dal lungo e intenso abbraccio e si avviano alla macchina.
ANDREA “Hai qualche preferenza su dove andare, tesoro?” (Mentre tiene aperta la
portiera)
CRISTINA “Una sola e che vale per qualunque posto tu scelga: che sia all’aperto. In
questo momento ho bisogno di spazio, di luce e di aria, ti disturba?”
ANDREA “No, figurati, anche per me sarà meglio: lo spazio rende libera la mente e
l’avvicina al cuore.”
Cristina si volta a guardarlo ammirata con tanta intensità che…
ANDREA “Hai deciso a quale specie di mostro appartengo?”
CRISTINA “No, non ho ancora capito se sei o no un mostro e per la verità non so
proprio chi sei, figurarsi se sono in grado di classificare. Credevo di poter
poggiare la mia vita su solide certezze; ero pronta a edificare grattacieli su
di esse e ora non so più niente o peggio, quello che so non vale, non serve
e anzi sembra essere di intralcio alla vita stessa.”
Lo sguardo di Cristina si perde nel paesaggio che le viene incontro.
ANDREA “Ci siamo decisamente persi di vista vero? Mai stati tanto lontani, tesoro
mio”
Toglie una mano dal volante e stringe quella di Cristina.
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ANDREA “Purtroppo quello che è stato non si cancella, ma sono certo che insieme
sapremo trovare il modo di conviverci.”
Torna il silenzio fra loro.
LIII SCENA
Arrivano ad una locanda circondata da campi.
ANDREA “Questo mi sembra il posto che cercavamo, che ne pensi?”
CRISTINA “Si è perfetto.”
Scendono e si avviano sottobraccio.
LIV SCENA
Entrano e il cameriere prontamente li invita verso una saletta appartata ma, deludendolo,
Andrea sceglie un tavolo che ha tutta la sala davanti come una platea.
ANDREA “L’etichetta di amanti ce l’ hanno affibbiata senza riserva alcuna. Hai visto
come è facile prendere un abbaglio quando si giudica frettolosamente e in
base a stereotipi?
Cristina lo guarda fisso e…
CRISTINA “Sarà la tua dimestichezza con il clandestino a darti quell’aria complice
e trasgressiva. Io mi sento solo tua figlia e sicuramente ai loro occhi, il
satiro sei tu!”
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ANDREA “Cominciamo male!”
CRISTINA “Scusami papà, non volevo essere cattiva, ma ultimamente mi succede di
non controllare certi impulsi e dico cose che fanno male, rendendomene
conto solo dopo averle dette.”
Poi cercando di alleggerire l’atmosfera gli pone la mano sulla sua attraverso il tavolo.
CRISTINA “Sai da chi ho imparato a parlare senza riflettere? Da Beatrice, la cugina
di Simone. E’ proprio un fenomeno; ha sempre la battuta pronta e si
accorge di quel che dice solo dopo averlo detto; ma è tanto cara e sincera
come nessuno. Per me è stata una vera ancora di salvezza, l’amica
migliore.”
ANDREA “Beh in fondo, visto che l’abitudine a parlare senza controllo è così diffusa,
forse sarà più facile capire che si può anche agire senza riflettere e fare del
male senza volerlo.”
Si guardano intensamente negli occhi.
ANDREA “Una cosa sola mi interessa al di sopra di tutto tesoro: voglio tornare ad
essere tuo padre! Chiedimi qualunque cosa possa servire a chiarirti le idee,
sbattimi in faccia tutte le mie responsabilità, sfoga la tua rabbia, ma dammi
una possibilità, una sola.”
Arriva il cameriere e raccoglie le ordinazioni.
CRISTINA “Non si tratta di darti o non darti un’altra possibilità. E poi cosa pensi di
dover dimostrare, che sei un uomo e soprattutto un maschio? Quanto vali
lo sappiamo bene tutti, perfino Simone lo sa! Dunque non è questo che è in
discussione; sia ben chiaro! E ti prego non fissarmi come se da un
momento all’ altro al mio posto dovesse apparire, per magia, quella
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bimbetta tutta riccioli neri che saliva al cielo ogni volta che la guardavi!
Sono dovuta crescere mio malgrado; non l’ho chiesto io questo corso
accelerato di vita vissuta. Voglio solo capirci qualcosa.”
Cristina parla tenendo gli occhi bassi e disegna indecifrabili figure sulla tovaglia.
Trascorrono alcuni istanti e il cameriere torna con gli antipasti.
ANDREA “Buon appetito tesoro”
Cristina risponde con un cenno del capo e un lieve sorriso.
ANDREA “Allora, visto che siamo una di fronte all’altro cerchiamo di incontrarci e
mettere in contatto i nostri due mondi. Non è facile ma proviamoci. Ti sei
certo chiesta che razza di uomo io sia mai per rinunciare al mio regno in un
gioco così particolare. Beh, non so spiegarmelo nemmeno io, perché venti
anni fa avrei ucciso, se qualcuno lo avesse solo accennato, ma la vita ci
cambia ad ogni istante che passa senza che noi ce ne accorgiamo. Amo tua
madre forse più di venti anni fa e allora tu mi dirai: come è possibile? La
verità è che siamo strane creature della natura amministrate con severità
dalla cultura. La nostra mente e a nostra anima nascono con sembianze e
profili multiformi capaci di toccare latitudini lontane dove imperano la
fantasia e la gioia di vivere. Ma la cultura ha uno stampo unico, un angusto
contenitore: il conformismo. E tutto ciò che esce fuori da questo stampo,
come una inflessibile madre badessa, lo taglia via o lo costringe
distorcendolo per tutta la vita. Il meglio di noi viene punito e, reo solo di
esistere, relegato sul fondo del fondo, sotto l’ultimo respiro. Cresciamo
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dominati da leggi che pretendono di regolare anche i battiti del nostro
cuore e combattono la poesia con un’ implacabile azione di inaridimento.”
Cristina segue con attenzione la pacata analisi del padre che fa una pausa e poi…
ANDREA “Ma quella parte di noi non muore e talvolta riesce ad opporsi tanto da
aprire la crosta della cultura originando violente eruzioni. Quando ciò
avviene, tutto si ridimensiona: quello che prima era sacro e inviolabile
diventa piacevolmente trasgredibile. Questo è quanto è accaduto a noi:
abbiamo cavalcato la fantasia e siamo saltati sul trapezio della vita.”
CRISTINA “Mi pare, però, che la corda si sia spezzata ed il tonfo rischia di essere
grande.”
ANDREA “Spero che prima di spiaccicarci a terra, riusciremo ad aggrapparci alle
mani tese della comprensione.”
Arriva il cameriere che indugiando cerca un cenno di approvazione da parte loro e di captare
qualche parola della conversazione. Cristina sporgendosi verso il padre gli dice sottovoce:
CRISTINA “Credo sia il caso di mostrare i nostri documenti al cameriere.”
ANDREA “No, no, lasciamoli cuocere nella curiosità. Rovineremmo tutto rivelando
che siamo solo un noioso padre con la sua bellissima figlia. Adoro la
clandestinità e le situazioni intriganti: mi fanno sentire vivo e mi ispirano
più di un esercito di muse!”
Cristina lo guarda e non può evitare di sorridere e scuotendo la testa dice:
CRISTINA “Sei proprio incorreggibile! Siamo qui a cercare di riparare i danni causati
dall’intrigo e tu mi vuoi coinvolgere in una commediola di terz’ ordine!”
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Riprendono a mangiare e dopo qualche momento…
CRISTINA “Vedo che sei sempre un ragazzo pieno di appetito! Quando comincerai a
lamentare doloretti e acciacchi come si conviene ad un vecchio padre?”
ANDREA “Con tutto il rispetto per il ruolo, non sarò mai un vecchio padre e anche a
novantanove anni vorrò restare amico dell’ allegria, perché di musoni che
recitano come mummie la parte degli autoritari e dei saccenti ce ne sono
e ce ne saranno sempre troppi. Lascio volentieri a loro questo compito e
per me tengo il verde dei prati, l’azzurro del cielo e il rosso della fantasia;
loro non sbiadiscono mai!”
CRISTINA “Sai, ho sempre ammirato il tuo modo di parlare, mi è sempre piaciuto il
tuo anticonformismo. Tu non sei un padre come glia altri, mai ho avuto
paura di te e della tua autorità e mai ti ho mancato di rispetto ad
eccezione di questa volta che mi sono presa l’imperdonabile libertà di
rubarti un giocattolo della tua fantasia.”
L’animo di Cristina ondeggia fra l’allegria del passato e la tristezza del presente.
CRISTINA “Perché è successo proprio a noi? Perché da soli abbiamo rovinato tutto
ciò che avevamo, come se non lo meritassimo più’?
Andrea torna serio.
ANDREA “Vedi la vita è un universo infinito nel quale ci muoviamo convinti di
essere liberi, senza pensare che le nostre azioni non restano fini a sé
stesse, ma possono essere raccolte, come fili di innumerevoli gomitoli da
quel viandante bizzarro che è il destino. Questo li annoda alla rinfusa
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causando intrecci portatori di fortune e di disgrazie. A noi l’intreccio ha
portato una commedia che solo la tua forza ha impedito si trasformasse in
tragedia. Ma ci pensi che bomba: il sesso e la famiglia!”
CRISTINA “Cioè?”
ANDREA “Voglio dire che il sesso in famiglia è sempre entrato dalla porta di
servizio, come il più spregevole degli ospiti e da sempre la cultura si è
difesa sotterrandolo sotto mille tabù. Ma lui come, un legno
inaffondabile, torna sempre in superficie, cercando invano di farci capire
che negando la sua esistenza e la sua naturalezza, uccidiamo ogni giorno
gran parte di noi.”
Di nuovo il cameriere appare e quando libera la scena…
CRISTINA “Vuoi dire che il male non sta in ciò che è accaduto ma nel contesto in cui
è accaduto?”
ANDREA “Certamente! Perché la vita sessuale di ognuno di noi non dovrebbe
subire il giudizio degli altri. Tu hai sempre saputo che fra tua madre e me
esiste il sesso e mai per te è stato un dramma; lo è diventato nel momento
in cui i due famosi fili sono stati annodati: quello che era naturale e
legittimo è così diventato spregevole. Non possiamo e non dobbiamo
essere aperti ed evoluti per noi stessi ed oscurantisti verso gli altri; se il
sesso è pulito quando è nostro, non può essere sporco quando è degli
altri.”
CRISTINA “Stai cercando di dirmi che non vi devo giudicare?”
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ANDREA “No, ma nel farlo cerca di essere comprensiva e tollerante, altrimenti
l’abisso che oggi ci separa non lo supereremo mai!”
Nel lungo silenzio gli occhi di Cristina vagano per il tavolo poi orgogliosi e fieri guardano
quelli del padre.
CRISTINA “Perché pensi che siamo qui noi due, se non perché queste cose io me le
sono già dette e ridette, mille volte respinte e mille volte accettate?
L’odio che ho provato per te, per mamma e per quel verme del vostro
dannato regalo, è stato devastante. Ho odiato voi e il vostro mondo;
ho odiato me stessa perché mi sono sentita diversa, pietosamente
normale, inesistente al vostro confronto: voi tre capaci di volare a quote
sconosciute e io con il mio bel guinzaglio al collo, inchiodata a terra dal
conformismo e dal cuore che batte per uno spericolato acrobata del sesso!
Semplicemente avvilente. Mi sentivo importante perché amavo Simone,
sicura di essere per lui la donna che nessun’altra sarebbe stata mai, invece
mi sono trovata, insignificante ragazzina, a competere con una donna
vera, con la persona a me più cara e vicina, insostituibile… sai di chi
parlo vero?”
Andrea si versa un po’ di vino.
CRISTINA “Senti, il caffé prendiamocelo all’aperto là sotto quelle querce, ti va?
Non sopporto più questa platea pettegola.”
ANDREA “Splendida idea. Cameriere!”
Si alzano e si avviano. Andrea pone un braccio sulla spalla di Cristina che prontamente, stando
al gioco, gli cinge le reni.
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LV SCENA
ANDREA “Abbiamo fatto bene a venire qui, è proprio il posto giusto per decidere
cose importanti, c’è pace e c’è pubblico e questo per due come noi è
essenziale.
CRISTINA “E’ un po’ che mi stai tirando verso te con queste allusioni. Non ti
affannare perché lo so benissimo di chi sono figlia. Il fatto che ci
somigliamo non alleggerisce il problema”.
ANDREA “Non sei cambiata per niente da quando, bambina, prenderti per mano
non significava poterti portare ovunque. Beh, carte in tavola allora! Mi
stai chiedendo se potremo ancora avere una vita familiare e questa
domanda rimbalza anche in altre tre povere teste. Non sarà facile perché
nulla si cancella e meno che mai certe sofferenze; per cui l’unica
possibilità che abbiamo è di amarci oltre gli schemi mentali seguiti finora,
guardarci negli occhi e credere che ciò che è stato non sarà più, perché i
nostri ruoli sono cambiati. Come attori di una commedia impossibile
dobbiamo dimenticare la parte e le battute e rinascere a nuova vita.
Ripeto non è facile ma se tu ami noi tre fino al punto di non volerci
perdere, non puoi negarci la tua fiducia.”
CRISTINA “La battaglia resta quindi una cosa soltanto mia! Devo dimenticare le
sequenze di un film non visto ma non per questo meno dolorose! E
l’unica garanzia è la vostra buona fede! Devo essere proprio matta ma
sento di poterci provare!”
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Le braccia di Andrea si aprono e accolgono una Cristina finalmente libera da ogni paura.
LVI SCENA
CRISTINA “Siamo noi!”
Luisa corre loro incontro e li abbraccia.
LVII SCENA
Suona il campanello e Simone apre la porta di casa. Resta di sasso davanti ad una bellissima
Cristina, che dopo aver bussato due volte ancora, gli dice:
CRISTINA “Pensi di riuscire a dirmi ‘Ciao come stai, entra pure, non stare li
impalata fuori dalla porta che non sta bene nemmeno nei confronti
dell’esattore delle tasse?’ o resterai come uno scemo a guardare chissà
cosa?”
Simone la segue con lo sguardo mentre gli passa davanti e entra come una ventata di primavera.
CRISTINA “Sembri un pesce pescato di notte!” E ridendo apre le braccia. “E dai che
aspetti ad abbracciarmi? Te ne stai li impalato come se fossi un miraggio.
Dopo aver fatto il giro del mondo cento volte, sono tornata al punto di
partenza: da te, dal mio punto di partenza.”
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