Aiutami, aiuto, aiutami

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"Aiutami, Aiuto, Aiutami"

"Aiutami, Aiuto, Aiutami"

(Incompiutezze al femminile)

(Tragicommedia di Andrea Jeva)

Personaggi:

SABRINA - Ventidue anni

LUCIANA - Venticinque anni, amica di Sabrina

ARNALDO - Corteggiatore di Sabrina.

ANGELINO - Corteggiatore di Sabrina.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Corteggiatore di Sabrina.

ENRICO – Corteggiatore di Sabrina

(All'apertura del sipario vediamo l'appartamento di Luciana. E' Austero. Ricorda, con piccoli tocchi, la sacrestia di una chiesa. E' immerso in una musica gregoriana: un coro senza l'ausilio di strumenti musicali. Siamo in sala da pranzo. Sulla tavola ci sono gli avanzi di una cena. Sabrina e Luciana sono sedute pesantemente, bevono superalcolici e non nascondono minimamente la noia mortale che provano. In piedi con un bicchiere di latte in mano, vediamo Arnaldo vestito in modo raffinato che ostenta euforia per la musica. Pizzica la "R")

ARNALDO - Curiosissima questa musica, no? (dopo poco) E adesso sentite quest'altro brano per piacere. (Cambia brano. Sentiamo un altro pezzo gregoriano "uguale" al precedente) E' tutta un'altra cosa, no? (Breve pausa) Bello, eh? (Breve pausa) Questo è davvero formidabile... Sabrina di' qualcosa insomma.

(Sabrina si alza e senza dire una parola spegne brusca la musica)

ARNALDO - Ma perché? Non capisco. Proprio adesso che veniva il passaggio più bello! Ancora un attimo, per piacere (fa per riaccendere la musica).

SABRINA - (lo ferma) Arnaldo! Adesso te ne vai, va bene?

ARNALDO - Ma perché? Non capisco. Ti giuro che stava proprio per arrivare il passaggio più bello, Sabrina te lo giuro... (Fa per riaccendere lo stereo).

SABRINA - (lo ferma) Ma porca miseria! Basta, vattene via! Come te lo dobbiamo dire? Luciana diglielo tu, siamo a casa tua, Cristo santo!

LUCIANA - (polemica a Sabrina) Appunto!

ARNALDO - (a Sabrina) Ecco, hai visto? Alla tua amica il "gregoriano" piace, lo dicevo io... (Fa per riaccendere lo stereo).

LUCIANA - (lo ferma) A me piace? Ma tu sei scemo.

ARNALDO – Ma…

SABRINA - (ad Arnaldo. Forzatamente calma) Arnaldo ascolta: adesso te ne devi andare e sai perché? ...Perché la serata è finita. Da un pezzo!

ARNALDO - Ma come "finita", non capisco.

SABRINA - C'hai intossicate di noia, abbiamo sonno, te ne devi andare!

ARNALDO - (ostentando sicurezza) D'accordo ragazze, calme, ho capito tutto: (si avvia allo stereo) cambiamo pure genere. Come siete messe con l'"austroungarico"? (Mette un walzer di Strauss. Poi galante) Mi concedi questo walzer Sabrina?

SABRINA – No, tu sei veramente un deficiente (beve stizzita un sorso di whisky).

ARNALDO - Ma... Sabrina... Mi hai insultato... E anche un po' la tua amica, prima...

LUCIANA - Un po'? (Lesta si alza e toglie la spina dello stereo. Ad Arnaldo con la spina in mano) Adesso chiamo la polizia? No, te lo chiedo solo.

ARNALDO - Ti prego, la polizia no (timido), poi mia mamma mi sgrida. Faccio il bravo, promesso. D'accordo? (Pausa. Poi, misurando i gesti, inizia a spogliarsi. Ostentando disinvoltura) Me lo diceva proprio ieri sera la mia mamma "dovresti essere un po' più maschio Arnaldino mio". Dov'è la camera? Andiamo a dormire? Poi, se ci viene voglia, magari facciamo anche un po' di sesso... (Rimane in mutande) Tutt'e tre insieme, d'accordo?

LUCIANA - (urlando isterica) Fuorii!

ARNALDO - (ostentando calma) Perfetto. Si beve l'ultimo bicchiere e poi si va (si versa del latte) ...A letto, volevo dire. Tanto più che sono già in mutande (ride), ci vuole un attimo... (Beve).

LUCIANA/SABRINA - (come ubbidendo ad un segnale interno comune, si avvicinano minacciose ad Arnaldo) ...Arnaldo!

ARNALDO - No, non fate così. Ve l'ho chiesto per piacere... Andiamo solo a letto tutt'e tre insieme, altrimenti io poi cosa racconto alla mamma?

SABRINA - (lo prende per le mutande) Luciana apri la porta. (Luciana esegue. Poi, dopo una breve colluttazione, lo spingono fuori chiudendo la porta).

SABRINA - Finalmente libere!

LUCIANA - Finalmente! (Pausa).

ARNALDO - (da fuori) Ragazze, per piacere... I pantaloni almeno! (Pausa) Non posso mica tornare a casa in mutande... Per piacere! Sabrinuccia? Devo prendere anche i miei dischi "CD", se li dimentico mia mamma mi picchia. (esasperata Sabrina prende i pantaloni e alcuni CD, apre la porta e butta tutto fuori)

ARNALDO - (mettendo il piede nella porta) Me lo daresti un bacetto per la buona notte?

SABRINA - Vaffanculo!

ARNALDO - Per piacere.

SABRINA - Te ne devi andare (cerca di chiudere la porta).

ARNALDO - (opponendo resistenza) Ma se te l'ho chiesto per piacere.

SABRINA - E chi se ne frega! (A Luciana) E aiutami tu.

(Sabrina aiutata da Luciana cerca di richiudere la porta dicendo brutte parole ad Arnaldo)

ARNALDO - (opponendo resistenza) Sabrina, vedrai che m'innamoro davvero di te. Come hai chiesto sul giornale. Te lo giuro. Sei già tutta la mia vita. Amore... Insieme io e te Sabrinuccia... La mamma sa già tutto di noi, ha letto anche lei l'articolo sul giornale. Non ti preoccupare, è d’accordo.

SABRINA - Ma lo vuoi capire che devi sparire? Sparisci!

(riescono a chiudere la porta. Pausa)

LUCIANA - No dico, capisci? ...Sono le due di notte. Lo capisci questo?

SABRINA - (indignata) "Sono le due di notte"? ...Con quello che sta succedendo, tu ti preoccupi perché sono le due di notte? Io sono disperata! Non lo vedi cosa mi sta capitando? (Si calma) Dai Luciana, ci vai tutte le notti a letto tu alle due.

LUCIANA - Perché io soffro d'insonnia! E comunque non faccio tutto sto casino.

SABRINA - Ma se ti sei messa ad urlare "fuori" come un'aquila prima... Guarda che sei tu che hai cominciato

LUCIANA - Ah si? Ho cominciato io? ...Il tuo "corteggiatore", s'è messo ad urlare sulle scale!

SABRINA - Va beh, e allora?

LUCIANA - Ci parli tu domani mattina con la portinaia?

SABRINA - Ah, perché a te non ti ha sentito la portinaia, eh? Non ti ha sentito...

(si sente suonare il citofono. E' un citofono senza ricevitore, si schiaccia un bottone e si sente l'interlocutore)

LUCIANA - No, ecco, ci puoi parlare subito con la portinaia, accomodati (indica il citofono).

SABRINA - Ma che portinaia, sarà ancora quel deficiente. (Al citofono) Arnaldo, adesso mi sto arrabbiando sul serio. Devi sparire, abbiamo chiuso, stop, fine, non sei il mio tipo.

LUCIANA - (che intanto è accorsa preoccupata. Sottovoce) Cretina, se è davvero la portinaia? (Poi disinvolta al citofono) Chi è?

EMILIO - (dal citofono) Sabrina sei tu? Non sono Arnaldo, sono io, l'Emilio...

LUCIANA - (a Sabrina. Polemica. Lasciando il citofono) E' l'Emilio.

SABRINA - L'Emilio... (Al citofono) Emilio chi?

EMILIO - (dal citofono) Io, quello di Busto Arsizio. Ti ho telefonato ieri e ieri l'altro, ti ricordi? Ho pensato di fartela quella sorpresa poi.

SABRINA - (interessata) Ma chi? Sei quello con la Jaguar?

EMILIO - No, quello è mio cugino ricco, io ho la vespa, non ti ricordi?

SABRINA - Oh Madonna, sei quello che voleva venire da Busto Arsizio fin qui a Roma con la vespa?

EMILIO - Sì brava, sono proprio io... Poi alla fine mio cugino non me l'ha più prestata la Jaguar. Però ho fatto 800 chilometri in vespa per conoscerti di persona, posso salire un momento?

SABRINA – (imbarazzata nei confronti di Luciana) No! ...Emilio, ti sembra logico venire alle due di notte per salire un momento?

LUCIANA - Due e un quarto.

EMILIO - (dal citofono) Sì lo so, ho fatto male i calcoli e ho pure bucato una gomma a Firenze, dai mi fai salire?

SABRINA - No! ...Emilio, torna a Busto Arsizio dai, sono impegnata, mi sono fidanzata proprio oggi, "innamoratissima", mi dispiace.

EMILIO - "Innamoratissima"?

SABRINA - Proprio così. Vai adesso, ciao.

EMILIO - Beh, ma se ci ripensi io sono a Busto, capito?

SABRINA - Sì ma vai... E non fare casino con la vespa che ti sente la portinaia ...Ah Emilio?

EMILIO - (pieno di speranza) Sì?

SABRINA - (civettuola) Salutami tuo cugino con la Jaguar.

EMILIO - (deluso) Va bene ciao.

(Sabrina stacca il citofono)

LUCIANA - Cioè: se aveva la Jaguar tu lo avresti fatto salire?

SABRINA - Ma non lo so, dai non metterti anche tu Luciana...

LUCIANA - No tu, se aveva la Jaguar, lo facevi salire, è questo che voglio farti capire.

SABRINA - Ma non aveva la Jaguar, punto e basta.

LUCIANA - Sì ma lo avresti fatto salire alle due e mezza di notte a casa mia!

SABRINA - Ma Cristo santo Luciana! Mi voglio innamorare! Come te lo devo dire. Non: "avere una storia". Innamorarmi. Posso aver voglia anch'io di innamorarmi no? E se mi piacciono quelli con la Jaguar, cosa ci posso fare? ...E poi guarda che sei tu quella che m'ha convinto.

LUCIANA - No no no. Io non ho convinto proprio nessuno.

SABRINA - Ha no? E chi mi ha fatto mettere l'inserzione sul giornale? Avanti, chi mi ha fatto da "filtro"? Chi me li ha fissati gli appuntamenti?

LUCIANA - Io! Io! Ma solo perché mi hai ammorbato con la storia che non t'innamori mai.

SABRINA - No! Guarda che una volta mi sono innamorata.

LUCIANA - Quella volta, cazzo, avevi sei anni!

SABRINA - E allora?

LUCIANA - E allora ti devi convincere che innamorarsi è una cosa pratica!

SABRINA - Ma scusa, non è quello che sto cercando di fare?

LUCIANA - No, quello che cerchi di fare è un altro dei tuoi giochetti infantili e io mi sono stufata. Ho reso abbastanza l'idea?

SABRINA - Giochetti infantili? Ma se mi hai detto tu che il giornale era un'idea geniale. (Facendole il verso) "Ci vuole un giornale nazionale: IN QUESTO MONDO FATTO DI APPARENZA, ECCO UN MESSAGGIO PER L'UOMO CHE VUOLE DAVVERO INNAMORARSI DI ME: TELEFONAMI! ...SABRINA". Chi cavolo l'ha inventato questo messaggio di merda, eh?

LUCIANA - Per forza! Te lo ricordi cosa volevi mettere tu, eh? Te lo ricordi?: "STUDENTESSA FUORI CORSO VUOLE ESSERE PUNITA!".

SABRINA - Sì ma adesso non puoi tirarti indietro. (Piagnucolando) Non puoi lasciarmi nella merda. Siamo amiche... O mi sbaglio... O mi sbaglio Luciana?

LUCIANA - (comprensiva) Sabrina cerca di capire: hanno risposto in 80, da tutta Italia. E non te ne piace neanche uno, neanche uno, cazzo!

SABRINA - Ma li hai visti anche tu come sono, no?

LUCIANA - No, non li ho visti, perché come sono?

SABRINA – (sminuendoli) "Robetta".

LUCIANA - Invece Angelino non è "robetta".

SABRINA - Ma chi? "Angelino pronta consegna"?

LUCIANA - (polemica) Sì, proprio lui.

SABRINA - Ma ha l"Ape", consegna le mozzarelle con l'"Ape"!

LUCIANA - E’ un po' grezzo, ma non è "robetta"!

SABRINA - E chi se ne frega. Voleva baciarmi sul divano accarezzando una tartaruga.

LUCIANA - E beh? Ama gli animali, tutto qua.

SABRINA – E ama anche i topi? Aveva un topone in casa, non so, neanche un po’ di riguardo per me...

LUCIANA – (esasperata) Era un criceto!

SABRINA – Sì, ma se era un topo?

LUCIANA - Senti, parliamoci chiaro. Sono 20 giorni che tutte le sere sei qui da me con qualcuno. Che poi alla fine non ti piace.

SABRINA - Sì, però la spesa l'ho sempre fatta io. E cucinare anche.

LUCIANA - Ma cosa c'entra?

SABRINA - C'entra che se tu mi dai la casa, quella che si fa il culo sono io, sono io Luciana.

LUCIANA - Io voglio dire che questa casa è diventata un casino, e quando dico casino, intendo un "casino". Capito?

SABRINA - Ma perché devi sempre esagerare. Ti ho chiesto solo un favore, uno solo da quando ci conosciamo... Dai è un favore, non posso mica incontrarli a casa mia, ci abito solo da un mese e mezzo. Vorrei evitare i pettegolezzi del palazzo, tutto qua.

LUCIANA - Brava, così i pettegolezzi li fanno nel mio di palazzo.

SABRINA - No perché la casa è tua. Tu non sei in affitto come me. (Piagnucolando) Sei ricca tu. Nessuno ti sfratta.

LUCIANA - Guarda che tutte le mattine la portinaia mi guarda ostile, come te lo devo dire?

SABRINA - Ahh, "la portinaia mi guarda ostile" che problemi, e io che non "scopo bene" da due anni? Cioè da un anno e dieci mesi?

LUCIANA - Io me lo sono dimenticata come si "scopa", sia bene che male!

SABRINA - (piagnucolando) Ma tu sei forte, sei forte Luciana. Io invece sono fragile, debole, piena di problemi. Non ho più nemmeno la forza di pagare le bollette (tira fuori delle bollette dalla sua borsa) Guarda, guarda se non ci credi. Le ho tutte qua. Non mi metto neanche più il rossetto? Non è un buon segno. Guarda come sono slavata, guardami se non mi credi... Non mi depilo più... Guarda... (Mostra le gambe).

LUCIANA - Che schifo! (Suona il telefono cellulare di Luciana. Prende nervosa il telefonino dalla borsa) Pronto ...No, non sono io. (Le dà il telefonino) ...Per te!

SABRINA - (tappando i buchi del telefonino. A Luciana) Chi è?

LUCIANA - Non lo so.

SABRINA - (al telefonino) Chi è? (Esasperata) ...No, non ci vengo al cimitero con te. Non mi va di innamorarmi di te al cimitero ...Ma sei un bel tipo, se ti ho detto che non mi va, e poi, scusa, sono domande da farsi alle due e mezza di notte?

LUCIANA - Le tre.

SABRINA - No, ho detto di no. Non ci vengo. (Quasi isterica) E non chiamarmi scheletrino! (Chiude il telefonino. A Laura impacciata) Era quello delle pompe funebri.

(suona il telefonino)

SABRINA - (aggressiva) Pronto! (Meravigliata) ...Padre Giulio. Beh, insomma, sono le tre di notte. No, stavo leggendo ...Adesso? All'aeroporto adesso? Ma è tardi per andare a vedere gli aerei padre. Sì, l'altra volta mi è piaciuto ma adesso devo dormire. Domani mi devo alzare presto ...No no, devo studiare ...Devo studiare giuro (gesto di stizza). Va bene padre non giuro più... Se proprio posso domani faccio un salto in parrocchia. Sì, come no? Cioè un pochino, la penso un pochino, ecco. Ma non mi deve ringraziare padre ...Va bene, prego prego. Arrivederla... (Chiude il telefonino).

(pausa. Luciana guarda Sabrina con implicito rimprovero)

SABRINA - (polemica) Ma se telefona cosa ci posso fare? Toh, spegniamolo. (Esegue).

LUCIANA - Ti avverto che questa è l'ultima sera che ho messo a disposizione casa mia, chiaro? L'uomo della tua vita deve ancora nascere, se mai nascerà! (Avviandosi in camera) E adesso vorrei dormire se non ti dispiace.

SABRINA - (fermandola) Luciana! ...No, guarda che tu c'entri in questa "storia". Adesso ti siedi e ne parliamo.

LUCIANA - Non c'è niente da dire, da domani usi casa tua ed è tutto risolto. Basta.

SABRINA - E invece no perché mi devi aiutare... Sono in 80, Luciana! Uno più insignificante dell'altro.

LUCIANA - No, sono solo normali.

SABRINA - Normali? Quello che mi vuole portare al cimitero, è normale secondo te?

LUCIANA - Non a tutti piace andare sulle giostre del Luna Park a sognare il principe azzurro ...Con la Jaguar.

SABRINA - Guarda che io vado solo sulle montagne russe... E non ci vado per sognare, ci vado per spaventarmi! ...E va bene, almeno aiutami finché non mi libero di quelli più fastidiosi. Non ti chiedo la luna. Scusa, prenditi le tue responsabilità ...A me non sarebbe mai venuto in mente di usare il giornale per innamorarmi.

LUCIANA - Innamorarti? tu vuoi solo trovare il tipetto giusto per qualche "scopatina-bene" ...Due, forse tre. Quattro sarebbero già impegnative. Non è affatto vero che vuoi innamorarti. E io stupida che ci ho creduto.

SABRINA - E anche se fosse? Io m'innamoro quando scopo, cos'è uno scandalo?

LUCIANA - No, è fuggire la realtà! (Beve un sorso di whisky).

(si vede spuntare con la testa dalla finestra Arnaldo)

SABRINA - Ma che cazzo dici!

ARNALDO - (aprendo per bene la finestra. Pizzicando la "R") Ragazze perdonatemi, ma visto che siete ancora sveglie, mi aiutate a trovare una scusa per mia mamma? No, perché lo sapeva che ero a cena con due ragazze. Che figura ci faccio. Se le dico che non ho concluso niente.

LUCIANA - Ancora tu?

SABRINA - (a Luciana) Lo vedi? (Disarmata) Un assedio!

ARNALDO - ...Potrei dirle almeno che ci siamo abbracciati forte forte tutt'e tre sul divano?

LUCIANA - (meravigliata) Ma siamo all'ultimo piano, Arnaldo come hai fatto!

ARNALDO - (a Luciana) Posso dire così alla mamma, eh?

SABRINA - (prendendo un panino) Porca miseria Arnaldo (lo lancia verso Arnaldo) Ma cosa sei uno scalatore?

(centra in pieno il vetro che si rompe. Arnaldo scompare. Pausa)

SABRINA - Il vetro lo pago io, va bene?

LUCIANA - Questo non era affatto in discussione.

SABRINA - Dai smettiamola di litigare.

LUCIANA - (va alla finestra. Guarda di sotto) Ma dov'è finito? (Lo chiama) Arnaldo! Boh! Sarà venuto su dalla grondaia... Beh, non è mica facile. Però, bravo l'Arnaldo.

SABRINA - Dai accompagnami a casa, ne parliamo con calma in macchina.

LUCIANA - Pure! Ti devo pure accompagnare a casa? (Si mette a sparecchiare la tavola).

SABRINA - Dai Luciana, la mia macchina si è rotta da una settimana.

LUCIANA - (prende le chiavi della macchina e le fa tintinnare davanti a Sabrina) Anche la mia si è rotta: l'anno scorso. Sai cosa ho fatto? L'ho aggiustata. Il giorno dopo! (Esce dalla sala).

SABRINA - Insomma mi accompagni o no? (Pausa) O devo prendere un taxi?

LUCIANA - (risbucando nella stanza) Posso fare pipì, prima? Grazie.

(Riesce).

SABRINA - (fra sé) Oh Madonna, sempre ste polemiche... (Ad alta voce) Luciana, sempre ste polemiche...

(Sabrina fa uno sbuffo e mentre s'infila la giacca, lo sguardo le cade sui libri della libreria. Meccanicamente ne scruta i titoli. Ne prende uno. Legge il titolo ad alta voce così com'è scritto: "CRIMES OF PASSION". Subito lo apre e ne legge con grande curiosità le prime righe. Arriva Luciana. Sabrina è così immersa nel libro che non la sente)

LUCIANA - (vede che Sabrina è assorta e senza fare rumore le si avvicina) Buh! (Sabrina si spaventa).

SABRINA - Ma sei scema? Mi hai spaventata.

LUCIANA - (legge il titolo del libro. Leggendo correttamente) "CRIMES OF PASSION" ...E da quando leggi l'inglese?

SABRINA - Io non leggo, intuisco...

LUCIANA - (ironica) Complimenti.

SABRINA - Dev'essere un romanzo bellissimo, vero?

LUCIANA - (preparandosi ad uscire) Non è un romanzo, è una raccolta di articoli di giornali: "delitti passionali".

SABRINA - (ammirata) Che meraviglia.

LUCIANA - Dai ti accompagno, facciamo in fretta. (Si avvia).

SABRINA - No aspetta, (entusiasta) traducimi uno di questi delitti Luciana.

LUCIANA - Adesso?

SABRINA - Dai tu l'inglese lo sai ...Per forza, sei sempre in Inghilterra tu. Con i soldi del paparino, eh! Dai traduci.

LUCIANA - Adesso è tardi, domani.

SABRINA - Qualche inizio almeno, dai per favore! Ci mettiamo un attimo.

LUCIANA - Uhm, (prendendole il libro) Dà qua, faccio prima a tradurre che a discutere. (Apre il libro. Sbrigativa). "IL CADAVERE SOLITARIO SULLA SPIAGGIA - ANCHE MORTA ERA BELLA. MA...".

SABRINA - Con più partecipazione, scusa...

LUCIANA - "...MA COSA C'ERA DIETRO ALLA SUA MORTE MISTERIOSA? MENTRE LA POLIZIA E LA STAMPA INDAGAVANO, AFFIORO' UNA STORIA STRAVAGANTE DI STUPRO, DI DROGHE E DI UN TRAGICA SENSUALITA'. SI E' SUICIDATA QUESTA RAGAZZA AMABILE MA NON AMATA? ...O E' STATA BRUTALMENTE TRUCIDATA?".

SABRINA - Che bello...

LUCIANA - Ma che bello, è una disgrazia. (Chiude il libro) Dai andiamo.

SABRINA - Aspetta. Ti prego ti prego solo un altro inizio... (Indicando sul libro) Ecco questo.

LUCIANA - (stizzita) Uhm...

SABRINA - (eccitata) No aspetta... Siediti qua. (La fa sedere. Poi guarda l'insieme della stanza).

LUCIANA - (leggendo) "ASSASSINIO A VILLA ...".

SABRINA - No, aspetta aspetta. Un momento. (Attenua le luci).

LUCIANA - Dai sbrigati: ho sonno ...Ma cosa fai?

SABRINA - (sempre più eccitata) Ci vuole atmosfera Luciana, l'atmosfera giusta (accende una candela prendendola dal tavolo. Riguarda l'insieme della stanza. Fa spostare un po' Luciana per farle prendere meglio la luce. Poi eccitatissima dice:) Benissimo, dai continua!

LUCIANA - (traducendo a voce alta. Una musica thrilling sale pian piano) "ASSASSINIO A VILLA MADEIRA".

SABRINA - Brrr...

(buio. La musica sale. Dopo un po' affiora la luce. La musica sfumerà fino al silenzio. Siamo sempre in casa di Luciana immersa in un'atmosfera thrilling. Vediamo Sabrina travestita da donna fatale, con cappellino e veletta. Accanto c'è Angelino. Sabrina con tocchi "soavi" gli spruzzetta i capelli di farina)

ANGELINO - (in romanesco. Ad alta voce) Ao' va bene che tutti c'hanno le sue manie, ma guarda come te sei vestita ...Ao' mo' basta però con sta farina 'n testa...

SABRINA - Sscct, parla piano... Se ti sente la portinaia? (Poi con voce "Fatale", recitando, gli offre un bicchiere) Bevi Angelino, e stai tranquillo, lasciami fare... Ho in mente una bellissima storia per noi. Bevi, bevi (beve anche lei poi continua con la farina).

ANGELINO - Ao' a me mica me piace sto sciampagne, sarà pure bono, ma er vino de li castelli...

SABRINA - (fatale) Bevi ancora Angelino, fallo per me, per me Angelino.

ANGELINO - E va beh... Ma poi ci vieni a casa sur divano mio, eh?

SABRINA - Tutto quello che vuoi, dopo... Dopo Angelino.

ANGELINO - (beve) Ma che schifezza... E' proprio acido sto sciampagne.

(Rimane col bicchiere in mano).

SABRINA - (lo guarda attenta) Ecco, adesso sì... Adesso sì che sei "Attempato".

ANGELINO - "Attempato"? Ma che vor dì?

SABRINA - (gli porge uno specchio) Guarda, guardati con i capelli bianchi Angelino.

ANGELINO - (guardandosi) Am' vedi come so' brizzolato. Come me so' 'mbriacato? Ah no... Te piacciono gli anziani, ah brutta stranita. Am' vedi che mania che te venuta... 'Namo sur divano mio, va', c'ho pure l'"Apetto" stasera, 'namo?

SABRINA - Ancora un momento Angelino. Bevi. (Lui beve) Vedrai cosa ho in mente per te. Vieni appoggia la testa sul tavolo, da bravo. (Lo aiuta mettendo prima un cuscinetto).

ANGELINO - Ma che fai ao'? ...Ma come 'mbriaca sto sciampagne.

SABRINA - Un'altra mania Angelino, l'ultima, l'ultima mania dell'innamorata tua. Angelino mio (prende un mazzuolo).

ANGELINO - (alzando la testa) Ma che è ao'?

SABRINA - Niente solo un "mazzuolo", appoggia la testa da bravo, stai tranquillo, su da bravo (lo aiuta).

ANGELINO - (abbassa la testa poi la rialza) Un mazzuolo?

SABRINA - Schhht, zitto adesso (gli fa appoggiare la testa) zitto, fermo. Pensa al divano tuo Angelino. (Solleva lentamente il mazzuolo per darglielo in testa). Pensa alla tartaruga tua Angelino. Anzi al topone (alza la veletta e Urla) Aaaahhhh! (Abbassa violentemente il mazzuolo sul cuscino. Nel frattempo Angelino s'è tolto).

ANGELINO - Ao' ma che te sei 'mpazzita?

SABRINA - (calma, fatalissima, avvicinandosi minacciosa) No Angelino, ti apro solo un poco la testa...

ANGELINO - Ma che stai 'a dì ao'?

SABRINA - (avvicinandosi) Poi ci guardo dentro... Il sangue... I pezzi di cervello... "ASSASSINIO A VILLA MADEIRA".

ANGELINO - (fra sé) Am 'vedi che assatanata. (A lei, spaventato) Ma che stai 'a dì? ...Am 'vedi che c'ha fatto sto sciampagne.

SABRINA - (avvicinandosi con il mazzuolo alzato) Brandelli di cuoio capelluto... E poi: la polizia... Le sirene... La squadra omicidi... Peter Falk...

ANGELINO - Ma chi, il tenente Colombo? Eh? Stai a scherzà? ...Ao' stai a scherzà?!

SABRINA - (si alza la veletta e alzando il mazzuolo urla sottovoce) Aaaahhhh!

ANGELINO - (senza scappare come ipnotizzato) Aaaahhhh!

SABRINA - (si ferma. Poi sottovoce) Ma che te urli, che te sente la portinaia. Viè quà che te apro la testa te apro.

(Sabrina cerca di colpirlo senza far rumore, Angelino scappa imprecando, lei lo rincorre fino a che Angelino riesce ad arrivare alla porta)

ANGELINO - (cercando di aprire la serratura prima che Sabrina Lo raggiunga) Aaaahhhh!

SABRINA - (si ferma. Sottovoce) Zitto che te sente la portinaia! Viè quà...

ANGELINO - (smette di urlare. Riesce ad aprire la porta. Spaventatissimo) Alì mortacci tua e della portinaia... (Esce chiudendosi dietro velocemente la porta. Sabrina si toglie il cappellino e si mette a ridere).

LUCIANA - (uscendo da un nascondiglio ridendo) Non ce la facevo più a stare nascosta.

SABRINA - (ridendo) Come si è spaventato! Hai visto che funziona?

LUCIANA - Quello non ti telefona più di sicuro.

SABRINA - Hai visto che grazie al tuo libro ci liberiamo di tutti?

LUCIANA - Ma come t'è venuto in mente Peter Falk?

SABRINA - Boh! (Ridono). Dai prendi il libro, scegliamo un’altra storia, che c'ho preso gusto.

LUCIANA - (prendendo il libro) Sì, però la prossima volta faccio qualcosa anch'io. Mentre ero nascosta mi è venuta un'ideona per quello delle pompe funebri. (Apre il libro) Ecco senti: "MORTE AL FIENILE ROSSO" ...Hanno fatto anche un film.

SABRINA - Dai leggi.

LUCIANA - (con partecipazione) "TUTTA L'INGHILTERRA GEORGIANA TRASFORMO' MARIA MARTEN IN UNA VITTIMA INNOCENTE. CORROTTA DA UN CRUDELE PROPRIETARIO TERRIERO CHE INCONTRO' LA GIUSTIZIA SULLA FORCA".

LUCIANA - Scusa, l'Inghilterra Georgiana... No, cos’è una setta?

SABRINA - Macché setta, l'Inghilterra Georgiana... Di re Giorgio, come "Vittoriana".

SABRINA - Ah, ho capito, va avanti.

LUCIANA - "IL SUO CORPO SEMINUDO"... (A Sabrina) Di lei, di Maria Marten.

SABRINA - Sì sì, ho capito.

LUCIANA - "FU TROVATO IMPUTRIDITO IN UNO SQUALLIDO SEPOLCRO, CON UN SACCO COME SUDARIO...".

SABRINA - Oh Madonna...

LUCIANA - "...DOPO L'ESECUZIONE... LO SCALPO DELL'ASSASSINO FU CONSERVATO E LA SUA PELLE USATA PER RILEGARE IL LIBRO CHE NARRO' LA SUA STESSA STORIA...".

SABRINA - Oh Madonna... Ma quando è successa questa cosa qua?

LUCIANA - (cerca sul libro) ...1827.

(la luce cala fino al Buio. Sale un'altra musica thrilling. Dopo un po' affiora la luce, la musica sfumerà fino al silenzio. Siamo sempre a casa di Luciana immersa in un atmosfera thrilling. Vediamo l'uomo delle pompe funebri, solo, pieno di tic. Si aggira un po' annoiato per la casa. Tocca tutto. Dopo un po' arriva Sabrina vestita in abiti dell'epoca Georgiana, 1827, uno scialle sulle spalle, un semplice copricapo, ecc. Reciterà la storia del "fienile rosso")

SABRINA - Scusa, ti ho fatto aspettare.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (balbetta) Ma cc... Come ti sei vvv... Vestita? Sccc Scheletrino? (Ride).

SABRINA - Mi sono messa uno scialle, non dobbiamo andare al cimitero?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (contento) Allora cc ci vieni, ho fff fatto bene a portare il mezzo della dd ditta.

SABRINA - Che mezzo?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Il carro ff ffunebre, no?

SABRINA - (fra sé) Oh Madonna. Senti, io al cimitero ci vengo, ad un patto però, che qualunque cosa succeda tu sei mio marito, va bene?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Sì, ma non succede niente, ci toc toc cchiamo un po' e poi ti riaccompagno a cc casa (ride).

SABRINA - Sì! Ma qualunque cosa succeda, tu sei mio marito, va bene? E non devi neanche mai urlare, d'accordo?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ddd d'accordo.

(suona il campanello. Sabrina si agita. Suona il campanello. Sabrina si blocca spaventata. Suona il campanello)

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Il ccc campanello.

SABRINA - Ma non aspetto nessuno. (Nascondendolo). Chi sarà? Zitto, stai qui fermo.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ma...

SABRINA - Zitto! E fermo. Stai qua. Non ti muovere. E qualunque cosa succeda...

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (interrompendola) Sso ssono tuo marito e nnon urlo.

SABRINA - Bravo, stai nascosto.

(Sabrina va ad aprire. Entra Luciana travestita da madre in epoca Georgiana. Ha una borsa. Anche lei reciterà la storia del "fienile rosso)

LUCIANA - (entrando come una furia) Dov'è? Dov'è quel balordo.

SABRINA - Chi signora?

LUCIANA - Lo so io chi. (Si mette a cercare) E' qui, lo so che è qui.

SABRINA - Ma chi cerca signora? (Sabrina fa cenno a Luciana indicando il nascondiglio).

LUCIANA - So che è qui, l'ho sognato. Ho visto questa stessa stanza, questo stesso tavolo, queste stesse sedie, e lui era... (Va al nascondiglio) ...Era qui! (Lo trova) Eccoti, vieni fuori farabutto! Vieni fuori!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (esce, molto imbarazzato) Bbb bbuongiorno sss signora.

LUCIANA - Ah, balbetti adesso? Ti vengono allora i sensi di colpa, eh? Ti vengono si o no?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mmma...

LUCIANA - Zitto! E confessa: ti vengono i sensi di colpa si o no?

(Sabrina fa cenno all'Uomo delle pompe funebri di dire sì).

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ss sì...

LUCIANA - Brutto figlio di una cagna, mi riconosci allora?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Nnn no.

LUCIANA - Però balbetti, eh? Balbetti miserabile.

SABRINA - Scusi signora, forse ha sbagliato. (Plateale) Quest'uomo è mio marito.

LUCIANA - (incredula) Suo marito?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Sì sss signora.

LUCIANA - (a lui) Ti sei sposato con lei?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Sss sì ccc ci sss siamo ss sspp po...

LUCIANA - (furente) E non balbettare che m'innervosisce!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (non balbetta più) Sì, ci siamo sposati signora, ci amiamo, ci vogliamo bene. (Si meraviglia che non balbetta più). Ma... Non balbetto più!

LUCIANA - Da quanto tempo siete sposati? Farabutto.

SABRINA - Da due anni signora, siamo sposati da due anni.

LUCIANA - (a lei) Due anni? (A lui) Due anni? ...Rispondi!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Sì, ci siamo sposati da due anni, ma ci conoscevamo già da prima, (a Sabrina) vero?

SABRINA - Sì sì.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ci siamo conosciuti a una festa un sacco di anni fa... Ma come parlo... Spedito. (I tic gli sono rimasti).

LUCIANA - Farabutto (lo picchia con la borsa). Lei sì, e mia figlia no, eh? (Lo picchia).

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (riparandosi con le mani) Ma cosa... Ma ci porto anche sua figlia a una festa se vuole... (Lei lo picchia) Haia! La porto domenica signora...

LUCIANA - Maledetto, hai anche il coraggio di scherzare... (Le dà un altro colpo con la borsa) Toh! Mia figlia non può più venire da nessuna parte. L'hai ammazzata la mia piccola. Per sposarti con lei, eh?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mmm mmmma Cc cc cc...

LUCIANA - E non balbettare!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ma chi, cosa?

LUCIANA - Maria Marten, mia figlia.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Maria Marten, chi è? Non la conosco giuro.

LUCIANA - Non la conosci? E il fienile rosso, lo conosci?

SABRINA - Il fienile rosso? Ma allora sua figlia signora era (plateale) l'amante di mio marito... (A lui) Tu eri l'amante di un'altra!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (sempre più pieno di tic) Mma non la conosco io sua figlia giuro.

LUCIANA - (picchiandolo) Zitto! Oh, signora mia, che tragedia. Lei allora non sa niente.

SABRINA - No.

LUCIANA - Questo vigliacco ha ucciso mia figlia, mia figlia, per non sposarla.

SABRINA - (a lui) E non mi hai mai detto niente?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Ma cosa.

LUCIANA - Le spiego tutto io signora. Lui è ricchissimo.

SABRINA - Senti senti.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mmagari.

LUCIANA - (lo picchia con la borsa) Non fare il finto tonto. (A lei) Aveva una cascina con un fienile dipinto di rosso, (a lui minacciando di picchiarlo) negalo! ...Mia figlia un giorno è uscita con lui e non è mai più tornata. Ma io ho sognato tutto, un incubo. Io lo dicevo a mio marito. "Nostra figlia è lì nel fienile rosso". Lui non mi credeva, pensava che fossi diventata pazza. Ma io lo sapevo che era lì, solo che non sapevo... (Piange) Oh, signora mia, quando mio marito è andato a vedere nel fienile per farmi contenta... Guardi cos'ha trovato. (Apre la borsa e prende dei vestiti lacerati, infangati) Guardi... Il vestito di mia figlia, sotto terra, nel fienile, morta. Guardi. (Tira fuori un teschio lo mostra e lo accarezza) E' mia figlia, la mia figlioletta. Lui l'ha ammazzata con un colpo di pistola alla testa guardi, lo vede questo buco? Lo vede? (Mostra un buco nel teschio mettendoci il dito dentro) E' qui che le ha sparato. E poi l'ha seppellita nel fienile, per non sposarla... Per non sposarla signora mia.

SABRINA - (a lui. Fingendo incredulità) Sei un assassino? Mio marito un assassino...

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mmm ma nn no.

LUCIANA - (a lei) Non solo, va anche nei cimiteri a fare (schifata) certe porcherie signora mia. (Minaccia di picchiarlo) Negalo se ne sei capace!

SABRINA - Al cimitero? Ma allora è vero.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mm mma cco cco ccc... sa. Io ci llla llla vvo...

LUCIANA - Balbetti ancora! (Fa segno di dargli un'altra borsata).

SABRINA - Stia tranquilla signora, adesso chiamo la polizia. (Va al telefono).

LUCIANA - No, non si scomodi. Guardi, ho portato tutto. E’ tutto pronto. (Prende una catena dalla borsa mostrandola a lui) E' per te figlio di una cagna! (A lei. Calma) Ecco me la tenga un attimo mentre io sistemo questo, (prende dalla borsa un cappio e lo sgomitola) anzi, se mi aiuta...

SABRINA - Volentieri, cosa devo fare?

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Mmm mma...

SABRINA - Zitto tu!

LUCIANA - Figlio di una cagna balordo! ...Ecco signora, dove possiamo appenderlo?

SABRINA - (guarda in alto) Beh, alla finestra, andrebbe bene, no?

LUCIANA - Benissimo. (Appende il cappio alla finestra).

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (a Sabrina) Io dd dovrei andare a lla llavorare. (Sabrina gli fa cenno di allontanarsi, seccata).

LUCIANA - (guardando il cappio) Ecco, tutto come nel sogno. (A lui) Finirai impiccato maledetto! ...Fatto signora, adesso, appena io lo prendo, lei gli lega le mani con la catena così tutto è a posto, stia pronta.

SABRINA - Prontissima signora. (Si fa pronta).

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (quasi piangendo) Mmma io devo andare a ll lavorare, (a Sabrina) e diglielo...

LUCIANA - (mentre lui cerca di sottrarsi. A Sabrina) Lei signora stia attenta perché fra poco cercherà di scappare dalla porta.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - (a Luciana. Spaventatissimo. Piangendo) Giuro signora che io non ho mai conosciuto questa Maria Marten. (Scappando verso la porta) Anzi io non sono neanche sposato, signora, questa qui nn nnon la conosco lo giuro...

SABRINA - (Contrastandolo) Ma brutto vigliacco...

LUCIANA - (a Sabrina) Non si preoccupi signora. E' tutta fatica sprecata per lui. (Cercando di prenderlo) Sì, continua pure a dire le tue bugie. (Si ferma) Magari adesso vorresti farmi credere che volevi solo andare con lei al cimitero a fare le porcherie, vero? Vieni qui.

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - E' vero... Ma giuro che non ci vado più nei cimiteri, glielo gg ggiuro signora, glielo gg ggiuro.

LUCIANA - (soddisfatta) Proprio come nel sogno signora mia. Stia pronta. (Sabrina si fa pronta. A lui, come una condanna) Adesso inciamperai e noi ti prenderemo!

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - "NO!" (Fa per scappare e inciampa su una sedia. Cade a terra)

LUCIANA - Ecco venga signora: adesso! (Sabrina e Luciana scattano verso di lui).

UOMO DELLE POMPE FUNEBRI - Aaahhh! (Si rialza disperato e corre alla porta di uscita inseguito dalle due amiche) Aiutoo! (Apre e scappa via). Aiutoo!

(le due amiche ridono. Buio. Si sente una musichetta da una radio. Dopo poco: luce. Vediamo le due amiche sempre a casa di Luciana. Bevono del tè con la radio accesa. Luciana è al citofono, ha il libro aperto in mano)

LUCIANA - (al citofono) Benissimo signora Gorizia. Non si preoccupi.

Signora Gorizia - (dal citofono) Glielo dica alla sua amica di finire le prove del teatrino entro le dieci di sera. Va bene signorina?

LUCIANA - Gliel'ho già detto, non faremo più rumore, non si preoccupi. Può stare tranquilla. Arrivederla (stacca il citofono. Torna da Sabrina imprecando senza parole).

SABRINA - C'ha creduto? Dici che c'ha creduto?

LUCIANA - Certo che tu... Portare qui il teschio nella borsa della spesa!

SABRINA - Che ne so io che la tua portinaia guarda nelle borse degli altri.

LUCIANA - E meno male che non ha chiamato la polizia.

SABRINA - Sempre esagerata.

LUCIANA - (indicando il libro) Dai finiamo la storia che manca poco... (Sale su una sedia) Allora: (si mette in posa di "lettura thrilling". Legge quasi recitando) "PRIMA CHE IL PASSANTE POTESSE MUOVERSI, LEI AFFONDO' IL COLTELLO SEI VOLTE NEL PROPRIO SENO E LO FECE CON UNA TALE FEROCIA CHE TRE FENDENTI LE PENETRARONO IL CUORE ...SCIVOLO' NELL'ACQUA DEL FIUME E LA CORRENTE LA PORTO' VIA GENTILMENTE, ALLONTANANDOLA DALL'ARGINE DOVE SI ERA SEDUTA SOLO PER FUMARSI UNA SIGARETTA". (Scende dalla sedia). Incredibile.

SABRINA - (sorseggiando il tè) Mamma mia. Ma dici che sono vere queste storie?

LUCIANA - Certo che sono vere.

SABRINA - Ma veramente?

LUCIANA - Sono i resoconti dettagliati dei giornali dell'epoca, guarda (mostra il libro). Sono storie vere.

SABRINA - Porca miseria. Certo che sti inglesi... Hanno fatto addirittura un libro. Morbosetti mica poco eh?

LUCIANA - Senti chi parla.

SABRINA - (spegne la radio) Ma scusa quella poverina s'è ammazzata da sola con un coltello? No, è terribile. Ci pensi come doveva sentirsi dentro per arrivare a quello? ...Fammi rivedere la foto. (Luciana le passa il libro) Che bella che era. Però era triste, guardale gli occhi, (mostra la foto) vero?

LUCIANA - Sì.

SABRINA - (riguarda la foto) A me sembra impossibile. No, perché è come noi, cioè, una persona come noi... Io non farei mai una cosa del genere e tu?

LUCIANA - Beh, se soffrissi tanto, forse...

SABRINA - Con il coltello?

LUCIANA - No, mi butterei da un balcone. O sotto un treno. No, forse mi annegherei nel mare, ecco.

SABRINA - Ma Luciana dai, cosa dici? Io no. Io al massimo impazzirei, toh, andrei al manicomio dalla sofferenza, ma ammazzarmi mai.

LUCIANA - Perché tu non hai mai sofferto veramente.

SABRINA - Invece tu sì, vero?

LUCIANA - Più di te di sicuro. Ecco di cosa avresti bisogno tu, di una lezione di sofferenza. Faccio dell’altro tè. (Esce).

SABRINA - (sminuendo) Ma fammi il piacere Luciana. Comunque prima di fare la stronzata di annegarti, telefonami. No, dico sul serio, Luciana telefonami.

(suona il telefono di casa)

LUCIANA - (da fuori) Rispondi tu? Tanto a me nessuno mi caga.

SABRINA - (va al telefono) Pronto? ...Sì, sono io chi è? (Facendo la civetta) ...Ma che bella voce. No, scusa (ride) ...Come? ...Ma tu chi sei? Come non ha importanza, se te lo chiedo... Enrico, un bel nome... Ma che bella voce! Scommetto che hai anche una bella macchina ...Sì? ...Ma scusa, per caso fai anche lo scrittore? ...No! Davvero? Ma porca miseria, scusa cosa fai stasera?... Sì sì che posso, ah no aspetta, oggi pomeriggio non posso ...Stasera sì però. Beh è vero, è logico, mica m'inviti a cena di pomeriggio... Senti ma tu hai letto per caso l'inserzione sul giornale? No? ...No niente, ho fatto una specie di sondaggio. Non l'hai letto? Ma scusa, allora chi ti ha dato il mio numero di telefono? Che poi è di una mia amica... Sì, sono a casa sua... No! Non è carina, anzi! (Guarda se viene Luciana) No, dicevo questo telefono chi te l'ha dato? Ah già, che scema, ho lasciato il numero nella mia segreteria che sbadata... E allora chi ti ha dato il mio numero di telefono? Dove? ...Ci siamo conosciuti? A una festa mascherata? ...Ma chi? Eri lo zebrotto? quello che non voleva togliersi la mascherina? ...Per essere più misterioso certo... Va beh, senti allora come facciamo, mi vieni a prendere tu? ...Sì sotto casa mia alle otto, sai dov'è? Ah sì? Ma sei diabolico sei (ride). Senti ma hai per caso una Jaguar? Ah, il Rover... No, è per sapere come vestirmi... Va bene, a stasera. Ciao... Ciao... Enrico (molto civetta) "ciao a stasera" (attacca. Poi con entusiasmo soffocato). Ta Tan "Rover!" Altro che "soffrire", cara la mia Luciana!

(Buio. Musica di carillon. Dopo poco lo stesso spazio, che con piccoli tocchi è diventato il monolocale di Sabrina, s’illumina con luce notturna. Vediamo in penombra il monolocale immerso in una musica da carillon, come di una giostra. La casa ha segni evidenti d'infantilismo, come animali enormi di peluche, orologioni ecc. Dopo poco Sabrina ed Enrico, entrano furtivi. Con le scarpe in mano. Lui è vestito in stile anni '50. Ha dei baffi. Sabrina è ubriaca. La musica poi sfumerà fino al silenzio)

SABRINA - (parlando sottovoce) Entra Enrico, veloce... (Singhiozza) Hic!

ENRICO - (entrando con le scarpe in mano. Sottovoce) Ma di cos'è che hai paura?

SABRINA - Ma niente... (Chiude la porta. Accende vari luci soffuse) Prima ti ho detto una piccola bugia, hic! Questa casa non è mia, è di mia cugina... Siediti (Enrico non si siede). Me l'ha prestata per un po'... Sai quelle tipe che se la fanno sotto per tutto, no? Mi ha detto di non far vedere ai vicini che ci sono io, figurati. Se viene a sapere che ci ho portato un amico... (Ride) Ci pensi? ...No, insomma, è meglio non farsi sentire dai vicini... Se no mi sfrattano, cioè la sfrattano, mia cugina. Ma siediti dai. (Enrico si siede su una sedia) Come mi sono divertita stasera, ma come facevi a sapere che mi piaceva il luna park? (Si siede sul divano).

ENRICO - Non lo sapevo, piace anche a me.

SABRINA - Oh Madonna tutte ste coincidenze... Un continuo, eh? ...Beviamo qualcosa?

ENRICO - Ancora?

SABRINA - Un whiskettino, dai...

ENRICO - Beh, allora mi vuoi ubriacare? (Sorride. Si alza) Dov'è il whisky?

SABRINA - (prendendo da dietro il divano un vassoio con due bicchieri e una bottiglia di whisky) Ma è tutto pronto! "Zebrottino", non mi faccio mica prendere alla sprovvista io... (Ride. Versa da bere).

ENRICO - Però

SABRINA - ...Ma tu sei davvero uno scrittore?

ENRICO - ...Più o meno.

SABRINA - E cosa scrivi?

ENRICO - Salute! (Bevono).

SABRINA - E' tutta la sera che cerco di chiedertelo. Dai cosa scrivi?

ENRICO - Sono specializzato in oroscopi tarocchi e chiromanzia.

SABRINA - (incantata) Ma dai...

ENRICO - Sì.

SABRINA - (impressionata) Cioè: sai tutto. Voglio dire... Sai predire tutto. Tu vedi una mano, una data di nascita e zac! Sai tutto.

ENRICO - Non è proprio così.

SABRINA - No no, è proprio così. Guarda che io ci credo.

ENRICO - Questo si capisce, si vede che ci credi.

SABRINA - Si vede? E da cosa?

ENRICO - (indicandogleli. Logico) Dai polpastrelli.

SABRINA - Ma veramente? (Se li guarda). Hic! Dai polpastrelli? Senti un po', ma mi dici perché mi hai telefonato dopo tanto tempo?

ENRICO - Avevo nostalgia di te.

SABRINA - Nostalgia di me? Ma scusa, ci siamo visti solo una volta.

ENRICO - Appunto. (Ride).

SABRINA - Ma porca miseria Enrico, siamo insieme da cinque ore e non ci siamo ancora baciati. (Avvicinandosi per baciarlo) Enrico... Hic!

ENRICO - (cambiando bruscamente umore) No! (Si alza. Con durezza) Non dirlo neanche.

SABRINA - Cosa... Cosa ho detto?

ENRICO - E non farmi domande! (Beve).

SABRINA - (sorride) Ma Enrico? (Pausa) Prima non hai voluto darmi il tuo numero di telefono. Adesso mi fai questa scenata... Cosa c'è che non va?

ENRICO - (serio) Tu vuoi rivedermi?

SABRINA - Perché stai già andando via? (Ride). Hic!

ENRICO - Non sto scherzando. Vuoi rivedermi?

SABRINA - Ma sì, penso di sì.

ENRICO - Bene. (Plateale) Forse un giorno ti darò non solo il mio numero di telefono. Forse sarai la padrona della mia vita un giorno... Ma non devi farmi domande, mai! ...Adesso devo andare.

SABRINA - Enrico...

ENRICO - (sulla porta) Ti chiamo io domani. (La guarda) Addio (esce).

SABRINA - Ma Enrico... (Si sente in lontananza la musica di "Via col vento"). Red... (Pausa) Red Buttler! Hic!

(La musica sale. Buio. Dopo poco la musica sfumerà fino al silenzio mentre la luce salirà. Siamo sempre a casa di Sabrina. La vediamo nervosa. Aspetta qualcuno. Beve whisky. Suona il campanello della porta. Apre)

SABRINA - Era ora... Dai entra. C'hai messo una vita.

LUCIANA - (entrando) Ho fatto prima che potevo. Ma cosa è successo?

SABRINA - (agitata) Hai portato il libro?

LUCIANA - (prendendolo dalla borsa) Sì... Eccolo. Mi vuoi spiegare?

SABRINA - (prende il libro. Va a sedersi. Lo sfoglia nervosa) Ecco. Te la ricordi questa storia? (Mostra la pagina).

LUCIANA - Sì, lei si lascia ammazzare dall'amante per non darla vinta al marito.

SABRINA - Traducimi per bene il pezzo dove l'amante diventa strano, prima dell’incontro dove le chiede di sposarlo. Ho un presentimento terribile.

LUCIANA - (cerca) Ecco... (Leggendo) "FORSE UN GIORNO TI DARÒ NON SOLO IL MIO NUMERO DI TELEFONO. FORSE SARAI LA PADRONA DELLA MIA VITA UN GIORNO... MA NON DEVI FARMI DOMANDE, MAI!".

SABRINA - (interrompendola) Lo sapevo, lo sapevo! ...Luciana è incredibile.

LUCIANA - Ma cosa?

SABRINA - Come si chiama? Dai guarda.

LUCIANA - (cerca sul libro. Si ferma) Ma chi, il negoziante?

SABRINA - No, lui l'amante, l'astrologo... "IL CHIROMANTE!".

LUCIANA - (cerca) Ecco... Henri Demon. E' francese.

SABRINA - Henri Demon? Enrico... Henri Demon. No, non è possibile.

LUCIANA - Senti. Mi spieghi?

SABRINA - (agitata) Luciana. Mi sta succedendo una cosa pazzesca.

LUCIANA - Ma cosa? Ti vuoi calmare.

SABRINA - (gravemente) E' una settimana che esco con uno che si chiama Enrico.

LUCIANA - Sai che novità. Ne hai 80 con cui uscire...

SABRINA - No, non è uno del giornale. Cioè, guarda che io non sono una che non ha neanche un corteggiatore spontaneo, ricordatelo! (Gravemente) Solo che questa volta Luciana, è una cosa completamente diversa.

LUCIANA - Questa volta il mantello azzurro ce l'ha? Eh? Ce l'ha? (Ride).

SABRINA - E' una cosa seria!

LUCIANA - "Una cosa seria". (Incredula) Vuoi dire che ti piace?

SABRINA - Sì, mi piace.

LUCIANA - Ohhh... (S’inchina al cielo) Uno le piace.

SABRINA - Non scherzare ascolta, oggi ci siamo visti alle cinque. Abbiamo preso un tè insieme e mi ha parlato di un articolo che ha letto "uguale identico a questo del libro". Capisci? No, è pazzesco.

LUCIANA - "Uguale identico a questo del libro". Ma cosa vuol dire? ...Pazzesco cosa!

SABRINA - Non capisci?

LUCIANA - No.

SABRINA - Mi sta succedendo con lui questa stessa storia del libro...

LUCIANA - (scettica) Ah. Ho capito.

SABRINA - No ecco! Lui sta cercando di far succedere la storia del libro con me, ecco, lo fa apposta.

LUCIANA - Sabrina. Stai fantasticando come sempre.

SABRINA - Scusa, noi non abbiamo fatto la stessa cosa con quelli che rispondevano all'annuncio sul giornale? ...Porca miseria, lui conosce queste storie... Adesso mi spiego perché è tutto pieno di sottintesi... (Congetturando) Sta cercando di rendermi complice... Perché lo sa che io so. E cerca di farmi arrivare al punto in cui io saprò che lui sa che io so... Incredibile.

LUCIANA - Aspetta aspetta aspetta... Cos'è che fa?

SABRINA - Luciana, è così misterioso...

LUCIANA - No, voglio dire... Dov'è che vuol farti arrivare?

SABRINA - (fatale) Mi farà impazzire d’amore. Ma lo sai che si comporta come Red Buttler in "Via col vento"?

LUCIANA - Ho capito. Sabrina calmati, siediti (la fa sedere). La cosa è molto semplice. Scegli tu: o è uno dei tuoi soliti giochetti inconsci o è la tua solita allucinazione conscia. Tranquilla non c'è fretta. Decidi con calma. Deciso?

SABRINA - (alzandosi) Non hai capito niente: finalmente ho una storia decente.

LUCIANA - Cos'è che hai? ...Tu peggiori di giorno in giorno.

SABRINA - Invece finalmente ho una storia come piace a me.

LUCIANA - Ma figuriamoci...

SABRINA - E fidati una buona volta. Non mettermi sempre i bastoni fra le ruote, Cristo santo... (Le viene in mente una cosa) Aspetta... (Apre frettolosa dei cassetti. L'armadio) Porca miseria, avevo qualcosa del genere. (Prova dei cappelli, dei foulards) Dov'è finito...

LUCIANA - Cosa fai? (Sabrina continuerà per tutta la scena a provare cose che ricordano gli anni '50) Ti fermi per favore? (La prende per un braccio) Senti, ne parliamo un attimo?

SABRINA - Grazie Luciana mi hai aiutata moltissimo, ma adesso vai. Fra poco lui sarà qui. E vai! (Entrando nel personaggio anni '50. Plateale) "...Poi ti farò sapere. Non dubitare mia cara. Carissima amica". Vai.

LUCIANA - Senti, tu hai preso troppo sul serio questo libro, E' un po' che l'ho notato sai? ...Vedrai, sarà tutta una banalissima coincidenza.

SABRINA - Anche il suo nome è una coincidenza? ...Lasciami fare ti dico (Tira fuori cose dai cassetti).

LUCIANA - Ma dai Sabrina ...Enrico non mi sembra un nome raro. Avrai incontrato uno dei tanti Enrichi di questo mondo.

SABRINA - (continuando nella sua ricerca) E il suo lavoro? Un "chiromante", come Henri Demon.

LUCIANA - Ma ragiona...

SABRINA - (continua la ricerca) ...Proprio quello che faccio. Avanti, controlla, scommettiamo che questa storia del libro è successa negli anni '50? Controlla. Dai.

LUCIANA - (guarda il libro. Meravigliata) 1951...

SABRINA - Visto?

LUCIANA - Ma visto cosa? Avrai letto la data e inconsciamente...

SABRINA - No! Non sapevo la data di questa storia, te lo giuro.

LUCIANA - Allora sarà un "deja vu", succede dai.

SABRINA - (come cogliendola in fallo) Aah, lo vedi che cominci anche tu ad aggrapparti all'esoterico per darti delle spiegazioni? Esattamente quello che ho fatto io dopo il tè con lui, oggi pomeriggio.

LUCIANA - Ma non scherziamo, io non faccio un bel niente di "esattamente" quello che fai tu.

SABRINA - Appunto, sarebbe ora che cominciassi. (Prova una vestaglia).

LUCIANA - Ti vuoi fermare per favore?

SABRINA - (si ferma) Senti, io prima non sapevo la data della storia te lo giuro ...Sai da cosa l'ho capito?

LUCIANA - No.

SABRINA - Prova a dirlo.

LUCIANA - Non lo so!

SABRINA - Da come lui si veste. (Si ritocca il trucco. Poi mostrandosi a Luciana in perfetto stile anni '50) In perfetto stile Anni '50. Come sto? ...Vedi? Adesso so esattamente quello che devo fare. Lui vuole farmi fare la storia del libro? E io sto al gioco, è così semplice. (Mette una musica lenta: jazz anni '50) Non ti preoccupare, vai. Ti dico che adesso so quello che devo fare. Ah! lascialo qua il libro.

LUCIANA - Ma Sabrina...

SABRINA - (sbrigativa) Luciana... Aspetto visite. Vai. (L'accompagna alla porta) Questa volta ho trovato l'uomo giusto. Ciao. (Recitando) "Poi ti farò sapere carissima amica. Addio".

LUCIANA - ...Telefonami.

SABRINA - Schhht... (Sottovoce) Questa è una storia tutta mia. Ciao (Chiude la porta. Guarda l'insieme del monolocale. Lo sistema un po'. Sfoglia il libro. Poi si accende una sigaretta). Che storia stupenda!

(Buio. La musica sale. Dopo poco salirà anche la luce. Siamo sempre a casa di Sabrina. Vediamo Sabrina vestita come nel quadro precedente che balla abbracciata ad Enrico vestito in stile anni '50. Le luci sono soffuse)

ENRICO - (di colpo smette di ballare. Spegne la musica) Sabrina. Ho bisogno di parlarti seriamente, vieni (si siedono). Sto così bene con te... Sai? Ho preso una grande decisione...

SABRINA - Anche tu?

ENRICO - Perché...

SABRINA - No, niente... Dimmi prima tu...

ENRICO -...E' stupido lo so, ci frequentiamo solo da una settimana, ma io non ho più dubbi. E' da quando ci siamo visti alla festa in maschera che ci sto pensando... E allora... (Pausa).

SABRINA - ...E allora?

ENRICO - Sabrina mi vuoi sposare? (Sabrina finge uno scoppio di pianto). Cosa c'è? Sabrina?

SABRINA - (recitando) ...Non posso. Non posso.

ENRICO - Perché?

SABRINA - Io sono già sposata... Ho anche due bambini piccoli...

ENRICO - Cosa?

SABRINA - Non posso abbandonarli... Ecco perché ogni tanto vengo qui, in casa di mia cugina... (Fingendo di piangere) Scappo da quello squallore scappo...

ENRICO - Ma non mi avevi detto niente?

SABRINA - E come si fa a dire tutto questo in una settimana scusa.

ENRICO - Ci troviamo tutti i giorni qui io e te... Soli. E tu sei sposata?

SABRINA - (fatale) Io mio marito non lo amo più.

ENRICO - Non lo ami più?

SABRINA - Non l'ho mai amato. Anche lui non mi ama. Siamo stati vicini di casa quando eravamo piccoli. Amici d'infanzia credo...

ENRICO - Come credi?

SABRINA - ...E quando lui ha voluto sposarmi, io ho detto semplicemente "sì"... Ma è uno sbaglio sposare i ricordi... Uno sbaglio (piange e fingendo un gesto meccanico, apre il libro dei crimini per verificare la storia).

ENRICO - (risoluto) Allora devi lasciarlo tuo marito. Andremo a vivere insieme. Porta anche i tuoi bambini... Come si chiamano?

SABRINA - (sorpresa) Come si chiamano? (Cerca di leggere sul libro).

ENRICO - (afferrandola) Sì, sento di voler già bene anche a loro...

SABRINA - Vuoi già bene anche a loro? ...Ma sei sicuro?

ENRICO - Come si chiamano?

SABRINA - (guardando il libro che è lontano) Ma non lo so. Voglio dire, che c'importa... Siamo qui io e te. Soli. Enrico baciami... (Fa per baciarlo).

ENRICO - (scostandosi) No, prima dimmi come si chiamano i bambini.

SABRINA - (seccata. Buttandola lì) ...Alain e Bernard.

ENRICO - Alain e Bernard?

SABRINA - Sì, mio marito è francese... Come te... Come te... (Fa per baciarlo).

ENRICO - (fermandola) Come me? ...Come hai saputo che sono nato in Francia?

SABRINA - L'ho immaginato Henri...

ENRICO - (meravigliato) Incredibile, da piccolo mi chiamavano tutti Henri.

SABRINA - (fatale) Baciami.

ENRICO - Aspetta. Promettimi che verrai a vivere con me.

SABRINA - (passionale) Ci proverò Henri, ci proverò... Ma baciami (Lo abbraccia con passione cercando di baciarlo).

ENRICO - (le prende le braccia e l'allontana da sé. Poi la guarda). Adesso devo andare. Ti chiamo io domani.

SABRINA - Ma come? Henri devi sempre andare via...

ENRICO - Addio. (Esce).

SABRINA - ...Sul più bello. (Pausa. Poi togliendosi il foulard) Uffa.

(Buio. Al Buio si sentirà lo squillo di un telefono. Dopo poco salirà la luce. Vediamo la casa di Sabrina vuota. Il telefono continua a squillare. Entra da fuori Sabrina e di corsa va a sollevare la cornetta)

SABRINA - Pronto? (Entusiasta) ...Luciana. No, ero fuori... Benissimo! Esattamente come ti dicevo. Ha confessato tutto: è francese! Luciana sono così felice, vuole ammazzarmi! ...Sì che ne sono sicura. Ieri mi ha chiesto di sposarlo, tutto come nel libro... No, lui fa finta di niente, ma io so che lui sa che io so... E' come vivere in un giallo poliziesco: bellissimo! Non mi sono mai emozionata tanto. A proposito, mi devi fare una traduzione scritta di tutta la storia perché la devo studiare a memoria... Non sto peggiorando a vista d'occhio, è che ieri mi ha chiesto a bruciapelo come si chiamavano i miei figli, e io mi stavo tradendo. Per fortuna che poi mi è venuto in mente... Come "domani te la faccio", mi serve subito. Lo capisci o no che non posso correre di questi rischi? ...Appunto! Proprio perché il libro è qui. Vieni subito. Corri! (Attacca. Prende una mela e la morde voracemente).

(Buio. Musica anni '50. Sale la luce. Vediamo Enrico e Sabrina a casa di lei. Si tengono per mano, uno di fronte all'altro)

ENRICO - No, non voglio dirti niente di me. Ma non preoccuparti, ci sarà tempo vedrai. Dimmi invece, com'è andata con tuo marito?

SABRINA - (come una cantilena) Non vuole. Mio marito non vuole. Ha detto che non mi lascerà andare via... Nemmeno i bambini. (Fatale) Baciami Enrico, baciami!

ENRICO - (s'irrigidisce) Non ancora.

SABRINA - Ma perché? (Facendo la svenevole) Ho bisogno dei tuoi baci, Enrico... (Lui si scosta) Perché non vuoi baciarmi?

ENRICO - Ti ho detto di non farmi domande. Ti prego, non costringermi a farti del male... Ci sarà tempo per spiegare tutto, vedrai. Dimmi, cos'ha detto esattamente tuo marito?

SABRINA - (come ripetendo una lezione studiata a memoria) Dunque, ha detto che lui deve pensare all'azienda. Poi, che non vuole scandali... Insomma mi terrà fino alla morte, ecco, così ha detto.

ENRICO - Ti terrà fino alla morte? ...Peggio per tutti allora.

SABRINA - Perché, cosa vuoi fare? No! Non me lo dire...

ENRICO - Devo andare adesso. Ci vediamo domani.

SABRINA - Enrico... Vuoi usare la magia nera, vero?

ENRICO - (freddo) Domani sarò qui alla stessa ora. (Fa per uscire).

SABRINA - (fermandolo, eccitata) Mi ammazzerai, vero? No, voglio dire... Mi fai paura certe volte. Ma ti prego, pensa anche ai miei bambini. Non facciamoli soffrire. Stanotte li ho sognati, cioè li ho visti dormire, mi hanno fatto una tenerezza Enrico, (commossa) ma una tenerezza... Davvero...

ENRICO - Faremo il possibile per loro ...Preparati a partire. A domani.

SABRINA - Sono così piccoli Enrico... Non vuoi consolarmi un pochino? (Si mette in attesa plateale di un bacio).

ENRICO - (freddo) ...A domani. (Esce).

(Sabrina sbuffa, poi si scioglie. Si toglie un elemento dell'abbigliamento anni '50. Prende una mela. Si siede e la morde voracemente. Suona il telefono)

SABRINA - Oh Madonna, chi è adesso... (Al telefono con la bocca piena) Pronto... Sei tu... No, sto mangiando una mela. Sì sì va benissimo. A parte che non mi vuole baciare, tutto il resto procede secondo la storia. Solo che comincio a stufarmi, questa è sempre lì lì che piange, i figli piccoli, il marito cattolico, lui impenetrabile... Sai cosa stavo pensando? No, forse mi è venuta una buona idea ...Come sarebbe l'hai visto è bellissimo? Sei qua sotto? Ma sei venuta a spiare? Ma sei proprio... non lo so, ma scusa, ti ho detto che questa è una storia mia... Non me ne frega niente che volevi vederlo... Dai sali. (Attacca il telefono. Finisce d'impeto la mela. Si strucca. Suona il campanello. Guarda dallo spioncino. Apre. Entra Luciana) Luciana, sei una bella tipa, scusa...

LUCIANA - Dai, non rimproverarmi. Ero curiosa.

SABRINA - E chi se ne frega...

LUCIANA - Dai Sabrina...

SABRINA - (Pausa) Lasciamo perdere ...Ma ti piace davvero? E’ carino no? (Prende una mela e l'addenta con impeto).

LUCIANA - Un bel tipo, complimenti ...Sai che anch'io devo darti una notizia bomba? (Guarda il piatto pieno di torsoli di mela) Alla faccia, ma le mangi tutte tu ste mele?

SABRINA - (con la bocca piena) Sì, ne vuoi una?

LUCIANA - No grazie... Ma non ti faranno male?

SABRINA - (cattiva) Luciana cominci? No. Non mi fanno male, anzi. Mi aiutano. Da quando è iniziata questa storia con Enrico mi è venuta voglia di mele. C'è qualcosa di male? ...Dai spara sta notizia bomba. (Addenta la mela).

LUCIANA - Meno male che avevi trovato l'uomo giusto... Ma lo vedi come sei ridotta?

SABRINA - ...Hai ragione scusa, proprio di questo volevo parlarti. Ma dimmi prima tu, dai cosa ti è successo di bello?

LUCIANA - (entusiasta) Sto uscendo indovina con chi? Con Arnaldo.

SABRINA - (non afferrando) Con Arnaldo?

LUCIANA - Sì, Arnaldo. Abbiamo fatto amicizia... Mi ha invitata a casa sua per farmi conoscere sua madre.

SABRINA - E ci sei andata? Ma tu sei fuori...

LUCIANA - Invece è stata una sorpresa bellissima. Hanno una casa... Come dire, essenziale, senza fronzoli, austera...

SABRINA - (logica) Una sacrestia. Come casa tua insomma.

LUCIANA - (ridendo) E sua madre è una persona adorabile.

SABRINA - Senti, non ho voglia d'incazzarmi, poi ne parliamo con calma. Adesso mi hai già innervosita con la storia che eri sotto. Non ti sarai mica fatta vedere? No, perché lui è così permaloso...

LUCIANA - Mi credi scema?

SABRINA - No, ti sei messa ad uscire con il deficiente. Non si sa mai...

LUCIANA - Non mi sono fatta vedere va bene? E per favore da adesso non lo insulti più Arnaldo, d'accordo?

SABRINA - Ma ti piace sul serio?

LUCIANA - Questo non ti riguarda, sarebbe troppo complicato per te. Dai dimmi che idea t'è venuta prima al telefono.

SABRINA - ...No, stavo pensando che queste storie sugli sposati mi stancano. Sai che stanotte ho sognato tutto come se fosse vero? Non so, un'angoscia Luciana... Avevo due figli piccoli, poi quella specie di marito. Ma sai che nel sogno non mi sentivo di lasciarlo? Ti giuro, non so, mi sentivo legata al senso della famiglia, i bambini piccoli... Un incubo. Secondo me se uno ci crede a queste cose...

LUCIANA - Non è questione di crederci, carina queste cose ci sono.

SABRINA - Sì ma io oggi con Enrico stavo per piangere davvero...

LUCIANA - Appunto.

SABRINA - No, non hai capito bene: stavo per piangere senza fingere... Mi sentivo in crisi, non so. Ma mi ci vedi piangere per queste cose?

LUCIANA - Beh, io lo trovo un buon segno.

SABRINA - Ma cosa... Avevo un'angoscia... No no, io mi sono veramente stufata di fare la sposata. Non è per me... Ti pare?

LUCIANA - Ma tu lo sai che al mondo la maggioranza delle persone vive con queste angosce come le chiami tu? Io lo trovo un buon segno per te: ogni tanto dimostri di essere normale, in grado di capirla la sofferenza.

SABRINA - Hum, ecco che ritorna la santa. Certe volte mi sembri una suora. Scusami se te lo dico: sei una suora.

LUCIANA - Perché avresti qualcosa di male da dire sulle suore?

SABRINA - Luciana! ...Basta. Il fatto è che mi sono stancata della storia della sposata. Punto e basta.

LUCIANA - Di' pure che non ami i problemi...

SABRINA - Ecco, non amo i problemi, anzi, voglio fuggire dalle responsabilità, ti piace "fuggire dalle responsabilità"?

LUCIANA - Sì, ti suona bene.

SABRINA - E siccome voglio fuggire dalle responsabilità, sai cosa faccio? ...Dai Luciana, seriamente. Scusa, lui cerca di farmi fare la storia della sposata?

LUCIANA - Questo è tutto da dimostrare.

SABRINA - ...E io cerco di farlo diventare (s'imbroglia con l'inglese) George Jameson il medico della nave di "Starr Faithfull", insomma "la ragazza bella anche da morta"... Tanto una storia vale l’altra del tuo libro, no?

LUCIANA - "Starr Faithfull"? ...Quella che è stata trovata annegata sulla spiaggia di Long Beach?

SABRINA - Sì, beh, io mi faccio trovare annegata sulla spiaggia di Ostia. Capovolgo la situazione, l'America diventa l'Europa...

LUCIANA - Ascolta me invece, affrontalo Enrico, parlagli seriamente, da te stessa. Potresti avere delle sorprese.

SABRINA - Ma non ci penso neanche. Ci sei già tu ad affrontare le cose da te stessa ...Che poi ti ritrovi con Arnaldo. Una sorpresa della Madonna. (Accenna a ridere).

LUCIANA - Brava, continua pure a modo tuo. (Pausa). Guarda che "Starr Faithfull" si è suicidata per amore di un uomo. Non è un po' troppo per una che non vuole problemi?

SABRINA - Troppo? Secondo me è di gran classe invece. Una minaccia di suicidio ambientato negli anni '30, meglio di così... No, perché lui, come Enrico dico, mi piace, m'intriga...

LUCIANA - Eccola la parola magica: "m'intriga"!

SABRINA - ...Così domani quando viene per portarmi via... Ma dici che mi porterebbe davvero in Francia come dice il libro? Va beh, tanto questa storia non m'interessa più. Insomma io zac! "Starr Faithfull" No, la vedremo chi sarà la vittima e chi il carnefice, in questa storia, caro Enrico! (Addenta la mela).

LUCIANA - Questa storia finirà male, te lo dico io. (Sabrina addenta la mela) E smettila di mangiare quelle mele! (Sabrina addenta ancora la mela per dispetto).

(Buio. Sale una musica thrilling. Dopo poco la luce salirà. Vedremo Sabrina che finisce di sistemarsi con un abito scollato anni '30. Suona il campanello. Va ad aprire. Entra Enrico con una valigetta)

ENRICO - Eccomi... Sei pronta per partire?

SABRINA - Buongiorno, scusi ma lei chi cerca?

ENRICO - Sabrina... Non mi riconosci? Ma come ti sei vestita?

SABRINA - Ah, lei dev'essere il signor Giorgio, il medico di bordo delle navi Cunard, vero?

ENRICO - Ma...

SABRINA - Venga venga. (Lo fa accomodare) Sabrina mi ha parlato molto di lei, sono sua cugina Stella.

ENRICO - Sua cugina?

SABRINA - Sì, ci assomigliamo vero?

ENRICO - Ma Sabrina dov'è?

SABRINA - (Cercando di mandare messaggi) Sono qui, cioè io sono la cugina di Sabrina, Stella ...Non so se mi spiego, mi spiego? ...Scusi lei non è quel medico affascinante che viaggia sulle navi scintillanti fra l'Europa e l'America... Ha capito? E' lei o non è lei?

ENRICO - (dopo una breve esitazione) Sì sono io...

SABRINA - Ohh, ci siamo capiti.

ENRICO - Ma...

SABRINA - Nessun ma... L'aspettavo, si accomodi, posso offrirle qualcosa?

ENRICO - No, io veramente sono venuto solo per dirle... (Pausa. Poi con molta sicurezza. Recitando il ruolo di Giorgio, il medico di bordo) Che non deve più venirmi a trovare sulla nave.

SABRINA - (recitando la verità di Starr Faithfull) Giorgio... (Girandosi pudica) Mi sono solo nascosta tra i passeggeri.

ENRICO - E' proprio questo che ha fatto infuriare il capitano.

SABRINA - Ma io sono innamorata di lei, ferocemente, (avvicinandosi) delicatamente, perdutamente, Giorgio... (Fa per abbracciarlo).

ENRICO - (si allontana) In questo non posso aiutarla signorina.

SABRINA - Non sono abbastanza bella, vero? Eppure le offro la mia giovinezza, Giorgio, i miei desideri, la mia vita... O se preferisce, la mia carne... Cos'ha il mio corpo di tanto sbagliato... Al punto che lei lo respinge?

ENRICO - Non dica stupidaggini signorina. Lei è... Molto attraente, desiderabile. Ma questo non ha nulla a che vedere con il mio cuore, mi dispiace. La supplico di non venire più sulla nave. (Breve pausa) Questo è tutto. (Fa per uscire).

SABRINA - (fermandolo) Non ci rivedremo più Giorgio?

ENRICO - Dipende da lei signorina.

SABRINA - Ma in che modo? ...Mi ha vietato di venire sulla nave. Significa perderla per sempre... Lei non verrà mai più a cercarmi, vero?

ENRICO - (le dà un biglietto) Questo è tutto. Addio. (Fa per uscire).

SABRINA - Giorgio! ...E' solo un numero.

ENRICO - La mia casella postale... Potrà scrivermi sulla nave se lo desidera. E' tutto ciò che posso offrirle. Addio. (Esce).

(Sabrina, eccitata, controlla con l'orecchio sulla porta che lui si sia allontanato. Poi va euforica al telefono. Compone un numero)

SABRINA - (al telefono. Emozionata) Luciana! Tutto come dicevo io. No, subito è rimasto un po' perplesso, ma poi... è un appassionato di crimini, questa è la prova. Sono così felice ...Sì sì, il capitano, la nave, tutto come nel libro. Io? Avevo un'energia, mi sentivo così vera... Altro che la sposata. E' una storia perfetta, tutto finto, cioè come dire: vero ma finto, cerca di capirmi. Sapeva anche della casella postale, ho qui il numero. E adesso scatta la minaccia! Guarda che adesso mi devi aiutare... Come a cosa, a scrivere le tre lettere. E dobbiamo farle molto meglio di Starr Faithfull... Perché io lo voglio conquistare. Vedrai Luciana, lui non mi lascerà annegare nel mare di Ostia. Dai vieni, ti aspetto. (Attacca il telefono. Prende una mela e l'addenta) Ma che schifo... (La butta via).

(Buio. Musica. Dopo poco sale la luce. Vediamo Luciana in piedi su una sedia e Sabrina vestita come il quadro precedente, con l'abito scollato anni '30. Hanno scritto la prima lettera. Bevono tè. La musica sfumerà fino al silenzio)

LUCIANA - (affaticata. Scendendo dalla sedia) Ecco, la prima lettera è fatta. Ma vuoi andare davvero fino in fondo?

SABRINA - Perché hai qualche dubbio? Dai rileggi.

LUCIANA - Su di te no, ma lui? ...Dove vuole arrivare lui? Te lo sei mai chiesto? Non sai neanche chi è veramente.

SABRINA - Come non lo so, quello che uno fa è quello che uno è... Vedi che lo so? ...E lui è uno affascinante.

LUCIANA - Sì ma dov'è che vuole arrivare?

SABRINA - (Sbuffa) Tu ti preoccupi sempre di come vanno a finire le storie, e invece bisogna viverle senza chiedersi niente... Altrimenti, zac! Arnaldo. E hai chiuso. A proposito come va con lui?

LUCIANA - Ricominci con Arnaldo?

SABRINA - No no, per carità, dai rileggi...

LUCIANA - (risale sulla sedia) Dovresti chiedertelo dov'è che vuole arrivare, te lo consiglio...

SABRINA - (sbrigativa) Sì me lo chiederò. Dai rileggi ...Con partecipazione.

LUCIANA - (leggendo con partecipazione) "GIORGIO... MI RENDO CONTO DI ESSERMI COMPORTATA COME UNA LICEALE NASCONDENDOMI FRA I PASSEGGERI DURANTE LA FESTA DI ATTRACCO. VOLEVO SEMPLICEMENTE RIASSAPORARE LE ATMOSFERE DEI TRANSATLANTICI: PALAZZI SCINTILLANTI NEL CREPUSCOLO BLU, RICOLMI DI RISATE, DI GENTE FELICE, COME LO SONO STATA IO UNA VOLTA, PRIMA DI DIVENTARE POVERA... NON PENSAVO D’INCONTRARE LEI E INNAMORARMI PERDUTAMENTE... MI COMPRENDA E MI PERDONI... STARR FAITHFULL. (Scendendo dalla sedia) Beh, quasi uguale all'originale, no?

SABRINA - (sognante) Sì Bella... "Palazzi scintillanti nel crepuscolo blu, ricolmi di risate, di gente felice, come lo sono stata io una volta...". Che bello Luciana... Era in gamba questa ragazza.

LUCIANA - Senti ma, devi rimanere per forza con quel vestito?

SABRINA - (se lo guarda) Sì, mi piace. Sai che stamattina mentre lo mettevo, mi sono immaginata di sentirmi di colpo poverissima come è successo a lei ...Come se noi non potessimo più fare i nostri viaggi, ti ricordi la Scozia?

LUCIANA - Un viaggio bellissimo. Certo che mi ricordo la Scozia.

SABRINA - ...Quegli alberghi sperduti nel verde, le cornamuse, le nuvole, i castelli, i laghi, il sole a mezzanotte...

LUCIANA - (polemica) Non era mezzanotte, erano le 10 e mezza di sera.

SABRINA - ...Pensa Luciana, se non potessimo tornarci mai più. (Commossa) Mai più... (Piange).

LUCIANA - Ma... (Rincuorandola) Sabrina?

(Suono di una cornamusa. Buio. La musica salirà. Dopo poco: luce. Vediamo Luciana in piedi su una sedia e Sabrina seduta che bevono whisky. Hanno scritto la seconda lettera. Sabrina ha un altro abito scollato anni '30 con accessori che precisano lo stile: una collana, delle piume. La vediamo tesa, forse ubriaca. La cornamusa sfumerà fino al silenzio)

LUCIANA - (affaticata, scendendo dalla sedia) E anche la seconda lettera è finita.

SABRINA - Rileggi un po'.

LUCIANA - (a malincuore risale sulla sedia. Leggendo la lettera) "ME NE VADO ADESSO... (Suona il telefono).

SABRINA - (si affretta. Al telefono) Pronto? ...Un momento. (Lascia la cornetta. Con disprezzo, a Luciana) "Arnaldo".

LUCIANA - (al telefono) Pronto... No, non abbiamo ancora finito ma manca poco... Sì ti richiamo io, oppure no, guarda passo io da te... Sì dai facciamo così, a dopo. Ciao. (Attacca).

SABRINA - (cattiva) Senti scusa, non puoi farti chiamare al tuo telefonino?

LUCIANA - Perché, ti scoccia ricevere le telefonate di Arnaldo?

SABRINA - Sì! Mi scoccia ricevere le telefonate di Arnaldo. Perché è un peccato mortale? Andrò all'inferno? Sarò dannata per l'eternità?

LUCIANA - Ma di' che sei rimasta delusa perché non era Enrico, così ti eviti le stronzate!

SABRINA - Rileggi per favore.

LUCIANA - (risalendo sulla sedia) E' meglio. (Leggendo la lettera. Sabrina continuerà a bere whisky) " GIORGIO, NON VERRA’ PIU’ A TROVARMI, VERO? ...ECCO PERCHE’ HO DECISO D’ANDARMENE. ANDRO’ A SCRIVERE LA PAROLA FINE SULLA MIA INUTILE ESISTENZA. IO SONO PAZZA DI LEI GIORGIO, BEVO E MI DROGO PER ATTENUARE I SENTIMENTI... MA SONO ANSIOSA DI MORIRE ADESSO CHE LA DECISIONE E' PRESA. LA MEZZ'ORA CHE PRECEDERA’ LA MIA MORTE, SARA' SEMPLICEMENTE BEATA... STELLA". (A Sabrina scendendo dalla sedia) Senti la finisci di bere? Sono le undici di mattina e non hai fatto altro che bere... Di' un po', ma non è che ti stai anche drogando?

SABRINA - Ma non dire cazzate. (Riferendosi alla lettera) Va bene no?

LUCIANA - Sì, bene...

SABRINA - (dando via libera ai sentimenti) Luciana... Sai che non posso più vivere senza di lui? Non posso più... Porca miseria (beve).

LUCIANA - Questo si era capito. Finiscila di bere... (Le toglie il bicchiere).

SABRINA - (piangendo) ...Lui non si fa più vivo, non si farà mai più vedere. E mi dispiace... Sono proprio una cretina. Ma cosa ci posso fare. Mi sono innamorata, vero?

LUCIANA - Beh direi proprio di sì...

SABRINA - Sono proprio una scema. Ma ti pare che io m'innamoro in una situazione del genere?

LUCIANA - E’ quello che volevi, no? Non volevi innamorarti?

SABRINA - Sì ma... Non lo so, così non è da me, sto male...

LUCIANA - Dai calmati adesso, sto qui con te io, va bene? Vedrai che troviamo una soluzione. Telefono solo ad Arnaldo. (Va al telefono).

SABRINA - (piangendo) Ma usa il tuo telefonino, no? Se ti ho detto che mi scoccia quando parli con lui dal mio telefono, ma scusa... Sei una bella tipa porca miseria...

LUCIANA - (sbuffando prende il suo telefonino. Mentre fa il numero Sabrina cerca di bere. Lei glielo impedisce) Metti su una musica, fa qualcosa, vedrai che troviamo una soluzione, smettila solo di bere! ...Toh, mangiati una mela. (Gliela porge).

SABRINA - (come un capriccio) No! Mi fanno schifo le mele adesso! (La butta via).

LUCIANA - E allora metti su una musica! (Rifà il numero mentre la controlla mettere su una musica. Quando Luciana al telefonino dice:) Pronto Arnaldo? (Si sente la musica di "Via col vento") Senti, non posso più venire da te, poi ti spiego... (Sabrina guarda Luciana al telefonino che parla con Arnaldo, invidiosa).

(Buio. Sale la musica. Dopo poco: luce. Vediamo Luciana e Sabrina che bevono whisky. La casa ha segni di bivacchi notturni. Entrambe sono tese. Entrambe vestono abiti anni '30 lacerati. Entrambe sono ubriache. La musica di "Via col vento" si attenuerà un poco)

LUCIANA - (a Sabrina. Come un brindisi. Recitando compiaciuta) Domani, lo conquisterai domani. Domani è un altro giorno!

SABRINA - (recitando compiaciuta) Sì, domani! (Bevono. Poi Sabrina va un po' barcollando a togliere la musica. Ride. Pausa. Seriamente). Io vado... (Fa per uscire).

LUCIANA - (la ferma goffamente ma con determinazione) Dove vai!

SABRINA - Vado a cercarlo... (Cerca di liberarsi).

LUCIANA - (fermandola) No! Deve venire lui.

SABRINA - (rassegnandosi) Non ne posso più... Luciana. Sono giorni che sto marcendo in questa casa. Non dormo più. Rido. Piango. Ma perché? Luciana perché? Lui è fuori di qua... Potrei uscire... Incontrarlo... Magari per caso...

LUCIANA - No, è qui che deve succedere tutto: lui sa che sei qua. Devi resistere... Resisteremo.

SABRINA - Ma perché? Perché?

LUCIANA - (isterica) Te l'ho appena detto il perché!

SABRINA - Sì, ma perché? ...Almeno prima, quando ero sposata, avevo i miei bambini, i miei piccolini... Potevo voler bene a qualcosa, ma adesso? ...I bambini, anche un marito crudele, sono molto meglio di questa situazione "impotente", questo "niente di compiuto" che mi sta uccidendo...

LUCIANA - Brava! Brava Sabrina, adesso sei carica abbastanza, (prende carta e penna) forza, facciamo l'ultima lettera. Improvvisa mi raccomando, come adesso! Tutta farina del tuo sacco! ...Vediamo se stavolta non viene qua di corsa. Dai! (Sale sulla sedia. E' pronta per scrivere). Non perdere la concentrazione.

SABRINA - (con gli occhi chiusi, cercando di non perdere la concentrazione. Sale in piedi anche lei su di una sedia) Sì sì... Sei pronta tu?

LUCIANA - Prontissima!

SABRINA - (dettando concentrata. Con gli occhi chiusi) - MI SONO DECISA A SEGUIRE FINO IN FONDO "QUESTA COSA"... -. Questa cosa fra virgolette. - MA SONO TANTO PREOCCUPATA DI POTER ESSERE BLOCCATA ALL'ULTIMO MOMENTO -. No, togli bloccata, metti "ostacolata" - OSTACOLATA ALL'ULTIMO MOMENTO. SE SI VUOLE COMPIERE UN OMICIDIO SI DEVE AVER LA TESTA BEN SULLE SPALLE. -.

LUCIANA - Aspetta... Vai troppo in fretta (Finisce di scrivere). "Si deve aver la testa ben sulle spalle...".

SABRINA - Fatto? (Luciana fa sì con la testa) - E' LA STESSA COSA CON IL SUICIDIO -.

LUCIANA - Così, vai!

SABRINA - Vogliamo rileggere?

LUCIANA - No no, va bene.

SABRINA - Scrivi... (Chiude gli occhi) - SE NON STO ATTENTA MI SVEGLIERO' NEL REPARTO NEUROLOGICO - No, cancella "neurologico" metti "psicopatico" - NEL REPARTO PSICOPATICO. MA HO INTENZIONE DI STARE MOLTO ATTENTA PER RAGGIUNGERE IL MIO SCOPO -, hai scritto?

LUCIANA - "...Raggiungere il mio scopo".

SABRINA - No no, metti: - RAGGIUNGERE IL MIO FINE QUESTA VOLTA -.

LUCIANA - "...Questa volta".

SABRINA - Virgola - VOGLIO L'OBLIO! ASSAGGERO' CON CALMA I PIACERI DELLA MORTE. AMO MANGIARE E MI PROMETTO UN PASTO GRANDIOSO SENZA PREOCCUPARMI DI INGRASSARE... -.

LUCIANA - (contrariata) No no, rimani "alta", rimani "alta".

SABRINA - - BERRO' LENTAMENTE, GODENDO OGNI PICCOLO SECONDO. GODRO' ANCHE LA MIA ULTIMA SIGARETTA -.

LUCIANA - Ingelosiscilo!

SABRINA - - NON MI PREOCCUPERO' SE GLI UOMINI CERCHERANNO DI FERMARMI PER STRADA. ANZI, LI INCORAGGERO'... LI INCORAGGERO' CHIUNQUE ESSI SIANO -.

LUCIANA - Benissimo, adesso struggente, e concludi!

SABRINA - - TEMO... -.

LUCIANA - Struggente Sabrina!

SABRINA - - TEMO DI AVERTI SEMPRE VOLUTO BENE! -. Punto esclamativo. Fine. Rileggi.

LUCIANA - (scendendo dalla sedia) No no, va benissimo. Scrivila in bella e la spediamo.

SABRINA - No, aspetta, manca qualcosa, scrivi... (Luciana risale sulla sedia) - GIORGIO, NON CI SONO PAROLE PER DESCRIVERE I SENTIMENTI CHE PROVO. AMARE, ADORARE, VENERARE, SONO DIVENTATE SENZA SIGNIFICATO IN QUESTA IMPOTENZA. IN QUESTO "NIENTE DI COMPIUTO" CHE MI STA UCCIDENDO... -. Puntini puntini puntini. - STELLA -.

LUCIANA - (scendendo dalla sedia) Grande, brava, ci voleva! (Sabrina si siede esausta. Beve) Dai, non bere più. (Squilla il telefonino di Luciana. Al telefono) Pronto? ...Arnaldo! Dimmi (Sabrina commenta polemicamente a gesti) ...No, è che ho dovuto stare un po' di più con Sabrina.

SABRINA - (sottovoce) Non dirgli niente!

LUCIANA - ...Sei qua sotto? Che sorpresa.

SABRINA - (polemicamente. Sottovoce) Un altro spione!

LUCIANA - (a Sabrina) Schhht... (Al telefono) Sì scendo, ma solo un attimo però, devo tornare subito su... No infatti, non abbiamo ancora finito. Sì eccomi. (Attacca).

SABRINA - (ubriaca) Ma vacci pure per tutta la vita... Non tornare più, vivitela sta storia con il tuo Arnaldino... Con il tuo "innamoratino".

LUCIANA - (si cambia il vestito anni '30) Senti, io scendo giù. Torno subito. Tu cerca di stare tranquilla (fa per uscire).

SABRINA - Luciana... Torna subito per favore...

LUCIANA - Sì torno subito, tu scrivila per bene, in bella copia la lettera. Sei cotta da far paura. (Esce).

SABRINA - Luciana! (Luciana esce. Sabrina prende la lettera. Legge alcune righe. Si mette a ricopiare. Dopo un po' suona il campanello. Si agita. Va ad aprire. Esita. Suona il campanello. Apre) ...Giorgio!

ENRICO - (entrando) La nave è ripartita senza di me questa volta. (Le dà due lettere) Sono le tue lettere Stella, buttale via, non servono più. Eccomi qua.

SABRINA - Giorgio... (Lo abbraccia).

ENRICO - Sei davvero innamorata di me?

SABRINA - Sì...

ENRICO - Ne sei sicura?

SABRINA - Sì...

ENRICO - Cosa ti piace di me?

SABRINA - I tuoi capelli, i tuoi baffi, la tua voce... Tutto...

ENRICO - (scostandola dolcemente) Ma io non sono Giorgio...

SABRINA - Enrico... E' di te che sono innamorata.

ENRICO - Ah sì? Allora parlerai con tuo marito?

SABRINA - Sì...

ENRICO - Porterai i tuoi bambini con te?

SABRINA - Sì...

ENRICO - (Togliendosi i baffi) ...Ma non sono neppure Enrico. Io non esisto. (Si toglie la parrucca).

SABRINA - (con stupore. Turbata) Luciana! ...Sei tu!

LUCIANA - (tutto d’un fiato, senza dare importanza alle parole, con un senso di liberazione, come fosse lo sfogo di una persona sconfitta). L'uomo che tu cerchi non esiste... Il mondo che tu vivi non esiste... La vita non è una burletta da villaggio turistico come la intendi tu. E’ una cosa importante, che merita il coraggio di essere affrontata in punta di piedi. Senza i protagonismi d’allevamento che ti affascinano tanto. (La luce comincia a calare molto lentamente, anche il sipario inizierà a chiudersi prima del tempo, come se le attrezzature sceniche volessero interrompere questa battuta). Ecco perché non c’è amore. (Pausa). Perché non abbiamo più anima, siamo solo corpo. Il mondo è malato di mancanza d’amore e di anima. Non c’è più tempo di sognare. C’è solo il tempo per fingere. Non c’è più tempo per fermarsi a riflettere sul senso di quello che si fa. Sembra che abbiamo occhi incapaci di guardare oltre la realtà materiale. Abbiamo paura di quello che troveremmo togliendoci di dosso le cose che non ci appartengono. Abbiamo paura di andare a scavare nel profondo della nostra identità. Ma per farlo non servono poteri soprannaturali. Basta poco. Basta l’amore. Solo con l’amore vediamo negli altri l’immagine dell’anima. Perché l’amore riguarda proprio la parte più intima di noi stessi. Da dove nasce la capacità di provare amore. Ecco il confine su cui stiamo morendo: anima o corpo? Essere o apparire? Finché il nostro corpo e il suo apparire non saranno la nostra anima, il nostro essere, continueremo a morire della nostra incompiutezza. (Sale una musica lontana) Aiutami. Aiuto. Aiutami. Quando fissiamo la nostra immagine nello specchio, ci sentiamo belle. Ma chi siamo noi? Aiutami. Io adoro il mio viso e i suoi tratti "gentili", i miei capelli neri. Nei miei pensieri amo definirmi concreta. Ed è questo l’ideale di bellezza a cui aspiro. Perché corrisponde all’immagine interiore che ho di me. Ma può davvero il nostro corpo esprimere tutto questo, quello che sentiamo di essere? Aiutami. Quella che chiamo "Luciana", è riferita anche al mio corpo e alla mia immagine? E se avessi un altro aspetto, sarei sempre io? (Inizia a chiudersi il sipario) Che rapporto c’è tra quello che io chiamo "Luciana" e quella cosa impalpabile che chiamo anima? Domande, ecco di cosa abbiamo bisogno. Aiutami. Per ricominciare... Aiuto. Ad amare... Aiutami, aiuto, aiutami.

(Il sipario è chiuso. La musica sale al massimo).

- F I N E -

Note: - Il personaggio di Luciana, può anche essere costruito su una sua presunta omosessualità, ma mai deve apparire evidente e/o provata.

- Il personaggio di Sabrina, può avere una calibrata crescita di maturità che si rende a mano a mano evidente nella finzione delle sue recite per amore, dove può arrivare ad immedesimarsi fino alla realtà di quei personaggi, dando il senso di diventare vera solo nella finzione.

(Perugia 5 Aprile 1999)