Al di là dell’aldilà

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Al di là dell'aldilà

di

Anna Mauro


Dedicata a tutti i miei allievi che hanno rappresentato la prima nazionale…
A Sonia e Giuseppe Reina ( i miei figli)
Francesco e Chiara Rotolo
Dario Allegra
Irene Salvo
Flavio ed Elvira Li Vigni
Paola ed Elena Di Benedetto
Valentina Gebbia
Sarah e Giulio Di Benedetto
Giovanno Lo Curto
Marco Bertazzi
Dario Spada
Giovanni Vesco
Gabriele e Luigi Impresario
Francesca, Cristian e Anna Maria Leto
Ornella e Cristina Pullara
Dario Pugliese
Marcello Russo
Tiziana Martorana.

…e a mio marito, Aldo Reina , che ha composto le musiche della commedia.



PERSONAGGI

LUCIANA ANIMA CARNALE
CANDIDO ANIMA SMEMORATA

STRARIPANGELO GELTRUDE 
MEGAANGELO CUNEGONDA ANGELI CONPONENTI
ARCANGELO EPAMINONDA IL CONSIGLIO SUPERIORE
BEATOANGELO SIGISMONDA
STIZZOSOANGELO GIASMONDA

DIRETTORE ORCHESTANGELO
GORGHEGGIANGELO GAUDENZIA
SBRAITANGELO ZACCARIA ANGELI MUSICISTI
TROMBANGELO BASILIO
TROMBANGELO SATURNINO

ELVIS E PATRICIA ANGELI DI NAZIONALITA’INGLESE
TEODORO ANGELO DI NAZIONALITA’RUMENA
HASSAN ANGELO DI NAZIONALITA’ARABA

CATASTROFICANGELO LEONZIO
EMERENZIANA
ROSMUNDA ALTRI ANGELI
VERDIANA
POLICARPO
EUFRASIA

FEDERICA SORELLA DI LUCIANA
SARA BIMBA ADOTTATA
MARCELLA MAESTRA

MATTIA
MAURIZIO
VALERIA AMICI DI FEDERICA
FABIO 
LOREDANA
FULVIO


SIPARIO

La scena è illuminata da un fioco raggio di luce bianca che va a posarsi su una croce bianca, seminascosta da mazzi di fiori bianchi.
I personaggi del primo atto sono due bambini: CANDIDO e LUCIANA.
CANDIDO, che all’apertura del sipario è seduto accanto alla croce bianca, dovrà apparire come un essere amorfo, asessuato. Avrà un tono di voce pacaro, rassegnato e, grazie ad una tuta nera che lo coprirà dal collo ai polsi ed alle caviglie, renderà visibile al pubblico soltanto il viso, le mani e i piedi. nudi.
LUCIANA, invece, sprigionerà vitalità da tutti i pori: dai gesti, dalla voce e soprattutto dagli occhi. Il suo corpo sarà irrequieto, nervoso, ben delineato, in netto contrasto con quello del compagno di scena.

Si ode la voce di LUCIANA proveniente dalle quinte.
LUCIANA
ma... ma in che razza di baule sono stata rinchiusa?


CANDIDO
non è un baule. è una cassa da morto.
LUCIANA
E chi è quel deficiente che mi ci ha rinchiuso dentro ? Bell’intelligenza. Se lo pesco a quel pezzo di fetente... 
Ma poi che buio che c’è... Non si vede un bel niente... Ma che è sta croce... Dove sono ?
CANDIDO
Sei nel cimitero. Nella tua tomba di famiglia:
LUCIANA
(colta da brividi di paura)
Brrr ! Vero è che mi piace l’orrore, ma ritrovarmi morta no, eh!, proprio no.
Su belle guanciotte, dammi un bel pizzicottone:
Domani dovrò andare alla gita con Valerio. Guai se non dovessi svegliarmi... Quella carogna e giuda di Lucia lo insidierebbe.
Non ho tempo da perdere... in un cimitero poi !


CANDIDO
(dal suo volto non trapela nessuna emozione, i suo occhi sono fissi nel vuoto)
Non puoi svegliarti perché il tuo non è un sogno. E il domani della tua gita forse è già passato.
Ho visto il tuo funerale.
LUCIANA
(sfottendolo)
Bella storia questa del mio funerale... sembra quasi vera.
CANDIDO 
E’ vera.
LUCIANA
(urtata)
ma pensi veramente, mostriciattolo con testa e mani, che un morto possa sentirsi sballottato fra le pareti di una cassa da morto. Io si che potevo... e che potessi urlare a squarciagola perché sentivo il pianto e lo strazio di mamma e papà, eh ?
Anche quando mi avrebbero sentito.
CANDIDO
(imperturbabile)
Nessuno poteva...
LUCIANA
(scocciato)
Ma lo sai che sei proprio un uccellaccio del malaugurio? Un menagramo? Mah, fortuna che sono riuscita a liberarmi. Ciao, eh? E salutami gli altri zombi... sogno o non sogno, uscirò da qui.
CANDIDO
Non potrai varcare il cancello. Non potrai andare da nessuna parte prima dell’arrivo dell’arcobaleno.
LUCIANA
Ma che sei impazzito? Guarda che io posso correre, posso saltare, posso cantare, urlareee. Ciaoo...
(comincia a correre verso le quinte, ma è come se venisse respinto da folate di vento)
CANDIDO
Ormai sei un’anima. E’ questo il motivo per cui nessuno ti sentiva quando urlavi... Io solo, perché anima anch’io, posso sentirti e vederti.

LUCIANA
Ma per essere un’anima ti dico che devo aver smesso di vivere. Ci deve essere un errore. Tutto questo è impossibile. 

CANDIDO
L’impossibile qui dentro non esiste. Concentrati sull’ultimo gesto che hai fatto prima di ritrovarti qui. Cerca di ricordare... Tu ancora puoi.
LUCIANA
(siede con la testa tra le mani in uno sforzo di notevole concentrazione)
E’ notte... Ho ancora la febbre alta... L’aspirina non è servita a nulla... Devo fare necessariamente qualcosa per guarire in fretta e potere andare alla gita... Mi alzo per fare pipì... Tutti dormono... L’armadietto dei medicinali è lì, a portata di mano... Lo apro... Cerco le compresse che usa mio padre quando ha l’influenza e deve per forza andare a lavorare. Eccole, quattro dovrebbero bastare... Come sono grandi... Non riuscirei 
ad ingerirle tutt’ e quattro insieme... Allora una alla volta e domani sarò guarita... E una... E due... E tre... E... Non ricordo altro ...
(preso dal panico)
Ma allora mi sono avvelenata. AIUTO ! 

(ricomincia a correre da una parte all’altra del palcoscenico e ne viene sempre, inesorabilmente, respinta)
AIUTATEMI ! SONO QUI !
(piange disperatamente)

CANDIDO
E’ tutto inutile. Sei un’anima.
LUCIANA
Ma un’anima è fatta d’aria. Me l’ha detto la catechista:
CANDIDO
Lo sei.
LUCIANA
Ah si? E allora perché non posso uscire da qui e non divento un tutt’uno con queste folate di vento che mi respingono? ecco che ti sei dato la zappa sui piedi.
CANDIDO
Non potrai. Non prima dell’arrivo dell’arcobaleno. Fuori da qui c’è una condensa che non puoi superare.
LUCIANA
Ma tu come fai a sapere tutte queste cose?
Come ti chiami?
CANDIDO
Non me lo ricordo.
LUCIANA
Ma com’è possibile dimenticare il proprio nome... Posso capire che dimentichi gli affluenti del po, il terzo imperatore romano e tutte quelle 

cavolate che ti fanno studiare a scuola, ma il tuo nome no... quello no... il tuo nome sei tu.
CANDIDO
Anche tu lo dimenticherai, non illuderti. E anche quello dei tuoi genitori, della tua maestra, dei tuoi compagni, e i loro lineamenti si dissolveranno a poco a poco nella tua mente.
LUCIANA
E invece ti sbagli. Sapessi che bella memoria che ho... io recito io... io faccio teatro io. La esercito tutti i giorni la mia memoria; e continuerò ad esercitarla qui, alla faccia tua. A costo di finire all’inferno.

CANDIDO
Non dirlo.
LUCIANA
(rapito)
Sapessi quant’è bella la mia mamma.
Si chiama Giovanna. Il suo viso è talmente impresso nella mia memoria che potrei persino toccarlo. Certo è un po’ fissata... è sempre a dieta... una fetta biscottata al mattino, due uova sode a pranzo e una bistecca a cena. Si reputa un elefante... e invece è così snella. Ascolta... ascolta... ricordo 
anche la sua data di nascita: 9 agosto 1956. Segno zodiacale Leone,,, Vedi? Io non perderò mai la mia memoria. E mio padre... il mio paparino stressatino, sempre indaffarato, sempre impegnato, ma così tenero con la sua famiglia.
CANDIDO
Come si chiama?
LUCIANA
Giampiero... speravi che non me lo ricordassi più, vero? Io non sono come te. Ma quante volte te lo devo dire? Giampiero, ed è 
nato a Torino il 15 aprile 1950: Ed è un ariete. E la domenica ci porta sempre fuori, in campagna, al cinema, ai giardini.
CANDIDO
A te e a tua madre?
LUCIANA
A me, a mia madre e a mia sorella Federica. Sapessi come andiamo d’accordo io e lei. Giochiamo sempre insieme. Ogni tanto litighiamo. Ma sono solo nuvole passeggere. Mi capisci, vero?
CANDIDO
Non so se posso. Non ricordo nulla. Ormai aspetto soltanto l’arcobaleno che ci porterà via di qui.

LUCIANA
Ma tu come fai a sapere di questo fantomatico arcobaleno... Qui non c’è nessuno. Non c’è niente. Solo noi.
CANDIDO
Poco prima che arrivassi tu, tanti adulti hanno raggiunto la meta. E’ passata una stella cadente e li ha portati con sé. Prima che qualcuno perdesse completamente la memoria raccontava agli altri ciò che aveva sentito da altri.
LUCIANA
Raccontava agli altri ciò che aveva sentito da altri. Sembra uno scioglilingua, una catena di sant’antonio, ma dimmi un po’...quelli che hai visto, quelli, i grandi, erano tutti sfatti come te? Così, senza verve?
CANDIDO
Tutti.
LUCIANA
Perché tu, più che un’anima, sembri un corpo senza spirito. Dì, erano tutti così come te?
CANDIDO
Tutti.
LUCIANA
Ne sei sicuro?
CANDIDO
Sicuro.
LUCIANA
(pensierosa)
Hai visto forse qualcuno arrabbiato, qualcuno incavolato, oppure triste o allegro o, che so io, terrorizzato?
CANDIDO
Nessuno.
LUCIANA
(rincuorata)
Lo vedi? Ci deve essere uno sbaglio. Io provo emozioni, sentimenti. Sono diverso da tutte le anime come te. Per un semplice motivo: io non sono un’anima.
CANDIDO
Si che lo sei.
Prova a fissare il sole: potrai guardarlo senza accecarti.
LUCIANA
Bleffi... Ora c’è buio fitto e non posso, sicuramente domani pioverà...
CANDIDO
Potrai sederti sulle pale dei fichidindia senza pungerti.

LUCIANA
Balle! Dove sono queste pale di fichidindia qui dentro.
Eh? Così tanto per provare.
CANDIDO
Prova a calpestare quel fiore. Schiaccialo e vedrai.
LUCIANA
(calpesta il fiore)
Santo cielo. E’ come se non pesassi neppure un grammo. Il fiore è intatto.
CANDIDO
Ormai sei impalpabile, cerca di convincerti.
LUCIANA
Si, d’accordo, comunque ci deve essere uno sbaglio: Io sarò sparito, ma la mia sostanza è sempre quella. Appena verranno a prenderci, spiegherò tutto: dovranno ridarmi il mio corpo... prima che si troppo tardi.
CANDIDO
Non potranno, nessuno risorge.
LUCIANA
... dove pensi che ti porteranno?
CANDIDO
(con tono scontato)
In paradiso:
LUCIANA
Bum! in paradiso. Non ricordi il tuo nome e pensi di essere stato talmente buono da potere andare in paradiso.
CANDIDO
Tutti i bimbi ci vanno.
LUCIANA
Si, tutti! I bambini arabi, quelli di Hallah, per intenderci, che vanno in paradiso? I bambini non battezzati o figli di atei, che vanno in paradiso? O quelli che non andavano a messa la domenica, che fa, ci vanno secondo te?
CANDIDO
Si.
LUCIANA
Si, va bè... a proposito, forse non te lo ricordi, lo sai che ti faranno il processo?
CANDIDO
Si.
LUCIANA
Si, si, tutto è certezza per te nell’incertezza... E dimmi un po’... come farai a discolparti di episodi che non ricordi neppure. 
Potranno bleffare come e quando vogliono... e ammesso e non concesso tutto ciò, sei contento, sei felice di dovere andare in paradiso?
CANDIDO
Sicuro.
LUCIANA
E già, tu si che potrai essere felice. In fondo, cosa ricordi di te? Nulla. Sei qui, circondato da tombe, da fiori, da croci, avvolto dalle tenebre senza altra compagnia che quella della mia disperazione. Guarda un po’ per adesso. Prova almeno per un attimo a metterti nei miei panni. Io ho appena lasciato una madre adorabile, un padre affettuoso, una sorellina dolcissima, eppoi i miei compagni, la mia maestra, i miei amici, che mi volevano un bene grande così: potrò mai essere felice, io? Il mio pensiero non potrà mai staccarsi da tutto ciò che ho amato sulla terra e che continuerò ad amare. Il mio cuore resterà qui, fra le mie cose: fra i miei giocattoli, nel mio giardino, nella mia scuola. Perché niente sarà più bello della mia infanzia, niente più entusiasmante dei miei giochi, niente più avventuroso delle mie monellerie: Nulla potrà ridarmi il calore della mia famiglia. Come potrò essere felice, io? ... certo, tu lo sarai, e tutti coloro che come te hanno perduto la memoria. Ma chi, come me, questa benedetta memoria se la ritrova ancora? Che fa, dì, che fa?
A ben ripensarci, qualche eccezione ci sarebbe. Forse un figlio di genitori divorziati, stufo marcio di essere la preda e l’oggetto conteso della madre e del padre, come il mio compagno Luca, per esempio, che sta lì in classe tutto il giorno a rosicchiare unghie e a piagnucolare e a dire che se potesse mantenersi, scapperebbe di casa. Lui si che sarebbe felice. Oppure un handicappato, uno di quei bambini che non ha mai conosciuto di correre a perdifiato sul bagnasciuga di una spiaggia, di rotolarsi su un prato fiorito, di lanciarsi su un sacco di spazzatura dalla cima di una montagna innevata... 
oppure un bambino povero, uno di quelli scarmigliati e sudici, con i geloni ai piedi, costretto a lavorare dalla mattina alla sera, divorato dalla fame e dal freddo, che sulla terra ha avuto per amici soltanto la miseria, 
la tristezza e la fatica. Un bambino che non ha mai provato cosa significa addobbare un albero di natale, aprire dei doni, spegnere le candeline per un suo compleanno, ricevere il bacio della buonanotte, avere rimboccate le coperte. Allora si che il cambio del certo per l’incerto non può che essere vantaggioso. Nonostante la perdita del proprio corpo, nonostante il persistere della memoria, nonostante tutto. Ma io? Io avevo tutto ciò che si potesse desiderare dalla vita, scoppiavo di salute, perché proprio io son dovuto morire? E adesso la mia vita mi appare mito, leggenda, favola, desiderio irrealizzabile, sogno inavverabile, meta irraggiungibile . E’ finita... per sempre, per sempre.


CANDIDO
Cerca di avere pazienza. A poco a poco dimenticherai. Ci vuole tempo...

(la scena piomba nel silenzio per una decina di secondi; successivamente dalle quinte farà capolino un angelo, gorgheggiangelo Gaudenzia, e la scena verrà fortemente illuminata)
gaudenzia
(rivolta alle due anime)
Vieni qui
giochiamo con le nuvole
toccami
lo senti com’è strano
eterei e leggeri
invisibili e presenti
il tempo non ci sfiora
l’aldilà è la nostra realtà
sali su
volteggia su nel cielo blu
scivola
che non potrai cadere
in alto più in alto
e poi ancora su
il tempo non ci sfiora
l’aldilà è la nostra realtà
lacrime e sorrisi
ricordi senza età
giochi e fantasia
magia senza segreti
è il nostro mondo
senti che ‘bello
è vero
non essere incerto
lasciati prendere
odori e sensazioni
colmi di energia
anime presenti 
sguardi trasparenti
è il nostro mondo
senti che ‘bello
è vero
non essere incerto
lasciati prendere

(a LUCIANA, che appare ancora riluttante)
Vieni qui
giochiamo con le nuvole
toccami
lo senti com’è strano
sali su
volteggia su nel cielo blu
scivola 
che non potrai cadere
in alto più in alto
e poi ancora su
il tempo non ci sfiora
l’aldilà è la nostra realtà

S I P A R I O


A T T O S E C O N D O

S I P A R I O

In Paradiso.
Fondale celeste con nuvole sparse. Tanti Angeli, tutti con parrucca di riccioli biondi, tunica e ali, giocano da una parte all’altra della scena con una nuvola. Il Consiglio Superiore degli Angeli tifa sul ritmo di ale-oo utilizzando la parola alle-luia. Il gioco deve essere strutturato in modo tale da non dovere determinare la supremazia di una delle due squadre: nessuno dovrà vincere. Ma tutti daranno l’impressione di divertirsi moltissimo.

Simplicio
Punto.
Cunegonda 
10692 a10691
consiglio degli angeli
Alle-luia alle-luia alle-luia alle-luia
Simplicio
punto


Gertrude
10692 a 10692
Basilio
(suona la tromba)
Break. Stop. Fine primo tempo.
Saturnino
Fratelli, intoniamo tutti insieme l’inno.
(Simplicio dirige tutti i presenti in scena, che canteranno la canzone che segue sul motivo di “Signore sei tu il mio pastore”)
Angeli
Signore sei l’allenatore
Facci vincere Tu e San Vittore
Simplicio
(sempre cantando)
In questo paradiso
perdere non si può
giochiamo punto a punto
e ci divertiam ognor
Angeli
Signore sei l’allenatore
facci vincere Tu e San Vittore
Basilio
(suona la tromba)
Ai vostri posti. Pronti a riprendere il gioco.
Saturnino
Tuonangelo Simplicio, cosa aspetti a suonare il gong?
Simplicio
Pronti...partenza...via! 
(lancia verso la platea un fulmine di polisterolo che darà il segnale per la totale illuminazione della sala. Seguirà un tuono. Gli angeli si sposteranno violentemente da una parte all’altra del palcoscenico, fino a riprendere i loro posti e di conseguenza il gioco interrotto)
consiglio superiore degli angeli
Alle-luia alle-luia alle-luia alle-luia
Simplicio
punto
Sigismonda
10693 a 10692
consiglio superiore degli angeli
Alle-luia ... (vengono bruscamente interrotti da un altro tuono successivo al lancio di un fulmine da parte di Simplicio )


Saturnino
perchè interrompi il gioco, tuonangelo Simplicio?
Non hanno ancora pareggiato
Simplicio
(supereccitato)
Stanno arrivando, trombangelo Saturnino
(gli angeli si spostano verso la quinta di sinistra)
Angeli
L’arcobaleno. L’arcobaleno.
Gertrude
(rivolgendosi ad Elvis e Patricia)
Riceveteli voi. Eravamo così presi dal gioco che abbiamo dimenticato di scegliere il nome per i nuovi venuti.

Tutti gli angeli, tranne Elvis e Patricia, escono di scena dietro Geltrude. Sulle note di una marcia entrano in scena CANDIDO e LUCIANA: CANDIDO ha una tunica uguale a quella degli altri e si muove con molta disinvoltura. LUCIANA, viceversa, è in pratica sigillata e limitata nei movimenti da una tunica stretta ed aderente. CANDIDO è raggiante, perfettamente a suo agio, mentre LUCIANA è nervosa, quasi isterica. 


Elvis
Welcome, did you have a good trip? We were anxiously waiting for you.
LUCIANA
Che dici?
Elvis
(meno cordialmente)
Welcome, did you have a good trip? We were anxiously waiting for you.
LUCIANA
(a CANDIDO)
Ma tu lo capisci?
CANDIDO
(Beato e sognante)
No.
LUCIANA
Allora perché stai lì a fare inchini e salamelecchi a questi tizi che sanno parlare solo l’arabo?
(Hassan entra di corsa in scena)
Hassan
Arabi? Anà arabi. Salam.

LUCIANA
Salame, salame
Hassan
Marah tum ala qaws quz ah? Kana safarukum tayyban?
LUCIANA
Se la mia testa non fosse fatta d’aria, avrei bisogno di qualche goccia di novalgina. Questo qui non è il paradiso. E’ una torre di babele.
(si ode il rombo fortissimo di un aereo; gli angeli in scena si spostano violentemente da una parte all’altra del palcoscenico) 
Policarpo
(catapultato in scena)
Dov’è la mia stella? Ho perduto la mia stella... chi ha veduto la mia stella...
LUCIANA
Ho! Sia ringraziato il cielo! Finalmente un italiano.
Policarpo
Dov’è la mia stella... voglio la mia stella?
LUCIANA
Non lo so.
Policarpo
Voglio la mia stella.
Patrizia
Gertrud. Gertrud. Help us! Help us!
Gertrude
Qualcuno ha chiesto il mio aiuto? Eccomi qui. Molto lieta.
CANDIDO
Fortunatissimo
LUCIANA
Il piacere è tutto mio
Gertrude
Io sono la straripangelo Gertrude, beato dei beati, celestiale, presidente del consiglio superiore degli angeli, così composto: Megaangelo Cunegonda
Cunegonda
(entrando in scena)
Salve
Gertrude
Beatpamgeòp Sigismonda
Sigismonda
(entrando in scena)
Ciao
Gertrude
Arcangelo Epaminonda
Epaminonda
(entrando in scena e schierandosi accanto alle altre)
Bye
Gertrude
Stizzosangelo Giasmonda
Giasmonda
Molto lieta, molto lieta.
Gertrude
Scusa sai, ma molto lieta lo dico solo io!
(a Patricia)
Perché mi hai chiamato?
Patricia
They don’t understand nothing
Gertrude
... non capiscono nulla? Oh yes
(rivolta a LUCIANA e CANDIDO)
... scusateci...


(il consiglio superiore degli angeli dovrà apparire come il prolungamento logico dello straripangelo; confermerà a gesti tutte le parole di Gertrude e sul finire delle frasi farà eco all’ultima parola. Lo stizzosangelo, invece, tenterà continuamente di porsi sullo stesso piano dello straripangelo Gertrude suscitando antipatia e indignazione nel gruppo celestiale)
Cunegonda
cusateci

LUCIANA
Che ha l’esse moscia?
Sigismonda
usateci
LUCIANA
Per cosa?
Epaminonda
ateci
Gismonda
(stizzosa verso Gertrude)
Scusateci.
Gertrude
(acida)
Eco, eco, la capisce questa parola eco?
La parola per intero la posso pronunciare soltanto io, io!

(Patricia indica Elvis e Gertrude riprende la sua aria angelica)
Elvis, prego, vorresti ripetere ciò che hai detto durante la mia assenza, per l’amore di Gesù?
Elvis
(urlando come un forsennato)
Welcome. Did you have a good trip. We were anxiously waiting for you.
LUCIANA
Con la calma e per favore.
Gertrude
Benvenuti. Avete fatto buon viaggio? Vi aspettavamo con impazienza.
Cunegonda 
pazienza
LUCIANA
E ce ne vuole proprio tanta
Sigismonda
zienza
Epaminonda
enza
Giasmonda
con impazienza
Teodoro
Iti spune bine ai venit sa intelegi? Ingeri, trebuie sa facem aceasta pentru ca sa invatam limbile.
LUCIANA
E che è sto replay... mi sento alla domenica sportiva
Gertrude
Ti sta dando il benvenuto. Puoi capirlo? Angeli, dovremo darci da fare per insegnar loro le lingue.
Cunegonda
ingue
Sigismonda
ingue
Epaminonda
ingue
Giasmonda
per insegnar loro le lingue
Gertrude
Eppoi chi ha parlato?
LUCIANA
(sforzandosi di ricordar)
Io, mi pare
CANDIDO
Si, hai detto forse che parlavano arabo...
Hassan
Arabi? Ana arabi. Salam
LUCIANA
Arrivo. Prosciutto e cotechin.
Gertrude
Arabo? Io arabo.

Hassan
Anà arabi. Anà arabi.
Gertrude
Certo Hassan. Tu arabo, non io. Salve.

Cunegonda
alve
Sigismonda
alve
Epaminonda
alve
Gismonda
Salve
Hassan
Marah tum ala qaws quz ah? Kana safarukum tayyban?
Gertrude
Vi siete divertiti sull’arcobaleno? Avete fatto un piacevole viaggio?
Cunegonda
aggio
Sigismonda
aggio
Epaminonda
aggio
Giasmonda
Un piacevole viaggio?
Gertrude
Vi porgiamo nuovamente le nostre scuse ma, in qualità di Straripangelo, avevo convocato una riunione urgente del consiglio superiore degli angeli per dare un nome a voi, nostri fratelli.
LUCIANA
Ma non ce n’è bisogno. Dateglielo soltanto allo smemorato. A quello lì. E’ lui che non ricorda un tubo. Io il mio nome ce l’ho già: mi chiamo LUCIANA.
Gertrude
Lo so. Io sono lo Straripangelo Gertrude...
LUCIANA
E questo l’abbiamo capito. Non siamo né sordi, né cretini.
Gertrude
Ed ero il tuo angelo custode.
LUCIANA
(inferocito)
Il mio angelo custode? Complimenti, congratulazioni vivissime. Ma che razza di angelo custode sei? Hai permesso che mi avvelenassi...

Gertrude
(come se fosse la cosa più naturale)
Ma io non ero lì in quel momento!
LUCIANA
Di grazia, potente straripangelo, potrei sapere cosa facevi in quel momento?... Se non sono troppo indiscreta?
Gertrude
Pregavo.
Cunegonda
(a discolpa)
pregava
Sigismonda
pregava
Epaminonda
pregava
Giasmonda
(puntando l’indice accusatore sullo straripangelo)
Cosa volevi che facesse? Pregava...
Gertrude
Nessuno ti ha interpellato, Stizzosangelo Giasmonda. Certo, pregavo...


LUCIANA
E tu sai cosa mi è costato il tuo attimo di disattenzione eh? La vita. La vita. Adesso riunisci tutti i tuoi poteri angelici, celestiali e magagalattici e fammi ritornare sulla terra.
Gertrude
Mi chiedi l’impossibile. Nessuno risorge.
LUCIANA
E che ti sei appattata con lo smemorato? Nessuno risorge... nessuno risorge
Gertrude
Proprio così: nessuno risorge.
Cunegonda
isorge
Sigismonda
sorge
Epaminonda
orge
Giasmonda
Nessuno risorge.
Gertrude
(fulmina con lo sguardo lo stizzosangelo)
Ormai sei qui. In questo mondo da favola. Tutti i poeti, tutti gli scrittori, tutti gli artisti hanno versato fiumi di inchiostro, torrenti di acquarelli, oli e tempere, per cercare di coglierne l’aspetto. Nessuno di loro lo aveva mai visto prima e tutti noi che lo abitiamo, che lo popoliamo, non potremo mai descriverlo agli altri, a coloro che sono rimasti sulla terra e che, come tutti, prima o poi arriveranno qui.

LUCIANA
Prima o poi... prima o poi... meglio poi che prima, ti pare? La vita è un dono meraviglioso e lo si riceve una sola volta. Tanto vale viverla tutta e con tutti i sentimenti. Perché hai permesso tu, angelo custode, ammesso che ti si possa chiamare custode, che io la gettassi alle ortiche? In fondo il mio è stato un errore di valutazione. Mica volevo suicidarmi! Tutt’altro! Volevo solo guarire in fretta per potere andare in gita. Tutto qui.
Gertrude
Ma noi mica potevamo fare un processo alle intenzioni...
Cunegonda
tenzioni
Sigismonda
zioni
Epaminonda
oni
Giasmonda
Ma noi mica potevamo fare un processo alle intenzioni...

Gertrude
E tu che fai, peggiori?
Giasmonda
Perché?
Gertrude
Ma come perché? Hai detto la frase quasi per intero! Che dico quasi... tutta... tutta l’hai detta!
Giasmonda
Se non ti confinfera, presenti le dimissioni.
Gertrude
Fossi matta! Non aspetti altro per poter prendere il mio posto, considerando che sei la seconda in graduatoria.
LUCIANA
E che si fanno i concorsi pure qua? Quando avete finito, siete pregati di darmi delle spiegazioni.
Gertrude
(riprende la sua aria angelica)
Scusa LUCIANA... torniamo a te.
LUCIANA
Era ora.



Gertrude
Intanto sul tuo “meglio poi che prima” non sono mica tanto d’accordo! Avresti preferito, nella vecchiaia, ad ogni tuo risveglio specchiarti e contarti le rughe? Vedere i tuoi denti staccarsi dalle gengive? Sentire le tue spalle curvarsi sotto il peso degli anni? Le gambe traballare ad ogni tuo passo? Essere abbandonato in un ospizio? Oppure andare in giro con i pannoloni per gli incontenenti?
LUCIANA
Ma di contro avrei avuto la gioia di essere nonno, di portare a spasso i miei nipotini... e non consideri lo spazio di tempo fra l’infanzia e la vecchiaia.
Verdiana
(entra in scena con grande eccitazione)
Aiuto! Aiuto! Catastroficangelo Leonzio ha ripreso a fare le bizze.
Gertrude
Oh no! Siamo perduti! Leonzio... Leonzio
Consiglio Superiore degli Angeli
Leonzio, Leonzio, su, vieni qui.
Leonzio
(entra in scena con aria scocciata)
Che vuoi tu, che volete voi, sottomarca di fanghi, eh?


Gertrude
(accomodante)
Che succede catastroficangelo Leonzio? Cosa c’è che non va?
Leonzio
Che mi fa schifo questo paradiso. Schifo, schifo, s c h i f o. Puh, puh e puh.. Io non ci voglio stare in questo posto, lo volete capire? Voglio andare all’inferno, si, all’inferno.
Eufrasia
Ma perché, catastroficangelo Leonzio, ... siamo così felici qui.
Leonzio
No, no, e no. Qui c’è freddo. Io voglio sentire caldo, io voglio arrostire. Ci permettete?
LUCIANA
(a CANDIDO)
Sarà un terremoto, ma comincio a sentirmi meno solo. Almeno non sono l’unico a sentirmi a disagio in questo posto. Non dici niente smemorato?
CANDIDO
E che ti devo dire? Non ho parole... mi sento talmente sereno, appagato, beato, cullato dal vento...
(rombo di aereo e relativo scossono)
LUCIANA
... sconquassato dalle trombe d’aria...
Policarpo
(catapultato in scena)
La mia stella dov’è? Voglio la mia stella
Basilio
(entra in scena e porge una stella a Policarpo)
Ecco la tua stella, Policarpo.
CANDIDO
A me tutto questo piace. Godo.
LUCIANA
E godi, godi:
Basilio
(a CANDIDO)
Ancora non hai visto niente! Aspetta a sentirci cantare.
LUCIANA
Se potete, risparmiatemi.
Basilio
(seguito da Saturnino)
Simplicio! ... Simplicio!!
Saturnino
Se non suoniamo le trombe, quello non spunta.
Basilio
Proprio così. Quello lì è montato come una nuvola prima di un temporale.
(suonano le trombe. Simplicio fa la sua entrata trionfale)
Simplicio
papapapam-papapapapam-papapapam! Fiato alle trombe, angioletti
(i due trombangeli suonano le trombe)
Ed eccomi a voi, amici miei, anzi fratelli miei. Piacere di conoscervi. Io sono il Direttororchestrangelo Simplicio, nonché Tuonangelo del Paradiso.Il mio compito è quello di scandire tutta l’eternità con i ritmi e i tempi della musica
LUCIANA
Questo qui mi piace. Mi pare vivace.
CANDIDO
Invece a me piacciono tutti. Come sono belli... come sono buoni.
Onoratissimo... onoratissimo
(due angeli fanno capolino dalle quinte)
Angeli
(gesticolando per farsi notare)
Simplicio... Simplicio...
Simplicio
(accortosi dei due)
Oh, che sbadato! Dimenticavo di presentarvi i miei più stretti collaboratori: Gorgheggiangelo Gaudenzia e Sbraitangelo Zaccaria
Gaudenzia
Vi ricorderete certo di me. Vi ho accompagnati io sull’arcobaleno.
Zaccaria
(urlando)
C’ero anch’io. Vi ricordate ah? Vi ricordate?
LUCIANA
E non c’è bisogno di urlare. Certo che mi ricordo. Siete quelli che mi avete fregato. Mi avete fatto salire qui su con l’inganno.
Leonzio
Anche a me mi hanno fregato. Andiamo via, giù, all’inferno. Non sentite freddo? Lì c’è un bel calduccio, anzi lo sapete che vi dico? M e n e v a d o?
Tutti gli altri presenti in scena
Dove?
Leonzio
All’inferno.
Simplicio
(appoggia una mano sulla bocca di Leonzio e sulle note di “Resta con noi Signore la sera” canta, seguito dal resto del gruppo)
Resta con noi
Leonzio ti prego
resta con noi
e avremo la pace
resta con noi
non ci lasciar
all’inferno non devi pensar
Coro
Resta con noi
non ci lasciar
all’inferno non devi pensar
CANDIDO
Come cantate bene. Come siete intonati. Mi fate accapponare le ali.
LUCIANA
Direttororchestangelo, come mai ha cantato in italiano pure l’arabo, l’africano, il rumeno, gli hooligans... allora tutti conoscono la mia lingua!
Simplicio
La capiscono, ma non la parlano, cantano solamente. La musica è il nostro punto d’unione.
LUCIANA
Si, d’accordo per la musica, ma perché le parole in lingua italiana?
Gaudenzia
Ma perché la chiesa cattolica è romana. Quando i fedeli cantano nella casa del Signore, nostro Padre, gli inni si elevano fin qui, e il direttororchestrangelo, che è di nazionalità italiana, riadatta i testi ai nostri scopi.
Zaccaria
(urlando)
Adesso vedrete. Sentirete che roba...
LUCIANA
Scusa Zaccaria, potresti sbraitare un po’ più piano? Non capisci che non è tanto importante il volume, quanto il contenuto delle parole? Eppoi una persona bene educata parla con toni pacati, sommessi, sì da catturare l’attenzione degli altri con la qualità dei discorsi.
Zaccaria
(sottovoce)
Adesso vedrete. Sentirete che roba.
(gli altri gli si avvicinano per sentire meglio ciò che dice)
Assisterete allo spettacolo di benvenuto in onore del vostro battesimo. Il consiglio ha già scelto i vostri nomi.
Angeli
(in coro sulle note dell’Alleluia)
Benvenuti
in Paradiso
Benvenuti
com’è dolce il vostro viso in paradiso
(iniziano una marcetta sulle note di “Ti salutiamo Vergine”)
Ti salutiamo CANDIDO
colomba tutta pura
nessuna creatura è bella come te
guardati tutto intorno
ora che tutto puoi
goditi l’eternità
goditi l’eternità
LUCIANA
Bella goduria, te la raccomando.
Angeli
(a LUCIANA)
Ti salutiam Teofane...
LUCIANA
Ma quale Teofane e Teofane. Io mi chiamo LUCIANA e non voglio che mi cambiate il nome. In Teofane poi...
Ma che razza di nomi scegliete? Siete rimasti all’età della pietra: Cunegonda, Sigismonda, Policarpo, Zaccaria. Sulla terra non si sentono più. Lì ci sono Tiziane, Valentine, Marzie, Luchi, Gabrieli... mica regge il paragone.
Eufrasia
(rapita)
Quanto mi piacciono questi nomi che hai nominato! Per favore
(agli altri)
chiamatemi Tiziane.
Gertrude
Ma non dire fesserie. Preparati per la sfilata di moda E u f r a s i a.

Eufrasia
Per favore LUCIANA, chiamami Tiziane, ti prego.
LUCIANA
Si Tiziana, femminile singolare.
(Eufrasia esce di scena, Basilio suona la tromba ed entra Verdiana come per una sfilata di moda)
Basilio
Modello numero uno. Versace prêt-a-volaire
Saturnino
Mih, che bona!
Basilio
Il tubino aderente e l’ampiezza delle ali conferiscono alla figura un aspetto leggiadro.
(Verdiana esce di scena, entra Eufrasia muovendosi c.s.)
Saturnino
(suona la tromba)
Modello numero due. Coco Chanel.
Basilio
Mizzica che bona aò!
Saturnino
La linea semiavvolgente permette di svolazzare da una nuvola all’altra con eleganza e sobrietà.
(Basilio suona la tromba, entra Emerenziana muovendosi con sensualità provocante)
Basilio
Modello numero, numero, numero...
(conquistato segue Emerenziana come un’ombra)
Compare, che aria che mi fa questa quando si muove!
Saturnino
Mih, ma è vero bona!
LUCIANA
Che fai? Ci vieni a farti una volata con me più tardi?
Emerenziana
Perché non ci andiamo subito? Avanti, dati!
LUCIANA
Subito? Magari dopo lo spettacolo...
Gertrude
Non se ne parla neppure. E’ vietato!
LUCIANA
Cos’è, la solita storia di Adamo ed Eva? E daglie! Appena una si comincia a divertire...
Emerenziana
(si siede accanto a LUCIANA)
Non ti preoccupare. Ci vengo con te più tardi.

Rosmunda
(respira aria da una nuvola - a LUCIANA e CANDIDO)
Ne volete?
LUCIANA
Cos’è?
Rosmunda
Aria
CANDIDO
Squisita
LUCIANA
Aria? Qui si mangia aria? Io che ero abituato a scodellare Nutella, dovrei mangiare aria?
Elvis
What’s Nutella?
LUCIANA
Una cosa buonissima, da leccarsi i baffi, le dita delle mani e quelle dei piedi, casomai ne fossero venute a contatto. Elvi, si tratta di una crema al cioccolato e alle nocciole, che quando la inghiotti, ti inonda la gola e il palato e senti il suo sapore su fino agli occhi.
Rosmunda
Non ne voglio più aria. Voglio la Nutella, la voglio mangiare.


Gertrude
La gola è un vizio capitale. In Paradiso è vietata.
Please Elvis. Please Patricia.
(a CANDIDO e a LUCIANA)
Lo sapete cosa hanno preparato per voi questi due cari angeli?
Una poesia in italiano.
LUCIANA
Coraggio, fatemela sentire. Io sono un tecnico, sapete? Ho recitato pure in una compagnia di professionisti...
Elvis e Patricia
Il cielo è celeste
la nuvola è blu
io voglio volare
dove voli tu
LUCIANA
Non vi dovete seccare: fa veramente schifo.
Cosa debbono mai udire le mie orecchie abituate a Ibsen, a Brecht, a Pirandello, per non parlare poi del vostro conterraneo Shakespeare...
(con foga)
Essere o non essere, questo è il problema.

Ti entra nel sangue, ti attraversa le ossa. Su provate a tradurre, vedrete voi che roba... essere o non essere: questo è il problema.
Elvis e Patricia
To be or not to be: that is the question.
LUCIANA
Che cosa è più nobile, subire le frecce e i colpi di un’oltraggiosa fortuna, o prender le armi contro un mare di pene e, contrastandole, farle finire?
Elvis e Patricia
Whether’tis nobler in the mind to suffer the slings and arrows of otrageous fortune, or to take arms against a sea of troubles, and by opposing end them?
LUCIANA
Morire... dormire... niente altro.
Elvis e Patricia
To die... to sleep... no more.
Beautiful, beautiful.
CANDIDO
A me piaceva di più: Il cielo è celeste /
la nuvola è blu / io voglio volare / dove voli tu
LUCIANA
Sei prevenuto, e tanto ignorante tu...
Là, mangiati l’aria che tanto non capisci niente.
Elvis e Patricia
Beautiful, wonderful, wonderful
Gertrude
In questo Paradiso il protagonismo è ...
Elvis Patricia e LUCIANA
Vietato. Uffa!
(Basilio e Saturnino suonano le trombe)
Gertrude
Prepariamoci, è l’ora del balletto.
Teodoro
Ingeri dance
(tutti gli angeli si dispongono come da coreografia)
Simplicio
E one... two... tu scendi dalle stelle...
(tutti gli angeli cantano ed eseguono uno stupido balletto senza senso)
LUCIANA
Bella emerita porcheria. Se vi vedessero sulla terra vi fischierebbero... peggio... vi tirerebbero i pomodori... sulla terra adesso c’è la lambada... è tornato di moda il country. Ve l’ho detto: siete fermi all’età della pietra. Seguitemi... fianchi in movimento 



(Intona il motivo della lambada)
No, non così... destra/sinistra. Ma che fate? Siete negati... ho un’idea. Simplicio i fulmini...
(lancia un fulmine di polistirolo, tuono e conseguente scossone dei presenti)
Ecco, questo è il movimento, bravi... volete farlo con tu scendi dalle stelle? Bene Simplicio, dirigi l’orchestra...
(tutti gli angeli ballano al ritmo di lambada e di country; al culmine del divertimento la scena piomba nel buio. Tutti usciranno di scena, una luce sfolgorante illuminerà il paradiso)
Gertrude
(entra in scena trafelata)
Signore!
Cunegonda (c.s.)
ignore
Sigismonda (c.s.)
gnore
Epaminonda (c.s.)
nore
Giasmonda (angelica)
(a labbra strette, quasi chiuse) 
ore

Signore
(burbero)
Cosa c’è di così tanto urgente da poter
giustificare un incontro ai massimi livelli??!!??
Cunegonda
Possiamo parlare liberamente?
Sigismonda
Tutti indistintamente?
Signore
La democrazia prima di tutto. Vi do il permesso di esprimere la vostra identità. Coraggio, dite, dite pure...
Epaminonda
E allora, visto che abbiamo il tuo permesso, Signore, e non è poco, cominciamo dal fatto che tu chiedi a noi ciò che è successo. Sai o non sai sempre tutto tu? Sei o non sei oltre che onnipotente, onnipresente?
Signore
Certo che lo sono. Tranne quando ogni settansei anni devo dirigere la cometa Halley. Un lavoraccio, credetemi... ogni tanto perdo la cognizione del tempo.
Cunegonda
Certo, ti comprendiamo benissimo. Non puoi negare agli astrologi, agli scienziati e, perché no? Anche ai fotografi la gioia dell’evento.

Giasmonda 
Il Signore, nostro Padre, sa quello fa, non deve rendere certo conto a voi delle sue azioni
Signore
Brava! Tu mi piaci sempre più; sei un angelo che sa stare al suo posto. Ti darò una promozione.
Sigismonda
E te pareva! Ha rotto le nuvole per tutta l’eternità e ora fa l’animella smarrita davanti a Te.
Signore
E allora Straripangelo Gertrude?
Gertrude
(agitatissima)
Stanno succedendo cose impensabili...
Punto primo: mali minori. Catastroficangelo Leonzio...
Signore
Si?
Cunegonda
Lo sai? Vuole andare all’inferno.
Signore
Perché mai gli è venuta questa curiosità? Avrete certamente parlato e io ve l’avevo categoricamente vietato; lo scriverò nel libro nero.
Tutte in coro
No... nel libro nero no...
Signore
Continuate
Epaminonda
Dice che sente sempre freddo, che è tutto un brivido, vuole sentire caldo e che si vuole arrostire.
Signore
E voi fatelo volare fino al sole e fategli credere di trovarsi all’inferno, col caldo che sentirà...
Giasmonda
Tu non sei come loro, Padre. Tu sei logico, sei grande.
Signore
Grazie. Bontà tua, dolce Giasmonda.
Cunegonda
Ma che fa? La finisci di arruffianarti il Padre dei Cieli, fitusa che sei?
Sigismonda
Si sente tutta perché la sua fisionomia è uguale a quella che dipingono i pittori.
Signore
Ah, Cunegonda, Cunegonda. Ah, Sigismonda, Sigismonda. Gertrude!
Gertrude
Secondo punto: mali maggiori.
E’ arrivata un’anima che sta sovvertendo tutto l’ordine celestiale.
Cunegonda
Sbraitangelo Zaccaria non urla più.
Sigismonda
Elvis e Patricia recitano tutti il tempo una poesia che fa: to be or not to be.
Epaminonda
Emerenziana si è montata la testa perché l’anima la corteggia in maniera spietata.
Signore
E’ un maschio?
Gertrude
Si. Insegna balli sporchi: dice che si usano questi sulla terra, che i nostri fanno schifo e che siamo rimasti all’età della pietra.
Cunegonda
Rifiuta il nome che volevamo dargli:Teofane, perché vuole tenersi il suo,LUCIANA
Sigismonda
Ha suscitato in tutti gli altri la curiosità di tornare sulla terra per mangiare una cosa che si chiama Nutella.
Signore
Il fatto che mi state esponendo è gravissimo. Se ho ben capito, l’anima non ha perso la memoria. Fa sempre paragoni, non è così?
Consiglio Superiore degli Angeli
Gia!
Signore
E’ il primo caso della mia lunga carriera, ma a tutto c’è rimedio... tranne che alla morte, lo sapete. La rispedirò sulla terra.
Giasmonda
Vuoi dire forse che la manderai al di là dell’aldilà ?
Signore 
Geniale. Proprio geniale questa tua frase, Giasmonda. Da annotare nel libro d’oro. Si, proprio così, la manderò al di là dell’aldilà !
Sigismonda
Ma è pericolosissimo. Eppoi ci vorrebbe un evento meteorologico straordinario per riportarla sulla terra...
Signore
Lasciate fare a me. Di dov’è quest’anima?
Gertrude
Italia. Profondo sud.
Signore
Bene. Fra qualche ora nel profondo sud nevicherà

S I P A R I O

ATTO TERZO

L’apertura del sipario mostra il palcoscenico vuoto: è il teatro della scuola che frequentava LUCIANA


LUCIANA
(entra in scena con Gertrude)
Tre anni? Sono passati tre anni e me lo dici così?
Gertrude
(intravede un gruppo di bambini che sta per entrare in scena)
Ssss !!
Mattia
Siamo i primi? Ma come mai Marcella ancora non è arrivata? In genere è così puntuale. Strano... oggi è l’antivigilia della rappresentazione.
Marzia
Non mi ci fare pensare. Sono distrutta. Non dormo da almeno una settimana...

Loredana
E lo credo. La tua parte è difficilissima. Io non sarei in grado di interpretarla. Marcella mi dice sempre che ho problemi di dizione, che sono troppo timida, ma che ci posso fare? Io cerco di correggermi, faccio sforzi sovrumani, ma proprio non ci riesco. Mi blocco.
Marzia
Anche per me l’anno scorso è stato così... tanta emozione, tanta paura e poi...
Mattia
... la voglia di non abbandonare il palcoscenico neppure alla fine dello spettacolo. Ti sentirai sicura, forte, felice.
Loredana
Speriamo... a proposito, che bella iniziativa questa di abbinare il premio per la migliore interpretazione al Trofeo “LUCIANA Margiuglio”
LUCIANA
Hai sentito, Straripangelo Gertrude? Che gioia: hanno istituito un premio a mio nome. Non è fantastico? Già, ma tu non puoi capire cosa significhi per me. Sono ancora vivo, per loro sono ancora vivo. I miei amici, ah quanto li voglio bene, non si sono dimenticati di me. E questi bambini, che neppure mi hanno conosciuto, pronunciano il mio nome e mi fanno sentire importante. Potessi abbracciarli...
Marcella
(dalla platea)
Ragazzi preparatevi, sbrigatevi a truccarvi. Non c’è un minuto da perdere.
LUCIANA
Marcella, sei tu. Quegli occhi neri, quei fuseaux lisi, quel ciuffo sempre per i fatti suoi... vieni un po’ qui...avvicinati. Quante rughe in più che hai. Le hai sempre odiate le rughe... dicevi che avresti venduto l’anima al diavolo per vere la pelle 
liscia come quella di noi bambini. Sempre a caccia di sponsor per la direttrice, ci scommetto. Sono qui Marcella, guardami, sono tornato. 
(a Gertrude)
Mi ha sentito Straripangelo, mi ha sentito. Tu non sai cosa significhe vederle guardare quello sgabello lì sul proscenio. Era lì che mi sedevo sempre quando non volevo fare gli esercizi acrobatici perché mi spaventavo. E qui
(siede sullo sgabello)
fingevo di avere dolore al piede, alla schiena o alla gola... E Lei lo sapeva che fingevo, eppure non mi rimproverava mai. Marcella toccami, fammi una carezza. Sono qui... ad un passo da te... ti prego.
Marcella
Allora? Siete pronti?
Il gruppo di bambini in coro
Si.
Marcella
Posso fare partire la musica?
Coro
Si.
(eseguono un esercizio mimato)
Marcella
Non ci siamo. Assolutamente. E’ una cosa pietosa.
LUCIANA
Non è vero. Non datele retta ragazzi. È bellissimo... Lei dice sempre così... su, non fate quella faccia.
Marcella
Stasera di qui non si esce se non siete coordinati. Se non siete all’unisono. Capito?
E massimo silenzio. Io vado dalla direttrice per farle vedere le locandine.
LUCIANA
Per favore Straripangelo... vorrei rimanere un po’ solo con loro.
(ai compagni)
Ciao ragazzi, sono io LUCIANA. Guardatemi, sono vivo, non mi vedete, ho bisogno di voi. Ascoltatemi! Eh, già, sono proprio sciocco. I vostri sensi non mi avvertono. Il guaio è che io vi vedo, vi sento, vi vorrei toccare: ma come? Vi trapasserei. Sono così felice di trovarmi qui anche se per poco. Vi prego, fatemi sentire ancora vivo. Fabio, che bello ritrovarti, dio che sei fatto alto. Dimmi, sei sempre il jolly della situazione, vero? E tu, Raffaele, avrai quasi sicuramente la parte del piagnone. Fammi vedere. Piangi, recita e piangi più forte che puoi: da dove vengo io non piange nessuno. Siete proprio tutti qui, come siete belli. Maurizio, simpatico golosone, mangia e arraffa tutto quello che puoi. Per carità, non metterti a dieta. Lassù nessuno mangia, capisci? Si vive d’aria. Non esistono le nuvole di zucchero filato. Non c’è giorno, non c’è notte. Solo nuvole... nuvole. Valeria, piccola mia, cos’hai fatto in tutto questo tempo?
Valeria
A distanza di tre anni non riesco ancora a capacitarmi... perché LUCIANA si è avvelenato?
LUCIANA
Te lo giuro Valeria, non mi sono avvelenato. È stato un tragico errore. La mia incoscienza. Ti giuro! Credimi.
Valeria
Eppure qualcosa in fondo al cuore mi suggerisce che si sia trattato di un tragico errore. Non posso credere che abbia voluto togliersi la vita.
LUCIANA
Allora mi senti...
Valeria
A proposito... saputo niente di Federica?
LUCIANA
Federica, sorellina mia, dove sei?
Fabio
Ritarda, ritarda anche oggi.
Fulvio
Ma come, non lo sai? Oggi arriverà la sua nuova sorella.

LUCIANA
Sorella, che sorella? Federica è rimasta figlia unica!
Fulvio
Sono proprio curioso di conoscerla!
Coro
A chi lo dici...
Fulvio
Ma vedi un po’ in che situazione complicata sono andati a cacciarsi i genitori di LUCIANA. Adottare una bambina così grande.
LUCIANA
Ma che state a dire? I miei genitori non permetterebbero a nessuno di prendere il mio posto. Bugiardi, avete capito che sono qui e volete farmi del male. Vi odio tutti, tutti! Ditemi che non è vero, coraggio vigliacchi, ditemelo.
Maurizio
A causa di quella lì, Federica diserta le lezioni. Arriva in ritardo, voglio proprio vedere cosa combinerà il giorno dello spettacolo...
Valeria
Lei non ha bisogno di provare e riprovare, lo sai bene. L’ultima volta che mi ha telefonato mi ha detto che si sente in imbarazzo a vivere insieme a quella bambina, non riesce a sopportare il fatto che occupi il letto di suo fratello, che giochi con i suoi giocattoli, che chiami mamma e papà i suoi genitori.

LUCIANA
Lo credo bene. Mia sorella sì che mi ha voluto bene. I miei genitori invece si sono già scordati di me? Nemmeno tre anni e subito lì a rimpiazzarmi. Come hanno potuto? Mi dicevano che ero la luce dei loro occhi. La gioia della loro vita... balle, balle!
Valeria
(si accorge dell’arrivo di Federica)
Federica!
LUCIANA
Ciao sorellina mia. Ho sempre saputo che potevo fidarmi di te. Dov’è, dimmi dov’è...
Valeria
Dov’è la tua sorellina?
Federica
Si sta cambiando...
Fulvio
Che tipa è?
Ma che volete che vi dica? Papà e mamma dicono che è una bambina “perbene”.
LUCIANA
E già. Loro hanno avuto sempre la fissazione delle persone “perbene”. E io non lo ero. Ero scatenato, matto e dicevo le parolaccie.

Federica
A volte sembra radiocomandata, come posso dire? Come una che voglia ingraziarsi tutti. Non mi convince affatto. Credo proprio che faccia di tutto affinchè il suo affidamento si tramuti in adozione.
Fabio
Fammi capire... allora non si è ancora sistemata definitivamente in casa vostra...
Federica
No, dovrà superare dei test particolari per vedere come procede il suo inserimento.
LUCIANA
Allora sono ancora in tempo per impedirle di prendere il mio posto. Adesso la sistemo io la ragazzina “perbene”. Mi sento fetente, allegro e scatenato come non mai.
Sara
(entra in scena)
Federica!
Federica
Ragazzi, vi presento Sara. Sara: Maurizio, Fabio, Valeria...
(il gruppo si avvicina porgendole la mano)
Sara
(LUCIANA è alle sua spalle)

Preferirei non stringere le vostre mani. Sono un po’ sporchine!
Federica
Sicuro! Le hanno appena sfregata sul palcoscenico! Vieni...
Sara
(uscendo di scena con Federica)
Ma sempre sporcizia è!
Valeria
(forma un capannello con i compagni)
Che antipatica!
Maurizio
Ma chi si crede d’essere? Una nobildonna?
Daniele
Forse era la figlia di un re e una regina...
Valeria
Sei ancora troppo piccolo per capire, ma un re ed una regina non abbandonano mai i loro figli.
LUCIANA
Bravi... così... mandatela via. Non vedete? È un’intrusa. Non capisce un bel niente.
Marcella
(dalla platea)
Sara.
(Sara entra)
Dai uno sguardo a questo brano. È la poesia di LUCIANA. Dopodomani la leggerai tu. Appena ti sentirai sicura me la farai sentire.
LUCIANA
Ridammela, sottospecie di usurpatrice. È mia, mia!
Marcella
Ai vostri posti per Prevert, Loredana!
Loredana
(seguita dagli altri)
Due e due quattro / quattro e quattro otto /
Marcella
Non va. Non va. Non potremo farcela di questo passo né dopodomani, né mai. Ripetete! Io torno subito: devo andare a chiarire una cosa in direzione.
Fulvio
Ripetete, ripetete, dice il maestro. Ma che ha oggi Marcella? Ripetete e se ne va. Riprovate e non la vedi più. Ha le spine in corpo quella donna.
Fabio
Cerca di capirla. A volte sembra che tu non la conosca affatto. Eppure è da quattro anni che lavori con lei. Le spine in corpo... certo che le ha... e tante. La responsabilità dello spettacolo è sulle sue spalle.



Maurizio
Già... la direttrice le avrà fatto una capa tanta... le locandine ammucchiate in direzione... chi le affiggerà? Lo sponsor latitante... chi pagherà? I biglietti invenduti... chi salderà? Eccetera eccetera...
Sara
Potreste parlare a bassa voce? Non riesco a concentrarmi.
Coro
(sfottendola)
Scusa ?!?!?!?!
Sara
Ripetere, ripetere...
Coro
(di malavoglia)
Due e due quattro / quattro e quattro otto...
Fulvio
Ma che scocciatura questa poesia l’avremo provata un miliardo di volte. Sono stufo marcio. Come si può pretendere che tutto vada a pennello, che tutto vada 
liscio come l’olio. Noi siamo piccoli, non siamo dei professionisti, abbiamo bisogno di tanto tempo per imparare certe cose di grandi. In fondo noi recitiamo perché ci piace e basta.


Daniele
io voglio recitare perché mi piace quando mi applaudono. Per essere, anche se solo per una sera, al centro dell’attenzione degli altri, dei genitori, dei miei compagni, dei miei amici, dei miei nonni.
Fabio
Giustp. Ma tutto questo ce lo dobbiamo guadagnare: non possiamo stare qui a non fare nulla. Proviamo la successiva...su.
(comincia a provare)
Valeria
Sembra fatto apposta. Ogni volta che proviamo da soli riusciamo sempre bene.
(LUCIANA si pone alle spalle di Sara come a volerle suggerire qualcosa)
Sara
(stizzosa e con astio)
Lo credo. Voi vi parlate e voi vi sentite. Nessuno
può certamente correggervi.
LUCIANA
(dietro Fulvio come dietro Sara)
Ma a questa che ve l’hanno messa i morti? Pare una sputasenteze.
Fulvio
Ma a questa che ve l’hanno messa i morti? Pare una sputasenteze.
Sara
E’ ridicola.
Maurizio
Cosa?
Sara
Questa poesia è ridicola. Non credere che solo perché sono l’ultima arrivata debba leggere o peggio recitare una cosa del genere. Anch’io ne ho scritte e di meglio. Questa qui è patetica, è scontata. Le maschere piene di sabbia bagnate da prima. Ma dai.
Federica
La tua ironia in questo caso è assolutamente fuori posto.
Valeria
Togligliela Federica. Strappagliela via. LUCIANA si starà rivoltando nella tomba.
LUCIANA
E invece LUCIANA si sta divertendo un mondo. Ma infierite, infierite pure. È questo ciò che voglio.
Marcella
(rientrando)
Per oggi abbiamo finito. Andate pure a cambiarvi.
Valeria
Come mai? Siamo appena arrivati. È forse successo qualcosa? Sei stravolta.
Marcella
E’ giusto che lo sappiate. Dopodomani non potremo andare in scena. È successo un casotto del diavolo. Porcaccia della miseria hanno ritirato la sponsorizzazione. Il consiglio d’amministrazione ha bocciato l’erogazione per beghe interne. Prendendo la scusa che la nostra richiesta era giunta quando il loro budget pubblicitario era esaurito.
Fabio 
Su Marcella, non demoralizzarti. Vedrà, ce la faremo lo stesso, è successo anche due anni fa.
Marcella
E’ vero. Ma allora non era come oggi. Avevamo tante piccole sponsorizzazioni. Siamo riusciti a barcamenarci. Questa invece era l’unica. Ci avevano detto che volevano essere i soli. Mannaggia la miseria. Ci siamo cascati come degli imbecilli. L’abbiamo bevuta. Stupidi. Ingenui che siamo. Guai a fidarsi. Ecco il papocchio che abbiamo combinato.
Maurizio
Eppure ci deve essere una via d’uscita
Marcella
No. Mi spiace ragazzi, non possiamo farci nulla. Sono più addolorata di voi; tanto lavoro buttato alle ortiche.
Sara
(LUCIANA è alle sue spalle)
Beh, poco male, non era poi granchè questa cosa qui. Eravate scoordinati, smemorati... avreste rischiato una pessima figura.

Fulvio
Ma cosa vuoi capirne tu? Sei appena arrivata e hai cominciato a sentenziare. Che ne sai tu dei nostri desideri, dei nostri sogni, dei nostri sacrifici...
Valeria
... di una battuta ripetuta migliaia di volte, del gelo che ti trapassa le ossa quando la parola ti resta sulla punta della lingua e non riesce ad oltrepassare le tue labbra. Che ne sai della paura di fallire, di mandare a monte il lavoro di un anno, del rischio di una pessima figura, di un mancato applauso. Che ne sai? Tu non sei come LUCIANA. Vattene via, via.
Fulvio
Porti iella. Porti sfortuna. Vattene: il tuo posto non è qui.
LUCIANA
Vai via, vai... li hai sentiti? Sparisce se hai un briciolo di dignità.
Marcella
Ragazzi, vi prego, vi prego. Smettetela. Non risolverete certo i nostri problemi addossandone la responsabilità a chi non ha nessuna colpa.
(il silenzio avvolge il gruppo)
Fabio
Mi è venuta un’idea. Su, venite con me. Proponiamo ai nostri genitori la divisione delle spese dello spettacolo. È la nostra ultima carte da giocare. Loro certamente non diranno di no. Su coraggio, andiamo. A costo di dar fondo a tutti i nostri risparmi... dopodomani andremo in scena.
(tutti i bambini seguono Fabio, che abbandona la scena. Marcella rimane in scena a riordinare i copioni)
Sara
Scusami Marcella, non so cosa mi prende. Non ci capisco più nulla. Era come se una forza sconosciuta mi spingeva a sbagliare. Come se uno spiritello mi esortasse a dire delle cose di cui mi vergognavo proprio nel momento stesso in cui le dicevo. Mi sento misera, per favore non giudicarmi così cattiva. Io non intendo prendere il posto di LUCIANA. Ho avvertito dai vostri sguardi quanto lei sia importante per voi. E sono certa che se fosse qui farebbe di tutto per aiutarmi. 
Perché lei sa che non voglio essere un’intrusa, che non voglio essere un’usurpatrice.
Marcella
Su, non prendertela più del dovuto. Capita a tutti di sbagliare in situazioni del genere. Coraggio io ti capisco e non preoccuparti, perché alla fine anche i tuoi compagni ti comprenderanno. Adesso, scusa, vado anch’io in direzione. Mi raccomando stai tranquilla.
(esce di scena)
LUCIANA
Mi sento un verme! Scusami, Sara, ma mi sono lasciato trascinare dai peggiori sentimenti. Ma già, è inutile tu non mi senti. Gertrude, Gertrude, ti prego, dammi la possibilità di parlarle, per l’ultima volta.

Sara
Mi hanno detto che porto iella, che porto sfortuna, ma non è una novità, io l’ho sempre saputo. Anche alla mia famiglia l’ho portata: per questo i miei se ne sono fregati al punto tale da abbandonarmi alle “cure” di un’assistente sociale. Solo la strada ho conosciuto nei primi anni di vita. Parolacce e botte. A casa li disturbavo, mi mandavano a giocare fuori la mattina e mi richiamavano la sera, senza preoccuparsi neppure di sapere se avevo mangiato o no. Dio, quanto li ho aiutati, avrei preferito che mi avessero abbandonata appena messa al mondo, piuttosto che ricordare oggi ciò che mi hanno fatto. Si, meglio abbandonata che ignorata... 
tornatene da dove sei venuta... non l’avrebbero detto se avessero avuto idea del posto di cui parlavano... saloni immensi pieni di letti, grigi, tristi, con delle suore che se la notte le cerchi, non le trovi mai. Quando vorresti poter stringere la mano di qualcuno, quando arrivi a rimpiangere tutto quello che con tanto rancore e sollievo avevi lasciato... e le sbarre, tutte quelle sbarre che ti ricordano giorno per giorno di essere prigioniera della tua malasorte. E quando credevo di avere trovato quel calore che per tutta la vita avevo desiderato, mi gioco tutto come una cretina. Ho voluto essere all’altezza degli altri invece li ho indispettiti ed umiliati. Ma non volevo. Io volevo solo che mi apprezzassero: non riesco proprio a scrollarmi dai miei complessi di inferiorità. Ma perché io non posso sbagliare? Cosa devo fare? LUCIANA, ti prego, aiutati tu, dovrei forse tentare di dimenticare il mio passato.
(a questo punto Sara darà la sensazione di avvertire la presenza fisica di LUCIANA. Lo farà, però, con estrema naturalezza, come fosse un discorso in sospeso, che doveva completare)
LUCIANA
Dimenticare o almeno tentare di dimenticare. Hai detto bene, povera Sara. Come vedi, non sono più io che sto aiutando te. Sei tu, piuttosto, che mi stai facendo capire i motivi della mia infelicità. Quasi sempre la memoria impedisce di comportarsi come si dovrebbe. Limita. Lega al passato. Per sentimenti di odio, di gratitudine che nel presente non esistono più. Allontana. Impedisce di proiettarsi nel futuro, di raggiungere la pace. Di godere del momento.
Sara
Si, ma dimenticare significa rinnegare l’esperienza.
LUCIANA
E cos’è l’esperienza se non una spada di Damocle sospesa sul tuo cuore? L’esperienza uccide l’entusiasmo. Ti fa paragonare sempre il vecchio al nuovo, il passato al presente, come nel tuo caso, lo sbaglio sarà inevitabile, perché ci sarà la paura di non essere all’altezza o di perdere ciò che si sta conquistando. Se il presente appare peggiore, come nel mio caso, si tenderà a vivere di ricordi e di rimpianti. E non si può vivere così. Sarebbe la fine.
Sara
Non capisco.

LUCIANA
Vivere di ricordi e di rimpianti è essere vecchi, l’esperienza è dei vecchi. Ma dei vecchi di spirito, di coloro che hanno paura della scoperta del nuovo, che temono il futuro. E i vecchi, i veri vecchi, gli anziani, perdono l’entusiasmo nella vita perché hanno paura della morte, ignorando che aldilà li aspetta un’altra vita.
Sara
LUCIANA, resta con me ti prego. Non mi lasciare.
LUCIANA
Sarò sempre con te, dentro di te. Io sarò te e tu sarai me. Guardali

(indica i compagni che si stanno avvicinando con un mazzolino di fiori, LUCIANA si allontana fino a svanire)
Fabio
Benvenuta. Ci hai portato fortuna. Il tempo di arrivare in direzione ed abbiamo saputo che lo sponsor era nuovamente disponibile.
Sara
Perdonatemi. Sono stato così ingiusta con voi. Io... cosa volete che ne sappia di teatro una povera diavola come me?!...
Fulvio
Basta. Non parliamone più. È tutto dimenticato. Anzi, sbrigati, vieni con noi che ti trucchiamo. Sennò chi la sente quella donna lì
(indica Marcella)
Niente isteria grande capo, va bene? Non ce n’è motivo.
(escono di scena)

(entrano in scena LUCIANA e Gertrude. LUCIANA avrà un’espressione più serena... più angelica)
LUCIANA
Gertrude, ma che ci facciamo in questo strano posto.
Gertrude
(simulando)
Già, me lo stavo domandando anch’io.
LUCIANA
Come mi sento bene, mi sembra di sollevarmi da terra. Ho voglia di cantare...
Vieni qui
giochiamo
con le nuvole
toccami
lo senti com’è strano

S I P A R I O