Albergo "La micia innamorata"

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L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO

ALBERGO  “LA MICIA INNAMORATA”

Commedia comica di Pasquale Calvino

(Posizione Siae n. 180531)

                                              Commedia in tre atti -ABA-2 scene; 6/12 Uomini-8/12 Donne

Depositato alla SIAE nel 2015

Questo copione ha un numero di personaggi maschili e femminili modificabile e si può avere anche ulteriormente modificato scrivendo a:

calvinopasquale@gmail.com

(anche per soli consigli)

Le autorizzazioni vengono date a tutti i registi purché, nell’anno, nella stessa provincia non ci sia altra compagnia teatrale già autorizzata.

Adattamento… da Georges Feydeau(1862-1921) E’ un mio grande piacere unire la TRADIZIONE(copione classico) con il RINNOVAMENTO( adattamento, riscrittura, rielaborazione, attualizzazione, rifacimento…)dei classici del teatro comico. Sono con altri autori teatrali  interessato ad adattare su indicazioni dei registi testi comici classici(Feydeau, Hennequin, Bisson, Moliere, Goldoni…). Per maggiori informazioni su Feydeau si consiglia : “Il teatro comico di Georges Feydeau” edito da Editoria & Spettacolo.

PERSONAGGI

1m-PINO PINGLETO- ingegnere(non bello ma simpatico)

2m- PAILLADIO PALLARDINO –architetto(detto Palla o Pailla, di bell’aspetto ma antipatico)

3m- Vito Matiello- amico con figlie(balbuziente quando piove)

4m-Massimo-  giovane aspirante filosofo, nipote di Pailladio

5m-Bolotto- cameriere dell’albergo

6m-Bastiano- direttore dell’albergo(può essere anche una donna)

7m- Boucardo- Il Commissario(può essere anche una donna)

8m-Ernesto con signora – Clienti albergo(eliminabili)

9M-Cervetto- insegnante moroso dell’albergo!(Eliminabile)

10M--Facchini(possono essere anche donne con barba finta.

1f-Marcella-  dolce moglie  di  Pailladio Pallardino(bella donna con vestito scollato)

2f-Angelica- moglie  strega di  Pino Pingleto( antipatica e bruttina)

3f-Vittoria-  giovane colf di casa Pingleto(amica di Massimo, sexy)

4f-Violetta-  Prima figlia di Vito matiello (16-17 anni)

5f-Margherita-  Seconda Figlia di vito (14-15 anni)

6f-Pratolina- terza figlia di vito

7f-Pervinca- quarta figlia di vito

8f-Una Signora amica di Ernesto.(eliminabile)

9F- Commissario Boucardo(se la si preferisce donna)

10f-bastiana- proprietaria albergo(se la si preferisce donna)

11- Facchini con barba finta(se li si preferisce donne)

                                                                                                              ATTO PRIMO

SCENOGRAFIA- Studio di ingegnere con vetrata che guarda su Vesuvio. (a piacere del regista e scenografo)

                                                                                                   SCENA PRIMA(1)

PINO                       (seduto canticchia o si sente una canzoncina comica: Dove sta Zazà, Lilly Kangy o altra… poi la voce si spegne e Pino, con delle carte in mano, riflette ad alta voce): Il matrimonio, la convivenza, il rapporto uomo-donna… è tutto un mistero…un mistero irrisolto…l’uomo non sa come comportarsi: non ha una donna e può essere infelice tutta una vita…ha una donna ma non gli piace più e sente di amare, desiderare un’altra donna e soffre…Ha più donne e ci sono altri problemi…chi sa gli arabi con 20-30 donne nell’harem come si trovano? Certo da una parte sarebbe bello scegliere tra tante donne quella che la sera sarà con te per tutta la notte…però per non farle ingelosire bisognerebbe fare dei turni…altrimenti si potrebbe dire: A chi tanto…e a chi niente! Ogni donna almeno una volta al mese dovrebbe dormire con l’arabo-marito…La cosa bella è che gli arabi possono essere brutti, senza capelli,  pesare molto più di un quintale… e  con il kandura, il loro vestito bianco, quasi nessuno se ne accorge dei loro difetti…il famoso  kandura…tipico vestito arabo…me ne devo comprare uno pure io…mia nonna diceva che gli arabi più sono brutti e più sono amati… i migliori devono essere almeno sette volte più brutti del diavolo…per piacere molto…

ANGELICA             (compare sulla porta con in mano due campioni di stoffa. Con voce secca) Signor marito!….. C’è la sarta!

PINO                     (girandosi a metà e gridando)  Beh, cosa vuoi che me ne importi?….(a bassa voce) Non si può                               nemmeno riflettere in questa casa…

ANGELICA             (acida)  Non puoi smettere di lavorare quando ti parlo?

PINO                       (a parte)  Che rompiscatole! (Alla moglie) Sto facendo un lavoro molto urgente, per una villa che devo costruire assieme all’amico Palladio

ANGELICA             Ebbene, la villa aspetterà!

PINO                       Va bene ….dimmi cosa vuoi ? Cosa ti manca? La sarta cosa vuole?

ANGELICA             (mostra i campioni) Sono incerta fra questi due campioni di stoffa! Quale devo scegliere?

PINO                       E’ per una poltrona?

ANGELICA             No! Per un vestito!

PINO                       ( riflette molto poi indicando un campione) Questa non mi dispiace! Anzi mi piace molto!

ANGELICA             Benissimo… prenderò l’altra!…

PINO                       Allora non valeva la pena d’interpellarmi….

ANGELICA             Scusa.. ti ho interpellato perché so di sicuro che  hai un pessimo gusto… e così, prendo quella che non hai scelto, quella che non avrei dovuto prendere! Così è sicuro che non sbaglio…che prendo la più bella, la migliore…a qualcosa pure servi! Non sei proprio inutile!

PINO                       (Angelica esce mostrandogli la lingua) Bah!… Quella non è una donna, è una strega!… E pensare che l’ho sposata per amore, contro il volere dei miei! (Ritornando al tavolo da lavoro) Vent’anni fa, d’accordo!… Ah! Se si potessero vedere le donne vent’anni dopo, nessuno si sposerebbe vent’anni prima!… L’ideale sarebbe convivere…se dopo vent’anni fosse tutto come all’inizio allora ci si potrebbe anche sposare…(Davanti alla finestra) Cade già qualche goccia!… (Di fronte al pubblico) (Bussano) Avanti!…

                                                                                                  SCENA SECONDA(1)

PINO                       (andando premuroso incontro a Marcella) Ah sei tu…Ciao Marcella! Come stai?

MARCELLA           (di malumore)  Buongiorno, caro Pino!…  Ti sta bene la vestaglia…(riflette)E così mi ricevi in vestaglia, eh?

PINO                       (amabilmente, venendo avanti con lei) Sono i privilegi dell’essere vicini di casa; quando si abita in case attigue e si è amici intimi, il meno che possa capitare è di frequentarsi senza cerimonie!

MARCELLA           E’ quel che  penso anch’io!… Tua moglie non c’è?

PINO                       Sì! E’ in riunione con la sarta!… E Palladio come sta?…

MARCELLA           Non lo so…non lo so… Non si chiama Palladio ma Pailladio… te lo dissi: il padre mise una i di più all’anafrafe…Doveva chiamarlo Senzapalle…no Palladio…

PINO                       Io lo chiamo Pailla…o Palla…(le prende le mani e la guarda negli occhi) Che hai?

MARCELLA           Nulla

PINO                       Non è vero… Hai gli occhi rossi.

MARCELLA           Oh! Nulla! Nulla!… sempre la stessa cosa: un altro litigio con mio marito Pailladio

PINO                       Povera cara!… Ti ha fatta arrabbiare…  Palla sì è mostrato forse aggressivo?

MARCELLA           Aggressivo!… Ah! Ah! No, non è aggressivo!… Se fosse aggressivo, forse ci sarebbe qualche speranza!… E’ disinteressato, indifferente, abulico, senza forze e senza entusiasmi…atarassico, straniero… mi ricorda  “Lo straniero “ di Camus… io per lui conto meno delle sue ciabatte!… Senti, non parliamone più, mi irrita!… vado a cercare tua moglie!

PINO                       (indicando) Bene, è di là!… E poi vedi gli farò una bella ramanzina a  tuo marito.

MARCELLA           Oh! No, te ne prego!… Non aprire bocca. Cosa vuoi?… non si può chiedere a uno storpio di suonare il violino! Un uomo che non è dolce, gentile, interessato a una moglie dolce e premurosa come me… è la tomba dell’amore…(esce)

SCENA TERZA(1)

PINO                       (la guarda uscire eccitatissimo) Ah! Quella donna!...Mah!.. Oh!... Sì!.. Mia moglie mi dice sempre che sono un uomo finito!.... Sono finito con lei... perché non ho nessuna voglia di smentirla!.... Ma mettetemi alla prova con Marcella... oh! (Ritorna a lavorare)  Lei ha sposato quella specie di ghiro- lumaca di Palla, Pailla, Palladio o come caspita si chiama!... (Di fronte al pubblico) Io lo posso dire!... E’ mio amico intimo... chi potrebbe chiamarlo ghiro- lumaca se non il suo amico intimo! (Lavorando) Ah! Se lui non fosse mio intimo amico!... (Cambiando tono) E se io fossi sicuro che  sua moglie Marcella mi accettasse come suo amico ancora più intimo... forse mi dichiarerei…Però non sono affatto sicuro e non voglio fare una brutta figura, non voglio essere respinto... e non sarò certo io a fare una carognata a un amico... per rimanere poi con un palmo di naso. Dovrebbero essere le donne che avendo capito un certo interesse…si dichiarassero agli uomini…Ci sarebbero meno rifiuti… (Srotolando un progetto) Ma cosa mi caccia nel progetto quel merlo di Pailla! (Paragonandolo al suo) Eccoli, gli architetti!... Conoscono solo la teoria!..L’estetica…. Ci fanno il solletico, a noi ingeneri!... (Viene avanti, cambiando tono) Però ha una moglie veramente  molto carina e dolcissima! Mi piace troppo ma non posso agire…

SCENA QUARTA(1)

PAILLADIO            (entrando) Buongiorno Pino!... Ti disturbo?...

PINO                       No, al contrario!... sono contento di vederti!.. Ma cosa mi hai cacciato nel progetto?

PAILLA                  (sedendosi ed esaminando il progetto) Come?...

PINO                       Vuoi che adoperi il tufo in un edificio del genere? Sei matto?

PAILLA                  Cosa ci vorresti mettere?

PINO                       Non so ancora, ma il tufo da solo non va bene!

PAILLA                  Mettici quel che vuoi purché tenga e sia fresco d’estate e caldo d’inverno!... Mia moglie è qui?

PINO                       Sì, è di là con la mia. A proposito cosa hai fatto ancora a tua moglie?

PAILLA                  Perché è venuta a lamentarsi?

PINO                       Dio mio no, ma basta guardarla...

PAILLA                  (con tono indolente e apatico) Ah! Non parlarmene! È insopportabile! Non so cos’abbia! Insomma, non è felice né contenta anche se io opero per farla  felice!... Di cosa ha bisogno?... Non sono un donnaiolo!.. Non ho l’amante!...Non le faccio mancare niente!

PINO                       Le fai mancare l’affetto, la dolcezza…

PAILLA                  La dolcezza, l’affetto(ridendo) Ma tu capisci, se dopo cinque anni di matrimonio devo ancora dare importanza a queste formalità!... a queste ridicolaggini!!!No!... Se uno deve prender moglie per fare tutte quelle cretinate... buonasera... tanto vale prendersi un’amante! (Accende una sigaretta)

 PINO                      Bella morale, la tua...

PAILLA                  No!... Soltanto capisci... lavoro tutto il giorno, passo le mie ore nel cantiere, rientro alla sera con le ossa rotte, vado a letto e.... dormo! Bene, .. Lei lo chiama: una mancanza di rispetto!...

PINO                       Ah! Bella l’espressione!

PAILLA                  (semisdraiato con le gambe accavallate) Cosa vuoi!... Non sono un playboy io!... Non lo sono mai stato! Mi sono sposato proprio per questo! Non ero un tipo esuberante.

PINO                       (ridendo) Ah!... Bene!... Benissimo! Insomma... sei quel che si dice un pezzo di ghiaccio! Una lumaca…un ghiro…mangi e dormi…Essere un torello, un mandrillo… non ti interessa proprio! Avere un figlio non ti farebbe piacere?

PAILLA                  (alzando le spalle e andandosene) Ma questo che c’entra!... Poi i figli piccoli sono problemi piccoli, i figli grandi problemi grandi…Tu perché non hai figli?(prendendogli il braccio) Ascolta! Volevo chiederti... Non potresti prestarmi la tua donna di servizio?...

PINO                       Non ho figli perché non ne ho avuti…ma mi sarebbe piaciuto averne almeno uno…Tu di affetti, amore capisci poco o niente..(pensa)… Vuoi la donna di servizio!... Per farne che?

PAILLA                  E’ per Massimo, mio nipote! Vorrei che facessero amicizia…Che gli insegnasse qualcosa…mi capisci…non è mica una suora!

PINO                       Ah! Belle cose davvero vai pensando!

PAILLA                  Povero ragazzo!... Ah! Quello sì che non pensa a divertirsi. E’ uno sgobbone che ha in mente soltanto la sua filosofia.

PINO                       Filosofia alla sua età!... Cosa farà quando sarà vecchio?

PAILLA                  Insomma! Stasera sta per terminarla, la sua filosofia! Si deve iscrivere a un corso molto importante… Ora, io non ho qualcuno che lo possa accompagnare… la  tua domestica potrebbe essere l’ideale ...è molto carina… Come sai, ho messa alla porta tutto il personale.

PINO                       Va bene, d’accordo!... Ma perché non lo accompagni tu, tuo nipote? 

PAILLA                  Non ho tempo! Ho la giornata piena… e poi stanotte dormo in città.

PINO                       (dandogli un colpetto). Ah! ah! ….Donne?

PAILLA                  Devo passare la notte in non so quale orribile alberghetto!… Pare che sia abitato… abitato dai fantasmi…si sentono strani rumori…

PINO                       Oh! Storie!

PAILLA                  E’ quel che penso anch’io! Perché sai, io agli spiriti!… non ci crederei nemmeno se li vedessi! No, il mio parere è già fatto: i rumori non sono provocati dai fantasmi…

PINO                       E’ evidente!

PAILLA                  Solo che l’inquilino vuole disdire il contratto! Il proprietario si impunta e il Tribunale mi designa come perito; così sono costretto a dormire laggiù, per constatare.

PINO                       Che gli spiriti non esistono…

PAILLA                  L’hai detto. Ora devo andare…il dovere mi chiama…

PINO                       (richiamandolo). Senti! Questa, però, non mi pare proprio la maniera di aggiustare le cose con tua moglie!

PAILLA                  Puoi immaginarlo!…. E’ da stamattina che mi fa scenate. Dice che approfitto di ogni  occasione per lasciarla sola. Dovrebbe capire che l’architetto…il lavoro deve venire prima del marito.

PINO                       Sì, vecchio mio! Ma sta’ attento anche tu! Sta’ attento che non sia un altro a venire prima del marito!….

PAILLA                  Come?

PINO                       Non ho consigli da darti! Ma stai facendo un gioco pericoloso. La donna, e soprattutto la tua, è un essere essenzialmente sentimentale! Non te lo auguro… Ma se tua moglie dovesse prendere uno che ti sostituisca, te lo meriteresti!        

PAILLA                  (ridacchiando). Ah! ah! mia moglie tradirmi!… Prima di tutto non è così facile trovare un amante! Sono cose che capitano a teatro!

PINO                       Va bene, va bene!…. Continua così, amico mio. Continua così! Non c’è miglior sordo di chi non vuole capire!

PAILLA                  Ma non farmi ridere…anche se il riso fa buon sangue…

PINO                       Ah, le risate me le farei  io, ma tante, se tua moglie ti tradisse! (A  parte ). Specialmente se lo facesse con me! (Bussano.)

Scena quinta(1)

PINO                       Avanti! (Appare Massimo, con un libro sottobraccio)

MASSIMO              Buon giorno  Signor  Pino…Volevo dirti… Devo aver lasciato qui un libro…. Non l’hai trovato per caso?

PINO                       No, amico mio, non ho trovato niente!..

MASSIMO              Mi secca, è un trattato di filosofia che mi serviva. Sembra che confuti certe opinioni di Cartesio… di cui sto leggendo il Trattato delle passioni.. (Indica il libro.)

PAILLA                  Ah! E’ il Trattato delle passioni questo?

PINO                       (dandogli una gomitata). E della maniera di servirsene?

VITTORIA              (entrando) Signore!

PINO                       Cosa! …Che c’è Vittoria?

VITTORIA              C’è la posta…Poi la signora chiede del signore!

PINO                       Ah! …Era da un pezzo che non lo faceva.

VITTORIA              Sta provando un vestito, e vorrebbe il parere del signore!

PINO                       (sullo sgabello, a Pailla). Ah! com’è noiosa! (andando incontro a Vittoria) Tanto più che poi il mio parere non lo segue! (ripete) Tanto più che non lo segue! Anzi fa il contrario di ciò che le consiglio… Va bè, ci andrò!

PAILLA                  (a Massimo che fruga nei cassetti). Ma cosa cerchi, Massimo?

MASSIMO              Vedo se riesco a trovare il libro, zio!

PINO                       Ma no, amico mio! Se ti dico che non c’è! Non devi frugare così nei miei cassetti! Vittoria! Non hai trovato per caso un trattato di filosofia?

VITTORIA              No, signore, non ho trovato nulla.

MASSIMO              Mi toccherà ricomprarlo.

PINO                       A proposito, Vittoria, stasera dovresti accompagnare  Massimo al collegio dell’ Università!

VITTORIA              Io, signore?… Molto volentieri!

PINO                       Non ti ho chiesto se lo accompagnate volentieri. Ti ho detto che lo devi accompagnare!… (A Massimo) A che ora?

MASSIMO              Ho appuntamento alle sette !

PINO                       … Hai sentito, Vittoria?

VITTORIA              Bene, signore. (Va al tavolo di lavoro a riordinare le carte.)

PAILLA                  (alzandosi, a Pino). Ti ringrazio, sai.

PINO                       Di nulla! (Massimo si mette a leggere.)

ANGELICA             (in quinta). Pino!

PINO                       (rispondendo) Vengo! Vengo! Che tafano! Dio mio! E’ molesta, petulante, rompiscatole! Pailla, vuoi vedere mia moglie che prova il vestito?… (spingendolo) Vieni, vieni! Ti divertirai!

PAILLA                  Andiamo!…. (Escono.)

Scena sesta(1)

MASSIMO              (Seduto sullo sgabello, leggendo) “L’amore è un’emozione dell’anima causata dal movimento degli spiriti animali che la invita a congiungersi volontariamente agli oggetti che appaiono ad essa convenienti”. (con convinzione). È proprio così!

VITTORIA              (Appoggiando i gomiti sul tavolo di lavoro). E allora,  Massimo?

MASSIMO              (confuso)Ciao Vittoria?

VITTORIA              Cosa fai lì?

MASSIMO              Studio l’amore!….

VITTORIA              (canzonandolo) Eh! via! …. In quella posizione? (a parte). Però è carino lo stesso, il ragazzo! (Avvicinando si a lui). Se vuoi,  Massimo, ti faccio ripetere la lezione….

MASSIMO              Come, Vittoria, hai  studiato l’amore?

VITTORIA              (con molta naturalezza) Certo! Come tutti.

MASSIMO              Hai studiato Cartesio?

VITTORIA              No! …  Studio l’amore sui dei fondi di caffè e… sugli uomini! Io sono pratica non teorica…studio sugli uomini…

MASSIMO              Ma non farmi ridere…bisogna studiare sui libri!

VITTORIA              Allora dimmi… non vuoi che ti faccia ripetere la lezione? (Gli accarezza la mano.)

MASSIMO              (impassibile). Vittoria… mi fai il solletico.

VITTORIA              Ti dispiace? Lo soffri?

MASSIMO              Non ma…! (si allontana)  

VITTORIA              Oh! Non è gentile allontanarsi mentre io sto qui!

MASSIMO              (serissimo). Non mi allontano!… lavoro!…. non posso studiare l’amore, con una donna  accanto! (Siede sul divano.)

VITTORIA              (ridendo). Ah! … questo poi è la prima volta che lo sento dire!

MASSIMO              (leggendo). “Si distingue l’amore di benevolenza e l’amore di concupiscenza. La passione che un uomo ha per la sua amante e quella che un buon padre ha per i propri figlioli sono di certo molto differenti. E tuttavia, in quanto partecipano dell’amore, sono simili! Ma … (si alza e va a sedersi all’altro estremo del divano). Ma l’amore del primo è soltanto per il possesso dell’oggetto a cui si dirige la sua passione e non per l’oggetto in sé ”. (con molta serietà). È gradevole quel che stai facendo!…

VITTORIA              (che lo accarezza). Ti piace Massimino?

MASSIMO              Sì! (continuando la lettura). “Mentre l’amore che un padre ha per i propri figlioli è così puro che egli non desidera avere nulla da essi e non vuole possederli in altro modo che in quello doveroso, né essere congiunto ad essi in altro modo che già non lo sia”.

VITTORIA              Ci mancherebbe altro!

MASSIMO              (continuando). “Ma considerandoli come altri se stesso, ricerca il loro bene come il suo proprio”.

VITTORIA              (accarezzandogli i capelli). Oh! piccinino, piccinino!

MASSIMO              Ti prego, Vittorio, gratta ma non parlare!

VITTORIA              Massimo. (appoggiandosi coi gomiti al divano). Non ti ha detto mai nessuno che sei un bel giovanotto?

MASSIMO              Io? …. Non saprei!…. Sì, una volta!

VITTORIA              Ah!

MASSIMO              Sì, il fotografo!…. Oh! gli avevo ordinato una dozzina di copie… Mi ha detto: un bel giovanotto come voi dovrebbe prenderne tre dozzine!… Così le ho prese.

VITTORIA              Ah! Sì, ma ….  ma non è una donna! (Riprende ad accarezzargli i capelli.)

MASSIMO     No! (Ricomincia a leggere)  (Si stupisce che Vittoria non gli accarezzi più i capelli)

VITTORIA              (ridendo) Ah! Ah!

MASSIMO              (riprendendo). ….ricerca il loro bene come il suo proprio… (Volgendo il capo) o addirittura con cura maggiore in quanto si figura che lui ed essi formino un tutto.

VITTORIA              (come se non capisse). Cosa hai Massimo? Ti piacciono le mie carezzine?

MASSIMO              Niente!… Si mi stanno piacendo le tue carezze…, se vuoi puoi continuare?…

VITTORIA              Si!…  Se ti piacciono le carezze, le coccole!!!...Ebbene, ! Rivolgiti a  Cartesio ! (Da un colpo sul libro.)Cartesio le sa fare meglio!

MASSIMO              (sul divano). Ma è morto molto tempo fa!

VITTORIA           Ah! Si? E allora chiudi il libro! (glielo chiude fra le mani) Un giovanotto non deve imparare l’amore sui libri!… Mi fai pensare a quelli che vogliono imparare a nuotare sopra uno sgabello!… quando li sbatti in acqua annegano!… Forza, metti giù quel libro! (Glielo prende e si siede accanto a lui)

MASSIMO              Ma cos’hai?

VITTORIA              (prendendogli le spalle). E poi, guardatelo!… ti pare il caso di infagottarti così? (gli accomoda il vestito) E questi orribili occhiali!… (glieli toglie) Non ci vedi bene anche così?

MASSIMO              Si!… anzi, ci vedo meglio!

VITTORIA              (passa dietro il divano) E poi cos’è questa maniera di pettinarsi?… Non è permesso, quando la natura ci ha concesso un bel fisico, farsi brutti a questo modo! (Gli accomoda i capelli sulla fronte.)

MASSIMO              (con gli occhi chiusi). No, davvero! È piacevole quel che mi stai facendo.

VITTORIA              (stringendolo al petto). Oh! piccinino, piccinino!

MASSIMO              Si sta bene, qui!

VITTORIA              E come no! (A parte) Forza, allora!… (Mostrandogli lo specchio) Ecco! Ma guardati allo specchio! Non sei forse meglio così

MASSIMO              (guardandosi). E’ vero!… Positivamente, sono meglio!

VITTORIA              Eh! Perbacco!

MASSIMO              (rimettendosi gli occhiali e riabbassandosi i capelli). Non c’è che dire, sono molto meglio.(riprende il libro)

VITTORIA              (lasciando cadere le braccia, scoraggiata) Oh! (innervosita)..Arrivederci!

MASSIMO              Ciao Vittoria?

VITTORIA              (uscendo a destra). No! Non è possibile! Questo non ha sangue nelle vene, ha acqua fresca!

MASSIMO              (leggendo) “L’effetto che gli uomini d’onore…” (Rumori fra le quinte; Massimo si tura le orecchie per riprendere la lettura) “L’affetto che gli uomini d’onore hanno per i loro amici è di questa natura…”

Scena settima(1)

MARCELLA           (esasperata). Oh! oh!…

PAILLA                  Ma insomma, cos’hai?

MARCELLA           Ho che mi rendi la vita insopportabile!

ANGELICA             Ah! Mia carissima amica, cosa dirai allora quando avrai, come me, venti anni di matrimonio alle spalle?

PINO                       La tua vita con me è stata felicissima…ho lavorato tanto per renderti felice!

PAILLA                  (a Marcella). Anche io ho sempre lavorato per renderti felice!

ANGELICA E MARCELLA   (ai loro rispettivi mariti)  Vita felice! Ah, si! Meglio non parlarne!

PAILLARDIN E PINGLET     Sicuro, felicissima!

MARCELLA E ANGELICA   No, per niente felice!

PAILLARDIN E PINGLET     Si invece, felicissima!

TUTTI E QUATTRO ASSIEME             No! (Si accapigliano.)

MASSIMO              (alzandosi). Oh! No! No! Non è possibile lavorare in queste condizioni!… Me ne vado!…(Esce .)

MARCELLA           No! Ma … insomma mi chiedo perché mi sono sposata con lui… Si comporta forse come un marito dovrebbe comportarsi?

PAILLA                  (irritato dai rimproveri della moglie). Oh! Ripeti sempre le stesse scemenze…

MARCELLA           No! Ma mio marito crede che mi sia sposata per badare alla casa!…Cucinare, lavare, stirare, ordinare… Perché, insomma, cosa faccio oltre a questo?… Niente!

ANGELICA             Povera cara! Oh! male, molto male!…

PAILLA                  Ma no! Ma no! Esagerata!

ANGELICA             (a Pailla). Noi siamo sposati da vent’anni, Pino ed io!… ma se mio marito si mettesse in mente di comportarsi in questo modo con me… Ah! Ah! Non so che farei???!!!

PAILLA                  (a mezza voce a Pino).  Ma davvero?

PINO                       (a mezza voce a Pailla). Si vanta! Si vanta!

PAILLA                  (a sua moglie). Insomma, che cosa vuoi?… Non vuoi che vada stasera a fare la perizia?

MARCELLA           Oh! si.. vacci pure! Vi confesso che mi aspettavo ben altro dal matrimonio!… ah! Rimanere una donna onesta, con te, è davvero un grande merito!

PAILLA                  Eh, via!… questa è un’altra cosa!…

PINO                       In questo ha ragione!

PAILLA                  Ah! sta’ un po’ zitto!… ti ci metti anche tu!…

MARCELLA           Ma bada che non mi venga un giorno l’idea di andarla a cercarla fuori, quella felicità… che in casa non sai darmi!

PAILLA                  Tu!

MARCELLA           Perché no! Ci sono donne più brutte di me che hanno trovato dei consolatori!

PAILLA                  (ridendo), Ah! Questa è bella!… Ma non fare complimenti, mia cara !…..Ma prendilo dunque il tuo consolatore!

MARCELLA           Ah! Non mi sfidare, sai!….. Se volessi! Conosco molte persone interessate a me!……..

PALLA                    E va a cercarle, allora, queste tue persone!… Va a cercarle! (Fa qualche passo verso il fondo.)

ANGELICA             Pailladio, non esasperarla!

PAILLA                  (venendo avanti). E’ lei che mi esaspera!… Oh! Ma se lo prenda una buona volta, il suo consolatore!…Oh! io chiedo una sola cosa: che ne trovi uno! E che lui se la tenga! Basta che mi lasci in pace…

MARCELLA           (indignata). Oh! Pino…lo senti ?  A lui non interessa che abbia un amante!

PINO                       Roba da matti! Ma tu sei matto! E’ matto!

MARCELLA           Ah! È così!… Bene, sei tu che l’hai voluto!

PAILLA                  Esatto! Fa quello che vuoi basta che non mi torturi…che non mi tormenti…che non mi rompi le….. Buonasera!

ANGELICA             Su, Pailladio…….Chiedi scusa… Abbracciala!

PAILLA                Io?… Ah! No, perdinci!….(Torna verso il fondo)

ANGELICA             (seguendolo). Pailladio! Pailla!.

PINO                       (alla porta). Stai facendo una sciocchezza!… Guarda, Pailla, che stai facendo una sciocchezza! (Pailla Angelica  sono usciti.)

Scena ottava(1)

MARCELLA           (seduta sul divano, furiosa). Ecco! Vedi come mi parla, mio marito? Ecco come mi parla! Ah! Questo è troppo!

PINO                       (esita, poi bruscamente). Marcella! Marcella! Ti amo! È troppo stupido! È troppo stupido! Tu testimone, vero, che gli ho detto tutto ciò che dovevo dirgli?… Ho compiuto o no il mio dovere di amico?

MARCELLA           Si!

PINO                       Gliel’ho detto che faceva una sciocchezza!… E lui si ostina!… Ebbene! Peggio per lui!…Io tengo conto di una sola cosa: quando lo hai minacciato di prendere un consolatore, ti ha risposto: prendilo!… Ebbene, se hai un po’ di carattere, devi prenderlo, il consolatore.

MARCELLA           Sì, hai ragione

PINO                       E non venirmi a dire che non hai nessuno  disponibile…. Ci sono io!

MARCELLA           Tu?

PINO                       Si, io!… Io so una cosa sola: ti hanno insultata davanti a me!…Bene, raccolgo l’insulto!… ti hanno sfidata a prenderti un amante!… Bene, raccolgo la sfida!… Sarò io il tuo amante! …Ah! Non ammetto che si insulti una donna davanti a me! Ah! Ma… Dio mi è testimone che soffro di dover giungere a questi estremi nei confronti di un caro amico! Soffro orribilmente!… Ma non c’è amico che tenga…. In me prima di tutto, c’è il gentiluomo!… Marcella! Marcella! Ti amo. (Vorrebbe prenderla fra le braccia.)

MARCELLA           (sciogliendosi). Eh!… Ma non pensarci nemmeno!… Caro Pino!… E’ il mio dovere di moglie esser fedele……

PINO                       E io, allora?… non lo dimentico forse in questo momento il mio dovere? E mia moglie , allora?… Pure, non esito! Perché si tratta di un dovere superiore!...Ci hanno insultato… E quando si insulta un uomo, non ci sono più né donne né bambini!… Si procede!…Procediamo! (Le prende la mano.) …Andiamo! (La trascina.)

MARCELLA           Ah! Pino!… No, non posso!

PINO                       Ah! Marcella… non essere pu… non essere pu…pus (Batte il piede, contrariato) Pusillanime! Per Dio! Hai già dimenticato l’affronto che ti ha fatto, là, davanti a tutti? A lui fa piacere che la moglie…che tu abbia un amante! E tu accontentalo! Devi accontentarlo!!!

MARCELLA           (con ira). Oh! No!

PINO                       (le prende le mani). E pensare che ha la più graziosa e dolce donnina che si possa immaginare e che la butta così!… in un angolo!… lasciandola incolta! (Marcella piange; Pino le asciuga gli occhi.)…     (tenerissimo, tenendola fra le braccia). Vedrai che uomo diverso sarà io!… Come sarò tenero, innamorato, degno di te insomma!

MARCELLA           (guardandolo, con emozione). Ah! Pino Pino!… Non sei bello!… ma sai parlare al cuore delle donne!…ed è la cosa più importante per un uomo!

PINO                       Ah! Grazie! Marcella! Grazie! Io sono bello dentro e tu lo sai che è la cosa più importante in un uomo ma anche in una donna!

MARCELLA           Se soltanto un’ora fa mi avresti parlato in questo modo; ti avrei respinto con orrore. Dio lo sa!

PINO                       Che cosa vuol dire arrivare nel momento psicologico giusto!

MARCELLA           E ora ti dico: Parla! Pino! Ordina! Obbedisco!

PINO                       (prendendola di nuovo fra le braccia) Ah! Marcella!… Marcella!… Sto vivendo un sogno! Sono in paradiso!

ANGELICA             (in quinta) Pino! Pino!

PINO                       Ah! Eccomi ricaduto nella realtà!… (A Marcella, che si è liberata dalla stretta) Marcella non abbiamo tempo da perdere! C’è mia moglie; stasera tuo marito parte, tu sei libera!… anch’io mi renderò libero…Ci troviamo e andiamo…

MARCELLA           Dove?…

PINO                      Non so ancora!… ma vedremo!… te lo dirò… e allora, a noi la vendetta!… Silenzio!… Mia moglie! (Si separa da Marcella e si ferma davanti al tavolo da lavoro.)

                                                                                              Scena nona (1)

ANGELICA             (entrando da destra). Ah! Eccoti qui, marito mio! Ah! È davvero un uomo garbato e per bene  il tuo amico Pailladio

PINO                       E perché mai?

ANGELICA             Mentre io, anima buona, per amicizia nei tuoi confronti, mia cara Marcella, cercavo di rasserenare la situazione, sai cosa mi ha risposto lui? “Ah! tu, non rompermi le…le scatole e occupati di ciò che ti riguarda!”. Fatti i fatti tuoi…Non ti impicciare!! Tra moglie e marito non mettere il dito!

MARCELLA           Non mi meraviglio!

PINO                       (senza convinzione). E’ sconveniente! Palla ha detto a te che gli rompevi…

ANGELICA             Ha superato ogni limite?

PINO                       E’ inaudito! Ti ha dato dell’impicciona…a te che sei più vecchia di lui!…

ANGELICA             Non è per questo!… (A Marcella) Ah! Mia cara amica, ti compiango di avere un marito così  meschino, volgare! Che scifo!

MARCELLA           Certo!… (Minacciosa, perdendo il controllo) Ma adesso…devo vendicarmi…Tu Marcella nei miei panni cosa faresti?

ANGELICA             Io?…  Mi prenderei un amante!…

PINO                       (reprimendo la voglia di ridere). Oh! Angelica! … Non lo faresti mai!…

ANGELICA             Senz’altro!…Lo farei e come…

PINO                       (a parte). Ah! Davvero! Sarei curioso di vedere! (a parte) Sarei felice di cederla per sempre a un altro…

Scena decima(1)

VITTORIA              (entrando, con la posta in mano). Signora, hanno portato un vestito per la signora Marcella !

MARCELLA           Ah! Si, è un vestito che mi sono  fatta fare… Permettete?

ANGELICA             Ma ti pare! Vai, vai! Consolati con gli abiti dei tuoi dispiaceri coniugali… è sempre uno svago…Arrivederci, cara amica!

MARCELLA           Arrivederci!… (A Pino) Arrivederci!

PINO                       Arrivederci!… (sottovoce) Allora, siamo intesi?

MARCELLA        Si! (A parte) Ah! Se l’è voluta lui! Esce

PINO              E ora, dove trovare un nido discreto e misterioso?… Ah! Che stupido!…  Eureka, ho trovato! (da un pugno sul tavolo come per dire: ho trovato.)

ANGELICA             Ma smettila di far rumore! (dopo aver letto una lettera) Ah! Vittoria, stasera non cenerò a casa…

PINO                       (a parte). Non cenerà a casa! Capita a proposito!… (A voce altra) Non cenerai a casa?… E dove, allora?…

ANGELICA             A Formia…. Da mia sorella… Che non migliora affatto!… Toh, leggi. (Gli passa la lettera) Anche se stasera, per caso, non dovessi rientrare, non stare in pensiero… se mia sorella sta peggio, passerò la notte accanto a lei…

PINo                        Benissimo! Benissimo!

ANGELICA             Allora, hai capito, Vittoria? Prepara la cena solo per il signore! Mi raccomando solo verdure...niente carni, grassi, dolci…

VITTORIA              Bene, signora! (Esce a destra.)

Scena undicesima(1)

PINO                       (volgendo le spalle alla moglie, sfoglia l’elenco telefonico). Vediamo! Gli alberghi… gli alberghi…

ANGELICA             (che ha aperto una lettera). Toh!… La modista mi manda il conto!

PINO                       (a voce altra). Ecco! Ci siamo!

ANGELICA             Come? Ci siamo cosa?

PINO                       Eh? Niente! Ho detto: ecco! Ci siamo! La modista ti manda il conto!

ANGELICA             Lo so bene, te l’ho detto io.

PINO                       Ah! Si…. (fra i denti). Si, befana, si! (A parte, leggendo) Hotel Termine, no… Vesuvio, no!

ANGELICA             (che ha aperto un’altra lettera). Oh!

PINO                       Cosa?

ANGELICA             Guarda un po’ se devono mandarmi una cosa del genere!…

PINO                       Cos’è

ANGELICA             Pubblicità di alberghi!… Uno, due, tre!  E senti questa! Sicurezza e discrezione!  “Albergo della micia innamorata“…Consigliabile alle coppie sposate…. Tra di loro o separatamente!…Giochi amorosi!

PINO                       Sposate tra di loro o separatamente?… C’è scritto proprio così?

ANGELICA             Si, guarda! (Gli dà un pieghevole.)

PINO                       E’ vero! Che schifo…un albergo a ore!

ANGELICA             E’ un albergo allegro, questo!

PINO                       Certamente! Un albergo per donnine allegre…per tradire le proprie mogli! (a parte) proprio quello che fa al caso mio! (a voce alta, leggendo) Camere di tutti i prezzi.

ANGELICA             (continuando). Sconto sensibile per un abbonamento di dodici sedute!… E’ indecente!

PINO                       Indecente e osceno, immorale! (a parte) farò l’abbonamento da dodici!…Mette il pieghevole in tasca.

ANGELICA             (alzandosi). Veramente mi domando per chi mi hanno preso, per mandarmi una pubblicità del genere!…(Accartoccia i pieghevoli e li getta, irata,  a terra o nel cestino)

Scena dodicesima(1)

VITTORIA              (entrando). Signora, c’è un signore che chiede dei signori Pino e Vittoria!

ANGELICA             Un signore…. E chi è?

VITTORIA              Ecco il biglietto da visita.

ANGELICA             Ah!… Matiello!… Vito!… E’ il nostro amico  Vito Matiello !…

PINO                       Come, il caro Vito?…Non abita più a Sorrento, allora!…Si sarà trasferito a Napoli! Vai, Vittoria, e pregalo  di salire!

VITTORIA              Bene signore!

ANGELICA             Ah! Senti! Prima raccogli le carte che sono in giro!

VITTORIA              (raccogliendo i pieghevoli accartocciati o il cestino). Si signora!… (a parte) Cos’è ‘sta roba?… Toh, pubblicità di alberghi.

ANGELICA             Andate! (Vittoria esce) Vito qui! Il buon Vito! Che signore!

PINO                       Ah! Bene, mi farà piacere rivederlo, ci ha ospitati con tanta cortesia quando eravamo a Sorrento!…

ANGELICA             Sicuramente non si può essere più ospitali di lui!… ci ha dato da mangiare e da dormire per quindici giorni!…

PINO                       E lo faceva come se avesse degli obblighi nei nostri confronti!

ANGELICA             Insomma, era casa nostra in casa sua… e poi piacevole, brillante conversatore…

PINO                       Caspita, è un avvocato, se non è un brillante conversatore lui!…

Scena tredicesima(1)

VITTORIA              (introducendo Vito). Entrate, signore!

PINO                       Ah! Eccolo!… Che piacere vederti qui mio caro Vito!

ANGELICA             Che bella sorpresa!  (Vito abbraccia  Angelica)

PINO                       Sei stato gentile a venire a trovarci!

ANGELICA             (indicandogli il divano). Ma accomodati, prego!

PINO                       Dammi l’ombrello! Povero Vito! È bagnato fradicio! (Va a deporlo accanto alla finestra.)

VITO                       Oh! Amici miei, sono fe… sono fe…

PINGLET                Come?

VITO                       Ho detto: sono fe… felice di vedervi!

PINGLET                Ma cos’ha?

VITO                       Ah! Amici miei! Non vi a… aspettavate di ve… hum!…dermi?

PINO                       (sedendosi accanto al divano). Ma cos’ha? (a Vito) Ma… ma, dimmi un po’, ti è capitato qualcosa?

VITO                       Pe...pe pe..pe per….chè?

PINO                       Perché mi sembra… si avverte appena… ma mi sembra che ti esprima con una certa difficoltà.

ANGELICA             Effettivamente… e quest’estate, nei quindici giorni che abbiamo passato con te non ci siamo mai accorti…. Al contrario!

VITO                       Ah!… questa… estate… Ah! Perché nei qui qui… quindici giorni… il tempo è stato ma… ma…

SCENA TREDICESIMA(1)

PINO                       Il tempo e’ stato ma... ?

VITO                       Aspettate, non ho finito !... Il tempo e’ stato ma... hum... (Dando un calcio e gridando) ... gnifico !

PINO E ANGELICA               (che non capiscono, di soprassalto). Ah !...ah !...

VITO                       E quando il tempo e’ ma.. hum ! (Stesso gioco.)

PINO                       ... gnifico !

VITO                       Io parlo... ehm !... come gli altri.

ANGELICA             Guarda un po’ !

VITO                       Mentre all’opposto... quando come adesso piove a ca... a ca ... a ca... A catinelle !...Subito la mia pi…pì... la mia pipì...

ANGELICA             La vostra... Suvvia, non aver fretta, ti seguiamo !

VITO                       La mia pi... pi...ccola balbuzia ricompare.

ANGELICA             Oh ! che strano !

VITO                       E quando c’e’ l’u...u …u  ragano, neanche una parola !...

PINO                       Muto !...

VITO                       Per me è una rottura di co... di co...

PINO                       Contatti !

VITO                       No !

PINO                       (alzandosi). Ah ! si ! si ! Ho capito !

VITO                       No ! Di co... struttive a…a  azioni per la mia  ca..ca carriera !

PINO                       Ah ! di co... struttive !  Beh, no ! non era quello che...

ANGELICA             Eh, si, in realtà... per un avvocato... Come fate quando avete un’arringa in tribunale ?...

PINO                       (gli stringe le mani). Caro Vito !... E’ molto gentile da parte tua non averci dimenticati ! Appena arrivato, la tua prima visita e’ stata per noi !

VITO                       Diamine ! So benissimo che siete be…be…be ...hum !... ...hum !.(si voltano in cerca di qualche pecorella)..Siete be ben contento di vedermi !

PINO                       Ah ! meno male !

ANGELICA             Il nostro Vito trova sempre parole gentili !

VITO                       Oh ! ma non dubitate, non ve la ca ca...cacà... caverete così a buon mercato. Non ho dimenticato quel che mi avete detto quest’estate : se vi capita di venire a Napolii... sarete ospite nostro e di nessun altro !

PINO                       Ma... lo spero bene !...  

ANGELICA             Ah ! che bella sorpresa !...

PINO                       Rimani qui fin che vi pare : due giorni, tre giorni !... Resterai almeno tre giorni ?

VITO                       No ! No…

ANGELICA             - Oh ! si ! andiamo !

PINO                       Per farci piacere !

VITO                       - No ! No…

PINO                       - Vito, guarda che mi offendo ! Ci offendiamo! Almeno tre giorni!

VITO                       - No !... Tre gi..giorni no…Un me …me..mese !...Si un me…se si!

PINO E ANGELICA               (si spaventano- improvvisamente freddini). Ah !  E’ …è  gentile !... molto gentile !... molto gentile…Gentilissimo!

VITO                       E vi chiedo... senza complimenti... di ospitarmi...

ANGELICA             Sei  molto caro, non potresti esserlo di più !... Ma un mese ! Veramente è troppo !(si corregge) Troppa gentilezza! Ti assicuro, avremmo il timore di abusare !

VITO                       Niente affatto !

PINO                       Comunque, siamo molto contenti ! Molto, molto contenti ! (Vito si toglie il cappotto.)

ANGELICA             (sottovoce a Pino). Senti un po’, un mese ! Mi pare tanto !... Noi siamo rimasti solo quindici giorni !

PINO                       Si ! ma eravamo in due ! I conti tornano ! (A Vito) Ah ! mio caro Vito!

MATHIEU              Fo... forse vi disturbo ?

PINO                       Per niente ! eh, via ! la casa è abbastanza grande per poter ricevere... e poi diamine! non occupi spazi  !... Arrivi come un giovanotto, con la tua piccola valigetta...

MATHIEU              Ah ! ... il fatto è che... ho una so..sorpresa per voi...

PINO                       Ma tanto meglio, caro amico !... Angelica ! ha una sorpresa per noi !...

ANGELICA             Una sorpresa ! Ah ! che gentile !... Pensa proprio a tutto ! Che ci hai portato di bello da Sorrento? Le noci? Quelle squisite e famose noci di Sorrento?

Scena quattordicesima(1)

VITTORIA              (entrando). Signora... hanno portato un baule.

VITO                       E’ mio !...

ANGELICA              Ma come le mangiamo un baule di noci… tutte queste noci…

VITO                        Non so..sono noci…ma abi abi abiti miei…

FACCHINO             (entrando con un baule sulla schiena). Ecco il baule.  (Vittoria esce.)

MATHIEU              Volete ada... volete ada...

FACCHINO             Ada ? Magari !...se è carina…

VITO                         Ada…AdaGiarlo là ?...

PINO                       Beh, che c’è !... Il signore vi ha detto di metterlo là ! Mettetelo là !... Mi sembra che il signore parli chiaro.

FACCHINO             Si.  (Pino lo aiuta a scaricare)

VITO                       Quanto  devo ?

FACCHINO             Cinquanta euro (Vito lo paga)

ANGELICA             (guarda il baule). Dio mio, che baule enorme  !

PINO                       Si è vero, è un monumento !... Comunque... Lo faremo portare nella camera degli ospiti… in camera vostra !...

VITTORIA              (entrando). Ecco, da questa parte !... (A Angelica) Signora, ci sono altri facchini con dei bauli !

PINO E ANGELICA               Ancora !  (Entrano quattro facchini con quattro bauli.)

VITO                       Ah ! sono miei !

ANGELICA             Tuoi !... Uno, due, tre quattro !... Ma è spaventoso !

VITO                       Ah ! è qui che comincia la sorpresa !

ANGELICA             La sorpresa !... oh ! oh ! Ma è una follia !...

PINO                       Vito !  Troppe sorprese!  Non ti dovevi mettere in cerimonie così! Non sei ragionevole !

VITO                       Io ! Ma per quale motivo ?

ANGELICA             No ! no !... Troppi regali…Ma che cosa ci può essere lì dentro per noi ? Che cosa ci può essere per noi  nelle casse?

PINO                       Evidentemente ci  devono essere molte cose… troppi regali… se ci vogliono quattro bauli.

VITO                       (a Pino). Pino ! Non ho più  mo…moneta, vuoi dare cento euro a questi fafa...

PINO                       ... cchini ! Ecco qua !

VITO                       (tendando di terminare). Accidenti !... fa fa… cchini !...

PINO                       Si ! Si ! Ci siamo !... E’ fatta !... E ora ; brava gente, andate in cucina e fatevi dare un liquorino…un bicchiere di vino !...

FACCHINI              Grazie, signore ! (Escono.)

PINO                       (a parte). Su cinque bauli, quattro di sorpresa !... sono spendaccioni a Sorrento !...

ANGELICA             Apriamo subito i bauli !...

VITO                       (arrestandola) . Perché ?

PINO                       Ma... per la sorpresa !...

VITO                       No ! No !

ANGELICA             Oh ! vuole farci languire !...morire dalla curiosità!

VITO                       La vedrete piu... piu... più .. hum ! (Dando un calcio) ... tardi !...

PINO                       (sfuggendo al calcio). Ah ! ah ! questa volta non mi ha preso ! Oh ! ma ora sto attento !

ANGELICA             Insomma, volete farci languire ? e noi languiamo !... Ma quel che possiamo dire fin d’ora è che vi siamo assolutamente grati !

PINO                       Ne ho conosciuti di individui generosi, ma quando la generosità raggiunge l’insommench... hum !... l’immonchen... hum ! Accidenti !... l’incommen...

VITO                       (freddamente). L’incommensurabilità.

PINO E ANGELICA               (stupefatti). Oh ! complimenti !  (Pino gli stringe la mano.)

VITO                       Non balbetto mai per gli altri !...

SCENA QUINDICESIMA(1)

VITTORIA              (entrando). Signora, ci sono delle signorine appena scese dal tram che chiedono di...

VITO                       (risalendo fino alla porta). Sono loro !... Ah ! è per me !... Fatele salire !...

VITTORIA              (uscendo). Bene, signore !...

VITO                       (con aria trionfante, a Pino e a sua moglie). Ah ! ah ! ah ! ah ! è la sorpresa !... E’ questa la sorpresa !

PINGLET E ANGELICA        Eh ?

VITO                       Voi non  conoscete le mie figliole ?

PINO                       No !

VITO                       Quando siete venuti, questa estate, vivevo solo, perché da quando ho perduto la povera moglie... oh ! sono già otto anni !...

PINO                       Ah !... E allora !...

VITO                       ... Le mie figliole sono cresciute in convento. Ma ora le hanno mandate a casa perché in  convento c’erano molte ragazze con gli orecchioni...

ANGELICA             E allora ?

VITO                       Allora, appena uscite... ho pensato :  Pino e Angelica non le conoscono, le ragazze... gli farò una bella  sorpresa: condurrò le ragazze da loro…avranno un gran piacere di conoscerle…

PINO E ANGELICA               Eh ?

VITO                       Io sono  ven…venu…venuto avanti per an an annunciarle !...

ANGELICA             Come ?... E’ questa la sorpresa ?...

VITO                       (gongolante). Ma si ! si !

PINO                       Ma allora... questi bauli !

VITO                       Si, sono i ba ba..babà…ba ba bauli delle mie figliole !...

PINO  E ANGELICA              (sbalorditi). Ah ! benissimo ! davvero ! (Rumore di voci.)

VITO                       Eh ! Eccole qua !... Avanti ! Avanti !... Entrate !...Compaiono le ragazze.

PINO                       Eh ! Sono quattro ! ?

ANGELICA             Se è questa, per lui, la sorpresa !

VITO                       Si !...  Rag…Ragazze…Vi ho parlato spesso dei miei amici Pi pi  pipi PINo e An An Angelica... hum...

SIGNORINE MATIELLO       (in coro). ... Si, si !...Che belli!

VITO                       Si !... Sono questi !... Abbracciateli.

SIGNORINE            (in coro). Ah ! signor Pino !... signora  Angelica !...

PINGLE E ANGELICA          (difendendosi dalle piccine). Si ! bene ! piacere ! ma...

ANGELICA             Ma è un’invasione !... è un’invasione !...              Non sapevamo che aveste tante figlie.

PINO                       E cosa ne vuoi fare ?  Qui non abbiamo tutti questi letti…Le puoi portare oggi in un altro convento ? In un albergo??!!!

VITO                       Come ! Mi avevi detto tu stesso...quando vieni a Napoli ti ospitiamo noi…

PINO                       (andando da Vito)). Eh !  si ti ho detto... ti ho detto... di fermarti a casa mia !... Ma insomma !.. Ma pensavo solo a te…poi . sono cose che si dicono... che si dicono per educazione !

ANGELICA             Eh ! ma la colpa è tua ! Se non ti fossi lasciato andare con gli inviti !...

PINO                       Io mi sono lasciato andare ?... Ah ! si ! ah ! questa è buona ! Sei tu invece che mi hai detto : non possiamo fare altrimenti ! Abbiamo passato quindici giorni da lui !... dobbiamo invitarlo.

ANGELICA             Te l’ho detto, ma pensavo che non avrebbe accettato !

PINO                       E allora ! è colpa mia se ha accettato !

ANGELICA             Si, è colpa tua !... Se ti fossi accontentato di invitarlo una volta, tanto per dire... le maniere erano salve e lui non sarebbe venuto. Ma no ! Ci hai messo un’insistenza !... E lo ripetevi ! e lo ripetevi ! Naturalmente, questo povero ragazzo... Si è sentito in obbligo...

PINO                       Ecco, lo difendi ! (A Vito). Mi sarei stupito che la colpa non fosse mia !...La colpa è sempre mia…anche quando piove la colpa è mia!

VITO                       (alzandosi, sbalordito, con rassegnazione). Si !... Allora, se ho ben capito, bisogna che ce ne andiamo ?

PINO                       Naturalmente, visto che non c’è posto per ospitarvi tutti !

VITO                       Si !... Va bene ! andiamocene, bambine mie !... Ringraziate gli amici della buona accoglienza.

SIGNORINE            (stringendo loro le mani). Grazie, signore ! Grazie, signora !

PINO                       Non è il caso, non ne parliamo neanche !..Angelica, vedi un po’ se i facchini sono ancora in cucina e pregali di venire a riprendere i bauli .

ANGELICA             Si ! vado !  (va in cucina)

Scena sedicesima(1)

MARCELLA           (entrando da destra). Oh ! cosa sono tutti questi bauli ?

ANGELICA             Venite, carissima ! Sto appunto andando a dire che vengano a portarseli via ! (Esce.)

VITO                       (scorge Marcella e va a salutarla). Signora !...

PINO                       (vivacemente, presentando i Matiello). Carissima... il signore Vito Matiello, avvocato,  mio ottimo amico, del quale ti ho spesso parlato, e la sua prole... (A Vito La signora Marcella. (Sottovoce a Marcella) Ho trovato quel che cerchiamo ! Sei sempre decisa ?

MARCELLA           Sempre !

PINO                       Bene, aspettatemi stasera alle otto nella libreria Feltrinelli alla stazione Centrale di Napoli , io verro a prenderti e ti porto nell’ Albergo…(cerca il bigliettino dell’albergo)

VITO                       (a Pino). E allora noi dove possiamo alloggiare ? Consigliami un albergo…

PINO                       Sono subito da te(non trova il bigliettino)

VITO                       (a parte). Se almeno avessi l’indirizzo di un albergo...

MARCELLA           (sottovoce a Pino).? Hai trovato?

PINO                       “ Albergo della micia innamorata “ Corso Novara…

VITO                       (che ha sentitola frase e crede che si riferisca a lui). Grazie !... (Prende l’appunto) Albergo della micia innamorata” Corso Novara… Bene ! Arrivederci ! (Entra Angelica)

SIGNORINE            Arrivederci, signore ! Arrivederci, signora !

ANGELICA             Signorine !...

MARCELLA           Signore !...

VITO                       (a Pinot). A presto, e grazie !... Allora ci andiamo, eh ?

PINO                       E dove ?

VITO                       All’ Albergo!...

PINO                       Ah !... Benissimo ; andateci ! Mi dispiace che non è stato possibile ospitarvi tutti qui…Sono mortificato Vito…

VITO-                        Non ti preoccupare…sarà per una prossima volta!

ANGELICA             (Fa segno a Vito a non insistere e fare promesse)Arrivederci ! (I Matiello e Angelica escono.)

Scena diciassettesima(1)

PINO                       Ah! Marcella, se  tu sapessi  come sono felice!...

MARCELLA           Su, su, fai la persona seria

PINO                       Dimmi, tuo marito è partito?

MARCELLA           Sì!... Ed è molto se mi ha salutato. Perciò!..(Gesto di corne)

PINO                       Si!... e con me!...

MARCELLA           Si con te…Con te solo! Con l’uomo più dolce e più affettuoso che esiste!

PINO                       Ah!  Grazie, grazie…Come sono felice! Come sono felice! Ascolta, Marcella, mia moglie stasera è fuori a cena, tuo marito è partito... vuoi che ceniamo assieme al ristorante?

MARCELLA           Vendetta completa. Allora!... Va bene con molto piacere!

PINO                       Bene, vai a prepararti!... Aspettami stasera alle diciannove, alle sette  da Feltrinelli…

MARCELLA           D’accordo! (Falsa uscita.)

Scena diciottesima

ANGELICA             (entrando, seguita da Vittoria). Te ne vai, cara?

MARCELLA           Sì! Ho un po’ di mal di testa!

ANGELICA             Oh, curati bene! (A Vittoria) Ecco, mettila là, Vittoria. (Marcella è uscita.)

PINO                       (sullo sgabello). Cos’è questa roba?...

ANGELICA             La cena per te!... Siccome Vittoria deve accompagnare Massimo…ti ho fatto già preparare la cena: Verdura…bietole olio e limone e una scatoletta di tonno al naturale!

PINO                          Questa sarebbe la  mia cena?

ANGELICA             Sì!... puoi andare, Vittoria! (Vittoria esce)

PINO                       (alzandosi, con molta naturalezza). Ma no! Ci ho pensato, non mi va di mangiare qui!... Tu vai da tua sorella, io sono solo... mi concedo una pizza in pizzeria!...

ANGELICA             Al ristorante?... Non ammetto che vai a mangiare la pizza senza di me!

PINO                       Che male c’è?

ANGELICA             C’è che sei sposato!... e quando si è sposati non si va da nessuna parte  senza la moglie!... Il giorno in cui andrai in pizzeria o al ristorante, ci andrai  con me!

PINO                       (infuriato). Ah! questo è troppo!... Oh! Insomma! Quando la finirai di tenermi sotto tutela!...Di comandarmi, di dirmi cosa devo e cosa non devo fare…mi sono stancato…non ti sopporto più!

ANGELICA             Cosa dici

PINO                       Dico che ne ho abbastanza!... e che tu lo voglia o no, stasera andrò a mangiare fuori.

ANGELICA             No, non ci andrai!

PINO                       Sì, ci andrò!

ANGELICA             No, non ci andrai!

PINO                       Sì!

ANGELICA             Ah, sì? Ti faccio vedere io come ci andrai! (Toglie la chiave dalla porta di destra.)

PINO                       (cercando di riprendergliela). Dammi le chiavi…

ANGELICA             (respingendolo a colpi di schiena). E tu, vuoi lasciarmi o no?

PINO                       Vuoi rendermi la chiave!... Vuoi rendermi la chiave!

ANGELICA             No!...

PINO                       Sì!

ANGELICA             (schiaffeggiandolo). Toh!

PINO                       (cadendo a sedere, con una mano sul viso). Oh! oh!... (Si alza e scuote la porta). Le chiavi…dammi le chiavi!...

ANGELICA             (dall’esterno). Arrivederci, signor marito... A domani!

PINO                       (entra nella camera di Angelica e ritorna). Oh! che peste!... (Pantomima). Ha tirato il chiavistello!

Attacca una scala di corda alla finestra, alla sbarra del davanzale, e scende precipitosamente.

SIPARIO


ATTO SECONDO

“Abergo della micia innamorata”. Scenografia a scelta del regista…CONSIGLIATA:La scena  divisa in tre parti. La parte di sinistra è costituita da una camera il cui interno è visibile al pubblico. A sinistra, in primo piano, contro il muro, un tavolino rotondo coperto da un tappeto scolorito; in secondo piano, una porta che immette nello spogliatoio; in terzo piano, a “pan coupé”, un caminetto; in fondo, di fronte al pubblico, un letto con trapunta e cortine di Persia a fiori, montate su un anello di mogano fissato al soffitto. A destra, in primo piano, porta che immette nel pianerottolo; questa porta si apre all’interno della camera, verso il fondo; in mezzo alla camera, verso il proscenio, una sedia impagliata; il mobilio è quello di un albergo di quart’ordine; sulle pareti, carta da parato a fiorami azzurri, di cattivo gusto e sporca; sul caminetto, una pendola di zinco con un globo; a destra e a sinistra due candelabri con le rispettive candele e due vasi di porcellana dipinta, con fiori artificiali e piume; sulla trapunta del letto, una sopracoperta a uncinetto; vicino alla testata un comodino, con una caraffa, un bicchiere e una zuccheriera: Il pianerottolo occupa la seconda parte della scena, ossia la parte centrale; in primo piano, a sinistra, la porta summenzionata che immette nella camera di sinistra e, sopra, dipinto sul muro, il numero 10; in secondo piano, sul dietro e in fondo, di fronte al pubblico, scala praticabile proveniente dal basso, da sinistra a destra, che continua a salire da sinistra a destra; all’altezza del terzo scalino, porta che immette in una camera, di fronte al pubblico, sormontata dal numero 9; la scala che gira a destra, a partire da questo punto, si perde nel soffitto a destra, in modo che la rampa sia interamente visibile al pubblico; a destra, in primo piano, attaccato al muro che separa il pianerottolo dalla camera di destra, un casellario con chiodi a uncino numerati, a cui sono sospese delle chiavi; sotto di esso, un tavolino con cassetti, sopra, candelieri di rame; davanti al tavolino una sedia impagliata; oltre il tavolino, nel senso della profondità, porta che immette nella camera di destra, sormontata dal numero 11; la porta si apre all’interno della camera, verso il fondo. La terza parte della scena è costituita da una grande stanza, una specie di dormitorio. A sinistra, tra la porta e il proscenio, un letto di ferro addossato alla parete per il suo lato più lungo; sopra il letto, un piccolo specchio. A destra in primo piano, prospicienti ad esso, altri due letti di ferro disposti parallelamente alla ribalta e con la testata contro il muro; davanti al primo, una sedia; in secondo piano, oltre il secondo letto, porta che immette in uno spogliatoio; in terzo piano, a “pan coupé”,(angoli) una finestra e prima di essa un quarto letto di ferro addossato, per lungo, al muro. In fondo a destra, di fronte al pubblico, porta che immette in uno spogliatoio e che si apre all’interno dello spogliatoio stesso; fra il letto e la porta, una sedia; in fondo, a sinistra, un grande letto di legno con cortine bianche sostenute da un anello come nella camera di sinistra; dietro la testata del letto, disposto lungo la parete di destra, una sedia; un attaccapanni è applicato al muro in corrispondenza della testata del letto, col tavolino da notte davanti; tavolino rotondo con tappeto in mezzo alla scena, fra il letto di sinistra e quelli di destra; carta da pareti grigia alle pareti e sul soffitto. I tre compartimenti possono essere di diversa ampiezza, secondo lo spazio disponibile. Le porte di sinistra e di destra, sul pianerottolo, sono munite di serrature vere, che si aprono e chiudono a chiave; quella di sinistra ha in più un chiavistello all’interno della camera di sinistra. Sono le otto  di sera: All’alzarsi del sipario, le camere di destra e di sinistra sono al buio. Soltanto il pianerottolo è illuminato da due luci  che si trovano fra la scala e le porte di sinistra e di destra.

Scena prima(2)- ELIMINABILE

(IL SECONDO ATTO PUO’ INIZIARE DIRETTAMENTE DALLA SCENA n. 4)

BASTIANO             (seduto davanti al tavolino di destra). Là!... Una pila più una pila fanno quattro pile…devo  le candele…sono più romantiche una candela più una candela fanno quattro candele!...Sembra una sciocchezza...Bene, in quindici anni - perché sono ormai quindici anni che sono in questo albergo - ah! ne ho viste!...ah! se ne ho viste! In quindici anni, soltanto con questo piccolo raddoppio, pile e candele mi hanno procurato più di seimila euro l’anno!... Ah! perdinci, qui la cresta si fa sul serio!

BOULOTTO            (scendendo dalle scale a precipizio, tutto affannato). Oh! Dio mio! Oh! Dio mio!...

BASTIANO             Eh! Ma cos’avete, signor Boulotto? Siete tutto sconvolto!

BOULOTTO            Ah! Signor Bastiano, se sapeste quel che ho visto! Eppure non è colpa mia; io ho bussato, come mi avete detto voi!

BASTIANO             (alzandosi). Bene, e allora! Che c’è?

BOULOTTO            Il 32 aveva suonato, signor Bastiano. Ho bussato alla porta. Ho sentito rispondere: Avanti!... Sono entrato... c’era una signora tutta nuda!

BASTIANO             (tranquillo). Bene, e dopo?

BOULOTTO            (smarrito). Eh! Beh, vi dico: una signora tutta nuda!...Signor Bastiano, ma nuda nudissima! Senza niente addosso…

BASTIANO             Eh! Sì, ho capito!

BOULOTTO            E lei mi dice: Cameriere, portatemi le carte da gioco!...Cosa avreste fatto al mio posto?

BASTIANO             Beh! Le avrei portato le carte da gioco

BOULOTTO            E lei nuda?

BASTIANO             Ma sì, diamine!

BOULOTTO            E vi sembra naturale?

BASTIANO             Una donna nuda? Si capisce! Si nasce nudi…

BOULOTTO            Ah! com’è diversa dalla provincia la vita a Napoli!...

BASTIANO             Amico mio, qui ti devi sprovincializzare! Sei ancora un poco cafone…Del resto sono sicuro che dopo quindici giorni di servizio in questo albergo sarai corazzato! Affronterai la vita come me, con indifferenza e disprezzo. (Riprende a tagliare le candele) Nel frattempo, visto che sei qui, fatemi il favore di andare a bussare al 9.

BOULOTTO            Al 9?... Bene, signor Bastiano!... anche lì non devo preoccuparmi per come si presenterà la signora?

BASTIANO             Oh! non è una donna, è un uomo! È Chervetto , fa l’assistente supplente al liceo Garibaldi Ho appena ricevuto un biglietto dal padrone, che è del parere che Chervetto non paga da un po’ troppo tempo, e mi ordina di mandarlo via tenendo però il suo baule... Vai e buttatelo fuori!...

BOULOTTO            Io?

BASTIANO             Ma sì! Certo!

BOULOTTO            Il signor Chervetto; ma è quel tipo che s’arrabbia sempre!... e che dice che vuole farvi saltare le cervella!...

BASTIANO             Eh! Sono solo parole!

BOULOTTO            Sì, ma se le fa saltare a me?

BASTIANO             Me lo verrete a dire!... Andate Boulotto!...

BOULOTO              Bene, signor Bastiano. (Davanti al 9) Ah! queste cose mi piacciono poco...

Bussa timidamente

CHERVETTO          (con voce forte). Avanti!

BOULOTTO            Preferirei tornare dalla signora di sopra.

Uscita

Scena seconda(2)- ELIMINABILE

BASTIANO             (alzandosi). Povero ragazzo!... Quando avrà come me quindici anni d’albergo dietro le spalle, sarà un po’ più corazzato! (Scampanellata) Ecco! Altre coppie clandestine, di sicuro!

ERNESTO               (sottobraccio alla signora). Cameriere!

BASTIANO             (garbatissimo). Eccomi, signore!... Il signore e la signora desiderano?

ERNESTO               Cameriere, avete?

BASTIANO             Senz’altro, signore!... l’abbiamo: (Con voce melliflua) So quel che ci vuole per il signore: un piccolo nido delizioso dove la gentile signora si troverà benissimo... È molto carina, signore, molto carina!... Il signore ha molto buon gusto!...

ERNESTO               Non vi ho chiesto nulla, cameriere!

BASTIANO             (garbatissimo). Sì, sì, capisco. Io ho già indovinato i desideri del signore! Il signore può vantarsi di avere fortuna, abbiamo per l’appunto il 22 che è vacante:

ERNESTO               Il 22... hum!(pensa) Due due due donne!

BASTIANO             Ah! Ma signore, qui si è accettati anche con una sola donna!

SIGNORA               Eh!

ERNESTO               Con una!... (Drammatico) Ehi, cameriere!... cri credete che sia, la signora?... La signora appartiene all’alta società, all’alta società, perdiana!

BASTIANO             Ma... è quel che stavo per dire, signore!... qui si è accettati anche con una... donna dell’alta società.

ERNESTO               E poi... (con sufficienza) dovreste conoscere anche me!

BASTIANO             Voi?

ERNESTO               Ernesto! Il bell’Ernesto! Tutti conoscono il bell’Ernesto! Il grande primattore di teatro..

BASTIANO             Come! Signore! Voi siete il bell’Ernesto? Quante belle donne qui mi hanno parlato di voi...

ERNESTO               Ah! vi hanno... (Pavoneggiandosi) Avete sentito, signora! (Sottovoce a Bastiano) È una duchessa, sapete, è una duchessa!

BASTIANO             Ah!... complimenti... Ma allora, a maggior ragione, vi consiglio il 22... Al 22 la principessa ereditaria di Polonia è venuta a fare il viaggio di nozze... col primo ciambellano. (Alla signora) Sarete nel vostro ambiente, signora!

ERNESTO               Sì. Sì! (a parte, a Bastiano) Sentite... tutto ciò è molto bello, ma dev’essere carissimo il vostro 22... l’appartamento di una principessa di Polonia...

BASTIANO             (con molta naturalezza). Oh! che ve ne importa? Due due è uguale a 4…il prezzo è doppio…ma cosa importa…si vive una sola volta!

ERNESTO               Come, che me ne importa?... Sono io che pago, sapete?

BASTIANO             (stupito). Ah! Ah!

ERNESTO               Ma, perdinci!... (Rumore di voci) È questo cos’è?

BASTIANO             Niente! Un cliente che viene sbattuto fuori...

BOULOTTO            (irrompendo da sinistra, a Bastiano). Oh! sì, sì ve lo dicevo io che mi avrebbe fatto saltare le cervella!... Ve lo dicevo io!... Non vuole andarsene se non gli rendiamo il baule!

BASTIANO             Non vuole andarsene! Lo vedremo! (Chiamando) Chervetto!  Vieni un po’ qui!...

CHERVETTO          (comparendo sul vano della porta). E allora? Cosa c’è

BASTIANO             La vedi la scala?... Bene, fammi il piacere di scendere e di sloggiare in fretta!

CHERVETTO          Me ne vado soltanto se mi rendete il baule!

BASTIANO             Ti rendiamo il baule se paghi!

CHERVETTO          Ah! è così... Va bene, sentirete parlare di me! Ho molti amici al commissariato, io! E andrò a protestare: Vedremo se farete tanto i furbi quando la polizia sbarcherà qui!

ERNESTO E LA SIGNORA    La polizia!

CHERVET               Precisamente! E dirò quel che succede qui dentro. (A Ernesto) Capitano certe cose, signore, dovreste vedere!

ERNESTO E LA SIGNORA    Eh!

BASTIANO             Ehi, voi, sentite un po’ avete finito?

CHERVETTO          Non parlo con voi!... discorro col signore! (Saluta Ernesto) E che albergo, signore! Una vecchia baracca che scricchiola da tutte le parti!... con le cimici!...è uno scandalo…

BASTIANO             Non è vero! Mettiamo la polvere tutti i giorni...

CHERVET               Ah! la tua polvere!... asfissia i clienti e fortifica le cimici!... E così, camere inabitabili, infestate dagli spiriti!

ERNESTO E LA SIGNORA    Dagli spiriti!

BASTIANO             Volete stare zitto? Volete stare zitto?

CHERVETTo          In quella stanza (indica la stanza di destra) ci sono gli spiriti, e tutte le notti vengono fuori, fanno fracasso, rompono tutto, rovesciano tutto!... al punto che l’hanno adibita a dormitorio per i camerieri e i camerieri non ci vogliono più rimanere!

SIGNORA               Che orrore!

BASTIANO             Ma non è vero!

CHERVET               Andiamo, andiamo!... Siete stati costretti perfino a chiedere una perizia!... Non vorrete sostenere il contrario?...

ERNESTO               Ma dove siamo capitati!... Cameriere, disponete pure del 22.

Torna verso il fondo.

BASTIANO             (seguendolo). Come! Il signore se ne va?

ERNESTO               Ah! sì, certo!... (Alla signora) Andiamo, venite, venite, duchessa!

Esce preceduto dalla signora

BASTIANO             Ma signore... (A Chervetto) Vedi cosa combini?...

CHERVETTO          Certamente! Se ne vanno, mi fa molto piacere!... Se ne vanno e io faccio come loro! (A Bastiano) E sentirete parlare di me, vi dico!... (A Boulotto) Sentirete parlare di me. (Esce.)

Scena terza(2)- ELIMINABILE

BASTIANO             (A Chervet, che è scomparso). Sì! Buon viaggio, vecchio mio! Vai pure da un’altra parte, a farti buttar fuori!

BOULOTTO            Intanto ci ha portato via due clienti!

BASTIANO             (sedendosi). E va bene, se ne vadano, i clienti! Mi danno la nausea! Figurati, per un guitto come lui! (Alzandosi) Però, fa lo stesso, ero curioso di vedere in che modo un grande primattore , in realtà un cane, fa la corte a una duchessa!

BOULOT                 Di vedere? Non potevate mica vedere!

BASTIANO             E perché?

BOULOT                 (con aria da idiota): Perché non vi avrebbero invitato!

BASTIANO             Ma dici sul serio? (Dandogli un buffetto sulla guancia) Stupidino! Lo so anch’io che non mi avrebbero invitato! Ma io li avrei visti lo stesso!

BOULOT                 E come?

BASTIANO             Come? (Alzando le spalle) È proprio un novizio! (Mostrando un succhiello) E questo, allora, a che serve?

BOULOT                 Un succhiello? Serve a fare dei buchi!

BASTIANO             Esatto!... Quando una persona mi interessa... (Fa ruotare il succhiello) Mi costruisco un altro occhio!

BOULOT                 No!

BASTIANO             Proprio così! In questo modo le più belle donne di Parigi io le ho avute... sott’occhio! (Scampanellata) Questo cos’è

Scena quarta ( SI PUo’ INIZIARE IL SECONDO ATTO ANCHE DA QUI)

PAILLADIO               (sulla scala) Cameriere…Dov’è il cameriere?

BASTIANO             (garbatissimo). Eccomi, signore!... Il signore aspetta qualcuno?... Ho già visto quel che ci vuole per il signore! Un piccolo nido delizioso dove la sua gentile signora si troverà benissimo!

PAILLA                  (con una borsa in mano). No, grazie! Non aspetto nessuno! Sono il signor  Palladio Paillardino, architetto, il perito designato dal Tribunale.

BASTIANO             Ah! benissimo, signore!... per la camera stregata!... Ah! signore, è una vera opera di magia!... (Suono di campanello) Ecco!... Boulotto, hanno suonato di sopra! Su, vai a vedere!... Sì, signore, tutte le notti è un baccano spaventoso! I muri si crepano, i mobili scricchiolano!...

PAILLA                  Sì! Sì! Va bene! Dal momento che vengo qui per constatare, non ho bisogno di spiegazioni. Constaterò benissimo da me. Vediamo un po’, dov’è questa camera?

BASTIANO             (indicando a destra). Questa, signore: Se il signore mi vuole permettere di accendere le luci…ho anche le pile e le candele perché i fantasmi sono dispettosi…staccano la corrente spengono le pile ma nulla o quasi possono contro le candele…ecco la vostra pila personale e qualche candela…(gli da la pila accesa e Pailla la spegne e mette in tasca)

PAILLA                  Va bene, vediamo questa camera stregata:  (Entrano entrambi a destra.)

BASTIANO             Ecco, signore: Preferisco che ci rimaniate voi a passare la notte, invece di me!

PAILLA                  (ridendo). Ah! beh, se sono tutti qui i pericoli che devo correre, non rischio gran che. (girando attorno al tavolino rotondo) Però! Ha un aspetto quieto per una camera dove gli spiriti vengono a fare le capriole!

BASTIANO             A quest’ora è quieta!

PAILLA                  Già! E l’ora in cui gli spiriti dormono o sono fuori! Si svegliano solo di notte?

BASTIANO             Si di notte, quando tutto è spento, tutti dormono… fanno una baraonda!

PAILLA                  (ironico). Sì! noi li chiamiamo spiriti  esuberanti, fracassoni!

BASTIANO             Il signor  pirit , perito ha voglia di scherzare! Ma il signor perito vedrà!   (Si sente cantare in alto)

PAILLA                  Dite un po’, pare che si faccia rumore lassù!... Non saranno già gli spiriti per caso?

BASTIANO             Oh! no, signore... sono dei commessi del centro commerciale che son lì con le loro commesse! Non sempre sono ragionevoli! Sono giovani! Vado a farli tacere.

PAILLA                  (posando al borsa). Andate! Andate! (Aprendo la borsa) Dunque... i sigari! Le spazzole!  (Estrae le sue cose dalla borsa)

BASTIANO             (sul fondo, gridando). Sentite un po’! Non è ora di finirla, là in alto?

VOCE                      Uffa!

BASTIANO             Uffa?... Aspetta un po’!... Ora salgo!...

PINO                       (comparendo). Scusate, cameriere!

BASTIANO             Un momento, signore! Un momento e sono da voi! (Scompare.)

Scena quinta(2)

PINO                       (con un enorme sigaro in bocca, porta la borsa di Marcella). Un momento! Sarà da noi fra un momento!... Ah! ho l’impressione che siamo capitati in un albergo davvero tranquillo!...Veramente buone le pizzi che abbiamo mangiato…sono sazio!

MARCELLA           (guardandosi attorno). Ma è orribile questo albergo!... dove l’hai trovato?

PINO                       In un albergo elegante, si corre il rischio di essere riconosciuti, mentre qui, dovremmo avere una bella disdetta per incontrare gente che conosciamo!...

MARCELLA           È vero!...

PAILLA                  (starnutendo dalla sua stanza). Ecciù!

PINO                       (in tono di canzonatura). Salute!

PAILLADIO            ( non riconoscendo la voce e togliendosi il cappello). Grazie!

PINO                       Prego! (A Marcella teneramente). E poi, cosa importa l’albergo... questo mi sembra bello, perché mi riunisce a te!... (Cambiando tono) Accidenti! Che odor di gabinetto c’è qui dentro!... (Pailla entra nello spogliatoio di fondo. Buio.)

BASTIANO             Eccomi agli ordini del signore!... (Garbatissimo) Ho già visto quel che ci vuole per il signore: un piccolo nido delizioso dove la gentile signora si troverà benissimo!... È molto carina, signore, molto carina.

PINO                       Cameriere! Cosa sono queste confidenze? Prima di tutto la signora è mia moglie!

BASTIANO             (con sicurezza). No!

PINO                       E invece Sì! …(A voce alta) Sentite, avete camere su questo piano?

BASTIANO             (indicando a sinistra). Sì, signore! Il 10... È in questa camera che la principessa ereditaria di Polonia è venuta a fare il viaggio di nozze col primo ciambellano!

PINO                       Oh! benissimo!... (A Marcella) Come vedi, ricevono gente molto per bene.

BASTIANO             (con un candeliere acceso in mano). Ecco, signore! Vi troverete come meglio non è possibile!... (Entrano a sinistra) La camera è confortevole!... C’è anche lo spogliatoio annesso... cosa molto apprezzabile!

PINO                       Va benissimo!... Prendo questa camera!...

BASTIANO             Bene, signore!

PINO                       (dimenticando la presenza di Bastiano). Marcella!

MARCELLA           (animatamente e sottovoce). Zitto! Il cameriere!

PINO                       Sì!... (Disagio dei tre personaggi) Bene, cameriere, prendo la camera!...

BASTIANO             Ecco fatto! Buonasera, signori!...(tende la mano per la mancia)

PINO                       Buonasera, cameriere! ( Invece della mancia gli stringe la mano…Bastiano esce)

PINO                       (A Marcella, cercando di prenderla fra le braccia). Marcella!

BASTIANO             (rientrando rapidamente) Questa è la chiave, signore!... Auguri, signore...Torna sul pianerottolo

BASTIANO             (A Pailla).  Il signore esce?

PAILLA                  . Sì! È troppo presto per andare a letto!... Vado al caffè vicino a bere una birra... Tornerò fra mezz’ora: (Torna verso l’uscita)

BASTIANO             Bene, signore. Il signore troverà sempre tutto a posto!  (Pailla esce, mentre Bastiano sale al piano superiore.)

                                                                                              Scena sesta(2)

PINO                       (sempre col sigaro in bocca). Marcella!  (La prende tra le braccia.)

MARCELLA           (un po’ inquieta) Pino!

PINO                       (rimproverandola). Ah! non Pino!... Ormai non sono più Pino per te... Chiamami AMORE….solamente Amore!

MARCELLA           Come vuoi... AMORE!  (La donna si libera.)

PINO                       (seguendola). Sì, Benedetto!... Ah! Marcella, l’ora della vendetta è suonata!... Marcella, vieni fra le mie braccia!... (Vuole afferrarla.)

MARCELLA           Attenzione! Mi puoi scottare col sigaro!

PINO                       Sì, aspetta! (Vuole abbracciarla tenendo il sigaro in bocca) Marcella, ti adoro!

MARCELLA           (respingendolo). Ma stai attento! Mi fai inghiottire il fumo! (Indietreggia)

PINO                       Oh! scusa!

MARCELLA           Non puoi buttarlo via, il sigaro?

PINO                       Me l’han fatto pagare molto, volevo fumarlo fino alla fine! (lo butta nel caminetto)

MARCELLA           (un po’ risentita). Ah! allora!...

PINO                       (dirigendosi al caminetto). Ma non fa niente! In amore, come vedi io non bado a spese! (Ritornando da Marcella) E tu sei tanto bella!

MARCELLA           E il mio vestito, eh! Come ti sembra?

PINO                       Tu stai bene con tutti i vestiti, e senza vestiti ancora meglio!

MARCELLA           Oh! oh! Pino!... Ecco, guarda, me l’hanno portato proprio ieri sera dalla sartoria... Lo metto la prima volta per te!

PINO                       (Con passione) Marcella, io vedo solo te! Non vedo il tuo vestito!... Per me tu non hai vestito! Ti voglio! Ti voglio!Si getta su di lei.)

MARCELLA           Ah! mio Dio!... che cosa ti prende, Pino!... Ti prego!

PINO                       (prendendola fra le braccia). Ti dico che ti voglio! Ti dico che ti voglio! (si sente male)

MARCELLA           . Ma che hai?... Non ti ho mai visto così... Su, andiamo! Pino... Lo champagne…cioè la birra della pizzeria ti ha dato alla testa!...

PINGLET                Ah! Non lo so che cosa mi dà alla testa!... Ah! E’ mia moglie  che dice che non posso fumare, che non posso bere alcolici! Che mi fanno male!... Ecco, guarda che male mi fanno!... Ti voglio! Ti voglio!... (Si siede tenendo Marcella fra le braccia; la sedia si rompe). Oh! mamma mia!... Oh! com’è stupido tutto questo!... com’è stupido!...

MARCELLA           (scoppiando a ridere). Ah! ah! come sei buffo!(ridendo). Non ti sarai fatto male, almeno!

PINO                       Io?... Ma per niente!... L’ho fatto apposta!... (Rialzandosi) Ah! che stupida sedia! (Scaraventa la sedia sul pianerottolo) Toh! Piglia! (A parte) (Vuole riprendere Marcella fra le braccia) Marcella!

MARCELLA           (respingendolo leggermente) Ah! se  tu avessi potuto vederti!...Ti saresti fatto un sacco di risate…

PINO                       ( molto contrariato). Ti prego, Marcella, non ridere così! (tenendo Marcella fra le braccia). Ah! mia cara Marcella!

BOULOTTO            (sul pianerottolo, scorgendo la sedia a pezzi). Toh! La sedia del 10... Chi l’ha portata qui? (Entra da Pino canticchiando, sorpreso) Oh!

MARCELLA E PINO              (separandosi). Oh!

BOULOTTO            (confuso). Signore!... Chiedo scusa! Non sapevo che la camera fosse occupata!... Riportavo la sedia!...

PINO                       (furioso). Ah! no! Ah! no! L’ho già vista anche troppo... e anche voi! Portatela via, la sedia, portatela via!

BOULOTTO            (indietreggiando). Ma, signore, fa parte della camera!...

PINO                       Sì, va bene, portatela via! portatela via! Andate fuori! (Lo spinge sul pianerottolo) Oh!

BOULOTTO            (sul pianerottolo). È graziosa la donnina!... e io sono curioso!... E poi, perché no?... Il succhiello!...(tira fuori un succhiello-trapano e inizia a fare un buco) Ma sì! Mi piace vedere le persone amarsi!

BASTIANO             (al piano superiore) Boulotto! Boulotto dove sei?!

BOULOTTO            Eccomi! Eccomi ! (Ripone il succhiello e scompare)

PINO                       (inquieto). Ah! Dio mio! Ma cosa mi capita!

MARCELLA           Che hai? Come ti senti?

PINO                       Non lo so! Un sudore freddo che mi sale alla testa!... Deve essere l’emozione!... Non è niente! (Con passione, prendendola fra le braccia) Ah! Marcella! Ecco noi, io e te, siamo qui soli, a tu per tu! Ah, se tu  potessi vedere quel che accade in me! Sento che il mio cuore, il mio cuore... Ah! Dio mio!... Ma gira, il mio cuore!

MARCELLA           (inquieta). Ma come sei pallido! Pino! Amico mio!

PINO                       Ah! mi sento male!... Ah! mi sento male!

MARCELLA           (spaventata). Siediti amico mio, siediti! Non posso chiamare nemmeno un medico!

PINO                       (guardandosi attorno). Ma dove?... La sedia non c’è più!

MARCELLA           (indicando). Là, sul tavolo!

PINO                       (sedendosi sul tavolino rotondo). Oh! Marcella!... Credimi, sono desolato per questo contrattempo, che, che... Ma passerà!...passerà …Ohimé!... Ohimé!...

MARCELLA           Aspetta, ti porto un po’ d’acqua.  (Va a preparare acqua zuccherata.)

PINO                       (comico, disperato). È chiaro! È il sigaro! L’avevo detto io! Il sigaro... non c’è niente da fare!... E poi lo champagne... ohimé! Ohimé!  (Si alza.)

MARCELLA           (girando lo zucchero nel bicchiere). Mio povero amico!

PINO                       (bevendo, smarrito). Ah! mio Dio! E mia moglie che non è qui!

MARCELLA           (togliendogli il bicchiere dalle mani). Ma resta seduto!

PINO                       No! Non posso! Devo camminare, se no sento che me ne vado!(cammina) No devo stare in piedi e poggiato(si poggia)

MARCELLA           Togliti la giacca!

PINO                       (spogliandosi). Sì, sì!... Ohimé!...

MARCELLA           Andiamo, su, reagisci!

PINO                       (con disperazione). Ah! Marcella, qualcosa mi dice che morirò qui!...

MARCELLA           (spaventata). Ah! no! Non farai una cosa del genere!...Ci sarà uno scandalo!(Inzuppa il fazzoletto e gli bagna le tempie.)

BOULOTTO            (ricompare e riprende il succhiello). Dopo tutto... Anche Bastiano lo fa!... (Tastando il muro) Vediamo un po’! dove po’! dove posso fare il buco? Ah! qui mi sembra il posto giusto! (Incomincia a girare.)

PINO                       (addossato alla parete). Oh! grazie. Sei molto buona!

MARCELLA           Va meglio?

PINO                       Oh! Mica tanto.

BOULOTTO            Toh! Entra facilmente. Sì ! è chiaro che non sono sulla pietra

PINO                       (sgomento) Eh! Ma…. Eh! Ma che sarà? (è poggiato sulla parete sulla quale dall’altra parte Boulotto sta facendo il buco)

MARCELLA           Che hai?

PINO                       Non so… un formicolio sotto le reni!

MARCELLA           Buon Segno! E’ il sangue che riprende a circolare…

PINO                       (lanciando un grido) Ah!

MARCELLA           Che c’è?

PINO                       (allontanandosi dal muro) Ohimè! Ohimè!…

BOULOTTO            (ritirando il succhiello) Fatto!

PINO                       Ohimè! Ohimè!…

MARCELLA           Ma che hai?

PINO                       Non so! Ho sentito un dolore lancinante, come se qualcuno mi avesse fatto una siringa con un grosso ago…mi sento  perforato….(si tocca il sedere)

MARCELLA           Cosa?...   Forse dovremmo chiamare un medico…sarebbe un male minore rispetto alla morte!

PINO                       No, vorrei soltanto un po’ d’aria…. (facendo vento col cappellino di Marcella) e una tisana!

BOULOTTO            (guarda ginocchioni il foro praticato) Vediamo un po’!

PINO                       (aprendo per chiamare) Dov’è il cameriere? (finisce sulla schiena di Boulotto , messo per traverso) Beh! Cosa fate lì voi?

BOULOTTO            (a parte) Oh! (rialzandosi) Credevo che il signore avesse chiamato, e allora stavo qui, per ascoltare!

PINO                       (con voce spenta) Cameriere! Un balcone! Una terrazza!… voglio prendere un po’ d’aria

BOULOTTo            Di sopra signore. In fondo al corridoio a destra

PINO                       Bene

MARCELLA           (nel vano della porta, a Boulotto) Ah! Portate una borsa d’acqua calda per il signore!

PINO                       Sì benissimo, una borsa! (salendo le scale) Tu mi aspetti, non è vero?

MARCELLA           Sì!

PINO                       (scomparendo) Ah! Come mi sento male!

SCENA SETTIMA(2)

MARCELLA           (fra sé e sé) Poveretto! (a Boulotto) Presto una tisana! Del tè! Qualcosa!….

BOULOTTO            Signora, a quest’ora è tutto chiuso!… Oh! Ma aspettate! Dal cliente che hanno mandato via …. Tutte le sere si faceva il tè… deve avere tutto l’occorrente!  (Entra nella camera di Chervetto)

MARCELLA           (entrando a sinistra) Ah! Mio Dio! Che avventura!…

BOULOTTO            (tornando con l’occorrente) Ecco qua signora… sapevo che avrei trovato tutto quel che ci vuole! (Entra da Marcella)

MARCELLA           Bene, mettete lì

BOULOTTO            (posando il tutto)    Sì signora.

MARCELLA           Sentite, il signore prenderà freddo, là sul balcone!

BOULOTTO            (accendendo un piccolo forellino elettrico)) Oh! No, signora l’aria è dolce… Non è più come stamattina, che l’acqua cadeva a torrenti. La pioggia è completamente cessata, il tempo si è rimesso e c’è un magnifico chiaro di luna!

SCENA OTTAVA(2)

VITO                       (comparendo) Su, venite ragazze, venite!….

BAMBINE               Siamo qui, papà!

VITO                       (con volubilità) Ma non ci sono camerieri qui? Non ho mai visto un albergo come questo!… si entra come in un cortile! Non si è davvero al sicuro qui dentro! Siamo già al primo piano, non abbiamo incontrato nessuno. Potremmo depredare, svaligiare, buttare all’aria, saccheggiare la casa…. E chi s’è visto s’è visto!

VIOLETTA             Oh! Papà si vede bene che non piove più!

VITO                       Però non capisco perché Pino ci ha consigliato questo albergo… non è per niente allettante! E’ tardi, dormiremo qui… domani ce ne andremo

MARGHERITA       Oh, sì preferisco un albergo chic!

LE ALTRE              (successivamente) Anch’io, anch’io!

MARCELLA           Va bene così, andate pure! Dovete preparare la borsa dell’acqua calda, adesso.

BOULOTTO            Bene signora.(esce)

VITO                       Ah! Il cameriere!

BOULOTTO            Santo cielo! Cos’è questo ? un collegio?

VITO                       Sentite cameriere, vengo da parte del signor Pino Pingleto…

BOULOTTO            Il signor Pingleto? Ah… benissimo! (a parte) Non lo conosco affatto ma non fa niente.

VITO                       Amico mio, avrei bisogno di camere per me e per le mie figliole!

BOULOTTO            Sono le vostre figliole?

VITO                       Beh, e allora cosa ci potete dare?

BOULOTTO            (guardando il quadro in cui si trovano le chiavi) Accidenti  Signore, non avrò mai camere sufficienti per… (a parte) Oh, che idea!… la stanza degli spiriti… non si riesce mai a darla a nessuno. (a voce alta) Ebbene signore, se non siete troppo esigente… forse ho trovato qualcosa per voi!

VITO                       Beh! Come volete!… Fatemi vedere questo qualcosa!

BOULOTTO            Ecco, signore è questa grande camera! Le signorine sono quattro e ci sono appunto cinque letti

VITO                       Ci arrangeremo…,se non c’è altro!… E cosa ci costerà il vostro dormitorio?

BOULOTTO            Oh! Signore, date le circostanze, dal momento che vi ha mandato il Signor… coso, sono cinquanta euro al giorno, tutto compreso.

VITO                       E’ abbastanza ragionevole!

MARCELLA           (uscendo dallo spogliatoio) Ah! Ma cosa fa Pino !…

VITO                       Bene! D’accordo cameriere! Prenderemo la camera!…

BOULOTTO            Bene! Signore, Buonasera signore! Buonasera signorine…

LE BAMBINE         Buonasera, cameriere! (Boulotto ritorna sul pianerottolo)

MARCELLA           (a sinistra) Non è possibile! sta male!… Comincio ad essere inquieta! (Si dirige verso la porta del pianerottolo)

VITO                       Ho bisogno di qualche cuscino in più (esce)

MARCELLA           (uscendo sul pianerottolo, al cameriere) Ah sentite, cameriere!

VITO                       (stesso gioco) Ah sentite, cameriere!

MARCELLA           (voltandosi dall’altra parte) Il signor Vito!

VITO                       (girando attorno a Marcella) Eh!..Ma!.. Non mi sbaglio! La signora  Marcella Paillardino!

MARCELLA           (voltando le spalle a Vito) No, no! Sì, sono io!

VITO                       Che ho avuto il piacere di conoscere in casa del nostro comune amico, il signor Pingleto!….(A destra le ragazze si mettono in libertà

MARCELLA           (turbata) Il… Il piacere è mio… credetemi!

BOULOTTO            (sorpreso) Toh! Si conoscono!

VITO                       Ah! Che magnifica sorpresa! (chiamando le figliole) Ragazze!

MARCELLA           (vorrebbe trattenerlo) Signore vi prego!

VITO                       Ma sì!… Ragazze, venite dunque! La signora Paillardino! La signora Marcella Paillardino !…

MARCELLA           Ah!… Dio mio! Grida il mio nome!

BOULOTTO            Si chiama Marcella Paillardino! (Entra a sinistra a vedere con imbarazzo)

BAMBINE               (con gioia) Signora Marcella!…Ah signora che magnifica sorpresa!… E’ la signora  Marcella Paillardino!

MARCELLA           (a parte) Le bambine!… Ci mancava anche questa!…(Le saluta con imbarazzo)

BOULOT                 (sulla porta) Signora Paillardino, il tè bolle!

MARCELLA           (a parte) Signora Paillardino! Ecco! Sa il mio nome (turbata) Il tè, bene grazie!

VITO                       Il tè?… Come signora… voi abitate qui?

MARCELLA           (gorgogliando) Io? No! Cioè, è mio marito che ha voluto… Stiamo per cambiare casa. E allora..

VIOLETTA             Oh… è magnifico! Le nostre camere sono vicine!

BOULOTTO            Signora Paillardino, il tè bolle!

MARCELLA           (a parte) Oh! Come mi irrita col suo “signora Paillardino”!

BOULOTTO            Signora Paillardino, il tè….

MARCELLA           (spazientita) Va bene grazie!.. . Signore, mi dispiace ma, vedete il tè mi chiama… (Nel vano della porta) Non sto neanche ad offrirvelo…(Entra a sinistra)

VITO                       (seguendola) Proprio perché insistete!… con piacere!

MARCELLA           (esasperata) OH!…

BAMBINE               (ballando) Oh! Il tè..! sì, sì, il tè!…

VITO                       (rivolgendosi a Boulotto) Cameriere, portate delle tazze!

BOULOTTO            Sì signore!

MARCELLA           (a parte) Ohimè! Non riuscirò più a liberarmene!

VITO                       (alle ragazze) Su, ragazze andiamo dalla Signora Paillardino!

MARCELLA           Oh! La giacca! (La nasconde dietro di sé)

VITO                       (guardandosi attorno, a Marcella) E’ carino qui

MARCELLA           (raggiungendo lo spogliatoio) Sì! Sì (Entrano tutti da Marcella , che ha fatto scomparire la giacca e il cappello di Pino nello spogliatoio)

MARCELLA           (con garbo) Ma accomodatevi, dunque.

VITO                       Proprio perché insistete! Ma mi sembra che qui manchino le sedie!

MARCELLA           (con un risolino forzato) E’ vero! Ah! Ah! Ah!

BOULOTTO            (entrando) Ecco le tazze! (Posa il vassoio, sette tazze e la zuccheriera)

TUTTI                     Ah, finalmente!

VITO                       Cameriere, le sedie, le sedie!

BOULOTTO            Sì, signore (Va a cercarle da Chervetto)

VITO                       Su ragazze, aiutate il cameriere! (Vanno e prenderle a destra e sul fondo)…Signora, se permettete, verso l’acqua nella teiera!...

MARCELLA           Sì,sì! Grazie!

BOULOTTO            (tornando) Ecco le sedie! (Le ragazze tornano con una sedia ciascuna -Tutti siedono)

BOULOTTO            (a Marcella) Vado a cercare la borsa

MARCELLA           Quale borsa!

BOULOTTO            La borsa per il signore che sta poco bene!....

MARCELLA           (rapidamente) Ah! Sì! Sì! Andate! (Boulotto esce. A parte) Ohimè! Questa gente mi farà morire! (non sapendo più quel che dice) Accomodatevi dunque! Accomodatevi!

VITO                       (sulla sedia, con aria di importanza) E a parte questo, signora Paillardino, tutto va come desiderate?

MARCELLA           (inquieta) Ma sì! Ma sì!

VITO                       (alle figlie) Su ragazze... rendetevi utili! Servite il tè!... (le ragazze eseguono. A Marcella) E l’amico Pino lo vedete spesso?

MARCELLA           Oh molto di rado!.. Sapete come sono le relazioni a Parigi! Sono molto legata a sua moglie... per questo vi ho incontrato a casa sua oggi.

SCENA NONA(2)

PINO                       (giunge sul pianerottolo) Ah! Sto meglio! Ho preso aria e mi sono sbarazzato della cena. Mi sento tutto ringiovanito! (canticchiando) Lo gran Monaco in tondo si balla! Lo gran Monaco vieni a ballar!

VITO                       (a Marcella) Cosicchè lo vedete di rado

MARCELLA           Oh! Pochissimo, pochissimo! (Pinot entra da Marcella)

VITO                       (stupiti, alzandosi) Pino!

PINO                       I Mathiello!

VITO                       (prendendolo per mano) Il mio caro Pino!... Stavamo appunto parlando di te!

BAMBINE               Sì, sì, è vero!

PINO                       Siete gentili. (a Marcella) Eh! Buongiorno signora Paillardino! Come state? Avevo alcune faccende da sbrigare proprio nel quartiere. Passavo di qua e mi sono detto: vado a salutare la signora Paillardino!

MARCELLA           Ah, molto gentile da parte vostra! Che magnifica sorpresa!

I MATIELLO          Ah! Sì,sì... davvero!

VITO                       Senti un po’! ma tu vai in giro in maniche di camicia?

PINO                       (a parte) Oh! (a voce alta) Eh! Sì! Ti dirò... uno strappo alla giacca; l’ho portata da un sarto qui accanto e mentre le davano un punto mi sono detto: vado a presentare i miei rispettosi omaggi alla signora Paillardino!

MARCELLA           Molto gentile!... Ah veramente gentile!

I MATIELLO          Ah! Molto gentile!

VIOLETTA             (gli presenta una tazza di tè) Una tazza di tè, signor Pino?

PINO                       Ah! Molto volentieri.

MARGHERITA       (con la zuccheriera in mano) Zucchero, signor Pino?

PINO                       Molto volentieri!

MARGHERITA       (ridendo) Vi piace il tè con molto zucchero?

PINO                       (continuando a mettere zucchero) Oh! No! Pochissimo!.. pochissimo!...

MARGHERITA       (a parte) Beh! Non si direbbe!

VITO                       Vostra moglie sta  bene?

PINO                       Benissimo, benissimo! La vostra pure?

VITO                       E’ in paradiso…Sapete bene che l’ho perduta otto anni fa!

PINO                       E’ vero! È vero!... sono un poco confuso... insomma, pazienza! (a parte) Hanno messo radici.

MARCELLA           (a parte) Non se ne vanno! (Sul pianerottolo compare Boulotto)

SCENA DECIMA(2)

BOLUOTTO            (entrando a sinistra) Signore! La borsa!

MARCELLA           (a parte)  Ci voleva anche questa!

PINO                       (strappando la borsa dalle mani di Boulotto)  Che idiota! (si scotta) Ahi!...

VITO                       Come la borsa!... Tu giochi in borsa?

PINO                       Sì, certo! Cioè, no!... Ogni volta che vengo in questo albergo, ordino una borsa d’acqua calda!...

VITO                       Ah!..

PINO                       Sì, sono famose qui le borse d’acqua calda! Sono famose. Non lo sapevi? Allora mia moglie mi ha detto: se passi dall’ Albergo della micia innamorata” portami una borsa d’acqua calda!.... Non è così signora Paillardino?

MARCELLA           (imbarazzata) Sì !Sì!

BOULOTTO            Come Signore, ma....

PINO                       Sì va bene! Nessuno vi chiede niente! Andatevene ! Andatevene! (Lo spinge verso destra)

BOULOTTO            Ah? .... Bene Signore! (Esce, fa le scale e scompare)

PINO                       (a Marcella). E ora , vedo che siete stanca.....(quasi nell’orecchio di Vito ) stanca. Non voglio abusare più a lungo del vostro tempo; permettetemi di prendere congedo da voi.

VITO                       (alzandosi). Siete stanca? Ma perché non l’avete detto? (alle figlie) Andiamo ragazze ... torniamo nella nostra camera.... non bisogna essere indiscreti. (Prende la sedia e , seguito dalle figlie, si dirige verso il pianerottolo.)

PINO                       (imitandolo ,sottovoce a Marcella) Sapevo che li avrei fatti sloggiare!

VITO                       (a Marcella) Signora.... arrivederci! Buona notte!

PINO                       (spingendolo)Si! Andiamo! Andiamo! (imbroglio di sedie)  Attento (sottovoce a Marcella) Scendo e faccio finta di niente, poi torno! .... Aspettatemi!  (Passa sul pianerottolo)

MARCELLA           (chiudendo la porta) AH! Sì , ci troviamo in una bella situazione!

VITO                       (stringendo La mano a Pingletto)  Arrivederci caro Pino ! Tante cose alla tua gentile signora!

PINO                       (mentre gli stringe la mano , gli passa la sedia) Non mancherò ! Non mancherò! Oh! Si! Si! (Scompare scendendo le scale Vito si libera di una sedia.)

Scena undicesima(2)

VITO                       (entrando a destra) Torniamo in camera!  

MARCELLA           Oh! No! No! basta così! che lezione! Dio mio che lezione!

LE BAMBINE         (baciando il padre) Buonanotte papà!

VIOLETTA             Ora ci spogliamo!

VITO                       Bene! .... Quello è il vostro spogliatoio. (le ragazze vi si dirigono) Ma non fate rumore! C’è gente che dorme!

MARCELLA           Non voglio rimanere un minuto di più in questo maledetto albergo! E appena Pino ritorna....(Indossa il cappotto)

VITO                       Ah! Che bello andare finalmente  stanchi a letto!

MARCELLA           Ma! E il cappellino? Dov’è il cappellino? (Cerca da ogni parte)  Forse l’ho buttato là con la roba di Pino! ( entra nello spogliatoio)

VITO                       (esaminando la camera) . Credo che qui staremo bene!.... C’è un’atmosfera un poco  vecchiotta e onesta che mi piace molto. (scorgendo  l’astuccio di Paillardino) Oh! Caspita! Che lusso di servizio da toeletta! Pettini di tartaruga! Spazzole in ebano! Con le cifre dell’albergo: P, P.(riflettendo) P. P. ..... Veramente non capisco come P.P. possa fare Albergo della micia innamorata.... Forse è il nome del proprietario!.... E poi ,dopo tutto, per quel che importa! (pettinandosi) Non so perché ci si debba portare dietro le proprie cose , al giorno d’oggi si trova tutto! Ah ! prima di coricarmi fumerò un sigaro. (ne estrae uno piccolo) Non sono una gran cosa, non sono abbastanza buoni ! (scorge una scatola) E questo che cos’è? Una scatola dio sigari? !..... Oh no! È incredibile! (leggendo)  SIGARI CUBANI. Oh! Ma preferisco questi!.... (ripone il suo sigaro) Che albergo..... Per 50 euro al giorno, una scatola piena di sigari! A discrezione! (prende tutta la prima fila e ne accende uno)E’ meraviglioso!...Aveva ragione Pino a consigliarmi questo albergo!....

MARCELLA           (uscendo dallo spogliatoio) Sembra un miracolo! Impossibile mettere le mani sul cappellino.

VITO                       (in fumando col candeliere mano). Squisito, questo sigaro!... Non capisco proprio come possano coprire le spese!

MARCELLA           (sempre cercando) E Pino.... che fa? Non torna ! (Socchiude la porta)

VITO                       (vedendo la camicia che è sul letto) oh! La camicia! Anche la camicia da notte! E le pantofole! Pensano a tutto! (se ne impadronisce) Ammirevole ! Vi dico ammirevole!

Scena dodicesima(2)

Pino compare tenendo la borsa dell’acqua calda sotto il braccio.

MARCELLA           (sulla soglia) Ah! Vieni presto!

PINO                       (a bassa voce molto circospetto) Eccomi! Eccomi!

VITO                       Manca una sola cosa : una borsa d’acqua calda . Dirò al cameriere di portarmene una.

MARCELLA           (a Pino). Su sbrigati!  (Vito passa sul pianerottolo con una cuscino in mano-scorgendolo) Oh!  (Richiude bruscamente)

PINO                       (a parte) Vito! (Rimane di stucco)

VITO                       Come ? Tu qui? 

PINO                       ( molto imbarazzato) si! È... è... per te! ... Stavo appunto risalendo perché volevo dirti...

VITO                       Che cosa?

PINO                       Bene ! stavo giù ...e sento qualcuno che dice.. insomma oggi alla Camera pare che si  siano riscaldati molto!

VITO                       (indifferente) ah!

PINO                       Si! Hanno fatto un’interpellanza al governo .. per la questione del bilancio..- la solita grave questione del bilancio! E sembra che il governo sia stato lì lì per cadere!

VITO                       Sì sì!

PINO                       Dove andremo a finire? Dio mio! Dove andremo a finire? Tutti ladri…I Politici pensano solo ai loro interessi…Allora ho pensato: questo forse può interessare il caro Vito e immediatamente....

VITO                       A me? Cosa vuoi che me ne importi? Son cose che sanno tutti…non ci posso fare niente se avete dato il voto ai ladri…non mi importa niente!

PINO                       (con animazione) Ah! Non te ne importa niente ! Beh!  ,allora buonasera! Me ne vado! Me ne vado!( Torna verso il fondo)

VITO                       (con animazione) Ah ! Buonasera Comunque ti ringrazio lo stesso!

PINO                       Di nulla Di nulla... Torna pure in camera tua!

VITO                       Aspetto il cameriere ,vorrei una borsa di acqua calda! Mi hai detto che sono così famose!

PINO                       Una borsa d’acqua calda? Ma prendi la mia! Su prendi la mia! (Gliela passa)

VITO                       Neanche per sogno! Non voglio che tu ne  rimanga senza!

PINO                       Ma non rimango senza. (a voce alta) Ne prenderò un’altra passando.

VITO                       Ah ! sei troppo gentile.

PINO                       Ma no! Non è nulla. Su torna dentro! Torna dentro

VITO                       Senz’altro ,buonasera. (Rimane nel vano della porta a fumare il sigaro.)

PINO                       (aspettando che Vito rientri) Buonasera.... Buonasera!...(salutandolo con la mano) Buonasera!...       (tornando fino alla tromba delle scale). Ebbene buonasera! Che aspetti? (a parte) Ma vai rompiscatole! (con un sorriso affettato) Buonasera! (Scompare lungo la scala.)

VITO                       (rientrando) Caro ragazzo!.... Ah! Dimenticavo il mio cuscino!....(ritorna sul pianerottolo e si trova di fronte Pino) Come! Ancora tu?

PINO                       (imbarazzato) Sì avevo dimenticato di stringerti la mano! (Gli stringe la mano e scende le scale. Vito rientra in camera. Pino ne approfitta e si precipita nella camera di Marcella.)

VITO                       (passando nello spogliatoio) Vado a spogliarmi! Buio a destra

SCENA TREDICESIMA(2)

PINO                       Uff!

MARCELLA           Finalmente siete qui! Pensavo non tornaste più

PINO                       Mia cara amica ho faticato a liberarmi di Vito.... Se credete che sia facile!

MARCELLA           Ah! Sì di Vito meglio non parlarne! Intanto mettiti la giacca e  il cappello e andiamocene.

PINO                       Il cappello ? la giacca? E dove sono?

MARCELLA           Là nello spogliatoio!....(Glielo indica)

PINO                       Sì Sì! (Entra nello spogliatoio)

MARCELLA           E poi il mio cappellino! Cosa ne avete fatto del mio cappellino?

PINO                       (rivestendosi) Il vostro cappellino! Come ,il vostro cappellino?....dovrebbe essere qui!....

MARCELLA           Dove ?  dove? Dove?

PINO                       (agitatissimo) Dove? Dove? Dove? Non so!.... Quando ve lo siete tolto l’ho messo sul letto ...Ah! ...ora ricordo: quando sono salito al piano disopra. L’avevo in mano.... l’ho dimenticato là. (Ride stupidamente.)

MARCELLA           (furiosa) E questo ti fa ridere!...non sai fare altro! L’hai lasciato là ! ...Su vai a cercarlo! Ti aspetto.

PINO                       Sì, sì, aspettami!

MARCELLA           Va bene ! Vai! Sbrigati!

PINO                       (uscendo urta Bastiano) Oh! 

BASTIANO             (che sta arrivando) Oh! Dove andate?

PINO                       (salendo le scale) Lo so io! Lo so io! (Scompare)

BASTIANO             Ah! Va bene! Va bene!

 MARCELLA          (nervosissima)Oh no! Basta con queste tribolazioni !Basta! (Entra nello spogliatoio.)

SCENA QUATTORDICESIMA(2)

BASTIANO             (sul pianerottolo sente la scampanellata) E dalli! Un altro (scorgendo Paillardino) Ah! È il signor perito

PAILLA                  (comparendo) Mio Dio si!

BASTIANO             Il signor perito va a letto?

PAILLA                  Se non avete nulla in contrario!....

BASTIANO             Eccolo ,signor perito

PAILLA                  I signori spiriti non hanno ancora segnalato la loro presenza?

BASTAIANO          No .che io sappia, signor perito.

PAILLA                  Mi dispiace molto! (Entra a destra. Luce accesa nella camera.)

BASTIANO             ( a parte) Sì ,Sì, fa lo spaccone! Fa lo spaccone!.....(Segue Paillardino)

PAILLA                  (guardandosi intorno ridendo) Ebbene! Questa è una camera piena di spiriti! Non si direbbe ,ma questa è una camera piena di fantasmi invisibili! Se gli spiriti sono uomini  di mondo , voglio sperare che non facciano troppo rumore e mi lascino dormire!

BASTIANO             Speriamo che gli spiriti vi sentano ,signor perito!

PAILLA                  (vedendo la scatola aperta) Toh! ....E i miei sigari!

BASTIANO             Signor perito?

PAILLA                  Ho detto :i miei sigari!.... La scatola poco fa era piena; ora ne  manca la metà... Dove sono andati a finire?

BASTIANO             Non lo so signore!

PAILLA                  Come non lo sapete!....Non se ne sono mica andati da soli!

BASTIANO             Lo so che cos’è signore: sono gli spiriti!

PAILLA                  Ah! Sì... Mi fate ridere coi vostri spiriti!... Degli spiriti che fumano?....

BASTIANO             Perché no!.. Anche il signore fuma!....

PAILLA                  E guarda !guarda! i miei pettini! Le mie spazzole ! tutto all’aria!

BASTIANO             Vedete signore? Vedete? I fantasmi sono dispettosi! Non vi hanno pigliato a ben volere…non siete simpatico…ai fantasmi logicamente!

PAILLA                  Sì comincio a capire qual è la natura degli spiriti che vengono qui!.... Qualche furbacchione che con la scusa dei fantasmi deruba la gente!.....

BASTIANO             (a parte) Non crede proprio a niente quest’uomo!

PAILLA                  Bene! Lasciatemi ! Spiegherò tutto domani al vostro padrone!

BASTIANO             Bene signore. Buona notte!

PAILLA                  Buona notte!

BASTIANO             (Passando sul pianerottolo) Cosa pagherei perché gli spiriti gli dessero una bella strapazzata  a quello lì!  (Scompare per le scale)

PAILLA                  C’è un ladruncolo qui è chiaro ! C’è un ladruncolo! (tornando a guardare la spazzola)Hanno lasciato addirittura i capelli nella spazzola. (Ripone la spazzola nella borsa)

SCENA QUINDICESIMA(2)

PINO                       (compare sul fondo e scende le scale) Niente! Niente!.... Ho avuto un bel cercare!..... Che fine avrà fatto il cappellino?

PAILLA                  (guardando sul letto) Beh! E la mia camicia? Le mie pantofole? E così mi hanno soffiato camicia e pantofole!...(Va ad appendere il cappello)

PINO                       (sul pianerottolo) Marcella mi farà una scenata ,tanto peggio... Le dirò la verità. (Entra a sinistra)

PAILLA                  Vado a letto vestito perbacco ! Così se capita qualcosa faccio più presto a saltare in piedi! (Si stende sul letto e si mette a leggere)

MARCELLA           (uscendo dallo spogliatoio) Ah! Siete qui!...e il cappellino?

PINO                       (drammatico) Marcella! Coraggio!

MACELLA              Perché

PINO                       Non l’ho trovato.....

MARCELLA           Magnifico ! Per fortuna ho la mantiglia, posso mettere sulla testa quella! (esegue) Partiamo immediatamente!

PINO                       (passando sul pianerottolo seguito da Marcella) Sì Partiamo !Confesso che ne ho abbastanza!

MARCELLA           E io allora! Che lezione! Mio Dio ! Che lezione! (Scompaiono giù per le scale)

PAILLA                  (sbadigliando) Ah! Mi sento a pezzi! Gli occhi mi si chiudono. Non capisco cosa sia! Dormirò. (Spegne la luce.buio)

MARCELLA           (risalendo la scala ,seguita da Pino). Ah! Mio Dio !Massimo!

PINO                       Il nipote di vostro marito con Vittoria, la mia domestica! Scappiamo! (Entrano a sinistra)

MARCELLA           Chiudi la porta!

PINO                       (agitatissimo) Ma la chiave!....Dov’è la chiave? ...Non ho la chiave!....

MARCELLA           Non fa niente ,chiudi lo stesso!

PINO                       Ma senza chiave non posso!....(indicando lo spogliatoio) Ah! Di là! C’è un chiavistello!  Venite!

Marcella        (precipitandosi) Ah! Che notte ! Mio Dio che notte!  (Entrano)

SCENA SEDICESIMA(2)

Vittoria con alcuni libri in mano, Massimo con una cartella sottobraccio.

BASTIANO             Ecco signore, di là!

MASSIMO              Vittoria ! è molto grave quel che facciamo!

VITTORIA              Bah! Lascia perdere!

BASTIANO             (mellifluo) Ho già visto quel che ci vuole per il signore e per la signora! Un piccolo nido delizioso dove la gentile signora si troverà benissimo!...è molto carina signore, molto carina!

MASSIMO              ( molto turbato) Ah! Sì ..... Credete?

BASTIANO             Consiglierei al signore e alla signora il numero 9 .(indica) E’ in questa stanza che la principessa ereditaria di Polonia ha fatto il viaggio di nozze col primo ciambellano!

VITTORIA              La camera di una principessa!

BASTIANO             Oh! Signora, vi trovate in un ottimo albergo!

VITTORIA              Si! Lo so! Va bene, si! Prendiamo il 9.

BASTIANO             Benissimo! Benissimo! (Li guarda ridendo.)

BASTIANO             (che è andato ad accendere un candeliere). Se il signora e la signora vogliono entrare! (Vittoria cerca di tirarsi dietro Massimo.)

MASSIMO              Vittoria vedi… non so dove sto andando a cacciarmi! Faccio bene o faccio male!

VITTORIA               Fai bene…Così capisci veramente cos’è l’amore fisico, quello vero…non quello dei libri…

 MASSIMO-                Si! Si! Va bene! Facciamo come dici tu! (Bastiano li segue. Buio sul pianerottolo.)

Scena diciassettesima(2)

VIOLETTA             (posando il candeliere). Ah! Finalmente! Si va a letto! Era ora! (Si siede a destra.)

MARGHERITA       Io prendo quel letto lì!..

PERVINCA             Io prendo questo!..

PRATOLINA           No, è mio!

PERVINCA.            No! No! (Piccola disputa.)

VIOLETTA             (abbassando la voce). Non fate rumore!… Papà non vuole. (si siedono tutte e si tolgono le calze) Brr!…. Che freddo!..(Pervinca si scioglie i capelli.)

MARGHERITA       (con la borsa in mano, venendo avanti) Toh! Prima di andare a letto mi metto i bigodini!

PERVINCA             Oh! E’ un’idea!

TUTTE                    Si, si! Arricciamoci i capelli!

BASTIANO             (uscendo dal numero 9). Buonanotte signori! (Scompare giù dalle scale.)

TUTTE                    Passami la pila!…. Anche a me!… A me!…(Si contendono le pile che si spegne. Buio a destra e sul pianerottolo.)

VIOLETTA             Hai visto? La pila si è spenta!

PERVINCA.            La mia è accesa

VIOLETTA             Oh! Guardate! Come son divertenti queste pile…c’è sapore di mistero…(si illuminano con le pile reciprocamente)

PERVINCA             (salendo sul letto). Si, così sembriamo fantasmi!..

VIOLETTA             E’ vero! (Salgono sui loro letti e cantano.)

TUTTE                    Sorelle sorelle è passato un altro giorno della vostra vita….ricordatevi che dovete morire!!

PAILLA                  (in piedi sul letto, spaventato). Ah! Mio Dio!.. Delle anime! (Le piccole Matiello sono scese e ballano in tondo attorno al tavolo con le pile accese. Pailla scavalcando la testata del suo letto, con le braccia alzate). Vade retro Satana!

TUTTE                    (vedendolo). Ah! Fuggono nello spogliatoio.

PAILLA                  Fantasmi! Sono fantasmi! (si precipita sul pianerottolo). Aiuto! Aiuto!

Scena diciottesima(2)

VITTORIA              (seguita da Massimo). Cosa c’è?

PAILLA                  (gridando). Aiuto! Aiuto!

VITTORIA              (vedendolo). Il signor Paillardino!

MASSIMO              Mio zio Pailladio! (Massimo si rifugia al numero 9. Vittoria fra le cortine del letto di Vito).

PAILLA                  (scompare su per la scala gridando). Ci sono gli spiriti! Ci sono gli spiriti!

                                                                                            SCENA DICIANNOVESIMA(2)

VITO                       (uscendo dal suo spogliatoio, con una pila in mano) Che cosa mi venite a raccontare?... C’è un uomo!... Dove un uomo? Nel letto, un uomo! (Socchiude le cortine e scorge Vittoria)

VITTORIA              Oh!..

VITO                       Oh! Scusate signora!... (ridendo) Ah!... ah!... e loro lo chiamano un uomo, questo! E’ una donna!... (tornando nello spogliatoio) che cosa mi venite a raccontare? Non è un uomo, è una donna! (Buio nella camera)

BAMBINE               (nello spogliatoio) Sì, papà... è un uomo!

MASSIMO              (che è uscito dalla camera di Chervetto) Lo zio se n’è andato! Bisogna che vada a vedere che cosa fa Vittoria in questa camera! (entra a destra) Nessuno! (chiamando sottovoce) Vittoria!

VITTORIA              (uscendo dai panneggi delle tende del letto) Massimo... da questa parte!

VITO                       (uscendo dallo spogliatoio, seguito dalle figlie) Insomma, ragazze... venite a vedere!...

MASSIMO E VITTORIA        (nascondendosi) Oh!...

VIOLETTA             Insomma! Papà! Ti assicuro che abbiamo visto bene! E’ un uomo!...

VITO                       Anch’io l’ho vista bene!... e che diavolo! Sarebbe una bella disgrazia se alla mia età non sapessi distinguere un sesso. (Vittoria scappa sul pianerottolo) Eh! Perbacco! So quel che dico!... Vedete bene che è una donna. (Massimo scappa a sua volta)

LE BAMBINE         (scorgendolo). Ma no, papà! Guarda! E’ un uomo!

VITO                       (un po’ inquieto). Un uomo e una donna!

MASSIMO              (a Vittoria, sul pianerottolo). Oh! Basta con questo albergo! Andiamocene!

VITTORIA              Si! Si! Andiamo! (Scompaiono giù per la scala.)

VITO                       Oh! Voglio mettermi il cuore in pace! (Chiamando sul vano della porta). Cameriere!.. Cameriere!.. (Compare Boulotto)

Scena ventesima(2)

BOULOTTO            Che c’è? Perché questo rumore?

VITO                       Cameriere!.. Che significa tutto questo?… In camera mia trovo uomini e donne!… Non so!

BOULOTTO            Come, signore? Ma davvero?… Allora il signore se n’è accorto…

VITO                       Di che cosa?

BOULOTTO            Ah! Non ho osato dirlo al signore. Ma la sua camera, signore, è visitata dagli spiriti!…

TUTTI                     Gli spiriti!.. (Pailla compare dall’alto della scala, e scende con precauzione.)

BOULOTTO            Si, signore!.. Quel che il signore ha preso per uomini e donne sono spiriti, signore, sono fantasmi!

LE BAMBINE         (lanciando alte grida). Gli spiriti! Ah! (Salgono le scale lanciando alte grida; e spaventano Pailla  che le precede precipitosamente.)

VITO                       (seguendo le figlie). Bambine!.. Ma guarda, scappano in camicia per l’albergo… (chiamando) Bambine!… Bambine!….(Scompare.)

BOULOTTO            (seguendolo). Ah! Che disastro!…. Dio mio! Che disastro!…

Scena ventunesima.(2)

PINO                       (uscendo dallo spogliatoio, seguito da Marcella). Che vuol dire tutto questo gridare? Questo subbuglio?

MARCELLA           Ti assicuro che sta succedendo qualcosa di anormale nella casa! Sono morta di paura!.. Ti prego, andiamocene!

PINO                       Si, si! Ma, aspetta! Non facciamo imprudenze! (Socchiude la porta.)

PINO                       (guardando il pianerottolo). Nessuno! Vieni!

MARCELLA           (passando sul pianerottolo con Pino). Ah! Finalmente!

PAILLA                  (scendendo le scale come un pazzo). Ah! Mio Dio! I fantasmi! I fantasmi!

MARCELLA           (spaventata). Dio!.. Rientriamo! (Rientra.) …Mio marito!

PINO                       (spaventato).  Ah! (Richiude bruscamente.)

PAILLARDINO       (che li ha visti senza però riconoscerli) Dio, degli esseri viventi! (cercando di aprire) Aprite! Aprite!

PINO                       (dall’altro lato)       Non si entra! Non si entra!

PAILLARDIN         Sì! Sì! Per carità aprite!

MARCELLA           (a Pino) Non lasciatelo entrare

PINO                       Sento che non resisterò! E’ più forte di me!

PAILLA                  Ma aprite dunque ! (La porta cede, Pailla entra a sinistra. Pino viene proiettato nel caminetto. Marcella si impadronisce del cappello di Pailla e se lo calca in testa fino al collo.)

PAILLA                  Il mio cappello! Signora il mio cappello! (Tenta di riprenderlo)

MARCELLA           (aggrappandosi con forza alla testa e gridando) Aiuto! Aiuto! (Pino esce dal caminetto con la faccia tutta nera)

PAILLA                  Ah! Uno spazzacamino! (Pino gli da un pugno in un occhio) Oh!... (Pino gli da un calcio che lo manda a finire sul pianerottolo) Oh!... gli spiriti maneschi! Gli spiriti maneschi! (Fugge giù per la scala)

SCENA VENTIDUESIMA(2)

PINO                       Uff!... Marcella!.. se n’è andato!

MARCELLA           (scoprendosi) Finalmente... Ah! Che emozione!... Dio!... un negro!

PINO                       No! Sono io, Pino!

MARCELLA           (sul punto di svenire) Ah!... Pino! Questa notte mi farà morire!... Dio mio! Come sei nero!

PINO                       Sì! Sì! Non importa!

MARCELLA           Ah!... mio Dio! Quante emozioni abbiamo provato!

PINO                       Finalmente tutto è finito. Possiamo respirare un po’!

MARCELLA           Sì, ora staremo un po’ meglio! Ci riposeremo un po’!

PINO                       Ah! Sì! Meno male! Meno male! (rumore di voci) Ma che c’è?

MARCELLA           Ancora qualcosa?

BASTIANO             (agitato) Ah! Mio Dio! La polizia! La polizia! Sparite, il buoncostume!

PINO                       Il buoncostume!

BASTIANO             (porta di destra) C’è il buoncostume! (salendo la scala) C’è il buoncostume!

MARCELLA           ( a Pino) Che vuol dire?

PINO                       Il buoncostume... è la polizia! Siamo perduti! È la polizia!

MARCELLA           La polizia!... scappiamo! (Passano sul pianerottolo)

SCENA VENTITREESIMA(2)

 MARCELLA          (scorgendo il commissario Boucardo che sbuca dalla scala seguito dagli agenti) Ah! Il commissario!(Si precipita a sinistra e richiude)

BOUCARDO           (scorgendola) Ah! Ah! (indicando Pino) Intanto arrestate quello!

PINO                       Io?... ma signori!....

AGENTE                 Sì! Sì! Subito!

BOUCARDO           (indicando la porta di sinistra) Voi! Forza! Di lì! (L’agente tenta di aprire)

MARCELLA           (dall’altro lato) Non si entra! Non si entra!

BOUCARDO           (all’agente) Su! Sfondate! (La porta cede, l’agente entra a sinistra)

MARCELLA           Ah! Sono perduta!

AGENTE                 Venite avanti!

PINO                       (trattenuto dall’agente) Ah! Poveretta!

MARCELLA           (passando sul pianerottolo) Dio!

BOUCARDO           (a Marcella) Signora, venite avanti!

MARCELLA           Ma signore! Non so cosa vogliate da me! Sono una donna onesta!

PINO                       Ma sì, signore, la signora è una donna onesta!

BOUCARDO           Va bene! Nessuno vi ha chiesto niente! Agente, portatelo di là! (Indica a destra)

PINO                       (resistendo) Ma insomma! Insomma!

AGENTE                 Su, su poche chiacchiere! (Lo conduce a destra)

BOUCARDO           (a Marcella) Ed ora a voi, signora! E intendiamoci, poche storie! Vogliate dirmi chi siete.

MARCELLA           Ma signore! Non capisco la domanda!... sono qui con mio marito

BOUCARDO           (alzando le spalle) Con vostro marito!

MARCELLA           Esattamente! Sono la moglie del Signor... del signore che avete fatto trascinare di là!

 BOUCARDO          (mordace) Ma certo, signora! Ma certo. E, signora, sono troppo indiscreto se vi chiedo come vi chiamate?

MARCELLA           Ma signore, ma... (a parte) Eh sì non ho altro mezzo! (a Boucardo) Sono la signora Pingleto!

BOUCARDO           Bensissimo! (all’agente) Fate entrare la persona che è di là! (Indica a destra)

AGENTE                 (nel vano della porta) Su! Venite avanti, voi!

PINO                       (passando sul pianerottolo, a parte) Dio mio! Povera donna! Non avrà avuto la presenza di spirito di non dire il suo nome!

BOUCARDO           (a Pino) Ora a voi, signore! Chi siete?

PINO                       (a parte) Eh, sì non altro mezzo per salvarla! (a Boucardo, con disinvoltura) Ma... signore... non capisco la domanda. La mia posizione è regolare... e la signora è mia moglie.

MARCELLA           (con un barlume di speranza) Ah!

BOUCARDO           (a parte) Come! Che siano davvero... (a Pino) E, signore come vi chiamate?...

PINO                       La signora ve lo avrà detto... sono il signor  Paillardino Pailladio Paillardino!

MARCELLA           Dio!....

BOUCARDO           (con molto garbo) Perfettamente! Proprio quello che pensavo.

MARCELLA           (a parte) Sono perduta!

PINO                       (a parte, soddisfatto) L’ho salvata! (Compaiono Boulot, Bastiano, Mathieu e le sue figlie, seguiti da agenti in borghese)

BOUCARD              (agli agenti) Avanti, portatemi tutta questa gente al commissariato!

TUTTI                   Al commissariato? (Grida, proteste)   SIPARIO


ATTO TERZO

SCENA PRIMA(3)

All’alzarsi del sipario la scena è vuota e la finestra di fondo aperta come alla fine del primo atto. L’orologio suona le sette. Quindi Pino, sempre con la faccia nera, appare, salendo dalla scala di corda e scavalcando il davanzale; ritira la scala di corda che si mette sotto il braccio e cade a sedere sul davanzale della finestra, esausto. Si rialza quasi subito, si dirige in punta di piedi alla porta del “pan coupé” di sinistra); ritorna immediatamente, terminando di infilarsi una giacca da casa. Estrae da una tasca un fazzoletto che si annoda in testa, poi un secondo fazzoletto che si mette attorno al collo. Quindi viene avanti in scena e guarda il pubblico con aria soddisfatta.

PINO                       Devo avere l’aspetto di uno che si è appena alzato! Che notte, Dio mio, che notte! (Si sente bussare; a parte) Lei! di già!...No! E poi ha la chiave! Non avrebbe bussato. (A voce alta) Chi è?

VITTORIA              (dietro la porta). Sono io, signore: Vittoria!

PINO                       (a parte). Vittoria! ...Ah! la viziosetta! un’altra che stanotte era all’Hotel del Libero Scambio! E pensare che non le posso dire nulla, se no mi tradisco. (A voce alta) Cosa vuoi?

VOCE DI VITTORIA             Signore, vi porto la cioccolata!

PINO                       Va bene, entra!

VOCE DI VITTORIA             Non posso! Non ho la chiave!

PINO                       (estraendo al chiave di tasca, a parte. A voce alta). Beh, chiedila alla signora;  ce l’ha lei.

VOCE DI VITTORIA             Ma la signora non è tornata, signore!

PINO                       Non è tornata! Non è tornata? Caspita! Vuol dire allora che sua sorella è stata peggio e lei ha voluto rimanerle accanto...

VOCE DI VITTORIA             E allora, signore, che devo fare?

PINO                       Cosa vuoi che ti dica? Io la chiave non ce l’ho! Aspettiamo che la signora torni.

VOCE DI VITTORIA             Bene, signore.

PINO                       Perbacco! Potrei aprire benissimo!... Ma allora addio alibi! Uffa! Però, che notte! Che notte! (Si sente bussare. Si alza) Eh? Chi è?

MARCELLA           (dall’altro lato della porta, sottovoce). Pino! Sono io! Marcella!

PINO                       Ah! Finalmente!... Sei sola?

VOCE DI MARCELLA           Sì! Apri!

PINO                       Aspetta. (Aprendo) Tira il chiavistello che sta dalla tua parte!

VOCE DI MARCELLA           Ecco fatto!

PINO                       (facendo entrare Marcella). Presto! Entra. (Richiude a doppia mandata.)

SCENA SECONDA(3)

PINO                       Ah! Marcella! Che notte! Mio Dio! Che notte!

MARCELLA           Ah! Pino! Pino ! Mi hai rovinata! (Va verso il fondo, agitata.)

PINO                       (seguendola). Ma no! Ma no! non ti ho rovinata... Dopo tutto la situazione non è gravissima. Non siamo vagabondi. La polizia le retate le fa per i vagabondi.

MARCELLA           Ma tu non sai com’è la polizia!... Quando si finisce fra le sue unghie, cominciano le ricerche, le inchieste!... E allora può capitare fra le mani di mio marito una carta che lo mette al corrente. Ah! Pino! Cosa sarà di noi? (Cade a sedere sul divano.)

PINO                       (va ad inginocchiarsi davanti a lei). Su! Su! coraggio! (L’abbraccia) Ma chi me l’ha data, questa donnina piena di timori? (Cambiando tono) Hai la faccia sporca di nero!

MARCELLA           Di nero!... Io? Ah! ma sei ! Sei tu  che mi hai sporcata di nero. (Conducendolo davanti allo specchio) Non vedi che faccia hai?

PINO                       Io? (Guardandosi allo specchio) Porco cane! E’ il nero di ieri sera! Il nero del caminetto... Ah! sì! proprio quello che ci voleva per far credere a mia moglie che ero appena sceso dal letto!... Uff! quante tribolazioni!...

MARCELLA           Ah! sì! Che notte, mio Dio, che notte! (cambiando tono) E’ colpa tua, se ci troviamo nelle peste!

PINO                       Beh! sì, che notte! D’accordo! Ma insomma, avrebbe potuto finire peggio! Avremmo potuto passare la notte in guardina, come gli altri! Invece il commissario ha avuto  fiducia in noi e ci ha concesso la libertà provvisoria.

MARCELLA           Diamine! Ha pure visto con chi aveva a che fare.

PINO                       Sì! E poi gli ho versato un assegno di 5000 euro!

MARCELLA           (tirandolo per il braccio sinistro) Hai versato cinquemila euro?

PINO                       Sì!... Gli avevo offerto la mia parola d’onore oppure una cauzione di cinquemila euro... Ha preferito la cauzione, con l’intesa che oggi pomeriggio gli avrei portato i documenti che attestano la tua identità.

MARCELLA           Eh, già! Ma siccome non riuscirai mai a mostrare dei documenti che attestano che sei il signor Paillardino, cosa accadrà? Che il commissario, non ricevendo niente da te, verrà qui!

PINO                       (sempre pulendosi). Ma no, non verrà qui!... E per evitarlo, andrò fra poco dal questore.

MARCELLA           Dal questore?

PINO                       Esattamente... stanotte sono già andato, io, dal questore.

MARCELLA           E l’hai trovato?

PINO                       No! Era andato a un ballo. L’ho aspettato fino alle sette...

MARCELLA           E alle sette?

PINO                       Era a letto! Ma non importa!... Ci tornerò fra poco. Lo conosco molto bene.

MARCELLA           Tu?

PINO                       Sì... Gli dirò tutta la verità.

MARCELLA           (spaventata). Come! Cosa gli dirai?...

PINO                       Il questore è come un confessore! Gli dirò che c’è di mezzo l’onore di una donna! E lui metterà a tacere la cosa...

MARCELLA           Oh! come sarebbe stato più semplice non metterci in questo guaio! Anche quell’idea di andargli a dire che ti chiami Palladio Paillardino quando ti chiami Pino Pingleto!

PINO                       Toh!... Ma sei stata tu a imbrogliare! Se non gli avessi detto che sei la signora Pingleto, quando sei la signora Paillardino !

MARCELLA           Ma scusa! Se ho detto che mi chiamavo Pingleto, era per far credere che ero tua moglie….tu ti chiami Pingleto!

PINO                       Bene! e io ha detto che mi chiamavo Paillardino  per far credere al commissario che ero tuo marito!

PINO                       (a parte). Ah!... Le donne hanno una logica!... (Si sente bussare) Chi è?

VOCE  DI PAILLA Sono io, Pailladio!

MARCELLA           (sottovoce). Mio marito!

PINO                       (facendo segno di tacere). Sst! (A Pailla, attraverso la porta, un po’ emozionato) Cosa vuoi?

VOCE DI PAILLA  Ti devo parlare!

PINO                       Non posso aprire! Mia moglie mi ha chiuso dentro e ha portato via la chiave!

VOCE DI PAILLA  Ah! perdinci!

PINO                       Beh... fa’ così! passa dal giardino, prendi la scala del giardiniere ed entra dalla finestra!

VOCE DI PAILLA    Ah! bene, è un’idea!...Ah! se mia moglie mi facesse una cosa del genere!... Ma lei non si azzarda, perché sa bene che con           me non le andrebbe tanto liscia!

MARCELLA           (alzando le spalle) Oh! storie!

VOCE DI PAILLA    . Bene! Vado a cercare la scala!

PINO                       Ecco!

MARCELLA           Su!... Apri!

PINO                       (ascoltando). Aspetta!... I passi si allontanano. (apre) Puoi andare. (va alla finestra per vedere se Pailla è in giardino, poi ritorna) Ah! tira il chiavistello, dopo!

MARCELLA           Sì! sì! Ah! che notte!... Dio mio, che notte!... (Esce, Pino richiude.)

PINO                       (andando alla finestra). Ah! sì!... Che notte! Dio mio! Che notte! (A Pailla, che non si vede) Beh, ci sei?

VOCE DI PAILLA Eccomi, salgo!

SCENA TERZA(3)

PAILLA                  (scavalca il davanzale della finestra; ha un enorme livido su un occhio). Ah! ecco fatto!... Ah! che notte!... amico mio! che notte!

PINO                       Oh! ma cos’hai sull’occhio?

PAILLA                  (sedendosi) Tu non credi agli spiriti, vero?

PINO                       Ah! no!

PAILLA                  Sì, sì, nemmeno io ci credevo. (Alzandosi) Ebbene, amico mio, bisogna crederci! Li ho visti!

PINO                       (canzonandolo). Ma dai!...Ah! Ah! ha visto gli spiriti, lui! ha visto gli spiriti!

PAILLA                  Sì! sì! Anch’io ero scettico! Stavo dormendo da appena mezz’ora nella camera stregata, quando mi sveglio circondato da voci soprannaturali che sembravano venir fuori da certe bianche apparizioni, che si erano messe a ballare intorno a me!... E cantavano... cantavano... (Pino ride) Sì! ridi! ridi! E allora prendo i miei quattro stracci e me la do a gambe come un matto!... Finalmente in una camera mi pare di vedere degli esseri viventi. Ah! quella camera! quella camera!...

PINO                       (lasciandosi andare). Era il 10.

PAILLA                  Il 10? Non so. Perché proprio il 10 e non un altro numero?

PINO                       (sconcertato). Eh! Non so. Perché proprio un altro numero e non il 10?

PAILLA                  Beh, mettiamo che sia il 10. Mi precipito!... C’era una donna con un vestito... e.... (indica con un gesto i fronzoli). Non ho potuto vederla in faccia…l’aveva coperta sotto il mio cappello.

PINO                       Ma com’è possibile?

PAILLA                  Ah! non so! Non ho avuto il tempo di accorgermi di niente. Ma quel vestito! quel vestito... Lo riconoscerei fra mille!

PINO                       (a parte). Accidenti!

PAILLA                  Allora in quel momento - ti dico, sembra un incantesimo - dal caminetto vien fuori uno spazzacamino! Alto pressappoco come te.

PINO                       (girandosi rapidamente). Oh! no… Più alto.

PAILLA                  Come, più alto?

PINO                       (imbarazzato). Gli spazzacamini sono sempre molto alti.

PAILLA                  E’ possibile. No ho avuto il tempo di prendere le misure! Prima che possa raccapezzarmi si precipita su di me e pum! mi becco un pugno in faccia!... e anche una pedata!

PAILLA                  Ah! quell’albergo non mi ci piglia più! Ah! caro mio! Dio non voglia che tu debba passare una notte con gli spiriti maneschi! (Si siede sullo sgabello.)

PINO                       (a parte). Sembra proprio che ci creda, ai suoi fantasmi. (A voce alta) Ma senti un po’, tua moglie ha creduto alla storia dei fantasmi?

PAILLA                  Mia moglie? Non l’ho ancora vista! Quando sono tornato stanotte, ho avuto un bel bussare, non mi ha risposto!(alzandosi) Allora sono andato a dormire nella camera degli ospiti.

VOCE DI MASSIMO (dal fondo, in giardino). Zio! Zio!

PAILLA                Toh! sembra la voce di Massimo. (Va alla finestra.)

PINO                       (seguendolo). Ma sì!... E’ lui!

PAILLA                  Senti! sali con la scala! (Pino si siede.)

MASSIMO              Sì! (Compare con una sigaretta in bocca) Ma zio,  cosa hai  sull’occhio?

PAILLA                  Niente! niente!... (meravigliato) Che aria furbetta hai! Di’ un po’: perché non sei in collegio?

MASSIMO              Ti dirò, zio, ieri sera... devo essermi dimenticato in mattinata di caricare l’orologio, ho sbagliato ora e quando sono arrivato in collegio la porta era chiusa!

PAILLA                  Ma cosa mi dici? (con diffidenza) Non avrai mica fatto qualche corbelleria, tu!

MASSIMO              Io? Oh! zio! Io corbellerie, sono troppo serio!

PINO                       (a parte). Proprio un bel tipo! Era con vittoria all’Albergo!

PAILLA                  Ma allora dove sei andato a dormire?

MASSIMO              Al  Hotel Continental, zio! Al Continental!

PAILLA                  Davvero?

MASSIMO              Oh! zio!

PAILLA                  Va bene, va bene! Vedremo poi!

MASSIMO              (a parte) E’ andata bene...

VOCE DI MARCELLA           (dietro la porta) Palladio! Pailladio! Pailla

PAILLA                  Toh! mia moglie che mi chiama! (a Marcella, attraverso la porta) Eccomi, cara.

VOCE DI MARCELLA           Beh! apri!

PAILLA                  Non posso! La porta è chiusa!... La chiave ce l’ha la signora Pingleto, Angelica... Son dovuto entrare dalla finestra. Sono qui assieme a Pino, Angelica l’ha chiuso dentro!

PINO                       (come se non l’avesse ancora vista). Buongiorno, signora.Marcella

VOCE DI MARCELLA           Buongiorno, signor Pino!

PINO                       (salutando come  se vedesse Marcella) E come va stamani?

VOCE DI MARCELLA           Oh! così così! Ho passato una notte agitatissima.

PAILLA                  Ah, sì! A proposito di notte agitata... io sì che ho passato una notte agitata! Non sai cosa mi è capitato?

VOCE DI MARCELLA           No! Cosa?

PAILLA                  Ah! cose da non credere! Sai, l’albergo della micia.....

VOCE DI MARCELLA           Non lo conosco! Non lo conosco!

PINO                       No! Non lo conosciamo! Non lo conosciamo!

MASSIMO              Io nemmeno! Io nemmeno!...

PAILLA                  (girandosi) Lo so che non lo conoscete!... E’ un albergo malfamato!... Come potreste conoscerlo?

PINO                       Evidente! Evidente!... (Ridendo) Ah! ah! (quasi assieme)

VOCE DI MARCELLA           (ridendo) Sì! Evidente! Ah! ah! ah!

MASSIMO              (ridendo) ah! ah! ah!

PAILLA                  Dunque, per tornare all’hotel... Ma perdinci! non è comodo parlare in questo modo attraverso la porta... Aspettami! il tempo di scavalcare la finestra e di fare il giro del giardino!... Ti raggiungo.

MARCELLA           Ah! bene!

PAILLA                  (a Pino) Permetti? Ieri sera ci siamo lasciati in collera. Vado a fare la pace con mia moglie. (si dirige alla finestra)

PINO                       Sì! giusto!...

PAILLA                  (a Massimo) Dai! Muoviti, tu!... Fammi scendere!

MASSIMO              Sì, zio! (scompare)

PAILLA                  (scavalcando il davanzale, a Pino) Tu non scendi con me?

PINO                       Eh, io?... Ah! no, no! Rimango, io! Rimango! (a parte) Grazie tante! e il mio alibi? (va ad aprire la porta, poi torna alla finestra) Ehi, voi! ritirate la scala! Ehi! ritirate la scala!

VOCE DI PAILLA  Sì! Sì!

SCENA QUARTA(3)

VOCE DI MARCELLA           Mio marito se ne è andato?

PINO                       (accanto alla porta)               sì!

MARCELLA           Cosa ti ha detto?

PINO                       Niente! Non sa niente! Soltanto, per carità!... il vestito di stanotte... è tutto quello che ha visto di te... è il solo indizio che ha. Strappalo! Brucialo! Regalalo!

MARCELLA           Dio! Hai fatto bene a dirmelo... Lo regalo subito a qualcuno.

PINO                       Sta salendo! sparisci! (le chiude la porta in faccia) Il chiavistello, tira il chiavistello!... (si sente il rumore di una serratura) Uff!...Forza, che tutto va bene!... Anche mia moglie, però! sarebbe ora che tornasse e mi desse via libera! Capisco che sua sorella è malata, ma dovrebbe pur pensare che sto chiuso qui dentro!

SCENA QUINTA(3)

VOCE DI VITTORIA             Signore! Signore!

PINO                       Sei tu i, Vittoria? Eh? Che c’è?

VOCE DI VITTORIA             Un telegramma per il signore.

PINO                       Bene, fallo passare sotto la porta.

VOCE DI VITTORIA Ecco, signore. (fa scivolare il telegramma sotto la porta)

PINO                       (aprendo) Probabilmente è di mia moglie (aprendolo) No, è di sua sorella! (leggendo) “Molto inquieti. Angelica doveva venire cena. Atteso invano” (Parlato) Come, atteso invano? (leggendo) “E’ forse malata?... Telegrafate!” (parlato) Come! Ma che significa? Mia moglie non è andata da sua sorella?... Oh, questa! Allora dov’è andata? (gli si illumina il viso) Che l’abbiano rapita sulla provinciale?... Oh! no, al giorno d’oggi gli atti d’eroismo sono rari!... Ma allora... ma allora... la signora Pingleto, da parte sua... farebbe anche lei la sue scappatelle?...

ANGELICA (dietro la porta con voce tremante) Pino, Pino!

PINO                       (sottovoce) Eccola la strega! Lo sapevo che non l’avrei perduta per molto tempo!...Era troppo bello se la rapivano e la portavano in un Harem… E ha la voce che trema!... Andiamo! (entra in camera)

SCENA SESTA(3)

VOCE DI ANGELICA            Ah! Pino!... Mio caroPino! (appare con un enorme livido sull’occhio) Ah! che notte! mio Dio! che notte! (togliendosi il soprabito) Pino! Dove sei?

VOCE DI PINO       (sbadigliando) Eh? Cosa c’è?

ANGELICA             Ah! Pino mio!  Come sono felice di rivederti!

PINO                       Anch’io!(fa una smorfia) Ma perché?

ANGELICA               Ah! Pino! Che notte mio Dio, che notte!

PINO                       (a parte) Lo conosco questo ritornello! (prendendole la testa fra le mani) Ah! ma guarda un po’! Che ti è successo?... Oh! là,là!  che occhio nero hai!

ANGELICA             Ah! Pino mio  Pino! Lo puoi ben dire, hai rischiato di perdermi.

PINO                       (calmissimo) Davvero? (a parte) Come sono sfortunato!

ANGELICA             Ti dispiace?

PINO                       Sì! (a parte) Perché è un’occasione che non mi capiterà più!

ANGELICA             Ah! mio caro! Un incidente! Un incidente spaventoso! Avevo preso una taxi, come sai, per andare alla villa di mia sorella. Da principio tutto è andato bene... quando d’un tratto, nel momento  un’auto si ferma davanti a noi e noi la tamponiamo io sbatto contro il sedile anteriore e sento un forte dolore all’occhio…l’auto sbanda e va fuori strada in un terreno agricolo…l’autista non rispondeva…

PINO                       Ma cosa mi dici?

ANGELICA             Ah! sì, Pino, è in quei momenti, quando è in gioco la nostra vita, che ci si accorge del bene che vogliamo a nostro marito! Lo crederesti! Il solo essere che occupava i miei pensieri eri tu!... tu che non rischiavi niente! E mi dicevo... (con emozione) Ah! se fosse qui accanto a me!

PINO                       Oh!... Angelica... tu li hai, di questi pensierini!

ANGELICA             Ma purtroppo non c’eri. E allora ho perso la testa! ho aperto la portiera e sono saltata.

PINO                          (calmissimo)Oh!Dio mio! Dio mio!

ANGELICA             E patapunfete! ho picchiato la testa contro un mucchio di sassi!

PINO                       Oh! Povera creatura!

ANGELICA             Da quel momento non ricordo più niente! So soltanto una cosa, che mi sono svegliata al mattino presto in una capanna di contadini, circondata da persone che non conoscevo... Ah! brava gente! Mi è dispiaciuto di avere solo cento euro nel borsellino! Avrei voluto dare tutto quello che possediamo.

PINO                       Un po’ troppo forse.

ANGELICA             Oh! no. Mi hanno salvata! Hanno salvato me e l’autista svenuto che si è subito ripreso e è andato a casa…io invece ero più grave e la signora mi ha curata amorevolmente…

PINO                       (fra i denti)             Appunto! (a parte) La gente non si fa mai i fatti suoi! (a parte) Poi c’è anche un reato: pratica abusiva della professione medica!

ANGELICA             Finalmente stamattina, quando hanno visto che stavo meglio, mi hanno ricondotto qui fino a casa, ed eccomi qui! ( piangendo) Ah! Pino mio caro  Pino Se ora ci ripenso... Quando rivedo quella scena... Pensa un po’ se la tua povera moglie..(singhiozza)

PINO                       Su, su!... Questo non è il momento di piangere...

ANGELICA             Sì, ma tuttavia!... Se tu m’avessi perduta, eh? Che cosa avresti fatto?...

PINO                       (tenendola fra le braccia) Non mi sarei risposato, credimi... Su, su! (La bacia)

SCENA SETTIMA(3)

VITTORIA              Signora! La posta!

ANGELICA             (indicandole il divano) Bene! Metti lì!

PINO                       Io vado a vestirmi.... (Entra in camera sua)

ANGELICA             Sì... va pure!... Mi sento a pezzi! Ho voglia di fare una doccia…meglio un  bagno. (Siede sul divano)

VITTORIA              (vedendo l’occhio pesto della signora ) Oh, ma cos’ha la signora?.. forse la signora non se n’è accorta... ha un occhio tutto nero!

ANGELICA             Come, non me ne sono accorta?... Certo che me ne sono accorta! Preparatemi subito il bagno!

VITTORIA              Sì, signora! (Esce)

SCENA OTTAVA(3)

ANGELICA             (prendendo le lettere) Vediamo un po’ la posta.

PINO                       (cantando) O primavera, portale un raggio di sole!

ANGELICA             Toh! Cos’è questo? (legge) Commissariato di polizia. Cosa vogliono da me?... (aprendo la busta e leggendo) “Signora  Pingleto siete pregata di passare nel mio ufficio per una faccenda che vi riguarda e di portare con voi i documenti di identità!” Cosa vuol dire?... (continuando) Alla signora Pingleto, che è stata sorpresa con il signor Paillardino!... Cosa!... nel corso dell’irruzione operata questa notte dalla polizia all’Albergo della micia innamorata””! (sbigottita) Io! Io! Nel corso dell’irr....all’Hot... con Pail...Io!... E’ una follia! E’ una follia! (agitatissima) Eh, no via devo aver letto male, non sto delirando!

PINO                       (entra con uno stivaletto in mano) Ehi, guarda! E’ saltato un bottone allo stivaletto!

ANGELICA             (lo scorge e tirandolo a se’) Tu! Benissimo! Arrivi al momento giusto!

PINO                       Cosa c’è?

ANGELICA             (molto emozionata) C’è che mi sto chiedendo se sono diventata matta!... se non sono più capace di leggere!... Qui sopra... mi si dice... Ah! È odioso! Toh! Leggi! (Gli dà la lettera)

ANGELICA             Leggi! Leggi!

PINO                       (forte) “Alla signora Pinglet, che è stata sorpresa col signor Piallardino, nel corso dell’irruzione operata questa notte dalla polizia all’Albergo…”

ANGELICA             Sì! Io! Io!... sono stata sorpresa questa notte col signor Paillardino!

PINO                       (forte, prorompendo) Disgraziata! E lo confessi!

ANGELICA             Eh?

PINO                       Ti hanno sorpresa, eh, con Pialla! (Picchia con lo stivaletto sullo sgabello)…il mio migliore amico!

ANGELICA             Come? Come? Ci credi! (a Pino) Ma no! Ma no!

PINO                       Fuori! (La prende per mano e la trascina)

ANGELICA             Pino!

PINO                       E cosa facevi con Pailla? Eh! Cosa facevi?

ANGELICA             Ma nulla!...Ti assicuro! E’ una follia!

PINO                       (mostrando la lettera) Eh! Via! La lettera è precisa! (drammatico) Cosa facevate?... Rispondi, ! (Le stringe i polsi)

ANGELICA             Pino marito mio! Mi fai male! Mi fai orribilmente male!

PINO                       (terribile) Rispondi!

ANGELICA             (mettendosi in ginocchio) Ah!

VITTORIA              (entrando) il signore ha suonato?

PINO                       (cambiando tono, tranquillamente) Sì, attacca un bottone allo stivaletto! Prendete! E bada che tenga, mi raccomando!

VITTORIA              Sì, signore! (a parte, uscendo) Ma cosa fanno?

PINO                       (cambiando tono, con furore) Messalina!... E questa è la donna nella quale avevo riposto la mia fiducia!... Le credevo!... Mi dicevo: ho una moglie bisbetica, asfissiante, rompiscatole, nevrotica, antipatica, tuuta negativa… ma almeno fedele!.. .Ebbene, no! Non è neanche questo! Malgrado la sua età... neanche questo!...

ANGELICA             Ma non è vero! Ti ripeto che non è vero!

PINO                       Ah! Ecco perché mi avevi chiuso in casa: per abbandonarti più facilmente ai tuoi  festini d’amore con Paillardino, il mio migliore amico!

ANGELICA             Io? Io?

PINO                       E dove andavate?  All’Albergo della micia innamorata! Un Pussycat Hotel ... un albergo malfamato a ore…dove fanno i giochi erotici, lo scambio delle mogli…

ANGELICA             Ma neanche per sogno!... Non so nemmeno se è Corso Novara…

PINO                       C’è scritto sul documento. (percorrendo la lettera) Toh! Non c’è!

ANGELICA             Lo vedi? Ti assicuro che ti ho detto la verità...Oh, senti! Pailla... lui!... che è stato citato assieme a me, forse ti potrà dire, spiegare...

PINO                       Va bene, signora fedifraga! E sia! (guardando alla finestra) Sta appunto attraversando il giardino! (chiamando) Pailla! Paillardino!

VOCE DI PAILLA  Eh?

PINO                       (con voce severa). Vieni un po’ qua! Ti devo parlare!

VOCE DI PAILLA  Ma cosa hai da dirmi?

PINO                       Vieni e lo saprai! (Angelica a cui inizia a parlare con il voi con senso di distacco) E voi, Signora fedifraga, quando il vostro complice sarà qui, non una parola, non un gesto!… Non interrompete il tribunale!

ANGELICA             (drammatica, con le braccia alzate). Ah! Mio Dio! Mio Dio! …Tu che conosci la verità, convincilo e giustificami!  

Scena nona(3)

PAILLA                  Beh! E allora? Cosa c’è?

PINO                       (molto dignitoso). Avvicinatevi, Signore.

PAILLA                  (meravigliato, ridendo) Signore!… Cosa ti prende?

ANGELICA             Ah!……Pailla!…..

PINO                       Non una parola, Signora….. Lasciate parlare la giustizia degli uomini. ( A Pailla) Dove mi hai detto che sei stato la notte scorsa?

PAILLA                  All’Albergo della micia innamorata!

ANGELICA             (stupita) Eh?

PINO                       (trionfante). Ah! Ah! Hai sentito Angelica…altro che Angelica…Satanica!

ANGELICA             (stupita). Dio mio! Che sia diventata di colpo demente? Che davvero sia stata….. Oh! No, no! Non può essere! Non può essere!

PAILLA                  Ma cosa hanno?

PINO                       E con chi eri all’Albergo? Eh? Con chi stavi?

PAILLA                  Ma solo!

PINO                       Suvvia (terribile) Eri con la Signora…si fa per dire… qui presente!

PAILLA                  Cosa?

PINO                       (terribile) So tutto Palla!…. Sei l’amante di mia moglie! Bell’amico!

PAILLA                  Io?

ANGELICA             (a suo marito). Ecco vedi?

PINO                       Taci squal… signora!

PAILLA                  Ah! Cos’è questa storia? Dimmi un po’ vuoi scherzare?

PINO                       Voglio scherzare?… Ah! Ah! Toh, leggi! (Gli porge la citazione) Una bella canagliata la mia….

PAILLA                  Cos’è questa roba? ….. (Leggendo) “Alla signora Pingleto, sorpresa con il signor Paillardino nel corso dell’irruzione operata questa notte dalla polizia all’Hotel del Libero Scambio”. (Ridendo) Ah! Ah! Questa è buffa!… E’ uno scherzo, eh? E’ uno scherzo, eh?

PINO                       Vi sembra che stia scherzando, signori?

ANGELICA             (soffocata). Si, mio marito è convinto che io abbia potuto … io, con te, con te…si!

PAILLA                  Come? Io? Il tuo amante? (Ride sbellicandosi) Ah! Questa è buffa! Questa si che è buffa!

PINO                       Oh! Non ridere…! (Angelica, prostrata, cade su una poltrona.)

PAILLA                  Ah! No, io l’amante di … (sottovoce) Oh, senti, vecchio mio, dammi ascolto, non vorrei dirti cose sgradevoli … ma, sul serio, prima di accusarmi, ti prego guardala, amico mio! Guardala! Guarda tua moglie!

PINO                       Ah!  No! …. Ma ora vuoi  prendete anche in giro, mia moglie, adesso!

ANGELICA             Lui mi prende in giro?

PAILLA                  Senti!  Sei stupido!

PINO                       Si! Si! Ma queste non sono ragioni! Come la spieghi, questa citazione?

PAILLA                  Che ne so, io? … Uno scherzo di qualche bello spirito! E la prova è che io, io che sono implicato esattamente come tua moglie, in questa cosiddetta faccenda, non ho ricevuto niente. Hai capito? Niente! …. Ebbene, finché non avrò ricevuto anch’io una citazione come questa, io negherò, negherò fino all’ultimo.

Scena Decima(3)

VITTORIA              (entrando). Signore! C’è una lettera per il signor Paillardino, viene dal commissariato!

PAILLA                  (aprendo la lettera) Cosa sarà?

PINO                       (trionfante). La citazione.

PAILLA                  (leggendo a mezza voce). “Al signor Paillardino, sorpreso con la signora Pingleto, nel corso dell’irruzione operata questa notte dalla polizia all’Albergo…”.

ANGELICA             (prostrata). Ah! C’è una fatalità che si accanisce contro di noi!

PINO                       Eh? Lo negate, ora, lo negate?

PAILLA                  (sbigottito). Non capisco! Io divento matto!

VITTORIA                (porgendo a Pinot lo stivaletto). Il vostro stivaletto, signore.

PINO                       Grazie! ( A Paillardino) Oh! Infame! … Tre volte infame!……

VITTORIA                 Infame a me signore?

PINO                       Non sto parlando con te ! Vai via!

VITTORIA                Bene, signore! (Esce)

Scena undicesima(3)

PAILLA                  (vedendo Marcella entrare). Marcella!

PINO                       Ecco Marcellla! Arrivi a proposito! … (Indicando Paillardino) Lo vedi quest’uomo?

MARCELLA           (stupita). Mio marito?

PINO                       (prorompendo). Si! E’ l’amante di mia moglie!

MARCELLA           Lui!

PAILLA E ANGELICA          Dio!

PINO                       (sottovoce) Non è vero niente! Svieni nelle mie braccia.

MARCELLA           D’accordo. (Cadendo nelle sue braccia). Ah!

PAILLA                  Ma non è vero! Non è vero! Dio mio! ( A Pino) Sei matto, non dovevi dirglielo! (A Marcella) Marcella! Marcella! ( Le dà dei colpetti sulle mani) Dio mio! I sali! I sali!

ANGELICA             Aspetta! Sono di là! (Esce da sinistra.)

MARCELLA           (sollevando la testa, sottovoce). Cosa succede?

PINO                       (sottovoce, velocemente). Hanno ricevuto la citazione.… E allora, per salvarci… mi capisci??…

MARCELLA           (stesso gioco) Ah! Capisco!

PINO                       (sottovoce, velocemente).  Eccoli!  Devi Svenire! Svieni subito! (Marcella lascia ricadere la testa sulla spalla di Pinot.)

PAILLA                  (con la boccetta dei sali in mano). Ecco i sali! …

PINO                       (Cambiando tono). Non metterle i sali così sotto il naso! Sono irritanti! Su! Dai qua! (Gli strappa la boccetta dalle mani.)

PAILLA                  Ah! Dio mio! Che dramma!… Acqua!…

PINO                       (Sottovoce a Marcella) Su! Adesso basta! Svegliati!

MARCELLA           Bene. (Fingendo di tornare in se) Ah!

ANGELICA             Ah! Torna in se!…

PAILLA                  (A Marcella). Marcella! Marcella! Te ne prego! Non crede una sola parola di quello che ha detto!

ANGELICA.               Si! Si! Non è vero!

PINO                       Eh, andiamo sono stati scoperti tutti e due dalla polizia stanotte!

MARCELLA           (Senza convinzione). Oh! E’ spaventoso! (Sottovoce a Pinot) Devo svenire di nuovo?

PINO                       (sottovoce). No! Non è il caso! Arrabbiati!… Calore! Calore! Fai la pazza!

MARCELLA           (Sottovoce). Bene. (A Pailla ruggendo) Ah! Delinquente, Disgraziato, Deficiente lussurioso che non sei altro…Porco…ma i porci sono signori in confronto a te…con la moglie del tuo migliore amico e socio! Che schifo mi fai! Tenetemi…voglio ucciderlooooo

ANGELICA             (Spaventata) Dio!

PAILLA                  Marcella! Ti prego! Non credere a quel che hai letto! E’ una burla, un odioso scherzo!

MARCELLA           Lasciatemi…! (Prorompendo) Ah! Ah! Eccoli i tuoi cosiddetti spiriti!

PINO                       Si’, per il signore erano spiriti, per la  sgua…signora un cavallo imbizzarrito… E tutti e due ritornano al tetto coniugale con un occhio pesto!… E vorrebbero farci credere che non è stato dibattendosi in mezzo agli agenti che si sono fatti quei due occhi neri!

MARCELLA           Eh! Suvvia!Confessate che è meglio!

PAILLA                  (prorompendo) Ah! No, è troppo stupido, alla fine!….. Siamo veramente ingenui a difenderci contro accuse fondate sul niente!…Voi siete convinti, non è vero… che siamo stati arrestati stanotte dalla polizia?

PINO                       E come, se siamo convinti!

PAILLA                  Ah si? Ebbene! Andiamo tutti e quattro dal commissario, e vediamo se ci riconosce!

PINO E MARCELLA   (vivacemente) Eh? Ah! No!

ANGELICA             Si, si! Giusto! Andiamo dal commissario!  (Si prendono tutti e quattro per mano; gli uni tentano di trascinare gli altri.)

PINO E MARCELLA (resistendo). Ma no… ma no!

 PAILLA               . Oh, permettete? Ci avete accusato! Solo il commissario può assolverci!… Andiamo dal commissario!

Scena dodicesima(3)

VITTORIA              (annunciando). Il signor  Vito Matiello !

PINO E MARCELLA              Lui! (Vittoria esce.)

VITO                       (comparendo). Ah! Che notte, amici miei! Che notte!

PINO E MARCELLA                (a parte). Dio!

VITO                       ( A Pino). Buongiorno, Pino!

PINO                       (afferrandolo alle spalle e respingendolo). D’accordo!… Come stai?.. Aspettami in camera mia! Stiamo parlando d’affari!….

VITO                       Ah! Bene.. Buongiorno, signora Paillardino!... Buongiorno, signora Pingleto. Oh! Cosa avete nell’occhio?

ANGELICA             Niente! Niente!

VITO                         (di nuovo spinto, fermandosi). Se sapeste cosa mi è accaduto dopo che vi ho lasciato ieri!

PINO                       (spingendolo). Si! Va bene! Me lo direte dopo!

VITO                       Sono stato costretto, con le mie ragazze a passare la notte dentro….

PINO                       (precipitosamente) … Un albergo!… dentro un albergo!… (girandosi) Non badategli! Balbetta! Balbetta!

VITO                       Come, balbetto?… Niente affatto!… Io non balbetto!

PINO                       (smarrito, a parte). Oh! Dio mio! E non piove! E non piove!

VITO                       (viene di nuovo avanti). Per fortuna stamattina hanno visto chi eravamo e ci hanno rimesso in libertà!

PINO                       (correndogli incontro). Tanto meglio! Su, vieni! Va ad aspettarmi in camera mia, di là, di là! (Lo spinge alle spalle.)

VITO                       Si!… Oh! Ma ne ho abbastanza! Torno subito a  Sorrento!

PINO                       Ah, si? … E allora di là, di là! (Gli fa fare dietrofront.)

VITO                       Ma no! Ma no! Non ancora!…

PINO                       Quindi dicevo, bene. Di là, di la! (Lo fa entrare nella propria camera.)

PAILLA                  Oh! Che seccatore!

VITO                       (riaprendo la porta e venendo di nuovo avanti) A proposito, e voi? Come avete fatto stanotte?

PINO                       (precipitandosi su di lui). Benissimo! Benissimo! Grazie, grazie….

VITO                       Eh?

PINO                       Entra qui…vai vai qui…aspetta!! (Lo spinge nella propria camera e richiude.)

ANGELICA             (a suo marito). Ma cosa intendeva dicendo: “Come avete fatto stanotte?”

PINO                       Niente. E’ un modo di dire di Sorrento!… Quando si vuol chiedere a qualcuno: “Come hai passato la notte?” gli si dice: “Come avete fatto stanotte?”

ANGELICA             Ah! Non lo sapevo!

PAILLA                  Andiamo al commissariato. (Si riprendono tutti e quattro per mano.)

PINO e MARCELLA              No! No! (Resistono.)

Scena tredicesima(3)

VITTORIA              (annunciando). Il signor commissario Boucardo

TUTTI                     Il commissario!

PINO                       Benissimo! Anche lui, adesso!

PAILLA                  Bene! Arriva a proposito!

PINO                       (a parte). Siamo fritti! (Volta le spalle al commissario Boucardo, che entra.)

PAILLA E ANGELICA          (a Boucardo). Entrate, signore, entrate!

BOUCARDO           Il signor Paillardino, per favore! Il signor Paillardino!

ANGELICA             Siamo noi! Signore! Siamo noi!

PAILLA                  Sono io, signore! (Fa venire avanti Boucardo precedendolo.)

BOUCARDO           Oh! Signore, vi chiedo scusa, non vi ho riconosciuto subito. Innanzitutto c’è brutto tempo e poi stanotte quando vi ho visto, eravate talmente imbrattato di nero!…..

PAILLA                  (sconcertato). Io?

BOUCARDO           Oh! Ma vi riconosco benissimo.

PAILLA E ANGELICA          Cosa?

PINO                       (Sottovoce a Marcella). Lo riconosce! Beh! Non va mica male!

PAILLA                  Voi mi riconoscete?

BOUCARDO           Ma certo! Dal momento che vi ho sorpreso stanotte con la Signora Pingleto, all’Albergo

ANGELICA             Me? Avete sorpreso me?

PAILLA                  E me, con lei?

BOUCARDO           (girandosi verso la Signora Pingleot). Ah! La signora Pingleto, senza dubbio!

ANGELICA             Si, signore! La signora Pingleto!

BOUCARDO           Scusatemi, signora… Era così difficile distinguere il vostro viso sotto il velo.

ANGELICA             Il mio?…

BOUCARDO           Ma ora mi ricordo benissimo di voi….siete molto carina!

TUTTI                     Eh?

BOUCARDO           (a parte). Non è per niente carina….

ANGELICA             Ah, voi vi ricordate di me?

PINO                       (contento, sottovoce a Marcella). Si ricorda di lei!… Di bene in meglio!

PAILLA                  Eh! Signore, è impossibile che vi ricordiate di noi! Per il semplice motivo che non ci avete mai arrestati all’Albergo…malfamato!

BOUCARDO           Come, non vi ho mai arrestato? Ma se vi ho interrogato e vi ho rimesso in libertà dietro cauzione!

PAILLA                  Eh! Signore! Se avete arrestato qualcuno, sarà qualche bel tipo che si è preso i nostri nomi e le nostre qualifiche.

BOUCARDO           Oh, questa è bella! … Oh! D’altronde non ha importanza!

PAILLA E ANGELICA          Come, non ha importanza?

BOUCARDO           Ma si! Visto che la faccenda non deve avere un seguito! Mi è anche spiaciuto che il segretario vi abbia mandato la citazione, quando stamattina ho saputo chi eravate: Paillardino, architetto, perito del Tribunale! Perché, siete perito del Tribunale, vero?

PAILLA                  Si, signore! Ma lasciamo stare! Non ha importanza, nel nostro caso!

BOUCARDO           Scusate! Forse non per voi! Ma per me si! Ho appunto bisogno di un perito!… e non sapevo a chi rivolgermi!

PAILLA                  Ma signore….

BOUCARDO           Oh! Signore, è una vera fortuna avervi trovato!… In poche parole, ecco come stanno le cose. Ho una casetta in campagna…

PAILLA                  (spazientito). Eh! Signore, qui non si tratta della vostra casa, si tratta dell’affare di stanotte!

BOUCARDO           Ma ve lo ripeto, non pensateci più!.. Dal momento che avete un domicilio e dei mezzi di sussistenza, non siete una persona che posa interessare la polizia!

PAILLA                  (spazientito). Eh! Signore, non è mica della polizia che mi preoccupo!… E’ del signore e della signora! (Indica Pingleto e Marcella.)

BOUCARDO           (salutando). Signore!… Signora!.. (Pino  e Marcella rispondono al saluto voltando le spalle.)

PAILLA                  Sono i nostri rispettivi coniugi, i quali, basandosi sulla vostra citazione… si sono immaginati che davvero stanotte… Ecco, siccome tutto ciò è falso, desidero che togliate loro queste idee dalla testa e che diciate pubblicamente che voi non ci riconoscete affatto!

BOUCARDO           Ma signore! E’ da un’ora che non faccio altro.

PAILLA                  Oh! Scusate! Scusate! Io la intendo in un altro modo! Voi sostenete di non essere in grado di riconoscere le nostre facce, dal momento che non le avete viste! Però dichiarate ugualmente che avete arrestato noi!

BOUCARDO           Perbacco, signore! E’ molto difficile…

PAILLA                  Ma insomma cercate di ricordare! Guardateci bene!

ANGELICA             Se la signora non l’avete vista in faccia, ricordatevi almeno come era fatta, quant’era alta.. (Pino nasconde Marcella alla vista di Boucardo.)

BOUCARDO           Ecco!.. Mi era sembrata più.. meno grossa… ma può darsi che sia un effetto ottico. Il mio ufficio è molto più alto e largo di questa stanza e riduce le proporzioni.

ANGELICA             Oh!

BOUCARDO           Mi ricordo una sola cosa con grande sicurezza(movimento), ed è che la persona in questione aveva un vestito color prugna!Sono arcisicuro!

ANGELICA             Ah! Si? Bene, io non ne ho!

MARCELLA           (rapidamente) E io nemmeno!

PINO                       (Sottovoce). Taci!

PAILLA                  Eh! Ma tu che c’entri?

BOUCARDO           (alla Signora Pingleto) Purtroppo è tutto vago e non posso fare altra affermazione precisa.

PAILLA                  E allora, signore, fate un’inchiesta.

BOUCARDO           Un’inchiesta?

PINO                       (a parte). Sono proprio indiscreti ad insistere così!

BOUCARDO           Il fatto è che volevo parlarvi della mia casetta.

PAILLA                  Si!… Va bene, più tardi! Oltre a noi, stanotte, avrete arrestato altre persone, immagino. Bene, interrogatele… e vediamo se ci riconoscono!… Dove sono gli arrestati?

BOUCARDO           Aspettate! Ho l’elenco!

PAILLA                  Datemelo! (leggendo) Gaetano Buffi… Non conosco!… Adele Doretti detta Flora, Bastiano Morillla…  Giulia Taglialafica …il signor  Matiello  con le figlie….

ANGELICA             (animatamente) Matiello… Quale Matiello?.. Ma noi ne abbiamo uno qui, di Matiello!

PINO                       (A parte) Accidenti.!

BOUCARDO           Qui?

ANGELICA             Esattamente.. e ha quattro figlie!

PAILLA                  E ci ha detto appunto che aveva passato la notte dentro.

PINO                       (rapidamente) …un albergo, dentro un albergo!

PAILLA                  No, no! Sei tu che hai detto “un albergo”. Lui ha detto solo “dentro”.

BOUCARDO           Ma allora è lui!

ANGELICA             Ah! La vedremo! Glielo chiederemo a lui! (chiamandolo) Vito, Vito  Matiello

MARCELLA           (sottovoce a Pingleto). Pino! La terra mi manca sotto i piedi!

PINO                       Non fate così!

ANGELICA             (aprendo la porta della camera di Vito). Vito Matiello…

PAILLA                  (chiama anche lui). Signor Matiello!

Scena quattordicesima(3)

VITO                       (comparendo). Beh? Che c’è? Che c’è?

PAILLA                  (tirandolo per la mano). Venite! Venite!

VITO                       (scorgendo Boucardo). Il commissario! Cosa c’è ancora? (Vuole fuggire ma è trattenuto.)

PAILLA                  Ah! Signor Matiello, voi solo potete cavarci da questa inestricabile situazione!

ANGELICA             Vi prego! Dite la verità! Solo tu puoi salvarci.

BOUCARDO           Si signor Matiello, su, cercate di farvi venire in mente….

VITO                       Ah! Vi prego, signori, non parlate tutti assieme… Come volete che capisca?

PINO                       (a parte, perduto). Ah! Mio Dio! E non balbetta più!… e parla!

PAILLA                  Questa notte eravate all’Albergo della micia innamorata, non è vero?

VITO                       Si, mi trovavo li, anche se mi hanno arrestato, non so perché!.. Ah!… mi ricorderò sempre di questa notte!

PAILLA                  Si! Ma questo a noi non importa! Diteci piuttosto se mi avete visto assieme alla signora Pingleto

VITO                       Io?… no, non vi ho visto!

ANGELICA             (a Boucardo). Ecco! Lo sentite?

VITO                       Quando penso alle mie povere figliole sono state portate via assieme a me e hanno dovuto passare la notte dentro...

PAILLA                  Si, ma non ce ne importa! Dunque, se non avete visto noi, avrete visto qualcun altro!

VITO                       Certo, certo che ho visto qualcun altro!

BOUCARDO, PAILLA ANGELICA       (vivacemente). Chi? Chi?

VITO                       Ah! Beh, non è difficile dirlo!

PINO e MARCELLA              (a parte). Siamo perduti!

VITO                       (a Pino, ridendo). Senti , Pino? Mi chiedono chi ho visto!

PINO                       (con un riso forzato). Si, si! Sento!

VITO                       Volete sapere chi ho visto? (Pino gli tira le falde del cappotto) Non tiratemi per il cappotto! (Alla signora Angelica) Beh, ho visto… (Tuono, grandine sui vetri) Il bede… euh! Se…

ANGELICA             Beh! Cosa vi prende?

MARCELLA           (a parte). Oh! Balbetta!

PINO                       (salendo su una sedia, con gioia, alzando le braccia al cielo). E’ stata la pioggia!… grazie, Dio mio!

BOUCARDO           (a Vito). Su! Signore… Andiamo! Rispondete.. Chi avete visto?

VITO                       Eh! Si… il bede…ehm!…tel del Libero… ehm! Cambio…ehm! ehm! ehm!

PAILLA                  Su! Forza! signore, forza!

PINO                       (a parte). Dio misericordioso! non ha mai balbettato tanto!

ANGELICA             Andiamo Vito, lo fate apposta!… Parlate!

VITO                       Il bede…. bede…. bede…si!

PAILLA                  Non c’è modo di venirne a capo!

BOUCARDO           (colto da un idea improvvisa) Ah! Un modo c’è..

TUTTI                     Un modo?

BOUCARDO           Fargli scrivere la deposizione.

PAILLA E ANGELICA          SI! si!

PINO                       (a parte). Maledizione!

BOUCARDO           (a Vito). Ecco, Signore! sedetevi là e scrivete chi avete visto…(Prepara carta e penna).

VITO                       Eh!… si!…

MARCELLA           (sottovoce a Pino). Ah! mio Dio! Ma allora verranno a sapere ogni cosa!

PAILLA BOUCARDO. ANGELICA       (facendo segno a Vito). Su! scrivete! scrivete!

Scena quindicesima(3)

MASSIMO              (entrando con in mano il cappello) Oh! quanta gente! (a parte) Dio! il tizio di stanotte! (Nasconde la faccia col cappello). Se mi riconosce dice tutto. (Scorgendo la cartella nera di Pino).Oh!(Si mette la cartella in testa, poi il cappello e tenta di scavalcare il davanzale.)

VITO                       (mostrando Massimo a Pailla e alla signora Pingleot). Là!.. Là!.. bede..

PINO                       (scorgendo Massimo, spaventato, con un grido). Ah!.. un delinquente!..

TUTTI                     E questo cos’è? (Pailla corre verso la finestra.)

BOUCARDO           (seguendolo). Aspettate! la cosa riguarda me! (Pailla afferra Massimo a un braccio e Boucardo all’altro.-tentando di togliergli la cartella). Signore! Signore! In nome della legge..

MASSIMO              (dibattendosi). Lasciatemi! lasciatemi!

BOUCARDO E  PAILLA        Volete levarvi questa roba? Volete levarvi questa roba?

MASSIMO              No! No! (Pailla  gli strappa la cartella.)

TUTTI                     Massimo!

BOUCARDO           Ah! L’uomo di stanotte!

TUTTI                     Eh!

BOUCARDO           L’uomo tutto sporco di nero! E’ lui… Eccolo!

TUTTI                     Massimo!

PAILLA                  Come, tu, disgraziato! Eri tu?

MASSIMO              Eh? Io? Ma cos’hanno?

BOUCARDO           Signore, voi questa notte eravate all’Albergo della micia, nevvero?

MASSIMO              Eh? Come, voi lo sapete?

TUTTI                     Era lui!

PINO                       (a Boucardo). Avete sentito? Avete sentito? Ha confessato!

VITO                       Effettivamente!… Ehm! Ehm!

PINO                       Si! Tacete! Tacete.

ANGELICA             E con chi?.. Con chi eravate? …Non oserete dire, spero, che eravate con me!

MASSIMO              Con voi?.. Ah! No davvero!

BOUCARDO           Con chi allora? Perché eravate con una donna!

TUTTI                     Si, con chi?

MASSIMO              Oh! Insomma, tanto peggio!…con Vittoria!

TUTTI                     Vittoria!

PAILLA                  Dov’è?.. Dov’è questa Vittoria?

ANGELICA             In camera sua… è andata a vestirsi!

PAILLA                  In camera sua! Aspettate! (chiamando) Vittoria! Vittoria.

VITO                       Ah! Toh! Ma che chè… chechè..

PINO                       (spingendolo). Si, si state zitto… Lasciateci in pace!

VITO                       Ah! Bene! bene!… bene! bene!…. (Va a scrivere la sua deposizione.)

VOCE DI PAILLA  Su venite, venite!

VITTORIA              Ma no, signore, non ho ancora finito di vestirmi!

Scena sedicesima(3)

PAILLA                  (compare seguito da Vittoria). Volete venire, si o no? (Tutti vengono avanti, solo Vito rimane alla scrivania a scrivere.)

TUTTI                     Il vestito color prugna! E’ lei…E’ vittoria che ha il vestito color prugna!

VITTORIA              E’ un vestito che stavo provando. Un vestito che mi è stato regalato!

PINO                       (a Vittoria). Si!….Niente spiegazioni! Niente spiegazioni!

PAILLA                  Stanotte eravate all’Albergo della micia, vero?

VITTORIA              Come, il signore lo sa?

ANGELICA             (A Vittoria). E avete avuto il coraggio di assumere il mio nome?

VITTORIA              Io?

PINO                       Si! Niente spiegazioni! Niente spiegazioni! Andatevene! Andatevene! Vi caccio! (La spinge verso la porta e spingendola). Non parlare! Non fiatare (a Vittoria) Su, avete capito?..Siete indegna di questa casa…Spacciarvi per la signora… Vi caccio! Uscite! (La fa uscire).

VITTORIA              (scomparendo). Si Signore! Oh! Mio Dio! Ma cos’hanno?

PINO                       Ah! Ma!…

VITO                       (che ha scritto la deposizione, a Boucardo)Ecco la de.. ehm… la de..ehm…

PINO                       (vivacemente). Eh! Cosa? La deposizione?..Eh! Non abbiamo più bisogno della vostra deposizione, sappiamo già tutto!… Non ne abbiamo più bisogno!

TUTTI                     No, no, non ne abbiamo più bisogno! (Pino strappa la deposizione.)

VITO                       Oh!

PINO                       (guardando l’orologio). Su, andatevene! E’ l’ora del treno! Torna a Sorrento con le tue figlie!

TUTTI                     (spingendolo verso l’uscita). Si, si, a Sorrento!

VITO                       Ma bede… eh!… bede… eh!… piove.

PINO                       Ma no, ma no….. . A Sorrento il tempo è bello…è sempre bello!

TUTTI                     A Sorrento (Vito esce, spinto da tutti.)

PINO                       Uff!

BOUCARDO           (a Massimo) E ora, giovanotto, dal momento che questo incidente non deve avere un seguito, devo restituirvi,  consegnarvi i cinquemila euro che vi appartengono..

MASSIMO              A me?

PINO                       (a parte). Accidenti! I miei cinquemila euro!

MASSIMO              Come, che m’appartengono?

BOUCARDO           Eh! Perbacco! Visto che eravate voi quello che stava all’Albergo della micia

MASSIMO              E’ per questo?… Ma come, c’è un premio? (prende i soldi)

PINO                         (a parte). Ah! No! Tornare con le pive nel sacco e poi doverci rimettere anche cinquemila  euri! E’ stato un fallimento in tutti i sensi!

MASSIMO              (al pubblico)…Che albergo!… Io ci tornerò spesso! Potrei vincere  altri 5000 euri!

PINO                       (al pubblico)…Che albergo schifoso!…  Io on ci tornerò mai più! Neanche se mi ammazzano!

SIPARIO