Un atto in stile vittoriano con musica,
di Noel COWARD
Versione di Mario Beltramo
da IL DRAMMA n. 131
del 15 Aprile 1951
LE PERSONE:
GASPARE FEATHERWAYS
JANE FEATHERWAYS, sua moglie
LAVINIA FEATHERWAYS
RICCARDO FEATHERWAYS
ENR1CHETTA WINTER
CARLO WINTER
EMILIA VALANCE
EDOARDO VALANCE
BURROWS
L'azione si svolge nel salotto della Casa Featherways, nel Kent,
in una sera d'autunno dell'anno 1800.
* Tutti i diritti riservati. Per il permesso di rappresentazione rivolgersi alla Società Italiana degli Autori ed Editori. - Roma.
La scena rappresenta il salotto della casa di Featherways, nel Kent, non molto lontano da Londra. È una sera d'autunno dell'anno 1860.
(All'alzarsi del sipario, l'intera famiglia è riunita nel salotto. Sono tutti in lutto stretto. La musica suona in sordina, quasi un sottofondo al loro dolore. Il gruppo familiare sarebbe immobile, se non fosse per qualche leggero movimento causale dell'uno o dell'altro. La musica continua per un po', mentre tutti tacciono. Emilia, che si trova presso la finestra, rompe per prima il silenzio).
Emilia Ha smesso di piovere.
Riccardo (andando alla finestra) Non del tutto, Emilia, ma certo si va rasserenando.
Lavinia Era giusto che piovesse oggi. È stato un triste giorno e la pioggia ben si addiceva.
Gaspare Vero. Verissimo.
Jane Un po' di sole sarebbe stato più piacevole.
Gaspare Lavinia ha una mente ordinata. Le piacerebbe che la vita fosse assestata come il suo cassetto della biancheria.
Enrichetta Spero che il signor Lubbock sia arrivato a Londra sano e salvo.
Jane Caro signor Lubbock!
Lavinia Ma Jane!
Jane Lo trovo tanto simpatico. Ha letto il testamento con molta comprensione.
Enrichetta Tossiva un po' troppo, a parer mio. Ero lì lì per dargli una delle mie pastiglie.
Carlo Sono lieto che tu non l'abbia fatto, cara; quelle pastiglie hanno un sapore equivoco, ed egli era già notevolmente nervoso.
Enrichetta Sono efficacissime.
Emilia (alla finestra) Chissà se lo sapeva?
Edoardo Come hai detto, amor mio?
Emilia Papà... chissà se sapeva che stava piovendo?
Lavinia Forse stava a guardare da qualche punto al disopra degli alberi.
Enrichetta Oh, lo credi davvero?
Lavinia Mi piace immaginarlo.
Jane Davvero, Lavinia?
Lavinia Naturalmente.
Jane Quando muoio, spero d'andarmene via rapidamente senza indugiare oltre le cime degli alberi familiari. Dev'essere doloroso guardare coloro che si sono lasciati, tutti vestiti di nero ed in lacrime.
Emilia Oh! no, Jane, no! (Piange).
Edoardo (confortandola) Su, su, cara!
Enrichetta Povero papà!
Emilia Povero, caro papà!
(La porta si apre silenziosamente ed entra Burrows, un maggiordomo molto anziano, vacillante sotto il peso di un massiccio vassoio su cui sono disposti una caraffa piena di Madera e il necessario numero di bicchieri. Riccardo gli va incontro rapidamente e glielo toglie).
Riccardo Oh, Burrows, avreste dovuto farlo portare da Martino. È troppo pesante per voi.
Burrows (portandosi la mano all'orecchio) Prego, signorino Riccardo!
Gaspare (piegandosi verso di lui e parlando con chiarezza) Avreste dovuto far portare il vassoio da Martino. È troppo pesante, per voi.
Burrows Martino è giovane, signor Gaspare. Non avrebbe armonizzato con la malinconia della serata. Il suo stesso modo di camminare sarebbe stato inopportuno.
Lavinia È stato un pensiero molto riguardoso.
Burrows Come ha detto, signorina Lavvy?
Lavinia (a voce alta) Ho detto, grazie Burrows, è stato un pensiero molto riguardoso, il vostro.
Burrows Servitor suo fino alla tomba, signorina.
Jane Oh, Burrows!
Burrows Come ha detto, signora?
Jane (forte) Ho detto semplicemente « Oh, Burrows! », Burrows.
Burrows Benissimo, signora. (Esce).
Enrichetta Il povero Burrows ha l'aria molto abbattuta.
Gaspare Sono almeno trent'anni che Burrows ha l'aria abbattuta.
Jane Sarebbe difficile pretendere che fosse allegro e chiassoso, oggi.
Lavinia Chiassoso! Ma Jane!
Enrichetta Credo che il dispiacere abbia aumentato la sua sordità.
Gaspare Era altrettanto sordo lo scorso Natale, a dir la verità. E quella era una lieta ricorrenza.
Jane (significativamente) Lieta, poi!
Gaspare (in tono di rimprovero) Ssst, Jane!
Enrichetta La scomparsa di una persona di famiglia deve affliggere la servitù, sebbene abbia sentito stamane Sara cantare nella dispensa.
Emilia (inorridita) Stamane?
Enrichetta Era molto presto.
Lavinia Vergognoso!
Enrichetta Cantava molto piano, ed era un inno.
Lavinia Spero che tu l'abbia rimproverata.
Enrichetta Non ne ho avuto il cuore, ha una voce così graziosa!
Carlo Che inno era?
Enrichetta « Per coloro in periglio sul mare ».
Lavinia Assolutamente fuori luogo.
Gaspare Il fidanzato di Sara è un marinaio, sapete? È a bordo dell' « Intrepido ».
Carlo (con interesse) È un tre ponti.
Edoardo È armato con centoquattordici cannoni da trentadue libbre, due da sessantotto e quattro da diciotto.
Emilia Oh, Edoardo, come sei bravo a saperlo!
Riccardo Bella nave! L'ho vista all'ancora.
Carlo È forse da centoventi cannoni?
Edoardo Sì, della stessa classe del « Britannico » e del « Principe Reggente ».
Riccardo Pezzi a retrocarica d'acciaio, immagino!
Edoardo (con entusiasmo) Sì, e il rinculo è frenato da robuste imbracature di corda.
Carlo Come vengono elevati?
Edoardo Per mezzo di cunei, e il puntamento avviene a mezzo di leve.
Riccardo Ah... a mezzo di leve!
Jane (con leggera ironia) Leve, Lavinia... Hai sentito? Il puntamento avviene a mezzo di leve.
Lavinia Vi dico che mi sembra d'essere più in altomare del fidanzato di Sara.
Jane Oh, Lavinia, sei proprio spiritosa.
Emilia (abbracciandola) Cara Lavinia!
Lavinia Sii seria, Emilia. Lasciami stare.
Gaspare Sembra strano che la solennità di questa riunione di famiglia debba venir turbata da discorsi sull'artiglieria.
Lavinia Un argomento così fuori luogo, in un giorno come questo!
Edoardo È stata colpa mia, chiedo scusa.
Jane Con tante cose da fare, tante cose da decidere.
Lavinia (portando il fazzoletto agli occhi) Oh, povera me!
Gaspare Sii forte, Lavinia. Coraggio!
EnrichettaDobbiamo cercare di essere forti. (Carlo e Riccardo vanno al tavolo su cui Riccardo ha posto il vassoio).
Carlo Un po' di vino, Jane?
Jane Grazie, Carlo.
Carlo Enrichetta?
Enrichetta Grazie, Carlo.
Riccardo Un po' di Madera, Emilia?
Emilia Solo un goccio, per favore.
Riccardo Tu, Lavinia?
Lavinia No, grazie.
Enrichetta Un sorsetto servirebbe a scaldarti.
Lavinia Non ho freddo.
Gaspare (bruscamente) Lavinia, non essere noiosa.
Lavinia Gaspare, come puoi...
Gaspare Insisto. Tieni... (Le dà un bicchiere).
Jane Dovremmo fare un brindisi.
Lavinia Dovresti vergognarti.
Jane Non allarmarti, volevo dire un brindisi moderato.
Riccardo Ottima idea.
Carlo Perché no?
Lavinia Come se questo fosse il momento adatto per festeggiamenti.
Carlo Ripeto, perché no?
Gaspare (severamente) Carlo... sii serio.
Jane Carlo ha ragione. Perché no!
Lavinia Questa sera non riesco assolutamente a capire il tuo atteggiamento, Jane.
Jane Una sala da biliardo... Ho sentito Carlo ed Enrichetta che ne parlavano. Metteranno una sala da biliardo...
Enrichetta Ho detto a Carlo che è una stravaganza.
Jane Lascia andare, ora ve la potete permettere.
Carlo È quello che dico io.
Jane Non è magnifico? Non è proprio magnifico?
Lavinia (altamente scandalizzata) Che cosa?
Jane Che Carlo ed Enrichetta siano in grado di permettersi una sala da biliardo, che Emilia ed Edoardo siano in grado di mandare Giovanni e Curly ad Eton, che tu, Lavinia, sia in grado di comprarti una casetta dove meglio ti piace; che io e Gaspare possiamo abitare qui...
Riccardo Ed io?
Gaspare Riguardo a te, credo che bisognerà fare le congratulazioni ai proprietari della casa da gioco; è lì che vanno a finire tutti i tuoi soldi.
Riccardo Toccato, Gaspare... È un nuovo manto nero che viene a coprire la più nera delle pecore nere.
Emilia Dove te ne andrai, Lavinia!
Lavinia Trovo la vostra conversazione disgustosamente inopportuna.
Jane Cara, non essere acida.
Lavinia È mio padre che è morto, ricordatelo.
Jane Lo era anche di Gaspare, di Emilia e di Riccardo e di Enrichetta.
Gaspare Lascia a Lavinia il suo decoro, Jane. Un garbato dolore dev'essere rispettato.
Lavinia Garbato! Oh, Gaspare!
Gaspare Sono tuo fratello, cara, e conosco il tuo cuore.
Jane Sorridi, Lavinia... una volta sola.
Emilia Sì, Lavinia, solo un sorrisetto.
Lavinia Siete spudorati, tutti. Mi vergogno di voi.
Gaspare Sorridi, allora, così potrai vergognarti anche di te.
Enrichetta Ti prego, Lavinia.
Gaspare Pensa. Lavinia... Una casetta in qualche lieto paese... in Francia o in Italia. Ti sono sempre piaciuti tanto gli stranieri... Una villetta al sole... potrai dipingere i tuoi quadri... marine azzurre e cipressi... Potresti portarti dietro Micetta. È una gatta insulare, ma non credo che i topi francesi o italiani abbiano un sapore molto diverso...
Jane Verremo tutti a stare con te, Lavinia.
Riccardo Hurrà, Lavinia... Sorridi e grida hurrà!
Lavinia (resistendo) No... no...
Emilia (gettandole le braccia al collo) Sì... sì...
Lavinia Sta ferma, Emilia. Vergognati!
Enrichetta Ha mosso la bocca... l'ho vista io!
Gaspare (solleticandole la nuca) Avanti, Lavinia...
Lavinia Come ti permetti, Gaspare?
Jane Pensa al cappello della signora Hodgson stamane al funerale. Te lo ricordi ? Ti ho toccata col gomito....
Lavinia (scoppiando finalmente a ridere) Oh, povera me... Siete perfidi, tutti quanti... Vi odio... Era il cappello più ridicolo che abbia mai visto... Sembrava un piccolo timballo nero... Oh, povera me...
Gaspare Avete tutti il bicchiere pieno?
Lavinia No, Gaspare, no... non approvo...
Gaspare (alzando il bicchiere) Al piccolo timballo nero della signora Hodgson!
Tutti (levando i bicchieri) Al piccolo timballo nero della signora Hodgson!
Gaspare (in tono di trionfo mentre Lavinia beve) Ecco fatto!
(Il vino va di traverso a Lavinia; tutti le si fanno intorno e le dànno colpetti sulla schiena)
Altro vino, svelto, Riccardo.
(Riccardo, Carlo, Edoardo e Gaspare riempiono tutti i bicchieri).
Lavinia Questo è sconveniente... terribilmente sconveniente.
Gaspare Tutti pronti per un altro brindisi.
Lavinia Basta, per favore... La servitù ci sentirà.
Gaspare (levando il bicchiere) A noi... che siamo una famiglia strettamente unita, e ai cari estranei che si sono legati a noi... Alludo a te, cara Jane, e a Carlo e a Edoardo.
Carlo Sarebbe a dire che non possiamo bere?
Gaspare Ma no, no... bevete alla vostra salute... a quella di ognuno e alla felicità di noi tutti.
Carlo Bene!
Enrichetta Non far chiasso, Carlo.
Gaspare Dov'ero arrivato?
Jane Alla felicità di noi tutti, caro.
(Gaspare canta un breve brindisi per ciascuno dei presenti e tutti si uniscono al canto. Il ritmo si fa più allegro ed ogni nuova strofa diretta a uno dei presenti, viene accolta da grandi risate. L'allegria viene interrotta dall'orologio sul camino, che batte le dieci. La musica passa in tono minore. Tutti posano i bicchieri).
Lavinia L'orologio di papà, che dura otto giorni... Voleva caricarlo solo lui e nessun altro. Chi lo caricherà, adesso? (Piega la testa).
Emilia,
Gaspare, (in coro)
Enrichetta e « Ah, chi lo caricherà, ahimè, ahimè, chi lo caricherà? ».
Riccardo
Jane Ma Gaspare, naturalmente... È così evidente!
Gaspare Riccardo, fai la cortesia di suonare a Burrows.
Riccardo Adesso?
Gaspare Sì, adesso.
Lavinia Il cofano?
Riccardo Il cofano. Va bene. (Tira la corda del campanello presso il caminetto).
Emilia Oh, mio Dio!
(Una breve pausa malinconica. La interrompe Edoardo).
Edoardo (alla finestra) Guarda... c'è uno scoiattolo.
Carlo (incuriosito) Dove?
Edoardo Lì... vicino ai gradini.
Riccardo (unendosi a loro) Come fai a saperlo? È così buio.
Emilia C'è poca luna, ma quanto basta per vedere. Guarda, eccolo che torna nel bosco.
Lavinia Povero papà... povero caro papà... Non vedrà mai più uno scoiattolo.
Enrichetta Non parlare così, Lavinia.
Jane Credi che ne avrà molta voglia?... Voglio dire che il non poter più vedere scoiattoli è sicuramente uno dei meno gravi svantaggi della morte.
Lavinia (freddamente) Mi prendi troppo alla lettera, Jane.
Emilia (staccandosi dalla finestra) Oh, è terribile... La morte è così impressionante.
Lavinia Così solitaria.
Gaspare Più solitaria ancora della vita.
Jane (offesa) Gaspare!
Gaspare Perdonami, amor mio... Parlavo in generale.
(Entra Burrows).
Borrows Ha suonato, signor Gaspare?
Gaspare Burrows, il cofano lo apriamo oggi.
Burrows Tutti, tutti, signor Gaspare... Regolati al secondo. Li ho rimessi io stesso.
Gaspare Non gli orologi, Burrows. Ho detto, il cofano lo apriamo oggi.
Burrows Ho dovuto sudare con quello della biblioteca, ha suonato quindici colpi per tre volte... ma l'ho aggiustato. (Fa una risatina. Poi si controlla).
Gaspare Il cofano, Burrows... Vogliamo il cofano... Vi ho detto di farlo portar giù dalla soffitta, questa mattina.
Burrows Ah, il baule! Benissimo, signor Gaspare. (Esce).
Lavinia È una prova di crudeltà d'animo, andare così presto a rovistare fra i segreti di papà.
Gaspare Sarà crudeltà d'animo, ma è una cosa necessaria.
Jane Questa mattina, in fondo alla chiesa, ho visto uno dei suoi segreti meno riposti.
Lavinia Che vuoi dire, Jane?
Jane La signora Wynant.
Enrichetta Quella donna!
Gaspare Sssst. Non possiamo offenderci dal fatto che sia anch'essa addolorata, a modo suo.
Enrichetta A me... mi offende.
Lavinia Non avrebbe dovuto venire.
Emilia Povera signora Wynant.
Lavinia Mi meraviglio, Emilia... È proprio il caso di dire: povera signora Wynant!
Emilia Pensavo al testamento.
Riccardo Il testamento è assolutamente equo: essa non aveva alcun diritto.
Gaspare Nessun diritto da un punto di vista giuridico, almeno.
Lavinia Gaspare!
Gaspare Non sarebbe cristiano negarle un certo diritto da un punto di vista morale. Carlo Morale non è precisamente l'aggettivo che avrei scelto.
Gaspare Hai parlato da soldato. Carlo. Ed anche, lasciamelo dire, da gentiluomo.
(Entra Burrows).
Burrows Il cofano è qui fuori, signor Gaspare... Se lei e il signor Riccardo... Preferirei che Martino non entrasse.
Jane Ma no, Burrows, non importa.
Burrows Non si tratta della porta, signora, è la faccia di Martino che è così rossa e accaldata... in questa camera smorta... lei comprende?
Gaspare Bene, Burrows. Vieni, Riccardo.
(Riccardo e Gaspare escono).
Burrows Dovrò servire il tè, signora!
Jane Sì, per favore, Burrows. Un po' più tardi.
Burrows (portando la mano all'orecchio) Come ha detto, signora, mi scusi?
Jane (gridando) Un po' più tardi, Burrows.
Burrows (rispettosamente) Oh, no signora... No, assolutamente... nemmeno per tutto l'oro del mondo, signora.
(Burrows esce).
Jane Chissà che cosa avrà capito.
Carlo Temo che non lo sapremo mai.
(Riccardo e Gaspare rientrano con un piccolo baule assai polveroso. Lo posano).
Gaspare Sara ha fatto quello che ha potuto con il piumino, ma credo che ci vorrà la brusca.
Riccardo Non ti preoccupare.
Lavinia Il cofano.
Enrichetta Oh, sì... il cofano.
Gaspare Sì, eccolo lì... che ci rimprovera, che quasi ci fissa con...
Jane ...quella civetteria che lo fa sembrare anche più ripugnante di quanto non sia.
Gaspare Tu hai la chiave, Lavinia. L'hai presa tu dalla catena del babbo.
Lavinia Sì, eccola. (La porge a Gaspare) Tu sei il più grande.
Gaspare ... Prima di portare alla luce i segreti del nostro caro padre... ho il dovere di raccomandarvi vivissimamente la più assoluta discrezione.
Carlo È naturale.
Gaspare Tu, Carlo ed Edoardo, e tu, mia cara Jane...
Jane Smettila di dire sciocchezze e aprilo, Gaspare.
Gaspare Jane, tu mi interrompi con imperdonabile leggerezza.
Jane Lasciamo andare.
Carlo Comprendiamo, discrezione assoluta.
Jane (con impazienza) Aprilo!
Gaspare (in ginocchio) Povero papà! (Lotta con la serratura) La chiave non corrisponde... (Alza il cofano) Oh, è già aperto... (Mette la mano nel cofano e ne tira fuori una corona di cartone dorato) Non è il cofano di papà.
Lavinia Oh, che stupido, quel Burrows!
Emilia Una corona di carta.
Enrichetta Me la ricordo.
Riccardo Dov'è lo scettro? Ci dovrebbe essere anche uno scettro. Lo fabbricai io col bastone da passeggio dello zio William... (Fruga nel cofano).
Emilia Ricordo che si inquietò terribilmente.
Riccardo (trovandolo) Eccolo qui!
Lavinia C'era una sciarpa con le perline, che veniva dall'India... Me la mettevo quando facevo la regina... (Si inginocchia anche lei e fruga nel cofano).
Enrichetta E c'erano quattro spade... piatte. Ma una era rotta... (Fruga anch'essa nel cofano).
Emilia (precipitandosi verso il cofano) Principi e principesse... Oh, che bellezza!
Jane Di che diavolo state parlando?
Gaspare (sorridendo) Di principi e principesse... Era un gioco... Lo facevamo sempre, da piccoli...
Enrichetta La domenica, solo la domenica.
(Cantano un motivetto ingenuo: «Principi e Principesse ». Fanno anche un po' di pantomima ripetendo i frammenti del gioco che ricordano. Lavinia è incoronata con la corona di carta. Gaspare e Riccardo combattono un vivace duello con le spade. Alla fine, Lavinia si strappa la corona di testa e la getta a terra).
Lavinia Questa è un'empietà... un'empietà... Non me la perdonerò, fino alla fine dei miei giorni... (Cade a sedere su un divano, in lacrime. Gli altri la guardano in silenzio. Riccardo si alza dal pavimento dove,dopo estere stato ucciso nel duello, è rimasto disteso, e si spolvera il vestito).
Gaspare Lavinia... Ti prego, non piangere.
Lavinia (lacrimosa) ...Dio ci punirà, certamente per questa mancanza di cuore. Star qui a ballare, cantare e giocare, mentre il babbo non è ancora freddo nella tomba.
Gaspare Tu sei emozionata, cara, e le tue parole sono comprensibili, date le circostanze, ma non certo esatte.
Emilia Il cimitero è molto esposto alle intemperie.
Lavinia Perdonaci, papà, perdonaci.
Riccardo Presto, Carlo, un altro po' di Madera. Nostra sorella sta per avere un attacco isterico.
(Carlo versa del Madera e lo passa a Riccardo che lo porta a Lavinia)
Tieni, cara.
Lavinia No, no... non lo voglio.
Gaspare Bevi, Lavinia. Ti calmerà.
Jane Anch'io ne prenderei volentieri un altro po'.
Carlo (versandoglielo) Benissimo. Tu, Enrichetta?
Enrichetta Sì, per favore.
Gaspare (aLavinia) Avanti, cara.
Lavinia (bevendo il vino) Oh, che vergogna!
Carlo Ancora vino, Emilia?
Emilia Posso, Edoardo?
Edoardo Sì, amore, ma solo un goccio.
Carlo Ce n'è rimasto pochissimo.
Riccardo È meglio che ne facciamo portare dell'altro.
Lavinia No, Riccardo, no... Ve lo proibisco.
Riccardo Come vuoi, Lavinia, ma ho la gola crudelmente secca.
Carlo Anch'io... E tu, Gaspare?
Gaspare Secca come la polvere.
Lavinia (scoppiando di nuovo in lacrime) Polvere! Oh, Gaspare!
(La porta si apre con discrezione ed entra Burrows che porta un'altra caraffa di Madera. Tutti lo osservano in silenzio, mentre la posa cerimoniosamente sul vassoio. Guarda con aria interrogativa Carlo che ha in mano la caraffa vuota. Carlo gliela porge. Burrows ti inchina correttamente e va alla porta. Si volta e si sofferma un istante a guardarli tutti con occhio affettuoso poi estrae dal polsino un gran fazzoletto bianco e ti asciuga gli occhi, ma è difficile dire se sta piangendo o ridendo. Esce, chiudendosi dietro la porta).
Gaspare Ogni anno che passa, Burrows diventa più giudizioso.
Enrichetta E più buono.
Riccardo E più comprensivo.
Gaspare Tra noi, non credete che un piccolo brindisi personale a Burrows ci starebbe bene?
Emilia Credo che papà l'avrebbe desiderato.
Edoardo Ben detto, amor mio.
Lavinia Papà non avrebbe approvato affatto...
Enrichetta Oh, Lavinia, sono sicuro che sarebbe stato contento...
Riccardo Vesti il tuo cordoglio di tolleranza, Lavinia.
Carlo Che male c'è, Laviniuccia?
Jane Non essere sciocca, Lavinia.
Gaspare La maggioranza è per il sì... Riempite i bicchieri.
(Tutti riempiono il proprio bicchiere, e lo alzano)
A Burrows, il nostro primo amico... Non ricordi, Lavinia? Ci fabbricava i giocattoli, nella legnaia. Ci leggeva le favole, quando eravamo ammalati. Ci dava di nascosto i dolci, dalla dispensa. Voleva bene a tutti noi... a te in particolare, Lavinia. Hai dimenticato la sua tenerezza, quando morì la mamma? Hai dimenticato il sorriso con cui ci accoglieva al ritorno dalla scuola? Sono certo che questa piccola manifestazione d'affetto non può apparire un grave peccato agli occhi del cielo. A Burrows, Lavinia.
Lavinia (alzandosi in piedi) A Burrows! (Beve).
Tutti A Burrows! (Bevono).
Carlo Squisito!
Riccardo Credo che venga dalla cantina speciale di papà.
Emilia Io ne vorrei ancora un pochino.
Edoardo No, Emilia.
Emilia Guastafeste, ti sfido! (Si versa rapidamente un altro bicchiere colmo e lo beve).
Enrichetta Emilia!
Lavinia Emilia, non esagerare.
Emilia Sciocchezze.
Edoardo Chiedo scusa... Vieni a letto, Emilia.
Emilia A papà piaceva il vino... Gli piaceva enormemente. Dev'essere proprio ereditario. (Ride).
Edoardo Vieni immediatamente a letto.
Emilia Nemmeno per sogno, amor mio. Voglio vedere che altro c'è nel cofano... (Si inginocchia sul pavimento e comincia a frugare alla rinfusa).
Jane Povero Edoardo, temo che Bacco ti abbia privato della tua autorità maritale.
Riccardo Sei battuto, Edoardo.. Sii uomo. Riconoscilo.
Lavinia Mi sento venir meno... Il caldo, forse, e questo strano modo di agire di tutti noi...
Enrichetta (andandole vicino) Cara...
Jane Vuoi che ti accompagni di sopra?
Lavinia No, no, passerà... Non è nulla.
Riccardo Vuoi i sali... un po' d'aceto?
Lavinia No, no... forse, credo, un'altra lacrima di quel vino...
Carlo (versandogliene) Ecco, cara...
Lavinia Grazie, Carlo... Sei proprio gentile. (Lo prende languidamente).
Jane Anch'io mi sento molto strana.
Gaspare Tesoro!
Enrichetta Aprite la finestra.
Jane No, l'aria è umida, sarebbe pericoloso.
Riccardo Un po' di vino?
Jane Forse, forse mi rianimerebbe.
Carlo (versandogliene) Ecco, cara.
Jane (con un lieto sorriso) Grazie, Carlo.
(Tutti prendono, con aria di indifferenza, dell'altro vino).
Emilia (presso il cofano) Oh, guardate... guardate!
Gaspare Che c'è?
Emilia Il carillon... ricordate?
Riccardo Pensavo che fosse andato in pezzi da anni.
Lavinia Ce lo regalò la zia Heathcote.
Enrichetta Papà ci proibì di suonarlo.
Emilia (posandolo sul tavolo e dandogli la corda) Non ce lo può più proibire, adesso!
Edoardo (in tono di rimprovero) Emilia!
Emilia Sssst! Zitti!... Sentite...
(Tutti stanno in ascolto ma nessun suono esce dal carillon).
Gaspare È vecchio e stanco, non sa più suonare.
Riccardo No, no. C'era una molletta...
Emilia Fallo suonare, Riccardo. Provaci, te ne prego.
(Riccardo armeggia intorno al carillon che trilla una nota. Tutti cantano « Suoniamo una canzone sul carillon ». Smettono di cantare e il carillon, con la sua voce di latta, tintinna una piccola melodia).
Riccardo Ecco fatto.
Emilia (giungendo le mani, in estasi) Oh, che bello, che bello!
Enrichetta Le tendine rosse della scuola... le rivedo d'improvviso ondeggiare nella corrente d'aria...
Riccardo Lo zucchero d'orzo sull'orlo della torta... ne risento tutto d'un tratto il sapore.
Gaspare La tua mano nella mia, Jane, quando la governante ti accompagnava a prendere il tè in casa nostra... ne sento improvvisamente il tocco...
Jane (prendendogli la mano) Oh, tesoro...
Emilia Ancora, ancora, fatelo suonare ancora. Anch'io voglio ricordare...
(Riccardo torna ad armeggiare intorno al carillon e questo ripete la stessa suonatina zuccherosa. Emilia comincia a cantare, tutti gli altri si uniscono a lei. Frammenti di melodia tornano sulle loro labbra, col ricordo della fanciullezza).
Enrichetta C'era anche un altro motivo. Lo ricordo benissimo, suonava anche un altro motivo.
Riccardo Non dobbiamo chiedergli troppo.
Gaspare Prova a toccare ancora la molletta.
Enrichetta Era un valzer.
Jane (guardando Gaspare) Certo, era un valzer... non te lo ricordi, amor mio? Lo ballavamo alcuni anni dopo, a una festa... prima di sposare. Faceva così... Ecco, così...
(Comincia a cantare. Riccardo sta ancora lavorando intorno al carillon. Improvvisamente questo si rimette a suonare. È il motivo che Jane sta cantando).
Emilia (indicando il carillon) Guarda, se l'è ricordato! Che bravo!
Riccardo Sssst, Emilia. Era la loro canzone d'amore...
(Jane e Gaspare cantano l'una all'altro la canzone d'amore della loro giovinezza. Anche gli altri li seguono, in un coro sommesso a bocca chiusa mentre la coppia balla. Alla fine Jane fa una profonda riverenza fino a terra. Gaspare si inchina verso di lei, prendendola per la mano).
Gaspare Ti amo, mio dolce cuore.
Jane « Finché la morte non ci separi ».
(Egli la rialza e la stringe fra le braccia. Lavinia ricade sul divano ancora una volta in lacrime).
Lavinia Non prendetemi in giro... Queste sono lacrime vere.
Gaspare Ma non di tristezza, spero.
Lavinia La mamma morì quando eravamo piccoli, il babbo è morto quattro giorni fa, ma la vita non è morta, è vero?
Gaspare La vita non muore mai, finché sia lieta.
Emilia Povero papà... povero, caro papà!
Lavinia Oh, all'inferno!
Enrichetta Lavinia!
Riccardo Lavinia!
Emilia Oh, Lavinia, come puoi parlare così?
Gaspare Brava, Viniuccia.
Lavinia Dico sul serio. Dammi ancora del Madera.
Carlo Giusto cielo!
Lavinia Io odiavo papà e così lo odiavi tu, Gaspare, ed Enrichetta e Riccardo ed Emilia...
Emilia Oh, Lavinia, no, no...
Lavinia Era crudele con la mamma, duro con noi. Era dissoluto e vanitoso, e, quel ch'è peggio, cattivo...
Carlo (porgendole del vino) Tieni, cara. Bevi questo.
Lavinia (prendendolo) Certo che lo bevo. (Leva il bicchiere) E adesso voglio fare un brindisi al babbo... e alla verità, anche. Il babbo e la verità assieme, per la prima volta.
Gaspare Spero che domattina non debba pentirti di quel che stai facendo, Lavinia.
Enrichetta Non credi che sarebbe meglio che andassi a letto?
Lavinia Può darsi che la mia sia perfidia. Lo so... e so anche che ne sarò punita. Ma non me ne importa. Voi riusciste a fuggire, tutti voi, trovaste marito e moglie e la vostra vita... Ma io dovetti restare qui, con lui. Per anni mi ha appena rivolto la parola. Io badavo alla biancheria, io facevo i conti, io dirigevo la casa. Anni fa. dissi addio alla persona che amavo, perché la mia miserabile, spietata coscienza mi ripeteva che quello era il mio dovere. Sono rimasta dentro questa casa settimana per settimana, mese per mese, un anno dopo l'altro, mentre egli mi maltrattava e mi guardava in cagnesco e andava infangando il nostro nome con amorazzi da villaggio. Il testamento, il bel testamento che abbiamo letto oggi, fu fatto dieci anni fa. Questo lo sapevate, non è vero?
Gaspare Lavinia, in nome del cielo... che cosa...
Lavinia Quello che voi non sapete, è che egli ne fece un altro una settimana prima di morire.
Enrichetta Che stai dicendo?
Riccardo Lavinia, sei impazzita?
Emilia (lamentosamente) Oh, Lavinia!
Lavinia Nessuno di noi fu neppure nominato in questo nuovo testamento. Cinquemila sterline venivano lasciate alla signora Wynant. Seimila a Rosa Dalton. Tremila alla signora Waterbury... il che mi fa pensare che fosse meno soddisfacente delle altre... e il resto a una fondazione per l'erezione di una nuova chiesa, che doveva contenere un monumento alla sua memoria, in marmo nero.
Gaspare Lavinia, sei sicura di quello che dici?
Lavinia Sicurissima. Burrows fece da testimone.
Gaspare E credi che saremmo molto indiscreti se chiedessimo che fine ha fatto?
Lavinia Sette minuti e mezzo dopo che papà ebbe esalato l'ultimo respiro, Burrows ed io l'abbiamo bruciato.
Gaspare Suona il campanello, Riccardo.
Riccardo Sì. (Va a tirare il cordone del campanello).
Emilia Edoardo, caro, credo che un altro sorso di vino sarebbe perdonabile, date le circostanze.
Enrichetta Sono d'accordo.
Jane Marmo nero... che cosa disgustosa.
Riccardo L'argilla nera sarebbe stata più adatta.
Emilia Povera signora Waterbury.
Jane Pensa quale umiliazione le é stata risparmiata.
Enrichetta Chissà dove sarà adesso Rosa Dalton?
Gaspare In Scozia, credo. Sposò un battista.
Edoardo Pensi che la signora Wynant abbia dei sospetti?
Gaspare Che sospetti, Edoardo?
Edoardo Sul... ehm... su tuo padre... su quanto Lavinia ci ha detto ora.
Lavinia Questa mattina in chiesa ho osservato che portava sul mantello una preziosa spilla di brillanti. Credo che sia sufficiente per le sue prestazioni.
Gaspare Come sai essere dura, Lavinia.
Jane E come sai essere nel giusto.
(Entra Burrows).
Burrows Ha suonato, signor Gaspare?
Gaspare Sì, Burrows.
Riccardo Vorremmo farvi una domanda, Burrows.
Burrows Molto meglio, grazie, signorino Riccardo. Una buona tisana calma qualsiasi disturbo. Gaspare Una domanda, Burrows.
Burrows Sì, signor Gaspare.
Gaspare La signorina Lavinia mi dice che avete fatto da testimone alle ultime volontà del mio defunto padre.
Burrows (portandosi la mano all'orecchio) Come ha detto, signore?
Gaspare Avete o no fatto da testimone alle ultime volontà di mio padre?
Burrows Il mio disturbo peggiora. Non riuscirò mai a sentire questa domanda.
Lavinia (a bassa voce) Grazie, Burrows.
Burrows Non c'è di che, signorina Lavinia.
Riccardo Un po' di Madera, Burrows?
Burrows Ne sarei onorato, signorino Riccardo.
Riccardo (versandoglielo) Tenete, allora.
Burrows (prendendolo) Sempre ai loro ordini.
Gaspare Grazie, Burrows.
Burrows (scorgendo il carillon) Se i signori permettessero...
Gaspare Certamente. Che cosa?
Burrows Ci dovrebbe essere una canzonetta, una canzonetta degli anni ormai svaniti nella memoria... Mi permettano...
(Mette in moto il carillon. Questo suona lo stesso motivetto allegro che ha suonato prima. Burrows resta fermo, ricino, curvandosi per sentir meglio, poi si rialza accompagnando il ritmo con la testa e leva il bicchiere)
Bevo a tutti loro. (Poi, a Gaspare e a Jane) E a voi, signora e signore... Questa casa era felice, quando l'allietava il sorriso dei bimbi... (Beve).
(Emilia, Jane ed Enrichetta si mettono a cantare. Tutti gli altri li seguono. Il canto si fa più allegro e più rapido, finché tutti si prendono per mano e ballano intorno a Burrows).