Algamarina

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Leggenda in due tempi

di  Marcel MOULOUDJI

Titolo originale dell'opera , LES SARGASSES

Traduzione di Umberto Allemandi

da IL DRAMMA n. 260 - Maggio 1958

LE PERSONE

ALGAMARINA

JOSEPH

LA REGINA

LA DONNA

IL  CONSIGLIERE DELLA REGINA

IL PADRE DI PIERRE

Una massaia

Un bambino

Un uomo

Jean

Pierre

Una voce

Unpoliziotto

Una donna

Suo marito

L'ufficiale della guardia

Operai

Massaie

Poliziotti


Crediamo che il lettore sarà un tantino sorpreso ap­prendendo che il poetico sognatore della leggenda « Algamarina » è lo stesso autore  Marcel Mouloudji -  del dramma « Quattro donne » - che nel 1948 ebbe ri­sonanza europea e che anche noi pubblicammo (fasci­colo n. 52-1948). Quel dramma era il frutto dell'incon­tro, appena terminata la guerra, tra Sartre e Moulou­dji. Il clima di quel tempo pesava sulle spalle di tutti e l'atmosfera era ancora torbida e non soltanto di pensieri. Il filosofo Sartre aveva messo a galla dell'ac­qua putrida, l'angoscia, ed i ragazzi avevano nausea della vita: esistenzialismo, dissero. Molti di quei ra- , gazzi erano soltanto dei cattivi sentimentali; si salvò . chi possedeva un cuore di poeta. Così dalla prima stretta di mano tra Sartre e Mouloudji al Café de Flore nelle cui sale guardavano i cuorinfranti di tutto il mondo  nacque il romanzo « Enrico » che Mouloudji aveva scritto e trasportava in una valigetta legata con uno spago. Sartre passò il romanzo a Gallimard; il Premio Plejade diede a Mouloudji la prima notorietà ed i primi centomila franchi. Intanto Mouloudji aveva incontrato André Cayatte ed ottenuta la parte del ra­gazzo nel film « Siamo tutti assassini »: questo secon­do successo lo portò alla celebrità, ed alla popolarità vi giunse rapidamente quando il giovane scrittore-attore si mise a cantare alla ribalta e nei cabarets. Non gli mancava che di sposare l'attrice Louise Fouquet per « colpo di fulmine » perché la sua vita si aureolasse di leggenda: si vuole, infatti, che da questo amore sia nata Algamarina e per essa Joseph: i protagonisti della fantastica  commedia.

Il due atti che pubblichiamo non sono mai stati rap­presentati, ma lo meriterebbero, poiché la leggenda poetica ideata da Mouloudji è soprattutto teatro. Evi­dentemente quest'uomo è permeato di teatro, dal ro­manzo tutto sceneggiato, al film, alle canzoni. Qual­cuno, solo perché Mouloudji canta, lo ha designato a successore di Chevalier, non pensando che, se mai, il Nostro si trova esattamente dall'altra parte della barricata. Le canzoni che Mouloudji scrive e canta non portano la paglietta: gli nascono dentro e si esprimono per un desiderio, un sogno o un'avventura, proprio come la leggenda di Algamarina. C'è un monologo di Sacha Guitry che Mouloudji ha ritmato ed affidato ad un sottofondo musicale, che costituisce uno dei suoi maggiori successi alla ribalta: il monologo è « Le diable » e tratta di un bambino che lasciato solo in casa dai suoi che sono andati al cinema, vede entrare nella sua camera il diavolo. Il piccolo è sicuro di averlo visto, ma nessuno gli crede; allora il bambino si arrab­bia per essere schernito e invoca il diavolo che venga a prenderlo per dimostrare ai suoi che egli non men­te. E il diavolo lo accontenta. In chiave inversa siamo ancora a « Algamarina »: di suo o di altri, Mouloudji batte il tasto sempre sullo stesso tono.                     

         rid

(Lucio Ridenti)


PRIMO TEMPO

(Una piazza. A sinistra, il palazzo della regina; dal­l'altro lato, il palazzo di Algamarina: davanti al suo balcone c'è un velo ogni volta ch'ella appare, gli spettatori non ne vedono che l'ombra. In fondo, una fascia di fabbriche, tetra, tagliata a metà da una strada che finisce al mare mosso dalle onde).

Joseph            Che strano paese, il mare è blu come il cielo e gli scogli allegri come se avessero voglia di fare baldoria.

(Una donna esce dal palazzo della regina e lo ascolta)

Dove siete donne di questo paese ricamato d'oro? Dove siete fanciulle pudiche con le vostre svelte vesti, forme untuose delle stanze in amore? Già vi immagino: una donna dai capelli biondi come un dono del sole, con delle lunghe gambe e il corpo perfetto di curve.

La Donna      Ehi! Giovanotto, perché parlate così?

Joseph            Scusatemi, non vi avevo vista.

La Donna      Avete l'aspetto di uno straniero. Da quanto siete in città?

Joseph            Sono giunto col giorno.

La Donna      Ma come siete entrato?

Joseph            Per la grande porta, come tutti.

La Donna      Via, via, so cosa vuol dire, vi vedo venire, voi siete ancora uno di quei vagabondi che entrate di notte, Dio sa come.  Solo, avete delle carte per restare qui? ve le domanderanno, sapete!?

Joseph            Sì, ne ho.

La Donna      Attento a non perderle, se no non ne uscirete più, da questa città.

Joseph            Perché tante precauzioni?

La Donna      E non dovreste parlare da solo, si potrebbe credere che complottate.

Joseph            Io sono cantastorie di mestiere. Poco fa, ripetevo la mia parte.

La Donna      Se io fossi al vostro posto, non riderei tanto. Potrebbero pensare che li prendete in giro.

Joseph            Ma chi?

La Donna      I poliziotti e quelli che non si vedono.

Joseph            Io non ho niente a che vedere con quei signori e proprio non mi preoccupo di sapere cosa possono pensare di me.

La Donna      Si vede bene che siete giovane. È bello essere ricco e allegro. Mi divertite, giova­notto, anche se non vi conosco. Vi guardavo men­tre parlavate e avevo voglia di ridere, ma non ho riso, non si sa mai. Mi ricordate il tempo in cui eravamo felici. Ma datemi retta, non restateci a lungo, in questa città.

Joseph            Per quale motivo, buona donna, mi si vorrebbe fare del male? E poi non voglio far caso a tutto questo poiché sono contento di essere qui.

La Donna      Avete l'aria di uno che sa il fatto suo.

Joseph            Per esserlo, lo sono. Non per vantarmi, ma sono indubbiamente il migliore dei cantastorie: recito monologhi negli sposalizi, canto, so raccon­tare cose leggiadre.

La Donna      Sapreste divertire gli invitati ad una festa?

Joseph            Sicuro...  so rendere  carezzevoli  le in­fiammate dichiarazioni, dare dolci inflessioni alla mia voce e tenere spassosi discorsi.

La Donna      Capitate a proposito, allora, posso ben dirlo, perché la nostra regina da giusto un ballo o una serata; no, un ballo...

Joseph            Fa lo stesso.

La Donna      No, una serata. Beh, che importa? Resta il fatto che si può aver bisogno di voi.

Joseph            Grazie, mia buona donna.

La Donna      Domanderò. Non è sicuro: c'è una compagnia di girovaghi arrivati da qualche giorno. Ah! una cosa, non parlate di cose d'amore... beh, insomma di tutte le storie che riguardano questo argomento.

Joseph            E perché?

La Donna      Ma come, non lo sapete? proprio ignorate tutto? allora venite in questo angolino e parliamone.

Joseph            Perché tanti misteri?

La Donna      Capirete dopo. Spero che sappiate re­sistere alle donne.

Joseph            Ehilà! Che intendete per...

La Donna      Non arrabbiatevi. Ascoltate bene quel che sto per dirvi, ma per carità, non prendete que­st'aria pensierosa. Bisogna diffidare qui, non si sa mai. Ecco: la regina della nostra città ha una figlia che ha nome Algamarina.

Joseph            E allora?

La Donna      Come, allora? Non avete sentito? Al­gamarina.

Joseph            Un nome bizzarro! E poi?

La Donna      Zitto, lasciatemi parlare. Ogni uomo che incontra madamigella Algamarina e se innamo­ra, subisce il sortilegio dei flutti, delle onde, dei battelli  misteriosi;  ma  soprattutto  delle  alghe.   Si dice che la notte, intorno al balcone di madami­gella Algamarina, volteggino le anime dei  poveri spasimanti defunti che l'hanno tanto amata.

Joseph            Ah! sento il mio cuore gonfiarsi al rac­conto di questi amori marini. È bella, almeno?

La Donna      Giovanotto, siete avvisato.

Joseph            Non abbiate paura per me. Io non temo per la mia vita e non credo alle leggende.

La Donna      Vi assicuro che è la verità. Non avete mai sentito parlare della Maledizione?

Joseph            No.

La Donna      Strano, perché se siete cantastorie di mestiere ve lo avrebbero dovuto dire.

Joseph            Forse me l'hanno detto, ma io bado poco a quel che avviene attorno a me.

La Donna      Mentite bene, giovanotto, ma non fi­datevi dei vostri occhi, perché qui perfino un bam­bino penetrerebbe nei vostri segreti, scrutandoli.

Joseph            Strana città.

La Donna      Ascoltatemi bene: madamigella Al­gamarina, già da molto, s'è mutata in ombra. Non appare che agli uomini, giovani o vecchi, e quelli che cadono sotto la sua maledizione prendono la strada che porta al mare. Dicono che le alghe si drizzino sopra le onde all'ora delle stelle. I con­dannati vanno così nell'acqua e muoiono soffocati. Se ne ritrovano poi i corpi sulla spiaggia. Ci vado qualche volta la domenica mattina, perché di po­meriggio lavoro in casa.

Joseph            Ne avete visti?

La Donna      Oh, no, non mi piace guardarli. Non ridete così, vi farete notare.

Joseph            Non c'è nessuno.

La Donna      Non so, mi sembra che ci spiino.

(La regina appare al suo balcone)

Attento, ecco la re­gina, la madre delle alghe.

Joseph            Signora.

La Donna      Se vi aggrada, ecco un cantastorie che può recitare nella serata.

La Regina      Accordato.

La Donna      Gli preparerò un letto nella scuderia con gli altri.

Joseph            Non disturbatevi.

La Donna      Siccome non conosce gli usi della cit­tà, mi sono permessa di spiegargli...

La Regina      Cosa? Ripetimi cosa gli hai detto... su, che aspetti?

La Donna      Nulla... nulla... signora.

La Regina      Via di qui, lingua di serpente; chi ti ha chiesto spiegazioni?... e su cosa poi, su cosa? Via, va' a sparlare altrove, fila in cucina a preparare i tuoi ragù mortuari: un giorno vedrai che ti spe­disco in cielo a farti amare dagli angeli.

(La donna entra nel palazzo).

Joseph            Signora, sono felice di vedervi, malgra­do la vostra collera, certo giustificata, sento che siete dolce e buona.

La Regina      Non provarti a sputar fuori ciance graziose con me. Stanotte dormirai nella scuderia; domani sera ti arrangerai con gli altri per dire le tue sciocchezze. Conto su di te per rendere allegra la festa. Sarai pagato onestamente e subito dopo la­scerai la città.

Joseph            Come vi piace.

La Regina      Ma chi sei... tu?

Joseph            Sono un girovago.

La Regina      Non ne hai l'aria. I tuoi modi non sono quelli di uno allevato in un carrozzone.

Joseph            Sono lieto di sentirvelo dire, ma la ve­rità è quella che ho detta.

La Regina      Da dove vieni?

Joseph            Non posso dirvelo con esattezza, perché non arresto mai il mio andare e il nome dei posti non mi interessa gran che.

La Regina      Ti piacerà qui?

Joseph            Ho l'impressione di sì. Chi non sarebbe felice di restare con una padrona come voi?

La Regina      Basta così, parli troppo bene. Smet­tila di fissarmi e non prendermi in giro.

Joseph            Sorridevo soltanto. Non avevo alcun pen­siero irriverente.

La Regina      Da quando ti parlo, i tuoi occhi, le tue labbra sembrano sempre voler dire qualcosa.

Joseph            Scusatemi, non ci badavo.

La Regina      Non mi piacciono affatto queste ma­niere, ti consiglio di non attardarti domani sera in città. Non sei fatto per questo posto.

Joseph            Sono fatto di carne e ossa come tutti, e mi sembra...

La Regina      Per l'appunto, ti credo più serio di quel che sembri.

Joseph            Ho qualcosa che vi dispiaccia, signora? Ho sorriso poco fa perché avevate l'aria di un giu­dice; non c'è niente di male in questo.

La Regina      No.

Joseph            Entrando in questa città che non cono­scevo mi sono sentito contento, per questo chiac­chiero forse più di quanto dovrei. Adesso prenderò un tono più serio, visto che tali sono gli usi della città.

La Regina      Spesso si conoscono meglio gli uo­mini dalle loro chiacchiere che quando parlano se­riamente, ed io sento in te qualcosa di bizzarro. Che sei venuto a fare qui?

Joseph            A lavorare e a visitare la città prima di partire. Siccome non ho soldi reciterò domani nella vostra serata, visto che me Io avete concesso.

La Regina      Se è già concesso, inutile riparlarne.

Joseph            Grazie.

La Regina      Che vieni a fare tu qui veramente?

Joseph            Nulla che non sia il mio mestiere, si­gnora, ve lo assicuro.

La Regina      Mi sa che tu sei un bel tipo di can­tastorie. Può essere che mi  sbagli  sul  tuo conto, ma lo vedremo più tardi. Hai le tue carte in regola?

Joseph            Sì. Me le hanno già chieste alle porte.

La Regina      Le farai vistare dentro il palazzo. Questa donna ti guiderà.

(La regina esce).

Joseph            Beh, se tutte sono come lei, ho l'impres­sione che la città debba rigurgitare di adolescenti in crisi.

(La donna appare alla porta).

La Donna      Siete allegro... che vi ha detto?

Joseph            Domani devo recitare.

La Donna      Vedete, non è poi così dura come sem­bra. D'altronde, nessuno si lamenta. È lei che ha fatto costruire tutti i nuovi monumenti, e i quartieri ricchi più in basso sono superbi. Dovreste appro­fittare della luce del giorno per visitarli.

Joseph            Lo farò.  Ditemi, buona donna,  potrei avere qualcosa da mangiare?

La Donna      Entrate svelto, vi darò quel che po­trò.

(Entrano. Degli operai vanno al lavoro, delle donne vanno al mercato).

Una Massaia             Non guardare là, bambino mio, non si sa mai.

Il Bambino    E che, tanto non posso lo stesso in­namorarmi di Algamarina. Non ho ancora l'età.

Una Massaia            Sta' zitto, tu. Sapete la novità, si­gnora?

Una Donna   No. Che è successo?

Una Massaia            Ieri sera, ce n'è stato ancora uno: abitava di fianco a me.

Una Donna   Quando finirà?

Una Massaia            Non parliamone. Per fortuna è troppo piccolo, lui, altrimenti da un bel pezzo lo avrei fatto andar via dalla città.

Una Donna   È quel che ripeto a mio figlio, ma è come se parlassi a un muro. Se gli capita qual­cosa è perché se l'è voluto, credetemi. Dice che non ce n'è più per molto, che sta maturando qualcosa. Mi raccomando, non raccontatelo in giro.

Una Massaia            Ve lo giuro, potete fidarvi di me. (Se ne vanno).

Un Uomo       Lei com'era?

Jean                Te ne parlerò più tardi.

Un Uomo       E il famoso straniero, è arrivato?

Jean                No.

Un Uomo       Cosa aspetta, allora? Da qualche gior­no non vivo più. Ah, non mi piace proprio come vanno le cose.

Jean                Non prendertela tanto, a vederti così ner­voso si direbbe che stai preparando un brutto scherzo.

Un Uomo       Non mi fido.

Jean                Abbiamo chiesto aiuto al signore del paese che qui non si vede mai per farla finita con que­sta Maledizione. È nel suo interesse!

Un Uomo       Allora, perché non viene lui in per­sona invece di mandare un messaggero?

Jean                C'è una ragione: la sapremo dopo la rivolta.

Un Uomo       Non ce la faremo. Cosa potrà un sem­plice messaggero contro Algamarina che ha ai suoi ordini tutte le forze del mare?

Jean                Smetti di lamentarti, lo vedremo. Io non cerco di capire, tu non hai che da fare come me. Mi hanno detto di venire a prendere un uomo qui e non voglio saperne di più.

Un Uomo       Come potremo vedere se ha un anello al dito? Che idea, fissare un appuntamento del ge­nere! Non potremo mica ispezionare le mani a tutti!

Jean                Guarda. Vedi quell'uomo? Sul suo dito mi è sembrato d'aver visto un luccichio. Seguilo, ti aspetto qui: ecco Pierre che arriva, bisogna che gli parli.

(L'uomo esce dietro il passante. Entra Pierre).

Pierre             È vero quel che si racconta, l'hai vista?

Jean                Sì, come vedo te.

Pierre             Come hai fatto?

Jean                Ieri sera, stavo dietro la grande statua del­la vergine. D'improvviso, ho visto Algamarina.

Pierre             Allora?

Jean                In fondo vedevo il mare, ma come Alga marina  è  apparsa, i flutti  si  sono  trasformati,  il mare ha avuto come un ansare,  un lieve ribolli­mento, ed infine le alghe sono apparse. Ho avuto paura.

Pierre             Continua.

Jean                Non oso dirtelo.

Pierre             Che ha fatto? era sola?

Jean                S'è svestita: era tutta nuda...

Pierre             L'hai vista nuda?

Jean                Sì e ti posso assicurare che non mi sentivo un birbante perché la stavo a guardare. Avanzava lungo la spiaggia...

Pierre             Continua... Perché mi costringi a cavarti fuori ogni parola?

Jean                Ecco, c'era un ragazzo dietro di lei.

Pierre             Chi?

Jean                È entrata nell'acqua e s'è fermata. Il gio­vanotto esitava e aveva l'aria di voler resistere. Io non osavo far nulla poiché sapevo che mi sarebbe capitata la stessa cosa. Lei non diceva niente e non si muoveva. Si sarebbe detta una statua tanto il suo aspetto era poco vivente. Poi s'è inoltrata nell'acqua e ho sentito il rumore soffice delle alghe che la trascinavano.

Pierre             Chi era? Pablo, il bel cantante, quello che lancia certe occhiate alle donne? Ma rispondi, c'era luna piena ieri, hai avuto il tempo di vederlo. Lo conosco io?

Jean                Non so. Non parlare cosi forte.

Pierre             Mio fratello non è tornato a casa ieri sera, non farmi stare sulle spine.

Jean                Aveva dei lunghi capelli come...

Pierre             Dei capelli come chi, dimmi?... Parla, mi fai male al cuore...

Jean                Mi dispiace dirtelo: era proprio tuo fratello.

Pierre             Che dici? è morto?

Jean                Sì. Vieni ora.

Pierre             Dov'è? La ucciderò.

Jean                Pierre, andiamocene di qui.

Pierre             Ah, femmina! Giuro di ucciderti come un pidocchio.

Jean                Taci, andiamo svelti, ci arresteranno.

(Pierre si mette davanti il balcone di Algamarina. Gli operai appaiono e lo ascoltavo in silenzio).

Pierre             Ascoltami, ti ucciderò, schiaccerò il tuo corpo di piovra, lo dilanierò fino a farlo diventare sottile come un filo. Mio fratello, il mio povero fra­tello che inventava per lei canzoni d'amore.

Jean                Taci!

Una Voce       Attenzione!

Pierre             Mio povero fratello, perdona quel che farò.

Jean                Taci o ci farai prendere.

Pierre             Esci. Fatti vedere se osi. Ti ricordi delle sue belle labbra che cantavano canzoni d'amore?

Una Voce       Andiamocene prima che lei venga.

(Dietro il velo del balcone appare l'ombra di Algamarina. La folla china il capo; si sente una specie di rantolo contenuto e la gente scompare).

Pierre             Perché vi salvate voi? perché ti salvi tu?

Jean                Non sono un montone eroico per aspettare che mi arrestino. Vieni.

Una Donna   Dove sei, bambino mio?

Voce di Algamarina(recitativa)  Buongiorno, giovane uomo.

Pierre              (solo)  Non ho paura di te, hai un bel provare ad apparire maestosa, il tuo potere non mi ghermirà.

Voce di Algamarina Guardami, ti piaccio?

Pierre             Ti ucciderò, femmina abbrutita.

Voce di Algamarina Sono bella, vero?

Pierre             Noi abbiamo paura di te perché non osiamo guardarti in faccia. Ma presto potremo vi­vere felici.

Voce di Algamarina Mi ami?

Pierre             Tu fai il tuo mestiere di sgualdrina, be­stia cieca alla quale è dato il permesso di uccidere.

Voce di Algamarina So che sei innamorato di me.

Pierre             Mio fratello è morto stanotte per tua colpa. Ti aspetterò, rintanato, fino all'istante di uc­ciderti.

Voce di Algamarina Non ce l'hai troppo con me, vero?

Pierre             Il tuo bel corpo si aprirà sotto il mio pu­gnale, ti disperderò nella fogna della nostra città.

Voce di Algamarina Mi perdoni?

(Dei poliziotti appaiono e afferrano Pierre. L'ombra di Algamarina scompare).

Pierre             Pensa alla vendetta, sarà più lenta, più mostruosa di quanto tu possa immaginare. A pre­sto! Ti sognerò nella mia oscura prigione, le torture più orrende saranno riservate al tuo corpo angelico.

(l poliziotti cercano di trascinarlo via. La folla riap­pare)

Non potrai forzarmi ad amarti più di quel che non ti odi. Non mi lascerò accalappiare dal tuo inganno. II tuo corpo è una bella conchiglia sulla quale l'orecchio di mio fratello s'è posato per udire il rumore del mare. Sì, t'amo, prostituta due volte, e se entrassi in te, entrerei come un assassino.

Un Poliziotto          Vieni, smettila di parlare.

Una Massaia            Lasciatelo.

Un Uomo       Che vi ha fatto?

Una Donna   Viene la regina. Giovanotto, implo­ratela che vi lasci in libertà, invece di abbandonarvi al vostro furore.

Suo Marito   Tacete, moglie.

Una Massaia            Sì, fate così, chiedetele di implo-rare la vostra grazia alla Maledizione.

(La regina appare al suo balcone, seguita da un consigliere).

La Regina      Perché questo assembramento da­vanti il palazzo?

Il Consigliere          Quest'uomo, il cui fratello è morto stanotte, s'è innamorato egli pure di mada­migella Algamarina. Dà scandalo sulla piazza e ri­fiuta di lasciarsi arrestare.

La Recina      Fatelo rilasciare.

(Il consigliere fa un cenno ai poliziotti, poi esce)

Figlia mia. che abbiamo fatto per meritarci tante sofferenze?

Non hai più un cuore di carne, come noi, per restare insensibile e più fredda di una statua davanti a quest'uomo che sta per morire per tua colpa? Mi appello alla tua pietà, se ti resta una stilla di umanità, ricordati del tempo passato, di questa città una volta felice, e lasciaci vivere in pace.

Voce nella folla Non risponderà, quella sgual­drina. Le strapperei gli occhi con le mie unghie; non me le taglio più perché siano ben affilate il giorno in cui questo avverrà... Zitta, moglie.

La Regina      Figlia mia, per amore di questo po­polo, abbandona questo potere che le terribili forze del mare ti hanno dato, e le giornate ritorneranno serene. Getteremo le nostre vesti luttuose, i volti saranno di nuovo lieti sotto il sole; ascolta il cuore di questa città sofferente, non attende che una tua parola per riprendere a vivere.

Una Donna   Povera donna, preferisco essere quel­la che sono piuttosto che una regina in quelle con­dizioni.

Il Marito      Zitta, moglie. Non aveva che da fare attenzione. Forse lei lo sapeva fin da prima, ma non ha fatto nulla se non quando era troppo tardi. Che m'importa delle sue vesti e della sua aria affranta. Siamo noi che ne subiamo le conseguenze, non lei.

La Regina      Figlia mia, rispondi alla mia pre­ghiera, ascoltami: mi hai già dimenticata? sei così profondamente immersa nel sangue che perfino la voce di tua madre non può raggiungerti? Non ri­spondi? Addio, allora, visto che le nostre preghiere non riescono a toccarti.

(Pierre esce, la folla lo se­gue. La regina fa un cenno. Il consigliere appare).

Il Consigliere          Ottimamente.

La Regina      Vi ringrazio. Che sapete? Siate breve.

Il Consigliere          La rivolta dovrebbe cominciare presto. Le armi introdotte nella città in questi ul­timi tempi sono state distribuite e il segnale della sommossa non è più che una questione di ore. Ho qui i nomi dei principali agitatori, fuorché di uno di essi. Dalle informazioni che mi sono state date, è un giovane forestiero la cui parte nella faccenda non è stata finora chiarita. Quel ch'è certo, è che non è ancora arrivato in città.

La Regina      È qui.

Il Consigliere           Come? Vado subito a dar l'or­dine di farlo arrestare. I miei informatori conoscono ogni persona che ha passato le porte.

La Regina      Lasciatelo.

Il Consigliere          Posso farlo sorvegliare.

La Regina      No, lasciate, me ne occuperò io.

Il Consigliere          Non credete che potremmo im­prigionarlo? Se lo lasciamo fare come vuole, è ca­pacissimo di indirizzare su di voi la rivolta.

La Regina      Vi ordino di  tacere. Se siete vi­gliacco, abbiate almeno il coraggio di non farvene accorgere. Il popolo ha la massima fiducia in me, saprò dirigerlo come un gregge di agnelli. Lasciamo questo giovane pazzo in libertà, non deve sapere che sono qui, perché ho altri progetti per lui.

Il Consigliere          Quali?

La Regina       Avete paura e siete curioso, due di­fetti che non mi piacciono.

Il Consigliere        Scusatemi, signora. La guarni­gione del palazzo di madamigella è stata rinforzata.

La Regina      Benissimo. Vi rivedrò fra poco.

(Il consigliere esce. Appare Joseph).

Joseph            Ebbene, cosa capita? Perché non arriva­no? Avevamo ben qui il nostro appuntamento. Ri­peterò la mia parte nell'attesa. (Estrae un foglio e recita) :

Quando più non sarò

che una giornata d'autunno

e la morte nella mia testa

il vuoto avrà scavato,

quando sarò funebre

nel mio scheletro d'uomo,

dove sarete voi, calore e

neve della mia malinconia

che empivate di vaghezza

il mio cuore pesante e leggero?

dove sarete, giovane figlia

della pioggia?

(Laregina s'allontana ed esce mentre appare l'om­bra di Algamarina).

Voce di Algamarina Buondì, giovanotto.

Joseph            Oh, donna dal volto beato, permettete a un giovane forestiero di farvi la corte.

Voce di Algamarina Andate svelto voi.

Joseph            Perdonate l'audacia.

Voce di Algamarina  Come mi trovate? sono bella?

Joseph            Sì.

Voce di Algamarina Vi piaccio? Vi piaccio e giammai mi dimenticherete?

Joseph            Mi piacete e mai vi dimenticherò.

Voce di Algamarina Siete innamorato? So che siete innamorato di me.

Joseph            Lo sono.

Voce di Algamarina Mi amate?

Joseph            Sì, vi amo.

Voce di Algamarina Addio, giovanotto, a sta­sera.

Joseph            Addio.

(Non si muovono. Si sente una musica)

Fanciulla, che fate su questo balcone die­tro la vostra beltà che mi fa paura? Dove siete, figlia della pioggia dal viso di autunno? Dove siete, voi che io ho vista?

Voce di Algamarina L'acqua del mare è pe­sante ed io sono immobile; che occhi, che forze mi traggono, mentre salgo da questo fondo? Da quanto tempo il mare è così profondo? Come è pesante l'acqua e come son io leggera!

Joseph            Amor mio, dove siete? Dietro il velo di nebbia che si squarcia, io avanzo.

Voce di Algamarina Chi fa rumore intorno a me, sopra di me? da quanto sono nel fondo delle acque? dove sono andati tutti quegli esseri rossi e blu che mi circondavano? Ecco che salgo verso la luce. Sono tranquilla. Sono felice di sentirmi così bene.

(La musica si arresta).

Joseph            Dove sono? Cosa mi capita? Ricordo, ora. Sono uscito dal palazzo ed ho ripetuto la mia parte qui. Sì, così è. (Alza la testa e vede Algamarina) Buongiorno madamigella.

Voce di Algamarina Chi siete?

Joseph            Mi sembra d'avervi già vista.

Voce di Algamarina Credete?

Joseph            Ne sono certo. Mi ricordo di voi.

Voce di Algamarina  Il cielo è azzurro, tutto è così tranquillo. Che sogno d'acqua, mi ci trovo di nuovo, mi domando che profondità aveva il mare; ma son io ad aver fatto tutto ciò? Siete da molto in questa città?

Joseph            No, da qualche ora.

Voce di Algamarina Strano, a me pure sembra di conoscervi. Di dove venite?

Joseph            Vengo dal paese che non si vede da qui.

Voce di Algamarina Perché siete venuto in questa città?

Joseph            Vorrei davvero potervelo dire, ma non mi è permesso.

Voce di Algamarina Non eravate mai passato di qui?

Joseph            No. È la prima volta. Sono partito dal nord, da molte settimane. Da tempo volevo visitare questo luogo. Ora sono felice d'essere qui in vostra compagnia.

Voce di Algamarina Davvero?

Joseph            Quando vi ho vista il mio petto è diven­tato più vasto del mare, ma voi siete così bella e così lontana, che il mio cuore è tutto sofferente.

Voce di Algamarina Fermatevi. Parlate di voi.

Joseph            Di me?

Voce di Algamarina Voglio dire della vostra vita, vi prego.

Joseph            Le mie parole ricadano in cascata nella vostra anima inscrutabile, siano gradite alle vostre magiche orecchie...

Voce di Algamarina Allora?

Joseph            Ero in una grande città tutta chiusa en­tro nuvole amare; era piena di tetti e di comignoli uno dopo l'altro, molto accosti. Guardavo la gente vivere, ascoltavo quel che diceva. Spesso sentivo par­lare di questo paese. Raccontavano che qui si sof­friva molto. Ed io restavo ozioso. Un giorno ne ho avuto abbastanza e sono partito... Ma perché chie­dermi questo?

Voce di Algamarina Non so, è la prima volta che mi accade una cosa simile. Perché ridete di me?

Joseph            Non badateci : se ho un sorriso che sembra beffardo, non ne ho colpa, ma ciò mi attira sempre delle noie...

Voce di Algamarina  Ditemi, se sapeste che fa­cendomi la corte non uscireste vivo dalla città, che fareste?

Joseph            Non vi capisco. Perché siete così? che succede? Se il ciclo è così azzurro e se è tanto bello vivere, perché la gente di qui sembra terro­rizzata come se fosse infestata da neri pidocchi?

Voce di Algamarina Perché ve ne occupate? Non è la vostra città... Ma rispondete alla mia do­manda.

Joseph            No, non voglio darmi pensiero per la mia vita.

Voce di Algamarina Allora, parlatemi degli al­tri paesi; volete? Parlatemi dei posti ove fa freddo. Qui, noi dobbiamo sempre proteggerci dal sole, da questo terribile sole. E ogni sera, sempre lo stesso doloroso crepuscolo.

Joseph            Di che potrei parlarvi? Da quando vi ho vista, tutto quel che ho lasciato dietro di me non è più che un ricordo.

Voce di Algamarina Che fate?

Joseph            Per ora sono cantastorie di mestiere e vado in ogni dove.

Voce di Algamarina Ah, vorrei ben essere co­me voi, viaggiare senza sosta, vagabondare, entrare in città sconosciute. Qui, sempre gli stessi muri, le stesse facce gialle di paura, le misteriose luci del palazzo. Ed io che guardo dall'angolo della mia vita.

Joseph            Non vi si permette di uscire a passeggio?

Voce di Algamarina No. Come vorrei essere simile alle nuvole che navigano verso nuove regio­ni. Ogni sera, io sogno di andarmene come loro, lontano di qui. Ogni notte vorrei fuggirmene.

Joseph            Strano.  Mi sembra  di  conoscervi da molto tempo, non  posso spiegare quel che sento. Sono felice come quando ero bambino e vedevo giungere la notte blu dietro le finestre.

Voce di Algamarina Poco fa, vi guardavo. A me pure sembra di conoscervi. Siamo dello stesso mondo, voi ed io; ma voi non lo sapete.

Joseph            Vi amo certo da molto tempo.

Voce di Algamarina Perché sembrate confuso?

Joseph            Non so... Siete così bella che mi fate paura, e poi è la prima volta che parlo così.

Voce di Algamarina Mi amate, voi che non mi conoscete?  Anch'io,  vi ho accettato nella  mia vita, appena vi ho visto. Ma, ditemi, perché siete venuto in questa città? È per qualcosa di grande importanza?

Joseph            Non posso dirvelo adesso; tra qualche ora, forse.

Voce di Algamarina Ascoltatemi e fate quel che vi dico perché questa giornata può esservi funesta. Partite, voglio che siate fuori delle mura prima di notte. Conserverò la vostra immagine den­tro di me come gli uomini nelle prigioni conservano il loro amore. Sarò con voi ogni giorno e ci abbracceremo lungo i muri, più tardi, quando potrò rag­giungervi. Posso dirvi che mi siete caro, ma e è qualcosa tra di noi che non dovete conoscere.

Joseph            Cos'è?

Voce di Algamarina Siete venuto in questa città, stamattina, e non ne avete visto che la superficie; non esponetevi.

Joseph            Perché tante parole? Sapete bene che resterò.

Voce di Algamarina Vi supplico di obbedirmi.

Joseph            Come farò per rivedervi?

Voce di Algamarina Non temete, saprò rag­giungervi. Benché nulla mi trattenga, non posso fuggire prima che sia scesa la notte. Ora, devo rientrare.

Joseph            Ve ne prego, non lasciatemi ancora. Ho tante cose da dirvi.

Voce di Algamarina Avremo tutti i giorni e tutte le notti. Ho paura per voi. Partirete davvero?

Joseph            Sì, credo.

Voce di Algamarina  Addio, dunque, sono fe­lice. Negli altri paesi, pensate a me com'io pen­serò a voi.

Joseph            Ditemi il vostro nome ch'io possa...

Voce di Algamarina  Lasciate, lasciate il mio nome. È la prima volta ch'io soffro per questo nome che ha fatto tanto soffrire. Se mi amate, par­tirete. Non ho più molto tempo davanti a me e non voglio trascinarvi fuori della vostra strada. Fug­gite prima che cali la sera.

Joseph            Come vi chiamate? Rispondetemi, non potrò ritrovarvi se non so niente di voi.

Voce di Algamarina Addio. (Scompare).

Joseph            Dov'è andata?... Avrei dovuto trattenerla. Perché avevo tanta paura?  perché sono stato così sciocco?  Mi sentivo davanti a lei come un punto in una immensità, e tremavo tanto che... Ma dove sono gli altri?

(Jean e un uomo appaiono).

L'Uomo          Io non mi fido di questo inviato. De­v'essere un avventuriero.  Naturalmente, conoscerà meglio di noi la maniera di dirigere un attacco, ma mi sembra ben imprudente l'aver messo uno stra­niero al  corrente della  rivolta.   E  se  ci  vendesse tutti?  Alla  fine,  non   ne trae  alcun   profitto,  lui, dalla riuscita del nostro progetto.

Jean                Che c'importa il suo profitto se ci fa trion­fare della Maledizione? Non ragioneremo che dopo i fatti. Appena avremo visto questo messaggero...

L'Uomo          E se non venisse, come si fa?

Jean                Non ci sarebbe nient'altro da fare. Questo messaggero non mi è di alcuna utilità, penso sol­tanto che renderà conto di quel che ha visto al suo padrone.

L'Uomo          Ah, non mi fido.

Jean                Taci, c'è un uomo qui, forse è lui, vedia­mo un po'.

L'Uomo          Non è possibile, ma guarda che faccia sorridente; si direbbe che è tra le nuvole.

Jean                Vediamo se ha un anello. Sì, ce l'ha: è lui.

L'Uomo          Ne sei sicuro? Non vorrei incocciare in qualche spione della regina.

Jean                Non essere così nervoso, adesso vediamo bene. Ehi, giovanotto! Non avete mai lavorato al deposito dello stagno?

Joseph            Come? Ah! Sì, è vero. Ora ricordo, voi avevate sempre un anello al dito.

Jean                Eccolo, non è cambiato. Sono molto con­tento di vedervi. Avevo piazzato uomini dapper­tutto e pensavo già che il ballo incominciasse senza di voi.

Joseph            Sono puntuale all'appuntamento. È tut­to pronto?

Jean                Sì, i nostri uomini non aspettano che il segnale per cominciare. Seguirò esattamente il pia­no del vostro padrone. Faremo credere ad una som­mossa nel centro della città, poi attaccheremo il palazzo della Maledizione.

L'Uomo          Mi sembra che potremmo parlare altrove che sulla piazza dei Defunti.

Jean                È vero, i poliziotti sono così zelanti che, se vedono tre persone riunite, pensano ad una co­spirazione. Contate di restare in città, stasera?

Joseph            Non so.

L'Uomo          Se restate,  bisognerà  nascondervi  in qualche posto sicuro.

Joseph            Io abito qui.

Jean                Come, nel palazzo?

Joseph            Sono entrato stamani con degli zingari che ho incontrato per strada. Per caso, mi sono fatto assumere per una festa. Penso che non si sogne­ranno di cercarmi là.

Jean                Ma il vostro padrone non vi ha incaricato di un messaggio?

Joseph            Non ho niente da dirvi. Gli ordini per me sono di venire in questa città e di aspettare. Non so altro.

Jean                Siete diplomatico.

L'Uomo          Venite. Lasciamo questa piazza. Perfi­no dei muri c'è da aver timore.

(Escono).


SECONDO TEMPO

(Il palazzo della regina è ornato di lampade di carta e di ghirlande multicolori per la festa. In fondo, nella strada che porta al mare, ci sono anche delle ghirlande e delle lampade, di finestra in fine­stra. Pierre e suo padre appaiono).

Il Padre         Fermiamoci un po', cammini troppo svelto. Va meglio adesso, eh? Rispondimi: perché minacci di lasciarmi? Capisco il tuo dolore, anch'io sono afflitto, sento il cuore pesante, ancor più di te. Avevo ben messo in guardia tuo fratello, ma lui non voleva ascoltarmi. Vedi a cosa l'hanno portato tutte le sue cattive amicizie. Gli hanno dato alla testa. Gli dicevo di non uscire di sera come faceva.

Pierre             Tu non sai cosa è successo.

Il Padre         Non voglio saperlo, non mi interessa. Non ha pensato al dolore che mi dava, è partito ieri nel pomeriggio senza avvertirmi, e non è ri­tornato.

Pierre             Non è lei che splende al suo balcone?

Il Padre         Lascia perdere, sono i raggi del sole che se ne va.  Cos'hai  sempre da guardare verso quella casa? Quante volte t'ho detto di occuparti del tuo avvenire, invece di pensare a questa Male­dizione? Forse me ne occupo io? Mi hanno detto stamattina che hai dato scandalo in questo luogo, mi hanno perfino detto che eri ubriaco, è vero?

Pierre             No, non avevo bevuto. Chi te l'ha detto?

Il Padre         Alcuni tuoi amici, quelli che tu ascolti come se le loro parole ti riempissero le tasche di soldi, e che dicono male di te, come te ne vai.

Pierre             Non fa niente.

Il Padre         Sta' in guardia, stai prendendo la stessa strada di tuo fratello.

Pierre             Ti assicuro che ti sbagli, mio fratello è...

Il Padre         E poi non parlarmene più. Se n'è an­dato dicendo che sarebbe ritornato in tempo per la cena. Qualcuno l'ha visto sulla spiaggia, era già notte. C'era una ragazza completamente nuda con lui: tutto il quartiere lo sa. Credo che fosse la piccola Maddalena, vedi che sono al corrente.

Pierre             No, non era lei... Ah! Perché non viene?

Il Padre         Tutti si lasciano sconvolgere la testa da questa Maledizione, tutti hanno paura, e anche tu, perché?

Pierre             Perché è vero, ma tu non vuoi crederci.

Il Padre         Ti dico che sono storie per bambini, non esiste. Vediamo, tu non sei così ingenuo, ascoltami... 

Pierre           Può darsi che non ti riveda più.

Il Padre         Ascolta tuo padre e sappi che non so­no riuscito a niente perché non ho ascoltato il mio.

Pierre             Riuscire a cosa? È finita per me.

Il Padre         Se segui i miei consigli, in poco tempo lasceremo questa città. Vedi, quel che ti occorre anzitutto è fare economia, perché senza soldi non si conclude nulla. Come volevi che facessi io ad averne? Tutto quel che avevo l'ho speso per alle­vare te e tuo fratello. Se non fosse stato per questo, oggi avrei una posizione, invece di essere un po­vero operaio.

Pierre             Sì, padre mio.

Il Padre         Mi dici sì, ma non ascolti i miei con­sigli. Va', figlio, più tardi ti ricorderai delle mie parole. Quando sarai vecchio e in miseria, allora, capirai che avevo ragione.

Pierre             Non c'è che una cosa sola alla quale tutti si arriva.

Il Padre         Io non so chi ti monta la testa, ma davvero non ti capisco. Guarda, preferisco andar­mene, se no rischio di arrabbiarmi.

Pierre             Resta con me, ho bisogno che tu mi stia vicino ancora un po'. Ho qualcosa da dirti.

Il Padre         Il tuo volto è pallido come se fossi malato, ed hai l'aria preoccupata. È per la tua fidan­zata? hai bisticciato con lei, eh? Figlio mio, ho più esperienza di te, bisogna darle ragione sempre, bi­sticciare non serve a niente.

Pierre             Sì, andremo a trovarla, subito, vuoi?

Il Padre         Mi ridai fiducia, così mi sembra che tu sia cambiato in meglio.

Pierre             Guarda gli uccelli, mai li avevo visti volare tanto veloci.

Il Padre         Sono come sempre, non so cosa ti passa per la testa. Ora ascolta, non è per me che ti parlo. La mia vita è finita, ma prima di morire voglio vederti sistemato in una bella casa che ti appar­tenga. Tutti e due, unendo i nostri risparmi, po­tremmo andare ad abitare in campagna, faremo delle coltivazioni e sarà un bene per noi.

Pierre             Non ripetermi tutti i momenti che stai per morire. Non posso ascoltarlo.

Il Padre         Tu sei pazzo, parola mia. Tra otto giorni non ci penserai più. Hai ancora in mente tuo fratello e non sai più quel che ti dici. In ogni caso me ne ricorderò. Non era trattato bene a casa?

Pierre             Non vuoi credermi?

Il Padre         Parli come un imbecille, sul serio, non ti capisco.  Andiamo,  presto partiremo con  la tua fidanzata, ed io spero di diventare nonno.

Pierre             Non avrò bambini.

Il Padre         Sì, forse hai ragione. Al principio sarà duro, ed è meglio non avere ingombri. Vedrai co­me saremo felici. Con l'aria di campagna si ha sempre fame. Non saremo più soffocati dai muri, come qui. Tutto il giorno avremo il sole.

Pierre             Il sole, come sarebbe bello rivedere il sole!

Il Padre         Ah! se m'avesse ascoltato anche lui.

Pierre             Non volergliene.

Il Padre         Non parlerò più di lui. Ti prego, non essere così triste. Se faiquel che ti dico, non ci sarà da preoccuparsi per l'avvenire.

Pierre             Che si sa dell'avvenire? Si può forse re­golare tutto in anticipo? Non voglio altro che starti vicino e voglio anche dire addio alla mia fidanzata, perché presto non ci sarò più. Ridi?

Il Padre         Per forza mi fai ridere. Anch'io sono nervoso; averlo allevato fino all'età matura, per ve­dermelo andar via poi così stupidamente. Non gli perdonerò mai. Andare a bagnarsi la sera con una ragazza nuda, ecco cosa significa ascoltare gli amici che ti consigliano il male con grandi sorrisi.

Pierre             Zitto. Lasciami nella calma, vuoi? Non puoi sapere quanto ti amo, ma vorrei ascoltare la città. Tutto è così placido, il cielo è azzurro chiaro.

(Le lanterne della festa si illuminano)

Ho creduto che fossero lampi.

Il Padre         Farà bello, stasera; ci sarà festa; se vuoi, andremo a passeggio, perché nello stato in cui sei, è meglio che tu non esca solo.

Pierre              Vieni, voglio dirle addio.

Il Padre         Oggi parli così, tra qualche giorno non te ne ricorderai più.

Pierre             Fosse vero.

Il Padre         Da che parte vai? Se vuoi andare da lei, prendiamo le viuzze, il cammino sarà più breve.

Pierre             Preferisco seguire la grande strada. Il cielo è più vasto e c'è più spazio per camminare.

Il Padre          (lo abbraccia)  Non me ne vuoi più?

Pierre             Non ce l'ho con nessuno, papà.

Il Padre         Mi dispero a vederti così scoraggiato, è per il tuo avvenire che ho detto quelle cose.

(Escono. Appare Algamarina).

Voce di Algamarina Amor mio, il cielo che si riempie di ombre gonfia il mio povero cuore. Come ti vedo, te che amo tanto. Tu sei fuori delle mura e le luci dei sobborghi rischiarano il tuo volto. Sii saggio, non lasciarti tentare.

(La regina appare al suo balcone).

La Regina      Eccoti qui! Che fai al tuo balcone? Perché guardi le nuvole con occhi di fiori, sciocca?

Voce di Algamarina Sono stanca di questa vi­ta, madre.

La Regina      Che? Parli in modo strano, chi t'ha dato ordine di uscire?

Voce di Algamarina  Non so, sognavo, ma non so più di cosa, c'erano un volto e degli occhi sopra di me. Ah, è strano!

La Regina      Continua...

Voce di Algamarina Ero in fondo all'acqua e una voce mi chiamava, ma io non avevo fiato per rispondere; improvvisamente, sento che salgo verso la luce e l'aria; udivo quella voce che mi chiamava lontano, che mi parlava. Dicevo a me stessa: « C'è qualcuno di fianco a me, poiché lo sento così di lontano ». Ho aperto le palpebre e ho guardato verso un giovane, avevo 1 impressione di avere oc­chi enormi. Non vogliatemene, madre, ma appena l'ho visto io ero come un fiume squarciato da una isola. Sentivo in me voglia di piangere e di ridere e tremavo, tremavo come una foglia. Forse mai lo rivedrò, ma conservo la sua immagine nei miei occhi che per lui sono diventati enormi per racco­glierne tutte le sembianze.

La Regina      E chi è l'uomo che potrà vantarsi d'aver fatto piangere questi begli occhi?

Voce di Algamarina Madre, voi potete fare di me la fanciulla più felice se mi concedete di non essere che una forma di carne, perché vorrei essere come loro, poter guardare i tetti radenti di luna e scottanti di sole, sentire i venti di primavera e vedere gli alberi coperti di neve...

La Regina      Rispondi, chi è?

Voce di Algamarina Perché mi volete ingan­nare? È uno straniero e voi mi farete cadere in qualche tranello.

La Regina      Mi dài dei bei pensieri. Mi sembra naturale sapere il nome dell'uomo che ti sci scelta.

Voce di Algamarina Non ho nulla da dire.

La Regina      Bene. Tanto non ho bisogno che tu me lo dica. Quelli che pago per sapere ciò che non vedo, me lo diranno.

Voce di Algamarina Perché ci tenete tanto a conoscerlo?

La Regina      Tu non sai cosa sono le inquietudini di una madre; la prudenza mi obbliga a fare delle riserve sulla scelta del tuo amante. Avrei sempli­cemente voluto vederlo.

Voce di Algamarina  Madre mia, lasciatemi partire.

La Regina      Prova a uscire dalla città. Non hai che da fare qualche passo, lo sai, la gente di qui non chiede di meglio che di poterti uccidere. Ap­pena avrai oltrepassato il velo che ti protegge, la tua vita sarà finita.

Voce di Algamarina No, ora non voglio mo­rire, troppe sono le cose che voglio vedere. Farò qualunque cosa, ma concedetemi di non esser più quel che sono ora.

La Regina      Questo giovanotto t'ha fatto girare ben bene la testa.

Voce di Algamarina Vi amerò e vi benedirò ogni giorno. Madre, ve ne supplico.

La Regina      Guardate questo bel tipo di attricetta. Chi t'ha insegnato tutte queste belle cose?

Voce di Algamarina In fondo all'acqua. Quan­do, all'ora delle stelle, quegli uomini venivano a me, leggevo queste cose nei loro occhi; conoscevo ciascuna delle loro vie, ciascuna delle loro piazze, le nuvole del cielo, i bastioni della città, la musica che danza nelle sere di festa, e sentivo stretto al mio cuore il loro corpo tanto gaio.

La Regina      Parli bene.

Voce di Algamarina So che alla mia età le fanciulle febbrilmente si guardano nude negli spec­chi e i loro seni sono come passeri feriti d'amore. A sera, nei loro letti, il piccolo cuore batte sotto la mano che lo trattiene. I loro pensieri d'amore si spandono nella città come voli sospesi. Nelle stesse ore io tremavo nelle onde del mare. Stamane, al richiamo di questa voce sconosciuta, mi sono lan­ciata verso la superficie e ho sorriso guardando que­sta città scintillante nell'aurora.

La Regina      Hai detto chi eri a questo caro giovanotto?

Voce di Algamarina No, lui non sa.

La Regina      Perché non vuoi sapere stasera se egli t'ama davvero?

Voce di Algamarina  Non voglio più. Non so se sono cambiata o se sono le parole, ma non ri­trovo ciò che c'era nei loro occhi. I muri e gli abi­tanti di questa città mi appaiono penasi da un malessere. Non voglio più essere motivo di terrore per gli abitanti, non voglio più essere la lama che apre rosse labbra nella carne delle mie vittime. Il vostro dovere era di sopprimermi, invece mi avete lasciata in vita solo per un interesse le cui ragioni mi sono sconosciute.

La Regina      Se il mio dovere era di sopprimerti, tu ora ti lamenti con me contro il tuo interesse.

Voce di Algamarina  È vero.

La Regina       Quando la maledizione s'impadronì di te, le alghe vennero presso questa costa ed io ti misi sotto la loro protezione. Sì, ho bisogno di te, ma è anche per amore che ti ho lasciata vivere sotto queste acque vicino alla riva. Senza di que­sto, non saresti che un mucchio d'ossa levigate. Ed eccoti, ora, chiedermi conto e perché, decisa a vo­lermi abbandonare. Proprio tu, quella che ero solita chiamare la mia obbedientissima figlia. Non sai nulla e vuoi sapere tutto; sei vissuta sola ed hai costruito la tua vita con le immagini d'addio di quelli che venivano a te.

Voce di Algamarina Vorrei poter ascoltare i fanciulli leggiadri dalla voce simile a quella delle sorgenti, vorrei rivedere colui che amo e andarmene con lui nell'azzurro della sera.

La Regina      Perché ti lasci cullare dai sogni? di­mentichi chi sei?

Voce di Algamarina Non dimentico:  so sol­tanto di essere l'ossessione di questa città. Non ne posso più. Voglio vivere anch'io.

La Regina      Vivere... ma cosa credi di essere? So­no io che comando e il balbettio dei tuoi sogni è una sciocchezza. Ritorna nel fondo delle acque; più tardi, quando verrà il tuo momento, risalirai e al­lora potrò forse annunciarti una lieta novella.

Voce di Algamarina Non sono più la vostra figlia obbediente. Partirò, se posso.

La Regina       Io ti ho fatta e finirai quando io vorrò. Sono angosciata di sentirti parlare così, te che amo tanto.

Voce di Algamarina Siano lusinghiere o aspre le vostre parole, madre, non sono dette che per sminuirmi.

La Regina      Come brillano i tuoi occhi! È la prima volta che ti vedo cosi; davvero, devi essere innamorata. Stasera, egli verrà, vero, e poi tu lo dimenticherai come gli altri. Perché ridi?

Voce di Algamarina Non avete alcun potere su di lui.

La Regina      Che dici?

Voce di Algamarina  È partito; gli ho detto di fuggire e da molte ore è fuori di città.

La Regina      E tu hai l'audacia di dirmelo ri­dendo? Sta' in guardia! Spero che tu stia scher­zando. Ma sai chi è? Quel giovanotto è venuto a combatterti; le parole d'amore che ascoltavi treman­do, piccola stupida, sono più fredde delle parole stampate; egli è ingenuo e scaltro come un poeta, può essere sincero mentendo come un istrione, e tu ti sei lasciata prendere dal suo gioco. Eccoti vit­tima dolce dagli occhi feriti, innamorata del pu­gnale che ti colpisce, tu sei più sentimentale delle ragazzette di periferia.

Voce di Algamarina  Non mi manderete in col­lera, madre, poiché io sono felice, e quanto più il tempo passa e mi allontana da lui, tanto più cresce il mio amore.

La Regina      Vedo che è vero, ma non esserne tanto fiera.

Voce di Algamarina Non mi fate paura; pen­sate già a sbarazzarvi  di  questa  Maledizione che amavate tanto. Ma dopo, come farete a tenere in mano gli abitanti di questo paese? Senza di me, come diffonderete questa paura e questo malessere che vedevo attorno a me quand'ero bambina, prima ancora d'essere invasa da questo potere mortale?

La Regina      Mai fatto il tuo tempo.

Voce di Algamarina Che farete di me?

La Regina      Gli abitanti di questa città e io stessa ti stermineremo come una cagna e tu marcirai d'amore in qualche parte nel mare. Ti lascio riflet­tere fino a stasera.

Voce di Algamarina A che scopo?

La Regina      Sarai la prima a saperlo.

(Algamarina esce. La regina fa un segno. Il consigliere appare)

Credo che aspetteranno la notte per attaccare il palazzo di madamigella Algamarina. Non sapevo che questa rivolta mi sarebbe tornata utile.

Il Consigliere          Non capisco.

La Regina      Vi spiegherò più tardi.

Il Consigliere          Benissimo.

La Regina      Avete le mie istruzioni. Non ne avre­mo che per qualche ora, giusto il tempo per quegli ubriaconi di mettersi a saccheggiare mentre  voi fate arrestare i capi. Potete andare, non ho più bi­sogno di voi. Un momento. Quanti uomini forma­no la guardia del palazzo di mia figlia?

Il Consigliere          Cinquecento, credo.

La Regina      Date ordine agli ufficiali di radunarli qui, attorno al  mio palazzo.  Fingete d'ignorare  i pasticci che si preparano. Dite che è per la festa di stasera. Fate annunciare in tutta la città che i balli sono permessi e che si può senza timore an­dare a passeggio, che vi saranno fuochi d'artificio; insomma, preparate questa serata. Mi fido di voi.

Il Consigliere          Non possiamo lasciare madami­gella Algamarina senza protezione.

La Regina      Vi ho dato un ordine.

Il Consigliere          Di grazia, posso sbagliare, ma...

La Regina      Va bene. Sorveglierò personalmente che i miei ordini siano eseguiti. 

(Escono. Joseph entra e la donna esce dal palazzo come se lo spiasse da molto).

La Donna      Buona sera, giovanotto.

Joseph            Buona sera, buona donna.

La Donna      Avete visitato i monumenti? sono molto belli, vero? Tutti gli stranieri vengono a ve­derli perché sono vecchi e in rovina.  Per questo non li si restaura. Ditemi, stasera improvvisate?

Joseph            Non so ancora quel che farò.

La Donna      Se fossi in voi, lascerei la città al più presto possibile.  Sembra che ci saranno disordini, a causa della Maledizione, e se voi siete immischiato in quella faccenda...

Joseph            Chi ve l'ha detto?

La Donna Non so nulla, ho soltanto sentito par­lare di voi. Attento!

(Una pattuglia esce dal palazzo di Algamarina. L'ufficiale si avvicina a Joseph).

L'Ufficiale    Le tue carte!

Joseph            Eccole.

L'Ufficiale    Che vieni a fare in città?

Joseph            Sono cantastorie di mestiere e vengo a recitare a palazzo.

L'Ufficiale    E per rubacchiare, no? Chi è que­sta donna? la tua amica? Già sfrutti le donne alla tua età!

Joseph            Non so che rispondervi.

L'Ufficiale    Tienti le tue riflessioni e riprendi le tue sozzure. Se ti rivedo stasera avrai a che fare con me. (Escono).

La Donna      Giovanotto...

Joseph            Sì, buona donna.

La Donna      Datemi retta, ho simpatia per voi e quel che dirò deve restare tra noi, se no per me finirà male. Non so cosa siete venuto a fare in que­sta città e non voglio saperlo, ma è probabile che avrete dei fastidi.

Joseph            Non ho fatto niente di male...

La Donna      Vi avverto che siete sorvegliato.

Joseph            Non capisco perché. Vi ringrazio, buona donna, resterò qui : devo restare qui fino a stasera : aspetto qualcuno.

La Donna      Non avevano un'aria grave. Mi han­no semplicemente domandato informazioni sul vo­stro conto.

Joseph            Che gli avete detto?

La Donna      Per me, non avevo nulla da raccon­tare. Ho detto loro quel che volevano sapere e non mi hanno dato spiegazioni. Alla fine, andandosene via, m'hanno detto di non fiatare con nessuno. È tutto. Ah, ve ne hanno parlato?

Joseph            Di che?

La Donna      Di lei.

Joseph            Stamani, l'ho vista apparire a questo bal­cone: sapete il nome di quella fanciulla?

La Donna      Per questo siete cambiato; il vostro volto è diventato luminoso e sembrate tanto felice di vivere. Ed io che vi avevo messo in guardia! È proprio vero che alla vostra età non si fa attenzione.

Joseph            Come si chiama?

(L'ombra di Algamarina appare dietro il velo del balcone).

La Donna      La Maledizione. (Esce).

Voce di Algamarina Amor mio, dove sei? tutto il giorno la mia ombra t'ha cercato lungo ogni stra­da, ma senza trovarti.

Joseph            Mia cara, sono qui:  sono rimasto.

Voce di Algamarina No, no, fuggite, vi scon­giuro, fuggite. Andate incontro alla vostra rovina, restando. M'avevate promesso di partire. Ora sapete chi sono.

Joseph            Sì, mi amate? La vostra immagine era nel mio petto, a sinistra, come una rosa ferita. Non sa­pevo perché ero venuto qui, i miei ordini erano di attendere, guardare e ascoltare; ma non devo più tornare donde vengo, così potremo scappare insieme. Vado a dare l'ordine di attaccare il palazzo del­la regina.

Voce di Algamarina Mai ne avrete il tempo, non potrete riuscirvi. Abbandonate la città sulle ali della paura.

Joseph            No, non voglio, è per mia colpa che ri­schiate d'essere uccisa.

Voce di Algamarina La mia morte non mi rat­trista, ma voglio che voi partiate.

Joseph            No, non vi lascerò.

Voce di Algamarina Il mio corpo non ha per me alcuna importanza, ma perché volete che vi fac­cia morire? Perché mi mettete al supplizio? Fuggite prima che la notte sia completa, prima che giungano le stelle. Tra un'ora forse, o anche prima, voi non vivrete più e io ne piangerò in eterno nella profon­dità delle acque.

Joseph            Non tentatemi. Fermatevi, vado a dar l'ordine...

Voce di Algamarina Troppo tardi, una stella brilla già. Perché è venuta? Madre mia, vorrei mo­rire. Se c'è qualcuno in cielo che s'avvicina perché io sia rapita dalla morte, sappia che sarò felice, pur di saperlo vivo, di amare il dolore di non rivederlo mai più.

Joseph            Non posso più muovermi, eccomi preso.

Voce di Algamarina Io sono in vostro potere e voi nel mio. Non possiamo più far nulla l'uno per l'altro, ma i rumori della città sono come una voce gelida che annuncia la mia fine; che io muoia per­ché voi viviate; uomini, che aspettate? Ho sete di morte.

(La regina appare al suo balcone).

La Regina      Sei soddisfatta, figlia mia? Guarda il tuo amante, osserva il suo corpo immobile. Egli fugge lontano da tutto e il suo cuore batte di stella in stella; abbi il coraggio di essere vile e potrai andartene da questa città.

Joseph            Sono dunque venuto per farvi morire, amor mio?

Voce di Algamarina Voi non ne potete nulla, avevate dei doveri da compiere come io avevo i miei; siamo stati presi d'amore. Ora non ci resta che at­tendere.

La Regina      Tu hai paura, tu hai vergogna della tua paura, tu sei malato di paura, la tua testa è fredda e i tuoi capelli sono dritti come una foresta sotto la luna. Su, fa' un gesto, dirigi le tue gambe verso le mura, vattene.

Joseph            Attendere sotto questo cielo indifferente. Restare come prigionieri aspettando i rumori della notte.

Voce di Algamarina Sentite questi rumori not­turni? Ascoltate, non sono loro che vengono? Joseph No, non sento altro che i palpiti estranei del mio cuore pieno di rimpianto per la vita che sto per lasciare.

La Regina      Allora, rispondi: se sparisci da questa città, ti lascio libero.

Voce di Algamarina Volete?

Joseph            Io non voglio fuggire, altrimenti mai po­trò vivere ed essere in vita come gli altri. Lasciatemi scegliere di morire con voi o di partire con voi.

Voce di Algamarina Ma che m'importa del vo­stro coraggio, se siete ucciso?

Joseph            Non voglio essere un vile, non sono un vile.

La Regina      Addio, figlia mia. (Esce).

Voce di Algamarina Quanto è lunga la notte. Perché non giungono? Voi potreste sfuggire allora al mio potere.

Joseph            Che mi succederà?

Voce di Algamarina Perché volete saperlo?

Joseph            Che succederà? Preferisco tener gli occhi aperti aspettandola morte. Sarò attratto dal mare, vero, e nonpotrò resistere?

Voce di Algamarina Sì.

Joseph            Ho molta paura di morire, ma non per me: per voi.

Voce di Algamarina Dove siete uomini? che aspettate?

(Appaiono due poliziotti).

Un Poliziotto         Io avrei preferito restare intorno al palazzo dell'Algamarina, anziché andare a pro­teggere la regina. Ci lasciano ancora di guardia nel bel mezzo della strada e l'aria è così piena di cor­renti da portarti filato all'altro mondo.

L'Altro         Sì, ma se ci sono dei disordini, la ve­dremo brutta, e poi qui potremo andare a bere nel­lo spaccio.

Un Poliziotto         Capisci, a me piace il movimento. Ogni domenica vado allo stadio col capo, è per questo che gli piaccio. Ecco, un po' di movimento, quello sì che ci riscalderebbe. (Escono).

Joseph            Com'è strano sentire queste voci dietro le loro tronfie vite, per noi che siamo sull'altra spon­da dell'abisso che separa la vita dalla morte.

Voce di Algamarina Eccoci entrambi, volto e carne, uniti come sposi nella notte: amor mio, quan­to vi amo. Rimpiangete di essere venuto in questa città?

Joseph            Non ho più cuore per i rimpianti; ma tutto era così facile e così gaio prima, ed eccomi nel­la strada con aria di colpa.

Voce di Algamarina Avreste dovuto lasciare la città, ve ne avevo tanto supplicato.

Joseph            Non guardiamo indietro, non invochia­mo l'incognito: poco è il tempo che abbiamo da restare insieme. Lasciate che io sia felice come se ogni istante fosse un giorno: siete fi, immobile e bella, come il mare dietro una veranda, più leggia­dra di un paggetto medievale. E sono così felice che il mio cuore batte d'affanno per essere tanto pieno di voi.

Voce di Algamarina Guardate. La luna si stan­ca di rischiarare i nostri corpi. Come mutano d'aspet­to le stelle, sorga il brutto giorno e voi sarete salvo.

Joseph            Non ho altro padrone che me stesso e voglio andare verso di voi.

Voce di Algamarina Ma giammai potrete rag­giungermi: sarò sempre un miraggio; tanto più lon­tano quanto pia avanzerete verso di me. Perché vo­lete perdervi? io non sono nulla. Me ne andrò nel­l'acqua amara e conserveròin fondo al cuore il vo­stro ricordo. Voi siete forte. Se mi avete amata, siate più duro e cocciuto d'una pietra, dimenticatemi e vivete.

Joseph             Non è per orgoglio né perpuntiglio ch'io sono nella vostra scia; non ho affatto la scelta tra vita e morte, poiché è con voi che io vado.

Voce di Algamarina Ogni stella che muore è un battito di più per voi.

Joseph            Il cielo è bello, stasera. Com'è grande il vostro palazzo. Si direbbe che i suoi muri mi cre­scano intorno. Posso muovere le mani, guardate; è strano sentire questo sangue vivente. Che succede? mia cara, dove siete, dove siete? perché fuggite?

Voce di Algamarina Sono qui.

Joseph            Eccovi così lontana da me, bruscamente, amor mio; che succede? Sono piccolo davanti al vo­stro palazzo e non riesco a distinguervi. Che sono queste voci che mormorano? non vi vedo più, non c'è  più niente,  null'altro che questi  grandi  muri muti pieni di suoni... (Indietreggia attratto dal mare).

Voce di Algamarina Resistete.

Joseph            Amor mio, vi seguo...

Voce di Algamarina Accetto tutto, non im­porta cosa. Venite, miei uccisori, io vi attendo con gioia: ogni colpo di pugnale che squarcerà la mia carne sarà anelante d'amore.

Joseph            Parlatemi ancora. Non ho paura, eccomi.

(L'ombra di Algamarina scompare sempre più man mano che si allontana. Gli operai appaiono).

Jean                Compagni, ecco la bestia in fregola: ricor­datevi dei vostri figli, dei vostri fratelli che sono morti per sua colpa.

Un Uomo       Andiamo.

Jean                Non lasciatela scappare, il nostro odio possa sgorgare dal nostro petto. Da molte tempo la ven­detta ci avvelena le giornate. Mentr'ella continuava la sua carneficina, noi piegavamo il capo ma sape­vamo che un giorno l'avremmo uccisa con le nostre mani.

(Un uomo esce dal palazzo).

L'Uomo          Non c'è niente, eppure lei non ha po­tuto squagliarsela.

Un Uomo       Vengo dalla spiaggia.

Jean                Cosa accade?

Un Uomo       Niente; ci sono soltanto un giova­notto e una ragazza sdraiati sulla sabbia. Non li ave­vo mai visti in città prima.

Jean                Compagni, è tutto finito.

(La regina compare al suo balcone).

La Regina       Amici miei, sono fiera e felice di vedere la nostra città libera dalla Maledizione. Era mia figlia. Non potevo prevedere che un giorno colei che io avevo allevata e nella quale confidavo sarebbe divenuta questo mostro che ha seminato morte e desolazione in questi duri anni. Oggi, la gioia rinasce, le nostre anime siano all'altezza dei compiti che ci attendono. Abitanti della città, amici miei, guardate! Le alghe che costeggiano la nostra riva muovono verso il mare aperto.

F I N E

Copyright Marcel Mouloudji, 1958.