Associazione
Culturale
montepulciano
di
Franco Romani
Alice nel paese … …
P E R S O N A G G I
ALICE
CONIGLIO
TOPO
OCA
TACCHINO
RANA
PAPPAGALLO
UCCELLO
LUCERTOLA
ORSACCHIOTTO
LEPROTTO
ALBERO
ALBERO2
FUNGO
FUNGO 2
CESPUGLIO
CESPUGLIO 2
BRUCO
GATTO
PESCE
DUCHESSA
CUOCA
*CARTE N° 6
REGINA
RE
GRIFONE
TARTARUGA 1
TARTARUGA 2
CAPPELLAIO
LEPRE DI MARZO
GIARDINIERE 2
GIARDINIERE 5
GIARDINIERE 7
FANTE
*(Per le carte si può utilizzare quei personaggi che sono già entrati
e che non ricompaiono)
ALICE NEL PAESE … …
Narratore (voce registrata fuori campo. Sottofondo musicale) Alice era seduta sulla riva di un fiume e leggeva un libro di fiabe; ad un tratto vide un Coniglio bianco, con gli occhi rossi, vestito di tutto, punto correre agitatissimo:
“Povero me” esclamò il coniglio “povero me, sono in ritardo!” Per Alice era una cosa naturale vedere correre conigli per i prati: la cosa che la meravigliò fu il sentirlo parlare. Alice si alzò e cominciò a correre dietro al coniglio che la condusse dietro dei rovi che ospitavano la conigliera. Un istante dopo, sempre correndo dietro al Coniglio s’infilò in uno dei buchi della conigliera. Alice scivolava giù correndogli appresso, senza pensare a come avrebbe fatto poi ad uscire da quella buca che sprofondava come un pozzo senza fine.
Mentre Alice scivolava giù, al buio, stranamente riusciva a vedere con chiarezza le pareti del pozzo, che erano tutte ricoperte di scaffali con tanti libri colorati, quadri bellissimi e mappe di tesori fantastici. Arrivata in fondo a quel viaggio, che durò moltissimo, Alice disse:
Alice Bene! Dopo una caduta come questa, se mai mi accadrà di ruzzolare per le scale di casa, mi sembrerà meno che nulla; anche a cader dal letto non mi farebbe nessun effetto! Ma dove sono?… e quello è il coniglio che stavo rincorrendo.
Coniglio Perdinci! Veramente ho fatto tardi.
(Alice tenta di fermarlo. Il coniglio, dopo aver fatto velocemente un giro o due intorno ad Alice, s’infila in una delle porte di cui la scena è piena)
Alice Ma dove è andato? Che posto strano! Quante porte!… (prova ad aprire le porte) Tutte chiuse? Qui c’è un tavolo, vediamo. E questa piccolissima chiave che cosa aprirà?( si guarda intorno) Ma è troppo piccola perché apra queste porte! Vediamo un po’ meglio. Se c’è la chiave, deve pur esserci anche una serratura da aprire. Ma guarda un po’ che porticina piccola che c’è qui, non l’avevo neppure vista. Senza dubbio la chiave apre questa porta.(Mette la chiave nella serratura ed apre la piccolissima porticina) E’ talmente piccola che non posso passare, vediamo se riesco a scoprire cosa c’è dall’altra parte! (è costretta a sdraiarsi per terra per guardare cosa c’è dentro la porticina) Ohhhh. Bello! Che bel giardino tutto fiorito, e quanti uccelli, ma non posso andare di là. Proviamo ad aprire una di queste porte grandi; niente, non c’è niente da fare. Ma cosa c’è ancora qui sopra il tavolo, una bottiglietta e c’è scritto qualcosa:
(legge sulla bottiglina) Bevimi e vedrai!
(Alice beve) Ed ora cosa succede? Chi è tutta questa gente? (Come per incanto tutte le porte che sono in quel luogo si spalancano e cominciano ad entrare animali)
Topo Io sono il topo, tu chi sei?
Alice Alice!
Oca Io sono un oca, che ci fai tu qui?
Alice Non so!
Tacchino Ma guarda che animale strano abbiamo incontrato!
Alice Non sono un animale, sono una bambina!
Rana Cra, cra, cra, indovina un po’ chi sono?
Alice Una rana!
Pappagallo Tu chi sei? Tu chi sei? Tu chi sei?
Alice Sono Alice, l’ho già detto all’altro signore!
Uccello Cip cip cip…son l’uccellino…cip cip cip!
Lucertola (vestita come un damerino) Potrei sembrare una lucertola ed invece sai chi sono? Ah..ah..aah..
Alice Direi… una lucertola!
Orsacchiotto Brava, non farti confondere! Io sono l’orso
Leprotto Dunque tu saresti una bambina? Ma che bella bambina!
(tutti si mettono in cerchio, quasi minacciosi verso Alice, il Coniglio bianco corre da uno all’altro degli animali confabulando)
Coro degli animali-
(mentre una parte canta altri possono ballare, oppure ballano, in un ritornello musicale )
La piccola Alice caduta quaggiù
Non sa cosa far per tornarsene su
Restare se vuole può con gli animali
girare e girare a lungo i viali
cercare e trovare può la giusta via
ma solo se studia un po’ geografia
La piccola Alice caduta quaggiù
Non sa cosa far per tornarsene su
Coniglio (rivolgendosi, velocemente agli animali) Vai dalla Duchessa! Anche tu, anche tu! (Rivolto ad Alice) e portagli questo ventaglio.
Alice Hai parlato a me?
Coniglio Sicuro. Qui, tutti debbono fare qualche cosa. Povero me, sono indaffaratissimo, mi caricano d’incombenze. Su, bambina, prendi il ventaglio!
Alice Mi hai preso per la tua domestica?
Animali (tutti insieme meravigliati e delusi per la risposta di Alice) Ohhh!!! (scappano dalla scena)
Lucertola (rimane interdetta e mentre gli altri animali escono lei dice) Lo sai che questa tua risposta mi ha fatto tanto dispiacere? (esce)
Alice (rimasta di nuovo sola si siede per terra) Ma cosa vogliono tutti da me. Non so nemmeno dove sono, e tutti mi dicono delle cose strane! (Mentre dice fra se queste cose ecco che da una delle porte entra un topo) E se provassi a parlare con questo topo? Non mi stupirei se mi rispondesse, quaggiù tutto è strano!… Senti topo, sai la via per uscire da qui? (il topo la guarda con i suoi occhietti furbi, ma non risponde) Forse parla un’altra lingua! Mah! Proviamo in un altro modo: C’è un gatto!
Topo (facendo un gran salto) Aiuto! Aiuto!
Alice Scusami, ma non sapevo come fare per farmi rispondere. Ho pensato che a te non piacciono i gatti!
Topo Come mi possono piacere? Piacerebbero a te i gatti se tu fossi me?
Alice Forse no! Ma non ti adirare, sai! Eppure, se ti facessi vedere Dina la mia gatta, te ne innamoreresti. E’ una bestia così tranquilla e bella. E poi fa così bene le fusa, quando si siede vicino a me e mi guarda, ed io l’accarezzo, è così soffice e soave e poi è sveltissima a chiappare i topi. (Il Topo s’intirizzisce) Oh scusa! Non ne parleremo più se ti fa dispiacere.
Topo Già, è meglio che tu non parli. Come se fossi io a parlar di gatti. La mia famiglia ha sempre odiato i gatti; bestie zozze, volgari e basse! Non me li nominare più.
Alice No, no! Dì, ti piacciono forse… ti piacciono… i cani? Sai, vicino a casa mia c’è un cane bellissimo, quando mi vede scodinzola, mi accompagna sempre quando vado a scuola e poi anche lui, pur essendo un cane è molto bravo a prendere i topi…(pausa) ahimè credo di averti offeso di nuovo.
Topo (tutto tremante dall’ira) Ma non conosci animali che non mangiano i topi? (Esce)
Alice Ti chiedo scusa di nuovo. Ma dove vai, aspetta.
(Le porte si riaprono di nuovo e lasciano passare una serie di personaggi che vanno a formare un boschetto. Due piante, alcuni funghi, qualche cespuglio e un bruco con una enorme pipa.)
Bruco Lascialo andare quel topo, è anche scorbutico!
Coro delle piante Furietta disse al topo
Che avea sorpreso in casa:
Andiamo in tribunale;
Per farti processare.
Non voglio le tue scuse,
O topo scellerato.
Quest’oggi non ho niente
Nel mio villin da fare.
Disse a Furietta il Topo:
Ma come andare in Corte?
Senza giurati e giudici
Sarebbe una vendetta!
Sarò giurato e giudice,
rispose allor Furietta,
e passerò soffiando, ahimè
la tua sentenza a morte.
Bruco (guardando Alice) Chi sei?
Alice Sono Alice!
Bruco Alice chi? Che cosa fai?
Alice Sono qui e non so che cosa faccio!
Bruco Qui ognuno di noi ha un incarico: io per esempio, guardo i funghi.
Alice Vedi, io non conosco questo luogo, né le abitudini dei suoi abitanti…
Bruco Ti abituerai, ti abituerai. Se ascolti i miei consigli non avrai a pentirtene.
Alice Ma io ascolterò con attenzione
Bruco Vedrai che la Duchessa t’inviterà a prendere il tè, che il Coniglio bianco vorrà vestirti di foglie e che il Cappellaio matto pretenderà che tu gli cuocia i sassi.
Alice Ma… non capisco cosa dici!
Bruco Tu lasciali parlare e agitarsi e ascolta solo ciò che ti dirà la regina, la quale, poi, è una regina di carta.
Alice Ma… ma che cosa dici!
Bruco Dico la verità. Chiediamo alle piante del bosco. Come è la regina?
Piante in coro Ha ragione il verde bruco
La Regina è solo carta
Ha ragione il verde bruco
Non gli serve a lei la sarta.
Bruco Hai sentito? E’ proprio carta! Lei, invece, si crede importante…
Alice Va bene, è di carta, ma è sempre la regina, perciò ci vuole rispetto.
(Il Bruco, con molta calma, guarda Alice, riprende la sua pipa e in silenzio si appoggia ad un fungo e riprende a fumare. Nel frattempo un gatto traversa, saltellando e ridendo. Alice l’osserva stupefatta)
Gatto Che cosa ci trovi di strano? Non hai mai visto gatti ridere?
Alice Nulla… ti guardavo perché mi eri simpatico. E poi, perché ridi?
Gatto Io rido perché sono contento, ecco tutto.
Alice Bene, sono contenta che sei contento.
Coro piante Anche noi siamo contenti
Anche se non siamo gatti
E mostriamo tutti i denti
E ridiamo come matti.
Alice Vedi, signor gatto, siamo tutti contenti.
Gatto Io sono contento perché il Cappellaio matto non riuscirà mai a farsi invitare dalla Duchessa, che a sua volta non riesce a farsi invitare dalla regina. Tutto qui.
Alice Signor gatto, tu che sai tante cose, … non hai per caso visto un Coniglio bianco? Dopo tutto mi sembrava il più assennato della compagnia.
Gatto Lo troverai in casa del Cappellaio.
Alice Il Cappellaio? Ma dove sta?
Gatto Da questa parte, abita il Cappellaio e da quest’altra parte, abita la Lepre di Marzo. Visita l’uno o l’altra, sono tutti e due matti.
Alice Ma io non voglio andare fra i matti.
Gatto Oh, non ne puoi fare a meno, qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta.
Alice Come sai che io sono matta se ci siamo incontrati solo ora.
Gatto Tu sei matta, altrimenti non saresti venuta qui.
Alice Forse hai ragione, anche perché non riesco a capire i vostri ed i tuoi discorsi.
Gatto Ci vedremo dalla Regina a giocare a croquet?
Alice Ma, io non so!
Gatto Si! Si!…Ci vedremo là. Arrivederci a presto. (Il Gatto se ne va)
Alice (rivolta alle piante) E voi che ne dite, siamo tutti matti per davvero?
Coro piante Non dar retta agli animali
Siam noi piante a dire il vero
Noi vediamo senza occhiali
Conosciamo ogni mistero
Alice E allora ditemi voi dove sono e come faccio ad uscire da qua? (entra da una delle porte un pesce)
Pesce Alice, Alice!
Alice Chi è ora che mi chiama?
Pesce Sono io, sono qua, ciao Alice!
Alice Ciao, ma tu mi conosci, come mai?
Pesce E’ una storia molto lunga…ma per farla corta ti dirò che mi ha parlato di te un mio amico che stava in casa tua dentro una vaschetta, e che poi tu hai buttato nel fiume.
Alice Si, si! Mi ricordo, era Pasqualino il rosso pesciolino, ma non era una vaschetta, era un bell’acquario, grande, luminoso. Ma lo vedevo che non ci stava bene, ed allora lo rimisi nel fiume. Ma dimmi, ora dove è? Lo rivedrei volentieri.
Pesce Non credo che lo potrai vedere, si è sposato ed è andato in un altro posto. So che si trova molto bene, ha preso in affitto uno stagno e ci abita con tutta la sua famiglia.
Alice Sono contenta! Se lo rivedi salutamelo tanto.
Pesce Certamente. Ma il motivo della mia uscita è per dirti che la Duchessa ti vuole vedere, gli dirò che sei qui ed ella ti raggiungerà. Preparati…(il pesce rientra dentro la porta)
Alice Chissà come mi devo preparare, voi amiche piante sapete come mi devo mettere?
Coro piante Prova a metterti a sedere, no no no!
Forse è meglio stare in piedi, no no no!
Ora fatti ricadere, no no no!
No, no è meglio se ti siedi. Si si si!
Alice Ora basta, se do retta a voi, divento una trottola. L’aspetterò inchinata, l’ho visto fare nei film, sperando che arrivi alla svelta. (Mentre Alice si face tanti scrupoli per trovare una posizione rispettosa per la Contessa, lei fa irruzione urlando contro una sua cuoca)
Duchessa E’ incredibile!!! Una cuoca!… rivolgersi così alla Duchessa…
Cuoca Siete stata voi a cominciare, mi avete detto che l’insalata di foglie secche non era salata, e voi capite se un’insalata non è salata che insalata è?
Duchessa Basta con questi giochetti. E’ vero, non sei buona a niente.
Cuoca Allora preparateveli da voi i vostri cibi, i vostri piatti dietetici, le vostre insalate ...sciocchine! Io me ne vado. Arrivederci. (Consegna la pannuccia alla Duchessa ed esce)
Duchessa Avete sentito, avete sen-ti-to!(come se non fosse successo niente, con una calma incredibile, consegnando la pannuccia ad Alice) Tu sei A…a… come ti chiami?
Alice Alice.
Duchessa Alice ecco brava. Preparati, ragazza mia, la Regina sta per arrivare, viene a trovare me e così potrà conoscere anche te.
Pesce La Regina da te?… La Regina non viene a trovare te, è di passaggio e tu l’hai saputo e subito vorresti approfittarne.
Duchessa Pesce pettegolo…
Pesce Quando arriverà la Regina e ti troverà qui, ti farà prendere dalle sue guardie.
Duchessa Se non fosse andata via la cuoca, ti farei mettere in pentola.
Alice Povero pesciolino!…
Duchessa Non credere al quel pesciaccio. La Regina passerà di qui proprio perché sa che qui ci sono io: la Duchessa, io sono un personaggio importante, sai!
Pesce Ma che importante, se la Regina ti ha proibito di guardare persino i suoi fiori!
Duchessa (urlando) Taci, pesce dispettoso! (Verso Alice) Presto, presto prepariamoci che la Regina sarà qui a momenti.
Coro delle piante La Duchessa poverina
Sta aspettando la Regina
Ma non sa cosa gli tocca
Quando l’ora giusta scocca.
Soldati (entrano a passo di marcia cantando o declamando)
(i soldati sono carte da gioco)
Noi siamo i soldati di cuori
Noi siamo i soldati di quadri
Noi siamo i soldati di picche
Noi siamo i soldati di fiori
Siamo qui con il sovrano
Noi siam qui con la Regina
Noi marciamo e andrem lontano
Sia di sera che di mattina
I soldati si schierano a semicerchio mentre fanno i loro ingresso, il Re, la Regina e il Fante. Come la Regina vede la Duchessa, rivolta alle guardie:
Regina Guardie, gettatela in prigione.
Duchessa Maestà, vi ho portato un animale raro, una bambina. E’ vostra!
Regina Oh! (leggermente ammansita) E’ proprio un bell’animaletto!
Alice Prego, io non sono un animale, ma una bambina; mi chiamo Alice, vado a scuola, so leggere e scrivere e recito poesie.
Re Ah! Dunque tu reciti le poesie, sentiamone una.
Regina Si, sentiamola.
Alice Potrei recitarvi… la Vispa Teresa.
Regina Potresti, o puoi?
Alice Va bene, va bene. Niente polemiche!
La Vispa Teresa
Avea su una fetta
Di pane sorpresa
Gentile cornetta;
e tutta giuliva
a chiunque l’udiva
gridava a distesa:
-l’ho intesa, l’ho intesa!-
Mi sono venute fuori queste parole, ma non sono quelle giuste, non so cosa mi succede. Scusate, non so!
Regina Andiamo miei fidi, procediamo nel nostro viaggio, non possiamo perder tempo con queste cosette da nulla. Poi, qui non c’è necessità di tanta scienza.
Dal momento che ti dimentichi le parole, potresti fare la guardia ai “Non ti scordar di me” che si dimenticano sempre di fiorire. Soldati, assegnatela a questo lavoro!
Duchessa Non vi preoccupate, altezza, ci penso io.
Alice (mentre il corteo regale si allontana) Insomma, (arrabbiata) non voglio restare in questo paese di matti, voglio andare via.
Duchessa Su via, mia cara, non conviene adirarsi contro la Regina. Vieni con me. (Escono.)
Coro delle piante
Sono usciti tutti quanti
Vuoto è tutto lo scenario
A noi resta qui davanti
Sol di chiudere il sipario.
Tra pochino ci vediamo
Per vedere l’altra parte
del racconto, ma ora andiamo
ritiriamoci in disparte.
Sipario
Fine prima parte.
Seconda parte
La scena è cambiata leggermente, sono rimaste alcune porte laterali.
Al centro di un loggiato il trono a due posti. Alice, in scena, seduta canta. Dall’altra parte 2 Tartarughe e un Grifone:
Alice E trovarsi quaggiù che tristezza
Senza amici, né giochi da fare
Io mi trovo in questa grettezza
Per non piangere voglio cantare.
Non riuscire a capir che succede
Esser qui in un mondo assai strano
Muovo un braccio, la testa od un piede
In silenzio, oppur molto piano.
E mi trovo con strane presenze
Tutte intorno, a parlarmi di cose
Tutti emettono loro sentenze
Che mi pungon come spine di rose.
Alice, dopo la sua canzoncina, sta osservando una Tartaruga ed il Grifone che in una specie di ballo stanno facendosi strani inchini. Un’altra tartaruga sta piangendo da un’altra parte.
Grifone Signora Tartaruga, vorreste danzare questo minuetto?
Tartaruga 1 Ma certo Signor Grifone, non aspettavo altro che me lo chiedeste. Almeno smetterete di fare tutti codesti inchini.
Ballano un minuetto
Tartaruga 2 Oh, povera me! Oh, povera Tartaruga senza domani e senza speranza!
Alice Perché è così disperata? (rivolta al Grifone)
Grifone Perché vorrebbe correre e non può.
Alice Povera Tartaruga!
Grifone Figurati che ha scommesso con la Lepre – di cui è nota la velocità - che l’avrebbe battuta nella corsa dei trecento metri.
Alice Come mai? E’ impazzita anche lei! Come può una tartaruga battere una lepre a corsa?
Grifone Se la tartaruga perde, deve regalare alla Lepre il suo cappello.
Alice Allora il male è poco!
Tartaruga 2 No! Il male è molto, perché il Cappellaio matto ha dichiarato che non me ne confezionerà un altro.
Alice Ripeto, non mi sembra un guaio tanto serio?
Tartaruga 2 Ah, non ti sembra eh? Come farò a spostarmi senza cappello? E’ l’unico indumento che posso portare…
Alice Hai una bella corazza…
Tartaruga 2 Già, ma quella è nata con me, mentre il cappello è il segno della mia distinzione. Ma ora sono stufa di piangere e voglio fare un ballo anch’io. Grifone, fammi ballare!
Mentre la Tartaruga e il Grifone ballando escono accompagnati dall’altra Tartaruga, appare da una porta il Cappellaio e dall’altra la Lepre di Marzo.
Cappellaio Dovresti farti tagliare i capelli.
Alice Tu non dovresti fare osservazioni personali, è sconveniente.
Lepre Sarà sconveniente, ma sono lunghi.
Alice Ma voi chi siete per fare tutte queste osservazioni?
Cappellaio Io sono Bill, il Cappellaio…
Lepre Ed io sono La Lepre di Marzo.
Alice Tanto piacere e arrivederci.( rimangono tutti li)
Cappellaio (spalancando gli occhi e sorpreso per la risposta.) Perché un corvo assomiglia a uno scrittoio?
Alice Ora si comincia con gli indovinelli!… Non lo so!
Lepre Me lo immaginavo che non lo sapevi, capirai con quei capelli!
Alice Ma che centrano i capelli?
Lepre C’entrano, c’entrano!
Cappellaio (Toglie dalla tasca un Orologio, lo guarda attentamente, lo porta all’orecchio, poi lo riguarda e domanda) Che giorno è oggi?
Alice Oggi ne abbiamo quattro.
Cappellaio (guardando di nuovo l’orologio) Sbaglia di due giorni! ( con disgusto verso la Lepre di Marzo) Te lo avevo detto che il burro avrebbe guastato il congegno.
Lepre Il burro era ottimo.
Cappellaio Si ma devono esserci entrate anche le molliche di pane.
Alice (guardando l’orologio) Che strano orologio! Segna i giorni e non dice le ore.
Cappellaio Perché? Forse il tuo orologio segna in che anno siamo?
Alice No, ma l’orologio segna lo stesso anno per molto tempo.
Cappellaio Quello che fa il mio. (Alice rimane molto confusa) Allora non hai ancora sciolto l’indovinello!
Alice No! Ci rinunzio. Qual è la risposta?
Cappellaio Non la so!
Alice Credo che potresti fare qualcosa di meglio che perdere tempo, proponendo indovinelli senza senso.
Cappellaio Se tu conoscessi il tempo come lo conosco io, non diresti che lo perdiamo. Domandaglielo.
Alice Non capisco che cosa vuoi dire.
Cappellaio Certo che non lo comprendi! Scommetto che tu non hai mai parlato col tempo?
Alice Forse no, ma quando studio la musica devo battere il tempo.
Cappellaio Adesso si spiega, il tempo non vuol esser battuto. Se tu fossi in buone relazioni con lui, potresti fare con gli orari quello che vuoi..
Lepre Se cambiassimo discorso? mi sto annoiando.
Cappellaio Sarà meglio che rientriamo nelle nostre case. Anch’io mi sto annoiando.
Alice Arrivederci.(I due rientrano, e si sentono delle voci; entrano un po’ di carte con dei pennelli, della vernice e delle rose bianche in mano) E questi che fanno?
Giardiniere 2 Bada, cinque! Non mi schizzare la tua tinta addosso!
Giardiniere 5 Che vuoi da me? Stai attento sette, mi hai urtato il braccio.
Giardiniere 7 Va bene! Tu cinque dai sempre la colpa agli altri!
Giardiniere 5 Faresti meglio a tacere, proprio ieri la regina diceva, che meriteresti di essere strappato!
Giardiniere 2 Perché?
Giardiniere 7 Questo non ti riguarda, due!
Giardiniere 5 Si, che lo riguarda… e glielo dirò io… perché ha portato al cuoco bulbi di tulipani invece delle cipolle. (Sette scaglia lontano il pennello con gesto di rabbia) Di tutte le cose più ingiuste…( Alice interrompe)
Alice Scusate! (I tre la vedono e fanno un’enorme riverenza) Volete gentilmente dirmi perché state dipingendo quelle rose?
Giardiniere 2 Perché queste avrebbero dovuto essere rose rosse, invece per sbaglio abbiamo piantato un rosaio di rose bianche.
Giardiniere 5 Se la Regina se ne accorge ci strappa tutti e tre.
Giardiniere 7 Così, signorina, facciamo il possibile per rimediare prima che sia troppo tardi e che la Regina.
Giardiniere 5 Aiuto, vedo il corteo della Regina che si avvicina, presto nascondiamoci.
Alice Arrivederci, amici. Auguri! (Anche Alice si mette in disparte. Arriva il corteo della Regina e tutti i soliti componenti, davanti a tutti il Coniglio Bianco con in mano, una tromba e nell’altra una pergamena. Mentre il Re e La regina si siedono al centro sul trono e gli altri compresa la giuria composta da carte, trovano la giusta collocazione, il Coniglio dopo aver dato uno squillo di tromba annuncia)
Coniglio Udite, udite
Dinanzi alle maestà sovrane
Sarà celebrato un processo
Chi ha sbagliato pagherà
Chi non ha sbagliato è bravo.
Re Usciere leggete il capo d’accusa.
Coniglio “La Regina di Cuori
fece fare le torte in tutto un dì d’estate:
Tristo, il fante di cuori
Di nascosto le torte ha trafugate!”
Re Giurati, comunicate il vostro verdetto!
Coniglio Non ancora, non ancora! Vi sono molte cose da fare prima!
Regina Chiamate il primo testimone.
Coniglio Primo testimone, il Cappellaio.
Cappellaio (esce dalla porta della sua casa, con una tazza di tè in mano ed una fetta di pane imburrato) Domando perdono alle Maestà vostre, se vengo con le mani impedite, ma non avevo ancora finito di prendere il tè, quando sono stato chiamato.
Re Qui si manca di rispetto alle nostre persone. Dammi quella tazza!
Cappellaio E’ mia Maestà: il tè è zuccherato a dovere, infuso al punto giusto e me lo bevo alla vostra salute!
Re Va bene, ma fate presto e cavatevi il cappello
Cappellaio Non è mio.
Regina Allora è rubato? I giurati annotino le dichiarazioni del teste.
Cappellaio Non ne ho di miei, sono cappellaio. Li tengo per vendere.
Regina (la regina inforca gli occhiali e con aria e tono truce dice) Va bene! Narraci quello che sai!
Cappellaio A dir la verità io non so niente.
Re Come niente, e noi che ti abbiamo chiamato a fare.
Cappellaio Non so!
Regina Vuoi forse prenderci in giro?
Cappellaio Sono qui fermo, come farei!
Re Allora andate.
Regina …E tagliategli la testa. (Ma il Cappellaio è già andato via)
Re A proposito di testa, che entri un altro teste.
Coniglio Il prossimo teste è la cuoca della Duchessa.
Cuoca Prego, ex cuoca della Duchessa.
Re Che cosa sai?
Cuoca Niente (il re guarda il Coniglio)
Coniglio Maestà, fatele delle domande.
Re Se debbo farle io, le farò. (Guarda profondamente la cuoca poi esclama) Di che cosa sono composte le torte?
Cuoca Di pepe per la maggior parte.
Topo Di melassa…(esclama il Topo che è dietro di lei)
Regina Afferrate quel Topo! Tagliategli il capo! Fuori quel Topo! Pizzicatelo, tagliateli i baffi! (Nella confusione che ne segue, la Cuoca se ne va, il Topo scappa e ritorna l’ordine)
Coniglio La testimone è sparita.
Re Non importa! Chiamate l’altro testimone (rivolto alla Regina) Mia cara, l’altro teste dovrai esaminarlo tu, a me duole il capo.
Alice (rivolta alla Duchessa) Come faranno a condannare quel Fante di Cuori, per ora non hanno nessuna prova.
Duchessa Stai zitta! Queste cose non si devono dire. (Intanto il Coniglio sta esaminando la lista dei testi)
Coniglio Chiamo a deporre… Alice!
Alice Presente! (Nell’emozione e nella foga di presentarsi, rovescia nel passare le carte dei giurati) Oh, vi prego di scusarmi!
Re Il processo non può andare avanti se tutte le carte non saranno al proprio posto. (Anche Alice si da fare a raccogliere le carte che ha buttato in terra)
Che cosa sai di quest’affare?
Alice Niente
Re Proprio niente?
Alice Proprio niente!
Re (rivolto ai giurati) E’ molto significante (Il Re guarda un libricino e dice volgendosi ai giurati) Ponderate il vostro verdetto.
Regina Che verdetto, prima la sentenza e poi il verdetto.
Alice Che stupidità! Avere la sentenza prima del verdetto.
Regina Taci tu!
Alice Macché tacere!
Regina Ti farò tagliare la testa.
Alice Tu non puoi fare nulla sei solo una carta, La regina di cuori!
Regina Guardie prendetela. Presto.
Tutte le carte si muovono e rincorrono Alice. Nel frattempo la luce si abbassa e si sente la voce del narratore, mentre si chiude il sipario.
Narratore Alice corse e corse, mentre le carte le volavano dietro, pronte ad afferrarla: le erano vicine, tanto che la bimba ne prese alcune. Quando le strinse tra le mani, si accorse di avere, invece delle temutissime guardie, alcune foglie.
Oh, ma allora aveva sognato! …
Il libro che stava leggendo era sul prato, il fiume scorreva tranquillo e Alice, in un’ora di sonno, aveva vissuto tutta la favola.
fine