Alice nel paese…

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Narratore

Associazione

Culturale

montepulciano


di

Franco Romani


Alice nel paese … …


P E R S O N A G G I

ALICE

CONIGLIO

TOPO

OCA

TACCHINO

RANA

PAPPAGALLO

UCCELLO

LUCERTOLA

ORSACCHIOTTO

LEPROTTO

ALBERO

ALBERO2

FUNGO

FUNGO 2

CESPUGLIO

CESPUGLIO 2

BRUCO

GATTO

PESCE

DUCHESSA

CUOCA

*CARTE N° 6

REGINA

RE

GRIFONE

TARTARUGA 1

TARTARUGA 2

CAPPELLAIO

LEPRE DI MARZO

GIARDINIERE 2

GIARDINIERE 5

GIARDINIERE 7

FANTE

*(Per le carte si può utilizzare quei personaggi che sono già entrati e che non ricompaiono)

ALICE NEL PAESE … …

Narratore  (voce registrata fuori campo. Sottofondo musicale)         Alice era seduta sulla riva di un fiume e leggeva un libro di fiabe; ad un tratto vide un Coniglio bianco, con gli occhi rossi, vestito di tutto, punto correre agitatissimo:

                        “Povero me” esclamò il coniglio “povero me, sono in ritardo!” Per Alice era una cosa naturale vedere correre conigli per i prati: la cosa che la meravigliò fu il sentirlo parlare. Alice si alzò e cominciò a correre dietro al coniglio che la condusse dietro dei rovi che ospitavano la conigliera. Un istante dopo, sempre correndo dietro al Coniglio s’infilò in uno dei buchi  della conigliera. Alice scivolava giù correndogli appresso, senza pensare a come avrebbe fatto poi ad uscire da quella buca che sprofondava come un pozzo senza fine.

                        Mentre Alice scivolava giù, al buio, stranamente riusciva a vedere con chiarezza le pareti del pozzo, che erano tutte ricoperte di scaffali con tanti libri colorati, quadri bellissimi e mappe di tesori fantastici. Arrivata in fondo a quel viaggio, che durò moltissimo, Alice disse:

Alice              Bene! Dopo una caduta come questa, se mai mi accadrà di ruzzolare per le scale di casa, mi sembrerà meno che nulla; anche a cader dal letto non mi farebbe nessun effetto! Ma dove sono?… e quello è il coniglio che stavo rincorrendo.

Coniglio        Perdinci! Veramente ho fatto tardi.

                        (Alice tenta di fermarlo. Il coniglio, dopo aver fatto velocemente un giro o due intorno ad Alice, s’infila in una delle porte di cui la scena è piena)

Alice              Ma dove è andato? Che posto strano! Quante porte!… (prova ad aprire le porte) Tutte chiuse? Qui c’è un tavolo, vediamo. E questa piccolissima chiave che cosa aprirà?( si guarda intorno) Ma è troppo piccola perché apra queste porte! Vediamo un po’ meglio. Se c’è la chiave, deve pur esserci anche una serratura da aprire. Ma guarda un po’ che porticina piccola che c’è qui, non l’avevo neppure vista. Senza dubbio la chiave apre questa porta.(Mette la chiave nella serratura ed apre la piccolissima porticina) E’ talmente piccola che non posso passare, vediamo se riesco a scoprire cosa c’è dall’altra parte! (è costretta a sdraiarsi per terra per guardare cosa c’è dentro la porticina) Ohhhh. Bello! Che bel giardino tutto fiorito, e quanti uccelli, ma non posso andare di là. Proviamo ad aprire una di queste porte grandi; niente, non c’è niente da fare. Ma cosa c’è ancora qui sopra il tavolo, una bottiglietta e c’è scritto qualcosa:

                                   (legge sulla bottiglina) Bevimi e vedrai!

                        (Alice beve) Ed ora cosa succede? Chi è tutta questa gente? (Come per incanto tutte le porte che sono in quel luogo si spalancano e cominciano ad entrare animali)

Topo              Io sono il topo, tu chi sei?

Alice              Alice!

Oca                 Io sono un oca, che ci fai tu qui?

Alice              Non so!

Tacchino        Ma guarda che animale strano abbiamo incontrato!

Alice              Non sono un animale, sono una bambina!

Rana               Cra, cra, cra, indovina un po’ chi sono?

Alice              Una rana!

Pappagallo   Tu chi sei? Tu chi sei? Tu chi sei?

Alice              Sono Alice, l’ho già detto all’altro signore!

Uccello          Cip cip cip…son l’uccellino…cip cip cip!

Lucertola       (vestita come un damerino) Potrei sembrare una lucertola ed invece sai chi sono? Ah..ah..aah..

Alice              Direi… una lucertola!

Orsacchiotto     Brava, non farti confondere! Io sono l’orso

Leprotto        Dunque tu saresti una bambina?  Ma che bella bambina!

                        (tutti si mettono in cerchio, quasi minacciosi verso Alice, il Coniglio bianco corre da uno all’altro degli animali confabulando)

Coro degli animali-

(mentre una parte canta altri possono ballare, oppure ballano, in un ritornello musicale )

                                   La piccola Alice caduta quaggiù

                        Non sa cosa far per tornarsene su

            Restare se vuole può con gli animali

                        girare e girare a lungo i viali

                        cercare e trovare può la giusta via

                        ma solo se studia un po’ geografia

                        La piccola Alice caduta quaggiù

                        Non sa cosa far per tornarsene su

Coniglio        (rivolgendosi, velocemente agli animali) Vai dalla Duchessa! Anche tu, anche tu! (Rivolto ad Alice) e portagli questo ventaglio.

Alice              Hai parlato a me?

Coniglio        Sicuro. Qui, tutti debbono fare qualche cosa. Povero me, sono indaffaratissimo, mi caricano d’incombenze. Su, bambina, prendi il ventaglio!

Alice              Mi hai preso per la tua domestica?

Animali         (tutti insieme meravigliati e delusi per la risposta di Alice) Ohhh!!! (scappano dalla scena)          

Lucertola       (rimane interdetta e mentre gli altri animali escono lei dice) Lo sai che questa tua risposta mi ha fatto tanto dispiacere? (esce)

Alice              (rimasta di nuovo sola si siede per terra) Ma cosa vogliono tutti da me. Non so nemmeno dove sono, e tutti mi dicono delle cose strane! (Mentre dice fra se queste cose ecco che da una delle porte entra un topo) E se provassi a parlare con questo topo? Non mi stupirei se mi rispondesse, quaggiù tutto è strano!… Senti topo, sai la via per uscire da qui? (il topo la guarda con i suoi occhietti furbi, ma non risponde) Forse parla un’altra lingua! Mah! Proviamo in un altro modo: C’è un gatto!

Topo              (facendo un gran salto) Aiuto! Aiuto!

Alice              Scusami, ma non sapevo come fare per farmi rispondere. Ho pensato che a te non piacciono i gatti!

Topo              Come mi possono piacere? Piacerebbero a te i gatti se tu fossi me?

Alice              Forse no! Ma non ti adirare, sai! Eppure, se ti facessi vedere Dina la mia gatta, te ne innamoreresti. E’ una bestia così tranquilla e bella. E poi fa così bene le fusa, quando si siede vicino a me e mi guarda, ed io l’accarezzo, è così soffice e soave e poi è sveltissima a chiappare i topi. (Il Topo s’intirizzisce) Oh scusa! Non ne parleremo più se ti fa dispiacere.

Topo              Già, è meglio che tu non parli. Come se fossi io a parlar di gatti. La mia famiglia ha sempre odiato i gatti; bestie zozze, volgari e basse! Non me li nominare più.

Alice              No, no! Dì, ti piacciono forse… ti piacciono… i cani? Sai, vicino a casa mia c’è un cane bellissimo, quando mi vede scodinzola, mi accompagna sempre quando vado a scuola e poi anche lui, pur essendo un cane è molto bravo a prendere i topi…(pausa) ahimè credo di averti offeso di nuovo.

Topo              (tutto tremante dall’ira) Ma non conosci animali che non mangiano i topi? (Esce)

Alice              Ti chiedo scusa di nuovo. Ma dove vai, aspetta.

(Le porte si riaprono di nuovo e lasciano passare una serie di personaggi che vanno a formare un boschetto. Due piante, alcuni funghi, qualche cespuglio e un bruco con una enorme pipa.)

Bruco             Lascialo andare quel topo, è anche scorbutico!

Coro delle piante                Furietta disse al topo

                                                           Che avea sorpreso in casa:

                                                           Andiamo in tribunale;

                                                           Per farti processare.

                                                           Non voglio le tue scuse,

                                                           O topo scellerato.

                                                           Quest’oggi non ho niente

                                                           Nel mio villin da fare.

                                                           Disse a Furietta il Topo:

                                                           Ma come andare in Corte?

                                                           Senza giurati e giudici

Sarebbe una vendetta!

Sarò giurato e giudice,

rispose allor Furietta,

e passerò soffiando, ahimè

la tua sentenza a morte.

Bruco             (guardando Alice) Chi sei?

Alice              Sono Alice!

Bruco             Alice chi? Che cosa fai?

Alice              Sono qui e non so che cosa faccio!

Bruco             Qui ognuno di noi ha un incarico: io per esempio, guardo i funghi.

Alice              Vedi, io non conosco questo luogo, né le abitudini dei suoi abitanti…

Bruco             Ti abituerai, ti abituerai. Se ascolti i miei consigli non avrai a pentirtene.

Alice              Ma io ascolterò con attenzione

Bruco             Vedrai che la Duchessa t’inviterà a prendere il tè, che il Coniglio bianco vorrà vestirti di foglie e che il Cappellaio matto pretenderà che tu gli cuocia i sassi.

Alice              Ma… non capisco cosa dici!

Bruco             Tu lasciali parlare e agitarsi e ascolta solo ciò che ti dirà la regina, la quale, poi, è una regina di carta.

Alice              Ma… ma che cosa dici!

Bruco             Dico la verità. Chiediamo alle piante del bosco. Come è la regina?

Piante in coro           Ha ragione il verde bruco

                                     La Regina è solo carta

                                     Ha ragione il verde bruco

                                     Non gli serve a lei la sarta.

Bruco             Hai sentito? E’ proprio carta! Lei, invece, si crede importante…

Alice              Va bene, è di carta, ma è sempre la regina, perciò ci vuole rispetto.

(Il Bruco, con molta calma, guarda Alice, riprende la sua pipa e in silenzio si appoggia ad un fungo e riprende a fumare. Nel frattempo un gatto traversa, saltellando e ridendo. Alice l’osserva stupefatta)

Gatto              Che cosa ci trovi di strano? Non hai mai visto gatti ridere?

Alice              Nulla… ti guardavo perché mi eri simpatico. E poi, perché ridi?

Gatto              Io rido perché sono contento, ecco tutto.

Alice              Bene, sono contenta che sei contento.

Coro piante                          Anche noi siamo contenti

                                                Anche se non siamo gatti

                                               E mostriamo tutti i denti

                                               E ridiamo come matti.

Alice              Vedi, signor gatto, siamo tutti contenti.

Gatto              Io sono contento perché il Cappellaio matto non riuscirà mai a farsi invitare dalla Duchessa, che a sua volta non riesce a farsi invitare dalla regina. Tutto qui.

Alice              Signor gatto, tu che sai tante cose, … non hai per caso visto un Coniglio bianco? Dopo tutto mi sembrava il più assennato della compagnia.

Gatto              Lo troverai in casa del Cappellaio.

Alice              Il Cappellaio? Ma dove sta?

Gatto              Da questa parte, abita il Cappellaio e da quest’altra parte, abita la Lepre di Marzo. Visita l’uno o l’altra, sono tutti e due matti.

Alice              Ma io non voglio andare fra i matti.

Gatto              Oh, non ne puoi fare a meno, qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta.

Alice              Come sai che io sono matta se ci siamo incontrati solo ora.

Gatto              Tu sei matta, altrimenti non saresti venuta qui.

Alice              Forse hai ragione, anche perché non riesco a capire i vostri ed i tuoi discorsi.

Gatto              Ci vedremo dalla Regina a giocare a croquet?

Alice              Ma, io non so!

Gatto              Si! Si!…Ci vedremo là. Arrivederci a presto. (Il Gatto se ne va)

Alice              (rivolta alle piante) E voi che ne dite, siamo tutti matti per davvero?

Coro piante                          Non dar retta agli animali

                                               Siam noi piante a dire il vero

                                               Noi vediamo senza occhiali

Conosciamo ogni mistero

Alice              E allora ditemi voi dove sono e come faccio ad uscire da qua? (entra da una delle porte un pesce)

Pesce              Alice, Alice!

Alice              Chi è ora che mi chiama?

Pesce              Sono io, sono qua, ciao Alice!

Alice              Ciao, ma tu mi conosci, come mai?

Pesce              E’ una storia molto lunga…ma per farla corta ti dirò che mi ha parlato di te un mio amico che stava in casa tua dentro una vaschetta, e che poi tu hai buttato nel fiume.

Alice              Si, si!  Mi ricordo, era Pasqualino il rosso pesciolino, ma non era una vaschetta, era un bell’acquario, grande, luminoso. Ma lo vedevo che non ci stava bene, ed allora lo rimisi nel fiume. Ma dimmi, ora dove è? Lo rivedrei volentieri.

Pesce              Non credo che lo potrai vedere, si è sposato ed è andato in un altro posto. So che si trova molto bene, ha preso in affitto uno stagno e ci abita con tutta la sua famiglia.

Alice              Sono contenta! Se lo rivedi salutamelo tanto.

Pesce              Certamente. Ma il motivo della mia uscita è per dirti che la Duchessa ti vuole vedere, gli dirò che sei qui ed ella ti raggiungerà. Preparati…(il pesce rientra dentro la porta)

Alice              Chissà come mi devo preparare, voi amiche piante sapete come mi devo mettere?

Coro piante   Prova a metterti a sedere, no no no!

                                               Forse è meglio stare in piedi, no no no!

                                               Ora fatti ricadere, no no no!

                                               No, no è meglio se ti siedi. Si si si!

Alice              Ora basta, se do retta a voi, divento una trottola. L’aspetterò inchinata, l’ho visto fare nei film, sperando che arrivi alla svelta. (Mentre Alice si face tanti scrupoli per trovare una posizione rispettosa per la Contessa, lei fa irruzione urlando contro una sua cuoca)

Duchessa       E’ incredibile!!! Una cuoca!… rivolgersi così alla Duchessa…

Cuoca            Siete stata voi a cominciare, mi avete detto che l’insalata di foglie secche non era salata, e voi capite se un’insalata non è salata che insalata è?

Duchessa       Basta con questi giochetti. E’ vero, non sei buona a niente.

Cuoca            Allora preparateveli da voi i vostri cibi, i vostri piatti dietetici, le vostre insalate ...sciocchine! Io me ne vado. Arrivederci. (Consegna la pannuccia alla Duchessa ed esce)

Duchessa       Avete sentito, avete sen-ti-to!(come se non fosse successo niente, con una calma incredibile, consegnando la pannuccia ad Alice) Tu sei A…a… come ti chiami?

Alice              Alice.

Duchessa       Alice ecco brava. Preparati, ragazza mia, la Regina sta per arrivare, viene a trovare me e così potrà conoscere anche te.

Pesce              La Regina da te?… La Regina non viene a trovare te, è di passaggio e tu l’hai saputo e subito vorresti approfittarne.

Duchessa       Pesce pettegolo…

Pesce              Quando arriverà la Regina e ti troverà qui, ti farà prendere dalle sue guardie.

Duchessa       Se non fosse andata via la cuoca, ti farei mettere in pentola.

Alice              Povero pesciolino!…

Duchessa       Non credere al quel pesciaccio. La Regina passerà di qui proprio perché sa che qui ci sono io: la Duchessa, io sono un personaggio importante, sai!

Pesce              Ma che importante, se la Regina ti ha proibito di guardare persino i suoi fiori!

Duchessa       (urlando) Taci, pesce dispettoso! (Verso Alice) Presto, presto prepariamoci che la Regina sarà qui a momenti.

Coro delle piante    La Duchessa poverina

                                               Sta aspettando la Regina

                                               Ma non sa cosa gli tocca

                                               Quando l’ora giusta scocca.

Soldati           (entrano a passo di marcia cantando o declamando)

                        (i soldati sono carte da gioco)

                        Noi siamo i soldati di cuori

                        Noi siamo i soldati di quadri

                        Noi siamo i soldati di picche

                        Noi siamo i soldati di fiori

                                               Siamo qui con il sovrano

                                               Noi siam qui con la Regina

                                               Noi marciamo e andrem lontano

                                               Sia di  sera che di  mattina

I soldati si schierano a semicerchio mentre fanno i loro ingresso, il Re, la Regina e il Fante. Come la Regina vede la Duchessa, rivolta alle guardie:

Regina           Guardie, gettatela in prigione.

Duchessa       Maestà, vi ho portato un animale raro, una bambina. E’ vostra!

Regina           Oh! (leggermente ammansita) E’ proprio un bell’animaletto!

Alice              Prego, io non sono un animale, ma una bambina; mi chiamo Alice, vado a scuola, so leggere e scrivere e recito poesie.

Re                   Ah! Dunque tu reciti le poesie, sentiamone una.

Regina           Si, sentiamola.

Alice              Potrei recitarvi… la Vispa Teresa.

Regina           Potresti, o puoi?

Alice              Va bene, va bene. Niente polemiche!

La Vispa Teresa

Avea su una fetta

Di pane sorpresa

Gentile cornetta;

e tutta giuliva

a chiunque l’udiva

gridava a distesa:

-l’ho intesa, l’ho intesa!-

                                   Mi sono venute fuori queste parole, ma non sono quelle giuste, non so cosa mi succede. Scusate, non so!

Regina           Andiamo miei fidi, procediamo nel nostro viaggio, non possiamo perder tempo con queste cosette da nulla. Poi, qui non c’è necessità di tanta scienza.

Dal momento che ti dimentichi le parole, potresti fare la guardia ai “Non ti scordar di me” che si dimenticano sempre di fiorire. Soldati, assegnatela a questo lavoro!

Duchessa       Non vi preoccupate, altezza, ci penso io.

Alice              (mentre il corteo regale si allontana) Insomma, (arrabbiata) non voglio restare in questo paese di matti, voglio andare via.

Duchessa       Su via,  mia cara, non conviene adirarsi contro la Regina. Vieni con me. (Escono.)

Coro delle piante

                        Sono usciti tutti quanti

                        Vuoto è tutto lo scenario

                        A noi  resta qui davanti

                        Sol di chiudere il sipario.

                        Tra pochino ci vediamo

                                   Per vedere l’altra parte

                                   del racconto, ma ora andiamo

                                   ritiriamoci in disparte.

                                                           Sipario

Fine prima parte.

                        Seconda parte

La scena è cambiata leggermente, sono rimaste alcune porte laterali.

Al centro di un loggiato il trono a due posti. Alice, in scena, seduta canta. Dall’altra parte 2 Tartarughe e un Grifone:

Alice              E trovarsi quaggiù che tristezza

Senza amici, né giochi da fare

Io mi trovo in questa grettezza

Per non piangere voglio cantare.

Non riuscire a capir che succede

Esser qui in un mondo assai strano

Muovo un braccio, la testa od un piede

In silenzio, oppur molto piano.

E mi trovo con strane presenze

Tutte intorno, a parlarmi di cose

Tutti emettono loro sentenze

Che mi pungon come spine di rose.

Alice, dopo la sua canzoncina, sta osservando una Tartaruga ed il Grifone che in una specie di ballo stanno facendosi strani inchini. Un’altra tartaruga sta piangendo da un’altra parte.

Grifone          Signora Tartaruga, vorreste danzare questo minuetto?

Tartaruga 1   Ma certo Signor Grifone, non aspettavo altro che me lo chiedeste. Almeno smetterete di fare tutti codesti inchini.

                        Ballano un minuetto

Tartaruga 2   Oh, povera me!  Oh, povera Tartaruga senza domani e senza speranza!

Alice               Perché è così disperata? (rivolta al Grifone)

Grifone          Perché vorrebbe correre e non può.

Alice               Povera Tartaruga!

Grifone          Figurati che ha scommesso con la Lepre – di cui è nota la velocità - che l’avrebbe battuta nella corsa dei trecento metri.

Alice               Come mai? E’ impazzita anche lei! Come può una tartaruga battere una lepre a corsa?

Grifone          Se la tartaruga perde, deve regalare alla Lepre il suo cappello.

Alice               Allora il male è poco!

Tartaruga 2   No! Il male è molto, perché il Cappellaio matto ha dichiarato che non me ne confezionerà un altro.

Alice               Ripeto, non mi sembra un guaio tanto serio?

Tartaruga 2   Ah, non ti sembra eh? Come farò a spostarmi senza cappello? E’ l’unico indumento che posso portare…

Alice               Hai una bella corazza…

Tartaruga 2   Già, ma quella è nata con me, mentre il cappello è il segno della mia distinzione. Ma ora sono stufa di piangere e voglio fare un ballo anch’io. Grifone, fammi ballare!

Mentre la Tartaruga e il Grifone ballando escono accompagnati dall’altra Tartaruga, appare da una porta il Cappellaio e dall’altra la Lepre di Marzo.

Cappellaio    Dovresti farti tagliare i capelli.

Alice               Tu non dovresti fare osservazioni personali, è sconveniente.

Lepre             Sarà sconveniente, ma sono lunghi.

Alice               Ma voi chi siete per fare tutte queste osservazioni?

Cappellaio    Io sono Bill, il Cappellaio…

Lepre             Ed io sono La Lepre di Marzo.

Alice               Tanto piacere e arrivederci.( rimangono tutti li)

Cappellaio    (spalancando gli occhi e sorpreso per la risposta.) Perché un corvo assomiglia a uno scrittoio?

Alice               Ora si comincia con gli indovinelli!… Non lo so!

Lepre             Me lo immaginavo che non lo sapevi, capirai con quei capelli!

Alice               Ma che centrano i capelli?

Lepre             C’entrano, c’entrano!

Cappellaio    (Toglie dalla tasca un Orologio, lo guarda attentamente, lo porta all’orecchio, poi lo riguarda  e domanda) Che giorno è oggi?

Alice               Oggi ne abbiamo quattro.

Cappellaio    (guardando di nuovo l’orologio) Sbaglia di due giorni! ( con disgusto verso la Lepre di Marzo) Te lo avevo detto che il burro avrebbe guastato il congegno.

Lepre             Il burro era ottimo.

Cappellaio    Si ma devono esserci entrate anche le molliche di pane.

Alice               (guardando l’orologio) Che strano orologio! Segna i giorni e non dice le ore.

Cappellaio    Perché? Forse il tuo orologio segna in che anno siamo?

Alice               No, ma l’orologio segna lo stesso anno per molto tempo.

Cappellaio    Quello che fa il mio. (Alice rimane molto confusa) Allora non hai ancora sciolto l’indovinello!

Alice               No! Ci rinunzio. Qual è la risposta?

Cappellaio    Non la so!

Alice               Credo che potresti fare qualcosa di meglio che perdere tempo, proponendo indovinelli senza senso.

Cappellaio    Se tu conoscessi il tempo come lo conosco io, non diresti che lo perdiamo. Domandaglielo.

Alice               Non capisco che cosa vuoi dire.

Cappellaio    Certo che non lo comprendi! Scommetto che tu non hai mai parlato col  tempo?

Alice               Forse no, ma quando studio la musica devo battere il tempo.

Cappellaio    Adesso si spiega, il tempo non vuol esser battuto. Se tu fossi in buone relazioni con lui, potresti fare con gli orari quello che vuoi..

Lepre             Se cambiassimo discorso? mi sto annoiando.

Cappellaio    Sarà meglio che rientriamo nelle nostre case. Anch’io mi sto annoiando.

Alice               Arrivederci.(I due rientrano, e si sentono delle voci; entrano un po’ di carte con dei pennelli, della vernice e delle rose bianche in mano) E questi che fanno?

Giardiniere 2            Bada, cinque! Non mi schizzare la tua tinta addosso!

Giardiniere 5            Che vuoi da me? Stai attento sette, mi hai urtato il braccio.

Giardiniere 7            Va bene! Tu cinque dai sempre la colpa agli altri!

Giardiniere 5            Faresti meglio a tacere, proprio ieri la regina diceva, che meriteresti di essere strappato!

Giardiniere 2            Perché?

Giardiniere 7            Questo non ti riguarda, due!

Giardiniere 5            Si, che lo riguarda…  e glielo dirò io… perché ha portato al cuoco bulbi di tulipani invece delle cipolle. (Sette scaglia lontano il pennello con gesto di rabbia) Di tutte le cose più ingiuste…( Alice interrompe)

Alice                          Scusate! (I tre la vedono e fanno un’enorme riverenza) Volete gentilmente dirmi perché state dipingendo quelle rose?

Giardiniere 2            Perché queste avrebbero dovuto essere rose rosse, invece per sbaglio abbiamo piantato un rosaio di rose bianche.

Giardiniere 5            Se la Regina se ne accorge ci strappa tutti e tre.

Giardiniere 7            Così, signorina, facciamo il possibile per rimediare prima che sia troppo tardi e che la Regina.

Giardiniere 5            Aiuto, vedo il corteo della Regina che si avvicina, presto nascondiamoci.

Alice               Arrivederci, amici. Auguri! (Anche Alice si mette in disparte. Arriva il corteo della Regina e tutti i soliti componenti, davanti a tutti il Coniglio Bianco con in mano, una tromba e nell’altra una pergamena. Mentre il Re e La regina si siedono al centro sul trono e gli altri compresa la giuria composta da carte, trovano la giusta collocazione, il Coniglio dopo aver dato uno squillo di tromba annuncia)

Coniglio        Udite, udite

                        Dinanzi alle maestà sovrane

                        Sarà celebrato un processo

                        Chi ha sbagliato pagherà

                        Chi non ha sbagliato è bravo.

Re                   Usciere leggete il capo d’accusa.

Coniglio        “La Regina di Cuori

                        fece fare le torte in tutto un dì d’estate:

                        Tristo, il fante di cuori

                        Di nascosto le torte ha trafugate!”

Re                   Giurati, comunicate il vostro verdetto!

Coniglio        Non ancora, non ancora! Vi sono molte cose da fare prima!

Regina           Chiamate il primo testimone.

Coniglio        Primo testimone, il Cappellaio.

Cappellaio    (esce dalla porta della sua casa, con una tazza di tè in mano ed una fetta di pane imburrato) Domando perdono alle Maestà vostre, se vengo con le mani impedite, ma non avevo ancora finito di prendere il tè, quando sono stato chiamato.

Re                   Qui si manca di rispetto alle nostre persone. Dammi quella tazza!

Cappellaio    E’ mia Maestà: il tè è zuccherato a dovere, infuso al punto giusto e me lo bevo alla vostra salute!

Re                   Va bene, ma fate presto e cavatevi il cappello

Cappellaio    Non è mio.

Regina           Allora è rubato? I giurati annotino le dichiarazioni del teste.

Cappellaio    Non ne ho di miei, sono cappellaio. Li tengo per vendere.

Regina           (la regina inforca gli occhiali e con aria e tono truce dice) Va bene! Narraci quello che sai!

Cappellaio    A dir la verità io non so niente.

Re                   Come niente, e noi che ti abbiamo chiamato a fare.

Cappellaio    Non so!

Regina           Vuoi forse prenderci in giro?

Cappellaio    Sono qui fermo, come farei!

Re                   Allora andate.

Regina           …E tagliategli la testa. (Ma il Cappellaio è già andato via)

Re                   A proposito di testa, che entri un altro teste.

Coniglio        Il prossimo teste è la cuoca della Duchessa.

Cuoca             Prego, ex cuoca della Duchessa.

Re                   Che cosa sai?

Cuoca             Niente (il re guarda il Coniglio)

Coniglio        Maestà, fatele delle domande.

Re                   Se debbo farle io, le farò. (Guarda profondamente la cuoca poi esclama) Di che cosa sono composte le torte?

Cuoca             Di pepe per la maggior parte.

Topo              Di melassa…(esclama il Topo che è dietro di lei)

Regina           Afferrate quel Topo! Tagliategli il capo! Fuori quel Topo! Pizzicatelo, tagliateli i baffi! (Nella confusione che ne segue, la Cuoca se ne va, il Topo scappa e ritorna l’ordine)

Coniglio        La testimone è sparita.

Re                   Non importa! Chiamate l’altro testimone (rivolto alla Regina) Mia cara, l’altro teste dovrai esaminarlo tu, a me duole il capo.

Alice               (rivolta alla Duchessa) Come faranno a condannare quel Fante di Cuori, per ora non hanno nessuna prova.

Duchessa       Stai zitta! Queste cose non si devono dire. (Intanto il Coniglio sta esaminando la lista dei testi)

Coniglio        Chiamo a deporre… Alice!

Alice               Presente! (Nell’emozione e nella foga di presentarsi, rovescia nel passare le carte dei giurati) Oh, vi prego di scusarmi!

Re                   Il processo non può andare avanti se tutte le carte non saranno al proprio posto. (Anche Alice si da  fare a raccogliere le carte che ha buttato in terra)

                        Che cosa sai di quest’affare?

Alice               Niente          

Re                   Proprio niente?

Alice               Proprio niente!

Re                   (rivolto ai giurati) E’ molto significante (Il Re guarda un libricino e dice volgendosi ai giurati) Ponderate il vostro verdetto.

Regina           Che verdetto, prima la sentenza e poi il verdetto.

Alice               Che stupidità! Avere la sentenza prima del verdetto.

Regina           Taci tu!

Alice               Macché tacere!

Regina           Ti farò tagliare la testa.

Alice               Tu non puoi fare nulla sei solo una carta, La regina di cuori!

Regina           Guardie prendetela. Presto.

Tutte le carte si muovono e rincorrono Alice. Nel frattempo la luce si abbassa e si sente la voce del narratore, mentre si chiude il sipario.

Narratore       Alice corse e corse, mentre le carte le volavano dietro, pronte ad afferrarla: le erano vicine, tanto che la bimba ne prese alcune. Quando le strinse tra le mani, si accorse di avere, invece delle temutissime guardie, alcune foglie.

Oh, ma allora aveva sognato! …

Il libro che stava leggendo era sul prato, il fiume scorreva tranquillo e Alice, in un’ora di sonno, aveva vissuto tutta la favola.

fine