Alla sbarra

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LIONELLO TURRINI

ALLA SBARRA

MARZO 2001

ALLA SBARRA

Personaggi

Eleonora Mani ex ballerina, ora insegnante di danza - 44 anni

Miriam allieva - 15 anni

Gastone nonno di Miriam

Giada Manueli allieva - 15 anni

Cristina Girometti mamma di Giada - 40 anni

Sconosciuto

Presidente Tribunale )

Pubblico ministero ) questi ruoli possono essere

Cancelliere ) ricoperti sia da uomini

1°Avvocato - difensore di Cristina ) che da donne

2°Avvocato - difensore di Eleonora )

Giovane assistente 2° avvocato difensore )

ALLA SBARRA

ATTO PRIMO

Casa di Eleonora, ex ballerina, ora insegnante di danza. Salone spoglio, libero per poter danzare, qualche sedia. Poster di ballerini alle pareti.

Una sbarra per esercizi.

Scena prima

Miriam (alla sbarra, è stanca) Meno male che l’ora sta per finire. Sono

stanchissima.

Eleonora Per due esercizi?

Miriam Due? Scherzi? Vado su e giù da quasi un’ora e dici due esercizi.

Sto morendo.

Eleonora Si vede che non hai abbastanza passione per la danza. Io, alla tua età, non avrei mai voluto staccarmi dalla sbarra. Ci passavo ore

ed ore.

Miriam E poi? A cosa ti è servito? Hai avuto grandi successi? Sei stata in

televisione? Se oggi non vai in Tv non sei nessuno.

Eleonora Dici bene: oggi. Ma io ballavo ieri. E ho avuto i miei bei successi, anche se non sono mai andata in TV. Lo sai che sono

stata anche a Mosca? Sì, al teatro Bolsoj.

Miriam Mai sentito. Anche mio nonno dice che ha suonato alla Scala.

Eleonora Davvero?

Miriam Sì, ha suonato due volte, ma non gli hanno aperto.

Eleonora Simpatico, il nonno. E ti fa crescere così, nutrendoti a

barzellette?

Miriam Sì, lui vuole sempre scherzare (cambia) Però forse hai ragione, io non diventerò mai una ballerina. Mi piace ballare, e tanto anche, ma non mi piace sudare... alla sbarra, poi. Ma in Tv ci

posso andare lo stesso, no? Lì mica ballano sulle punte.

Eleonora Oh, certo. Se vuoi andare in TV basta che...

Miriam Basta che?

Eleonora Basta aver fortuna, essere belle e magari conoscere qualche persona importante che ti fa entrare. Saper ballare, poi, è un di più. Come saper recitare, del resto. Ci sono certe bellone che non

sanno parlare, ma, in compenso, sanno far vedere.

Miriam E’ vero, la TV è piena di straniere che non sanno parlare, però

hanno le gambe lunghe.

Eleonora Appunto.

Scena seconda

Suona il campanello.

Eleonora Chi sarà? (va ad aprire)

Miriam Forse il nonno. Aveva promesso di venire a prendermi.

Eleonora (da fuori) Buongiorno.

Gastone (entrando) Buongiorno, sono Gastone, il nonno di Miriam.

Miriam Nonno. Hai mantenuto la promessa. Bene, allora mi porti a far

spese con te.

Gastone (in dialetto) Son chi per quell. Sono venuto giustappunto per

concederti parte del contenuto del mio portafogli.

Eleonora Non la vizi troppo, signor Gastone.

Gastone E come se fa a minga viziai. Te fan el sorisin e ti.. te sgancet.

Miriam Dai nonno che ti dai un sacco di arie quando ti vedono a passeggio con me. (imita) Chi l’è quela bela tosa? La mia

nevoda.

Gastone Le sa, sciora... com’è che la se ciama?

Eleonora Eleonora.

Gastone La sa, sciora Eleonora, cosa la voreva fa la Miriam quand l’era piscinina? Mi g’avevi dit che l’era un genio e lé la voreva andà denter in tutti i lampad che la trovava. Sono un genio, la diseva,

perché non posso entrare nella lampada?

Eleonora Incominciava presto ad assomigliare al nonno.

Miriam (nel frattempo ha smesso gli esercizi, si asciuga, si infila un paio di pantaloni, una blusa) Eccomi nonno possiamo andare. Ciao Eleonora, a domani (prima di uscire, fa una mossa di ballo) Mi

vedrai presto in TV. Ciao

Gastone L’ha vist? L’è tutta el so nonno.

Eleonora Ah, si? Anche lei era un ballerino?

Gastone Sì, di boogie. S’eri fort... quand g’avevi qualche etto de men.

Arrivederla, sciora Eleonora (esce con la nipote).

Eleonora Arrivederci

Scena terza

Eleonora (rimasta sola, sistema alcuni oggetti, va alla sbarra, esegue qualche esercizio) Queste ragazzine pensano solo alla TV, soffrire, bisogna soffrire, allenarsi. Meno male che Giada mi dà soddisfazioni. Oddio, Miriam è simpatica, ma Giada credo che possa andare molto lontano (esce, va in cucina, ritorna con un barattolino di yogurt, si siede e assapora con lentezza). Basta che poi non trovi qualche fidanzato stupido o egoista che le chieda... le chieda... le imponga... o me o la danza. (pausa) Perché l’amore e la danza non possono convivere? (alza le spalle) Va be’, io la mia scelta allora l’ho fatta e ormai... (alza gli occhi e vede il calendario) dieci maggio? Oggi è il dieci maggio? E’ il giorno del mio compleanno. Me ne stavo dimenticando. Voglio festeggiare... sì, una volta ogni tanto voglio concedermi anch’io qualche momento di allegria. Telefono a Giada, la invito qui con la sua mamma. Tanto anche loro sono sole (sia avvicina al telefono, compone il numero) Giada? Ciao sono Eleonora, come va? Ah, sì? E’ tornato il tuo papà dal Brasile? Sarai felice... eh, certo, immagino. Sì, mi sembra una buona idea uscire tutti assieme a festeggiare... Io?... Beh, mi sono ricordata che oggi è il mio compleanno e mi sarebbe piaciuto festeggiare con te e con la tua mamma... Certo, certo, capisco. Divertitevi. Ciao (riattacca). Festeggerò da sola...

come sempre.

Suona il campanello

Eleonora va ad aprire e rientra con un mazzo di rose.

Eleonora Un mazzo di rose? E chi mai si sarà ricordato di me? Vediamo... (prende la busta, la apre, estrae il bigliettino, legge) Tanti auguri, buon compleanno (lo rigira) E la firma? Perché non ti firmi? E poi, scritto con il computer... non posso nemmeno riconoscerti dalla calligrafia. Chi sei? (toglie la carta che avvolge i fiori e rimane raggelata) Quattro rose alte e quattro basse... le alte sono le decine e le basse sono le unità: quarantaquattro. Hai voluto farmi sapere che ti ricordavi non solo il giorno, ma anche l’età. Quarantaquattro, sì... e hai avuto ragione, non serviva la firma. Solo uno usava essere così preciso: fiori alti, le decine, più bassi le unità. Come gli ultimi che mi mandasti: due alti e otto bassi. Ventotto anni, avevo. Perché ti rifai vivo dopo sedici anni? Ormai la nostra storia è finita, male anche. Non avevi accettato che io amassi di più la danza... non è vero... io ti amavo, anche più della danza, forse, ma è stata la tua pretesa, quella specie di ricatto che mi ha fatto pensare... oggi rinuncio alla danza, domani dovrò rinunciare a qualcos’altro. Allora non ho scelto tra la danza e te, ho scelto di essere libera, ho scelto di poter scegliere, sempre, in ogni momento. Amore significa anche aver rispetto per gli spazi degli altri. Tu eri prepotente. All’inizio mi piacevi perché mi sembravi un tipo forte, deciso, che non aveva paura di nessuno. E invece eri tu a far paura (riguarda le rose, le accarezza) Perché questo gesto? Cosa vuoi? Questo è un messaggio, lo so. Un messaggio a cui ne seguirà un altro. Vuoi rivedermi per dirmi che sei cambiato? Magari lo fossi, ma... oggi ho quarantaquattro anni e non sono

più la ragazzina di allora.

Scena quarta

Giada (entra trafelata, senza bussare, si getta tra le braccia di

Eleonora)

Eleonora Giada cosa c’è? Cosa è successo?

Giada Oh, Eleonora aiutami, sono disperata (singhiozza) Ero così felice fino a qualche minuto fa. Io e la mamma non avevamo detto niente a papà della danza, volevamo fargli una sorpresa. Sapevamo che sarebbe tornato in maggio dal Brasile per fermarsi qualche settimana. E così avrebbe potuto assistere allo spettacolo

di fine mese. Ci tenevo tanto (singhiozza)

Eleonora Calmati Giada e raccontami tutto.

Giada Appena ci siamo seduti a tavola, al ristorante, non ce l’ho fatta più e gli ho raccontato tutto: papà ho un segreto meraviglioso da svelarti - Ma va? - mi dice lui - dai racconta, mi piace conoscere i segreti delle persone. Sarà un segreto bellissimo. - Sì, lo è: devi sapere che oltre alla scuola, frequento nel pomeriggio anche un altro corso - Magnifico - fa lui - sono orgoglioso di te. Non bisogna impigrirsi con lo studio. Bisogna fare altre cose. Lasciami indovinare... fai nuoto? No, gli dico. Peccato, il nuoto fa bene al fisico. E allora giochi a pallavolo. No, meglio, faccio danza. Danza? Danza? Dovevi vederlo Eleonora, dovevi vederlo. E’ diventato brutto. Era così bello, sorridente, felice, e di colpo ha fatto una faccia cattiva. Che stupidaggini sono queste? E tu, più stupida ancora gliele permetti, vero? La mamma non sapeva cosa dire, ha farfugliato qualcosa, ma lui... Danza - ha ripreso - danza... si può essere più deficienti? La danza rovina la salute, il fisico, la mente soprattutto. Ti fa crescere con le gambe storte, i piedi a papera. E poi, alzando la voce, "la danza rovina chi la fa. E pensare che io vivo lontano dalla famiglia, sacrifico la mia esistenza, lavoro come un cane per mantenere due stupide che pensano alla danza. Una che la fa e una più stupida ancora che gliela lascia fare. Mi avete rovinato la giornata". Si è alzato e se ne è andato. I camerieri ci guardavano, la mamma non sapeva cosa dire, cosa fare. Restava lì, in silenzio, con le lacrime che le scendevano dagli occhi. Io mi sono alzata per rincorrerlo, ma lui era già sparito. Allora sono corsa qui da te. Eleonora

(l’abbraccia forte) aiutami.

Eleonora Certo che ti aiuto. Sarà stanco, il viaggio lungo, i fusi orari

talvolta ti mandano fuori di testa per qualche giorno.

Giada Sì, forse è così. La stanchezza (si alza per prenderle le mani e vede il vaso di fiori). Che belle rose (si avvicina) Che mazzo

strano: quattro rose grandi e quattro piccole.

Eleonora Quattro grandi sono le decine e quattro piccole sono le unità:

oggi compio quarantaquattro anni.

Giada Ah, già: auguri (l’abbraccia, poi ripensa). Che strano, adesso che ci penso anche mia mamma lo scorso anno aveva ricevuto tre rose alte e nove piccole. Non ti sembra una coincidenza

strana? Te le sei comprate tu?

Eleonora No, me le ha mandate un ammiratore.

Giada Un ammiratore? Uhau! Eleonora ha un ammiratore. Ma non può

essere lo stesso della mamma.

Eleonora No, certo che no. Probabilmente è il fioraio che ha queste idee e

magari ha dato lo stesso consiglio a persone diverse.

Giada Eh, già. E come si chiama il tuo ammiratore?

Eleonora E’ un ammiratore... segreto, non posso dirti il nome, ti pare?

Giada Certo, certo. I nomi degli ammiratori segreti non si svelano. Il

mio papà si chiama Sergio. Non te lo avevo mai detto, vero?

Eleonora Sergio? (turbata) E’... è un bel nome

Giada Normale. Anzi no, da oggi è brutto. Da quando mi ha detto tutte quelle cose cattive, anche il suo nome è diventato brutto, come lui. Dovevi vederlo Eleonora com’era brutto quando gridava. Ma

perché, secondo te, il papà non vuole sentire parlare di danza?

Eleonora Mah, forse da giovane, andando a ballare si è fatto male e gli è rimasto il dolore per molto tempo. E forse per lui la danza

significa dolore.

Giada Forse è così... Eleonora... e se tu gli parlassi?

Eleonora Io a Ser... a tuo padre? Non credo di poterlo fare

Giada Perché? Tu sei l’unica a poterlo convincere: tu hai gli argomenti adatti, gli parli della mia passione, gli racconti dei progressi che ho fatto, insomma gli dici le stesse cose che hai detto alla

mamma quando voleva sapere se avevo talento. Io ne ho, vero?

Eleonora Sì Giada, ne hai. Ne hai tanto. Dai balliamo (mentre parlano,

eseguono dei passi di danza, ritmati sulle parole).

Giada E allora parlagli.

Eleonora Da come me lo hai descritto, temo..., temo di impappinarmi.

Giada Tu? Tu che hai girato il mondo, che hai ballato nei migliori teatri, che hai conosciuto gente importante, adesso temi di impappinarti davanti a mio padre che non conosci nemmeno.

Non puoi abbandonarmi Eleonora, ti prego.

Eleonora Va bene, chiedigli se vuole telefonarmi. Cercherò di convincerlo.

E stai tranquilla, non ti abbandono.

Giada Grazie Eleonora, sei il mio angelo. (si stacca) Adesso vado dalla

mamma, poverina. Forse non dovevo lasciarla sola.

Eleonora Vai a farle compagnia, ne ha bisogno.

Giada Vado. Ciao Eleonora. Grazie (esce).

Scena quinta

Eleonora Dunque la odi così tanto la danza? Volevi toglierla a me ed ora vuoi toglierla a tua figlia. Perché? Perché, Sergio? (si avvicina alla sbarra la accarezza, poi comincia esercizi sempre più frenetici, quasi isterici, si abbassa, tende le gambe, le piega) No, la danza vive, caro Sergio, la danza non morirà mai dentro di me e neppure dentro tua figlia. Lei ballerà, perché così vuole e noi l’aiuteremo, lo farà Cristina tua... tua moglie, lo farò io e tu sarai sconfitto, Sergio, perché non puoi tagliare le ali alle farfalle. Giada ballerà. Sempre, sempre e, fino a quando, sarà lei sola a deciderlo. E io sarò al suo fianco perché Giada è più figlia mia che tua. (suona il telefono, va a rispondere). Sergio? Cosa vuoi? Sì, certo, te lo dico: Grazie dei fiori, vuoi che ti canti la canzone? Tra tutti gli altri li ho riconosciuti, mi han fatto male eppure li ho graditi, sono rose rosse... ecc. ecc. No, tra tutti gli altri lo dice la canzone. I tuoi sono gli unici fiori che ho ricevuto... probabilmente è così: sono di ghiaccio e non ho ammiratori. Perché me li hai mandati, dopo sedici anni? Avevi nostalgia? Ma guarda. Non dirmelo: hai visto dei manifesti che annunciano uno spettacolo di balletti e ti sono venuta in mente. Beh, non è molto romantico. Mi aspettavo un "Avevi ragione Eleonora, sono stato uno stupido, sedici anni a soffrire senza te. Potevi anche fingere, no? Avremmo riso assieme. Ma ricordarti di me per una locandina... va bene un manifesto, non cambia. Dimmi cosa vuoi... E’ evidente che mi aspettavo la telefonata, dopo i fiori: dopo il tuo primo messaggio silenzioso, senza firma... no, hai ragione: non era necessaria... doveva arrivare anche il secondo messaggio chiarificatore. Forza, ti ascolto... vuoi vedermi? C’è una ragione per farlo? No, Sergio parlare del passato non mi interessa... no, non mi interessa nemmeno sapere che sei cambiato. Però, voglio sì incontrarti... davvero... perché sono io che ti devo parlare... Importantissima... D’accordo, ci sarò. Ciao Sergio (riattacca - rifà il verso a Sergio). E’ una cosa

importante? Importantissima, vedrai.

Scena sesta

Suona il campanello

Eleonora (va ad aprire) Cristina!

Cristina Ciao Eleonora, c’è Giada?

Eleonora No, è uscita da un po’. Saranno dieci minuti. Ha detto che

sarebbe venuta da te.

Cristina Forse ci siamo incrociate senza vederci. Ti ha raccontato cosa è

successo?

Eleonora Sì, ed era molto turbata. Ho cercato di tranquillizzarla.

Cristina E ci sei riuscita?

Eleonora Spero di sì. Le ho promesso che parlerò con Ser... con suo padre,

sì, con tuo marito. Ma com’è, che tipo è? Giada me l’ha descritto come una persona dolce, simpatica, che poi all’improvviso,

senza una valida giustificazione si è comportato in modo strano.

Cristina Strano? Si è comportato da... da... non saprei come definirlo. Intanto, da cafone, lì al ristorante. Urlare in pubblico e poi lasciare sole una donna e una ragazza. Quando mi sono alzata anch’io i camerieri non sapevano come comportarsi: hanno girato le spalle fingendo di non vedermi per non mettermi a

disagio. Ma che figura!

Eleonora A parte la figura, resta la reazione imprevista. Come pensi di

reagire? Cosa pensi di fare per Giada?

Cristina Giada? (si avvicina alle rose, le guarda, le annusa, ma non si

accorge della composizione del mazzo, è distratta dai suoi pensieri). Lei vuole fare la ballerina e la farà, a costo di andare contro tutto e tutti. E se lui vuole il divorzio... visto che in questi

anni io ho fatto... la vedova bianca, mi capisci? Mentre lui...

Eleonora (preoccupata perché possa dare un significato al mazzo di rose)

Mentre lui? Vuoi dire che...

Cristina Se tu lo conoscessi... Non è certo il tipo che se ne sta in Brasile per mesi e mesi e mi rimane fedele. Io sì, come una stupida a rifiutare cenette galanti, mentre lui chissà quante ne avrà fatte. Ma non è questo il punto. Questo è un mio problema. Ciò che mi angustia ora è il divieto che vorrà imporre a Giada di ballare. E

addio spettacolo di fine maggio.

Eleonora (sembra solo che cerchi le parole giuste, ma è in evidente

difficoltà) Giada mi ha chiesto di incontrarlo per parlargli, pensa

che se lo convince l’insegnante con argomenti... tecnici adatti...

Cristina Argomenti tecnici?

Eleonora Sì, se lo convinco che Giada è molto brava, che potrà avere un

futuro luminoso nella danza, che non si tratta di capricci di una

ragazzina, ma di un vero dono della natura.... cose così, capisci?

Cristina Magari ci riuscissi tu. Sapevo che era prepotente, forse mi era piaciuto anche per questa ragione, mi sembrava un uomo forte, capisci? Uno che non ha paura di niente. Ed invece scopri che è

lui che mette paura. Non so se mi puoi capire.

Eleonora Penso di sì... ho incontrato anch’io una volta un uomo così.

Cristina Quando?

Eleonora Tanto tempo fa.

Cristina E come è finita?

Eleonora E’ finita. Forse anch’io ho avuto paura.

Cristina Allora sono sicura che mi capisci e che mi potrai aiutare. Voglio venirne fuori anch’io. Se non fosse per gli accrediti che la sua azienda mi fa trovare mensilmente sul conto, ti assicuro che... Lo odio Eleonora, lo odio, non può trattarci così. Lo ammazzerei.

(lunga pausa). Eppure gli ho voluto bene e lo amo ancora.

Eleonora Beh, facciamo così: io lo incontro, cerco di convincerlo e se non

ci riesco, (sorride per sdrammatizzare) lo ammazzerai. Anzi, se

sarà duro anche con me lo ammazzeremo assieme.

Cristina (sorride) Bella idea.

Eleonora (sempre sul tono leggero) Comincia a leggere qualche giallo, per

scoprire come si fa a compiere un delitto perfetto.

Cristina Meno male che l’abbiamo messa sullo scherzo. Ti ringrazio

Eleonora. Ero furibonda e adesso mi sta passando. Sei proprio un’amica. Ora vado a casa: spero che Giada nel frattempo sia tornata. Ah, se incontri Sergio, mio marito, stai attenta è un tipo falso, ti lusinga, ti fa credere di essere dolcissimo, ma poi scopri

che è un serpente.

Eleonora Porterò con me il siero antivipera. Potrà bastare?

Cristina Mi piace il tuo senso dell’umorismo, la tua capacità di

sdrammatizzare. Se non ci fossi tu...

Eleonora (alza le spalle, sorridendo) Dai un bacio a Giada, e dille di stare

tranquilla. Ciao Cristina (l’accompagna alla porta - rientra - rifà

il verso a Cristina). Sai, Sergio è un tipo che sembra, invece...

Starò attenta (si rimette alla sbarra a fare esercizi, dopo un po’). Beh, potrei anche interrompere e pensare al mio compleanno. Festeggerò da sola, come faccio ormai da anni (accende la radio, musica - entra ed esce dalla stanza, facendo intendere che va in altri locali come bagno e camera da letto. E’ pronta, si prepara ad uscire - ripete frasi come: Perché Sergio non vuoi farla ballare? - la danza è vita - ma io ti convincerò... (va verso il proprio ritratto, magari in posa da ballerina) Ciao Eleonora,

buon compleanno (esce e spegne la luce).

Scena settima

Dopo un po’ si sentono dei rumori esterni, la porta viene forzata. Entra uno sconosciuto che si muove al buio con l’aiuto di una torcia. Mette un po’ in

disordine.

SCONOSC Bisogna mettere un po’ in disordine qua e là, dice che bisogna

allarmare questa insegnante sempre così precisa, razionale, sicura di sé. Cominceranno a vacillare le sue certezze assolute. Mah. Facciamo come dice. Ecco fatto... Ah, la videocassetta, stavo per dimenticarmela... qui, bene in vista... posso andare

(esce).

BUIO

Musica

Scena ottava

Rientra da fuori Eleonora, come accende, emette un urlo.

Eleonora Ma cosa è successo? Mio Dio sono venuti i ladri a svaligiarmi la casa. Non avranno preso anche... (corre fuori, si sente rovistare) No, per fortuna c’è ancora (rientra - controlla nei cassetti, apre e chiude ante - la scena è a soggetto) C’è tutto, sembra che non abbiano preso niente. Forse mi hanno sentito, magari sono rientrata proprio nel momento in cui stavano facendo il colpo e sono scappati. Ma... questa videocassetta che ci fa qui? (la prende, la guarda) Non è mia (legge) "Nuovi metodi per l’insegnamento della danza". Vuoi vedere che qualcuno ha voluto farmi un regalo e me l’ha fatto in maniera... molto maldestra (ride, indicando il disordine).Va bene, domani me la guarderò. Adesso sono stanca e anche un po’ frastornata, preferisco andare a dormire. Però, questa faccenda mi turba un

po’ (alza le spalle) Ci penserò domani (esce, spegne)

Fine primo atto

ATTO SECONDO

Aula di tribunale. Tavolo alto dietro il quale si trova il giudice, a fianco il cancelliere. Una sedia dove si sederanno di volta in volta accusata e testimoni. Su tavoli opposti il pubblico ministero e l’avvocato difensore.

Scena prima

Giudice Signora Cristina Girometti, per cortesia, non insista con la

frase "io non c’entro niente". Se non c’entra, si vedrà. Per ora tutti gli indizi sono a suo carico. Cancelliere vuole rileggere i

capi di imputazione?

Cancelliere Martedì 15 maggio, alle ore 23 sulla statale che conduce a Jonicea mare è stata notata da una pattuglia della polizia stradale una evidente traccia di frenata con brusca svolta a destra verso il burrone che precipita nelle profonde acque del mare in zona "scogliera dell’amore". Gli agenti si sono fermati e dai segni sul terreno è emersa subito qual era la volontà del guidatore, e cioè quella di scendere, salvarsi e buttare la vettura in mare. Infatti i segni lasciati dalle ruote dopo dieci metri non sono più così pesanti, segno che la velocità era ridotta. Anzi la vettura si è fermata e poi è stata spinta verso il basso. Solo il giorno dopo, alcuni sommozzatori sono riusciti a vedere sul fondo una vettura azzurra, il cui numero di targa AD 123 XA corrisponde a una Lancia coupé intestata a Girometti Cristina. La vettura, su testimonianza della stessa Girometti e della figlia Manueli Giada, era utilizzata in quei giorni da Manueli Sergio, da poco

tornato dal Brasile.

Giudice Signora Girometti, corrispondono i dati?

Cristina Sì, signor Giudice, ma io...

Giudice Lasci continuare il cancelliere, la prego. Quando verrà

interrogata potrà dare la sua versione dei fatti.

Cancelliere ... tornato dal Brasile e abitante presso la famiglia a Morbatella

in via Adinolfi, numero sette.

Giudice (rivolto al pubblico ministero) Vuole continuare lei, signor

Procuratore?

Pub Min Con piacere, signor giudice. In un primo momento il giudice per le indagini preliminari ha pensato a un suicidio o a una disgrazia, non dando molta importanza ai segni rilevati sul terreno. Poi, approfondendo le indagini, ha pensato di dare un’occhiata alla casa del Manueli Sergio per cercare di scoprire se esistevano i motivi per un suicidio, magari una lettera, come spesso si usa, di addio, richiesta di perdono, ecc. Invece è saltata fuori la minuta di una lettera in cui il Manueli scrive a una certa Pamela, in Brasile... Cancelliere, vuole leggere i passi evidenziati, per

favore?

Cancelliere Cara Pamela, ho cercato in vari modi di portare il discorso sulla nostra volontà di stare sempre insieme e di chiedere quindi il divorzio. Finalmente ci sono riuscito. Mi aspettavo una reazione isterica, avevo previsto che si sarebbe messa ad urlare, ma non mi aspettavo che perdesse la testa. Mi ha insultato, mi ha graffiato, ha giurato che non me lo perdonerà mai. Insisteva che le ho rovinato la vita. Forse è tutto vero, dal suo punto di vista, ma mi sono allarmato quando ha giurato che me la farà pagare. Non mi ha detto come, ma io lo so. Alcuni anni fa eravamo seduti, romanticamente abbracciati, in una zona detta la scogliera dell’amore e guardavamo il mare ribollire in fondo al burrone. Se ti buttassi giù, le dissi scherzando, non ti troverebbero più: sarebbe un delitto perfetto. Continuando a scherzare, architet-tammo per gioco i vari passaggi di un delitto che si sarebbe svolto così: si dà un colpo in testa alla persona da far fuori, la si carica in macchina, ovviamente dalla parte del guidatore, e, allentando gradualmente il freno a mano, si sguscia fuori in fretta lasciando che la vettura precipiti in fondo. Si dirà: disgrazia, suicidio. E tutto sarà archiviato.

Ecco, Pamela, ti ho raccontato quali sono i miei pensieri e purtroppo quali sono i miei timori. Ma non preoccuparti, sono certo che si sarà dimenticata di quel delitto perfetto. E poi, starò attento. Ti abbraccio e spero di stare sempre accanto a te. Ti

amo, tuo Sergio.

Pub Min E invece la signora non si è affatto dimenticata di quel gioco,

allora innocente, ma diventato ora efferato delitto. Lei signora non voleva concedere il divorzio e, alle minacce, ha fatto seguire i fatti. Lei ha ucciso il padre di sua figlia, almeno di questo si

rende conto?

Cristina Non è vero, non è vero niente... cioè, sì è vero che l’ho

minacciato...ed è anche vero di quel gioco innocente, come lo ha definito, che facemmo quella sera guardando il mare. Ma era un gioco tra innamorati, a nessuno poteva venire in mente di costruire un meccanismo che avrebbe un giorno potuto usare. Me n’ero completamente dimenticata e solo ora, sentendolo raccontare mi è tornato alla memoria. (al suo avvocato

difensore) Avvocato, perché non mi credono?

Avv Dif Perché si stanno inventando una storia che non si è mai svolta in

questi termini. Innanzitutto, bisognerebbe trovare il corpo del defunto, ma il mare è profondo, ci sono le correnti, però i sommozzatori si sono avvicinati e hanno visto una vettura, in

apparenza, vuota.

Pub Min In apparenza, appunto. In quel tratto di mare ci sono grandi

correnti. Per quel che ne sappiamo nessun corpo, caduto lì, è

stato mai ritrovato. Ecco perché il delitto è perfetto.

Avv Dif Già, non è mai stato ritrovato. Ma mi spiega come ha potuto un

uomo, che si presume colpito alla testa, svenuto, precipitare per oltre cento metri, sbattere a destra e a sinistra e poi, una volta arrivato sul fondo, aprire la portiera, uscire per farsi trasportare dalle correnti, ma prima, come insegna la buona educazione, richiudere la portiera. Perché è stata trovata chiusa, non è vero?

Cancelliere, come è stata trovata la portiera?

Cancelliere Chiusa, signor avvocato.

Avv Dif Bene, allora vi dirò come è andata. La signora Cristina Girometti, l’imputata, viaggiava a velocità elevata, sola. Abbagliata da una vettura che veniva in senso contrario, ha sbandato ed è finita fuori strada rovinando non poco la carrozzeria. Conoscendo il carattere del marito, ha preferito far sparire la vettura, piuttosto che mostrargliela tutta ammaccata e inservibile. Sarebbe andato su tutte le furie, era il tipo. I

camerieri del ristorante "El pasador" lo potranno confermare.

Giudice Pensa di convocare i camerieri perché ci raccontino com’era il

carattere del Manueli?

Avv Dif Per ora, no. Solo se sarà necessario.

Giudice Vada avanti, la signora era spaventata dalla possibile reazione, e

allora ha deciso di lasciar cadere la vettura nel burrone. E’ così?

Avv Dif E’ così. Accortasi della sbandata, ha frenato subito ed è riuscita miracolosamente a venirne fuori, poi le è bastato dare un

colpetto alla vettura e...

Giudice Interessante. Naturalmente l’imputata ci dovrà anche raccontare come mai si trovava a quell’ora su quella strada, come ha fatto poi a tornare a casa. Poiché non passano mezzi pubblici avrà sicuramente chiesto un passaggio. Dovremo trovare anche il testimone che le ha dato il passaggio. (al difensore) Lei crede, avvocato, di riuscire a sbrogliare questa matassa? Spero che non voglia complicare la posizione già abbastanza delicata della signora, aggiungendo all’omicidio anche la falsa testimonianza.

Cristina Posso parlare, signor Giudice?

Giudice Prego.

Cristina Non lo so perché mi trovavo su quella strada, avevo le idee confuse. Quando ho incrociato quei fari, ero soprappensiero e ho sbandato. Dopo aver lasciato cadere la vettura, ho telefonato alla mia migliore amica, che è anche l’insegnante di danza di mia

figlia e l’ho pregata di venire a prendermi. Potete chiederlo a lei.

Giudice La sentiremo. Ma se fosse come racconta, il marito dovrebbe

essere vivo. Perché non si trova?

Avv Dif Perché, nascondendosi, può far incriminare la moglie e godersi

poi la vita con la sua Pamela. Chiaro, no?

Giudice E’ possibile. Bene, sentiamo questa insegnante di danza.

Mandatela a chiamare. Vuole dirmi il suo nome?

Cristina Si chiama Eleonora Mani.

Eleonora Sono qui (si alza, va al banco dei testimoni) Sono Eleonora Mani (e sulla bibbia che le porge il cancelliere) Giuro di dire

tutta la verità.

Giudice E così, lei avrebbe soccorso la sua amica, l’imputata Girometti la

sera del 15 maggio. Si ricorda l’ora?

Eleonora Non ricordo nessuna ora, signor Giudice, perché io non ho

soccorso nessuno.

Cristina Eleonora, perché dici così? Non puoi farmi questo? Perché mi

abbandoni? Sei... eri l’unica amica in cui avevo fiducia.

Giudice Silenzio, per favore. Continui signora Mani. Lei sta smentendo quanto ha detto la signora Girometti, potrebbe essere il colpo decisivo che sancisce la sua colpevolezza. Ha motivi per odiare

l’imputata?

Eleonora Nessun motivo, signor Giudice. Anzi, Cristina è la mamma di Giada, la mia migliore allieva e non ho niente contro di lei. Soltanto vorrei raccontare la mia verità, quella vera. Non quella

su cui ci siamo accordate per salvare Cristina (lunga pausa).

Giudice L’ascoltiamo

Eleonora Io e... (si guarda intorno, indecisa), io e il defunto Sergio

Manueli molti anni fa eravamo fidanzati.

Cristina Cosa? Conoscevi Sergio?

Eleonora Sì, ma solo in questi giorni ho scoperto che è tuo marito... che è il papà di Giada. Ci siamo lasciati sedici anni fa e non l’ho più rivisto. Cinque giorni prima del fatto, il dieci maggio, era il mio compleanno e mi sono vista arrivare un mazzo di rose: quattro alte e quattro basse, le alte indicano le decine, le basse le unità,

cioè quarantaquattro. La mia età, appunto.

Cristina Le rose che ho visto...

Eleonora Sì, che hai visto in casa mia, ma non hai riconosciuto perché eri troppo eccitata e arrabbiata con Sergio per come ha trattato te e

Giada al ristorante. Si è ricordato di me dopo sedici anni.

Pub Min E in lei si è risvegliato...

Eleonora No, non si è risvegliato niente... subito. Non avrei voluto né vederlo, né parlargli, ma avevo promesso a Giada che avrei fatto di tutto per convincere suo padre a lasciarla ballare. Giada è

davvero brava, sarebbe un talento sprecato. Se la vedeste...

Giudice Vada avanti, la prego, un giorno vedremo Giada ballare, ma ora vogliamo approfondire i fatti. E così, mi sembra di capire che ha

deciso di incontrarsi con il suo ex.

Eleonora No, non con il mio ex, ma con il padre di Giada: è diverso. Io volevo incontrarlo per convincerlo a far continuare la figlia nella danza, ne sarebbe stato orgoglioso. Mi diede appuntamento al bar dell’Hotel Excelsior. Si era sistemato lì, mi disse, dopo che le sue donne, moglie e figlia, l’avevano fatto arrabbiare. Parlammo a lungo: lui cercando di evocare tempi felici, io cercando di portare il discorso solo sulla figlia: Poi, ad un tratto, cambiò atteggiamento, disse che aveva costruito quella litigata al ristorante solo perché sapeva che ero io l’insegnante della figlia e quello era l’unico modo per rivedermi. Anzi, ti dirò di più, aggiunse, io mi sono convertito alla danza. Vieni ti mostro delle fotografie recenti dove mi vedrai ballare. Mi prese per mano e mi portò con sé nella sua camera... che non era propriamente nell’edificio dell’hotel, ma in una specie di dependance sul giardino, come se fosse un bungalow. La sua serenità mi tranquillizzava e non esitai a seguirlo. Appena entrati divenne affettuoso, mi chiese di perdonarlo, mi disse che in questi

sedici anni aveva sofferto lontano da me...

Cristina E tu gli hai creduto? Sapendo che era mio marito?

Eleonora Ma era anche... sì, qui ha ragione signor giudice... era anche il mio... ex. E poi mi sembrava sincero, pentito, sorrideva. Ti è piaciuto lo scherzo, ripeteva, cosa non devo inventare per incontrarti. Mi inteneriva quel suo modo disarmante di fare. E in quanto a Giada, non sono assolutamente contrario a farla danzare, soprattutto sapendo che sei tu la sua insegnante. Vieni,

facciamo pace per lo scherzo? Mi dai un bacio?

Giudice E poi, fu qualcosa di più di un semplice bacio.

Eleonora Sì, molto di più. La nostra fu una pace appassionata che durò

tutto il pomeriggio.

Cristina E lo dici così? Hai anche il coraggio di raccontare quanto durò

Eleonora Sì, lo racconto perché è necessario. Si era fatto buio. Mentre mi rivestivo, ripetei la domanda "Allora con Giada è tutto a posto? Domani la rivedrò da me? Quando assisterai allo spettacolo ti verranno gli occhi lucidi, sono certa. Non so se ci sarò, disse freddo. Come, ma non parti a fine mese? Sì, ma non so se sarò ancora in vita. Vuoi sempre scherzare Sergio, smettila, fai il

serio. Sono serio, replicò, credo che Cristina voglia uccidermi.

Cristina Ma allora siete d’accordo, volete incastrarmi: Sergio non è morto, voi volete tornare insieme, ecco perché mi stai tradendo, ecco perché stai testimoniando contro di me. (chiede aiuto

all’avvocato difensore) Avvocato...

Giudice Signora Girometti, per favore, non interrompa la teste. Stava dicendo che la moglie, secondo lui, voleva ucciderlo. Fu più

esplicito?

Eleonora Sì, mi parlò della scogliera dell’amore, mi raccontò che se uno dei due avesse ideato un delitto perfetto, si sarebbe svolto così, così come è stato descritto; disse anche che io con tutta

probabilità sarei stata complice di Cristina.

Pub Min E così è stato.

Eleonora No, non è stato così: non ho ancora finito. Non lo presi sul serio, anzi risi sonoramente, chiedendogli di smetterla con tutte le buffonate che si stava inventando. Ma notai che era diventato freddo, staccato, mi osservava con occhi di ghiaccio. Va bene, ti credo, dissi tentando l’ultima battuta. Adesso dimmi che Giada sarà da me domani per le prove, anzi... se verrai anche tu... ad accompagnarla, mi farai felice. Finiscila con Giada e tutte quelle menate della danza. Mia figlia deve smettere, capisci? Mia figlia farà quello che voglio io, ok? Ok? E adesso vattene. Ma Sergio... lo guardavo, speravo che scherzasse ancora, ma il suo sguardo sprezzante mi lasciò di pietra. Sergio... prima dicevi che la danza... ma perché, perché tutta questa commedia? Perché?, mi rispose, avevo voglia di far l’amore con te, tutto qui. E solo convincendoti del mio amore per la danza ero sicuro che avrei

fatto di nuovo breccia nel tuo cuore.

Cristina Ben ti sta.

Giudice Signora! (a Eleonora) E poi? Immagino che avrà ancora molto

da raccontare.

Eleonora Sì. Quello che ho raccontato è solo l’antefatto. Poi cominciò ad umiliarmi, a dirmi che ero una cagna che non desiderava altro... continuò con gli insulti fino a che io lo colpii alla testa con un

oggetto che stava lì, sul tavolino.

Cristina L’hai ucciso tu?

Giudice Silenzio signora. Vada avanti.

Eleonora Appena lo colpii con quell’oggetto, che non saprei definire, crollò a terra. Mi spaventai, cercai di scuoterlo. Era immobile, come morto. Non sapevo cosa fare, ero terrorizzata. Sul tavolino, proprio vicino a quell’oggetto sconosciuto notai le chiavi della macchina. E subito mi apparve, come in un film già visto, tutta la sequenza di ciò che dovevo fare. Gli infilai la giacca, lo sollevai e, tenendolo appoggiato a me, lo feci uscire dalla stanza. Avevo pensato anche alla battuta, se qualcuno ci avesse incontrato... Vedi cosa succede a bere troppo? Adesso ti carico in macchina e ti porto a casa. Ma non incrociai nessuno. Si svolse tutto in maniera molto facile, anche troppo, mi sembrò. Lo caricai nella vettura, percorsi quella strada che sappiamo e lo feci precipitare

nel burrone. E’ tutto.

Cristina Ma allora tu... tu... mi stai salvando? Signor Giudice, ha sentito?

Non sono stata io, non sono stata io.

Giudice Così, sembra. Ma potrebbe essere una confessione fatta solo per

scaricare dalle responsabilità un’amica.

Pub Min Ha ragione, signor giudice, potrebbe essere un modo per prendere tempo. Dobbiamo fare tutti i riscontri all’Hotel Excelsior, vedere il famoso bungalow, chiamare la scientifica

per fare i rilievi.

Eleonora Fate tutto ciò che è giusto e necessario fare, ma intanto scarcerate Cristina. Lei non ha commesso nessun delitto, la vera

colpevole sono io.

Pub Min Ma ha cercato di imbrogliare le carte. Perché?

Avv Dif Per paura. E’ vero, ha mentito, ma questo sarà un dibattimento a parte. Chiedo che la mia cliente Cristina Girometti venga assolta

per non aver commesso il fatto.

Giudice Credo che sia opportuno sospendere la seduta. Ci ritiriamo. Se i signori avvocati mi vogliono seguire...

BUIO

Sul banco degli imputati adesso c’è Eleonora. Giudice e Pubblico Ministero sono gli stessi, è cambiato l’avvocato difensore (2°Avv).

Scena seconda

Pub Min Dopo la confessione precisa e dettagliata della signorina Mani Eleonora, credo che non ci siano dubbi su movente ed esecutore. Forse c’è stata provocazione, forse non c’era premeditazione, e queste potrebbero essere attenuanti, ma il colpevole, senza ombra di dubbio c’è. Chiedo quindi che la signorina Mani venga

condannata a un minimo di venticinque anni.

2° Avv Senza ombra di dubbio, lei dice. Infatti, abbiamo trovato il cadavere di Sergio Manueli, abbiamo visto nettamente i segni del colpo sulla nuca - o sulla tempia? - Già... dove è stato colpito il presunto morto? Sulla tempia potrebbe essere stato micidiale, ma sulla nuca, no. Potrebbe essere solo svenuto. L’imputata ha creduto di averlo ucciso e l’ha scagliato giù dal burrone. Lui al

contatto con l’acqua potrebbe essersi svegliato...

Pub Min Giusto, si è svegliato, è uscito dalla vettura, in fondo al mare e, sempre in fondo al mare ha ritenuto opportuno richiudere la

portiera.

2° Avv Potrebbero essere state le correnti a farlo

Giudice Credo che vi stiate avventurando in una discussione che non porta a nulla... portiere chiuse, portiere aperte, svenuto, svegliato. Signorina Mani, dopo che ha spinto la vettura verso il mare, se n’è andata via subito o ha voluto assistere fino alla fine

per essere sicura che tutto procedesse secondo i suoi desideri?

Eleonora Beh... desideri non mi sembra la parola più adatta. Non

desideravo affatto uccidere Sergio.

Giudice Diciamo "piani", va meglio.

Eleonora Neppure piani, mi scusi, ma io non avevo un piano.

Giudice Va bene, niente desideri e niente piani. E’ rimasta fino a che la

vettura è scomparsa?

Elenora Sì, fino a che le acque si sono richiuse sulla vettura. Era abbastanza buio, però, e soltanto il riflesso dell’acqua mi ha fatto capire che tutto si era concluso. Ho aspettato, ma non ho visto

risalire nessuno.

Scena terza

Entra l’Assistente del 2°Avvocato

Assistente Chiedo scusa Signor Presidente. Ho necessità di conferire immediatamente con l’Avvocato. E’ successo un fatto di estrema

importanza, che ha attinenza con il procedimento in corso.

Giudice Vuole raccontarlo all’Avvocato, che ci farà poi la sua relazione o preferisce essere ascoltata, subito, come testimone? Così si

potrebbero abbreviare i tempi.

Assistente Va bene (va al banco dei testimoni, si siede, dice il suo nome, giura...) Vengo dalla questura. Poche ore fa è stato fermato un uomo perché ha strappato un manifesto che annunciava uno

spettacolo.

Giudice (ironico) Interessante... uno strappa un manifesto e...

Assistente Non era un manifesto qualsiasi, era un manifesto che annunciava

uno spettacolo di danza

Giudice Ah, allora è diverso...

2° Avv Di danza? Danza... e chi odia così tanto la danza da strappare i

manifesti che ne annunciano una prossima esecuzione?

Assistente Appunto, avvocato. Perché non si è trattato di semplice atto vandalico di un ragazzo, ma del gesto di rabbia di un uomo sui

45 anni, che risponde al nome di... Sergio Manueli.

Tutti Cosa? Sergio Manueli?

Giudice E’ sicura di quello che dice?

Assistente Sicurissima. E’ stata tutta una fortunata combinazione. Il gesto di rabbia nello strappare il manifesto è stato notato da un agente che ha fermato subito il Manueli chiedendogli i documenti. Quando ha visto che si trattava di Sergio Manueli in un primo momento ha pensato che la persona che aveva di fronte potesse

essere un ladro che ha rubato i documenti o che li ha trovati.

Convocato in questura...

Pub Min Mi scusi, ma come poteva reagire così un agente? Il caso che

stiamo dibattendo non è ancora di dominio pubblico.

Assistente L’ho detto che è stato un caso fortunato. L’agente è un mio amico: ci siamo conosciuti, pensi un po’ l’ironia, ad una scuola di danza. E così, parlando con lui dopo le lezioni, gli ho confidato di essere impegnata nella difesa di un’insegnante di danza che, secondo la sua stessa confessione, avrebbe ucciso un certo Sergio Manueli. Per un atto come quello di strappare un manifesto di solito non si arriva a un fermo, ma quello era un manifesto di danza, ecco perché l’agente è intervenuto subito.

Danza... Manueli... il collegamento è scattato immediatamente.

Giudice Allora il Manueli sarebbe vivo

2° Avv Visto che non è stato trovato il cadavere...

Pub Min (a Eleonora) E lei perché fa queste confessioni? Per salvare

l’amica?

Eleonora Io ho creduto davvero...

Giudice Evidentemente il Manueli ha finto anche con lei. Le ha fatto credere di essere svenuto, poi al momento opportuno, quando lei

era tutta presa per far precipitare la vettura, è sgusciato fuori.

2° Avv E magari si è fermato lì ad osservare... la sua morte.

Eleonora Lasciandomi con il rimorso per averlo ucciso. Un’altra vendetta

per avergli preferito la danza.

Giudice Per la seconda volta, signori, devo sospendere la seduta (a Eleonora) Cadono per le lei le accuse principali. Il suo caso sarà

oggetto di un altro processo. Possiamo ritirarci.

Escono tutti.

BUIO

Epilogo

Casa di Eleonora. Stanno entrando Miriam con il nonno e Cristina con

Giada. Le due ragazze si preparano per provare alla sbarra, ma seguono i

discorsi tra il nonno e Cristina. Attendono l’arrivo di Eleonora.

Scena prima

Voce F.C. Prego, accomodatevi. La signorina Eleonora mi ha pregato di

farvi entrare e mi ha chiesto di scusarla per il ritardo.

Cristina (da fuori) Grazie signor Eugenio (entrando continua a

spiegare a Nonno Gastone)... capisce? Era tutta una finta.

Gastone Sì, ho capii... cioè no, ho minga capìì ben. Non mi è chiara una cosa. El so marì alora se l’era minga mort, perché el se

nascondeva?

Cristina Sergio era tornato in Italia assieme alla sua ragazza, Pamela, che teneva nascosta in un motel. Voleva il divorzio, ma io non avevo nessuna intenzione di concederglielo. Allora ha fatto in modo di creare una forte tensione in casa... e fuori. Cioè anche qui, da Eleonora. Ha finto di scrivere una lettera in Brasile, solo per

lasciare in giro una minuta che potesse accusarmi.

Gastone Quela del delitto alla scogliera dell’amore... sì, quela la savevi

anca mi.

Giada Posso continuare io mamma? Per essere sicuro che il suo piano funzionasse, ha coinvolto anche Eleonora. Prima l’ha rassicurata promettendole che mi avrebbe fatto danzare sempre, e poi, dopo

che...

Miriam Dopo che...?

Cristina Oh, ragazze... dopo che l’aveva convinta, si è messo a trattarla

male, a insultarla finché lei lo ha colpito.

Gastone Sì, sì anche questa l’ho sentida. Ma me par impossibil ‘na roba. Non riesco a capire come abbia potuto Eleonora, che non sapeva niente della scogliera dell’amore, ripetere gli stessi gesti uguali

precisi.

Giada La videocassetta.

Miriam Cosa?

Giada Eleonora trovò il suo appartamento in disordine, ma non mancava nulla, anzi c’era una cosa in più: una videocassetta. Al momento non ci fece caso, la guardò, le sembrò una normale esposizione di tecniche di danza. Quando parlò con il suo avvocato dell’incursione e della videocassetta, lui se la fece dare per cercare di scoprire, in un primo momento, delle impronte digitali. Ma i tecnici della scientifica andarono oltre. Esaminarono la videocassetta immagine per immagine e cosa

scoprirono?

Gastone So no. Se gh’era?

Miriam Dai Giada, vai avanti. Cosa c’era?

Cristina C’erano dei messaggi subliminali

Gastone Cos’è? Messaggi che roba?

Cristina Messaggi sub...liminali, sub, che vanno sotto. Cioè si inserisce in un filmato una serie di fotogrammi, pochissimi per volta, in modo che passando in fretta, l’occhio non riesce a percepirli, ma il subconscio sì. Restano cioè impressi nella memoria, pronti a

riaffiorare incontrando un certo stimolo.

Gastone Interessante, ma... ho capii nagott.

Giada I fotogrammi che non si vedono, ma restano nella memoria erano quelli della sequenza del delitto... colpo in testa, morto caricato sulla vettura, scogliera dell’amore, burrone... Eleonora guardando quella videocassetta aveva immagazzinato tutti quei

messaggi.

Miriam Ma come hanno fatto a riemergere?

Cristina Quell’oggetto strano che Eleonora trovò sul tavolino era lo stesso oggetto che lei aveva già visto in modo subliminale. E da

lì è scattata la sequenza.

Gastone Te capìì. Però l’era minga stupid el so marì.

Cristina No, no purtroppo. Nella cattiveria era un genio.

Gastone Ma perché l’ha tiraa in pé ‘sto gibilè?

Giada Voleva starsene solo con la sua Pamela, di ventitré anni, se

l’immagina?

Gastone Beh... a me non succederebbe.

Cristina Voleva liberarsi di me facendomi finire in galera. Nel caso fossi riuscita a dimostrare la mia innocenza, ecco incastrata un’altra colpevole, Eleonora. Voleva restare libero e soprattutto voleva

far incassare l’assicurazione sulla vita alla sua ragazza brasiliana.

Gastone Che magari...

Cristina Cinquecento milioni, mica male no?

Giada Lui ci diceva sempre di stare tranquille. Se mi succederà qualcosa, diceva, avrete una bella sommetta. Ma appena arrivato

in Italia, aveva cambiato il nome del... come si dice?

Cristina ... beneficiario. Sì, una volta dichiarato morto, la sua Pamela poteva incassare e assieme sarebbero vissuti ricchi, felici e

contenti.

Scena seconda

Eleonora (entrando, sente le ultime battute) E invece l’odio per la danza lo ha tradito. Lui così intelligente, attento, preciso... aveva organizzato tutto così bene e si è perso per un gesto infantile, per sfogare una rabbia che non lo aveva mai lasciato. Non voleva vedermi alla sbarra (indica la sbarra della danza) e invece alla sbarra ci è finito lui. (si toglie la giacca, o un maglioncino) Che si fa? Vogliamo iniziare? Nonni e genitori sono pregati di non disturbare. Forza ragazze (si mettono a danzare, mentre la musica sale e si chiude il sipario).

FINE