Alloggio con vista

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ALLOGGIO CON VISTA

“Alloggio con vista”. A Torino (o in qualsiasi altra città con gli opportuni adeguamenti) c’è un bell’alloggio in vendita. Il prezzo è molto vantaggioso se non fosse che occorre onorare certe strane condizioni volute dall’anziana proprietaria, una vedova un po’ sentimentale. Per le trattative questa signora si avvale di un’agenzia debitamente istruita per la selezione delle coppie - solo coppie sposate - che saranno sottoposte al suo inappellabile giudizio. Il destino vuole però che per primi, e soli, capitino lì due singles: un professore di liceo allegro e curioso, e un’impiegata. La quale viene a conoscere solo in quel casuale, e per lei anche fastidioso colloquio, le condizioni d’acquisto. Un alloggio così bello… Ci sarà pure il modo… Il modo lo inventa, con spirito di divertita avventura, proprio il professore che, a sorpresa, alla segretaria dell’agenzia che nel frattempo li raggiunge, si qualifica come fidanzato della bella impiegata che,  frastornata, non riesce a fermarlo: “Tempo due mesi e saremo sposi”. La segretaria è possibilista. Ma sì, che sono due mesi? Ne parla subito con il suo principale che, anche se riluttante, accetta di presentarli come  “già sposati”, alla proprietaria.  La quale viene conquistata da quella coppia così ammodo, apprezza l’allegria del professore, è affascinata dalla timidezza di quella “moglie” così bloccata. Insomma, si combina l’affare. Questo nel primo atto. Cosa succederà nel secondo è da scoprire in tranquilla lettura.

                                 

                                     ALLOGGIO CON VISTA*

                                                  due atti di Antonino Cavaletto

Personaggi:

Achille Merlini                      Amministratore e mediatore di immobili

Gisella Cantelli                    Sua segretaria

Luigina Bassani                 Vedova, proprietaria dell’appartamento

Fiamma Lorieri                    Impiegata, aspirante acquirente

Fabio Correnti                     Professore di liceo

Nel soggiorno quasi vuoto - solo un tavolino e poche sedie – il rag. Achille  legge il giornale. Entra Gisella, saluta, preoccupata si siede al tavolino. Ha sguardi nervosi verso il principale.

ATTO PRIMO

Scena I (Achille – Gisella)

Gisella> Mi scusi, ragioniere. Ma davvero un alloggio così a soli 300 mila Euro? È incredibile.

Achille> (solleva per un attimo lo sguardo)Incredibile, certo. E tuttavia è così.

Gisella> Ma si rende conto? Cinque stanze, 140 metri quadri, senza considerare il terrazzo. Un alloggio dotato d’ogni servizio, in quest’oasi di verde, una vista poi unica sulla collina. Proprio non riesco a capire come si possa vendere a una cifra così irrisoria!

Achille> Mi sembrava d’averle già spiegato, Gisella… (pigramente si alza ripiegando il giornale)

Gisella> Lo so: ci sono le condizioni. Ma se quella signora perde il lume della ragione lei non la può assecondare. Siamo del tutto fuori mercato. E sono stupita che lei non riesca a farle intendere l’assurdità della sua decisione.

Achille> Eh, aspetti di conoscerla. Ah, certo, se lei sarà così brava da convincerla…

Gisella> Non mi fraintenda. Lei il mestiere lo conosce, da anni è a capo dell’agenzia ma è proprio per questo che non capisco. Questa operazione è un danno anche per noi. La mediazione, lo ricordi, è sempre e solo del 3%. E qui se cominciamo a scontare in partenza 150 mila euro sul reale valore dell’immobile…

Achille> Ascolti. Questo è un caso particolare. Ma cosa crede? Se non ci fossero tutte quelle condizioni, a questo prezzo, l’alloggio lo avrei comprato io, per primo. Sì, l’avrei preso per me. E certo non avrei fatto pubblicare sul giornale quell’annuncio così insolito.

Gisella> Ah, già l’annuncio. Quasi dimenticavo. Eh sì, perché, così come proposto, non poteva essere pubblicato. Ho discusso a lungo ieri sera con l’impiegato del settore pubblicità ma alla fine mi son dovuta arrendere. E così l’ho cambiato.

Achille> Cosa?! Lei lo ha cambiato?! E perché?

Gisella> I giornali - mi è stato spiegato - hanno il dovere di controllare le inserzioni, e possono rifiutare quelle che non mettono tutti sullo stesso piano. Insomma ho dovuto modificarne il testo.

Achille> Modificato come?! E poi perché non mi ha avvisato? Ma si rende conto che la signora Bassani mi aveva dettato, parola per parola, l’intero avviso? E adesso, son certo,  mi pianterà una di quelle grane. Su, su, faccia vedere 'sto giornale.

Gisella> Ecco, tenga…  ma no, è meglio che glielo legga io. Dunque... ecco guardi qua…

Achille> (guarda invece malandrino il fondo schiena di Gisella, che se ne accorge)

Gisella> (in bonario rimprovero) Il giornale, ragioniere!. Allora: “Centrale, signorile appartamento, ampio soggiorno, 4 stanze, salone, doppi servizi, terrazzo. Vantaggiosissime condizioni. Telefonare ore ufficio’eccetera eccetera.”. Questo è il risultato. Solo la foto del palazzo, come vede, è rimasta tal quale.

Achille> E ci mancava. (legge) Ma… ma qui è saltato tutto, di condizioni qui non si parla affatto.

Gisella> Per forza. Non erano in linea con le normative di legge sulla pubblicità.

Achille> Sì, sì, ho capito ma…. e adesso?

Gisella> Adesso… lo dovremo spiegare noi. Vedrà: andrà tutto bene lo stesso. E poi, in tutta franchezza, diciamolo, ragioniere: le obiezioni di quell’impiegato non erano campate in aria.

Achille> Ah sì, sempre prudenti loro. E adesso sono io nei pasticci. Ma qui non c’è più nulla, lo capisce? Soprattutto non c'è la clausola più importante, quella che impone che gli acquirenti siano marito e moglie, regolarmente sposati.

Gisella> Ragioniere, non è possibile fare esclusioni, come era nel suo testo, sulla base dello stato civile. Perché esistono persone che vivono sole, oppure coppie di fatto,  fidanzati in prova…

Achille> Ma qui è saltato anche il riferimento alla selezione preventiva.

Gisella> Sì, perché occorre osservare la trasparenza d'una normale offerta immobiliare…. E poi tutte quelle smancerie, quelle richieste di moralità, e su: facevano davvero ridere.

Achille> Gisella, lei aveva l’obbligo di avvertirmi! Cosa dirò ora alla signora Bassani?

Gisella> Senta, ieri sera era tardi, il funzionario non cedeva di una virgola. Lei, d’altra parte, m'aveva ordinato di far pubblicare subito l’annuncio, no? E così…. Comunque se ho sbagliato, vuol dire che mi assumerò io la colpa di fronte a questa signora.

Achille> Ma no, Gisella, su, non la prenda così. Parlerò io alla Luigina, insomma le spiegherò le difficoltà che abbiamo incontrato e…

Gisella> Ma come mai questa cliente le incute tanto timore? Lei di solito è piuttosto risoluto con le persone che, non conoscendo i vincoli di legge, si ostinano a creare complicazioni al nostro lavoro.

Achille> Vede, la signora Bassani non è una cliente qualsiasi, è la vedova del fondatore della società, di cui detiene ancor oggi una forte quota azionaria. E io, non fosse che per la memoria di quel sant’uomo del marito, le devo rispetto. Lei mi considera una specie di fratello a cui rivolgere consigli e...

Gisella> (ironica) Non mi dica che lei è sotto tutela!

Achille> Ma no, cosa ha capito? Diciamo che è una donna d’altri tempi: un carattere forte, idee ben chiare. I modi, be’ sì, quelli forse sono un po’ spicci. E quando si mette una cosa in testa…. Ma se ne accorgerà lei stessa. Sarà qui a minuti. Ah, tenga presente che, su questo affare, la signora intende seguire personalmente gli incontri con i clienti.

Gisella> Ah.… Ci mancava solo questa. Ma allora noi, scusi, che ci stiamo a fare?

Achille> Calma. Non dimentichi la selezione, che deve individuare la coppia “ideale”. E poi gli accertamenti di solvibilità, i preliminari di contratto, la preparazione degli atti per il notaio. La signora invece si limiterà a osservare le persone, esaminandole dal suo particolare punto di vista.

Gisella> Sarà. Io però continuo a non capire. Spero solo che questa svendita, perché di questo si tratta, si concluda al più presto. Con il lavoro che ci attende in agenzia, star qui a seguire l’ “affare” a me pare una gran perdita di tempo. Comunque io procedo, com’è giusto. E stamattina riceveremo i primi clienti.

Achille> Vuol dire che ...

Gisella> Inauguriamo gli appuntamenti all’una con… aspetti che le dico …ah, ecco: signora Lorieri.

Achille> Con il marito! Ricordi le condizioni. La Luigina esige solo coppie, marito e moglie insieme.

Gisella> Certo. L'ho ben ricordato stamattina proprio a questa signora Lorieri, che intendeva venire da sola.

Achille> Mi raccomando allora, annoti tutto: nome, cognome… E occhio a come si presentano. Sa, nel caso si dovesse approfondire, magari con un’indagine…. (campanello, lui si agita) Ah, questa deve essere lei. Puntualissima, come vede! Su, metta via il giornale, lo nasconda magari di là. E poi vada ad aprire…. (© altro squillo) No, no, no, lasci, è meglio che sia io a riceverla. (Gisella all’interno)

Scena II (Achille – Gisella – Luigina)

Achille> Oh, signora Bassani, che piacere! Venga, s’accomodi. (lei col bastone, lui l’aiuta)

Luigina> Comodo, comodo, Achille. Lascia prima che ti osservi. È un po’ che non ti vedo. Palliduccio. Cos’è, la primavera? O si tratta… ma lasciamo stare, tu sai a cosa alludo. Eh, le donne! (Gisella) E quella? È la nuova segretaria, immagino. (brandisce l’occhialino)

Gisella> Be’, nuova proprio non direi, sono anni ormai che lavoro con il ragioniere.

Achille> Volevo giusto presentargliela… (viene scostato da Luigina)

Luigina> Per me lei è nuova e tanto basta. (ispeziona) Sì, finalmente la persona giusta. Come presenza dico. E pure come età. Prima vedevo solo ragazzine truccate, con certi decolletés, minigonne, insomma ogni bendidio in bella vista … anche se, devo riconoscere, tutte particolarmente carine… loro.

Gisella> (seccata) Grazie per il complimento.

Achille> Ma no, Gisella, la signora Bassani non intendeva…. Lei ama sempre scherzare, vero Luigina?

Luigina> Oh, mica si è offesa? E io che intendevo essere gentile. Anche lei dopo tutto (la squadra ancora con sufficienza) … mah, sì, non è male.

Achille> La signorina è con me da cinque anni. Preparata, seria, preziosa collaboratrice.

Luigina> Va bene, va bene, Achille, sono stata poco felice nell’esprimermi. E vedo che la signorina ha messo su un po’ di broncio. Ma la rimedio subito. Tutto da capo. Allora mi presento: buongiorno, sono Luigina Bassani. E mi fa piacere conoscerla. Va bene così?

Gisella> (ridendo) Certo. Buongiorno, signora, io sono Gisella Cantelli.

Achille>  Buondì anche da parte mia. Cara signora, posso dire che son proprio felice di rivederla?

Luigina> Non dire sciocchezze, Achille. Ci mancherebbe ancora che tu sia felice di avermi tra i piedi. Ma dato che sei tu l’amministratore, tocca a te aiutarmi a risolvere, bene, quest’ultimo problema. Poi, per tua fortuna, io me n’andrò al mare, definitivamente, e così non sentirai più parlare di questa vecchia bisbetica.

Achille> Ma perché dice così? Lei sa quanto io le sia affezionato.

Luigina> Parole, parole, Achille. Diciamo che sei stato bravo a sopportarmi per tutti questi anni. Ma ora bando alle ciance. È tutto a posto? L’avviso pubblicato? Bene. A quando i primi clienti?

Achille> Be’, un problemino veramente ci sarebbe…

Luigina> Problema? Non capisco. Mi pareva tutto così chiaro.

Gisella> Certo, tutto chiaro. L’annuncio è uscito sul giornale e tra un’ora avremo qui la prima coppia in visita.

Luigina> Ah, bene. E la coppia risponde ai requisiti, vero? Allora su, fatemi leggere questo benedetto avviso.

Achille> (con tono che prevede un’intesa che Gisella non coglie) Ah, il giornale! Dove è già il giornale? (ammiccando) Mica l’avremo dimenticato in agenzia?

Gisella> No, il giornale è di là e…. (Achille la blocca mentre fa per alzarsi e lei cambia tono). Comunque ho parlato con la signora Lorieri. Tutto a posto. Certo, avremo noi il compito di controllare, di approfondire se necessario. Proprio come lei desidera. Tutto con la giusta discrezione e nel rispetto della privacy

Luigina> Ah, tutte balle! E poi ci sono io per accertare. So capire, fin dal primo sguardo, con chi ho che fare e mi bastano poche frasi per giungere a un giudizio sicuro.

Achille> Sì, certo, però ci sono poi tutti gli approfondimenti per le garanzie, le cadenze di pagamento, le formalità insomma che non...

Luigina> E questo è compito vostro. A me toccherà invece incontrare le persone, capire se hanno i caratteri giusti. Voglio essere sicura che questo appartamento, (commossa) in cui ho vissuto per 30 anni con il povero Elio, non vada a finire nelle mani sbagliate.

Gisella> (con ironia) La sua allora, se capisco bene, è una scelta ragionata.

Achille> (sulle spine) Gisella…

Luigina> (aggressiva) Certo, signorina: ragionata e anche saggia. Vede, questo non è un alloggio come gli altri. Qui io … ho imparato a vivere.

Gisella> (c.s.) Imparato a vivere, non mi dica!

Achille> (sempre più sulle spine)Gisella!

Luigina> Sì, imparato a vivere. Con molte difficoltà, soprattutto all’inizio, quando ero una sposina irrequieta che mal si adattava alle responsabilità del matrimonio. Ma questa è una lunga storia.

Gisella> (c.s. e falsa) Ah, mi piacerebbe proprio ascoltarla…

Achille> (con forte disagio)Gisella!

Luigina> Non penso.  Della mia storia non le importa nulla. Non creda che non abbia colto l’ironia…

Achille> Ma la signorina voleva solo dire …

Luigina> Dire esattamente le stesse parole che mi vai ripetendo tu da mesi: “uno spreco di danaro”… “un regalo assurdo”. Non è forse così?

Achille> Certo, ma il nostro è solo un rispettoso richiamo alla realtà. Ma dove pensa, Luigina, di trovare, al giorno d’oggi, i modelli di vita che solo lei, mi scusi, ha in testa?

Luigina> Ci sono, ci sono, credi a me.

Achille> Signora, lei converrà che …

Luigina> Achille, io conosco il mondo. Oggi si vive solo per far soldi, conta produrre e poi consumare perché, dicono, occorre tener vivo il mercato…. Il mercato! Strano come questa parola sia tanto cambiata rispetto ai miei tempi…  Ecco, vedi?  Son qui che parlo come una vecchia signora che rimpiange il passato.

Achille> Ma no, Luigina, che dice mai, lei è sempre così amabile.

Luigina> Il mio mercato era una piazzetta dove si compravano frutta e verdura. Lì ci si incontrava, si parlava. Certo si contrattava e si acquistava anche. Ma erano altri ritmi, c’era la cordialità, quasi una festa. Oggi invece? Ci sono i super e gli ipermercati,  mille prodotti in fila, ben esposti, ma ognuno per sé con il suo carrello, senza quella magari piccola umanità d’allora, fatta di parole e di ascolti,  di sorrisi e simpatie.

Achille> Lo so. E rispetto le sue idee, signora. Anche se non sempre posso approvare le sue decisioni. Mi lasci però dire che a noi spiace che lei non accetti l’invito a curar meglio i suoi interessi.

Luigina> I miei interessi? Mi piacerebbe conoscerli, sai? Ma veniamo al sodo. Quando potrò vedere i primi clienti?

Gisella> All’una riceverò la signora Lorieri.

Luigina> Con suo marito …

Achille> Certo, con suo marito…. Oh, è quasi mezzogiorno. Signora Luigina, che dice di un invito a pranzo? Uno spuntino leggero alla trattoria qui all’angolo. Buona cucina, sa?

Luigina> Ah, un invito? Ma sì, accetto. E di buon grado perché in questo caso di te mi fido. Sei sempre stato una buona forchetta, ami il vino e la bella compagnia. Viene pure Gisella, immagino.

Gisella> (osserva Achille che fa segno di no) Veramente avrei alcune cose da sbrigare, e poi qui qualcuno deve restare, no?

Luigina> Si preoccupa dell’alloggio? Ma se è quasi vuoto! Non credo che un vecchio tavolo e qualche libro possano costituire una tentazione. Anzi, sa che le dico? Non chiuda nemmeno la porta. Se dovessimo tardare, be' quei signori avranno modo di entrare e valutare con calma  tutto l’appartamento.

Gisella> (ad Achille) Allora, posso? (lui vorrebbe ribadire il no, ma uno sguardo di Luigina…)

Achille> Ah, sì, certo. Sempre come la signora Bassani desidera.

Luigina> Venga, Gisella, venga. Parleremo un po’ di questo mio alloggio, dell’affetto che mi lega ai suoi vecchi muri. Sono sicura che lei finirà per capirmi. (escono. Achille estrae il portafoglio, ansioso valuta il contenuto, esce. Lunga pausa. Si affaccia Fabio)

Scena III (Fabio – Fiamma)

Fabio> Buongiorno.Si può? È permesso? …  Strano, porta aperta e … nessuno. Almeno pare. (osserva la stanza con interesse) Però…  bello, spazioso, immagino il soggiorno. E che vista sulla collina! Posizione stupenda… Un momento, che siano forse di là? (va a sx verso l'interno e sul limite) C’è qualcuno? (esita, poi sparisce all’interno. Scena vuota, poi dalla porta: Fiamma)

Fiamma> Buongiorno, permesso…? Signorina Cantelli? Signorina? … Sono Lorieri. Sono un po’ in anticipo e… (anche lei osserva l’alloggio. Poi avvertendo dei rumori si avvia verso l’angolo da cui era uscito Fabio, e ripete) Signorina Cantelli, è lei? (rientra Fabio, e lei di soprassalto) Oh, scusi… m’aspettavo di vedere la segretaria. Ho giusto l'appuntamento....  Lei invece è qui per…

Fabio> (accattivante)Per una rapida visita all'alloggio. Spero, signora, di non averla spaventata. (Fiamma  lo ignora) E comunque buongiorno. (esita) Ah, permetta che mi presenti. Io sono Fabio Correnti, sì, pure io un cliente e come stavo ... (tende la mano,che  Fiamma ignora osservando l'alloggio, lui con ironia) Scusi, poco fa, non ho inteso bene il suo nome.

Fiamma> Infatti non gliel’ho detto…. Comunque… Fiamma Lorieri. Se capisco pure lei ha un incontro con la segretaria. Che strano. Proprio alla stessa ora?

Fabio> No, tranquilla, nessun appuntamento per me. E' solo che, avendo saputo della vendita dell’immobile… be’ sono salito ed ora eccomi qui, un po' in incognito.

Fiamma> Incognito? Non capisco.

Fabio> Il fatto è che io abito a due passi e stamani, aprendo il giornale, ho subito riconosciuto la foto del palazzo, per cui mi son fermato a parlare con la portinaia… Che mi ha dato tutte le indicazioni per salire fin qui. La porta stranamente  era aperta, così sono entrato e…. Interessante, sa? Proprio un bell’alloggio, comodo, spazioso, e che luminosità…. (pausa) Ah… scusi,… non è che magari lei conosce già il prezzo?

Fiamma> No, ancora no. E sarà proprio quello del prezzo il primo punto che dovrò affrontare con...

Fabio> Ah ma allora lei ha una trattativa in corso, magari ha già pure parlato con l’amministratore e….

Fiamma> No, non ancora. Ma già qui - questo immagino - è un tale incanto. Spero solo che il prezzo non sia proibitivo. Perché per il resto mi basta un’occhiata per capire che questo è proprio l’alloggio per me.

Fabio> Ah, bene. L’affare anche per lei è allora ai primi passi. E… lei non teme la concorrenza?

Fiamma> Concorrenza?

Fabio> Io, ad esempio. Sono anch’io ben interessato a quest’appartamento.

Fiamma> Comunque io sono la prima. Stamattina alle 8 ho fissato, proprio con la signorina Cantelli, l’appuntamento per la selezione. E adesso son qui per il colloquio.

Fabio> Una selezione. Lei è qui per una selezione? Non sapevo di questa formalità.

Fiamma> La signorina Cantelli è stata chiara al riguardo. Non ha voluto parlare di prezzo ma sulla selezione ha proprio insistito.

Fabio> Selezione dunque. E questa segretaria deve selezionare... cosa?

Fiamma> Ah non l’ho capito. Mi ha solo accennato che la proprietaria vuole conoscere di persona i clienti, forse per farsi un’idea della serietà delle persone. E a tal riguardo, a parte il fatto che, come le ho detto…

Fabio> Lei è la prima, certo. Però sta cosa non mi quadra. Perché, vede, proprio cinque minuti fa la signora Elvira, la portinaia, mi ha sì accennato a una condizione… che pare però molto diversa. Perché lei sa, spero, ciò che la proprietaria prima di tutto pretende.

Fiamma> Be’ no. Io sto solo a quanto mi ha comunicato la signorina Cantelli.

Fabio> Singolare, davvero singolare! Addirittura una selezione! La cosa si fa interessante. Sì, la faccenda m’intriga. E sa che le dico? Penso proprio di prendere parte pure io alla gara.

Fiamma> La gara? Ma di che gara parla? E poi le ho già detto che sono io la prima.

Fabio> Va bene. Questo significa solo che io sarò il secondo. E nel caso lei non rispondesse a tutte le condizioni richieste …

Fiamma> Eh no! La mia telefonata ha già posto basi solide. L’accordo è praticamente concluso, e se manca qualche tassello ci penserà il colloquio a chiarire e a mettere bene a posto tutto.

Fabio>  Quindi lei è sicura di superare il giudizio inappellabile della signora.

Fiamma> La cosa non mi preoccupa. Credo di avere tutti i requisiti richiesti per...

Fabio> (occhiata malandrina) Ah, se è per questo son più che sicuro. Basta… guardarla.

Fiamma> Scusi? Ma come si permette?

Fabio> No, non s'allarmi. Io parlavo seriamente. Perché… sì, lei si presenta bene, sa? Una bella signora, gentile, tranquilla. Anzi, se posso dire, davvero una bella madre di famiglia.

Fiamma> Ma che dice? Una madre di famiglia, io? Ma se non sono nemmeno sposata.

Fabio> Sarà almeno fidanzata..

Fiamma> Insomma! Lei è un impertinente! Che cosa le importa che io sia sposata, fidanzata, … o che altro?

Fabio> Oh, a me personalmente può anche non importare, ma interesserà di sicuro alla signorina Cantelli, la segretaria, che lei dovrà incontrare tra poco.

Fiamma> Cosa intende dire?

Fabio> Dico che la prima condizione per il contratto è che lo sottoscrivano due persone, marito e moglie, regolarmente sposate. E lei, da quello che mi ha detto, sposata non è.  E magari… neanche fidanzata?

Fiamma> E lei, scusi, come fa a sapere tutte queste cose?

Fabio> L’Elvira, la portinaia. Lei sa tutto di tutti, qui. E non solo degli inquilini di questo palazzo. Lai sa, ad esempio, che io da anni sono alla ricerca di un alloggio più vivibile, meno sacrificato e, soprattutto, più luminoso. Guardi, guardi che vista di quassù. E così la signora Elvira poco fa mi ha invitato a salire. Eh sì, qui è proprio un altro vivere. Peccato solo per quella… complicazione.

Fiamma> Complicazione? Vuol dire che pure lei non è sposato? Ma allora perché è salito?

Fabio> Per curiosità, sì. Volevo vedere quale occasione mi stava (si blocca, fulminato da un’idea) forse - ripeto forse - sfuggendo di mano. Sarebbe un peccato, davvero un peccato. E questo, signorina, vale anche per lei. Perché lei sì che avrebbe le carte ben in regola per rispondere a tutte le condizioni previste.

Fiamma> Lei è indisponente, con questa sua insistenza ad entrare nella mia vita privata.

Fabio> Oh no, non mi permetterei mai. La mia era solo un’osservazione. Fatta forse a voce un po’ alta. E tuttavia, mi perdoni, mi fa specie che una bella signora come lei non abbia avuto o meglio non abbia voluto cogliere una delle tante occasioni per - come si diceva un tempo? - ah sì, per convolare a giuste…

Fiamma> Lei sta esagerando! La prego d’essere più rispettoso. Io non la conosco e questo colloquio sta diventando inopportuno e terribilmente fastidioso.

Fabio> Va bene, mi dispiace. Le chiedo scusa. (pausa) Però, mi consenta, tutta questa rabbia non risolverà il suo problema. Tra qualche minuto lei dovrà incontrare la segretaria e poi magari anche la proprietaria. Come la mette? Come pensa di affrontare la situazione?

Fiamma> E chi le dice che io non abbia, sì… intenzione di sposarmi?

Fabio> Oh, certo. Solo che il promesso sposo dovrebbe essere già qui con lei. Vede, questa signora ha fretta di concludere l’affare. Ma lo vuole concludere alle sue condizioni. Non credo, sa, che le basterebbe una dichiarazione di belle intenzioni matrimoniali da parte sua. Ci vorrebbe almeno… un fidanzato, qualcosa del genere, no? (tramestio) Scusi, mi pare…. Sì, c’è qualcuno in arrivo. Che dice? Sarà il suo fidanzato? (ride, Gisella entra, quasi  di corsa)

Scena IV (Fabio – Fiamma – Gisella)

Gisella> Buongiorno! Scusate il ritardo, spero che non abbiate atteso troppo. Un panino, un caffè e la mezz’ora è volata. (controlla l’agenda Allora, questo è l’appuntamento con i coniugi… Lorieri, vero?

Fiamma> Be’, veramente …

Gisella> Come, non siete voi i coniugi Lorieri?

Fiamma> Sì, io sì, io sono Fiamma Lorieri e …

Fabio> E io sono Fabio Correnti.

Gisella> Ah! Ah, ma… ma allora... voi non siete sposati?! (si toglie il soprabito)

Fiamma> Ecco …

Fabio> Fidanzati! Sì, signorina Cantelli, noi siamo fidanzati. Ci sposeremo tra… due mesi, ma non credo che questo possa costituire un problema e men che meno un impedimento.

Gisella> Eh no! Un attimo! Nel corso della telefonata io avevo ben specificato alla signora… anzi, signorina, che con lei attendevo qui anche suo marito. C’è una formalità precisa che io non posso assolutamente disattendere e che impone la presenza contemporanea di entrambi i coniugi. Cosa che voi non siete. Scusate, ma è condizione tassativa che non dipende da me. Io eseguo gli ordini.

Fabio> Certo. Lei ha ragione, perfettamente ragione ma… signorina, lo vede anche lei, noi ormai siamo qui e…. E poi, via, al giorno d’oggi, ma quale differenza vuol che ci sia tra esser fidanzati o già sposati. Per noi poi si tratta solo di qualche settimana. Ah certo, se lei insiste, voglio dire se è proprio necessario… be’, che dici, cara, noi potremmo anche considerare la possibilità di accelerare i tempi, vero? Passerotto, guarda che sto parlando con te.

Fiamma> Ma veramente. (arrabbiata) Insomma!…

Gisella> Su, su, non bisticciate. A minuti sarà qui il responsabile dell’agenzia e con lui ci sarà pure la proprietaria dell’alloggio, per cui parlando con loro...

Fabio> Sì, certo, ma lei… lei adesso che cosa intende fare?

Gisella> Io… ecco, fatemi pensare.... Ma sì, a ben considerare non mi sembra che lei abbia tutti i torti. Pure io non vedo una gran differenza tra essere sposati e.… E non penso nemmeno che sia necessario che vi affrettiate. Aspettate, vado a togliermi il soprabito. Con questo trasloco, qui non han lasciato nemmeno l'attaccapanni. Proprio solo un attimo. Torno subito. (esce)

Fabio> (inseguendola) Prego, faccia pure con calma. Noi intanto ne approfittiamo per dare uno sguardo  alle altre stanze.

Fiamma> (sibila) Ma si può sapere che cosa le è saltato in mente?

Fabio> Be’, l’ho vista in imbarazzo e così ho pensato di intervenire. Mi scusi ma temevo davvero che lei  si potesse tradire. Invece adesso noi due...

Fiamma> Noi due? Giuro di non aver mai conosciuto una persona così invadente e sfacciata. E adesso? Come la mettiamo?

Fabio> La mettiamo….  intanto abbiamo preso tempo. Potremo continuare a parlare con la segretaria cercando di capire tutte queste benedette condizioni. Poi magari visitare con calma tutto quanto l’alloggio, venire a conoscerne con esattezza il prezzo…

Fiamma> Sì, sì, ma poi?

Fabio> Ah, lei intende quando arriverà l’amministratore con la proprietaria. Be’, vedremo. Qualcosa di sicuro mi verrà in mente. Stia tranquilla.

Fiamma> Tranquilla? Temo che sarà un pasticcio, lei è un incosciente, un irresponsabile.

Fabio> Sì, questo può essere. Ma intanto noi due, lei ed io, siamo in ballo, siamo nella partita, lo capisce? Lei ora, la prego, mi assecondi. Faccia come le dico io. Ok? Allora… ah sì, per prima cosa mi dia del tu, anzi noi due diamoci del tu già adesso. Così ci abituiamo e non correremo...

Fiamma> (alzando la voce, quasi una furia) Ma cosa dice? Come si permette? Lei non può…

Fabio> Così, così, bene, brava!!! Ecco, così arrabbiata sei perfetta…. più naturale, credibile. (cambio tono) E sì perché quel tuo sorriso di poco fa, così tirato, credimi non era quello giusto. Molto meglio quest’aria un po’ imbronciata. In fin dei conti vedere due fidanzati un po’ nervosi in un momento così importante come l’acquisto della casa dei sogni, del nido d’amore…

Fiamma> Incredibile! È incredibile come lei riesca …

Fabio> Dammi del tu, Fiamma, ti prego. Avremo tempo poi di bisticciare. E poi per una volta: al diavolo la buona educazione. Ora piuttosto concentriamoci su quest’occasione che è - bada - la nostra unica opportunità. E ricorda: noi siamo alleati. E dobbiam tener aperto il gioco per tutti e due. Prima per te e poi, chissà, pure per me. Scusa il tono brusco, ma non ho tempo per essere gentile, dolce come tu vorresti.

Fiamma> Ah, perché lei…

Fabio> Perché tu, Fiamma. Perché… tu!

Fiamma> Perché… tu riusciresti ad essere gentile?

Fabio> (ride) Resterai sorpresa. Ah, zitta, sta tornando la signorina Cantelli.

Gisella> Allora, avete dato un’occhiata? Bello, vero? Certo, la vostra è una situazione imprevista. Temo che la signora Bassani avrà molto da obiettare. Però lei ha fretta! E anche noi, come agenzia, abbiamo interesse a concludere al più presto. Certo, il fatto che voi non siate sposati proprio non ci voleva. Immagino già i rimproveri di Achille.

Fiamma> Achille?

Gisella> L'amministratore. Già abbiamo avuto una discussione per l’avviso sul giornale. Quante difficoltà! Non era a norma. Ma mica lo capiva lui che i giornali hanno regole, che  non si può discriminare, escludere, sulla base poi dello stato civile. Esistono leggi…

Fabio> Vero, gli avvisi devono rivolgersi a tutti. Non sono possibili esclusioni o discriminazioni. Ricordi cara? Tanti anni fa - oh, scusa, tu allora eri proprio una bambina - tutti quei cartelli “Non si affitta ai meridionali”. E oggi, vedi? “Non si vende ai singles” Come noi. E così, signorina,  questo suo amministratore...

Gisella> Ah, ma non mi ci faccia pensare! Piuttosto, sapete che facciamo? Se voi siete d’accordo, io proporrei di non dir nulla. Quando saran qui,  non dite che siete solo fidanzati. Penserò poi io a spiegarlo ad Achille, in qualche modo lo convincerò. Quanto alla signora… be’ l’importante è arrivare al contratto: nero su bianco e tutto finisce, no?

Fabio> Brava, brava, questa sì che è la soluzione giusta! Nessun accenno alla nostra condizione di semplici fidanzati. Tu sei d’accordo vero, cara? (una mano sul braccio di lei)

Fiamma> Ma per favore! (poi a Gisella) Sì, certo…. (A Fabio, a parte, adirata) La smetta con queste confidenze, ha capito? Ah, signorina, scusi, vorrei affrontare... sì, insomma la questione del prezzo…. Sa, per me (Fabio la fulmina con un colpo di tosse) … per noi, è un fattore decisivo.

Gisella> Il prezzo? Tranquilla, è molto interessante, ma è competenza del ragioniere. E comunque prima occorre il benestare della signora. (voci) Ah, scusate, arrivano. Ora, via, andate di là, ammirate il panorama, quel che volete. Li ricevo io, avviso subito il ragioniere della vostra situazione, poi vi chiamo. Su, presto! (escono, si rivolge agli entranti) Entrate, prego.

Achille> Grazie, Gisella. Be’ che dice, signora? Buon pranzo, vero? E quel rosé? Un sogno. Venga, si accomodi. Gisella, veda di aiutarla.

                                                                    Scena V (tutti)

Luigina> (un po’ brilla) Oh no, faccio da sola. Piuttosto i nostri sposini son già arrivati?

Gisella> Son di là, stanno visitando l’appartamento. Ho già capito che a loro piace, sono rimasti qui a lungo, incantati anche dal panorama.

Luigina> Già, la bella vista sul fiume e la collina. Avrò nostalgia di quest'angolo così caro. Purtroppo la salute m’impone un clima più dolce. Ma voglio essere sicura che la “mia” casa continui a essere felice. Lo capisci, Achille?

Achille> Signora, tranquilla, penserò io a tutto. Si fidi.

Luigina> Fidarmi di te? Non dire sciocchezze. Ricorda invece che qui voglio gente allegra, che sappia abitare con gioia queste stanze. E lei, Gisella, non mi guardi così! Voglio sperare che un po' di sentimento, e non solo affari e guadagno, sopravviva anche in lei. Ma  basta. Scusate, mi siedo un attimo…. Ah, avvertitemi quando gli sposi saran pronti. (si siede, si appisola)

Gisella> (sottovoce) Signor Achille, le devo parlare… (lui la prega con i gesti di non far rumore. Osserva ancora una volta Luigina, poi a voce bassa)

Achille> Che cosa c’è, Gisella?!

Gisella> Un piccolo contrattempo ma…  insomma si può rimediare.

Achille> Rimediare cosa? Gisella, non mi dica che c’è qualche guaio.

Gisella> No, è solo che... i signori di là non sono, come dire… abbastanza sposati.

Achille> Cosa?! Loro non…? Ma Gisella, mi ero tanto raccomandato… e ora come la mettiamo? Ah, certo che se non siamo neanche in grado di...

Gisella> Sono fidanzati, e tra due mesi anche loro convoleranno…

Achille> Convoleranno?! Ma cosa vuole che convolino! E comunque non è la stessa cosa. La signora se ne accorgerà subito. E noi? Mi dice adesso come facciamo…?

Gisella> Io ne ho già parlato con loro. I fidanzati sono stati pronti a capire il loro interesse a non mandare a monte l’affare. Che sono due mesi? Certo con la signora dovranno dichiararsi sposati.... Oh, io più di tanto non sono riuscita ad inventare, per cui…

Achille> Va be’, va be’, d’accordo, che il cielo ce la mandi buona. Ma ora li chiami, voglio che s’incontrino subito con la Luigina. Questa faccenda si complica, cerchiamo di chiuderla al più presto. Su, vada.... E su! (Gisella esce, Achille esitante) Signora Bassani… signora… oh, signora!

Luigina> (di soprassalto) Che c’è? Ah, sei tu, Achille. Non mi ero mica addormentata, sai? Mi riposavo solo gli occhi. Allora, sono pronti i nostri primi candidati?

Achille> Sì, Gisella è andata a chiamarli. Ecco, son qui che arrivano.

Gisella> Venite, su. Allora, signora, se permette farei le presentazioni. La proprietaria, signora Luigina Bassani; l’amministratore ragionier Merlini. E da questa parte, i coniugi…. Scusate, non ricordo più il…

Fiamma> Lorieri.

Gisella> I coniugi Lorieri.

Fabio> Un attimo. Mi scusi signora Bassani ma… a dire il vero noi siamo i coniugi Correnti. Mia moglie, Fiamma … sì, lei ha l’abitudine di presentarsi con il suo cognome da nubile. Permetta allora che mi presenti. Io sono Fabio Correnti. E posso dirle, signora, che sono  molto, molto  lieto di conoscerla. (baciamano insistito con sguardi di fuoco da parte di Fiamma)

Luigina> Oh… che gentile. Sedete, prego. Bene. Allora dite, visto che è un po’ che siete qui, avete visitato immagino tutte le stanze… insomma, vi piace l’appartamento?

Fiamma> Tantissimo, luminoso, spazioso, un bel terrazzo e…

Achille> E la vista…. L’avete vista la vista?

Fabio> Panorama stupendo. E poi messi come siamo in mezzo al verde, la bella collina di fronte...

Luigina> Oh grazie, grazie. Mi spiace solo che per l’appuntamento, data l’ora insolita, insomma immagino che lei abbia dovuto interrompere il lavoro.

Fabio> No, niente affatto. Stamattina poi ho finito le mie lezioni ben prima del mezzogiorno.

Luigina> Ah, ma allora, se capisco bene, lei è un insegnante.

Fabio> Sì, professore di Lettere al Liceo qui vicino: italiano, latino…

Luigina> Oh, che bello! La invidio, sa? Cicerone, Seneca…. E poi Dante, Leopardi… ah, quanti ricordi. Il mio povero marito era innamorato della classicità, conosceva a memoria interi canti della Divina Commedia. E spesso mi declamava anche qualche verso di Virgilio, sì, l’amore di Enea e di… di… e su, aiutami, Achille!

Achille> … Poppea!

Luigina> Achille! Mi aiuti lei, professore, com’era già il nome di quella regina?

Fabio> Forse... Didone?

Luigina> Sì, proprio lei. Poveretta, così innamorata! Peccato che abbia voluto morire, seguire il triste destino.

Achille> Signora, non per intromettermi, ma se permette, vista l'ora, come dire, non vorrei…

Luigina> Achille! Ancora non ho finito e ti prego di non interrompere.

Achille> Certo, certo, mi perdoni.

Luigina> Chiedo scusa anche a lei signora… signora?

Fabio> Correnti, sì, lei è la signora Correnti. (Fiamma l’incenerisce)

Luigina> Già, Correnti… e immagino che pure lei, per venir qui, avrà rinunciato al pranzo.

Fiamma> No, non pranzo mai a casa io. L’intervallo del mezzogiorno è troppo breve per cui mi accontento di una veloce colazione al bar. E peraltro oggi ho preso un permesso.

Luigina> E che lavoro fa, se non sono troppo curiosa?

Fiamma> Import-export per una ditta che ha sede in centro città.

Luigina> Quindi è impegnata pure lei con le lingue, quelle moderne però, come l’inglese…

Fiamma> E pure francese e tedesco, indispensabili oggi con l’Unione Europea.

Luigina> Ah, già, l’Europa, il nostro avvenire, dicono. Ed è molto che siete sposati, immagino. Avete figli? (ad Achille, che sta bevendo, l’acqua va di traverso tra accessi di tosse)

Fabio> No, non ancora, signora… non ancora.

Luigina> Ah, ma… allora è meglio che vi sbrighiate. Non mi pare che vi resti molto tempo. Oh, scusate, scusate, sono imperdonabile con le mie domande indiscrete. E tu, Achille, perché non mi interrompi se divento troppo curiosa?

Achille> Ma, veramente, lei prima mi ha ordinato di … (dito davanti al naso)

Luigina> Ordinato! Che esagerazione! Comunque, prima era prima. Bene, mi ha fatto piacere conoscervi. Siete davvero una bella coppia!

Fabio> Grazie, troppo buona. Ma anche lei, signora Bassani, se lo lasci dire, è una persona davvero speciale. La sua gentilezza, esprime una simpatia unica. Lo dico, mi creda, dal profondo del cuore. Vede, mia moglie e io amiamo le persone schiette, sincere,, proprio come lei. E, per quanto riguarda i figli, be’ le promettiamo che terremo conto del suo suggerimento, vero Fiamma? (mano sul ginocchio di Fiamma, che subito  la restituisce)

Luigina> Professore, su! Non faccia arrossire sua moglie. Lei ama scherzare, vedo, e con il suo carattere allegro prende un po’ in giro il mondo… spero cominciando da se stesso. È un bel modo di vivere, un approccio brioso alla vita. Bravi! Ma ora non vi trattengo. Achille, cioè il ragionier Merlini, tra qualche giorno vi dirà. Voi intanto (complice) tranquilli.

Fabio> Oh, grazie, grazie, signora, soprattutto per queste sue ultime parole che davvero schiudono i nostri cuori alla speranza. Ah, però, prima di uscire, vorrei chiederle un’ultima cortesia. Mi piacerebbe visitare l’alloggio, con più calma però, e magari, se possibile, prendere anche qualche misura. Chissà se posso venire domani. Sa, è il mio giorno di libertà e allora…

Fiamma> (pronta) E allora verrò anch’io… caro. Alle 8:30 se va bene anche per lei, signora. Devo vedere la sistemazione del terrazzo, come collocare qui i “nostri” mobili. Prenderò un giorno di ferie, se lei non ha nulla in contrario e sempre che tu sia d’accordo, tesoro?

Luigina> Prego. Mettetevi in contatto con loro che qui seguiranno gli aspetti tecnici. Achille avrà modo di chiarirvi anche i lati più delicati, sì... economici. Adesso però andate, su, e buon appetito.

Fiamma>/Fabio> (a turno) Grazie, grazie di tutto, signora, e arrivederci. (ancora baciamano di Fabio che cinge con il braccio le spalle di una riluttante, nervosissima Fiamma)

Achille> Venite, vi accompagno. (escono, pausa, poi Gisella)

Gisella> Ma allora, signora Bassani, lei ha già deciso?

Achille> È la stessa domanda che volevo farle io. L’accenno al contratto non è prematuro? Avevamo stabilito che dovesse seguire solo dopo una sua meditata valutazione e giusta approvazione.

Luigina> Certo. E tuttavia dico che va bene così. Mi sono piaciuti. E non è solo un’impressione. Li ho ascoltati, osservati. Son proprio quelli che voglio io. Una coppia matura, equilibrata, piena di attenzioni. Loro, sì loro ridaranno alla mia casa il giusto sentimento.

Achille> Ah, bene! Affare fatto allora. Missione compiuta!

Gisella> Lei è davvero sicura?

Luigina> Sicurissima. Ho vissuto qui una vita intera con mio marito, lui ed io soli ma… con quanta pienezza. E loro mi paiono avviati sulla stessa strada. Sì! Piuttosto ho da complimentarmi con lei Gisella. E pure con te, Achille. Avete fatto subito centro. Bravi. Passerò domattina per ritirare i bagagli e quei libri. Mettimeli in valigia con cura. Poi se vorrai accompagnarmi alla stazione…

Achille> Certo, signora, sarà un onore. Ora venga che l’accompagno. E grazie ancora, Luigina, buongiorno. (esce, lui sospira sollevato) Che giornata, Gisella! Su, ancora un piccolo sforzo e domani tutto sarà finito. Devo dire che siamo stati davvero in gamba, no?

Gisella> Diciamo che ci è andata bene. E sono soprattutto contenta che, annuncio o non annuncio, le cose siano poi girate per il verso giusto. Eh sì, un po’ di fortuna…

Achille> Fortuna? Fortuna?! Gisella, questa è professionalità, conoscenza del mestiere. E vedo che lei sta facendo i giusti progressi. Cosa inevitabile del resto quando si può contare su una guida sicura e competente come la mia. Non è d’accordo?

Gisella> Be’… se lo dice lei…. (condiscendente) Venga, ragioniere, venga. (escono)

       FINE ATTO PRIMO

      ATTO II

Scena I (Achille – Gisella – Fabio – Fiamma)

Gisella> Allora è deciso! La signora conferma il suo giudizio.

Achille> Sì. Mi ha telefonato ancora  iersera per complimentarsi. Grazie al cielo, l’affare va in porto.

Gisella> Sicuro che non avrà ripensamenti? E così cediamo l’alloggio a quel prezzo…. Ah certo gli sposini saran contenti. Evviva allora: un bel po’ di lavoro in meno. (pausa) Solo che…

Achille> Solo che cosa?

Gisella> Non vorrei che ci trovassimo tra qualche mese davanti al notaio e scoprire che loro…

Achille> Che loro non si sono sposati!? Ma no, Gisella, ci mancherebbe. Sono i primi a capire che è nel loro interesse rispettare le condizioni. Mi paiono persone pratiche, di buon senso.

Gisella> E tuttavia è un peccato. Per noi, dico, per il nostro mancato guadagno.

Achille> Va bene così. Ci liberiamo pure della Luigina che come cliente non è proprio l’ideale.

Gisella> Ah, sì. Ora poi che l’ho conosciuta, con tutte le sue stranezze…. E che carattere!

Achille> Vero. E’ un po’ scorbutica e ha una visione della vita diversa. Qualche volta mi son chiesto se non abbia ragione lei.  Le cose di cui parla, i valori - come lei li chiama - be’ li sa mettere in pratica, coerente con i suoi principi. (©campanello) Va lei ad aprire, Gisella?

Gisella> Che sian già loro? Sarebbero in anticipo. (Fiamma e Fabio) Buongiorno, entrate. Siamo alle battute finali. accomodatevi.Ragioniere, la signora Correnti e suo marito.

Fiamma> Signorina Gisella, la prego, lei sa che noi non…

Gisella> Ma dovrà pur abituarsi al nuovo cognome. Tra due mesi lei e il suo fidanzato… no?

Fabio> Ragioniere, siamo allora al dunque? Sù, ci dica cosa la signora ha alla fine decretato.

Achille> Be', avete fatto un’ottima impressione. Certo lei vi considera sposati. Ed è solo su questa premessa che dà il suo assenso. Assenso di massima, ben inteso.

Fabio> Ah, bene! Questo allora significa che noi adesso possiamo tranquillamente procedere.

Achille> Alt. Prudenza, professore, prudenza. Perché lei sa cosa deve seguire da parte vostra. E da parte mia. Eh sì, perché ora tutta la responsabilità viene a cadere sulle mie spalle. Sono io che devo garantire la sicurezza del contratto e il pieno rispetto delle condizioni. Per farla breve, voi, prima della firma davanti al notaio, avete l’obbligo…

Fabio> Di regolare la nostra posizione, certo. Ma non si dia pensiero per questo. Piuttosto, dopo che ci siamo tanto preoccupati di non turbare la serenità della signora, non pensa anche lei che sia giunto il momento di mettere in chiaro la questione più delicata e, per noi che acquistiamo, non lo dimentichi, anche la più difficile?

Achille> Vuol dire il prezzo?

Fabio> Sì, proprio. Su, ragioniere, dica la cifra. Sottovoce, non dimentichi che i professori di latino hanno, quando va bene, solo tanta ricchezza spirituale. E con quella, lei lo sa, si fa poca strada.

Achille> Ah, non creda che noi, come agenzia, non ci si rimetta. Se poi si aggiunge la particolarità di quest’affare con quelle condizioni…. Oh, che vi favoriscono in modo sfacciato. Lei però ha ragione. Veniamo al sodo, apriamo gli incartamenti…. Gisella!

Gisella> Sì, ragioniere?

Achille> Per favore, la pratica.… Grazie. Allora, cerco di farla breve. La signora Bassani vende – sempre che vengano rispettate le condizioni note, e fin qui ci siamo, vero? – vende l’immobile al prezzo da lei pagato oltre trent’anni fa. Intendiamoci, prezzo rivalutato, ma solo tenendo conto del tasso d’inflazione maturato nel frattempo.

Fiamma> Come? Io non ho capito niente. Forse se lei dicesse il valore esatto della cifra che ...

Achille> D’accordo. Allora, ricalcolata, la somma richiesta ammonta a….300 mila €, vale a dire a meno della metà del prezzo di mercato. Potete davvero dire di aver fatto una vincita straordinaria.

Fiamma> (spaventata) 300 mila €! Ma sono 600 milioni delle vecchie lire! E io non so...

Fabio> Un momento, Fiamma, permetti che sia io a parlare, vero? Diciamo allora, ragioniere, che questo prezzo -  sia  chiaro, come semplice punto di partenza - tutto sommato ci pare… abbastanza ragionevole. Si capisce che poi noi...

Achille> Ragionevole? Come ragionevole! Vi sto offrendo su un piatto d’argento, ma che dico?:  d’oro, l’affare della vita e voi mi dite “ragionevole”? Ma vi rendete conto che per un affare così io, se non avessi le mani legate dalla mia funzione, be’ avrei accettato qualsiasi condizione, anche quella di sposarmi. Con chiunque… sì, perfino con... la mia segretaria.

Gisella> (piccata) Ah, grazie, ragioniere, immagino il sacrificio…

Achille> Oh no, mi perdoni, Gisella, era tanto per dire… un esempio. Lei sa la stima, quanto io… (lei rifiuta la complicità) ma qui sembra invece che gli sposi, i signori Lorieri…

Fabio> Correnti, noi siamo i coniugi Correnti.

Fiamma> Diciamo pure Lorieri…

Achille> Ma sì, Corrieri, Lorenti, quel che volete. Questo è il prezzo assolutamente non trattabile: 30% al compromesso, e saldo davanti al notaio, cioè più o meno fra 3 mesi.

Gisella> E sbrigatevi a decidere. Noi abbiamo la coda dei clienti, pronti a subentrare.

Fabio> Va bene, va bene, d’accordo. Allora diciamo…. Sì che io  accetto.

Fiamma> Come accetti?

Fabio> No, scusa Fiamma, è chiaro che volevo dire: noi accettiamo.

Fiamma> Cosa intendi con quel “noi accettiamo”?

Fabio> Semplice. Che tu ed io accettiamo. Tutto. Le condizioni e pure il prezzo.

Fiamma> Ma veramente, Fabio, io…

Fabio> Senti, non è questo il momento di discutere, davanti ad altri poi, i nostri problemi. Avremo tempo di chiarirci dopo, noi due da soli. Ora cerchiamo di essere concreti, pensiamo a prendere qualche misura. Tu hai il metro, no? Che dici se cominciassimo dal terrazzo? E poi subito qui, in questo bel soggiorno, a vedere come sistemare tutte le nostre cose.

Fiamma> No, no, alt, alt. Scusa se insisto, Fabio, ma io proprio…

Fabio> Sst, ti prego! Ragioniere, se non le spiace noi vorremmo procedere con questo piccolo sopralluogo. Lei intanto potrebbe preparare l’atto preliminare, quello che serve per formalizzare il contratto, come si chiama già?...  ah sì, il compromesso.

Achille> Va bene, d’accordo ma… tra voi è… tutto a posto? Pure per lei, signora?

Fabio> È tutto a posto, ragioniere, non si preoccupi, è tutto a posto.

Achille> Allora procedo con la preparazione del compromesso. Venga Gisella, scendiamo in portineria, lì ho lasciato i documenti. Avremo un tavolo più spazioso. Allora, a più tardi. (escono)

Scena II (Fiamma – Fabio – poi Achille da fuori)

Fiamma> Ma si può sapere che cosa le è saltato in testa?

Fabio> Fiamma! Che cosa ti è saltato in testa. Dimentichi che siamo felicemente sposati? Vuoi mandare all’aria l’affare, proprio ora che se ne sta andando tranquillamente in porto?

Fiamma> Affare?… Fabio, io non possiedo nemmeno la metà di quella somma.

Fabio> Come? Ma se, ieri, uscendo di qui, mi parlavi dell’alloggio dove abiti, che è tuo, di tua proprietà. Bene, lo vendi e concludi qui.

Fiamma> Ma no. L’ho fatto stimare proprio in questi giorni, il mio alloggetto. La valutazione di mercato è troppo distante dalla cifra che ci vuole. E io ho ben pochi risparmi sul mio conto. No, la mia è stata solo un’illusione. Per me l’affare non è possibile.

Fabio> Calma, Fiamma, calma! Aspetta che chiudo la porta perché la faccenda qui si sta facendo delicata. Allora. (pausa) Ma sì, tu puoi sempre fare un mutuo o mettere un’ipoteca su questa stessa casa. Se poi ci fosse bisogno di un aiuto, be’...  io, per esempio, potrei…

Fiamma> No, non è possibile. Con cosa estinguerò il mutuo o l’ipoteca io? Io che non ho eredità in vista e non dispongo di altri redditi. Posso far conto solo sul mio stipendio, che non consente di reggere questo impegno. No, nulla da fare. A malincuore devo cedere il passo.

Fabio> Cedere cosa?! Non capisco. E poi, scusa, a chi dovresti cedere il passo?

Fiamma> Ma a te, no? Non sei tu il secondo? Ora quindi è il tuo turno.

Fabio> Ah già, vero, adesso…  toccherebbe a me.… Solo, si dà il caso che pure per me esistano tutte quelle… condizioni. Dimentichi forse che nemmeno io sono sposato?

Fiamma> Senti, per me questa commedia è durata fin troppo. E poi le condizioni non esistevano neanche prima. Professore, apprezzo la tua bella immaginazione ma non devi volare troppo alto.

Fabio> Volare alto? Non capisco. Cosa intendi con queste parole?

Fiamma> Hai capito benissimo. Anzi, ora che so di aver perso la partita, be’, lo sai?  son proprio curiosa di vedere come riuscirai tu a venirne fuori.

Fabio> E brava! E brava! Sei veramente impagabile. E così tu ora avresti il coraggio di lasciarmi qui solo! Complimenti!  Complimenti anche per la straordinaria capacità di leggere nell’animo altrui.

Fiamma> Ah, leggere nel tuo non è difficile. Sei un libro aperto. L’esempio della persona concreta, sicura, che una volta individuato l’obiettivo lo  raggiunge, costi quel che costi, raggiri compresi.

Fabio> Obiettivo hai detto? Bene, avanti: quale sarebbe adesso il mio obiettivo?

Fiamma> Chiaro! L’acquisto dell’appartamento a lungo sognato.

Fabio> Ah. E secondo te solo… quello?

Fiamma> Come sarebbe a dire: “solo quello”?

Fabio> Cioè… non pensi che possa esistere un altro obiettivo? Che l’alloggio, a questo punto, sia solo più un fine secondario?

Fiamma> Scusa, ma non ti seguo.

Fabio> No, no. Tu mi segui, mi segui molto bene.

Fiamma> Senti, io non ho nessuna intenzione di assecondarti in un’altra avventura. Ben più impegnativa e per te, se permetti, decisamente troppo seria. No, mi basta questa esperienza.

Fabio> E così tu mi lasceresti nei pasticci. Be’, vorrei ricordare che poco fa io ero disposto ad aiutarti. E penso di averlo ben dimostrato. Io ero la spalla necessaria per portare a buon fine tutto l’affare a tuo esclusivo vantaggio. Bene, ora tocca a te darmi una mano. Mi pareva che noi, tu e io, avessimo stretto un patto e che l’aiuto dell’un per l’altra e viceversa fosse un obbligo morale.

Fiamma> Aiutarti io? E come? Fingendo di essere tua moglie, firmando con te il compromesso? Le nostre due firme insieme? No, no, caro, la mia partita si chiude qui.

Fabio> Aaah… ma perché non ragioni?Perché, non vuoi considerare la possibilità di un'alternativa?

Fiamma> Un’alternativa? Fabio, ti prego, basta!

Fabio> Aspetta! Lasciami parlare! Ah, però tu prima mi dai la parola che non t'arrabbi, va bene? Siedi, ascolta, tranquilla, senza subito reagire. Lasciami fare il mio ragionamento. Ok?

Fiamma> D’accordo. Anche se mi vien già da ridere a immaginare quale altra stramberia andrai ad inventare. E di ridere oggi proprio non ho voglia. Avanti, allora, su, parla!

Fabio> Bene. Esaminiamo le nostre rispettive situazioni. Noi siamo entrambi da sposare, tutti e due da anni alla ricerca di un alloggio, e tutti e due ora davanti allo stesso affare. Fin qui siamo stati un po’ alleati ma anche… rivali, no? Bene, adesso, ascolta…. Perché, Fiamma, non scordiamo tutta questa nostra rivalità per metterci insieme e insieme puntare a un comune vantaggioso obiettivo?

Fiamma> Noi insieme… per quale obiettivo?

Fabio> Noi abbiamo il dovere di unire le nostre forze per acquistare – tranquilla, stando ben divisi – per acquistare insieme, tu ed io, quest’appartamento.

Fiamma> Vuoi dire una… comproprietà?

Fabio> Certo! E adesso, per piacere, non mi venir fuori con la storia delle condizioni. Il notaio, al momento della firma, vorrà solo controllare la regolarità formale del contratto. Lui, se ci rifletti, è poi solo il testimone della nostra identità e garantisce per la nostra solvibilità. Il resto, che noi si sia o no sposati, quale sia la tua o la mia situazione di stato civile, be’ son cose che non interessano, non hanno, come si dice, una rilevanza giuridica.

Fiamma> Una comproprietà tutta da... inventare. 6 mesi tu, 6 mesi io? Tu d’inverno, io d’estate? A chi il Natale, a chi la Pasqua? E a Ferragosto? Chi  innaffierà le piante del terrazzo a Ferragosto?

Fabio> No, Fiamma, lascia stare l’ironia. Non è il momento. Io ti sto parlando seriamente, e con serietà ti propongo una comproprietà e anche… sì, anche una coabitazione, ecco.

Fiamma> E io, altrettanto seriamente, ti chiedo se per caso non sei diventato matto.

Fabio> Ma rifletti! Quest’alloggio è troppo grande per una persona sola. Noi invece potremmo dividercelo. Tu occupare, che so, le stanze sul lato sinistro, a io quelle sul lato opposto. O viceversa. Decidi tu. Certo, in comune avremo la cucina e poi, certo, questo bel soggiorno.

Fiamma> E magari anche il terrazzo con il suo bel panorama…

Fabio> Ma sì, certo anche il terrazzo.

Fiamma> Ma per chi mi hai preso? Fabio, ma davvero tu pensi…

Fabio> Senti, al giorno d’oggi lo fanno tranquillamente in tanti. Lo fanno le coppie non sposate, i ragazzi e le ragazze di 18- 20 anni che vogliono sperimentare la vita insieme, magari anche dividendosi le spese. Non vedo perché non dovremmo farlo noi. Il resto, quello che immagini tu…, be’ non è obbligatorio. Se viene, bene. Sempre che interessi…. E a te, questo ormai l’ho capito, tutte quelle cose lì proprio non interessano, vero? Non temere chissà quali agguati da parte mia, né di giorno né di notte. Parola d’onore.

Fiamma> Lascia stare la parola d’onore! E lascia stare tutto questo discorso assurdo. (pausa, poi cambia tono e atteggiamento) Ah, certo tu sei una miniera di fantasie, di trovate, anche divertenti lo ammetto, ma sempre così squinternate…. Ah, Fabio, Fabio…

Fabio> E tu, allora? Sei la quintessenza del perbenismo. Ma di che ti preoccupi? Di ciò che dirà la portinaia qui sotto, di quel che penserà la vicina o la tua collega d’ufficio? Fiamma, noi siamo persone responsabili, mature. E io penso che una coabitazione sia tranquillamente possibile, certo nella riservatezza e nel rispetto. E senza nessun cattivo pensiero che possa attentare alla tua virtù.

Fiamma> Ma se io ho scelto di vivere in un certo modo, se io ho rinunciato – lo so che può parere strano – ad occasioni importanti, be’, un motivo ci sarà, no? Sarà questione di carattere, di voglia d’indipendenza e poi... e poi son cose mie, e non è a te che devo spiegazioni.

Fabio> Certo che no, io mai mi permetterei…

Fiamma> E comunque se vi ho rinunciato è perché desidero vivere secondo le mie inclinazioni. Mentre ora, solo per favorirti in un affare che diversamente non riusciresti a sbloccare, io dovrei rinunciare al mio modo di vivere, tranquillo e riservato, a cui sono da sempre abituata?

Fabio> Ah, è così? Be', se davvero le cose stanno come dici, allora io son qui a chiederti subito scusa. Non era e non è mia intenzione entrare in scelte tue così delicate, personali; e men che mai forzarti a una soluzione che non sia davvero e profondamente tua. Io… ma sì, io volevo semplicemente proporti una soluzione diversa, un’alternativa, proprio niente di più. (pausa e poi mestamente) La verità è, per quel che può valere, è che sempre meno il mio obiettivo è questa casa. E tu ormai lo hai capito, vero?

Fiamma> Senti, questa notte non ho dormito. Ma non per i soldi che non ho o per il sogno che svanisce. Sono arrabbiata con me stessa: la situazione come si è svolta ieri e ancora continua oggi mi ha turbata. Mi sono trovata a recitare una parte contraria ai miei principi. Dire quelle bugie, carpire la buona fede della signora… no, questo non m’è piaciuto. Al diavolo l’alloggio e i sogni se questo deve essere il prezzo.

Fabio> Hai ragione. E non credere che anch’io non mi sia sentito a disagio. E poi tu lo sai. Io ho cominciato tutto per gioco, per curiosità. Proprio io che me ne posso stare tranquillamente altri 50 anni in quel mio buco sul corso. Solo… solo che ti ho incontrata.

Fiamma> Non dire così. Stai mettendo in gioco cose troppo importanti…. Noi non ci conosciamo, Fabio, ancora ieri mattina tu eri per me un perfetto sconosciuto e... (campanello)

Fabio> Sst, ora non parlare. Ti chiedo solo un favore: non precipitare le tue decisioni.

Achille> (bussando dall’esterno) Professore! Professore, mi può aprire?

Fabio> Subito, arrivo, ragioniere. Fiamma, io son convinto che i giochi non siano ancora terminati. Aspetta, ti prego. E intanto prova a starmi vicino, ad assecondarmi, me lo prometti? (va ad aprire)

Achille> Scusate. Professore, avrei bisogno del suo aiuto. Lei sa le formalità burocratiche, i moduli, le procedure. Ecco, al momento sarebbero sufficienti i dati di un solo contraente per cui se lei…

Scena III (Achille – Fabio – Fiamma – Luigina)

Fabio> Ah, se è solo per questo, non si preoccupi, ragioniere, scendo subito io con lei. (Luigina) Oh, signora, i miei rispetti. E mi permetta di ringraziarla dal profondo del cuore, per la fiducia e la stima che ci ha voluto accordare. Grazie. Allora, Fiamma, io ora scendo con il ragioniere, tu intanto pensa, pensa bene a ciò che ti ho detto. D’accordo? A più tardi allora. (esce, loro esitano)

Luigina> (pausa) Ah, che bella persona il suo professore, lei è proprio fortunata. Ha lo sguardo vivo di chi guarda al mondo con attenzione e, insieme, con quel tocco d’ironia che glielo fa interpretare con la necessaria indulgenza. Non è così, forse?

Fiamma> Be’, ecco…. Ma sì, penso che lei abbia ragione. È una persona spiritosa, piena di fantasia. A lui basta poco per essere contento, lui sì che sa sorridere alla vita.

Luigina> Voi mi ricordate il mio matrimonio, sa? Mio marito ed io siamo stati una coppia stranamente assortita. Impulsiva, irruente epperò intuitiva io, e lui invece calmo, prudente, capace di andare con intelligenza ai problemi. Siamo stati bene insieme, ci crede?

Fiamma> Certo che sì. E lei… sì, lei ci onora con questo paragone. Anche se non credo, signora, che lei ci abbia fotografato come davvero siamo.

Luigina> Dice? Vede io fondo il mio giudizio sulle prime impressioni. E raramente sbaglio.

Fiamma> Signora Luigina, vede…

Luigina> Mi perdoni. È che io colgo al volo la sostanza di una situazione. Sarà perché sono convinta di comprendere subito la natura delle persone. E se mio marito ci arrivava con il ragionamento, a me bastava l’intuito. E voi due, creda, anche se diversamente combinati, sembrate due persone che si  completano. Ma veniamo al sodo. Il prezzo vi pare equo?

Fiamma> Oh, più che favorevole! Il ragioniere ci ha anche spiegato la situazione con un piccolo cenno al motivo di questa sua strana decisione. Signora, posso dirlo? Lei ha una visione molto bella e generosa della vita, anche se difficile oggigiorno da comprendere.

Luigina> Ah, si dice sempre così. Il passato, chissà perché, sembra sempre migliore del presente. E non è così. Certo, prevalgono, ieri come oggi, i prepotenti. Ma se si porge attenzione ai risvolti d’umanità dei tanti che si battono per i meno fortunati, allora capirà che il mio caso è più la bizzarria di una signora che al momento di lasciare cerca un suo colpo d’ala a valorizzare forse l’unica, felice scelta della sua vita. E che mi rimane nel cuore.

Fiamma> No, la sua è una sensibilità rara. Lei, signora, è davvero una persona speciale.

Luigina> Su, su, non mi sopravvaluti. Sapesse i difetti…. E poi parlo troppo di me, e questo non va. Parliamo di voi invece. Sono curiosa, sa? Avete già preso qualche decisione su come arredare questo alloggio, rinnovarlo, magari “colorarlo”?

Fiamma> (esitante) Non credo.… (risoluta) No, signora, non credo proprio. Anzi, per quanto mi riguarda, io penso che non prenderò mai alcuna decisione. Perché, vede… (si blocca)

Luigina> Che succede, signora Correnti?

Fiamma> Lasci stare “signora Correnti”, io non sono sposata.. Sì, signora, io ho tradito la sua fiducia.

Luigina> Che cosa? Ma come è possibile…

Fiamma> Non siamo sposati, le ripeto. E neanche fidanzati.

Luigina> Oh, questa poi! Davvero voi non siete...  Eppure mi sembravate, anzi mi sembrate una coppia così… affiatata, e insieme da tanto tempo. Come posso essermi sbagliata? Vi osservavo ieri e…. (inquisitrice) A proposito, il ragioniere lo sa?

Fiamma> No, lui non sa nulla. O meglio, crede che siamo fidanzati e che prima della firma del contratto metteremo tutto a posto. È preoccupato di tenerglielo nascosto, questo sì, per non spiacerle, ma sta certo sulla nostra promessa di regolarizzare tutto al più presto.

Luigina> Mi faccia capire, Fiamma.... La posso chiamare per nome?

Fiamma> Se le fa piacere…

Luigina> Ma come avete potuto inventare una storia così. (sorridendo) E che attori!

Fiamma> Ci siamo trovati per caso, ieri mattina, qui, entrambi egualmente interessati all’alloggio, senza però conoscere bene tutte le sue condizioni.

Luigina> Questo non è possibile. L’annuncio era così chiaro…

Fiamma> No, era generico. Problemi con l’editore, ci è stato detto. La segretaria, però, è stata corretta, mi aveva ben avvertita che arrivassi con il marito. Io non sono stata a spiegarle... non mi sembrava una cosa importante. Poi qui ho incontrato Fabio e insieme abbiamo scoperto l’equivoco. E a quel punto, un po’ per scherzo e molto sul serio, abbiamo voluto capire di che si trattava e ci siamo finti fidanzati prossimi al matrimonio.

Luigina> Ah, è andata così.

Fiamma> Sapesse la vergogna, perché quando poi l’ho conosciuta… be’ lei mi è subito sembrata una persona buona. Stanotte, mi crede?, non ho dormito. Fabio poco fa ha anche cercato una soluzione per me, per me sola, proponendomi un aiuto. Ma io non ho voluto. Le chiedo scusa, anche per lui.

Luigina> Su, Fiamma non precipiti. Mi lasci pensare. Posso farle una domanda?

Fiamma> Sì, certo!

Luigina> Ma a lei, questo Fabio, conosciuto per caso e in modo così strano, le interessa davvero? Voglio dire: si tratta solo di una simpatia così o dentro c’è un diverso … lei mi  capisce.

Fiamma> Signora, l’ho incontrato per la prima volta qui ieri. Che dirle? Simpatia, sì. Solo simpatia.

Luigina> Sicura? Sia sincera. Non è che “dentro” c’è anche un certo batticuore?

Fiamma> Batticuore? Alla mia età poi… ma, signora...

Luigina> Quel batticuore non conosce età. E lei, Fiamma, lo sa.

Fiamma> Mi fa sorridere. Se c’è un lato positivo in questa mia strana esperienza è il fatto di aver conosciuto una persona come lei. Ma ora ascolti: lasciamo le cose come sono. E la prego: non dica nulla a nessuno. Scelga invece una coppia degna, marito e moglie come lei li vuole. Per rispetto di queste stanze cui sono legati i ricordi più belli della sua vita.

Luigina> Vedrò. Voglio ragionarci. Lei, piuttosto, pensi ai quello che le sta capitando. Non perda l’occasione, e non mi riferisco a questi muri. Il professore è uno spirito allegro. E lei poi è così dolce e ancora giovane per non dar retta al cuore. Sarebbe un peccato. Non lo dimentichi.

Scena IV (tutti)

Achille>Allora, tutto a posto. Firmato il compromesso, chiarite le condizioni… non resta altro che fissare la data del primo versamento e poi l’appuntamento col notaio. Sarà mia cura avvisare le parti. Lei, Gisella, annoti l’indirizzo dei signori… Correnti. Alla signora Bassani penserò io.

Luigina> Quando avrai finito di sproloquiare, Achille, mi piacerebbe fare due chiacchiere con te. Per cui se intanto ti vuoi accomodare di là…

Achille> (preoccupato) Qualcosa non va? Signora Bassani, lei sa con quanta cura io stia seguendo tutto il difficile iter di questo affare.

Luigina> Desidero solo parlarti. Sarà ben possibile, no?

Achille> Certo, ai suoi ordini. Solo che... già qui ci sono i clienti… sì, meglio di là.  Allora, Gisella, mi passi le carte. Sono tutte in ordine, vero? Bene. La precedo, signora.

Luigina> No!Dammi il braccio, invece. E non fare quella faccia, mica ti mangio.

Fiamma> Signora Luigina, ricordi. Lei mi ha promesso…

Luigina> (a bassa voce) Non si preoccupi, Fiamma. Devo solo chiarire un fatto molto personale. Stia tranquilla. E soprattutto non vada via, dopo la vorrei salutare. Intesi? Ah, Gisella, venga, venga anche lei. Achille, il braccio! (escono)

Fabio> (pausa) Ma che succede, cosa sta capitando, Fiamma?

Fiamma> Semplice. Le ho detto tutto. Tutto sfuma: il contratto e l’alloggio. Ti chiedo scusa ma proprio non me la son sentita. Mi rincresce per te, Fabio, davvero.

Fabio> Ah, è andata così.… Che peccato…. Comunque tu hai fatto bene, sì, il gioco è stato troppo tirato. Colpa mia e mi spiace solo di averti coinvolto. Scusami.

Fiamma> Ma che dici? Sei tu adesso a scusarti con me? Hai visto sfumare l’affare della vita e ti scusi? Da’ casomai la colpa al mio… come lo hai chiamato?, ah sì, perbenismo.

Fabio> Te l’ho detto, Fiamma. Per me è stato tutto un gioco. All’inizio mi sono proprio divertito. Intendiamoci, l’occasione, voglio dire quella immobiliare, be’, era davvero unica. Poi però le cose sono un po’ cambiate e… pazienza. E…. che peccato!

Fiamma> Sai, Fabio, mi sento molto meglio adesso. Vedo tutto quel che mi è successo in questi giorni da una prospettiva nuova. Sarà perché ora sono in pace con la mia coscienza... e mi va perfino di scherzare, di ridere, di ripensare soprattutto a quella mia parte di piccola truffatrice che ti assecondava - che vergogna - nel tuo progetto … ‘criminoso’.

Fabio> Be’, se non altro c’è stata allegria. no? E chissà che tra qualche tempo, riandando a questa nostra singolare stravaganza insieme, non ti capiti di ricordarla con un pizzico di nostalgia. Però, almeno questo ora me la devi concedere. Riconoscilo: un po’ è pure merito mio se ora tu sorridi.

Fiamma> Eh sì, tu sei proprio un bel tipo. Niente da dire, divertente, malizioso e così pieno di fantasie. E tuttavia anche onesto. E – lo posso dire? – pure... tanto caro.

Fabio> Caro? Caro come? Piano, Fiamma, piano con le parole E sì perché io potrei cadere in un altro equivoco e sperare alle cose  che vorrei. Che dici se tentassi un approccio diverso, magari più affettuoso? No, no, meglio, coma va di moda oggi, un corteggiamento decisamente più sfacciato.

Fiamma> Ma è possibile che non ti riesca, neanche per un attimo, di fare un discorso serio?

Fabio> Vedi Fiamma, le mie verità quasi sempre si nascondono dentro queste battute un po’ scherzose. E’ difficile per me dire le cose che contano, quelle che stanno dentro, radicate nel cuore. Ah, come sarebbe bello se dall’altra parte ci fosse l’anima giusta che sapesse interpretare le parole, capire le sfumature, cogliere gli sguardi. E soprattutto in grado di riconoscere la mia timidezza, la mia fragilità.

Fiamma> Tu timido? Fragile? Ah, questa sì che è bella.

Fabio> Vedi? Continuiamo a non essere in sintonia.

Fiamma> Perché dici così?

Fabio> Perché è vero. È tutta la mattina che io cerco quella certa corrente, l’intesa…. Inutilmente. Io ti ho detto del mio obiettivo mancato, io ti ho parlato…. E tu, sono sicuro, tu hai inteso tutto ma poi… da parte tua? Nessuna risposta. E su, dimmi quel che pensi, quel che senti. Tanto tra qualche minuto ci salutiamo e non credo proprio che, in una città così grande, a noi che abbiamo abitudini, caratteri, percorsi anche così diversi, capiterà mai più di incontrarci. Allora, vuoi, per una volta, per favore, vuoi rispondere?

Fiamma> Oh, Fabio, non insistere. Tu sai bene quanto diversi siano i nostri caratteri. Proprio tu che sei sempre così sicuro forse non riesci a capire che ci sono persone che hanno difficoltà a interrogarsi.  E via, ci conosciamo da un giorno. Come puoi pensare che io sappia che cosa davvero mi sta capitando… dentro?! Dentro sono turbata, agitata, tra mille pensieri e nuvole di un qualcosa che non riesco a…

Fabio> A… decifrare? È questo che vuoi dire?

Fiamma> Ti prego, lascia che sia io a comprendermi, chissà che la risposta non venga. (gli altri)

Scena V (tutti)

Luigina> Allora intesi, Achille. Tu inserisci quella postilla nella parte finale e staremo a vedere…. Oh, professore, come è stato gentile ad aspettarmi.

Fabio> Signora, volevo tanto salutarla, ma soprattutto chiederle scusa. So che è di partenza e che ora ha ben altri pensieri per la testa. E tuttavia, mi creda, per me è stato un onore conoscerla, un privilegio averla incontrata. E solo mi rincresce che, per quanto riguarda quest’alloggio, be’ alla fine le cose non siano andate come avremmo voluto.

Achille> Ma che dice, professore? Abbiamo già firmato il compromesso e non sarà certo la clausola inserita ora a rimettere in discussione un accordo di massima che lei e io…

Luigina> Achille!

Achille> No, mi scusi se insisto. Perché se il professore intende appigliarsi a un risibile slittamento dei tempi per invalidare un contratto chiaro e trasparente sotto ogni aspetto…. E inoltre non dimentichi che è nella discrezionalità di chi vende…

Luigina> Achille, risparmiaci! Loro, voglio dire i coniugi…. Scusate, com’è il vostro cognome? Da sposati, intendo.

Fabio> Ma signora, lei sa bene che io e Fiamma…

Fiamma> (con impeto) Correnti! Sì, signora Luigina, noi siamo i coniugi Correnti!

Luigina> Ah, brava, brava, Fiamma, brava! Capisci, Achille, i coniugi Correnti ignoravano l’esistenza della postilla che avevo dimenticato di far inserire.

Achille> Sì, ma come dicevo io, è comunque in nostra potestà…

Luigina> Achille, ascolta. Semplicemente, con la postilla aggiuntiva vorrei solo che prima di firmare davanti al notaio passino, diciamo… sei mesi? Voglio un distacco graduale da questa mia casa. Una pausa di riflessione, che potrà giovare anche agli sposi, no?

Achille> Be’, a loro veramente…. (a voce alta) Achille! Ho capito. Sto zitto, non parlo più.

Luigina> Achille! Loro devono ancora sciogliere, se l’intuito non tradisce, qualche piccolo nodo. Per cui penso che pure a voi, signori Correnti, vada bene così. Vero, Fiamma?

Fiamma> (sorridendo)Signora, davvero non so se senza di lei…

Luigina> E lei, professore?Che è mai quella faccia? Non mi dica che non è d’accordo…

Fabio> No, no, è che sono senza parole. E di lei, signora, non so se ammirare la saggezza o apprezzare l’astuzia. Solo, vorrei capire. Ma davvero tu, Fiamma…

Fiamma> Non sei tu, Fabio, quello che sa interpretare le parole, cogliere le sfumature…

Achille> Un momento. Io non capisco il senso di questi discorsi. Ma che succede, Gisella? Questa faccenda già ci è costata tanta fatica…. Ed eravamo anche riusciti a mettere tutti d’accordo. E invece adesso loro, con 'ste parole che io non riesco…

Gisella> Ragioniere, se è per mettersi d’accordo, ho l’impressione che ci abbiano pensato ben prima proprio loro tre, con la Luigina in veste di regista. Mi scusi, signora, se l’ho sottovalutata. Gli affari, è evidente, non si fanno solo con trattative e compromessi. Qualche volta conta anche il cuore. Vero, ragioniere?

Achille> Gisella, ma che va dicendo? Pure lei ci si mette? Quando è invece tutto così chiaro, scritto e sottoscritto.Signora, mi creda, è stato un accordo importante, un contratto curato da ogni punto di vista…. (Luigina lo ignora, lui a Gisella) Da parte nostra poi, Gisella, un’attenzione, uno scrupolo che….Ma c’è qualcuno almeno che mi ascolti?

Luigina> Achille! La vita è così, ognuno la capisce, ammesso che la capisca, sempre e solo  a modo suo. Adesso però pensa a chiudere la valigia, su. E poi, via! Che siamo già in ritardo.

Achille> Già, il treno. Provvedo io, non si preoccupi. (tenta di sollevare la valigia) Lei intanto, Luigina, se vuole incamminarsi…

Luigina> Un attimo, lasciami salutare. Allora: un bacio a Fiamma – ricordi di sorridere alla vita, che è così bella, sempre – un bacio d’affetto anche a Gisella, l’aspetto al mare con Achille.  Abbia cura di lui, mi raccomando. E infine un saluto caro anche a lei, Fabio. Oggi, ricordi, lei ha vinto la sua partita più bella.

Gisella> Venga signora, mi dia il braccio, e lei su, ragioniere, si sbrighi!

Achille> Arrivo! Pure il facchino mi tocca fare. (a centro palco posa la valigia e dice al pubblico) Ma qui non sono mica a posto. Anzi, sapete che vi dico? Questa è proprio una gabbia di matti!

Luigina> (da fuori) Achille! Sbrigati! Mi vuoi far perdere il treno?!

Achille> Ah, no, quello mai! Arrivo!Arrivo!(si affretta)

Fiamma> E adesso, Fabio, noi che facciamo? Mi dai un passaggio fino a casa?

Fabio> A casa? Certo, con piacere. Anche se penso che non ce ne sarebbe bisogno. Qui, in queste stanze, Fiamma, tu ed io siamo già a casa. Vieni.

FINE

* Il presente testo fu depositato in SIAE-sezione Olaf, sotto il titolo-raccolta “Commedie in tre anni”, il 12/12/2001, 0105565 di repertorio. Ha esordito, con testimonianza filmata, l'8 dicembre 2001 al Teatro Gobetti di Torino in una rassegna del Comune dedicata alle formazioni amatoriali della città. E’ stato premiato, nella versione in piemontese, come migliore commedia al Concorso di Castellalfero (AT) nel febbraio 2009. L’autore, Antonino Cavaletto, abita a Torino in corso M. D’Azeglio 60 10126, tel. 011-6689308.