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Radiogramma

di RAFFAELLO BRIGNETTI

PERSONAGGI

Voce narrante.              Èla voce attraverso le cui parole si percepiscono: 1) L'azione fra i due guardiani nel faro; 2) I rapporti fra le azioni negli altri punti del dramma; 3) Il finale e il significato del dramma. Si tratta di un'entità che partecipa: quindi non una narratrice, ma una vera interprete.

Faro.                             L'uomo del faro, solo nella scena finale.

Cargo.                           Il radiotelegrafista. II comandante. Il cuoco. L'equipaggio.

Guardia costiera.          L'impiegato.

Battello.                         Il Timoniere - Il motorista.

Transatlantico.              Il primo ufficiale. Il medico. Il comandante.

NOTA

Il ritmo, pur senza arrivare alla concitazio­ne, è incalzante. L'atmosfera è misuratamen­te allucinata.

Musica, Fisarmonica. È la musica della Voce narrante (vedi: « Suoni »).

Commedia formattata da

Voce narrante               - (femminile). Un giro d'ac­qua, mare altrimenti profondo, altrimenti ininterrotto... Al centro del cerchio, un faro... Giro della lampada, al centro: Faro           - (ve­di: « Punti sonori » e « Suoni »), in pri­mo piano.

Voce narrante               - (in secondo piano). Mi chia­merei anima... Conoscerei tutto se non fossi che questo: una condizione umana... Sei ore da questo momento, alle sei di sera, scendeva sul mare l'oscurità: la marea cominciava a crescere, come il tempo. II faro, secondo l'orario, era acceso...

Giro della lampada       - (c.s.). Poi, dissolve in profondità. Musica della voce narrante.

Voce narrante               - Uno dei due guardiani ave­va avviato il congegno girevole della lampa­da. Gettava il fiammifero usato. Si voltava in basso. Aveva intravisto l'altro... Lui so­pra, nel vano della lanterna, il più alto della torre; l'altro sotto, nella stanza circolare ap­pena più in basso... Qui il deposito del petro­lio, le porte delle loro abitazioni... In mezzo, una scaletta di ferro. Intorno alla torre per venti metri verticale sul piano marino erano buio e silenzio... (Dissolvendo) Un cargo na­vigava da Nord...

Radiotelegrafia, Morse. È sopra, in alto: Cargo (vedi: « Punti sonori » e « Suo­ni »). Qua sopra, dialogo ravvicinato, destra-sinistra.

Comandante C. Allora?

Radiotelegrafista          - Niente, comandante.

Comandante C              - Continui. Radiotelegrafia  - (c.s.).

Equipaggio                    - (Voci).

Comandante C              - Lui che fa?

Equipaggio                    - (Voci). È a prua, nell'alloggio equipaggi. Smania... Non risponde.

Radiotelegrafista          - Ci sono!

Comandante C              - Ebbene?

Equipaggio                    - (Voci).

Pausa.

Radiotelegrafista          - Per un momento... Mi era sembrato.,. No, niente. Non ci ascolta nessuno.

Comandante C              - L'apparato è debole, non siamo quasi una vera nave. Riprovi. Conti­nui a chiamare.

Cuoco                           - (arrivando). Comandante...

Comandante C              - Eh?

Cuoco                           - Vengo da prua. Gli ho preparato un bicchiere di tè ma l'ha rovesciato; anzi, mi ha mezzo scottato una mano. Non vuole in­ghiottire. Non sta nella cuccetta.

Comandante C              - Chi lo tiene?

Cuoco                           - Gli altri, il garzone di cucina.

Comandante C              - Torni lei nell'alloggio equi­paggi.

Cuoco                           - (allontanandosi). Sì.

Comandante C              - Ah, cuoco. In cucina metta qualche altro: il garzone.

Equipaggio                    - (Voci). La cucina... No... Che cucina? Il mangiare...

Radiotelegrafista          - Ecco!

Comandante C              - Dunque, radio?

Radiotelegrafista          - Una stazione costiera.

Comandante C              - Trasmetta: richiesta assisten­za medica.

Radiotelegrafia.

Radiotelegrafista          - (riferendo). Punto-nave?

Comandante C              - Che dicono?

Radiotelegrafista          - Chiedono. Vogliono sa­pere di che si tratta.

Comandante C              - È urgente...

Radiotelegrafista          - (c.s.). Quanti sono i ma­lati?

Comandante C              - Uno. Un uomo.

Radiotelegrafista          - Che male?

Comandante C              - Siamo una nave piccola: un cargo, una nave da poco carico. Non abbia­mo il medico a bordo. Non sappiamo fare una visita. É uno che sta male.

Radiotelegrafista          - Dove andiamo?

Comandante C              - Ripeta il punto-nave di prima. Andiamo da Nord a Sud,

Radiotelegrafista          - Risposta: non ci sono terre vicine.

Comandante C              - Lo sapevamo dalle carte. Potete chiamare un medico?

Radiotelegrafista          - Siamo una guardia costiera. Dovete rivolgervi al Centro Rady dico. Avrebbe anche gli specialisti

Comandante C              - Qui non c'è una radio potente. Navighiamo lontani. Radiotelegrafista, ripeta: potete aiutarci?

Radiotelegrafista          - Ci vuole tempo. Un battello di soccorso,..

Comandante C              - Interrompa. Dica che tipo di gente. Possono aiutarci?

Radiotelegrafista          - Come?

Comandante C              - Un aereo.

Radiotelegrafista          - Di notte? Un idrovolante, in mare?

Equipaggio                    - (Voci). No... Per calarsi…. qua.

Radiotelegrafista          - Stanno aspettando comandante.

Comandante C              - Dica : l'uomo sta molto male. Questo è un piroscafo senza mezzi

Radiotelegrafista          - L'impiegato della guardia costiera dice che potrebbe avvertire le navi.

Comandante C              - Quali, dove, se nessuno ha risposto?

Radiotelegrafia.

Radiotelegrafista          - Cercheranno di parlare con un transatlantico; è diretto nel porto per domani, ma si trova ancora molto a Ovest. Gli diranno di mettersi in ascolto per radiotelegrafia. La guardia dice: continuate a chiamare...

Radiotelegrafia, dissolve in alto. Motori, in basso: Battello (vedi: alti sonori » e « Suoni »), lieve. Poi indotta dalla propria musica in sottofondo, Voce narrante.

Voce narrante               - Navigazione quieta. Due uomini, un battello di legno. Traversata cura, facile cammino senza brezze, con nebbie o correnti... Buon passo per il motorista... (Dissolvendo) Mano tranquilla per il timoniere...

Sul Battello, Motore, sfumato. Voci alte.

Timoniere                      - Tempo da bagnanti!

Motorista                      - Li vorrei vedere io i bagnanti così al largo: neppure in piena stagione,

Timoniere                      - Facevo per dire. Dicevo: tempo che se appiccicassi un francobollo sopra l'oceano, domani sarebbe ancora li. I bagnanti...

Motorista                      - Sarà che li abbiamo poco simpatici.

Timoniere                      - Si capisce. Sul mare noi ci viviamo...

Motorista                      - Eccome, timoniere!

Timoniere                      - Del resto, in una serata come questa...

Motorista                      - Per essere vero è vero.

Timoniere                      - Che gli ci vorrebbe a un bagnante anche cittadino a venire al largo? Se il largo è isolato non importa; se è fuori mano...

Motorista                      - Basta che il motore funzioni. La vela non occorre nemmeno aprirla: non c'è vento

Timoniere                      - Voglio dire che da dove siamo partiti, la rotta per il faro, precisamente come in un disegno di scuola, è da Sud a Nord. Non c'è da sbagliarsi. Basta tenere l'ago della bussola sul Nord.

Motorista                      - Calcolare la velocità e il tragitto si può anche sapere quando si arriva. Il minuto esatto. Ah, sì: sbagliare è impossibile. Ci sono per esempio quelle navi da passeg­geri, quei transatlantici... Ma sai che viaggiano come treni?

Timoniere                      - (ridendo). Coi binari!

Motorista                      - Faccio un caso. Un bagnante ci sale sopra: un cittadino, un terragno. Gira più il mare lui stando sdraiato che noi per tutta la vita.

Timoniere                      - Come un pacco.

Motorista                      - Magari.

Timoniere                      - (rassegnato). Anche col motore, la nostra navigazione è vecchia. Un battello di legno che rappresenta? Niente, al paragone. Un semplice cargo è migliore.

Motorista                      - Mangerei qualcosa.

Timoniere                      - Ah.

Motorista                      - Tu hai calcolato quando si arriva?

Timoniere                                - Che?

Motorista                      - Non mi senti? Quando si arriva!

Timoniere                      - Se fai andare il motore, si dovrebbe vedere il faro alle dieci. La direzione è facile: da Sud a Nord. È bonaccia. Non avremo i mezzi dei bagnanti, ma il mare lo conosciamo. Olio... Resterà così tutta la notte.

Motorista                      - Alle dieci, dicevi?

Timoniere                      - Per vedere il faro. Poi ci vuole il tempo per arrivarci. Io calcolo verso mezzanotte. È la misura buona per lavorare con la marea : sei ore di tempo, sei metri di marea, Quando saremo lì scaricheremo calce e sabbia sulla porta.

Motorista                      - Ci aiuteranno, che dici?

Timoniere                      - È roba che serve al faro.

Motorista                      - D'altronde per trovare la sabbia e caricarla prima di partire era necessaria la bassa marea. Al faro, una volta lì, la marea sarà alta al massimo. Buona la partenza e buono l'arrivo. Sai che faccio?

Timoniere                      - Comincia il fresco, eh?

Motorista                      - (allontanandosi). Vado a prua e prendo una galletta...

 Voce e Motore, dissolvono. Musica, oziosa ma gradevole, di orchestra, lontana, a sinistra: Transatlantico mhedi: « Punti sonori » e « Suoni »). Va poi in lontano sottofondo.

Voce narrante               - Un transatlantico, in distanza grande, navigava da Ovest...

Musica (c.s.).

Voce narrante               - L'arrivo anche in questa navigazione era previsto. Più che sul battello. Nella notte, a poterla decifrare o intuire, erano uomini e viaggi presi nelle dimensioni e nelle trame del mare, avvolti nel tempo ma certi di se stessi. Ogni decisione ragionevole leniva attuata, ogni impulso, anche irragio­nevole, veniva attuato. Quanto al caso... Elemento estraneo. Il transatlantico iniziava una festa.

Musica (c.s.), più sensibile. Localizzan­dosi poi la scena, risulta in un piano in­feriore rispetto al luogo (sala nautica) del dialogo (vedi: « Punti sonori »).

 Primo Ufficiale            - (continuando un discorso). Un pettirosso, in un'isola, di ottobre... Medico. Primo ufficiale, allora perché ha fat­to il marinaio! È sposato? Primo Ufficiale. Felicemente. Medico. Porti a bordo la signora. Primo Ufficiale. In qualche viaggio... Pre­ferisco però che resti nell'isola. Se lei dovesse rinunciare a una stagione, a quale... (?). Il co­mandante. C'è quell'avviso, signore. Comandante T. Spieghi meglio. Primo Ufficiale. La guardia costiera a Est dice di metterci in ascolto per radiotelegrafia. Un cargo ha un malato a bordo. Laggiù...

Comandante T              - Dove?

Primo Ufficiale             - Nel porto. È la guardia costiera di laggiù. È tutto pronto come al solito: ci aspettano per domattina alle nove.

Comandante T              - Ovviamente frenando, come il treno. Ha avvertito la sala radio?

Primo Ufficiale             - Sì. Poi ho telefonato a lei e al medico.

Medico                          - Se è per questo, siamo in sette, a parte il dentista. Ma siamo qui e il malato è sui cargo.

Comandante T              - Che punto-nave?

Primo Ufficiale             - Settanta miglia a Nord del faro che noi abbiamo davanti sulla linea Ovest-Est. Rispetto a noi il cargo è a cento-ottanta miglia.

Comandante T              - Ah...

Medico                          - Questo è il fatto. Telefono.

Primo Ufficiale             - (in secondo piano). Sala nautica...

Comandante T              - Dovremmo deviare. Cento-ottanta miglia, nove ore... Sente? Musica, sottofondo.

Medico                          - La festa.

Comandante T              - Il commiato: è una tradi­zione che va rispettata. Domani, arrivo per mille passeggeri orologio alla mano. Ci vor­rebbe tempo.

Primo Ufficiale             - (tornando). Siamo in con­tatto col cargo, signore.

Musica, dissolve. Radiotelegrafia, via via in primo piano, in alto: Cargo.

Radiotelegrafista          - Risponde. Il transatlan­tico è pronto.

Comandante C              - Possono venire qui?

Radiotelegrafista          - Noi quanti nodi fac­ciamo?

Comandante C              - Otto; un po' più, forzando.

Radiotelegrafista          - Siamo a centottanta mi­glia l'uno dall'altro. Anche a venirci incon­tro, sono sempre più di sei ore.

Comandante C              - No no: troppo tempo.

Radiotelegrafista          - Per noi e per loro, di­cono. Cos'ha il malato?

Comandante C              - Gli manca il respiro.

Radiotelegrafista          - Perché.

Comandante C              - Non parla. Non lo sappiamo.

Radiotelegrafista          - Chi lo cura?

Comandante C              - Il cuoco...

Radiotelegrafista          - Interrompono. Vogliono dire qualche altra cosa.

Comandante C              - Allora?

Radiotelegrafista          - Il comandante del trans­atlantico parla di una possibilità. Tutti e due abbiamo davanti un faro, ognuno sulla pro­pria direzione. Loro potrebbero esserci a mez­zanotte.

Comandante C              - Noi non ce la facciamo. Aspetti... Alle due di notte.

Radiotelegrafista          - Lasceranno un medico al faro. Passeranno dal faro e ci lasceranno un

Medico                          - Al nostro arrivo, noi, lo tro­veremo. Pausa.

Comandante C.             - (incerto). Un appuntamento, per di più sfalsato di un paio d'ore...

Radiotelegrafista          - Il comandante del trans­atlantico dice proprio a lei...

Comandante C              - A me?

Radiotelegrafista          - Sì. Facciamo il possibile.

Comandante C.             - (dissolvendo). Possibile... Una

condizione umana...

Giro della lampada, al centro: Faro. Poi, poco più sotto, un suono, riconosci­bile come una lama di coltello che vie­ne arrotata (vedi: « Punti sonori » e « Suoni»).

Voce narrante               - Sinistra appoggiata alla sca­letta di ferro, coltello nella destra, punta, la­ma, lama, punta, era dal momento dell'ac­censione che il guardiano in basso arrotava. Sotto, sopra, strisciava; luce, oscurità; metal­lo su metallo, continuava, come per mecca­nismo: aspettava. Nel vano della lanterna l'altro non aveva vie d'uscita.

Abbastanza a lungo, i soli due suoni (c.s.): Giro della lampada, Lama. Poi, dissolvenza in profondità: Musica della voce narrante.

Voce narrante               - Nessuno dei due aveva la visione e neanche l'avvertimento che altri fos­sero in questo mare. Da lontano, gli altri potevano figurarsi, nel faro, un'oziosa pace.

Musica                          - (c.s.).

Poi, Macchina da scrivere, a destra: Guardia costiera (vedi: « Punti sonori » e « Suoni »), lieve.

Impiegato                      - (volenteroso, un po' scodinzolan­te, con voce poco e inutilmente alta, al radio­telefono). Dite dite. Ah, eh: guardia costiera, sì. Siamo stati noi a farvi mettere sulla radio­telegrafia. S'intende... Anzi, sono stato io. Come? Che? (Rivolgendosi nella stanza a qualcuno che scrive a macchina) Stai un po' zitto con quella macchina! Fammi sentire. Non capisci che è una nave di quelle alte? Saremo superiori al cargo, ma lei è in cima a tutto!

Macchina da scrivere, dissolve. A sinistra, lontanissima, Musica del transatlantico (vedi: «Punti sonori »). Segue una scena fra destra e sinistra, su una distanza immensa, con passaggio, però, poi, come per sogno, al dialogo con voci anche in primissimo piano (ve­di nota).

Impiegato                      - Parlate. Sì, sento bene. Musica, eh? A bordo, dico. Eh, be'... (Sognante) Mi sarebbe sempre piaciuto...

Primo Ufficiale             - (inaspettato, remoto, a si­nistra, dopo un breve sorriso come a dire: anche a me sarebbero piaciute tante cose). Come si presenta il faro tra noi e voi: ha un molo?

Impiegato                      - Ma non avete trovato il cargo? Il malato è là sopra.

Primo Ufficiale             - Sì, per radiotelegrafìa.

Impiegato                      - Ben fatto. Lo dicevo, io. Loro non hanno la radiotelefonia come nel nostro caso. Ma il faro, il molo: nientemeno vor­reste andare lì?!

Primo Ufficiale             - Passeremo dal faro.

Impiegato                      - Scherzate. Chi è all'apparecchio: il marconista?

Primo Ufficiale             - Il primo ufficiale.

Impiegato                      - Hai detto niente... Ci deve essere soddisfazione! Un transatlantico di quella portata. Musiche, danze... Vi aspettiamo do­mattina alle nove.

Primo Ufficiale             - Il faro! Ha un molo, com'è fatto? Non figura come stazione radio...

Impiegato                      - Eh, altro che radio. Non ha nien­te. Che ci andate a fare?

Primo Ufficiale             - Lasceremo lì un Medico    - Il cargo arriverà dopo e troverà il Medico

Impiegato                      - Perché allora non portate il me­dico sul cargo.

Primo Ufficiale             - Calcolati i tempi, per lui sarebbe quasi lo stesso. Con la differenza che così noi manterremo l'orario. C'è di mez­zo anche la marea. Il nostro arrivo è calco­lato come deve essere calcolato: col ciclo alto della marea. Ha un molo o no questo faro?

Impiegato                      - Dipende. È sopra uno scoglio. Non c'è altro. Per l'attracco, per un trans­atlantico neanche a dirlo.

Primo Ufficiale             - Caleremo una lancia. An­che il cargo.

Impiegato                      - Quand'è così...

Primo Ufficiale             - Dunque?

Impiegato                      - Qui risulta che ci sono due at­tracchi. Uno in basso, ma quello quando c'è la marea resta sotto. Sono sei metri di ma­rea. Lo sapete. L'altro, lo scalo per la marea alta, è abbastanza vicino alla porta della tor­re. Un molo, dite voi?

Primo Ufficiale             - Sì.

Impiegato                      - Macché molo! Uno spiazzo, un po' di muratura.

Primo Ufficiale             - Basterà...

Impiegato                      - E ci sono voluti anni. Che io sappia, dieci, quattordici, (Un po' ridendo) Come me: ne ho quasi cinquanta, e sono fidanzato da quindici anni! Loro comincia­vano, piazzavano sullo scoglio quel poco di muratura, poi il mare imballava tutto e lo scoglio tornava liscio come il muso di un ca­ne; insomma, quasi liscio.

Primo Ufficiale             - Intorno ci sono bassifondi?

Impiegato                      - Non avete le carte?

Primo Ufficiale             - Non quella particolareg­giata. Non è previsto che un transatlantico si accosti a un faro.

Impiegato                      - Che dicevo: che ci andrebbe a fare? Ora io a proposito dei bassifondi non saprei. Guarderò. C'è una pratica, questo lo ricordo bene.

Primo Ufficiale             - Che pratica?

Impiegato                      - Cose lunghe... Lo ricordo per­ché sono mesi che attraverso il comando ci parlano, dal faro, di una riparazione; qual­cosa del genere. Allora cominciano a dare ordini: la guardia costiera mandi i muratori e i materiali. Si dice, si scrive: la guardia costiera... Mi ascolta?

Primo Ufficiale             - Ascolto. Ma che c'entra?

Impiegato                      - C'entra, c'entra. Spiegavo che i carteggi qui sono sul tipo della marea. Guar­derò, per i bassifondi. La riparazione, mah, quella, sarà per uno dei due attracchi, forse per quello che resta sotto con la marea alta. Dico forse... E lei?

Primo Ufficiale             - Non so, che vuole che sappia io di questa riparazione!

Impiegato                      - Plàffete. Voi navigate, quelli stan­no al faro, altri navigano: tutti gli uomini uno per uno vivono in una cesta e non ve­dono quello che c'è nelle altre ceste. Ma una guardia costiera come fa a mandare i mu­ratori se prima non ha assicurato sul faro i materiali per murare? Qua intorno per esempio non c'è sabbia. A lei non sembre­rà, ma è un problema. La sabbia c'è molto lontano, a Sud. Allora ecco cosa ti andiamo a pensare: abbiamo pensato che in un mo­mento di calma un battello parta da Sud e vada al faro con la sabbia; già che c'è, an­che con la calce. Un viaggio e due servizi. Buona, questa.

Primo Ufficiale             - Siete pieni di immagina­zione.

Impiegato                      - (non avvertendo l'ironia). Non è per dire... Anche a me però sarebbe piaciuto navigare : o meglio, trovarmi su un transatlan­tico, una nave così bella; maggiordomi, mu­siche, cuoi; toh: cuoi e cuochi. E anche cuo­ri! Laggiù è calma?

Primo Ufficiale             - L'acqua non si vede. Esi­ste...

Impiegato                      - Qui pure: calma piatta. Chissà quante miglia è largo questo cerchio di ma­re stabile. Questa sarebbe stata una sera dolce per partire... Almeno se ne fossero accorti sopra il battello: io al loro posto avrei caricato calce e sabbia, e via; sarei andato. Saranno sei ore in tutto dalla costa a Sud fino al faro. Vede, è che...

Primo Ufficiale             - Guardia costiera: il no­stro è un altro problema!

Impiegato                      - E questo? Fatto sta che altro è, in mare, andarci con una nave come la nostra, altro è dover approfittare del momento di calma...

Primo Ufficiale             - (inserendosi, come fra sé). E altro è essere in terra...

Impiegato                      - ... per portare su un faro calcina e sabbia con un battello. Si tratta di mare aperto, mi spiego? Ma io non so se loro con quel barcone siano già stati al faro giorni fa, oppure ci vadano stasera, stanotte, o portino la calce fra un mese... Adesso mi vedo anch'io nella cesta.

Primo Ufficiale             - Comunque ci dia le in­formazioni, appena può.

Impiegato                      - I bassifondi. Stia tranquillo! Tan­to al faro non ci arrivate subito. Pensate alla vostra festa di bordo. Al resto penso io...

Musica del transatlantico.

Impiegato                      - Dimenticavo il malato. Be', a più tardi: a presto!

Musica (c.s.), con l'azione che passa tut­ta sul transatlantico, a sinistra (vedi: « Punti sonori»).

Comandante T              - Timoniere, chiuda.

Musica, finisce nel rumore della porta che si chiude.

Comandante T              - (al medico). Così?

Medico                          - Gliel'ho detto: sette più il dentista. Ma il malato non è a bordo.

Comandante T              - Perché hanno chiamato di nuovo?

Medico                          - (continuando). Anche la radiotele­grafia... Non è come a voce. Sono andato, ho sentito. Il convegno al faro va bene: ma intanto?

Comandante T              - Come, « intanto »?

Medico                          - Il malato non respira. Non regolar­mente.

Comandante T              - È grave...

Medico                          - Ha difficoltà di respiro. Che tipo di difficoltà? Perché? C'è questo da sapere.

Comandante T              - Allora è in pericolo.

Medico                          - Ci può essere pericolo.

Comandante T              - Cambiamo rotta e andiamo direttamente sul cargo.

Medico                          - Non è affare di rotta. È il respiro. Ho sentito che anche a correrci incontro noi e il cargo impiegheremmo oltre sei ore, più il tempo per imbarcare il malato. (una pausa) Se lo avessi qui… non si tratta di ore ma di aria, di vita. L’appuntamento al faro servirà dopo, qualunque cosa si fa prima. Ma prima?

Comandante T              - Che si potrebbe fare?

Medico                          - Una decisione.

Comandante T              - Quale?

Medico                          - Dovrei prenderla io.

Comandante T              - Sono un marinaio... Ma appunto un marinaio e poi un comandante è necessario porto il transatlantico fino al cargo. L'orario di arrivo... Pazienza.

Medico                          - È più complicato. Se il malato va a vivere fino al faro, è meglio, adesso non fare niente. Ma c'è pericolo. Se sta morendo? Si dovrebbe tentare qualcosa immediatamente.

Comandante T              - E’ davvero più complicato.

Medico                          - Solo questo: sapere di che natura è quella difficoltà di respirare, fino a quel punto... Conoscere questo. Mi basterebbe.

Comandante T              - Certo.

Medico                          - Non si annullano le situazioni. Di tutto quanto so per capire, in questo io non capisco. È più difficile superare 1a circostanza che essere sulla luna.

Comandante T              - Che uomo è?

Medico                          - Il malato? Piuttosto Giovane. Magra e una bambina. È un ingrassatore di macchina. Dal cargo dicono che l'hanno trovato nell'estremo passaggio verso poppa vicino l'asse dell'elica.

Comandante T              - Macchina alternativa?

Medico                          - Chiudendo il suo turno l'ingrassava. lubrificava l'apparato di trasmissione. È giovane. A quanto ne sanno, fino ad oggi è stato bene.

Comandante T              - Avrà battuto la gola. Che hanno detto sul male?

Medico                          - Calma.

Comandante T              - Del resto anche qui...

Medico                          - Pace. Sotto questo aspetto, il man Una notte felice.

Comandante T              - Il carico?

Medico                          - Ci avevo pensato. Pensavo a qualche esalazione. Ma nessun altro a bordo né in macchina né in coperta si sente male. Il malato, invece, non riusciva a respirare né da basso né dentro l'alloggio equipaggio. Io l'ho fatto portare in alto, nella sala nautica anche lì non respira. D'altronde la nave è scarica.

Comandante T              - Neanche l'infermeria, naturalmente.

Medico                          - No... E una piccola carboniera,equipaggio di scarsa gente. Ha lasciato un nolo di carbone a Nord e ora va a caricarne un altro diretta a Sud...

Comandante T              - (interrompendo). Vediamo. Torni alla radiotelegrafia; cerchi ancora di sapere, di intuire. Io sono pronto a ogni manovra. Non perdiamo tempo.

Musica, torna riaprendosi la porta.

 Medico                         - (uscendo). In ogni modo continueremo sul faro. Almeno è un riferimento.

Comandante T              - Intesi.

Musica, dissolve, a sinistra. Al centro, Giro della lampada: Faro. In primo piano, per breve tempo, il suono del Coltello arrotato sulla scala, già sentito. Lotta. Fra due uomini, improvvisa, violenta, ma senza voci o parole (vedi «Suoni »). I rumori, nella lotta, sono anche quelli relativi agli ambienti e oggetti fra poco indicati dalla Voce naturante. Nella torre i movimenti sono ver­ticali, sopra e sotto (vedi: « Punti so­nori »).

Poi, questa scena si perde in profondità al centro del cerchio: in avanti viene, eventualmente con la propria musica in sottofondo, la Voce narrante.

Voce narrante               - Nel faro, di scatto, il guar­diano in alto si era mosso : aveva spento la lampada, rapido, con la mano, poi rovesciandosi nel buio improvviso. All'oscuro era av­venuta la lotta aspra, cieca. Piombava l'uomo disarmato in una stanza circolare, quella del sesto piano, usata nella torre per gli arnesi meccanici : serrava il pugno sopra una chiaveinglese. L'altro puntando il coltello pre­cipitava inseguendolo in un vano circolare al quinto piano, ripostiglio confuso di stop­pa, vernici, candele, stracci. Si era perso. Entrambi erano persi e armati: ciascuno te­meva che l'altro fosse sopra. Unico riparo, silenzio.

Musica, dissolve.

Macchina da scrivere: Guardia costiera (vedi: « Punti sonori »), in sottofondo, solo un accenno.

Impiegato                      - (querulo). Eh eh, transatlantico? È ancora il primo ufficiale, eh? No, volevo che, per quei bassifondi : dipende da quan­do sarete al faro! Sono le sette. Scommetto che voi che navigate non avete fatto caso che Va siete tutti più alti di un metro... La ma­rca, certo. Noi e il faro andiamo giù, voi lite. Eh eh! Chiudo.

In basso, Motore: Battello (vedi: « Punti sonori »), lieve, accennato.

Motorista                      - Non avevi detto tu che fa fresco?

Timoniere                      - È un bel po'... Al timone l'ho Sentito prima.

Motorista                      - Non ci crederai. Ho i piedi ge­lati.

Timoniere                      - Pescatori, palombari e marinai pentono sempre freddo. Marinai di cabotag­gi da battelli di legno... Uomini magri... Che joanto ai transatlantici, alle petroliere...

Motorista                      - Quella è tutta un'altra cosa.

Timoniere                      - (udendo). Non sanno fare nep­pure un nodo.

Motorista                      - Ma sono al caldo...

Timoniere                      - A volontà. Come e meglio che |i terra.

Motorista                      - Ora che ci ripenso senti che mi capita.

Pioniere                         - A terra o in mare?

Motorista                      - Ero in mare, ma mi pareva di [ilare a terra. Fu quella volta che dissero: «portiamo a vedere un transatlantico. Hai m'idea?

Timoniere                      - Vieni più vicino. Non sento.

Motorista                      - Chiudo la cabina. Motore, dissolve.

Motorista                      - Dunque alla scuola per moto­risti fanno: vi ci portiamo. Intanto, non mi passava per il capo che esistessero motori di quella fatta. Monumenti! E due motori...

Timoniere                      - Questa è nuova!

Motorista                      - Se te lo dico io... Due motori con due eliche! A petto a quelli il motore che abbiamo noi a bordo ha la potenza di una gazzosa. Tu dici che è questo motore, che ti ha fatto diventare mezzo sordo?

Timoniere                      - Sarà stato anche il fresco...

Motorista                      - E allora figurati quelli laggiù, li hanno messi in moto per prova. Be': ci credi? Un ciclone!

Timoniere                      - Hai capito...

Timoniere                      - Già, mi sono sempre domandato come fanno a non sporcarsi.

Motorista                      - Certi sono bianchi, certi neri... Ma, anche se da lontano non si vede, hanno una linea d'acqua che da sola è più alta di questo battello: sicché sotto c'è un altro co­lore, e l'acqua dei porti non macchia il bian­co... Poi, li pitturano...

Timoniere                      - Vernice anche questa a volontà.

Motorista                      - Bianchi, ariosi; e in mare aper­to, a tutta velocità, in equilibrio sopra una nuvola di schiuma; belli come nuvole! Vi­sioni... quelli non sapranno fare i nodi, però sono sempre qua e là coi pennelli. Rinfresca­no, lustrano...

Timoniere                      - Bah, pennelli!

Motorista                      - Non ti persuade. D'accordo. È un altro modo di navigare. Altri equipaggi, altra vita. Ogni marinaio la vede a modo suo e ognuno naviga in una barca.

Timoniere                      - Dimmi un po'. Se loro allungano un braccio, lo toccano il mare?

Motorista                      - Ah ah, bella!

Timoniere                      - Davvero bella... Del resto un marinaio non conta per il lavoro che fa, ma per come lo fa, e non per la nave dove è, ma per come è il marinaio.

Motorista                      - Proprio d'accordo.

Timoniere                      - Io, su una di quelle nuvole, che ci farei?

Motorista                      - Oh, anch'io.

Timoniere                      - Se è come dici tu, a quest'ora, con motori come quelli, sarei sordo spaccato.

Motorista                      - Però hai detto che potrebbe en­trarci anche il freddo. In questo caso... Un momento. Ho i piedi gelati sul serio. Si può sapere... (?).

Timoniere                      - Gelati come? Avrai freddo.

Motorista                      - Fammi levare le scarpe. Un mo­mento. E da quando sono> venuto da prua... Come se fossero bagnati, piedi e scarpe.

Timoniere                      - (incredulo). Che prua!

Motorista                      - A prua, sì. È stato quando sono sceso per la galletta. Scendo, piglio la gal­letta e comincia questa specie di umido...

Timoniere                      - Allora le scarpe?

Motorista                      - Oh...

Timoniere                      - Be'?

Motorista                      - I calzinotti di lana...

Timoniere                      - Fammi sentire!

Motorista                      - (con lieve sgomento, benché non allarmato). Ho i calzinoci bagnati.

Silenzio. La scena cade, più triste che drammatica: sperduta, notturna. Al centro, Giro della lampada. Improv­viso, un Barattolo         - (vedi: « Suoni ») schiz­za e rotola più per le scale della torre. Sobbalzi su gradini numerosi, movimen­to elicoidale alto-basso (vedi: « Punti so­nori ») come fino in fondo a un pozzo. Giro della lampada. Poi, in alto, Radiotelegrafia: Cargo.

Radiotelegrafista          - Riprendiamo fra un istante.

Comandante C              - Come: ci lascia?

Equipaggio                    - (Voci). E ora? Se il transatlan­tico... Che si fa?

Cuoco                           - Comandante, vuole respirare. Dà cal­ci. Io non ce la faccio a tenerlo!

Comandante C              - Chiami lei, radiotelegrafista. Ripeta: richiesta assistenza medica. Si può avere il medico? C'è?

Radiotelegrafista          - È proprio il medico che ci ha fatto portare il malato qui nella sala nautica.

Equipaggio                    - (Voci). E lui... È un Medico.

Radiotelegrafista          - Non posso chiamarlo. « Riprendiamo fra un istante ». Chiama il transatlantico.

Equipaggio                    - (Voci).

Cuoco                           - (al radiotelegrafista). Domandagli su­bito che devo fare.

Comandante C              - Sì, appena chiama gli do­mandi...

Radiotelegrafista          - (interrompendo). Ecco.

Radiotelegrafia, da lontano, remota, da sinistra (Transatlantico).

Radiotelegrafista          - (« traducendo », lento). Ha la gola gonfia? (Al comandante) Risposta?

Comandante C              - (incerto). Eh...

Cuoco                           - (al radiotelegrafista). Digli di no. (Poi, a tutti) Mi pare di no.

Radiotelegrafista          - È ferito?

Cuoco                           - No.

Radiotelegrafista          - Gli è capitato qualcosa? Ha battuto?

Cuoco                           - (incerto a sua volta). Chissà... Se po­tesse parlare...

Comandante C              - Non riusciamo a saperlo. Era a poppa. Da allora non ha parlato. Dà calci: che facciamo?

Equipaggio                    - (Voci).

Radiotelegrafista          - Legatelo.

Cuoco                           - E sul pavimento.

Radiotelegrafista          - Un attimo... Su una branda, un tavolo.

Comandante C              - Il tavolo delle carte nautiche.

Equipaggio                    - (vociando, con movimento). Il tavolo di rotta... Su... Forza... Via!

Radiotelegrafista          - Legategli i piedi e le gambe. Non il petto. Qualcuno gli tenga le spalle sul tavolo. Meno sforzi fa meglio è. Aiutatelo a respirare.

Cuoco                           - Digli che ci sono io.

Comandante C              - Lasci stare. Che tipo di aiuto?

Cuoco                           - (con iniziativa, ma dubbioso). Magari quella cosa artificiale.

Equipaggio                    - (Voci). Ah... Eh!

Radiotelegrafista          - Silenzio... No: è la gola che non va. Se non si vede niente fuori, è dentro.

Comandante C              - Ma allora?

Cuoco                           - Gli hai detto che affoga?

Radiotelegrafista          - Aspetta. Trasmettono le parole del medico.

Radiotelegrafia             - (c.s.).

Radiotelegrafista          - (ascoltando, a lungo). Sì... Ah.

Equipaggio                    - (Qualche bisbiglio).

Comandante C              - Che dice? Radiotelegrafìa (c.s.).

Radiotelegrafista          - Le precise parole. Non c'è più tempo per sapere. Sospendiamo. Rinunciamo a sapere perché: il malato non respira e fra poco ci potrebbe essere l'asfis­sia. Un'infezione, un ascesso, qualcosa di estraneo in gola... Bisogna che respiri. Toccategli la laringe.

Cuoco                           - La laringe?

Radiotelegrafista          - Il pomo d'Adamo.

Pausa.

Radiotelegrafista          - Toccato?

Comandante C              - Sì.

Radiotelegrafista          - Avrete sentito se qual­cosa succede dentro.

Comandante C              - Che succede?

Radiotelegrafista          - Non si può dire presto e con precisione. Vi sarete accorti se fino alla laringe il passaggio è libero, sia da sopra che da sotto; se lì, invece, non è libero... Comandante C.

Cuoco                           - (consigliandosi). Mi pare... Provi lei, qui... Be', forse. Un formicolio... Qui, qui!

Radiotelegrafista          - Ci avete sentito uno sforzo?

Comandante C              - Un formicolio.

Cuoco                           - L'aria, il respiro!

Radiotelegrafista          - Ancora il medico.

Radiotelegrafia             - (c.s.).

Radiotelegrafista          - Quando vi ho lasciato poco fa ho avvisato il comandante. Noi col transatlantico saremo al faro; io scenderò al faro. Arriverete. Ma ora è urgente far respi­rare il malato. Una cosa di fortuna. Dovete farlo voi.

Comandante C              - Ora?

Radiotelegrafista          - Subito.

Equipaggio                    - (Voci). Noi? Ora? Impossibile... Da soli...

Comandante C              - Come si fa...

Radiotelegrafista          - Un taglio.

Comandante C              - Un taglio?!

Equipaggio                    - (Voci).

Silenzio.

Radiotelegrafista          - (controllato, ma con emo­zione). Bisogna operare: subito.

Radiotelegrafia             - (c.s.), via via dissolve.

Musica della voce narrante, a lungo.

Voce narrante               - Un'altra ora: le otto, quat­tro ore fa. Al quinto piano della torre il guar­diano pronto nell'oscurità con la lama era inciampato in un barattolo di vernice. Una follia sonora... L'altro, dal rumore, aveva capito di essere sopra. Si calava a sua volta alzando la chiave inglese. Apriva, temeva, tentava una stanza rotonda: quella, dell'odo­re, dei viveri. Era al quarto piano. Adesso l'uomo col coltello veniva a trovarsi sopra. Scalzi, con occhi rossi... Non accendevano luci e non si svelavano ma si appostavano. Nessuno dei due era tornato sulla lanterna inutilmente girevole. Un faro spento; un trans­atlantico, un battello, un piroscafo del car­bone...

Musica, dissolve.

Radiotelegrafia. Scena in alto, punto meno lontano rispetto a prima: il Cargo è in navigazione verso il centro (vedi: « Punti sonori »).

Radiotelegrafista          - La stazione costiera non può aiutarci.

Comandante C              - Perché?

Radiotelegrafista          - Non può. O metterci in contatto con il Centro Medico, ma dovremmo avere un apparecchio più forte; o fare da soli; o il transatlantico.

Comandante C              - Ma si tratta di un'operazione!

Equipaggio                    - (Voci).

Cuoco                           - Gliel'hai spiegato che è un taglio?

Radiotelegrafista          - Che la chiamavo a fa­re! Ho detto: voi, a terra, capite?

Comandante C              - E la guardia costiera?

Radiotelegrafista          - Sì, ma la decisione non può essere che vostra. Poi ha attaccato con un battello.

Comandante C              - Un battello?

Radiotelegrafista          - Di legno. Sembra che uno di questi giorni vada al faro, con sab­bia, calcina... Stasera potrebbe essere in mare.

Comandante C.             - (spazientito). Che c'incastra questo battello?

Equipaggio                    - (Voci). Un battello... C'è un ma­lato, qui.

Radiotelegrafista          - Per dire che i soli mez­zi...

Comandante C              - Piuttosto, il faro: già che c'è dica se almeno lì è tutto a posto.

Cuoco                           - I fari sarebbero fatti per vederli, e basta.

Comandante C              - C'è nebbia? Spieghi se fun­ziona.

Radiotelegrafista          - A posto.

Comandante C              - Noi non abbiamo radar.

Radiotelegrafista          - Meteorologia ideale. Nella torre hanno petrolio, lampade, mani, fiammiferi... Possono agire sempre. All'oc­correnza devono mandare razzi e segnali. E tassativo che il fanale si veda sempre. È scrit­to nelle disposizioni.

Comandante C              - E notte..

Radiotelegrafista          - Non sarà una notte straordinaria.

Cuoco                           - Tutti, più o meno, siamo capitati in quelle guardie costiere...

Equipaggio                    - (Voci). Stanze... Apparecchi...

Cuoco                           - Stanze.

Radiotelegrafista          - Ricomincia: i soli mez­zi che si sa che navigano nella zona sono il legno...

Comandante C              - Il battello!

Radiotelegrafista          - E il transatlantico. Ma il legno non è sicuro.

Comandante C              - Non serve! (Risoluto). Chia­mi il transatlantico. Radiotelegrafia.

Radiotelegrafista          - (chiamando). Lo pensava anche la guardia costiera. Diceva: il transatlantico è l'unico soccorso; se non altro c'è il medico.

A sinistra, breve, Musica del transatlan­tico, questo pure meno lontano di pri­ma (vedi: « Punti sonori »). Dialogo diretto fra sinistra e alto: Trans­atlantico e Cargo.

Medico                          - Avete deciso? Non aspettate...

Radiotelegrafista          - Potrebbe essere peggio.

Medico                          - Che colore ha il malato?

Radiotelegrafista          - Viola.

Medico                          - È già, peggio. Liberategli la gola, incidete.

Radiotelegrafista          - Chi deve farlo?

Medico                          - Avete paura?

Radiotelegrafista          - Sì.

Medico                          - Vi guido io.

Radiotelegrafista          - Nessuno qui è in grado di fare un taglio. Non c'è il necessario.

Medico                          - Dovete tagliare. Voi sarete al faro alle due: ci vogliono ancora sei ore. Il ma­lato non resisterà. Liberategli la gola; date­gli aria, intanto. È inutile altrimenti che io vada al faro. É un uomo: tentate.

Radiotelegrafista          - Abbiamo chiamato la guardia costiera.

Medico                          - Può mandarvi un medico?

Radiotelegrafista          - Troppo tempo.

Medico                          - Un idrovolante?

Radiotelegrafista          - No, di notte.

Medico                          - Fate bollire dell'acqua. Dove e co­me si trova il malato?

Radiotelegrafista          - Sul tavolo delle carte nautiche. Gambe e piedi legati al tavolo. Il cuoco lo tiene per le spalle.

Medico                          - Due sole persone. Legategli anche le braccia. Il cuoco gli passi sotto le spalle un cuscino. Lo tenga da dietro la testa, per le tempie; gola alta e scoperta, torace scoper­to. L'altra persona...

Radiotelegrafista          - Chi...

Medico                          - Nessuno ha mai visto un intervento chirurgico?

Radiotelegrafista          - Siamo marinai...

Medico                          - Il comandante?

Radiotelegrafista          - Nella scuola per diventare capitano ha studiato solo le medicazioni le fasciature e l'igiene.

Medico                          - Qualcuno è stato infermiere; esempio, nella marina militare?

Radiotelegrafista          - No.

Medico                          - L'altra persona deve operare tiri su le maniche e si tagli le unghie. un volontario?

Radiotelegrafista          - Non è una cosa da marinai.

Medico                          - Sentite. Si sono fatti altre volte interventi di questo tipo. Non dovrebbe succedere ma succede. Dovete decidere.

Radiotelegrafista          - In che modo?

Medico                          - Deve decidere il comandante, nessuno si presta si prepari a tagliare! Mettete sulla testa del malato una borsa di ghiaccio. Se non ne avete pigliate acqua fresca di mare. Bagnateci un tovagliolo.

Radiotelegrafista          - Il comandante vi domanda: ci sono possibilità che l'operazione riesca?

Medico                          - È un tentativo. Ma non ce n’è altro.

Pausa.

Radiotelegrafista          - La decisione... Opera il comandante.

Quest'ultima battuta è in alto. Passano in basso (dal Cargo al Battello) con la tuta quasi simultanea, sfalsata del m mo necessario perché le due battute sono chiare. Avvenimenti contemporanei Sul Battello, sottofondo lieve del Molo (vedi: « Punti sonori » e « Suoni»).

Motorista                      - (a prua). Ehi, vieni a vedere!!

Timoniere                      - (da poppa). Vengo.

Pausa. Dopo, niente Motore.

Motorista                      - (a prua, interno). Acqua.

Timoniere                      - (vicino). Acqua?!

Motorista                      - Scendi, entra nella tuga.

Timoniere                      - Passami la lanterna.

Motorista                      - Guarda laggiù.

Timoniere                      - Eh?

Motorista                      - Ecco perché le scarpe, i cabanotti….

Timoniere                      - È già arrivata al pagliòlo. E si che ti sei bagnato.

Motorista                      - Ho preso al buio la galletta: in quel momento non mi sono accorto di niente. Chi ci pensava?

Timoniere                      - Un guaio serio.

Motorista                      - Chi ci andava a pensare...

Timoniere                      - Non me lo sarei aspettato nemmeno io.

Motorista                      - Com'è che entra... Lo scafo era forte.

Timoniere                      - Un osso. Ma entra.

Motorista                      - Hai provato con la mano?

Timoniere                      - Dove?

Motorista                      - La ruota di prua.

Timoniere                      - Da lì, è vero! E come mai...

Motorista                      - Tu che dici?

Timoniere                      - Perché da prua e non da poppa o da un’altra parte. Perché!

Motorista                      - I fatti...

Timoniere                      - La pompa! Dai un’occhiata al motore e mettiti alla pompa. Speriamo che l’acqua che si scarica fuori bordo pompando superi questa... (Con ribrezzo) Questa qui.

Motorista                      - Speriamo... Quasi simultanea, come prima, ma all'inverso, la battuta con passaggio in alto (dal Battello al Cargo). Col Cargo, Radiotelegrafia- (vedi: « Pun­ti sonori » e « Suoni »).

Cuoco                           - L'acqua bollente. Mettila lì, garzone. Rimanete tutti a portata di voce.

Equipaggio                    - (un poco distante). (Voci). Siamo qui.

Cuoco                           - (al radiotelegrafista). Che altro?

Radiotelegrafista          - La cassetta dei medici­nali, due bacinelle, qualcosa per accendere e quello che avevo detto prima per la rasatura lei collo. A che punto è?

Comandante C              - Quasi pronta...

Radiotelegrafista          - Il transatlantico dice se nella cassetta c'è il bisturi.

Comandante C              - Non lo trovo.

Radiotelegrafista          - Riferisco: mettetemi in letta comunicazione col comandante... Le parole esatte. Come se parlassimo a voce. Radiotelegrafia. Dialogo diretto fra alto a sinistra (Cargo e Transatlantico), con voci anche in primissimo piano (vedi nota).

Comandante C              - Parlate...

Medico                          - È stato rasato?

Comandante C              - Sì.

Medico                          - Non avete il bisturi.

Comandante C              - No.

Medico                          - Adoperate il rasoio. Un paio di pianti fini, di gomma?

Comandante C.             - (trasalendo). TI rasoio?

Medico                          - Guanti?

Comandante C              - Solo guanti grossi da freddo.

Medico                          - Niente. Lavatevi bene le mani. In­tanto fate cercare due oggetti : una pinza sot­tile; se non l'avete, un compasso; un can­nello di metallo o di gomma dura non tropp

o largo, circa un dito medio. Le mani?

Comandante C              - Le sto lavando.

Medico                          - Ci vuole alcool denaturato.

Comandante C              - Sì.

Medico                          - Versate l'acqua bollente in tutte e due le bacinelle. In una lasciate il rasoio e il compasso dentro l'acqua. Appena lo avre­te anche il cannello.

Comandante C              - E l'alcool?

Medico                          - Sciacquate e vuotate l'altro catino. Metteteci un bicchiere d'alcool. Dategli fuoco. Mandate la fiamma dappertutto. Le vo­stre maniche rimboccate devono essere sopra i gomiti. Poi versate nel catino una bottiglia di alcool e immergetevi le mani, fino ai polso.

Comandante C              - Eh... Non troviamo il can­nello.

Medico                                    - Cercatelo.

Comandante C              - Non si riesce a capire dove ci possa essere sulla nave un oggetto pro-io di quella misura.

Medico                          - Dovete cercare.

Comandante C              - Portano una canna da vino, di plastica...

Medico                          - Che larghezza?

Comandante C              - Due dita.

Medico                          - Non va bene. Preparatevi a taglia-I La cannula, meglio di metallo. Deve es­tere pronta quando avrete tagliato. Cercate.

Comandante C              - Tagliare come?

Medico                          - Il cuoco tiene per la testa il malato. È al lato corto del tavolo: gliela tiene da dietro. Con lo stesso tovagliolo dell'acqua fresca gli copra gli occhi. Voi levate le ma­ni dall'alcool, ricuperate i vostri ferri : il compasso, il rasoio.

Comandante C              - Dove li metto?

Medico                          - Stendete una dozzina di pezze di garza una sopra l'altra. Fate uscire l'acqua bollente dalla bacinella, raccogliete i ferri e metteteli sulla garza. Attenzione: nessun al­tro tocchi più i ferri disinfettati. Siete solo.

Comandante C              - Sì.

Medico                          - Circoscrivete il campo operatorio con molta garza. Lasciate libera una parte piuttosto larga. Avvicinatevi al malato, ora: con la vostra sinistra e guardando verso la testa del malato.

Comandante C.             - (penosamente). Sì... Sì...

Medico                          - Spennellate la parte fino alle clavi­cole. Dovete fare attenzione a non infettarla sfiorandola col petto.

Comandante C              - Che adopero?

Medico                          - Tintura di jodio.

Pausa, breve.

Comandante C              - Ho fatto.

Medico                          - Ora prendete il rasoio.

Silenzio.

Medico                          - Non rispondete? Che fate?

Comandante C              - Ho la gola... (chiusa).

Medico                          - Scusate: non immaginavo. Non era­no le parole giuste. Ascoltate. Quell'uomo con gli occhi bendati è uno come voi. È vo­stro fratello, figlio, padre. Confidate nella vostra umanità e impegnatela per tutto ciò che quell'uomo può ancora vedere; siate con­vinto di riuscire. Agite serenamente.

Comandante C              - Capisco.

Medico                          - E adesso prendete il rasoio, signore. Musica del transatlantico. Fra i suoi va­ri motivi, l'orchestra esegue ora breve­mente quello ricorrente della Voce nar­rante - (vedi: « Suoni »). Poi, scena fra sinistra e destra (Trans­atlantico e Guardia costiera).

Primo Ufficiale             - Sono uno di un'isola...

Impiegato                      - (inatteso, a destra, lontano). (Pic­cola risata).

Primo Ufficiale             - Insulare è uno che non si travolge nel mare, proprio perché è nell'isola. Quanto più il mare è acqua, tanto più l'isola è terra.

Impiegato                      - (un po' ridendo). Senti, senti...

Primo Ufficiale             - Sui continenti non vi può essere chiaro.

Impiegato                      - E pensare che io, invece... Ma anche un transatlantico non è un'isola, una città?

Primo Ufficiale             - Altro è un'isola e altro è una città.

Impiegato                      - Diciamo che un transatlantico è grande come un'isola!

Primo Ufficiale             - Si muove... A vederlo dall'isola, il mare si muove, ma è l'isola che è ferma.

Impiegato                      - Spettri, eh?

Primo Ufficiale             - Che cosa?

Impiegato                      - Spettri, chimere... Lei considera un'illusione una nave come quella.

Primo Ufficiale             - In un certo senso.

Impiegato                      - E, dicevo, al contrario... Vivo, e gratto i confini di una stanza. Invece figu­riamoci una posizione come la sua; un primo ufficiale, quasi comandante... Si ha voglia di fantasticare! A lei allora piacerebbe essere in una guardia costiera...

Primo Ufficiale             - Non dico questo.

Impiegato                      - Dove le piacerebbe essere?

Primo Ufficiale             - Nell'isola.

Impiegato                      - Ah.

Primo Ufficiale             - Eh.

Impiegato                      - Non le piacerebbe fare la storia.

Primo Ufficiale             - Chi ha detto che non sia­no tutti a fare la storia? È fatta anche di un pettirosso, di un aquilone...

Impiegato                      - Già. Poniamo però che il mare sia il tempo. Lei è da parte.

Primo Ufficiale             - Sull'isola.

Musica del transatlantico, a sinistra. Macchina da scrivere, a destra. Breve pausa con questi due suoni. La scena ha poi un terzo punto sono­ro, al centro: il Faro. Qui, Giro della lampada.

Prosegue il dialogo fra Transatlantico e Guardia costiera, sinistra e destra, in cui si inseriscono, ma senza disturbarne la chiarezza, i rumori, al centro, della lotta fra i due guardiani: rumori mar­cati ma non raccapriccianti né insistiti.

Impiegato                      - Però, ne avete di splendori! Si legge di chilometri di filo per i telefoni, eba­ni, velluti, luci morbide; anzi, i cataloghi di­cono: chiarori in guscia...

Al centro, Faro. Si spacca una Bottiglia.

Impiegato                      - Domani vengo a bordo.

Primo Ufficiale             - Salga.

Impiegato                      - Non credo che tarderete per quella puntata al faro. Coi vostri mezzi! Ave­te anche il radar, non è così?

Al centro, Faro. Un guardiano scaglia

la Chiave inglese. Rimbalzo.

Primo Ufficiale             - Altroché. Il radar, lo scan­daglio ultrasonico...

Impiegato                      - (interrompendo). Io con la mia fidanzata mi intendo a distanza. Lei lavora di giorno ai telefoni, io qui di notte. Ci sia­mo conosciuti così, conversiamo... Saranno una quindicina d'anni.

Primo Ufficiale             - (continuando). ... La ripe­titrice di rotta. Stampiamo addirittura un giornale. Ora andiamo dritti sul faro col pi­lota automatico.

Impiegato                      - Meraviglie della tecnica moderna!

Al centro, Faro. Casca e si vuota un

Sacco di noci.

Primo Ufficiale             - Eppure, eccoci qui a chiacchierare: tanto sul faro non arriveremo immediatamente. Il mare continua.

Impiegato                      - Un momento fa, quando vi ho chiamato per dirvi che il cargo si era rifatto vivo e che al malato dovete pensare voi, l'ho fatto perché c'è il radiotelefono. Parliamo perché c'è il radiotelefono. Questa le sem­bra un'illusione?

Primo Ufficiale             - (Piccola risata).

Al centro, Faro. Sbatte e si rovescia una

Cassa di scatolame.

Impiegato                      - Il mare, il mare... Che sarà mai!

Primo Ufficiale             - Distanza e acqua. Spazio, tempo...

Impiegato                      - E strumenti.

Primo Ufficiale             - Un giro d'acqua.

Impiegato                      - Ho trovato!

Primo Ufficiale             - Che ha trovato?

Al centro, Faro. Sbatte per terra una

Pentola.

Impiegato                      - L'isola. Ce n'è una che più di così...

Primo Ufficiale             - (senza sorpresa). È il faro.

Impiegato                      - Com'è che ha indovinato?

Primo Ufficiale             - Non mancheranno lì pure i travolgimenti... Per dire, chissà, una don­na... Ma ci vuole poco a indovinare che è un'isola.

Impiegato                      - Lì davvero sono in mezzo al mare senza essere in mare. La storia non li tocca... Loro non fanno storia.

Al centro, Faro. Una Porta viene sbat­tuta durante la lotta   - (vedi: « Suoni »). Giro della lampada, dissolve in profon­dità, da cui viene la Musica della voce narrante.

Voce narrante               - Una volta scagliata contro l'altro la chiave inglese, l'uomo nella stanza al quarto piano, un deposito di provviste, non l'aveva più ritrovata. Teneva la porta chiusa con un braccio e la spalla. Con la mano libera, cercava... L'altro da fuori si scatenava. Prendeva l'abbrivo, forzava uno spiraglio: il coltello entrava...

// Tonfo della porta improvvisamente libera e la caduta dell'uomo, dall'ester­no, dentro la stanza.

Voce narrante               - Ora anche il coltello era finito nel buio. Avventandosi sulla porta ad un tratto aperta questo era precipitato; viso a terra, stordito...

Musica, in sottofondo.

Voce narrante               - Una costellazione palpitava nel quadro nero del finestrino. Da qui, in fuga, credendosi fra i due il solo senza ar­ma, saltava il primo verso l'esterno della tor­re, si afferrava al cavo del parafulmine, con le mani, treccia di rame vertiginosa, all'aper­to, verticale dalla lanterna alla superficie... Silenzio.

Poi, a destra: Guardia costiera (vedi: « Punti sonori »). Una scena lenta, pa­tetica, introdotta brevemente e lievemen­te, in secondo piano, dalla Macchina da scrivere.

Impiegato                      - Smetti di scrivere... Senti. Leggero rumore di Pagine. Silenzio.

Impiegato                      - (ispirato, però senza enfasi né ironia). « Perché hai alzato su di lui le tue onde / avide? Dovunque sia, è pianto / privo di vita, / su qualche spiaggia da aironi / e di gabbiani ».

Pausa.

Impiegato                      - Appena torniamo al radiotelefo­no gliela vorrei leggere, al primo ufficiale... Come poesia gli piacerebbe.

Macchina da scrivere, lieve, dissolve.

 Impiegato                     - (dissolvendo). Per quanto, ripen­sandoci... Meglio no.

Musica della voce narrante.

Voce narrante               - Lui stesso disarmato, l'uomo nella stanza doveva correre in quella del ter­zo piano, più bassa. Un vano con attrezzi da pesca... Qua dentro quello poteva tornare da fuori, trovare un ferro...

Musica, dissolve. Comincia a venire in primo piano il Giro della lampada. C'è un momento in cui questo incrocio la­scia ancora udibile con chiarezza la Vo­ce narrante, mentre sta per verificarsi il suono da essa annunciato e descritto sotto.

Voce narrante               - Il primo, all'esterno, intui­va... Sempre lungo il parafulmine scavalcava così in basso il finestrino del terzo piano e scendeva, fuggiva ancora...

Striscio alto-basso         - (vedi: « Suoni >). Que­sto potrebbe ma non deve essere un suo­no raccapricciante; sufficientemente sco­perto perché sia chiaro, ma non ad effetto.

Voce narrante               - (in primo piano). Era stri­sciato per il cavo.

In basso, cominciando lentamente, Mo­tore del battello (vedi: « Punti sonori »), lieve.

Motorista                      - Non vai al timone?

Timoniere                      - (da prua, in basso, interno). Che?

Motorista                      - Al timone!

Timoniere                      - Aspetta. Voglio capire da che dipende quest'acqua. Se fosse possibile fer­marla...

Motorista                      - Ah, vengo.

Pausa. Dopo, niente Motore. Interno, a prua.

Timoniere                      - La calce!

Motorista                      - Per fermarla?

Timoniere                      - No... È la calcina che ha gon­fiato il battello. L'abbiamo caricata mentre si aspettava la marea bassa per la sabbia...

Motorista                      - Naturalmente.

Timoniere                      - E così la calce è sotto: sopra c'è la sabbia bagnata. L'umidità ha fatto bollire la calce.

Motorista                      - (rabbioso). Accidenti a quel tale di città che ci diceva di prendere subito la calcina. Era per sbrigarsi.

Timoniere                      - Ce l'avesse almeno data nei sacchi.

Motorista                      - Macché! Macché! Inesperti, asi­ni, dicevi, questa gente? Che inesperti... Pe­scecani!

Timoniere                      - Lo sbaglio è stato anche nostro.

Motorista                      - E ora?

Timoniere                      - Eh, ora...

Motorista                      - Si torna indietro! (?).

Timoniere                      - Come orario siamo a più di me­tà cammino.

Motorista                      - Se buttassimo la calcina in mare?

Timoniere                      - A buttarla! Chi la smuove, così bollente. E poi, ormai il battello qui da bas­so è allentato. La calcina gonfia e stira il fa­sciame. C'è una sola cosa...

Motorista                      - Cioè?

Timoniere                      - Stai alla pompa. Aprire i boc­caporti, fare in modo che la pressione non rimanga chiusa nella stiva... Li apro io.

Motorista                      - (allontanandosi). Hai ragione.

Motore, verso poppa.

Timoniere                      - Tieni sempre d'occhio il motore!

Motorista                      - (distante). Capito.

Timoniere                      - Quello che conta ora è arrivare!

Silenzio circostante, bassa e intensa to­nalità della voce che segue, a sinistra (vedi: « Punti sonori »): Transatlantico.

Medico                          - (cauto, in primo piano). Ripeto: partite dal pomo d'Adamo. Sentitelo con la sinistra.

Pausa.

Medico                          - Verso il basso, facendo scorrere la mano, a un centimetro o due trovate un pic­colo vuoto...

Pausa.

Medico                          - È piccolo. Appena un incavo.

Pausa.

Medico                          - Da lì comincia la trachea con il primo anello. Avete il rasoio nella destra. Accostateci la punta.

Pausa.

Medico                          - Mi rendo conto. Lo so. Siate uomo.

Pausa.

Medico                          - Con la sinistra contate tre anelli del tubo della trachea. Poi toglietela di lì. Non tremate. Inciderete longitudinalmente per tre anelli verso il basso. Leggero, leggero... Il pri­mo taglio è superficiale. Non deviate. Guar­date il rasoio non da dove viene, ma dove si deve fermare. Pronto?

Pausa.

Medico                          - Dovete farlo. In questo momento non preoccupatevi del malato. Siete pronto?

Pausa.

Medico                          - Tagliate.

In alto, Radiotelegrafia, rapida, a lun­go: Cargo (vedi: « Punti sonori »).

Comandante C.             - (in primo piano). Non più!

Radiotelegrafista          - (in secondo piano)\ mandante.

Comandante C              - Eh?

Radiotelegrafista          - Non asciughi il san;

Comandante C              - Dica le parole esatte,

Radiotelegrafista          - Dice: non curatevi! asciugare il sangue. Non vi fermate

Comandante C              - Non ci vedo.

Cuoco                           - (in primo piano). Là... Rimanga  taglio.

Comandante C.             - (in primo piano). Così?

Cuoco                           - Faccia come ha detto. Ripeti il taglio ripassandolo verso l'alto. È una eia... Bisogna affondare piano piano

Radiotelegrafista          - Attenzione. Il rasoio de a sfuggirvi. Trattenetelo, non prema troppo. Avete ripassato il taglio?

Comandante C              - Sì...

Radiotelegrafista          - Ripigliate verso il § so, più fondo. Ora ci sono i muscoli.

Comandante C              - Ma dove? Come som

Radiotelegrafista          - Sono tutti muscoli, c'è altro sotto il rasoio. Dovete passi mezzo senza spezzarli.

Comandante C              - Che vuol dire?

Radiotelegrafista          - Glielo chiedo:

Cuoco                           - Vorrà dire non rovinarli. Sen il malato...

Comandante C              - Questo si capisce. Ma si fa.

Radiotelegrafista          - Dice : farsi rasoio fra l'uno e l'altro. Staccarli, tagliarli.

Comandante C              - Come si fa!

Radiotelegrafista          - Una frase strani

Comandante C              - Dice : eppure avete vicino il

Cuoco                           - Ah...

Comandante C              - Certo.

Cuoco                           - I muscoli si separano...

Radiotelegrafista          - Proseguite in quel mi

Al centro, Giro della lampada (\ « Punti sonori »), vicino, ampio, riti a lungo. Poi, dissolve in profondità

Voce narrante               - Girevole la lampada ci nuava il suo moto. I due uomini però pure adesso tornavano sulla lanterna. si era calato lungo il parafulmine. A' oltrepassato la terza stanza. L'altro subito lo aveva appostato al secondo più per annientarlo se fosse rientrato. Afferra una gaffa: una di quelle aste con il di ferro in cima, per la manovra dei Era la stanza delle attrezzature marine. Q la gaffa tirava alla cieca verso il finestrino il vetro...

Colpi dell'attrezzo contro il vetro, primo piano. L'attrezzo che spacca il vetro (vedi: «Suoni»). Silenzio. Dalla profondità, Musica della voce  rante.

Voce narrante               - Lo aveva spezzato. A brucianti adesso quello era fuori, appeso cavo di rame, questo lo cercava dal basso sotto, da dentro, agitando la gaffa e spingendola all'esterno, scalzo, verso piedi scalzi.

Musica, dissolve in profondità

In alto, radiotelegrafia.

Comandante C.             - (intento, vicino, continuando). Sembra questa...

Cuoco                           - (come lui). Senta se resiste.

Comandante C              - Abbastanza... Sì, è un resiste.

Cuoco                           - Apra. Respira sempre meno. Faccia il taglio.

Comandante C                      - Se...

Cuoco                                      - Coraggio!

Comandante C.             - (disperato). Non ce la faccio.

Cuoco                           - (rauco, sollecito). Comandante...

Comandante C              - Si trattasse di un uragano...

Cuoco                           - Dal transatlantico ci hanno detto che lui non avrebbe sofferto: non più che per una ferita comune. Io, mi sono accorto che sente, soffre. Urlerebbe... Ma non lo lascio: lo devo tenere e lo tengo; non bisogna far­la caso.

Comandante C              - Ma tagliarlo...

Cuoco                           - Apra.

Comandante C.             - (al radiotelegrafista). Radio...

Radiotelegrafista          - (in secondo, poi via via in primo piano). Avete libera la sinistra. Al­lontanate la destra, senza abbandonare il rasoio...

Comandante C                      - Sì.

Radiotelegrafista          - La mano è ancora disin­fettata. Non ci avete toccato nulla.

Comandante C              - (in secondo piano). No.

Radiotelegrafista          - Prendete con la sinistra il tubo fra pollice e indice.

Pausa, breve.

Comandante C.             - (emozionato). Sì...

Radiotelegrafista          - (lento, con pause). Tirate il tubo staccandolo da dietro... Infilate il me­dio dietro il tubo... Premete da dietro col medio... Avete il tubo bloccato ad arco ver­so di voi.

Comandante C.             - (c.s. ma più convinto). Ah...

Radiotelegrafista          - Non levate più la sini­stra. Questo in ogni caso.

Comandante C.             - Sì.

Radiotelegrafista          - Riavvicinate la destra. Incidete. Fate come all'inizio: verso il basso.

Comandante C              - Sì...

Radiotelegrafista          - Tre anelli.

Comandante C              - Sì.

Radiotelegrafista          - Come prima, ma con­trollate il rasoio. Non lasciatelo tagliare dove vuole. È cartilagine: questa volta dovete spingere.

Comandante C              - Sì.

Radiotelegrafista          - Deciso.

Comandante C              - Sì.

Radiotelegrafista          - Spingete.

Pausa.

Comandante C.             - (improvviso, scosso e solle­vato). Aria! È aperto. Esce aria! Equipaggio - (in secondo piano). (Voci). Che [succede... Respira... No... Ha tagliato...

Cuoco                           - Silenzio!

Radiotelegrafista          - Via il rasoio. Attenzio­ne ai colpi di tosse.

Comandante C              - Poi che faccio?

Radiotelegrafista          - La cannula...

Comandante C              - Il cannello!

Cuoco                           - (all'equipaggio). Lo avete trovato?

Equipaggio                    - (Voci). Cercano... No... La can­na da vino...

Cuoco                           - Avevo detto tutti a portata di voce... Avete sentito prima, sì o no? Ci voleva il cannello!

Equipaggio                    - (Voci). È vero... Dove...

Cuoco                           - Rivoltate tutta la nave!

Equipaggio                    - (Voci). (Qualcuno allontanan­dosi).

Comandante C.             - (al radiotelegrafista). Che | devo fare.

Radiotelegrafista          - Respira?

Comandante C              - Forse... da dietro col medio della sinistra. Tenete il taglio aperto.

Comandante C              - Sì, respira!

Cuoco                           - Respira davvero!

Radiotelegrafista          - I polmoni da principio erano pieni d'aria. Non poteva uscire. Appe­na aperto è venuta fuori. Ora c'è il respiro. Va bene. Può respirare anche così. È l'es­senziale. Ma ci vuole presto la cannula.

Comandante C              - Non è come a terra. Se qui non c'è...

Radiotelegrafista          - Trovatela. È urgente.

In basso, Motore del battello  - (vedi: « Punti sonori ») appena accennato: la scena si localizza nella posizione delle voci, all'aperto, calme.

Timoniere                      - Con la calma che c'è stasera... Calma che si vede. Mare umano, oceano umano... Hai fatto bene a chiudere la cabi­na: posso sentire.

Motorista                      - Una pianura... Anche a cabina chiusa il motore lo sento dalla vibrazione.

Timoniere                      - Io dalla velocità.

Motorista                      - Uno specchio.

Timoniere                      - La pompa?

Motorista                      - Un po' di fatica, ma va.

Timoniere                      - Ce la caveremo. Per poca acqua che entra...

Motorista                      - Pensa se avessimo navigato su uno di quegli scafi.

Timoniere                      - I grandi?

Motorista                      - Ferro!

Timoniere                      - Loro non conoscono l'acqua. Mi veniva in mente: dopo tutto, una volta lì la calcina doveva bollire...

Motorista                      - Doveva bollire sì.

Timoniere                      - E ha cominciato a bollire a bor­do. Al faro non avrebbero usato la calce viva... E così, quando arriviamo, tu fermi il motore, ti rimetti a pompare acqua, e io e i fanalisti... Tanto la marea sarà al colmo.

Motorista                      - All'altezza necessaria.

Timoniere                      - Acqua alta, bonaccia... Io e i fanalisti mettiamo nella torre la sabbia. Den­tro ci va la calce. I muratori dicono: si fa il calcinaio. Ah ah!

Motorista                      - Che razza di bastimenti... Ferri che lì non si parla mai di acqua.

Timoniere                      - Mah...

Motorista                      - Dunque senti. Si girava nel gi­gante...

Timoniere                      - Che gigante, motorista? Ho sen­tito o hai detto un'altra cosa?

Motorista                      - Il transatlantico.

Timoniere                      - Ah, già: bianco.

Motorista                      - Un fatto...

Timoniere                      - Allora?

Motorista                      - Mi ci sono perso dentro!

Timoniere                      - (ridendo). Oh, oh...

Motorista                      - Timoniere: si guardava, si toc­cava... Mi vado a fermare davanti a un muc­chio di tubi: naturalmente a bocca aperta. Tubi in proporzione. Alla fine faccio per uscire, e che mi capita? Perdo il filo.

Timoniere                      - Ti eri ingarbugliato.

Motorista                      - Mi volto intorno, chiamo... In­somma se non mi vengono a pigliare riman­go lì!

Timoniere                      - Come un tonno.

Motorista                      - Bravo: nella rete. Viviamo in un altro modo... Sono venuti a cercarmi. La figura dei tonni, degli asini, a volte, toc­ca a noi!

Timoniere                      - Navi superiori!

Motorista                      - Si va avanti tutti quanti come in un viaggio... Per esempio quelli del faro, laggiù, sarebbero molto indietro. Allo stato brado! Ah ah, ora rido io.

Timoniere                      - E noi?

Motorista                      - Poco più avanti. Poco, però... E via via chi qua, chi là, ognuno in una barca. Il bello è che tutti vorrebbero essere in un'altra barca perché non sanno quello che ci succede... Hai detto tempo umano, mare umano? (Allontanandosi, dissolvendo) Voglio dare uno sguardo in cabina alla no­stra barca...

Motore, che poi dissolve. Musica del transatlantico, a lungo, ario­sa, larga, suggestiva; più vicina rispetto a prima: la nave si è avvicinata al cen­tro - (vedi: « Punti sonori » e « Suoni »). Poi, dietro il rumore di una porta che si chiude, Musica in lontano sottofondo, o Silenzio.

Comandante T              - (entrando). Navigazione?

Primo Ufficiale             - In linea col faro.

Comandante T              - Il malato sarebbe ancora salvabile.

Primo Ufficiale             - Per l'attracco, il faro ha due scali; diciamo scali, comandante. Use­remo quello dell'alta marea.

Comandante T              - Più tardi si occupi della lancia.

Primo Ufficiale             - Scende il quinto ufficiale.

Comandante T              - Il radar?

Primo Ufficiale             - Penso di no. Filiamo già col pilota automatico.

Comandante T              - Lei pensa di no.

Primo Ufficiale             - Siamo in linea retta. È calma.

Comandante T              - Una riserva...

Primo Ufficiale             - Perché il radar, signore.

Comandante T              - (è occupato a fare un nu­mero al telefono. Poi) Medico, ci accostiamo al faro. Allora?

Pausa, breve.

Comandante T              - (al telefono). Nulla...

Pausa, breve.

Comandante T              - Certo, immagino. (Poi, al primo Ufficiale) Gli manca un cannello. Si potrebbe salvare: il peggio finora era andato bene. Uno di quei cosi... Il taglio è fatto: sul cargo però non riescono a trovare un oggetto tanto comune.

Primo Ufficiale             - (con riserva). Comune, sì...

Comandante T              - Un cannello!

Primo Ufficiale             - So di che parla. Quelle cannule per la gola. Le abbiamo in inven­tario.

Comandante T              - (avviandosi). Anche di ri­piego... Avanti così. Mi chiami, se c'è qual­cosa.

Musica del transatlantico (porta che si riapre), riprende, dissolve. Macchina da scrivere, a destra, nello stesso punto rispetto a prima          - (vedi: « Punti sonori »): Guardia costiera.

Impiegato                      - Ce ne sono di poeti!

Primo Ufficiale             - Dunque?

Impiegato                      - Eppure: il progresso? Anch'io mi sento poetico quando la luna invece di guardarla vorrei vederla... Avventura pos­sibile!

Primo Ufficiale             - Non ci ha chiamato per le notizie sui fondali?

Impiegato                      - Ah, quelli? Proprio annaspando fra le carte mi è venuto alle mani un libretto di poesie: parole di duemila e trecento anni fa. Abbiamo tempo.

Primo Ufficiale             - Prima sono stato io a dirlo. Però cerchi di vedere se intorno al faro c'è fondo.

Impiegato                      - Il fondale esatto, non dubiti.

Primo Ufficiale             - Bene.

Impiegato                      - E dica se stiamo scherzando... La mia è una provocazione. Vuole poesie o cifre?

Primo Ufficiale             - Lei sa quello che le ho chiesto.

Impiegato                      - Ma il libretto o la carta nautica?

Primo Ufficiale             - È una contrapposizione va­na. È vero che è una provocazione...

Impiegato                      - Ah sì? (Piccola risata, querula, nervosa). Si domandi se io non avessi cre­duto nel radiotelefono, se non vi avessi chia­mato. Fantasia della tecnica: non è dell'idea? Parlo del malato sul cargo.

Primo Ufficiale             - Se non ci fossimo stati...

Impiegato                      - Ci siete. Ah, che si mette a dire!

Primo Ufficiale             - È una verità.

Impiegato                      - Tutto diventa incerto.

Primo Ufficiale             - Avventura.

Impiegato                      - Ma non si decide con gli aqui­loni. Il suo atteggiamento... Il malato co­me sta?

Primo Ufficiale             - Vive.

Impiegato                      - Ha visto?

Primo Ufficiale             - Dipende dalla possibilità sul piroscafo di trovare una cannula...

Impiegato                      - Per farne che?

Primo Ufficiale             - A bordo ne abbiamo a dozzine: ma non ce n'è una sul posto, su­bito. Di quelle per respirare...

Impiegato                      - Ah!

Primo Ufficiale             - Di metallo, di gomma. Qui le abbiamo; a terra, si possono com­prare...

Impiegato                      - (colpito). Che faccenda stupida! È assurda! Adesso magari ogni cosa si per­de per una sciocchezza!

Primo Ufficiale             - Sì, è assurdo. È triste.

Impiegato                      - (depresso). Chiudo... Per un can­nello...

Primo Ufficiale             - A dopo.

Musica del transatlantico, che poi dis­solve. Giro della lampada, al centro, a lungo, che a sua volta cala in profon­dità, da cui viene la Voce narrante (ve­di: « Punti sonori »).

Voce narrante               - Un minuto, due, dieci... Nel tempo accanito, stremato e a orrende mani l'uomo al cavo del parafulmine non poteva più risalire, per lunga irresoluzione. Restan­do non si sarebbe ancora difeso. L'altro lo raggiungeva col gancio dal finestrino sotto­stante... Lui cedeva; un minuto, un centime­tro; la gaffa lo pungeva.

Giro della lampada. Nel Faro, questo suono è in alto: in basso, per collocare la scena, rumori brevi, lontani, lievi, dell'attrezzo - il gancio - sul muro o fra i resti dei vetri del finestrino. Poi, Stacco.

Voce narrante               - Si tuffò.

Pressoché simultaneamente: a) Giro del­la lampada, lieve, in cima; b) Rumori brevi (c.s.), in basso, per localizzare il punto di partenza del tuffo; e) Tuffo in mare, in fondo, di un uomo, da circa dieci metri    - (vedi: « Suoni »). Silenzio. Poi, da questo, appena avvertibile, in sottofondo, Musica della voce narrante.

Voce narrante               - La marea aumentata lo ave­va attratto. Un'azione estrema... Con spinta disperata di gambe di ginocchia e di dita si era scagliato al di là del gancio e del fine­strino, della stanza del secondo e del primo piano e oltre lo scoglio sotto la torre, per dieci metri, nel buio come in una voragine, elastico follemente, alato, in alto mare...

 Musica della voce narrante, in primo piano, forte, sonora. Poi, Stacco.

In basso, Battello (vedi: « Punti sono­ri »), con Motore appena udibile (cabi­na chiusa); voci sonore ma basse, gra­vi, vicine.

Motorista                      - Altro che dieci. Qui è da un pez­zo che le dieci sono passate!

Timoniere                      - Il lume...

Motorista                      - Toh.

Timoniere                      - Ma la sveglia va bene?

Motorista                      - Guarda, senti. Non senti? Appog­giaci l'orecchio.

Timoniere                      - Funziona.

Motorista                      - Per giunta, se si non farebbe le dieci. Dieci quando siamo partiti l'avrò volte.

Timoniere                      - E camminava.

Motorista                      - Sempre. Tic tac, tic tac; sempre al passo. Ora perché il faro non si vede?

Timoniere                      - Possibile...

Motorista                      - Avevi detto: alle dieci avvi­stiamo il faro.

Timoniere                      - Sarò un po' sordo, ma quanto a vista: da lontano ci vedo meglio. Eppure niente. Acqua, stelle.

Motorista                      - Io non vedo niente.

Timoniere                      - La pompa. Ce la fai?

Motorista                      - L'acqua però entra. Se è per poco sì: ma per ore...

Timoniere                      - Vado io. Tu resta qui al timone.

Motorista                      - Non dico questo. Per quanto si faccia, o tu, o io, lo scafo si abbassa. Bi­sogna toccare terra.

Timoniere                      - Ormai per girare indietro sareb­be tardi.

Motorista                      - Siamo sempre lì: il faro.

Timoniere                      - Senti a cosa penso...

Motorista                      - Un banco di nebbia là intorno. Ci avevo pensato anch'io.

Timoniere                      - Può essere. Ma questo non con­terebbe. Se è così, una volta vicini, il faro lo troviamo: per ora basterebbe sapere che non stiamo perdendo tempo.

Motorista                      - Che altro pensavi?

Timoniere                      - Che non ci preme il faro, come il viaggio. Le cose sono due: o la direzione è giusta, e allora male di poco; siamo in­dietro...

Motorista                      - Una corrente.

Timoniere                      - Andiamo a Nord. È bastata una corrente da Nord per farci camminare un po' meno.

Motorista                      - Del resto, sott'acqua...

Timoniere                      - Che stai borbottando?

Motorista                      - Come si faceva a vedere se una corrente c'è o non c'è?

Timoniere                      - Anche se la calma è perfetta la corrente non si vede. Tu per esempio ti ac­corgi della marea?

Motorista                      - Già: come?

Timoniere                      - Intanto, se sono passate le dieci, ci siamo alzati di quattro metri.

Motorista                      - L'acqua è nera!

Timoniere                      - E uguale. Si rassomiglia... È li­quida.

Motorista                      - L'altra cosa, dicevi...

Timoniere                      - Potrebbe essere la direzione che non va. La rotta non va al faro.

Motorista                      - Sei matto?

Timoniere                      - Sapessi che nodo qui... Non po­trei mandare giù un chicco d'orzo.

Motorista                      - Ma non si diceva rotta sempli­ce da Sud a Nord, mare placido, umano, un velluto di navigazione come quello dei gnanti? Ehi, timoniere!

Timoniere                      - Ascolta, poi torna subito pompa. La calcina ha schiodato il battello da prua; non so perché proprio a prua è da lì che entra l'acqua; quindi il bai è appruato. Ha il muso a fondo: vuotò dare di qua, di là; sverìna, hai capito?

Motorista                      - Ma il timone?

Timoniere                      - È qui che mi piglia un nodo stomaco. Il timone noi lo abbiamo lasciato quando ci siamo messi tutti e due per guardare l'acqua. Lì per lì...

Motorista                      - Che dovevamo fare? Si di stare a prua o a poppa? Non si è sicuri di  niente; mai!

Timoniere                      - Il battello può essere andato so destra oppure verso sinistra. Una ci larga... Al timone, da dove era finito poi tenuto sempre sul Nord. Ma dove

Motorista                      - In un altro punto... Un Sud.

Timoniere                      - (dissolvendo). Un punto che è rimasto indietro nell'acqua...

A sinistra, Musica del transatlantico di « Punti sonori »), breve.

Medico                          - Ogni secondo... Non c'è altro pò: usate quella canna da vino!

In alto, Radiotelegrafia          - (vedi: « sonori »): Cargo, più vicino rispetti prima nel viaggio verso il centro.

Radiotelegrafista          - La canna da vino, mandante.

Cuoco                           - Dov'è.

Comandante C              - La canna? Proprio?

Equipaggio                    - (Voci). Eccola...

Radiotelegrafista          - Sì, la canna per sare il vino.

Cuoco                           - Ricordagli che è di plastica.

Radiotelegrafista          - Tagliatene dieci metri.

Cuoco                           - (a qualcuno). Forza. Porta qui.

Radiotelegrafista          - Al comandante: gettatela nell'alcool con la mano libera, stra... Lavatela bene.

Comandante C              - (a qualcuno). Dami pezzo...

Radiotelegrafista          - Gettate via l'alcool, sate altro alcool e immergetela di nuovo… Provate a stringerla.

Pausa, breve.

Comandante C              - L'ho disinfettata.

Radiotelegrafista          - A stringerla, già?

Comandante C              - Un poco.

Radiotelegrafista          - Attenzione...

Comandante C              - Eh?

Radiotelegrafista          - Attento. Una canni vera e propria è lunga cinque centimetri larga un centimetro. Quella che avete tagliato non è di queste dimensioni. Che di plastica non ha importanza. La lunghe in più serve perché non vi scappi : non s pratico. Schiacciandola, correggerete la larghezza. Non deve essere troppo chiusa, rò: è per il respiro. È chiaro?

Comandante C              - Sì.

Cuoco                           - Sì, sì.

Radiotelegrafista          - Capite come deve risultare quando l'avrete sistemata?

Comandante C              - Vedrò...

Radiotelegrafista          - Lo sapete prima. saranno ancora colpi di tosse: non import non esitate e non rinunciate. Adesso la no sinistra...

Comandante C              - Non posso muoverla, avete detto voi.

 luoco. Sennò...

Equipaggio                    - (Voci). Come fa? Il respiro...

Radiotelegrafista          - Anche questo dovete saperlo prima. Si tratterà di pochi istanti ma tnza concitazione: un'azione tesa e certa. Abbiate presente ogni gesto prima di cominciare. (In dissolvenza) Con la sinistra tratterrete la gola del malato e prenderete il compasso sulla garza. Punte nell'incisione... Apri­ste. Siete abituato nel vostro mestiere ad aprire e chiudere il compasso con una mano. i dissolvenza) Aprirete... Potrete sistemare flora la cannula schiacciata. Chiuderete il compasso. Poi via questo ferro. (Dissolven­ti Avrete finito...

Al centro, Faro. In primo piano, Porta  che si chiude, grande, metallica, con chiavistelli, paletti (vedi: « Suoni »). In secondo piano, in cima, Giro della lampada.

Poi, questo suono in profondità.

Voce narrante               - Non orientato nel buio e allibito l'uomo in mare sopravviveva. Tremava... L'altro gli aveva chiuso davanti la porta di ferro della torre, come in una tem­uta...

Musica della voce narrante, breve.

Voce narrante               - Risaliva libero finalmente... Si fermava. Un desiderio di fumare... Toc­cava la gola, fioca, la pelle, le ferite... Era il primo piano, dentro una stanza rotonda pronta uno di questi giorni per mettervi cal­te e sabbia. C'erano zoccoli appesi a un chiodo...

Giro della lampada, in primo piano, con effetto di vuoto nella torre, come sopra I una cisterna, che per la prima volta è in silenzio (vedi: « Suoni »). Poi, ancora meno lontano, a sinistra, il Transatlantico. Musica, breve, finché non si chiude una porta.

 Medico                         - (entrando, chiudendo la porta). Quan­to ci vorrà...

Comandante T              - (continuando). Una corrente da Est.

Primo Ufficiale             - Probabilmente.

Medico                          - Allora quando arriviamo?

Comandante T              - Un flusso: probabile. Arrivare? Facciamo venti nodi. La portata del faro?

Primo Ufficiale             - Quindici miglia.

Comandante T              - Dovrebbe essere in vista... Pausa, breve.

Medico                          - Non si ha idea abitualmente di co­me questi secondi sull'orologio siano tutti uguali...

Primo Ufficiale             - Non nella realtà... Medico - (continuando). A... A... B... B... B... E veloci... Uno... Uno... E ce ne sia sempre in altro, pronto, veloce... Appena passato, addio.

Comandante T              - Abitualmente chi ci pensa.

Primo Ufficiale             - Forse, i poeti.

Medico                          - Gli ho fatto usare la canna da vino. Riandante T. Com'è andata? Medico, Un rinvio. Un altro po' di vita... Una volta sentii un epitaffio : « Vissi nono­stante ».

Primo Ufficiale, è sensato.

Medico                          - Quando si arriva?

Comandante T              - Quindici miglia di luce... Al momento tardiamo di un quarto d'ora.

Medico                          - Al momento.

Comandante T              - Però il cargo prima delle dee di notte non è al faro.

Medico                          - È non poter agire afferrando le azioni; non agire, non fare qualche cosa. La lita adesso dipende dallo spazio, dal tempo, fluida angoscia...

Primo Ufficiale             - Il mare è fluido.

Medico                          - A questo punto è essere al faro al più presto noi e loro che ha un senso. Devo vedere il malato: io non so ancora che ma­lattia abbiamo tentato di fermare... Faccio sapere al cargo che sto per scendere...

Aprendosi la porta, Musica, Festa.

Medico                          - Sono al buio.

Poi, Musica, Festa        - (porta chiusa), in sottofondo.

Comandante T              - (al primo ufficiale). Ecco... Già il momento pieno della festa. Anch'io dovrei andare... La gaiezza è una legge. Do­mandi se possono aumentare la velocità.

Musica del transatlantico. Tempo.

Primo Ufficiale             - Guardia costiera: le no­tizie.

Impiegato                      - Il primo ufficiale, è vero? An­date sicuri: mare profondo e acqua inau­dita. Che pescaggio avete con quella nave?

Primo Ufficiale             - Una dozzina di metri.

Impiegato                      - Nulla... Il faro, sotto, ha fon­dali di migliaia di metri. È un cocuzzolo: la torre è in cima. Eh, ma ci sono voluti anni; non meno di quattordici... Intorno è un abisso.

Primo Ufficiale             - Com'è che non si vede la luce?

Impiegato                      - (continuando). Una secca ci sa­rebbe...

Primo Ufficiale             - Dove?

Impiegato                      - Per modo di dire... Qui è un mare di carte: ho visto che proprio da dove venite voi, da Ovest, ci dovreste passare sopra.

Primo Ufficiale             - Dove si trova questa secca?

Impiegato                      - Che secca? È solo un fondo più alto. Anzi facevo meglio a non parlarne... Ci volerete sopra come l'aquila su un alto­piano. Dritto da Ovest, a quindici miglia dal faro. Lei che diceva? Che non vedete il faro?

Primo Ufficiale             - Non lo abbiamo avvistato.

Impiegato                      - Ecco, ecco: sa che farei? Metta lo scandaglio ultrasonico. Quando sentirà la secca sarete sulla distanza per cominciare a vederlo. È un faro da quindici miglia.

Primo Ufficiale             - Risulta anche dalle no­stre carte. Lasciando da parte lo scandaglio...

Impiegato                      - Ma se avete un apparecchio, se c'è un punto di riferimento!

Primo Ufficiale             - Se avessimo già oltrepassato la secca?

Impiegato                      - Ma no. Il faro non lo vedete, no? A meno che laggiù non ci sia nebbia.

Primo Ufficiale             - È una notte chiara.

Impiegato                      - A chi lo dice... Fischio, zufolo, sento quello lì che pizzica la macchina da scrivere... Sente anche lei? Ascolti...

Remota, a destra, la Macchina da scri­vere.

Impiegato                      - Solo un momentino... (A quello che scrive) Ma che scrivi, cosa ruspi! (Tor­nando al primo ufficiale) Come se non fossi in contatto con una nave come voi... È lì che si dovrebbe navigare in una favola dei nostri tempi... Notte trasparente... Ore miti... Qui, la notte la consumo. Adesso è anche tardi per telefonare alla fidanzata.

Primo Ufficiale             - Anche per noi è tardi.

Impiegato                      - Ehi, nave carbonaia, faccio, al cargo, maneggiando il telegrafo sopra il ma­re... Ci ho parlato un minuto fa.

Primo Ufficiale             - Una canna da vino...

Impiegato                      - Sono informato. Capisce, credo negli strumenti. Credo nel farsi parte attiva.

Primo Ufficiale             - Lei è una civiltà parlante.

Impiegato                      - Ah ah, non c'è male. Dunque andrete al faro.

Primo Ufficiale             - Non sarà spento...

Impiegato                      - Che?! Dice spento? Ha detto spento? Lei è ostinato! Non parliamo la stessa lingua.

Primo Ufficiale             - Ho notti lunghe.

Impiegato                      - Tutti e due abbiamo notti lunghe.

Primo Ufficiale             - Diverse.

Impiegato                      - Perché! Perché!

Primo Ufficiale             - Il faro, allora. Un punto su un abisso... E poi?

Impiegato                      - Non vaneggi che sia spento... Già: lei è a disagio. È uno di un'isola... È bizzarro: meglio quello scoglio che un trans­atlantico; niente mischia e niente fiducia. È un uomo disperato!

Primo Ufficiale             - A bordo...

Impiegato                      - Sentiamo.

Primo Ufficiale             - A bordo ho un pettirosso.

Impiegato                      - Me lo aspettavo! Dopo tutto, però... Un pettirosso?

Primo Ufficiale             - Dell'isola.

Impiegato                      - Ah.

Primo Ufficiale             - Mia moglie, nell'isola, ne ha un altro.

Impiegato                      - Ah, così: due pettirossi?

Musica del transatlantico. Stacco. In basso, Motore del battello, vicino al centro (vedi: « Punti sonori »). Poi, Silenzio.

Timoniere, Motorista    - (colpiti dalla sorpre­sa). Oh... Un gigante davvero... Che grandez­za... E carico di luci... Corre, corre!

Timoniere                      - Proprio vero: alti, belli come nuvole!

Motorista                      - Riflesso in due dalla calma. Specchiato...

Timoniere                      - Me lo sono visto apparire...

Sul Transatlantico, vicino.

Comandante T              - Insomma: questo faro?

Primo Ufficiale             - Hanno aumentato la ve­locità...

Sul Battello.

Motorista                      - Vedi vedi: una meraviglia... Adesso anche noi vorremmo lasciare la no­stra barca...

Timoniere                      - Altri uomini...

Motorista                      - Noi? I nostri padri...

Timoniere                      - Una barca di calcina.

Motorista                      - Ce ne davamo di arie. Rimetto in moto? Perché mi hai fatto fermare?

Timoniere                      - Forse di notte si ha sempre pau­ra della cosa che fa più paura. Ma davanti a quello... È la direzione che non va. Fra le due, proprio questa. Pigliamo una deci­sione prima di proseguire.

Motorista                      - Dovremmo orientarci.

Timoniere                      - Senza un punto di partenza... Su che?

Motorista                      - Le stelle.

Timoniere                      - Sono troppo lontane... Servono per le grandi navigazioni. Lui sì, il transatlan­tico, può farlo, che batte il mondo. Noi? Già: noi, dicevi bene; i padri... Quello non sbaglia.

Motorista                      - Hai in mente un pensiero...

Timoniere                      - Se il transatlantico va così forte ha già visto il faro. Non può essere diver­samente. Sono navi di grido, vengono dall'altro capo del mondo: trovano il faro, con­trollano la rotta... Poi, avanti.

Motorista                      - Lo stesso pensiero.

Timoniere                      - Un po' prima rallentano, poi ri­cuperano a tutta forza; vanno, corrono... Lui arriva da sinistra e se è così abbrivato... Che ne dici?

Motorista                      - Il faro lo ha già visto e lasciato indietro. Può essere. Guarda: va come il vento...

Timoniere                      - Fra poco non c'è più.

Motorista                      - Una visione...

Timoniere                      - Se per lui resta indietro, il faro per noi è a sinistra.

Motorista                      - Rimetto in moto?

Timoniere                      - Se fosse un abbaglio...

Motorista                      - Ma quello è vero. Una visione così per dire...

Timoniere                      - Da non crederci... Rompe la notte, luccica. Ecco dove sono le stelle! Il gigante le porta sopra. La nostra barca po­teva essere andata a destra, a sinistra. Era finita a destra: forse perché la corrente era da Ovest...

Motorista                      - Da Nord o da Ovest. Ci sarà poi una corrente?

Timoniere                      - Chi la vedrebbe... Ma anche il faro non si vede.

Motorista                      - Mettiamo che sia spento.

Timoniere                      - Un faro... Una luce sacra come quella! E un transatlantico andrebbe tanto pazzo? Non si può essere confuso: non sono questi vascelli a non sapere che cosa fanno.

Motorista                      - Basta così... Riattacco, mi rimet­to alla pompa.

Timoniere                      - Andiamo a trovare il faro dove è. Cambiamo rotta e giriamo...

Motore del battello. Effetto del rumore, che era vicino e che si allontana, per­dendosi verso sinistra. Concordanza con l'effetto del Giro della lampada, che, dalla profondità, al cen­tro, viene in primo piano e marca l'al­lontanamento del Battello (vedi: « Pun­ti sonori » e « Suoni »). La scena è sen­tita dal Faro.

Poi, in alto, Radiotelegrafia: Cargo.

Radiotelegrafista          - Avete eseguito una tra­cheotomia, signore.

Comandante C              - Un atto amaro.

Radiotelegrafista          - Il medico si congeda.

Cuoco                           - (al comandante). Lei non ha più co­lore.

Comandante C              - Mi sento come se non avessi più sangue. Atto infelice, amaro... Primo uffi­ciale, continui lei a portare la nave. Vediamo di arrivare presto. Che non ci sia corrente da Sud...

Equipaggio                    - (Voci). In prua... Speriamo di no.

Comandante C              - Voi scendete... Non mangia­te? Fra poco è mezzanotte.

Equipaggio                    - (Voci). Ma sì... Mangiare... Ora? Stiamo qui...

Radiotelegrafista          - Il medico, signore.

Comandante C              - Perché va via...

Cuoco                           - Digli che il malato vive e non vive: cosa sappiamo, noi!

Radiotelegrafista          - Potrebbe vivere due, tre ore al massimo. Il medico deve sbarcare al faro. Bisogna trovarsi lì. Si congeda per questo.

Cuoco                           - E qui a bordo?

Comandante C.             - (a lui). Non lo sa? Qui ab­biamo finito.

Cuoco                           - (a lui: non polemico, ma triste). Ma il malato è qui.

Radiotelegrafista          - Dice se vogliamo chie­dergli altro.

Comandante C              - L'uomo...

Equipaggio                    - (Voci).

Radiotelegrafista          - Fate quanto potete perché respiri. Siate al faro alle due... È tutto.

Radiotelegrafia.

Cuoco                           - Nemmeno grazie. Ce ne siamo di­menticati. Il medico ci ha dato aiuto: una parola...

Radiotelegrafista          - Saremmo in tempo.

Comandante C              - Non occorre... Fra poco lo vedremo negli occhi.

Radiotelegrafia, dissolve. Nel Faro, al centro, Passi, con zoccoli, lenti, come dal fondo di un pozzo, a salire: in cima, Giro della lampada (ve­di: « Suoni »). Scena abbastanza insi­stita.

Poi, a sinistra, vicino, il Transatlantico. Con sottofondo di Musica, Festa, effet­to di voci fuori campo, anche in primis­simo piano    (vedi nota).

Primo Ufficiale             - (fuori campo). Perché il radar, signore.

Comandante T              - (cs.). Una riserva...

Primo Ufficiale             - (cs.). Perché il radar, si­gnore.

Sulla Musica del transatlantico, realtà.

Comandante T              - (entrando, rapido, seccato: porta aperta). Titolo di una festa di commia­to: «Gaia notte sul mare». D'altronde, per­ché no? Ma il tempo che perdiamo qui, nella sala nautica! Neanche se la nave fosse di marmo!

Primo Ufficiale             - Lo scandaglio ultrasonico non dà echi.

Comandante T              - Questo lo usa: si è deciso.

Primo Ufficiale             - Si perde in una discesa d'acqua.

Comandante T              - Dunque non stiamo ancora passando sull'alto fondo a quindici miglia dal faro. Ormai è un'ora di ritardo. Veniamo ai fatti. Se lo scandaglio non trova fondo navighiamo prima della secca. Bisogna arri­varci, poi vedere il faro, poi ancora quindici miglia... I fatti, i fatti!

Primo Ufficiale             - (assente). Le isole miseri­cordiose...

Comandante T              - Primo ufficiale, è trasognato?

Primo Ufficiale             - Il mare mi distrugge.

Comandante T              - (risoluto). Ho capito, faccio io. Mi dia il telefono di macchina... Qua: pronto? Tardiamo: mettete la nave a velo­cità di prova!

Musica del transatlantico, sonora. Poi, si fonde e finisce nella Musica del­la voce narrante, che è molto vicina, al centro (vedi: « Punti sonori »).

Voce narrante               - A un miglio... A meno di un miglio... Centrato col pilota automatico -sul culmine della marea - a metà della torre, alto di schiuma, il transatlantico veniva verso una collisione immane...

Dissolvenza. In primo piano, secondo il procedimento solito, il Faro. Con effet­to di contrasto rispetto a quanto è detto sopra, lentezza di Passi, con zoccoli, a lungo, a salire, in avvicinamento al Giro della lampada (vedi: « Suoni »). Poi, Passi   (cs.) più in alto. Per la prima volta la Voce narrante           non è ester­na alla scena mediante il sottofondo del­la propria musica o del silenzio, ma è presente, all'interno della scena, avendo per sottofondo il Giro della lampada e i Passi via via sempre più vicini.

Voce narrante               - Zoccoli ai piedi il guardiano nella torre saliva, di nuovo, con lento dub­bio, chiuso in una scelta... Per fumare, i fiam­miferi erano sulla lanterna. Ma usarne uno anche per la lampada? Se faccio luce - ragio­nava, indugiava - c'è vantaggio nel funzio­namento del faro, però l'altro può orientarsi e si salva; se no, il vantaggio è contrario.., Niente altro vedendo... Gli sfuggiva il caso. che non era nella scelta ma nella durata dell'indugio...

I Passi, in primo piano: davanti alla Voce narrante . Poi, finiscono. Silenzio. Primissimo piano, Accensione di un fiammifero (vedi: « Suoni »).

Uomo del Faro.             - Mezzanotte.

Pausa.

Voce narrante               - (col cuore in gola). Tu?!l Uomo del Faro. Io... Chi dovrebbe essere? Tre siamo in questa torre. Lui dorme...

Voce narrante               - Hai acceso? Uomo del Faro. Sì. Ne vuoi una? È già un po' che passeggio davanti alla porta. Ho bus­sato. Poi ho aperto: scusa. Vuoi una siga­retta anche tu? Prendi. Voce narranti;. Oh... Mio marito... Dorme! È qui!

Uomo del Faro              - Sveglialo... Il suo turno.

Voce narrante               - Non è in mare! Uomo del Faro. Che mare?

Voce narrante               - Il faro è acceso? Uomo del Faro. Figurati se non è accesa Su, sveglialo. È mezzanotte.

Voce narrante               - Ti sembrerà strano... Uomo del Faro. Anche tu dormivi!

Voce narrante               - Questa camera... I fusti di petrolio là fuori, la scaletta di ferro... È al me ora che tutto questo sembra incredibile, chiaro e strano... Il mare? Uomo del Faro. Una pianura.

Voce narrante               - La marea è alta? Uomo del Faro. Piena...

Voce narrante, Uomo del Faro          - (insieme ripetendo, amichevolmente, un'espressione solita). Un altopiano...

Voce narrante               -  Uomo del Faro. (Ridono)!

Voce narrante               - Le nostre parole abituali:! tue, mie, di mio marito... Chiare e strane..! Oscuro come la notte ma logico tutto il rei sto: un battello che si allontana, un cargo, un transatlantico, una voce da terra... Uomo del Faro. No, laggiù in mare non c'è nessuno. Latitudine poco frequentata...

Voce narrante               - Un sogno. Uomo del Faro. A quanto pare, con la fisarmonica, se proprio dormite non vi disturbo!

Voce narrante               - Né lui... Né me. Uomo del Faro. Chiamalo, via. Esco... Vi aspetto sulla lanterna.

Voce narrante               - (d'improvviso). Perché noi ti sposi presto!

Uomo del Faro              - (ridendo). Che?

Voce narrante               - Una mia idea... Uomo del Faro. A mezzanotte. Che ci sarà stato in quel sogno!

Voce narrante               - Ipotesi... Il caso, per esempio. E un trovarsi ciascuno come sull'orlo, di essere ancora in tempo... L'abisso, un fiammifero. Uomo del Faro. Ti lascio la sigaretta, tieni!

Allontanandosi, Fisarmonica, Musica della voce narrante (vedi: « Suoni »).

Uomo del Faro              - (andando, distante). Digli che lo aspetto...

Voce narrante               - Questo mare poco esplorato, ma tutto intorno.

Musica (c.s.): un accordo sonoro, breve! Silenzio

FINE