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Amen

Amen!

Commedia in due atti

di

Mario Alessandro Paolelli

Personaggi (i.o.a.) - 6 o 7 uomini e 1 o 2 donne -

LADRO 1 (un uomo)

LADRO 2 (un uomo)

FORESTIERO (un uomo)

VECCHIO (una donna)

SIMONE (un uomo)

PAOLO (un uomo)

TIZIO P (un uomo)

TIZIO S (un uomo o una donna)

PRIMO ATTO

Palestina. Circa nell’anno 30 d.c.. Sulla scena c’è un uomo, vestito di una lunga tunica e nient’altro, che dorme per terra disteso su un fianco al centro del palcoscenico: il viso è rivolto verso il pubblico. L’uomo in questione che nel testo è chiamato Forestiero, poggia la testa su una specie di sacco che in quel momento usa come cuscino. Ci sono due entrate sul fondo, una sul lato destro e una sul lato sinistro. Dopo qualche secondo dall’apertura del sipario, si sentono due persone che parlano a voce alta, fuori scena, e che stanno per entrare sul palco dall’entrata di destra. Anche queste due persone, che chiameremo Ladro 1 e Ladro 2, sono vestite all’incirca come quell’uomo che sta dormendo. Tutti e tre hanno dei calzari ai piedi.

LADRO 1 (da fuori scena) Secondo me non dovevamo lasciarci sfuggire un’occasione del genere, dovevamo inventarci qualcosa. Quando più ci ricapita un gonzo come quello!

LADRO 2 E cosa ci potevamo inventare! Il tuo ‘gonzo’ stava attirando l’attenzione di una pattuglia romana! Possibile che tu non sappia neanche rubare un semplice sacchetto di monete da una cintola?

LADRO 1 Ma io l’avevo rubato!

LADRO 2 Già! Peccato che c’erano rimaste attaccate le dita e le mani del proprietario!

LADRO 1 Ma mentre stavo per sfilargli il sacchetto sono stato urtato da un venditore di capre, lo hai visto anche tu!

Qui entrano in scena continuando a chiacchierare come se niente fosse. Non si

accorgono del tizio che dorme e fanno per dirigersi verso l’entrata a sinistra, come

se, sul palco, loro fossero solo di passaggio.

LADRO 2 Ho capito, ma a quel punto, se lui ti scopre o lasci perdere o gli dai un pugno sul naso. Non ti metti a urlare ‘Lascia! Lascia!’ in mezzo alla piazza!

LADRO 1 Lo sai che non mi piace la violenza!

LADRO 2 Io so solo che era tutto il giorno che stavamo appresso a quel tipo e tu hai rovinato tutto!

LADRO 1 Ma io non…

LADRO 2 (interrompendolo, accorgendosi dell’uomo che dorme) Shhh!

LADRO 1 Che c’è adesso? Non posso neanche più parlare?

LADRO 2 (a bassa voce) Zitto ti ho detto! Guarda là!

LADRO 1 (a bassa voce) Ah! Non l’avevo visto! Sta dormendo. Facciamo silenzio poverino, altrimenti lo svegliamo. Dai, andiamo.

LADRO 2 (a bassa voce) Ma dove vuoi andare, non vedi chi è?

LADRO 1 (a bassa voce) No che non lo vedo, è di spalle!

LADRO 2 (a bassa voce) Quel tizio è l’ultimo modo che abbiamo per risollevarci la giornata! (gli fa un gesto come a dire ‘gli freghiamo la roba!’)

LADRO 1 (a bassa voce) Aaaaah! Hi, hi, hi ! (ridacchia) Ora ho capito! Vado. (fa per andare verso il tizio che dorme)

LADRO 2 (a bassa voce, lo blocca) Ma dove vai, vieni qui! E’ meglio che stavolta vada io, anzi! Tu seguimi e fai solo quello che ti dico, intesi?

LADRO 1 (a bassa voce) Che c’è, non ti fidi di me?

LADRO 2 (a bassa voce) No.

LADRO 1 (a bassa voce) Ma perché no, scusa?

LADRO 2 (a bassa voce) Perché sei stanco per il viaggio e magari sei poco lucido per dirigere le operazioni…

LADRO 1 (a bassa voce) Sentiamo cosa dovrei fare, allora!

LADRO 2 (a bassa voce) Piano piano tu gli sfili i calzari e io gli prendo il sacco. Ce la fai o è troppo difficile?

LADRO 1 (a bassa voce) Perché non prendi tu i calzari e io il sacco?

LADRO 2 (a bassa voce, cercando ti trattenere la rabbia) Perché se mentre cerchi di sfilargli il sacco da sotto la testa lui si gira parlando nel sonno, potresti spaventarti e questo turberebbe il tuo già precario equilibrio mentale, capito? Lo faccio per te!

LADRO 1 (a bassa voce) Beh, in questi termini… allora io gli prendo i calzari.

LADRO 2 (a bassa voce) Bravo. E mi raccomando fai piano…

LADRO 1 (a bassa voce) Ma per chi mi hai preso? Ora credi che non sappia neanche sfilare un paio di scarpe a uno che dorme?

LADRO 2 (a bassa voce) No, anzi, per questo è meglio che lo faccia tu… (gli fa cenno di andare)

Ladro 1 va verso i piedi del forestiero mentre Ladro 2 va verso la sua testa. Mentre

Ladro 2 cerca, invano, un sistema per togliere il sacco da sotto la testa del

forestiero senza svegliarlo, Ladro 1 si trova di fronte un problema. Il tizio dorme con i piedi accavallati e intrecciati in modo strano, risultando così molto difficile

togliergli i calzari. Dapprima ci prova con calma, poi comincia a spazientirsi e

finisce col prendere un piede del forestiero in mano e, facendo leva contro l’altro

piede, cerca di togliere il calzare come se fosse uno stivale da cavallerizzo. Ladro 2

se ne accorge e si arrabbia.

LADRO 2 (a bassa voce) Ma la smetti! Sei proprio stupido! Vuoi fare piano? Così finisce che lo svegli!

LADRO 1 (a bassa voce) Ma non vengono via!

LADRO 2 (a bassa voce) Ma cavolo, non sono mica le ‘caligae’ dei romani! Non ti è per caso venuto in mente di slacciarli prima?

LADRO 1 (a bassa voce) Aaaah, già! E’ vero! Ora ci provo.

LADRO 2 (a bassa voce) E fai piano!

Forestiero si è rimesso con i piedi intrecciati e Ladro 1 trova grosse difficoltà anche per slacciare i sandali.

LADRO 1 (a bassa voce, tra se, intristito) Che noia! Possibile che non riesco neanche a prendere i sandali a uno che dorme!

A quel punto il forestiero, che aveva sentito e si era accorto di tutto, sempre facendo

finta di dormire, si gira e si mette a pancia in su, alza le ginocchia e tira su un piede

come ‘porgendolo’ a Ladro 1 per farsi meglio togliere il calzare.

LADRO 1 (a bassa voce) Ooooh, adesso si! (gli toglie facilmente il calzare)

Il forestiero alza anche l’altro piede e si fa togliere da Ladro 1 il calzare rimasto.

Fatto questo, Ladro 1, con i calzari in mano, visibilmente soddisfatto, va da Ladro 2

che sta ancora cercando di togliere il sacco da sotto la testa del tale.

LADRO 1 (a bassa voce, inorgoglito) Guarda, ci sono riuscito! (mostrandogli i sandali)

LADRO 2 (a bassa voce) Si, si, sei stato bravissimo, ma ora lasciami fare che sono occupato.

In quel momento si vede nettamente che il forestiero alza la testa apposta per

lasciarsi sfilare il sacco da sotto e Ladro 1 se ne accorge.

LADRO 2 (a bassa voce) E’ fatta! Andiamo via adesso!

LADRO 1 (a bassa voce) Ma non ti sembra che…

LADRO 2 (a bassa voce) Ti sembra cosa? Andiamo via prima che si svegli!

Fanno per andarsene e Ladro 2 afferra Ladro 1 cercando di trascinarlo via; ma

Ladro 1 si ferma e si gira verso il tizio che dorme: c’è qualcosa che non lo convince.

LADRO 1 (a bassa voce) Guarda che qui c’è qualcosa che non mi convince.

LADRO 2 (a bassa voce) Che cosa c’è che non ti convince?

LADRO 1 (a bassa voce) Beh, che lui… (indicando il forestiero)

LADRO 2 (a bassa voce) Senti, non puoi spiegarmelo mentre scappiamo? Ti dispiace se andiamo via (urlando) prima che quello ci scopra? (a bassa voce) Mi fai anche urlare! Vuoi venir via?

LADRO 1 (a bassa voce) Dai, non prendermi in giro, lo hai visto anche tu, no?

D’ora in poi i due Ladri parleranno a voce molto alta.

LADRO 2 Ma visto cosa?

LADRO 1 Ha alzato la testa!

LADRO 2 Guarda: abbiamo il sacco e abbiamo i calzari. Noi siamo ladri, ricordi? (ironico) E abbiamo fatto una cosa che non si fa e se quello si sveglia sono guai, hai capito adesso?

LADRO 1 Eppure…

LADRO 2 Senti. Io ho visto un tizio che nel sonno ha mosso la testa e io sono stato bravo ad approfittarne, tutto qua.

LADRO 1 Si, ma ora che ci penso, anche per i calzari sono stato aiutato. Lui si è girato, ha alzato i piedi e…

LADRO 2 Mi sembrava strano che tu fossi riuscito a prenderglieli!

LADRO 1 Cosa vuoi insinuare?

LADRO 2 Che non sei capace di rubare il latte a un bambino, figuriamoci le scarpe ad uno che dorme!

LADRO 1 Non ti permettere!

LADRO 2 Ah, si? Se no che mi fai?

LADRO 1 Lo sai che aborro la violenza, ma per te potrei sempre fare un’eccezione!

LADRO 2 Oddio! Sto tremando di paura!

FORESTIERO (restando sdraiato e con gli occhi chiusi) Vi dispiace continuare la vostra conversazione da un’altra parte? Sto cercando di dormire perché mi aspetta un lungo viaggio. Avete preso quello che vi interessava, no? Per cui adesso andatevene e lasciatemi riposare.

LADRO 2 Si è svegliato scappiamo! (fa per scappare)

Ladro 1, incuriosito dalle parole del forestiero, va verso di lui invece di scappare.

LADRO 1 Che vuol dire ‘avete preso quello che vi interessava’?

Forestiero non risponde.

LADRO 2 Ma tu guarda questo!

LADRO 1 Sei sempre stato sveglio, vero? Perché hai lasciato che noi rubassimo le tue cose?

FORESTIERO (continuando a restare sdraiato su di un fianco e con gli occhi chiusi. Resterà così fino a indicazione contraria) Là dove sto andando non mi occorrevano e poi voi ne avevate più bisogno.

LADRO 2 Ma che ti importa, vieni via!

LADRO 1 Si ha sempre bisogno di un paio di calzari, dovunque si stia andando e poi come fai a sapere che a noi erano più utili?

FORESTIERO L’ha detto il tuo amico prima. Io ero ‘l’ultimo modo che avevate per risollevarvi la giornata’.

LADRO 1 Ma noi abbiamo ‘rubato’ le tue cose!

LADRO 2 E certo! Sottolineiamolo anche!

FORESTIERO Te l’ho detto. A me non servivano.

LADRO 1 Non mi sembra un buon motivo per lasciarsi rubare le proprie cose.

FORESTIERO A voi servivano più che a me.

LADRO 1 Ma siamo ladri!

LADRO 2 (urlandolo ai quattro venti) Siamo ladri! Noi siamo ladri!

FORESTIERO Giudica e sarai giudicato.

LADRO 1 Quindi è come se ci avessi fatto un regalo?

FORESTIERO Tu lo dici.

LADRO 2 Perfetto! Finalmente qui qualcuno ha del buon senso. E’ stato un regalo! Grazie del regalo forestiero. Possiamo andare ora? Sei soddisfatto?

LADRO 1 Come fai a sapere che è un forestiero?

LADRO 2 Non è di queste parti se no lo conoscerei.

LADRO 1 Di dove sei, forestiero?

LADRO 2 Ma che ti importa?

FORESTIERO Vengo da Nazareth.

LADRO 2 Lo vedi? Lo dicevo io! Sai cosa dicono le scritture? Che ‘nulla di buono verrà da Nazareth!’.

LADRO 1 Io non ho mai sentito una frase del genere… e poi da quando in qua dai retta a quello che dicono le scritture?

LADRO 2 Da quando mi conviene!

LADRO 1 Ma non te l’hanno insegnata la buona educazione? Ti sembrano cose carine da dire a un forestiero? Un po’ di ospitalità, che diamine!

LADRO 2 Forse è meglio che io ti rammenti i ruoli che abbiamo in questa situazione: noi ladri, lui derubato, eh!?

LADRO 1 (rivolto al forestiero) E dove stai andando?

FORESTIERO Nel deserto.

LADRO 2 (sarcastico) Ora ti basta, o pensi che in nome dell’ospitalità della Galilea, dovremmo fermarci qui a fare due chiacchiere?

LADRO 1 Bravo! E’ la prima cosa sensata che dici da stamattina! (si siede a gambe incrociate accanto al forestiero) E perché vai nel deserto?

Ladro 2, sconsolato, facendo ampi gesti per indicare di non essere d’accordo con la

decisione, si siede anche lui ma più in disparte.

FORESTIERO Devo incontrare una persona.

LADRO 2 In mezzo al deserto??? (fa ampi cenni a Ladro 1 che il tizio è matto e che sarebbe meglio andarsene)

LADRO 1 E chi devi incontrare, un parente? Un amico?

FORESTIERO Non proprio.

LADRO 1 E allora chi?

FORESTIERO (apre gli occhi e si mette seduto anche lui, parla lentamente, con enfasi, da queste parole il pubblico deve inquadrare in che epoca siamo e chi è che sta parlando… se ancora non lo avesse capito) Ho appena lasciato la mia casa paterna e il mio lavoro di falegname. Ormai non posso più aspettare, è tempo che io inizi il mio cammino. Ho molte cose da fare e il tempo a disposizione non è molto… ma purtroppo so che nel deserto avrò un incontro che potrebbe farmi recedere dai miei propositi, e quindi devo andarci subito, prima di fare qualunque altra cosa… ma basta parlare, ho fame! Che ne dite di mangiare insieme quello che vi ho appena regalato? Nel mio sacco c’è del pane.

Ladro 2 afferra subito il sacco, lo apre e ne tira fuori una forma di pane, rotondo,

schiacciato. Lo prende, gli dà un morso con voracità e lo tira a Ladro 1.

LADRO 2 (rendendosi conto che nel sacco non c’è altro tranne che pochi stracci, masticando) E tu volevi andare nel deserto solo con quel pezzo di pane?

LADRO 1 Ma io dico! Ti sembra questo il modo di dividere il pane, razza di beduino? Il pane si prende e si divide così! (prende il pane e lo spezza alla maniera di Gesù, per intenderci; prende il proprio pezzo e dà il resto al forestiero)

FORESTIERO Così? (facendo vedere a Ladro 1 se spezzava il pane nel modo giusto; prende il suo pezzo e dà quello che resta a Ladro 2)

I tre ora, mentre parlano, pian piano mangeranno tutto il pane.

LADRO 2 Quante storie fate per un pezzo di pane.

LADRO 1 Se tu te lo sudassi ‘il pane’, gli porteresti un po’ più di rispetto!

LADRO 2 Oseresti dire che io non me lo sudo il ‘mio pane’?

LADRO 1 Certo che no! Tu, anzi, ‘noi’, ci limitiamo a rubarlo agli altri.

LADRO 2 Ci limitiamo? (sempre mangiando) Parli proprio tu che a fine giornata sei più stanco di una prostituta di Gerusalemme! Non credi che il nostro sia un lavoro? Per esempio, è da stamattina che stavamo appresso a quel tizio, appostati tutto il giorno nel cortile del Tempio sotto il sole, senza potersi muovere. E se poi ripenso che hai mandato tutto all’aria…

LADRO 1 Ehm… (a interrompere il discorso, si rivolge al forestiero) quanto tempo conti di stare nel deserto?

FORESTIERO Il tempo che occorrerà. Trenta, quaranta giorni forse.

LADRO 2 Senti un po’ forestiero, perché ti vuoi suicidare?

FORESTIERO Suicidare?

LADRO 2 Giusto, forse non ho ben capito. Tu vuoi andare a stare più di un mese nel deserto senz’acqua e solo con un pezzo di pane, che ora non hai neanche più perché ce lo siamo mangiato, e in più, correggimi se sbaglio, devi incontrare qualcuno che non ti è neanche amico. Se non è un suicidio questo!

LADRO 1 Ma che scocci! Avrà i suoi motivi, no?

LADRO 2 Oppure sei un seguace di quello che chiamano il ‘Battista’? Dicono che lui ci viva nel deserto, nutrendosi di locuste e miele selvatico.

FORESTIERO Devo capire se sono pronto a fare ciò che dovrò fare. Dice il Signore: ‘Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore’.

LADRO 2 Lo vedi? Lo senti come cita le Scritture? Immaginavo che avesse a che fare qualcosa con il Battista, parla come lui! Senti forestiero, non ti far riempire la testa con tutte quelle stupidaggini sulla conversione, sul pentimento, sul fatto che bisogna purificarsi, che bisogna andare nel deserto… è la pancia che devi pensare a riempirti! Vedi, io conduco una battaglia personale. Non posso vedere dei bravi uomini buttarsi via così. Sai cosa diceva mio nonno? Se hai cento pecore e una ti scappa, lascia le altre novantanove e vai a cercare la pecorella che si è smarrita. Mio nonno era un semplice pastore, ma molto più saggio di tanti dottori della legge. Ma insomma, guardati! Non gettarti in questo modo! Per esempio, hai delle belle mani. Con quelle dita e un po’ di allenamento potresti diventare un ottimo ladro!

LADRO 1 Non perdi mai occasione per fare dei proseliti, eh?

FORESTIERO (ridacchiando) Beh, come prima tentazione non c’è male. E voi? Come mai siete diventati ladri?

Entra, dal lato sinistro della scena, un altro personaggio. Porta un lungo bastone in mano che usa per appoggiarsi mentre cammina. Anche lui veste una tunica, una bella tunica bianca con un cappuccio. Il personaggio non si riesce a vedere in viso perché ha il cappuccio alzato.

Non appena entra sulla scena gli altri tre personaggi smettono di parlare e si girano a guardarlo. Lentamente, quasi trascinandosi, come se fosse molto anziano, il nuovo forestiero, che d’ora in poi chiameremo ‘Vecchio’, si avvicina ai tre.

Forestiero guarda il ‘Vecchio’ con molto sospetto.

LADRO 1 (quasi sottovoce a Ladro 2) Vedo che hai avuto una grande idea a passare per questa parte di deserto: "Vedrai." – mi dicevi – "In quella zona non passa mai nessuno!". Sembra che tutti si siano dati appuntamento qui! C’è più traffico di quella volta che i romani si inventarono di farci fare il censimento generale per contarci tutti!

LADRO 2 Guarda che se non era per me ora marcivi in prigione!

LADRO 1 Accidenti a quando ho deciso di darti retta!

LADRO 2 (ironico) Non è il caso di litigare adesso, immagino che tu voglia accogliere anche questo ospite tra di noi, no?

LADRO 1 Certo, che domande! Ma non provare a fregargli il bastone!

Ladro 2 fa un gesto come a dire ‘Chi? Io?’. Intanto il Vecchio si è avvicinato a loro e gli fa un cenno, come a chiedere il permesso di sedersi.

LADRO 2 (ironico) Prego, accomodati pure! Durante un viaggio fa sempre piacere trovare qualcuno con cui chiacchierare! (lo invita a sedersi)

Con estrema lentezza il Vecchio si siede, poggia il bastone per terra e si toglie il cappuccio: non è un vecchio ma una donna. Incredibilmente però i due ladri continuano a credere che sia un vecchio, continuano a vederlo come un vecchio e la voce di questa donna, per loro, sarà la voce di un vecchio.

VECCHIO Grazie per la vostra ospitalità. Sono stanco e riposarmi un po’ non mi dispiace affatto. E’ strano comunque trovare delle persone in un posto come questo…

LADRO 1 E’ quello che stavo dicendo a lui qualche secondo fa… (rivolto a Ladro2)

LADRO 2 Tu piuttosto, vecchio, che ci fai da queste parti? (con tono ‘interessato’, da ladro…) Non sei un po’ troppo anziano per andartene in giro in questa landa desolata senza un mulo, una bisaccia…?

LADRO 1 (rivolto a Ladro 1) E non chiamarlo ‘vecchio’! Porta un po’ di rispetto a chi ha visto molti più profeti di te!

VECCHIO Perdona il suo irruento modo di fare. Sono vecchio, questo si, ma vecchiaia può anche essere sinonimo di saggezza. (rivolto a Ladro 1) Continua pure a chiamarmi come vuoi, mio giovane amico. Non sarà un aggettivo a darmi più o meno anni di quelli che ho! (ride) … Ma non mi presentate al vostro compagno?

Le luci si abbassano leggermente per far spazio a due occhi di bue sistemati su Forestiero e su Vecchio. E’ suggerito di creare questo tipo di atmosfera per far capire al pubblico che i due ladri non sentiranno quello che vecchio e forestiero si dicono, come se la loro conversazione avvenisse a livello mentale o, comunque, su un piano non accessibile all’uomo. E’ da tener presente che Forestiero vede e sente perfettamente che il ‘Vecchio’ in realtà è una donna.

FORESTIERO (rivolto a Vecchio) Che ci fai qui?

VECCHIO Ti sembra questo il modo di accogliere un ospite?

FORESTIERO Ti ho fatto una domanda.

VECCHIO Vedo che tuo padre non te l’ha insegnata la buona educazione.

FORESTIERO Non nominare chi non dovresti nominare! Ti ho chiesto che ci fai qui!

VECCHIO Facevo due passi prima di andare nel deserto… sai, lì devo incontrare una persona, una persona che non potrà mai farmi recedere dai miei propositi ma che forse… sono in tempo a farla ‘io’ recedere dai suoi…

FORESTIERO Vattene.

VECCHIO Poi mi sono detto: andiamo a vedere come si prepara il campione alla lotta!

FORESTIERO Non è qui che dobbiamo incontrarci, vattene.

VECCHIO Mmmh. Ti arrabbi troppo facilmente. Se fossimo su un palcoscenico il pubblico crederebbe che sia tu il cattivo!

FORESTIERO (ride) Ah! … Perché ‘donna’ ?

VECCHIO Ti piaccio?

FORESTIERO Perché ‘donna’ ?

VECCHIO Mah! Non so… un’ispirazione del momento.. sai, io sono molto istintivo… oppure, chissà, forse ho pensato che non avresti mai avuto il coraggio di vedertela con una donna. In fin dei conti la forza del sesso debole è proprio questa!

FORESTIERO Sei messo male se già hai pensato di ricorrere a questi inutili espedienti.

VECCHIO (molto serio) Ho armi che tu non puoi neanche immaginare.

FORESTIERO (ironico)Così sembri quasi cattivo!

VECCHIO (ironico) E’ la cosa che mi riesce meglio!

FORESTIERO Che hai intenzione di fare?

VECCHIO Niente! Mi secca dirlo ma hai ragione tu, non è qui che dobbiamo incontrarci. Non è mia abitudine sottovalutare un avversario, altrimenti non sarei arrivato dove sono ora. Per cui preferisco incontrarti nel deserto… e magari ti preferisco con una quarantina di giorni di digiuno sulle spalle… e senz’acqua, eh?! Sennò non vale!

FORESTIERO Sicché non ti farai trovare subito.

VECCHIO Eh, no! Troppo facile! Di sicuro aspetterò che tu sia ben cotto dal sole!

FORESTIERO Hai paura…

VECCHIO Sei tu quello che avrà paura.

FORESTIERO Perché non vai ad aspettarmi allora. Sto arrivando.

VECCHIO (lentamente) Non c’è fretta…

Le luci tornano normali.

LADRO 2 Lui è un forestiero che abbiamo trovato qui. Deve essere un seguace del Battista a giudicare da come parla, però non è cattivo. Vecchio, ti presento il Forestiero. Forestiero, ti presento il Vecchio.

LADRO 1 La tua delicatezza a volte mi sconcerta!

Ladro 2 fa dei gesti come a dire ‘ma che ho fatto???’

VECCHIO (ironico) Pace a te forestiero.

FORESTIERO (ancora più ironico) Che il Signore ti benedica, vecchio!

VECCHIO Comunque non volevo importunarvi, forse ho interrotto la vostra conversazione?

LADRO 1 Effettivamente (rivolto a forestiero) ci stava chiedendo…

LADRO 2 (interrompendo) Ecco, prima che te lo dica lui, te lo dico io: siamo due ladri. Ma non preoccuparti, vecchio, non hai nulla che valga la pena di essere rubato. Prima che tu arrivassi, il forestiero ci chiedeva come mai io e lui abbiamo intrapreso questa onorata carriera. Per quello che mi riguarda fare il pastore come mio padre e come il padre di mio padre e così via fino ad arrivare al capostipite, mi dava la nausea. Diciamo che in una famiglia di pastori io ero la pecora nera! (ride) La voglia di diventare ladro mi è venuta grazie al mio odio per i romani, infatti all’inizio derubavo soltanto loro. Poi, pian piano ho cominciato ad alleggerire anche i grassi ed opulenti ricchi di Israele. Comunque fare il ladro richiede determinazione, sveltezza e molta intelligenza.

FORESTIERO (rivolto a Ladro 1) E tu?

LADRO 1 Io devo tutto a lui. Lo conobbi in una locanda. Il vino scorreva a fiumi quella sera e io avevo bevuto tanto, troppo! Avevo cominciato a dar fastidio a tutti, a quelli seduti sui tavoli, a quelli in piedi… cercavo di attaccare briga, avevo voglia di colpire qualcuno così, senza motivo. Mi aggiravo barcollando per i tavoli urlando e sbraitando. All’improvviso venni afferrato da qualcuno e sbattuto in un angolo. Allora un tizio urlò: "Amici! Penso che come me non ne possiate più di questo scocciatore! Diamo vita a un gioco! Tiriamogli tutti quanti il nostro bicchiere vuoto addosso e se rimane vivo, si ricorderà di questa serata per un bel pezzo!". Tutti urlarono in segno di approvazione, erano pronti col bicchiere in mano quando lui (indicando Ladro 2) si alzò e disse…

LADRO 2 (alzandosi) Chi di voi non è mai stato ubriaco scagli il primo bicchiere! (si rimette seduto)

LADRO 1 Nessuno si mosse. Allora venne da me, mi aiutò ad alzarmi e mi portò fuori. Qualche giorno dopo ero già per le strade a rubare insieme a lui. (si commuove) Scusate, ma ogni volta che lo racconto mi commuovo...

Ladro 2, commosso anche lui, si alza e va da Ladro 1 a dargli una pacca sulla

spalla.

FORESTIERO Chi di voi… scagli il primo… bella questa frase, bisogna che me la ricordi.

LADRO 2 (tornando a sedersi al suo posto) Anche tu frequenti le bettole allora! (a Ladro 1) Hai visto? Te l’avevo detto che dovevamo andare verso la Samarìa. Il forestiero non è del tutto irrecuperabile! Oggi non abbiamo rubato nulla, ma forse questo nostro piccolo viaggio e questo incontro inaspettato ha fatto si che noi possiamo riportare un uomo sulla retta via! Forse la giornata non l’abbiamo buttata ai datteri marci, amico mio!

FORESTIERO Beh, le bettole magari no, ma tra un paio di mesi mio cugino si sposa a Canaan, in Galilea; ci sarà la sua festa di nozze. Chissà, magari questa frase ad effetto potrebbe tornarmi utile.

LADRO 2 Guarda che lo so dove si trova Canaan, non c’è bisogno di puntualizzare che è in Galilea!

FORESTIERO Scusami, non volevo irritarti, ma se per andare in Samarìa passate per il limitare del deserto, ho pensato che non avevate un buon senso dell’orientamento.

VECCHIO Se posso permettermi, potrebbero esserci molti motivi che hanno spinto questi due giovani a passare da questa parte…

LADRO 2 Esatto! E guarda, mio bel saccentone, che siamo passati di qua perché quella specie di Sadduceo mancato, con le sue strilla, ci ha sguinzagliato addosso tutta la guarnigione Romana di Gerusalemme! E questa parte di deserto è l’unico posto dove non ci avrebbero mai seguito! (rivolto a Ladro 1) Diglielo anche tu!

LADRO 1 Purtroppo è andata proprio così… non solo. Siamo anche dovuti passare per la strada che esce dalla porta orientale della città.

VECCHIO (voce ‘finta’ triste) E’ una strada orribile…

FORESTIERO Perché, che ha di particolare?

LADRO 1 Lungo quella strada ci sono centinaia di croci con centinaia di uomini appesi sopra, e la maggior parte di loro è ancora agonizzante. I Romani li hanno messi lì come esempio. E’ stato terribile doversi nascondere lì in mezzo… sentire i lamenti di quei poveracci o la puzza di quelli rimasti lì per più giorni. La morte di croce credo che sia la più terribile. Si muore soffocati dal proprio peso. I Romani sono bravi, molto bravi. Nel corso dei secoli hanno affinato l’arte della crocifissione. I chiodi li piantano qui (indicando), in mezzo al polso, in modo che tu riesca a sorreggerti il tempo necessario per non morire subito, ma lentamente… lentamente senti il sangue scorrere fuori dalle vene, senti che i tuoi polmoni si schiacciano e…

Durante il racconto Ladro 2 è visibilmente schifato e anche il forestiero appare un

po’ turbato.

VECCHIO (a interrompere Ladro 1) Per favore amico, è meglio che non continui. Forse potrebbe dare fastidio a qualcuno… (ammicca verso forestiero)

LADRO 1 Scusate… comunque volevo dire che lo sappiamo qual è la strada più rapida per andare in Samarìa. Siamo passati di qua per far perdere le nostre tracce, ecco tutto. Come vedi in questo posto non ci vengono neanche le lucertole. Ma sei sicuro di volerci entrare in quel maledetto deserto? Non puoi proprio farne a meno?

LADRO 2 Ma si, il mio amico ha ragione! Lascia stare il deserto, è uno spreco di tempo!

VECCHIO Si possono fare brutti incontri…

LADRO 2 Certo! E soprattutto lascia perdere quell’invasato del Battista. Uno che va in giro vestito con pelli di cammello e che urla ‘Pentitevi! Pentitevi!’, non può essere preso sul serio. Tu hai lo sguardo intelligente e dammi retta, con quelle mani potresti fare grandi cose. Fidati di me, che me ne intendo!

LADRO 1 Anche se quelle potrebbero essere le mani di un medico. Se ti metti a fare l’aiutante di qualche dottore potresti apprendere l’arte della medicina e guarire molte persone!

LADRO 2 Ma stai buono, che ne capisci tu! Hai capito, forestiero? Lui ti vede che te ne vai in giro a guarire persone a destra e sinistra! (ride) Credi a me. Dita lunghe, affusolate (lo dice prendendogli le mani)… polso agile, morbido. Ladro. Tu potresti essere un ottimo ladro. Che ne dici vecchio, non ho ragione?

VECCHIO Nella mia piccola esperienza ho capito che è meglio usare le mani per lavorare piuttosto che per pregare…

FORESTIERO Immagino che voi sappiate bene che se i Romani vi prendono finirete crocifissi…

LADRO 2 E’ questione di abilità, forestiero.

LADRO 1 Già, i romani non ci prenderanno mai.

LADRO 2 Noi non finiremo mai su quelle croci.

LADRO 1 Mai!

FORESTIERO Beh, ma dovreste comunque metterlo in conto.

LADRO 2 Senti, non farmi arrabbiare!

LADRO 1 Ecco, non farlo arrabbiare!

LADRO 2 Ti ho già spiegato che è una questione di abilità.

LADRO 1 E’ tutta una questione di abilità.

LADRO 2 Se si è scaltri e soprattutto, se si fa questo mestiere da quando si è nati…

LADRO 1 Soprattutto lui che fa questo mestiere da quando è nato…

LADRO 2 E’ impossibile che ci acchiappino!

LADRO 1 E’ impossibile!

LADRO 2 (rivolto a Ladro 1, arrabbiato) Ma devi proprio ripetere tutto quello che dico?!

FORESTIERO Possibile che non ci sia neanche un pochino di rischio?

LADRO 2 Beh, un po’ di rischio…

LADRO 1 Un po’ di rischio…

Ladro 2 guarda malissimo Ladro 1 e lo fa smettere di parlare.

LADRO 2 Dicevo, un po’ di rischio c’è. In fondo dove lo trovi al giorno d’oggi un mestiere nel quale tu non rischi qualcosa. Mi hai detto che facevi il falegname, no? Beh, se mentre seghi qualche asse ti distrai un attimo, ‘zac’! E ti tagli un dito!

FORESTIERO Si, ma…

LADRO 1 Oppure il pastore. Vai a far pascolare le tue pecore sulle montagne, ti distrai un attimo e ‘zac’! Cadi in un crepaccio!

LADRO 2 Il mercante? Tzè! Tra i romani e i predoni che assaltano le carovane hai solo l’imbarazzo della scelta. Devi sempre dormire con un occhio solo, altrimenti…

LADRO 1 e LADRO 2 (insieme, facendo il segno del dito che taglia la gola) ‘Zac’!

VECCHIO E l’esattore delle tasse? Molti soldi, ma se abbassi la guardia un attimo…

LADRO 1 - LADRO 2 e VECCHIO (insieme, facendo il segno di una spada che taglia) ‘Zac’!

LADRO 1 E fare il soldato?

LADRO 2 Non ne parliamo proprio!

LADRO 1 Magari al primo scontro con dei briganti…

LADRO 1, LADRO 2, FORESTIERO e VECCHIO (insieme, facendo il gesto di una spada che infilza qualcuno) ‘Zac’!

LADRO 2 Il mestiere del ladro, invece, è basato solo sulla propria abilità. Certo, un po’ di talento ci vuole, ma il resto lo acquisisci con l’esperienza. Sai che ti dico? E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che io venga catturato e crocifisso dai romani.

FORESTIERO Che un cammello… (fa l’espressione di doversi ricordare anche questa frase). Sta di fatto, comunque, che voi vi appropriate di cose che non vi appartengono e che, magari, gli altri hanno sudato chissà quanto per ottenere.

VECCHIO E’ una vita difficile la nostra… io non mi sento di giudicarli…

FORESTIERO Io non li sto giudicando.

VECCHIO Eppure a me sembrava di si… e poi… proprio tu…

LADRO 1 E poi noi non rubiamo mica il pane di bocca ai bambini!

LADRO 2 Ci limitiamo a rubarlo ai loro genitori…

LADRO 1 … ricchi …

LADRO 2 … e ciccioni!

LADRO 1 – LADRO 2 (insieme, ridono)

LADRO 1 Sai qual è l’unica conseguenza delle nostre ruberie? Che quei riccastri versano meno soldi al tempio.

LADRO 2 Già. Guarda caso i soldi che rubiamo fanno sempre parte della decima che quei ciccioni farisei avevano messo da parte per le offerte.

FORESTIERO Quindi, secondo il vostro ragionamento, alla fine chi ci va a rimettere è… (indica verso il cielo)

LADRO 2 Non credo che uno o due piccioni sacrificati in più o in meno gli facciano poi così tanta differenza…

LADRO 1 E poi io credo una cosa. Una volta vidi una vedova, vecchia e cadente, che salì tutta la scalinata del tempio sotto il sole. Arrivata in cima tirò fuori dalla veste una moneta e la mise nella cassetta delle offerte. Una sola moneta. Da come prese questa moneta capii che rappresentava tutti i suoi averi. Beh, io credo che il Signore apprezzi molto di più quell’unica moneta che non le centinaia di talenti versati dai Farisei ogni mese. Per loro quello è il superfluo, mentre per la vedova quella moneta era tutto ciò che aveva.

FORESTIERO (rivolto a Ladro 1) Tu non sei lontano dalla verità.

Effetto ‘ occhi di bue ’.

VECCHIO Questi due sono proprio sciocchi… perché ti sei fermato a parlare con loro?

FORESTIERO Non sono i sani che hanno bisogno del medico.

VECCHIO Ecco un’altra di quelle frasi che passerà alla storia. Perché non la smetti di fare il buon samaritano e non pensi a te stesso. Sappiamo entrambi come andrà a finire.

FORESTIERO Tu non sai niente.

VECCHIO E tu fingi di non sapere. A che serve darsi tanto da fare per degli idioti simili? Insegnerai un sacco di cose che non farà mai nessuno. E’ questo il tuo futuro: insegnerai un sacco di cose che non farà mai nessuno!

FORESTIERO Ciò che insegnerò non morirà mai.

VECCHIO Ciò che insegnerai verrà travisato!

FORESTIERO Tu non sai niente.

VECCHIO E tu fingi di non sapere. Ma in fin dei conti ti ringrazio. Sarà proprio per causa tua che molti si danneranno. Il senso del peccato che inculcherai sarà talmente forte che anche i più puri penseranno di aver sbagliato. E a me lo sai che basta ‘ tanto così ’ !

FORESTIERO Io insegnerò l’amore non il peccato.

VECCHIO L’amore… l’amore! L’amore vallo ad insegnare ai tuoi angeli, non all’uomo! L’uomo non è fatto per l’altruismo. L’uomo è un animale. Chiedilo a tuo padre! Gli animali hanno l’istinto di sopravvivenza dentro di se e quell’istinto alla fine diventa sempre egoismo. O mangio io o mangi tu. E’ talmente facile, come fai a non rendertene conto?

FORESTIERO Tu non sai niente!

VECCHIO E tu fingi di non sapere! Tuo padre tutto questo lo sa benissimo! Ecco perché, fin dall’inizio, li ha imbrigliati con leggi, con rituali, con sacrifici! Perché sono degli animali! Hanno ‘bisogno’ di una gabbia! Tu invece verrai a predicare l’amore. Verrai a dirgli che quelle leggi non servono, che il Sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato!

FORESTIERO Io li renderò liberi.

VECCHIO Tu li renderai ‘miei’! Senza regole tranne quella ‘ dell’amore ’, saranno come bestie allo sbando! Non sapranno più cosa fare e a chi dare retta. Allora sai cosa succederà?

FORESTIERO Tu non sai niente!!!

VECCHIO Allora sai cosa succederà? Che cominceranno a travisare e trasformare tutto quello che potrai avergli insegnato e ricominceranno a darsi delle regole! Delle regole in nome dell’amore! Non è squisitamente stupido?! Gli dirai che è ‘uno’ solo il comandamento che dovranno seguire e loro invece se ne daranno altri dieci, altri cento, altri mille! Non solo avranno il Sabato, ma avranno anche la Domenica, il venerdì e il primo giovedì del mese! Tu insegnerai loro una sola preghiera e loro ne inventeranno migliaia! Gli dirai che ‘tu’ sei la porta, l’unica porta attraverso la quale possono passare per andare in Paradiso e loro pregheranno centinaia di Santi, di Angeli e di Beati. E quando qualcuno proverà ad applicare seriamente i tuoi insegnamenti verrà ucciso, deriso, crocifisso, martirizzato, additato come eretico e messo al rogo! Cosicché più nessuno, nel corso della storia, si azzarderà a fare quello che dirai. L’uomo si costruirà una religione a sua immagine e somiglianza, una religione che lo condurrà da me! (ride) Ah ah ah !!! Non è divertente?

FORESTIERO Non vincerai mai. E questo lo sai.

VECCHIO Cogli l’attimo forestiero! Stai per buttare la tua vita per un futuro che non sarà quello per cui vuoi combattere.

FORESTIERO Allora che mi consigli di fare?

VECCHIO Segui me! Io non ti offro il futuro. Io ti offro il presente, l’unico vero tempo che viviamo! Pascoliamo insieme questo gregge, non come inutili servi umili, ma come signori e dominatori! Forse non vincerò. Forse alla fine dei tempi cambieranno le cose. Ma c’è un ‘forse’ e un ‘adesso’ che devono farti riflettere forestiero!

Le luci tornano normali.

LADRO 2 Non ho ben capito, ma se era per fare un esempio, noi non avremmo mai rubato dei soldi a una vecchia vedova!

FORESTIERO (rivolto a Ladro 1, ancora un po’ turbato dalla discussione precedente) Hai mai lavorato onestamente?

LADRO 2 (nonostante forestiero non si rivolga a lui, si altera e risponde lui) Che vuol dire onestamente? Il nostro è un lavoro come un altro! Anzi, direi proprio che tecnicamente non facciamo nulla di male! Ci si limita a privare il Signore di qualche capretto per l’altare, ma questo non mi sembra che possa…

Forestiero si gira all’improvviso verso Ladro 2 facendogli un cenno con la mano

come per zittirlo e Ladro 2 si zittisce all’istante. Dopo due o tre secondi di gelo.

VECCHIO (ironico) Impressionante…

Forestiero riprende a parlare con Ladro 1.

FORESTIERO Hai mai lavorato onestamente?

LADRO 1 Certo che l’ho fatto. Te lo ripeto, io non sono nato ladro, lo sono diventato. Mio padre è un uomo ricco. Ha centinaia di capre, molti campi da coltivare, decine di persone che lavorano per lui e… anch’io lavoravo per lui. Ma un giorno il mio fratello minore andò da mio padre e si fece dare la parte del patrimonio che gli spettava. Pochi giorni dopo, raccolta ogni sua cosa, se ne andò in un paese lontano e là, conducendo una vita dissoluta, sperperò tutto quello che aveva. Quando ebbe speso tutto, cominciò a vivere di stenti e andò perfino a pascolare porci pur di guadagnare qualcosa di che vivere. A quel punto decise di tornare a casa… non me lo dimenticherò mai: appena mio padre lo vide, si commosse, gli si gettò al collo e lo baciò. Mio fratello gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di chiamarmi tuo figlio.". Allora mio padre ordinò ai servi di tirare fuori l’abito più bello, rivestirlo e prendere il vitello più grasso dell’allevamento per mangiarlo e fare festa, perché il figlio che credeva di aver perduto è tornato a casa. Io mi infuriai e andai da mio padre a dirgli ‘Ma come! Sono tanti anni che ti servo e mai ho trasgredito a un tuo ordine, eppure tu non mi hai mai dato un solo capretto perché facessi festa con i miei amici. Ora invece che è tornato questo tuo figlio, dopo aver divorato i tuoi beni con le meretrici, hai subito ordinato di fare festa e per lui hai ucciso il vitello più grasso!’. Sai che mi ha risposto? Che tutte le sue cose mi appartenevano ma che bisognava rallegrarsi perché mio fratello si era pentito ed era tornato in famiglia. A quel punto sono io che me ne sono andato di casa mandando al diavolo tutti!

FORESTIERO Hai fatto male, perché tuo padre è una persona molto saggia.

LADRO 2 Saggia??? Appena me l’ha raccontato, l’ho convinto a venire con me, siamo andati da suo padre e gli abbiamo svaligiato la casa! Anzi, è stata mia cura rubare ‘personalmente’ le cose di quel rinnegato del fratello.

VECCHIO Bravo! Hai fatto bene!

FORESTIERO (rivolto a Ladro 1) Vuoi dire che tu hai rubato nella tua stessa casa??

LADRO 1 Beh, è stato mio padre a dire che quello che era suo era anche mio, no?

FORESTIERO Ma non capisci che tuo padre voleva dare soprattutto a te un esempio di amore e di misericordia! E’ giusto che un peccatore sia atteso con ansia, accolto con gioia e perdonato sempre dopo la conversione. Il tuo è stato l’atteggiamento di chi non si discosta dall’osservanza della legge e che dalla legge aspetta la ricompensa quasi per diritto! Ma la stessa ricompensa, tuo padre, l’ha data generosamente anche a chi ha offeso la sua bontà, purché si sia messo sulla strada del ritorno e coraggiosamente abbia riconosciuto i propri peccati! Esattamente come è successo per tuo fratello minore.

LADRO 2 Spero tu non stia dicendo sul serio, forestiero!

VECCHIO Neanche io sono molto d’accordo…

FORESTIERO Allora secondo te cosa avrebbe dovuto fare un padre che vede ritornare un figlio che credeva di aver perduto? Scacciarlo? Prenderlo a male parole e dirgli: "Va via! Perché questa non è più la tua casa!"? Ucciderlo per vendicarsi di tutto il dolore che ha dovuto soffrire per la sua mancanza?

LADRO 2 Ora non esageriamo, però prima gli avrei fatto fare il giro della casa a calci, l’avrei bastonato a sangue e ‘poi’ avrei cominciato a prendere in considerazione se perdonarlo oppure no. E se anche l’avessi voluto perdonare non avrei certo preso l’abito più bello o ucciso un vitello grasso per lui ma l’avrei mandato a dormire in mezzo ai servi… e senza cena!

FORESTIERO Quindi tu parti dal presupposto che suo fratello avesse avuto bisogno di essere punito, di una lezione che non avrebbe più scordato?

LADRO 1 – LADRO 2 e VECCHIO (insieme) Esatto!

FORESTIERO Ma è proprio questo il punto! Lui è già stato punito prima di tornare a casa! Ha vissuto di stenti per chissà quanto tempo, si è ridotto a pascolare i porci e magari mangiava soltanto carrube e mele marce. Allora, e solo allora, dopo aver provato privazioni e umiliazioni, si è pentito ed ha deciso di far ritorno a casa. Lui è tornato dicendo ‘non sono più degno di essere chiamato tuo figlio’, per cui avrà pensato ‘meglio fare il servo nella casa di mio padre piuttosto che in un paese lontano’! Capite?

LADRO 1 – LADRO 2 e VECCHIO (insieme) No, no, no, cioè, si, si, si, troppo comodo!

LADRO 1 Troppo comodo! Lui conosceva mio padre, ‘suo’ padre, e ne ha carpito la buona fede!

LADRO 2 Giusto!

FORESTIERO Ma tuo padre ha voluto perdonarlo, era libero di farlo o no? Lui ha voluto donare tutto il suo amore a una pecorella che si era smarrita. Era il ‘suo’ amore. Sarà libero di fare ciò che vuole con ciò che è suo?

LADRO 1 – LADRO 2 e VECCHIO (insieme) Si, si, si, cioè, no, no, no! E’ ingiusto!

LADRO 2 E poi è già la seconda volta che cercano di fregarmi con questo discorso del ‘con ciò che è mio ci faccio quello che voglio’.

FORESTIERO Che vuoi dire?

LADRO 2 Prima hai chiesto a lui se avesse mai lavorato onestamente, giusto?

FORESTIERO E allora?

LADRO 2 Beh, a parte questo aggettivo usato secondo me impropriamente… anche a me una volta è capitato di lavorare… cioè di guadagnare dei soldi senza rubarli, mettiamola così.

LADRO 1 Ma dai!!!

LADRO 2 Hai poco da sfottere tu! Erano già due o tre giorni che non si raggranellava nulla e mangiavo solo fichi e datteri. E poi sono stato preso alla sprovvista…

FORESTIERO Alla sprovvista?

LADRO 2 Si, alla sprovvista. Era l’alba. Io stavo dormendo sdraiato vicino alla piazza di non ricordo quale città quando un tale mi viene accanto, mi sveglia e mi dice: "Ho bisogno di operai per la mia vigna. Per una giornata di lavoro ti darò un denaro, accetti?". Capite? Avevo sonno, avevo fame, erano giorni che non vedevo una somma simile e gli ho detto di si.

FORESTIERO E dov’è il problema?

LADRO 2 Il problema è che la vigna era molto grande, così il padrone dovette uscire verso l’ora di pranzo a cercare altri operai. Ma quelli che trovò non bastarono e così usci di nuovo verso la fine della giornata per cercare altro aiuto. Finalmente alle sette del pomeriggio venne il momento di riscuotere la paga. Io ricevetti il mio denaro e mi attardai un po’ a chiacchierare. A quel punto però vidi che il padrone dava un denaro anche a quelli che avevano lavorato solo due ore o mezza giornata! ‘Non è giusto!’, urlai, ‘Io mi sono spaccato la schiena tutto il giorno e vengo pagato la stessa cifra di quelli che hanno lavorato meno della metà di me?’. Sai che mi disse a tutta risposta? ‘Amico mio, non ti faccio torto. Non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi, dunque, ciò che è tuo e vattene! Io voglio dare anche agli altri quanto ho dato a te. Non posso fare dei miei beni ciò che voglio? O sei invidioso perché io sono buono?’. Capisci? Io invidioso perché lui è buono!

FORESTIERO Ma il ragionamento è giusto! Tu ti eri messo d’accordo per un denaro, a te andava bene quella cifra, che ti importa di quello che prendono gli altri?

LADRO 2 A parte il fatto che stavo dormendo quando ho detto che un denaro andava bene, altrimenti gli avrei estorto molto di più e poi, d’accordo o no, perché mi dovevo far prendere per fesso?

LADRO 1 Dovevi fargliela pagare.

VECCHIO Ben detto!

LADRO 2 E l’ho fatto! Ho aspettato che se ne andassero tutti, gli ho dato una botta in testa e gli ho rubato tutto quello che gli era rimasto. Ah! Ci sono andato avanti due mesi con tutti quei soldi! Lavorare, lavorare! Ecco a cosa porta lavorare ‘onestamente’, a farsi prendere in giro!

Ora Forestiero e Ladro 1 parlano in maniera concitata fra di loro

FORESTIERO (verso Ladro 2) Ma non è stata una presa in giro, c’era un accordo…

VECCHIO Accordo o no, come fare a dargli torto.

LADRO 1 Anche secondo me lui (indicando Ladro 2) ha fatto bene.

FORESTIERO Si è comportato male invece! Voleva rompere un patto.

LADRO 1 Patto o no, lo ha proprio preso in giro, lo ha sfruttato!

VECCHIO Ha cercato di approfittarsene!

FORESTIERO Perché guardare nel piatto degli altri e non accontentarsi di quello che c’è nel proprio?

LADRO 1 Non è stato ricompensato a sufficienza per il suo lavoro.

VECCHIO Non ha avuto quello che gli spettava!

FORESTIERO La vera ricompensa non sarà su questa terra ma…

LADRO 2 (interrompendo) Zitti!

LADRO 1 Che c’è?

LADRO 2 Non avete sentito?

FORESTIERO Cosa?

VECCHIO Sai benissimo cosa.

LADRO 2 Dei cavalli! Sono i romani!

LADRO 1 Cavalli? I romani non verranno mai a cercarci qui!

Si sente in lontananza il rumore di alcuni cavalli che si stanno avvicinando.

LADRO 2 Te l’avevo detto, sono i romani!

LADRO 1 Che possiamo fare?

VECCHIO (ironico) Le cose si mettono male, pare…

FORESTIERO State calmi, non dovete temere nulla.

LADRO 2 ‘Tu’ non hai nulla da temere, forestiero, siamo noi che siamo in aria di croce!

VECCHIO Per ora…

LADRO 1 (rivolto a Ladro 2) Dimmi che non ci prenderanno!

VECCHIO Dai, rincuorali!

FORESTIERO State calmi, vi dico, non ci saranno problemi.

VECCHIO Forse.

LADRO 2 Eccoli, maledizione! Stanno venendo da questa parte. Mettetevi giù e pregate il Signore che questi cespugli (idealmente davanti a loro c’è un muro di cespugli) bastino per non farci scoprire. (rivolto al cielo) Signore, fa che non ci vedano!

Ladro 1 e Ladro 2 si sdraiano per terra.

FORESTIERO (rimanendo seduto) Ma certo, stai tranquillo!

LADRO 2 (rivolto a Forestiero) Shhh! Insomma, ti vuoi mettere giù, ci farai scoprire!

LADRO 1 Anche tu, vecchio, abbassati per carità!

FORESTIERO Vi dico che non dovete avere paura.

LADRO 1 Ti prego forestiero mettiti giù, non voglio morire!

FORESTIERO E va bene (sdraiandosi anche lui) … però sappiate che è inutile.

LADRO 2 Vedi di non fare anche il menagramo!

FORESTIERO Ma non inutile in quel senso!

LADRO 1 Eccoli!

LADRO 2 Insomma vecchio! Vedi di collaborare o te ne pentirai!

Effetto ‘occhi di bue’.

VECCHIO Che ne dici, forestiero? Me ne pentirò?

FORESTIERO Perché non vuoi accontentarli?

VECCHIO Perché sono loro che rischiano non io!

FORESTIERO E’ facile, vero?

VECCHIO Cosa è facile?

FORESTIERO Badare solo a se stessi. Non amare. Fare il male. E’ la via più semplice. E’ la dimostrazione della tua inettitudine!

VECCHIO Potrei risponderti semplicemente con un.. ‘perché complicarsi la vita!’. Ma mi limiterò a dirti che sei fuori strada. Secondo te essere ‘buoni’ è più difficile che essere ‘cattivi’? Essere ‘santi’ è più difficile che essere ‘demoni’? Come ti sbagli. Ne hai da imparare, ragazzo mio.

FORESTIERO Sei tu che non ti rassegni.

VECCHIO La santità esige un grande sforzo ma è uno sforzo che si esercita con mezzi che nel passato erano naturali. Si tratta di ritrovare l’estasi che l’uomo conobbe prima della caduta. Ma il peccato, il vero male, è il tentativo di ottenere un’estasi e una conoscenza che non sono mai stati dati all’uomo. E chi tenta questo diviene demone! In fondo il santo si sforza di ritrovare un bene che ha perduto, ma il peccatore tende i suoi sforzi verso qualcosa che non ha mai avuto!

FORESTIERO Sei solo… e mi fai pena.

VECCHIO Il male, nella sua essenza, è una passione solitaria! L’assassino, per esempio, non è un peccatore nel vero senso della parola, è solo una bestia pericolosa. Ecco, si… più che altro direi che è una belva piuttosto che un peccatore.

FORESTIERO Non arriverai mai al cielo!

VECCHIO Da solo non potrei mai farcela, ecco perché sono qui! …Ricordi? Dirai che sei ‘tu’ la porta per il cielo… mi servi forestiero. Mi servi!

FORESTIERO Dammi il tuo cuore allora. E lascia che io lo trasformi in un cuore che accetta, che non giudica, che ama di amore incondizionato. Che dà e non pretende nulla in cambio. Aiutami a realizzare il Regno dei cieli sulla terra… e potrai passare per questa porta.

VECCHIO Niente prediche forestiero. Sei tu che dovrai accettare le mie condizioni, non io le tue!

Luci normali.

LADRO 2 (a bassa voce) Accucciatevi più che potete… (con la mano schiaccia Forestiero ancora più a terra; vede che il vecchio non ha intenzione di abbassarsi) … per la miseria, vecchio, abbassati!

FORESTIERO Abbassati.

VECCHIO Questi due sciocchi non ci servono.

FORESTIERO Abbassati.

VECCHIO Questi due sciocchi non ci servono.

FORESTIERO (qui ci servirebbe un effetto di voce amplificata, come se, in sovrapposizione alla voce del forestiero, ci fosse un nastro, o qualcuno a un microfono, che dice quello che sta per dire forestiero) Giù !

Si realizza una specie di miracolo. Come spinto da una forza soprannaturale, si vede che il Vecchio comincia ad abbassarsi controvoglia. Si vede che cerca di resistere ma non ci riesce. Il vecchio arriva quasi a sdraiarsi faccia a terra e non riesce più a muoversi o a parlare.

Da fuori campo si sente la voce di due romani, un soldato e un centurione, che

parlano in Latino. Queste voci saranno sempre da fuori campo.

(come scelta registica si possono eliminare le battute dei romani facendo quindi solo

‘intendere’ al pubblico che i romani effettivamente sono lì in ispezione)

ROMANO Centurione, certusne est se ad huc procedivisse? (trad.: ‘E’ sicuro che si siano spinti fino qua, Centurione?’)

CENTURIONE Non certus est, tamen ingenium meum dicit illos hic alicunde esse. (trad.: ‘No che non sono sicuro, ma il mio istinto mi dice che sono qui da qualche parte.’)

LADRO 1 (a bassa voce) Cosa staranno dicendo?

LADRO 2 (a bassa voce) Ma che ne so, chi lo capisce il Latino! Comunque non bisogna essere delle volpi per immaginare cosa dicono. Guarda la faccia del centurione… avrà sicuramente detto una frase del tipo ‘il mio istinto mi dice che sono da queste parti’.

LADRO 1 (a bassa voce) Ah, si? Io non ci avrei mai pensato…

LADRO 2 (a bassa voce) Se il tuo cervello fosse grande quanto un granellino di senapa, troveresti il modo per spostare una montagna!

LADRO 1 (a bassa voce, arrabbiato) Che hai detto?

FORESTIERO (a bassa voce) Vi dico che non correte rischi! (fa per alzarsi)

LADRO 2 (a bassa voce) Shhh! Giù! (lo risbatte per terra)

ROMANO Iudicasne nos in ire deserta necesse esse? (trad.: ‘Pensa che dobbiamo entrare nel deserto?’)

CENTURIONE Minime vero! Ipsis duobus latronibus necesse non est. Iterum circum hic investigamus. (trad.: ‘No, per quei due ladruncoli non ne vale la pena. Cerchiamo ancora qui attorno.’)

FORESTIERO (a bassa voce, rivolto a Ladro 1) Hai mai pensato di tornare a casa?

LADRO 1 (a bassa voce) Qualche volta.

FORESTIERO (a bassa voce) Non credi che se tornassi tuo padre ti accoglierebbe a braccia aperte così come ha fatto con tuo fratello minore?

LADRO 1 (a bassa voce) Mio padre mi ha deluso.

FORESTIERO (a bassa voce) Forse non quanto tu hai deluso lui.

LADRO 1 (dopo un secondo di pausa, a bassa voce) A volte le persone devono seguire il loro destino.

LADRO 2 (a bassa voce) Vi dispiace rimandare a dopo la vostra interessante conversazione? Ogni volta che parlate ho uno strano prurito qui, ai polsi! (indicando il posto dove vengono messi i chiodi ai crocifissi) … Se quel romano si avvicina un altro po’ gli taglio la gola…

FORESTIERO (a bassa voce) Chi ferisce di spada morirà di spada.

LADRO 2 (a bassa voce) Può essere, però intanto io lo ferisco…

FORESTIERO (a bassa voce) Ma insomma, posso sapere perché siete passati da questa parte? Non vi conveniva andare verso il lago di Tiberiade? Si arriva in Samarìa anche di là e quelle strade non sono battute dai romani!

LADRO 1 (a bassa voce) Non c’è modo di nascondersi sulle rive del lago…

LADRO 2 (a bassa voce) Già, deve ancora nascere l’uomo in grado di camminare sull’acqua!

FORESTIERO (a bassa voce) Veramente…

LADRO 2 (a bassa voce) Shhh!

CENTURIONE Satis, fastiditus sum! Hierosolyma redeamus. (trad.: ‘Basta, mi sono scocciato. Torniamo a Gerusalemme.’)

ROMANO Sic est, Centurione! (trad.: ‘Si, centurione!’)

LADRO 1 (a bassa voce) Forse se ne vanno…

LADRO 2 (a bassa voce) Forse hai ragione…

LADRO 1 (a bassa voce) Forse si sono stufati…

LADRO 2 (a bassa voce) Forse l’abbiamo scampata…

FORESTIERO (a bassa voce) Forse non c’era bisogno di preoccuparsi…

Rumore di cavalli che si allontanano. Dopo qualche secondo i tre si rialzano e si

rimettono seduti.

LADRO 1 Meno male!

LADRO 2 Hai visto forestiero? La fortuna è dalla nostra, non ci prenderanno mai!

FORESTIERO Ve l’avevo detto che non c’era niente di cui aver paura…

LADRO 1 Puoi alzarti adesso, vecchio, se ne sono andati!

Forestiero fa un grosso sospiro (magari anche questo potrebbe essere ‘amplificato’) e il Vecchio, ancora sotto sforzo per cercare di liberarsi, riesce ad alzarsi, libero finalmente dalla morsa che lo costringeva a stare sdraiato.

Effetto ‘ occhi di bue ’.

VECCHIO (visibilmente affaticato) Vedi? …Lo sapevo che non dovevo sottovalutarti… ma nel deserto non mi troverai impreparato. Prega forestiero, perché ne avrai bisogno!

FORESTIERO Se ‘tu’ pregassi, avresti ancora una possibilità. Avresti il perdono.

VECCHIO Non lo voglio il suo perdono. Io voglio suo figlio.

FORESTIERO Il figlio non lo avrai mai.

VECCHIO Questo lo vedremo, forestiero, lo vedremo… ma sappi che se non lo potrò avere, da qui alla fine dei tempi mi toglierò comunque molte soddisfazioni.

Luci normali.

VECCHIO (alzandosi) Troppe emozioni per un povero vecchio come me. Forse ora è meglio che vada.

LADRO 2 A proposito, vecchio, non hai più risposto alla mia domanda: che ci fai in questa regione?

VECCHIO Devo andare nel deserto.

LADRO 1 Anche tu??? E perché?

VECCHIO Devo incontrare una persona.

LADRO 2 Avete uno strano modo di ragionare da queste parti. Più che un deserto sembra un porto di mare. Addio vecchio e riguardati.

LADRO 1 Addio.

VECCHIO Piuttosto siete voi che dovete guardarvi dai romani. Pace a te forestiero e riguardati anche tu…

FORESTIERO Che il Signore ti accompagni, vecchio.

Il vecchio esce di scena.

LADRO 2 Sai una cosa forestiero? Dici delle cose senza senso, ma in fondo mi sei simpatico.

LADRO 1 Anche a me!

FORESTIERO Grazie…

LADRO 2 Resta con noi. In tre si possono organizzare dei colpi più grossi. Uno fa il palo mentre gli altri due cercano di…

FORESTIERO (a interromperlo) Ho già la mia strada disegnata davanti a me e ora porta verso il deserto.

LADRO 1 Ancora con questo deserto!

LADRO 2 Ma lascialo perdere il deserto! Di giorno si muore di caldo. Di notte si muore di freddo. Inoltre sei solo, senz’acqua e senza cibo; quindi se resisti al clima morirai comunque dopo qualche giorno. Perché ti ostini a seguire questa idea?

FORESTIERO Devo fare la volontà di mio padre.

LADRO 2 Ma perché? Te ne sei andato di casa apposta, immagino!

LADRO 1 Hai lasciato il tuo lavoro di falegname perché scommetto che lavoravi a bottega con tuo padre: pensa a quanto sarà arrabbiato adesso che te ne sei andato!

LADRO 2 Esatto! E tu insisti a fare la sua volontà?

LADRO 1 Mi sembra che tu sia piuttosto cresciuto! Vivi per conto tuo adesso. Puoi scegliere da solo come organizzarti la vita!

FORESTIERO Una volta un amico mi disse che le persone devono seguire il loro destino… (guardando ironicamente Ladro 1)

LADRO 1 Ma il tuo è un destino di morte!

FORESTIERO Anche il tuo potrebbe esserlo…

LADRO 2 Non capisco cosa stiate dicendo ma ho il vago sentore che tu stia di nuovo facendo il menagramo, forestiero!

FORESTIERO Voi siete ladri. Ma ditemi: che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se perde o rovina se stesso?

LADRO 2 Non ti capisco.

LADRO 1 Come fa una persona a rovinarsi se non perdendo tutti i suoi beni?

FORESTIERO C’è un solo tesoro che non bisogna mai perdere… e oggi l’avete qui con voi.

LADRO 1 Forestiero, non riesco a seguirti.

LADRO 2 Quando parla come il Battista non lo seguo più neanch’io… mah! Sarà la fame che non mi fa connettere.

FORESTIERO Hai ancora fame?

LADRO 2 No, e perché dovrei? Dopo quasi un giorno di digiuno e una scarpinata sotto il sole, quel pezzo di pane che abbiamo mangiato prima è stato più che sufficiente… sto morendo di fame!

FORESTIERO Prendi dell’altro pane allora.

LADRO 2 Volentieri, solo che non mi va di tornare a Gerusalemme per rubarlo!

FORESTIERO Lo troverai nel mio sacco.

LADRO 2 Quello lo abbiamo già mangiato…

FORESTIERO Guarda nel mio sacco.

LADRO 2 Mi prendi per stupido? Ci ho già guardato prima nel tuo sacco. C’era ‘una’ forma di pane e qualche straccio.

LADRO 1 (alzandosi va a prendere il sacco che era rimasto vicino a Ladro 2) Guarda come sei malfidato. Se ti dice di guardare nel sacco, guardaci, no?

LADRO 2 Ah, ma allora il sole ha giocato brutti scherzi anche a te! Non sono mica un beduino di un’oasi! Se ti dico che nel sacco non c’è più niente, non c’è più niente! (intanto Ladro 1 fruga nel sacco) Prima ho visto benissimo. Non troverai nulla là dentro tranne che…

Ladro 1 tira fuori con sommo stupore un’altra forma di pane dal sacco del forestiero.

LADRO 2 … del pane… !!! (rimane sbigottito) Che io sia!!! (strappa il sacco dalle mani di Ladro 1 e lo rivolta sottosopra: dentro c’è qualche straccio) Sono certo di aver visto bene! Non c’era nient’altro… o forse no… mah! Forse il sole ha colpito duro questa volta. (col tono di quello che sa che c’è qualcosa che non quadra) Beh, è una fortuna che io mi sia sbagliato, no?

LADRO 1 Tieni la tua parte. (dando un terzo del pane a Ladro 1) Tieni forestiero. (ne porge un terzo anche al forestiero)

FORESTIERO No, grazie, dallo pure a lui.

Ladro 1 fa come gli è stato detto e torna a sedersi al suo posto.

LADRO 1 (rivolto al forestiero, mentre mangia) Tu ci credi nella venuta del Messia?

FORESTIERO Diciamo di si.

LADRO 1 E quando credi che verrà? E soprattutto, come lo riconosceremo? Pensi che sarà un rabbino abbastanza ricco da armare un esercito oppure un grande profeta che riuscirà a far levare tutta Israele contro i romani?

FORESTIERO Quando i ciechi vedranno, gli storpi cammineranno, i lebbrosi saranno purificati, i sordi udranno, i morti resusciteranno e ai poveri verrà annunziata la buona novella allora vuol dire che il Messia sarà tra voi.

LADRO 2 Sarà, ma io preferirei un generale che scacciasse i romani. Da quando ci sono loro tra i piedi, noi altri non si batte chiodo.

FORESTIERO Non sono i romani il problema di Israele.

LADRO 2 (alzandosi) Sai che diceva mio nonno? Date a Cesare quel che è di Cesare e a me lasciatemi le mie pecore. Poveraccio. Gli hanno preso anche quelle.

FORESTIERO Era un saggio tuo nonno.

LADRO 2 Era una brava persona. Beh, forestiero, è giunto il momento di lasciarci (anche Ladro 1 si alza in piedi). Il sole comincia a calare un po’ troppo e la strada per la Samarìa è ancora lunga.

LADRO 1 E i romani sono in agguato. Dobbiamo sempre stare in movimento, purtroppo.

FORESTIERO I romani non vi daranno più fastidio.

LADRO 2 Me lo auguro. Noi andiamo. Cerca di non morire forestiero.

FORESTIERO D’accordo… e ricorda che potresti essere tu stavolta quello chiamato a fine giornata. E anche a te spetterebbe la stessa cifra di chi ha lavorato tutto il giorno, perché il padrone è buono… molto buono.

LADRO 2 Addio forestiero. (esce)

LADRO 1 Addio. (esce)

FORESTIERO (coricandosi nuovamente, dopo che i due sono usciti di scena) Arrivederci.

Sulle luci che sfumano e l’immagine del forestiero che dorme, si sente una voce

fuori campo che dice:

VOCE … Quando giunsero sul Golgota, con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: ‘Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!’. Ma l’altro lo rimproverava: ‘Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male’. E aggiunse: ‘Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.’. Gli rispose: ‘In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso.’. Luca 23, 39 .

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

La scena presenta due letti messi perpendicolarmente rispetto al pubblico e separati da un comodino con sopra tre libri, una lampadina da tavolo, una boccetta di profumo e un necessaire per manicure da uomo. Ai piedi dei letti, in posizione simmetrica vi sono, appoggiati alle pareti, due armadietti tipo palestra, due scrivanie e due sedie. Sulle scrivanie vi sono penne, fogli, pochi libri. Per terra, attorno al letto di Simone, messi in modo disordinato, vi sono degli oggetti bene in vista: spazzolino nella sua custodia di plastica, forchetta e bicchiere di carta. Il resto dell’arredamento è scarno ed essenziale.

Mischiati tra il pubblico ci sono Tizio S e Tizio P (possono essere un uomo e una donna o due uomini).

Sui due letti ci sono Simone e Paolo in pigiama. Paolo dorme e Simone no, si agita nel letto, la scena e' al buio e come sottofondo c’è una musica di Lalo Schifrin. Durante la musica Simone, che non riesce a dormire, compie, nell’ordine, queste azioni:

Accende la luce sul comodino e tira su i cuscini per sedersi schiena al muro Guarda Paolo che dorme e sbuffa Si guarda le unghie, prende il tagliaunghie e se le aggiusta (intanto butta sempre un occhio a Paolo) Sbuffa Si guarda un po’ in giro annoiato Prende uno dei libri che stanno sul comodino, ne gira distrattamente qualche pagina e lo rimette a posto Sbuffa e spegne la luce Dopo qualche istante riaccende la luce e si vede che è rimasto sempre schiena al muro Guarda Paolo. Afferra una boccetta di profumo (dal comodino) e ne legge l’etichetta. Ripone la boccetta. Si alza a vedere (girandogli intorno al letto) se Paolo dorme. Torna a letto Rispegne la luce Riaccende la luce Si annoia, sbuffa, si pettina i capelli con la mano e si accorge che può fare le ombre cinesi con la lampadina del comodino… ne fa qualcuna Si stufa, spegne la luce del comodino ed accende quella centrale

SIMONE(voltandosi verso Paolo e sottovoce) Sei sveglio? (Paolo non risponde, alzando la voce) Sei sveglio? (nessuna risposta, a voce alta) Sei sveglio?

PAOLO(rimanendo nella stessa posizione, arrabbiato) No!

SIMONE Che ne pensi della morte? (Paolo non dà segni) …Ti ho chiesto che ne pensi della morte!

PAOLO Mmmh…

SIMONE Ho fatto un sogno.

(Paolo si gira come per dormire)

SIMONE (alzando la voce) Ho fatto un sogno!

PAOLO (arrabbiandosi) Mi devo alzare, ho capito mi devo alzare (prende e guarda la sveglia) un'ora prima ma mi devo alzare (si sistema i cuscini e si siede sul letto, voce morbida a prendere in giro). Forza, raccontami questo sogno!

SIMONE No, così sembra che mi fai un favore. Se vuoi te lo racconto dopo, se hai ancora sonno...

PAOLO Sonno? Io? lo sai che mi alzo, sempre un'ora prima che suoni la sveglia per riflettere sulla caducità della vita!

SIMONE No, davvero, non è importante dormi pure se vuoi. (spegne la luce)

PAOLO (al buio) Io lo ammazzo… (accende) dai, Simone, raccontami il tuo sogno (alzando la voce), adesso!

SIMONE Shh. Che svegli tutti. Non vorrai farli alzare così presto! Te lo racconto, te lo racconto...se insisti tanto!

PAOLO ...Madonna...

SIMONE A proposito, come mai hai fatto tardi ieri? Avrai spento la luce a mezzanotte!

PAOLO Dovevo finire di compilare la schedina.

SIMONE Ma ci hai messo tre ore! Come si fa a perdere tempo dietro una cosa tanto stupida!

PAOLO Eh, si! Vorrei vedere te! Quando ti trovi le ultime due partite in schedina, che sono quelle di serie C, che confrontano sempre una squadra di media-bassa classifica, che gioca in casa, contro la prima che però non sta attraversando un buon periodo di forma. Il pronostico diventa difficile, dovresti mettere due triple ma se le sprechi lì poi non puoi...che sogno hai fatto!

SIMONE Non metto in dubbio che sia difficile, metto in dubbio che tu sia normale; mi spieghi come si fa a credere di poter azzeccare il risultato di tredici partite? Ci sono sempre quelle due o tre che non vanno come uno aveva calcolato, altrimenti il tredici lo farebbero tutti. E poi io sono contrario al concetto del...tentare la sorte!

PAOLO E bravo! Non giochi non perdi! Ma io dico non giochi non vinci! Questa tua mancanza di coraggio mi irrita anzi mi fa incazzare!

SIMONE E dalli, lo sai che mi dà fastidio che tu dica le parolacce.

PAOLO Oh, poverino, non volevo offendere le tue vergini orecchie. E svegliati, ma in che mondo vivi. Oggigiorno le dicono tutti le parolacce e riguardo la schedina beh, è una scienza esatta, basta avere contemporaneamente sotto gli occhi ‘tutti‘ gli elementi essenziali: classifiche, stato di forma, partite precedenti, bioritmi dei giocatori...

SIMONE (interrompendo) Quante volte hai vinto?

PAOLO (continuando come nulla fosse) gol fatti, gol subiti, vittorie in casa, vittorie in trasferta...

SIMONE Quante volte hai vinto?

PAOLO Campagna acquisti, voci di mercato, umore dell'allenatore, sponsor...

SIMONE Quante volte hai vinto?

PAOLO (arrabbiato) Mai!

SIMONE Lo vedi? Le tue sono chimere, fallaci illusioni, perdi ore di tempo per non approdare a nulla. Senza contare i soldi che spendi, soldi che potrebbero essere usati per scopi migliori. Tu rincorri un sogno.

PAOLO Io almeno rincorro qualcosa, tu stai lì fermo e aspetti; chi sta in prima linea guadagna più medaglie.

SIMONE ...e anche più pallottole.

PAOLO A proposito di sogni… posso sapere (urlando) che cosa hai sognato?

SIMONE Uno ics due uno ics due, non puoi basare la tua vita su tre segni!

PAOLO A parte il fatto che non è così, mi sembra che tu stia facendo un caso di una stupidaggine. Tu e il tuo 'non gioco', 'la fortuna non esiste', 'la sorte non c'è', 'perché buttare i soldi così'. Io credo che tu mi stia facendo perdere il filo del discorso apposta; mi vuoi dire...

Le luci si fanno un po’ più deboli e Paolo e Simone si bloccano. Tizio P parla da seduto verso Tizio S.

TIZIO P … che sogno ha fatto?

TIZIO S Che vuoi da me?

TIZIO P Beh io lo so che sogni fa Paolo.

TIZIO S E che sogni fa?

TIZIO P Un po’ di tutto, la Roma che vince lo scudetto...

TIZIO S Giusto un sogno può essere...

TIZIO P ...lui che vince un sacco di soldi, i genitori, quand'era bambino, i suoi amici, la pace nel mondo... (alzandosi) lui (arrabbiato ed indicando Simone) che sogno ha fatto?

TIZIO S (si alza) Sogna poco anzi, direi che non sogna affatto. Ha le sue idee, sa che il mondo dovrebbe andare in un certo modo e che lui per cambiarlo deve lavorarci sopra, non... fare sogni.

TIZIO P (ironico) Per carità, un bravo ragazzo, non c'è che dire! Però un po’ di fantasia non guasterebbe, non credi?

TIZIO S Si, ma non è che lui abbia fatto chissà che cosa nella sua vita per fantasticarci sopra. Casa, famiglia e qua. Non ci sono gli estremi. Il tuo?

TIZIO P Eeeeh! Mi stupisco come ci sia arrivato qui dentro. Quante ne ha passate. Lui si che ne ha prese di pallottole... si, ma...(indicando Simone), stanotte ha sognato!

La scena si risposta su Simone e Paolo, le luci tornano normali.

SIMONE Il fato non esiste! Tu sei il padrone del tuo destino e poi ricorda: 'chi dal gioco attende soccorso metterà il pelo lungo come l'orso'!

PAOLO E chi lo dice questo?

SIMONE Zio Paperone!

PAOLO Io non attendo soccorso, io mi diverto. A me piace perdere tempo con le classifiche, adoro la domenica pomeriggio perché c'è 'Tutto il calcio minuto per minuto' alla radio, tifare per la squadra del cuore e poi se vinco... tanto meglio.

SIMONE Che ci faresti con i soldi?

PAOLO Ma che ne so! Chi ci ha mai pensato! Sai che non gli do molta importanza ai soldi.

SIMONE Già, ‘non è tutto oro quello che luccica!’

PAOLO Forse... metà li darei in beneficenza ed il resto lo userei per fare un viaggio a...

SIMONE A ?

PAOLO A... che?

SIMONE Hai detto per fare un viaggio a...?

PAOLO Che sogno hai fatto?

SIMONE A me non interessa dove vuoi andare, ‘casa mia, casa mia, per piccina che tu sia…’

PAOLO Non sono neanche tre giorni che stiamo qui dentro e ho già capito come sei fatto. A te non interessa niente tranne (prende un libro che sta sul comodino)... guarda qua ‘ Le psicosi del mondo moderno ’, mortacci! Ci credo che poi ti alzi chiedendo ' che ne pensi della morte '!

SIMONE Domanda alla quale comunque tu non hai risposto.

PAOLO Io penso che la vita sia come una partita di calcio, quando l'arbitro fischia, la partita è finita. Speri a quel punto di aver vinto... so che tu ti accontenteresti di un pareggio... o comunque di aver giocato bene e di avere, soprattutto, fatto divertire gli spettatori. Capisci? Se ne devono andare dicendo ' abbiamo visto una bella partita '! Tu dal canto tuo ti devi saper basare su dei buoni titolari, giostrarti bene le sostituzioni, fare un buon pressing, tattica del fuorigioco, un po’ di culo e via. Però, ripeto, ciò che conta, secondo me, è che il pubblico vada via contento. Per la morte... beh, te l'ho detto, quando l'arbitro fischia è finita, il tuo tempo per giocare l'hai avuto.

SIMONE Tu il calcio non ce l'hai nelle ossa ce l'hai nel cervello. Tipico italiano medio, non fai altro che pensare al pallone!

PAOLO E' un paragone è solo un paragone, non ti eccitare.

SIMONE Non mi sto eccitando!

PAOLO Non avevo dubbi! Affacciati alla finestra, affacciati al mondo e guarda che succede quando un bambino incontra un sassetto sulla sua strada. Sai che fa? Gli dà un calcio. E' nel nostro sangue fin da piccoli, è nella nostra cultura. Ah, già, scusa, forse sto usando l'aggettivo 'nostra' impropriamente. Secondo me è strano che tu stia qui, sei troppo così (gesto con le mani), un po’ di elasticità, neanche fossimo dei militari.

SIMONE A parte il fatto che se ti affacci scopri che il bambino raccoglie il sassetto e lo usa per rompere una finestra...

PAOLO In Sudafrica forse...

SIMONE ...e poi io ‘sono’ elastico, adesso perché non mi piace giocare non sono elastico!

PAOLO Tu lo sai quante ne ho passate eppure, come vedi, il bambino che c’è in me torna a galla, ed è un bene!… Come sarebbe un bene che tu mi raccontassi il tuo sogno prima che io passi alle maniere forti!

SIMONE Come sei manesco, immagino che avresti anche il coraggio di mettermi le mani addosso.

PAOLO No, quello no, non l'ho mai fatto con nessuno.

TIZIO P (si alza) Non è vero. Ti ricordi quando hai preso a pugni quel ragazzo?

PAOLO Ma avevo quindici anni!

SIMONE Che?

TIZIO P Si ma ti sei fatto anche un anno di riformatorio per questo!

PAOLO Non c'è bisogno di ricordarmelo!

SIMONE Ricordarti cosa?

TIZIO S Ehi, smettila che me lo stranisci!

Le luci si riabbassano sulla scena.

TIZIO P Mi dà fastidio che dica le bugie

TIZIO S Almeno il tuo fa qualcosa per essere rimproverato, questo qui invece niente, un'ameba. Sta lì e parla senza cognizione di causa… ha paura…

TIZIO P Paura di cosa?

TIZIO S Paura del mondo che lo circonda, paura di un mondo che non conosce, che ha letto sui libri, che ha visto dal di fuori. E' arrivato alle giuste conclusioni, ma in teoria. E' come se dentro di lui ci fosse il rammarico per un 'quid' di vita non vissuta. Guardalo lì, manca di fantasia, di poesia, è come quello che dà consigli sull'amore senza mai aver avuto una ragazza!

TIZIO P E tu perché non fai qualcosa?

TIZIO S Io? Che posso fare io? Non posso mica sbatterlo al muro. Senza contare che non credo che ne abbia bisogno.

TIZIO P Non vorrei tirare conclusioni affrettate ma non pensi che sia arrivato in questo posto troppo presto?

TIZIO S Chi siamo noi per giudicare? Qui si arriva quando si deve arrivare, non sono mica degli atleti che devono essere ben allenati prima di andare a gareggiare. Loro qui vivono in una specie di sogno anzi io direi che è il tuo che ha aperto gli occhi troppo tardi.

TIZIO P Già, quale sogno!?

TIZIO S Beh, la vita intesa come un'illusione...

TIZIO P Ma no, che sogno ha fatto quello là? (indicando Simone)

La scena torna su Paolo e Simone.

PAOLO Tu invece hai mai fatto a botte con qualcuno?

SIMONE No, certo! ‘Chi di spada ferisce di spada perisce!’

PAOLO Ah, mi pareva...

SIMONE Anche se ci sono andato molto vicino.

PAOLO Stai scherzando?

SIMONE No, una volta è successo.

PAOLO Dai racconta! (animatamente)

SIMONE Ma non è importante, preferisco dimenticare...

PAOLO Racconta!

SIMONE Guarda che non è una cosa di cui andar fieri.

PAOLO Qui finisce come il sogno, di cui comunque parleremo dopo, racconta!

SIMONE Ma non mi va!

Entra in scena Tizio P e va verso Simone minaccioso. Simone ovviamente non si accorge di lui.

PAOLO e TIZIO P E racconta!

Tizio P torna tra il pubblico.

SIMONE Va bene, va bene se ti fa piacere. Ero in macchina, sulla tangenziale. Stavo andando a 50 all'ora nel pieno rispetto del codice stradale...

PAOLO Sulla tangenziale?

SIMONE Si.

PAOLO A 50 all'ora?

SIMONE Nel pieno rispetto del codice stradale!

PAOLO Io ho già capito di chi è la colpa.

SIMONEFammi finire. Ti dicevo... stavo guidando tranquillamente in corsia di sorpasso...

PAOLO A 50 all'ora...

SIMONE ...quando vedo, nello specchietto retrovisore, una macchina che sta arrivando sparata dietro di me. Non so dirti a che velocità andasse...

PAOLO Forse anche a 60...

SIMONE...comincia a lampeggiarmi da molto lontano finché non mi arriva a pochi centimetri e lì comincia a suonare il clacson. Io naturalmente non mi sposto.

PAOLO Naturalmente...

SIMONE ... perché io sto rispettando la legge.

PAOLO Naturalmente...

SIMONE ...ma quello continua a suonare il clacson e a lampeggiarmi. Ho i nervi a fior di pelle, non ce la faccio più, mi sposto. Lui mi supera ed io, guarda non ci ho visto più...

PAOLO Allora, allora?

SIMONE Tiro giù il finestrino e...

PAOLO E...?

SIMONE Gli ho detto una parola.

PAOLO Che parola?

SIMONE Io non pensavo che si arrabbiasse così. Mi fa dei gestacci, mi costringe a fermarmi e poi sono arrivate delle persone a tenerlo fermo.

PAOLO Ma che gli hai detto?

SIMONE Frustrato.

PAOLO La sai una cosa? Anch'io sarei sceso e ti avrei corcato di botte. Se tu gli avessi detto un semplice... stronzo! Oppure un... cornuto! Tutto questo non sarebbe successo. Tu e la tua mania di non dire le parolacce, non puoi offendere la gente in questo modo!… Mi vuoi dire che sogno hai fatto?

SIMONE Ma io lo ‘volevo’ offendere!

PAOLO Non me lo vuoi dire, va bene. Notte. (tra se, guardando la sveglia) Forse un’altra mezz’oretta… (si rimette a dormire)

SIMONE Ma che fai ti rimetti a dormire?

TIZIO P Bravo, ottima idea!

TIZIO S Zitto tu.

TIZIO P Ma perché? Mezz’ora di tranquillità in più ti faceva così schifo?

PAOLO Certo che mi rimetto a dormire. Anzi, io non mi sono mai svegliato! Notte!

SIMONE Ma ‘chi dorme non piglia pesci!’. Va bene, dai, te lo dico che sogno ho fatto!

PAOLO Non mi interessa. Notte!

SIMONE Tanto ormai sei sveglio! E ricordati che ‘il mattino ha l’oro in bocca’.

PAOLO No! Ci fanno studiare come dei matti. La sera a letto con le galline e la mattina sveglia con il gallo. Per cui anche mezz’ora in più è necessaria qui dentro. E poi l’oroscopo diceva che oggi sarebbe stata una giornata pessima e a giudicare da come è iniziata, vorrei andare a vedere come va a finire il più tardi possibile! (urlando) Notte!!! (si risistema per dormire)

SIMONE Non mi dire che tu sei uno di quelli che crede all’Astrologia?!

PAOLO (si tira su stizzito) Perché, che c’è che non va adesso con l’Astrologia? Certo che ci credo! L’Astrologia è un’altra scienza esatta!

SIMONE Si, come la schedina! Tu sei matto! Comunque, figuriamoci, uno che crede alla fortuna, alla sfortuna, era logico che credesse anche a una baggianata come quella dei segni zodiacali! ‘Chi crede nelle stelle ne vede delle belle!’ (fa per rimettersi a dormire)

PAOLO Eh, no! Ora mi presti cinque minuti di attenzione e ti dimostrerò perché gli Astri hanno ragione e perché, nascendo sotto un determinato segno, ci comportiamo di conseguenza, dopodiché tu mi dirai il sogno che hai fatto, o io ti spacco la faccia, così potrò dormire l’ultima mezz’ora che mi resta, (infuriato) d’accordo?

TIZIO S Ma dice sul serio?

TIZIO P Si, si. Lui parla così, senza brutta copia.

SIMONE Sono tutt’orecchi.

PAOLO Hai presente la forza di gravità?

SIMONE Mh.

PAOLO Hai presente la gravitazione universale?

SIMONE Beh, la differenza vera e propria non la so, un po’ come i Maya e gli Aztechi, non ho mai capito bene la…

PAOLO Adesso questo che c’entra? Secondo la Fisica, la Gravitazione Universale è una delle forze che determina l’attrazione tra due corpi.

SIMONE Mh.

PAOLO Come ben saprai, tra la Luna e la Terra c’è un’attrazione tale da provocare le maree o, addirittura, dei disturbi particolari sull’organismo, a seconda se la Luna è piena, è nuova…

SIMONE Quando uno ha la luna storta…

PAOLO Si, non è quello che intendevo, comunque hai capito. Ora, se delle forze invisibili provocate dalla presenza della Luna possono influire su di noi, immagina cosa possono fare dei corpi celesti infinitamente più grandi della Luna, come le stelle. Pensa adesso a queste forze mischiate tra di loro, a questi flussi di energia che ci colpiscono al momento della nascita. Ma, attenzione, ognuno ha i ‘propri’ flussi! Perché le stelle ora sono in una posizione diversa di quella che avevano un secondo fa! E’ come se fossimo… emissari delle stelle!

SIMONE O immissari?

PAOLO Come?

SIMONE Emissario, immissario… ti ricordi alle medie quando studiavamo Geografia? Non riuscivo mai a capire se il fiumiciattolo che ‘entrava’ nel fiume grande era il suo emissario o il suo immissario; un po’ come la differenza tra i Maya e gli Aztechi…

PAOLO Ancora?

SIMONE Perché tu lo sai che differenza c’è?

PAOLO No, ma non me ne frega niente! Posso continuare?

SIMONE Certo, scusa.

PAOLO Nell’arco dell’anno le stelle hanno delle disposizioni cicliche ben precise che vanno a formare i dodici segni zodiacali. Ci sei?

SIMONE – TIZIO S – TIZIO P Mh.

PAOLO L’energia sprigionata dalle stelle, non so, per esempio nel mese di settembre, segno della Vergine, fa sì che tutti i nati sotto quella ‘formazione stellare’ abbiano delle caratteristiche ben precise. Le stelle sono nella stessa disposizione tra di loro, ma l’intera Volta Celeste si sposta di secondo in secondo. Per cui, non so, due persone nate a Settembre, hanno le stesse caratteristiche comportamentali ma uno avrà l’energia per fare l’operaio, e l’altro magari per fare il Sultano!

Tizio S guarda Tizio P e gli fa segno che Paolo è matto.

SIMONE O l’Emiro?

PAOLO Eh?

SIMONE Non ho mai capito che differenza c’è tra un Emiro e un Sultano…

PAOLO – SIMONE – TIZIO S – TIZIO P … un po’ come la differenza tra i Maya e gli Aztechi…

PAOLO Ma la smetti con questa storia? Comunque, hai capito quello che ti ho detto?

SIMONE (parlando si alza dal letto) Si, si, ma adesso stai a sentire me, ti spiego io come funzionano i segni zodiacali.

PAOLO – TIZIO S – TIZIO P Mh.

SIMONE Hai parlato del mese di Settembre, di quelli nati sotto il segno della Vergine, bene! Prendiamo proprio loro come esempio.

Mentre Simone parla, Paolo si alza dal letto, prende un certo libro dalla scrivania, un foglio di carta, una penna e si rimette a letto. Comincia a sfogliare il libro e prende appunti.

PAOLO – TIZIO S – TIZIO P Mh

SIMONE Dunque, secondo la tua ‘Astrologia’ che caratteristiche hanno i ‘Vergini’? Ma che stai facendo, mi stai a sentire?

PAOLO (interrompendo l’operazione) Si, certo… allora… il Vergine è metodico, pignolo, ordinato, calcolatore e organizzato quasi all’ossessione. (Riprende a sfogliare il libro)

SIMONE Adesso immaginalo bambino. Immagina sua madre, che crede nell’Astrologia come te.

PAOLO – TIZIO S – TIZIO P Mh.

SIMONE Immagina questo povero bambino, ancora ignaro della sorte che lo attende, ancora ignaro del segno Zodiacale che lo marcherà per tutta la vita. Io lo vedo in camera sua, che sta giocando tranquillamente, con i suoi giocattoli sparsi dovunque ma… ecco la madre che arriva: ‘Che stai facendo?’ –gli urla- ‘Cos’è questo disordine? Tu sei della Vergine, ‘devi’ essere ordinato!’. Oppure mi immagino la zia che lo va a trovare, se lo mette sulle ginocchia e gli dice ‘Piccolo di zia, che farai da grande, eh? Tu sei della Vergine, sei tutto preciso, farai l’ingegnere o l’architetto, vero? Cucci-cucci?’. Qualcosa sta scattando nella mente del povero bambino, anche lui sta entrando nel crudele gioco dello Zodiaco! Cammina per casa, vede un quadro storto e pensa… ‘io sono della Vergine, io sono preciso…’ e lo raddrizza! Per lui è la fine! E’ finalmente entrato in una spirale dalla quale non potrà più uscire! Hai capito adesso come funziona? ‘Chi ha orecchie da intendere intenda!’

PAOLO Io, qualche mese fa ho letto che quelli del mio segno non dovevano fare sport. Beh, ho giocato a calcetto e mi sono rotto il metacarpo...o il metatarso, li confondo sempre, non so mai…

SIMONE Ah, si, si! Un po’ come i Maya e gli Aztechi, anch’io non ho mai capito…

PAOLO (trionfante tira fuori il foglio sul quale aveva scritto degli appunti presi dal libro) Maya: antica popolazione indigena dell’America Centrale, vissuta tra il 300 e il 1700. Aztechi: popolazione dell’Antico Messico vissuta tra il 700 e il 1600.

SIMONE E gli Incas?

Paolo scaglia il libro addosso a Simone. Tizio S, che nel frattempo si era avvicinato a Simone, gli dà una spinta e lo fa cadere sul letto per non farlo colpire dal libro.

Tizio S afferra il libro al volo e gli fa continuare la traiettoria facendolo cadere più in là.

SIMONE Ma che sei matto! Meno male che sono inciampato, mi stava arrivando dritto dritto in fronte!

PAOLO (Si alza per rincorrere Simone) Già, sono stato sfortunato!

SIMONE La sfortuna non esiste!

PAOLO Ah, non esiste? (calpesta lo spazzolino) E questo cos’è?

SIMONE (intimorito) Uno spazzolino…

PAOLO (arrabbiato) Lo vedo che è uno spazzolino, e cosa ci fa qui per terra?

SIMONE Mi ricorda che domani devo andare dal dentista.

PAOLO E tu metti lo spazzolino in terra per ricordartelo?

SIMONE ‘L’abitudine è figlia dell’inquietudine!’

PAOLO La sfortuna non esiste vero? E come me lo chiami il fatto che sia tu il mio compagno di stanza?

SIMONE Un caso?

PAOLO No, io la chiamo sfiga! (si alza a rincorrere Simone che scappa, ma pesta la forchetta e cade contorcendosi dal dolore) Ahia! Perché c’è una forchetta per terra?

SIMONE (scappando) Perché Domenica devo andare a pranzo dai miei…

PAOLO (si rialza e lo insegue zoppicando) Maledetto! Non ti puoi comprare un’agenda come tutti gli altri?

SIMONE Non ti arrabbiare…

PAOLO Dimmi che sogno hai fatto!

SIMONE Te lo dico, ma tu non ti arrabbiare!

PAOLO (sempre rincorrendolo) Ma io sono calmo, dovresti vedere quando sono arrabbiato!

TIZIO S Perché non fai qualcosa tu?

TIZIO P Perché mi sto divertendo?

SIMONE Veramente ne ho fatti due di sogni.

PAOLO Allora comincia col raccontarmi il primo!

SIMONE Ma è il secondo che mi ha turbato!

PAOLO E allora raccontami il secondo!!! (calmandosi e tornando a letto) Anzi, no. Non ne voglio sapere più niente. E ora se ci tieni alla salute stai zitto. Non parlare, non respirare e non pensare. Cerca di entrare in coma irreversibile. (spegne la luce e si rimette a dormire)

Dopo qualche istante si sente un tonfo terrificante; è Simone che ha gettato un grosso volume per terra.

PAOLO (accende la luce, Tizio P non è più in scena) Che c’è? Che è successo?

SIMONE (indicando il libro) Lo devo riportare in biblioteca e per ricordarmelo…(Paolo spegne la luce)

PAOLO (tra sé) Io glielo faccio trovare impiccato nel cesso, come in ‘ Ufficiale e gentiluomo ’…

Tizio P va a sistemarsi accanto a Paolo, disteso sul letto. Dopo qualche secondo, a luci spente, Simone parla.

SIMONE Ero un grande attore della Radio.

PAOLO Nel primo o nel secondo sogno?

SIMONE Nel primo.

PAOLOChe vuol dire ‘ attore della radio ’?

SIMONE Quelli che hanno una voce talmente bella che solo per dire ‘Bevete Coca-cola e la vita vi sorriderà!’ prendono anche dieci milioni!

PAOLO E allora? Conosco persone che dicono ‘mani in alto!’ e guadagnano molto di più.

SIMONE In compenso avranno una voce bruttissima!

PAOLO Non credo che bisogna essere dei grandi attori per dire ‘Bevete Coca-cola!’, non è mica l’Amleto.

SIMONE Che c’entra, ‘anche il migliore dei cuochi per fare il soffritto usa aglio e cipolla!’

PAOLO (scocciato) Facevi l’attore...

SIMONE Un attore della Radio!

PAOLO (tra sé) ...Dammi la forza...

SIMONE Un mio collega si avvicinava e mi chiedeva se volevo comprare una mazzetta di biglietti della Lotteria insieme a lui.

PAOLO E tu?

SIMONE Gli ho detto di no, naturalmente! Lo sai come la penso!

PAOLO Vabbè, vabbè, e poi?

SIMONE E poi niente, è finito qui.

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

SIMONE Te l’avevo detto che è stato il ‘secondo’ sogno ad avermi turbato. ‘Gli ultimi saranno i primi!’

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

TIZIO S Ma dove ti sei cacciato?... Simone, accendi la luce!

Simone accende la luce.

PAOLO Posso sapere perché hai acceso la luce?

SIMONE Così, mi andava. ‘Non tutto ha un motivo ma tutto si spiega!’

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

TIZIO S Ma che ci fai là?

TIZIO P Sto cercando di seguire il consiglio di Paolo, sfrutto l’ultima mezz’ora! Simone, spegni la luce.

Simone spegne la luce.

PAOLO Posso sapere perché hai spento la luce?

SIMONE Non lo so, un impulso incontrollabile!

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

TIZIO S Ti voglio ricordare che noi, in linea teorica, non possiamo dormire! Simone, accendi la luce!

Simone accende la luce.

PAOLO Posso sapere perché accendi e spegni la luce?

SIMONE Ti ho già detto che non lo so, mi va e basta. ‘ Volere è potere ’.

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

TIZIO P Guarda che questo qui esce matto se non la smetti. Ti chiedo solo di darmi un attimo di tregua; sono così noiosi, non ce la faccio più. Simone, spegni la luce.

Simone spegne la luce. Pausa.

SIMONE Non mi chiedi perché ho rispento la luce?

PAOLO (tra se) ...Dammi la forza...

Il discorso tra Tizio S e Tizio P che sta per iniziare è in crescendo di tono, pian piano i due devono arrabbiarsi molto tra di loro, alzando sempre più la voce.

TIZIO S Guarda che non ci si comporta così, non puoi fare come ti pare, devi sempre essere vigile!

TIZIO P Perché non cerchi di rilassarti un po’, lo sai che poi ti sale la pressione.

TIZIO S Non è il caso di fare dello spirito, ti ho già detto che devi essere vigile… o sveglio, vedila come vuoi.

TIZIO P Beh, non sai che differenza c’è tra vigile e sveglio? Un po’ come i Maya e gli Aztechi... (ride)

TIZIO S Non mi fai ridere, alzati e datti da fare!

TIZIO P Datti da fare cosa? Non siamo mica in un centro recupero per tossicomani! Sembri una cornacchia! Non so chi sia peggio tra te e questo ‘nullaessente’!

TIZIO S Non ti azzardare a chiamarlo ‘nullaessente’, è molto meglio lui di questo pervertito che ti ostini a difendere!

TIZIO P Ma sentilo, il tuo accolito va in giro a dare del frustrato alle persone e poi sarebbe il mio, il ‘pervertito’!

TIZIO S Simone non è un mio accolito!

TIZIO P Si che lo è, da qualcuno deve essersi fatto inculcare tutte queste idee malsane nel cervello!

TIZIO S Lo sai che non è vero! Ha semplicemente dei problemi e riguardo a questo non credo che sia il mio ‘accolito’ ad avere la palma del primo posto qua dentro!

Tre secondi di silenzio.

SIMONE Paolo?

PAOLO Che vuoi?

SIMONE Mi fischiano le orecchie.

PAOLO (accende la luce) Anche a me!

TIZIO P (si alza dal letto) Scusa.

TIZIO S Scusa tu.

TIZIO P Pace?

TIZIO S Pace.

TIZIO P Però, scusa, potresti farglielo dire che sogno ha fatto, così la facciamo finita una volta per tutte!

TIZIO S Lo sai che non posso farlo e poi comunque è il tuo che ci si accanisce tanto, un po’ di self-control, che diamine!

TIZIO P Ti voglio ricordare che Paolo prima di venire qui, e per sua scelta, aveva i bisogni che si fermavano al primo livello: sesso, fame e sete!

PAOLO A proposito di sesso, donne?

SIMONE Perché a proposito?

PAOLO Tolgo il ‘proposito’, donne?

SIMONE Cosa?

PAOLO No dico... donne?

SIMONE (sul motivo della canzone di Zucchero…)Tu-du-du...

PAOLO Capisco.

SIMONE No, aspetta, non fraintendermi. Sappiamo che ‘chi dice donna dice danno’, ma diciamo anche che varie concause deterministiche e non, fattori interni ed esterni spesso estranei alla mia volontà, situazioni vuoi non favorevoli vuoi non previste, paralipòmeni avversi, correlazioni univoche e mai biunivoche, scelte sbagliate dovute alla prassi e a stati emotivi mai propizi...

PAOLO ...non hai mai ciulato...

SIMONE La tua pochezza mi fa compassione.

PAOLO Guarda che bastava dire: ‘non ho mai avuto una ragazza...’

SIMONE Non è quello...

PAOLO - TIZIO P Ah, no? E cos’è allora? (Paolo prende a leggere un libro)

TIZIO S Ma ti fai gli affari tuoi?

SIMONE Niente va, lasciamo perdere.

PAOLO Puoi rispondere solo con un ‘si’ o con un ‘no’: hai mai ciulato?

SIMONE Sei gretto, ecco cosa sei, gretto!

PAOLO Tu rispondi alla domanda...

SIMONE Sei ancora legato a certe ‘forme mentis’ che in questi tempi moderni sono pressoché estinte. ‘Donna al volante pericolo costante!’. Eccolo l’uomo sapiens sapiens! ‘Mulier formosa superne’ Dicevano più o meno gli antichi...

PAOLO Hai mai ciulato?

SIMONE ...come ci si può rifugiare dietro un parossismo, perché poi di parossismo si tratta, o, peggio, dietro una ‘deviatio mentis’ che nemmeno il cantore Agrippa, le cui teorie sono state poi riprese dall’immenso Carlo Teodoro Draier, illustre mago della cinepresa...

PAOLO Hai mai ciulato?

SIMONE ...ha mai voluto nemmeno considerare. ‘Mogli e buoi dei paesi tuoi!’. Dietrologia, fai della dietrologia; d’altronde in un momento in cui l’essere in quanto tale vuole ‘nihil volenti’ nascondere la propria essenza ed occultare il proprio ‘io’ speculativo...

PAOLO Hai mai ciulato?

SIMONE No!

TIZIO P Ah!

TIZIO S Ma la smetti?

PAOLO Mi sembra che il quadro psicologico del ragazzo sia ora completo! (smette di leggere il libro)

SIMONE Che completo! Che completo! E’ arrivato Freud! E tu?

PAOLO Io cosa?

SIMONE Hai mai...

PAOLO Non rigirare la frittata...

SIMONE No, no, la cosa si fa interessante, hai mai... sei mai andato a letto con una ragazza?

PAOLO Guarda che stai parlando con me!

SIMONE Puoi rispondere solo con un ‘si’ o con un ‘no’: sei mai andato a letto con una ragazza?

PAOLO Questo tuo tentativo di dissimulare la tua triste situazione mi fa pena.

SIMONE - TIZIO S Tu rispondi alla domanda...

PAOLO Come puoi credere che un contadino e un nobile possano ‘sine quo pectore’ avere le stesse possibilità. Un leone e un gatto zoppo avere la stesa fortuna nella caccia alla gazzella...

SIMONE Sei mai andato a letto con una ragazza?

PAOLO ...un fisico naturalista e un teorico delle particelle avere la stessa finalità ‘quod aventam pro iustitia’ di perseguire uno stesso fenomeno intrinseco alla generazione di materia e non...

SIMONE Sei mai andato a letto con una ragazza?

PAOLO ...come puoi minimamente immaginare che due treni che partono alle 20:15 da due stazioni diverse e opposte ma uno va a 90 Km/h e l’altro a 120 Km/h non si incontrino in un punto chissà dopo quanto tempo...

SIMONE Sei mai andato a letto con una ragazza?

PAOLO No!

TIZIO S - SIMONE Ah!

PAOLO La mia è stata una scelta.

TIZIO S- SIMONE Ah! (adesso è Simone che si mette a leggere un libro come se la discussione fosse finita lì)

PAOLO (arrabbiato) Beh, perché non mi chiedi com’è andata?

SIMONE Cosa?

PAOLO Ti ho detto che il non aver avuto una ragazza è stata una mia scelta!

SIMONE A-ha. (continuando a leggere beatamente)

PAOLO E non ti interessa sapere com’è andata?

SIMONE Quello che volevo sapere l’ho saputo. ‘Cosa fatta capo a !’ … e abbassa la voce, che c’è gente, oltre a noi, che sta cercando di dormire! Non stiamo mica in un college!

PAOLO Cosa hai saputo! Cosa! ...Io questo lo ammazzo...

TIZIO P Stai calmo.

PAOLO Si, si, sto calmo... e io te lo racconto lo stesso; come tu poi mi racconterai quel maledetto sogno per il quale mi hai svegliato un’ora prima!

TIZIO S Dai, dai, a me interessa!

TIZIO P Impiccione!

PAOLO E’ stato ai tempi del liceo. Io avevo sedici o diciassette anni. Lei era tanto carina...

SIMONE E quando mai...

PAOLO ...bionda, occhi azzurri...

SIMONE E quando mai.

TIZIO P Ma stai parlando di Elena?

PAOLO Si chiamava Elena. Era splendida.

TIZIO P E ci credo, ciaveva du bocce... (mimando il gesto) anche se era brutta come la faccia nascosta della luna!

TIZIO S Perché, com’è la faccia nascosta della luna?

TIZIO P Brutta, no? Sennò il Padreterno non la nascondeva!

Tizio S fa un gesto di disapprovazione verso Tizio P

PAOLO Per me lei era la mia Laura, la mia Beatrice, l’Amore spirituale, l’Amore ideale, la virtù e il pallore virgineo impersonificate...

TIZIO P Cò quelle bocce?

TIZIO S E smettila!

TIZIO P (quasi sottovoce) Ho capito, ma tu non l’hai vista, ciaveva du cocomeri...

PAOLO Io credo che ne fossi innamorato. Sta di fatto che scopro che anche lei è innamorata di me e decido che mi sarei dichiarato il giorno dopo a scuola. Purtroppo alcuni miei compagni di classe decidono, il giorno prima della mia ‘dichiarazione’, di andare a vedere un film porno in uno di quei cinemini squallidi. Te la faccio breve. Riescono a trascinarmi con loro...

SIMONE Immagino la fatica...

PAOLO ... e anch’io entro a vedere il film.

TIZIO S (a Tizio P) Tu hai visto un film porno?!!

TIZIO P Ma magari! Questo è uscito dopo neanche cinque minuti, si e no avremo visto i titoli di testa.

Da ora in poi le due coppie vengono illuminate a ‘spot’ ogni volta che parlano. Mentre Tizio S e Tizio P discutono, Paolo e Simone si immobilizzano.

PAOLO Guarda, sono rimasto apposta a vederlo tutto per capire dove sarebbe arrivata la degenerazione umana.

SIMONE Avrai fatto uno sforzo...!

PAOLO Si! Ho fatto uno sforzo! A me non piaceva e non piace andare a vedere certe cose.

SIMONE Ma piantala! Almeno abbi il coraggio delle tue azioni! Sai come si dice? "Se hai appetito, eccotene una fetta!"

PAOLO Ma cosa c’entra! Perché non mi devi credere?

SIMONE Il detto ‘conosco i miei polli’?

PAOLO Senti, non farmi arrabbiare, vuoi che ti racconto com’è andata o no?

SIMONE E’ inutile se le basi da cui parte la narrazione sono false.

PAOLO Ma non sono false! Io non ci volevo andare! Mi ci hanno costretto!

SIMONE Guarda, me li immagino! In quattro che ti prendono di peso mentre tu urli: "No! No! Vi prego, no!"

TIZIO S Cinque minuti, eh?

TIZIO P Vabbè saranno stati dieci al massimo, però poi è uscito...

TIZIO S Ma chi vuoi prendere in giro, la verità è che tu hai visto un film porno!

TIZIO P Ti assicuro che tutto fa pensare questo ma non è andata proprio così!

TIZIO S Ah, no? Vorrei proprio sapere com’è andata allora!

TIZIO P E’ quello che stavo cercando di dirti, se mi fai finire di parlare!

TIZIO S Prego, prego, finisci pure… voglio vedere come farai a giustificarti…

TIZIO P Ci si giustifica se si fa qualcosa di sbagliato o presunto tale e questo (urlando) non è il mio caso!

PAOLO Non è successo questo, ma ci sono dovuto andare per non fargli dispiacere anche se con molta riluttanza.

SIMONE (mimando) "No! No! Vi prego, no!"

PAOLO Mi stai facendo arrabbiare!

SIMONE "Lasciatemi! Lasciatemi! Non voglio andare a vedere il film porno! Lasciatemi!"

TIZIO S Giusto! Perché ti arrabbi, forse hai la coda di paglia? In fin dei conti facevi il tuo dovere, no?

TIZIO P (sempre urlando) Esatto! Lo sai che devo stare con lui per forza!

TIZIO S Ma certo! Anzi, ‘devi’ stare con lui soprattutto (urlando) se va a vedere i film zozzi!

TIZIO P Ma che ne sai tu di come sono andate le cose! Magari mi sono subito vergognato e ho chiuso gli occhi!

PAOLO Mi stai facendo arrabbiare!

SIMONE "Non voglio, non voglio, no! Lasciatemi, vi prego!"

TIZIO S Guarda, mi ti immagino! Tu che ti metti le mani davanti agli occhi e che urli: "No! No! Vi prego, no!"

TIZIO P Non ho urlato proprio niente! Ed è vero, si! Mi sono messo le mani davanti agli occhi se davvero lo vuoi sapere!

PAOLO (urlando sempre di più) Siamo entrati nel cinema e ci siamo seduti nelle prime file anzi, ‘mi hanno’ fatto sedere nelle prime file…

SIMONE "Non voglio! Vi scongiuro, non fatelo, vi prego!"

TIZIO S (mimando) "No! No! Vi prego, no!"

TIZIO P E’ inutile che prendi in giro… e poi non m’importa che tu ci creda o no!

Da adesso in poi le battute dei quattro personaggi vengono dette accavallandosi l’una con l’altra. Devono parlare l’un con l’altro come se gli altri due non esistessero.

--- dialogo tra Paolo e Simone ---

PAOLO Il film inizia subito con una scena squallida…

SIMONE "Vi darò tutto quello che volete, ma questo no! Abbiate pietà!"

PAOLO La trama non c’era, era tutto basato su amplessi ed orge a più non posso…

SIMONE "Preferisco la morte! Non voglio entrare lì dentro! Aiuto! Qualcuno mi aiuti!"

PAOLO …e sono uscito, tra le risate dei miei amici…

--- dialogo tra Tizio S e Tizio P ---

TIZIO S "Lasciatemi! Lasciatemi! Non voglio vedere! Lasciatemi!"

TIZIO P Mi stai facendo arrabbiare!

TIZIO S "Non voglio, non voglio, no! Lasciatemi, vi prego!"

TIZIO P Guarda che se vuoi farmi arrabbiare…

TIZIO S "Non voglio! Vi scongiuro! Spegnete quello schermo!"

TIZIO P Se potessi dire quello che penso di te… (a seguire delle ultime battute di Paolo e Simone, urlando a sovrastare tutte le altre voci) Se faceste silenzio!!!

Paolo e Simone smettono di parlare e si guardano intorno un po’ incuriositi.

TIZIO P Io non ce la faccio più! Lo vedi! Ci mettiamo anche a litigare tra di noi adesso! E’ tutta colpa loro! (scatta a cercare qualcosa nei cassetti, in giro per la stanza)

PAOLO E io non ti racconto più niente. (fa per tornare a dormire)

TIZIO S Ma che stai facendo?

SIMONE Sono io che non voglio che mi racconti! (torna a letto tenendo il broncio)

TIZIO P (sempre rovistando) Dov’è? Deve essere qui da qualche parte…

TIZIO S Ma cosa cerchi?

TIZIO P Lo scontrino! Forse ancora ce li cambiano!

TIZIO S (trascinandolo via) Ma la smetti! (Tizio P si dimena) Stai buono! Che esempio gli dai!

TIZIO P Ma quale esempio! Io li strozzo a tutti e due!

TIZIO S Buono!… E meno male (indicando Paolo) che non ha preso il tuo carattere impulsivo…

SIMONE Tanto… ‘Tutti i nodi vengono al pettine!’

PAOLO (urlando arrabbiatissimo) Ma la vuoi smettere con questi dannati proverbi! (nel dire questa frase si sbilancia, casca per terra e trascina con se, nel vano tentativo di reggersi, tutto il contenuto del comodino che gli finisce in testa. Si rialza dolorante…)

SIMONE E’ inutile che fai la scena e comunque ‘Chi tosto s’adira tosto si placa.’

PAOLO Io lo accoppo! (cerca di prendere Simone)

TIZIO P e TIZIO S Cchiappalo! Cchiappalo!

Tizio P e Tizio S afferrano Paolo per le braccia e lo trattengono.

PAOLO Lasciatemi che lo ammazzo!

SIMONE (impaurito) A chi l’hai detto ‘lasciatemi’?

PAOLO Non so chi mi trattenga dallo strangolarti!… Già… chi mi trattiene??

TIZIO P Il buon senso.

PAOLO Il buon senso! Ecco cosa mi trattiene, il buon senso! (Tizio P e Tizio S lasciano Paolo. Paolo si tocca la testa) Ahia! E tutto per colpa tua! (Fa per tornarsene a letto) E non mi parlare più di quel cavolo di sogno.

SIMONE Peccato, proprio ora che avevo deciso di raccontartelo. E ricorda comunque che ‘Chi è causa del suo mal, pianga se st…

Si interrompe perché vede Paolo che vorrebbe ucciderlo…

TIZIO P E vabbè, ma anche tu te le cerchi!

TIZIO S No, dai, due contro uno non vale…

Tizio P fa segno a Tizio S di essersi abbondantemente scocciato anche lui di tutti

questi modi di dire facendo il classico segno ‘me li ha fatti grossi così’!

Intanto Paolo si è rimesso a letto.

PAOLO (come se parlasse a se stesso) Io non ce la faccio mica a restare con questo tizio per tutto il periodo. D'accordo che non è una prigione, ma io non resisto…

SIMONE (che ha ascoltato e che fa finta anche lui di parlare tra se e se) Forse mi hanno dato questo rinnegato come compagno di stanza per mettermi alla prova, forse vogliono valutare la mia resistenza psicofisica, chissà…

PAOLO E poi, uno che parla con frasi fatte cos’è? Un poveraccio che dalla vita non ha avuto ancora niente.

SIMONE Uno che si attacca alla speranza della schedina cos’è? Un poveraccio che dalla vita non ha avuto ancora niente.

PAOLO Sei un verme!

SIMONE Non ho sentito quella parola!

PAOLO Sei un verme sordo! (pausetta) Si stava bene nella bambagia, eh? Parassita.

SIMONE Si stava bene libero come una farfalla, eh? Libertino.

PAOLO Meglio libero che schiavo della famiglia. Sei un nobile decaduto. ecco cosa sei.

SIMONE Giusto. C’è chi preferisce la neve senza un tetto sulla testa a una coperta e un piatto di zuppa. Orgoglioso egoista.

PAOLO Se non la mangi per tanto tempo la zuppa poi ti sembra molto più buona. Perbenista schifoso.

SIMONE Certo, con gli insulti è tutto più facile ‘rozzo volgare’.

PAOLO Figlio di politici.

SIMONE Nipote di Marxisti.

PAOLO Gatta morta.

SIMONE Cane sciolto.

PAOLO Schiavo del Nimesulide.

SIMONE Deficiente.

PAOLO (ora voltandosi) A-ha! Cos’è, ho colto nel segno finalmente? Quante volte lo prendi il Maalox al giorno?

SIMONE Deficiente!

TIZIO S (rivolto a Paolo) Guarda che forse non è il caso di continuare…

PAOLO Dai che puoi fare di meglio, Tavor-dipendente!

SIMONE Sei un deficiente!

TIZIO S (rivolto a Tizio P) Fallo smettere…

PAOLO E su che ci siamo quasi… in quale cassetto hai messo il Moment?

SIMONE Imbecille!

TIZIO P (rivolto a Tizio S) Lascia fare, falli sfogare un po’…

TIZIO S Ma voi non sapete…

PAOLO Eh, no, così non va! Amichetto della Tachipirina!

SIMONE Stupido!

PAOLO E sparala la parolaccia! Adepto della Valeriana!

SIMONE mmmh…

PAOLO Servo del Polase!

SIMONE mmmh…

PAOLO Cameriere del Tarassaco!

SIMONE mmmh…

PAOLO Re del Prozac!

SIMONE (urlando) Stronzo!!!

Paolo e Tizio P esplodono in un applauso fragoroso.

SIMONE Bastardo! Stronzo! Fottutissimo Bastardo! Vaffanculo, hai capito? Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo! (Qui Tizio S si accorge che la cosa sta degenerando e, facendo dei segni a Tizio P, si appresta a intervenire) Vaffanculo! Sei un grandissimo figlio di p… mfhh… (arriva Tizio S a tappargli la bocca)

PAOLO Ooooh! Finalmente ti sei sfogato! Benvenuto tra noi comuni mortali! Ora si che si può parlare! E vedrai che un giorno mi ringrazierai per questo!

Simone, lasciato da Tizio S, si rimette a letto, si gira da una parte e piange

sommessamente senza farsi notare.

PAOLO (rimessosi a letto) Secondo me non c’è niente di meglio che dire qualche bella parolaccia ogni tanto. Oddio… veramente potrebbe anche esserci qualcosa di più… ma non scendiamo in particolari. Dicevo… qualche bella parolaccia, uno o due vaffanculi tirati ad arte riescono a tirare persino su il morale, sai? A proposito, ti ho mai raccontato di quel mio amico che aveva un modo tutto suo di far andare avanti il motorino quando gli finiva la miscela? (per dire questo si gira e si sporge dalla parte del letto di Simone) Apriva il tappo del serbatoio, tirava giù un paio di Santi dal calendario e… (si accorge che Simone sta piangendo). Ma no! Non starai mica…?

Tizio S e Tizio P che si erano messi in disparte fanno entrambi di si con la testa.

TIZIO S Esatto! E se non fai qualcosa io ti! (mostra il pugno chiuso)

TIZIO P (rivolto a Tizio S) Senza esagerare… (rivolto a Paolo) forza, vagli a chiedere scusa…

PAOLO Ma quale scusa! Che pianga pure! Una femminuccia come lui non andrà da nessuna parte! Se non ce la farà mai ad arrivare fino alla fine tanto vale che rinunci subito, no? Poi perché piange… boh!

TIZIO S - TIZIO P Vagli a chiedere scusa!

PAOLO Che palle! No!

Tizio S e Tizio P guardano malissimo Paolo. Paolo si alza.

PAOLO Uffa… (si siede sul comodino di Simone) … dai non fare così… perché ti comporti in questo modo… insomma! Ci sono dei momenti in cui…

Tizio S e Tizio P lo interrompono

TIZIO S - TIZIO P Scusa!

PAOLO Dei momenti in cui si dicono delle cose senza pensare e…

TIZIO S - TIZIO P Scusa!

PAOLO Ci sto arrivando, un attimo!… (scocciato) Volevo chiederti scusa…

SIMONE Mmmh…

PAOLO Sai… in questo periodo sono un po’ nervoso… ieri ricorreva il giorno della morte di mio padre… è morto sotto la guerra del Golfo…

SIMONE (si gira) Ma dai, tuo padre è morto in Kuwait?

PAOLO No, a Capracotta cadendo dalle scale, però era il periodo della guerra del Golfo!

SIMONE Ma va! E io che ti do pure retta!

PAOLO Era per farti ridere! (se ne torna a letto) Me lo racconti il sogno? No. Va bene, ci ho provato. Allora, se nessuno ha niente in contrario io provo a rimettermi a dormire.

TIZIO P Bravo! Ottima idea!

TIZIO S Una volta tanto sono d’accordo con voi!

Tizio P e Tizio S si preparano per dormire. Paolo spegne la luce. Dopo poco la riaccende.

TIZIO P - TIZIO S - SIMONE Che c’è adesso?

PAOLO Non riesco più a dormire! Ed è colpa tua!

TIZIO P - TIZIO S – SIMONE Conta le pecore…

PAOLO Una pecora, due pecore, tre pecore, quattro pecore…

TIZIO P - TIZIO S – SIMONE Potresti contarle a luce spenta?

PAOLO (spegne la luce) … cinque pecore, sei pecore, sette pecore, otto pecore…

TIZIO P - TIZIO S - SIMONE Se le conti a voce alta ti tieni sveglio invece di addormentarti!

PAOLO (riaccende la luce) Non ci riesco, va bene?

SIMONE (rialzandosi) Allora chiacchieriamo!

PAOLO Me lo racconti il sogno?… (pausa) E allora non mi va di chiacchierare con te.

TIZIO P Dormire no, eh?

SIMONE Ma che ti ho fatto?

PAOLO Senti, per il fatto che ci tocca dormire nella stessa stanza non è altresì obbligatorio parlarci, no? Ma non ce l’hai qualcos’altro da fare? Non ce l’hai un hobby?

SIMONE Certo che ce l’ho un hobby!

PAOLO Oh! Bene, finalmente in qualcosa sei normale. Cos’è?

SIMONE Cosa?

PAOLO Che hobby hai?

SIMONE Ma niente…

TIZIO P Che hobby ha?

TIZIO S Ma niente…

PAOLO - TIZIO P Cosa niente? Mi dici che hobby è?

SIMONE - TIZIO S Una collezione…

PAOLO Come i ragazzini… e che collezioni? (con vocina a prendere in giro) Francobolli? Monete?

TIZIO P Lattine? Pacchetti di sigarette?

SIMONE No… colleziono… colleziono le (quasi in silenzio e senza farsi capire) carte delle mozzarelle…

PAOLO - TIZIO P Eh?

SIMONE Le (sempre senza farsi capire) carte delle mozzarelle…

PAOLO - TIZIO P Non ho capito!

SIMONE Le (facendosi capire un pochino di più) carte delle mozzarelle…

PAOLO - TIZIO P Eh?

SIMONE Le CARTE DELLE MOZZARELLE !!!

PAOLO - TIZIO P Ahahahah!!! (ridono a crepapelle)

TIZIO S La smetti?

SIMONE Che c’è da ridere?

PAOLO (sempre ridendo) E magari eri tutto contento quando hanno fatto quella mozzarella con la carta nera…

SIMONE Si! Si, è vero! Infatti è bellissima quella con la carta ne…

PAOLO - TIZIO P (si ammazzano dalle risate) Ahahah!!!

SIMONE Cretino!

TIZIO S Questo prima della cura…

SIMONE Stronzo!

TIZIO S Questo dopo la cura.

PAOLO (ridacchiando) Io l’avevo capito che eri strano, ma non fino a questo punto…

SIMONE (facendosi molto serio) Non dirmi che sono strano.

PAOLO No, tu sei perfettamente normale… ah, ah, ah!

SIMONE (sempre più serio, si alza dal letto) Non dirmi che non sono normale.

PAOLO Dai, non prenderla a male, tutti quelli che sono qui dentro sono un po’ strani in fondo.

SIMONE (alzando la voce) Ti ho detto che non mi devi dire che sono strano!

PAOLO (si alza e si mette faccia a faccia con Simone) Ehi, stai calmo, va bene? E non mi guardare in quel modo!

SIMONE E tu non azzardarti a dirmi che sono strano, hai capito?

PAOLO Per carità, è normalissimo buttare le cose per terra per ricordarsi gli appuntamenti, andare a cinquanta all’ora in corsia di sorpasso sulla tangenziale, collezionare le carte delle mozzarelle, non dire le parolacce, imbottirsi di pil… (si interrompe come a dire ‘è meglio che sto zitto’)

SIMONE Che ne sai tu di quello che ho passato?

PAOLO Se hai avuto un’infanzia difficile non è colpa mia!

SIMONE (dà uno spintone a Paolo che cade; ad alta voce) Che ne sai tu della mia infanzia, eh? Che ne sai?

PAOLO (si rialza con fare minaccioso) Che ne sai ‘tu’ di quello che ho passato ‘io’!

SIMONE Che c’è, vuoi picchiarmi? Qui dentro lo sanno tutti che sei stato in riformatorio! Avrai vissuto in mezzo alla strada, avrai passato dei brutti momenti, ma questo non ti dà l’esclusiva dell’infanzia infelice!

PAOLO Che c’entra questo?

SIMONE C’entra! Si può essere molto infelici anche con dei genitori ricchi e un tetto sulla testa! E poi tu giudichi normale riporre tutte le proprie speranze nella schedina? O credere all’oroscopo? O rimanere traumatizzato da un film porno? Non è normale, è strano! ‘Tu’ sei strano! ‘Io’ sono strano, tutti siamo strani! Ma io sono venuto qui per trovare un po’ di tranquillità… per cui lasciami in pace!

PAOLO Tu sei venuto qua perché volevi andartene da casa!

SIMONE Tu sei venuto qua perché volevi ‘trovarla’ una casa!

Pausa…

TIZIO S Ci facciamo una scopetta?

TIZIO P Lo sai che non sono bravo a scopa…

TIZIO S Appunto, così ti massacro!

TIZIO P E di questi che ne facciamo?

TIZIO S L’hai trovato poi lo scontrino?

TIZIO P No.

TIZIO S E allora ce li teniamo.

TIZIO P Li lasciamo litigare?

TIZIO S No, sennò svegliano tutti… e poi a me viene la gotta quando lui litiga troppo.

Gli mettono una mano sulla spalla, ciascuno il suo.

PAOLO Non mi va di litigare.

SIMONE Neanche a me. Ma tu non dire più che sono strano.

PAOLO D'accordo! E tu non guardarmi più in quel modo.

SIMONE D'accordo!

Tornano a letto.

TIZIO S Ma se invece di giocare a carte ci facessimo un riposino?

TIZIO P Oooh! Io è quasi un’ora che te lo sto dicendo!

Si sdraiano sui letti accanto a Paolo e Simone.

SIMONE Com’erano i tuoi genitori?

PAOLO Un maschio e una femmina, razza bianca, origini mediterranee, morti. (pausa) E i tuoi?

SIMONE Papà un po’ severo ma mamma tranquilla. Sono l’ultimo di sette figli. Quattro fratelli e due sorelle. Ogni volta che ci trovavamo a pranzo o a cena sembravamo la famiglia Bradford! Un giorno o l’altro scriverò un libro sulla mia famiglia e lo chiamerò ‘Il giardino di Giada!’. Eh? Ti piace come titolo?

PAOLO Sembra il nome di un ristorante cinese.

SIMONE Dici? Mmh… e se lo chiamassi ‘Felicità?’

PAOLO E dalli! I ristoranti cinesi quando non si chiamano ‘Il giardino di Giada’ si chiamano tutti ‘Felicità’, ‘Paradiso’… eh!

SIMONE Mmmh… ‘Il pentolone d’argento’?

PAOLO Sembra un libro di cucina.

SIMONE ‘Cuore di figlio’!

PAOLO Allora chiamalo ‘Cocco de mamma’! Troppo smielato…

SIMONE ‘Il prato verde’?

PAOLO Un mio zio aveva un cane che si chiamava così perché la faceva solo sui prati!

SIMONE E va beh, che cazzo, non ti va bene niente!

TIZIO S Non è che la terapia è stata troppo efficace?

TIZIO P Naaa…

PAOLO Ma che vuoi da me? Mica lo devo scrivere io il libro!

SIMONE E io non lo scrivo più.

PAOLO E non lo scrivere! Ma tu guarda… già ci sono i problemi di ambientazione, i problemi coi capi, i problemi con quegli altri disperati come noi, con quello che si mangia, con quello che si beve, non si possono fare certe cose, non si possono dire certe cose… e passi! In più se neanche in camera propria si può stare in pace, all’anima del sacrificio!

SIMONE Colgo una sottile vena di sarcasmo nella tua voce.

PAOLO Cogli, cogli.

SIMONE Ma che c’entro io???

PAOLO C’entra che io sto in stanza con uno che si mette la sveglia per andare a dormire!

TIZIO P Non ha tutti i torti però, eh!

PAOLO Alle dieci di sera in punto ‘Bi-bi, bi-bi, bi-bi!’ e qualunque cosa tu stia facendo ti infili nel letto, spegni la luce e, quello che più mi sconvolge, ti addormenti!

SIMONE Io devo dormire le mie nove ore altrimenti sto tutto il giorno col mal di testa!

PAOLO Senti perché per fare una cosa diversa non mi racconti il sogno che hai fatto, eh? Una cosa diversa…

Tizio S, Tizio P e Paolo guardano Simone speranzosi…

SIMONE (lunga pausa) Il sogno che ho fatto è molto strano…

PAOLO Stai tranquillo, raccontamelo… non ho paura…

SIMONE Beh… è un po’ difficile da spiegare…

TIZIO P Se la tira ancora alla lunga faccio una pazzia!

PAOLO (sorridendo) Se la tiri ancora alla lunga faccio una pazzia…

SIMONE Si, ho capito, adesso provo a spiegarti.

PAOLO Bravo…

SIMONE Dunque…

PAOLO Si…?

SIMONE In pratica… ho sognato l’incontro tra Gesù e i due ladroni.

TIZIO P - PAOLO Eh!?

SIMONE Te l’ho detto che era un po’ complicato… ho sognato che Gesù si incontrava con i due ladroni ‘prima’ di essere crocifisso.

PAOLO Io te l’avevo detto di togliere la pelle a quei peperoni arrosto: è la pelle che non si digerisce.

TIZIO P (a Tizio S) E ora non venirmi a dire che il tuo amichetto non ha qualche problema…

TIZIO S Se toglieva la pelle…

SIMONE Ma che c’entra la pelle! Io ti sto parlando sul serio! Pensa che a un certo punto arrivava anche il diavolo.

PAOLO Quello è per i semi del cocomero. Come fa certa gente a mangiarli non lo capisco!

TIZIO P Ah, c’era anche il diavolo?

TIZIO S Se toglieva la pelle e sputava i semi…

SIMONE Ed era strano perché il diavolo era un vecchio che però non era vecchio ma era una donna però lo sapeva solo Gesù che era una donna mentre i ladri lo vedevano come vecchio, capito?

PAOLO E’ tanto che non vai al bagno?

SIMONE (ora mentre Simone parla tutti gli altri tre personaggi vanno sul suo letto a controllarlo tipo ‘consulto medico’: chi gli mette la mano sulla fronte per controllare se ha la febbre, chi controlla il polso, chi lo fa sedere e gli martella la schiena per poi auscultarla…) Poi arrivavano i Romani che stavano cercando i due ladroni e il diavolo cerca di farli scoprire però Gesù fa una specie di miracolo e costringe il diavolo a non interferire e alla fine i Romani se ne vanno via perché non trovano nessuno, che poi in realtà, secondo me, è stato un miracolo pure quello. Ah, poi non ti ho detto che c’è stato il miracolo del pane! Infatti all’inizio Gesù aveva una specie di sacco con dentro una forma di pane che però lui regala ai due ladroni perché erano molto affamati dato che erano stati tutto il giorno sotto il sole per cercare di derubare un grasso ed opulento ricco di Israele ma questa è una parte del sogno che forse non ti interessa, dicevo, dopo avergli dato il pane, Gesù, continua a parlare con loro finché, verso la fine del sogno i ladri hanno ancora fame allora Gesù li invita a prendere dell’altro pane nel sacco solo che i ladri lo sanno che non c’è più niente nel sacco, anzi, veramente, è solo uno che lo sa… insomma alla fine nel sacco c’è ancora pane e questo perché è stato fatto un miracolo, capito? (alla fine i tre, sconsolati, si allontanano avendo verificato che il ‘soggetto’ è sano)

PAOLO Io mi rimetto a dormire.

SIMONE Comunque quello che mi ha turbato è che nel sogno il diavolo non era poi così cattivo… insomma, sembrava che dicesse delle cose sensate!

Tizio P e Tizio S si ‘allertano’.

PAOLO (girato su un fianco) Sai che novità…

SIMONE Cosa?

PAOLO (a voce più alta) Sai che novità! Quello che hai detto è logico. Anche se era soltanto un sogno ti sarai immaginato il diavolo esattamente come ti si potrebbe presentare. Non ho ben capito la storia del vecchio e della donna ma tu hai mai visto al cinema o letto in qualche libro un diavolo che ha torto?

SIMONE Non ti seguo…

TIZIO P Io si, e mi piace!

TIZIO S Tu sei doppiamente di parte! Cerca di vedere le cose in maniera oggettiva ogni tanto…

TIZIO P Ma a me piace oggettivamente!

PAOLO Il diavolo rappresenta la via più semplice, no? La via più seducente, più rapida, più allettante… e per esserlo deve essere molto convincente.

SIMONE Si, ma dovevi sentirlo come parlava… non è che nel sogno Gesù mentre dialogava con lui si trovasse in difficoltà o altro, anzi… ma nelle risposte che il diavolo dava sembrava esserci un qualcosa che ti…

PAOLO E vorrei vedere! Se la butti sulla dialettica…

SIMONE Eh?

TIZIO P Stavolta anch’io non riesco a seguirlo.

TIZIO S Effettivamente…

PAOLO Cercherò di essere più chiaro ma tu cerca di ascoltarmi perché lo ripeterò solo una volta.

SIMONE D’accordo.

TIZIO P D’accordo.

TIZIO S Pronti.

PAOLO Intanto la figura del diavolo non è iconografica, cioè sensibile o riconoscibile nella forma di una donna o di un vecchio ma deve essere, secondo me, forma morale; comunque questo a parte, è nell’evidenziazione dell’assurdità umana che si cela la tentazione diabolica del limite della comprensione senza trascendenza. Infatti il diavolo non si vince con la prassi verbale, esso, in fondo, è solo la crisi del pensiero morale moderno insieme al naufragio della splendida favola socratica. Il bene e il male di per se non esistono. La loro realizzazione estetica deve rimanere allusiva ed infatti, correggimi se sbaglio, l’impalcatura tensiva che sorreggeva il tuo sogno era, in fin dei conti, banalizzata ad ogni sciocchezza verbale del diavolo. (pausa guardando gli occhi sconcertati dei tre) Capito?

SIMONE (pausa) Io mi rimetto a dormire.

TIZIO P Anch’io.

TIZIO S (indicando un suo possibile giaciglio) Do fastidio se mi sdraio lì?

PAOLO (lentamente) Se tu combattere diavolo con sue stesse armi tu perde. Se tu cercare di ‘parlare’ con diavolo lui convince te che lui buono. Non fare te pippe mentali su quello che diavolo dire perché lui bravo a buttare in caciara. Tu pensa ascoltare tuo cuore, se tu ha uno, e lascia me dormire, si?

SIMONE – TIZIO P – TIZIO S Aaah!

Paolo fa il gesto dell’ ‘Oh! Finalmente’ e si gira

SIMONE Ora ho capito… certo… logico… (spegne la luce) … logico…

Paolo e Simone sono sdraiati sul letto in silenzio da qualche secondo quando Simone si gira verso Paolo.

SIMONE Ma tu ci credi in Dio?

Paolo sembra riflettere un po’ su questa domanda, poi si gira lentamente verso Simone come per rispondergli… ma in quell’attimo si sente, forte, il suono di una campanella (la campanella che ricorda l’arrivo della ricreazione per intenderci). A questo suono attacca l’Amen di Haendel e i due, muovendosi come degli automi, facendo quasi gli stessi gesti e gli stessi movimenti, si avviano verso i loro armadietti (dopo che Paolo riaccende la luce). Aprendo l’anta verso il pubblico cominciano, non visti, a cambiarsi. Si tolgono il pigiama (o quello che avevano indosso per la notte) e si mettono la talare nera da sacerdote o, meglio, da seminarista, quali essi sono. Una volta cambiati chiudono l’anta dell’armadietto e si mostrano al pubblico. Prendono un libro (la bibbia o il libricino che si usa consultare per le lodi del mattino) dal tavolo, sempre con gli stessi movimenti simmetrici ed iniziano ad avviarsi verso l’uscita della stanza (guardando il palco sulla destra). La musica si abbassa.

PAOLO Che c’è la prima ora?

SIMONE Teologia morale.

La musica si rialza. Paolo fa un gesto come a dire ‘che palle!’ e, spinto da Simone esce di scena con lui a seguire. Appena i due escono il sipario inizia a chiudersi ma non appena le due tende arrivano a coprire un terzo del palco si fermano. In quel momento sono coperti anche Tizio S e Tizio P che hanno assistito alla scena seduti ai lati del palco. La musica si abbassa.

TIZIO P Ma ci dobbiamo andare pure noi?

TIZIO S Cammina…

TIZIO P Ma che palle!

TIZIO S Cammina!

TIZIO P Ma le sappiamo a memoria queste cose!

TIZIO S Meglio, così puoi dormire, no?

TIZIO P Che palle!

TIZIO S Cammina.

La musica si rialza e i due si sente che continuano su questa riga finché le loro voci non escono di scena.

FINE