AMURI DI FRATI
Commedia brillante in 3 atti di
Renato Fidone
Versione aggiornata nel settembre 2012
AMURI DI FRATI
Commedia brillante in 3 atti
di Renato Fidone
p e r s o n a g g i
Don Pasquale Cimarosa.benestante
Concetta.sua moglie
Santina.sua sorella
Vitale.maresciallo dellArma
Mazza.paraninfo
Don Nicola.parroco
Salvatore Mastella.emigrante
Alfonso Reina.medico condotto
Caterina.cameriera
Peppino.factotum di casa Cimarosa
La storia si sviluppa intorno agli anni 80, in Sicilia
Ogni riferimento a nomi, fatti o persone puramente casuale e dettato dalla fantasia dellAutore. Si diffida chiunque apporti modifiche allOpera senza lautorizzazione dellAutore.
Tutelata dalla SIAE, tutti i diritti riservati
Scicli, agosto 1981 - Prima rappresentazione il 22.11.1984 Teatro Italia di Scicli
Socio SIAE sez- DOR cat. Autori / n. di posiz. 68330
Renato Fidone via Lido 47 97018 Scicli (Rg) 333.6016300 - fidoner@tiscali.it
CODICE DEL LAVORO : 348096 A
A mia moglie Mimma che ha tanta pazienza e comprensione.
Renato Fidone
Questa ultima stesura di Amuri di Frati, in modo telematico, che inevitabilmente risente in meglio di alcuni cambiamenti marginali e semplici aggiunte, dovuti allesperienza di essere stato spettatore di molteplici versioni, oltre a quelle che personalmente ho interpretato, avvenuta nel settembre 2012, per dare al lavoro , oltre ai motivi anzidetti, una veste esteticamente pi accettabile e fruibile, frutto del lavoro di una macchina demoniaca che chiamano computer. Per cui mi sono deciso a usare questo mezzo che mi consente in modo molto pi semplice di accontentare le numerose Compagnie che richiedono questo ed altri miei lavori e che io, invece, per pigrizia, ho sempre preferito le poste italiane, fedele a quel vecchio detto siciliano Cu cancia a vecchia cc nova mali si trova!! Ma devo ammettere, per alla fine, che molto pi facile premere un pulsante e inviare i lavori e che il progresso non pu fermarsi, anche se conosco dei miei colleghi autori che sono ancora fedeli alla vecchia Olivetti Lettera 32 o 45. Fatta questa premessa vi racconto in due parole la breve storia di questo lavoro a cui sono molto legato.
Questa commedia, la prima a essere portata in scena in ordine di tempo su un totale di 28 ad oggi, tutte depositate alla SIAE e quasi tutte rappresentate, probabilmente il mio lavoro teatrale pi conosciuto nellambiente del teatro amatoriale siciliano e oltre. Pi di 80 compagnie lhanno messa i scena migliaia di volte ottenendo numerosi successi e riconoscimenti, che mi hanno dato la possibilit di essere riconosciuto e stimato come un Autore, forse, tra i pi rappresentati nel panorama del teatro Siciliano. Di ci ringrazio tutti coloro che hanno creduto nella bont del lavoro e che hanno speso ingenti risorse economiche e artistiche, cos come ringrazio il grande attore Turi Scala del Teatro Stabile di Catania e molto noto nellambiente cinematografico, che era innamorato di questa commedia e che avrebbe voluto fare a ogni costo, ma che il destino non glielo ha concesso, e, infine, il compianto commediografo Nino Mignemi, un Autore a me molto caro che dopo aver creduto in me ed alle mie capacit e dopo aver intrecciato con lo stesso una sincera amicizia, il 22 novembre 1984, al Teatro Italia di Scicli mi ha concesso lonore di presentare il lavoro nel pieghevole di sala. Questo in sintesi era quello che scriveva:
Parlare della commedia Amuri di Frati come descrivere un angolo della nostra Sicilia, con i suoi valori immutabili, la casa, la famiglia, lamore, le credenze, le superstizioni, i principi morali, le mostrade di ficodindia al sole cocente, laria impregnata di profumo di zagara, la vista sul mare non ancora inquinato, le alghe secche e lucenti allombra di verdi canne mosse dal vento, il dolce rullio di un peschereccio che punta la prua verso nuovi orizzonti e nuove speranze.
Ho letto questa prima commedia di Renato Fidone con curiosit senza alzare gli occhi dalle pagine fluide e scorrevoli, senza soluzione di continuit, segno evidente che i contenuti, i ritmi e i tempi, riescono gradevoli al primo impatto.
Sono sicuro che Amuri di Frati incontrer il successo del pubblico e della critica e dar il battesimo artistico a Renato Fidone quale nuovo Autore del Teatro Siciliano.
Scicli, 22.11.1984 Nino Mignemi
ATTO PRIMO
Stanza da pranzo con salotto, ben arredata. Vetrata in fondo che lascia intravedere un rigoglioso giardino. La comune ricavata da questa vetrata, sulla destra, per chi guarda, si va verso lesterno dell abitazione, a sinistra verso la zona interna. Sulla parete di sinistra, dopo larco, una porta conduce nell uffcio di don Pasquale. Al centro della stanza un tavolo con sedie, suppellettili. Sulla zona destra della stanza un salotto, con poltrone ai lati e tavolinetto. Sulla parete dietro il divano una grande foto della buonanima del padre di Pasquale. Sotto potrebbe trovare posto un camino o una consolle portatelefono con un cassettino, sulla consolle un portafiori e dei lumini accesi . Sono in scena Pasquale e Concetta, litigano, come accade da qualche tempo.
PASQUALE : ( passeggiando nervosamente, verso la moglie ) Ci trovi gustu a torturarimi da matina a sira! Tu u sai ca nun piaci mancu a mia vidiri a m soru accuss, sola, senza un conforto umano
CONCETTA : ( seduta sulla poltrona, agitata) .conforto umanu! Senza nuomunu, vuoi diri. Ppi idda ci voli sulu nuomunu e basta.
PASQUALE : Non tutte siete state fortunate!
CONCETTA : Chi vulissutu diri?
PASQUALE : Tu mi capisti. Cu erutu prima di spusarimi, parra?
CONCETTA : (alzandosi, alterata) Cu era iu? Ma tu si pazzu! Per tua norma e regola mia madre , ca tutti chiamavunu a Cavalera
PASQUALE : .senza cavaddu.
CONCETTA : ..per via del portamento nobiliare, armali e viddanu ca si. Diceva, ca me matri mi ha allevata comu na principessa
PASQUALE : Senza curuna! Se a stura stavumu spranza di tia avissumu murutu di famiPrincipessama nun mi fari ridirivattinni v!
CONCETTA : Ma tu cu ti cridi di essiri ppi ssi quattru turrina
PASQUALE : Trecento ettari
CONCETTA : quattru vacchi
PASQUALE : quattrocento vacchi
CONCETTA : dui porci.
PASQUALE : duecentocinquanta porci
CONCETTA : E a mia nun mi fannu n cauru e n friddu
PASQUALE : E intantu a signura ci mancia e ci sguazzaammettilo
CONCETTA : Ti fazzu a serva, t soru, invece, fa a regina nta sta casa!
PASQUALE : Chidda mia sorella, sangue del mio sangue!
CONCETTA : E iu sugnu t mugghieri, pirch nun ti spusavutu ccu idda?
PASQUALE : Ma nun diri fissarii, Concetta.
CONCETTA : Iu sugnu stuffa, nun ni pozzu cchi!
PASQUALE : Ah si? ( deciso) E allura chidda a porta, marsc!!! ( Concetta quasi piangendo, si avvia per il fondo, poi Pasquale si siede sul divano, distrutto dallo stress, apre il giornale e si concentra nel leggere, ma allimprovviso Concetta, silenziosa come un giaguaro gli si piazza dietro e)
CONCETTA : ( col tono alto di una sgradevle sorpresa, tanto che Pasquale ha un sussulto) Ti piacissi, inveci restu! Chista anchi casa mia, ricordatillu! ( via di fretta sul fondo a sinistra)
PASQUALE : (ancora spaventato) Disgraziata.qualchi gghiornu mi fa moriri. E anchi oggi mi detti la dose quotidina di veleno. E puntuali comu e treni da svizzera, arrivatu o manziornu, comu sempri, prima di manciari, mi da laperitivo! Disgraziata, chi malasorti ca capitai. A bonanima di m patri mu dissi Pasquali nun ta pigghiari a chissa, cchi majara di so matri. A don Gaetanu, so patri, idda u fici moriri, di crepacori. E iu ci diveva Pap ma chi vai pinsannuautri tempi Autri tempi? Sempri a stessa , nun cancia mai. E iu paviri i corna duri, mi la ritrovu cc, supra a panza Ah, haiu na panzami dovete credere.ca qualchi vota scoppia, a cc cogghi cogghi.fazzu na straggi!!! Mi rende la vita impossibile!! ( si accascia sulla poltrona ed entra Caterina )
CATERINA : Chi ci fu guerra, o solitu? Quannu parrati sulu, voli diri ca ci forru schigghi! ( sulla trentina, sordastramolto spigliata, con un piumino spolvera i mobili )
PASQUALE : Vidi ca tu a pinsari sulu a scupari, u restu nun sunnu affari ca ti non riguardano, a caputu?
CATERINA : E cchi centra u mutu?
PASQUALE : Muta ta stari, botta di vilenu!
CATERINA : (c.p.) Ci dissi a signurina Santina se si vuleva fari na passiata.
PASQUALE : (disgustato) E idda chi ti dissi?
CATERINA : Ci annoia, dissi ca preferisci stari ncasa
PASQUALE : A cuvari lova!! Maledetta puru idda! (pausa) Ma dicu, possibili ca sta picciotta nun si cumminci a nesciri, a pigghiari un pocu di aria, a svagari. E chi fici u votu della solitudini oltri a chiddu cchi gravi della castit?
CATERINA : Mischina, ci pari bruttu!
PASQUALI : Bruttu, pirch?
CATERINA : Ma pirch alla sua et ancora signurina.
PASQUALE : Ma comu, ci sunnu certuni, fimmini dico, ca su disienu di essiri signurini e idda ca avi questa fortuna ci pari bruttu. Ma u voi capiri ca un dono della natura, ah, ma cchiff vulimu schirzari. E u sai chi ti dicu, io sono orgoglioso che mai nessun occhio maschile si pos su mia sorella(ricredendosi e a bassa voce) Disgraziata, mancu unumaledetta!
CATERINA : Ci voli nocchiu di vitru, don Pasquali!
PASQUALE : Tu, Caterina, per esempio, chi nun si cuntenta di essere signorina?
CATERINA : A ficurina?
PASQUALE : Quannu nun ti cummeni nun ci senti. Ti dissi nun si cuntenta di essiri signurina?. Signurina, mi capisti?
CATERINA : Ah, signurina? Certu ca sugnu signurina, ppi mia disgrazia. ( desolata )
PASQUALE : ( deluso dalla risposta) U sai chi fai? Vattinni, nescia
CONCETTA : Prescia? Iu prescia nun nnhaiu, tantu u sacciu ca scacciuna nto furnu nun nnarrestunu.
PASQUALE : (alterato) Forati dissi di iratinni fora. ( Caterina via di corsa sulla sinistra) Chi bellu acquistu ca ficimu, ma almenu ti dessi ragiuni, no, mancu chissu. ( siede , nervosamente sfoglia il giornale, poi entra Peppino, il factotum, sulla 40na, fin da piccolo al servizio della famiglia Cimarosa, osserva il padrone e dopo un attimo)
PEPPINO : Don Pasquale, ccaviti ca siti accuss nivuru?
PASQUALE : Haiu a dari cuntu a tia. Cosa tinteressa, Pippinu?
PEPPINO : Va beni, giustu. Parramu di travagghiu. Stamatina, cuntannu i vacchi, chiddi nta stadda picciala, mi nni mancau una, chidda tuppiata bianca e russa e cca stidda nfrunti, chidda vi piacia a vui
PASQUALE : Si mi ci aveva a fari zitu! Scimunitu. E chista a secunna dosi di velenu. Continuannu di sta manera dintra nmisi sicuru ca ma quagghiu
PEPPINO : Don Pasquale, su con la vita. Sta vacca nto giru di 24 uri va trovu iu, o si perdi u me nomu!
PASQUALE : Parrau u prisirenti da Repubblica. Ma cchi mi nni futti a mia da vacca..
PEPPINO : Ma allura pirch siti di sta manera, siti nivuru comu a pici! Chi ci forru mortalit?
PASQUALE : Murtalit? Macari a Diu, chissi doppu tri gghiorna passunu
PEPPINO : Malattii?
PASQUALE : Quasi
PEPPINO : E chi avi assai ca dura?
PASQUALE : (distrutto) Vintanni, Pippinu, vintanni!
PEPPINO : Maronna miaE chi sorti di malattia ?
PASQUALE : Na malattia ca mi sta facennu moriri pianu pianu, suppilu suppilu
PEPPINO : Allura nun c tempu di perdiri, prestu facimu i valiggi e partemu!
PASQUALE : E unni vuoi iri tu?
PEPPINO : Nto megghiu specialista. Pigghiamu laeriu, anzi u trenu, forsi megghiu, pazienza pirdimu cchi tempu per simu sicuri carrivamu. Allura, quannu partemu?
PASQUALE : Ma tu cchi centri?
PEPPINO : E cchi vi lassu sulu? Doppu vintanni ca sugnu ccu vui, nel bisogno estremu, vi lassu? Ma chi siti pazzu?
PASQUALE : U sacciuu sacciu ca mi vuoi beni, ma a mia sta malattia mi pigghiau di straforodi strisciu, mi capisci?
PEPPINO : Di straforudi sbiecu? Don Pasqualinun vi capisciu cchi!
PASQUALE : La vera vittima nun sugnu iu; iu ci trasu e nun ci trasu. Ci trasu pirch sugnu un parenti stretto, anzi strettissimo
PEPPINO : Ma allura donna Concetta?
PASQUALE : Ppi ss cosa idda sana, anzi sanissima, a disgraziata, mai na frevi!
PEPPINO : Allura a signurina Santina?
PASQUALE : (abbassando la testa, rassegnato ) Idda !!
PEPPINO : Ma cchi malattia ?
PASQUALE : Pippinu(tirandolo a se)giurami non tradirai il segreto che sto per confidarti.
PEPPINO : Ve lo giuro, don Pasquale, sfugativi cappoi vi sintiti megghiu.
PASQUALE : Tu u sai ca me soru signurina?
PEPPINO : Certu, spusata non !
PASQUALE : E tu u sai ca nta vita , sia luomu ca a fimmina , arrivati a una certa et il loro unico desideriu unu sulu ?
PEPPINO : E u diciti a mia, don Pasquali? Stu desideriu cchi forti di mpitittue cchi sorti di pitittu
PASQUALE : Bravu! E stu pitittu ppi putirisi concretizzari, comu si fa?
PEPPINO : Avaia, don Pasquale, accuss mi vuliti sfuttiri, comu si facomu si fa. (riflettendo) Unu ca avi stu pitittu cchi fa.Dunchi, unu ca avi stu pitittuavennu stu pitittuchi si fa? ( stufo)
PASQUALE : Avanti ca facili!
PEPPINO : Ma a risposta cch obbligatoria?
PASQUALE : Forza ca facili!
PEPPINO : Unu ca avi stu pitittusi trova na fimmina ca avi u stissu pitittu!
PASQUALE : Bravubravudicisti ca si trovaE ppi truvalla bisogna cercare, giustu?
PEPPINO : E si capisci, don Pasquale. Bellu fussi ca unu a matina, nesci fora, ncontra na bedda picciotta e ci dici Scusi, signorina, io ci ho pititto e lei? E unni avissumu arrivari. Purtroppo bisogna cercare.
PASQUALE : Esatto, se nun ci cerca nun si trova.
PEPPINO : Don Pasquali, ma unni vuliti arrivari?
PASQUALE : Peppino, forsi came soru Santina stu famusu pitittu nu ci lavi!!
PEPPINO : Ma nun po essiri!
PASQUALE : Ti dicu di si! Nun sulu, nun si voli mancu spusari. ( quasi disperato ) U capisci, v ristari appalazzata supra spaddi miei, cc u vidi( mette le sue mani sulle spalle ) comu na sagnetta.
PEPPINO : Certu ca troppu difficili nte gusti.
PASQUALE : E una situazione terribile. Nun dormu, nun manciu, cc m mugghieri ni pizzicamu ppi na cosa di nenti. Stiamo arrivando alla rottura totale.
PEPPINO : Ma mi para ca lannu scursu ci purtastuvu o cavaleri Vadal, una persona distinta, seria, famigghia bona
PASQUALE : Ci parsi vecchiu e poi dici ca quannu parrava ci puzzava a vucca. Pinsava a ucca, ma pirch nun pinsava ppi idda ( si ode una voce f.c., quella di Santina)
Voce f.c. : ( ha un difetto di pronuncia, una zeppola che le fa pronunciare la S con la F rendendola ancora pi ridicola) Caterinaulettufallutu, iuvaiuntoiardinuacogghiriqualchirosa
PASQUALE : Sta vinennu. Pippinu, vai o circulu cerchi do maresciiallu Vitali e ci dici a se voli veniri il momento propizio
PEPPINO : Allura ci dicu o maresciallu ca il momento precipizio
PASQUALE : Ma cchi stai ncucchiannu?
PEPPINO : Ah, ci sugnuil momemto surfizzio
PASQUALE : Bestiadicci sulu ca veni cc e basta.
PEPPINO : Appoi cchi fa cercu a vacca.
PASQUALE : Ma va cerca a to soruvavattinni, disgraziatu puru tu!! ( si sistema sulla poltrona pronto allo scontro con la sorella) Anima e coraggio. ( fa finta di leggere il giornale, mentre di corsa, Peppino va via dal fondo a destra, poi dalla sinistra, Pasquale, appena vede comparire la sorella che sta per andare nel giardino, la chiama amorevolmente. Santina sulla 40na, vestita di nero, castigata, capelli neri col tuppo, occhiali da vista neri, una miriade di nei che la rendono orribile, senza un filo di trucco, ha in mano una forbice da potare e dei guanti da giardino. (scostando leggermente il giornale) Santinedda!!
SANTINA : ( che cercava di evitare il fratello, si ferma di scatto prima di entrare nel giardino) Buongiorno, Pasquali!
PASQUALE : Santina, unni vai ccu tutta sta primura, pari ca a ppigghiari u trenu?
SANTINA : Vaiu nto giardinu ppi cogghiri quattru ciuri, chi vulevutu qualchi cosa?
PASQUALE : No, aveva sulu u desideriu di fari quattru chiacchiri ccu tia, nun parramu mai, ma se si occupata nun nni parramu cchi.
SANTINA : I rosi ponnu aspittari. ( si siede sul divano )
PASQUALE : Vulia sulu parrari comu fannu i pirsuni civili. ( pausa, imbarazzo dei due, poiprende coraggio Pasquale) Tu nenti mha diri?
SANTINA : E cchi tavissi diri?
PASQUALE : Chi sacciucomu ti senti, per esempiu?
SANTINA : Bene, st beni!
PASQUALE : A mia mi pari ca nta sti iorna manci di meno. Cchi hai inappetenza?
SANTINA : No!
PASQUALE : Sar, ma a mia mi pari ca si cchi sciupata, hai perso ddu beddu coloritu rosella che avevicomu a chiddu da mameri un bijou, ti ricordi? (smorfia di schifo, cosciente della bugia che aveva detto)
SANTINA : Ti sbagghi, sugnu tali e quali haiu statu sempri.
PASQUALE : ( a bassa voceverso il pubblico) Purtroppo, u sacciu! ( riprendendo le domande ) Dormi bene?
SANTINA : Insomma. ( a malincuore)
PASQUALE : ( intravedendo uno spiraglio per entrare nei suoi segreti ) Cchi hai ppi casu qualchi incubo?
SANTINA : No, incubi no.( indecisa )
PASQUALE : ( incalzando con le domande ) Incubi no, per qualchi stranu sonnu si, veru?
SANTINA : Sistranu.stanotti.
PASQUALE : (interessato) E chi stranizzi avia? Forsi qualcunu ti vuleva acchiappari?
SANTINA : Pasquali, ma cchi dici?
PASQUALE : Ma nto sonnu, Santina! Tuttu po capitari nto sonnu. A mia quanti voti macchiappunu! (soggetto nervi)
SANTINA : A mia nuddu macchiappa.
PASQUALE : ( fra se verso il pubblico ) E a tia cu tacchiappari?
SANTINA : ( stranamente, con la voglia di raccontare il sogno ) Era nto giardinu ca cuggheva i rosi pp pap, quannu a un certu puntu una spina mi puncu
PASQUALE : (fra se) Tu si a spina mia!
SANTINA : Appena mi ntisi punciuta e vitti tuttu ssu sangu nesciri a ciumi
PASQUALE : (c.s.) Piccatu beddu sangu!
SANTINA : A terra di sutta i peri mi sprufunn e car
PASQUALI : E unni caristi?
SANTINA : E mentri ca cara ti chiamava.Pasquali.Pasquali
PASQUALE : (c.s.) Circava aiutu la bestia, gi ca iu laiutu e unni caristi mu vuoi diri..si o no?
SANTINA : Nzertulu?
PASQUALE : Avaia, nun mi fari stari nte spini, parra, unni caristi?
SANTINA : Mi truvai nta nu spitali
PASQUALE : Povira Santina, chiss quantu duluri che ebbitu a sentirI?
SANTINA : No, nca quali. Era nu spitali modernu, tutti erunu uomini.
PASQUALE : E munacheddi nun ci nerunu?
SANTINA : No, cerunu i salesiani e inveci daviri a tonaca avevunu una speci di vesti longa longaccu nfazzulittuni nturciuniato nta testa.
PASQUALE : Stranu stu sonnu.
SANTINA : E ci nerunu na partita cche fucili ca pari ca facevunu a sentinella
PASQUALE : Cche fucili, dicisti? (pensando) Ci sugnu! Chissu era di sicuru nu spitali militari turcu
SANTINA : Ancora nun nnhaiu finutu.
PASQUALE : Ma comu tinnisti a finiri ddocu. Va beni ca in Italia i spitali i disiamu, ma dicu, proprio nta Turchia? Avaia, Santina!!
SANTINA : E la sorpresa non ancora finita. Nzerta a cui ncuntrai?
PASQUALE : L Aiatoll Komeini.
SANTINA : Ncuntrai o dutturi Reina(Pasquale ha un soprassalto)
PASQUALE : U dutturi Alfonso Reina? Il nostro medico condotto? Ma chista una cosa incredibileE comeracomera? ( con la grande speranza che fosse arrivato il momento giusto)
SANTINA : Com nta vitacomu avia a essiri Pasquali?
PASQUALE : No, Santinedda, vulia diri sese dico..se ti piacu, eccu!
SANTINA : E chi centra se mi piacu?
PASQUALE : Vula diri se si comport benida galantuomo, v!
SANTINA : Bene, si comport benegentilemolto gentile.
PASQUALE : Ti visitau?
SANTINA : Tutta, mi visitau tutta
PASQUALE : ( fra se ) Curaggiusu u cristianu! Appoi chi ti dissichi ti dissiSantuzza bedda. Incredibileincredibile
SANTINA : Mi dissi comu mai avia finutu ddocu e poi mi miricau
PASQUALE : ( contentissimo e distratto, quasi sognando ) ti.miricau
SANTINA : mi fasciau
PASQUALE : (c.s.) .ti fasciau.
SANTINA : mi lassau
PASQUALE : (c.s.) .ti lassau ( cambiando atteggiamento, contrariato) .e unni ti lassau, Santina?
SANTINA : Poi turnau
PASQUALE : Ah, appoi turnau e chi fici doppu, Santuzza?
SANTINA : Mi detti.mi detti(credendo di contrariare il fratello) Poi ti siddii
PASQUALE : Nca quali siddiariquali siddiariMi siddiu se nun mu diciparra. Sangu di la marina!
SANTINA : (credendo di irritare il fratello) Mi detti nvasuni, eccu!
PASQUALE : Ti detti nvasuni? (falsamente risentito) E tutu chi ci dicisti? Ti sarai offesa?
SANTINA : Sicioeno, anzi iu nun vulama iddu.per alla fini vincu.
PASQUALE : Incredibileincredibile (pensa passeggiando)
SANTINA : Ti siddiasti, veru?
PASQUALE : Cchi dici?
SANTINA : Dissi se ti siddiasti!
PASQUALE : B, certua nfrati ca voli beni a soru nun ci fa certu piaciri ca un tizio, anche se di provata seriet e moralit, sa vasuna. Per incredibilepara na cosa irreale.
SANTINA : Ma pirch hai dittu sempri incredibili, sonnu , tuttu po essiri nto sonnu.
PASQUALE : Ora ti spiegu, Santuzza mia. Haiu dittu sempri incredibili, perch la persona di cui tu hai parlato, nutra nei tuoi confronti una certa simpatia
SANTINA : Ma se mancu mi canuscia.
PASQUALE : Appuntu! ( correggendosi ) Cionun ti canuscia, veru, per sa tutto di te, tanto vero che trovandosi a parlare col maresciallo Vitale, aveva espresso il desiderio di conoscerti. E tutto questo solo ieri , capiscisolo ieri. solo ieri! Quannu iu ancora non sapevo niente
SANTINA : Ma che cosa dovevi sapere?
PASQUALE : Ma do sonnu, no? U capisci ora pirch mi pari na cosa incredibili, fuori da ogni realt.
SANTINA : Ma una coincidenza. (incominciando ad alterarsi) U sonnu sonnu e a realt realt. Iu a chistu mancu sacciu cu e cu nun nn.
PASQUALE : Nun cuminciari a fari a stuffusa, o solitu tuou.
SANTINA : E inutili ca ti siddii. Iu u sapa ca iva a finiri accuss.
PASQUALE : U vasuni intantu ci u dasti e ti piacu
SANTINA : Ma era nto sonnu!
PASQUALE : Era e nun nnera nto sonnuTu stessa mi dicisti ca ci pruvasti gustu, confessa!
SANTINA : Ma quali gustu. Ti dissi ca vinciu iddu pirch con la forza mi ha presa.
PASQUALE : Ti pighiau pirch tu u vulisti e non fare lipocrita.
SANTINA : ( sbattendo il piede per terra violentemente) Cc forza mi pigghiau, e basta!!! (via verso il giardino, Pasquale le parla appresso.)
PASQUALE : O forza o nun forza ti pigghiau, lo hai confessato, il che significa che questo famoso pitittu ci lhai macari tu, e quantu veru Diu, a chistu tu spusi!! ( va verso la consolle, apre il cassettino, prende dei lumini che a soggetto li sistema sotto il quadro, uno al centro, poi di lato, poi cambia e ne mette due al centro e due per ogni lato, ecc.eccpoi si rivolge alla foto del padre) Pap, tu mi dicisti di pinsari a Santinae iu ci haiu pinsatu iornu e notti. Tu mi dicisti Nun ci fari mancari nenti e iu a trattu comu na regina. Tu mi dicisti Chiddu ca tuou e puru di Santina e iu sugnu prontu a daricci puru a me parti. Pap mi devi credere, ho fatto tuttu chiddu ca mi hai detto, ma cridimi, nun ni pozzu cchi!! La mia vita un inferno. Nun manciu, nun dormu, nun fazzu nenti di nenti (allusivo).tu mi capisci!! Cuncittina mi odia ppi curpa di Santina e forsi ca avi i so ragiuni. Come di devo comportare. Haiu circatu di maritalla, ma niente, dura comu na petra. Pap dammi un segno, una manoda vivo erutu accuss energico, da morto mi pari ca tabbannunasti. (bacia la foto, prende giacca e cappello e via verso la comune per lesterno, dalla sinistra entra Concetta, ha un diavolo per capello e grida verso il giardino perche Santina la senta)
CONCETTA : Mi pari ca fussi ura di finilla di fari a principessa, pirch nni sugnu stuffa. A matina u lettu tu fai tu, a stanza t sistemi tu, i quattru straccetti tuoi ti lavi tu. A cammarera a paiu iu pp cosi miei. Oh!!! Videmu se capiscia, sta ntontira! ( come se si fossa tolta qualcosa dallo stomaco, poi dallinterno entra Caterina)
CATERINA : Donna Concetta, don Pasquali mi dissi, mentri ca eru affacciata o balcuni ca stinneva i robbi, che se veni qualcunu i facissi aspittari. Mi parsi pigghiatu de turchi! Nta sta casa c qualcosa ca non v!
CONCETTA : (rivolta verso il giardino e voce sostenuta) Non c qualcosa ca non v qualcunu ca di troppo e si putissi decidiri di farisi na famigghia e di campari comu fannu tutti i pirsuni civili, inveci di stari supra e spaddi di lautri, oh!!!
CATERINA : Chi dici ca senti?
CONCETTA : Sentisentichi ti pari ca surda comu a tia? Nun parra pirch avi tortu. ( si siede e sfoglia un giornale)
CATERINA : Donna Cuncetta, chiff va pozzu fari vidiri na cosa? ( le mostra un bigliettino) Assira u truvai sutta a porta da me stanza e siccometanticchia pp vista e tanticchia pp picca scola ca haiu
CONCETTA : Haiu caputu, dammillu ca tu leggiu, v. Cchi hai u nnamuratu ncasa? (legge) Cara Catarina, da troppo tempo il mio cuore batte per te. Quanno mi passi di cianco, mi acchiana una cosa che non saccio chi ! Fatto st che non poso dormire da un mese circa. Dammi una risposta a questo amore mio ferito e sanguinante che pi non sa aspettare. Firmato P. (Caterina in estasi, poi ritorna sulla terra ) Istruito, stu P., ah? E cu po essirisar Pippinu di sicuru .
CATERINA : Ma Pippinu nun mi piaci tantu! ( imbronciata)
CONCETTA : E iu cchi ci pozzu fari, taffrunti a diriccillu?
CATERINA : Nun nn ca nun mi piaci propria, un po si..
CONCETTA : Ah, haiu caputu! Ti piaci a mmit. Allura u sai cchi fai?
CATERINA : E cchi fazzu?
CONCETTA : U tagghi e ti pigghi a mmit ca ti piaci!
CATERINA : Vui ci schirzati?
CONCETTA : Aspetta ca ora cianciu e mi pilu tutta. V in cucina, chiuttostu, ca c na pila di piatti ca taspetta(Caterina via a sinistra) (suonano, e Concetta va ad aprire poi ritorna seguita dal maresciallo Vitale, sulla 50na in divisa, da don Nicola, sacerdote, e dal dr. Reina, medico condotto, bassino, sui 40 anni, timido)
VITALE : Donna Concetta carissima.
DON NICOLA : Devotissima donna Concetta
COMCETTA : Quale onore, padre
VITALE : Le presento il dottor Alfonso Reina, nostro medino condotto. La signora Cimarosa!
REINA : Fortunato!
CONCETTA : Il piacere tutto mio. Ma prego accomodatevi,mio marito sar qui a momenti. ( siedono sul divano, Reina a centro, il maresciallo a sinistra e il parroco a destra, mentre Concetta sulla poltrona del centro scena, la scelta dei tre sul divano deriva dalla possibilit, in questo caso, di poter effettuare le gags con maggiore naturalezza, tenendo presente che Reina la vittima o meglio, il pollo da spennare )
VITALE : E don Pasqualedon Pasquale bello come sta, chi sempre spassoso?
CONCETTA : In questi ultimi tempi, a dire la verit, ha perso il senso comico delle cosesar let
DON NICOLA : A chi lo dite! (verso il maresciallo) Pasannu a sessantina, veru Maresciallu?
VITALE : (risentito) Pensate per voi, don Nicola. Per me basta solo la cinquantina!
DON NICOLA : E sissignori. Essere non si pu pi di una volta!
Voce f.c. : CuncittinaCuncittina
CONCETTA : Ah, cc c m marito.
PASQUALE : Cuncitt( poi entra portando con se un pacchettino di carta e si accorge dei tre) Ma che onore stamatinaPatri.patri.Chi bella visita inaspettata. (tutti si alzano )
VITALE : ( con la fretta di presentargli Reina ) Don Pasquale, vi presento il dottore Alfonso Reina.
PASQUALE : Molto lieto, Cimarosa. ( porge la mano al dottor Reina che ricambia ) Ma pregoaccomodiamoci, a don Nicola lo cononosciamo gi. Come sta padre? Bravibravi, mi ha fatto piacere questa visita e mi dovete scusare se non mi avete trovato in casa, sono andato a comprare i lumini per la buonanima di mio padre, oggi compie 90 anni
DON NICOLA : Avrebbe.
PASQUALE : NonoScusatemi don Nicolaio uso sempre il presenteCompie
DON NICOLA : A condizione che non fosse morto.quindi Avrebbe( il maresciallo gli d una gomitata )
PASQUALE : Va beni, lassamu perdiri, cc vui comu parrari cc muru. Dicevo ca oggi m patri.lassamu perdiri!
CONCETTA : Compermesso, ma io devo continuare le mie faccende di donna di casa. ( un leggero inchino di tutti poi via a sin. per la comune )
PASQUALE : Allora dutturi Reina, come si trova dalle nostre parti?
REINA : Non mi posso lamentare.
PASQUALE : E della gente, chi cci nni pari della genti?
REINA : Persone veramente squisite e ospitali. E poi ho trovato nel maresciallo Vitale e in don Nicola due persone veramente disponibili e alla mano.
VITALE : Abbiamo insistito assieme a don Nicola affinch il dottore vi conoscesse, abitare nel nostro paese e non conoscere don Pasquale una cosa poco simpatica
PASQUALE : Bont vostra maresciallo. Voi non sapete la gioia che mi state dando con la vostra presenza.
DON NICOLA : Caro Reina, dovete sapere che se c in paese un vero devoto dellAddolorata, questo e don Pasquale.
PASQUALE : Faccio solamente il mio dover di fedele e di parrocchiano, niente di eccezionale.
DON NICOLA : Ogni domenica la chiesa avvolta in un manto di rose che gentilmente don Pasquale ci mette a disposizione e poi non c questua che don Pasquale non aderisca e anche abbondantemente. (gomitata di compiacente complicit a Reina, che si contorce dal dolore) A proposito, ci sarebbe la raccolta per lorologio del campanile, una bellezza, don Pasquale, quattro facciate e batte puru i quarti
PASQUALE : Si, sar bellu, ma ci lhaiu propriu nta ricchi. Chi nun si poteva fari ca batteva sulu luri?
DON NICOLA : (di scatto) No!!
PASQUALE : (a malincuore) Nun si ncaNun si incavolassi parrucu. E va beni, se nun si po! Dumani passu da sacristia.
DON NICOLA : Siete un brav uomo, don Pasquale.
PASQUALE : Troppu bonu sugnu, don Nicola! Appoi basta ca facemu comu diti vui, veru? ( sorrisino falso)
VITALE : E grazie alle sue possibilit economiche, con gli amici e con la povera gente sempre pronto a dare una mano. (gomitata di Vitale a Reina, c.s.)
PASQUALE : Cos quando io ne avr di bisogno non mi potranno dire di no. E il tempoil tempo, dottore, come lo passa. Certo che qui rispetto a Catania , tranne il Circolo di Cultura, c poca cosa!
REINA : Effettivamente, ogni tanto mi viene la malinconia, che ci volete fare. La citt natia sempre la citt natia, senza voler disprezzare il vostro gran bel paese. Lo confesso, a volte mi sento solo!
PASQUALE : E si capisci, un uomo ha bisogno del conforto, del calore di una donna, chi semu fatti di ferru? (verso il prete) Mi scusassi don Nicola,intendevo dire del conforto spirituale e morale che la donna ci dona con la sua presenza.
VITALE : Purtroppo cos! Chi vita senza na fimmina. Una vita inutile, vuota. (ammiccando a don Pasquale) Perch la donna, vedete, riempie i vuoti e colma le crepe della esistenza quotidiana.
DON NICOLA : Bravo, maresciallo, non immaginavo che avreste avuto questi pensieri cos profondi. Ma non dimentichiamo, per, la donna ha una missione ben precisa nei confronti dell uomo, aiutarlo ad alleviargli le fatiche di tutti i giorni. (aprendo il breviaro i due, Reina e Vitale guardano la pagina aperta) San Paolo nelle sacre scritture parla chiaro e tu donna seguirai il tuo uomo nella buona e nella cattiva sorte..!!! Quindi la donna essenziale su tutti i punti di vista ma soprattutto su quello spirituale. (chiude di scatto il libro gli altri due hanno un sussulto)
PASQUALE : Il fatto per uno solo! Oggi, dico oggi, mi vuliti pigghiari na fimmina che non abbia avuto le sue belle duetrequattro..relazioni amorose? Non c nessuno, dico nessuno. Nun parramu poi de carusi di sti tempi.
VITALE : Veroverissimo
DON NICOLA : Purtroppo la verit, stiamo toccando il fondo, non ci sono pi valori umani, il pudore non esiste pi..(verso Reina, sputandogli in faccia inconsapevolmente, disagio del prete che cerca di asciugare il medico)
VITALE : Ma voi lo sapete quante denunce che arrivano in ufficio per oltraggio al pudore, non si contano pi. ( stessa gags di prima) Ragazzini di 15-16 anni, roba dellaltro modo!
DON NICOLA : Perperfortunatamente ancora c qualche anima timorata di Dio, ca ci pensa al pudore, compita, seria, riservata, fimmina di casa, ahahahe chi ci po livari meriti. Parlo, si capisci, della signorina Santina, la sorellina di don Pasquale.
VITALE : Pasta antica di provata seriet. ( manata di Vitale e don Nicola sulle gambe di Reina, dolore dello stesso c.s.)
PASQUALE : Suora si doveva fare, altro che fimmina di casa. Una santa, credetemi. Ma mi pari ca u dutturi si st annoiando a sentiri parrari di m soru, comu se lavissi mintiri in vendita. Ppi carit, se u sapissi idda, diniscanzi tantu riervatapatri e figghiu
VITALE : Ma lei, caru dutturi, la dovrebbi canusciri per rendersi conto della verit di quello che abbiamo detto sulla signorina Santina.(Pasquale contrariato..)
PASQUALE : Maresciallo, appoiappoic tempu, appoi la chiamo. Ora sta cugghiennu i rosi nto iardinu per la buonanima. E talmente affezionata ca fa macari impressioni(soggetto bruttezza di Santina) Ni misimu a parrari e mi scurdai di offririvi qualcosa, un rinfrescov! Un po di acqua e anici la gradite?
VITALE : Una goccia, grazi.
PAQUALE : Don Nicola, voi?
DON NICOLA : (con le dita indica la quantit) Tanta per, don Pasquale! Il diabete ci curpa, maledetto.
PASQUALE : (si alza e si avvicina alla comune per chiamare a voce alta) CaterinaCaterinaMischina ntuppata daricchi e se non grido nun ci senti.Caterina..(finalmente compare)
CATERINA : Cumannati!
PASQUALE : Porta una bella brocca di acqua fresca e anici
CATERINA : A petra pumici?
PASQUALE : (contrariato) Si, ppi scassarati a testa. (le si avvicina allorecchio) Acqua frisca e anici!!
CATERINA : Ah, lanici? Parrati accuss pianu ca vi sintiti sulu vui. ( via di corsa )
PASQUALE : U bellu ca si siddia e nun ti duna mancu ragiuni. Ma iu la compatisco, puviredda, quannu vinni al nostro servizio, orfana prima da matri e poi di so patri, nun nnaveva mancu deci anni, povira e pazza e na pigghiammu comu una della famiglia, v!
DON NICOLA : Cori nobili, don Pasquali!
PASQUALE : Maresciallo, a caccia ci siete stato?
VITALE : E come no! Anzi ho approfittato delloccasione per invitare il dottore Reina.
PASQUALE : E unni vinnistuvu?
VITALE : O ciumi
REINA : Un posto veramente incantevole.
PASQUALE : Quannu m patri morsi, buonanima, mi dissi di controllare che in quella riserva ci andassero solamente gli amici e basta. Ci tinia!
REINA : Perch, vostra? ( meravigliato piacevolmente)
PASQUALE : Mia e di mia sorella Santina. ( il prete ed il maresciallo una robusta pacca sulle ginocchia del dottore, come un assenso al progetto finale, dolore di Reina) M patri aveva paura che qualche bracconiere poteva fare una carneficina di quei poveri cunigghiuli indifesi, e quindi ci teneva assaiera fissato, mischinu!
VITALE : Con me ho portato lamico Reina perch ho ritenuto che non avreste avuto niente in contrario, ho fatto male?
PASQUALE : Maresciallo, avete fatto benissimo. Gli amici vostri sono amici miei.
VITALE : Grazie, don Pasquale.
REINA : (prendendo coraggio) E quella bella collina sopra il fiume, chi macari vostra?
PASQUALE : Si capisce, mia e di mia sorella Santina.
REINA : (esterrefatto pi di prima, pacca sulle ginocchia dei due, gag come prima) Ah, per!!
DON NICOLA : Senza considerare tutti i vigneti della spiaggia di S. Teresa. Fannu nvinu! Anzi, approfitto delloccasione per ricordarvi che lo abbiamo finito, purtroppo. E iu a missa comu a dicu, ormai mi cci abituai, eh! (risata di tutti )
PASQUALE : Va beniva benioggi mannu a Pippinu e risolviamo il problema. Alla buonanima di m patri ci piacu u puntu, in effetti la villeggiatura fatta in quel punto era unaltra cosa. Lisoletta della Catena puru nostra, (meraviglia di Reina e gomitate dei due, dolore del medico) e pensate che anche il mare antistante, se si fosse potuto a questora sarebbe pure nostro
VITALE : Ma quella faccenda comu finiu?
PASQUALE : Nca comu finisciunu i cosi nta lItalia, u Preturi si misi nta testa che il mare un bene pubblico e nun pottimu fare lattu.
REINA : Quindi anche lisoletta della Catena
PASQUALE : Mia e di .
VITALE E REINA : .di sua sorella Santina! (una forte pacca sulle spalle del medico, come prima; arriva con la bibita Caterina che serve a soggetto ai tre ospiti, poi va viaappena Pasquale incomincia a parlare sibilando con la bocca, a sorpresa, le prime due parole A proposito quasi come un forte suono acuto, mentre i tre intenti a bere hanno un sussulto e spruzzano tra loro la bibita combinando un macello, il pi colpito al solito il medico)
PASQUALE : A proposito( pausa, accade quello che prima ho descritto, dopo il primo momento.. in cui i tre si asciugano con dei fazzoletti). di m soru, vi debbo raccontare una cosa che ha dellinverosimile. Lei stessa mi ha raccontato un sogno che fece nella nottata e ppi cuntarammillu idda ca tanta riservata, voldiri ca il turbamento stato forti. Chiff vu cuntu?
DON NICOLA : Fatefate pure, a me interessano i sogni. Ho una certa esperienza. Ho letto molto su Froido e sullinterpretazione dei sogni.
VITALE : Pregopregofate
REINA : Come no, vi ascolto con interesse!
PASQUALE : Dunchi. Era nto iardinu ca cuggheva i rosi, quannu a un certo puntu una spina a puncu. U sangu ca ci nisciu furm una speci di lago e mentri ca stava murennu dissanguata, stu lagu si rapi sutta e so peri e idda ci cari dintra; e caricariSi va a truvari nta nu spitali. Impressionanti, veru? Ma sintiti ora quali piega ca pigghia u sonnu. U spitali era modernissimu e cerunu tanti sintinelli cche fucili e con delle tuniche bianche e lunghe, a un certo punto un medico si avvicina e la voli visitari. U sapiti cu era stu medicu?
DON NICOLA : Semplici. U dutturi Reina!
REINA : Iu?
PASQUALE : Ma comu u nzirtastuvu?
DON NICOLA : Non vi dissi che ne capivo di sogni e della loro interpretazione.
PASQUALE : Ma ancora nun nnhaiu finutu. Appena finisci di visitari a m soru, e dici ca ci fici una visita accurata, da testa nsinu e peri, appena finu..dici ca ci detti nvasuni ca a sturdu tutta a carusa..
REINA : Iu ci detti nvasuni? (Vitale e don Nicola lo scherniscono)
PASQUALE : Ma nto sonnu, dutturi, nto sonnu! Figuratevi se m soru cci ncugna nvasuni o primu ca passaDiventa una belva, una trigheppi nun parrari de muzzicuna ca dunano..no stato solo un sogno(fra se) purtroppo!
VITALE : Veramente impressionante. Ma comu si potti verificare?
DON NICOLA : Forse un presentimento. Vedete, caro don Pasquale, i sogni che cosa sono?
PASQUALE : (imbarazzato dalla domanda) B, i sogni sunnu .quannu unu doppu na iurnata di travagghiu si stira a panza allaria esi sonna!
VITALE : (investigativo) Ma ddi sentinelli di cui avete parlato percaso avevano il moschetto 91/38?
PASQUALE : Maresciallo, ma m soru cchi sapeva distinguiri u fucili?
VITALE : Noperch vedete, se era un moschetto 91/38 vuol dire che ci trovavamo il Somalia o in Eritrea, ci nni lassammu armi e munizioni!!
DON NICOLA : Nonomaresciallo. Limportanza della sentinella va inquadrata sotto unaltra dimensione. La sentinella va vista come qualcuno che impedisce alla signorina Santina di muoversi, agire, amaresissignoriamare liberamente la persona che il suo cuore le ha indicato
PASQUALE : Don Nicola, ma cu ca ci impedisci sti cosi? In famiglia nun videmu lura.(correggendosi) non pensiamo che a lei, al suo futuro.
DON NICOLA : Lo solo soma ora pare che la signorina abbia finalmente parlato chiaro. Le effusioni amorose scambiate col qui presente dottor Reina
REINA : Ma quali effusioni? Che cosa dite, padre? (urtato)
DON NICOLA : (serafico) Ma nel sogno, dutturinel sognoNon vi allarmate!
VITALE : Ma stu vasuni vostra soru comu u pigghiau?
PASQUALE : Maresciallu ma chi diciti?
VITALE : (qui entra in gioco linvestigatore poco credibile che in Vitale ) Voglio direstu vasuni fu dato consensualmente o ci fu per caso un tentativo di violenza carnale da parte del qui presente dott. Reina Alfonso???
REINA : (su tutte le furie) Ma quali violenza,maresciallo?
VITALE : E no, dutturiscusatima voi non siete pratico di indagini giudiziarie. Io voglio dire semplicemente che se la Cimarosa Santina prov godimento dalla profusione amorosa col dottore Reina, la cosa assai diversa!!!
REINA : Ma quale profusione amorosa, maresciallo. Voi state dando i numeri!
VITALE : Ma il mio solo un suppostouna supposizione e basta, non vi allarmate!
DON NICOLA : E un supposto sbagliato che per forza vogliamo farlo entrare in fatti personali che non centrano col sogno.
PASQUALE : ( alterato) Questo supposto fatelo entrare in altre questioni, abbiate pazienza Maresciallo. Mi pare pure a me che non centra niente col sogno !
VITALE : E va bene, ritiro il supposto.
PASQUALE : Ritiratelo e non parliamone pi. Chiddu ca pruvau me soru nun nnu sacciu. In certe cose non possiamo andare oltre, mi pare!! Ma ora venuto il momento di prisintaravilla, vaiu a chiamalla, compermesso. ( via verso il giardino, poi ritorna tirando per mano Santina che ostinatamente si rifiuta di camminare, Concetta la spinge di dietro come fosse unasina che si impunta, ha in mano un mazzetto di rose, poi finalmente arrivano al centro della scena, Pasquale le sta davanti come se volesse nasconderla alla vista di Reina che si sposta a destra e sinistra per vederla megliopoi Pasquale gliela presenta a malincuore) Dottore Reina ci presento mia Sorella Santina
SANTINA : Piacere, Cimarosa Santina del fu Gaetano. ( gli offre il mazzetto di rose che Reina accetta pi per distrazione derivata dallo sgomento per la vista di Santina )
REINA : ( disorientato e allibito dalla bruttezza di Santina, gli cade di mano il bicchiere ) Pi..piacere, Reina Alfonso(poi guarda lorologio)
PASQUALE : (capendo il disagio del medico) Prego accomodatevivi faccio portare un altro bicchiere
REINA : Nonovi ringrazio, mi st ricordando che ho una visita urgente. Devo andare, purtroppo. Tolgo il disturbo, arrivederci. ( esce di corsa portandosi le rose , don Nicola lo seguee pure Vitale che dice)
VITALE : Dutturi, non sapete cosa perdetefermatevi. ( Tutti e tre via dal fondo, gli altri rimangono di stucco. Pasquale nervosissimo, si dirige verso la foto del padre, spegne con
cattiveria tutti i lumini e le candele, prende i fiori e li butta nel cestino )
PASQUALE : Pap, tu nun nn ca tabbannunasti, nonoE ca ti nni futti!!!
(Buio rapidissimamente)
FINE DEL PRIMO ATTO
(Il secondo atto potrebbe cominciare a sipario aperto poich alla fine del primo atto, in questo caso, non lo abbiamo chiuso, accendendo, per, le luci qualche secondo dopo di averle spente, ossia, senza soluzione di continuit, dando cos al lavoro pi rapidit e ritmo, non che ne avesse bisogno, ma in alcune occasioni ho notato questa soluzione che mi parsa pi ottimale. A voi, comunque, la scelta, che sar sempre la migliore)
SECONDO ATTO
Stessa scena dellatto precedente. Il giorno dopo. Sono in scena Caterina e Peppino.
Si ricorda che il personaggio di Santina continua a parlare con lo stesso difetto del primo atto, la F al posto della S. Ci molto importante per dare al personaggio quellodiosa caratterizzazione che nel terzo atto, invece, perder del tutto fino a sembrare unaltra donna
CATERINA : (seduta, con la scopa tra le gambe) E stu matrimuniu ci sfumau macari. Quant sfortunata a signurina Santina.
PEPPINO : Sfortunata? Ppi mia nun nn sfortunata!
CATERINA : E cchi curpa avi idda? Certu, nun nn na dea, per cchi brutti di idda shannu spusatu!
PEPPINO : Nun nn qustioni di biddizzi e di bruttizzi.
CATERINA : Ma cchi vuoi diri ca nun ti capisciu?
PEPPINO : E una cosa che deve rimanere un segreto tra nuatri, ha caputu? Mi giuri can un nnu dici a nuddu?
CATERINA : Te lo giuro, parra, nun mi fari stari nte spini!
PEPPINO : A signurina Santina nun nnavi pitittu!
CATERINA : Nun nnavi pitittu? Ma se mancia ppi dui!
PEPPINO : Nun nn chiss u pitittu ca manca a idda, nautru!
CATERINA : Ma di quali pitittu parri, si p sapiri?
PEPPINO : Ma po essiri ca non hai nessuna malizia , ca si accuss sana sanama rrisbigghiti! Ti fazzu nesempiu: a tia nun t mai capitatu ca quannu vidi a mia ti veni na speci dicomu ti pozzu diriecco..un sentimento.na ruciura ca ti cchiana e ti scinnau cori ca ti batti forti forti(Peppino tutto questo lo dice con trasporto poetico)
CATERINA : Ma cchi stai ncucchiannudeficienti.
PEPPINO : Na vogghia pazza di strinciriti nte vrazza miei
CATERINA : Iu.strinciriti nte vrazza tuoi? Ma tu per lo meno si pazzu!
PEPPINO : A tia no, ma a mia si! Macari, tu stu pitittu nun ci lhai, ma chiddu ca manca a tia cci lhaiu iu. ( cerca di abbracciarla alle spalle, ma Caterina si allontana brandendo come arma la scopa)
CATERINA : Stu pitittu tu fazzu passari iu, e nun ti permettiri di scrivi rimi littri, pirch iu sta cunfirenza nun tagghiu datu mai, pezzu di citrolu malarrinisciutu!
PEPPINO : A mia citrolu? Che mi dovresti ringraziari solamenti per limportanza ca ti dugnu di taliariti, pezzu di schittarruna e surda ntrunata ca nun si autru
CATERINA : (su tutte le furie insegue Peppino con la scopa in mano girando entrambi attorno al tavolo, subito per entra Concetta)
CONCETTA : (contrariata ) Mi pari ca stamu oltrepassando i limiti. Se aviti vogghia di iucari, vativinni fora!
PEPPINO : Scusati, donna Concetta, Caterina mi ha provocato
CATERINA : Iu ti provocai? Bruttu scimunitu ca nun si autru!
CONCETTA : Ora basta! Pippinu, ppi rora vattinni!
PEPPINO : Mi nni vaiu, ma pirch mu diciti vui. Cc tia ni facimu i cunti doppu. (via per la comune a destra)
CATERINA : Nun ci nn seguitu.
CONCETTA : Caterina, basta ora.
CATERINA : Ve lo giuro, donna Concetta, iddu cominciau. Mi dissi ca nun nnavia pitittu comu a signurina Santina
CONCETTA : Di quali pitittu stai parrannu?
CATERINA : E cchi nni sacciu! Dici ca sparti era nsegretu e che nun nnavia diri a nuddu!
CONCETTA : (interessata) Ma cchi geniri di pitittu era?
CATERINA : Ma chi nni sacciu. Mi parsi mpitittu mpitittu purcariusu! Quannu na fimmina vidi a nuomunu e viceversa, stustucosa ci nesci e a signurina Santina nveci di nisciricci ss cosanun ci nesciaddirittura nun lavi propriaMatri mi cunfusi!
CONCETTA : E a iddu sti cosi cu cci cunfirau?
CATERINA : Nun mu dissi, dici ca un segretu.
CONCETTA : Comunchi, tu di stu fattu nun parrarini ccu nuddu, siamo intesi? A signurina Santina chi si susu?
CATERINA : Mi pari di si, chiff ci a chiamu?
CONCETTA : Nono, ora veni, ti nni puoi iri.
CATERINA : Ci fazzu na bella tazza di acqua cca sorcia o limuni?
CONCETTA : No, lassimi sula. Dimmi na cosa, com ca ora ci senti?
CATERINA : Sugnu a momenti
CONCETTA : O a convenienza.
CATERINA : Cc voscenza?
CONCETTA : Cc t soru! ( Caterina scappa via per linterno, dal giardino appare Santina con delle rose in mano, Concetta le si rivolge dolcemente) Buogiorno Santina
SANTINA : (aspramente, poi va a sistemare le rose dentro in piccolo portafiori che sotto la foto del padre, apre il cassettino e accende qualche lumino) Buongiorno Concetta.
CONCETTA : Don Nicola mi ddummannau pirch assira nun ti nnisti a missa, ci dissi ca erutu indisposta, chi fici beni? ( Santina si siede rigidamente sullorlo di una poltrona)
SANTINA : (non guardandola mai in faccia) Bene hai fatto.
CONCETTA : Che ci potevo dire che eri rimasta scossa dal fatto di ieri mattina?
SANTINA : Quali fattu?
CONCETTA : Tu u sai quali fattu!
SANTINA : Se ci vuoi cridiri ci cridi, ma iu nun ci pensu!
CONCETTA : Certu ca hai uno stomaco di ferro, ah! Riesci a nascondere la collera ca mancu pari veru.
SANTINA : Ma quali collira?
CONCETTA : Ma comu, a parti ca ti fici u dutturi Reina ti parsi na cosa di nenti? Scappau comu mpazzu furiusu.
SANTINA : Scappau? Dissi ca avia una visita urgenti.
CONCETTA : Na visita urgenti? Allura nun ti vuoi renniri cuntu della realt. U capisci ca appena ti vitti si scantau, si impressionato di mala nanera, u cristianu!
SANTINA : Nun nn veru! (occhi bassi, quasi piangendo)
CONCETTA : (provocandola sempre di pi) Sisiscappau cc quantu peri avia
SANTINA : (piangendo) I rosi per si purtaui rosi per.
CONCETTA : Sisi purtausi purtau pirch cca prescia di scappari si scurdau a lassalli. ( Santina piange a dirotto e Concetta cerca di consolarla cambiando tono) Santina iu sti cosi ti dicu per il tuo beni, credimi. A vidiriti acuss, iu ci soffru. Chi ti pari can un mi piacissi a vidiriti felici, sistimata
SANTINA : ( singhiozzando) Ma iu accuss sugnu felici u stissu
CONCETTA : Ma comu puoi essiri felici senza nuomunu o cantu, un marito che ti protegge
SANTINA : Ma pirch siti convinti ca na fimmina ppi essiri felici aviri nuomunu o cantu? ( sorpresa di tutti, Pasquale che aveva ascoltato le ultime parole, entra rispondendo a questa domanda)
PASQUALE : ( declamatorio ) Perch luomo luomo e a fimmina senza delluomo non uomo, (riprendendosi dallerrore) cio fimmina, un essere incompleto che per essere completo ha bisogno delluomo, mhaiu spiegatu?
CONCETTA : (al pubblico) Nun cap nenti! Mi parsi mbriacu!
PASQUALE : E tu, m soru, continuannu di stu passu non sarai mai completa! E cerca di canciari fisionomia, ammodernati, cancia vistitu, mintatinni unu russu, bellu sgargianti; i capiddi, fattilli a tunna, tagghiatilli comu vuoima leviti ss mulunciana darreri, fatti na messa in piega, ma sciogghiti stu tuppu malirittu.
SANTINA : (si alza decisa) Mai e poi mai. A bonanima do pap(segno di croce e bacio verso la foto) ci u prummisi Da lass mi ricorderai come sono ora!
CONCETTA : Ma chissu fu vint anni fa!
PASQUALE : Chi bellu ricordu ca ci lasasti o pa-p! ( ironico su pap)
SANTINA : Cos ero e cos sar. ( via di corsa fondo interno )
PASQUALE : ( quasi rincorrendola, alterato ) E spariti... ca nun ti spari! ( si accascia sulla poltrona sfinito e disperato ) Maledettanun si sparanun si sparaE se a sparassi iu? No..noLavveleniamo che funci ca ieri pigghiau PippinuCi facimu na bella zuppa e na partita a cotoletti, a idda comu ci piaaaaaciunu!! Un pocu puru arrostiti alla piastranun si sa mai avissuru a falliri chiddi di primaSignuru, mi dovete perdonare, forse la soluzione migliore ppi idda e ppi mia(guardando la moglie) e ppi tutti.
CONCETTA : Ma allura s mbriacu ppi ddaveru. Senti, nveci di diri fissarii, thaiu a diri na cosa ca mi cunfidau Pippinu e ca forsi, pinsannici beni, avi raggiuni.
PASQUALE : Concetta, ma nun nnhai piet di me? Non ricominciare, ti prego. Fai una pausa di qualche ora, appoi dumani, ricuminci.
CONCETTA : Nca quali, iu ti vulia diri ca forsi Pippinu ha ragiuni!
PASQUALE : E cchi centra Pippinu?
CONCETTA : Caterina mi cuntau ca Pippinu ci cunfirau un segretu su Santina.
PASQUALE : (incuriosito) Sintimu!
SANTINA : Dici ca Santina nun nnha attrazioni pp luomini, nun ci piaciunu!
PASQUALE : E chistu u dissi Pippinu?
CONCETTA : Si!
PASQUALE : Disgraziatu..ucca di vilenu. Questa teoria iu ci a cunfirai. E cchi cosa ava a pinsari? Di nesciri nun voli nesciri, di truccarisi mancu a parrarini, mancu la pi minima dosi di civetteria, nenti di nenti. Pinsai : A chista luomini nun ci piaciunu Ossia nun nnavi pitittu. Per, poi, mi sono ricreduto.
CONCETTA : E pirch, sempri a stissa!
PASQUALE : Mi cuntau nsonnu altamenti significativu.
CONCETTA : Erotico?
PASQUALE : Si, vietato ai minori di anni 18. E tu pensi ca me soru possa essiri capaci macari solamenti di pinsari con la mente a cosi un po.diciamo cos, piccanti! E stato un sogno infantle, ma che ha lasciato intravedere un certo interesse per una certa persona
CONCETTA : Masculu?
PASQUALE : Masculumasculu! Il dottor Alfonso Reina. Su vasau(pausa) nto sonnu!
CONCETTA : Ma allura macari idda ci lavi stu famusu pitittu?
PASQUALE : Ci lavici lavi. Lunico problema che non vuole capire di cambiare fisionomia, di apparire na fimmina. Voli ristari accuss e com. E se resta daccuss, cu ca sa putissi pigghiari? Solo un cieco assoluto o quasi.
CONCETTA : Certu ca un problema!
PASQUALE : Un problema che io st cercando di risolvere, anche se sono sicuro(guardando la foto del padre) che la buonanima boni paroli nun ci nni minta.
CONCETTA : E se lecito comu u vulissutu risolvere?
PASQUALE : Antura nun dissi ca ci vuleva un poviru disgraziatu quasi ciecu per non vedere il lato negativo della cosa, beni, il maresciallo si offerto di andare a palare col paraninfo, Filippo Mazza, per darmi una mano e a momenti sar cc. E mi raccumannu, tu fai la tua parte. (suonano, entra Caterina )
CATERINA : Da ssutta c u maresciallu, chi ci rapu?
PASQUALE : No, lassulu fora. (correggendosi subito) Scimunita ma cchi dummanni fai, rapici subbitu e tu, Concetta, porta acqua frisca a volont! (Caterina via dal fondo a destra, Concetta a sinistra, poi Pasquale si avvicina alla foto) Pap, ti dugnu na proroga. Fammi rinesciri stu matrimoniu e non ci sar defunto cchi felici di tia. Ogni onomastico, ogni anniversario della nascita, della morte, ppi lapertura da caccia, pp chiusura, pp morti, ti fazzu diri na missa di larcipreti Basili, chiddu tignusu, u sai? Ancora vivu . Chiddu i morti i fa stari in allegriaE nfigghiu diB, ci siamo capitiBeddu, papuzzu miu, videmu cchi cummini. (gli manda un bacio)
VOCE F.C. : Permesso.
PASQUALE : Avanti marescialloaccomodatevi(entra Vitale, visibilmente accaldato, che si asciuga col fazzoletto )
VITALE : Buongiono, don Pasquale. E chistu sorti di cauru , e di unni niscu? Mi sembra di essere a Tripoli nel 42
PASQUALE : (impaziente) Chiff ci parrastuvu?
VITALE : Mi vivissi na quartara dacqua.
PASQUALE : (c.s.) Concettasanta cristiana, nca portala st acquasangu di la marina. Allura u vidistuvu?
VITALE : Cchi cci pozzu fari, iu surue bivuArrivu a biviri 5 litri dacqua o iornu, don Pasquali!
PASQUALE : Ncaserma ccaviti a sterna?
VITALE : Ma portunu cc camion! Speciali, don Pasquali. E sinn quantu mi custassi?
PASQUALE : Certu! Peggiu di na imenta parturizza, a facci da siti, cc saluti.( entra Concetta con una caraffa di un paio di litri dacqua frescala versa in un bicchiere capiente, poi) Abbaabba..dici ca bivi comu na imenta
VITALE : (dopo aver bevuto, abbastanza sollevato e soddisfatto) Ah, ci vuleva, grazie donna Concetta. Dunchi, o nostru!
PASQUALE : (c.s.) Ci parrastuvuu vidistuvu?
VITALE : U vitti e ci parrai.
PASQUALE : Ah, finalmente. E chi vi dissi?
VITALE : Gli ho spiegato la situazione dolorosa di vostra sorella, cos e come mi avete detto voi. Del resto, lui, la signorina la conosce gi e proprio per questo, dapprima, mi aveva fatto capire che ci sarebbe stato qualche problema nel trovare lanima gemella
PASQUALE : Ma voi ce lavete detto che sarei stato disposto a spendere una fortuna
VITALE : Ce lo dissi. E infatti, grazie a questa vostra disponibilit, gli venne allistante nella mente un certo Salvatore Mastella, che sarebbe stato proprio un bel partito.
PASQUALE : Ma voi glielavete detto che lo avremmo preferito con poca, anzi, pochissima vista?
VITALE : Ci u dissi..ci u dissi. Pare che questo faccia al caso vostro.
PASQUALE : Ma cchi misteri fa?
VITALE : Dici ca funzionario di una grossa ditta di elettrodomestici di Milano.
PASQUALE : Un pezzo grosso, v?
VITALE : Dalla foto mi parsi fracculiddu. Comunchi ci detti appuntamentu stamatina a casa vostra, chi fici mali?
PASQUALE : Benissimo avete fatto. Maresciallo, iu nun sacciu comu vhaiu a ringraziari. Voi capite, io non potevo andare a parlare don Filippo Mazza, a genti ccavissuru pinsatu Va nto paraninfu ppi so soru , non potevo
VITALE : Certonon potevate!
PASQUALE : Andandoci voi, invece, avranno pensato a qualche problema di legge,sta genti avi sempri i carti macchiati, clienti scontenti, truffi, e poi sti matrimoni sunu comu lova di Pasqua, nun si sa chiddu ca si trova! Chi veni puru don Filippo Mazza?
VITALE : Certo!
CONCETTA : A m cucina Natalina iddu fu ca a fici spusari..
PASQUALE : Ci fici fari nu affari! U maritu doppu tri misi ci morsi. A vaia, Cuncittina, ca se me soru nun fusi in queste condizioni terremotate e disastrose, chi mi rivulgeva a don Filippu? Ah pp favureddu, v!
VITALE : Non per contraddirvi, don Pasquale, ma a m mugghieri lui me la fece conoscere, certu poi fummu nuatri ca ni canuscemmu i carattiri e decisimu di spusarimu
PASQUALE : (vedendo nel maresciallo un probabile aspirante, se lo accattiva cos come Concetta) Scusate, maresciallo, ma da quanto tempo siete vedovo?
VITALE : Bm mugghieri morsi nel 78deci anni scarsi, pirch?
PASQUALE : Dico, come mai non vi siete pi risposato dopo la dipartita della vostra consorte? Nun nn che siete vecchio decrepito, la figura ancora ottima
CONCETTA : ( sedendosi ancora pi vicino, togliendogli qualche pelo, pulendogli la giubba) Altro che, siete ancora in forma, la presenza ottima assai
VITALE : (compiaciuto e non capendo i due dove vogliono arrivare) A diri la verit lanno scorso mi purtarunu na carusa, carusa per modo di dire, aveva 50 anni, ma da informazioni assunte pare che fosse malata, insomma, cchi di dd ca di cc, aveva la polmonite, la pleurite, l appendicite, la flebite, la colicistite, la colite
PASQUALE : Tutto con laitee qualchi cavuliceddu, nzalata riccia nun nnava?
VITALE : Vui ci schirzati! Ma insomma, chi mi pigghiava a una ca inveci di sirvirimi idda era iu a faricci u nfirmeri. Appoi nun nni ficimu cchi nenti e nun cci pinsai cchi!
PASQUALE : E fate malemolto male, pirch lanni passunu e a vita naccurza, e quannu simu ranni pp nuatri cu ci pensa? Ppi vui ci vulissi na picciuttedda seria, ca nun canusci divertimenti, ca nun sapi di truccu, russettu e di tutti sti purcarii di sti tempi. E poi a muggheri di nmaresciallu nun nn ca po fari una qualunchi!
CONCETTA : Certo. Ci voli portamento, classe e seriet, chidda ca manca e fimmini di oggigiorno.
VITALE : Dite bene, signora, ma a truvalla na fimmina di chissi, nun si trova, ve lo dico io!!
PASQUALE : Eh, caru maresciallu, certi voti avimu u meli ncasa e nun u sapimu alliccari! ( Vitale rimane di stucco, Pasquale fa locchiolino a Concetta) )
VITALE : (incuriosito e interessato) Che per caso voi conoscete qualcuna nella zona?
PASQUALE : Per esempio(titubante)
VITALE : per esempio?
PASQUALE : (storpiando il nome quasi per non farsi capire, tanta la vergogna) Per esempiom soru..Santina.( liberandosi dallimbarazzo, suonano contemporaneamente) Sunarru.sunarru ..Caterina.Caterina.va rapa.
VITALE : Non ho capito bene, don Pasquale, volete ripetere( entra Caterina )
PASQUALE : Caterina, va rapa
CATERINA : A crapa?
PASQUALE : A crapa ca si tu ( forte allorecchio) Sunarru! RapicciBotta di vilenu. ( a Concetta ) Ma ntrunata tutta sta picciotta, ma comu amu a fari?
CONCETTA : E a momenti.
VITALE : Di sicuru sar don Filippo Mazza col fidanzato!
PASQUALE : Maresciallu, ancora mancu si canusciunu e gi parrati di fidanzamentu!
VITALE : Quannu Don Filippo Mazza si occupa di un affare di matrimonio, la cosa si pu dire conclusa.
CONCETTA E PASQUALE : Speriamo!!! (si odono della voci, Pasquale gli va incontro poi ritorna seguito da don Filippo che tiene per mano Salvatore Mastella sulla 40na, mingherlino, con i capelli impomatati con riga nel centro, giacca a quadri grossi dal colore sgargiante di cattivo gusto, pantaloni cortissimi, mancano 10 cm per arrivare al tacco delle scarpe, occhiali spessi, ha un fazzoletto in mano, sempre raffreddato e non mancher di fare qualche sternuto durante la sua presenza in scena; Mazza veste anche lui in modo volgare, scarpe fuori moda, calze bianche cortissime, abito strettissimo con fulard sgargiante al posto della cravatta, un bastone da passeggio, cappello alla malandrina abbassato sulla destra della testa, Concetta e Pasquale sono sconcertati)
MAZZA : Don Pasquale, vi presento Salvatore Mastella. ( Mastella d per sbaglio la mano a Mazza) A manua manu Salvatore a dari a don Pasquali( questi gliela prende e la porge a don Pasquale) E questa e donna Concetta. ( come prima, gli dirige la mano verso Concetta)
CONCETTA : Pia...ce..ce reCoconcettata Popo..porticaca..cato in Cici mama..rosa (Mastella stringe vigorosamente la mano a Concetta che dice la battuta balbettando) .
MASTELLA : ( con un timbro nasale ) Il piacere tutto mio. (Concetta dal dolore squote la mano)
MAZZA : O maresciallu u canuscimu ( Vitale sta per porgere la mano a Mastella, questultimo sbaglia direzione e la d a Pasquale , mentre il maresciallo , sbilanciato dallerrore di Mastella, finisce per rovinare sul divano, tutti si ricompongono)
PASQUALE : Ma pregoaccomodiamoci. ( Pasquale siede sulla poltrona del centro palco, Concetta prende una sedia dal tavolo, il maresciallo a sinistra del divano vicino a Pasquale, Mazza sulla poltrona di destra e Mastella, sbagliando, si siede sulle gambe di Concetta) Occupato, Mascellaoccupato.
MASTELLA : Scusati, ci vidu picca. ( Mazza prendendogli il braccio lo accompagna accanto al maresciallo)
MAZZA : Chistu u t postu e nun ti moviri, ci siamo capiti.
PASQUALE : Si vede ca ci viditi picca, signor Nastrella
MASTELLA : MastellaMastella
PASQUALE : Lamico Mazza mi ha detto che siete un funzionario di una grossa ditta di elettrodomestici di Milano. Sar un lavoro interessante?
MASTELLA : Di interessante interessante, chiddu ca mi futta a vista! (starnuto addosso a Pasquale, schifo di questi, si asciuga col fazzoletto)
PASQUALE : Certucertua vista importante, chiss quantu cosi aviti di firmari
MASTELLA : Pp ss cosa ci pensa a machina.
PASQUALE : Concetta, ma tu a vidiri il progresso finu a quali puntu arrivatu, anchi pp firmari ci pensa a machina, cose dellaltro mondo!!
MAZZA : Diciamo che il suo un lavoro automatico.
PASQUALE : Dunchi, Girella
MASTELLA : Mastella.
PASQUALE : Avete un cognome che assomiglia a tante cose. Dunchi, Mastella, e oltri a firmari di che cosa vi occupate, se lecito?
MASTELLA : Quannu a vista maiutava, ero addetto al funionamento, ma di quannu ncuminciai a vidiricci picca, faccio il contatore capo.
PASQUALE : Vi hanno promosso?
MASTELLA : Si, ma come differenza di stpendio non tanta!
PASQUALE : Scusate, signorNutella, si..si Mastella, scusate nun sbagghiu cchi. Dico, nun vi pari ca ci voli na vista abbastanza aguzza, perfettasinn comu fati a cuntari i nummara?
MASTELLA : (con una leggera risatina) E iu chi cuntu nummara?
PASQUALE : ( subodorando linganno) E allura cchi schifiu cuntati,
MASTELLA : I pezzi, iu cuntu i pezzi?
PASQUALE : E cchi sunnu sti pezzi? Chi travagghiati a pirrera?
MASTELLA : I pezzi d frigoriferi ca sunnu pronti pp essiri imballati, allura pirch sugnu accuss rifriddatu! (potente stranutu in faccia al maresciallo)
PASQUALE : Mazza, ma cchi schifu mi ncucchiatuvu, di funzionariu iu a finiri ca fa il contatore di pezzi.
MAZZA : Ma iu nun sapia ca avia canciatu qualifica, io sapevo ca era funzionario addetto al.
PASQUALE : Va beniva beni.lassamu stari u funzionamentu. (passeggiando nervosamene ) E ditimi na cosa, Mascella.
MASTELLA : Mastella
PASQUALE : Sintiti, iu dora in poi vi chiamu comu vogghiu, se nun vi piaci, chidda a porta. Mi sono spiegato? A mia stu cugnomu nun mi piaci, e nun sulu u cugnomu, va beni? ( Mastella e Mazza annuiscono come delle pecorelle) Ditimi na cosa, (pausa) Mastella, di stipendiu quantu vi dununu ?
MASTELLA : Pigghiu 750 milaliri, poi c u straordinariu, u notturnuu festivuu premiu industriali
PASQUALE : Va beniva beniccu tutti gli annessi e sconnessiin totale v?
MASTELLA : 900 milaliri.
PASQUALE : Una cifra astronomica, ah? E di casa, quantu pavati, Mastrella ?
MASTELLA : 200 milaliri.
PASQUALE : E cchi ranni sta casa?
MASTELLA : Uh, iu mi cci perdu. Prima c a porta pp trasiri
PASQUALE : Menu mali ca c a porta
MASTELLA : Giustu, appoi c ncurrituri longulongu.na para di metri e poi in unico ambiente c cucina-bagnu-pranzo-letto e in fondo la bellezza della casa, una veranda ca si vidi tutta Milanu, quannu nun nun c a nebbia e u smogghisi capisci.
PASQUALE : Menu mali ca c a veranda, accuss se venunu ospiti i mintiti o friscu. E ppi manciari, comu fati, senza vidirici comu faticomu vi muviticcaviti a cammarera(ironico)
MASTELLA : Manciu a mensa.
PASQUALE : Voli diri ca a me soru va purtati a mensa ccu vui?
CONCETTA : Non esagerare, Pasquale, gli rimangono 700 milaliri, hannu vogghia di manciari.
PASQUALE : A vogghia di manciari lavrannu, u problema che cosa hannu a manciari, Concetta!
VITALE : (spezzando latmosfera negativa) Con qualche sacrificiu per, don Pasquale
CONCETTA : Ppi ss cosa Santina economa ! A lira a spacca in dui!
MASTELLA : Veramente avia pinsato di trasferirimi o paisi e di lassri u postu di Milanu
PASQUALE : E forsi ca lidea nun nn mali, essendo cc una manu ve la possiamo dare, morali e materiali(fra se) Autru ca manu, chistu tuttu u vrazzu si pigghiaTi posso dare del tu? ( a bassa voce) Accuss a pinnala ma gghiuttu megghiu!
MASTELLA : Certu, ppi mia unonori
PASQUALE : (verso il pubblico) E ppi mia ncutugnu ca haiu cc (stomaco), inveci! Mah!!
MASTELLA : E poi mi dununu a pinsioni, haiu fattu 19 anni 6 misi e ngnornu di travagghiu, mi tocca!!
PASQUALE : E quannu ta dununu sta pinsioni?
MASTELLA : A 60anni!
PASQUALE : E ora quantanni hai?
MASTELLA : 42!
PASQUALE : Hai u tempu di moriri! (chiama Concetta e entrambi stanno in disparte a confabulare) Cuncittinavieni cc( a bassa voce) Cchi ti nni pari?
CONCETTA : Certu nun nn un granch, ma se sfuma macari stu matrimoniu t soru non ha alcuna prospettiva di maritarisizeroe porto zero, ha caputu?
PASQUALE : Ma cchi lhaiu di ittari a sta soru? Mi veni na pena!
CONCETTA : Ma se ieri a vulevutu ammazzari cch funci vilinusi?
PASQUALE : Ma sunnu paroli ca si dicunuaccuss, nellimpeto dellira. Ma chistu chi cci fa manciaricomu a vestI..?
CONCETTA : Nuatri na manu ci a putemu dari, nfunnu nfunnu i beni tuoi sunnu puru di Santina?
PASQUALE : ( disperato ) E se sacciu ca hannu a finiri nte manu i chissu, mi veni na rabbia ca tu nun nnhai idea!
CONCETTA : Se tu mi vuoi vidiri felici, faccilla spusari! (tassativa)
PASQUALE : Senza pietsei senza piet! Hai u cori di petra. (riflette qualche seondo, poi) E va beni, fazzu comu vuoi tu!
CONCETTA : (dolcemente falsa) Pasquali, mi stai dannu a cchi granni felicit ca mi putevi dari e poi sugnu cuntenta puru ppi Santina, a criatura.
PASQUALE : Lassa perdiri, ipocrita. ( verso gli altri due) Allora, caro Salvatore, assieme a mia moglie abbiamo deciso allunanimit di acconsentire a questo matrimonio, per desidero una cosa
MAZZA : Parrati
PASQUALE : Don Filippo, ppi favuri, vui stativi mutu. Desidero, anzi, ordino che il qui presente Salvatore Mastella si licenzi subito da Milano, a Milanu facimi stari e milanisi. Abiterete nella casina di Passopiano, per quanto riguarda il sostentamento economico finanziario
MASTELLA : Ci pensu iu!
PASQUALE : Si, cc pinsioni ca a pigghiari fra 18 anni
MASTELLA : Mi cercu ntravagghiu
PASQUALE : U travagghiu tu truvai iu, ti occuperai di tutte le terre di m soru Santina. E vidi ca sunnu assai! (fra se) Piccatu beddi terri!
CONCETTA : E Pippinu, chi fa?
PASQUALE : Pippinu bader alle nostre terre e ogni tantu ci duna locchiu a chiddi di Santina. B, ora mi pari ca vinni u mumentu di chiamari la futura fidanzata, la dolce mettSpiramu ca tuttu v benimah!! ( Concetta e Pasquale via per linterno)
MAZZA : Salvatore, chi ti nni pari?
MASTELLA : Mi pari un pocu autoritario.
MAZZA : E la prima impressioni, vedrai che dopo ti accorgerai che una pasta duomo.
VITALE : Chi cosa ci vuoi fari Salvatore, spusari una sorella una cosa seria, non che si pu dare al primo venuto.
MASTELLA : Ma chistu cu?
MAZZA : Ma comu cu? Questo il maresciallo Vitale..
MASTELLA : Ah! Ma appoi cu ci dissi ca iu era funzionariu?
MAZZA : Ma ci sar stato qualche disbrigo!
VITALE : Ma quale disbrigo? Disguido volete dire?
MAZZA : Io che ho detto? Insomma, un malinteso, ih comu siti permaloso, maresciallo! ( dallinterno si ode una discussione molto animata, si sentiranno solo le voci)
VOCE PASQUALE : Santina nun fari o solitu tuou!
VOCE CONCETTA: Ma un bravo ragazzo!
VOCE SANTINA : No..no eno. Iu nun mi vogghiu spusari, vogghiu ristari schetta! ( entra Pasquale)
PASQUALE : Scusati se pirdimu qualchi minutu, a stanu truccannu, quant emozionata a criaturafa impressioni veramente. ( rientra ) ( poi si sente solo la voce di Pasquale ) Disgraziata, ruvina da m casa, guarditi o specchiu, unni a truvari nautru fissa comu a chistu?
VOCE CONCETTA : Un ragazzo lavoratore, beddu, un figurino. Vintanni ca a Milanu, istroito. Ha fatto il contatore capo
VOCE PASQUALE: Il funzionario addetto al funzionamentoavaia Santuzza, nun ti fari pregari (entra in scena Concetta)
CONCETTA : E quasi pronta( il maresciallo le suggerisce con dei gesti di tagliarle i baffi) Nun ni voli sentiri, Marescialu(a bassa voce) (cambiando tono) E una picciota sensibili, una santa! (ritorna dentro)
VOCE SANTINA : Vaiu ditti di no, iu nun mi spusu.
VOCE PASQUALE: E tu inveci ti spusi.
VOCE SANTINA : E cui mi obbliga?
VOCE PASQUALE: Iu ti obbligu, ca thaiu fattu di patri, di matri
VOCE CONCETTA: E iu di soru..
VOCE PASQUALE: Tu zittiti, ipocrita! ( sulla scena Salvatore ogni tanto cerca di porgere lorecchio attentamente verso linterno, da dove provengono le battute concitate, ma Vitale e Mazza lo distraggono a soggetto )
MASTELLA : Mi pari ca c catuniu!
VITALE : Ma quali cosi, don Pasquale le star dicendo che gli fa piacere che si sposaVedi Salvatore, la signorina Santina molto affezionata a suo fratello e non farebbe mai una cosa contro la sua volont, il suo consenso, diciamo
VOCE PASQUALE: Ti ordino di spusariti!
VOCE SANTINA : Nono e no!
VOCE PASQUALE: Ma u pap stanotti mu dissi
VOCE SANTINA : Cchi ti dissi, sintimu?
VOCE PASQUALE: Chi ti dovevi sposare, che era arrivato il momento
VOCE CONCETTA: E veru veruu ntisi puru iu!
MASTELLA : A mia mi pari ca ci sunnu qustioni!
MAZZA : Si tratter della data del matrimoniola chiesa quali a essiri, il trattenimento unni laviti a faritutti sti stupidarii
VITALE : Ma si capisci, della data e di cchi sinn. (ascoltando) Avete visto? Turnau a calma, avranno sistemato tutto. ( entrano dallinterno Pasquale che tira Santina e Concetta che la spinge e che si asciuga il sudore, Santina indossa un lungo velo nero che le copre il volto)
PASQUALE : Scusate il ritardo, c stato qualche piccolo contrattempo. Mia sorella Santina, il signor MastMastella. (Pasquale prende la mano a Salvatore e la porge a Santina)
MASTELLA : Piacere.
SANTINA : Santina Cimarosa.
MASTELLA : Chi siti di luttu?
PASQUALE : (guardando la foto) Ni morsi u pap! (segno croce e bacio con la mano)
MASTELLA : Da molto?
PASQUALE : 20 anni, ma comu se fosse stato ieri.
MAZZA : (tira a se Mastella e allorecchio gli dice) Cchi ti nni pari, Salvatore? ( Pasquale impaziente di sentire il responsoe col classico gesto delle dita racchiuse della mano gli chiede come fosse andata..)
MASTELLA : Iu ca nun ci vidu, idda ccu tutta ss velatura nivaraca avi?
MAZZA : Il mio cliente dice se la signorina si potesse livari la velatura
PASQUALE : Si deve spugghiari??
MAZZA : No! Pp carit, cosa avete capito, il velosolo il velo,
PASQUALE : Se m soru acconsente, pirch no! ( a Santina) Chiff tu puoi livari stu velu?
SANTINA : Chi ppi assai?
PASQUALE : No, un secondo! E cchi ti fazzu sciupari di laria? Priparati a Salvatori, Mazza, non vorrei ca si dovessi sntiri mali per la visione troppo ravvicinata di m soru, nun c abituatu! Pronti? Via!! ( mentre Pasquale alza il velo, Mazza accompagna con la mano la testa di Mastella e la accosta vicinissima alla faccia di Santina solo per un secondo, Pasquale abbasa il velo e poi.)
MAZZA : Comu ti parsi??? ( tutti pendono dalle labbra di Mastella, dopo una pausa che sembra uneternit)
MASTELLA : (esplodendo dalla gioia) Beddabeddissima. ( tutti si guardano allibiti, non credono a quello che hanno sentito)
PASQUALE : Benissimo, sugnu cuntentu. Mi pari ca fussi u mumentu di fissari a dataI carattiri vi can usciti doppu, n veru Santinedda?
SANTINA : No! I carattiri nun nni canuscimu mai, pirch iu a chistu nun mu spusu!! ( di scatto si alza, gli altri sono esterefatti)
PASQUALE : CChi fai? Ma tu si pazza di manicomiu!
SANTINA : No, nun sugnu pazza! U m cori mi dici ca nun mhaiu a spusari e nun ma spusu!
PASQUALE : Tu ti spusi, quant veru Diu, tu ti spusi.
SANTINA : Nono eno. ( da al fratello un forte pestone sul piede che lo fa contorcere dal dolore) E sparti mi nni vaiu di sta casa! (esce di corsa, ia per linterno, Concetta le va appresso)
PASQUALE : Sisi vattinni, pivala da m casa, vattinni e nun turnari cchi! ( il maresciallo cerca di calmarlo ) Datimi na corda, quantu maffucu, maresciallu datimi a pistolaasparatimisuicidatemima luvatimi di sta terra. (si rivolge al padre, distrutto) Pap ci scummettu ca di dda supra ti stai facennu i megghiu risati, ma ridiridima pp lultima votapirch da oggi iu nun nnhaiu cchiu soru!!! ( spegne i lumini, e getta per la seconda volta i fiori nel cestino, poi di corsa entra Peppino dal fondo a destra)
PEPPINO : Don Pasquale, a vacca a truvai!
MAZZA : Scusate, don Pasquale, capisco il vostro dolore, ma con il mio cliente che si fa?
PASQUALE : Ci diciti al vostru clienti ca si spusa a vacca!!!
FINE DEL SECONDO ATTO
TERZO ATTO
Stessa scena degli atti precedenti. Sono passati due mesi dalla partenza di Santina. Dalla parete manca la foto della buonanima del padre di Pasquale. Sono in scena Caterina e Peppino, come allinizio del secondo atto. Pare che il tempo non fosse passato.
CATERINA : ( seduta sulla sedia con la scopa in mezzo alle gambe, pensierosa e stanca ) Mischina, fici dui misi ca a signurina sinnu a Palermu nt so zia,Carmela. Cchi pena ca mi fici quannu partiu ccu dda valiggeddapareva na canuzza abbannunataMentru caspittava lautista i piazza iu ci fici cumpagnia e nsemi ni ficimu na bella chianciutacomu a ora ( piange sommessamente )
PEPPINO : Certu ca a cunfurtasti bona a carusa! Ci dovevi diri ca a curpa suasissignoria curpa sua!! E cchi modu di fari a stuffusa di sta manera, mancu se era a regina Tait. Ci voli macari na misura.
CATERINA : Pirch tu a Salvatore chi ci avissutu dittu di si ?
PEPPINO : E cchi centru iu, chi sugnu fimmina? E poi cchi era di ittari di sta manera?
CATERINA : Ma finiscila, v!
PEPPINO : Tu si ancora cchi strolaca di idda. Ccu na bella differenza, idda avi i sordi e tu cchi hai? Fami , dispirazioni e si surda ntrunata.
CATERINA : Quannu u iattu nun p arrivari nta racina, dici ca arancida. Iu nun nnhaiu prescia di spusarimi e nun nnhaiu nfrati ca mi obbliga a fallu. Io sono libera, io!
PEPPINO : E cchi vulissutu diri, ca don Pasquale lha obbligata a sposarisi?
CATERINA : Sissignora!
PEPPINO : Ma per il suo bene, cretina, per il suo bene e nientaltro. Cci avissi fari na statua doro o cristianu.
CATERINA : Tu nun puoi capiri cchi significa iri contru chiddu ca ti dici u cori
PEPPINO : Iu nveci capisciu chiddu ca mi dici u cori miu( le sta dietro la sedia.)
CATERINA : (che fa finta di niente, ironicamente) E chi tha diri u cori a tia, zaurdue zampirru
PEPPINO : Mi dici ca senza di tia nun pozzu chi campari..(le d a tradimento un bacio sul collo, reazione di Caterina, si alza e con la scopa in mano lo insegue)
CATERINA : Pezzu di vili e nfami, a tradimentu mi pigghiasti. Se hai u curaggiu provicci ora( brandendo la scopa) Avanti, don Giovanni i quattru sordi.
PEPPINO : Se cali a scupa ti fazzu vidiri cchi capaci Pippineddu tuou.
CATERINA : Ancora nna manciari pani prima di essiri Pippineddu miu. Chiddu cchi sperti i tia no! ( si ode il campanello) Va rapa!
PEPPINO : No, vacci tu! (campanello) Tocca a tia ca si a sguattera!
CATERINA : (si rincorrono attorno al tavolo, poi entra Concetta) Iu sguattera?
CONCETTA : Ma chiff nun nnu sintiti u campanellu?
CATERINA : U macellu? ( Peppino scappa via per linterno)
CONCETTA : Siamo alle solite, ma ngnornu di chisti, vi fati i coffi e vi nniti
CATERINA : U cacciaviti? ( scappa anche lei , nel giardino, Concetta va ad aprire poi ritorna con un telegramma in mano, lo apre )
CONCETTA : E cu po essiri? Arriver marted 13 aprile ore 11.00 eccecc , vostra Santina. Bedda matri, ci ripinsau? 13 aprilecio oggiMaronna mia, se u sapi Pasquali( campanello, Concetta che era ancora allimpiedi, va ad aprire, poi ritorna seguita da Mazza e da Mastella ) Accomodatevi, prego. Chi circati a m maritu?
MAZZA : Veramenti non vorremmo disturbare.
CONCETTA : No, ma cosa dite, ora ve lo chiamo. Stavo andando da lui per comunicargli unaltra cosa che gli far piacere assai. ( con sarcasmo velato ) Prego, accomodatevi. (Concetta via dal fondo a sinistra)
MASTELLA : Don Filippu, ma nun putevumu veniri nta nautru mumentu?
MAZZA : Salvatore, nun mi dicisti tu stesso che volevi informazioni sulla signorina Santina?
MASTELLA : Sivero per
MAZZA : E iu ti cci purtai. Anche perch interessa pure a me chiarire una certa cosa( entra Pasquale, col telegramma nelle mani)
PASQUALE : E quali bonvento vi porta. ( i due si alzano) Comodicomodi
MAZZA E MASTELLA : Don Pasquale
PASQUALE : Unu a vota sinn nun nni capemu!
MAZZA : Parri tu, Salvatore?
MASTELLA : Va beni, parru iu. Eccuiuhaiu sempri ddummannatu comu stava a signurina Santina, pirch di quannu a vitti a prima vota marristau mpressa nta menti
PASQUALE : Certunun nn una ca si scorda facilmente(ironico)
MASTELLA : Dicevaca mi era rimasta talmente impressa can un ma pozzu scurdari cchi!
PASQUALE : Salvatore, ma tu stai bene? Hai qualche visione notturna, disturbo della memoriati ricordi bene(guarda Mazza e questi fa spallucce) A m soru t ricordi? Dicom soru Santina, v!
MASTELLA : E comu no!! Anzi spero che non si sia impegnata
PASQUALE : E unni, o munti piet?
MASTELLA : No, vula diri se si fici zita!!
PASQUALE : Ah, chissi sunnu cosi can un mi nteressunu cchi. Ppi mia idda si po fidanzari, scunchiudiri, spusari, divorziari, po aviri 100 amanti, non minteressa cchi. C h i u s o! Comunchi, ( come per fargli una cortesia ) se a voi vidiri di prisenza, la tua Santina, fra qualche minuto sar qua!
MASTELLA : (entusiasta) Diciti daveru? Maronna mia!!!( una smorfia di piacere a soggetto )
PASQUALE : Cchi vi pigghia?
MASTELLA : No nenti, la gioia ca staiu pruvannu. ( Pasquale lo guarda ancora incredulo, con la sensazione che lo stia prendendo in giro )
PASQUALI : Mah! Cuntentu iddu! Comunchi, purtroppo ci venne la notsalgia del poggio natio, a criatura.
MASTELLA : E allura chiff a pozzu aspittari?
PASQUALE : Ma pregu, siete a casa vostra, fate quello che volete,caro Mortilla!
MASTELLA : Grazie! (si siede sulle gambe di Mazza)
MAZZA : A latua latu u t postu. (Mazza si alza e si avvicina a Pasquale) Allora, don Pasquale, vi posso dire una preghiera ?
PASQUALE : Fate presto che devo fare i preparativi per larrivo della sorella
MAZZA : Eccumi pari bruttu(si spostano sul proscenio parlando sottovole)
PASQUALE : E vui fatulu ddivintari beddu..forzaavanti spidditivi.
MAZZA : Don Pasquali, a Salvatore unni u mintimu?
PASQUALE : U ppinnimu nto muru! Ma cchi vuliti diri, Mazza?
MAZZA : Don Pasquale, la sua presenza mi blocca.
PASQUALE : La mia presenza?
MAZZA : No, no la vostra, la sua, chidda di Salvatore, mi bloccanun pozzu parrari. Mimpedisce, ecco
PASQUALE : Salvatore, ppi favuri, vattinni nta lufficiu(apre la porta che si trova a sinistra della scena per chi guarda, Salvatore esegue, poi la chiude) Salvatore sistimatu. Ora vi siete sbloccato? Forza, spicciativi.
MAZZA : Beni, vi ringraziu! Dunchi, quannu u maresciallu Vitali mi parl del problema delicato di vostra sorella, gli dissi che era difficile trovare la persona giusta, addirittura mezzo cieco, ma io latrovai
PASQUALE : Truvastuvu na larva umana, ppi picca nun cari nterra e nun si susi cchi
MAZZA : Ma vui nun nn ca mi dicistuvu che doveva essiri rinforzato
PASQUALE : Rinforzato no, ma Dio mio, una certa presenza laveva a fari, don Filippochistu a schifezza da schifezza degli uomini
MAZZA : Chistu cera e chistu vi purtai! Cchi curpa haiu!
PASQUALE : E iu chi vi staiu dannu curpa, il matrimoniu non si fattu, bastaamici erumu e amici ristamu.
MAZZA : Si, ma io devo essere rimborsato. Haiu fattu i m spisitrenu..spedizionisdoganamentu bagagliecc.ecc. telegrammi
PASQUALE : Ora mi staiu siddiannu, caru Mazza(lo prende per il bavero della giacca) U rimborsu vavissi ddummanari iu, pirch purtannimi in casa ss cadaveri ambulanti mi facistuvu sciarriari cc m soru, cc m patri, cc m mugghieri e ora itavinni subitu da casa mia pirch nun sacciu comu ma pensu. Via di cc! Sci, brutta facci ca nun siti autru.
MAZZA : Mi nni vaiu, ma ricordatevi ca don Flippo Mazza non dimentica! ( scompare sul fondo a destra con Pasquale che lo rincorre)
PASQUALE : Ma vaffan.Cosi da pazziNon dimentica iddu.e iu ccavissi a diri? (va ad aprire la porta dellufficio, ma Salvtore la apre per primo e la sbatte in faccia a don Pasquale, che si torce dal dolore)
MASTELLA : Cchi successi, don Pasquali?
PASQUALE : Mi stavutu spaccannu a testa, disgraziatu!
MASTELA : Scusati, ma chi vi dissi?
PASQUALE : Ss mancia pani a tradimentu e pezzu di ruffianu tintu di Mazza, dici ca ti pagau u viaggiu cc trenu, bagagli, telegrammi
MASTELLA : Ma se ci detti 200 milaliri appena tras nta so casa.
PASQUALE : E a mia mi nni vuleva futtiri nautri 200, vili e nfami! ( campanello ) Idda sar!
MASTELLA : Matri Santa, e iu ora chi fazzu? A signrina sar stanca, vegnu cchi tardi?
PASQUALE : E di unni ti fazzu nesciri? Nonoormai si ccU sai cchi fai..? Vattinni nt iardinu, per stai attentu ca c na bedda macchia di ficurini cc certi spini( lo accompagna verso il giardino, Mastella scompare nel giardino, poi campanello.. prodigo Pasquale chiama ad alta voce, i tre si presentono incuriositi ) Peppino, Caterina, Cuncittina
PEPPINO : Chi fu?
CATERINA : Scoppiau focu?
CONCETTA : Chi successi, Pasquali
PASQUALE : Ma u telegramma,no? La famiglia deve essere presente al ritorno del figliol prodigo
PEPPINO : U figghiu i cui?
CONCETTA : Mava scurdatu! (campanello) Idda ?
PASQUALE : Se nun rapimu, non lo sapremo mai! Caterina vidi cu. (Caterina v poi ritorna subito) Mi pari una di chiddi ca vinni i sapunetta. Chiff a fazu trasiri?
PASQUALE : Camurria! Nun ti lassunu ppi curtu. Dicci ca nuatru u sapuni nu facimu ncasa, anzi dicci ca nunatri mancu ni lavamu, v!! ( mentre pronuncia queste parole rivolto verso il pubblico, non si accorge che intanto era entrata una bella donna, con una valigia, vestita con un abito a colori sgargianti, truccata di tutto punto, poi Pasquale si gira e si accorge della presenza di costei) Allura lei veramente indisponenti, signorina...scusassi, eh!! Cchi vinni sapuni?...
SANTINA : Ma chi nun mi canusciti( il difetto della zeppola le passato)
CATERINA E PEPPINO : Vuoi vidiri ca a sugnurina
TUTTI : SANTINA!! ( meraviglia generale, Pasquale la fa girare..)
PASQUALE : Ma fatti taliari, o frati! ( mentre Santina gira Pasquale la osserva attentamente meragliato al massimo , come pure Concetta)
CONCETTA : Mi para ca mia staiu sunnannu.
CATERINA : Signurina, quant bedda!
CONCETTA : E sparti alla moda!!!. Laria di Palermu beni ti fici!
PASQUALE : (scherzando) Concetta, ma pirch nun vai a Palermu puru tu nta zia Carmilina pp na para di misibeni ti facissi!
CONCETTA : (risentita) Io st bene cos, tu chiuttostu, vacci tuma no dui misi, dui anniaccuss fussumu queti tutti!!
SANTINA : Ma Paquale st schirzannu, Concetta!
PASQUALE : Va beni, Santina nun ci fari casu, ci sugnu abituatu. Cuntimi, chiutostu, comu avvenne questo cambiamento, questo miracolo? ( Peppino le prende la valigia e Caterina la borsa poi via verso linterno ) E a zia Carmilina comu st?
SANTINA : Bene sta e vi manda a salutare. Iu a idda devo ringraziare se mi trovo come sono ora, miaha fatto capire tante cose. Quantu haiu statu scimunita
PASQUALE : Quanti matrimoni hai persu
SANTINA : No, chissu no.
PASQUALE : Ma allura pirch?
SANTINA : Ma per esempio, pirch mi ostinavo a vistirimi di nivuru, di nun truccarimi, di nun vuliri nesciri fora, a stari cca genti.
CONCETTA : Ma quantu voti t dica iu? Ma tu sempri negativa.
SANTINA : Ma cchi ci vuoi fari, Concetta, ava locchi ntuppati. Di quannu fici u votu o pap, buonanima( guarda la foto ma non la trova ) Ma u pap unni ?
PASQUALE : (distratto) U pap? Niscu! ( subito correggendosi ) Cio, u purtai o restauru, a camala si stava manciannu a curniciMa sar quasi prontu, appoi ci mannu a Pippinu ppi piagghiallu.
SANTINA : Dicevo ca di quannu fici u votu o pap, buonanima ( segno croce tutti), mi misi nta testa di rimanere tale e quale mi lassau iddu, cc stessu tuppu, cc stessa vistina, cc stessa facci
PASQUALE : Cchi ranni sacrifici, Santina. Terribili! Ma come hai potuto resistere?
SANTINA : E infatti non ci resistevo. Chi vi pari ca mi faca piaciri vidiri tanta genti felici e spensierata, cca famigghia, i figghi, ca facevunu tuttu chiddu ca iu vula fari e ppi curpa di una mia fissazioni, nun puta! Soffrivo, soffrivo maledettamente!
PASQUALE : Ma mia cara Santina, per iu faca di tutto ppi fariti divintari una signora. Me ne puoi dare atto. Matrimoni ti nnhaiu purtatu a bizzeffe
CONCETTA : Macari iu vula
PASQUALE : ( urtato ) Tu non centri!!
SANTINA : No, Pasquali. Cuncittina ava ragiuni. Io in questa casa ero come un peso morto e poi col fatto che mi portavati i matrimoni in casa, e sapennu comu fina, mi sentivo ancora pi ridicola, come come una scimimia dello zoo! ( tutti mortificati)
PASQUALE : Perdonami, soru mia, ma iu u faca ppi tia e nella mia ignoranza e per colpa di qualcuno, ( marcando duramente le ultime parole e guardando Concetta con odio) non capivo il male che ti facevo, perdonami. ( le bacia la mano )
SANTINA : Pasquali ma finiscila, tu si m frati e vulevi sulu u m beni, naturali!
PASQUALE : Ma vidi per ca c ancora qualcunu ca ancora ti pensa
SANTINA : E Salvatore Mastella ?
PASQUALE : E comu u sai?
SANTINA : Mi ha scritto una lettera al giorno. Chiff vinni stamatina?
PASQUALE : Taspetta nto iardinu. Vidi ca emozionato, menu mali ca a vista lha scarsulidda, sinn ci vinissi ninfartu o carusu. ( Santina si avvia verso il giardino, appena scompare) Chi mutazioni impressionanti! Certu ca ha vutarru sutta e supra. (riflettendo) Perci, Salvatore Mastella, il funzionario che fa funzionari i frigoriferi, ci scriva ogni gghiornu, dici ca ci rristau mpressa nta la menti, ca nun sa potti scurdaribravu.bravuChiddu si fici i cunti : Iu sugnu scutuliddu, di spusarimi mancu a pinsaricci e vistu ca a signurina Santina cchi scumutulidda di mia e cerca maritu, mi fazzu sutta e comu veni si cunta
CONCETTA : U capitali ci lavi!
PASQUALE : Fissa lamicu. Ca pari ca mancu ci curpa! Ma ora, vista la trasformazione di Santina, mi pari ca nun nn cchi cosa. E diri ca se u disgraziatu do dutturi Reina non fosse stato accuss sdignusu, forsi ca ora la cosa avrebbe potuto realizzarsi. Mah!! Comu voli fari fa! ( si siede, campanello)
CONCETTA : Oggi gghiurnata di visiti! ( va ad aprire, poi ritorna seguita da Reina con un mazzetto di rose, e dal maresciallo Vitale e da don Nicola ) Pasquale, ci sunu visiti!
PASQUALE : (intento a leggere) Basta can un sunu sapunetta!
DON NICOLA : Carissimo don Pasquale( Pasquale si gira di scatto)
PASQUALE : Oh, don Nicola esimio. E c puru u dutturi ReinaCome si va? Maresciallo carissimoMa prego, accomodatevi. E comu mai tuttu stu beni? Chi ci fu qualch mortalit? Mera parso che avevate dimenticato unni stava di casa. ( ironicamente) Pinsai Forsi u vinu ca detti a don Nicola era aciitu?
DON NICOLA : Don Pasquale, ma quale acetovoi scherzate! Siete stato voi, invece, a non farvi pi vedere, vintanastuvu intra comu nlupu.
PASQUALE : Haiu avutu cchi fari!
VITALE : O sutta sutta c qualche rancore?
PASQUALE : Rancore? E ccu cui?
DON NICOLA : Per esempio
PASQUALE : Per esempio?
DON NICOLA : ...per esempio cc dutturi Reina!
PASQUALE : E quali rancori putissi aviri cc dutturi Reina?
VITALE : Per il modo poco pulito con cui ha diniegato la mano di vostra sorella Santina, ecco detto!! (togliendosi un peso dalla stomaco )
PASQUALE : Ppi mia, caru maresciallu, il dottore Reina a mia sorella ci poteva diniegari tutu chiddu ca vula. M soru maggiorenni ed libera di scegliere il suo destino. Anzi, se avete la bont di aspettare qualche minuto, parrati ccu idda personalmente di persona!!
DON NICOLA e VITALE: LO SAPPIAMO !!
VITALE : A vittumu sciniri dall autobuss. ( don Nicola d una gomitata al dottore Reina per invogliarlo a parlare )
REINA : Don Pasquale, io ho capito di aver sbagliato, ma voi mi dovete capire, io non avevo mai visto in faccia vostra sorella, non sapevo
PAQUALE : Ora, per, a vidistuvu, veru? Ora nni vali a pena?
REINA : B, oraveramente.
DON NICOLA : trasformata
VITALE : ( materiale, rozzo) E chi sorti di trasformazione.Ma unni laveva misu tuttu stu beni
DON NICOLA : (a m di rimprovero) Basta, maresciallo, non trascendiamo. Pensiamo, piuttosto, a come la signorina Santina, sar contenta. La fede nel Signore lha aiutata a superare questa tremenda provache lei aveva voluto portare con seper punire, forse, le sue tentazioniUna Santaproprio una Santa. ( poi passa da queste parole molto sublimi, elevatead un atteggiamento di curiositmolto popolare) Ma comu mai si decisi a questa trasformazione, non che prima stava male
PASQUALE : N mancu beni.
VITALE : Dd vistina nivara, dd tuppuchi sacciu, cci davunu unaria di vicchiumi di muffa..( don Nicola altra gomitata al dottore, smorfia di dolore, poi)
REINA : .e ritornando al discorso di prima, don Pasquale, io sono venuto stamattina davanti al suo cospetto, per chiederle, con grande sottomissione, la mano sua sorella Santina!
PASQUALE : Allura lei, dutturi, non mi ha capito. Iu ci dissi ca ma soru maggiorennie po fari chiddu ca voli e decidiri lei del suo futuro. E poi fici puru un giuramentu
CONCETTA : Per potresti intercedere, almeno?
PASQUALE : E no, mia cara. Io ho gi intercesso e nun vogghiu interessare cchi. Posso solo fare da portavoce, se questo vi basta?
REINA : Almeno questo!
PASQUALE : La sua decisione per me sar un atto. Ora a vaiu a chiamari. Compermesso! ( va veso il giardino)
CONCETTA : ( verso Reina, rassicurante ) Sono sicura ca di no nun vu dici!
REINA : Speriamo. (ritorna Pasquale seguito da Santina)
PASQUALE : Santina, cc c u dutturi Reina che ti deve parlare. Se volete, potete rimanere soli!
SANTINA : No..no, non il caso. Allora, dottore Reina?
REINA : ( dandole il mazzetto di rose che Santina accetta) Io sono venuto, signorina, per scusarmi del mio comportamento villano di due mesi fa e per riparare almeno in parte tale gesto chiedendo a don Pasquale la sua mano!
PASQUALE : Una bella presentazione, dutturi. Ma prima ca m soru rispunni, vulissi chiamari lautru pretendente, accuss a finimu cc sti visiti disinteressati. Va beni?...(va nel giardino a prendere Salvatoreche si era gi punto le mani coi fichi dindia.ed entra con una pala di fico dindia in mano)
MASTELLA : Sugnu chinu di spini, don Pasquali. Stava carennu nta vasca cch papiri, mabbu di latu e pp nun cadiri mappisi nte paluni de ficuriniNdulurimi dovete credereca mi veni di chianciri!
REINA : Un altro pretendente? Allora meglio andare, scusate?
PASQUALE : E perch, dutturi, non vuole sapere il responso di mia sorella Dunchi, chistu Salvatore Mastella, contatore capo di frigoriferi, a Milano, nonch funzionario addetto al funzionamento dei frigoriferi, che come avete visto nun ci vidi. Un bravo ragazzo che per amore di Santina si vinnu tuttu a Milanu, si licenzia da ditta e vinni cc. Sicculiddu, di saluti cagionevoli, ma sinceru! (poi verso il dottore Reina) E qua abbiamo il dottore Reina, medico condotto del paese, uomo di cultura, serio, famigghia nobili,. con tre palle e una lancia.nello scudetto araldico, stipendio sicuru per tutta la vita, di bella presenza. Due persone che ti vogliono sposare. Unu ca ta scrittu 60 littri, una al giorno, ca nun ci interessa se sei bedda o brutta, lautru ca appena ti vitti scappau comu mpazzue ora veni comu na picuricchia e ti voli spusari, pirch ti vitti bedda e ciaurusa, profumata comu na cirasa. Ma cara Santina, per stai attenta, a bibbizza e a bruttizza nun si ponnu ammucciari, si ponnu , casomai, mistificari. Sono un dono di natura, c cu cci lavi e cu nun ci lavi. Mintimu u casu ca ti stanchi di truccariti, e ccu let ti fai vecchia e rrappata, cchi pensi ca o dutturi Reina ci facissi piaciri? E se Salvatore Mastella fra qualchi annu pirdissi a vista completamenti, tu u sai ca si costretta a farici a balia a vita? ( pausa) Cara Santina, u sai cchi cosa ti dicu? Sprugghiatilla tu!!
REINA : Ma don Pasquale, voi non avete fatto il portavoce, bens lavvocato del diavolo, eh!
MASTELLA : E poi nun nn veru ca nun ci vidu, pirch di quannu mi ccattai stocchiali pari ca mi turn a vista di nuovu!
SANTINA : Capisciu ca tu vuoi u beni miu, ca mi vuoi rapiri locchi, ma u m cori ha gi deciso. ( silenzio di tutti) La mia anima gemella .Salvatore Mastella( meraviglia di tutti)
REINA : Ma assurdo(si riprende i fiori che erano sul tavolo)
SANTINA : Per la sua sensibilit
MASTELLA : (euforico, abbraccia per sbaglio Concetta) Santinuzza bedda..Santina mia
PASQUALE : ( lo stacca a forza ) Abbassa i manu, ca tu mi para ca fai finta di nun vidiri( lo indirizza da Santina che la abraccia con la testa appoggiata sul seno, come un bambino)
SANTINA : Per la sua sincerit
REINA : Non per fare paragoniE meglio andare (Pasquale lo ferma con forza, Vitale lo prega di sedersi, cos come il prete)
PASQUALE : E no, dutturi, na vota u facistuvu, ora no! A m casa cumannu iu. Ora,invece, ci vivimu di supra. Facimu nu bellu brindisi alla salute degli sposi( i due sempre abbracciati come prima)
CONCETTA : (guardandoli con tenerezza, particolarmente a Salvatore) E comu ncanuzzu, saffeziona subitu !
PASQUALE : (avvicinandosi al fondo, chiama con forza ) CaterinaPeppinoCuncittina, chi ni pensi se pigghiamu na buttigghia di chiddi ca rristarru do nostru matrimoniu.
CONCETTA : Bella pinsata! (entrano i due)
PEPPINO : Agli ordini!
CATERINA : Bih.Pippinu, a signurina Santina si fici zita cc chiddu di Milanu
PIPPINO : Mi veni na nvidia a talialli daccuss.( sono imbambolati )
PASQUALE : Ah!!! Sveglia! Ma cchiff ntrunastuvu. Pippinu, pigghia o pap u porti cc!
PEPPINO : E unni u pighiu o cimiteru?
PASQUALE : A fotografia, bestiala foto! ( Peppino esce guardando con insistenza ) Tu, Caterina, v pigghia na buttigghia i vinu nta cantina di chiddi ca sunnu nto suttascala
CATERINA : A pala? (distratta nel guardare i due fidanzati)
PASQUALE : Ppi scassariti a testa. Nto suttascala, surda e ntrunata( Caterina via)
DON NICOLA : E la data delle nozze quando la fissiamo, don Pasquale?
PASQUALE : U tempu c, veru Santina?
SANTINA : Quannu dici Salvatore
PASQUALE : ( scherzando) Certu, la preferenza a Salvatore che viene da Milano
SALVATORE : Nonoquannu dici tu (come dei fidanzatini che si fanno le fusa)
SANTINA : dillu tu
SALVATORE : dillu tu
SANTINA : dillu tu
SALVATORE : tutu
SANTINA : ..tutu ( tutti ascoltano urtati da questo rimpallo)
PASQUALE : ( disgustato )Tututu..tu E chi ntelefunu fora postu..? Basta!!! A data a fazzu iu quannu mi pari e piaci, puntu e basta! E chi schifu ! ( entra Peppino con la foto)
PEPPINO : Cc c u pap. ( poi entra Caterina con una bottiglia in mano e nellaltra mano che tiene nascosta dietro la schienaha una pala da ospedale per pazienti allettati )
CATERINA : Cc c a buttigghia e cc c a pala. ( posa la pala sul tavolo, schifo di tutti )
PASQUALE : Cuncittina, a chista ma fari mpiaciri, ma luvari davanti. Chista nun nn surda, u fa apposta. Pippinu, dammi u quadru. ( glielo porge, Concetta va in cucina portando con se la pala, Pasquale sistema la foto, accende qualche lumino, rimette dei fioriritorna Concetta con un vassoio e dei bicchieri sopra e incomincia a mescere il vino) Pap, iu u sacciu ca mi volevi mettere alla prova, ma vidi per ca a pacienza mavevutu fattu perdiri. Comunchi, mintimicci na petra di supra e nun ni parramu cchi. ( gli manda due baci con le dita) Beddu, pap schirzusu!! ( poi si volta verso gli altri) Allura, cc vulimu fari stu brindisi? ( distribuisce a tutti un bicchiere )
VITALI : Iu dicissi di si!
PASQUALE : Figurativi se dica di no!
PIPPINO : Don Pasqualedon Pasquale( sono mano nella mano )
PASQUALE : (guardandoli con tenerezza) Chi c, Pippinu? E bravi( poi stringe Concetta a se prendendola per la vita) Cuncittina, sta casa ddivintau un albergo per cuori solitari. Mi vinissi vogghia di spusarimi nautra vota.
CONCETTA : (risentita e minacciosa) E ccu cui?
PASQUALE : Ma cc tia, scimunita. ( la stringe a se) E va beni, megghiu accuss, la coppia crea, unisce, tonifica, non veru don Nicola?
DON NICOLA : Amatevi e moltiplicatevi.
PASQUALE : Bravu! Allura facemu stu brundisi? ( alzano in alto i bicchieri, per) Solo un attimo(indicando uno spettatore qualunque..) Ecculeilei..no chiddu a latu, lei ca ridi, certu difficili, riditi tutti, leibravu, spincissi a manu, ora iu ci dicu sulu na cosa, per il suo benicomu se fussi un mio parentiComu ti chiami? Pasquali? E va beni Pasquali, sentimi beni.
PASQUALI, SE PPI CASU HAI NA SORU A SPUSARI
PPI QUANTU RANNI PO ESSIRI LAMURI DI NFRATI
FAMMI MPIACIRI : NUN TI CCI NTRIGARI!!!
( applauso generale, tranne di Reina che viene consolato da Vitale e da don Nicola e poi gran finale con il classico inno nunziale appena accennato miscelato con qualcosaltro, pian piano cala la tela ; grazie per avere scelto un mio lavoro, nella speranza che abbiate un grande successo, in bocca al lupo... )
FINE DELLA COMMEDIA
BIOGRAFIA DI RENATO FIDONE
SETTEMBRE 2014
RENATO FIDONE nato a Scicli (Rg) il 13.4.1950. Laureato in Scienze Sociali alluniversit DAnnunzio di Chieti/Pescara, ha lavorato presso il di D.S.M di Modica (Rg) coordinando dal 1990 il Servizio Sociale Dipartimentale della AUSL 7, oggi ASP Ragusa. Dall 1.10.2011 in pensione.
Da oltre 40 anni impegnato con il Teatro Amatoriale e dal 1984 dirige la Compagnia Teatrale Gli Amici di Matteo, di cui ne il Presidente/Legale Rappresentante.
Nel 1988 fonda, assieme agli altri componenti dellepoca della compagnia, il Teatro Piccolo Stabile, una struttura teatrale di 99 posti, adiacente alla sede della compagnia, utile per le prove degli spettacoli e per eventuali rappresentazioni.
Come autore ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui:
Premio Speciale alla Carriera dal Comune di Scicli per il 60 anno det 2010 Primo Premio al Concorso Internazionale Teatro di Locarno 1998 Premio Regionale Alessio Di Giovanni sez. Teatro Raffadali (Ag) 1999 Premio Ulivo dOro Catania 1995 Premio Ulivo dArgento Ragalna 1991 Secondo classificato al Premio Scena Zafferana Etnea 1992 Premio Speciale del Comune di Agnone (prov. di Isernia) 1992 Targa di Riconoscimento Speciale dalla Compagnia Le 4 C di Agnone (Is) 1992 Secondo Premio al Concorso Internazionale San Giuliano Milano 1989 Terzo Premio al Concorso Regionale Scrivere in Dialetto Catania 1988 Terzo Premio al Concorso Regionale Ulivo dArgento Ragalna 1998 Migliore Testo di Autore Meridionale Soveria Mannelli (Cz) 1988 Migliore Novit Teatrale al Festival Nazionale di Termini Imerese 1987 Premio Speciale come Miglior Autore alla Rassegna Nazionale di Rosarno (RC) 1988 Premio Speciale come Miglior Autore alla Rassegna Nazionale di Rosarno (RC) 1989 Premio Sezione Cultura Giornale di Scicli 1985Ha ricoperto per conto della F.I.T.A. ( Federz. Italiana Teatro Amatori ) la carica di Presidente Provinciale e Regionale. Al Congresso Nazionale FITA del 16.5.2000 stato eletto Presidente del Collegio dei Sindaci.
Nel 2008 viene eletto Consigliere Regionale con la delega di Direttore Artistico e responsabile delle attivit teatrali e dei rapporti con le compagnie affiliate. Nellultimo congresso FITA SICILIA del giugno 2012 a Pergusa, stato rieletto Consigliere Regionale e riconfermato Direttore Artistico regionale
Ha scritto diversi monologhi recitati dallattore Enrico Guarneri, in arte Litterio e ha svolto in alcune occasioni le funzioni di esperto nei progetti PON delle scuole pubbliche e di direttore artistico in particolari avvenimenti artistici e teatrali. Viene chiamato di sovente, vista la sua ampia conoscenza ed esperienza nel panorama teatrale siciliano, dalle compagnie amatoriali, come consulente per gli allestimenti dei cartelloni teatrali.
Autore, tra laltro, di poesie dialettali e in lingua, collabora con un gruppo di musica folk , scrivendo i testi di alcune canzoni, racchiuse in un cd e recentemente pubblicato e regolarmente registrato alla siae.
I suoi lavori teatrali, rappresentati in Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata, Toscana, Lombardia, Belgio, Svizzera, Francia, Canada, e N.Y., da numerose compagnie della Sicilia e oltre, sono tutelati dalla SIAE, cui iscritto dal 1984, divenendone Socio il 12.3.1997. Dal 22 maggio 2010 ha acquisito il diritto allassegno mensile di professionalit, riconoscimento riservato agli autori ultra sessantenni pi rappresentativi. Da oltre 25 anni socio del sindacato ANART, associazione nazionale autori radiotelevisivi e teatrali.
Elenco dei suoi lavori depositati alla SIAE :
1.AMURI DI FRATI (1981) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi
2.E TUTTA UNA CONGIURA (1982) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 11 personaggi
3.LA CASA POPOLARE (1982) commedia in 1 quadro e 3 tempi (scena unica nei 3 tempi) 9 personaggi
4.ALLE DONNE PIACE COLA (1980) commedia in 3 quadri e 2 tempi (3 scene in un unico spazio)11 personaggi
5.LA COSCIENZA NON BASTA (1980) commedia in 2 tempi ( scena unica )9 personaggi
6.LA POESIA E UNA COSA SERIA (1986) commedia in 3 atti ( scena unica )12 personaggi
7.LA POSIZIONE SOCIALE (1984) commedia in un atto (scena unica) 6 personaggi
8.IL PROBOVIRO (1986) da G.Fava rid. e adatt.in 3 atti (3 scene in un unico spazio) ( 50% dei diritti) 12 personaggi e 3 comparse
9.SOLI SULLA NAVE DEL PIACERE AVVINTI DAL DESTINO (1987) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 13 personaggi
10.LO SPIRITO DI MIA MOGLIE (1988) commedia brillante in 2 tempi (scena unica)7 pers.
11.I SOLITI IDIOTI COLPISCONO ANCORA (1989) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi
12.VI PRESENTO MIA SORELLA (1991)commedia in 3 atti (scena unica)versione in lingua italiana di Amuri di Frati 10 personaggi
13. MEGLIO UN UOMO VERO CHE UN PRETE FINTO (1992) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 11 personaggi
14.FERMATA A RICHIESTA (1992) atto unico grottesco (scena unica) 3 personaggi
15.DONNA PIACENTEQUASI VEDOVA, CERCA MARITO (1993) commedia brillante in 2 quadri e 3 atti (scena unica)11 personaggi
16.UN PRONTO SOCCORSO QUASI PRONTO (1993) farsa in un atto (scena unica) 8 pers.
17.IL FILO SPEZZATO (1994) dal romanzo di Nicola Caporale Lamica dinfanzia commedia drammatica (due scene in un unico spazio) 6 personaggi
18.NON TI PAGO (1994) da E.De Filippo- riduzione dialettale e adattamento in 3 atti- (30% dei diritti) 12 personaggi-scena unica
19.IL PARACADUTE, ovvero, come intrappolare un taccagno (1995) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi
20.AVANTI A CHI TOCCA , storia tragicomica di un avvocato (1997) atto unico brillante (scena unica) 5 personaggi
21.LEREDI UNIVERSALI (1998) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi
22.ASPETTA ESPERA (2002) commedia brillante in 3 atti (scena unica) 10 personaggi
23.IL RITORNO DEI SOLITI IDIOTI (2002) commedia brillante in 3 atti e 1 quadro (scena unica) 12 personaggi
24.U PARANINFU SICILIANU (2004) da Lu Paraninfu di L.Capuana, riduzione e adattamento-11 personaggi-(due scene)
25.MA CHE BELLA FAMIGLIA!! (2005)commedia tragicomica in 3 atti, 10 personaggi in unica scena
26.ALLOMBRA DELLA TORRE (2010) trasposizione teatrale e libero adattamento dal romanzo di M. Giardina La Risacca ( tre scene in un unico spazio con giochi di luci)
27.EMPORIO LOMAZZO, tutto a met prezzo (2012) commedia brillante in due tempi (scena unica) 12 personaggi
28.LULTIMO ESAME (2012) atto unico con finale a sorpresa (scena unica) 4 personaggi
29.ALBERGO SPLENDOR, storie di donne sole (2013) commedia in due tempi (scena unica) 12 personaggi
RENATO FIDONE
Via Lido, 47 97018 SCICLI (Rg) - Tel.: 0932 . 937912 casa 0932. 830008 estate e festivi
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