Andrea Sarti

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ANDREA SARTI

ANDREA SARTI
(METROPOLI)

di

Massimo Bologna

Personaggi: - Andrea Sarti .... uno qualunque

- Bill Ke Ball .... tele-psichiatra



PROLOGO


In un prossimo futuro...
Una stanza piccola e claustrofobica. In fondo alla scena c'è una finestra, dietro un monitor.

Sulla parete di sinistra c'è uno specchio.

Nella stanza ci sono dei cubi che fungono da sedia, tavolo, letto e lavandino.

Dal monitor dietro la finestra appare un'immagine con delle scritte, una voce legge...






Nome: Andrea Sarti

ETA': Anni 28

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Stato sociale: -impiegato nella disoccupazione sociale

Attuale lavoro: -ascolto messaggi promozionali-

Euro-stipendio: -sospeso-

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Domicilio conduzione
Promozionale: -Metropoli, sito 4673
cod.accesso:43°174'22''


Pagamento LOCAZIONE: -7 messaggi promozionali
per fase solare

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Stato sessuale: -69% m / 31% f

Licenza per pubblica-relazione: -Fascia minima.

-Rapporto video- fonico.

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Segni particolari: -Lieve scissione della personalità.
-Parametri nella norma.
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ANDREA: L'anno in cui si svolge la scena è il 2060.
La vita non è molto diversa, mentre l'aria quella si che ha cambiato il suo sapore.
Nel frattempo, sono cambiati i costumi.
Per esempio, a cosa serve la finestra che vediamo nel sito di Andrea?

E' la finestra che da all'esterno, è fatta da infissi di legno sintetico!

Sì, questo è corretto, ma oltre la finestra?

C'è un tele-video.
Attraverso il tele-video si ha il diritto di fare chiamate all'esterno, oppure riceverne, accedere alle immagini pubbliche e consultare "l'archivio degli argomenti consultabili".
Tutti hanno l'obbligo di utilizzo secondo l'appartenenza di fascia.
Tutti hanno scelto questa "opzione sociale" con l'emanazione del tele-voto referendario nel 2040.
Tutti hanno così avuto il tele-video.
La metropoli è diventata uguale per tutti.
Anche il disoccupato può essere regolarmente sostenuto economicamente dalla Metropoli.

E come è possibile? Voi mi direte e io vi risponderò…

Compili un modulo sul tele-video e lo spedisci ai siti competenti. In pochi istanti la tua domanda di "stato di disoccupazione" viene accettata.

E non devi fare altro?

Devi solo sottoporti alle trasmissioni di promozione create dall ' Industrya.

Cos'è l ' Industrya?

Viene chiamata anche agglomerato di produzione; tutto quello che puoi vedere sul tele-video.
L'industrya è tutto e nulla.

Tornando al "sottoporsi alle tele-promozioni" ?


Questo e un esempio di tele-messaggi"promozionali". Si ricevono dal tele-Video Metropolitano per pagare il domicilio, per esempio durante una conversazione al tele-video con un amico lui dice la parola "cappotto"….

parte il messaggio promozionale


· La recente creazione del "tetta-cappotto" e del "pacco-pantalone", da parte del' euro stilista Vincentino Valerio, ha donato aria pura nel mondo delle creazioni di moda.
Lo presentiamo ora, anche per voi.
Guardate amici.
Guardate,
pensate solamente al vostro "tetta-cappotto",
immaginatevi di indossare, per esempio,
il modello "Selen"

Oppure per i più trasgressivi il magnifico,
l'unico: il "silicon graficks"

E voi, amiche tette munite,
veniteci a trovare presso i nostri siti euro-sparsi

Indossate il mitico "pacco-pantalone" e
uscirete di qui
nuove, migliori !!!

(pausa)



Evolvetevi Porcellini !!!


Fine trasmissione

Monitor # attesa msg #

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SCENA I



Andrea seduto davanti allo specchio parla da solo; fuori, oltre la finestra aperta al centro della stanza, attraverso il tele-video,giungono i rumori ancora non troppo fastidiosi della Metropoli.
Buio

Luce
Andrea si lava i denti, canta una canzone(Capitan Arlock) trasmessa al tele-video e balla. Andrea nella sua azione di igiene orale; gargarizza l'acqua e dentifricio e la sputa nel lavandino.
Buio

Luce
Andrea guarda una tele-vendita alla finestra, ride a crepapelle prendendo per il culo il tizio del programma.
Andrea si dimena sulla sedia. la finestra aperta.
Buio

Luce
Finestra chiusa.
Musica. Un brano jazz "Night in Tunisia" suonato da Dizzy Gillespie e la sua Orchestra"; la luce della camera è soffusa e filtrata dalla coltre di fumo di un sigaro che brucia nel posacenere.
Andrea dorme.
Buio

Luce
Andrea, di scatto, si alza dal letto come se qualcosa nel sonno gli avesse punto il culo; borbotta frasi confuse; mentre con una mano si massaggia il culo con l'altra abbassa il volume del tele-video. Si gira e sempre massaggiandosi il di dietro va verso lo specchio.
Si ferma, sembra che si sia ricordato di qualcosa di importante.
Torna verso la finestra e la chiude.
Si gira, soddisfatto.
Inizia a canticchiare un motivetto e sembra addirittura felice per qualcosa.
Buio

Luce
Andrea va verso il comodino. Apre un cassetto e prende un libro di poesie. Sfoglia le pagine del libro convulsamente.
Una pagina dattiloscritta cade a terra.
Comincia nuovamente a canticchiare e a ballare.
Buio


SCENA II


Luce

Andrea è seduto con una lettera in mano.
Ai suoi piedi una bottiglia di Vino "Palude".
Andrea prende la bottiglia di vino e fa per bere ma dalla bottiglia non esce nulla. E' una bottiglia finta di plastica.
Ricordo dei tempi passati.


Andrea: Ora per farti passare i pensieri basta una capsulina…

Si spalanca la finestra e dal tele-video si sente la canzone "un poco di zucchero". Parte un messaggio promozionale...

Direttamente dal video i migliori corsi di disintossicazione
Approvato dal consorzio dei dottori anonimi.

***attesa***


Dal tele-video l'immagine di un uomo seduto su una scrivania, il suo nome sulla targhetta metallica. Tiene stretto tra le braccia un libro di dimensioni spropositate della Walt Disney dal titolo "LA MENTE E I SUOI MISTERI".

Bill: Caro utente il mio nome è Bill…
Ke Ball Bill
Ti sono stato assegnato in linea diretta…


L'utilizzo di questo programma ti è offerto direttamente da "tasso di interesse sociale" la nuova rivista-imposta sulla carta della nuova era…
Tocca il tuo schermo e guadagnerai 7 giorni affitto nel "grande gioco della vita" in onda ogni istante in tempo reale direttamente via etere,
la sola, l'unica .

Da Industrya "new generation"
***attesa***


Andrea : Accetto il messaggio promozionale. (con tono autoritario) Computer? disattiva il programma "cerca punti gioco della vita".

buio
...breve pausa...

luce

Andrea è steso e parla al tele-video con l'immagine di Bill...

ANDREA …viene spontaneo chiedersi da dove venga tutto questo interesse per il disordine, dopo secoli di sforzi con cui l'umanità ha cercato di trovare comunque un ordine nelle cose, nel cosmo.

Il disordine lo si trova dappertutto mentre i sistemi ordinati sono pochissimi. Guardandomi intorno non ne vedo quasi nessuno:
le materie plastiche sono polimeri aggregati in modo casuale, e così il vetro, e anche i sistemi biologici, come il legno, con le sue cellule disposte in modo disordinato.
I sistemi ordinati e cristallini sono stati un'idealizzazione necessaria per cominciare a fare fisica.

Il disordine è una sfida: siamo riusciti ad avere una comprensione elevata dei sistemi ordinati, ma ora bisogna cercare di avvicinarsi al mondo reale dove praticamente i cristalli non ci sono.
In fondo, all'inizio Galileo studiava il moto dei corpi senza attrito, anche se nel mondo reale l'attrito c'è; e solo successivamente si è iniziato a studiare il moto dei corpi con attrito. Grazie a Galileo.
Il disordine…

Ma il caso più straordinario di struttura biologica in cui interviene in maniera decisiva il disordine, e che nel disordine si trova ad operare , è proprio il cervello.
Il cervello impara dal mondo esterno in modo casuale, non credi Bill?

Bill: vai avanti Andrea...


pausa

Andrea: …il disordine lo vivo ogni volta che guardo il viso delle persone che incontro; la struttura del viso non è mai costante, ordinata e simmetrica.

Gli angoli della bocca, la forma del naso, la sporgenza degli zigomi, che cambiano da persona a persona. E tutto questo è dato da una certa quantità di informazioni nel DNA che si sono accumulate per motivi del tutto casuali.

Bill: Vorresti farmi un esempio, Andrea?

Andrea: Per esempio: se il nostro cervello fosse realmente un sistema ordinato, allora, com'è che sono circondato da tanta idiozia?

Bill: (che nel frattempo si era distratto) Zia! Bene Andrea. Vogliamo parlare di tua zia?

Andrea: Mia zia? cosa ho da dire su mia zia? Non ricordo molto di mia zia. C'era troppo fumo nell'aria quando c'era la zia, fumava come una ciminiera.
Quando mi ero appena alzato dal letto e ancora non avevo pucciato i biscotti nel latte caldo già le puzzava l'alito di vino.
Latte, biscotti e fumanti vampate della zia.
Lei diceva di essere come una mamma per me ma non poteva essere perchè la mamma è morta. Ricordo che era morta anche quando ero piccolo.
Eh, la mamma è sempre la mamma anche quando non te la ricordi.

Bill: La mamma è un cantuccio caldo dove rifugiarsi durante i brutti momenti della vita.
Ecco Andrea, parlami della tua vita.

Andrea: La mia vita? un buco di culo interminabile, fatta di intestini putrescenti, cavità senza via di uscita. Vivo in un buco.
Sempre meglio abitare in un buco da soli piuttosto che con delle persone che non possono vederti veramente. Le persone vedono solo quello...Poi io non sono solo, sono finalmente in compagnia di me stesso e sono felice di questo.

Bill: Dimmi Andrea?

Andrea: Dimmi Bill

Bill: Quando ti guardi allo specchio ti metti a piangere dall'imbarazzo?

Andrea: Sì.

Bill: Come un bambino in una stanza buia?

Andrea: Sì, Bill.

Bill: Sei un cacasotto?

Andrea: Sì, Bill.

Bill: Allora diciamolo insieme: tu non hai i coglioni.

Andrea: Tu non hai i coglioni.

pausa breve

Bill: Dimmi, Andrea, lo guardi mai il programma di Eva Kant "Una ninfa di notte"?

Andrea: (titubante) Sì.

Bill: Allora, Andrea, considerando che Eva Kant ha sia il pene che la vagina stabiliamo una scala di valori da uno a dieci- dove uno è il grado più basso della scala "stranezza-ambiguità" e dieci il massimo - Quale valore assegneresti ad Eva Kent?

Andrea: Non saprei.

Bill: Facciamo questo sforzo assieme, Andrea. Concentrati e visualizza.

Andrea: Non saprei dire...a me del programma piacciono solo le favole di Andersenn, certo è che Eva le racconta molto bene.

Bill: E questo, dimmi Andrea, ti ricorda tua nonna?

Andrea: No, di questo sono sicuro. Il pene della nonna era molto più piccolo.

Bill: Questo ti ha provocato dispiacere?

Andrea: Sì, qualche volta ma solo quando mi raccontava le favole.

Bill: Hai voglia di fare un bell giochino con il tuo amico? Andrea?

Andrea annuisce...

Bill: Bene, ora, io dirò delle parole e tu dovrai dire la prima cosa che ti verrà in mente.
Tutto chiaro Andrea?

Andrea: Chiaro Bill.

Bill: (riflessivo)Casa

Andrea: Chiesa

Bill: Luce

Andrea: Duce

Bill: Truce

Andrea: Croce!

Bill: Chiesa

Andrea: Casa?

Bill innervosito guarda Andrea

Bill: Ciupa-ciups

Andrea: Nonna

Bill: fogna

Andrea: Zia

Bill: California

Andrea: Dream

Parte la musica "California Dream" al tele-video
Bill l'interrompe...

Bill: Bene Andrea, il test è perfettamente riuscito. Ora reagisci spontaneamente a questa frase:
BRUTTO PEZZO DI STRONZO CAGATO DAL CIELO PER SBAGLIO.

Andrea: Posso raccontare una barzelletta?

BUIO



SCENA III




Luce


Andrea: Tutto mi pare scontato, anche le parole che mi ostino a pronunciare sono futili e non servono a dare vita a nessun pensiero. Rimangono solo parole. Parole vuote.
La verità è che mi sento solo.

La luce per un istante va via…

Bill: La vita è un dono.

Andrea: Allora io posso decidere se accettare il dono o altrimenti rifiutarlo.

Bill: Il dono lo hai già accettato, sei nato.

Andrea: Ma allora ero troppo piccolo, non potevo decidere, non sapevo ne leggere ne scrivere.
Voi ve ne approfittate dell'analfabetismo infantile.
Dio è un truffatore?

Bill: Andrea, attento a quello che dici.

Andrea: No, non penso che Dio sia un truffatore, è per questo che me la prendo con tutta questa brava gente. Guardali, seduti e imbellettati che mi guardano come se fossi un giullare matto.

Bill: Dimmi, Andrea, tu pensi di essere matto?

Andrea: Sai di chi ero matto?

Bill: Di chi vuoi parlarmi Andrea?

Andrea: Carla Meneghetti. Da qualche parte dovrei avere anche una sua lettera.


Vicino alla sedia, per terra, ci sono dei fogli.
Andrea ne raccoglie uno e lo legge…

Caro Andrea,

Ti scrivo una lettera perché non ho il coraggio di affrontarti, soprattutto ora che le nostre strade si sono divise e tu stai affrontando un momento difficile…

Andrea: no! Ma che momento difficile, non è mica vero; è solo che sono un po' nervosino…

…ma mi rendo conto che forse tu questo momento della vita lo vuoi passare da solo, sì insomma, affrontando un cammino di introspezione personale e io non voglio esserti d'ostacolo assolutamente…

quanto sei altruista Carla, mai avrei pensato ad un gesto, come dire, così ...ma Chi cazzo te lo ha chiesto, chi ti ha detto di aiutarmi? Certo io no...e poi figurati se vado a chiedere aiuto a una che da anni va dallo psicanalista…

Bill: (commentando)...

Carla dai non piangere, scusami se ho detto questo. Dai lo so che non c'è niente di male ad andare dallo…
Insomma sì, e poi non lo penso mica, è stata la foga a farmi dire quel…
No! Non andare via ti prego, possiamo ricominciare tutto da capo, resta con me, parliamone…
Vai, va! Vai dal tuo strizzacervelli del cazzo! Vai e restaci…ah, sbatti la porta? Corri, corri…
Carla corri da me, non lasciarmi solo, Carla sono una merda ma cambierò te lo giuro, CAMBIERO'.

Bill Cosa? Cambierai? Ma non vedi che non ci crede più nessuno. Smetti di piagnucolare come un bambino! Ma da quanto tempo è che non ti fai una doccia? Cosa fai con quella faccia? Lo spaventa passere? E quel naso a cosa serve? Ci fanno degli studi sulla vita animale nelle caverne? Beh, menomale che stai in casa altrimenti con l'alito che ti ritrovi potresti ammazzare qualcuno. Senti Andrea ma alla fine ti anno operato per quel problema, di, diciamo innalzamento dell'organo? Sì insomma, ora ti si rizza un pochino?

Andrea: Zitto! Questo non devi dirlo, hai capito?

Bill: Ma, dimmi Andrea, sei proprio sicuro che lei ti abbia lasciato per il tuo caratteraccio?

Andrea: Vuoi che ti racconti una barzelletta ma di quelle che fanno scompisciare?…

Bill: Ma dimmi Andrea tu sei matto?

Andrea: Ma che domande fai Bill? Certo che sono matto, matto da legare. Vado matto per il gelato al cioccolato, per i film d'azione, per i panini all'uvetta, per le donne con le tette grosse, alcune volte sono matto per la gioia, divento matto quando la gente non mi ascolta, quando vedo questi uomini d'affari in macchine che sembrano non sporcarsi mai; ammattisco completamente quando mi accorgo che la gente rinchiude nel tele-video tutti i cattivi pensieri e quando il tele-video si rompe picchiano la moglie casalinga, che mette il bambino nella lavatrice programma lungo con centrifuga. Matto quando il cane della mia vicina mi piscia sullo zerbino senza chiedermi il permesso, ammattisco totalmente quando la bottiglia del vino finisce senza che si accenda la spia della riserva, e sono matto la mattina quando mi sveglio e ancora di più quando alla sera cerco di addormentarmi. La sera. Insomma sono matto e stanco di vivere. Quindi se potessi chiederti una cortesia: lasciami in pace!

Andrea prende un bicchiere d'acqua e lo beve

Bill: Ricordati che devi morire!


Andrea: (sputa l'acqua che aveva in bocca)

Bill: Bene Andrea facciamo una cosa, te lo ricordo io ogni tanto. Ti faccio da memoria.

Andrea: Ma tu sei il mio psichiatra, Bill. Non voglio che tu svolga il ruolo di memoria. Mi faresti ricordare solo quello che ti pare.

Bill: Mi credi così spietato Andrea? E' così?
Allora ti propongo un nuovo giochino, più stimolante. Concentrati Andrea.Ti trovi di fronte ad un ostacolo, come ti comporti? Gli giri attorno cercando una via sicura?magari cercando un punto dal quale osservare l'ostacolo, cercando dettagli più definiti. Per farti un'idea.

Andrea: posso scegliere?

Bill va avanti, entusiasta del nuovo test

Bill: Mettiamo, allora, che ti capiti uno di quegli ostacoli colossali, un monolite da incubo, nero, tutto liscio. Cosa fai?

Andrea pensa

Andrea: Ma che domanda è questa?

Bill: Non è una domanda Andrea, è una situazione. Cerca di immaginarti in questa situazione.
Il mio compito è quello di sondare nel tuo interiore.

Andrea: Che schifo.

Bill: Aiutarti a cercare un filo diretto con il tuo subconscio.

Andrea: Ma lascialo stare lì dov'è. Magari non ha voglia di essere disturbato, tu che ne sai.

Bill: Insomma, sono strutturato proprio per questo.

Andrea: Io sono qui, non mi sono mai spostato, anche lui sarà da qualche parte qua attorno.

Bill: Allora cerchiamolo assieme.

Andrea: Ma tu chi cazzo sei, se mi è concesso.

Bill: Io sono un programma evoluto scritto dall'Industrya - io sono l'unico il solo Bill Ke Ball - un nome simpatico che piace alla gente - Bene Andrea sfoga i tuoi umori. Libera il tuo desiderio di dominare la situazione.

Andrea: Ma io non domino proprio nulla, non capisci che io non so cosa c'è lì fuori, razza di imbecille

Bill: Bene, così

Cercando di calmarsi. Non vuole dare soddisfazione a Bill

Andrea: Sentimi bene "Cosa c'è là fuori? Dimmelo.

Bill: Terra. Gaia. Mondo.La Terra è il terzo pianeta del sistema solare. E' l'unico corpo celeste sul quale sia stata accertata la presenza di vita.
Ha un raggio equatoriale di 6378 chilometri, e, a causa dello schiacciamento ai poli dovuto al moto di rotazione, un raggio polare di 6359 chilometri. La lunghezza dell'equatore è quindi di circa 40000 chilometri.
Come noto, la Terra ruota su sè stessa in un periodo di esattamente 24 ore: tuttavia questo dato è riferito alla posizione del Sole(giorno solare); poichè nello stesso tempo il pianeta compie parte della sua rivoluzione intorno a questa stella, il tempo impiegato per ritornare nella stessa posizione rispetto alle altre stelle è leggermente minore: precisamente 3 minuti e 56 secondi, come si ottiene dividendo 24 ore per il periodo di rivoluzione (365.256 giorni). Quindi il giorno siderale, fondamentale per le osservazioni astronomiche, dura 23 ore, 56 minuti e 4 secondi.

Andrea: Io non l'ho mai visto, sai?

Andrea piange

Bill: Vuoi che ti proponga una delle migliori gallerie di immagini del pianeta?

Andrea: E se tutto questo si modificasse? Vedrei i muri di cemento armato sbriciolarsi come sabbia bagnata. Allora potrei guardare gli occhi di una persona che non sia io, odorerei l'aria. Ma che sapore ha l'aria?

Bill: L'aria non ha sapore. E' aria.

Andrea: Tu sei un programma, un impulso elettrico, un chip incastrato incastrato in um circuito. Chiuso per sempre in una macchina. Sei un ingranaggio. Cosa ne sai tu di queste cose?

Bill: Se è per questo non siamo molto diversi noi due. Anch'io come te sono un programma molto sensibile.

Andrea: Cosa fai ti vendichi con le parole, infame. Almeno io, se volessi, potrei anche cercare di evadere.
La parola evadere fa scattare un sistema d'allarme.

Potrei uscire fuori di testa, spaccare qualche muso. Potrei cominciare proprio da te, mandarti in corto circuito.

Bill: Se fossi in te non lo farei. Al contrario, comincerei a fare dei bei respiri profondi.
Inspira, espira.

Andrea: Tu mi hai chiesto di visualizzare e io visualizzo e quello che vedo è un gran casino.
Ecco quello che vedo. Ma quale monolite! mi si presenta un groviglio di fili colorati e lucette, di bip e di bop, di urla soffocate

si arresta l'allarme

Lo vedi il mio groviglio Bill?
Io lo sto visualizzando, tu lo visualizzi?

Pausa breve. Bill entusiasta.

Bill: Bene Andrea. Veramente eccezionale. Stupefacente. Strabiliante. Sono quasi commosso. Non sei felice?

Andrea: Di cosa Bill?

Bill: Hai visualizzato, questo è un traguardo.
Ma giusto "non ci lasciamo prendere dall'entusiasmo" passiamo subito alla seconda parte di questa intensa e promozionale terapia.
I segreti di una vita armonica.

Andrea: Computer spegniti.

Un suono metallico dagli altoparlanti.

Bill: Questo programma non può essere chiuso prima del termine: previsto in dieci minuti.
Come vedi siamo diventati una coppia inseparabile.

Andrea: Voglio che tu la smetta di starmi addosso. Non ho più la forza di ascoltarti. Non ne ho più voglia.
Pace, quiete, oblio, dimenticanza. Il silenzio.

Bill: Non è altro che uno stato apparente. Di fatto non può esistere.

Andrea: Se è per questo anche tu non dovresti esistere ma di fatto sei qui, in questo cubo con me e questo comincia ad annoiarmi
Preferirei rimanare da solo. Grazie.

Bill: Hai tutta una vita per sentirti solo mentre provi a trovare il silenzio.

Andrea: Mettiti in pausa. Ti prego.

Bill: Si prega Dio non un programma virtuale. Non ti pare, Andrea?

Andrea: Voglio parlare con Dio.

Bill: Parlare con Dio? Ma è impossibile è sempre troppo occupato.

Andrea: Occupato a fare cosa? E poi Lui ha il dono dell'ubiquità. L'ho letto da qualche parte. Stiamo parlando di Dio non di un rappresentante da quattro soldi.

Bill: Se vuoi parlare con Dio fallo ma forse è meglio che tu lo lasci in pace.

Andrea: Ma Dio è già in pace, sono io che voglio vivere in santa pace.

Bill: Sei solamente un povero uomo.

Andrea: Tu sei qui per aiutare un pover uomo.

Bill: Casa

Andrea: Chiesa

Bill: Luce

Andrea: Duce

Bill: Truce

Andrea: Croce

Bill: Chiesa

Andrea: Casa

Bill: Ciupa ciups

Andrea: Nonna

Bill: Fogna

Andrea: Zia

Bill: California

Anrea: Dream

stacco musicale breve

Bill: Quando ti guardi allo specchio cosa vedi?

Andrea: silenzio

pausa

Bill: Il silenzio non ti può aiutare, Andrea.

Andrea: Per un attimo ho ascoltato il silenzio

Bill: Hai paura del silenzio?

Andrea: Ho paura di loro. Loro mi hanno reso un astro vagante. Mi hanno spinto oltre il confine. L'unica azione sana che mi rimane da fare è quella di porre fine a tutto questo.

Andrea guarda verso l'alto


…mamma ma a cosa stavi pensando quando mi hai rigettato in questo mondo?
Ho la sensazione che tu stessi maledicendo la vita. Ti ho fatto tanto male quando sono uscito?
Non avevo voglia di uscire dal tuo buco.

Bill: Ma come parli Andrea! Tu sei l'apoteosi dell'insensibilità. Ma come fai a dire buco?

ANDREA MA CHE PALLE. allora dimmi. Cosa dovrei dire?

Bill: Usare un termine più appropriato. Tipo: vagina, o vulva. Ecco termini medici, scientifici.

ANDREA A me sembrano parolacce, mentre quando dico buco non mi sento di offendere nessuno.

Bill: …no, solamente tua madre e l'intera categoria femminile.

ANDREA lascia perdere mia madre; e per quanto riguarda il resto delle donne se ti sentissero dire vagina ti riderebbero in faccia…

Bill: questo lo dici tu

ANDREA No! Io penso che "buco" sia la parola più esatta per chiamare un luogo dal quale si esce o si entra, dipende dai punti di vista.

Bill: Ma cosa fai Andrea? Doppi sensi maliziosi?

ANDREA Ma quali doppi sensi, sei tu che hai dei problemi se io non posso usare la parola buco; allora, secondo il tuo punto di vista gli astrofisici sono tutti maniaci dato che chiamano un fenomeno fisico "buco nero"; anche loro hanno mancato di rispetto alla mamma? Quali parole avrebbero dovuto usare? "VAGINA COSMICA"? oppure "VULVA DELLA GALASSIA"?
Ma cosa ne sai tu di nascita?
Come quella palla che ti raccontano quando sei piccolo: "ti ha portato la cicogna". Chi è che ha inventato questa cazzata. E' un insulto all'intelligenza dei bambini. Una cicogna! che stronzata!

Bill: E' una favola per non impressionarli, i bambini. Una storia…tenera.

ANDREA Non mi sembra che ci sia nulla di tenero in un parto. Un nascituro che esce da un buco fra urla di dolore e una stronza di ostetrica che ti acchiappa per le gambe e una volta a testa in giù ti regala il primo schiaffo della vita. Vieni rigettato su questa terra dopo che hai vissuto nove mesi in un posto che dimentichi per tutto il resto della vita; con la stessa velocità dello schiaffo ricevi anche la prima grande delusione: quello che credevi fosse la verità viene in un momento smentito. E uno si trova nudo e solo e non mi sembra che ci sia nulla di tenero. La storia della cicogna è una cazzata.

Bill: Tu sei privo di ironia. Allora, dimmi Andrea, cosa racconteresti ad un figlio?

ANDREA Penso che proverei a parlargli dell'amore e della grandiosità del caso. Le coincidenze.
La vita e la morte.
Nascere. Quello che porta un uomo e una donna ad inventarsi un sogno.


Bill: Ma di cosa stai parlando? Così non ti capirebbe mai.

ANDREA Parlo del sogno di una vita, quello di immaginare una vita. Di un uomo e una donna…

Bill: Adesso cosa fai, quello buono che parla d'amore? Guarda che la maggior parte delle volte quel sogno è solo una scopata con un preservativo rotto che né la donna né l'uomo di questa bella favoletta romantica avevano previsto. Probabilmente quello che successe alla mamma?

ANDREA Non mi fai né caldo né freddo. Intanto quella cazzata della cicogna non la racconterò mai a nessuno.

Bill: Anche perché, vedi Andrea, non hai nessuno a cui raccontarlo.

ANDREA Ecco, bravo. E neppure mi interessa.

Bill: E allora cosa fai parli da solo?

ANDREA Certo che parlo da solo.
dal tele-video si sente un segnale di chiamata...
c'è qualcuno?
Mamma?

Pronto?…

tele-
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Andrea interrompe la comunicazione...

Andrea: C'è un incredibile senso di morte in tutto questo.

breve buio...pausa

Sono stanco di aspettare. Aspettare cosa?Poi.
Sono chiuso dentro una lattina. Il peggior incubo che potessi fare è la mia vita.
Questa vita fatta di pareti di acciaio, colori acidi, odore di disinfettante e moquette ovunque. Ci sono acari in ogni angolo. In agguato come predatori, pronti a nutrirsi di pelle morta, sangue, muco e schifezze del genere.
Sono stanco di respirare quest'aria che non sa di aria. Vorrei vedere un albero. Guardarlo anche solo per un attimo mentre fluttua al vento.

pausa

Prima di lasciare questo mondo vorrei poterlo guardare. Lì, millenario, fermo come il tempo infinito.
Mi sento sfinito. Guastato. Come una buona mela
dimenticata tutto un inverno in una cassetta di legno.MARRONE.
Vorrei piangere per tutto quello che non ho potuto vedere.

pausa

Poi penso: chi mi ha preceduto nella storia ha distrutto e dimenticato. Forse non era così prezioso? Chissà?
Allora cosa devo fare? Urlare "in culo a tutto", bruciamoci anche l'anima. Sfoghiamoci negli istinti più sfrenati, fino a sfondarci noi stessi. Cosa rimarrà?
Cosa?
Continuo a pensare, rifletto e poi, titubante, mi rispondo: l'Universo.
Ma non siamo in una puntata di Star Trek, nessun salto nell'iperspazio, nessun capitano Kirck, orecchi a punta con tutta la carovana. Siamo nel 2060 e quello che siamo riusciti a fare è chiuderci in scatole prefabbricate. E sicuramente l'abbiamo fatto per la vergogna di non avere nemmeno più una terra da abitare.
Che cazzo abbiamo scoperto? solo pianeti acidi in questa galassia così fredda. L'universo. Scenziati. Ci volevano generazioni di cervelloni per dire a chiare parole che siamo soli.

pausa

Soli nell'universo ma in compagnia sulla Terra.
Dio dov'è?
E' rimasto a guardare. Ha osservato le sue creature distruggere un sogno. Ebbene sì, io faccio parte di quel gruppo di coglioni. Sì lo ammetto. La situazione ci è sfuggita dalle mani.
Adesso tocca scegliere.

Pausa. Andrea si guarda intorno...

Andrea: Non si può più scegliere. E' tutto qui. Mi sento come in un utero nuovo senza però il calore di una madre.
Nessuna madre.
Nessun ricordo.
Chissà come sarebbe stato vivere nel disordine.

Bill: Bene Andrea, sento che questa chiaccerata con il tuo amico Bill ti ha fatto proprio bene.

Pausa

Purtroppo però, il tempo a tua disposizione sta volgendo al termine. Se vuoi continuare con il programma "L'AMICO IN DIRETTA" tocca la mia mano. Ti costerà solamente due giorni di affitto. Opzione 2: potrai scegliere di suicidarti in santa pace.
Potrebbe essere un rimedio a questo senso di disagio che provi interiormente.
Ecco, Andrea di più non mi è consentito dire.
Ora ti auguro un buon fine giornata e dal tuo Bill Ke Ball, sempre sul tele-video per te, un grosso arrivederci.

Andrea inizia una lunga risata, continua a ridere divertito da tutto. Si alza e si sistema i pantaloni. Si dirige verso il tele-video e chiude la finestra. Ridendo ancora più forte va verso il lavandino e si prepara a lavarsi i denti. Sciacqua lo spazzolino sotto l'acqua e ridendo si spazzola i denti. Sputa nel lavandino. Prende un bicchiere e lo riempie di acqua.
Si guarda allo specchio e scoppia in una nuova risata.
Beve un sorso d'acqua e fa un gargarismo. Sputa nel lavandino.
Un altro sorso e un altro gargarismo.
Al terzo gargarismo l'acqua gli va di traverso e sta per soffocare. Diventa tutto viola sul viso. Si contorce sul pavimento, paonazzo.

La finestra del tele-video si apre da sola.
Sul tele-video riappare Bill...

Bill: La lunga corda tira, chi morte altrui desidera.

Contro la morte non valgono nè muri nè porte.

La morte guarisce tutti i mali.

La morte viene quando meno te lo aspetti

Andrea, agonizzante, continua a dimenarsi sul pavimento...

Il tempo passa e la morte viene, guai a chi non ha fatto il bene.

Il sonno è parente della morte.

Dopo la morte non val medicina.

La morte non guarda calendario.

La morte paga i debiti, l'anima li purga.

La morte pareggia tutti.

Andrea sfinito sul pavimento. Non si sente più il respiro...

Non vi è termine più corto e meno intenso della morte

Al morto non si deve fare torto.

La finestra del tele-video si richiude fragorosamente...

Andrea riesce a prendere fiato.
Fa un lungo respiro come mai aveva fatto nella sua vita. Una pausa lunga.

Andrea Sarti vivo al centro del palco.


BUIO