Angeli a metà

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Angeli a metà

Una commedia in due atti

Di

Mario Fazio

Con: (in ordine di apparizione)

Gabriele: Un anima in pena tra cielo e terra

Cupido: Il Dio dell’Amore un po’ stanco

Tiziana: Una donna forte e determinata

Pietro:   Un uomo svampito e furbetto

Felicia: Una ragazza forte, semplice e un po’ burina.

Roberta: Una moglie sperduta

Silvano: Un impiegato triste e anonimo

Liliana: Una manager civettuola e snob

Albert: Un marito sperduto


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I° ATTO

(PARTE UNA MUSICA CELESTIALE, PRIMA FORTE POI MANO A MANO SCEMA FINO A DIVENTARE UN TAPPETO MUSICALE. SI ACCENDE SOLO UNA LUCE AD ILLUMINARE IL CENTRO DEL PROSCENIO DOVE VEDIAMO UN UOMO, IN PIGIAMA, SDRAIATO E ADDORMENTATO. INTORNO FUMO BASSO E DENSO, COME AD ESSERE SU DELLE NUVOLE. SI ODONO VOCI RIMBALZARE SULLA SCENA, CON UN FORTE ECO E SOVRAPPOSTE, COME DI OSSERVATORI ESTERNI IN VARIE POSIZIONI.)

VOCE1:     E’ Arrivato troppo presto ti dico.

VOCE2:    Non sarebbe certo il primo, di cosa ci stiamo stupendo? Secondo me è quello di cui si parlava tanto alla riunione di oggi.

VOCE3      Quello dici? Può essere. Non è questo il suo posto.

VOCE1:    (RIDE) Posto? Tempo, vorrai dire?

VOCE3:    (GLI RIFA IL VERSO) E non è forse la stessa cosa? Mi domando che ci stai a fare tu qui, ancora non ci hai capito niente.

VOCE2:    Stupidi tutti e due! Non lo vedete che è ancora corporeo? E’ chiaro che non dovrebbe essere qui. Un altro errore della sezione smistamento. Ah, ma oggi mi sentiranno.

VOCE1: E’ quello ricercato, te lo dico io.

VOCE2:    Sshhh si sta svegliando!

GABRIELE: (UN RAGAZZO NORMALE. TIMIDO E INTROVERSO.) Dio che mal di testa, ma dove diavolo mi trovo. Sembra casa mia ma è strana… è tutto così confuso. (SI ALZA) Ci siete? C’è nessuno?

(DA DX ENTRA UN BAMBINO SEMINUDO CON UN ARCO IN MANO. HA L'ARIA STANCA E DEPRESSA)

GABRIELE: Hey… piccoletto!

CUPIDO:  Piccoletto ci sarai tu! Guardalo, manco è arrivato che già prende per i fondelli. (GLI PUNTA L’ARCO E INCOCCA UNA FRECCIA)

GABRIELE:(SPAVENTATO) Calma, calma! Abbassa l’arma per favore! Sennò finiremo che qualcuno si farà del male! (CUPIDO LO GUARDA UN PO’ STUPITO, POI ABBASSA L’ARMA E SCONSOLATO E TRISTE GIRA LE SPALLE, ANDANDOSENE) Ehy, aspetta non andartene! Scusami, non volevo offenderti. Eh, che sono confuso ecco. Ascolta, io credo di essermi perduto, questa mi sembra casa mia ma non lo è in realtà. E’ tutto così irreale, non ti sembra di stare dentro un quadro? (TRA SE) Ma che sto dicendo? Sto parlando con un ragazzino vestito da Cupido… Senti, non è che sapresti darmi qualche indicazione su


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dove posso trovare un telefono...così chiamo mio fratello e mi faccio venire a prendere.

CUPIDO: (SI FERMA E SI RIGIRA) No, non credo che tuo fratello possa venire e non credo neanche che troverai facilmente un telefono(SBUFFA) C’ho provato eh!! Ma qui di telefonini non vogliono proprio sentirne parlare, sono così retrogradi! Adesso lasciami andare, che sono stanco, depresso e ho voglia di andare a riposare su un letto di nuvole!

GABRIELE: Ok, come preferisci. Cavolo già depresso, mi dispiace. Sei in buona compagnia comunque… anche se io ho cominciato a deprimermi un po’ più tardi. Stai attento con quell’arco eh! Che potresti farti del male… o farne a qualcuno. Dai vedrai che le cose andranno meglio.

CUPIDO: Dubito che possano andare peggio! Ma cosa gli è preso al mondo? Una volta la gente era più facile, più disposta ad innamorarsi. Bastava un’occhiata, una parola dolce, una carezza sul viso… Arrivavo che metà del lavoro era già fatto. Bastava una frecciatina e via, sessant’anni di matrimonio assicurato. Adesso invece…ci sono i contratti prematrimoniali. Tutti isterici, in piena crisi di mezza età, a vent’anni. Che appena parli di matrimonio scappano tutti manco avessi parlato dei sette anni carestia.

VOCE 1: Basta così cupido!

GABRIELE: (SALTA E URLA DI PAURA) Ma chi era?! Cos’era quella voce!

VOCE1: ...sei già in ritardo! Amore ti cerca da ore! Vai da Venere ed Eros, ti aspettano al solito posto.

CUPIDO: Scusi Signore... (A GABRIELE) Che antipatico che è Amore. Si crede tutto lui. Ciao! (ESCE A SX SEMPRE CON ARIA SCONSOLATA)

GABRIELE: Ma che razza di idea chiamare un bambino “Cupido”!

VOCE1:    Ti assicuro che a lui piace.

GABRIELE: Io non so perché sento le voci ma questa cosa non mi stupisce affatto. Probabilmente è l’inizio della follia e si dice che i matti vadano assecondati, quindi credo di dovermi assecondare, ecco. Penso di essere in un sogno vigile, vero? Le voci che sento sono quelle della mia coscienza che mi sta dicendo qualcosa. Vero? Questo posto cos’è, il mio Io?

VOCE2:    Certo che i nuovi non eccellono per originalità, con le domande!

VOCE3:    Dicono tutti le stesse cose. E' sempre la solita storia!

GABRIELE: Ma che state dicendo...voi parlate come se mi conosceste!

VOCE1:    Tecnicamente sei tu che ci hai chiamato, noi non abbiamo fatto altro che rispondere.


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GABRELE: (PAUSA)Allora credo di aver capito. Non sono voci. E quello mi sa che era veramente Cupido. Io...sono morto, è vero?

VOCE1:    No.

GABRIELE: Oh cazzo, meno male! Sono solo matto da legare.

(GABRIELE SCOPPIA IN UN ENERGICA RISATA)

VOCE2:    Ride?!?

(POI SCOPPIA A PIANGERE)

VOCE3:    No...piange.

VOCE2:    Su, non fare così. Non sei morto e non sei matto… diciamo che sei in una via di mezzo tra le due cose. In un limbo in cui devi decidere cosa fare, dove andare.

GABRIELE: Ma io ...non ricordo niente!

VOCE1:    Meglio così, ti spiegheremo tutto noi...vedi, sei qui un po’ anticipatamente rispetto al tuo tempo...e questo ha creato dello scompiglio.

VOCE3:     Il capo...ai piani alti...si è arrabbiato per questo fatto e ci ha dato ordine tassativo di rimandarti indietro…come un pacco non desiderato!

GABRIELE: (SOLLEVATO MA PIZZICATO) Molto consolatoria questa cosa. Ma se è così...allora è tutto un sogno e fra poco mi sveglierò e continuerò a vivere la mia vita tale e quale a prima

VOCE1: Si hum… diciamo che sarà così.

GABRIELE: Però, non capisco una cosa, che ci sono venuto a fare qui se mi rispedite a casa...un motivo ci deve essere!

VOCE2:    Un motivo c'è.

VOCE3: Dovrai aggiustare un certo pasticcio...uno come te non può essere qui ora, quindi riparerai al tuo errore e poi ne riparliamo.

GABRIELE: Ma di che accidenti state parlando?!

VOCE3:    Questo non possiamo proprio dirtelo... lo devi scoprire tu. Per rimandare il tuo soggiorno qui, devi porre rimedio al tuo errore altrimenti non si può fare, vero?

VOCE 2:    Il  capo è stato categorico.

GABRIELE: Ma se non ho capito qual è, come faccia a riparare al mio errore?

VOCE1-2-3: Problemi tuoi!

GABRIELE Bei santi che siete!

VOCE1:    E chi ha detto che siamo santi. Potremmo anche non essere in paradiso, sai?


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(RIPRENDE LA MUSICA DI SOTTOFONDO)

VOCE 1: Senti la musica, vuol dire che sia il mio che il tuo tempo è finito...quindi è ora di lasciarci.

(LE LUCI SI ABBASSANO SULLE BATTUTE SUCCESSIVE FINO AL BUIO; LA MUSICA PIAN PA PIANO SI FA LONTANA FINO A SCOMPARIRE)

GABRIELE: Ehi, io non ho capito un bel niente e non ve ne andate perché sennò mi arrabbio a morte…e no, sono già morto come faccio. Anzi sono una via di mezzo… ma che vuol dire una via di mezzo?! Ehi!!

VOCE 1:    (SI ALLONTA CON ECO)Il tempo ti sia amico!

GABRIELE: Non fate scherzi eh, che mi lasciate qui! Ma è mai possibile che uno neanche in cielo può starsene bello tranquillo? (PAUSA)Ma come faccio a riparare al mio errore se mi lasciate qua al buio, almeno rimandatemi a casa. Insomma, qualcuno vuole accendere la luce?

TIZIANA(UNA RAGAZZA SBRIGATIVA E DALLE MANIERE FORTI,CON I PIEDI PER TERRA E BEN DECISA NEI SUOI PROPOSITI. INDOSSA UN COMPLETO PANNA O BIANCO. HA CON SE UN COMPLETO DA UOMO IMBUSTATO CHE POGGIA SU UNA SEDIA) Se apro la finestra non è meglio?

(LA SCENA SE ILLUMINA; E' LA SALA DA PRANZO DI UNA MODESTA CASA CON QUALCHE CREPA SULLE PARETI. SUL FONDO A SX LA CUCINA CHE FA DA SEPARE' CON L'INGRESSO. DUE DIPLOMI DI LAUREA SONO APPESI AD UNA PARETE. IN MEZZO ALLA STANZA UN BEL DIVANO-LETTO CON ACCANTO UN COMODINO.LE PORTE SONO: A SX QUELLA DI ACCESSO, A DX LE CAMERE DA LETTO E I BAGNI)

TIZIANA:(CONSE PORTA UN GIORNALE CHE BUTTA SUL LETTO; GABRIELE RIMANE AL CENTRO DELLA SCENA, STORDITO E CONFUSO)

Accendere la luce alle nove e mezzo del mattino...che idee che ti saltano in mente!

GABRIELE:(SCONVOLTO) Tiziana...


TIZIANA:


Beh devo immaginare che ricordarti il nome di tua sorella alle undici del mattino sia già un bel passo avanti... Ma guarda che faccia che hai, sembri appena uscito dall'obitorio.


GABRIELE:(SI MUOVE LENTO, TOCCANDOSI IL CORPO E SI GUARDA A UNO SPECCHIO NELL’INGRESSO) ...sono vivo...Tiziana...sono vivo...


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TIZIANA:(SPEDITA MENTRE RISISTEMA IL DIVANO LETTO)

…ma non altrettanto sveglio! Guarda che scherzavo a proposito della faccia da obitorio...direi che hai più una faccia da “Ho bisogno di tre litri di caffè”. Oggi cercate di non fare gli strani tu e tuo fratello che ho avuto una giornata che non te lo sto neanche a raccontare. Lo sai chi si è presentata stamattina appena aperto il laboratorio? Alle sette?? La signora Meletti! Proprio oggi, dico io che avevo il signor Pizio già prenotato. Poverino era due giorni che aspettava nel suo lettino, lì buono buono. Insomma si presenta la Meletti con tutta la famiglia al seguito. Sai come sono, no? Hanno insistito e io accettato al suono di una bella bustarella sotto banco. Tanto il signor Pizio è da solo, chi se ne cura. Volevano che facessi alla mamma la messa in piega come Mina negli anni ’60. Gli ho detto “Ma vostra madre a due capelli di numero, due!! Come faccio a cotonarli? Alla fine sono andati via, o meglio dire li ho cacciati, e mi hanno lasciato da sola con la Meletti. Ho risolto. Ho preso carta da giornale e l’ho nascosta sotto. Con quei pochi che c’erano ho fatto la parte sopra. E per non far vedere la carta ho colorato tutto con la bomboletta spray. Ti svelo un segreto!! Ho trovato un sistema per fare il trucco, senza che resti quell’aria smorta, senza vita: bombolette spray per i graffiti urbani. Non se ne accorge nessuno, tutti che mi fanno i complimenti: “com’è giovane”, “sembra che ha vent’anni di meno”, “Sembra che ha fatto il lifting”. Sono un genio. La signora Meletti sembrava sorridere… Nessuno avrebbe mai detto che fosse morta sotto un camion.

(HA FINITO DI SISTEMARE IL DIVANO E CI SI BUTTA SOPRA)

Sono stanca! Che razza di lavoro mi sono trovata ma l'ho fatto per la buonanima di nostra madre: “Fai l’estetista! E’ un lavoro sicuro!” Mica me l’ha detto chi dovevo “estetizzare”. Sosteneva che lavorare alle pompe funebri era il modo più sicuro per non restare disoccupati, e poi voleva che fossi io a farla bella...e così è stato: quel giorno dalla bara sembrava ringraziarmi, pensa che zio Gennaro vedendola le ha dato ben dodici anni di meno…in quel momento mi sono sinceramente commossa. Certo però che poteva dirmi anche meglio. Macché, in casa con due fratelli fanfaroni in cerca di lavoro. Tanto qua dentro ci rimarremo ancora per poco; l'affitto è scaduto da tre mesi e oggi vengono quelli della “Immobiliare Anonima S.r.l.” a parlare dello sfratto. (GUARDA GABRIELE) Ma mi stai ascoltando? Vuoi smetterla di guardarti intorno come se fosse la prima volta che metti piede qui dentro? Vatti a dare una sistemata. Almeno facciamoci trovare in ordine. (VERSO DX) Pietro!!

PIETRO:   (F.S.)Arrivo!

GABRIELE: Che c’è per colazione?


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(TIZIANAPRENDE UNA PENTOLA DALLA CUCINA E LA BUTTA SUL TAVOLO)

TIZIANA: Per colazione è un eufemismo vero? E’ quasi mezzogiorno. Tieni, è l'arrosto di due giorni fa, finisci di scrostarlo. Qualche patata sana c’è ancora, magari sa di qualcosa.

GABRIELE:(GUARDANDOLA PETANZA CON DISGUSTO) Hum...Arrosto scrostato...prova a dirmelo in francese, magari mi fa meno senso! “Rotè avec le fries a là scruà!” (RIPORTA LA PENTOLA IN CUCINA) Ma mio fratello che fine ha fatto?

TIZIANA: E' nel bagno da un ora come al solito; si è di nuovo portato il telefonino finto e ha ricominciato a parlare da solo: certo che di matti ce ne sono in giro. E sembrano tutti girare in questa casa. A proposito, hai Letto il giornale?

GABRIELE: Non me ne hai dato ancora il tempo.

TIZIANA: Allora ti dico io le notizie più importanti... così non sforzi i tuoi occhietti delicati. (APRE UN GIORNALE TROVATO LI VICINO)

GABRIELE: Lascia perdere la politica, la cronaca, la finanza e lo sport. Ah, evita le notizie tristi.

TIZIANA: (CHIUDE IL GIORNALE) Allora non c’è scritto niente per te. Adesso capisco perché non lo leggi mai...Ah! Ecco una cosa carina, pensa che in America stanno riscuotendo un grandissimo successo due gemellini che a sei mesi già parlano: sono diventati un caso! Chissà i soldi che fanno i genitori! Potremmo inventarci qualcosa su Pietro. Tipo l’uomo che vive in pigiama, trecentosessantacinque giorni l’anno.

(ENTRA PIETRO DA DX: UN TIPO DECISAMENTE BIZZARRO, MOLTO STRALUNATO E FUORI DAL MONDO.HA DEI FOGLI IN MANO E UN TELEFONINO ALL'ORECCHIO. INDOSSA UN PIGIAMONE PEZZO UNICO)

PIETRO: Sì, cara, sì…ci sentiamo la settimana prossima, allora...Ricordati di comprare quelle azioni di Zuckerberg. No, no, tira sul prezzo. Non ci facciamo impressionare dai numeri, noi! (ATTACCA)

GABRIELE: Con chi “parlavi”?

PIETRO: (SI BUTTA SUL DIVANO, GIA’ STANCO) Con Irina, la mia segretaria. Stiamo trattando una compravendita di azioni di facebook ma sai, vorrei abbassare un po’ il prezzo. Settimana prossima ho un incontro con Mark a New York… (SBUFFA) Non credo di andare, sai. Il Jet privato, il volo, il jetleg. Queste cose mi distruggono. Tiziana vuoi andare tu al posto mio? Tanto uno vale l’altro in questi incontri, ci si guarda, si sorride, si fanno battute sul baseball e si firmano assegni per milioni di dollari. Una noia.


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(GABRIELE GUARDA TIZIANA CHE NON VISTA DA PIETRO GLI FA UN GESTO DI INTESA SULLA SUA FOLLIA)

GABRIELE: Ma perché non la smetti di parlare con quel telefonino finto...E poi… hai mai pensato di parlare di queste cose con qualcuno, uno specialista per esempio. Potrebbe aiutarti, che ne dici? Se vuoi puoi parlarne anche con me, sono tuo fratello. Puoi dirmi tutto.

PIETRO:    Si? E da quando?

TIZIANA:(STRAPPA I FOGLI IN MANO A PIETRO) E questa che roba è?

PIETRO:   Bollette credo. Non lo so non mi interesso di cose mortali. Ho chiesto a Irina di occuparsene. Non so neanche perché me l’ha date. Forse dovrei licenziarla, se non fosse che ha un gran…

TIZIANA:  (SBOTTA)Basta!! Smettila di prendermi per scema! Non mi fai pena, hai capito? E basta pensare a queste cose, tanto ce ne andiamo da qui...

GABRIELE :E dove andiamo?

TIZIANA:  Non lo so, forse qualche parente ci ospiterà!

PIETRO:    Non credo proprio...

TIZIANA: (IN UN ECCESSO DI RABBIA) Allora forse i miei due bei uomini, avranno qualche idea migliore...qui chi manda avanti la baracca sono io, vostra sorella, la più piccola di tutti...e voi che non fate niente per trovarvi un qualcosa… non dico un lavoro, ma almeno una occupazione. Non vi vedo mandare curricula, non vi vedo andare a fare colloqui! Tu che parli con un telefonino finto e che dai di matto e quell’altro sempre triste, depresso, a letto tutto il giorno! Che avete che non va? Avete una laurea in tasca tutti e due e cosa state a fare? Niente!! State buttando via la vita migliore, che sbaglio accidenti!

GABRIELE:(SUL PROSCENIO) ...Sbaglio! (COME ALL’IMPROVVISO) Devo recuperare uno sbaglio...ecco cosa intendevano allora!

TIZIANA:  Che fai adesso, ti metti a parlare da solo? Di schizoide uno già ce l’abbiamo.

PIETRO: Ci mancava solo il fratello scemo!

TIZIANA: Ce l’avevo con te!

GABRIELE:(PRENDE LA SORELLA PER LE SPALLE IMPROVVISAMENTE PROPOSITIVO) Stai tranquilla Tiziana, vedrai che in qualche modo riusciremo a cavarcela.

TIZIANA: Dici?

GABRIELE: Ne sono certo!


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PIETRO: Com'è che proprio tu fai l’ottimista? Generalmente, quando si tratta di dare un opinione, la tua è sempre quella più nera

GABRIELE:(ISPIRATO) Non lo so, la realtà è che ci siamo seduti, capisci? Abbiamo avuto periodi buoni, siamo stati una famiglia benestante e normale. E quando eravamo una famiglia socialmente normale, le cose andavano bene, eravamo tranquilli e felici di quello che facevamo. Poi ci siamo lasciati andare, ci siamo lasciati appiattire dal sistema. Oggi è come se qualcosa si fosse risvegliato in me, il sonno di stanotte è stato come un ergersi a vita nuova!

TIZIANA: Lo so io che cosa ti si dovrebbe ergere! ...Sono anni che hai smesso di frequentare amici e soprattutto ragazze. Perché non ti cerchi qualche miliardaria, risolveresti tutti i nostri problemi. Tanto esteticamente sei decente...Mi va bene anche se è un uomo. Se sei gay sono fatti tuoi, basta che sei felice e accompagnato da uno ricco.

GABRIELE: Grazie.

TIZIANA: Prego… per il resto, in entrambe i casi, ti basterà soccombere a ogni sua decisione, basta che trovi qualcuno che ti mantiene. Altro non mi pari capace di fare.

PIETRO:   Come la fai facile. A me andrebbe bene anche una di quelle vecchiette che si sentono sole e sono pronte a lasciarti una vita di risparmi in cambio di qualche notte “di vita”. Ecco, potrei fare il toy-boy. Vanno di moda… perché non c’ho pensato prima? (AL TELFONO) Irina? Annulla tutto con Zuckerberg, chiama Demi Moore e digli che sono interessato a tutto quello che vuole.

TIZIANA:  Oh, ma stai zitto tu e metti giù quel cavolo di telefono! Te ne vai in giro con una che si chiama Felicia e che dagli amici si fa chiamare "er biella". L'unica cosa di femminile che ha sono le tette. Ah sì, anche la vestaglia che le ho comprato io per il suo compleanno perché tu non sapevi cosa regalarle...Non sono sicura che non sia un travestito riuscito male.

PIETRO: Peccato che poi l'abbia usata al posto della tuta di lavoro… E’ un segno di stima, no? Le piace così tanto che non vuole separarsene. Ma poi non sembra un travestito! Come sei limitata, uno deve anche guardare le qualità interiori di una persona.

GABRIELE: Certo, che da una che fa il meccanico...

PIETRO: Siete penosi... Non avete proprio l'idea di che significa guardare oltre il proprio naso!

GABRIELE: Hum...mi sa che sei tu che non guardi oltre il naso di lei, ma ti fermi molto prima! (ALLUDENDO AD UN SENO PROSPEROSO)

PIETRO: Tutta invidia!

(SUONA IL CAMPANELLO)


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TIZIANA: (AGITATA) Oddio, sono quelli della "Immobiliare Anonima"... (A PIETRO) Non sta bene che sia io ad andare a aprire la porta, quindi vai tu!

PIETRO:   Non mi va.

TIZIANA:(GLI DA UNO SCAPPELLOTTO) Di corsa! (PIETRO VA AD APRIRE) Allora, non stiamo a fare la sceneggiata e cerchiamo di tenere il contegno che ci compete! (SI SIEDE IMPETTITA)

(PIETRO SPALANCA LA PORTA, TUTTI SCOPPIANO A PIANGERE COME IN UNA TIPICA SCENEGGIATA NAPOLETANA)

PIETRO:(CON VOCE ROTTA) Prego, signori, oltrepassate la soglia di casa di tre poveri disgraziati e abbiate pietà del loro misero futuro!

(ENTRA FELICIA CON ADDOSSO ANCORA I VESTITI DELL'OFFICINA SPORCHI DI GRASSO. IN TASCA HA UN NUMERO CIVICO E SULLA SPALLA POGGIATA, UNA MARMITTA.UNA RAGAZZA CARINA MA POCO CURATA E PIUTTOSTO BURINA)

FELICIA:   'a Piè...ma che te sei impazzito?!

(TUTTI TORNANO NORMALI)

PIETRO:   Felicia! Amore mio!!Ma come ti è saltato in mente di venire proprio stamattina. Te l’avevo detto che sarebbe stata una mattinata difficile. Con tutto il da fare che hai in officina, poi…

FELICIA:    (POSA LA MARMITTA SU UN MOBILE VICINO ALLA PORTA OPPOSTA ALL’INGRESSO) Me so presa ‘na giornata de permesso per venivve a dà ‘na mano cor trasloco… dù braccia forti fanno sempre comodo, no? Ah Pietrì, tiè ‘sto numero, s’è staccato dar muro quando ho sonato er campanello. Certo che fate proprio bene ad annavvene da ‘sta catapecchia, che è proprio ‘na fetenzia. Era ora che cambiavate casa. Finalmente aria nòva, te ce voleva proprio Tizià.

TIZIANA:  Trasloco? Cambiare casa?

FELICE:      Bella secca come so felice de vedette più rilassata! C’hai un viso che pare tutto novo! (LE DA UNA PACCA SU UNA SPALLA E RIMANE UNA MANATA DI UNTO NERO SUL VESTITO). So felice per tutti voi! Quando Pietrino mio m’ha detto dell’eredità me so venuti i lucciconi all’occhi. Dico: “sta povera disgraziata becchinara ce ne aveva proprio abbisogna de ‘na casa nova!” E che te va a capità? Te crepa ‘no zio impaccato de sordi… Ma con questa che ce fate, la vennete o l’affittate? Pietruncolo ma se ce venissimo io e te? Convivemo come si usa oggi, dai? E poi se sposamo, eh, manganellino?

GABRIELE: (VERSO PIETRO) Ma che gli sei andata a raccontare?

(PAUSA, I TRE FISSANO FELICIA)


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FELICIA:  Manganellì, ma perché me guardate tutti come se stessi a dì un botto de strunzate?

TIZIANA: Perché è così Felicia mia… Forse ti renderai finalmente conto di chi stai frequentando.

FELICIA: In che senzo?

GABRIELE: Nel “senzo” che manganellino, come lo chiami te, t’ha preso per i fondelli. In primis questa non è casa nostra ma siamo in affitto e non paghiamo da tre mesi. Siamo poveri, cara mia. In canna.

FELICIA: (VERSO PIETRO) …e io che me credevo de avè truvato lo principe azzurro!

TIZIANA: S’è scolorito, mi spiace. Per adesso fa lo principe disoccupato. Ma all’officine non vi serve una lavamacchine? Quello che porta i caffè?


PIETRO:


Ahò calma! Io non faccio il lavamacchine di nessuno, so laureato.


FELICIA:


(SI SIEDE) Oddio so stata raggirata come Diana co’ Carlo. Mi assetto un momento che me sento da svenì.


PIETRO:


Ce mancava la metalmeccanica sensibile.


FELICE:


(SCATTA SU) Che voi dì che so burina?... Guarda che io sò ‘na ragazzetta raffinata e pulita e c’ho pure er diploma de manicurè! Tanto io che so diplomata, lavoro. Te che sei laureato, no! Stai tanto a fa er complicato: Alexandru, er gommista dell’officina, a lu paese suo ce n’ha tre de lauree e qua sta a montà i penneumatici. Ahò l’avessi sentito da lamentà mezza vorta. A ‘sto paese nun manca er lavoro, manca la voglia de lavorà!


PIETRO:    Ha parlato la statista… e ‘sto diploma fammi capire, dove l’hai preso?

Te l’hanno dato con l’ovetto kinder?

FELICIA:   No, no… l’ho pagato!

PIETRO: (SI FA UNA RISATA) Allora è un’altra cosa…

FELICIA:  (SI INALBERA) Ahò mò ve tiro la marmitta della signora Gnocchetti… non me fate girà le balle, eh!

TIZIANA:                 Ecco! L’avevo detto che era un uomo. (A PIETRO) Allora sei gay!

GABRIELE: Calma, buoni… ragazzi cerchiamo di stare con i piedi per terra e di ragionare sulla situazione, vedrete che ne usciamo fuori. Le persone che stanno per arrivare, non ci conoscono, non le abbiamo mai viste e questo gioca a nostro vantaggio. (COMINCIA A CAMMINARE SUL PALCO) Noi fino a tre mesi fa, abbiamo sempre pagato regolarmente l’affitto e questo gioca a nostro favore, quindi potremmo semplicemente cadere dalle nuvole e dire, per esempio, che non c’è mai arrivata nessuna comunicazione e di non conoscere il motivo dello sfratto! Tra l’altro non abbiamo una persona fisica come locatario ma


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un’agenzia e si sa che le agenzie fanno confusione, scambiano le cartelle. Ho trovato, ecco l’idea, il coup de théâtre. Ci fingeremo dei nobili!

TIZIANA:  Lo sapevo che uno dei due prima o poi mi dava di testa…

GABRIELE: Dai, dai, non abbiamo niente da perdere. Organizziamoci: Tizzy tira fuori il vestito da matrimonio.

TIZIANA:  (DANDOSI UN CONTEGNO DAVANTI A FELICIA) Quale dici?

PIETRO:   (IMITANDOLA) “Quale dici?”… da dieci anni a questa parte ai matrimoni ci presentiamo sempre allo stesso modo. Le tue amiche non ti chiedono cosa ti metti per delicatezza.

TIZIANA:  Odioso.

GABRIELE: Ah, tira fuori quel vecchio vestito di carnevale.

TIZIAVA:   Quale dici?

PIETRO:    (C.S.) “Quale dici?” Da anni a Carnevale ci vestiamo sempre allo stesso modo… il vestito da cameriera ce lo siamo passati a turno!

FELICIA:   Io non l’ho mai messo.

GABRIELE: Ottimo, quest’anno tocca a te! Sarai la nostra cameriera, la nostra “chambermaid”.

TIZIANA:  Ma come parli oggi?

GABRIELE: … Come vi ho detto dobbiamo fingersi dei nobili decaduti e annoiati, di quelli pieni di soldi, tutti ben nascosti nei nostri conti in Lussemburgo. Basterà lamentarsi del governo, dire frasi del tipo “non c’è più la servitù di una volta”, avere la puzza sotto il naso insomma.

TIZIANA:  Ah questo mi riesci bene, ci lavoro con la puzza sotto il naso.

FELICIA:  (FA PER ANDARSENE) No, no, mi spiace ma io in questa recita non voglio entrarci, non c’entro un tubo.

GABRIELE: Come non c’entri? Non fai parte della famiglia tu? E mio fratello?

Fallo per amor suo, non lo ami più?

FELICIA:   Mmmm…. Mò che ho scoperto che è povero, non lo so più!

PIETRO:                Beh, complimenti, alla faccia della sincerità.

GABRIELE:Su, su non perdiamo tempo, discuterete un’altra volta. L’appuntamento è tra pochi minuti. Quanti sono a venire?

PIETRO:   Due, un uomo e una donna.

GABRIELE: Bene dai prepariamoci… Tiziana i vestiti!!


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TIZIANA:   (IN CONFUSIONE) Ah sì, sì. (A GABRIELE) Tieni tu mettiti questo

(PRENDE IL COMPLETO DALLA SEDIA E LO LANCIA A GABRIELE).

GABRIELE: Grande! Un completo da uomo, nuovo di pacca. Ma dove l’hai preso? E con quali soldi soprattutto…

TIZIANA: Non è nuovo e non l’ho comprato. E’ del sig. Pizio. Gli dovevo rifare un’asola. Tanto lo seppelliscono domani e se rimane in mutande un altro giorno non gli cambia nulla. E’ della tua taglia, dovrebbe starti.

(GABRIELE E’ INORRIDITO MA NON PROFERISCE PAROLA).

Piuttosto il completo di Pietro dove sta? Non mi ricordo mai dove lo metto.

PIETRO: Lo so io… vieni. (ESCONO)

GABRIELE: Vi seguo, ci vogliono dei bagagli per far vinta che ce ne stiamo per andare.

FELICIA: Ahò ve n’annate tutti. E io che faccio?

GABRIELE: Resta qui e pensa. Cerca di impersonarti nella parte della cameriera. Non hai detto che hai fatto teatro una volta?

FELICIA:   No, non proprio… in realtà era un filmino a luci rosse con Gianni, il macellaio all’angolo, sta su iutubbe se vòi! Te do il linke?

GABRIELE: Come non detto, non voglio saperlo! (ESCE)

(FELICIA RIMANE SOLA IN SCENA. SI GUARDA INTORNO E COMINCIA A “FARE LE PROVE” PER LA PARTE CON DELLE MOSSE PER LEI DEL TUTTO INNATURALI, COME PER IMITARE UNA CLASSE SCONOSCIUTA. POCO DOPO RIENTRA GABRIELE CON DELLE VALIGIE IN MANO CHE POSA VICINO ALLA PORTA DI INGRESSO).

GABRIELE: Guarda che le cameriere mica fanno tutte quelle mosse lì.

FELICIA:  Zitto, che me sto a impersonà. Io so ‘na cameriera de alta classe, mica ‘na sguarona de Tor de’ Cenci.

GABRIELE: Sarà, ma io una cameriera d’alta classe che dice “sguarona” non l’ho mai vista.

FELICIA: Perché sei limitato. C’è sempre ‘na prima vorta.

GABRIELE: Va beh, vai di là che ti cerca Tiziana col vestito.

FELICIA:  Oh, la contessa mi anela? Mi accingo, subitanea. (ESCE CON FALSO PORTAMENTO, DANDO UNA SPALLATA A PIETRO CHE FINISCE PER TERRA, VESTITO DI TUTTO PUNTO).

PIETRO: Ahó, m’hai sradicato ‘na spalla.


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FELICIA: Sono mortificata e deprecabile. Mi prostro a sua signoria. (FA UN INCHINO AD UN PIETRO STUPITO ED ESCE).

PIETRO: (SI ALZA) Ahó è già entrata nella parte. Allora è vero che ha fatto teatro!

GABRIELE: Non indagherei oltre.

PIETRO:   Ahó ‘sto piano tuo m’ha galvanizzato. Spiegami meglio nei dettagli.

(NEL DIALOGO CHE SEGUE GABRIELE SI SPOGLIA DEL PIGIAMA E SI RIVESTE CON IL VESTITO IMBUSTATO.)

GABRIELE: Se va tutto come penso vedrai che risolveremo i nostri problemi. Abbiamo due lauree? E’ ora di farle fruttare. Tu mi dirai che la mia laurea in sociologia e la tua in bioedilizia c’entrano come i cavoli a merenda e infatti è così. Ciò che importa non è il pezzo di carta appeso alla parete, capisci? Ma gli sforzi che tutti e due abbiamo fatto per arrivarci. Soprattutto Tiziana che senza di lei non sarebbe andati da nessuna parte. Ingegno, inventiva, fantasia e faccia tosta. Questo è quello che ci vuole ora. E questo è quello di cui abbiamo sempre avuto bisogno; viviamo in un paese dove il merito non conta ma, appunto, conta essere al punto giusto, al momento giusto e fare la faccia giusta.

PIETRO:   Troppi giusti.

GABRIELE:… quindi: tu sarai un nobile spiantato e annoiato, felice di lasciare questa catapecchia per recarti nella tua villa fuori Roma. Tu, io e la contessa nostra sorella. E la cameriera. Vedrai che se se la bevono non ci lasceranno andare tanto facilmente.

PIETRO:   Controlleranno il nostro conto in banca, faranno due più due, non ci vorrà molto a capire che c’è l’inganno.

GABRIELE:         Bugia, per bugia. Scusa ma cosa abbiamo da perdere? Diremo

che siamo messi così perché nostro padre era un boss della mala e la finanza c’ha bloccato i conti Svizzeri, anzi in Lussemburgo. Ho saputo che i ricchi “chic” mettono i miliardi in Lussemburgo perché in Svizzera fa tanto “cafone”. E’ plausibilissimo. Essere inquisiti è un must tra i ricchi.

FELICIA:  (F.S.) Ah Piè…viè ‘nattimo! Non me s’allaccia er corsetto, co’ ste du tettone!

PIETRO: Come disse il poeta: “Più è strano, più sembra plausibile”. (ESCE) (SUONA IL CAMPANELLO, ESCE TIZIANA CON MEZZO VESTITO) TIZIANA: Cavoletti, sono già qui!

GABRIELE:           (LA RISPINGE FUORI) Finisci di vestirti, ci penso io qui… Mi

raccomando, calma e fermezza!


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(RISUONA IL CAMPANELLO. GABRIELE SI DA UNA ULTIMA SISTEMATA E VA AD APRIRE LA PORTA DI INGRESSO. POCO DOPO RIENTRA SEGUITO DA ROBERTA).

GABRIELE: (VERSO IL F.S.) Prego, prego, si accomodi. Scusi sa ma la servitù al giorno d’oggi è quella che è. E’ inammissibile che sia stato proprio io a venirle ad aprire la porta, ma tant’è…

ROBERTA: (F.S.) Si può?

GABRIELE: (SI ACCORGE CHE ROBERTA NON L’HA SEGUITO) Oh ma che sciocco! L’ho abbandonata lì sulla soglia…entri pure, la prego.

(ENTRA ROBERTA, UNA BELLA RAGAZZA BIONDA, RISERVATA E BEN VESTITA. HA UNO SPICCATO ACCENTO STRANIERO MA PARLA UN BUON ITALIANO)

La mia casa è la sua casa! Ancora per poco in realtà, poi sarà esclusivamente sua.

ROBERTA: (GLI DA LA MANO) Buongiorno, io sono Roberta.

GABRIELE:Può dirlo forte! È proprio un bel giorno e spero lo sia anche per lei. Vuole accomodarsi sul divano? La prego di scusarci ma come può notare stiamo sistemando le ultime cose. (SOSPIRA) Ah, non vediamo l’ora di trasferirci in una zona più consona al nostro lignaggio. Siamo sempre stati fuori dagli schemi, sa? Potevamo scegliere Prati, Parioli, l’Olgiata? Ma no… è tra i poveri che si apprezza la ricchezza.

ROBERTA:          Cambiate casa?

GABRIELE: (CON UNA RISATINA) Oh, che signorina simpatica e sarcastica. “Il sarcasmo è il linguaggio del diavolo: per questo da molto tempo vi ho praticamente rinunciato”.

ROBERTA: Eh?

GABRIELE: Ma la vedo sola. E il suo compagno dove l’ha lasciato?

ROBERTA: Per questo sono qui. Ci eravamo dati appuntamento per questa mattina, ma è stato tanto tempo fa, chissà se se n’è ricordato.

GABRIELE: Oh. Addirittura tanto tempo fa; avete una lista così lunga? Non mi stupisce, con la fame che stanno facendo gli italiani. Arriverà subito vedrà. Quando si tratta di casi come il nostro, siete sempre puntualissimi.

ROBERTA: In verità sono in ritardo di un’ora buona. Ma ho faticato a trovare la vostra abitazione, sapete non c’è più il numero civico fuori. Ho fatto il giro dell’isolato quattro volte.


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GABRIELE: Oh mi spiace. Si è caduto stamattina. Un segno forse? Come vede non mi sbaglio a dire che questa casa è un relitto e che siamo noi a volercene andare! Quindi immagino che anche il suo collega abbia avuto problemi a trovare l’abitazione.

ROBERTA: Non lo chiamerei proprio collega…vede noi siamo qualcosa di più.

GABRIELE: Oh.

ROBERTA: E’ mio marito.

GABRIELE: Oh.

ROBERTO: Infatti non credo sia il numero il problema. Cioè è casa sua, saprà pure dove si trova…solo che l’appuntamento ce lo siamo dati ben sei mesi fa.

GABRIELE: Addirittura! Quasi peggio della lista d’attesa del servizio sanitario nazionale. Comunque quello che lei asserisce non è del tutto vero. La casa è anche sua, però lei non lo sapeva dove si trovava. Mica potete conoscere tutte le ubicazioni dei vostri patrimoni immobiliari.

ROBERTA: Ma la casa non è mia!

GABRIELE: Sicuramente è più sua che mia, guardi!

ROBERTA: (SALTA IN PIEDI)Ma…ma… allora già sai tutta la storia?

GABRIELE: Direi che in questa casa non si parla d’altro. Cioè, solo perché, nevvero, noi nobili parliamo sempre delle stesse cose. Così, sa, tutto fa notizia.

ROBERTA: (PARLANDO PIU’ A SE CHE A GABRIELE) Non dovevo aspettare sei mesi. Non dovevo rimanere in America per così tanto tempo. Senza neanche un recapito telefonico, una mail, per contattarlo. Solo questo indirizzo per venire a saldare il mio…debito d’amore.

GABRIELE: Non lo chiamerei proprio debito d’amore. Suvvia, va bene vivere una casa con cura, affetto. E’ un debito come tanti. In Italia i debiti non ci mancano proprio, sa?

ROBERTA:          (SI ACCASCIA IN LACRIME) Basta!!...sono disperata!

GABRIELE:(E’ CONFUSO) Se è disperata lei, figuriamoci noi. Comunque non mi pare il caso di drammatizzare tanto un ritardo di lavoro. Arriverà, sarà qui a minuti.

ROBERTA:            Ma cosa sta dicendo, io non la capisco. Lei non capisce, in gioco

c’è una famiglia rovinata!!!


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GABRIELE:(VA IN CUCINA E PRENDE UNO SCOTTEX DA DARE ALLA RAGAZZA) Tenga, non faccia così. Mi perdoni, i fazzoletti in raso li abbiamo già fatti portare via dalla ditta di trasporti. Io ho capito quello che dice e capisco che il vostro, in certe occasioni, non è un bel mestiere. E sono felice di notare che ci sono professionisti che empatizzano tanto con i loro clienti. Voglio assicurarla che noi non siamo affatto rovinati. Anzi siamo felici di andarcene a vivere sotto un pon…hem…per strad…cioè in quelle straordinarie ville appena fuori città.

ROBERTA:Ma è la mia famiglia ad essere rovinata! Vede, io mi sono perdutamente innamorata di lui.

GABRIELE:Bhe si, se l’è sposato…generalmente è una “conditio sine qua non”. Quello che è sbagliato invece è che non ci si dovrebbe innamorare sul lavoro.

ROBERTA:Ma non è che lavoriamo proprio insieme. Anzi. Ci siamo conosciuti ad un simposio per la bioedilizia che si è tenuto sei mesi fa a Bologna ed è scoccata subito la scintilla. Dopo due settimane di fidanzamento, le più belle della mia vita, ci siamo sposati in municipio. E’ stato facile, sono di origini italiane e ho la doppia cittadinanza.

GABRIELE:         Accidenti non avete perso tempo.

ROBERTA:Infatti, sono una che quando sa quello che vuole, va dritta al punto. Purtroppo sono stata costretta a ripartire per l’America al fine di sistemare le faccende relative al mio precedente matrimonio, per vendere la casa. Voglio trasferirmi qui e vivere con lui.

GABRIELE:Ho capito. Cioè non ho capito niente. C’è una cosa curiosa però. Quel simposio sulla bioedilizia. C’era andato anche mio fratello Pietro, proprio sei mesi fa. Ma non credo che vi siate conosciuti, chissà la gente che c’era.

ROBERTA:          Certo che l’ho conosciuto. E’ lui mio marito!

GABRIELE:           Ma dai, com’è piccolo il mondo. (SI RENDE CONTO) Che cosa?!

Pietro si è sposato?!

ROBERTA:Perché fa tanto lo stupito? Stiamo parlando da venti minuti di questa cosa…

GABRIELE:Cioè mio fratello Pietro Motelli si è sposato al simposio per la bioedilizia di Bologna?

ROBERTA:Ma no! In municipio! Vuole stare attento quando parlo?! Io credevo che lei sapesse tutto. (RISCOPPIA IN LACRIME) Come sono sfortunata!!

(GABRIELE STRAPPA UNA DECINA DI SCOTTEX E GLIELI DA)

GABRIELE:Tranquilla, tranquilla… per carità qua le cose si mettono peggio del previsto.


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ROBERTA:          (TRA LE LACRIME) Che errore che è stato!

GABRIELE:(TRA SE DOPO UNA PAUSA) Ma certo, un errore. E’ questo l’errore a cui devo rimediare. Quindi si tratta di Pietro, non di me. (VERSO L’ALTO) Del resto nessuno ha detto che si tratta di un errore mio!!

(ROBERTA GUARDA ANCHE LEI VERSO L’ALTO, PERPLESSA)

TIZIANA:  (ENTRA, ORA VESTITA CON UN TUBINO GIALLO CANARINO, UN CAPPELLO VISTOSO E UN LUNGO BOCCHINO DA CUI ASPIRA AMPIE BOCCATE DI FUMO, PUR NON SAPENDO FUMARE) Oh!! (TOSSISCE) Vedo che è arrivata, finalmente! Si è fatta attendere.

GABRIELE:(RIMANE PER UN MOMENTO IMPIETRITO A GUARDARE TIZIANA) Su su, signorina, guardi su!! Ora guardi giù… niente da fare si è incastrata sotto la palpebra. Andiamo alla toilette a sistemare le lenti a contatto!! (A TIZIANA) Ha dei problemi poverina, gli si è incastrata una lente sotto una palpebra e le lacrimano gli occhi.

TIZIANA:  Cara come la capisco. Io ho risolto con un intervento di chirurgia refrattiva Intra-Lasik, molto costoso.

GABRIELE:         Interessantissimo, Pietro dov’è?

TIZIANA:  Il Conte Pietro, suo fratello, nonché anche mio, è nell’altra stanza… con la cameriera.

GABRIELE:         Quale cameriera?

TIZIANA:  (AMMICCANDO) Ma sì, no? Quella cameriera indonesiana che abbiamo salvato dalla strada, perché siamo una famiglia caritatevole.

GABRIELE:Oh. Beh, sé è in bagno non rischierò di incontrarlo. La porto nel bagno patronale, contessa. (ESCE CON ROBERTA)

TIZIANA:  (VERSO FUORI)Uno, ce n’è!

(NON APPENA GABRIELE E’ USCITO SUONA IL CAMPANELLO. TIZIANA RIMANE UN MOMENTO INTERDETTA, POI VA AD APRIRE A SX, RIENTRANDO SUBITO)

TIZIANA:   Mi scusi, sa… Non so che fine abbia fatto Felicidad, la nostra domestica indonesiana. Non si trova più la servitù di una volta, se non fosse che è una così cara ragazza, abbandonata e povera.

(ENTRA SILVANO DI FILATO. VESTITO IN SCURO, PORTA UNA VALIGETTA IN TINTA. UN GIOVANOTTO ANTIPATICO E CON LA PUZZA SOTTO IL NASO. PIENO DI SE ED ARROGANTE. MA IL SUO COMPORTAMENTO SMENTISCE UN’AMBIGUITA’ E UNA FRAGILITA’ DI FONDO)


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SILVANO: Buongiorno! Sono Silvano Grirari dell’”Immobiliare Anonima S.r.l.”. Sono qui per sbrigare quell’incresciosa faccenda di cui lei sarà senz’altro al corrente, quindi non perdiamoci in convenevoli e cominciamo subito con l’inventario per l’asta giudiziaria. (APRE LA VALIGETTA SUL TAVOLO E COMINCIA A TIRAR FUORI CARTE).

TIZIANA:  Meno male che è arrivato!... Mi ha fatto aspettare, sa? E io non amo aspettare. Non vediamo l’ora di lasciare questo tugurio in cui siamo stati costretti a vivere per così tanto tempo.

SILVANO: Signora, io so solo che sono tre mesi che non pagate l’affitto del cosiddetto “tugurio”.

TIZIANA:   Giovanotto… suppongo che la vostra ditta abbia fatto degli accertamenti approfonditi e abbia scoperto che i nostri conti in Lussemburgo siano momentaneamente bloccati a causa di disdicevoli ambiguità procedurali, e di altre faccende privatissime, di cui non intento metterla a conoscenza. Dal suo sguardo arguisco che cade dal pero, come si dice nel volgo, per cui sono tentata a dubitare subitanea della vostra serietà giacché sto dubitando della sua educazione da quando ha messo piedi qui dentro. Oltretutto una ditta più competente e sensibile alle problematiche economiche di questo paese avrebbe certamente permesso un leggero ritardo.

SILVANO: Senta le chiacchiere stanno a zero. Avete o no i soldi per pagare tutti gli arretrati?

TIZIANA:  Oh, ma come si permette?! Screanzato! Trattare così una signora.

SILVANO; Dov’è?

TIZIANA:  Oh!!

SILVANO: Senta le conosco quelle come lei. Inutile insistere, non sono nato ieri.

TIZIANA:  Bifolco! La sua collega mi è sembrata di gran lunga più sensibile.

SILVANO: Ah è arrivata?

(ENTRA FELICIA)

FELICIA:   Che due gran cojoni Tizià, non se trova un cazz… (SI BLOCCA VEDENDO SILVANO) Oh, acciderbolina, volevo dire…ma dove sarà ubicata la…

SILVANO: Ma non era indonesiana?

TIZIANA:  Signor Grirari, lei conosce Felicidad? E’ qui in Italia da molto tempo. Ma preferisce alloggiare a Tor Pagnotta!!

FELICIA:  (OSTENTANDO UNO SPAGNOLO-INDIANO) Jo soi Felicidad, buona figheira…

SILVANO: (SBRIGATIVO) Va beh, tanto piacere. Dicevamo dov’è la mia collega?


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FELICIA:   Esta arrivadad?

TIZIANA:   Si, sarà perché è donna ma non porta più di mezz’ora di ritardo come lei, signor Grirari!

FELICIA:  (SBOTTA A RIDERE) Grirari! Che razza de cognome, sembra la marca de ‘n grattaformaggi. (TIZIANA LE DA UNA GOMITATA)

TIZIANA:  Non ci faccia caso, Felicitad o parla indonesiano o burino. La ragazza voleva dare ad intendere che il suo è un cognome curioso. Ma non distraiamoci, perché è arrivato in ritardo stamattina?

SILVANO: Non sono affatto tenuto a darle una spiegazione ma siccome c’è un gentiluomo in questa stanza…

TIZIANA:  (INTERROMPE) Uh? Dove?

SILVANO: …siccome sono un gentiluomo glielo dirò. Ho avuto difficoltà a trovare l’abitazione. Non c’è il numero civico fuori.

TIZIANA:  Infatti è caduto stamattina. (LO PRENDE DA DOVE LO HA LASCIATO FELICIA, VICINO ALLA MARMITTA) Lo prenda, glielo metto nella valigetta, sarà testimonianza delle precarie condizioni di questo pseudo appartamento.

SILVANO: (NOTANDO LA MARMITTA SUL MOBILE) Scusate ma questa cos’è?

FELICIA:   E’ ‘na ma..

TIZIANA:   Una magnifica opera d’arte! Non la riconosce. E’ del famoso Omar Zofoy, è stata anche esposta al Guggenheim Museum.

SILVANO: “Sembra” tanto una marmitta.

TIZIANA:   Perché lei di arte moderna non ne capisce nulla. Questa è “Nubi al mattino”, un rappresentazione allegorica del consumismo di massa e degli sconvolgimenti dell’effetto serra sul pianeta terra.

SILVANO: Oh (OSSERVA LA MARMITTA PERPLESSO).

TIZIANA:  Non la tocchi, vale una fortuna.

FELICIA:  (A TIZIANA)Penza quannò je spiegherò alla signora Gnocchetti che se ritrova sotto ar cofano…

TIZIANA:  Ma torniamo a questioni più terrene, non credo che l’arte faccia per lei.

Parliamo di questo appartamento.

FELICIA:   E dire che er conte Pietro s’è decisos a combrajo esto apartamentos…

TIZIANA:  Che?! Ah sì, sì. Come fai a saperlo, doveva essere una sorpresa per il tuo compleanno. Sa, siamo affezionati ai nostri domestici.

SILVANO: Ma davvero? Otto anni che abitate in questa casa e solo ora vi decidete a comprarla? Se l’aveste presa subito, vi sarebbe costata meno.


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TIZIANA:   Il prezzo per noi non è un problema… volevamo essere sicuri che fosse un luogo perfetto per… per risollevare le sorti…sociali… della nostra Felicidad…Vero cara?

FELICIA:  Boh.

TIZIANA:  Comunque Fely non ci fare più la bocca, ci trasferiamo tutti fuori città. Certo la casa sarà più grande e avremo bisogno di prendere altri domestici. Non vogliamo che la nostra Felicidad si stanchi troppo. La vuoi una colf, cara?

FELICIA:  No, non li porto.

TIZIANA:  Non è un amore?

SILVANO: (COMINCIA A NON ESSERE PIU’ SICURO) Beh ma non sarete più in centro!

TIZIANA:  Abbiamo già fatto questa considerazione. Mio fratello, il conte Pietro, ha già preso contatti con una ditta che noleggia velivoli, elicotteri.

SILVANO: (DIVERTITO) L’elicottero?! E dove lo parcheggiate?

TIZIANA:  Dove? Hem… io di questi tecnicismi non mi occupo, guardi.

FELICIA:   Naturalmente sull’attico del palazzo, no?

TIZIANA:  Si, il problema dei parcheggi, che noia.

(SILVANO COMINCIA AD IMBOCCARE MA NON DEL TUTTO)

SILVANO: Tutto questo va bene, ma torniamo ai nostri affari hem…contessa. I documenti della casa ce li ha?

TIZIANA:  Mi sembra di averli veduti nel secretaire olandese bombato e intarsiato in bois de Rose, settecentesco, un regalo della regina in persona, nell’altra camera. Mi pare fosse sotto quelli dell’American House…Fel vai tu a prenderli?

FELICIA:  Ma so quelli nel comodino Ikea?

SILVANO: (SCATTA) L’American?! L’American House, l’agenzia di immobili americana quotata in borsa?

TIZIANA:  Si quella… abbiamo deciso di fare il salto verso servizi più competenti.

Non c’è ancora niente di concluso, siamo in piena trattativa.

SILVANO: Sul prezzo…

TIZIANA:  Oh, ma lei è fissato. Non è quello il problema. Che uomo venale. Oggi una villa a meno di ottocentomila non la trovi. Le discussioni sono sulla piscina: Olimpionica, venticinque metri, a cuore…

(ENTRA PIETRO VESTITO DI TUTTO PUNTO)

PIETRO:   Eccomi qua, buongiorno.


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TIZIANA:    Oh pete, sei qui… (A SILVANO, DI CORSA) Signor Grignaghi ho l’onore di presentarla il conte Pietro Motelli in Daffardognolo Montese Prevalchi di Lago D’aosta, la cui famiglia è iscritta al libro d’oro della nobiltà italiana e nell’elenco ufficiale con il titolo di “nobilissimo” e insigno del titolo di “baronetto” e predicato di S.Barbone. (FIATO) Con regio assenso del sette gennaio milleottocentosei, ottenne il titolo di…

PIETRO:   (LA INTERROMPE, TENDE LA MANO) Pietro piacere. Suvvia non tediamo il nostro ospite con i convenevoli.

SILVANO: La famiglia al completo.

TIZIANA:   Non ancora, manca ancora l’altro conte mio fratello che è alla toilette con la sua collega.

PIETRO: E’ arrivata? Ci siamo tutti allora.

SILVANO: Scusi ma che ci fa la mia collega con il conte suo fratello nella toilette.

TIZIANA:  No, niente di torbido guardi. Mio fratello non è proprio tipo da… insomma… comunque era solo un problema di lenti a contatto.

SILVANO: Che strano, anni che ci lavoro e non mi ero acconto che le portasse.

Eppure l’ho guardata così tante volte negli occhi.

(TIZIANA, FELICIA E PIETRO SI SCAMBIANO UNO SGUARDO)

TIZIANA:   Pietro caro, per cortesia… accompagnami a prendere le carte per questo signore. Non vedo l’ora di concludere questa faccenda.

PIETRO: Fatti accompagnare dalla domestica portoghese. (TIZIANA E FELICIA SBIANCANO) SILVANO: Ma non era indonesiana?

FELICIA:  (DA UNA SBERLA A PIETRO) Come te osas chiamara a me portogheses. Je suì Indo-europea-torpagnottese.

TIZIANA:   Si vede che non ti occupi tu dalla servitù! Anni che Fel è con noi e non sai neanche da dove viene! Andiamo Fely. Ignoralo, hai il permesso.

FELICIA:  Si, padrona.

TIZIANA:  (RIDENDO SI AVVIA VERSO L’USCITA SEGUITA DA FELICIA)

Suvvia… non serve che mi chiami “padrona”… anche “oh, mia signora” va benissimo.

FELICIA:   ‘me cojoni! (ESCONO)

PIETRO:   Non è colorita? Fa folklore. Comunque è vero, non mi occupo io delle maestranze… eh, non c’è più la servitù di una volta!

SILVANO: Ho sempre trovato la nobiltà piuttosto noiosa sa. E annoiata. Dite tutti le stesse cose, fate tutti le stesse facce.


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PIETRO:   Prego?

SILVANO: Niente, lasci perdere… anche questa storia dell’elicottero per non avere il problema del parcheggio. E’ totalmente assurda.

PIETRO:    L’elicottero, eh…

SILVANO.:Per lei non è assurda?

PIETRO:   (RIDE) Guardi abbiamo più difficoltà con il sottomarino.

SILVANO: (CON ALTRO TONO) Lei si fa gioco di me, e ha ragione. Sono un omuncolo senza personalità, uno sciapo. Scusi, scusi…è che a volte mi faccio prendere dalla malinconia. E’ che io non parlo e invece dovrei farlo, dovrei dire tutto quello che sento dentro e… oddio scusi ancora. In ogni modo non sarà la villa da ottocentomila a farmi cambiare idea.

PIETRO:   Se lo dice lei.

SILVANO: Esono persino pronto a fare un’offerta migliore di quella dell’American House.

PIETRO:    L’american… house. (PIETRO COMINCIA A SUBODORARE L’INGANNO) Oh, certo. Si. Ma non credo che potrà fare mai di meglio. E quanto sarebbe questa offerta?

SILVANO: (VA VERSO LA VALIGETTA A PRENDERE DEI DEPLIANT)

Possiamo vedere subito delle qualcosa insieme se desidera. Ho giusto per le mani un villino a Santa Marinella che è una meraviglia.

PIETRO:    Santa Marinella?!

SILVANO: Troppo plebeo, vero?Ha ragione, allora dobbiamo spostarci in Sardegna. Ho un isoletta, molto esclusiva ed…isolata appunto che è una meraviglia. Ha una sabbietta rosa bellissima.

PIETRO:    Quanto?

SILVANO: Beh non meno di due milioni.

PIETRO:    Hum… (SI SIEDE) Mi sento niente bene…

SILVANO: Suvvia, cosa vuole che sia. Avete un sottomarino, c’è un mare per parcheggiare tutto vostro. Non sono disposto a scendere di un centesimo. Incluso nel prezzo c’è anche il custode dell’isola con la sua baracca.

GABRIELE: (ENTRA DA DESTRA) Bonjour Monsieur. Oh conte Pietro, ben ritrovato. L’avevo perduta nei meandri dell’appartamento.

SILVANO: Ma sono tre vani più un bagno…

GABRIELE:Oh vedo che hai fatto già amicizia con il signore. Perché non me lo presenti?


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PIETRO:    E’ tutto tuo… non è proprio alla mia altezza. Conte fratello le presento il signor… grin…gric..grigrirrrrr…(SI INCANTA)

SILVANO: Mi chiamo Silvano Grirari

GABRIELE: (CON UN CALCIO SBLOCCA PIETRO) Non ci faccia caso, è bipolare. Ma è più buono del pane. (TENDE LA MANO) Piacere, sono Gabriele Motelli, conte.

SILVANO: (CONTRACCAMBIA IL SALUTO) Sono qui per conto dell’”Immobiliare Anonima”.

GABRIELE: Oh, sì. Ero stato messo al corrente dalla domestica della sua venuta ma non mi aveva saputo dire il suo nome. Non l’ha capito probabilmente, la scusi è straniera, nigeriana.

SILVANO: Ma era indonesiana.

GABRIELE: (PAUSA) Ah!

PIETRO:   Ecco, l’ha fatto di nuovo. Dice un sacco di bugie, si vergogna delle sue origini. Forse perché nel suo paese di nascita era l’unica bianca. Chissà.

GABRIELE: Poverina, che pena.

SILVANO: Senta, ho saputo che è arrivata la mia collega, vorrei vederla, posso?

Dov’è?

GABRIELE: Non è qui. Cioè non in questa stanza…. È in bagno… mia cognata,

è in bagno.

SILVANO: (STUPITO) Liliana è sua cognata?!

PIETRO:   Davvero?!

GABRIELE: No! Cioè sì…tu zitto che poi facciamo i conti… non proprio, da poco ecco.

SILVANO: Senta qui ci sono delle cose che non mi tornano e mi pare che lei abbia del tempo da perdere. Il bagno è da quella parte? (FA PER AVVIARSI).

GABRIELE: Fermo là! Non può andare in bagno… potrebbe perdersi.

SILVANO: Ci sono tre porte oltre quella, due camere e un bagno. Non penso di perdermi in un disimpegno di due metri quadri.

PIETRO: Accidenti che pignolo, si è studiato la piantina prima di venire?

SILVANO: Sempre! Sono uno preciso sul lavoro.

GABRIELE: Maniacale direi. Guardi non è quello… mi mette in imbarazzo, la sua collega non può riceverla perché è…è…

PIETRO:    Nuda!


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SILVANO: Ma se aveva un problema con una lente a contatto.

GABRIELE: Infatti!! Gli è scivolata una lente a contatto nella maglietta, poi da lì

ècaduta ed è finita nel decolleté, poi ancora più giù, ha fatto lo slalom tra i due…cosi…insomma e più giù ancora, non la finiva di camminare.

Era una lente indemoniata, guardi. Man mano la signora, in preda ad una crisi isterica, si è spogliata completamente, strappandosi praticamente gli abiti di dosso. Alla fine, finalmente, ha placcato la lente e l’ha domata.

PIETRO:    Sapesse dove si era ficcata!

SILVANO: Perché c’era pure lei?

PIETRO:    No, no… ma sono notizie che fanno il volo velocemente.

SILVANO: (A GABRIELE) E lei invece… l’ha vista?!

GABRIELE: Magari…volevo dire, no, no! L’ho immaginata. Volevo dire che l’ho vista si e no, di traverso mentre… ero preso ad acchiappare al volo i vestiti che la signora lanciava in aria in piena isteria.

SILVANO: (GRIDANDO) Basta. Voglio la mia collega!! Liliana, Liliana, dove sei?!

Cosa ti stanno facendo!!

(DALLE CAMERE ENTRANO FELICIA E TIZIANA TRAFELATE. TIZIANA PORTA DELLE CARTE)

TIZIANA:  Santo cielo santissimo e incoronato, ma cosa sono queste urla?! Che succede?

SILVANO: Voglio la mia collega! L’avete sequestrata!

TIZIANA:  Uuuhh che melodrammatico il signor Grirari! Come se noi fossimo persone che nascondono le cose!

SILVANO: Infatti!

TIZIANA:  Comunque la sua collega non l’ho trovato ma ho altresì trovato questi documenti. Non sono sicura di aver preso quelli giusti, però.

SILVANO: (SGARBATO)Dia qua! (PRENDE LE CARTE DA TIZIANA E COMINCIA AD ESAMINARLE)

TIZIANA:  Va l’avevo detto cari miei che bisognava sistemare le carte. Sia quelle

dell’Immobiliare Anonima, che quelle dell’American House…(STRIZZA L’OCCHIO AI DUE)

GABRIELE: L’American…House?

TIZIANA:  Ma si, no? La Villa da ottocento che abbiamo acquistato appena fuori Roma… quella spaziosa, areata…

GABRIELE: Detta così non sembra neanche vera!

FELICIA:   A me è piaciuta appena l’ho vista! Es Fantasmagoricas!


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TIZIANA:  Se non te ne ricordi è normale, non hai trattato tu quella compravendita.

PIETRO:    Sarà… ma la solita villa. A me l’idea dell’isoletta in Sardegna piaceva di più, però.

TIZIANA:    L’isola…

SILVANO: Manca l’allegato D6 comma 5-74. Dov’è?

TIZIANA:   Gli allegati, sono tutti di là, ce n’erano talmente tanti che ho deciso di disinteressarmene. Mi segua così lo cerca lei e facciamo prima. (USCENDO) Magari se avremo fortuna troveremo anche la sua collega.

PIETRO:   Sommersa dagli allegati. Vengo anche io in caso ci fosse da scavare.

FELICIA:   Allora mi aggrego. Due braccia forti, fanno comodo vè?

(I QUATTRO ESCONO IN CAMERA. GABRIELE SI ACCERTA CHE SIANO USCITI TUTTI E POI CORRE VERSO IL BAGNO DAL QUALE STA USCENDO ROBERTA)


ROBERTA:


Eccomi, scusi il ritardo ne ho approfittato per rifarmi il trucco.


GABRIELE:


Ha fatto benissimo, ma sta bene anche così.


ROBERTA:


Ero diventata peggio di un santone indiano.


(ENTRA FELICIA DI CORSA INTERROMPENDO I DUE)

FELICIA:   A’ Gabriè…(SI ACCORGE DI ROBERTA) Volevo dire, Conte Motelli, i signori, l’altro conte, la marchesa e quel tipo lì, l’atte…l’arre…l’attenderessero nell’altra stanza. Ahò piacere, so Felicia, ‘a nurse.

ROBERTA:          Salve, Roberta Johansonn, agente immobiliare.

(GABRIELE E’ STUPITISSIMO)

FELICIA:   ‘Nartra? Gabriè è giornata eh! Tutti qua dentro finiscono. (PAUSA) Senta conte, sono giunta ad annunziarle che la marchesa anelerebbe alle scartoffie, di polverosa memoria, relative all’onerosa pigione di questa bicocca. (GABRIELE E’ SOPRAPPENSIERO E NON L’ASCOLTA.GLI DA UNA PACCA) Ahò! Ma me stai a sentì?

GABRIELE: Ma che modi! Felicia, non c’è nessuna marchesa qui dentro, solo una contessa.

FELICIA:   beh io so proletaria, per me sete tutti uguali.

GABRIELE: Le carte sono nel comò, ultimo cassetto in basso. Sotto i mutandoni di Pietro.

FELICIA:        Allora gli dico di mettersi i guanti, prima di prenderle. (ESCE)


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GABRIELE: Anche tu sei un agente immobiliare, è una coincidenza incredibile.

Proprio stamattina sono venuti quelli della Immobiliare Anonima srl.

ROBERTA: L’Immobiliare Anonima?! E’ incredibile sì. Qui in Italia sono i nostri concorrenti più agguerriti…e sleali. Quando ci sono loro di mezzo, la gente finisce per strada.

GABRIELE: Eh!

ROBERTA: (FA UNA PAUSA, FACENDO LUNGHI PASSI PER LA SCENA)

Avanti dimmi tutto. E’ chiaro che qui dentro c’è qualcosa che non va. Avevo fatto finta di niente, ma ora che mi hai detto che c’entrano quelle arpie, ne ho subito dedotto che siete messi malissimo. Dimmi la verità.

GABRIELE: (SI SIEDE, SCONFORTATO) La verità è che siamo alla rovina. Mia sorella è l’unica che porta uno stipendio e oltretutto da un lavoro…discutibile.

ROBERTA: (FRAINTENDE) Oh povera...e voi glielo lasciate fare?!

GABRIELE: E cos’altro possiamo fare se non sostenerla moralmente?

ROBERTA: E quelli della Immobiliare stanno per prendersi tutto vero? Avvoltoi.

GABRIELE: Più o meno. Stiamo cercando di allungare i tempi, di confonderli. Ci siamo finti dei nobili e ci sono anche caduti. Siamo riusciti ad abbindolarli ma non so per quanto. Ora credono che abbiamo comprato una casa fuori città e indovina da chi? Da voi, L’American House!

ROBERTA: E’ una coincidenza davvero incredibile, giusto loro potevano bersi una cavolata simile. Sono caimani, dove vedono soldi non capiscono più niente. Ormai è una questione di principio: il destino mi ha condotto qui e non posso più andare via.

GABRIELE: Ma lascia perdere! Questa casa, noi e Pietro. Guarda la situazione

èdiversa  da  ciò  che  credi.  Specialmente  Pietro.  Lui  è…un

Dongiovanni!

ROBERTA: Oddio! Vuoi dire che ha un’altra?! (GABRIELE E’ MUTO) Beh, dev’essere una che regge il paragone, altrimenti è un gran stupido.

GABRIELE: L’hai detto!

ROBERTA: Oddio. Che cos’ha questa donna che io non ho! Sono innamorati?

GABRIELE: Nulla!! Non ha studiato, non ha soldi, è bruttina e lavora come meccanico! La frase più dolce che gli riesce è “Amò, ‘nnamo a fasse ‘na partita a carcetto!”

ROBERTA: (SI SIEDE AFFIANCO A GABRIELE) Non lo so…


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GABRIELE: L’hai detto tu poco fa. Sono innamorati e non importa come sono fuori o che cosa hanno. Si amano e basta. Da voi non è la stessa cosa?

ROBERTA: (DI SCATTO) Non capisci. In America i matrimoni funzionano diversamente.

GABRIELE: Eh, lo conosco il vostro concetto di matrimonio.

ROBERTA: Sono così confusa… ma in fondo credo tu abbia ragione. Anche se lo amo, devo stare vicino alla mia famiglia, ai miei figli. Devo dimostrare di essere un’ottima imprenditrice, una buona madre e una moglie devota. (SI ALZA) Dirò a Pietro che è meglio lasciarci, divorziare e tornare alle nostre rispettive vite. (GUARDA L’OROLOGIO) Ho immediato bisogno di fare una telefonata. Devo chiamare un socio d’affari… in privato.

GABRIELE: Vieni di là. C’è un angolo della casa tranquillo.

(I DUE ESCONO A SX. NEL MENTRE PIETRO ENTRA A DX)

PIETRO: Felicia? Felicia!

TIZIANA: (ENTRANDO CON SILVANO E FELICIA) Se lo faccia dire, lei è veramente un mentecatto e un bruto!

SILVANO: Mi spiace che non condivide i miei metodi, ma sto facendo solo il mio mestiere, che le piaccia o no! Qui le carte sono tutte in disordine, non solo mancano le ricevute dell’affitto dei tre mesi, ma risulta esserci un solo coinquilino e non tre! Potrei farvi cacciare su due piedi!

TIZIANA:  Ma come osa?! Lei non sa con chi sto parlando!

PIETRO:   Cara trovo del tutto inutile sprecare le nostre energie con questa gente. Chiamo gli avvocati e faccio sbrigare questa faccenda a loro. (PRENDE IL TELEFONO FINTO) Irina? Ciao cara. Oh, ti è piaciuto il viaggio in toscana. Ne sono felice. (A SILVANO SOTTOVOCE) E’ la mia segretaria, ogni tanto le faccio qualche regalino. (A IRINA) Per favore tesoro puoi chiamare lo studio Michele&Michele di Provenzano? Si quelli della Puglia, affiliati alla sacra corona unita. No uno dei due Michele è ancora a piede libero. Mi fai telefonare per favore? Sì, ho per le mani un fatto veramente increscioso che necessità di una risoluzione definitiva. Non “epilazione” definitiva, risoluzione!! (A SILVANO) Non è italiana, a volte non capisce.

SILVANO: (INTIMORITO) Aspetti parliamone.

PIETRO:    Cara sospendi tutto, forse ci sono delle evoluzioni.(ATTACCA)Dica?


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SILVANO: Io voglio trovare un accordo con tutti voi, ma non sono io che decido. E’ la mia collega. E’ lei che ha la responsabilità di tutto, lo dica al suo amico Michele. Sentite, so che è arrivata e ho bisogno di parlarle. Se non la cercate voi, la cercherò io. Non credo ci voglia un’intera mattinata per sistemare una lente a contatto, anche se fosse nuda e messa a testa in giù!

TIZIANA:  Oh, che depravato.

FELICIA:  Io ho fatto anche di peggio.

GABRIELE: (RIENTRA DA DX) Scusate ho sentito i vostri discorsi. La signorina ha finalmente sistemato la lente. Ora sta telefonando in America.

TIZIANA:   (SBOTTA) Cosa?! A quest’ora in America con la tariffa che… (SI RIPRENDE) Va bene che noi telefoniamo in tutto il mondo, tutti i giorni, a tutte le ore. Siamo azionisti Telecom, sa?

SILVANO: (SI AVVIA) Da quella parte ha detto?

GABRIELE: (LO BLOCCA) Ho che stava facendo una telefonata, non ho mai detto che fosse una chiamata di lavoro. Anzi ora che mi penso mi era sembrata molto privata, non so se mi capisce. Con l’interlocutore parlava in modo assai confidenziale.

SILVANO; Come?!

GABRIELE: Con sospiri…lamenti…languori sotto pelle.

TIZIANA:  Al mio telefono?!

SILVANA: Questo non è possibile, sono anni che ci lavoro insieme e non mi ha mai confidato nulla!

FELICIA:   Ma che je fregava de venillo a raccontà a lui.

TIZIANA:  La cameriera intendeva dire che lei non è il tipo di persona che ispira fiducia.

PIETRO:    …e la cosa non mi stupisce.

SILVANO: Ah davvero la pensa così? (SI RABBUIA) Voi non capite cosa significa questo per me.

TIZIANA:  No e non credo che interessi a nessuno.

GABRIELE: A me interessa!

TIZIANA:  Ma che c’entri te con la vita sessuale del signor Grignarelli?

SILVANO: Chi ha parlato di sesso?

GABRIELE: Ognuno c’entra un po’ con la vita del prossimo. (VERSO L’ALTO) Giusto?


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SILVANO: (SI SIEDE) Questo significa che per tutto questo tempo mi ha preso in giro, mi ha tenuto in sospeso come si fa con un conto corrente in mora.(RISOLUTO) Bene, vorrà dire che tornerò sulle mie posizioni. Devo solo trovare un modo per farla finita, per vendicarmi.

PIETRO:   Si, la faccia arrabbiare moltissimo. Rinvii il nostro sfratto, sono certo che la prenderà malissimo.

SILVANO: No, troppo banale. So io cosa fare, ora metto tutto nero su bianco, ecco! Mi serve una camera libera, devo stare da solo.

FELICIA:   Venga l’accompagnassi io. C’è la camera da letto che al momento non è occupata. Lasciamo la nobiltà a parlamentare.

(FELICIA E SILVANO ESCONO. APPENA USCITI, I TRE SCOPPIANO A PARLARE UNO SULL’ALTRO)

GABRIELE:(URLA) Silenzio!! (TUTTI AMMUTOLISCONO) E’ successo un casino! Ho la “vaga” sensazione che la situazione ci sia sfuggita di mano.

TIZIANA:  Ce ne siamo accorti!

PIETRO:   Per quanto tempo ancora pensi che reggerà la pagliacciata dei nobili con il sottomarino parcheggiato nell’isoletta sarda?

TIZIANA:   Io credo sia del tutto inutile… finora se la sono bevuta ma non può andare avanti ancora a lungo. Prima o poi lo capiranno sia lui che la sua collega.

PIETRO:   A proposito, ne sento parlare da ore ma ancora non l’ho vista e non capisco perché.

GABRIELE:(A PIETRO) Ecco, meglio che non la incontri. Lasciamo perdere, con te poi facciamo un discorsetto.

TIZIANA:  Perché fai il misterioso?...c’è qualcosa che devo sapere?

GABRIELE:Fidati, è qualcosa che non “vuoi” sapere! Altrimenti commetti un fraticidio.

PIETRO:    Perché dovrebbe ammazzarti?

GABRIELE:         No, ammazza te!

SILVANO: (RIENTRA CON UNA LETTERA IN MANO CHE INFILA NELLA GIACCA) Bene, sono molto soddisfatto di me! Ho fatto ciò che andava fatto! Se vi consola sappiate che non siete gli unici sfortunati, disgraziati, abietti e derelitti di questo mondo!

PIETRO:    Ci consola molto.

SILVANO: Adesso sono pronto, posso vedere la mia collega?

PIE-GAB-TIZ:    No!


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SILVANO: Ma perché?!

(SUONA IL CAMPANELLO, PAUSA TUTTI SI GUARDANO.)

TIZIANA:  (A PIETRO) Chi è?

PIETRO:    (A GABRIELE) Chi è?

GABRIELE:         (A SILVANO) Chi è?

SILVANO: Rispondere, no?

GABRIELE:Dev’essere senz’altro il fattorino. La ditta di traslochi. L’avevamo chiamata per venire a prendere i bagagli, no?

PIETRO:    Come lei immagina, noi non possiamo abbassarci al lavoro manuale.

TIZIANA:  Voi di certo, no!

(ENTRA DALL’INGRESSO LILIANA, LA VERA COLLEGA. UNA DONNA TUTTA DI UN PEZZO, MA MOLTO VANESIA E CREDULONA. HA DEI GROSSI OCCHIALI E PORTA CON SE UNA VALIGETTA. SI ATTEGGIA IN MODO CIVETTUOLO.)

SILVANO: Eccoti finalmente!

LILIANA:   Buongiorno, di là c’è una donna che mi ha…

GABRIELE:         Ah il fattorino senz’altro.

SILVANO: Ce ne hai messo di tempo, eh! Una lunga telefonata…

LILIANA:   Si è stata una faticaccia, ho chiama…(SI INTERROMPE) Ma come hai a sapere che ho fatto una telefonata?

SILVANO: E’ una telefonata che ha fatto molto rumore.

LILIANA:   Ho strillato tanto? Non me ne sono accorta. Vero che è stata estenuante, alla fine ero tutta sudata.

SILVANO: Basta!! Smettila di torturarmi. So tutto. Inutile continuare a fingere.

GABRIELE:         (PRENDE  LILIANA  PER  UN  BRACCIO  COME  SE  GIA’  LA

CONOSCESSE) Ma adesso è di nuovo con noi…signora?

LILIANA:   Liliana, Liliana Fermoni. Scusate se non mi sono presentata.

(TENDE LA MANO A GABRIELE, CHE LA GIRA A PIETRO DIETRO DI LUI)

GABRIELE:Ci mancherebbe, sono imperdonabile io che ancora non le ho presentato mio fratello, il conte Pietro Motelli e questa (VERSO TIZIANA) è la contessa, mia sorella Tiziana.

TIZIANA:   (D’UN FIATO) …in Daffardognolo Montese Prevalchi di Lago D’aosta, la cui famiglia è iscritta al libro d’oro della nobiltà italiana e nell’elenco ufficiale con il titolo di “nobilissima” e insigna del titolo di “contessa” e predicato di S.Barbone. (FIATO) Con regio assenso del sette gennaio milleottocentosei, ottenne il titolo di…


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PIETRO:   Basta così, non pavoneggiamoci cara.

TIZIANA:  Lietissima.

LILIANA:   (ABBINDOLATA DAI GRANDI NOMI) Molto, molto lieta… (A GABRIELE) E lei è?

GABRIELE:           Suvvia, lei mi offende. Già non si ricorda più il mio nome? Eppure

ci siamo conosciuti una mezz’oretta fa.

LILIANA:   Io e lei?!

GABRIELE:Per dovere di ospite mi ripresento, Conte Gabriele Motelli, per servirla.

LILIANA:   (VA A METTERSI VICINO A SILVANO) Mi perdoni, davvero. Una mattinata piena di impegni, sto perdendo i colpi. Una famiglia di nobili accidenti. Come mai Silvano non eravamo al corrente dei titoli dei signori?

SILVANO: Saranno nobili da poco.

LILIANA:   E questi bagagli cosa sono?... Non vorrete dirmi che ve ne andate?

TIZIANA:  Purtroppo si, cara. Come dicevano al suo collega qui, piuttosto scortese invero, abbiamo deciso di trasferirci altrove poiché, per un banalissimo intoppo burocratico, siamo stati trattati in modo scandaloso dalla vostra agenzia. Le voglio confidare che sto pensando di scrivere un libro su questa esperienza ai limiti del sovraumano. Pietro, caro, puoi contattare Irina e dirle di prendere appuntamento con la casa editrice?

PIETRO:   Certo my dear, appena rientra dalle terme, stamattina l’abbiamo disturbata oltre ogni umanità.

LILIANA:   (FA UNA RISATINA IPOCRITA) Ma…ma no…cosa mi raccontate mai? Il mio collega ha una gran voglia di scherzare…e soprattutto lui non decide niente!

SILVANO: Ma io veramente…

(LILIANA GLI PESTA UN PIEDE CON IL TACCO)

LILIANA:   Vero che stavi scherzando?! (A PARTE) Dopo mi spieghi che ti è saltato in testa, rincitrullito. Non lo sai che i nobili sono distratti per natura?

SILVANO: (SALTANDO SU UN PIEDE) Io, io… Adesso basta! Anche deriso sul lavoro, non ne posso più di questo atteggiamento da parte tua. Tu mi stai facendo del mobbing metrosessuale!

TUTTI:         Eh?


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SILVANO: Non mi interessa più nulla, di te, dell’Immobiliare Anonima e dei Motelli. Tieni, ho finalmente capito qual è il mio posto.(GLI DA LA LETTERA CHE LILIANA METTE NELLA GIACCA)

LILIANA:   Che cos’è?

SILVANA: Una lettera… privata. Adesso puoi passare tutto il tempo che vuoi nei tuoi siparietti erotico-telefonici, io non ne voglio sapere nulla. Lì c’è scritto tutto. Addio!

(LILIANA RIMANE SENZA PAROLE) PIETRO: Scusate ma noi avremmo da fare.

LILIANA:   Si, ecco, ci sono stati dei nuovi eventi. (A SILVANO) Tu ora non vai da nessuna parte. Ne riparleremo in separata sede. Spiegami perché questi signori stanno per lasciare un nostro immobile.

TIZIANA:  Oh, non posso credere alle mie orecchie cinte di diamanti. Mandano del personale che non è neanche preparato e informato.

LILIANA:     No, no… io so tutto… (GUARDA SILVANO IN RICHIESTA DI AIUTO. E’ VICINO ALLA MARMITTA DI FELICIA) Ma questa…cos’è?

SILVANO: E’ un’opera d’arte non lo vedi?

LILIANA:   Vieni qui  ad illustrarmela.

SILVANO: (SI AVVICINA) E’ arte moderna. “Nuvole al tramonto”.

TIZIANA:  “Nubi al mattino”.

SILVANO: Si insomma, una rappresentazione allegorica del consumismo di massa e degli sconvolgimenti dell’effetto serra sul pianeta terra.

LILIANA:   (A PARTE, LO PRENDE PER IL COLLETTO) Aiutami ora e ti giuro che non ti faccio licenziare in tronco.

SILVANO: (SOTTOVOCE) Qui la situazione è strana, c’è di mezzo la sacra corona unita!

LILIANA:   (VERSO GLI ALTRI) Oh, è meravigliosa. Un momento di tragica contemporaneità urbana. Oh, voi siete delle persone sensibili e raffinate. Mi spiace molto per quanto vi è successo.

SILVANO: La signora Fermoni per delicatezza non vuole farvi rivangare quei brutti eventi a cui siete stati sottoposti.

GABRIELE: Che donna meravigliosa, che animo nobile.

TIZIANA:  (TIRA FUORI UN FAZZOLETTO E INSCENA UN PIANO) Grazie, ma il solo ricordare quei momenti… fa male… il conto bloccato in Lussemburgo.

GAB+PIE: (COME TIZIANA) Il conto bloccato!!

TIZIANA:  Il fermo delle nostre proprietà immobiliari.


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GAB+PIE: (C.S.) Le nostre proprietà!!

TIZIANA:  Il rapimento dei nostri figli.

GAB+PIE: I nostri figl…cosa?!

PIETRO:   Oddio è vero!! (DA UNO SCHIAFFO A GABRIELE) Smettila di fingere che non sia mai successo!! (GLI DA UN ALTRO SCHIAFFO) Smettila di fingere di non ricordare!! Il dolore è sempre vivo in noi!!

GABRIELE: (TOCCANDOSI LA FACCIA) E’ vivo sì!

LILIANA:   (COMMOSSA) Ma è terribile. Ma avete avvisato le autorità? Perché non si sa nulla?

TIZIANA:   No!! Le autorità non devono essere avvisate. E’ stata una conditio sine qua non affinché le nostre creature rimangano in vita. (SIINGINOCCHIA) La prego!! Non dica nulla!!

LILIANA:   (PIANGE) Oddio!! No, cara, no!

SILVANO: Scusate, ma io avevo capito che avevate il conto bloccato perché eravate inquisiti.

PIE+GAB: Anche!!

LILIANA:   Silvano, ma non vedi come soffrono. Come hai potuto mettere in dubbio? Hai un cuore di pietra.

SILVANO:  Ma chi sono i genitori dei bambini?

TIZIANA:  (A TERRA, ALLA NAPOLETANA) Io sono la madre, non lo vede il mio dolore?!

LILIANA:   E il padre? Lo sfortunato padre, chi è?

(I TRE SONO INTERDETTI SU COSA DIRE. TIZIANA GUARDA PIETRO IN RICHIESTA DI AIUTO)

SILVANO: (FRAINTENDE LO SGUARDO) E’ lei?

PIETRO:    Più o meno…

SILVANO: Ma siete fratelli.

LILIANA:   (SCANDALIZZATA) Santo cielo, ma è incesto!! (A SILVANO) Ho sentito dire che si usa tra i nobili, per mantenere il sangue puro!

GABRELE: Ma no, no, ha capito male. Noi siamo nobili dissidenti. Pietro è entrato nella nostra famiglia dopo… è stato acquisito, per la grazie di nostro padre che l’ha tolto dalla strada e l’ha messo sotto la sua ala protettrice, nel nome della casata Motelli in Daffardognolo Montese Prevalchi di Lago D’aosta. Sant’uomo! (PRENDE LA FACCIA DI PIETRO) Non lo vede questo viso che ha sofferto, questi occhi grigi e incupiti? Queste rughe in anticipo sui tempi, marchio di un dolore passato e mai sopito?


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PIETRO:   Questo è davvero troppo!

GABRIELE:Si è davvero un brutto momento ma dobbiamo affrontarlo insieme.

TIZIANA:   Soprattutto in sintonia fra noi. Per esempio, Pietro, non vedo la cameriera da un po’… vai a vedere cosa sta combinando. (A LILIANA) Non vorremmo facesse qualche sciocchezza è molto depressa.

PIETRO:   Si è meglio che vada da lei a consolarla. Sapete, sta soffrendo molto per tutto questo dolore che anche voi e la vostra agenzia avete portato in questa casa. Soffre di turbe ansioso-depressive.

LILIANA:   Che povera disgraziata.

PIETRO:   Vado ad assolvere al sacramento della confessione. (ESCE)

LILIANA:     (A TIZIANA)E’ un’anima pia e devota, suo marito.(A SILVANO) Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per aiutare questa gente. Dimostriamo che l’Immobiliare Anonima sa prendersi cura dei suoi clienti e non è una agenzia meschina e materialista come ci dipingono.

SILVANO: Il mese scorso abbiamo sgomberato un orfanotrofio.

LILIANA:   Smettila, non ricordarmi quei momenti drammatici. Fammi pensare.

(SI TOGLIE GLI OCCHIALI E PULISCE LE LENTI).

SILVANO: Ah. Vedo che hai tolto le lenti.

LILIANA:   (CREDENDO SI RIFERISCA AGLI OCCHIALI)

Si, per pulirle.

SILVANO: Questo è un altro fatto che non capisco; perché nascondermelo?

Perché non mi hai detto che le portavi?

LILIANA:   Hanno una montatura che le vedrebbe anche un ceco al buio.

SILVANO: Non sto parlando degli occhiali ma delle lenti a contatto, quelle che ti sei tolta nel bagno con il conte Gabriele.

LILIANA:   Io!?

SILVANO: Si…e poi siccome ti si erano perse nel vestito, questo almeno è quello che volete darmi a credere, ti sei anche spogliata per cercarle, dimenandoti e lanciano i tuoi vestiti per la toilette.

GABRIELE: Oh, si…è stata una scena veramente… fantastica.

TIZIANA:  Sì, si!

SILVANO: E’ andata esattamente in questo modo.

GABRIELE: Per non parlare di quello che è successo dopo!

LILIANA:   Oddio, cosa?


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SILVANO: E’ vero! La telefonata porno. Ma su quella è meglio stendere un velo pietoso.

(PAUSA. LILIANA SI GUARDA INTORNO)

LILIANA:   (SI SIEDE LENTAMENTE) Io… credo di non stare… bene.

TIZIANA:  Cara, siamo stati noi a turbarla oltremodo?

LILIANA:   Il fatto è che da quando sono entrata qui, ci sono stati tanti di quegli avvenimenti… tutti molto turbanti. Ho fatto tutte queste cose?

SILVANO: Con più testimoni!

LILIANA:   Silvano ma…io sono io?

SILVANO: E’ andata. Per noi si è fatto il momento di levare le tende. (FA ALZARE LILIANA).

LILIANA:   Contessa, non si preoccupi per la sua dimora. Ha tutto il tempo per sistemare il suo… problemino. Comunque, appena tornerò in me, la richiamerò personalmente.

GABRIELE: Ma certo. Solo una cosa, una quisquilia. La prego, non faccia parola con i media, la stampa. E’ probabile che la tampineranno. Per cui si nasconda e, anzi, non esca proprio di casa.

LILIANA:   Oddio! No!

SILVANO: Ci sono io a proteggerti non ti preoccupare. Arrivederci allora. Cara, finito questo affare ti prenderai una bella vacanza.

LILIANA:   Penso sia proprio il caso.

(QUANDOSTANNO PER USCIRE, RISPETTIVAMENTE DA DX E SX ENTRANO FELICIA E ROBERTA)

ROB.FEL. Eccomi qua!

(ROBERTA DEVE TROVARSI VICINO A SILVANO)

FELICIA:   Me c’è voluto un po’ ma alla fine je l’ho fatta a sistemà tutte ‘ste scartoffie. Mò è tutto ok… ammazza quanta gente. (A ROBERTA). Oh! Finalmente l’ha trovato il suo collega! C’aveva una faccia tanto spaurita.

(LILIANA SPAVENTATA GUARDA SILVANO)

SILVANO: Sì grazie, è tutto a posto.

LILIANA:   Io conosco questa donna?!

GABRIELE: Felicia, prima che tu dica altro. Il conte Pietro è venuto a farti visita?

FELICIA:   Ammazza! E sapessi che visita che m’ha fatto… sta ancora dellà che se sta a ripijà. Ce pia così, all’improvviso, servaggio.

ROBERTA:          Ma in che senso!! Pietro se la fa con una cameriera?


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GABRIELE:         Avete fatto sport da camera, ma che bravi!

FELICIA:  Ah, mò se chiama così.

TIZIANA:  (A ROBERTA) Ma chi è questa bella ragazza vestita in modo così…colorito.

ROBERTA:Colorito! Niente contro signora, eh. Ma non mi faccio dare lezioni di moda da una prostituta.

(REAZIONE GENERALE).

TIZIANA:  Ma come osa?! Chi le ha detto una cosa simile?

ROBERTA:          Lui! (INDICA GABRIELE)

GABRIELE:C’è stato un qui pro quo. La signora non è una prostituta e quest’altra è …è (RIFERITO A ROBERTA) il fattorino!

FELICIA:   E’ l’collega del signor Grigragro! E’ tutta la mattina che la va cercando.

SILVANO: Io non la conosco!

TIZIANA:  Dicono tutti così. E’ l’amante, è cosa certa. E’ lei la prostituta.

ROBERTA:          Io sono la maggior azionista dell’American House!

(STUPORE GENERALE)

FELICIA:   Questa non la sapevo.

TIZIANA:  Neanch’io.

ROBERTA:            Non mi stupisce che ci sia la confusione dilagante in questa casa.

Si vede subito che c’è di mezzo l’incompetenza dell’Immobiliare Anonima.

LILIANA:   (DA UNO SCHIAFFFO A SILVANO)

Come hai potuto farmi questo alle spalle, metterti con la concorrenza! Ecco come hanno fatto a soffiarci la villa da ottocentomila! Gliel’hai venduta tu vero? E quanto ci hai preso? Dillo!! E in più vengo a scoprire che hai una torbida relazione con questa donna dal vestiario equivoco.

SILVANO: Ma io non c’entro niente. Mi hanno detto che erano in trattativa.

TIZIANA:  Gli uomini. Tutti così, dicono.

LILIANA:   Riparleremo anche di questo, quando verrai a ritirare il tuo licenziamento. E non ti aspettare buona uscita o referenze. Non ne avrai. Andiamo adesso, lasciamo questa famiglia alle sue disgrazie.

FELICIA:  Che disgrazia, ahò, oddio che è successo?

LILIANA:   Lei fa tanto la saputella e non sa che hanno rapito i figli della sua datrice di lavoro?


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FELICIA:   Ma quali fiji?!

SILVANO: I figli della contessa con il conte Pietro, che non è un vero fratello ma un figlio acquisito.

FELICIA:   E tutto questo quando sarebbe successo?

ROBERTA:(A GABRIELE) Dimmi che non è vero che Pietro ha dei figli e se la fa con la sorellastra!

GABRIELA:“Sembra” così! Ma a volte le cose più inspiegabili hanno soluzioni molto semplici.

FELICIA:  (CHE HA INTUITO) Io invece credo di essermi aggiornata abbastanza. Solo una cosa mi rimane misteriosa.

TIZIANA:  Cioè?

FELICIA:   Ma alla maggiore azionista dell’American House che je frega de sapè se er conte Pietro è sposato, c’ha figli o … non so che altro!

ROBERTA:          Mi importa che si perché lui è…

GABRIELE:(INTERROMPE) E’ il beneficiario di un premio che l’American House mette a disposizione di chi compra una casa…e siccome il conte ha dei figlio, il premio sarà ancora più sostanzioso!

LILIANA:   Oh! Ma allora la casa l’hanno già comprata. Beh finché c’è guerra, fuoco ai cannoni!! Noi faremo un’offerta ancora più allettante e conveniente.

ROBERTA:E’ tutto da vedere. Vendete paccottiglia e la fate passare per extralusso. Le vostre case sono come il finto abito di Armani che indossa. Bufale da bancarella!

LILIANA:   Oh!! (LILIANA STRAMAZZA SUL DIVANO. SILVANO CORRE A SVENTOLARLA).

GABRIELE:         Che temperamento.

ROBERTA:Scusate… io non sono così. Ho bisogno di uscire, prendere un po’ d’aria. (ESCE)

LILIANA:   (DELIRANDO) Ditemelo, ditemi quanto ve l’ha messa…

SILVANO: (SVENTOLANDOLA) Torna in te, cara.

LILIANA:   Zitto, sciagurato! E’ un appartamento? Un loft? Piede-a-terre?

SILVANO: Una villa.

LILIANA:   Maledetto, fedifrago. Tu sapevi tutto! Cosa ti ho fatto, cosa?

SILVANO: Cara…

LILIANA:   Zitto!! Quanto?! Un milione? Uno e mezzo?

GABRIELE:         Trecentomila!


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LILIANA:   (URLA). E’ incredibile… sicuramente ci vanno in perdita. Lo fanno apposta è chiaro. Perché ci siamo di mezzo noi. Ma non mi perderò d’animo, faremo una proposta ancora migliore, ormai è una questione di principio!

SILVANO: Lily io non credo che…

LILIANA:   Silenzio!

GABRIELE:         Ha ragione, stia zitto lei.

LILIANA:   Oggi mi sono davvero resa conto di che belve si portano al guinzaglio, convinte di avere dei teneri cuccioli.

SILVANO: Non l’ho capita, ma leggi quella lettera che ti ho dato, credo che ti chiarirà tutto.

LILIANA:   (TIRA FUORI LA LETTERA) Questa che mi hai dato prima? E’ la tua lettera di licenziamento! Certo già sapevi tutto, vero? Avevi studiato tutto.

SILVANO: Non è la lettera di licenziamento. E’ una lettera… privata.

LILIANA:   Privata?... (PIU’ PIANO A SILVANO) Ti pare il momento di discutere di queste cose nostre, davanti a dei clienti?

SILVANO: Dai, fallo per me.

LILIANA:   E va bene. (AGLI ALTRI) Scusate un momentino. Devo leggere un importante documento di lavoro, è una perizia per un… locale in fase di demolizione!

TIZIANA:  Faccia pure.

(LILIANA VA IN PROSCENIO A LEGGERE LA LETTERA MENTRE GLI ALTRI CONTINUANO IL DIALOGO).

SILVANO: Vedrà che riuscirò a far rinsavire la mia collega. Lei è così, un po’ sulle sue, ma presto capirà cosa intendo. Ho fiducia in lei, che mi accetterà per come sono.

TIZIANA:  La prego faccia silenzio, cosa ha da blaterare che è stato appena licenziato.

SILVANO: Vedrà che non mi licenzierà nessuno.

(LILIANA BARCOLLANDO SI RIAVVICINA AL CENTRO, CHIUDENDO LA LETTERA. PER L’EMOZIONE SI ACCASCIA A TERRA, LASCIANDO LA LETTERA SUL PALCO)

TIZIANA:  Oh santi numi!

(TUTTI SOCCORRONO TIZIANA)

FELICIA:   (ALLARMATA) Presto, damoje ‘na mano, piamola a sberle.

GABRIELE:         Ma no, non serve. Sarà un giramento di testa.


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SILVANA: Lily cos’hai? Non mi far preoccupare. Oddio è morta?!

LILIANA:   Ma quale morta!! Ho avuto solo un giramento di testa. Ho bisogno di sdraiarmi un momento. Quella perizia, mi ha messo k.o.

TIZIANA:  Poveretta. Portiamola in camera da letto, mettiamola sdraiata.

GABRIELE:         Piano, piano.

(SILV SORREGGE LILIANA CON DIETRO TIZIANA E GABRIELE. I QUATTRO FANNO PER USCIRE A DX DA DOVE RIENTRA PIETRO)

PIETRO:    Ma che sta succedendo?

(ESCONO TUTTI TRANNE PIETRO E GABRIELE)

GABRIELE:La signora Liliana non si è sentita bene. Ha avuto uno svenimento. E io non sono stato capace di aiutarla, sono rimasto imbambolato come un ragazzino, accidenti!

PIETRO:   Eh che sarà mai! Mica sei un medico. E poi non stare a preoccuparti, vedrai che si riprenderà prestissimo. Con tutto quello che gli è successo! (RIDE) Devo ammettere che hai avuto proprio una bella trovata. E come la stai gestendo bene, quasi non ti riconosco.

GABRIELE:Ma se ne state inventando una più del diavolo! A proposito, dimmi un po’ tu… sei sicuro di non nascondermi niente?

PIETRO:   Che intendi? Riguardo cosa? Su che argomento?

GABRIELE:         Pensaci un attimo.

PIETRO:   Beh ti nascondo un sacco di cose. Ma lo faccio a fin di bene. Sei sempre così triste, preoccupato. Allora quando combino qualche guaio non te lo dico, così non ti rovino la giornata. Eh, che fratellone!!

GABRIELE:         Il nome Roberta ti dice niente?

PIETRO:     Hmmm… mi ricordo una pubblicità anni ’80. C’era questa tipa di spalle, con due chiappe che parlavano da sole, erano due marmi di Carrara.

GABRIELE:No, senti. Non ti sei chiesto come c’è finita l’American House in tutto questo?

PIETRO:    Ah quello è stato un vero colpo di genio, mi hai stupito! L’idea di mettere in concorrenza le due aziende, fantastico. Come t’è venuta?


GABRIELE:


Quindi sei sicuro di non nascondermi nessun segreto.


PIETRO:


Sicurissimo.


GABRIELE:         Assurdo, possibile che quella donna si sia inventata tutto? Sarà


una schizofrenica allora, una visionaria.

PIETRO:   Ma chi? Cosa avrebbe visionato?


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GABRIELE:Tu che ti sposavi con una tizia di nome Roberta che è la proprietaria dell’American House.

PIETRO:    Roberta è la proprietaria dell’American House?!

GABRIELE: Adesso ti uccido!

PIETRO:   Calma, calma. Posso spiegare tutto. Io ho si fatto una specie di matrimonio con una ragazza tempo fa, ma ho sempre pensato che si fosse trattato di uno scherzo, una candid camera, sai quelle cose lì. C’era questa ragazza bellissima che si innamorava di me e mi portava in municipio e mi sposava. Sembrava un sogno. Io sono stato allo scherzo, perché non poteva certo essersi davvero innamorata una così di uno come me. Mi sono detto, “vedrai che arrivo alla fine e mi danno anche un premio!” Le settimane successive sono stato attaccato alla televisione a vedere se lo mandavano, ma devono aver avuto problemi con il montaggio e devo averlo tagliato. Che peccato. Capita sai che fanno questi servizi e poi non se ne fa niente, pensa te i soldi che sprecano.

GABRIELE:Ma sei un imbecille!! (VERSO L’ALTO LAMENTANDOSI) Ma come si fa secondo voi?? Come dovrebbe fare un povero fratello così sfortunato, ma avete visto chi ho vicino?

PIETRO:    Adesso mi spaventi, con chi stai parlando?

GABRIELE:Tu ora mi prometti che la lascerai e farai in modo che se ne torni in America.

PIETRO:   Ma chi!?


GABRIELE:


La tua amica, Roberta!!


PIETRO:    Oddio, ma perché era tutto vero?

GABRIELE:Senti non stiamo a tergiversare più di tanto. Atteniamoci ai fatti. Ora tu ci parli e le spieghi che è stato tutto un errore, che se ne deve tornare dalla sua famiglia, perché tu sei un poco di buono.

PIETRO:   Non sono un poc..

GABRIELE:         Ora!!

PIETRO:   Non ho il numero!

GABRIELE:Cretino, non devi telefonarle. La tua amica è tutta la mattina che gira per la casa.

PIETRO:   Roberta è qui?! Dove? Devo vederla subito, hai presente il sedere delle pubblicità? Si vede che è un marchio di quelle che si chiamano Roberta.

GABRIELE:Prima di vederla devi giurare su di m… hum, su tua sorella Tiziana, che la convincerai a tornare in America.


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PIETRO:   Ma perché mai dovrei fare una cosa simile? Quella, oltre ad avere una gran bella carrozzeria, è anche una fonte di sostentamento economico! E ti pare che io con questa faccia, mi faccio scappare una così?

GABRIELE:Tu una con una carrozzeria vera ce l’hai già. Si chiama Felicia e ti vuole bene, razza di ipocrita.

PIETRO:    E’ la stessa Felicia che conosco io?

GABRIELE:         Ma dico tu hai sentimenti non ci pensi?

PIETRO:   (ACCONDISCENDENTE) Sai cosa, hai ragione, sono veramente una persona orribile, meno male che ho te che mi riporti sulla retta via. Farò quello che mi hai chiesto. Appena la vedrò, le dirò di tornarsene al suo paese.

GABRIELE:Bene, bravo. Non ti credevo così giudizioso. Vedi, non è difficile avere un po’ di sale in zucca. (VEDE LA LETTERA PER TERRA) Questa lettera è tua?

PIETRO:    Mai scritto una lettera in vita mia.

GABRIELE: Ah no, è della signora Liliana, le è caduta quando è svenuta. La mettiamo qui e gliela ridiamo dopo. (LA POSA VICINO ALLA MARMITTA)

(SUONA IL CAMPANELLO)

GABRIELE:         Eccola! E’ lei!

PIETRO:   Davvero?! (SI SISTEMA ALLA BENE E MEGLIO) Sono presentabile? Adesso, vai. Grazie per tutto quello che hai fatto ma preferisco affrontare questa cosa da solo.

GABRIELE:         Dai, rimango così..

PIETRO:    Sparisci!!

(DIMALINCUORE GABRIELE VIENE SCARAVENTATO FUORI DAL FRATELLO. POI PIETRO SI PASSA UNA MANO FRA I CAPELLI E VA AD APRIRE LA PORTA. NEL FRATTEMPO DALLA PLATEA, ZOMPETTANDO ARRIVA CUPIDO CHE VA PIAN PIANO A METTERSI IN SCENA NON VISTO DAI DUE)

ROBERTA:          Ho dimenticato la borsa. Con tutta quella confusione… Pietro è tornato?

PIETRO:                Si, è tornato.

ROBERTA:          (SALTA MA SUBITO SI RICOMPONE E MOSTRA ARIA INDIFFERENTE E DISTACCATA) Uh, guarda chi c’è. Mi pare di conoscerti, come mai da queste parti?

PIETRO:                E’ casa mia, ci abito. Tu piuttosto?


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ROBERTA:


Passavo di qua e mi sei giusto tornato in mente… così per sapere come stavi. Sai, devo subito tornare in America da mio marito e dai miei due bambini!


PIETRO:


Ah si? Beh non mi avevi detto di essere sposata.


ROBERTA:


Già, è così facile dimenticarsi di un matrimonio…


PIETRO:


Dici?


ROBERTA:


Basta prendere in considerazione il nostro caso.


PIETRO:


No cara mia, non è esatto. Io ho sempre creduto, e continuo a sostenerlo, che si trattasse di uno scherzo della tv. Pensa che ad un tratto ho anche scorso uno con una videocamera.


ROBERTO:


Era il fotografo che stava facendo il video. L’avevo chiamato io.


PIETRO:


Potevi dirlo! Tutti questi mesi con il dubbio sono stato!


ROBERTO:


Certo, perché una parte dall’America lasciando marito e figli, mettendo a rischio tutto della sua vita, compreso il lavoro, per sposarsi con un tizio che crede che sia tutta una candid camera!


(ILSEGUENTE DIALOGO E’ IN CRESCENDO. ALLA FINE I DUE SI TROVERANNO AL CENTRO. CUPIDO E’ ARRIVATO SUL PALCO E SI E’ SEDUTO SUL TAVOLO, MENTRE GIOCA CON L’ARCO).


PIETRO:


Non è che sul momento tu avessi spiegato tutti i retro scena, eh!


ROBERTA:


Di sicuro tu non li hai mai chiesti!


PIETRO:


Si vede che era logico che dovessi saperli!


ROBERTA:


E perché?


PIETRO:


Perché è normale che ci si preoccupi della vita affettiva del prossimo.


ROBERTA:


Ma va? Tu ti preoccupi della vita affettiva di qualcuno?


PIETRO:


Certo. Ehi, chi ti credi di essere. Piombi a casa mia dopo mesi e


ti metti a dire come devo o non devo vivere?

ROBERTA:Oh, scusa!! Avevo dimenticato che ci pensa la tua pseudo donna-meccanico a curare la tua disastrata vita privata.


PIETRO:


Ma tu che ne sai che neanche la conosci quella lì. Che ne puoi sapere della mia vita privata, dei guai che stiamo passando qui.


ROBERTA:            Io?! Che ne sai tu! Sono venuta pensando di trovare una persona


che mi amava e per cui ero disposta a rinunciare a tutto, a cui non ho smesso di pensare neanche un attimo tra le lacrime di questi mesi che ci hanno separato, in un mare di guai.


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PIETRO:


Scusa, pronto? Toc, toc. Ti sei accorta qui di che mare di guai stiamo parlando? E tu, allora? Neanche una telefonata per sapere dov’eri, che fine avevi fatto. E se ti amavo allora, chi ti dice che quel sentimento non sia rimasto immutato nel tempo? Ti pare facile a te essere un uomo, con tutti i limiti che mi trascino sulle spalle, ti pare possibile che io possa dire così facilmente “ti amo” ad una delle persone più speciali della mia vita, che hanno reso quei pochi giorni, il ricordo più bello della mia intera esistenza.


(ENTRA GABRIELE DA SX SUL FINIRE DEL MONOLOGO DI PIETRO.)

GABRIELE:         (VEDE CUPIDO) Cupido!! No!!

(CUPIDO SCOCCA LA FRECCIA TRA I DUE AL CENTRO, EFFETTO SONORO E DI LUCE)


ROBERTA:


Hai detto, “ti amo”?


PIETRO:


Detto e… fatto.


(I        DUE SI BACIANO AL CENTRO. DA DX RIENTRANO TUTTI CHE RIMANGONO ESTEREFATTI DI FRONTE ALLA SCENA. ALLA FINE FELICIA LANCIA UN URLO)


FELICIA:


(PRENDE LA MARMITTA SUL TAVOLO)


FELICIA:


Io l’ammazzo!!!


LILIANA:


Oddio, Nubi al mattino, no!!


(FELICIA INSEGUE PIETRO E ROBERTA, CHE FUGGONO SEGUITI DA TUTTI. AL CENTRO CUPIDO SE LA BALLA SUL TAVOLO. GABRIELE E’ IN FONDO DISPERATO. SU QUESTO SCENDE IL SIPARIO).

Fine I ATTO.


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II Atto

(SIPARIO. STESSA SCENA PRECEDENTE MA PIU’ ORDINATA. MANCANO LE VALIGIE E GLI SCATOLONI, LA MARMITTA NON C’E’ PIU’. AL CENTRO UN TAVOLO APPARECCHIATO DOVE STANNO PRANZANDO GABRIELE, TIZIANA E PIETRO. SUL MOBILETTO DI DESTRA, UN ANNOIATO CUPIDO PULISCE LE FRECCE DELL’ARCO)

TIZIANA:  Come erano gli avanzi del coniglio scrostato?

GAB:             Eccellenti…

PIETRO:   A me è toccato addirittura un ossicino con un pezzetto di carne attaccato.

GAB:            Fortunato!

TIZIANA:  Vedrete che le cose cambieranno. Devono cambiare!

PIETRO:    E sì che in galera si mangia almeno.

TIZIANA:  Non intendevo quello!

GAB:            Alla fine dei conti com’è che sei rimasta con l’immobiliare anonima?

TIZIANA:   Beh la signora Liliana se n’è andata piuttosto scossa, non ho ancora ben chiaro se per causa nostra o della lettera che le ha scritto quello strampalato del suo collega.

PIETRO:    Anche a voi è sembrato un po’ strano, vero?

GAB:            Noi invece gli saremo sembrati dei perfetti sani di mente… Potevamo invitarli a pranzo almeno.

TIZIANA:  Meno male che non te ne sei uscito con una cretinata simile! Chissà che lauto pranzo gli avrebbero offerto i conti Motelli! (SOLLEVA LA PIROFILA E LA FA RICADERE FRAGOROSAMENTE SULLA TAVOLA)

PIETRO:   A me comunque quel Silvano non me la racconta giusta. C’è qualcosa di oscuro in lui, non trovate? Sembra che abbia qualcosa di irrisolto, ecco.

TIZIANA:  Il bue che dice cornuto all’asino.

GAB:            Irrisolto dici? Forse potrei aiutarlo io a risolvere qualcosa.

PIETRO:   E tutte quelle storie per quella lettera. A proposito ma dov’è?

GAB:            Ancora dove l’ho lasciata. (INDICA IL PIANO DELLA CONSOLE) Ed

èprivata, non sta bene curiosare. PIETRO: Dai solo un’occhiatina! Voglio sapere.

GAB:            Senti, tu meno parli e meglio è!


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PIETRO:   Io?! Ma se sei tu che hai creato tutto ‘sto casino.

GAB:            L’ho fatto per voi!

TIZIANA:  Sentite! Non ho intenzione né di sentire né di vedere litigare nessuno, ancor meno di avvertire una qualunque balla nel giro di cento metri dalla mia persona. Detto questo, e badate bene che le conseguenze potrebbero essere nefaste, qualcuno vuole per cortesia spiegarmi chi era quella donna che mi ha dato della prostituta e che Pietro stava baciando?

GAB:            Era il fattorino.

TIZIANA SBATTE UN PIATTO SU UN ALTRO CHE VA IN MILLE PEZZI.

GAB:            Ok, ok. Era la moglie di Pietro.

PIETRO:     E’ così, lo giuro. Ci siamo sposati due mesi fa al simposio per la bioedilizia di Bologna; io credevo che fosse una candid-camera, invece era vero. Lei da lì se n’è tornata in America per sistemare i problemi che aveva con il marito ed i figli. Essendo la maggiore azionista dell’American House, si è trattenuta più del previsto. Poi è tornata convinta che io la stessi aspettando con le braccia aperte. E infatti così è stato. In realtà me n’ero dimenticato, poi non so, è successo qualcosa, è scoccata di nuovo la scintilla e si è riaccesa tutta la passione. Io credo di essere completamente cotto di lei! Non riesco

a spiegarmelo.


GAB:


(GUARDA CUPIDO) Eh, io me lo so spiegare benissimo invece. Poi io e te facciamo i conti. Te lo do in testa quell’arco.


PIETRO:


Quale arco?


TIZIANA:   (PAUSA) E’ la verità o devo lanciare i restanti tre piatti che ci rimangono per esigerla?

GAB:            E’ la verità.

TIZIANA: (SI SIEDE A TAVOLA E SI ACCASCIA) Ma io che ho fatto di male.

CUPIDO:  Poverina ha ragione, gliene state combinando di belle.

GAB:            Tu zitto!

PIETRO:     Ma non ho fiatato! Tu guarda che storia d’amore fantastica che doveva capitarmi! Proprio a me! Che posso farci io se l’amore è cieco!

CUPIDO:  Se si riferisce a me, ci vedo benissimo! (FA PER MIRARE CON L’ARCO)

GAB:            Fermo con quell’arco!!

PIETRO:    Ma quale arco?!


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TIZIANA:   Ma poi dico io, dovevate baciarvi così platealmente, davanti a tutti… davanti a Felicia che, vorrei farti notare, è la tua ragazza ufficiale. Ancora per poco, in effetti. E’ stata dura giustificare il suo urlo quando ti ha beccato. Ho dovuto raccontare che sei un sessuomane che te la fai con la cameriera, mentre hai una tresca anche con l’American House e io so tutto perché mi piace così.

PIETRO:   Che sono un sessuomane è vero però. Ma Felicia dov’è andata?

GAB:            A smontare un motore. Ha detto che doveva sfogarsi, poverina.

TIZIANA:  Devi chiarirti con lei. Devi decidere cosa fare. Devi prendere una posizione. Devi…

PIETRO:    Un “devi” per volta, grazie.

(GABRIELE VA VERSO CUPIDO)

GAB:            Dobbiamo fare qualcosa. Non si può rompere questo incantesimo?

PIETRO:    Hai ragione è proprio un incantesimo!

CUPIDO:  No, ormai la freccia è scoccata.

GAB:            Che si può fare?

PIETRO:    Niente, dobbiamo solo amarci. Forse mi trasferirò in America.

CUPIDO: Beh un sistema c’è.


GAB:


Cioè? E come?


PIETRO:


Beh in aereo direi.


CUPIDO:  Dovrei scagliare un’altra freccia tra Pietro e un’altra donna.


GAB:


Allora trafiggi Felicia!


PIETRO:


Sì poverina, la trafiggerò, le farò del male.


CUPIDO:  Non posso farlo. L’arco si tende solo quando avverte l’amore e quei

due non si amano.


GAB:


Non posso farla innamorare io, in qualche modo?!


PIETRO:


eh?


TIZIANA:


Vuoi fare innamorare Felicia di te?


GAB:


State zitti e non badate a me per favore!


CUPIDO:  Senti io me ne vado ora, ma gironzolo da queste parti. Io darei un’occhiata a quella lettera se fossi in te. Va beh, magari mi faccio

rivedere più tardi.


GAB:


Ma anche no! Troppi ne hai combinati di guai! Non farti vedere mai più. Sparisci così come sei arrivato, col tuo arco del cavolo. Di che lettera parli, poi?


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(PIETRO E TIZIANA SI GUARDANO SPAVENTATI)

TIZIANA:  Stai bene?

(CUPIDO E’ SPARITO CON UNA GIRAVOLTA IN ARIA E UNO SBUFFO DI BOROTALCO. SCHERZO, ESCE DI SCENA).


GAB:


(NON RISPONDE, VA A PRENDERE LA LETTERA DAL PIANO E LA LEGGE) Amore mio, quando leggerai questa lettera non capirai più niente. Perché la vita è un’infinità spirale di meccanismi che cercano in tutti i modi di girare all’unisono. Io ti amo. Ma solo in modo platonico. Sei tu che vuoi di più, ma non posso averti. Io desidero altro dalla mia vita. So che non capirai ma ho deciso di fare una follia. Mi dichiarerò alla persona più lontana da me in assoluto. Se mi vorrà, la mia vita sarà ad una svolta. Ciò che mi mancherà di più è il nomignolo che tu mi avevi amorevolmente dato e che giustamente meritavo: Lilliput. (RIPONE LA LETTERA SUL PIANO)


PIETRO:


Ma che nome è Lilliput? Che vuol dire?


TIZIANA:


Era una lettera privata, non dovevi leggerla.


GAB:


Cupido mi ha detto di leggerla e io l’ho fatto. Dev’essere importante.


TIZIANA:    (PREOCCUPATA) Cupido eh…Va beh, senti, per ora non facciamone parola con nessuno della lettera, di… hem… cupido e di tutto il resto.

Concentriamoci su una cosa per volta. Felicia per me ha la priorità.


PIETRO:


No, ha la priorità Roberta.


GAB:


Tiziana ha ragione. Ha priorità Felicia. In ordine temporale viene prima. Preparati, usciamo. Andiamo a farci pace.


PIETRO:


Non sono così sicuro di volerci fare pace.


TIZIANA:  Intanto bisogna vedere se lei vuole vederti ancora. E poi perché non vorresti farci pace?

PIETRO:   Perché a me quella donna fa paura. Voi non vi immaginate che vuol dire essere il ragazzo di quella lì. Sapete dove l’ho trovata al nostro primo appuntamento? A fare la gara dello sputo davanti ad una discarica. Vi pare logico?

TIZIANA:  Non ho capito, scusa. Solo voi uomini potere fare certe cose… pittoresche?

PIETRO:   Dai su che hai capito.

TIZIANA:  Io sono scandalizzata. Sporco maschilista, materialista ottocentesco. Non ce la faccio più a sentire questi discorsi idioti. Fuori, andate a farvi un giro, trovate Felicia e fatela rinsavire!

(TIZIANA PRENDE A CALCI PIETRO E SPINGE I DUE FUORI DALLA PORTA. SUONA IL TELEFONO.TIZIANA RISPONDE)


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TIZIANA:  Si? Oh, Roberta che piacere. Vuole passare? Sì, ci sono io. No, Pietro non c’è, è appena uscito con il fratello. Vuole portare un regalo? Di che si tratta. Non ho capito. Sì, sì. Ma certo l’aspetto.

(SUONA IL CAMPANELLO)

TIZIANA:  Oh che stress!!

(VA AD APRIRE E RIENTRA CON LILIANA CHE PORTA DELLE CARTE CON SE).

LILIANA:   Salve cara come sta? Ho intravisto i due conti fuori che uscivano in tutta fretta. Li ho chiamati perché avrei voluto che fossero presenti anche loro a quello che sto per comunicarle ma non mi hanno sentita. Ad un certo punto si sono messi a correre, pensi!

TIZIANA:  No, non l’hanno sentita sicuramente.

LILIANA:   Ben ritrovata comunque. Come sta l’amante di suo marito?

TIZIANA:  Chi scusi?

LILIANA:   Oh, via, so che si usa nella nobiltà avere una mentalità molto aperta.

TIZIANA:  (RIDE) Si infatti. Ma io chiedevo se si riferiva alla signora Roberta o a Felicidad. Comunque stanno tutte e due bene. Non si sopportano molto, in effetti.

LILIANA:   Mi permette un osservazione? I gusti del suo fratellastro marito sono molto strani. Lei e la cameriera, come dire il sacro e il profano. L’altra, l’immobiliarista statunitense, non la considero proprio, sarà stata una scivolata, agli uomini capita così. Li conosciamo questi uomini, eh? Mi scusi se sono arrivata senza preavviso ma ho un annuncio importante da farle.

TIZIANA:  Prego non stia lì, si accomodi.

LILIANA:   Mi tratterrò pochissimo. Posso avere un caffè?

TIZIANA:  No. Voglio dire, la cameriera è stata licenziata.

LILIANA:    Sempre detto io che non bisogna mai invischiare il lavoro con i sollazzi della vita privata. Ed anche le classi sociali. La più debole è destinata

asoccombere.

TIZIANA:  Teoria un tantino stantia.

LILIANA:   Ad ogni modo non sono venuta per parlare di politica. Questo è il contratto per un villino ad Ostia. Vorrei che gli deste una letta per supervisionarlo.

TIZIANA:  Noi, hem… vorremmo pensarci bene prima di acquistare alcunché.


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LILIANA:   Non è una compravendita. L’immobiliare anonima ha deciso di cedere quello stabile come donazione. L’unica richiesta che facciamo è che nelle trasmissioni televisive a cui siete soliti partecipare, direte che è stata l’immobiliare anonima ad omaggiarvi della villa e NON l’American House. Vorremmo che voi caldeggiaste un po’ la nostra causa.

TIZIANA:  Ci regalate una casa?

LILIANA:   Comprendo il suo disappunto. E’ solo una villetta purtroppo. Ho insistito per un palazzetto, ma sarebbe sembrata una vile dimostrazione di potere, capisce? Legga tutto e mi faccia sapere. Ripasso più tardi.

TIZIANA:   Beh, è una notizia…inaspettata. (SI RICOMPONE) Sempre che la troveremo di nostro gradimento, si intende.

LILIANA:   Oh cara, ne abbiamo diverse in caso.

TIZIANA:  Ah…hem… lei ha parlato con Silvano… vi siete chiariti?

LILIANA:   Si, il signor Grirari è stato licenziato seduta stante. Lui ha dei… problemi, ecco. Non sono qualitativamente a livello dei suoi mia cara, ma anche lui si difende bene.

(SUONA IL CAMPANELLO. LILIANA E’ DALLA PARTE OPPOSTA DELLA PORTA DI INGRESSO.)

TIZIANA:  Chi sarà mai?

ROB:            E’ permesso? Scusate ho trovato la porta apert… oh!

(ROBERTA SI BLOCCA SULLA SOGLIA. HA UNA CARTELLINA CON SE. LILIANA ANCHE SI BLOCCA. LE DUE SI GUARDANO, MUSICA DI TENSIONE)

TIZIANA: Vi conoscete, giusto?

LILIANA: Non mi stupisce il fatto che questa donna entri in una casa senza neanche bussare.

ROB:        Lei ne capisce di case, come di relazioni sentimentali.

LILIANA: Come osa? Non mi conosce affatto.

ROB:         E non intendo farlo. Cosa è venuta a fare di nuovo? A tormentare questa brava gente con la vostra inettitudine?

LILIANA: Tutt’altro, l’immobiliare anonima sa riconoscere la gente quando la vede. Il lignaggio, la dinastia e la nobiltà d’animo. Tutte caratteristiche che io ho notato subito e non quel fanfarone del mio collega. Infatti abbiamo preso le nostre contromisure, vero cara?

TIZIANA: Già…

ROB:         Che contromisure?


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TIZIANA: L’immobiliare anonima ci regala una casa. (MOSTRA I DOCUMENTI)

LILIANA: Una Villa.

ROB:         Dia qui. (STRAPPA I FOGLI A TIZIANA E, CON UNA LENTE DI INGRANDIMENTO, GLI DA UNA LETTA)

LILIANA: Mi rendo conto che un’azienda che non fa parte delle radici storiche di questo paese, non possa comprendere la generosità d’animo che fa da linfa vitale al grande albero che è la nostra azienda.

ROB:         (SCOPPIA A RIDERE) Tiziana, se volete cadere trappola di questi strozzini, firmate pure questo contratto. Ci sono decine di postille tanto piccole che metterebbero in crisi un microscopio atomico. Praticamente vi obbligheranno fino alla fine dei vostri giorni ad avere telecamere in casa, ad acquistare e mangiare ciò che dicono loro. Ad apparire pubblicamente secondo loro gusto e addirittura, leggo testuale “A disporre delle spoglie mortali, come più aggrada la controparte”.

TIZIANA:Oh!!

LILIANA: (MINIMIZZA) Ci dev’essere stato un errore nella compilazione del modulo. Ora ci penso io, ne faccio preparare subito un altro, di più semplice lettura.

ROB:         Non ci sarà bisogno. (APRE LA SUA CARTELLINA E TIRA FUORI DEI DOCUMENTI CHE CONSEGNA A TIZIANA) NOI abbiamo deciso di regalare un appartamento ai signori Motelli.

LILIANA: Un appartamento… (RIDE) Si sono sprecati.

ROB:         Ed è un documento pulito, senza postille. Una casa in bioedilizia, senza trappole, con tutti i servizi a portata di mano.

LILIANA: (A TIZIANA) Non può accettare!! Deve darmi modo di fare una controproposta!!

TIZIANA: (CON LE DUE CARTELLE IN MANO, ALLIBITA) Se proprio vuole…

LILIANA: (PASSA DAVANTI A TIZIANA E RIPRENDE LA SUA CARTELLA) Vuole giocare sporco?! E giochiamo sporco. Fino all’ultimo!

ROB:         Io gioco pulito. (RIRENDE ANCHE LEI LA CARTELLINA) E anche io farò un’offerta migliore!

LILIANA: Non sia mai che mi faccio mettere nel sacco da una sciacquerella fedifraga altolocata.

ROB:         Sgraziata rancida e postillatrice acidognola.

(LE DUE INSULTANDOSI ESCONO DI SCENA. DALLA PARTE OPPOSTA ENTRA FELICIA, DEPRESSA. E’ ALLE SPALLE DI TIZIANA CHE NON L’HA VISTA)


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FELICIA: Che stronze!

TIZIANA: (URLA) Ma vuoi farmi prendere un accidente?! Da dove caspita arrivi?

FELICIA: Me so calata dalla finestra del bagno, come Tom Cruise in Mission Impossibbile. Ho visto da fuori che erano entrate ‘ste due isteriche e non le volevo incontrà.

TIZIANA: Dai vieni, siediti. Ma non sono venuti Gabriele con Pietro?

FELICIA: Boh, io non l’ho visti in officina.

TIZIANA: Ma hai sentito? Devo darti una notizia sconcertante!

FELICIA: Prima famme parlà a me! Perché io c’ho da dimostrà d’esse ‘na donna forte, coi controcojoni, una che s’è fatta e cresciuta da sola e non sarà la prima stronza che trovo pè strada a rubamme pietrino mio, a… a… aaaahhh (SCOPPIA IN UN PIANTO DISPERATO SULLA SPALLA DI TIZIANA).

TIZIANA: Da te non me lo sarei mai aspettata, una forte come te che si fa mettere in scacco così facilmente.

FELICIA: (NEL PIANTO) Ma è proprio questo er problema: io me credevo de fa bene a esse l’omo de casa. Me dicevo: non lo faccio stancà all’amore mio, e invece lui, lui… (RIPIANGE)

TIZIANA: Su, su… lo sai come sono fatti gli uomini. Sono così… sono fatti male!

FELICIA: Pure Pietro?

TIZIANA: Lui è proprio sfatto.

FELICIA: Non è vero. Lo dici per compatirmi. Lui è bello e io sono brutta. Sta con me solo perché gli faccio pena e gli faccio i tagliandi gratis.

TIZIANA: (RISENTITA) Non devi mai dire una cosa del genere. Ricordati sempre che sei una donna, che è molto di più che essere un uomo. Una che si è tirata su da sola, in un ambiente maschilista come il tuo, fatto di macchine sportive e calendari di donne nude, desiderio oggetto di maschi repressi e sottomessi.

FELICIA: Lo sai che l’ho fatto pure io il calendario sexy? Me lo so scattata tutta da sola e l’ho appeso tra quello della Bellucci e quello della Canalis. Lo voi vedè gennaio? Aspè, me serve un tubo lungo…

TIZIANA: Lascia stare, preferisco usare l’immaginazione. Hai fatto bene, sai? Reggi benissimo il confronto con quelle due sciacquette.

FELICIA: Boh non lo so. I meccanici c’hanno appeso sopra il calendario con le casse da morto, quello che m’hai regalato tu. C’hanno scritto i turni de lavoro…


53

TIZIANA: Comunque, per tornare al tuo discorso, sono sicuro che a Pietro non gliene frega niente di quella lì. E’ solo affascinato dai soldi e da una vita facile.

FELICIA: Chiamalo scemo.

TIZIANA: Sta a te cercare di riconquistarlo.

FELICIA: E come?

TIZIANA: Con la più antica delle armi, la seduzione e la gelosia. L’avversaria è carina in effetti e sta pure bene di portafoglio. Ma tu, rispetto a lei, hai un’ottima carta: conosci benissimo Pietro. La bellezza farà il resto.

FELICIA: Ma che me stai a cojonà?

TIZIANA: Vieni, nell’altra camera ho il vestito adatto. Vedrai che sistemata a dovere non ti sarà difficile farlo tornare tra le tue braccia.

FELICIA: Dici? Ma per farlo ingelosire ci vuole un altro uomo. E l’unico disponibile qui dentro è su’ fratello Gabriele. E non me pare proprio il caso.

TIZIANA: Per carità, mai mettersi tra fratelli. Ascolta più tardi tornerà quel Silvano con la signora Liliana…e allora tu… (GLI DICE QUALCOSA ALL’ORECCHIO CHE FA RIDERE ANCHE FELICIA).

FELICIA: Tizia’! Non te ce facevo così disinvolta! Pensavo che a forza de esse circondata da cadaveri, te fossi freddata pure tu!

TIZIANA: Tutt’altro. E’ proprio lì che mi vengono le fantasie migliori!

FELICIA: Ma sì dai, tentar non nuoce.

TIZIANA: Aspetta che prendo il beauty-case. Devo fare mente locale su dove l’ho messo, ah si. (PRENDE LA BORSA DAL COMODINO DOVE E’

STATA LASCIATA LA LETTERA CHE CADE A TERRA. LEI NON SE NE ACCORGE E LA PASSA A FELICIA). L’ho usati proprio ieri con il signor Pizio.

FELICIA: Simpatico che è. Ma ho saputo che ha tirato le cuoia.

TIZIANA: Appunto.

(QUASI SCHIFATA FELICIA RIPASSA I TRUCCI A TIZIANA)

FELICIA: Ma a me me pareva che a Silvano gli piacciono le ragazze acqua e sapone.

PIETRO: (F.S.) Magari è venuta diretta qua.

GAB:         (F.S.) Per forza in officina non c’era.

TIZIANA: Presto!! (TIRA VIA CON SE’ FELICIA ED ESCONO VERSO LE CAMERE. SUBITO ENTRANO PIETRO E GABRIELE).

PIETRO: Niente da fare.


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GAB:         Magari sarà andata a fare shopping per distrarsi.

PIETRO: No al sexy shop non c’era, c’ho guardato. Tu dici che faccio bene a farci pace?

GAB:         Intanto bisogna vedere se lei vuole fare pace con te.

PIETRO: Figurati… tutte le donne cadono ai miei piedi ad uno schioccar di dita.


GAB:


Fossi in te non ne sarei così sicuro. Per quello che si è visto, Felicia è una donna molto più forte di te, più intraprendente e con una visione della vita più elastica. Diversamente da te, lei non si troverà da sola al momento del bisogno.


PIETRO: Tanto bella non è. Ci sa fare però.

GAB:         Sei arido. La bellezza di una donna è in quello che ha dentro, nell’anima. In come si relaziona al suo uomo, come lo rispetta e si fa rispettare, lo migliora, prestandogli il suo tempo e il suo amore. Non è una paio di belle tette e un sedere sodo.

PIETRO: Beh però aiuta!


GAB:


Ma che ci perdo tempo a fare io con te?


PIETRO: Lo sai che i tuoi discorsi mi hanno stufato? Perché non ti fai prete? Avresti un futuro.


GAB:


Sei liberissimo di non ascoltarmi. Sono pronto a lasciarti nei guai dove ti sei cacciato con la tua superficialità.


(SUONA IL CAMPANELLO)

Vado io. (ESCE)


(RIENTRA GABRIELE, CON LUI C’E’ ALBERT, MARITO DI ROBERTA, IN UN VISTOSO ABITO A FIORI, SIMILE AL COPRIDIVANO, CON PANTALONCINI E SCARPE DA TENNIS. CON SE PORTA DUE POPPANTI DI CUI VEDIAMO APPENA IL VISINO E SULLE SPALLE UNO ZAINETTO. PARLA CON VISTOSO ACCENTO AMERICANO, MISCHIANDO UN PO’ INGLESE, UN PO’ ITALIANO.)

ALBERT:  (CHIAMANDO) Roberta! Roberta!

PIETRO:    Salve, con chi abbiamo l’onore stavolta? (SI AVVICINA PER STRINGERGLI LA MANO)

(TROVANDOSI IMPICCIATO NEI MOVIMENTI ALBERT MOLLA I BIMBI IN BRACCIO A GABRIELE, A DISAGIO)

ALBERT:  Hi! Salute…Mio nome essere Albert Goodny, scusare me, io parla poco poco italiano, che è grande e bella lingua but very very complicated. Sono sorry venire qui a disturba but American House detto me che mia wife essere qui!

PIETRO:   Che giovine simpatico. E come si chiama la sua wife, sua moglie, mi scusi?


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ALBERT:  Oh sì, scusare, moghlie si dice. Lei è Roberta Goodny!


PIETRO:


(CON DISAPPUNTO) Ah, Roberta Johnson, la sua EX moglie!


GAB:


Lei è il marito di Roberta? E da dove arriva?


ALBERT:  Oh,  well…  from  America.  Preso  great  American  airbus  from  US

American Airline. Roberta non sa che io è qui. Voglio fare sorpresa.


GAB:


Oh, si sorprenderà sicuramente.


PIETRO:    Ma chi iel’ha fatto fare a venire?In america si sta molto meglio, sa? Lo dicono tutti.


ALBERT:


Io tornato perché lei sta facendo big cassata… cassata si dice?


PIETRO:


Non proprio ma rende l’idea.


ALBERT:


(SI SIEDE) Scusate sono così stanco. Jetlag is very very difficult.


Roberta ha chiesto me divorzio e io concesso lei! Ma fatto for love, per amore. Ma io non voglio che lei va via. Noi american people non siamo come voi credete che noi siamo. Anche da noi matrimonio ha sua importance. Very very much.


PIETRO:


Non si direbbe però.


GAB:


Invece io lo capisco, sono i soliti luoghi comuni come il fatto che noi siamo visti all’estero solo per gli spaghetti e la mafia. Ha ragione a lamentarsi.


ALBERT:  … tutto è accaduto due mesi di tempo fa quando… oh i’m sorry. Forse

meglio è io vado via.


GAB:


Ma no, ma no! Lei ha un problema ed è necessario risolverlo a tutti i costi. (A PIETRO CHE GLI FA DEI VERSI) Si oggi è così, voglio risolvere i problemi di tutto il mondo. Tienili tu, renditi utile. (GLI PASSA I DUE BIMBI E SI SIEDE VICINO AD ALBERT). Si vede che lei ha bisogno di confidarsi e di sfogarsi e noi saremo felici di ascoltarla, è vero?


PIETRO:


Felicissimi.


ALBERT:  Oh thanks, thanks!! You are so kind… così ghentili. Tutto accadde two

mesi fa, quando mio amore…

PIETRO:    Roberta.

ALBERT:  Yes Roberta, mio amore.

PIETRO:   Va beh, ma perché essere così pignoli. Chiamiamola semplicemente

Roberta!


GAB:


Lo ignori, vada avanti.


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ALBERT:  Lei venuta qui in Italy for a Architecture Symphosium in a città di voi, chiamata Bologna. Lei andata perché avere a job, lavoro. Lei è proprietaria di American House a very big company.

PIETRO:   Ma dai.

ALBERT:  Non fosse mai andata!!

GABRIELE:         E perché?

ALBERT:   Perché lì conoscere stupido Italiano, uno arrivista, senza cuore e senza scrupoli. A big junk without money, uno che ha visto affare in sua innocenza e circuito lei, fregato come si dice? Strappata lei via fa me!! Farabutto! I kill him. Fucking sun of a bitch, motherfucker, bastard

piece of shitting boot.


GAB:


(LO FERMA) Credo che abbiamo capito nel dettaglio cosa intende.


PIETRO:


Eh sì.


GAB:


Non si arrabbi. Sono convinto che è tutto un malinteso.


PIETRO:


A big mistake!


ALBERT:


Ma…ma… voi conoscere mia moglie? Roberta?


PIETRO:


Poco… di sfuggita diciamo.


GAB:


Si è venuta qui stamattina.


PIETRO:   Ma è stata giusto un momento. Il tempo di venderci una casa poi si è fermata a parlare con mio fratello e ci ha raccontato un po’ di cose.

Sa, lui fa questo effetto alla gente. E’ una purga del cuore.


GAB:


Ma che schifo!


(SUONA CAMPANELLO)

ALBERT:  So…i’ve been lucky…essere fortunato stare qui oggi.

PIETRO:    Fortunatissimo! E’ stata proprio una buona idea. A good idea!

ALBERT:  Allora pensato che voi potere fare me altro favour. Io essere sicurissimo mia wife come here, qui in pomeriggio e, if possibile, volere aspettare lei qui con Rick e Ashley. Lei vedere suoi bambini e piangere tanto e capire errore e tornare in USA.

PIETRO:   Che meschinità, sfruttare due poveri bimbi per i proprio scopi!

GAB:            (DA UNA BOTTA AL FRATELLO) Ma certo che può restare, che problema c’è. Saremo felicissimi di riunire la famiglia!

(SUONA CAMPANELLO)

ALBERT:  Forse io sbagliare… but bell is ringing.

PIETRO:    Suona il campanello, sì.


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GAB:            Ma chi sarà?

ALBERT:  Se aprire, sapere voi potrete.

PIETRO:   Sembra il maestro Yoda. Gabriele vai tu, io sono impegnato!

GAB:            Tu dici che è… lei? Te l’avevo detto di non scappare, ci aveva visto! (ESCE A SX)

(PIETRO SI RENDE CONTO DI AVERE IN BRACCIO I BAMBINI, PROVA A RIDARLI AD ALBERT CHE NON NE VUOLE SAPERE. ALLORA PRIMA CHE ENTRINO GLI ALTRI, SI NASCONDE DIENTRO LA PORTA APERTA AL CENTRO. GABRIELE RIENTRA CON LILIANA E SILVANO)

GAB:         Ma che bella sorpresa!

LILIANA:   Sorpresa. Sono passata anche poco addietro; la contessa sua sorella

e nuora non gliel’ha detto?


GAB:


Oh, no. Sapete è molto sconvolta per tutto il fatto che è accaduto.


LILIANA:


La casa intende?


GAB:


No, il rapimento.


LILIANA:


Oh certo, domestica,


che mi


sciocca.

spiace.


Ho Era


saputo  anche   della   dipartita

una   donna  simpatica.    Colorita


della ma


simpatica.


GAB:


E’… morta?


LILIANA:


Ma no, è stata licenziata.


GAB:


Certo, certo. Ma come si dice, “di-partire è un po’ morire”, no? (RIDE)


LILIANA:


già.


GAB:


Che ci vuole fare cara la mia signora, oggigiorno non si trova più…


SILVANO: …la servitù di una volta. Lo sappiamo.

LILIANA:   Conte, la prego, dica al mio subalterno qui presente che se è ancora tra di noi e non nello zimbawe con le missioni di pace che l’immobiliare anonima finanzia, lo deve solamente ad ordini superiori. Quindi di tacere perché il suo intervento non è richiesto.

GAB:            Allora dunque… hem, non può dirglielo lei tutto questo?

LILIANA:   No, lo ritengo una presenza estranea alla mia.

SILVANO: Ho capito da solo, non si preoccupi.

GAB:            Meglio così. Ah Pietro ti ricordi i… (GIRANDOSI SI ACCORGE CHE PIETRO NON C’E’ PIU’, MA SOLO ALBERT CHE LO GUARDA) Era qui un attimo fa…

SILVANO: Lo saluteremo più tardi. Francamente è l’ultima persona che vorrei incontrare.


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GAB:            Le è così antipatico?

SILVANO: La questione è più complicata, guardi.

LILIANA:   Dica al mio subalterno che sono io a decidere gli argomenti di conversazione e, altresì, anche le simpatie e antipatie da nutrire.

GAB:            E’ lei a decidere…

SILVANO: Ho capito, grazie.

LILIANA:   Comunque mi va bene anche un solo Motelli. Sono venuta a farle firmare il contratto per la Villa. Niente a confronto della mediocre concorrenza. E ho anche rivisto quelle antipatiche postille con cui avevo discusso con sua nuora, sorella o quel che è. Possiamo parlarne qui?

GAB:            Se vuole…

LILIANA:   (RIFERITO AD ALBERT) Il muto mimetizzato con il divano, chi è? (GABRIELE FA PER PARLARE) Non dica niente, forse non si è accorto che ci siamo accorti di lui, probabilmente è una spia del nemico.

GAB:            No lui è…hem…

(TIZIANA ENTRA TRAFELATA DALLA DESTRA)

TIZIANA:   Gabriè sei tu? (VEDE LILIANA) Oh! Per mille pinzillacchere, mi stavo proprio questionando su chi mai fosse quel birichino che parlava nella sala. Ma guarda chi c’è, bentornata! Si è proprio affezionata a noi! Chiudiamola questa porta che entra un gelo. (CHIUDE LA PORTA AL CENTRO CHE LASCIA SCOPERTO PIETRO CON I POPPANTI IN BRACCIO. LILIANA NON LI VEDE AVENDOLI ALLE SPALLE)

LILIANA:   Oh, Contessa… ma…

TIZIANA:   Suvvia cos’è quell’espressione sbalordita? Lo so, lo so. Mi ha trovata ancora con lo stesso abito di stamattina, mentre si sa che i nobili si cambiano ogni appuntamento della giornata e… (SI ACCORGE CHE LILIANA GUARDA QUALCOSA ALLE SUE SPALLE. SI GIRA UNA VOLTA, POI UNA SECONDA VELOCE) Pietroooo!!

PIETRO:    A…amore!!

LILIANA:   Ma se loro (I BAMBINI) sono… allora lui…(ALBERT)

GAB:            Lui è il poliziotto!!

ALBERT:  Yeah… i’m a cop! Come lo sapeva?

GAB:            E loro…loro sono i tuoi bambini!!

TIZIANA:  Pietro!! Hai avvisato la polizia allora!! Che rischio che hai corso!! (LO SCHIAFFEGGIA POI PRENDE I BIMBI) I miei bambini…neri?!


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ALBERT:  Yes mio nonno was black. A volte salta generazione. Spero.

LILIANA:   Oh, ma che famiglia fortunata. Tutto si è risolto!!

PIETRO:   Amore, amore mio! Hai visto che sorpresa? Non me lo sarei mai aspettato!!

TIZIANA:  (TRA LE LACRIME) A chi lo dici!!

LILIANA:   (COMMOSSA SI E’ STRETTA A SILVANO) Non è magnifico? Poter dire di aver assistito una volta nella vita ad una scena così commuovente. (SI ACCORGE) Oh, lasciami stare. Non mi toccare.

SILVANO: Ma ti sei avvicinata tu!

LILIANA:   (AD ALBERT) Lei è un eroe. You are an hero!

ALBERT:  Thank you, thank you. Why?!

GAB:            Signora Liliana, facciamo riposare il poliziotto inglese che ci ha riconsegnato I bimbi. Pensi che è stato proprio lui a contrattare il riscatto con i rapitori in Inghilterra. E’ questo il vero motivo della nostra bancarotta e dei nostri conti bloccati alle Fiji.

SILVANO: Erano in Lussemburgo.

LILIANA:   E’ terribile. Che uomo, un temerario. Un aggiustatina al look, magari…

ALBERT:  Io non capire molto. Sorry. Io americano, non inglese.

LILIANA:   Io non ho capito, ma i bimbi erano stati portati in Inghilterra o in America?

PIETRO:    Ma che importa dov’erano! L’importante è che sono qui, ora. Con noi.

TIZIANA:   Quanto sono belli… (A GABRIELE E PIETRO CON INTENZIONE) Che ci facciamo ora con questi bei bambini?

LILIANA:   Oggi è un giorno gioioso!

SILVANO: Dici?

LILIANA:   Sono così felice per voi che…. Beh forse non è il momento più

opportuno, ma le farà piacere saperlo. Volevo solo addebitarvi le spese di contrattato per la donazione della nuova Villa, ma dopo questa bella notizia non se ne parla proprio.

PIETRO:   Quale villa?

GAB:            Quale donazione.

TIZIANA:   Oh non ho avuto il tempo di aggiornare tutto il ramo familiare. L’immobiliare anonima ci regala una villa. Re-ga-la. E senza postille sull’usufrutto delle nostre spoglie mortali, vero cara? E pensare che anche L’American House ci vuole regalare un’appartamento, capito? In bioedilizia, così sarai contento, maritino mio. Ma noi non sappiamo ancora quale delle due scegliere, dopo questa bella notizia poi. Siamo così confusi!


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ALBERT:  American House? Mia wife lavora…

PIETRO:   Shut up!

GAB.:           Non sappiamo proprio cosa dire.

SILVANO: Ringraziare sarebbe un buon inizio. Anche i neonati lo farebbero, se potessero.

ALBERT:  Oh ma loro può. Loro bimbi già parla.

SILVANO: Ma su, non diciamo assurdità, sono ancora in fasce.

ALBERT:  Loro sono bimbi prodigio, very famous in America. Tutti parlano di bimbi parlanti. Loro sono anche su newspaper. On the Sun, The

Observer, The New York Post.


PIETRO:


Abbiamo capito.


TIZIANA:


E’ vero, l’ho letto proprio stamattina, ti ricordi?


GAB:


Mica tanto, ero un tantino confuso stamattina. Lo sono generalmente, in effetti.


LILIANA:


Suvvia, non ci posso credere. Me li faccia vedere da vicino queste due gioie. Oh, somigliano tutto alla mamma… dopo qualche decina di lampade abbronzanti. Sembrano due bambini normali in effetti.


TIZIANA:  (VA VERSO ALBERT) Beh, non fanno dei gran discorsi. Raramente si sentono.

ALBERT:  Solo se c’è big confusion. Mess up. Come qui.

SILVANO: Il casino qui non manca di certo. Scusi ma lei tutte queste cose come le sa?

TIZIANA:  C’è venuto insieme dall’America, avranno ben fatto amicizia. (AD

ALBERT SENZA CHE GLI ALTRI SENTONO E GLI LASCIA I BIMBI) Io credo di avere capito lei chi è, quindi è meglio se questi li tiene lei. E non cerchi di giustificare il nostro comportamento: tutto ha un senso. Ok?

LILIANA:   (A SILVANO) Dì qualcosa…

SILVANO: Che devo dire?

LILIANA:   Cara contessa, mi scusi l’avventatezza delle mie parole. Ma non le sembra quantomeno bizzarro, anche per voi nobili, lasciare i bimbi testé rapiti, nella mani di un estraneo, giacché un uomo di legge sia chiaro, e non cullarli nelle sue che li ha anelati per cotanto tempo e dolore? Perché lo fa?

TIZIANA:  (A GABRIELE) Perché lo faccio?

GAB:            La so! Hem, si chiama Sindrome di Stoccolma.


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SILVANO: La sindrome di Stoccolma è del rapito verso il rapitore, non verso chi l’ha liberati!


GAB:


Infatti ma questa è una Sindrome di Stoccolma inversa, altresì detta Sindrome di Amloccots. Il rapito si indentifica nel soccorritore e ne rimane affascinato e innamorato, al punto da identificarlo come figura genitoriale.


LILIANA:   Com’è enciclopedico conte!

SILVANO: A me mi pare una cazz…

(IMPROVVISAMENTE DAI BIMBI ESCE UNA VOCE CAVERNOSA E GUTTURALE)

VOCE:     Papa’!!!

(TUTTI SALTANO DALLA PAURA).

TIZIANA:  Parlano!! Volevo dire, che bello risentire la loro vocina bianca e angelica.

ALBERT:  Don’t worry babies. Daddy is here.

VOCE:        Ahò parla in italiano, l’inglese non ce piace, come te lo dovemo dì?

ALBERT:  Sorry, mamma ha insegnato solo italiano and not english. Papa è qui, bimbi.

PIETRO:   (SI LANCIA AFFIANCO AD ALBERT) Proprio affianco a voi!!

VOCE:        Ma chi è questo? Quant’è brutto!!

PIETRO:    Oh non mi riconoscono!!

GAB:            E’ la sindrome di Amloccots!! Riconoscono il padre nel poliziotto inglese!

ALBERT:  Io americano.

LILIANA:   Che scena straziante, le sciagure di questa famiglia non finiscono mai.

VOCE:        Mamma!! Dov’è Mamma!! Fameeee!!

(TUTTI GUARDANO TIZIANA).

TIZIANA:  Oh sono io, giusto! (SI METTE VICINO AI BIMBI) Sono qui amori miei, eccomi. Ho tanto latte per voi…

SILVANO: Oh.

VOCE:        Ma questa chi è?

VOCE:        Non è mamma!!

TIZIANA:  No!! Non riconoscono nemmeno me, la madre!!

LILIANA:   (A GABRIELE) Dottore, faccia qualcosa!


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GAB:            Io?

ALBERT:  Buoni bambini, su.

GAB:            Magari tenendoli un po’ in braccio…

(ALBERT NON CAPISCE MA LASCIA CHE TIZIANA PRENDA I BIMBI)

TIZIANA:  Ma si, infatti. Magari sentono il mio odore materno, con i gattini è la stessa cosa no?

(PARTE UNA MUSICA SEXY E SENSUALE. ENTRA FELICIA TUTTA VESTITA DA GRAN SERA, TRUCCATA E PETTINATISSIMA SULLE NOTE DI UNA NOTA CANZONE. E’ PROVOCANTE E PICCANTE)

FELICIA:   Salve a tutti.

TIZIANA:  Felicidad, cara. (A LILIANA) Hem… si ricorda la nostra cameriera?

FELICIA:  Ex cameriera, mi sono licenziata. Ora sono una donna libera e disponibile.

SILVANO: Se è stata licenziata un motivo ci sarà!

FELICIA:   Perché sono una cattiva ragazza. Ho bisogno di essere punita.

LILIANA:   Comunque me la ricordo. Impossibile dimenticarsi l’eterogeneità dei suoi paesi di provenienza. Non è pericoloso farla girare per casa? Non avete paura di una vertenza?

(FELICIA GIRA PER LA STANZA CONVINTISSIMA, TRA LO STUPORE GENERALE. CE L’HA IN PARTICOLAR MODO CON SILVANO)

FELICIA:  Questa megera sta dicendo la verità: Io sono una donna molto pericolosa. Più che una vertenza su di me c’è solo un’avvertenza: maneggiare con cautela.

LILIANA:   Mi ha chiamata megera?!

SILVANO: Lasciala stare, non vedi che è fuori controllo?

FELICIA:  (COMINCIA A GIRARE COME UNA TROTTOLA). Sono una scheggia impazzita, una stella cadente, un tamburo rullante!

TIZIANA: (PASSA I BIMBI AD UNA IMPACCIATA LILIANA) Me li tiene un momento? (DA PARTE A FELICIA) Devi sembrare sexy, non una disturbata mentale!!

FELICIA:   Ah  m’beh me stavo a scordà.

SILVANO: Comunque anche lei dovrebbe sapere la buona notizia, no?

FELICIA:   (SI GETTA SU SILVANO) Dimmela tutta, riempimi di buone notizie.

SILVANO: (A PIETRO) Hem, glielo dica lei.

PIETRO:    E perché io?


63

SILVANO: E’ il padre!


FELICIA:


Il padre? E de chi?


ALBERT:  Di quei bei gemellini! Rick, Ashley!


GAB:


(CON INTENZIONE A FELICIA) Pensa Felicidad che i rapitori li hanno riportati dall’America a questo poliziotto che ha seguito il caso passo, passo. E oggi, a risoluzione avvenuta, è giunto qui a riportarceli.


FELICIA:   (INCERTA) Oh, davvero?

SILVANO: Si ma non faccia finta di niente, lei già lo sapeva. E’ per questo che si è tutta agghindata, no?

FELICIA:  (COGLIE LA PALLA AL BALZO, VA DA SILVANO) In realtà mi sono vestita così perché sapevo che lei sarebbe tornato qui, signor Grigrigrigrì. E sa, l’indole della cameriera indonesiana mi è rimasta… accogliere l’ospite… farlo sentire a casa sua… dargli tutto ciò che desidera…

PIETRO:    Credo sia ora di andare a preparare la cena Felicidad!

LILIANA:   Lo penso anche io!

ALBERT: Sorry di interrompere. Qualcuno sa se viene Roberta?

FELICIA:   Roberta?! Roberta Johnsonn?!

ALBERT:  Goodny, si… lei mia moghlie.

PIETRO:   Ex moghlie!

FELICIA:  Cosa?! Te la fai con la moglie di un poliziotto americano che rapisce bambini?!

LILIANA:    Un momento che mi sono persa! (A LILIANA) Ma suo marito-fratello non se la faceva con la cameriera, ora spogliarellista, e con quell’altra immobiliarista senza scrupoli? Ha una tresca anche in America?

SILVANO: Non hai capito niente.

TIZIANA:  Sa che ha ragione?! Non ci avevo pensato fino a questo momento! Sei un gran porco! (DA UNO SCHIAFFO A PIETRO E VA A RIPRENDERSI I BIMBI).

FELICIA:   Ha ragione! (DA UNO SCHIAFFO A PIETRO)

PIETRO:    Qualcun altro?

LILIANA:   (A SILVANO) Dai che se va bene la litigata tra nobili finisce dritta dritta su spettegolezzo.it ed è tutta pubblicità.

ALBERT:  Io non capire.

TIZIANA:  Lei stia zitto che appena apre bocca combina guai.

ROB:            (ENTRA TRAFELATA) Scusate ma la porta è sempre aperta e…


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TIZIANA:  (URLA) AAAhhhh… la fedifraga!!

(GABRIELE SI GETTA SU ALBERT COPRENDOLO CON IL COPRIDIVANO PERCHE’ NON LO VEDA ROBERTA. LUI DA SOTTO MUGUGNA).

GAB:         Presto, ora che ho immobilizzato il poliziotto!! Pietro, portala via!!

PIETRO: (PRENDE LA LETTERA DAL COMO’ E LA USA A MO’ DI COLTELLO, GETTANDOSI DIETRO ROBERTA E AFFERANDOLA COME UN DELINQUENTE E TENENDOLE LA BOCCA CHIUSA) Fermi tutti!! Questa è una rapina, nessuno si muova o la uccido con… con… questa affilatissima lettera!!(ROBERTA E’ FERMA E INEBETITA)

LILIANA:   Oddio, è impazzito!!

SILVANO: Ti proteggo io.


LILIANA:


Levati di torno, scatta delle foto invece, fai dei video! Speriamo che la uccida in diretta.


PIETRO:


Va bene, mi avete scoperto! Sono io che ho rapito i bambini. Sì, il suo stesso padre. (A TIZIANA) L’ho fatto per l’assicurazione, ecco. C’è sempre un assicurazione, no?! E ora fuggo in Pakistan dove mi sono iscritto ad una jihad islamica. Ho fatto un abbonamento annuale, quindi non mi seguite.(PIETRO PORTANDOSI VIA ROBERTA ESCE DI SCENA. TUTTI SONO GELATI)


GAB:


Bene, a posto. (SI TOGLIE DAL POLIZIOTTO E LO RISISTEMA) Grazie per l’interpretazione. E’ stata perfetta.


ALBERT:  (NERO)What the fuck are you doing? I’m going to fuck your ass, piece of shit.

SILVANO: Ma che è successo?!

TIZIANA:  Sono delle prove, sì. Delle prove che stiamo facendo per un docu-reality. Sa qui film che sembrano documentari? Tipo Blair Witch Project. Ecco noi lo stiamo girando per il prossimo festival del cinema di Venezia. Non è importante il contenuto, ci mettiamo una storia strappalacrime, attori di fama e una fotografia da sballo, sicuro ci

prendiamo un oscar.


GAB:


Scusate se vi abbiamo preso così alla sprovvista ma ci servivano delle reazioni vere, genuine!


LILIANA:


(ECCITATA) Oh finiremo al festival di Venezia!!


SILVANO: Ma allora non è vero che il conte Pietro è un rapitore…

GAB:            Ma no!! Pietro!! (RIDE CON TIZIANA)

SILVANO: Peccato non gli stava male quell’aria da maschio.

(GELO)


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GAB:


Riferiremo! Brava tiz, che espressioni meravigliose che hai fatto. Vado a visionare il contenuto delle hem… telecamere nascoste… scusate. (ESCE DI CORSA DAL CENTRO).


LILIANA:   (RIDA’ I BIMBI A TIZIANA CHE LI RIPASSA AD ALBERT)Oddio, lo sapevo che c’erano delle telecamere!! (SI SISTEMA. A SILVANO) Sono a posto? Ho il trucco sbavato?

FELICIA:   Sentite, io non ne posso più!! C’è un limite a tutto. Sono stanca di ste bujie e mezze verità!! Io me ne vado. (SCOPPIA A PIANGERE ED ESCE A SX)

TIZIANA:  Felicia no, non fare così… (ESCE ANCHE LEI)

LILIANA:   La seguo contessa… ma ci sono telecamere anche nelle stanze da letto? Sicuro che ci sono! (ESCE)

(IN SCENA SONO RIMASTI SOLO SILVANO ED ALBERT IN UN IMBARAZZATO SILENZIO. POCO DOPO RIENTRANO GABRIELE E PIETRO DAL CENTRO.)

GAB:         Sei sicuro che non abbia capito, che non l’abbia visto.

PIETRO: No ti ho detto, le ho detto che stavamo girando un film.

GAB:         Anche tu?! O è telepatia o siamo dei gran pallonari tutti e due. (SI ACCORGE CHE CI SONO SOLO ALBERT E SILVANO) Dove sono tutti?!

SILVANO: Di là.

GAB:         Presto!!

(GABRIELE E PIETRO ESCONO DI CORSA A SX DA DOVE PROVIENE UN TRAMBUSTO E RUMORI FUORI SCENA. CUPIDO RIENTRA SVOLAZZANDO DA SX INSEGUITO DA GABRIELE CHE GLI INVEISCE CONTRO E ESCONO TUTTI E DUE A DESTRA. POCO DOPO ESCE DA SX ANCHE LILIANA)

LILIANA: (RIENTRANDOTUTTA SPETTINATA. ALBERT E SILVANO SI ALZANO) E’ inconcepibile: la cameriera meccanica indo-niger-europea si è buttata sul letto in preda ad una crisi isterica e ha cominciato a sbattersi e saltava sul materasso come un’indemoniata! Si dimenava e prendeva a testate il materasso! Sia io che la contessa ci siamo gettate su di lei per contenerla, sembrava una scena de “l’esorcista”. Ho cercato di essere il più naturale possibile ovviamente, per non rovinare “la scena”. Poi è entrato di corsa il conte Pietro, che ci ha sbaragliate tutte e due e si è gettata sulla poverina, schiaffeggiandola. E indovina cosa è successo?! Anzi, no… Mr Albert, chieda al mio collega di indovinare cosa è successo!

ALBERT:  Non può chiederlo lei?!

LILIANA:   No!


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ALBERT:  Strana gente. (A SILVANO) Cosa succedere?

SILVANO: E che ne so… l’avrà scaraventata giù dal letto.

LILIANA:   Ma no!! Il principe Gabriele ha cominciato a vaneggiare urlando di un certo arco e di Cupido e quei due sul letto si sono fermati e… e… si sono baciati!! Non un bacio così… un bacio molto, molto… umido! Sono ancora sconvolta dallo shock. Anche la contessa poverina deve aver subito un trauma. Dopo che quei due si sono baciati, lei e il conte Gabriele hanno cominciato a saltare per la gioia nella stanza ridendo. E’ stata una scena così… dio mio se ci penso!

(ALBERT SI TROVA AL CENTRO TRA LILIANA E SILVANO)

SILVANO: (AD ALERT) Le dica: Tu ti lasci influenzare troppo! Sei debole!

ALBERT:  (A LILIANA)Tu…

LILIANA:   (INTERROMPE) Digli che la piantasse con questo atteggiamento che non sortisce alcun effetto! Che ne sa lui di quanto siamo fragili e delicate noi donne, a dispetto di una maschera di rigidezza e forza morale!

ALBERT:  (A SILVANO) Tu…

SILVANO: Io so solo che sapete essere spietate e senza morale di fronte a ciò che vi interessa, per difendere i vostri esclusivi interessi personali! Donne… puah.

LILIANA:   Cafone insensibile!! (DA UNO SCHIAFFO AD ALBERT, CHE SI GIRA E LO DA A SILVANO. SILVANO REAGISCE E LO DA AD ALBERT CHE STA PER DARLO A LILIANA MA SI BLOCCA).

ALBERT:  E non posso picchiare signora!!

(DA DESTRA RIENTRA TIZIANA CON I PIETRO. CONTEMPORANEAMENTE RIENTRA GABRIELE DA DESTRA.)

GAB:            Niente, è volato di nuovo via quell’armaiolo maledetto.

TIZIANA:  Certo, si. Si è calmata… Pietro il tuo intervento è stato previdenziale.

GAB:            Lo so io chi è stato ad essere previdenziale. A ma se becco quell’angioletto alato gli tolgo il porto d’armi.

PIETRO:   Grazie che mi dai dell’angioletto alato. Mi piace come figura retorica.

Non costruirti castelli, quel gesto l’ho fatto solo per farla calmare.

LILIANA:   Contessa Tiziana, spero si sia ripresa.

TIZIANA:  Sì sì, si è calmata. Come le ho detto, Felicidad ha delle forti turbe psichiche.


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LILIANA:   No, ma io chiedevo se ti eri ripresa tu. Tutto quel trambusto così fuori dall’etichetta e dal galateo. Ad ogni modo sono convita che le riprese sono venute benissimo. Ora comincio a capire cosa si intende quando gli attori si esprimono con “il metodo”. Comunque, cerchiamo tutti di fare un respiro e di riprendere la nostra quotidianità. Non dobbiamo farci piegare dai malesseri della plebe. “Hanno fame? Dategli delle brioche!”. Disse qualcuno con la testa sulle spalle…

GAB:            Eh c’è rimasta per poco.

LILIANA:   Allora, se vogliamo finalmente accomodarci per firmare il contratto.

(PRENDE LA SUA VALIGETTA E LA APRE PER TIRARNE FUORI DEI FOGLI. IMPROVVISAMENTE DAI BIMBI SI LEVA UN PIANTO FORTISSIMO, CHE FA SALTARE PER ARIA TUTTI)

ALBERT:Oh my god!

LILIANA:   Ma cos’è ora, il terremoto?!

TIZIANA:  Che cosa è stato? Cos’era quell’urlo straziante.

ALBERT:  Sono Rick e Ashley, bisogna cambiare i pannolini!

GAB:            Sono prodigio in tutto, la fanno anche contemporaneamente.

TIZIANA:  Amica cara, le dispiace attendere ancora qualche minuto? Le mie incombenze di madre mi attendono.

ALBERT:  No need, no need. No serve.

LILIANA:   Come sarebbe “no serve” E’ la madre mi pare più che giusto che sia lei a cambiarli.

TIZIANA:  …e non vedo l’ora…

GAB:            Vai pure Tiziana, al contratto posso pensarci tranquillamente io.

ALBERT:  Ok, ci mettiamo al bagno.

SILVANO: Ma adesso che c’entra il poliziotto in bagno!?

GAB:            Le ho già parlato mi pare della sindrome di amloccots, vero?

SILVANO: Si, la sindrome di stoccolma al contrario.

TIZIANA:  Esatto, questo spiega perché voglio il poliziotto americano al mio fianco. Ma non preoccupatevi, torno subito. In genere a queste cose ci pensava Felicidad, a lei piace stare con le mani in pasta. Non in quel senso…hem, Pete my love, metti tu su un po’ di the? Per me l’ old fashion gray, quello con note fumose, grammatura 12. (ESCE CON ALBERT)

PIETRO:    (VA AL REPARTO CUCINA) Si certo.

LILIANA:   Ne gradirei una tazza anche io, quello che ha ordinato la contessa.


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PIETRO:   (PRENDENDO DELLE BUSTINE) Thè Ati deteinato. Scaduto un annetto fa, andrà benissimo.

LILIANA:   Allora conte Gabriele, ecco il contratto di comodato d’uso. E’ una villetta meravigliosa, completamente arredata. Le chiedo gentilmente la vostra tessera cliente, quella basic. La ritiriamo e le fornisco la tessera extra-deluxe-platinum edition, che concediamo solo ai nostri clienti più importanti.

GAB:            Dev’essere nell’altra camera. Insieme ad una miriade di altre tessere. Oggi nei supermercati si fa prima a fare la spesa che a cercare la tessera sconto giusta. Non è che verrebbe con me a sceglierla? Faremo senz’altro prima!

LILIANA:   Ma certo, ci mancherebbe. Andiamo caro. Silvano ti lascio solo con il conte Pietro. Ne sarai felice… (FA UN RISOLINO)

(I DUE ESCONO. PIETRO E SILVANO RESTANO DA SOLI. PIETRO HA FINITO DI PREPARARE IL THE)

SILVANO: Sa, mi fa un po’ strano rimanere qui con lei, da soli. Finora c’è sempre stata gente.

PIETRO:   Mica la mangio. Perché rideva la sua collega poco fa?

SILVANO: Oh, sa come sono. A volte ridono senza che ci sia un motivo.

PIETRO:    Eh, mica sono stupide.

SILVANO: No, sono donne.

PIETRO:    Volevo dire che un motivo ce l’avranno. Insomma anche io le ritengo superficiali su tante cose, però in altre cose importanti sono essenziali. Io non saprei mai lavare un pavimento.

SILVANO: Fra me e lei non saprei dire chi è più maschilista.

PIETRO:    No, sono realista.

SILVANO: Senta, è ora di scoprire le carte.

PIETRO:    Tipo?

SILVANO: Io lo so che non siete dei nobili e che questa faccenda ve la siete inventata di sana pianta. Magari all’inizio era un’innocente bugia ma alla fine è diventata un mostro alato dagli occhi di ghiaccio. La mia collega, poverina, deve avere un principio di demenza senile, per bersi tante stupidaggini tutte insieme. Ma io no. Sono stato al gioco. Ho visto dove volevate arrivare. E sapete? Avete ragione. Io in realtà odio lavorare per l’immobiliare anonima. Entrare nelle case degli altri, come se i padroni di casa fossero gli ospiti. Spostare le cose, contare i piatti, i mobili, il valore di pochi gingilli che ti valore hanno solo un ricordo affettivo. Guardare sempre avanti e mai negli occhi, irrigidire le mascelle di fronte alle lacrime, unica proprietà rimasta e lasciata


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andare senza più alcuna dignità. Per questo ho deciso di tacere. Di non spifferare. Vuole regalarvi una Villa? Che così sia. Quando tutto sarà fatto, solo allora giocherò le mie carte e la farò licenziare. Se lo merita. Mi ha trattato come un bambino con le mani sporche di cioccolata. Sempre ad umiliarmi, a sgridarmi. Io così preciso nel lavoro e lei…beh lei, l’avete vista.

PIETRO:    …E mettiamo che tutto questo fosse vero, giusto per un attimo. Perché lo farebbe? Solo per vendetta? Per gelosia?

SILVANO: “La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre.” No, non per gelosia. Non lo farei gratuitamente, no. E non voglio certo soldi, visto che non ne avete. Lo farei per… un appuntamento. Con te.

PIETRO:   Un appuntamento? Che tipo di appuntamento esattamente?

SILVANO: Hai capito benissimo. Non serve ripeterlo. Io sono un uomo piccolo, sempre chiuso in me stesso. Senza sbocchi, imploso, irrisolto. Ora voglio esplodere, voglio uscire allo scoperto. Voglio dire a tutti quello che sono e che ne sono fiero! Ed anche che il mio lavoro mi fa schifo e che voglio andare a fare il pianista in un locale per soli uomini. Ma prima voglio un appuntamento, innocente. Senza pretese. Solo voglio chiedere ad un uomo di uscire con me e che questo mi risponda “Si”.

PIETRO:   (TIRA FUORI LA LETTERA DALLA GIACCA) Quindi questa lettera era…

SILVATO: Per te si.

PIETRO:    Io…

GAB:            (COMPARE DALLA PORTA. HA SENTITO TUTTO) Lui accetta. Perché solo uno stupido non accetterebbe. Non ho mai sentito un uomo pronunciare un discorso più coraggioso in questa casa. E Pietro sarà felice di essere suo ospite per una cena. Silvano lei non è un uomo irrisolto. E’ un uomo inascoltato (PRENDE UNA TAZZA TI THE DAL BANCO CHE HA PREPARATO PIETRO E LA DA A SILVANO.) Tenga. Pietro io e te dobbiamo parlare, ora!

PIETRO:   Di cosa?

GAB:            Di una certa Roberta.

SILVANO: Grazie. Comunque da ora in poi, vi darò una mano. Avrete un cavallo di Troia, nel vostro assedio!

GAB:            Eh?

PIETRO:    Ti spiego io, andiamo. (ESCONO A SX)

(SILVANO E’ RIMASTO SOLO IN STANZA CON LA TESTA PIEGATA SULLA TAZZA DI THE. IN QUEL MENTRE ENTRA UNA FELICIA PIUTTOSTO SCONVOLTA E SGUALCITA DA DX)


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FELICIA:      (VEDENDO TIZIANA) Ma che sta a fa le inalazioni? Che c’hai er raffreddore?

SILVANO:    Eh? No, no… Questi fumi non potrebbero mai ammorbidire il ghiaccio che alberga in me. Vuole una tazza di thè, che sa di acqua calda?

FELICIA:      Ah ma è lei grigrì, non la stavo a riconosce con la testa in quel modo.

Si va, grazie.

SILVANO:   (GLI TENDE LA SUA TAZZA, MENTRE LUI SI ALZA E VA A PRENDERSENE UN’ALTRA).

FELICIA:      (GUARDANDO IL THE, TITUBANTE) Ma non è che te c’è cascata la forfora dentro, no?

SILVANO:   Hem no, no.

FELICIA:     Magari je dava sapore.

SILVANO:   La vedo ancora triste o sbaglio?

FELICIA:     Io? No, per niente. Sò confusa più che altro. Prendi, lascia, prendi, lascia. Io non so più se so innamorata o no. E lei invece?

SILVANO:   Io mi sento come questa tazza di the. Piena di qualcosa, ma non si sa di cosa…Mi dica la verità, così a bruciapelo, lei come mi vede?

FELICIA:      ‘no stronzo.

SILVANO:   Bene. Mi solleva sapere che in qualcosa riesco. Dica, lei è triste perché il conte Pietro l’ha lasciata?

FELICIA:      Non ne posso più de ‘sta storia. Stamattina era meglio se annavò a tarà il carburatore de quarche bagnarola. A proposito del conte Pietro, sa dov’è?

SILVANO:   E’ uscito con il fratello. Credo che rientreranno subito. Dovevano parlare o andare da una certa Roberta. Sarà quella dell’American House probabilmente.

FELICIA:      Ah si?! Non ci posso credere, prima mi bacia e poi se ne va dall’altra. (SI RICORDA A CHE GIOCO DEVE GIOCARE) Beh, allora non possiamo farci vedere insieme, potrebbe ingelosirsi.

SILVANO:   Dice? Non credo proprio.

FELICIA:      (COMINCIA A SEDURLO) E perché no? Lei è un bell’uomo, disponibile. Io sono una bella…sono disponibile, ecco… Potremmo metterlo alla prova…

SILVANO:   (SI RITRAE) No, guardi non glielo consiglio, non sarebbe una bella esperienza, per tutti e due.

FELICIA:     No, non mi ha convinta.

SILVANO:   Lungi da me dal farlo.


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FELICIA:         Su, grigrì si rilassi, rilassati. Posso darti del tu, vero? Lasciati andare, vedrai che non dimenticherai facilmente questi momenti.

SILVANO:   Ma lei sta veramente alludendo ad un approccio sessuale nei miei confronti?

FELICIA:      Si!... sto proprio parlando di sesso…sesso… sesso…

SILVANO:   Santo cielo!

FELICIA:     (SOPPESANDO I SENI) Le vedi queste?

SILVANO:   Difficile non notarle… Anche se io sono interessato a ben altre forme, ecco.

FELICIA:      Ah… ma che sei ‘na checca!?

SILVANO:   In fase di transizione diciamo.

FELICIA:     Allora sono ancora in tempo per salvarti!! (GLI SI SIEDE A CAVALCIONI E COMINCIA A SPOGLIARLO)

SILVANO:   Stia ferma, cosa fa?!

FELICIA:      Io lo so che lo vuoi, stai contenendo la belva che è in te solo per non fare torto a quella mummia incartapecorita della tua collega frigida!

SILVANO:   Ma no, non è così!!

FELICIA:     Lo sento che ti piaccio, che mi desideri!

SILVANO:   Io non sento proprio niente se non che mi sta schiacciando la milza!

FELICIA:         Dimmi che sono tua, dimmi che sono il tuo meccanico!! Ungimi tutta di olio motore usato da almeno cinquantamila kilometri!

SILVANO:   Ma che orrore!

FELICIA:     Molla il freno a mano, il sesso con me è come la benzina a cento ottani!!

SILVANO:   Con me invece è come mettere la benzina nel motore diesel.

(DA DX RIENTRANO TIZIANA CON I PUPI, LILIANA E ALBERT. DA SX ENTRANO GABRIELE E PIETRO)

FELICIA:         Pietro!!

PIETRO:          Felicidad!

SILVANO:     Liliana!!

LILIANA:          Silvano!!

GAB:                  Silvano! Felicidad!

FEL+SIL:         Gabriele!!

ALBERT:         What the fuck?!


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LILIANA:


Tiziana!!


TIZIANA:


Pietro!!


GAB:


Liliana!!


PIETRO:


Silvano!!


SIL+FEL:


Pietro!!


ALBERT:


What the fuck?!


GAB:


Tutti zitti!! Che cavolo sta succedendo qua!?


LILIANA:


(A SILVANO)Maledetto proletario traditore, come puoi fartela con la cameriera?


SILVANO:


Ma io non c’entro!


LILIANA:


Ci sei entrato eccome, vedo! Porco!


PIETRO:


Adesso capisco tutto… (A SILVANO) Tutta quella manfrina teatrale prima, era per coprirti le spalle vero?


TIZIANA:


Secondo me c’è qualche malinteso.


GABRIELE:


Infatti possiamo chiarire tutto.


LILIANA:


Non difenda la sua servitù! C’è poco da malintendere!! La sua cameriera è senza dubbio una ninfomane!


FELICIA:


(COME ESTASIATA) E’ stato fantastico, eccezionale, superbo e instancabile. Una vera macchina del sesso, una fuoriserie. Così pieno di iniziativa, di fantasia, di desideri nascosti e squisitamente imbarazzanti.


SILVANO:


Vi giuro che sta parlando di qualcun altro.


LILIANA:


Ma io dico, con la cameriera!! Se proprio dovevi tradirmi, potevi con il conte Pietro!


SILVANO:


Ci sto lavorando.


PIETRO:


Ma smettila, era tutta una finta, ora l’ho capita! Almeno rivestitevi, abbiate un po’ di decenza.


FELICIA:


(A SILVANO) Non ti sei perso niente tesoro, non è capace di stare con una donna, figuriamoci con un uomo. E poi perché vuoi farti passare per gay, non capisco? Non ho mai avuto tanti fremiti nascosti come negli ultimi dieci minuti.


PIETRO:


Mi viene da dirti una parolaccia, ma sono conte e non posso!


LILIANA:


E poi? Tutte quelle scene con me, quella lettera! Tutto per nascondere una relazione così infima, bassa e di così poca classe. Se mi avessi tradito con una persona più altolocata, mi avrebbe elevato spiritualmente.


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GAB:


Che assurdità.


PIETRO:


Ma poi volete togliervi una dall’altro?!


FELICIA:


Perche’   ti     interessa?


Tu


prima


ti


baciavi


con


quella


tizia


dell’American House!


ALBERT:


Chi baciare chi?!


LILIANA:


Silenzio! Conte Pietro io sono una persona di una certa moralità. Per carità non voglio giudicare, ci mancherebbe. Posso passare sopra una relazione pseudo incestuosa con la sua sorellastra e addirittura quella con la classe inferiore, ma in effetti baciare la maggiore azionista dell’American House è intollerabile!


ALBERT:


What?! (TIRA FUORI LA PISTOLA E LA PUNTA IN FACCIA A PIETRO) I Kill you piece of shit, you’re going to die!!


TIZIANA:


Noooo!! Calma, aspetta Albert. Silenzio lo dico io!! Pietro non baciava nessuno, perché lui è…è gay.


PIE+GAB:


Cosa?!


LILIANA:


(ALLIBITA) Ma è suo marito…


PIETRO:


Si si, sono gayissimo, checca totale, mi piace travestirmi.


(ALBERT METTE VIA LA PISTOLA NON CONVINTO)


FELICIA:


Ecco perché a letto non funzionava tanto bene.


SILVANO:


Ma se sei gay perché prima te la sei tirata tanto?


PIETRO:


Io a letto funziono benissimo!!


LILIANA:


A questo punto è tutto da vedere.


PIETRO:


Posso dimostrare le mie doti virili anche subito!!


LILIANA:


Oh! E come?


PIETRO:


(A FELICIA) Avanti diglielo.


FELICIA:         (NON STA AL GIOCO) E che cosa? La verità la sappiamo tutti e cioè che lavoro qui da poco come cameriera. Quello che non si sa

èche la nostra relazione era una finta che ti sei inventato e che mi hai chiesto di coprire le tue tendenze sessuali sennò mi licenziavi.


PIETRO:


Oh! Ma, ma…


SILVANO:


Beh, la “moglie” lo saprà di certo!


GAB:


Scusate perché stiamo facendo il processo alle attitudini sessuali di mio fratello?


LILIANA:


Ormai è una questione di onestà nei confronti di tutti. (A TIZIANA) Avanti ce lo dica!


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TIZIANA:         Ma che ne so io che sono la sorella!! Cioè la sorellastra… che poi se l’è sposato è vero. (PAUSA) Ho trovato!! Voglio dire… ecco la verità: i miei figli non li ho fatti con mio marito!!

LILIANA:          Questa è nuova, e come mai?!

TIZIANA:         Perché… perché??

GABRIELE:  Perché lui oltre ad essere gay è anche impotente. Infatti il vero padre dei bambini è il poliziotto americano!!

(STUPORE GENERALE)


ALBERT:


Yeah, questi miei bambini, Rick e Ashley.


PIETRO:


(SI SIEDE) Sono un gay impotente, povero me.


SILVANO:


Tranquillo, per me vai benissimo. Il problema dei ruoli è già risolto.


LILIANA:


(VERSO ALBERT) A questo punto sarebbe interessante conoscere l’opinione del padre dei bambini. Quando ha avuto una relazione con la contessa?


ALBERT:


What are you talking about?


TIZIANA:


No nessuna relazione, inseminazione in vitro. Capisce, quando ho capito le tendenze di mio marito, mi sono mossa in altra direzione.


LILIANA:


Una scelta pragmatica.


GABRIELE:


Non preoccuparti fratellino, ti faremo curare.


PIETRO:


Perché’ si guarisce dall’omosessualità?


GABRIELE:


No, parlavo dell’impotenza.


PIETRO:


Ah ecco. E’ assurdo. In conclusione, io faccio il gay impotente e questo qua il donnaiolo! E’ il colmo.


SILVANO:


Io credo che oggi mi scoppierà una grande crisi di identità.


GABRIELE:


Per carità, lei veda di non crearmi altri problemi.


SILVANO:


Ma che c’entra la mia vita con la sua, mi scusi!


GABRIELE:  C’entra la sua e… quella di tutti… insomma basta!! Io, io… ho

deciso di dirvi tutto, di dire tutta la verità!!


PIETRO:


Gabriele che stai combinando!?


TIZIANA:


Cosa devi dire adesso?


GABRIELE:    La verità è che tutto questo dev’essere successo per un motivo! Vedete, io stamattina ho sentito la voce di tre angeli nella testa e da allora vedo un Cupido svolazzare per casa. Mi hanno detto di essere morto. Però, siccome erano in vena di gentilezza, del resto non sarebbero santi, mi hanno rispedito qui sulla terra per rimediare ad un errore che non so se è il mio o quello della gente che mi sta


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intorno. Cosicché io, dimostrando l’effettivo cambiamento che avete notato, sto cercando di risolvere i guai di ogni persona che mi capita a tiro. Il problema è che sembra che voi facciate di tutto per complicarmi la vita, invece di darmi una mano!

(SUONA IL CAMPANELLO. TIZIANA, GABRIELE E PIETRO SCATTANO IN AVANTI E SI RIUNISCONO A CAPANNELLO IN PROSCENIO)


TIZIANA:


A questa tua nuova turba psichica penseremo dopo, ma mi piace, ingarbuglia ancora di più le cose.


PIETRO:


Ora pensiamo a chi può essere al campanello!


(SUONA CAMPANELLO)

PIE-TIZ-GAB: Arrivo!!


GAB:


E’ sicuramente Roberta!!


TIZIANA:


Dobbiamo fare in modo che non si incontri con il marito e neanche con te! E non deve neanche incontrare quelli dell’immobiliare anonima. In pratica non deve entrare in casa!


PIETRO:


E come facciamo, l’abbiamo già cacciata prima! E poi sta venendo a farci firmare il contratto per la seconda casa, non possiamo farcela scappare!


GAB:


Se vede i due mariti insieme succede il finimondo, inventare qualcosa per confondere le acque.


dobbiamo


PIETRO:


Le acque qui dentro sono già buone per il rafting.


TIZIANA:


(A GABRIELE) Dai, organizza.


GAB:


Sempre io, ma perché?


TIZIANA:


Sei tu che hai detto che vuoi risolvere i problemi di tutti, vero?


(RISUONA IL CAMPANELLO, I TRE STANNO PENSANDO. FELICIA BUSSA ALLA SPALLA DI NUOVO.)


FELICIA:


Forse non sono più della famiglia, ma mi piacerebbe sapere cosa state complottando.


LILIANA:


Ma che cameriera insolente.


TIZIANA:


Felicidad, cerca di stare tranquilla ora. Tieni fai la nurse. (GLI LASCIA I BIMBI).


ALBERT:


Forse voi non sentito ma suonare campanello!


PIETRO:


Noi sentito benissimo!


GABRIELE:  (A TUTTI) Allora, le cose stanno così. Questa è una scena che non volevamo girare, perché è molto forte.

LILIANA:          Oddio, sì!


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GAB:


La persona che sta per entrare è armata di coltello è vuole ucciderci tutti. Noi ora dobbiamo nasconderci per fare in modo che non ci trovi. Il primo che verrà trovato, morirà!


LILIANA:


Che trama densa di suspense e colpi di scena. Conte, dovrebbe farlo di lavoro!


SILVANO:


Non hai paura di morire?


LILIANA:


Spero che mi trovi, ho in mente una scena molto drammatica, pura improvvisazione. Tipo: “Aaaaah, no, non mi uccidere!! Non voglio morire vergine!!”. (SI ACCASCIA SUL DIVANO.) Che ne pensa, conte?


GAB:


Difficile a credersi ma lei ha davvero stoffa.


(RISUONA CAMPANELLO)


LILIANA:


Io la nurse non la vojo fa in questa scena!!


PIETRO:


Va bene, uno lo prendo io. (PRENDE UN BIMBO)


GAB:


E l’altro io! (PRENDE L’ALTRO BIMBO) Presto!! Tutti fuori!! Liliana e Silvano in bagno!


LILIANA:


In bagno, che “location” deprimente.


TIZIANA:


Ma no, è l’ultimo grido in fatto di Selfie.


LILIANA:


Uh, si allora in bagno a fare i Selfie!! (ESCONO A DX)


ALBERT:


Io cosa fare, tenere bambini?


TIZIANA:


No, no li lasci qui, non si preoccupi!


PIETRO:


Vada nel magazzino delle scope, in the broom’s depot! E non esca assolutamente! Do not come out!!


ALBERT:


Yeah ok. But why?!


(PIETRO SPINGE FUORI UN RECALCITRANTE ALBERT A DX)

FELICIA:         A me me pare ‘na stronz…

TIZIANA:         (LA INTERROMPE, PRENDENDOLA PER UN BRACCIO) Tu, con me! (ESCONO A SX)

(SUONA CAMPANELLO. PIETRO E GABRIELE SONO IMPANICATI PER VIA DEI BAMBINI. SE LI PASSANO, SE LI SCAMBIANO E ALLA FINE DECIDONO DI NASCONDERLI NEL COMO’ IN FONDO. GLI RIMANGONO IN MANO I BIBERON CHE, NON SAPENDO CHE FARSENE, SI FICCANO IN BOCCA.)

ROBERTA:    E’ permesso? Posso entrare? Scusate ho suonato tanto, alla fine sono entrata, la porta era apert…oh, buon appetito!

(I DUE ALZANO UNA MANO IN SEGNO DI SALUTE).

PIETRO:          Grazie, che bello che sei passata!


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GABRIELE:  Già, che bello. Non ti meravigliare. Abbiamo deciso di provare una nuova dieta, la “Rick Astley”. E’ una dieta a zona, nel senso che si dimagrisce per pezzi. Il cantante, dopo aver lasciato la musica, si è dato alla dietologia e ha creato questa nuova dieta a base di… Biberon. E’ una tale fatica mangiare così, che la gente si stanca e mangia meno.

ROBERTA:   Efficace, direi.

PIETRO:          Eh, già. Come mai da queste parti?

ROBERTA:   (MENTRE APRE UNA VALIGETTA E SISTEMA I DOCUMENTI) Vi ho portato il contratto di comodato d’uso gratuito di un appartamento in bioedilizia. Non vi ricordate? Ve ne ho parlato prima, quando Pietro mi ha sequestrato, minacciando di uccidermi con una busta da lettere…

GAB:                  Un bel momento di suspance, vero?

ROBERTA:   Si non preoccupatevi, sono pronta a tutto, anche ad un asino che vola.

(DA DX ENTRA LILIANA URLANDO COME UNA PAZZA INSEGUITA DA SILVANO CON UN COLTELLO IN MANO CHE LE URLA AL SEGUITO. ESCONO A SX)

Appunto….


PIETRO:


Si è una scena che stanno giran…


ROBERTA:


Non voglio saperlo. Non voglio sapere nulla. Pietro volevo anche dirti che alla sede che abbiamo qui a Roma c’è un posto libero da amministrativo e tu, con i tuoi studi, potresti rientrare nei parametri della persona che cerchiamo. Ti interessa?


PIETRO:


Certo che mi interessa!


GAB:


No che non gli interessa.


PIETRO:


Certo che sì, perché non dovrebbe.


GAB:


Perché il posto di lavoro te lo devi garantire per meriti, non per favoritismi o intercessioni di alcun genere. (A ROBERTA) Grazie, eh, ma non vogliamo rubare il posto di nessuno. Non ci servono raccomandazioni. Il mondo non funziona così.


PIETRO:


Non so il tuo, ma il mio mondo funziona esattamente così!


ROBERTA:


Infatti. E poi Pietro è qualcosa di più per me. Ora che ci siamo ritrovati non voglio farlo scappare per niente al mondo.


GAB:


Ecco, magari sarebbe il caso di parlarne meglio.


ROBERTA:


Che vuoi dire, non capisco.


PIETRO:


Eh, sì cara. In realtà non so proprio se è la cosa migliore da fare.


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ROBERTA:


Come “non lo sai”? C’entra di nuovo il meccanico, vero?


PIETRO:


Detto così suona brutto.


TIZIANA:


(ENTRA DA SX) Uh, guarda chi c’è, tempismo perfetto.


ROBERTA:


Salve Tiziana. (PRENDE UN COLTELLO DALLA CUCINA) Scusa ma sto per commettere un omicidio. Non mi dire che tu e quell’altra…


FELICIA:


(ENTRA DIETRO TIZIANA) Quell’altra sta qua e le cose gliele poi dì in faccia. Uè, chiariamo subito ‘na cosa una vorta pe tutte. A me cara Roberta, de Pietro Motelli, che sia conte o no, non me ne frega un bel ciufolo. Adesso poi che ho pure scoperto che è un gay impotente.


TIZIANA:


Lo sapevo che non avevi capito niente.


PIETRO:


Beh, parliamone.


ROBERTA:


Pietro un gay impotente? Immagino che alla balla di stamattina ne siano susseguite altre, vero?


TIZIANA:


Un turbinio.


ROBERTA:


Non volevo sapere ma forse sarebbe il caso che io fossi aggiornata sulla situazione.


GABRIELE:


Quella dei figli rapiti la sapevi?


TIZIANA:


Ma no era rimasta all’isoletta in Sardegna con il sommergibile.


PIETRO:


Che a me piaceva di più dell’attico con l’elicottero!


TIZIANA:


Poi è uscito fuori che io e Pietro non siamo fratelli ma fratellastri e abbiamo due bambini, gemelli.


ROBERTA:


Ma dai curioso anche io…


FELICIA:


Si ma non sono figli suoi perché lui è gay.


PIETRO:


E impotente.


GABRIELE:


Infatti i figli sono di un poliziotto.


ROBERTA:


Un poliziotto?! Oddio non avrete davvero avvisato le autorità?!


TIZIANA:


No, no… ancora no, ma temo sia solo questione di tempo.


(ENTRA LILIANA SEGUITA DA SILVANO.)

LILIANA:          “Aaaaah, no, non mi uccidere!! Non voglio morire vergine!!” (SI

ACCASCIA SUL DIVANO)


79


SILVANO:


(A ROBERTA) “Tu, maledetta assassina, l’hai uccisa!! Povero tegumento di grano, spiga non ancora matura, colta prima della mietitura! (PRENDE IL COLTELLO DA ROBERTA, POI BACIA LILIANA SULLA GUANCIA E FA FINTA DI UCCIDERSI) «…E così con un bacio io muoio»! (SI ACCASCIA. TUTTI APPLAUDONO TRANNE ROBERTA).


ROBERTA:


Ditemi che non sta succedendo davvero…


LILIANA:


(SI ALZA) Com’era? Com’era?


SILVANO:


Ci siamo impegnati tutto il tempo con testo!


GAB:


Un capolavoro…


SILVANO:


E la citazione?! Non era sublime?


PIETRO:


Molto teatrale.


LILIANA:


Il bacio però non era nel copione, farabutto.


SILVANO:


Pura improvvisazione.


FELICIA:


E’ stata ‘na favola. Me so quasi emozionata.


LILIANA:


Ci tenevamo che la scena venisse bene. Ecco. (RENDE IL COLTELLO A ROBERTA). Non lo usi su di lei, la prego. Mi rendo conto che il sapore della sconfitta può portare a gesti estremi.


ROBERTA:


Che sconfitta?


LILIANA:


Beh il fatto che i conti e la contessa hanno scelto di accettare la nostra Villa in donazione. E senza clausole. Ci basta un po’ di sana, semplice e trasparente pubblicità.


FELICIA:


E quando mai lo è stata…


ROBERTA:


Ah si?! I conti e la contessa hanno accettato una villa in donazione? E allora non gli serve certo anche un secondo appartamento, giusto? (STRAPPA IL CONTRATTO). E ora, se siete delle persone oneste, dovreste dire la verità. Non abbassatevi al loro livello, voi siete meglio di questo!


GAB;


Mi sembra giusto. Credo che dovremmo svuotare il sacco.


PIETRO:


(PRENDE IL CELLULARE) Irina! Ho bisogno di parlarti immediatamente, ti ricordi la storia dei provenzano? I provenzano, non i san marzano!!


SILVANO:


Basta con questa storia, mi dia quel cellulare!!


GAB:


Signor Silvano cosa fa?


SILVANO:


Devo dimostrarvi una cosa!


80

TIZIANA:         Oddio è finita.

(PUR CONTROVOGLIA PIETRO DA IL CELLULARE A SILVANO)


SILVANO:


(AL TELEFONO) Pronto? Pronto!? Oh Irina eccola, non la sentivo più. (GLI ALTRI SI GUARDANO COMPIACIUTI) Come dice? Il contratto dei Motelli? Si è tutto regolare, le manderò copia dell’atto al più presto. E’ stato già protocollato. Grazie Irina. No, no, non disturbi i signori Provenzano. Abbiamo risolto. Grazie e a presto. Ah si, glielo passo. (TENDE IL TELEFONO A PIETRO) E’ per lei.


PIETRO:


Cara, gentile che sei a salutarmi. Sì, sì tutto a posto. Vai alle corse dei cavalli oggi pomeriggio? Fai bene, rilassati. Fammi una puntata su Quintagamba. Boh, fai centomila. Grazie cara, un bacio dove sai tu!


SILVANO:


Non si dica che l’Immobiliare Anonima non mantiena la parola data!


LILIANA:


Bravo, così mi piaci.


ROBERTA:


Quindi il danno ormai è fatto!


PIETRO:


Beh è una puntatina, niente di che.


ROBERTA:


Mi riferivo al contratto per la casa. E’ concluso!


LILIANA:


Sarà un danno per lei ma non per l’immobiliare anonima srl che ha scoccato un'altra freccia dal proprio arco.


GAB:


Vi prego non parliamo di archi e frecce!


(DAL COMO SI SENTONO DELLE VOCI).


VOCE1:


Ahò, sveglia!! Dove siamo?


VOCE2:


Ma perché è tutto buio.


VOCE1:


Boh non lo so.


LILIANA:


Ma queste voci cavernicole da dove vengono?!


ROBERTA:


Io queste voci le conosco.


VOCE2:


Non so te ma io c’ho una fame.


VOCE1:


Anche io.


VOCE2:


Al tre. Uno, due…


(SCOPPIA IL PIANO DEI DUE BAMBINI. ROBERTA SPOSTA TUTTI E VA AL COMO DOVE SONO NASCOSTI I DUE BIMBI E LI TIRA FUORI)

ROBERTA:   Rick! Ashley!!

VOCI:                 Mammaaaa!!

SILVANO:      Il ritorno all’ovile.


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LILIANA:          (COMMOSSA) Non se ne può più, oggi con le emozioni si va su e giù, come su un ottovolante.

TIZIANA:         (COMMOSSA ANCHE LEI) E’ una bella scena, lo ammetto.

LILIANA:          Piange anche lei contessa? E’ perché i suoi figli riconoscono la madre in una perfetta sconosciuta, vero?

TIZIANA:         Infatti.

ROBERTA:    C’è anche mio marito?

ALBERT:         (ENTRA DA DX) Si sono qui.

ROBERTA:    Amore mio. Scusami.

(ALBERT VA DA ROBERTA E I DUE SI BACIANO)


FELICIA:


Oh che colpo di scena! Ma stiamo “girando” di nuovo?!


TIZIANA:


Oh come sono belli.


LILIANA:


Io capisco tutto ma non dovrebbe riprendersi i suoi figli?


GAB:


Non sono i suoi figli.


LILIANA:


Cosa?!


TIZIANA:


Io… io non sono sicura ecco.


LILIANA:


Come “non è sicura”? non li ha partoriti lei?


TIZIANA:


Eh? No, no. Ho “creduto” di partorirli.


LILIANA:


E come?!


TIZIANA:


Gravidanza isterica!


GABRIELE:     E’ vero, li voleva così tanto ma essendo Pietro gay e impotente non potevo darglieli, così abbiamo preso in affitto l’utero della signora Roberta, l’abbiamo inseminato e con gli spermatozoi del poliziotto americano e con l’ovulo di Felicia, abbiamo fatto credere a Tiziana di essere incinta mentre invece Roberta ha terminato la gestazione e ha partorito due bellissimi bambini che poi il poliziotto americano ha sequestrato perché non accetta di non essere padre. Quando sono nati abbiamo fatto credere a Tiziana che li avesse portati nella notte il corriere espresso. Raccontargli la storia della cicogna ci

sembrava troppo.


TIZIANA:


Mi ero convinta così tanto che ho mangiato per mesi solo broccoli e cavoletti di Bruxelles, innaffiandoli con litri e litri di birra ai quattro luppoli.


PIETRO:


L’effetto finale lo vedete in parte anche oggi.


FELICIA:


Io non ho capito i figli di chi sono, ma ho capito che non sono di Pietro e questo mi va benissimo. (VA DA PIETRO E L’ABBRACCIA)


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ALBERT:


(ORA PARLA BENISSIMO IN ITALIANO) Torniamo a casa amore, abbiamo fatto quello che dovevamo fare.


SILVANO:


Ma lei parla benissimo italiano, ora.


ALBERT:


Ho finto per tutto il tempo, volevo studiarvi, volevo capire chi eravate e dove volevate andare a parare.


PIETRO:


Che figura di m…


ALBERT:


No niente figuracce. Tutto questo ci ha reso più forti. Vero amore? (SI RIBACIANO).


GAB:


Beh almeno questa storia è a lieto fine. Ora ne devo risolvere solo un’altra decina.


ALBERT:


No, in realtà siamo tutti risolti, non è così?


(TUTTI ANNUISCONO)


GAB:


Che volete dire?


ALBERT:


Che Pietro e Felicia torneranno insieme, così come io e Roberta. Silvano ha finalmente capito chi è veramente e lascerà quella zitellona di Liliana alle sue scartoffie. Tiziana sarà più tranquilla perché Pietro troverà impiego presso la sede italiana dell’American House, offerta da Roberta. E arriverà l’amore anche per lei. E poi resti tu. Gabriele Motelli. Tu hai capito quale errore hai fatto?


GAB:


Io non capisco… come fate a sapere queste cose?!


(LA SCENA CAMBIA LUCI. DA DX E SX ENTRA FUMO E CUPITO ENTRA DALL’INGRESSO)


CUPIDO:


Lo  sanno


perché


finora


si


sono


divertiti


alle


tue


spalle,


caro


Gabriele.


LILIANA:


Oh eccoti finalmente Cupido, ci chiedevamo dove t’eri nascosto.


GABRIELE:


Anche voi vedete questo bambino?!


CUPIDO:


Non sono un bambino, sono il dio dell’erotismo e della bellezza. Almeno secondo Wikipedia. E anche queste persone non sono chi credi che siano.


TIZIANA:


Noi siamo le voci che ti hanno accolto questa mattina.


SILVANO:


Quelle a cui hai chiesto numi quando non sapevi costa stesse succedendo.


ALBERT:


E che ti hanno messo alla prova per tutto questo tempo.


PIETRO:


Ma ci hai stupito. Credevamo che non saresti arrivato da nessuna parte e invece… ti sei dato un gran bel da fare.


LILIANA:


E noi ci siamo divertiti un bel po’ alle tue spalle, sai da queste parti non ci sono molti svaghi.


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GAB:


Ma cosa state dicendo?! Tiziana tu sei mia sorella! E Pietro tu…


PIETRO:


Questo è un limbo Gabriele, uno strato essenziale del non essere, una piega nella tessitura del reticolo spazio temporale.


GAB:


Discorso troppo complesso per Pietro. Allora davvero non sei tu e io… (SI SIEDE SUL DIVANO) Allora è vero. Sono morto.


(UNO AD UNO GLI ATTORI SI POSIZIONANO LATERALMENTE E SI GIRANO DI SPALLE)


ROBERTA:


Si. Ti sei tolto la vita tu stesso. E questo che è successo è il purgatorio da cui dovrai uscire. Vivrai e rivivrai questi eventi. Per tante volte. Finché non avrai capito. Questo è un inferno. Uno dei tanti inferni è chiaro, ma questo è uno e non è neanche il peggiore.


CUPIDO:


Io non sono d’accordo con nessuno di loro! Secondo me non dovrebbero trattarti così.


ALBERT:


Zitto cupido. Ora ricominciamo d’accapo e vediamo se ci metterai un po’ meno tempo. Piano piano ne uscirai pulito (TUTTI GLI ATTORI SI GIRANO DI SPALLE E UNO AD UNO ESCONO DI SCENA).


TIZIANA:


(USCENDO) Io stavolta voglio fare Liliana!


LILIANA:


(USCENDO) E io faccio Tiziana!! Guai a voi se mi toccate la parte!


(GLI ATTORI SONO TUTTI USCITI, SUL FONDO SI SENTONO A SPERDERE

IDIALOGHI DEGLI “ATTORI” CHE LITIGANO PER LA PARTE”) SILVANO: Quindi a me tocca fare Pietro?!


PIETRO:


Guarda che Pietro è una parte bellissima! La tua è una lagna pazzesca!! Io non voglio farla!


SILVANO:


Lo sai che non possiamo fare due volte la stessa parte!


FELICIA:


Scusate ma io cosa faccio?


TIZIANA:


Tu fai Roberta!


ROBERTA:


E io faccio Albert vè?


GAB:


(SUI DIALOGHI DI SOTTOFONDO) Quanto durerà tutto questo?

Quando passerò altrove?


CUPIDO:


Lo capirai da solo. Ogni volta sarai più consapevole. Alla fine non servirà ripetere queste scene.


GAB:


(MECCANICAMENTE SI RIMETTE A LETTO) La vita come una grande commedia. Sarà scontato ma non è alla fine così sbagliato. Quanti di noi ripetono all’infinito gli stessi errori. Quante persone incontriamo nella nostra vista che ci ripropongono situazioni simili e noi sbagliamo e sbagliamo di nuovo, come se non capissimo. Sarebbe bello se potessimo intenderci meglio. Forse parlando di


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più, aprendoci l’un l’altro non ci sarebbe bisogno di tutto questo… Forse posso essere migliore di quello che sono stato… Forse…(DORMENDO) Ma come faccio a riparare al mio errore se mi lasciate qua al buio, almeno rimandatemi a casa. Insomma, qualcuno vuole accendere la luce?

TIZIANA:(LA INTERPRETA L’ATTRICE CHE FA LILIANA. I VESTITI SONO QUEI DEI RISPETTIVI PERSONAGGI. CON SE PORTA UN GIORNALE CHE BUTTA SUL LETTO; GABRIELE RIMANE AL CENTRO DELLA SCENA, STORDITO E CONFUSO)

Accendere la luce alle nove e mezzo del mattino...che idee che ti saltano in mente!

GABRIELE:(SCONVOLTO) Tiziana...


TIZIANA:


Beh devo immaginare che ricordarti il nome di tua sorella alle undici del mattino sia già un bel passo avanti... Ma guarda che faccia che hai, sembri appena uscito dall'obitorio.


GABRIELE:(SI MUOVE LENTO, TOCCANDOSI IL CORPO E SI GUARDA A UNO SPECCHIO NELL’INGRESSO) ...sono vivo...Tiziana...sono vivo...

TIZIANA E GAB:… Ma non altrettanto sveglio!! Guarda che scherzavo approposito dell’obitorio.

(PAUSA. I DUE SI GUARDANO.)

TIZIANA:  (VERSO L’ALTO) Beh forse questa sarà più corta!!

MUSICA. BUIO

FINE