Anna De Picciafogo

Stampa questo copione

Paolo  Torrisi

“ ANNA  DE PICCIAFOGO”

Farsa in tre atti


Anna è una “coronara” loretana. Una come tante a Loreto. Quello che però la distingue dalle <tante> è il suo carattere troppo altruista. Aiutare gli altri per lei è una missione. Una missione oltre misura, che la inserisce nella categoria delle “impiccione rompiscatole”! Il paziente marito, Sante, è succube di lei e pur controvoglia è costretto ad assecondarla. Anna non riesce, come si suole dire, a farsi i fatti suoi, neanche adesso che sta in vacanza a Porto Recanati, presso il piccolo Albergo “Sereno”. La sposina Carla si sente tradita dal marito e di questo è molto amareggiata. Naturalmente, Anna de Picciafogo, fa suo il problema della sposina, sbandierando subito il suo motto: “Adé ce penso io!” Solo che riesce a coinvolgere ed imbrigliare nella sua <matassa>, con malintesi e scambi di ruolo, altri clienti dell’albergo. E’ la classica Commedia degli equivoci, Vaudevilliana, brillante e divertente, dove alla fine, la matassa imbrigliata si dipana e il <fogo> e i vari <fogarelli> che Anna aveva acceso si spengono e così la pace ritorna  nell’Albergo Sereno.

Personaggi:  U  5;     D  4;

Commedia registrata SIAE n°916212/A

Torrisi Paolo

via , Abruzzo-3; 60025 LORETO (AN)

torrisipaolo@virgilio.it

tel.071/978063;   cell. 349-7824237;

In calce un glossario per facilitare la lettura del testo

Paolo Torrisi

“ ANNA  DE  PICCIAFOGO”

  Personaggi

ANNA de PICCIAFOGO                      

SANTE                                el marito  

PAOLO                                sposino  

CARLA                                 sposina   

BOGDANA                          turista 

ERNESTO                           turista     

ALFIO LAGANA’                ispettore 

ADELE                                 direttrice 

CHAO-CHAN                      cameriere 

Paolo Torrisi

“ANNA DE PICCIAFOGO”

P R I M O  A T T O

              L'azione si svolge in un albergo di Portorecanati. La scena è così composta: l'entrata comune è al centro-fondo scena; lateralmente a questa, a sinistra dello spettatore, vi è il bancone “Recption”; dietro a esso vi è, appesa al muro, una scacchiera in legno <portalettere e chiavi camere>; quasi attaccata alla “reception” vi è una porta con scritto “Privato”; più in basso un divano-poltrona con tavolo salotto; a destra, in fondo scena, vi è un arco, che porta alle camere; più in basso e di fronte al bancone reception, vi è un tavolino con due sedie; più in basso, una porta con su scritto: “Sala ristorante”. Al muro: quadri vari; sui tavolini: riviste quotidiani, ecc....

          Questa sarà la scena del 1° e 2° atto.

                   Scena 1^: Adele- Carla- Paolo-

All'alzarsi del sipario in scena vi è Adele, addetta alla reception, che sta a leggere... Da lì a poco entra la coppia di sposini: Paolo e Carla, in tenuta da spiaggia. Carla ha in mano una borsa da spiaggia; Paolo, un sciugamani sulle spalle.

PAO- (entrando dall’arco-camere) Buongiorno! (si avvia alla sala)

ADE-(sorriso di circostanza) Bona!...(poi a mezza voce) Se nun se nuvula! (ritorna a leggere)

CAR- (entra dalla zona camere) Buongiorno! (a Paolo che sta entrando) Paolo, dove vai?...

PAO- (è già entrato)

CAR- (non avendo risposta: rimane a guardare la porta, poi rassegnata, fa spallucce)

ADE- (tra sé) Se nuvula' scì!

CAR- (...poi guarda Adele e le si avvicina) C'è niente?...

ADE- (pensa che si riferisca alle notizie del giornale) Gnente!?... Altru che <gnente>! Tre morti mazzati.... Quattro assessori in galera...La benzina è 'rivata a do euri: ve pare gnente?

CAR- Volevo sapere se era arrivata della posta.

ADE- Ah!...(dà uno sguardo veloce verso la cassettiera) No, niente!...

CAR- (delusa fa ancora spallucce)

ADE- Pare che ve dispiace, signora mia, che nun ve scrivene! Gudeteve sti quattru giorni de ferie, senza pensa' a gnente!

PAO- (mentre rientra) Eccomi!

CAR- (andandogli incontro) Perchè sei andato al Ristorante?

PAO- Per leggere il menù di oggi.

CAR- E io dovrei crederci!? (scende in basso.scena sx e dopo…) Mi prendi per stupida? Lo so chi vai cercando.

PAO- Ah, tu sai...(le si avvicina rimanendo verso centro scena) E visto che io “non so”: dimmi chi stavo cercando.

CAR- Quella donnina! Quella a cui stai a correre dietro sin dal primo giorno che siamo arrivati. Non sono cieca, sai!

PAO- Carla, fammi il favore, ragiona e non cercare di litigare. Desidero fare questi ultimi giorni di ferie, se non in allegria, almeno in pace! Dacchè siamo arrivati abbiamo litigato già due o tre volte e per cosa? Per delle sciocchezze!

CAR- Avanti! Dimmi pure che quella donna non ti piace e che non l'hai mai guardata. Dillo!

PAO- (siede al divano estrema dx) Carla, questa tua gelosia dimostra che mi vuoi bene, ma comincia ad essere insopportabile.

CAR- (siede accanto) Daccordo! Hai ragione, a volte sbaglio, lo ammetto. Ma tu ammetti che non fai altro che cercare da tutte le parti quella donna! Ieri a pranzo non hai smesso di guardarle l'ombelico.

PAO- Non mi sono accorto che aveva l'ombelico sul tavolo.

CAR- Fa meno lo spiritoso! Lo sai quello che voglio dire. Aveva un vestito così scollato, che le si vedeva tutto: anche l'ombelico!

PAO- Hai fatto bene a dirmelo, così se oggi il pranzo non è buono, mi consolerò con l'ombelico di questa signorina!

CAR-Continui a fare lo spiritoso e non pensi minimamente che è in gioco la nostra felicità!

PAO- (si alza e va a sx) Dalla farsa stiamo arrivando alla tragedia!

CAR-Se la ami davvero dimmelo e io mi farò da parte.

PAO- (si alza e le si avvicina) Intanto, parla più piano! La signora sta godendo dei nostri discorsi!

CAR- Me ne frego! Se guardi ancora a quella poco di buono farò uno scandalo! Appena la incontro la prenderò a schiaffi.

PAO- Io proverei a strapparle l'ombelico!

CAR- E anche gli occhi!

PAOL- Bene! Visto che ti sei sfogata abbastanza, possiamo andare in spiaggia e fare un bel bagno. Ne ho una voglia matta!

CARL- Io per niente! (gira di spalle)

PAO- Come te lo debbo dire che (accarezzandola) per me esisti solo tu. Su! Andiamo in spiaggia. (le cinge le spalle)

CAR- (si divincola) Non ci vengo e con te non andrò più in nessun posto. Me lo aveva detto la mamma!

PAO- (allontanandosi al centro) Adesso pure tua madre?

CAR- Appena t'ha visto ha detto che saresti stato un marito infedele. Ma io avevo gli occhi chiusi e non ho ascoltato i suoi consigli.

PAO- (le si avvicina arrabbiato) Sta a sentire, sono stufo della tua gelosia. Sai che faccio? Vado via! Parto col treno di mezzogiorno, così almeno non vedrò l'osannato ombelico della signorina! (via in camera)

CAR- (passeggia su e giù per la sala)

ADE- (esce dal desco) Signora, c'ete bisogno di qualcosa?

CAR- Perché?

ADE- Cuscì!...Ve fago purta' un bel cugnacchino?

CAR- Grazie, non bevo alcolici. Mi renderebbero più nervosa di quanto già sono!

ADE- Allora, 'na bella capumilla de campo, cu' tanto zuccaro! Cu' dite?

CAR- Zucchero! Ho bisogno di un altro tipo di dolcezza. Vorrei farla finita e mettere fine a tutto.

ADE- Brava! State a sbaja' de grosso, vo' e tutte cul'altre che l'hanne pensata cume a vo': separazziò e divorzio!...E' questo ch’ete pensato, è ve’?

CAR- Ebbene, sì! E’ la cosa giusta da fare?

ADE- No, è quella sbajata! Lu capite che lora, i cari mariti, tornane liberi, senza vincoli de matrimonio, e dopo la tempesta ricumensane a vula' cume i 'celletti del pupo de Recanati!

CAR- (espressione interrigativa) El pupo....

ADE-  Giacumo Leopardi. No’ de qua lu chiamamo cuscì.

CAR- Siete sposata o parlate così perchè...

ADE- So' spusata, so' spusata! Solo che ho mparatu a nun senti’ e a nun vede’. Almanco campo allegra e spensierata!

CAR- Sicché, voi, non conoscete la gelosia!?

ADE- No, cu’ dite? La cuniscio e cume po'! La gelusia me faceva parla’ a sproposito de continuo! Ora manco ce penso! So' guarita.

CAR- Come avete fatto a smettere di essere gelosa? Chi vi ha guarito?

ADE- Mi marito.

CAR- Come ha fatto?

ADE- M'ha rotto l'insalatiera nte la testa!

CAR- (spallucce) Gli uomini sanno fare solo questo!  Sono dei mostri! (esce dalla comune)

ADE- Puretta! La capiscio. (andando in ufficio)  ’Gna passacce  pe’ capi’…(via)      

         Scena 2^: Adele- Anna –Sante poi Chao-chà

SAN- (Vestito da spiaggia: camicia a grossi fiori sgargianti, pantaloncini a ginocchio, calzette fino a sotto ginocchio. In testa ha un fazzoletto, con quattro nodi, per dargli la forma del cappello. Entra, ha una valigia, che posa a terra) Ecchece! Questu è l’ultimo Albergo.

ANN- (Vestita, da spiaggia, cappellone di paglia in testa, camicia e gonna lunga. Al braccio ha una borsa di paglia...guarda intorno) E questu me lu chiami Albergo? Me sa che la sala d'aspetto de Montacuto è più elegante!

SAN- Anna, l'emo passati tutti! E' da le otto de sta matina che stamo a camina’!

ANN- Questo pole esse’ tuttu, tranne che 'n albergu! (indica) 'Na pultrona e do' sedie sgangherate!...Quannu semu buccati nun c'era nisciù che ci ha operto la porta...

ADE- (entra con delle lettere che metterà nelle varie caselle dei clienti, dando le spalle ai due)

ANN- E’ buccata la purtiera!

SAN- (si gira per…)

ANN- Nun la guarda’!Sta bono!...Ardela!...

SAN- (si gira per guardarla)

ANN-  Nun la guarda'!...L'hai vista? (questo gioco deve essere ripetuto due-tre volte e fatto ad arte in modo sincrono)

SAN- Cume fago a vedella, che appena giro la testa me dighi de nun guardalla?

ANN- Nun te devi ffa' necorge. La devi guarda' sa l'occhio de sghincio!

SAN- E' ‘na parola! (cerca di girare appena la testa girando forzatamente gli occhi verso la portinaia ed poi ritorna lo sguardo verso Anna) L'ho vista! De sghincio, ma l'ho vista. Imbèh??

TELEFONO 1° SQUILLO

ANN- Nun ci ha mancu la divisa...

2° SQUILLO

SAN- Cu’ ce frega se c’ha o no la divisa!? Basta che c’ha 'na camera da dacce!

3°  SQUILLO

ADE- (risponde) Pronto?... So’ io…’Spetta! (prende un foglio) Scrivi pure…(detta)

ANN- E’ buccata e manco c’ha visto! Oltre a la divisa je mancane le lenti!

SAN- Comunque, pe' me, l’Albergo lu duemi prenuta'! Saria bastata ‘na taleffunata...

ANN- Co'? Duevo taleffuna'? E quante taleffunate duevo ffa'? A Porturecanati c'è più alberghi che cristià!? Se je duevo taleffuna’ da Lureto: tantu valeva che ce venivo!

SAN- Che po', sant'Iddio, perchè duemo spende sti soldi. J altri anni facemie tantu be’: partimi da casa sa la machina, appena quattru chilometri e erimi lì...Spiaggia libera....Un bel paninu sa la murtadella...

ANN- Lunzò! Lunzò sai e lunzò 'rmani. Lunzò, altru che murtadella!

SAN- L’ho ditto perchè avristimi sparagnato.

ANN- Sai un tirchiu nato!

SAN- Nun so’ tirchiu! Cerco de sparagna’ qualche liretta, perché c’ho paura che...

ANN- Che te manca la terra sotta i pia? A te “el culo te ruba la camigia”, caru mia! E po' sti soldi che spendemo: so' i mia! Me li so guadambiati a ffa' le cruciere...E' ‘na vita che infilu i grani de le curone pe' Tanfani e adè, che so' 'ndata in pensiò, vojo ffa' la signora!

ADE- (riattaccando, ai due) Scusate!?...(appena i due si girano) Scusate se v'ho fatto 'spetta', ma ho dovuto detta' tutta la spesa pel risturante! Dite pure!

ANN- (avvicinandosi al desco) Intanto ve digo che i fiori de quel vaso so' belli che 'ndati...(passando un dito sul bancone) e che 'na spulverata al banco', 'gni tanto, je la pudristi pure da'!

ADE- Sarà fatto! Je lu digo subito a Maria, la camariera. Desiderate altro?

ANN- (dà gomitata a Matteo, come dire: parla tu)

SAN- Noi vorristimi una cambora co’ due letti.

ANN- (a mezza voce a Sante) Sal bagno drento la camera! Ce lu sai che cu la prostera te tocca alzatte tre, quattru vo' a notte! (continua a guardarsi intorno)

SAN- Sal bagno drento la cambora, perchè io ci ho…

ANN- (altra gomitata e a mezza voce) Cu' j vai a dì i fatti tua?

SAN- Do' letti, el bagno e basta!

ADE- Purtroppo, nun c’emo camere libere, né col bagno, né senza bagno.

ANN- (continua a fare osservazioni) Cula donna…

ADE- Sono la Direttrice.

ANN- Signora direttrice,al posto de le sedie io ce metteria do’ poltroncine in velluto e un bel salottino: al posto de cul divano! Se adè, pr’esempio, me vulevo mette' a sede, me saria dovuta 'cuntenta de la sedia! (sale su una sedia, per mettere a posto un quadro)

SAN- Ma perchè cuntinui a strabalta' l'albergu? Nun l'hai nteso che nun ci hanne camere libere?

ANN- Chi l'ha ditto?

SAN- Lia.

ANN- Me sa che nun te sai saputo spiega'! (scende dalla sedia e va al bancone) Intanto signora purtiera…

ADE- Direttrice!   T E L E F O N O – UNO SQUILLO

            Scusate!... (risponde) Pronto? Albergo “Soggiorno Sereno”...

SAN- (avviandosi alla valigia ) Ndamo!

ANN- Ndo' ndamo? Sta bono lì!  Pole dasse che se libera qualche camera!

SAN- Oh, io so' belle che stufo! Sturnamucce a Lureto!

ANN- Co'? Sai matto? Ho salutato tuttu el vicinatu… Ho fattu deventa' zalli a tutti pe' l'invidia…mancu so’ 'rivata, che degià me ne storno? Capirai,  ho ditto a tutti che je scrivevo ‘na cartulina!

SAN- (tra sé) 'Rivamo prima no' che la cartulina!

ANN- Ne devu truva' una 'ndo se vede el grattacielo, la torre sa l'orologio e el ciosco de “Sbaffettu”, sa tutti i taulì!

SAN- Scolta! Ce cunvie' ripassa' ntej alberghi ‘ndo semo stati… Chissà se la purtiera,  ce fa lassa' qua le valigie?

ADE- (forte) Va bene, lo faccio subito! (chiude)  Sete fortunati!...Se libera ‘na camera...C'è un signore che parte! (batte sul campanello e chiama) Chao-Chan?!...Chao-Chan?!... Però duete ‘spetta’, che se libera. Chao-Chan vie' 'n po' qua!

CHA- (entra dal corridoio camere- veste con parnanza davanti alla gonna) Signola ha chiamatoChao-Chan?

ADE- Sta a sentì: ffa' venì un tassì pe' mezzogiorno. Il cliente de la “23” va via! Metti subito a posto la stanza, che la occupano sti signori! (ai due) Questo è Chao-cha, è tailandese ma capisce tutto. (a Chao-cha) Metti subito a posto la stanza, che la occupano sti signori!

CHA- Tu comandale me e io ubbidile! (ai due, con un mezzo inchino) Chao-cha vi augula tanto male!...

ANN- Tanto male a no?

SAN- 'Ncolpo che te pija bruttu muso tento!

ADE- No cusa dite? Vi ha detto :” Vi auguro un buon mare” Sapete al paese de lora nun dicene la “ELLE”! (a Chao) Saluta e va a ffa' la camera! (ai due) Scusate, torno subito! (va in ufficio)  

CHA- Voi bisogno: (inchino) chiamale me. (inchino) Io chiamo Chao-cha! (inchino) Sawade Ka, sawade Ka! (via)

SAN-Oh! Dio te ringrazio! Emo truvato la cambura. C'emo avuto proprio el “23”!

ANN- Nun canta' vittoria! Nun ce credo finchè nte le ma' nun c’ho la chiave de la camera!

SAN- Ma se cula donna...

ANN- Sante, lu sai che quanno c’ho un presentimento... Pe' me, nun parte nisciù!

SAN- (andando a sedere in poltrona) Se c'evi sto presentimento che ce semo venuti a ffa’? Manco duemi partì da casa!

ANN- (subito) Cu' fai te vai a sede nte la pultrona morbida e a me me lassi la sedia dura?

SAN- (andando verso le sedie) Vacci te nte la pultrona! (siede nella sedia lato entrata)

ANN- (incrociandolo) Guarda che c’hai la prostera, mica c’hai le murroidi!...(sedendo) Ennà, s'è dura sta pultrona!...L'hanne mbuttita sa i totuli? (muovendosi in varie pose) Me sa che le molle so' rotte!... Sante!? Vie’ a sedette qua! Te la lasso. (si alza e va a sedere accanto a Sante)

SAN-Stago be' ndo' stago! Degià n'ho fatta tanta de strada!

                    Scena 3^: Detti- Carla-

CAR- (entra, nasconde il pianto portando il fazzoletto al naso; va a sedere in poltrona)

ANN- (che aveva seguito Carla con lo sguardo) Sante, perchè piagne?

SAN- Cusa ne so? Ci avrà i problema sua!

ANN- Tu nun sai mai gnente!...(dopo pausa) Cus'è la vulemo lassa' cuscì? Vaje a dì cusa c’ha.

SAN- Ma se manco la cunoscio!

ANN- Sai egoista! Pensi solo pe' te!...Ce vago io.

SAN- (cerca di fermarla) 'Nnetta, nun t'empiccia'. Lu sai che quanno ce metti bocca te la matassa se 'mbroja de più!? So' trentanni che te lu digo.

ANN- Io cerco de ffa' del bene.

SAN- Ce lu so, ma cume sempre chi ce va de mezzo so' sempre io! Te rcordo che semo in vacanza.

ANN- La pietà verso j altri nun fa mai festa! (si avvicina a Carla) Scusate...non vi cunoscio e vo' nun me cunuscete, ma se c'ete bisogno: io e Sante, mi marito, semo a vostra disposizione!

SAN- Me c’ha fattu bucca' pure a me!

CAR- Siete molto buona, ma preferisco rimanere da sola.

ANN- V'è morto calchidù?

CAR- Non riesco a trovare mio marito. E' sparito!

ANN- (a Sante a mezzavoce) Se tratta de corna!...

SAN- Vie’ qua!...Pensamo a quelli nostri. Vie' qua...(ma  si è già avviata...)

ANN- Scusate...Vostro marito ve tradisce sa qualche donnina...

CAR- Come lo sapete?

ANN- L'ho ditto cuscì...(a Sante) Sante: guardala! (a Carla) Signora, tirate su la testa e fatevi vede da mi marito!

CAR- (alza la testa e poi scoppia in un singhiozzi)

ANN- Se pole tradi' ‘na donna cuscì carina e gentile? Nun è possibile! L'ha ditto pure mi marito!

SAN- Se nun ho operto bocca!?

ANN- (a mezzavoce) Di' calco', pe' cunfurtarla! Nun te fa pena?...

SAN- Signora mia nun state a piagne' pe' un omo disgraziato, stupido, cego e senza core!

CAR- (risentita e quasi aggressiva) Paolo non è quello che dite voi!

ANN- Se pole sape' cu' te scappa da cula bocca?

SAN- M'hai ditto....

ANN- La duvevi cunfurta'!

SAN- Famme el favore: lassame fora da ste storie! Lu sai che me ‘ntreccio!

ANN- Signora, ve juto io! Basta che me dite chi è sta donna e da quanto tempo ve tradisce. Pe' jutavve 'gna che me lu dite.

CAR- Mio marito è una canaglia!

ANN- Cume el mia! Guardatelo... Ve pare 'n ciambottu, ma appena vede 'na griola de suttana: 'rmane allampanatu; j occhi je deventane cuscì: (mima con mani)  cume ‘n alloccu! Che po', all'età sua, pole zumpa' solo i fossi!

SAN- Ma cusa je 'nteressa a la signora se zompo o no?

ANN- Zitto! Vo' omini c'ete da sta' zitti!

SAN- Quanno mai ho poduto parla'?

ANN- Signora si confidi con me. E' cume se lu fa sal medico sua!

CAR- Lei è dottore?

ANN- Guasi! Ho fatto l'infermiera pe' tant'anni!

SAN- Daceva solo le pindule perché le inezziò....!

ANN- (dopo avere dato occhiataccia a Sante) Sete spusina ancora, me sbajo?

CAR- Più che sposini.

ANN- Che lavoro fa su marito?

CAR- Ingegniere.

ANN- Ve tradisce sa la segretaria?

CAR- No. E’ qui che ha cominciato. Da una settimana. Dacché siamo arrivati, non fa altro che guardare appassionatamente una donna, che alloggia in questo stesso albergo.

ANN- E ditemi...sa voi cume se cumporta...Vojo dì...E' assiduo...

CAR- Se debbo dirvi la verità...Ha preso due camere separate.

SAN- (prende la palla al balzo) Oh, oh Anna…visto che je ne vanza una de camera, dije...

ANN- Nun dì fesserie e nun ce distrae!...(a Carla) Cume mai camere separate?

CAR- Per via del suo lavoro! Deve finire il progetto di una grossa costruzione e gli tocca lavorare di notte!

ANN- Ma le camere so' taccate?

CAR- Che intende dire?

ANN- Se comunicano tra de lora? Lu’ pole passa’ nte la vostra e vo’ nte la sua?

CAR- Macchè! Lui sta al secondo piano e io al primo.

ANN- Cume l'ha studiata be' l'ingegniere!? Essà, ci ha da ffa’ i progetti, lu’!

CAR- (vede entrare Bogdana) Eccola! Ecco la donna che ha fatto andare via di testa mio marito. Guardate come veste?

                    Scena 4^: Detti più Bogdana-

BOG- (entra- ha una camicetta scollata ed una minigonna- va alla reception e suona il campanello, poi prende  il giornale dal porta-riviste accanto al divano e ritorna al desco)

SAN- (la fissa a bocca aperta)

ANN- E' propio il tipo de donna che cercane j omini!

CAR- Il mio, la prima volta che l'ha vista: è rimasto a bocca aperta!

ANN- Pure el mia!...(al marito) Sante, chiudi la bocca e nun sbava’! Te 'rcordoche nun te fa bene pe' la prostera!

ADE- (entra)

BOG- (va al desco) Atele, è rivata littera...qualcuosa... per meu?

ADE- Sì, mi pare che qualcosa è 'rivata!... (si gira e prende dalla scacchiera una lettera...gliela porge) Eccola!

BOG- Multmesc, Crazzie!...(siede accanto a Sante e legge la lettera)

CAR- (a Anna) Pensa che le abbia scritto mio marito?

ANN- Cu' dite!?...Sarà qualche altro! Chissà quanti ce n'ha cussia!

CAR- (convinta, con mimica…) La ama.

ANN- Ve l'ha ditto lu'?

CAR- Non ancora, ma me lo sento! Non fa altro che specchiarsi prima di uscire dalla stanza. Sta sempre a pettinarsi.

SAN- (si sta a lisciare i capelli)

ANN- (lo vede, si alza e si avvicina) Sante, vie’ qua!Cume mai te lisci i capelli? Te voj ffa' bellu pe' culia?

SAN- (si avvicina) Cu’ dighi?…L'avrò fattu cuscì, senza pensacce.

ANN- Nun hai staccatu j occhi dacchè buccata!

SAN- Io? Me ce saranne ndati cuscì, senza intenziò!

ANN- Cume se nun te cunuscessi be’!Guardate i quadri. Guarda quanti ce n'è!

SAN- Quanti ce n'è: do. Do’ quadri e un candalariu!

ANN- Bravu! Guardate il candalariu e studiate i giorni dei Santi 'mpurtanti, che dopo te 'nterrugo!

SAN- (va a guardare quadri e calendario)

ANN- (ritornando tira verso il basso la gonna di Bogdana)

BOG- (sgomenta e risentita) De ce a trage mea imbraca?

ANN- Brava! Mettete le “braghe”.

BOG- Cusa avere mea veste?

ANN- Cu' ci ha? Ci ha che sta veste nun te veste!

BOG- (decisa e arrabbiata) Lei non tuccare!

ANN- (si giustifica) Vulevo 'giusta' la tuvaja del taulì e me so' sbajata!

BOG- Essere orbu? (mima: avvicina dito agli occhi?)

ANN- Ennà, se ce vedo! Scusate, ma adè c’ho da ffa'! (torna da Carla)

BOG- (irritata rimette la lettera in busta e poi va da Adele) Atele, forse  vatu via occi! Aspettu una telefunata. Vadu o bar! Se arriva: tu chiama meu. Crazzie! (entra)

ADE- Vaga tranquilla che ce penso io!...Scusate, ma ci ho da ffa’ in ufficio! Se avete bisogno: chiamate! (via)

ANN- Diteme ‘gnicco’, che je la preparo io la trappula a 'ssi do!?

CAR- La gravità è che Paolo, con la scusa che abbiamo litigato, vuole partire col treno delle dodici e otto. Vuole lasciarmi proprio quando...Povera me! Come faccio...

ANN- Nun me dite che 'spettate un fijolo!?...

CAR- Sì!

ANN- Mica ve pole lassa'! (decisa) Non parte.

CAR- Ha deciso!...

ANN- Ho ditto che nun parte e nun parte, parola de Anna de “picciafogo”!

CAR- Non conoscete mio marito.

ANN- E vo’ nun cunuscete a me!...(a Sante) Sante?

SAN- (che è rimasto a sfogliare il calendario) San Pietru e Paolo el 29 giugno, Sant'Antonio Abate el 17 gennaru e quellu de Paduva el 13 giugno...

ANN- Lassa sta i Santi 'ndo' stanne! L'hai ntesa la signora?

SAN- L'ho ntesa, l'ho ntesa!

ANN- (decisa) El marito nun deve partì!.

CAR- Forse è meglio non contrariarlo...Potrebbe peggiorare la cosa!

SAN- Cu' lia de mezzo: de sciguro!...  Anna lassa ffa' a lora!

TELEFONO 1° SQUILLO

2° SQUILLO

ADE- (entra subito) Pronto?...Subito! (posa la cornetta sul banco e va al bar e poi rientra subito)

CAR- Grazie del vostro buon cuore, ma non vorrei peggiorare la situazione...Se preferisce quella donna a me: vada pure!

ANN- Nun je la duete da’ venta!

ADE- (rientra e va dietro al desco)

BOG- (entra con un bicchiere nella mano e va diretta al desco) Crazzie!

ADE- (porgendo la cornetta) E’ pe’ lei!...

BOG- Multiscen, crazzie!... Alò?... Da! Sono Bogdana!...

ANN- Ennà!(mette la mano alla bocca, vergognandosi per lei e poi a Sante) E lu dice cuscì, a voce alta? Nun se vergogna?

SAN- Essà! Più forte lu dice e più gente lu sa! La pubblicità è l'anima del commercio!

BOG- Eu a sosi cu tren dumani sera! Pa, pa...Salut! (dando la cornetta ad Adele) Atele, io forse antare via dumani.

ADE- Ve preparo el conto.

BOG- Multmesc!(si avvia al bar e dalla soglia) Forse! (entra)

ANN- (a Adele) Scusate, ma che Albergo è questo?

ADE- Perchè?

ANN- Cume perchè? Tenete gente cume a quella lì?

ADE- Perchè, cu' ci ha?

SAN- A esse' sinceri, ci ha tuttu, nun je manca gnente!  Mi moje ve vole dì che un albergo che si rispetta nun tiene le donne di facili costumi...

ADE- Ma cu' ndate cercanno? Quella è ‘na signorona!

ANN- E' ‘na signorona una che dice a voce alta: “Io so' bo....ana”?

ADE-Quellu è el nome sua.

ANN- Eh! De nome e de fatto!

ADE- Quella ha ‘na grossa fabbrica de frigoriferi in Romania. Se trova qua pe' affari! Bogdana...(cerca nel registro) Adè ve digo pure el cugnome....

SAN- Lassate perde, sennò ce ncasinamo de più!(siede e legge)

ANN- (a Carla) L'ete ntesa: parte!

CAR- Paolo pure! Quindi…

ANN- Più chiara de cuscì!?

CAR- Vado via! Vado in camera, non voglio dargli la soddisfazione di vedermi in questo stato...(esce singhiozzando...)

ANN- (mentre Carla esce, accompagnandola sino alla soglia...) Cume fa a nun vedevve ‘nte ‘ssustato? (ritornando)  Ce duvete passa' nove mesi 'nte 'ssu stato.! Ma io nun v'abbandono! (toglie di mano al marito il giornale e posandolo sul tavolino) Mandrillo!  

SAN- A chi l'hai ditto?

ANN- A lu', e a te!

SAN- Ma io ci ho la prostera!

ANN- E sai un mandrillo sa la prostera!

SAN- Se pole sape' quanno te la fenisci de mpicciatti dei fatti dej altri?

ANN- Cuj do', volene nda' via cuscì: lisci, lisci. Pe' gnente! Adè me fago dì qual'è la camera del marito.

SAN- Anna...?

ANN- Nun sta a spreca' fiato! Lu sai che quanno cumencio  ‘na cosa: la feniscio! (avvicinandosi e parlando a mezzavoce) ‘Ndamo ntel bar, che vojo preparà un piano e nun me vojo ffa' sentì da  'ssa mpicciona e  ntel mentre nun  perdo  de vista

         a la rumana!

ADE- (a metà battuta di Anna va in ufficio)

SAN- Rumena!

ANN- Rumana, rumena,  tuttu  el monno è paese...le trovi dapertutto! ...E nun lassa' lì le valigie, che se ce le rubane semo ruvinati! (entra al bar)

SAN- (prendendo le valigie) Scì, ce rubane el frac e l'abito da sera!... (avviandosi) Jeh!Santa pacienzia Sante!...

                Scena 5^- Paolo-Carla-

PAO-  (entra seguito da Carla;  indossa un vestito; si ferma al banco)

CAR- Allora sei proprio deciso?

PAO- Sì!

CAR- Guarda che se vai via non mi vedrai più...per lo meno: viva!

PAO- Ma non ti rendi conto che con la tua gelosia stupida stai rovinando la vita di entrambi?

CAR- E' gelosia stupida quando tu stai per partire e sapere che sta per partire anche la tua amante?!

PAO- Ah, ho un'amante? E, chi è?

CAR- La “maja desnuda”!

PAO- Intendi quella dell'ombelco sul tavolo?

CAR- Esattamente!

PAO- Tu sei completamente pazza! Come te lo debbo dire che non la conosco e che non mi interessa? Come faccio a fartelo capire? Che debbo fare?

CAR- Non partire. Ecco! (si mette a piangere...va a sedere)

PAO- E va bene! Non parto. (le si avvicina) Ti prego, non piangere...Voglio vederti sorridere…E pensare ch’è stato il tuo sorriso a farmi innamorare (l'aiuta ad alzarsi...) e tu lo vuoi bagnare con le lacrime?...Vieni...Andiamo in camera tua che ti asciugherò le lacrime...

CAR- Non parti più, Paolo?

                

Scena 6^: Adele-Bogdana-Anna-Sante-Chaochan-Ernesto-

ADE- (entra con dei fogli in mano e cerca sotto il banco...) Quanno cerchi na cosa nun la trovi mai!...Ecchila! (trova la pinzatrice e comincia a pinzare...)   TELEFONO (solleva la cornetta) Pronto?....No. Ha sbagliato numero... Niente!... (a se stessa) Cercava l'uspedale, reparto neurologia... A parte che nun ha sbajato più de tanto, i matti ce l'emo chi drento...Ecchene una! (imita) “E' per meu?”

BOG- (entra) E’ per meu?...  Telefunata de Romania?...

ADE- No, era ‘na persona che ha sbagliato numero.

BOG- Crazzie! (va a sedere in poltrona)

ADE- Con permesso! (rientra in ufficio)

ANN- (entra seguita da Sante) Sante metti le valigie ‘ndo non mpicciane...

SAN- (mette le valigie in fondo scena)

ANN- Ecco!....Bravo!...

SAN- (si avvia al bar)

ANN- ‘Ndu vai?

SAN- A fenì di bere la spremuta!

ANN- Basta cuscì! La spremuta te fa male a la gastrite e te gonfia!

SAN- Cum'è che me le trovi tutte le malatie?

ANN- Mettemucce a sede! (siedono)

CHA- (entra) E' llivato tacchì! ( e si guarda intorno, vede le valigie  sta per prenderle)

SAN- Lassatele lì cule valigie!

CHA- E' llivato tacchì! Polto valige nel tacchì! Pensàle Chao-cha!

SAN- (togliendogli la valigia dalle mani) Chao-cha lassa sta! (mette a terra la valigia)

CHA- Io polto nel tacchì. Tu non paltile?

SAN- Parto? Io so' appena 'rivatu!

CHA- Tu stale con signola?

SAN- So' el marito, ma nun parto.

CHA- Signola dove è tua valigia?

ANN- Cincinllà  perchè lu vuoi sape'?

CHA- Pelché io poltale nel tacchì. Tu fale plesto: tleno palte!

ANN- Nun me frega se parte, io da chì nun me movo!

CHA-Ma pladona ha detto...Io non capile...(con inchini) Peldono...peldono...peldono...(va a bussare all’ufficio)

ADE- (apre e rimane sulla soglia) Che c'è Chao-cha?

CHA- Io plendele valigia, ma signola ha detto...

ADE- Ma non sono i signori che partono!

CHA- Io cosa fale adesso? Uomo del tacchì aspetta valigia, Cosa dire Chao-cha a signole del tacchì?

ADE- De 'spetta'! (rientra)

CHA- Ma lui ha detto a me... (Adele le chiude la porta in faccia) (alla porta) Niente! Lui detto niente, non pallale!...(andando si ferma e tra sé alla platea)  KAP KUN / FARANGE MI/ SAWADE KAKUNG MIA...PAI, PAI, PAI, PAI! (uscendo incontra Ernesto)

ERN- (entra dalle camere) Scusa, buon uomo!... Orta giù la mia valigia!

CHA- Ah, lei paltile? Chao-cha plima va da tacchì e poi Chao-cha plende valigia! (esce)

ERN- (guarda intorno, poi si avvicina al banco...vede uno specchio e allora prende dal taschino un pettine e si pettina fischiettando)

ANN- (a Sante) Me sa che è lu'! Deve esse' proprio lu'!

SAN- Lu': chi?

ANN- Possibile che dormi sempre? El marito de la signora!

SAN- Chi  te l'ha ditto che è lu'?

ANN- Nun l'hai visto che fischia e se pettina? Quessi saranne i segnali de lora!...

ERN- (va verso il divano e dal tavolo prende una rivista, facendo un piccolo sorriso a Bogdana...)

BOG- (ha notato, contraccambia con moderazione- da adesso ammiccamenti tra i due)

ERN- (dà un'occhiata distratta alla copertina della rivista e si china a riporla, ripetendo il sorriso...)

BOG- (c. s.)

ANN- Cu' te dicevo? Se so' fatti un sorrisetto...ma fanne fenta de nun cunuscesse. La sanne ffa' bene la parte de lora!

ERN- (guarda l'orologio e poi va al banco e suona)

ADE- (arriva subito) Eccomi!

ERN- Ha preparato il conto?

ADE- Sì! Faccio portare giù le valigie?

ERN- L'ho già detto alla cameriera.

ADE- Lo vuole adesso el conto?

ERN- (guarda l'orologio) Magari, fra cinque minuti!

ADE- Vago a preparallo! (esce)

ERN- (scende all'altezza di Bogdana... ammiccamenti furtivi)

CHA- (entra: posa la valigia di Ernesto, vicino al banco ed esce)

ANN- (a Sante) Li vedi?...Nun se parlane perchè ce semo no'! Vojo vede chi parla!

SAN- El primo che parla lu mettemo dietru la lavagna!

T E L E F O N O 1° SQUILLO

                  2° SQUILLO

ADE- (entra) Pronto? Quì è l'Abergo “Soggiorno Sereno”!... “Aine uno momentoski!” (verso Bogdana) Signorina Bogdana, me sa che volene a lei, perchè nun ci ho capito 'n accidenti!...

BOG- (alzandosi) Per meu?... Oh, bine, bine, bine...(prende la cornetta ) Alò?...Da!...Scuza-mia! (a Adele) Putere parlare in privatu?...

ADE- 'Spettate! Dateme el telefono… (preme un bottone del telefono e poi posa la cornetta e a Bogdana) Venga con me! (entra in ufficio seguita da Bogdana)

BOG- (andando) Crazzie! (entra)

ANN- (a Sante) Le cose se complicane! (si alza e guarda verso la comune e verso il corridoio che porta alle camere) (tornando verso il marito) Pudessi sape' ‘ndo' s'è ficcata cula puretta!?

SAN- Lassala sta! Lassala piagne in santa pace!

ANN- 'Gnà che l’avvertimo!

ADE- (ch’era rientrata) Senta?

ERN- (si gira mettendo l'indice verso il petto)

ADE- Scì, digo a lei! Il conto lo metto qua sopra.

ERN- (risale mettendo la mano in tasca) Pago. Pago subito!

ADE- “Cosa fatta capo ha”!

ERN- Giusto!...Ecco!...(pone sul banco delle banconote)

ADE- Grazie! Li porto in ufficio... (entra)

ANN- Cu' fago?

SAN- Gnente!

ERN- (è rimasto a controllare la fattura...)

ANN- Sa “gnente” nun se risolve “gnente” e io devu ffa' calcò!

SAN- Io nun movo un deto, te lu digo prima!

ANN- Ci hai più paura tu che un cunijo! Sti do partene e cula puretta 'rmane fregata? Mai! (prende la valigia di Ernesto)

ERN- Che fa signora? La valigia è mia.

ANN- Lu so e la pijo io!

ERN- Se è uno scherzo: avete scelto il momento sbagliato, perchè debbo andare via. Il treno mi parte fra non molto!

ANN- Me sa che lu perdete sto treno!

ERN- (alza la voce) Signora, glielo chiedo per favore, non ho tempo da perdere!

ADE- (entra a metà battuta) Che succede?... (a Ernesto) C'è qualcosa che non va?

ERN- (voce normale, ma espressione accigliata) La signora non vuole darmi la valigia!

ADE- Signora fate el favore...

ANN- Vo', nun ve 'mpicciate! Questi so' affari de famija!

ERN- Come di famiglia?

ANN- So' n'amica intima de cula disgraziata de vostra moje.

ERN- Ma io non sono sposato!

ANN- Sentitelo! ‘Ndamo sempre mejo! Se sete nubile, spiegateme cum'è che la notte la passate sa ‘na donna?

ERN- Intanto sono “celibe” e non “nubile” e a voi non deve interessare con chi trascorro le mie notti!

ANN- Tanto ce lu so!

ADE- Ma...

ANN- Zitta vo'! (posa la valigia e poi a Ernesto) Ma nun ve vergognate a trascura' ‘na donna che ve ama?

     ERN- Più andate avanti e più non vi capisco!

CHA- E' qua il signole che palte con tleno?

ERN- Eccomi! Arrivo subito.

ANN- Nun je date retta: nun parte!

ERN- (prende la valigia e la dà a Maria) Portatela nel taxi.

CHA- Ubbidile! (prende la valigia per portarla via, ma....)

ANN- Sta bono lì, sennò te fiaro! (le prende la valigia)

ADE- Signora quesse so' cose che se le risolvene tra de lora! (telefona, dando le spalle)

ERN- Giusto! Se fosse vero quello che dite: voi non c'entrate!

ANN- C'entro e ce bocco a forza! Mica so' debule cume a cula puretta de vostra moje!

ERN- Che moglie? (estenuato) Vi prego, mancano pochi minuti alla partenza del treno!

ANN- Vole dì che pijate el prossimo. Fate veni' giò a vostra moje.

ERN- Quale? Adele, diteglielo voi che...

ANN- Che dopo ve pago, eh! Essà, la mancia nun se rifiuta mai!

ADE- (che aveva riattaccato) Cu’ state a insinua’? Quale mancia?

ANN- Se state bona dopo ve la damo pure no'!

ADE- El signore nun è spusato. Ve lu digo perchè sennò ce stava scritto ntel documento.

ANN- Ho capito, p'adè state insieme. Però quantu prima ve tocca spusalla! Lu sapete che è... Che l'ete mesa...

ERN- (cade dalle nuvole) Cosa volete dire?

ANN- (mimica di gravidanza)

ERN- Iiiiooo?....

ADE- Il signor Ernesto?....

ANN- Scì! El signor “Ernesto: spara lesto”! (a Chan) O cincillà, valla a chiama', 'nvece de sta' lì 'mpalato a sentì i discorsi dej altri! Falla veni' qua!

                                       Scena 7^: Detti più Alfio-

  ALFI- (entra leggendo il quotidiano, che ha un buco apposta per  vedere intorno, lo abbassa e guarda Adele)

ADE- (fa un gesto d’intesa)

ALFI- (si mette da una parte, fa finta di leggere)

CHA- Io chiamale? A chi io chamale!

ERN- Tanto non la troveresti!

CHA- (a Adele) A chi chiamale?

ADE- Lassa perde'! Avverti il tassì!

CHA- (uscendo) Ubbidile....ubbidile.....

ANN- Sta a vede che l'ha suicidata? ‘Ndo' l'ete salvata? Ditemelo subito, sennò manno a Sante a “Chi l'ha visto” a parla' sa la

ERN- Basta! Se avete il cervello fuori posto fatevi visitare da uno psichiatra! Datemi la valigia. Non costringetemi a mettervi le mani addosso!

ANN- Me vulete mette' le mani addosso? Sa me però nun sarete lesto, caro signor Ernesto! Manco mi marito me l’ha mese mai! Sante dijelo pure tu!

SAN- Ci ha ragiò. Nun j ho poduto mai mette’ le ma' addosso! Ha sempre fattu tutto lia!

ERN- Vi compiango, pover'uomo! (va da Anna) Ridatemi la valigia! (cerca di togliergliela, ma...)

ALFI- (interviene- col suo accento siculo) Femmi tutti! (a Ernesto) Lei, lasci immantinentimente la signora!

ERN- (che tiene il braccio di Anna) La lascio, ma deve ridarmi la valigia! (la lascia)

ALFI- Pecchè volete la valigia sua?

ERN- Perchè è mia! Io non conosco nemmeno questa signora!

ANN- Ennà, che bugiò! Come nun me cunoscete? So' l'amica intima de vostra moje. Quella che 'spetta un bambino!

CHA- Scusale me!(a Ernesto) Fate comodo, che tleno paltito.

     ERN- E' partito?

CHA- Il tleno sì, ma uomo di tacchì aspetta chi paga, vuole denalo!

ERN- Siete contenta?

ANN- ‘Na mucchia! Adè so che sto fijo ce avrà un padre!

ERN- (a Adele) Pagate voi il taxi, così l'aggiungerete al nuovo conto!

ADE- Subito! (andando) Cuscì calmo a l'autista...(esce seguita da Chao-chan)

BOG- (entra) Atele?...

ANN- Nun c'è. Cusa volete?

BOG- (mima silenzio) Liniste! Silenziu! Nu capitu nimic o telefunu!

ANN- No’ c'emi da dì cose più importanti di quelle vostre!

BOG- Cu voi no parlare! Tu essere… (porta il dito alla testa e va in camera)

ANN- E parlate sa lu'! Se penso che lassate a vostra moje pe' ‘ssa bo…(mette la mano alla bocca) me se ngriccia la pelle!

ALFI- Cosa vergognosa iè!

ERN- E' la seconda volta che vi immischiate in cose che non vi riguardano!

ALFI- A me non mi piace vedere maltrattari una signora! (a Anna) Bona donna, cammatevi! Cercate di capire! Le fuitine, il fuggire di intrallazzo… Voglio tire e mi spiego: “Auhm, auhm”, ci sono quanno il marito è più giovani della moglie! Fuitina fu la vostra?

ERN-Ma la signora non è mia moglie.

ALFI- Mizzica, non è sua moglie? Non ci sto a capire più niente! (si allontana facendo mente locale...)

ADE- Il tassì è a posto! Maria, la valigia je l'ha riportata in camera!

ERN- Grazie! Partirò domani.

ANN- Nun se sa?

ERN- (arrabbiato) Ancora?... Vado via ch'è meglio! (esce)

ANN- Oh, almeno pe' oggi è tutto a posto, duma' se vedrà! (a Adele) Signora purtiera,fate purta' ste valigie in camera.

ADE- Quale camera? Non ci so' camere libere.

ANN- Prima ete ditto che s'era liberata ‘na camera!

ADE- E adè è occupata, perchè la persona che dueva partì nun l'ete fatta partì! ‘Ndate via, nun ve fate truva’ qua! (va in ufficio)

SAN- T'evo ditto ch'era mejo che te facevi j affari tua!?

ANN- Ho fattu be' quellu che ho fattu!

SAN- Ah, scì? E ‘ndu durmimo stanotte?

ANN- In spiaggia! Ce famo da' ‘na cuperta e….

ALFI- Signora, chiedo venia!...Fatemi accapire: siete o non siete la moglie del signore della valigia?

ANN- Io? Cume v'è venuto pensato?

ALFI- Picchì allora intendere mi facesti che era vostro marito, ah!?

ANN- Io? Qualu marito? Il marito mia ecchilo lì!

ALFI- Quello jè? Voi sete?

SAN- (fa cenno di sì)

ALFI- Santa Rosolia, nenti ci capii!

ANN- Nun è che sete tantu intelligente. Basta guardavve nte la faccia!

ALFI- Per stupido mi pigliaste, ah!  (a Sante) Vostra moglie offeso mi ha e spero che voi vi assumete tutte le responsabilità!

SAN- Io? Ve l’ha ditto lia: se l'assume lia, mica io!

ALFI- Siete o no il marito?

SAN- Scì, ma nun c'emo la comunione dei beni! Ognuno per sé e Dio pe' tutti!

ALFI- (deciso e con rabbia contenuta) E va bene! Ora vato via e se le cose vanno a finire como dico io, allora sì che vi faccio arricordari, non solo la <comunione>, ma anche il <battesimo e la cresima>!

ANN- Ma se pole sape' chi sete?

SAN- Sta bona...

ALFI- Per atesso non mi scopro, ma se mi scopro...

ANN- Pijate el raffreddore!

SAN- Nun cumplica' le faccene!

PRONTI PER CHIUSURA SIPARIO E MUSICA

ALFI- ...se mi scopro e sapete chi sono: vi pentirete! (indietreggiando comincia ad avvicinarsi alla comune e dalla soglia...) Fra poco ritorno e arricordatevi che: “A  Alfio Laganà: nessuno fesso lo fa!” (via)

ANN- (dalla soglia) E vo’ rcurdateve che: “ a Anna de picciafogo: a mannave 'nte cul posto je ce vole pogo!”

 

MUSICA - S I P A R I O

SECONDO  ATTO

      Stessa scena del primo atto. All'aprirsi del Sipario: Sante porta verso il centro scena la moglie, partendo dalla chiusura del 1° atto.

             Scena 1^: Anna-Sante-Adele-Alfio- Bogdana-

SAN- (trascinandola, al centro scena) Vie' 'n po' qua!...Adè pure a quessu ci metti ntel mezzo? E' possibile che devi cumplica' le faccenne?

ANN- (allontanandosi) Anzi che m'hai difeso!

SAN- Tu che capisci tutto, nun hai capito che culù era un questurino?

ANN- Quellu un questurino? Adè capiscio perchè i ladri stanne tutti de fora!

SAN- Ecchece qua: senza camera!

ANN- Nun dì che nun ce l'emo pe' colpa mia!

SAN- Scì, invece! Se nun t'eri 'mpicciata dei fatti dej altri, a st'ora cul’omo era partitu e no’ c’emi la camera!

ANN- ‘Nvece ce l'avremo, perchè parte cul treno de stasera.

SAN- Lu lassi parti'? Cume mai?

ANN- Nun me la sento più de difenne a cula piagnona, che nun s'è fatta più vede! Come, io cerco de salvaje el matrimonio e lia invece de damme ‘na ma', nun se fa vede? Lasso perde 'gnicco'!

SAN- Finalmente, cumenci a capì che nun vale la pena a pijasse a core i fatti dej altri!

ANN- E' perchè so' bona!

SAN- Troppo!

ANN- L'hai ditto! Se nun ero troppo bona a st'ora t'avria lassato da trent'anni.

SAN- Te ringrazio! Allora sai 'rmasa sa me pe’ bontà!?

ANN- No, pe' bontà: pe' cumpasciò!

SAN- Pe' cumpasciò?

ANN- Scì, perchè tu sai un incapace. Nun sai bono a ffa' gnente!

SAN- Fino a oggi chi ha purtato i quadrì a casa?

ANN- Tu. Tu solo quessu sai ffa'! Dimostrame de sape' truva' ‘na camera d'albergo libera. Avante, trovamela!

SAN- 'Spettamo che cul signore parte, cuscì se libera.

ANN- 'Spettamo? Nun la pole libera' subito e 'spetta lu'? Nte le stazziò ce stanne le sale d'aspetto!

SAN- Nun me pare el caso che lu'...

ANN- Chiama la direttrice e je dighi de parlacce lia sa cul’omo, pe' sape' se parte o no!

SAN- Je lu devu dì io?

ANN- Chi io? Sai tu l'omo! Sai tu che porti i pantaloni!

SAN- I pantaloni!...(la guarda e poi avviandosi alla porta) Ai pantaloni mia je manca el cavallo!...Pazienza! (bussa e poi ritorna verso Anna)

ADE- (scura in volto)  Ancora qua state? Che mi duvete dì?

SAN- Vulemi sape' qualco' in merito a cula camera...c'ete dato ‘na certa speranza... ‘na fiammella…

ANN-  Che speranza: “Promessa”!... Altru che “fiammella”! Un fugarò fago!

SAN- Ecchece!...(a Anna) Hai ditto che duvevo parla' io e m'interrompi. Parla tu, allora!

ANN- Sgansate!...Fateme el favore, taleffunate a cul signore e diteje quanno se decide a lassacce libera la camera.

ADE- Signora mia, è difficile che parte, perchè el treno de le nove si ferma a tutte le stazziò. E’ scomodo...Me sa che parte duma' matina.

ANN- Cunvincetelo a partì stasera, perchè me so' stuffata de spetta' i comodi sua!

ADE- Se je digo cuscì, quellu nun parte pe' dispetto!

ANN- Me sa che sete daccordo sa lu'! L'hai 'ntesa Sante?

SAN- No!

ANN- Nun ce senti?

SAN- Nun ce sento!

ANN- Sai sordo. Nun ce senti. Però, quanno te digo de mettete l'apparecchio, me dighi che ce senti be'!...'Ppena rturnamo a Luretu, prima de nda' a casa, passamo da Salustro e te fago da' l'apparecchio “Ampliton”, te lu metti nte le recchie e ce ffai un mese de prova!...(a Adele) Taleffunate a cul'omo, fateme el favore!

ADE- (tra sé) Guarda te oggi!...(malvolentieri fa il numero)...Pronto? Sono Adele,...E' per la camera...Siccome quella signora...Scì quella col marito muto...

ANN- ...e sordo!

ADE- ...Vuole sapere se prendete el treno delle nove. Cosa le dico?....(ride) E' un po' difficile a dirlo....(riattacca)

ANN- Cusa ha ditto?

ADE- Nun se pole dì!

ANN- 'Ssu vijacco lu dice pe' taleffuno, mica ci ha el curaggio de dimmelo nte la faccia!....Comunque: parte o no?

ADE- Non lo so!

BOG- (entra dal corridoio camere e va al desco) Atele, io antare al bar, se telefonu: chiamare me.

ADE- Andate tranquilla al bar, che ce penso io signorina!

BOG- Crazzie! (si avvia, ma…)

ANN- Certo che ne ricevete tante de taleffunate!

BOG- Vi dà fastidiu? Non vi cunoscu e non capiscu perchè mie telefonate dare fastidiu!

ANN- Nun c'è bisogno che fate la Santarella. Ete sedotto a qul por’omo! Ha perzo la testa pe’ vo'!

BOG- Chi ha perso testa per meu?

ANN- Quello che è daccordo sa vo'!...Cul bel giovanotto bruno...

BOG- Oh, almenu so che è giuovane, belo e bruno!

ANN- Nun fate la furba sa me. Io so tutto!

BOG- Invece io non so nimic e non capiscu nimic! (esce facendo verso Anna segno di pazzia)

ANN- (incredula e arrabbiata) Sante, hai visto cum'ha fattu sa la ma'?

SAN- T'ha fattu cuscì! (ripete la mimica di Bogdana) Nun è ‘na cosa grave!

                 Scena 2^: Detti-Ernesto-

ERN- (entra dalle camere e si avvia alla poltrona, fischiettando e pettinandosi...chiama) Adele?... (siede)

ANN- (gli si avvicina) Cusa vulete?

ERN- Delle noccioline e uno spumantino secco!

ANN- Da me lu vulete? Mica so' la cameriera io!?

ERN- Mi avete chiesto che cosa volevo ed io ve l'ho detto. Pensavo che avevate preso il posto di Adele.

ANN- Comunque non è l'ora de cena e po' pudete perde el treno.

ERN- Non importa. Posso partire domani.

ANN- Guai a parti' duma'! Nun è la giurnata giusta.

ERN- Chi l'ha detto?

ANN- Mi marito!  “Di venere e di marte nun se sposa e nun se parte”!

ERN- Siccome domani è giovedì e non venerdì: parto domani.

ANN- Adè hanne gambiato giorno. La sfiga è passata al giovedì.

ERN- Com'è questo cambiamento?

ANN- Ditelo a mi marito. E' lu' che sa tutte ‘sse cose!(va da Sante  lo fa alzare e lo porta al centro scena) Vie’ qua! (a Ernesto) Diteje: perché?

ERN- Perchè?

SAN- (imbarazzato inventa)...Perchè....perchè....perchè st'anno Febbraru è bisestile, e siccome ci ha un giorno in più: se ne scala uno. Quindi giovedì!

ERN- Però...non pensavo che... (a Anna) Non lo facevo così...

ANN- A guardallu: nun pare, ma è! Pensate che cullabura sa “Frate indovino”!

ERN- Però!?... Comunque, non sono superstizioso, parto domani.

ANN-  Fate cume vulete, (indicando il marito) ma su' zia è morta de giovedì!

SAN- Ma cu' dighi? Mi zia nun ha preso mai un treno in vita sua!

ERN- Non è mai partita, allora!

ANN- Ogni giorno era lì: a la stazzio'?

ERN- Pendolare?

SAN- No. Puliva i cessi.

ANN- Perciò, nun pudete partì!

ERN- Ma si può sapere  perchè v'interessate tanto alla mia persona?

ANN- Perchè so' n'amica stretta de vostra moje.

ERN- Rieccoci!...Io non ho moglie!

SAN- Domando scusa...Posso dì cume la penso?

ERN- La prego, dica! Ascolto.

SAN- Io penso...

ANN- Tu? Tu pensi? Nun hai pensatu mai a gnente e adè te metti a pensa'? (a Ernesto) Scusate, ma lu' senza de me...

ERN- Non ne dubito signora, ma desidero sentire come la pensa il signore, che mi sembra un uomo pieno di buon senso.

ANN- E allora se ce tenete tanto...(al marito) Parla be', dijelo in italiano e sta attente a quellu che dighi.

SAN- Donca, vo' ci interessate tanto, perchè no’ nun c'emo una cambora e se vo' ve ne andacete ne avressimo una pure noi! (a Anna) Sta a vede che adè l'ha capitu. Je l'ho ditto in italiano sculasticu! (a Ernesto) Lei mi ha inteso? Mi sono esprimuto bene?

ERN- Benissimo! Siete stato chiaro e conciso!

ADE- (entra dopo appena due squilli...alza la cornetta) Pronto?  Albergo “Soggiorno Sereno”, desidera?....Scì. Ve la chiamo subito... (andando al bar) Non tuccate el telefono...(dalla soglia) Signorina ve volene...E' per vo'! (ritorna dietro al banco)

              Scena 3^: Detti- Bogdana-

BOG- (entra di corsa e a Adele) Possu avere telefuno in ufficiu?

ADE- Ndate che ve la passo de là!  (preme un bottone e rimane ad ascoltare, finchè non sente l'inizio della comunicazione e poi pone la cornetta e va in ufficio)

ANN- Dite la verità: sete innamorato de culia, è ve'?

ERN- Io innamorato? Non nego che è una gran bella donna...Che l'ho guardata con piacere tutte le volte che l'ho incontrata, ma non ho avuto occasione di parlarle.

ANN- De sciguro, v'ha fattu nda' via de testa!

ERN- Ma chi v'ha detto queste cose?

ANN- Lia.

SAN- Anna, evi ditto che nun ne vulevi più sape' de 'ssa storia!? Parlamo d'altro!

ERN- No,no, parliamone! (a Anna) Avete detto che ha un debole per me? Se è così cambia tutto.

SAN- Nun ndate più via!...E la camera?

ERN- Niente paura, avrete la vostra camera!

SAN- Grazie tante, signore!

ERN- Lasciate il “signore” e chiamatemi “Ernesto”! E siccome siete il marito dell'amica intima di mia moglie, vi assicuro che la mia camera è vostra.

SAN- Dite dave'?

ERN- A meno che vostra moglie non mi costringe a tenerla.

ANN- Io? E chi vi tiene? ...(al marito a mezza voce) Dije se pudemo ndalla a vede’.

SAN- (va verso Ernesto)

ANN- (fermandolo) Me raccumanno, dijelo sempre in italiano sculastico!

SAN- (gli fa segno che ci pensa lui e poi) Caro amico, come disse il bonanima “Seggio Intrigo” inte la canzona...”Se le cose stanno accoscì”...ce pole da’ la chiave della cambora, che noi la  vedristimi con piacere?

ERN-  (prende dalla tasca e porge) Eccola! Camera 23. Solo che ho ancora della roba da mettere in valigia e...

SAN- Nun ve preoccupate, fago io! A casa fago tutto io!

ERN- E vostra moglie?

SAN- Lia nun ci ha tempo! Quanno rtorna a casa è distrutta. ‘Riva sa la lengua de fora!

ERN- Che lavoro fa?

SAN- Spiattula!

ERN- Cosa?

SAN- Parla. Sa la parlantina: salva le persone! Iiiiihhhh, quante ne salva!...

ANN- (è da un po' ch'è rimasta inebetita, incredula, guarda ora Sante, ora Ernesto)

SAN- Anna, ndamo!...(fa un finto passo e vede che Anna rimane ferma) Oh Anna, ndamo o no?... (più forte) Anna, la voi vede o no la cambura?

ANN- Scì, oh! Nun c'è bisogno de sgaggia'! Cus'è ‘ssa prescia? Cus'è brugia?

SAN- 'Ncora no, spettane a te pe' piccia' el fogo! (escono)

               Scena 4^: Ernesto-Adele-Bogdana, poi Chao-chà-

ERN- (avanzando a dx fa delle considerazioni ad alta voce) Che pena che mi fa quel pover'uomo! Come ha fatto a sposare una donna simile? La vita è proprio strana!...

ADE- (in scena a “La vita…) Scusate, ma con chi parlate?

ERN- Stavo facendo delle considerazioni. Comunque ho deciso: parto!

ADE- Dio ve ringrazio!

ERN- Chiamatemi un taxi!

ADE- Subito! (andando) Ci mando subito Maria! (esce)

BOG-(entra e dalla soglia dell'ufficio) Atele?...

ERN- E’ andata via un attimo, ritorna subito…Posso fare qualcosa per voi?

BOG- Crazzie, ma credu di no. (comincia ad avanzare...) Parlavu o telefuno e puffff!...interrotto!

ERN- Stia tranquilla, lui vi richiamerà.

BOG- Perché: lui? Lei è induvino?

ERN- No,che indovino!...Così…un’idea!

BOG- Idea moltu strana!

ERN- (va al divano e la invita a sedere) Perché non vi mettete a sedere nell’attesa che arrivi Adele, così scambiamo due parole?

BOG- Ma io no conoscu lei!

ERN- Non è importante conoscersi in un luogo di mare, dove la gente va e viene. E’ importante stare piacevolmente in buona compagnia.

BOG- Sì, prupriu cusì! (sedendo) Solo poco minuti!

ERN- (siede) Almeno posso avere un bel ricordo di questi ultimi minuti trascorsi in questo Albergo!

BOG- Partite?

ERN- Sì, purtroppo! Dovevo essere già partito, ma ho perso il treno! Partirò fra poco.

BOG- Lei…aspetta tu?

ERN- Perché lei? Siete un’indovina?

BOG- No, cusì…un’idea! (ride)

ERN- (ride insieme a Bogdana) (serio) Sapete una cosa? Ringrazio una certa signora, un  po’ pazza, per avermi fatto perdere il treno di mezzogiorno.

BOG- Voi avete permessu (dito alla tempia) a pazza di no antare via?

ERN- Un proverbio indiano dice: “Onorare e rispettare i pazzi: porta fortuna”.

BOG- Voi cretere proverbiu?

ERN- Sì, dal momento che ho incontrato una creatura adorabile!

BOG- Capitu! Voi fate corte a tutte le tonne!

ERN- No, e mi stupisco di farlo adesso!...Sapete, la pazza ha visto giusto!

BOG- Ho incuntrato pure io la tonna pazza.

ERN- Sapete ha detto a tutti che sono innamorato di Voi?

BOG- (si alza) Allora, io antare via!

ERN- (si alza) Perché?

BOG-(andando a dx) Tue parole al mare non autorizza a fare dichiarazione!

ERN- (le si avvicina) Spero che non vorrete privarmi della Vostra presenza?!

BOG-Tu incuntratu me tantu volte qui, risturante, mare e mai guardatu e atesso io no possu antare via?

ERN- Chi vi ha detto che non vi ho mai guardata?

BOG-Tonne sanno quando uomo guarda!

ERN- Non immaginate quante volte vi ho guardata...Tanto da pensare a Voi prima di addormentarmi!

BOG- Quante volte, altri,  dire me questo!...Solito tisco!....

ERN- Vi dispiace sapere che sono innamorato di voi?

BOG- Io no pensatu a questu!

ERN- Pensateci! Potrebbe accadere.

BOG- Cusa accade se tu partire a mumento?

ERN- E se decido di non partire?

BOG- Allora finitu scambiu di due parole a mare. (va a sx)

ERN- Vi preoccupa che si avveri quello che ha detto la signora pazza?

BOG- Tonna è sempre preoccupata quando uomo fa la corte.

ADE- (entra, seguita da Maria) Il tassì è pronto. Sta de fora!

ERN- Che aspetti pure!

ADE- Ma el treno parte fra dieci minuti!

ERN- Lasciatelo partire.

CHA- Ho poltato la valigia fuoli!

ERN- Insomma, volete proprio che parta?

ADE- Io? Lei m’ha ditto poco fa… 

ERN- E adesso ho cambiato idea!...Ho cambiato decisione, come sono cambiate le condizioni atmosferiche, quindi rimango!

ADE- (interdetta) E il tassì e la valigia?

ERN- Valigia in camera e tassì in strada! (vede che Adele non si muove) Siete sorpresa?

ADE- Imbèh!?...(a Chao) Chao-chan pensacce te!

CHA- Allola io poltale il tacchì in camela e  mando via valigia!

ADE- Sarà mejo che ffai el cuntrario!

    ERN- Tassì in strada e valigia in camera!... Anzi: no! Dite al tassìsta     di aspettare. Grazie!

CHA- Ubbidile, ubbidile! (a Adele) Chao-chan non capile più niente! (esce)

ADE- (a mezza voce) Nun sai el solo! (va in ufficio)

BOG-No parte più?

ERN- No. Vi chiedo di farmi l’onore di pranzare con me. Andremo in un ristorantino sul mare!

BOG- Ma aspettu telefunata!

ERN- Allora andremo a prendere solo un aperitivo Faremo presto!

BOG- No sembra a me cosa buona!

ERN- Se non volete farlo per me, fatelo per quel povero autista del tassì che aspetta.

BOG- Ma no cunosco te!

ERN- Ernesto Di Martino, direttore di una Compagnia di Assicurazioni. Quindi state sicura!

BOG- Iu, Bogdana Frescova, di Varsavia.

ERN- Le presentazioni sono state fatte, non resta che andare! (le porge il braccio)

BOG- (accetta e uscendo lascia la borsetta sul tavolino) Ernestu, speru fare prestu! (escono)

             Scena 5^:- Alfio-Adele-Bogdana-

ALFI- (Ha cercato di camuffarsi mettendo una finta barba - Entra con fare guardingo e dopo aver guardato in giro, va alla reception suona e va a sx)

ADE- (riconoscendolo, si avvicina) Ah,Maresciallo, sete vo’? Che vulete?

ALFI- Arriconosciuto mi avete? (togliendo la barba)  E dire che mi sembtava di essermi accamuffato tanto bene?! (la mette in tasca)

ADE- (avanzando) Prima nun v’ho chiesto gnente perché era un mumento cumplicato. Cume mai ste visite:  qua?

ALFI- Sto cercanto una femmina perversa, malvagia e traditora.

ADE- Ndate a cercarla ‘nte qualche altru albergu. Qui, tranne cula donna straina, sal marito, so’ tutte persone perbene!

ALFI- Il mio tovere è quello di cercare dapertutto, puri nel più piccolo buco! Comunque questa tonna travaglia in coppia con un uomo.

ADE- Sarà la matta sal marito? (preoccupata) Jèh Madonna, j ho dato la camera!

ALFI- Tranquilla! Non è quella la coppia. Il marito troppu mammalucco iè!

ADE- (si avvicina, alla dx di Alfio) Fateme capì, che fanne ‘ssi do!?

ALFI- Una cosa simplicissima: Lei arriva da sola, accalappia un uomo e quanto, con questo babbeo affamato di sesso, arriva nel punto giusto: si presenta il compare e comincia a critare e fare una tragedia! Il poviro babbeo affamato di sesso, mette tutto a tacere con uno scecco bancario!

ADE- Scècco?

ALFI- Scusate ho parlato un poco fobbito! Uno assegno bancario.

ADE- Ah!...Hai capito cume l’hanne pensata be’!?

ALFI- State calma!...Comunque, atesso, vato al Commissariato e mi raccomanto, se vedete quacche cosa di sospetto: avvisatemi e io arrivo qui precipitosissimamente! (Guarda negli occhi Adele e poi in modo perentorio) Oh!

ADE-  (ha un piccolo sussulto)

ALFI- Mosca!...

ADE-  E chi parla!

ALFI- (fa due passi verso la Comune e si gira e come prima) Oh!...

ADE- (altro sussulto) Ennà!

ALF-Acqua in bocca!...(va alla soglia, si gira e mette il dito sulla bocca, ad indicare silenzio) Sccccccccccc!!!! (poi) Aumma-ùh! Pipitola! (esce)

ADE- (a Alfio che è fuori scena) Pipitula a te e soreta! Che bella giurnata! ‘Gna che me la segno ntel calandariu! (vede la borsetta di Bogdana) Ardate! Qula testa matta s’è scurdata de pija’ la bursetta! (la prende e porta dietro al desco) Pudessimo ave’ n po’ de pace! Mica tanto: ‘na mezzuretta.

              Scena 6^: Adele-Paolo-Bogdana-Carla-Anna-Sante-

PAO- (entra dalle camere- e andando a sedere sul divano) Adele?

ADE- N’emu dittu gne’!

PAO- Adele, fatemi portare da Maria un sandwich ed un succo di frutta! Non voglio andare al Bar!

ADE- State comodo! (esce dalla reception e va al bar) Ce vago io e ve lo porto pure! Fago subito!

BOG- (entra dalla Comune e va al divano, guarda il tavolino e poi a Paolo) Scusa, ha vistu mia bursetta?

PAO- (alzandosi) Una borsetta?

BOG- Eu lasciatu qui! (indica il tavolino)

PAO- Io non ho visto nessuna borsetta. Mi dispiace!

CAR- (entra dalle camere e con passo svelto si aggiunge ai due) Oh, bene! Finalmente v’ho preso in dolce conversazione! (a Paolo) Prova a negare, stavolta! Dimmi ancora che non la conosci.

PAO- In effetti, non la conosco.

CAR- Bugiardo!

BOG- Eu no capiscu…

CAR- Non importa, ho capito io! Signorina, la prego di lasciare in pace il mio Paolo!

BOG- Ma eu cercavu mia bursetta!

CAR- Perché è lui che ve la custodisce?

BOG- Vulete spiegare a vostra moglie…

CAR- Mi deve spiegare che siete una accalappiatrice di uomini?

PAO- Signorina, sono mortificato!

BOG- Dove avete truvatu vuostra moglie?

PAO- Stavolta hai esagerato! Hai oltrepassato i limiti! Parto. (va in camera)

CAR-Sei mascalzone e bugiardo! (siede piangendo)

BOG- Nun è bellu quellu che avete fattu!

CAR- (alzandosi e minacciosa) Se prova a dire un’altra parola: la prendo a schiaffi! (va a sedere sul divano)

BOG- (allarga le braccia e andando) Questu è manicomiu, no albergu! Manicomiu! (esce)

ADE- (entra col wisky e vedendo Carla) Ennà! Ho lassatu el maritu e ce trovu la moje!?...(ritornando al bar) L’ho dittu che oggi nun è giurnata! (entra)

ANN- (entra dalle camere- la battuta viene cominciata fuori scena…) E’ inutile! Nun me cunvinci, hai capito!? Quella è la stanza fumatori! (posando la chiave sul desco)  La puzza de sigaro m’è rmasa tutta qui: (indica) nte le froce del naso!

SAN- C’era la fenestra chiusa. Vedrai che se l’aprimo…

CAR- Cuscì boccane tutte le zanzare!...(si accorge di Carla) Sante, guarda chi se rvede!

SAN- Lassa perde, nun te ce ‘mischia’!

ANN- (va a sedere accanto a Carla) Se pole sape’ ndo’ ve sete salvata? E’ tutto el pomeriggio che ve cerco. Ci ho da divve certe cusette!

CAR- (asciugandosi gli occhi) Anch’io ho da dirvi una cosa. Ho trovato mio marito in flagrante! Non è bello questo!

ANN- Certo che nun è bello!…(al marito) E’ vero che nun è bello?

SAN- Essà! nun è bellu truva’ el maritu in mutande!

CAR- Che mutande? Flagrante!

ANN- Scusatelo…nun ce sente: è sordo!

CAR- E dire che avevamo appena fatto la pace…C’eravamo riconciliati! Siamo stati un corpo ed un’anima! Poi è sceso per mangiare un sandwich…(estasiata sospira e poi) Avevamo avuto un sublime amplesso!

ANN- Dopo è mejo un zabajò, e ve’ Sante?

SAN- Adè cum’adè, de zabajò, pe’ me ce ne vuriane tre prima e quattru dopo el cumplesso!

CAR- Cosa ha detto?

ANN- Sciapate! Continuate…e dopo?

CAR- Dopo sono scesa e l’ho trovato con lei!

ANN- Ecco perché c’eva tutta cula fuga a mannacce a vede la camera!...

CAR- Vi ha mandato nella sua camera? Perché?

SAN- Perché la lassa. Parte.

CAR- Quindi vi ha detto che parte?!

ANN- State calma e diteme: quanno l’ete ‘chiappati, che facevane?

CAR- Niente! Lui se n’è andato da una parte e lei da un’altra!

ANN- Perché nun l’ete seguiti?

CAR- Non avevo la forza per farlo! Mi hanno lasciato qui!

SAN- Essà! Mica ve pudevane purta’ sa lora!

ANN- Ndo’ saranne adé?

SAN- Io stago a pensa’…

ANN- Famme el favore: pensa in silenzio!

SAN- Nun t’enteressa quello che sto a pensa’?

ANN- Sta zitto! (a Carla) Se vulete che ve juto me duete dì la verità, tutta la verità. Donca! Sete spusata e quellu che dite che è vostro maritu lu è peddavé?

CAR- Chi vi ha detto che non lo è?

ANN- Lu’!

CAR- Vi ha detto che non siamo sposati? Venite con me in camera e vi mostrerò il libretto di matrimonio.

ADE- (entra e va al desco, prende la chiave e la mette nella sua casella)

ANN-Signora me diga ‘na cosa: chi era cula gente che stava prima qua? C’era un omo e ‘na donna.

ADE- De chi state parla’?

ANN- De quella del taleffuno…la Buguttana…la rumana…

SAN- Rumena!

ADE- Quella è ‘ndata via in tassì ‘nsema a lu’!

CAR- Oh, Dio mio! Sono andati via!(siede affranta nella sedia)

ANN- Ndu so’ ndati?

ADE- Cusa ne so? Mica possu cuntrulla’ i clienti!

ANN- L’avrà purtata a la stazziò. Me pare ch’eva ditto che duveva parti’!

ADE- Quella nun parte!

SAN- Parte lu’! Però se ce n’ete n’antra de camera, quella puzza de sigaro che ‘mpesta!

ADE- La camera me sa che adè ve la pudete scurda’!

ANN- Cul’omo ha ditto che partiva! Ci ha datu pure la chiave…

SAN- El 23!

ANN- (andando al desco) Ecchila!...(non la trova) L’evo mesa chì!

ADE- Adé sta lì!

ANN- Datemela!

ADE- Nun ve la dago perché nun parte più!

SAN- (intanto è entrato al bar senza farsi notare)

CAR- (risollevata) Se non parte potrebbe tornare tutto come prima!

ANN- Fateme el favore de continua’ a piagne, sennò me cumplicate le faccenne! Sante…(non lo vede) Ndo’ è ‘ndato cul disgranato?...Signora, dateme la chiave de la cambura de cul’omo!

ADE- Io la chiave de la camera nun ve la do!

ANN- (vorrebbe entrare dietro al banco) Dateme la chiave!...

ADE- De qua nun se passa! Adè basta! M’ete stufata! Ndate via da l’albergo. Camere libere nun ce ne stanne!

ANN- Sante va su e scassa la porta!... Sante…(non lo vede) Ndo’ è ndato cul disgranato?

ADE- E’ ndatu al Bar!

ANN- (a Carla) Signora, nun ve muvete da qua, che rtorno subito! (entra al bar)

PAO- (entra)

ADE-Qua c’è vostro marito!

CAR- (si alza e lo abbraccia) Paolo!? (staccandosi) Allora non sei andato via con quella donnaccia. Dove sei stato?

PAO- In camera.

CAR- E lei?

PAO- Quando ti convinci che non conosco nessuna lei?

CAR- Ma se prima parlavi con lei?

PAO- Era lei che parlava con me: cercava la borsetta!

ADE- Se ce posso mette lengua…El signore ha ditto la verità: la signorina cercava la borsetta, che ho meso da parte io.

PAO- Se la lasciava dov’era sarebbe stato meglio!

ADE- (risentita) Adé nun me venite a dì quellu che deu ffa’! I doveri mia li so!

PAO- (a Carla) Adesso che dici?

CAR- Scusami, ma è stata quella signora a dirmi…

PAO- Quale signora?

CAR- Quella strana….impicciona…

PAO- Quella è pazza! E non è la sola in questo albergo!

CAR- Mi perdoni?...Ti prego, Paolo, perdonami!

PAO- Andiamo in camera tua, non mi piace stare a parlare qui! (escono)

          Scena ultima: Adele-Bogdana-Ernesto-Anna-Alfio-

ADE- (asciuga il sudore) E quantu stanne a partì?...Che giurnata, gente!...

ERN- (entra seguito da Bogdana) Non ricordo, in vita mia, di avere preso un aperitivo così velocemente. 

BOG- Devu truvare mea bursetta con documenta!...(A Adele) Atele,vistu mea borsetta?

ADE- (prende) Ecchila qua la borsetta!

ERN- Meno male! Adesso potremo bere tranquillamente!

BOG- Sì! Atesso ho bisognu di bere.

ERN-  Venga! (si avvia seguito da Bogdana, apre la porta e la richiude subito) No. Qui: no! C’è troppa gente.

ANN- (entra dal bar) Sete rturnato? Dite a cula donna de damme la chiave de la camera vostra!

ERN- Mi dispiace, ma per un motivo personale: non parto e la camera non è più libera.

ANN- Ma insomma, nun pudete nda’ a durmì cu vostra moje?

BOG- Tu spusatu?

ERN- Ma che sposato!? Questa donna non sa quello che dice! Signora la smetta di parlare, se no mi costringe a usare la forza!

ANN- Essà! Ve ce mettete be’ sa ‘na donna! Adé chiamo a mi marito! (a voce alta chiama) Sante?...Sante, vie’ un po’ qua!...M’ha lassato dapermè cul cacasotta?... ‘Spettate! (entra di nuovo al bar)

ERN- Come vede non si può rimanere qui! Sa che facciamo? Andiamo a pranzare in un ristorantino…

BOG- Non possu…Aspettu teleffunata…

ERN- E allora pranzeremo in camera mia!

BOG- Noi solu?

ERN- Non saremo da soli, perché dalla terrazza della mia camera si vede il mare. Sarà lui a farci compagnia.

BOG- Atele…

ADE- (andando a rassettare il divano)Ndate tranquilla, che se ‘riva la teleffunata ve la passo nte la camera del signore!

BOG- Crazzie, Atele!

ERN- Dite a Maria di servirci il pranzo in camera! (prende sottobraccio Bogdana) Andiamo…Almeno avremo un po’ di pace!...(escono)

ANN- (entra e guarda in giro) So’ ndati via? So’ ndati in camera è ve’? Adè ce vago!

ADE-Signora state bona lì e nun ve muvete!

ANN- Co’? Io ce vago!

ADE- (con voce sostenuta e mettendosi davanti all’entrata camere) De qua nun se passa! (indica la Comune) Pudete nda solo da qula parte!

ANN- (voce alta) Lassateme passa’!

ADE- Nun ve state a sciagatta’! Ho ditto de no e è no!

ALFI- (entra) Cos’è questo vociare che si sente talla strata?

ADE- E’ colpa de custia! Dacchè è ‘rivata ha fattu casì!

ANN- El vero casì: è chì!  V’ho ditto che vojo nda’ nte la camera mia!

ADE- Sta signora, nun fa parte dell’albergo! (a Alfio) Fateme el favore de levammela de tonno!

ANN- Chi è cussù che se pole permette’ de mannamme via?

ALFI- Signora, io sono l’ispettore Alfio Laganà! Già oggi avete attirato i miei sospetti e ora bisogna che vi faccio quacchi tomanta.

ANN- E io nun risponno!

ALFI- Invece parlerete!

ANN- Parlo solo in presenza de Sante: mi marito! Sta al bar. Adè lu vago a  chiama’!

ALFI- Antate pure e non ceccate di fuggire!

ANN- Non fuggio!...Vi fago sape’ che so’ amica intima de ‘na signora che è responsabile del gabinetto del Ministro degli interni!

ALFI- La sicritaria?

ANN- No, la serva! (entra al bar)

ADE-Sarà lia quella che cercate?

PRONTI PER CHIUSURA SIPARIO

ALFI- No, come ci pensate? Quella che cerco è più…Ditemi una cosa: Tra i mascoli che stanno in questo Albergo, putacaso c’è quaccuno che ha ordinato il pranzo per tue in camera?

 ADE- Veramente ce saria…Ma non pole esse’! Quellu è un omo…

ALFI- Lassate giudicare a mia! Tra non molto arriva il complice e li acchiappo nel fatto! A Alfio Laganà nessuno fesso lo fa! (via)

ADE- (sedendo) Che giurnata gente, che giurnata!

                         

 

S I P A R I O

T E R Z O   A T T O

             L’azione si svolge nella camera di Ernesto e precisamente ad una piccola sala che porta alle varie stanze. In fondo vi è la porta d’ingresso e lateralmente al centro, sia

a destra che a sinistra, vi sono due porte: quella di destra porta al “bagno” e quella di sinistra nella “camera da letto”.

   Quindi la scena è simile a quella dei primi due atti; cambiano i mobili. All’entrata comune, basta togliere l’ “arco” e diventa una normale porta d’entrata; alle due porte laterali basta aggiungere, sovrapporre  una cornice diversa  agli stipiti. 

   Al centro della scena vi è un tavolo apparecchiato. Ernesto e Bogdana stanno pranzando… Quadri…Piante da camera o un bel vaso di fiori… e qualche mobiletto…telefono…e quant’altro.

                    Scena 1^-: Ernesto e Bogdana.

    N.B. (La borsa di Bogdana è su un tavolino da salotto ed il bicchiere deve avere l’impronta del rossetto)

BOG- (guarda verso la platea…nelle mani impugna forchetta e coltello…lo sguardo è triste…)

ERN- (porta la forchetta alla bocca, ma nota l’atteggiamento di Bogdana e allora, posando la forchetta…) Non avete toccato cibo!... Fate un sorriso… Non siate triste!...

BOG- No triste: nirvosa!

ERN- A causa mia?

BOG- No mea. No dovevu venire in camera vuostra!

ERN- Ma non stiamo facendo nulla di male!

BOG- E’ veru. Ma non per camarera che guarda me co occhiu stranu…Vorrei nascondere suotto lettu!

ERN- Così aumentereste i sospetti…Le cameriere sono abituate a vederne di tutti i colori!

BOG- Eu no voglio essere per camarera come le altre!...No duvevo venire in questu Albergo!

ERN- Che dite? Avete fatto benissimo! Non avrei avuto il piacere e la gioia di pranzare con voi.

BOG- Eru cuntenta di pranzare e vedere il mare, invece siamo in camera!

ERN- Colpa del temporale, non mia!

BOG- Uguale pranzare al risturante dell’albergu.

ERN- E sentirmi accusare di bigamia? Quella matta dirà che ho un Harem! (cerca di mescere) Un po’ di vino? Vi tira su!...

BOG- (lo ferma)No vinu. Crazzie!... Chi è quella donna matta?

ERN- Non lo so. Sarebbe da maledire, ma senza il suo intervento non saremmo qua!

BOG- E io no sarei comprumessa!

ERN- (si alza e avvicinandosi a Bogdana) Senza però nessuno che vi dicesse che siete deliziosa…

BOG- (si alza e va dietro la sedia) Tornate a postu o chiamu la matta!...No ve cunoscu…Chi siete?

ERN- Un uomo che crede nel destino…E voi chi siete?

BOG- Una duonna seria.

ERN- Tanto  meglio se siete una donna seria…Allora, non vi sono simpatico?

BOG- No dettu questo, eu!...Ho paura di cuome può finire!...

ERN- (prende le mani che Bogdana poggiava sulla spalliera della sedia e la porta verso di lui, al centro scena) Con una grande felicità!

BOG- Cusa essere per voi felicità?...

                    Scena 2^: Detti e Anna.

ANN- (entrando) Ahahhhhhhhhh…..!!!!!

ERN- (lascia le mani di Bogdana e fa dei passi indietro) Beh, non certo questa!

BOG- (anche lei fa dei passi indietro, in modo che Anna rimanga al centro scena)

ANN- Ve ci ho ‘chiappati sta vo’! Adè diteme che nun è vero!

ERN- Ma possibile che ancora non vi abbiano portato al manicomio?

ANN- So’ matta è ve’!? Le parole vostre nun me offennene. (con mimica) De qua boccane e de qua scappane!

ERN- (a Bogdana) Ve l’avevo detto di chiudere la porta a chiave!

ANN- Adè le prove ce stanne: sete a pranzo nte la camera da letto de un omo!

BOG- (a Ernesto) Sentitu cusa ha detto?

ERN- Ebbene? Cosa stavamo facendo?

ANN- Gnente, stavi a giuca’ a: “ le belle statuine”!...

ERN- Il mio atteggiamento è irreprensibile!

ANN- El vostro, ma el sua? Tutta gnuda…

BOG- Cusa nuda? Eu vestita!

ANN- Sete vestita sa qula scollatura e sa qul straccettu de gonna?

ERN- (andando da Bogdana) Signora, non vi permetto…

ANN- Se nun permettete, vole dì che nun ete capito gne’! Stago qua pe’ pude’ cumida’ le cose? Nun ve lu meritate, ma ce l’ho nte l’animo che devu juta’ la gente. Bisogna vule’ bene al prossimo!

ERN- Io non so che farmene del vostro bene!

BOG- Eu possu assicurare…

ERN- Non parlate! Non vale la pena sprecare il fiato con chi non ragiona.

ANN- Non ragionu, è ve’? So matta, è ve’? Ma io continuo la missione mia! Pure San Vincenzo da Paola fu presu pe’ mattu!

ERN- Tirate fuori pure San Vincenzo?

ANN- Stete zitto e lassateme parla’! Ve digo solo do parole e po’ vago via!

ERN- E sia! Ma solo due parole. Parlate! (a Bogdana, toccandosi la fronte) Non bisogna contraddirla!

ANN- (a Bogdana) Cumincio sa vo’. Diteme, segondo vo’, vostra matre saria cuntenta de quello che state a ffa’?

BOG- Cuosa eu fare?

ANN- State a sedurre un omo spusato!

ERN- Ma non sono sposato!

ANN- Dite de no e intanto vostra moje ‘spetta un fijo!?

BOG- Oh!...Questu no vulevo sentire!

ERN- Ma questa è veramente pazza!... Non è vero.

ANN- Ah, no!? Fra pogo ‘riva sal vostro passaporto.

ERN- Che passaporto? Andate via! Uscite!

ANN- Dateme do’ minuti, el tempo che ‘riva!

ERN- Basta, non do più niente e non voglio sentire altro!

BOG- Siete spusato!?...

ERN- No che non lo sono!

BOG- Anche se non spusato, questu a me nun piace: vogliu antare via!

ERN- Ma credete a questa?

BOG- Cretere o no, questa cuosa nun è bella! Vatu via! (si avvia)

ANN- Brava!

ERN- (gli si pone davanti) La prego…

BOG- Se avete amicizia per meu: lascia antare via!

ERN- E sia!...(a Anna) In quanto a voi….

                      SI SENTE BUSSARE VIOLENTEMENTE

                Scena 3^: Detti e Alfio, poi Anna.

ALFI- Polizia, aprite!

ANN- Ennà! Quessu de sciguro cerca a me! (va di corsa in camera)

ALFI- Nel nome tella legge, aprite!

ERN- (si avvia,ma…)

BOG- (preoccupata) No! No apre. Crazzie!

ERN- Non posso non aprire…(indica) Andate nel bagno!

BOG- (di corsa entra nel bagno)

ALFI- (continua a bussare)

ERN- (avviandosi) Eccomi!...Un momento, arrivo! (apre)

ALFI- (rimane sulla soglia)

ERN-Si può sapere che volete?

ALFI- Tomanto scusa se mi presento all’ora di pranzo. Faccio il mio tovere… Trattasi di cosa grave! (fa vedere la sua tessera di poliziotto)

ERN- Cosa c’è di grave…di così tanto importanza?

ALFI- (avanzando) Solo stavate a manciare?

ERN- Se qui ci sono solo io: mi sembra di sì!

ALFI- E vi hanno portato doppie pietanze perché di appetito ce ne avete tanto. Vero iè? (continua ad osservare la tavola)

ERN- Al mare mi capita spesso.

ALFI- (sollevando il bicchiere di Bogdana) E…queste impronte di rossetto?...Voi non avete il rossetto, quindi tetuco che qui femmina c’è! (fa notare a Ernesto) Questa è la sua impronta! Tov’è la tonna?

ERN- Ho il diritto di non dirvelo.

ALFI- Titemelo! E’ nel vostro interesse e per la vostra sicurezza. Tov’è la tonna?

ERN- Se n’è andata.

ALFI- Menzogna iè! La femmina non va mai via lasciando la sua borsa.

ERN- Non è la sua.

ALFI- Ah, la vostra iè? Soffrite di orecchioni, per caso, ah?

ERN- Vi prego di non offendere!

ALFI- Se non è vostra allora di chi iè?

ERN- (ha trovato l’idea)…Della pazza!

ALFI- Quale pazza?

ERN- Non ve lo dico!

ALFI- Ah no? Allora io fruco in tutte le stanze!...

ERN- Non siete un uomo galante!

ALFI- E neppure fesso! (va verso il bagno)

ERN- (di corsa gli sbarra il passo) No, lì no! Non entrate!

ALFI- Mizzica, resistenza alla forza pubblica fate? Vi opponete?

ERN- No. Voglio solo dirvi che la signora non è nel bagno.

ALFI- Ah no!? E tove è?

ERN- (indica la camera) Lì!

ALFI- (va e apre la porta e dalla soglia) Signora, venite fora!

ANN- (entra) M’ete fattu la spia, e ve’? Sete vijaccu e spiò!

ALFI- (guarda ora Anna, ora Ernesto e poi a Ernesto) Chista iè?

ERN- Sì! (a Annagiustificandosi) Ho cercato di nascondere la vostra presenza, ma alla fine…

ALFI- (che ancora non crede) A pranzo co lei stavate?

ERN- Sì!

ANN- Spiò e bugiò! Nun è vero. Questu è un bugiò de prima scelta!

ERN- E’ inutile negare. Il polizziotto ha notato la vostra borsetta e l’impronta del rossetto sul bicchiere.

ANN- Cul’omo, nun state a crede a cussù! Quessu sta a cuprì a cula fregamariti!

ALFI- Quale fregamariti?

ANN- Quella che staceva a magna’ sa lu’!

ALFI- Creto che mi state a raccontare una favola!

ANN- Oh? ‘Ndu l’ete salvata a la nudista?

ALFI- Non cercate di incolpare questo ciovane! Qui eravate in tue!

ANN- E “adé semo‘ in tre a canta’ la pim-pa-pum!” ! Io, lu’ e la belladonna!

ALFI- Non ci creto! A quest’ora avrei sentito l’otore…

ANN- …de baccalà! (precisa) Oh, gnente gnente state a insinua’ che me la intenno io sa st’individuo chì?

ALFI- Non insinuo, certo sono!

ANN- Nun ce pruvate più a dì ‘na parola in merito, sennò ve pijo a bugattò!

ALFI- Signora, non offentete un pubbrico ufficiale!...Faccio finta di non avere sentito. Voglio essere bono!

ANN- Insomma, se pole sape’ cu’ vulete da me?

ALFI- Fra poco ve lo dico. Intanto diteme come mai siete qui.

ANN- Ce stago perché vulevo impedì a sto dongiovanni de tradì a su’ moje sa una de quelle…M’ete capito, no?

ALFI- Andate avanti!

ANN- Quanno so’ buccata stavene lì, che se guardavene, parevane do busbane innamorate!

ALFI- Ditemi allora tove si trova questa tonna misteriosa.

ANN- Se adè nun è qua, sarà in Albergo!

ALFI- Come si chiama?

ANN- El nome fatevelo dì da lu’.

ERN- Io non ho nulla da dire.

ALFI- Sapete il numero della stanza…

ANN- No.

ALFI- Se era qui, come è uscita?

ANN- A me lu venite a dì?

ALFI- Mi sa che in giro mi state prentento!

ANN- (va a prendere il bicchiere e mostra…) Ardate se el rossetto de ‘ssa bona donna e guale al mia! (porta avanti le labbra)

ALFI- Volete insegnare a me, che sulle spalle ci ho vent’anni di servizio?

ANN- Insomma, io me trovo qua perché vulevo evita’ un adulterio. E po’, nun sapete che la moje ‘spetta un fijo.

ERN- (esasperato) Ma io non ho moglie.

ANN- Che bugiò! E’ qua, nte l’Albergo.

ALFI- Allora dite come si chiama e in quale stanza sta!

ANN- ‘Arridaje a chi vole le concule!...V’ho ditto che nun lu so.

ALFI- (a Ernesto) Ditemi, questa tonna ha ciccato di ricattarvi?

ERN- Non posso affermarlo, ma si è presentata in un modo così strano…Mi ha fatto pure perdere il treno.

ALFI- (a Anna) Avevate interesse a farlo arrimanere?

ANN- Essà! Je vulevo impedì de…

ALFI- Basta così! (a Ernesto) E poi?

ERN- Ha cominciato a perseguitarmi in modo tale da giudicarla:

         pazza!

ANN- Pure San Vincenzo da Paola…

ALFI- State zitta o vi faccio sbattere fuori!

ANN- Cul’omo, a me nun me parlate cuscì! Cu’ credete de parla’ sa una terra terra? Io frequentu la bona società e…

ALFI- (prendendola per le spalle) Buona o no, state zitta e entrate nel bagno!

ERN- (preoccupato) Sarebbe meglio nel corridoi!

ALFI- Così scappa! (la prende per le spalle)

ANN- Levateme le ma’ de dosso!

ALFI- Zitta e entrate! (apre e la sospinge dentro)

ALFI- Ora possiamo stare tranquilli… Che c’è? Vi vedo preoccupato!

ERN- Sono preoccupato  perché penso  che la pazza possa rompere qualcosa.

ALFI- Non ci pensate. Ditemi piuttosto: perché l’avete invitata a pranzo?

ERN- Beh, mi rimane difficile spiegarvelo!

ALFI- Capisco. Vi ricordo che sono poliziotto, ma anche uomo di monto! Però mi tomanto, come fa una tonna come quella, senza attrattiva, a trovare un fesso? Lo sapete che grazie a me avete scampato un serio pericolo?

ERN- Non capisco…

ALFI- Quella cerca nelle spiagge un uomo solo, annoiato, si fa invitare a pranzo e poi quanto arriva sul più bello: si presenta il marito.

ERN- Allora è una finta pazza!?

ALFI- Ca quali pazza! Quella fubba iè. A dire la verità non mi tonnano i connotati …I colleghi mi hanno tato i suoi connotati, ma non è che corrispontono tanto a quelli di questa…

 

SI SENTONO DELLE VOCI E URLA

             Scena 4^: Detti- Anna- Bogdana.

ANN- (da dentro) Oprite sta porta! Oprite!...

BOG- (forte) Tu lascia meu!... Aiutare meu!...

ANN- (da dentro) Nun te lasso!... Oprite sta porta!

ALFI- (a Ernesto) Mizzica, tue sono le fimmine? (a sé) Io una ne

          racchiusi!...

ANN- Oprite o no?

ALFI- Apro subbito! (va ad aprire)

ERN- (a mezza voce) Le cose si mettono male!

ANN- (entra tenendo per un braccio Bogdana) Ecco sa chi staceva a magna’! S’era salvata drento la doccia, pe’ nun fasse vede!

ALFI- Nascosta vi eravate? E perché?

BOG- Motivi mea!

ERN- Il signore è della polizia, rispondete alle sue domande signorina Bogdana.

ALFI- Bogdana? Uhhhmmmm…Il nome già mi dice qualcosa! (a Bogdana) Di tove siete?

ANN- E’ Romana.

BOG- Rumena!

ERN- I connotati che vi hanno dato corrispondono alla sua persona?

ALFI- Perfettamente. Pigghiali e stampali! Lei è l’avventuriera.

ANN- (a sé stessa e alla platea)  Guarda ‘n po’ che ho salvato ‘na famija e fattu arresta’ ‘na Bogdana!

BOG- (si avvicina a Ernesto)  Tu cretere a questo, che io essere avventuriera?

ERN- Io no, ma l’ispettore…(le da le spalle)

BOG- Guarda in occhi mea… (breve pausa) Ernesto!

ANN- Spara lesto!

ERN- (si gira e a Anna) Non fate dello spirito!

BOG- Io prego te: guarda meu in occhi.

ALFI- (si frappone) Insomma, io sto qua a tenere il moccolo, ah?

ERN- Vi prego, lasciate che la guardi negli occhi.

ALFI- (ritornando al posto di prima) E va bene, guardatela!

ANN- Mi oppongo!

ALFI- State muta, se non volete finire in cattabuia! (ai due) Allora?

ERN- La signorina è innocente!

ANN- J è bastato guardalla nte le palle dej occhi pe’ capillu!

ALFI- Silenzio e lasciatemi fare l’interrogatorio. (a Bogdana) Ripeto la tomanta di prima: perché nascosta vi eravate?

ANN- Pe’ nun ffa’ scuprì l’altarino!

BOG- Mi vergugnavo…

ANN- Ve sete vestita cuscì, sal petto e le cosce de fora, e po’ c’ete pure el curaggio da dì che ve vergugnate?

BOG- Ernesto, lascia me insultare?

ERN- Non vi permettete di insultare la signorina!

ALFI- Vi ordino di stare muta!

ANN- (a voce) ‘Ardate cume la difennene sti do maccaro’! (a Bogdana) Diteje cume stanne le cose, senza che ve vergugnate.

BOG- Voi dite verità e no eu! Quandu ha sentito vostra voce: <polizia>: lei messo paura e è andatu in camera.

ERN- E’ la verità.

ANN- (a Alfio) Se so’ messi d’accordo! So’ lora quelli che cercate.

ALFI- Non suggerite! Nulla sfugge a Alfio Laganà. (ai due) Tunque, voi tue saresti innocenti.

ERN-BOG- Sì!

ALFI- Allora atesso vi faccio una piccola prova, che ci pemmette di scoprire la colpevole.

BOG- Eu essere felice di fare pruova! Essere pronta.

ANN- Pure io so’ pronta. Cu’ c’emo da ffa’?

ALFI- Voi nenti! Io sono quello che fa. Mi spieco: di solito, alla fine, quanto i tue stanno nell’intimità, si appresenta il marito della lestofante, con la pistola, per ricattare il merlo, (a Ernesto) che in questo caso sareste voi. Io molto fubbescamente mi annascondo dentro il bagno e vengo fuori al momento giusto!

ERN- Scusate, non è forse meglio che nel bagno ci vado io e voi rimanete qui al posto mio? Quello sarà armato!

ALFI- Paura ci avete? Tranquillo dovete stare, perché dopo il primo colpo di pistola: io intervengo!

ERN- E se col primo colpo mi ammazza?

ALFI- Il primo colpo si sbaglia sempre e poi penso che non sparerà. Di solito i ricattatori non sparano. Non ammazzano i merli caca-denaro!

ERN- Gli debbo fare un assegno?...Quanto gli debbo dare?

ANN- Pogo! Tanto a culia je ne bastene poghi de soldi pe’ vestisse!

BOG- Tu nun sapere che voglia io avere di strappare te capellu!

ANN- Tu nun sapere cume me prudene le manu!

ALFI- Non è il momento di liticare. Il marito può arrivare da un momento all’altro. Atesso mettetevi a tavola e manciate!

BOG- Io non avere appetito.

ANN- Mejo! Io ce n’ho tanto.

ALFI- Se quando arriva il marito, voi tonne dite una sola parola, vi

         metto le manette e vi porto in cattabuia!

ANN- Ma se pole sape’ cus’è ssa <cattabuia>?

ALFI- Una camera di sicurezza, una cella del carcere!... Silenzio, capito mi avete?

BOG- Si, sì! (siede al tavolo tremante)

ALF- Specialmente voi che ci avete la lingua lunga!

ANN- Io? E’ la prima vo’ che me lu dicene! (siede)

ERN- (sedendo) Perché non vi nascondete sotto la tavola?

ALFI- No. Mi annascondo in bagno appena bussano alla porta!

ANN- (a Alfio)  Generale passateme la maionese, el pollo senza maionese sa de gne’!

ALFI- Non sono generale e non sono il vostro cameriere, io!

BUSSANO

           Mizzica, arrivò! Aprite che io mi annascondo! (entra in bagno)

ERN- E adesso chi apre?

ANN- Io nun ce vago, perché nun posso parla’. Devo pensa’ solo a magna’!

BOG- Fate favore, antare tu!

ERN- (si alza) Va bene!...(fa due passi e poi…) Io vado…

BOG- Tu già detto!

ERN- Sì, ormai l’ho detto!... (bussano) (torna indietro) E se è armato?

ANN- Nun ve la fate sotta, che el bagno è occupato!

BOG- No preoccupare. Tu curaggiu!

ERN- Coraggio…Sì…coraggio…(va ad aprire e di corsa va al tavolo, rimanendo in piedi)

           Scena 5^: Detti più Sante.

SAN- (dalla soglia…è appena brillo, non ubriaco) Me scusarete, ma sto a cerca’ a mi moje. L’ete vista?

ANN- (si alza) Sante!?

SAN- Qua sai? Cu’ ce sai venuta a ffa’?

BOG- (si alza e va dietro le spalle di Ernesto)

ANN- Adè ‘rivi? Nun pudevi ‘riva’ prima?

SAN- Nun cumencia’, che degià so’ nervoso!

ERN- State calmo…Si calmi…Penso a tutto io…(prendendo dalla tasca il portafogli) Accomodo tutto io…

ANN- Cu’ vulete cumida’, questu è mi marito. Lu’ nun conta!

ERN- Vostro marito non conta?

ANN- Lu’ e zero so’ l’istessa cosa!

SAN- Lu dighi te che non contu!

ANN- Ardatelo! Sai ‘mbriago è ve’? Lu lassi un minuto e se n’approfitta! Era roscio o bianco? Quantu te ne sai bevuto?

SAN- Ci ho meso l’acqua!

ANN- ‘Gna’ vede quant’era l’acqua!

ERN- Signori, calmatevi! Ho detto che accomodo tutto io…Ditemi la somma di denaro che volete.

ANN- Ma cu’ state a dì? Mi marito nun dumanna gnente!

SAN- Cume nun dumanno gnente? Te trovo a magna’ nte ‘na camera d’albergo sa gente straina e nun dumanno gne’?

ALFI- (entra con la pistola in mano) In nome della legge, vi dichiaro in arresto!

ANN- Mettete via la pistola! Stu ciambottu è mi marito.

ALFI- Appunto lo arresto!

ANN- Guarda in che situazziò me stai a mette’! T’ho ditto sempre de sta’ zitto.

SAN- Nun ce stago zitto, oh! A sto punto gna’ che parlo. Nun possu ffa’ a meno! Tuttu stu casì è successu pe’ colpa de mi moje: Anna de picciafogo!...(con un sospiro) Ahhhh…finalmente ho ditto la mia…(a Alfio) Possu cuntinua’?

ALFI- Sì. Cantate!

ANN- Pe’ carità, nun te mette’ a canta’ che se rimette a piove!

SAN- E’ mejo se canta lia! Lia ce sa ffa’!

ANN- Nun pe’ dì, ma se cantu io la Ricciarelli deventa “Lisciarelli”!

ALFI- Alla fine vi siete decisa. Cantate!

ANN- (comincia a cantare)MA SE ME TOCCANE, NTEL PUNTO DEBBOLE SARO’ TERRIBBILE SARO….”

ALFI- Ahu, che cretete ti essere all’Opera che vi siete messa a cantare?

ANN- Me l’ete ditto vo’ de canta’!

ALFI- Cantare nel senso ti tire tutta la verità sui fatti.

SAN- Allora continuo io.

ALFI- Sarà meglio! Cantate…cioè parlate (prende il notes) che intanto io annoto! Vi dispiace?

SAN- Cu’ dite, me fa piacere!

ANN- (a Alfio) Oh, mettete via cula penna e nun scrivete gnente de quello che dice. Nun lu vedete che è ‘mbriago?

ALFI- Zitta voi!

ERN- Sarebbe meglio che confessaste. Siete voi la causa di tutto e non quel buon’omo!

SAN- Sante parole! Ve possu da’ un bagio?! (gli si avvicina)

ERN- (fermandolo con un gesto) Adesso non esageriamo, per favore!

ALFI- Andiamo per le corte! Vi riconoscete colpevole?

SAN- Scì, so’ colpevole! Nun so’ stato bono a esse’ energico sa mi moje. Sin da la prima notte de matrimonio me saria dovuto ribella’ e nvece ho fattu cume ha volsuto lia! Presempio, ho durmito sempre da la parte destra del materasso e sin dalla prima notte de matrimonio m’ha tuccatu durmi’ da la parte sinistra… M’ha obbligatu a mette’ la giacca del pigiama drento i pantaloni, quanno l’ho purtata sempre de fora…Insomma m’ha meso subito sotta! Trent’anni de sotta, se lo immagina lei!?

ANN- Ma che je stai a dì?...Ma nun lu vedete che sparla?

ALFI- Muta!...Sapevate le intenzioni di vostra moglie, riguardo al signore qui presenti?

SAN- Scì!

ALFI- Bene! Continuate.

ANN- Continuate un corno! Le parole de uno ‘mbriago non valene gnente! Se me date do minuti ve vago a prende’ a qula donna…

ALFI- Voi non vi muovete da qui e state muta!

SAN- Bravo! E’ cuscì che se parla. Ve possu da’ un bagio?

ALFI- Non è necessario.

ANN- Sante, se non te tappi cula buccaccia, finimo in galera tutt’e do!

SAN- Lei pensa che possu nda’ in galera?

ALFI- Di sicuro. Per direttissima!

SAN- Senza mi moje?

ALFI- Certamente.

ANN- (comincia a fare dei passettini furtivi verso l’uscita)

SAN- E in prigione la giacca del pigiama me la possu lassa’ fora dei pantaloni?

ALFI- Ma che discorsi mi fate, ah!? Lì dormirete come vi pare, col pigiama, senza pigiama…Potrete fare come vi pare!

SAN- Dio te ringrazio! Finalmente posso ffa’ cume me pare: possu magna’ la minestra sal risucchio, possu durmì a sinistra, a destra, a panza de sotta, a panza de sopra…

ANN- (esce)

ERN- (si accorge) La pazza è scappata!

ALFI- Tranquillo! Nenti sfugge a Alfio Laganà. Le uscite tutte controllate sono. (a Sante) Voi state bono e non ceccate di scappare.

SAN- Io? Manco ce penso. Sa vo’ ce stago mejo che cu’ mi moje! Ve possu da’ un bagio?

ALFI- State al vostro posto! (a Ernesto) Sorvegliatelo! Io assentare mi devo. (via)

ERN- Non potete mettergli le manette?

ALFI- (dalla soglia) Non si può! (esce)

SAN- Nun ve preoccupate che nun scappo!... Fate quellu che duete ffa’, fate conto che nun ce stago.

ERN-  E invece ci siete! Comunque meglio voi che vostra moglie!

SAN- Nun ve fate sentì da lia!

BOG- (si avvia) Vado via!

ERN- Fermati, Bogdana!

SAN- Non pole! Nun se pole ferma’.

ERN- Perché?

SAN- Perché le bogtane nun se fermane mai, caminane sempre!

ERN- State zitto e non interrompeteci!

SAN- Me posso mette a sede?

ERN- Sì.

SAN- Posso magna’ calcò?

ERN- Tutto quello che volete, basta che state zitto!

SAN- (siede e comincia a sistemarsi il piatto)

ERN- (si avvicina a Bogdana e la riporta a Sx del tavolo) Vuoi che questa bella pagina d’amore si chiude in questo modo?

BOG- Tu no credutu in meu!

ERN- Che dici? Non ho mai dubitato. Bogdana io ti amo.

BOG- Tu non tire questu.

ERN- E invece lo dico, perché mi piace tutto di te, come cammini, gli occhi…le mani…le braccia…

SAN- (che intanto cercava nel piatto del pollo…)  La coscia…

ERN- Come vi permettete?

SAN- M’ete ditto che pudevo magna’ e io sto a cerca’ la coscia del pollo …E’ trent’anni che se le magna Anna, a me me toccato o il collo o la parte del culo!

           Scena 6^: Detti-Anna-Carla-Alfio, poi Paolo-

ANN- (entra tenendo per mano Carla) Ecchila!

CAR- (cerca di liberarsi) Lasciatemi!... (si libera di Anna) Siete una pazza!

ANN- V’ho fattu truva’ vostro marito sa l’amante e me ringraziate cuscì?

ERN- Chi è questa signora?

ANN- Vostra moje. Nun fate fenta de nun cunuscella!

CAR- Ma io non conosco questo signore.

ERN- Io non sono suo marito e se insistete ancora a dirlo giuro che vi butto dal balcone.

BOG- Tu stare calmu, ti pregu!

ANN- Perché fate fenta de nun cunuscevve?

ALFI- (entra) Eccovi! Vi attrovai. (a Anna)  In nome della legge vi dichiaro in…

SAN- Arrosto!

ALFI- Arrosto!...Ma che mi fate dire?

SAN- Digo che el pollo arrosto freddo nun me piace, me tappa! E’ mejo in putacchio!

ALFI- Come dicevo: in nome della legge vi dichiaro in arresto.

ANN- Un mumento e nun curite che degià la matassa se sta a ‘mbruja’ de più! Sta donna dice che nun è la moje de quellu lì!

ALFI- Non è vostro marito!?

CAR- Mai visto!.

ALFI- (a Ernesto) Non è vostra moglie?

ERN- No, no e no! Ve l’ho già detto che non sono sposato.

ANN- Nun è vostro marito e m’ete fattu crede che…Ma lu sapete i guai che m’ete procurato? (a Alfio) E vo’, state a prende fischi pe’ fiaschi!

ALFI- Signora, moderate i termini, sennò vi sbatto in…

ANN- … <cattabuia>, solo quessu sapete dì! Ma io je lu digo ai

              vostri superiori de cume ve sete cumpurtato sa me!

ALFI- Io il mio tovere faccio e i superiori paura non mi fanno!...Como mai avete pottato qui questa tonna?

ANN- Pe’ dimustra’ la mia innocenza! (a Carla) Spiegatejelo vo’!

CAR- Io non so niente. Io stavo a letto.

ALFI- (scrive) La signora icchesi stava nel letto!

CAR- Specificate che stavo nel letto della mia camera.

     Scena ultima: Detti-Paolo-Adele-

PAO- (entra) Mia moglie…Dov’è mia moglie?

CAR- Eccomi. Paolo!

ALFI- In nome della legge vi dichiaro in arresto!

PAO- Che arresto? Ditemi piuttosto che ci fa qui mia moglie.

ALF- Da mia lo volete sapere? Tove eravate quanto vostra moglie è stata portata via da la sua camera?

PAO- Stavo nella camera da lavoro. Stavo a raccogliere tutto. (a Carla) Che ci fai qui?

CAR- Questa pazza mi ci ha portato qui con la forza.

ALFI- Lei caro signore atesso spiegare mi deve!

CAR- Mio marito non ha fatto nulla.

ANN- Ma nun l’ete capito che se ne vuleva scappa’ sa quella lì? (indica Bogdana)

PAO-Con quella signorina?Neanche la conosco. Allora siete stata voi a montare la testa a mia moglie. Ma io…(vorrebbe avventarsi contro Anna, ma…)

ALFI- (frapponendosi) State al vostro posto e calmo, che ci penso io a metterla in cattabuia!

SAN- Maresciallo s’è possibile, da longo da la mia!

ANN- Pure tu me te metti contro?

ALFI- (a tutti) Insomma parlare dovete! Fuori la verità!

ANN- Parlo io.

ALFI- Muta tovete stare!

ANN- E chi opre più bocca.

ADE- (entra impaurita) Marescià, al piano de sopra stanne a grida’! Venite! Fate presto!

ALFI- (a Adele) Andiamo! (a tutti) Sorvegliate la pazza! (esce con Adele)

ERN- (a Bogdana) E’ proprio un Albergo sereno questo!

BOG- Tuttu questu crazzi a lei!

PAO- Si può sapere con quale scopo l’avete fatto?

CAR- Allora è vero che non conosci quella donna?

PAO- Te lo giuro.

BOG- Pure io possu giurare!

ERN- Anch’io.

CAR- Allora, eliminerai la tua camera e verrai a dormire nella mia?

PAO- Certo! Ho portato tutto il mio lavoro giù in camera tua. Da stasera ti starò sempre vicino.

ANN- Finalmente ‘na camera libera! Sante l’hai nteso?

SAN- L’ho nteso!.

ANN- Perché fai cula faccia?

SAN- Perché pensavo de nda’ a durmi’ nte la cattabuia!

ERN- Ormai non vi arresteranno più.

BOG- Tu liberu di durmire con tu moglie. Tu triste?

SAN- Tantu cuntento nun so’!...

ERN- L’avete sposata e dovete tenervela!

ANN- Oh, cul’omo! Una cume me nun se trova tantu facilmernte! Ve ‘rcordu che me duete ringrazia’ tutti quanti. (a Ernesto) So’ stata io a favve perde el treno (a Bogdana) e senza de me nun ve saristi conosciuti.

BOG- Questu è veru. Crazzi!

CAR- Anche noi dobbiamo ringraziarvi.

PAO- Un grazie non basta. Voi meritate…

SAN- La galera a vita!

ANN- Sa te i conti li fago appena te passa la sbronza!

PAO- Dicevo che Voi meritate una medaglia d’oro.

ANN- Meno male che a la fine l’ete capita!... A sistema’ le facenne a Anna de picciafogo ce vole pogo! (a Sante) ‘Ndamo, che se nun era pe’ me a stora…

ALFI- (rientra) Signori, eccomi qua! Vi chiedo scusa, ma debbo antare!

ANN- (a Alfio)  Nun pensate che la cosa fenisce qua! M’ete ditto: “pazza”! Se c’è bisogno vago fino dal Presidente del Cunsijo.

SAN- Cuscì casca de sciguro!

ERN- La signora non è pazza. E’ molto buona e altruista.

CAR- Sì, è proprio una gran brava persona!

ALFI- Sono mortificato, signora e vi tomanto scusa per quello che vi ho detto!

PAO- Si può sapere che è successo al piano di sopra?

ALFI- Ho arrestato due lestofanti che cercavo da tempo!

SAN- Al maresciallo Alfio Laganà nisciù fesso lo fa!

ALFI-Bravo!...(squilla il cellulare) Scusate! (risponde) Pronto!...Arrivo subbito!...(a tutti) Debbo antare! Ho un caso difficile da risolvere.

ANN- Marescià, diteme tutto: ce penso io!

TUTTI- Nooooooooo!!!!!!....

F I N E

Loreto, 6-marzo-2012.                                                  Paolo  Torrisi

GLOSSARIO

Accada-'N-: Bisogno- Non c'è bisogno che..

Accenno- Segnale...d'intesa.

Adè- Adesso.

Almanco- Almeno.

Amor del conto- Fare la conta...per vedere a chi tocca...iniziare...

Annaulo- Affitto- (casa annaulo – casa in affitto)

 Anco'- Ancora.

Avriane- Avrebbero.

Babano- Fesso- Sciocco...

Bacata- Malata- Marcia- Guasta.

Badavi- Guardare con attenzione, badare...

Bagnoli- Inutili “impacchi” d'acqua.

Balza- “Carico di briscola” (valore più alto di “Briscola” - Asse-)

Bardascio- Ragazzo. Giovanotto.

Becicche- Mucose negli occhi

'Bedisci- Ubbidisci.

Biastimato- Bestemmiato.

Brignoccula- Protuberanza, causata da colpo, battuta, pugno...

Brusciolo- Foruncolo.-

Bruscolini- Semi di zucca.

Bucattò- Schiaffo.

Buccare- Bocca- Buccato- Entrare- Entra- Entrato...                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

Bucculotto- Maccherone. (tipo di pasta)

Bugiò- Bugiardone...grande bugiardo.-

Burbuja'- Borbottare-

Ca’- Cane… Poro ca’- Povero cane…

Caciara- Confusione- Parlare a voce alta fra tutti.

Cagnara- Litigio- Bisticcio.

Cago'- Tipo che si dà delle arie.

Calchidu'- Qualcheduno.

Calco'- Qualcosa-

Calzo'- Calzoni – Pantaloni.

Cambura- Camera.

Canna-foja- Canna de granturco, mais.

Capezzo- Non capire dove è il “principio” o la “fine” = “niente”.-

Capisciò- Saputone.

Capistorno/i- Capogiro/i.

Careggia'- Portare..da un posto ad un altro... Trasportare...

Cegato- Cieco- (in questo caso “chiudere gli occhi: “segno di gioco)

Cenigia- Cenere-

Ceregio- Ciliegio.

Chiuppa'- Battere- ...Chiuppamo- Battiamo.

Ciaccare- Schiaccare-

Ciaccato- Schiacciato – Acciaccato...

Ciaccio- Balbuziente.

Ciambotto- Stupidotto- Sempliciotto-

Ciancico- Mastico- (ridurre in poltiglia, pezzettini...)

Ciauscolo- Salame...morbido. (tipico delle Marche)

Cianchetta- Sgambetto.

Cioccio- Pietra

Cionche- Offese- Malate- rattrappite...

Ciuffulotto- Schiaffo.

Clacchesso- Clacson... (ti suono il Clacson )

Co’- Cosa.

Coccio- Creta.

Colco- Coricato.

Concule- Cozze- Muscoli. Detto marchigiano: “Arridaje a chi vole le concule!”

Crescia- Pizza di pane (senza pomodoro e formaggio: solo farina)

Creso- Creduto- Credere.

Crocchia- Tupé...Capelli arrotolati su, dietro o lateralmente ala testa.

Cruciera- Crociera di croci- (Non “Crociera - nave”) Cruciera”: gruppo di dodici corone da Rosario, lavorate, assemblate, dalle donne lauretane dette “Coronare”.

Cu'- Con.

Cuj- Quei.

Cule- Quelle.

Culia- Quella.

Culù- Quello.

Curatelle- Viscere- Interiora in genere...

Curdo'- Esclamazione volgare... sta per “Curdone”=Coglione.

Dago- Do... (dare)

Daperlu'- Da solo.

Dapervo'- Da soli. (solo voi)

Dapresso- Da solo.

Dimo- Diciamo.

Do'- Due.

Emo- Abbiamo.

Ennà!- Orca!...Guarda un po'?!...

Essà!- E già!...Certo!...

 Esse'- Essere.

Evo- Avevo... (avere)

Fago- Faccio... (fare)

Fantiole- Tremori di corpo. (tremori dovuti ad Epilessia)

Fiotto- Lamento- Brontolio-

Fracco- un Sacco...di bastonate. Tante...

Frinfinellu-Piccolo segno di “briscola” (gioco di carte)

Fuga- Premura -Fretta. (da “Fuggire: Sono andato via di “fuga” = di “corsa”)

Fugaro'- Falò.

Furestego- Forestiero.

Galastro'- Cappone. Gallinaccio.

Galito- Rauco- Con poca voce-

Giaccene-'N: Ghiacciano...diventare fredde.

'Gnà- Bisogna. 

Gnagnera- Lamento- pianto...

'Gne'- Niente. 

'Gnico'-Ogni cosa. Gricilli- Budella- Intestini.

Gnogna- Stupida.

Grasciari- Sporchi...posti sporchi...posti per porci.

'Guali- Uguali.

Gùatti- Gatti. (riferito al pesce “gatto”) Pronunciare gutturalmente “gù...”

Guzzo- Fine- Appuntito-

'Nguezzu- Pratico. ('ngezzu de sti posti = pratico di questi posti)

Imbescigamo- Vescichiamo- (da Vescica, gonfiore, “bolla sulla pelle con liquido..., provocato da “botte” ricevute)

Imbioccare- Addormentare…

 Incaprinita- Interstardita...come una “capra”.

Jezu- Gesù. (esclamazione)

Lappa- Noiosa, pesante... (cosa o, meglio ancora, persona che non si sopporta: noiosa, pesante...)

Lattarina- Bianchetto (larva di pesce)

Lenza- Furbo. (...che tipo furbo = che “lenza”!)                                                                                                             

Lia- Lei e non  nome di persona: “Lia”.

Limo'- Limone-

Line- Lì.

Lora- Loro..

Lu'- Lui.

Lu- Lo.

Luccare- Lucca'- Gridare.

Luccato- Gridato.

Lupi'- Lupini.

Lupo marano- Licantropo (comportamento da lupo)

Luzeno- Fulmine.

Ma'- Mani.

Madò- Mattone.

Mammana- Ostetrica- Levatrice.-

Mammò- Mammone.

Marifresca- Donna di poco affidamento- Si usa come dispregiativo.

Matine- Mattina- (E 'na matine!: esclamazione)

Matre- Madre.

Matrò- Nervoso.

'Mbilla'- Alzare su la cresta. Non ti muovere tanto.

Melancia'- Melanzana- (ti do un “melancia'”: uno schiaffo che ti faccio diventare la faccia viola come una: “Melanzana”)

Melangula- Cetriolo.

Mijanno- Mille anni...che non ti vedo!

Mogia- Malta...fango...poltiglia...

Mojole- Pinze. (caratteristico attrezzo a forma di “pinze” con punte arrotondate, adatto alla lavorazione del fil di ferro usato dalle “coronare”, per le corone da Rosario.)

Mosca-sciò- Via le mosche:  “Nulla da dire sul mio conto”.

'Mappava le zille- Freddo per tutto il corpo... nfredolito...

'Mpastrucchia'- Pasticciare.

'Mpiccia- Occupata da qualcosa... Confusa sul da fare...

'Mpunta'- Balbettare.

'Mpustate- Piazzate...messe...impostate...

Mucchia- Tanto-

Mugelle- Cefali (pesce)

Munelli- Bambini- Ragazzi.

Musciò- Musone: fiume-

Musciuli'- Moscefrino.

'Nciccia'- Piace... Nun m'enciccia= Non mi piace.

Nndrizza'- Raddrizzare. ('ndrizza' la schina=aggiustare in senso negativo: rompere)

'Ngriccia'- Arricciare.

'Nguezzu- Pratico. ('ngezzu de sti posti = pratico di questi posti)

'Necorto /a/ e...- Accorto.

'Nfrucchia'- Inventare.

'Nfuligina'- Arrabbiare.

Ni' o Ninì- Usato come: Oh, bello, te la vuoi capire?... Oh “Ninì”, chi ti credi di essere?

Nisciù- Nessuno.

No'- Noi.

Noja- Solletico.

None- No.

Noneto- Nonno tuo...tuo nonno.

'Ntasata- Tappata- Ostruita.

'Ntrica'- Intricare- imbrogkiare- rendere difficile-

'Nvuricchiata- Intrecciata....Imbrogliata-

'Nzocca- Stordisce.

O'- Avanti....Oltra-

Oltra- Avanti...oltre. (vieni “oltra” . A volte si trova solo una “O” abbreviata da un apostrofo “ 'O”: vieni o'... )

Onne- Onde.

Onnico'- Ognicosa.

Pa’- Pane

Pescolle- Pozzanghere.

Pia – Piedi.

Pina- Piena.

Pipitula- Foruncolo...che viene sulla lingua...che fa stare “zitti”.

Pista…Ari-pista- Ritornare sull’argomento…Continuare a “pestare”…

Pitale- Orinale- Vaso da notte.-

Pole- Polene- Può- Possono.

Per' 'o- Per “uno”... “Un po' per uno”.

Poro-  Povero.

'Porta- Comporta- 'Portare-Comportare.

Prescia- Premura – Fretta.

Purtinnari- Portorecanatesi.

Pustà- Può essere.

Rabbito- Arrabbiato.

'Raccojemme- Raccogliere /...rmi.

Raganella- Rana- Ranocchia.

Ragano- Rospo-

Rancichita- Rancida.

'Rcapezza- Orizzontarsi su una cosa... Non ritrovarsi... Non capire...

'Rinale- Vaso da notte – Orinale.

'Rmaso- Rimasto (rimanere).

Roito- Urlo-

Rumiga'- Ripensare mugugnando... Borbottare...

Quane- Qui.

Quessu /a – Questo / a.

Sa / Sa me / Sa lù-  Con… Con me… Con lui…

Sai- Sei (dal verbo essere) Es. Sai solo-sei solo… (dipende dal significato che acquista nel contesto della frase)

Salva'- Nascondere- Conservare...non in vista...

Saria...Sariane- Sarebbe..Sarebbero.

Sbarillò- A gambe all'aria- (andare oltre il “Sette e mezzo” del gioco a carte)

Sbocca- del “Musciò) Dove sbocca il fiume Musone.

Sbragiulasse...sbragiulare- Arrostirsi (in questo caso:abbronzarsi) ... Arrostire

Scapecciamme- Spettinarmi.

Scappa'- Uscire di casa... (secondo il senso della frase)

Scarpire, scarpisseli- Strappare...strapparseli (si usa perloppiù per i “capelli”)

Scassa'-  Scassare-Cancellare.

Sciagatta'- /...are- Muoversi inutilmente

Sciapata- Sciapo- Stupidata- Stupido- Sciocco...

Scine- Sì-

Sciuccata- Seccata.

Scuffia- Copricapo di lana...può essere usato per la montagna o a letto nelle nottate fredde.

Scunfinfera- da: convincere... Nun me scunfinfera =Non mi convince

Scunucchiamme- Romper-mi-; Ridur-mi a pezzi.- (come una sedia che si rompe sotto un peso)

Sdingula-dandula- Altalena.

Sdogo- Slogo- slogare.

Sdrimbulo'- Convulsioni (ballo di S.Vito)

Sete- Siete. (secondo la frase.  “Sete” es. “Ho sete”o verbo essere: sete bugiardi...)

Sfragno- Spremo- Spremere...

Sgaggiare- Sgaggia'- Gridare.

Sgardaffo'- Uomo brutto, malvestito, malsano...(dispregiativo)

Sgarfagnini- Ladri-

Sgnagnerà- sgnagnerare- Poco piacevole... non gli interessa tanto...di poco gradimento

Sgraffigna-Gratta.

Sj- Sei. (sj stato tu...)

Smateria'- Parlare male...volgare...da matto... (Fuoruscita dal cervello di materiale non consono...)

Sogna-  Grasso animale... (Sogna rancichita = Grasso rancichido)

Spegne- Spegne da: Spegnere.

Spegnemme- Spinger-mi – da:  Spingere  e non “Spegnere”.

Spenta- Spinta- da: Spingere e non Spenta da: Spegnere.

Spi’- Spine. Me tieni su i “spi?”- Mi tieni sulle spine.

Spinarelli- Bollicine che vengono sulla pelle dovute alla “Varicella”.

Squajo- Cioccolata calda.

'Ssa- Questa. (Abbreviazione di: “Quessa” = “Questa” donna)

'Ssu- Questo.

Stago- Sto... (stare)

Storni- Ritorni... Stornare- Ritornare.

Strabaltata- Sottosopra...il cervello- Non capire più niente.

Stracco-Stanco.

Struccava- Spezzava- Struccare può assumere altri significati es. Togliere il trucco.-

Sumenti- Semi (in romano: “Bruscolini”)

Svaga'- Svuotare... .

'Svanza- Avanza...da Avanzare.

Tajuli'- Tagliatellina- (tipo di pasta:Tagliatelle)

Tigna- Testardaggine.

Tizzo'- Tizzone -Pezzo di legno infuocato (da camino...) -

Totulo- Ciò che rimane di un “mais” dopo ch'è stato sgranato.

Trusmarì- Rosmarino.

Vago- Vado... (andare)

Valtri- Voialtri.

Vento- Vinto.

Vo'- Voi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

Velle- ...in “velle”- Da nessuna parte...In nessun posto...Per niente...

Vuria- Vorrei      

Zanzule- Ciabatte.

Zero garbunella-  ( modo di dire )  Zero completo, tagliato... Nulla nel modo più assoluto-

Zompene- Saltano- Zompare- Saltare.