Anna dei miracoli

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ATTO II

 


di William Gibson

Traduzione di Giancarlo Sepe

PERSONAGGI

KATE KELLER

ARTHUR KELLER

UN DOTTORE

HELEN

MARTHA

PERCY

JAMES KELLER

ZIA EV

ANAGNOS

ANNIE SULLIVAN

ALICE

SARAH (La bambina più piccola)

VINEY

SOCIETA' ITALIANA

AUTORI ED EDITORI

137102    -8 OTT 88

DIREZIONE GENERALE

APERTURA CORRIERE

S.I.A.E. SEZ. D.O.R.

000560005 11.11.88

REPERTORIO

"ANNA  DEI  MIRACOLI"

di William Gibson

Traduzione di

Giancarlo Sepe

+

Codice 40499         Cartella 8365

Titolo ANNA DEI MIRACOLI

Autori  GIANCARLO SEPE - TOLNAY FLAVIA

GIBSON WILLIAM

Flavia   Tolnay

Via   Paolo   Emilio, 28

00192   Roma

Tel   318286

Settembre   1988                                                                                      

ATTO I

Il palcoscenico è diviso in molte zone. La zona di sinistra rappresenta la sala principale della casa dei Keller. La zona a destra è la camera da letto, situata su un piano più alto. Vicino al centro sulla sinistra, c'è la veranda della casa.

La parte centrale è una zona neutrale. In momenti diversi rappresenta il cortile davanti la casa dei Keller, l'Istituzione Perkins per i Ciechi, il giardino e così via.

Non ci dovrebbe essere nulla sul palcoscenico. Esso dovrebbe essere libero, eccetto che per cose come la pompa dell'acqua nel giardino, le finestre, dalle quali Annie deve arrampicarsi, la porta che Helen chiude e così via.

Meno saranno gli elementi scenografici, meglio sarà.

SCENA PRIMA

E' notte.

La stanza da letto della casa dei Keller. Tre persone sono in piedi intorno a una culla, alla luce di una lampada. Si intuisce che essi non dormono da molte notti. Sono molto stanchi. Una di esse è una giovane donna con un viso dolce da ragazza. E' KATE KELLER, la mamma della bambina malata nella culla. La persona con il termometro in mano è il DOTTORE. Poi c'è il capitano ARTHUR KELLER, il papà della bambina. Ha circa quaranta anni.

UN DOTTORE  Vivrà!

KATE           Grazie a Dio!

UN DOTTORE  Siete dei genitori fortunati. Ve lo posso dire ora, pensavo che non sarebbe vissuta.

(Il DOTTORE va alla tavola e mette il termometro nella sua borsa)

KELLER      Che assurdità! La bambina è una Keller. E' forte come un cavallo. Arriverà a cento anni.

UN DOTTORE  Sì. Ma ora deve farsi una nottata di sonno. Intendo dire lei, signora Keller.

KELLER      Hai sentito, Kate?

KATE           Sì, ho sentito.

KELLER      Ho tirato su due bambini del mio primo matrimonio. Ma questa è la prima figlia di Kate, per questo ha così paura per la sua vita.

KATE           Dottore, mi dica la verità, la bambina starà bene?

UN DOTTORE  Certamente! E diventerà una ragazza grande e forte!

KATE           C'è qualcosa che possiamo fare?

UN DOTTORE  Solo lasciarla migliorare. Lei sa come farlo, meglio di noi. (E' pronto per andare via).

La cosa importante è che la temperatura sia scesa. Queste febbri sono frequenti nei bambini, noi ne conosciamo quasi mai la causa. Forse è stata una congestione gastrica che può aver generato un'infiammazione alla meninge, per questo la temperatura era così alta. Ma non ho mai visto una bambina più forte, questa è la verità. Buonanotte!

                     (Sorride alla bambina e a KATE. KELLER gli fa luce con la lampada. Scendono le scale, della veranda e attraversano il giardino. Il DOTTORE esce a sinistra. KELLER resta fermo, tiene alta la lampada. Intanto KATE è alla culla, guarda con amore la bambina e gioca con le dita davanti al viso della bambina mentre parla.)

KATE           Silenzio, piccolina, non piangere. Ci hai già dato tanti pensieri. Chiederemo a tuo padre di scrivere un articolo sul suo giornale sui miracoli della medicina moderna. I dottori non sanno cosa stanno curando, anche quando riescono a guarirci...

(Si ferma improvvisamente, colpita. Muove le dita vicino agli occhi della bambina) Helen!...

(Ora muove la mano velocemente) Helen!...

(Schiocca le dita due volte davanti agli occhi della bambina. La sua mano cade. Dopo un momento chiama, forte) Capitano. Capitano, puoi venire...

(Guarda fissamente la bambina e poi urla nell'orecchio della bambina) Capitano!

(E ora, sempre fissando sua figlia, KATE urla. KELLER nel giardino sente e corre verso la casa con la lampada. KATE urla ancora, fissando la bambina. KELLER entra correndo)

KELLER      Kate, cosa c'è?

KATE           Guarda!

KELLER      Guardare cosa, Kate, Sta bene, ha solo bisogno di tempo per...

KATE           Lei non vede. Guarda i suoi occhi.

(Gli prende la lampada, la muove davanti al viso della bambina)

Lei non vede!

KELLER      (impaurito) Helen!

KATE        E non sente. Quando ho urlato non è trasalita. I suoi occhi sono rimasti aperti e non è trasalita neanche una volta...

KELLER      Helen! Helen!

KATE           Non ti sente!

KELLER      Helen!

(Il viso di lui diventa terribile, mentre piange il nome della bambina. KATE si copre la bocca con le mani per soffocare il pianto)

La stanza scompare nel buio rapidamente.

La luce ritorna in un giorno cinque anni più tardi. Tre bambini e un vecchio cane sono nel giardino intorno alla pompa dell'acqua. Il cane dorme. MARTHA e PERCY sono negri. Il terzo bambino è HELEN. Ora ha sei anni e mezzo. E' evidente che è cieca. Ha una bella testa e un viso grazioso, ma non sorride mai. I suoi movimenti sono rapidi e improvvisi e non ha controllo su se stessa. MARTHA. e PERCY stanno ritagliando" figurine di bambole. MARTHA e PERCY parlano fra loro e HELEN mette le mani sulla bocca prima dell'uno e poi dell'altro. Cerca di sentire con le dita il movimento delle loro labbra.

MARTHA    (con un paio di forbici in mano) Prima taglio le gambe di questa bambola, una due...

PERCY        Perché le tagli le gambe?

MARTHA    Per fare l'operazione. Ora le taglio le braccia, uno; due. Ora le...

(Toglie le mani di HELEN dalla sua bocca) Smettila.

PERCY        Tagliale lo stomaco, è un'operazione grave.

MARTHA    No, le taglio la testa, prima, ha il raffreddore.

PERCY        Quando hai fatto tutte queste operazioni...

(Ma HELEN gli sta spingendo le dita nella bocca per sentire la sua lingua. Lui si arrabbia e la picchia. Lei toglie rapidamente le mani. Ora HELEN mette le mani sulla propria bocca, cercando di muovere le labbra imitando, ma non emette nessun suono.)

MARTHA    Perché le hai picchiato le mani?

PERCY        Mi metteva le sue dita in bocca.

MARTHA    Che fa adesso?

PERCY        Vuole parlare. Guardala mentre cerca di parlare!

(HELEN muove le labbra sempre più svelta e alla fine picchia le sue  dita. PERCY ride.)

MARTHA    Basta adesso. Sta’ buona! (Tiene ferme le mani di HELEN) Sta' seduta buona...         

(Ma improvvisamente HELEN salta su MARTHA e la butta a terra. Tenendo MARTHA giù con le ginocchia, afferra le forbici. MARTHA urla. PERCY corre alla campanella della veranda, tira la corda e suona la campana.)

SCENA SECONDA

Le luci si accendono nella stanza della casa. Vediamo l'intera famiglia riunita. Stanno parlando, ma in pantomima. Non sentiamo che cosa dicono. KATE rammenda calzini seduta vicina a una culla, ogni tanto la dondola. Il CAPITANO KELLER, con gli occhiali, sta lavorando sulle pagine di un giornale allo scrittoio. ZIA EV, in visita con il cappello in testa, sta facendo una bambola con un tovagliolo. JAMES KELLER un giovanotto dall'aria annoiata, figlio di primo letto del CAPITANO KELLER, è alla finestra e guarda i bambini. Quando la campana suona, KATE è in piedi in un istante. Corre fuori sulla veranda per vedere cosa succede. Ora noi vediamo come l'hanno mutata questi cinque anni la sua aria allegra di ragazza è scomparsa e il suo viso è colmo di tristezza.

KATE           (come se la chiamasse per la millesima volta) Helen!

(Corre verso i bambini, prende le mani di HELEN e la separa da MARTHA. MARTHA scappa, urlando. PERCY corre dietro e lei.)

KATE           Dammi queste forbici.

(ZIA EV ha raggiunto JAMES alla finestra. Il CAPITANO KELLER torna al suo lavoro allo scrittoio.)

JAMES (calmo e ironico) Ha solo cercato di cavare gli occhi a Martha. Quasi quasi ci riusciva. E' sempre quasi. Non ci pensare! Inutile fasciarsi la testa, prima di cadere, no?

(Guardano tutt'e due KATE mentre cerca di togliere le forbici dalle mani di HELEN. Ma HELEN fa resistenza. Una breve lotta. Poi KATE rinuncia e lascia che HELEN tenga le forbici. Poi prende la lampada e la muove davanti al viso della bambina.  Cerca di far entrare HELEN in casa. HELEN tira KATE che cade sulle ginocchia. Ella prende con dolcezza le mani di HELEN, come se le forbici fossero una bambola che fa in modo che HELEN le culli e le dondoli. Poi punta il dito di HELEN verso la casa. Ora HELEN non si ribella più. Lascia che KATE prenda le forbì ci. KATE fa volgere la figlia verso la porta e la spinge delicatamente. HELEN va verso la casa e KATE la segue).

ZIA EV        Povera Kate. Come resiste? Perché non siete andati da quel dottore di Baltimora? Per quanto tempo ancora potrete andare avanti così?

JAMES         Non chiederlo a me Zia Ev. Parla con tuo fratello.

ZIA EV         Arthur, voi dovete fare qualcosa per questa bambina.

KELLER      Mi piacerebbe sapere che cosa.

(KATE entrando spinge HELEN verso ZIA EV, che le dà la bambola fatta con il tovagliolo.)

ZIA EV        Diamine, questo famosissimo oculista di Baltimora di cui ti scrissi!? Come si chiama?

KATE           Dr. Chrisolm.

ZIA EV        Ecco! Ho sentito dire che ha curato moltissimi casi di cecità. Anche casi disperati. Ma lui li ha guariti! Fa miracoli! Perché non gli scrivete?

KELLER      Non credo più ai miracoli.

KATE           (dondolando la culla) Io penso che il capitano gli scriverà presto. Vero Capitano?

KELLER      No.

JAMES         In fondo vale la pena di spendere altri soldi dopo averne già spesi tanti dopo averne sprecati tanti...!

KELLER      Non è questione di soldi. La bambina è stata da specialisti in Alabama, in Tennessee...  Se io sapessi che servirebbe a qualcosa la farei visitare da tutti i dottori del paese.

RATE           Penso che il Capitano gli scriverà presto.

KELLER      Kate! Fino a quando continuerai a farti tormentare il cuore?

KATE           Finché avrò vita!

(HELEN nel frattempo siede sul pavimento e con le dita tasta la bambola. La sua mano si ferma sul punto nel quale dovrebbe essere la faccia della bambola, e dove è solo uno spazio vuoto nel tovagliolo arrotolato. Questo agita HELEN. La sua mano cerca la bocca e il naso e gli occhi della bambola. Nessuno la osserva. All'improvviso tira il vestito della ZIA e continua a cercare gli occhi della bambola.)

ZIA EV        Che cosa c'è, piccola?

(HELEN naturalmente non la sente. Comincia a girare, da una persona all'altra, cercando gli occhi della bambola, ma nessuno le presta attenzione e la capisce.)

KATE           Continuerò a cercare specialisti sempre, fino all'ultimo! Anche quando mi rimarrà un'ultima, sola speranza che lei veda o...   che senta, che... 

KELLER      Non c'è! Non c'è speranza, Kate. Ora lasciamo lavorare... 

KATE           Allora, Capitano, lascia che scriva io.

KELLER      Ho detto di no, Kate.

ZIA EV        Ma perché no, Arthur? Scrivere non costa niente! Solo una lettera...  per chiedere se può aiutarla.

KELLER      Non può.

KATE           Questo non è vero, Capitano! Noi non possiamo saperlo con certezza, finché non ci risponde.

KELLER      (alzandosi, lentamente) Kate, non può. (Raccoglie le sue carte)

JAMES         (scherzando) Il papà si alza, questo è certo.

KELLER      Tu stai zitto! Queste signore qui mi danno abbastanza problemi senza che ti ci metti anche tu con...

(JAMES si interrompe e va via. HELEN ora sta cercando tra le cose sul lo scrittoio di KELLER. Afferra le sue carte dalla tavola e le butta sul pavimento. KELLER ora è arrabbiato.)

KELLER      Kate!

(KATE velocemente allontana HELEN e raccoglie i fogli da terra)

KELLER     Sarebbe meglio lavorare in un pollaio!... Che in questa casa!...

JAMES         Tu la dovresti mandare via, papà.

KATE           (fissandolo) Che cosa?!

JAMES         Mandarla in qualche istituto. E' la cosa migliore che potreste fare per lei.

ZIA EV        Diamine! E' tua sorella, James...

JAMES         Solo per metà, sorella. E l'altra metà è una disgrazia. Non sa neanche tenersi pulita. Non è piacevole averla in casa.

KATE       ... Osi lamentarti… tu che puoi vedere?

KELLER      (molto arrabbiato) La discussione è finita! Ti prego di non  parlarne più Ev.

(Tutti restano in silenzio. HELEN ritrova la bambola e KELLER conclude.)

KELLER      Ho fatto tutto quello che ho potuto, non voglio vivere la mia vita inseguendo una speranza! La casa sottosopra dal mattino fino alla notte per questa bambina. Sarebbe ora che pensassimo alla piccola che è nata invece che a Helen!

KATE           (gentile ma decisa) La sveglierai, Capitano.

KELLER      Voglio un po' di pace in casa. E non avremo mai pace se continuiamo a correre ovunque ogni volta che sentiamo par lare di un nuovo dottore. Io sono infelice per la mia bambina come voi tutti. Mi fa male guardarla.

KATE           Non è per la nostra infelicità che voglio tu scriva, Capitano.

(HELEN torna da ZIA EV, le fruga il vestito. Improvvisamente ne strappa due bottoni.)

ZIA EV        Helen! I miei bottoni!

(HELEN spinge i bottoni sulla faccia della bambola. KATE la vede e capisce subito. Si inginocchia di fronte a HELEN e solleva la mano della ragazzina ai suoi propri occhi domandando)

KATE           Occhi?

(HELEN assentisce energicamente) Vuole che la  bambola abbia gli occhi.

(Di nuovo tutti tacciono. KATE prende due spille e due bottoni dal suo cestino da lavoro e appunta i bottoni alla bambola come se fossero occhi. KELLER, immobile, guarda in silenzio. ZIA EV strizza gli occhi e tenta di nascondere la sua emozione esaminando il vestito.)

ZIA EV        Mio Dio, questo vestito non può stare senza i bottoni.

KATE           Lei non lo può capire, Zia Ev;  te li riattacco subito.

JAMES         E non lo capirà mai. Non imparerà mai. Tutti le lasciano fare qualsiasi cosa le venga in mente.

KELLER      Tu stai zitto!

JAMES         Che cosa ho detto adesso?

KELLER      Tu parli troppo.

JAMES         Ma ti davo ragione!

KELLER      Non fa niente. Tu non devi dimenticare che lei è una bambina sfortunata. Bisogna lasciarle fare le piccole cose che vuole. Dobbiamo avere un po' di pietà per lei.

(JAMES, molto offeso, va fuori della stanza e rimane sulla veranda.)

ZIA EV        Kate, guarda!

(HELEN ora che la bambola ha gli occhi è piena di felicità. Gioca con la bambola, l'accarezza, la bacia.)

ZIA EV        Questa bambina ha più sensibilità di tutti noi Keller messi insieme. Se solo riuscissimo a trovare una via per raggiungere la sua mente.

(Ma HELEN improvvisamente va alla culla. La spinge e la rovescia. La sorellina cade ma il CAPITANO KELLER la prende giusto in tempo.)

KELLER      Helen!                                                 

(Tutti sono spaventati. La neonata strilla, mentre HELEN con calma mette la bambola nella culla al suo posto. KATE, inginocchiata tira fuori dalla culla la mano di HELEN. HELEN è sorpresa.)

KELLER    Kate…

KATE           Come posso farti entrare in testa, tesoro, povera piccola mia...

KELLER      Kate, dobbiamo trovare un modo per insegnarle un po' di disciplina.

KATE           Cosa puoi pensare di insegnare la disciplina a questa  povera bambina? E' colpa sua se fa così?

(HELEN tiene le dita sulle labbra della mamma, per cercare di capire i suoi movimenti.)

KELLER      Non ho detto che è colpa sua.

KATE           Allora di chi? Non so che cosa fare! Come posso insegnarle? La devo picchiare? Fino a farle venire i lividi, eh?

KELLER      Non possiamo lasciarla andare così. Ci deve essere un  modo per controllarla? Per proteggerla dai pericoli...

KATE           E come? Mettendola in una gabbia? E' grande ormai. Deve usare le braccia e le gambe!

KELLER      Ma tu non hai paura per la piccola? Rispondi!

KATE           (guardandolo in  accia) Vuoi mandare via Helen?

(Ora HELEN è di nuovo arrabbiata. Non capisce il movimento delle labbra della mamma. Picchia KATE sulle labbra, KATE prende la sua mano di nuovo e HELEN comincia a scalciare, a lottare, a dimenarsi nelle braccia materne. )

KELLER      Che cosa c'è ora?

KATE           Vuole parlare, vuole essere come te e me.

(Tiene HELEN che si dimena, fino a che, per la prima volta noi sentiamo un suo suono E' uno strano suono, come quello di un animale e KATE la lascia andare; Nel momento in cui è libera, HELEN si allontana da KATE e sbatte contro una sedia. Cade, si siede per terra e scoppia a piangere KATE va da lei, la prende tra le braccia, la accarezza in silenzio, fino a che sente di poter controllare la voce.)

KATE           Ogni giorno si allontana sempre più da me. E io non so come trattenerla.

ZIA EV        Oh, basta! La porterò io a Baltimora. Se quel dottore non potrà fare nulla, forse conoscerà qualcuno che può aiutarci.

KELLER      (grave) Scriverò a quell'uomo, Kate.

(Sta con la neonata in braccio. E fissa la testa di HELEN, penzolante dalle braccia di KATE.)

Le luci si abbassano.

SCENA TERZA

Senza pausa, nel buio da sinistra sentiamo la voce di un uomo parlare.

ANAGNOS Il Dottor Bell non può fare nulla naturalmente, ma pensa che la bambina possa essere in qualche modo educata. Io ho scritto alla famiglia. Ho scritto solo che una brava istitutrice poteva essere una soluzione. E che qui a Boston avevano trovato Miss Sullivan che...

Le luci cominciano a salire, a sinistra, una lunga tavola e una sedia. Sulla tavola ci sono cose per insegnare ai ciechi attraverso il tatto animali di stoffa, modelli di fiori e piante, alcuni libri. Sulla sedia  siede una ragazza di venti anni, ANNIE SULLIVAN, un bel viso, molto serio ed energico. E' il viso di un combattente. Ha la valigia sulle ginocchia e ascolta attentamente ANAGNOS, il suo vecchio professore.

ANAGNOS Naturalmente sarà difficile per te lì, Annie. Ma per te è stato difficile anche nella nostra scuola. Ti ricordi? Non sapevi sillabare il tuo nome quando arrivasti. Certo hai fatto tali progressi in pochi anni... Hai fatto tanto. Hai talento, Annie. Ma qualche volta hai poco tatto. E sei troppo indipendente, qualche volta...

(Egli studia ANNIE che lo ascolta ad occhi chiusi)

Ti fanno male gli occhi, Annie?

ANNIE       Non gli occhi, le orecchie, Mr. Anagnos.

(Apre gli occhi. Sono rossi e stanchi e li tiene spesso chiusi perché la luce le fa male.)

ANNIE       So come sono fatta io. Voglio sapere come è quella bambina.

ANAGNOS Come è...?

ANNIE       Beh, è intelligente o stupida?

ANAGNOS Nessuno lo sa.

ANNIE       Spero sia intelligente.

ANAGNOS Sorda, cieca, muta... chissà? E' come una piccola  cassaforte, chiusa che nessuno può aprire. Forse c'è un  tesoro dentro.

ANNIE       Ma potrebbe anche essere vuota?

ANAGNOS E' possibile, Annie. Ti troverai in mezzo a degli estranei, laggiù. Devi essere molto discreta e gentile con loro. Non voler fare sempre di testa tua. Non hai altre offerte di lavoro, oltre a questa. E poi hai bisogno della loro amicizia per lavorare bene con la bambina.

ANNIE        (scherzando) Spero di non avere bisogno della loro pietà.

ANAGNOS Oh, tutti noi abbiamo bisogno di un po' di pietà qualche volta. Da molto tempo non sei più un'allieva e ora ti abbiamo buttata nel mondo, ora sei una insegnante. Se insegnerai qualcosa a quella bambina. Nessuno si aspetta che tu faccia miracoli, neanche per venticinque dollari al mese. In questa busta c'è il denaro per il biglietto del treno, ci ridarai i soldi quando potrai. Ma in questa scatola c'è il nostro regalo. Con il nostro amore.

(ANNIE prende la piccola scatola, la apre, c'è un anello d'oro)

ANAGNOS C'è qualcun altro che vuole salutarti. (Si alza per aprire la porta)

ANNIE        Mr. Anagnos... (La sua voce trema) Caro Mr. Anagnos, io... cosa posso dire?... Ero una ragazza ignorante e lei ha fatto di me una insegnante. Lei mi ha fatto diventare quello che sono ora.

ANAGNOS   (sorridendo) Questo è vero solo a metà, Annie!

ANNIE        Sono arrivata qui ignorante e cieca. Lei mi ha ridato la vista. E qualcosa di più lei non mi ha insegnato solo a sillabare, lei mi ha insegnato che cosa è l'aiuto e come si vive... E io non voglio salutare nessuno. Non apra la porta, sto piangendo...

ANAGNOS   (gentile) Non vedranno.

(Va ad aprire la porta. Un gruppo di ragazze entra. Sono tra gli otto e i diciassette anni. Da come si muovono, si capisce che sono cieche.)

UNA BAMBINA Annie!

ANNIE        (con voce dolce) Qui, Beatrice.

(Come sentono la sua mano, esse corrono piene di gioia verso di lei parlando tutte insieme. ANNIE è inginocchiata davanti alla bambina più piccola.)

BAMBINE  C'è un regalo. Ti abbiamo portato un regalo di addio Annie! Dov'è il regalo?

LA BAMBINA PIÙ PICCOLA (tristemente) Non andare via, Annie.

BAMBINE  Alice ha il regalo. Alice! Dov'è Alice?

ALICE         Sono qui!

BAMBINE  Dove?

ALICE         Qui!

(Le ragazze alzano le mani con il regalo. ANNIE lo prende.)

ANNIE        L'ho preso, l'ho preso! Lo apro?

BAMBINE  Aprilo! Zitte, zitte! Aprilo, Annie! Lo sta aprendo, SSh!

(ANNIE apre la scatola. C'è un paio di occhiali scuri. Lei resta immobile)

BAMBINE  L'hai aperto, Annie?

ANNIE       Sì, l'ho aperto.

BAMBINE  Per i tuoi occhi, Annie! Mettili, Annie! Il dottore dice che gli occhi ti fanno male dopo l'operazione. E ha det to che andrai in un posto dove il sole è fortissimo.

BAMBINE  Li hai messi? Ti piacciono? Sono carini, Annie?

ANNIE        Oh, i miei occhi già stanno meglio al cento per cento. Come sono belli! Accidenti! Sapete che mi "donano"?! Mi stanno proprio bene!

BAMBINE (contente) C'è un altro regalo! Abbiamo un regalo anche per Helen! Daglielo, Beatrice. Ecco, Annie!

(Questo regalo è una bambola che muove le palpebre e dice "mamma".)

ANNIE       Che bella!

BAMBINE  Non dimenticare, non dimenticare di darlo a Helen da  parte nostra, Annie!

ANNIE       Vi prometto che sarà la prima cosa che le darò.

LA BAMBINA PIÙ PICCOLA (tristemente) Non andare da lei, Annie.

ANNIE        (le braccia intorno a lei) Sarah, cara, io non vorrei andare.

LA BAMBINA PIÙ PICCOLA Allora perché vai?

ANNIE        (gentilmente) Perché ora sono una ragazza grande e le ragazze grandi devono guadagnarsi da vivere. E io devo partire per andare a guadagnarmi da vivere. Ma se mi fai un sorriso, allora io…    

LA BAMBINA PIÙ PICCOLA Tu?

ANNIE        Io metterò te nella valigia, invece di questa bambola.  E ti porterò da Helen, in Alabama!

(Questo sembra molto buffo alle bambine e cominciano a ridere. Dopo un momento anche la più piccola ride.)

ANAGNOS Venite bambine. E' ora di accompagnare Annie al treno o nessuno andrà in Alabama. Venite, venite!

                     (ANAGNOS e le bambine lasciano la stanza e ANNIE rimane sola, inginocchiata  con la bambola nelle mani. Poi si alza, prende la valigia e le luci si abbassano.)

SCENA QUARTA

Quando le luci si riaccendono vediamo la casa dei KELLERS. JAMES è sulla veranda, in attesa. A destra, nella stanza da letto, che sarà di ANNIE. HELEN è sola. Sta esplorando, tastando e odorando ogni cosa. Giù nella sala, KATE davanti a uno specchio si sta mettendo il cappello, pronta per andare alla stazione. VINEY una domestica negra, la sta guardando.

VINEY        Lasciate andare Mr. Jimmy da solo, lei ha vangato il giardino tutto il giorno. Deve far riposare un po' i piedi.

KATE           Non posso più aspettare. Devo vederla, Viney.

VINEY        Forse non sarà neanche sul treno.

KATE           Forse c'è.

VINEY        E forse non c'è.

KATE           E forse c'è. Dov'è Helen?

VINEY        E' di sopra. Annusa dappertutto! Sente che sta per accadere qualcosa.

KATE       Falla cenare presto, appena hai messo Mildred a letto. E dì al Capitano Keller quando viene, che faremo tardi.

VINEY        Di nuovo.

KATE           Non credo sia necessario dire di nuovo. Semplicemente digli che faremo tardi.

(Corre di sopra, nella stanza di ANNIE. VINEY le grida dietro.)

VINEY        Volevo dire che il Capitano dirà "Come, di nuovo"?

(VINEY comincia ad apparecchiare. Sopra, KATE, sulla porta, osserva HELEN che esplora la stanza di ANNIE.)

KATE           Sì, stiamo aspettando qualcuno. Qualcuno che viene apposta per la mia Helen.

(HELEN va da lei e le afferra il vestito. KATE si inginocchia e accarezza i capelli di HELEN. La bambina sembra triste con il suo grembiule sporco e KATE dice con una voce stanca)

Oh, cara, eri tutta pulita un'ora fa!

(HELEN sente che la mamma porta il cappello e cerca di toglierglielo. KATE se lo tiene fermo con una mano e apre l'altra mano sotto il naso di HELEN.)

KATE           Non credo che un pezzetto di dolce ti rovinerà l'appetito.

(HELEN annusa e poi si mette il dolce in bocca. KATE le dà un rapido bacio e corre giù di nuovo. Nel frattempo il CAPITANO KELLER è entrato nel giardino dal retro della casa, tenendo un giornale in mano. Vede JAMES sulla veranda.)

KELLER      Jimmy?

JAMES         (senza muoversi) Signore?

KELLER      Non mi sembri vestito in modo giusto per fare qualcosa di utile, ragazzo.

JAMES         E' vero, papà. Mi sono vestito per Miss Sullivan.

KELLER      Ti avevo detto di preparare le piante di fragole.  Questa sera le dobbiamo spostare.

JAMES         Ora devo spostare la tua... Mrs. Keller, invece. Alla stazione.

KELLER      (Aspro. In tono di rimprovero) Mrs. Keller! Perché ne parli sempre come se fosse un'estranea?

(KATE esce sulla veranda e JAMES china la testa in segno di saluto.)

JAMES         (ironicamente) "Mamma"!

(fa per andar via ma incontra lo sguardo adirato del CAPITANO)

 JAMES        Ho detto mamma!

KATE           Capitano.

KELLER      Buonasera, mia cara.

KATE           Andiamo alla stazione, Capitano. La cena sarà un poco in ritardo questa sera.

KELLER      Come, di nuovo?

KATE           Scusa Capitano, dobbiamo andare.

(KELLER li guarda andare via. Intanto, HELEN, al piano di sopra, cerca la mamma, toccandosi continuamente le guancia - un gesto che per lei significa "mamma" - aspetta, si tocca di nuovo la guancia. Poi trova la porta aperta e comincia a scendere. Si tocca ancora la guancia. VINEY la guarda.)

VINEY       Cosa vuoi cara, la tua mamma?

(HELEN si tocca la guancia di nuovo. VINEY va alla tavola, prende un piccolo dolce, lo mette nella mano di HELEN. HELEN se lo mette in bocca.)

VINEY        Un pezzetto di dolce non ti rovinerà l'appetito.

(Fa voltare HELEN verso la porta, HELEN giunge sulla veranda nel momento in cui KELLER raggiunge i gradini. La mano della piccola cerca a tentoni e lo trova. Si tocca ancora la guancia, aspetta.)

KELLER      E' andata via.

(Poggia la mano sulla testa di HELEN, lei lo scaccia, KELLER rimane a fissarla intensamente.)

                     Lei è andata via. Mio figlio e io non siamo amici. Tu non sai nemmeno che sono tuo padre. Come se non esistessi! E la cena è di nuovo in ritardo.

(HELEN si tocca la guancia, vuole sua madre. KELLER mette la mano in tasca e tira fuori un pezzo di dolce.)

Tieni. Un pezzetto di dolce non ti rovinerà l'appetito.

(Le dà un gran pezzo di dolce, HELEN lo prende e lo mangia avidamente.)

VINEY        Capitano Keller! Le rovina l'appetito, a quella bambina!

KELLER      (in collera) Lasciami in pace. Pensa alle tue faccende!

(VINEY esce. KELLER ci ripensa e cerca di riprendere il pezzo di dolce, ma HELEN lo tiene stretto fra le mani. KELLER cerca di forzarla ma HELEN gli dà un calcio sullo stinco, poi corre alla pompa e ci si nasconde dietro. KELLER, in collera, scaglia il giornale sul pavimento della veranda e scompare in casa.)

SCENA QUINTA

Le luci si abbassano.

 Si riaccendono sulla stazione.                                                              

Vediamo ANNIE, con gli occhiali scuri, in attesa, con la valigia accanto.

JAMES le va incontro.

JAMES         Miss Sullivan?

ANNIE       Sì. Finalmente!

JAMES         Sono James Keller. Sono il fratellastro di Helen. Lei è l'istitutrice?

ANNIE       Sì! Almeno, ci proverò!

JAMES         Lei non sembra una vera istitutrice.

(KATE entra. ANNIE rimane ferma. JAMES prende la valigia. KATE la guarda perplessa. Sembra preoccupata.)

JAMES         (presentandole) Mrs. Keller, Miss Sullivan.

(KATE prende la mano di ANNIE)

KATE           Sono due giorni che veniamo alla stazione, sperando che lei arrivi.

ANNIE        E' stato un lunghissimo viaggio.

(ANNIE studia il viso di KATE. Si capisce che le piace.)

JAMES         Ha portato un baule, Miss Sullivan?

ANNIE       Sì.

JAMES         Vado a ritirarlo io.

(JAMES prende la valigia ed esce, KATE e ANNIE si studiano. Mrs. Keller un'agiata signora del sud e una ragazza irlandese povera, che ha bisogno di guadagnarsi da vivere. ANNIE è un po' tesa.)

ANNIE        Non avete portato Helen. Ci speravo tanto.

KATE           Ci aspetta a casa.

                     (Una pausa. ANNIE fa uno sforzo su se stessa e cerca di sostenere la
conversazione.)

ANNIE        La casa è lontana dalla città, Mrs. Keller?

KATE           Solo un miglio.

ANNIE        Bene! Cercherò di resistere. Ma non si meravigli se scenderò a spingere il cavallo.

KATE           Anche Helen la sta aspettando. Sente che qualcosa sta per accadere. Si aspetta qualcosa, il cielo sa cosa. (La sua voce tradisce l'ansia e ANNIE lo percepisce.) Mi aspettavo... una arida zitellona. Lei è molto giovane.

ANNIE        Oh, avreste dovuto vedermi quando ho lasciato Boston. Sono invecchiata molto in questo lunghissimo viaggio.

KATE           Intendevo dire che lei mi sembra troppo giovane per riuscire a insegnare qualcosa a una bambina difficile come Helen.

ANNIE        Voglio tentare. Non mi metteranno in prigione per questo.

KATE           C'è speranza? Si può sperare di insegnare a una bambina cieca sorda e muta metà di quello che impara un bambino normale? E' mai riuscito questo?

ANNIE        Metà?

KATE           Un decimo?

ANNIE        No.

(Il viso di KATE perde l'ultima luce di speranza.)

Il dottor Howe fa miracoli, ma un bambino normale? No. Mai. Ma quando ho letto i suoi rapporti, ho visto che non li ha mai trattati come bambini normali, piuttosto come delle uova... come... se tutti avessero paura di romperli.

                     (Una pausa.)

KATE           Posso chiederle quanti anni ha?

ANNIE        Non sono più una ragazzina. Ho vent'anni!

KATE           Vent'anni.

(ANNIE affronta la situazione.)

ANNIE        Mrs. Keller, non perda la speranza solo perché non ho l'età giusta. Io ho tre grandi vantaggi sul Dr. Howe che lei non potrebbe procurarsi con i soldi. Il primo vantaggio è che il lavoro del Dr. Howe è dentro di me. Ho letto ogni parola egli abbia scritto. E non era un uomo di poche parole. Un altro vantaggio è che sono giovane. Ho tanta forza in me per fare qualsiasi cosa. E il terzo vantaggio è che io sono stata cieca.

(Ha fatto violenza a se stessa per dire questo.)

KATE           (pacatamente) Vantaggi. (Sorride. ANNIE le piace) Cosa cercherà di insegnarle all'inizio?

ANNIE        All'inizio e alla fine e sempre, il linguaggio.

KATE           Linguaggio?

ANNIE        Il linguaggio è per il cervello più della luce per gli occhi. Il Dottore Howe ha detto questo.

KATE           Linguaggio. (Scuote la testa). Non siamo stati capaci di insegnarle neanche a stare seduta. Lei è giovane lei ha tanta sicurezza. Ha tutta questa sicurezza dentro?

(ANNIE studia il suo viso, le piace sempre di più.)

ANNIE       No, la verità è che dentro sto tremando come una foglia.

      

(Si sorridono e KATE accarezza la mano di ANNIE.)

KATE           Non tremi. (JAMES ritorna) Faremo tutto quello che potremo. L'aiuteremo. Cercheremo di farla sentire a casa. Non ci creda estranei, Miss Annie.

ANNIE        (allegramente) Oh, gli estranei non sono così sconosciuti per me. Tutta la vita ho avuto a che fare con gli estranei.

(KATE sorride ancora; ANNIE le sorride ed escono di scena. JAMES le segue.)

SCENA SESTA

La luce si spegne su di loro e si accende in casa KELLER. KELLER scende i gradini della veranda per incontrare KATE e ANNIE che sono appena arrivate.

KELLER      (molto gentilmente) Benvenuta nella nostra casa, Miss Sullivan.

KATE           (presentandoli) Mio marito, Miss Annie, il Capitano Keller.

KELLER      E' un piacere vederla, finalmente. Spero abbia fatto un buon viaggio.

JAMES         Dove mettiamo il baule, papà?                                                                      

KATE           Nella camera di Miss Sullivan, penso.

ANNIE        Sì , per favore. Dov'è Helen?                                        

KELLER      Nella sala. Jimmy...                                                                     

KATE           L'abbiamo sistemata nella stanza d'angolo al piano superiore, Miss Annie. Si troverà meglio lì. C'è il riscaldamento...

KELLER     E la valigia...                                                                                 

(Prende la valigia, ma anche ANNIE la afferra.)       

ANNIE        (amabilmente) La prendo io la valigia, grazie.

KELLER     Oh no, assolutamente no! La prendo io, Miss Sullivan.

ANNIE        Vorrei portarla da me...           

KELLER     Non posso permetterlo, Miss Sullivan. Vedrà che nel sud noi uomini...       

ANNIE        Me la lasci.                                                                                   

KELLER     ... consideriamo le donne come i fiori della civiltà...

ANNIE        (con impazienza) C'è qualcosa per Helen dentro!

(Prende la valigia dalle sue mani. KELLER la fissa.)

                     Grazie. Quando la posso vedere?

KATE           Eccola. C'è Helen.

                    

(ANNIE si gira a vede HELEN che è uscita dalla casa correndo dietro al cane BELLE. E' sporca e i suoi capelli sono spettinati il grembiulino è strappato. Un momento di silenzio. Poi ANNIE attraversa il giardino verso di lei, portando la valigia.)

KELLER      Kate...

(KATE lo zittisce mettendogli una mano sul braccio. Quando ANNIE sale sulla veranda si ferma e guarda HELEN. Poi posa con forza la valigia a terra tanto da far tremare il pavimento della veranda. HELEN comincia a camminare e arriva a tentoni alla valigia. ANNIE tende la mano e tocca quella di HELEN. HELEN la afferra immediatamente e comincia ad esplorarla, come leggendo un viso. Muove la sua sul braccio di ANNIE e sul vestito. ANNIE porta il suo viso più vicino e le dita di HELEN cominciano  a lavorare sul viso di ANNIE. ANNIE mette la sua mano sul braccio di HELEN, ma HELEN improvvisamente lo tira via. Poi torna alla valigia, cerca di aprirla, ma non ci riesce. Comincia a trascinarla verso la porta. Quando ANNIE cerca di prenderla, HELEN la scaccia e continua a trascinare la valigia fino alla soglia. ANNIE si ferma un momento, poi la segue e insieme portano la valigia sulle scale nella stanza di ANNIE.)

KATE           Allora?                                                                                        

KELLER      E' molto rozza, Kate.

KATE           Mi dispiace, Capitano.

KELLER     Le giovani donne del nord sono diverse, naturalmente. Quanti anni ha?

KATE           Oh... non è una ragazzina.                                                   

KELLER      E' una bambina. Da che famiglia viene? L'hanno mandata sola così lontano da casa...

KATE           Non me l'ha detto. Non parla molto di sé.

KELLER      Perché porta quegli occhiali? Mi piace guardare la gente negli occhi quando ci parlo...

KATE           Per il sole. Era cieca.                                                                      

KELLER     Cieca!

KATE           Ha avuto nove operazioni agli occhi. L'ultima operazione prima di partire.

KELLER      Cieca, buon cielo! Si aspettano che una bambina cieca  insegni ad un'altra? Almeno ha esperienza? Da quanto tempo insegna?                                                               

KATE           Era un'allieva.

KELLER      (in collera) Kate, Kate! Questo è il suo primo lavoro? Noi siamo tutti adulti e non abbiamo saputo insegnare nulla alla nostra bambina. Come può un'"allieva" quasi cieca, senza  esperienza, insegnarle qualcosa?

                     (JAMES entra con il baule sulle spalle.)                                        

JAMES         (con disinvoltura) Quanti progressi. Ora ne abbiamo due da accudire.

KELLER      Tu accudisci quelle piante di fragole!    

(JAMES si ferma con il baule. KELLER gli volta le spalle senza altre parole e esce.)

JAMES         Quando parlo, non va mai bene niente di quello che dico.

KATE           E tu non parlare.

(Al Capitano, fuori scena)

KATE           Fa' presto, Capitano, la cena e pronta.

(Entra in casa. JAMES porta il baule nella stanza di ANNIE e lo lascia fuori della porta. Intanto, dentro, ANNIE ha dato a HELEN una chiave. Mentre ANNIE si toglie il cappello, HELEN gira la chiave e apre la valigia. La prima cosa che tocca è la bambola. Le sue dita ne esplorano il viso, trovano gli occhi, che sono mobili, prima si sorprende, poi ne è soddisfatta. Si siede sul pavimento e culla la bambola. ANNIE la studia per un po' e poi dice)

ANNIE        Va bene, Helen, cominciamo con la parola bambola.1

(Prende la mano di HELEN, le punta l'indice nel palmo, con il pollice le tiene ferme le altre dita.)        

(D.)   

(Il pollice tiene strette le dita della bambina toccando il palmo di HELEN.)

(O.)

(Il pollice e l'indice si tendono.)

                     (L.)     

(Ripete lo stesso gesto.)

                     (L.)                                                                                                  

                     (ANNIE mette la bambola nella mano di HELEN.)                       

                                 

JAMES         Lei sillaba molto bene. Sta cercando di capire se soffre il solletico? Lo soffre.

(ANNIE gira la testa e vede JAMES sulla soglia. Lo guarda freddamente ma non dice nulla. HELEN tira la sua mano di nuovo. ANNIE mette la ma no di HELEN sulla bambola e sillaba ancora.)

JAMES         Cos'è, un gioco?

ANNIE           (seccamente) Un alfabeto.

JAMES         Un alfabeto?                                                                             

ANNIE        Per i sordi.                                                                                 

                     (HELEN ora ripete i movimenti del dito nell'aria. ANNIE la guarda con
gli occhi che brillano.)                                                      

Com'è intelligente!

JAMES         Lei pensa che sa quello che sta facendo?

(Prende la mano di HELEN e le tocca il palmo con un movimento senza senso. HELEN ripete il segno.)

                     Imita tutto. E' una scimmia.

                    

ANNIE        (molto soddisfatta) Sì, è una piccola, intelligente scimmia.

(Prende la bambola dalle mani di HELEN. HELEN immediatamente riafferra la bambola. ANNIE la prende di nuovo e poi prende la mano di HELEN. Ma ora HELEN è terribilmente arrabbiata. Quando ANNIE attrae la mano di HELEN sul proprio viso e scuote la testa in un "no", HELEN schiaffeggia ANNIE sulla guancia. ANNIE afferra HELEN per entrambe le braccia e la getta su una sedia. La tiene ferma mentre HELEN combatte per liberarsi e scalcia. La bambola, gli occhiali di ANNIE, il Cappello volano in tutte le direzioni. JAMES ride.)

JAMES         Rivuole la sua bambola.

ANNIE       La riavrà solo quando sillaberà la parola bambola.

JAMES         Sillabare?! Non sa neanche che le cose hanno un nome!

ANNIE        Certo che no, chi si aspetta che lo sappia? Tutto quello che voglio è che le sue dita imparino le lettere.

JAMES         Non significheranno nulla per lei.

(ANNIE lo guarda arrabbiata. Poi tenta di muovere le dita di HELEN secondo i segni delle lettere, ma HELEN cerca di colpirla sulla testa. ANNIE schiva il colpo e l'immobilizza di nuovo.)

JAMES         Non ama quell'alfabeto, Miss Sullivan. L'ha inventato lei?

(HELEN ora è molto arrabbiata. Sta combattendo violentemente per scendere dalla sedia. ANNIE risponde a JAMSE mentre lotta con HELEN e schiva i suoi calci.)

ANNIE        I monaci spagnoli inventarono, questo alfabeto... durante un voto di silenzio. Spero che lei (JAMES) farà voto di silenzio.

 (Di scatto, lascia HELEN e chiude la porta in faccia a JAMES. HELEN cade a terra e cerca a tentoni la bambola. ANNIE si guarda intorno e vede la sua borsa sul letto. La apre e tira fuori un pezzo di dolce avvolto in un pezzo di giornale. Con il piede sposta la bambola dalla portata di HELEN e mettendosi in ginocchio fa odorare a HELEN il dolce. Quando HELEN l'afferra, ANNIE lo tira indietro e sillaba velocemente nella mano di HELEN.)

Dolce, dolce.

(La mano di HELEN aspetta. ANNIE lo ripete.)

D o l c e. Fa' quello che fa la mia mano, Helen. Non pensare a che cosa significa.

(Tocca il naso di HELEN con il dolce, accarezza la sua mano. HELEN sillaba le lettere velocemente. Molto felice, ANNIE accarezza la sua mano di nuovo e le dà il dolce. HELEN lo afferra e lo spinge nella bocca con entrambe le mani. ANNIE la osserva con allegria.)

ANNIE       Mangialo, Helen.

                     (Prende la bambola, la accosta al naso di HELEN e sillaba di nuovo nella sua mano)                  

(L.)       Ora puoi tenere la bambola!

                     (Le dà la bambola e HELEN, prendendo le gambe della bambola, la tiene stretta).

Per ora ripeti tutti.. Più tardi capirai! Fine della prima  lez....

(Non finisce perché HELEN afferra la bambola per le gambe e colpisce forte ANNIE sul viso. ANNIE cade indietro con un grido, si porta la mano alla bocca. Poi si guarda la mano è insanguinata. HELEN attende la reazione. Poi corre fuori della stanza con la bambola in mano, e chiude la porta a chiave. ANNIE corre alla porta, prova ad aprirla, la colpisce e grida.)        

ANNIE           Helen, Helen fammi uscire!        

(Ma subito si rende conto che è inutile chiamare HELEN.)   

(JAMES dal piano di sotto sente le sue grida e vede HELEN, con la chiave e la bambola, scendere a tentoni la scala. JAMES capisce subito la situazione. Si muove per fermare HELEN, ma cambia idea, la lascia passa re e la segue sulla veranda. Di sopra, intanto ANNIE, in ginocchio,guarda attraverso la serratura, si alza. Va alla finestra e guarda giù. JAMES dal giardino le canta allegramente)

JAMES  ...... Dolce ragazza, vieni giù questa notte

.................... vieni giù questa notte

.................... vieni giù…

(Torna a casa. ANNIE è in piedi nel mezzo della stanza. Prende un fazzoletto dalla tasca e si asciuga il sangue sulla bocca e sul taglio sul viso. Si sbircia allo specchio, la guancia ferita, i capelli spettinati, il fazzoletto insanguinato. Rivolge la parola allo specchio con ironia.)

ANNIE        Non ti preoccupare. Ti troveranno. Non ti sei persa, sei solo fuori posto.

SCENA SETTIMA

Le luci si spengono e si riaccendono sulle altre zone della scena. JAMES va alle scale come per ascoltare eventuali rumori del piano superiore. KELLER entra da destra, attraversa il giardino, va verso casa; passa HELEN che va alla pompa a nascondersi. KATE entra dalla porta posteriore della sala, con i fiori per il tavolo.

     

KATE           La cena è pronta, Jimmy, puoi chiamare tuo padre?

JAMES         Certamente.

(Ma JAMES chiama dalle scale perché ANNIE possa sentire) 

                     Papà! La cena!                                                                                       

KELLER      (sulla porta) Non c'è bisogno di urlare. Aspetto da un'ora. Sedetevi.           

JAMES         Certamente.                                   

KELLER      Viney!

(VINEY entra con un arrosto mentre prendono posto intorno alla tavola.)

VINEY       Sì, Capitano, sono qui.

KATE           Mildred si è addormentata subito?                                              

VINEY       Oh sì, quella bambina è un angelo.

KATE           E Helen ha cenato?

VINEY       Non lo so, Mrs. Kate. Non aveva molto appetito stasera.

KATE           Oh, cara!                               

KELLER      Bene, non posso dire la stessa cosa di me. Sono affamato. Kate il tuo piatto.                   

KATE           (guardando) Ma dov'è Miss Annie?                                  

(Silenzio.)

JAMES         (amabilmente) Nella sua stanza.                                 

KATE           Nella sua stanza? Non lo sa che il cibo caldo deve esse re mangiato caldo? Valla a chiamare, Jimmy, falla scendere subito.    

JAMES         (alzandosi) Certamente, prendo una scala.

KELLER      (attonito) Cosa?                                                  

JAMES         Avrò bisogno di una scala. Ma faccio presto.   

KATE           (attonita) A fare cosa?

KELLER      Jimmy, obbedisci! va' subito a dire a Miss Sullivan che la cena si raffredda.           

JAMES         E' chiusa a chiave nella sua stanza.

KELLER      Chiusa a chiave nella sua...                                                         

KATE           Oh caro! Cosa intendi dire...                                                          

JAMES         Helen l'ha chiusa dentro ed è scappata via.

KATE           (alzandosi) E tu stai seduto qui e non dici nulla?

JAMES         Mi dite sempre di non parlare!

(Esce con calma e attraversa il giardino. KELLER si alza e corre alla scala.)

KATE           Viney, cerca Helen. Guarda se ha la chiave.  

VINEY        Sì, Miss Kate.                                                                                 

                     (VINEY esce attraverso la porta posteriore.)                                    

KELLER      (dalle scale) E' fuori vicino alla pompa!         

(KATE va sulla veranda a cercare HELEN, mentre KELLER bussa alla porta di ANNIE.)

KELLER      Miss Sullivan! E' lì?                                                       

ANNIE        Eh sì! Sono qui.

KELLER      C'è la chiave dalla sua parte?

ANNIE        (ironicamente) Se ci fosse la chiave non sarei qui. L'ha presa Helen. La sola cosa dalla mia parte sono io.

KELLER      Miss Sullivan, io...

(Cerca di controllarsi ma non ci riesce.)

Meno di dieci minuti in casa nostra e già problemi. Io non lo ammetto.

(Torna alla veranda. KETE è con HELEN alla pompa, le apre le mani.)

                    

RATE           Non ha la chiave.

KELLER      Impossibile, deve avere la chiave. Avete cercato nelle sue tasche?

KATE           Sì, non ce l'ha.

KELLER      Kate, lei deve averla.

KATE           Vuoi vedere da solo, Capitano?

KELLER      No, non voglio! Mi ha dato un calcio sulla gamba, me l'ha quasi rotta questa sera quando ho solo provato a...

 

(JAMES appare portando una lunga scala, Percy corre dietro a lui per vedere che cosa succede.)

KELLER      Porta via quella scala!

JAMES         (obbediente) Subito! (Gira intorno con la scala.)       

KATE           Forse l'ha nascosta la chiave.

KELLER      Dove?                             

KATE           In qualsiasi posto. Sotto una pietra. Nell'aiuola. Nell'erba...

KELLER      Ma io non posso vangare tutto il terreno per trovare quella chiave! Jimmy!

JAMES         Signore?

KELLER      Portami la scala.                                                                      

JAMES         (obbediente) Subito!                                                                  

(VINEY arriva in giardino con MILDRED in braccio, MARTHA la segue. Anche lei vuole sapere cosa sta succedendo. KELLER mette la scala con tro la finestra di ANNIE e sale. Un altro domestico negro entra, meravigliato di quello che succede. ANNIE intanto si sta lavando il sangue dalla bocca, si aggiusta i capelli e i vestiti.)

KATE           Perché Mildred non dorme?

VINEY        Il Capitano l'ha svegliata, signora! Con tutti quegli urli.

KELLER      Miss Sullivan!

                     (ANNIE va alla finestra cercando di apparire più calma possibile. KELLER è già salito fino alla finestra.)

ANNIE        (allegramente) Sì, Capitano Keller?

KELLER     Venga fuori.

ANNIE           Non vedo come!

KELLER     La porterò io. Salga sulla mia schiena e si tenga forte.

ANNIE           Oh, no... E' molto gentile, ma non posso...

KELLER     Miss Sullivan, faccia come le ho detto. Non voglio che lei rischi di cadere.

(ANNIE obbedisce e scavalca il davanzale.)

ANNIE       Capitano Keller, sono perfettamente in grado di scendere la scala da sola.

KELLER      Io non credo, Miss Sullivan. Si aggrappi a me, non faccia storie.                 

(Comincia a scendere, portando ANNIE sulla schiena. Inciampa e ANNIE si aggrappa ai suoi favoriti.)

KELLER      Le braccia intorno al collo, Miss Sullivan, per favore intorno al collo!

ANNIE       Mi dispiace di tutti questi fastidi.      

KELLER      Nessun fastidio, dovremo solo forzare la porta per aprirla e cambiare la serratura se quella chiave non si trova.

ANNIE       Oh, la cercherò io dappertutto.

KELLER      Grazie. Ma non la cerchi nella stanze che possono essere chiuse a chiave. Eccoci!  

(La poggia a terra. JAMES applaude.)

ANNIE        Grazie mille.                                                              

(Tenta di sembrare più calma possibile. KELLER fissa i domestici che sono tutti intorno a guardare.)

KELLER      Andate via! Tornate al vostro lavoro! Non c'è niente da guardare! Che cosa state a fare tutti qui?!

(Obbedienti escono.)

KELLER      Ora sarebbe possibile cenare finalmente? Come una normale famiglia che si rispetti?

KATE           Viney porta l'arrosto. Metterò io Mildred a dormire.

(Tutti entrano. JAMES rimane e si rivolge ad ANNIE, indicando la scala.)

JAMES         Lascio la s,c,a,l,a qui?  

(ANNIE non lo ascolta nemmeno, sta guardando HELEN. Ora lei e HELEN sono sole nel giardino. HELEN siede sulla pompa, gioca con la bambola. ANNIE le va vicino, si toglie gli occhiali scuri, la studia. HELEN di alza, cerca a tentoni per capire se c'è qualcuno. Nessuno! Pensando di essere sola, HELEN tira fuori la chiave dalla bocca. Si ferma a pensare, cerca a tentoni la pompa; toglie il coperchio del serbatoio e fa cadere la chiave dentro il serbatoio. E' soddisfatta di sé; ANNIE la fissa. Ma dopo un momento scuote la testa, non può trattenere un sorriso.)

ANNIE        Tu... demonio!                                                                           

(Non è arrabbiata. Il suo tono è pieno di compiaciuto rispetto.)

Pensi di poterti sbarazzare di me così facilmente? Oh, no tu devi imparare una cosa o due, prima. Non ho altro da fare.

(Sale il gradino della veranda, ma si gira per la battuta finale)

E nessun posto dove andare.

(Entra in casa per raggiungere gli altri, mentre le luci si spengono. C'è solo un piccolo cerchio di luce su HELEN sola, vicino alla pompa, quando finisce il primo atto.)

ATTO II

SCENA PRIMA

E' sera.

La sola stanza che si vede in casa KELLER è quella di ANNIE. Il lume è acceso, ANNIE è allo scrittoio, scrive una lettera. HELEN le è accanto, culla la bambola. ANNIE ripete ogni parola che scrive nella lettera, lentamente, i suoi occhi quasi toccano il foglio.

ANNIE        "...e, nessuno, qui, ha, provato, a, controllare, la, bambina. Il, più, grande, problema, che, io, ho, è, come, darle, una, disciplina, senza, spezzare, il, suo, temperamento. Ma, io, insisterò, sulla, obbedienza, fin, dall' inizio...".

     

(HELEN, tastando lo scrittoio urta il calamaio. ANNIE si alza di scatto, prende la lettera appena in tempo e cerca di pulire la mano di HELEN con un fazzoletto. HELEN come sempre tenta di divincolarsi, ma non prima che ANNIE le abbia fatto sentire tre lettere sul palmo.)

ANNIE        I, N, K, INK (inchiostro).

(HELEN è interessata a questa sensazione e tende la sua mano di nuovo; ANNIE sillaba ancora.)

        

                     Inchiostro. Ha un nome.

                    

(Finisce di pulirle la mano, poi cerca qualcosa per tenere HELEN occupata. Trova una stoffa da ricamare, con ago e filo.)

(Inginocchiandosi, mostra a HELEN come cucire.)

 

ANNIE        Giù. Sotto. Su. E stai attenta all'ago...

        

(HELEN lo prende e ANNIE si alza.)

Da brava! E tieniti lontano dall'inchiostro.

      

(Ritorna allo scrittoio, lo pulisce e riprende la sua lettera. Ma HELEN si è punta il dito con l'ago. Si arrabbia - afferra la bambola e sta per picchiarle la testa contro il muro - ANNIE le prende la bambola dalle mani. Si inginocchia davanti a HELEN. Poi sillaba nella mano di HELEN:)

ANNIE        Cattiva, ragazza. (bambina)

(Poi ANNIE fa accarezzare la bambola a HELEN. Le fa baciare la sua puntura di ago e le fa dondolare gentilmente la bambola nelle braccia. Poi sillaba nella mano di HELEN:)

                     Buona, ragazza. (bambina)

                    

(Poi lascia toccare a HELEN il suo sorriso. HELEN accarezza la bambola, la bacia e cerca di sorridere. Porta la bambola al lavamano, dove la fa sedere con attenzione. ANNIE la guarda, amorevolmente.)

ANNIE        Molto bene, ragazza... (bambina)

(Improvvisamente HELEN afferra il catino del lavamano e lo butta per terra. ANNIE sussulta. HELEN con calma torna indietro a tentoni, si siede con il cucito. Con difficoltà ANNIE controlla a fatica la collera. Raccoglie un frammento o due del catino. Poi vede che HELEN ha qualche difficoltà con il cucito. Va da HELEN e glielo mostra ancora, sillabando nella sua mano. KATE intanto entra nella stanza e la guarda per un momento in silenzio.)

KATE          (si alza) Oh, stavo solo facendo conversazione. Le dicevo che era un cucito.

KATE          Ma questo (imita con le sue dita) significa qualcosa per lei?

ANNIE       No. Non saprà cosa è il sillabare finché non saprà che cosa è una parola.

KATE          Eppure le sillaba. Perché?

ANNIE       Mi piace sentirmi parlare.

KATE          Il Capitano dice che è come sillabare alla porta.

ANNIE        (dopo una pausa) Oh, ha detto questo?

KATE         Lo è?       

ANNIE       No, non lo è. E1 come quando lei parla con Mildred.

KATE          Mildred?                                                                        

ANNIE       O a qualsiasi bambino molto piccolo. Parole senza senso. Suoni infantili. Ma loro cominciano a capire. Se sentono. Io sto cercando di farle "sentire" a Helen.

KATE          Gli altri bambini sono... normali.

ANNIE       Oh, non c'è nulla di anormale in quella testa, funziona come una trappola per topi!

KATE          (sorride) Ma dopo un bambino ha sentito.... quante parole, Miss Annie....un milione?

ANNIE       Le contano mai le mamme?

(Di nuovo sillaba nella mano di HELEN, HELEN risillaba e ANNIE è divertita.)

KATE          (subito) Cosa ha sillabato?

ANNIE       Io ho sillabato cucito. Lei ha sillabato dolce! Naturalmente per lei è solo un gioco di dita, Mrs. Keller. Cosa deve imparare prima, è che le cose hanno un nome.

(Si guardano negli occhi per un attimo, poi KATE parla con calma.)

KATE          Vorrei imparare quelle lettere, Miss Annie.

ANNIE        (contenta) Gliele insegnerò domani mattina. Così avremo mezzo milione di parole per una da far capire a Helen.

KATE          Deve andare a letto ora.

(ANNIE sta per prenderle il cucito dalle mani, ma HELEN lo tiene stret-to, ANNIE insiste e HELEN si libera della mano di ANNIE pungendola con l'ago. ANNIE dà un piccolo grido e sta per prendere la mano di HELEN. Ma ora KATE interferisce con una caramella per HELEN. La bambina lascia cadere il cucito, si mette la caramella in bocca e cerca nelle mani del-la mamma altre caramelle.)

KATE          Mi dispiace, Miss Annie.

ANNIE        (indignata) Perché ha avuto un premio? Per avermi ferito con l'ago?

KATE          Oh no! (Poi, con voce stanca) Non abbiamo il coraggio di fare altro. E' solo che molte volte lei non accetta di essere forzata. 

ANNIE           Sì! Anche io sono fatta così!

SCENA SECONDA

(KATE sorride e esce con HELEN. ANNIE rimane sola a pensare. Poi siede allo scrittoio e ricomincia a scrivere, mentre le luci diminuiscono su lei.)

ANNIE       "Più,  ci, penso, più, divento, sicura, che, obbedienza, è, il cancello, attraverso, il quale, conoscenza, entra, nella, testa, della, bambina...".

                    

(Quando le luci si riaccendono è mattina. Sentiamo la voce di VINEY.)

VINEY       La colazione è pronta.

Le luci si accendono sulla sala dove tutti sono seduti per la colazione. HELEN gira intorno al tavolo, con la mano sente il contenuto di ogni piatto e da ogni piatto prende qualcosa. Tutti sono abituati a questo e non ci fanno caso. ANNIE è seduta e la guarda. HELEN arriva a tentoni al suo piatto. Sta per metterci dentro la mano ma ANNIE la scosta e la solleva dal piatto. HELEN tenta ancora. ANNIE la allontana dalla tavola. HELEN si ribella. La sua bocca emette strani suoni, così che attira l'attenzione dei KELLER.

KELLER     Che cosa succede?                                                                             

KATE          Miss Annie, Helen è abituata a servirsi dai nostri piatti di tutto il cibo che vuole...

ANNIE        (calma) Sì, ma io non sono abituata a questo.

KELLER        No, certamente no.

KATE          Dalle qualcosa per calmarla, Jimmy.

JAMES        (ironicamente) Non capisco che cosa ci sia che non va nel suo modo di stare a tavola... D'accordo!

(Tocca la mano di HELEN con un pezzo di bacon, ma HELEN lo scosta e tenta di prendere qualcosa dal piatto di ANNIE. ANNIE le scansa le mani e gliele afferra veloce. La battaglia comincia.)

KELLER     Le lasci fare quello che vuole per questa volta, Miss Sullivan. E' l'unica maniera per stare un po' tranquilli a tavola. (Si alza) Le prenderò un altro piatto.

ANNIE        (tenendo le mani su HELEN) Ho già un piatto, grazie.

KATE          Ho paura che il Capitano Keller abbia ragione. Tanto riuscirà lo stesso a fare quello che vuole.

KELLER     (sulla porta) Viney, porta a Miss Sullivan un altro piatto.

ANNIE        (freddamente) Ce l'ho il piatto, mi va benissimo questo e me lo tengo.

                     (Silenzio, si sentono solo gli strani rumori di HELEN mentre tenta di
liberarsi.)                                                                                          

KELLER     Miss Sullivan. Un piatto o l'altro... Non faccia una tragedia del capriccio di una povera bambina.

ANNIE       Infatti per me la tragedia è un'altra.        

(HELEN comincia a scalciare. ANNIE sposta i piedi dall'altra parte della sedia.)

KELLER       No. Io insisto...

(HELEN tira calci alla sedia e cade a terra piangendo con rabbia. ANNIE continua a trattenerla per le mani.)

Ecco si è fatta male!

ANNIE        (calma) Non si è fatta niente.

KELLER     Per favore, la lasci stare.

KATE          Miss Annie, lei non conosce ancora bene la bambina. Continuerà.

ANNIE       Ma so riconoscere un capriccio.

JAMES       Senti, senti!

KELLER     (facendo uno sforzo per parlare gentilmente) Miss Sullivan! Lei arriverebbe a capire molto meglio la sua allieva, se sentisse un po' di pietà...

ANNIE                                                                                                              Pietà?

(Lascia HELEN e, piena di collera, si rivolge a KELLER attraverso la tavola. Subito HELEN si alza e mette entrambe le mani nel piatto di ANNIE, che afferra le sue mani con rabbia.)

Pietà? Pietà per questo tiranno? Tutta la casa cerca di accontentarla! Mai una volta che lei voglia qualcosa e che non l'ottenga! Ma il sole non continuerà a sorgere e a tramontare solo per farle piacere. Come l'aiuterà la vostra pietà? A cosa le servirà la sua pietà, Capitano, quando lei sarà sepolto sotto le sue fragole?

KELLER     (con rabbia) Kate, per amor del cielo, vuoi...

KATE          Miss Annie, per favore. Non mi sembra il caso di perdere la pazienza...       

ANNIE       Pietà! Certo è più facile essere indulgenti con lei, che insegnarle a migliorare!

KELLER     Non mi sembra che lei le abbia insegnato ancora qualcosa, Miss Sullivan!

ANNIE       Comincerò ora se lei lascerà la stanza, Capitano Keller!

KELLER     (stupito) Lasciare la stanza?

ANNIE        Sì! Tutti, per favore.

(Combatte con HELEN mentre KELLER fa uno sforzo per controllare la voce.)

KELLER     Miss Sullivan, lei è pagata per fare l'insegnante. Niente di più e non si per...

ANNIE        Non posso farle dimenticare i suoi sei anni di pietà se lei non vuole opporsi a nessuno dei suoi capricci. Mrs. Keller, lei ha promesso di aiutarmi.

KATE          Io voglio aiutarla! Noi tutti lo vogliamo...

ANNIE       Allora lasciatemi sola con lei. Ora!

KELLER     (con rabbia) Kate, vuoi uscire con me? Subito, per favore.

                     (Esce. KATE e JAMES lo seguono. ANNIE lascia le mani di HELEN e le bambina cade a terra, scalciando ed emettendo i suoi strani rumori. VINEY entra con un piatto pulito. E' sorpresa per quello che sta accadendo.)

                    

VINEY       Cielo!

ANNIE           Fuori, per favore!

(VINEY stupefatta esce. ANNIE chiude la porta, gira la chiave e la mette su una mensola dove HELEN non può arrivare. Torna alla tavola. HELEN ha smesso di scalciare e, quando con le mani trova la sedia di ANNIE vuota, si ferma. ANNIE ha tolto dalla tavola i piatti di KATE, JAMES e KELLER. Poi torna al suo piatto appena in tempo per allontanarlo dalle mani di HELEN che lo stava per afferrare. Prende le mani di HELEN e le porta accanto al suo piatto. La bambina si butta si nuovo sul pavimento e scalcia. ANNIE gira intorno al tavolo e si siede al suo posto. HELEN smette di dare calci e afferra le gambe della sedia. Cerca di toglierla di otto a ANNIE. Non è abbastanza forte per farlo. ANNIE prende la forchetta e porta del cibo alla bocca. HELEN segue, con  le mani, i movimenti della mano di ANNIE. Così facendo la sua mano capita di nuovo nel piatto di ANNIE. Immediatamente ANNIE toglie la mano di HELEN dal piatto. HELEN si arrabbia e pizzica le gambe di ANNIE. ANNIE scatta in piedi. Mette giù la forchetta. HELEN la pizzica di nuovo. ANNIE la colpisce sulla mano. HELEN colpisce a sua volta ANNIE sull'orecchio. La mano di ANNIE colpisce HELEN sulla guancia e HELEN alza la mano per schiaffeggiare ANNIE, ma prima di poterlo fare, ANNIE la colpisce di nuovo. Questo si ripete molte volte come HELEN alza la mano, ANNIE solleva la sua e la colpisce. Poi HELEN cambia idea e cerca a tentoni la mamma. Non la trova. Si tocca la guancia, per chiedere dalla mamma e aspetta una risposta. Non c'è risposta. HELEN cerca la porta e la trova chiusa a chiave, ma non c'è la chiave. Cerca la porta posteriore e la trova chiusa a chiave. Comincia a colpirla. ANNIE si alza, attraversa la stanza, prende le mani di HELEN e la riporta a tavola. La fa sedere e mette le mani di HELEN sul piatto. Ma HELEN salta dalla sedia, va alla porta anteriore e calcia. ANNIE si alza nuovamente, attraversa la stanza, la riporta a tavola, la fa sedere  e siede anche lei. HELEN di nuovo salta su e corre alla porta. Questo si ripete cinque o sei volte. Alla fine ANNIE si mette dietro la sedia di HELEN e la tiene giù. HELEN comincia a ribellarsi. La lotta va avanti così per un po':  HELEN seduta nella sua sedia e ANNIE dietro, che la tiene ferma. La luce si abbassa e quando torna vediamo la famiglia KELLER sui gradini della veranda.)

KELLER     Quella ragazza! Quella ragazza osa... Io vi dico che... Io penso che dovremo rimandarla a Boston prima che finisca la settimana. Puoi anche dirglielo da parte mia!

KATE          Io, Capitano?

KELLER     E' solo un'insegnante! E noi la paghiamo! Ora sia chiaro: se non chiederà scusa e se non cambierà il suo modo di parlare, tornerà a casa con il primo treno, diglielo chiaramente.

KATE          Dove sarai tu, Capitano, mentre glielo dirò chiaramente...

KELLER     In ufficio!

(Esce a sinistra. JAMES si gira e guarda KATE.)

JAMES        Io credo che quello che Miss Annie ha detto è molto vero. Io l'ho sempre detto.

 KATE        Davanti a tuo padre?

(JAMES appare offeso ed esce. KATE si gira e rimane in piedi, guarda la casa. Il suo viso è triste e preoccupato. La luce si abbassa e la lascia nel buio.)

SCENA TERZA

La luce si riaccende di nuovo nella sala.

 

(ANNIE sta ancora trattenendo HELEN per le braccia. Poi la lascia; si allontana e la osserva. HELEN è ancora seduta. ANNIE prende la sua forchetta e il suo coltello. La mano di HELEN si muove per esplorare e sente la mano di ANNIE con la forchetta, si ferma... ANNIE non si muove. Poi la mano di HELEN va verso il piatto. Lo afferra e lo getta a terra. ANNIE si alza, racco glie il piatto di HELEN, mette del cibo nel piatto e lo spinge verso la mano di HELEN. Una pausa. Improvvisamente HELEN afferra del cibo dal proprio piatto e se lo mette in bocca. Quando ha mangiato tutto, solleva il piatto per avere altro cibo. ANNIE le mette altro cibo e mette un cucchiaio nella mano di HELEN. HELEN lo getta a terra e prende il cibo con la mano. ANNIE blocca il suo polso. Raccoglie il cucchiaio e lo mette in mano a HELEN. La bambina lo butta di- nuovo a terra. La stessa cosa si ripete molte volte. Poi ANNIE solleva la bambina dalla sedia, la mette sul pavimento e chiude le sue dita sul cucchiaio. Alla fine ANNIE la blocca sul pavimento, le chiude le dita intorno al cucchiaio, la solleva mentre scalcia e la fa sedere nuovamente. E tutto ricomincia di nuovo. HELEN vuole afferrare il piatto, ma ANNIE le mette un cucchiaio in mano. Il cucchiaio cade sul pavimento. ANNIE toglie tutti i cucchiai dalla tavola. Mette in mano a HELEN un cucchiaio. Di nuovo a terra. Questo si ripete molte volte. Quando ANNIE arriva all' ultimo cucchiaio, si siede vicino a HELEN. Mettendo il cucchiaio in mano a HELEN e tenendole stretta la mano, fa in modo che la bambina porti il cibo alla bocca con quello. HELEN serra la bocca. ANNIE aspetta e prova di nuovo. Questa volta HELEN apre la bocca e prende il cibo. ANNIE le sorride e sillaba cinque lettere nella sua mano sinistra, poi altre sette 🙂

ANNIE       Brava ragazza. (bambina).

                                

(ANNIE alza la mano di HELEN per farle sentire il capo che assentisce. HELEN afferra i capelli di ANNIE e li tira forte. Il dolore fa inginoc-chiare ANNIE e HELEN le tira calci con entrambi i piedi. Cadono lottando sul pavimento e sotto la tavola mentre la luce scompare su loro. Quando le luci si riaccendono; vediamo KATE, ZIA EV e VINEY nel corti le che aspettano. E' passato molto tempo da quando hanno lasciato ANNIE e HELEN a tavola. KATE tiene MILDRED in braccio.)

VINEY       Cosa devo fare, Miss Kate? Sono le dodici, già. E' quasi ora di pranzo, ma non ho ancora potuto sparecchiare la tavola della colazione.

(KATE non dice nulla, fissando la casa.)

ZIA EV        Non posso aspettare qui fuori un minuto di più, Kate. Diamine, può andare avanti così anche tutto il pomeriggio.

KATE          Dirò al Capitano che sei venuta a farci visita.

ZIA EV        Di' quello che vuoi Kate, ma quella bambina è una Keller. Non voglio ripetere quello che tu sai molto bene: "Tutti i KELLER sono cugini del Generale Robert Lee". E quella ragazza non so neanche chi è.

(Aspetta; ma Kate guarda fissa la casa e non dà risposta:)

Dovevo pensarci due volte prima di lasciare Helen con lei.

(ZIA EV esce con la testa alta. VINEY va da KATE, le braccia protese per prendere la bambina.)

(Ma KATE non si muove, VINEY, allora si fa più vicina per prendere la bambina, KATE la guarda prima di darla a VINEY.)

KATE          (lentamente) Questa bambina non mi ha mai dato un minuto di preoccupazione.

VINEY       Oh sì, lei è l'angelo della famiglia!

(VINEY esce con la bambina. Con la mano sugli occhi, KATE gira le spalle alla casa. In quel momento sente il colpo alla porta. Quando KATE si gira, vede HELEN che cerca a tentoni la strada per le scale della veranda. Sembra pazza. La bambina corre alle ginocchia della mamma; getta le braccia intorno e le abbraccia. ANNIE sta sulla veranda con i suoi occhiali scuri in mano. Appare sfinita. KATE la guarda freddamente.)

KATE          Cosa è successo?

ANNIE        (troppo stanca anche per parlare) Ha mangiato dal proprio piatto. (Pensa per un attimo.) Ha mangiato con un cucchiaio. Da sola... E ha ripiegato il suo tovagliolo.

(KATE guarda da HELEN e ANNIE e viceversa.)

KATE          (adagio) Ripiegato... il suo tovagliolo?

ANNIE       La stanza è sconvolta dopo la nostra lotta, ma il suo tovagliolo è ripiegato.

                     (Fa una pausa, poi ricomincia.) Vado nella mia stanza, Mrs. Keller.

(Si muove per entrare in casa, ma si ferma alla voce di VINEY.)

VINEY       Non stia troppo, Miss Annie. Il pranzo sarà pronto subito.

                    

(VINEY porta MILDRED verso il retro della casa. ANNIE è ancora ferma, fa un profondo respiro, fissa KATE e HELEN, poi entra in casa. KATE è sola con HELEN nel giardino attonita.)

KATE (lentamente) Ha ripiegato il suo tovagliolo.

(Guarda la testa selvaggia alle sue ginocchia e l'accarezza piena di amore e di sorpresa:)

La mia Helen... ha ripiegato il suo tovagliolo...

SCENA QUARTA

La luce scompare nel giardino e si accende nella stanza di ANNIE, quando entra, chiude la porta dietro di sé e vi si appoggia con la schiena. Poi va a prendere la valigia e la porta sul letto, si gira verso lo scrittoio e, prendendo le cose da lì, le getta dentro la valigia. La luce si spegne su lei e si riaccende sulla serra dei KELLER. KELLER e KATE sono lì.

KELLER     Kate, non voglio! Tu non hai visto quando dopo cena è andata a trovare Helen nella sua stanza.

KATE         No.

KELLER     La bambina è scappata da lei terrorizzata. Che razza di insegnante è? Pensavo di averla vista nel suo lato peggiore quando aveva urlato contro di me. Ma ho trovato la casa distrutta da lei... Helen non vuole stare un secondo nella stessa stanza con lei, non vuole venire a tavola con lei, non accetta di farsi lavare o spogliare e di essere messa a letto da lei. Tu hai più da fare con la bambina di prima che arrivasse qui quella ragazza! Da quando c'è lei in casa non c'è nient'altro che problemi. E' insopportabile! E' rozza e senza grazia e ignorante e non è d'aiuto alla bambina! E' non è un'insegnante!

KATE          Ha ripiegato il suo tovagliolo, Capitano.

KELLER    Cosa?

KATE          Ti sbagli. Non è incapace. Keller, ha ripiegato il suo tovagliolo.

KELLER        In nome del cielo! Che c'è di straordinario nel ripiegare un tovagliolo?

KATE          (con sottile umorismo) E' più di quello che tu hai fatto questa mattina, Capitano.

KELLER     Katie. Dimmi, come può Miss Sullivan insegnare a un'allieva sorda e cieca che non vuole nemmeno farsi toccare da lei?

KATE          (dopo una pausa) Non so.

KELLER     La verità è che oggi ha perso ogni possibilità che avesse mai avuto di avere un contratto con la bambina. Non è utile qui.

KATE          Cosa vuoi che faccia?

KELLER     Voglio che tu la licenzi.                                                                  

KATE          Non posso.

KELLER     Se tu non puoi, posso io. Semplicemente devo.

(Si sente bussare alla porta. KELLER dopo aver guardato KATE va ad aprire la porta. ANNIE con i suoi occhiali scuri è in piedi davanti al la porta. KELLER la guarda, poi grave:)

Miss Sullivan.

ANNIE       Capitano Keller.

(E' nervosa e vorrebbe riprendere in mano la situazione)

.................... Viney mi ha detto che vi avrei trovato tutt'e due nella serra. Pensavo... dovremmo...

                    

KELLER     Sì... Io... Bene, entri.

(ANNIE entra ed è molto incuriosita dall'ambiente. Si guarda intorno studiando. KELLER gira il problema a KATE.)

                     Kate...

                    

KATE          (rimandando tutto a lui gentilmente) Capitano.

KELLER     (preparandosi) Io... volevo discutere il problema con Mrs. Keller qui. Ho deciso... non sono soddisfatto... infatti sono del tutto insoddisfatto... per il modo in cui...

ANNIE        (con interesse) Mi scusi, ci sta mai nessuno in questa piccola casa?

KELLER     (con pazienza) Sì, in estate. Vuole starmi a sentire, Miss Sullivan?

(ANNIE gira i suoi occhiali neri su lui.)

KELLER     Ho cercato di essere paziente con lei, perché lei viene da una parte del paese dove la gente è... le donne vorrei dire... vengono da... cioè, con le persone... noi dobbiamo essere pazienti. Perciò, ho deciso di... cioè... Miss Sullivan, trovo difficile parlare guardando due lenti.

ANNIE        (toglie subito gli occhiali) Certo!

KELLER     Perché li porta? Il sole è calato da un'ora.

ANNIE        (guardando la lampada) Qualsiasi tipo di luce ferisce i miei occhi.

(Silenzio, KELLER la studia, gravemente.)

KELLER     Li metta, Miss Sullivan. Ho deciso di... darle un'altra possibilità.

ANNIE        (allegramente) Di fare cosa?

KELLER     Di... rimanere nella nostra casa. (ANNIE è attonita) Ma a due condizioni. Non sono abituato alla rozzezza nei domestici o nelle donne, e questa è la prima condizione. Se rimarrà, ci dovrà essere un cambiamento radicale dei modi.

ANNIE        (dopo una pausa) Di chi?

KELLER.... Suoi, cara signorina, suoi! Non è chiaro? E la seconda condizione è questa: mi deve spiegare se c'è una speranza di insegnare a una bambina che scappa da Lei terrorizzata... E corre da chiunque pur di sfuggirle.

ANNIE        (dopo una pausa) No, non c'è. Non c'è nessuna speranza.

(KATE smette di cucire e fissa ANNIE.)

KATE          Cosa, Miss Annie?

ANNIE        E' senza speranza qui. Non posso insegnare a una bambina che scappa. Ora, se tutti siamo d'accordo che è senza speranza, la prossima domanda è...

KATE         Miss Annie!

(E' molto seria e arrabbiata.)

Non sono d'accordo. Penso che lei... sottovaluti Helen.

ANNIE           Penso che tutti qui lo fanno.

KATE          Ha ripiegato il suo tovagliolo. Sta imparando, sta imparando! Lo sa che ha iniziato a parlare quando aveva sei mesi? Sapeva dire "acqua". Naturalmente non diceva proprio "acqua", diceva... "Agu... Agu...". Ma intendeva acqua, sapeva cosa significava. E aveva solo sei mesi! Non avevo mai visto un bambino così intelligente!

.................... (La voce le trema)… E' ancora in lei, da qualche parte, è vero? Avreste dovuto vederla prima della malattia, una bambina così allegra....

ANNIE       E' cambiata.

KATE          (i suoi occhi sostengono lo sguardo di ANNIE - implora con voce quieta)

Miss Annie, resista. Insieme a noi.

KELLER     Con noi!

KATE          Per favore. Io amo quella povera bambina, con tutta me stessa proprio perché è così.

ANNIE        Mrs. Keller, io non credo che la più grande sventura di Helen sia la sordità o la cecità. Penso che il suo peggior nemico sia il vostro amore. E la pietà.

KELLER     Che cosa significa questo?

ANNIE       Sì, la vostra pietà è più dannosa per lei delle sue menomazioni. Tutti voi siete così addolorati per lei che le lasciate fare tutto quello che vuole. Non mi sorprendo che non mi lasci avvicinare a lei. E' inutile (per me) cercare di insegnarle il linguaggio o qualsiasi altra cosa qui.

KATE          Miss Annie, prima che lei arrivasse, stavamo parlando di metterla in un ospedale.

(ANNIE si gira e la guarda. I suoi occhi sono molto seri.)

ANNIE        (dopo una pausa) Che tipo di ospedale?

KELLER     Per malati mentali.

KATE          Ho visitato il posto. Non posso dirvi cosa ho visto... gente come... animali, con... topi nelle sale e...

(Scuote la testa ricordando.)

Cosa altro posso fare, se rinunciamo?

ANNIE       Rinunciare?

KATE          Lei ha detto che è senza speranza qui, con tutti noi in torno!

ANNIE        (Guarda prima KATE poi KELLER, che la fissano, aspettando. Poi cerca di essere più breve e più semplice che può.)

                     Io... voglio la completa responsabilità su di lei.

KELLER     Già la ha. E il risultato è...

ANNIE       No, intendo dire che voglio la completa responsabilità su lei giorno e notte. Deve dipendere da me per tutto. Per il cibo che mangia, per i vestiti che indossa, per l'aria che respira... E' l'unica maniera... per insegnarle qualcosa. La persona da cui dipende deve essere la sua insegnante. Non chiunque la ami. Voi siete pieni di sentimenti, ma non sfruttate le vostre possibilità per farle apprendere qualcosa e non lasciate fare neanche a me.

KATE          Ma se scappa da lei... a noi...

ANNIE       Sì, questo è il punto. Dovrò vivere con lei da qualche altra parte.

KELLER     Cosa!

ANNIE       Fino a che non imparerà a dipendere da me e ad obbedirmi.                           

KATE          (turbata) Per quanto tempo?                                 

ANNIE       Per quanto è necessario. (Una pausa. Respira.) Ho gia fatto  i bagagli.

KELLER     Miss Sullivan!                       

(Ma quando ANNIE si gira verso di lui, egli resta senza parole.)

ANNIE       Capitano Keller, questo è in armonia con le condizioni che lei mi ha imposto. E' l'unico modo che ho per poter tornare in contatto con Helen. E non sarò sgarbata con lei, Capitano, se lei non mi starà intorno, con tutte le sue storie.

KELLER     (con la faccia rossa) E che cosa farà se le dirò di no? Metterà tutto il resto in valigia e lascerà la bambina...

ANNIE       L'ospedale?

(Aspetta un momento e decide di usare le sue armi.)

Sono  cresciuta in un ospedale simile. In condizioni di elemosina.

(KATE subito alza gli occhi e KELLER la fissa severamente.)

Topi... noi giocavamo con i topi, non avevamo altri giocattoli. Forse le piacerebbe sapere cosa Helen troverà lì, non in un giorno di visita? Tutte le stanze erano piene di donne vecchie e giovani, la maggior parte di loro malate... alcune di loro moribonde... Molte avevano la T.B.C, alcune erano pazze. C'erano anche neonati, neonati abbandonati e noi ci giocavamo. Ma non molti di loro vivevano. Il primo anno avevano ottanta neonati, ne morirono settanta...

KATE          (chiudendo gli occhi) Oh, mia cara...

(Ma ANNIE non vuole pietà.)

ANNIE        Mi ha fatto diventare forte. Ma non penso che voi abbiate bisogno di mandare Helen lì. E' già abbastanza forte.

(Aspetta ma né Mrs. KELLER né il Capitano aprono bocca.)

 

ANNIE        (conclude) No, non ho condizioni, Capitano Keller.

KATE          (senza guardarla) Miss Annie.

ANNIE           Sì.

KATE ........ (dopo una pausa) Dove vorrebbe... portare Helen?

ANNIE        (in tono scherzoso) Oh... in Italia?

KELLER     Cosa?

ANNIE       Se non possiamo  andare  in  Italia,  forse  questa serra può andar bene. Portandoci  qualche mobile, facendo  entrare  Helen  dopo  un  lungo  giro  così che non potrà riconoscerla. Voi la potrete vedere ogni giorno. Se lei non se ne accorge. Va bene?

KATE         E' tutto?

ANNIE       E' tutto.

KATE          Capitano. Con il tuo permesso.

KELLER     Perché deve dipendere da lei per il cibo che mangia?

ANNIE        (dopo una pausa) Voglio occuparmene solo io.

KELLER     Perché?

ANNIE       Per costringerla ad avere un contatto con me.

KELLER     E la vuole affamare per ottenere questo?

ANNIE       Non soffrirà la fame! Comunque imparerà qualcosa. Tutto è permesso in amore e in guerra.

KELLER     Questa non è una guerra!

ANNIE       E non è un amore. E' un assedio.

KELLER     (con gravità) Miss Sullivan, le piace la bambina?

ANNIE        (guardandolo dritto negli occhi) E a lei?

(Una lunga pausa)

KATE          Potrebbe avere un domestico qui....

ANNIE           Avrò già troppo da fare per star dietro a un domestico! Ma quel ragazzo, Percy, potrebbe dormire qui.

KATE          Possiamo lasciare qui Percy, vero Capitano?

ANNIE        Poi bisogna portare qualche vecchio mobile...

KATE          Capitano, pensi che quel vecchio letto...

KELLER     Non ho detto di essere d'accordo su Percy! Sulla casa! Su tutta questa storia, insomma! E sul fatto che Miss Sullivan resti con noi...

(Una lunga pausa.)

Va bene, sono d'accordo, sono d'accordo!

(Scuote la mano verso ANNIE.)

Duesettimane. Due settimane in questo posto! E sarà un miracolo se la bambina si farà toccare da lei.

KATE          Duesettimane? Miss Annie, può fare qualcosa in due settimane?

KELLER     Due settimane, non un giorno di più. Poi la bambina tornerà con noi. Si decida, Miss Sullivan, sì o no?

ANNIE           Due settimane. Per un solo miracolo? (Assentisce con il capo nervosamente.)

Le insegnerò a farsi toccare da me.

(KELLER esce sbattendo la porta. KATE guarda ANNIE.)

KATE          No, Non può essere che lei faccia questa cosa senza amore. Non sarebbe rimasta.

ANNIE        (dopo una pausa) Non sono venuta qui per amore. Sono venuta per soldi.

(KATE non le crede. Scuote la testa, con un sorriso. Dopo un momento tende la mano aperta. ANNIE la guarda, tende la sua mano. Mette il suo polso nel palmo di KATE.)

KATE          (sorpresa) Hm?

ANNIE       A. La lettera A. E' la prima di ventisei.

La luce si abbassa su di loro.

SCENA QUINTA

(Quando si riaccendono le luci, vediamo ANNIE e altri intorno a lei che stanno trasportando mobili nella stanza; PERCY attraversa il palco con una sedia a dondolo e aspetta; MARTHA, da un'altra direzione, arriva con un vassoio di cibo e VINEY porta una piccola tavola. Gli altri domestici negri trascinano un letto. ANNIE indica dove ogni cosa deve essere messa. JAMES entra con la valigia di ANNIE e rimane a guardare con aria critica la stanza e ANNIE. ANNIE prende la valigia dalle sue mani e spiega:)

      

ANNIE       Ho sempre voluto vivere in una casa di bambole!

(VINEY e gli altri domestici portano le scatole con i vestiti e i giocattoli di HELEN. Poi escono di nuovo. ANNIE trascina la scatola con i giocattoli nel centro, tira fuori la bambola e la mette in cima.)

KATE          (scuote la testa) No, non lo sa. L'abbiamo portata in campagna per due ore.

(HELEN inciampa sulla scatola a terra e scopre la sua bambola e gli altri suoi giocattoli. E' contenta. Siede a giocare, poi improvvisa-mente salta in piedi e corre dalla mamma, ma ANNIE è in piedi di fronte a lei. Quando HELEN capisce che non è la madre, torna indietro,va a tentoni e si tocca la guancia.)

KATE          E' il suo segno per me.

ANNIE        Lo so.                                                                                                

(HELEN aspetta, poi ricomincia a brancolare; KATE fa un altro passo verso di lei, ma ANNIE rimane di fronte a lei.)

ANNIE        Due settimane.

KATE          Miss Annie, io... per favore, sia buona con lei. Queste due settimane, cerchi di essere molto buona con lei...

ANNIE        Lo sarò.

(KATE si gira e esce rapida. KELLER la segue. ANNIE chiude la porta. HELEN corre alla porta. ANNIE la tiene lontana. HELEN la scalcia, si libera e corre intorno alla stanza come un uccello in gabbia. Inciampa contro  i mobili, brancolando e toccandosi ripetutamente la sua guancia, in un panico crescente. ANNIE si muove per prenderla in braccio, ma il contatto fa impazzire di rabbia HELEN. Si libera di nuovo, cade sulla scatola dei giochi e li getta uno dopo l'altro in direzione di ANNIE. Colpisce e scalcia la porta, getta cose per terra, fino a che non trova la sua bambola. L'afferra e l'abbraccia, tenendola stretta. Dopo si getta a terra singhiozzando.)

ANNIE       Due settimane.

(Scuote la testa.)

In quale pasticcio mi sono cacciata?

SCENA SESTA

Le luci si spengono. Si riaccendono di nuovo sulla sala. KATE, senza cappello e cappotto, entra in sala dalla porta posteriore, portando una lampada. KELLER, anche lui senza cappello, arriva sul patio dove JAMES sta aspettando.

KELLER     Io non mi capisco. Volevo mandarla via e invece poi l'ho sistemata come una principessa.

JAMES       Già qual è il suo segreto, signore?

KELLER     Segreto?

JAMES        (con dolcezza) Perché lei è riuscita ad ottenere quello che voleva da te e io non ci riesco mai.

(JAMES si gira per andare in casa, ma KELLER gli afferra il polso e, scuotendolo, lo ferma. KATE esce sulla veranda.)

KELLER     (arrabbiato) Lei non ottiene tutto quello che vuole...

JAMES ...... (con dolore) Non... non...

KATE          Capitano!

KELLER     Ha paura!

(Spinge JAMES lontano da lui.)

.................... Ma che cosa vuole da me? 

JAMES ...... (gridando) Non lo sai? 

                     (Guarda da KELLER a KATE)                  

Tu hai dimenticato tutto quando hai dimenticato mia madre. 

KELLER     Cosa!                                                                                 

(JAMES entra in casa. KELLER urla dietro di lui.)

KELLER     Uno dei segreti di quella ragazza è che lei è coraggiosa e tu no! Lei non scappa dopo aver "sparato".

(KATE è ancora in piedi e KELLER torna da lei.)

KELLER--- Mi dispiace, Kate...

KATE          Capitano, sono fiera di te.

KELLER     Per che cosa?

KATE         Per aver concesso a quella ragazza quello che ti chiesto.

KELLER     Perché anche mio figlio non è fiero di me? Perché non va fra noi? Come se io lo trattassi come Miss Sullivan tratta la nostra Helen!

KATE          (gentilmente) Forse è così.

KELLER     Deve imparare ad avere rispetto!

(KATE si volta verso la casa.)

KATE          Sembra vuota la casa stanotte.

(Entra in casa. KELLER è fermo mentre le luci si spengono su di lui.)

SCENA SETTIMA

Luci sulla serra dove ANNIE è sola con HELEN. E' notte. La bambina sta dormendo sul pavimento. ANNIE si inginocchia e tocca la mano di HELEN. HELEN si sveglia e striscia lontano da lei sotto il letto. ANNIE le è ferma davanti.

ANNIE        Io ti toccherò!

(Si alza e gira intorno al letto, la mano nei capelli.) Come? Come? Come farò?...

(ANNIE si ferma. Dopo urla:)

Percy! Percy! Percy, svegliati. Vieni qui ho bisogno di te.    

(ANNIE torna e accende un fiammifero e lo mette sulla lampada appesa. La luce diventa più forte e vediamo PERCY fermo sulla porta, con gli occhi chiusi. ANNIE va da lui e gli accarezza le guance.)

ANNIE        Sei sveglio, Percy?

PERCY        No, signora.

ANNIE        Ti piacerebbe fare un bel gioco?

PERCY        Sì! Sì!

ANNIE        Guarda, Helen. E' sotto al letto. Toccale la mano.

(Lo fa inginocchiare, gli prende la mano e cerca sotto il letto per trovare HELEN. HELEN emette un suono animalesco. Annusa la mano di PERCY e lo riconosce. Esce da sotto il letto e lo abbraccia felice. PERCY si dibatte e le mani di HELEN vanno alla bocca del ragazzo.)

PERCY       Lasciami! Lasciami!..

(HELEN si tocca la bocca, come prima, muovendo le labbra in una imitazione muta.)

PERCY       Cerca di parlare, e adesso mi colpirà...

ANNIE       Lei può parlare. Basta che impari i segni delle lettere. E io ti insegnerò.

(Apre la mano di PERCY e sillaba:)

Questa è la D... D...

(Forma il segno della D sul palmo di PERCY, fissando HELEN. La bambina sente con le mani quello che stanno facendo, al contatto con la mano di ANNIE si ritira subito.)

ANNIE  ..... E' arrabbiata con me, e non vuole giocare. Ma conosce molte lettere. Ora ti insegno anche altre lettere: O. L...

(Intanto fissa HELEN che sta avvicinandosi a tentoni e che afferra l'altra mano di PERCY e sillaba velocemente cinque lettere. ANNIE le pronuncia a voce alta.)

D, o, l, c, e! Dolce! Ha detto dolce, avrà il dolce.

(Si alza e prende una caraffa di latte.)

ANNIE       Ancora non sa cosa significa. Non è buffo, lo sa sillabare, ma non sa che cosa sta dicendo.

                    

(Dà un pezzo di dolce a tutti e due i bambini. HELEN si tira indietro.)

ANNIE        Bene, se lei non vuole giocare, io giocherò con te. Vuoi imparare una lettera che lei non conosce?

PERCY       No, signora.

(Ma ANNIE gli afferra le mani e sillaba:)

ANNIE        L, a, t, t, e. L è questo. A è questo ed è facile, solo il mignolo. T è questo...

(E HELEN allunga la mano per sentire la nuova parola, ANNIE la respinge gentilmente. HELEN allunga di nuovo la mano. ANNIE ora la respinge bruscamente.)

ANNIE       No, non voglio parlare con te. Sto insegnando a Percy una parola nuova. T... questo è: E.

(HELEN scansa PERCY e porge il suo palmo. Gli occhi di ANNIE luccicano di speranza. La mano di HELEN aspetta.)

                     Bene!

                    

(ANNIE le sillaba la parola Latte e HELEN dopo un momento la sillaba ad ANNIE. ANNIE le prende la mano, con il viso splendente.)

ANNIE       Bene! Sono felice di poterti toccare ora. Tu non mi ami, ma ti lasci toccare. Puoi andare a letto ora, Percy. Ti sei guadagnato il tuo sonno. Grazie.

                     (PERCY torna a letto. ANNIE mette la caraffa nella mano di HELEN e lei beve il latte. Quando lo finisce, stende la caraffa perché ANNIE la prenda. Quando ANNIE LA prende, HELEN salta nel letto e va a dormire. ANNIE si ferma a guardarla.)

                                                                       

ANNIE       Ora tutto quello che devo insegnarti è... una parola: Tutto.                               


ATTO III

SCENA PRIMA

Il palco è completamente buio, fino a che vediamo sul letto le silhouettes di ANNIE e HELEN nella serra. Si sente la voce di ANNIE paziente e stanca; tutto quello che dice è stato ripetuto infinite volte.

ANNIE       Acqua, Helen. Questa è acqua. A, c, q, u, a. Ha un nome.

(Silenzio. Poi di nuovo.)

Uovo. U, o, v, o. Ha un nome. C'è un nome per tutto. Oh, è così semplice da spiegare. Solo il linguaggio può farti uscire dal tuo buio. Imparare quello che le tue dita possono dire. E dire qualsiasi cosa, qualsiasi cosa che tu voglia nominare. Questa è una tazza. Tazza. T, a, z, z, a. Helen, ha un nome. Ha... un... nome...

Luci sulla sala dei KELLER. nella sala vediamo KATE, KELLER e JAMES intorno alla tavola, che sereni e tranquilli, finiscono la colazione. KATE si alza da tavola.

KELLER     (gentilmente) Non hai mangiato, Kate.

KATE          (sorride, scuote la testa) Non ho appetito. Sono troppo nervosa, non posso più stare seduta.

KELLER     Dovresti mangiare, cara. Sarà un lungo giorno di attesa.

JAMES        Ma sono state due settimane velocissime. Non avevo mai pensato che la vita potesse essere così... quieta e senza rumore. Il tempo mi è volato.

(KATE e KELLER lo fissano in silenzio.)

JAMES        Voglio dire che sembrava di vivere in una casa normale.

KELLER     (gravemente) Jimmy.

JAMES       C'è qualcosa di male se voi due finalmente, state un po' insieme?

KELLER     E staremmo ancora meglio se tu stessi un po' zitto! Tu non capisci lo stato d'animo di Kate...        

                     (KATE gli mette la mano sul braccio.)

                               

KATE          Capitano.

(A JAMES)

E' vero. Sono state due settimane normali, quiete, come tu hai detto. Ma non brevi. Sono state senza fine.

(KATE si alza ed esce. Si ferma sui gradini della veranda; guardando verso la serra.)

KELLER     (grave) Quando sarai padre anche tu Jimmy, capirai i sentimenti di Kate. Capirai cosa significa stare lontani dai propri figli.

(Esce con la tazza vuota dalla porta posteriore. JAMES si siede un attimo a pensare. Poi si alza ed esce sulla veranda dove c'è KATE.)

JAMES       Kate! Mi dispiace. Come nella favola, quando apro la bocca, saltano fuori le rane.

KATE          Ma io lo so che siamo stati meglio tutti.

(Si muove verso il centro.)

JAMES        Kate.

(KATE si ferma, aspetta.)

Cosa vuole papà da me?

                     (KATE non risponde.)                                                                              

JAMES       Kate. Almeno tu... Potresti essere mia amica?

KATE          Lo sono. Sono tua amica, Jimmy.

SCENA SECONDA

Le luci si abbassano su loro e si accendono nella stanza di ANNIE e HELEN. ANNIE sta scrivendo una lettera allo scrittoio. HELEN è seduta su una sedia e per la prima volta è pulita e in ordine come mai. Sta lavorando con calma al suo cucito. ANNIE smette di scrivere, chiude i suoi occhi stanchi e comincia a strofinarsi le palpebre delicatamente, KATE la osserva attraverso la finestra.

KATE          Che cosa ha agli occhi?

(ANNIE solleva il viso. Poi mette gli occhiali scuri e va alla porta incontro a KATE che porta un vassoio.)

KATE          Non dovrebbe affaticare i suoi occhi, Miss Annie.

ANNIE       ...Già.                                                          

(Prende il vassoio, lo mette sulla sedia e porta la sedia con il vassoio ad HELEN.)

KATE          (guardando HELEN) Com'è calma.

ANNIE       Ha imparato la maglia, ieri. Non sono più riuscita a fermarla.

(Tocca il ginocchio di HELEN con la sedia. HELEN immediatamente mette giù il suo lavoro e si lega il tovagliolo intorno al collo. Cerca a tentoni il cucchiaio e quando non lo trova, incrocia le braccia e aspetta con calma.)

ANNIE        (sorridendo) Una così piccola signora, soffrirebbe la fame piuttosto di mangiare con le mani.

(Le dà il cucchiaio e HELEN comincia a mangiare compostamente.)

KATE          Le avete insegnato così tanto in queste due settimane. Io non avrei mai saputo...

ANNIE        Non abbastanza. L'obbedienza non è abbastanza. Ha imparato due sostantivi questa mattina, chiave e acqua. Ora conosce diciotto sostantivi e tre verbi. No, fino ad ora non hanno significato, è ancora un gioco di dita per lei.

(Si gira verso di lei.)

Mrs. Keller. Giocheremo al nostro gioco con le dita?

KATE          Come  farà a imparare  il  significato?

ANNIE        Piano,   piano.

KATE          Come?

ANNIE        (dopo una pausa)  Come impara a volare un uccello? Noi siamo nati per usare parole come ali. Imparerà.

KATE          Come?

ANNIE        (dopo un'altra pausa) Bene! Non so come. Io ce l'ho messa tutta! Sillaba tutto il tempo. Lei impara tutto: a mantenersi pulita, a lavorare a maglia, a fare gli esercizi del mattino, ad arrampicarsi sugli alberi... ieri un pulcino è nato nelle sue mani... E tutto questo io lo sillabo. Le sillabo tutto quello che facciamo. Non smettiamo mai di sillabare. Vado a letto sillabando.

KATE          Sono preoccupata per Lei, Miss Annie. Deve riposare.

ANNIE        Ora? Helen sillaba durante il sonno, le sue dita fanno lettere quando lei non lo sa! Vuole parlare. Oh, come vuole parlare. Ma qualcosa nella sua mente è addormentato. Come posso svegliarlo? Questa è la domanda!

KATE          Senza risposta.

ANNIE        (dopo una lunga pausa) Io so solo che devo andare avanti. Anche lei deve imparare. Quando Helen avrà capito, avrete molte cose da dirvi. Inizi ora. Così.

                     (ANNIE comincia a sillabare, ma la porta si apre e KELLER entra con il cane.)                  

KELLER        Miss Sullivan? Ho portato a Helen un compagno di giochi.

ANNIE        Fuori di qui, per favore, capitano Keller.

KELLER        Mia cara bambina, le due settimane sono finite oggi.

ANNIE        (alzandosi) Non sono finite fino alle sei.

KELLER      Oh, su! Che differenza possono fare poche ore…     

ANNIE        Un accordo è un accordo. Sono sicura che Lei potrà aspettare qualche ora in più.

(Prende KELLER per il braccio e lo accompagna alla porta. Obbedisce lasciando il cane.)

KELLER     Miss Sullivan, Lei è un tiranno.

ANNIE        Posso renderle il complimento, Capitano. Per favore, se Helen si avvicina.

KATE          Io penso che lei non possa capire quanto desideriamo riabbracciare Helen...

ANNIE        Lo so. E' la mia pena più grande.

KELLER     E' come se aspettassimo una nuova bambina in casa. In fondo è una nuova bambina, così pulita, così obbediente... Lei ha fatto un miracolo, Miss Sullivan. Se c'è qualcosa che Lei desidera... basta che ce lo dica... noi saremmo felici... qualsiasi cosa voglia.

ANNIE        L'ho appena detto a Mrs. Keller. Voglio più tempo.

KATE          Miss Annie...

ANNIE        Un'altra settimana.

(HELEN alza la testa e comincia a annusare.)

KELLER        La bambina ci manca.

KATE          Anche lei, forse, sente la nostra mancanza.

KELLER        Certamente!...

(HELEN è scesa dalla sedia. Brancola nella stanza. Poi trova il cane. E' così contenta che getta le braccia intorno al collo del cane.)

KATE          Come ama quel cane! Anche Helen ha bisogno di amore. Non crede Miss Annie?

ANNIE       Non me l'ha mai fatto capire. Non mi ha mai permesso di carezzarla.

KATE          Ma lei non è la sua mamma.

KELLER     A cosa le  serve un'altra settimana? Noi siamo soddisfatti. Lei ha fatto più di quello che noi osassimo sperare. Le ha insegnato...

ANNIE       Non posso promettere nulla. Tutto quello che posso...

KELLER     Le ha insegnato a mangiare come una bambina normale. Somiglia già a una bambina normale, così obbediente, tranquilla, pulita.

ANNIE        (tristemente) Pulita... Questo non è importante. Deve imparare che le parole possono essere i suoi occhi. I suoi occhi per capire tutto il mondo fuori di Lei e dentro di lei. Che cos'è lei senza parole? Con le parole può pensare, può avere idee. Ogni pensiero, ogni cosa al mondo può essere sua! Lei pubblica un giornale, Capitano Keller. Le devo dire io cosa sono le parole? E lei già...

KELLER     Miss Sullivan.

ANNIE      . ...conosce diciotto sostantivi e tre verbi. Sono nelle sue dita ora. Ho solo bisogno di tempo per farne entrare almeno uno nella sua mente. Uno! E tutto il resto seguirà. Tutto sotto il sole. Non capite che tutto quello che ha imparato finora è solo l'inizio, il "modo". Non posso rischiare... Dimenticherà molto presto... Dimenticherà molto presto tutto quello che le ho insegnato. Datemi più tempo sola con lei, un'altra settimana per...

KELLER     Guardi.

(ANNIE si gira a guardare HELEN che sta giocando con il cane. Sta sillabando lettere con le dita, mostrandole al cane e aspetta con il palmo per una risposta.)

KELLER     Cosa sta sillabando?

(Silenzio.)

KATE          Acqua?

(ANNIE annuisce.)

KELLER        Insegnare a un cane a sillabare!

(Pausa.)

Il cane non sa cosa vuole dire, né più ne meno come Helen sa cosa lei vuole dire, Miss Sullivan. Penso che lei stia chiedendo troppo ad Helen e a noi.

ANNIE       Metà settimana?

KELLER        Un accordo è un accordo.

ANNIE       Mrs. Keller?

KATE          (semplicemente) La rivoglio!

(ANNIE aspetta, poi lascia cadere le mani e annuisce.)

KELLER        Manderò Vineyad aiutarla a fare la valigia.

ANNIE        Non fino alle sei. Helen sta con me fino alle sei.

KELLER     Bene. Alle sei. Vieni Kate.

(KATE e KELLER le lasciano. ANNIE rimane ferma a guardare HELEN a sillabare lettere al cane. Poi si inginocchia di fronte a HELEN e le ferma la mano.)

ANNIE        (gentilmente) No.

(Scuote la testa con la mano di HELEN sul suo viso e poi sillaba:) Cane. C, a, n, e. Cane.

(Fa toccare il cane a HELEN. HELEN accarezza la testa del cane e silla-ba di nuovo:)

Non acqua. Cane.

(ANNIE prende un bicchiere di acqua dal vassoio, si inginocchia, lo fa afferrare a HELEN e sillaba:)

Qui. Acqua. Acqua. Non so come dirtelo. Nessuno al mondo sa come dirtelo. Helen! Helen! Che significa questo? Loro sono soddisfatti. La bambina torna a casa e tutti sono soddisfatti. Tutti, tranne me e te.

(La mano di HELEN brancola e ANNIE l'afferra.)

ANNIE....... Io volevo farti conoscere... tutte le cose del mondo Helen. tutto quello che possediamo, tutto quello che siamo, tutto quello che sentiamo e pensiamo e facciamo. E io so, io so che se riesco a darti una parola, posso darti il mondo intero. Ma come, come posso dirti che questo significa una parola e la parola significa questa cosa? Questo è un cucito…


(Mette il cucito nella mano di HELEN e velocemente le sillaba la parola:)

                     C, u, c, i, t, o. Cucito. Questo è tovagliolo. T, o, v, a, g, l, i, o, l, o.

(ANNIE dà a HELEN il tovagliolo sillabando la parola nello stesso tempo. Poi tocca il vestito di HELEN con la mano di HELEN silla-ba ancora.)

 Vestito! V, e, s, t, i, t, o. Vestito.

(Poi la mano di HELEN sulla guancia e sillaba:) Viso. V, i, s, o. Viso.

Le luci si spengono su loro.

SCENA TERZA

Si riaccendono sui domestici che aiutano ANNIE  a trasferirsi a casa dei KELLER. VINEY, PERCY e MARTHA portano via le sedie e le scatole con i giocattoli di HELEN.  JAMES entra nella stanza e solleva la valigia di ANNIE dal suo angolo. Studia ANNIE e HELEN senza il suo usuale scetticismo. Esse sono ferme, già pronte per andare. Poi, con calma, JAMES porta fuori la valigia e cammina verso la casa. Lascia la porta aperta. KATE si avvia verso la porta e si ferma. ANNIE, distogliendo lo sguardo da HELEN, la vede. Prende la mano di HELEN e tocca la guancia della bambina due volte nel suo segno convenzionale per "madre". Poi sillaba lentamente nella mano di HELEN.

ANNIE       M, a, m, m, a. Mamma.                                                                   

(HELEN con la sua mano libera si accarezza la guancia. Improvvisamente molto infelice. ANNIE le prende la mano di nuovo.)

M, a, m...

(KATE sta tremando con una tale impazienza che la sua voce si rompe.)

KATE          La lasci venire!

(ANNIE gira HELEN e le dà una piccola spinta. Ora HELEN comincia a barcollare, tremando lei stessa. KATE cade in ginocchio, prendendo HELEN nelle sue braccia, baciandola. HELEN cade nelle sue braccia e tiene la mamma può forte che può. KATE solleva HELEN e la porta come un neonato in casa. ANNIE è sola ora sul palco. Si guarda intorno nella stanza vuota, come un generale che ha perso una battaglia, guarda il campo di battaglia deserto. Quando si gira per andare, vede KELLER sulla soglia.)

KELLER     Miss Annie. (Ha una busta in mano.)  La stavo aspettando per darle questo.

ANNIE       Cosa?

KELLER        Ilsuo primo stipendio. (Glielo dà in mano.)

Spero che ce ne saranno tanti altri. Non esprime quello che sentiamo. Non paga il nostro debito. Per quello che lei ha fatto.

ANNIE       Cosa ho fatto?                                          

KELLER     Ha preso una cosa selvaggia è ci ha restituito una bambina.

ANNIE       Le ho insegnato solo una cosa - "No":  Non fare questo, non fare quello...

KELLER     E' più di quello che tutti noi abbiamo saputo fare in tutti questi anni...

ANNIE       Io le voglio insegnare cosa è il linguaggio. Voglio insegnarle "Sì".

KELLER     Avrà tempo per quello.

ANNIE        Non so come. Obbedienza senza comprensione è un'altra cecità. E perfino quel "No", - non fare questo, non fare quello - non è stato facile insegnarglielo.

KELLER     No, certamente no!

ANNIE        Non so cosa altro fare. Semplicemente andare avanti e avanti e avanti. Continuare facendo quello che ho fatto. Sì, tutto quello che posso fare è continuare a sperare che dentro di lei... dentro si stia muovendo qualcosa.

KELLER     E' sufficiente. Per noi.

ANNIE       Voi potete aiutarmi, Capitano Keller.

KELLER     Perché noi dovremmo guastare quello che lei fatto.

ANNIE        Anche voi non dovreste lasciarle fare tutto quello che vuole. Non le lasciate fare qualunque cosa le venga in mente! Lo so che non è mia figlia e io non posso...

(Con sorpresa, si ritrova gli occhi pieni di lacrime.)

KELLER     Ci proveremo! Abbiamo imparato qualcosa, anche noi. Spero.

                     (Una pausa.)                     

                        

                     Vuole venire a cena ora?

ANNIE       Sì.

SCENA QUARTA

Le luci si spengono su loro e tornano sulla sala dove VINEY ha appena apparecchiato per la cena. La porta posteriore si apre ed entra HELEN. Si ferma un attimo, poi fa un profondo e felice respiro e le sue mani cominciano a brancolare nella stanza. Con le dita sente la porta, la tavola e le sedie intorno alla tavola. Le sue mani incontrano VINEY e le accarezza il vestito.

VINEY       Oh, siamo contenti di riaverti.

(HELEN va a tentoni alla porta principale, la pare e la chiude, toglie la chiave. Poi apre e chiude la porta di nuovo per essere sicura che non sia chiuso a chiave. Poi va alla porta posteriore e fa la stessa cosa, togliendo la chiave. ZIA EV entra dalla porta posteriore. Bacia HELEN. HELEN trova KATE dietro ZIA EV e le mette le chiavi in mano.)

KATE         Cosa? Oh! Le chiavi.

(Si mette le chiavi in tasca e le fa sentire a HELEN.)

Sì, terrò le chiavi. Penso ne abbiamo avuto abbastanza. di porte chiuse a chiave.

(ANNIE e KELLER entrano seguiti da JAMES.)

JAMES       Buonasera, a tutti.

(Prende la sua sedia. VINEY prende la brocca vuota dalla tavola e va alla pompa dell'acqua. Tutti si siedono, ANNIE mette il tovagliolo a HELEN. VINEY torna con la brocca e la poggia sulla tavola. ANNIE prende la brocca per riempire il bicchiere di HELEN di acqua. Improvvisamente HELEN butta il tovagliolo a terra. ANNIE la guarda, ma il viso della bambina non esprime nulla. ANNIE raccoglie il tovagliolo e lo rimette a HELEN. Ma HELEN lo getta ancora una volta a terra. KATE guarda e sta per raccogliere il tovagliolo. Ma ANNIE le ferma il braccio e lo raccoglie lei. Tutti guardano ANNIE mettere il tovagliolo a HELEN. Quando HELEN lo getta a terra per la terza volta, ANNIE si alza, solleva il piatto di HELEN e lo porta via. HELEN sente che il piatto non c'è e comincia a prendere a calci la tavola. I piatti saltano. ANNIE torna indietro, prende i polsi di HELEN con forza e la toglie dalla sedia. HELEN lotta per liberarsi una mano e afferra la gonna della mamma. Quando KATE la prende dalle spalle, HELEN si calma.)

KATE         Miss Annie.

ANNIE           No.

KATE          (una pausa): Questo è un giorno speciale.

ANNIE           Non cederò.

(Cerca di tirare la mano di HELEN via dalla gonna di KATE. KATE poggia la mano di quella di ANNIE.)

KATE          Per favore. Vorrei farle sentire che è tornata a casa...

ANNIE        Capitano Keller?

KELLER     Oh, Kate, abbiamo avuto... un piccolo colloquio. Miss Annie pensa che se cediamo su queste cose...

ZIA EV        (per sottolineare la situazione) Ma cosa ha fatto la bambina?

ANNIE       Ha imparato a non buttare a terra le cose e a non dare calci. Ci abbiamo messo circa due settimane e...

ZIA EV       Ma è solo un tovagliolo... Non si può rompere come un piatto o una tazza...

ANNIE       Mrs. Keller, o me la dà o le impedisce di tirare calci.

KATE          Cosa spera di fare?

ANNIE           Lasciatemela portar via dalla tavola...

ZIA EV       Oh, lasciatela stare, Dio mio! E' solo una bambina. Non deve mettere per forza il tovagliolo se non vuole… E' la sua prima sera a casa...

ANNIE ...... (calma)  ...e dite agli estranei di non interferire.

ZIA EV ...... (arrabbiata) Estr... estranei... Non sono un'estranea! Io sono la zia della bambina!

KATE          (scossa) Solo una volta Miss Annie! Per favore! Ho preparato tutti i piatti preferiti di Helen, stasera.

(Una pausa.)

KELLER     (gentilmente) E' il suo ritorno a casa, Miss Annie.

ANNIE           Vi sta mettendo alla prova. Non lo capite?

JAMES        (Ad ANNIE) Sta sfidando lei.

KELLER     Jimmy, sta' zitto! Naturalmente ora che la bambina è a casa, lei...

ANNIE       ...Vi sta mettendo alla prova, vuole vedere dove può arrivare. E' questo quello che lei mi ha promesso mezz'ora fa?

KELLER     Ma non sta tirando calci ora...

ANNIE                                                                  Sì, ma non sta imparando a tirare calci. Se le cedete ora, dimenticherà tutto quello che ha imparato in queste due settimane.

JAMES                                                                  Sta sfidando lei.

KELLER     Jimmy!                                             

JAMES       Perché non posso dire ciò che penso?

KELLER     A nessuno interessa quello che pensi.

ANNIE        A me interessa. E' chiaro che sta sfidando me. Lasciatela sotto il mio controllo e continuerà a imparare da me. Portatela via dalle mie mani e dovremo ricominciare tutto da capo.

(KATE chiude gli occhi pensando alle parole di ANNIE. Poi solleva la mano di HELEN e la dà ad ANNIE.)

KATE          Prendetela, Miss Annie.

ANNIE       Grazie.

(Ma nel momento in cui ANNIE prende la mano di HELEN, HELEN comincia a lottare e a tirare calci, afferrando la tovaglia e facendo tintinnare tutte le stoviglie. KELLER si alza.)

KELLER     Ho paura che non la voglia per insegnante, Miss Annie.

ANNIE       Lasciatemi provare... La costringerò a comportarsi come le ho insegnato.

KELLER     (Prende le mani di HELEN da ANNIE e le accarezza. HELEN si calma.)    Non vedo perché dovremmo mandarla via da tavola. Dopo tutto è l'ospite d'onore. Ridatele il suo piatto.

ANNIE       Se lei non fosse cieca nessuno di voi le cederebbe...

KELLER     Ma è cieca. Penso che si possa fare un compromesso. Portatele il piatto, per favore.

(ANNIE rimette il piatto davanti a HELEN. KELLER lega il tovagliolo intorno al collo di HELEN e lei lo lascia fare.)

KELLER     Ecco. Molti di noi non amano i propri insegnanti...

(Mette una forchetta in mano a HELEN. Lei la prende.) Possiamo ricominciare tutto di nuovo?

(KELLER gira intorno alla tavola e torna a sedersi. ANNIE rimane a guardare. HELEN non si muove all'inizio, sta pensando. Poi getta con gioia la forchetta sul pavimento. Dopo un altro momento afferra del cibo dal piatto con la mano e se lo ficca in bocca.)

JAMES        (con voce stanca) Penso davvero che abbiamo ricominciato tutto di nuovo...

(KELLER lo guarda con collera, mentre HELEN mette l'altra mano nel piatto di ANNIE. ANNIE subito afferra il polso di HELEN. HELEN lotta e l'altra mano tocca la caraffa. L'afferra e getta l'acqua in faccia ad ANNIE. ANNIE prende la caraffa in mano, solleva HELEN con l'altra mano e comincia a portarla fuori, spingendola.)

KELLER        Che cosa fa?!

ANNIE        (forzatamente gentile) Non alzatevi!

KELLER     Dove sta andando?

ANNIE       Non interferite in nessuna maniera! Non guastate quello che io faccio!

KELLER     Dove la sta portando?

ANNIE        A farle riempire di nuovo la caraffa d'acqua.

                     (Esce portandosi via HELEN. Ma HELEN si libera dalla stretta di ANNIE e corre al piano di sopra. ANNIE le corre dietro, KELLER non si muove. ZIA EV è attonita.)

                    

ZIA EV        Le permetti di parlarti in questo modo, Arthur? Una persona pagata che lavora per te?

KELLER     (arrabbiato) No.

(Comincia ad andare dietro ad ANNIE, quando JAMES salta in piedi e mette la sua sedia di fronte a KELLER.)        

JAMES       Lasciala fare.

KELLER     Cosa?

JAMES        (facendo un grande sforzo) Lei ha ragione. Kate ha ragione. Io ho ragione e tu hai torto. Se tu la mandi via, dovrai passare sul cadavere… della mia sedia. Hai mai pensato che almeno una volta nella vita puoi avere torto come chiunque?

KATE          (cercando di aiutarlo) Capitano.

(KELLER la interrompe alzando la mano. I suoi occhi fissano il viso pallido di JAMES per un lungo momento. Alla fine, ritrova la voce e dice con difficoltà:)

KELLER     Sedetevi, tutti.

(Si siede. Anche KATE. JAMES è fermo, tenendo la sua sedia.)

KELLER     Per favore siediti, Jimmy.

(JAMES si siede. Silenzio. Nessuno si muove. Gli occhi di KELLER non lasciano il viso del figlio. ANNIE ha trascinato HELEN di nuovo giù per una mano, tenendo la caraffa nell'altra mano. Scendono i gradini della veranda e attraversano il giardino fino alla pompa. ANNIE tiene ferma la mano di HELEN sulla maniglia della pompa.)

ANNIE        Forza. Pompa.

(HELEN tocca la sua guancia, aspetta.)      

No, non è qui. Pompa!

(Con la sua mano ANNIE forza quella di HELEN per farle azionare la leva, poi la lascia. E HELEN obbedisce. Pompa finché non arriva l' acqua. Poi ANNIE mette la caraffa nell'altra mano di HELEN. L'acqua comincia a cadere metà nella caraffa metà intorno, coprendo la mano di HELEN. ANNIE prende con la sua mano il manico della pompa per far uscire l'acqua continuamente. Con l'altra fa automaticamente quello che ha fatto tante volte prima, sillaba nella mano libera di HELEN.)

ANNIE       Acqua. A, c, q, u, a. Acqua. Ha un nome.

(E il miracolo accade. HELEN fa cadere la caraffa che si rompe. Rimane immobile. C'è un cambiamento nel suo viso. Una luce appare su di esso, una luce che non abbiamo mai visto prima: si capisce che una lotta terribile la sta agitando. Le sue labbra tremano, sta cercando di ricordare qualcosa che una volta conosceva. Alla fine questo qualcosa trova l'uscita, un suono di neonato dopo anni e anni di mutismo.)

HELEN        Agu... Agu...

(E ancora, con grande difficoltà.) Agu... Agu...

(HELEN tiene le mani sotto l'acqua che scorre dalla pompa, sillabando do nel proprio palmo. Poi cerca ANNIE e sillaba nel suo palmo.)

ANNIE        Sì. Sì.

(HELEN glielo sillaba di nuovo.) Sì! Acqua!

(HELEN afferra la maniglia, pompa per avere più acqua, poi afferra la mano di ANNIE e lo sillaba di nuovo.)

.................... Sì! Oh, mia cara...

(ANNIE cade in ginocchio per prendere la mano di HELEN, ma HELEN si libera. Poi crolla a terra, dà una carezza veloce a ANNIE, tende il palmo e aspetta. ANNIE sillaba.)

ANNIE       Terra. (HELEN lo sillaba.) Sì!

(HELEN si gira alla pompa, l'accarezza, tende il palmo e ANNIE sillaba.)

Pompa.

(HELEN lo risillaba.)

Sì! Sì!

(Ora HELEN è così eccitata che non può stare ferma. Incontrollata e tremante corre, si volta, corre, cade sui gradini della veranda, li accarezza e tende il palmo per far sillabare ANNIE.)

ANNIE        Gradino.

(HELEN non ha tempo ora per sillabare. Brancola toccando tutto, accarezza tutto .quello che tocca, gettando in fuori il suo palmo. Mentre sillaba velocemente nel palmo di HELEN, ANNIE grida senza più controllo verso la casa.)

Mrs. Keller! Mrs. Keller!

(Si vede KATE alzarsi. HELEN si arrampica sui gradini della veranda cercando a tastoni e trovando la corda della campana. La tira e la campana suona. KATE si precipita fuori con KELLER dietro di lei. Da sinistra e da destra, i domestici - VINEY, i due bambini negri, l'altro domestico - entrano correndo e si fermano a guardare HELEN. Sta suonando la campana, con l'altra mano afferra la gonna della madre. Quando getta una mano in fuori ANNIE le sillaba.)

ANNIE        (sillabando) Mamma, M, a, m, m, a. Mamma.

(KELLER ora afferra la mano di HELEN e lei lo tocca e tende la mano per fare sillabare ANNIE.)

.................... Papà!... Lei ha capito!

(KATE e KELLER cadono in ginocchio, le braccia intorno alla bambina. HELEN sillaba incontrollatamente nella mano di KATE. Poi HELEN brancola, non trova nessuno, gira intorno, si libera e va cercando a tentoni con entrambe le mani per trovare ANNIE. ANNIE si inginocchia davanti a lei. Le mani di HELEN accarezzano la guancia di ANNIE e tende il palmo, aspettando. ANNIE le sillaba:)

 

ANNIE       Insegnante.

(HELEN lo risillaba lentamente. ANNIE annuisce. Porta la mano di HELEN sulla guancia. HELEN si ferma pensandoci. Dopo si gira verso i suoi genitori. Essi tentano di abbracciarla, ma HELEN ha qualche altra cosa in mente. Vuole le chiavi e picchia la tasca di KATE finché KATE non le tira fuori per lei. Intanto ANNIE con la schiena girata, piena di emozione, è andata alla pompa a sedersi. KATE si muove verso HELEN, le tocca la mano domandando e HELEN le sillaba una parola. KATE la capisce. E' il loro primo gesto di comunicazione verbale.)

KATE        Insegnante!

(ANNIE si volta, KATE prende HELEN e la spinge gentilmente verso ANNIE. HELEN cerca a tentoni la strada nel giardino e, quando le sue mani, muovendosi, toccano la gonna di ANNIE, si ferma. Tende le chiavi e le mette nella mani di ANNIE. Per un momento nessuno di loro si muove. Poi HELEN toglie gli occhiali scuri ad ANNIE e la bacia sulla guancia. KATE  si volta, fa segno ai domestici di andare via e si dirige verso la casa, nelle braccia di KELLER. I domestici vanno no in direzioni diverse. ANNIE e HELEN sono sole nel giardino. ANNIE ha trovato la mano di HELEN quasi per caso. Le sillaba lentamente, sussurrando:)

ANNIE       Io... amo... Helen. Io... amo... Helen.  

(Nella sala KATE, KELLER e JAMES stanno aspettando. ANNIE e HELEN attraversano il giardino, salgono i gradini della veranda e mano nella mano attraversano la porta che ZIA EV sta tenendo aperta per loro...).


1 Chiaramente i segni e la successione sono per la parola inglese DOLL.