Anno nuovo vita nuova

Stampa questo copione

LA CHIROMANTE

ANNO NUOVO

VITA NUOVA

Commedia in 3 atti

Di

Mario Pappalardo

ANNO NUOVO VITA NUOVA

PERSONAGGI

AITA                         Proprietaria della pensione

AUSTINU                 Ospite Padre di Nina

TANA                                    Inserviente

NINA                         Tossicodipendente

COLA                                   Figlio di Minica

CLEMENTINA       Moglie di Cola

MINICA                    Ospite del pensionato

FILIPPA                   Ospite del pensionato

PIPPINA                   Ospite del pensionata

Commento dell’autore

La commedia è ambientata in un centro di ricovero per anziani e si snoda con il ritmo di vita consueto in queste strutture. Anziani soli, con figli che li ignorano, prede delle solite manie senili.

Il lavoro non vuole tanto descrivere ciò che avviene in un pensionato per anziani, ma vuole illustrare la solitudine e l’abbandono in cui versa tante persone avanti negli anni. L’intreccio tragico e perverso che spesso la loro esistenza ha con i giovani afflitti dal mostro della droga.

Con questa commedia si ride tanto e si riflette molto e mette allo scoperto quella scintilla “umana” che spesso è dormiente nella maggioranza delle anime.


Primia Atto  

La scena si svolge in un pensionato per anziani. Lo stesso locale è adibito a più usi. Ritrovo per gli ospiti, salone per le feste, luogo d’incontro con i familiari. All’angolo destro vi è una statua della Madonna mentre sul lato sinistro vi è un albero di natale addobbato. Nella parte centrale del fondale vi è un piccolo palcoscenico. Sul lato destro della scena un tavolo grande con 4 sedie mentre sul lato sinistro vi è un divano coperto con un cellofan trasparente. Sono in scena, seduti al tavolo, da destra verso sinistra Pippina, Filippa, Tana, in piedi, Minica, Austinu, vicino l’uscita di sinistra Aita con dei fiori in mano. Sono tutti  immobili al semibuio e si animano uno alla volta non appena vengono illuminati iniziando da Filippa e man mano escono dalla parte sinistra. Gli ospiti hanno appena finito di cenare. Filippa zoppica vistosamente per tutto il primo e il secondo atto. La scena ha un’uscita, un’arcata con tenda sul lato sinistro che conduce nelle stanze, stesso tipo di uscita sul lato destro che porta fuori ed una porta sul lato sinistro che dà su un cortile.

PIPPINA:       E abbiamo mangiato anche oggi. (Esce)

FILIPPA:       Ah .. siamo combinati proprio bene, tutti i giorni ci danno zuppa e pan bagnato. Oggi che è festa ci danno pan bagnato con la zuppa.

TANA:           Ma l’avete finita tutta questa bottiglia di vino.

MINICA:       No … c’è n’era soltanto un dito.

AUSTINU:     Mi devo sbrigare perchè devo preparare lo spettacolo (Passando vicino all’albero di natale). Se non fosse per quest’albero non sembrerebbe nemmeno che è festa.

AITA:             (Si trova all’angolo sinistro con un mazzo di fiori in mano e si anima per ultima) Su su sbrigatevi che dovete ritornare per festeggiare … questi dopo cena vanno tutti in coma. E vogliono festeggiare la mezzanotte. (Posiziona il mazzo di fiori davanti alla Madonna accende la lampada votiva e resta un po’ in orazione, si rifà il segno della croce e spegne la lampada votiva – Questa gag può essere ripetuta più volte, un ospite l’accende ed Aita la spegne) Mi devi perdonare ma la devo spegnere per forza, con quello che costa!! Almeno vinisse TANA così prepariamo ….. quest’orologio lo spostiamo di un paio di ore e la mezzanotte la festeggiamo prima  (Entra Pippina)…. Così si vanno a mettere subito a letto ….. tanto che ci fa ?

PIPPINA:       (Vestita con eleganza claunesca portando una piccola valigia) Buonasera ….

AITA:             Ci mancava anche questa adesso …. Buono va

PIPPINA:       Scusi signora ha visto a mia figlia.

AITA:             Ma per favore …… un’altra volta la valigia ti sei fatta …. Ma che tua figlia e tua figlia …… lo vuoi capire che devi stare qui?

PIPPINA:       Ma che sta dicendo … mai e poi mai mia figlia mi avrebbe lasciata qui …. Le sarà successo qualche cosa. Ma appena può mi viene a prendere di corsa.

AITA:             Ed è per questo che non viene …. Stava venendo di corsa e si sarà rotta le gambe …. Perciò bella rassegnati e stai qui in santa pace. (Entra TANA con bicchieri bottiglie ed altro seguita da AUSTINU)

TANA:           Queste sono le crocchette per il cane le metto qui ? …….  Prepariamo questo di tavolo ?

AITA:             Prepara …. Prepara …. Quello che vuoi … basta che facciamo presto (AUSTINU le si mette vicino) … cosa vuoi tu?

AUSTINU:     Ho questa camicia che è tutta stropicciata, me la  può stirare?  Mi serve per lo spettacolo di stasera.

AITA:                         Ma che spettacolo e spettacolo bello …. Qui fra qualche ora sono tutti addormentati.

PIPPINA:       Ma cos’è questa porcheria è tutta sporca …. Te la dò io una camicia pulita …(Dalla valigetta prende una camicia) …. Tieni.

AUSTINU:     Bella bianca … stirata ….. Ma questa è stracciata (Fa vedere un vistoso buco sulla parte della schiena)

PIPPINA:       E che ci fa, … qui è di dietro ….te la metti con la giacca no? … e allora non è che si vede …. Almeno è pulita.

AUSTINU:     Effettivamente è vero non si vede … Buona …. Meglio questa. (Mentre alza la mano per guardare la camicia accusa un male alla spalla e si siede al centro della scena).

AITA:             Forza PIPPINA prenditi la valigia e portala nella tua stanza. (Escono Aita e Pippina entra Minica che va vicino alle crocchette e comincia a mangiarsele furtivamente)

AUSTINU:     Ho le spalle che non me le sento, una volta sembrava che riuscivo a sollevare il mondo e adesso nemmeno mi posso muovere .

TANA:           Per le spalle ci vuole un buon massaggio. Per aiutare la circolazione del sangue.

AUSTINU:     E chi me lo fa il massaggio? Chi lo sa fare?

TANA:           Oh .. è facile dopo magari un attimo te lo faccio io.(Esce)

AUSTINU:     Magari …. Son sicuro che con un massaggio rinasco …… Grazie …. Perché non me lo fa adesso questo massaggio?

MINICA:       (Silenziosamente si avvicina ad Austinu e lo massaggia sulle spalle)

AUSTINU:     oh oh che bello grazie … No no qui mi solletico … (Finge solletico in una spalla ridendo scompostamente. Fuori campo si sente un cane che abbaia) massaggiami piano piano cosi …. Anche qui mi solletico … (Finge solletico nell’altra spalla ridendo come prima) piano piano così …. No … (Finge solletico ridendo in un modo sempre più scomposto) No …. No ….  sulle spalle mi solletico …Massagiami qui sul collo come se mi accarezzassi ….. Ah che bello …. Mi sento ringiovanire ….. che mani di fata .(Languidamente prende una mano e l’accarezza strofinandosela sulla guancia. Tana accortasi dell’equivoco passa davanti ad Austinu soffermandosi a mo di sfotto. Austinu scioccato guarda Tana allontanarsi - Tana esce – si gira e vedendo Minica scatta subito in piedi) oh Dio … e che è … o mamma mia …… che male.

MINICA:       Fermo che ti faccio il massaggio

AUSTINU:     Vattene che male(Esce dolorante, si sente abbaiare il cane)

MINICA:       (Si mette a mangiare le crocchette) E vattene che spettacoloso … questo mi sembra tutto scemo … mani di fata … che bel massaggio …. E poi se ne scappa. E chi lo può capire. (Entra Aita, con un grosso osso in mano)

AITA:                         (Indicando la ciotola) Guarda se mi ascolta questa, le crocchette del cane sono ancora qui.

MINICA:       Sono le crocchette del cane queste ??? Mamma che schifo … (Esce disgustata.)

AITA:             Cosa c’è Minica ?. Ma che è scema quest’altra? … Si può sapere che cosa ha il cane oggi che abbaia così …. si sta portando la testa …... Ha sempre fame sta bestia.  (Chiama a TANA) TANA …. (entra TANA) TANA porta questo osso alla bestiola e la vai a legare dell’altra parte. (Esce Aita. TANA resta un attimo a contemplare l’osso tenendolo come clava.)

TANA:           Bestiola ?? …. Altro che bestiola. Questo io l’ammazzo ….. Sta bestiaccia mi mette paura …. Mi sembra un toro …  mah … (Esce dalla parte del cortile per rientrare rumorosamente, col vestito strappato, come se inseguita dal cane, esita un attimo, fa la prova di come potrebbe picchiare con l’osso ed esce di nuovo. Rientra subito tirando un guinzaglio, si vedrà sempre solo il guinzaglio che tira andando un po avanti e indietro finché si siede per terra e si aiuta a tirare puntando i piedi, il cane continua ad abbaiare, si avvolge bene il guinzaglio in un braccio e con l’altra mano si aggiusta bene l’osso e da l’illusione di sferrare un forte colpo al cane che guaiendo si zittisce di colpo. Si rialza riaggiustandosi i vestiti.) Speriamo che sta bella botta gli basti per un pò.  …..  questo è un toro mica un cane. (Entra Aita) 

              

AITA:             Finalmente ha smesso … non se ne poteva più. Cosa hai fatto glielo hai dato l’osso al cane?

TANA:           Gliel’ho dato.  Gliel’ho dato bene.

AITA:             Lo vedi gli è bastato un osso per zittirlo subito. (Si guarda intorno) metti avanti l’orologio adesso che non c’è nessuno così la mezzanotte la festeggiamo prima. (TANA mette avanti l’orologio a parete. Austinu armeggia sul piccolo palcoscenico indossando la camicia bucata sulla schiena. Entra PIPPINA che sferuzza, Aita e TANA escono)

PIPPINA:       Ah sei qui ascolta …..

AUSTINU:     Ma per favore è tutto il giorno che ti lamenti. Sembra che sei come un chiodo che si pianta nel cervello.

PIPPINA:       Ora secondo te mi vogliono dire che mia figlia mi ha lasciato qui. …. Ma quando mai mi avrebbe messo nell’ospizio. ….. Prima o poi guarda che si ricorda e mi viene a prendere appena possibile.

AUSTINU:     Ma per favore lo vuoi capire che se ti ha portato qui vuol dire che devi restare qui.

PIPPINA:       Parli così perchè non la conosci.

AUSTINU:     Brava illuditi. Tu devi sapere che i figli per i padri e le madri sono pezzi di cuore …. Ma i padri e le  madri per i  figli, certe volte, sono peggio del letame.

PIPPINA:       Ma che dici! Con mia figlia siamo stati sempre insieme come due sorelle. Lei senza di me non ci sa stare.

AUSTINU:     Ed è per questo che ti ha portata qui. Perché da sola non ci sa stare.

PIPPINA:       E insisti ? Me lo ricordo come se fosse successo adesso. Siamo venuti qui per un’informazione, giusto giusto si è dimenticata le sigarette e mi ha detto mammina, mammina mi chiama, mi disse; “mammina aspetta che le vado a prendere”. Avrà avuto qualche incidente. E io sono qui e aspetto.

AUSTINU:     Qui sei e qui resti. Alla faccia della Figlioletta. Ascolta a me PIPPINA, certe volte è meglio allevare porci.

PIPPINA:       Austinu, che dici, ci sono figli e figli. Mia figlia è tanto legata a me.

AUSTINU:     Ma che dici va. Beata a te che vivi di fantasia. A me mi ha rovinato NINA,  se no a quest’ora chissà  dove mi trovavo.

PIPPINA:       Ma creatura anche lei ha una croce addosso.

AUSTINU:     Ma che cretura e cretura che ha disossato una famiglia. Lo sai quando uno si spolpa un osso lei ha fatto  cosi con me e con quella poveretta di sua madre. … Un po’ è lei ed un pò sono quei bei amici che ha …… e quand’è così non c’è salvezza.

PIPPINA:       Ma una speranza … Un pò di fiducia bisogna sempre dargliela.

AUSTINU:     Ma che fiducia e fiducia ….. Solo chi ci sta d’entro lo può sapere cosa vuol dire avere un tossicodipendente in famiglia. Credimi PIPPINA uno perde il lume dalla ragione. …… Io che ancora sono nel pieno della mia vita, secondo te mi sarei chiuso qui dentro? …. Questo è l’unico modo per tenerla lontana.

PIPPINA:       Ma certo. Certe volte i figli sono un problema.

AUSTINU:     Un problema ? …. E’ una tragedia …. E non si puo’proprio dire che mia figlia era abbandonata a se stessa perchè sia io che sua madre la controllavamo ….. non era come e ragazzi di oggi che spesso crescono in mezzo alla strada . …. Queste sono croci che li può capire solo chi se li trova sulle spalle …

PIPPINA:       ah i figli ….(Austinu continua a parlare della figlia e entra Filippa) …. ah i figli.

AUSTINU:     Ma che mondo è questo?  ….  Dov’è la famiglia …. Una volta sì che i figli avevano rispetto per i genitori …. Non era certo come adesso …. Certamente un figlio non si poteva permettere di rispondere ai genitori o ad uno più grande … ma quando mai ?

FILIPPA:       La gioia che mi ha dato mio figlio è indescrivibile. Parla e scrive correttamente cinque lingue. Sempre il primo a scuola. Un grande sportivo, partecipa a tutte le gare non so nemmeno quante coppe abbia vinto.

PIPPINA:       Vero vero è.

AUSTINU:     Ma cosa ti devo dire io … le mie cose solo io le posso sapere; quella poveretta di mia moglie è morta di crepacuore. Quando eravamo insieme bene o male riuscivamo a controllarla, ma con lei sono morto anch’io …. Che cosa potevo fare io da solo? …. Me lo dici tu che potevo fare?  ….. che se mi allontanavo da casa anche per un solo minuto quando ritornavo non ci trovavo più nemmeno le porte. Poi uno parla … ha abbandonato la figlia …. Come se i figli si potessero abbandonare. …….. Dimmelo tu che potevo fare io da solo. …. Che sono figli questi ?

FILIPPA:       Un ragazzo d’oro. Certo che io lo tenevo sempre nella bambagia, ha sempre avuto tutto quello che voleva.

PIPPINA:       Vero Vero è.

FILIPPA:       E’ Vero … Vero ?

PIPPINA:       Vero Vero è.

FILIPPA:       Certo Vero è. ….. Non ho mai badato a spese. Solo io lo posso sapere quanto mi costava.

PIPPINA:       Vero Vero è.

AUSTINU:     (Con le prime battute si porta verso l’uscita) Non è che io parlo per niente, lo vedi anche tu. Anche qui dentro mi viene a dare fastidio, non posso stare tranquillo, certe volte mi sento soffocare e penso che da un momento all’altro tutto questo dovrebbe finire.  …. (Sull’uscio) Ma che finire e finire queste sono cose che ce le portiamo nella tomba.

FILIPPA:       Certo che è bello quando i figli danno queste soddisfazioni. (Meraviglia di Pippina che sdegnata si alza e se ne va) …. Per me la cosa più bella al mondo adesso è sapere che è un affermato professionista.(Entra Aita e TANA che ha in mano un panno, un vaporizzatore e un lenzuolo e comincia a pulire i tavoli)

AITA:             Sei ancora qui Filippa forza vatti a preparare che è quasi mezza notte (Esce Filippa. Rivolta a Tana) Fammi vedere (le prende il vaporizzatore) ….. Quante volte ti devo dire che il detersivo lo devi annacquare ….. e quanto ci dura così una bottiglia ?

TANA:           (Fra se) Oddio adesso inizia. ….. Ma ho fatto metà e metà.

AITA:             Assai è …. Ne devi mettere un po’ appena appena …… deve servire solo per bagnare … la pulizia si fa con olio di gomito …. qui in fallimento andiamo a finire. Qui cara Tana rischiamo di chiudere tutto.

TANA:           Va bene che bisogna risparmiare su tutto. Ma quello che ci vuole ci vuole.

AITA:             Ma tu lo capisci quanto si può risparmiare non essendo sciuponi. Già c’è una bella differenza di spesa quando uno riesce a risparmiare nella gestione di una famiglia ….. qui è tutto moltiplicato per dieci sia la spesa che il risparmio …. sembra che i soldi li buttiamo dalla finestra, ma cosa ti sembra che siamo al grand hotel.

TANA:           (Per tutto il tempo del rimprovero di Aita dimostra insofferenza e distrazione limandosi le unghie. Fra sé.-) Questa è esaurita …..  Penso che questo rischio non c’è proprio.

AITA:             Cara chi ha il portafoglio nelle mani se ha le mani bucate va in fallimento …. È dove   ti sembra che siamo all’Hilton. …. Mi sembra che ti devi dare una regolata.

TANA:           Ma lo stretto necessario si deve fare.

AITA:             Brava lo stretto necessario ….. Hai detto una cosa giusta finalmente “lo stretto necessario” e basta. ….. e questo lenzuolo ?

TANA:           Me lo ha domandato Minica perché ha il letto sporco.

AITA:             Eh no bella ! ma allora non hai capito niente …. quante volte ti devo dire che se ti chiedono qualche cosa devi fare finta di non capire nulla, devi sempre rispondere ….. si ….. si …. Poi vediamo … subito ora lo faccio ….. mi son dimenticata …… mai dire di no …. A chiacchiere facciamo sempre tutto …. Ma di fatto decidiamo noi quello che si deve fare o non si deve fare ….. dì tutto quello che vuoi, basta che non fai niente. Lo hai capito ? …… non mi rovinare tutto. Le cose costano …. Non è che tutti i mesi ci possiamo metterci a cambiare le lenzuola come voi fare tu …. Il letto si deve cambiare certamente, ma proprio quando le lenzuola sono lercie ….

TANA:           (Con ilarità) Quasi quasi ne possiamo fare a meno di mettere le lenzuola.

AITA:                         E ti pare quasi quasi. ….. (Riflettendo) Ma va non fare la pezzente.

TANA:           Ah … io la pezzente

AITA:             Ma visto che ci sono ce le mettiamo, possibilmente si cambia solo il lenzuolo di sopra tanto quello di sotto…. Lercio o non lercio ….. non si vede ….. e quello di sopra stesso prima si gira, …. Il lato della testa si mette ai piedi e poi si cambia (Entrano Pippina e Filippa, Tana con discrezione fa capire ad Aita che stanno entrando le due signore) …. Hai capito, mi raccomando massima pulizia nelle stanze. Dobbiamo trattare tutti come RE e Regine….. Forza ragazzi che facciamo questo brindisi così poi potete andare tutti a letto. Ci sono tutti ? li hai chiamati ?

TANA:           Certo che li ho chiamati, manca solo Austinu

FILIPPA:       Ma è ancora presto. (Entra Minica)

PIPPINA:       Ha voglia ancora per mezzanotte.

AITA:                         Ma che presto e presto, guardate lì che ora è.

MINICA:       Bi … è vero …. ma come passa presto il tempo !

AITA:             Certo che presto passa il tempo, qui se non ci sbrighiamo facciamo tardi, forza cominciate a prendere posto. (Minica si siede)

FILIPPA:       (A Minica) Alzati che questo è il mio posto.

MINICA:       Che mi raccondi  ….  Chi tardi arriva male alloggia …. perciò io di qui non mi alzo

AITA:                         Suvvia non facciamo storie sedetevi dove capita.

FILIPPA:       Ma guarda sta dispettosa per forza deve vincere sempre lei. No questo è il mio posto e mi ci siedo io. Alzati

MINICA:       No non mi alzo …. E ora vediamo chi mi toglie da qui ….

FILIPPA:       (le scuote la sedia) Guarda che ti butto a terra.

PIPPINA:       E dai lasciala stare …

FILIPPA:       No questo è il mio posto.

PIPPINA:       Dai non faciamo storie siediti qui vicino a me (Si siedono vicine)

MINICA:       Guarda se mi devo veder fare questi sopprusi …. Madonna bella (Rivolta alla Madonna si fa il segno della croce si alza e va verso la statua) …. Perdonatemi …. Che mi tocca sopportare ….. per forza mi devono fare le prepotenze  …. Dopo vi dico un atto di dolore …. (Filippa rioccupa il posto di Minica) …. Alzati che qui c’ero seduta io …..

FILIPPA:       Mi dispiace ma adesso ci sono io …. Chi alza l’anca perde la panca …. Chi va a Roma perde la poltrona.  Peggio per te che ti sei alzata.

MINICA:       E brava alla furba della casa che fa le prepotenze.

FILIPPA:       Ti sta bene …. Chi di spada ferisce di spada perisce ….

AITA:             Ma per favore, da dove vi vengono tutti questi proverbi questa sera. … Forza TANA prendi la bottiglia che è già ora, quell’orologio è indietro. (Tana porta una bottiglia di spumante con il tappo dorato) Noo .. questo no che è quello buono prendi la bottiglia col tappo argentato. (Tana va a prendere l’altra bottiglia. Aita si prepara ad aprire la bottiglia, TANA distribuisce i bicchieri. Si accendono le luci nel teatrino e si abbassano sul palco.) Ma che testa questo per forza deve fare lo spettacolo, che nervi forza sbrigati va ….. una cosa breve mi raccomando.(Entra AUSTINU che fa il prestigiatore. Viene eseguito un numero di prestidigitazione.)

TANA:           (A fine numero) Ci siamo ....... preparatevi .. manca poco Forza …. Forza prendete i bicchieri (Filippa Minica e Pippina  si mettono a giocare con le stellefilanti, Filippa non riesce a far svolgere le stellefilanti e mentre soffia emette il rumore del peto)

FILIPPA:       A me non mi si svolge te prova tu.

MINICA:       Che schifo e tutta bagnata. Ti si puo svolgere se ci sputi dentro …. (Soffia sulla stellefilante) Vedi come si apre. 

AITA:             E’ Finito l’anno forza preparatevi che quell’orologio è guasto e non funziona, il mio invece è giusto. ….. Meno sei, cinque, quattro, tre , due, uno, zero evviva auguri ( Tutti urlano scanbiandosi gli auguri. Minica inizia a canticchiare alcune strofe della canzone Signorinella Pallida)

Brindisi con i bicchieri colmi d’acqua

Al nostro amore povero e innocente

Negli occhi tuoi passavano una speranza

Un sogno una carezza

Avevi un nome che non si dimentica

Un nome lungo e breve giovinezza

E gli anni e i giorni passano

Uguali grigi con monotonia

Le nostre foglie più non rinverdiscono

Signorinella che malinconia.

        

(Mentre cantano tutti in coro la canzoncina Aita e Tana con cenni d’intesa si organizzano per farli uscire. Prima esce Aita spingendo Minica e dopo Tana portandosi dietro le altre a mo di trenino. Quando sono uscite tutte Minica rientra dalla porta che da sul cortile continuando a cantare finchè non viene a prenderla Aita che la spinge fuori. La scena resta vuota si abbassano le luci fino a fare quasi buio. Si sente aprire la porta, furtivamente entra Nina, toglie il cellofan sul divano e si sdraia per dormire.Si Sente cantare un gallo. Si alzano le luci. Entrano TANA e Aita munite di scope e paletta per fare pulizia )

AITA:                         E così è finito l’anno ... ecco che cosa è rimasto

TANA:           Proprio ....... guarda che ci ha lasciato il vecchio anno (indicando la spazzatura ) ....... Monnezza …. Monnezza a palate.

TANA:           (Fa per sedersi sulla poltrona, si sente un lamento)  Oddio ...... cos’è ?

Mamma ....... che c’è ? (Nina tenta di alzarsi dolorante)

NINA:            Ahi .. ahi .... mi hai fatto male … ahi .. ahi

AITA:                         Ma cosa hai fatto hai dormito qui stanotte.

TANA:           Nina se continui a fare entra ed esce in questa casa finisce che qualche volta ci combini qualche stupidaggine.

AITA:                         Ma santa pazienza chiama a suo padre.

TANA:           Austinu ? ... Io chiamerei i carabinieri ...... Suo padre poverino è troppo debole per starle dietro, finisce che qualche volta lo fa uscire pazzo

AITA:             Il signore ci guardi e liberi. Guarda cosa vuol dire aver a che fare con un tossicodipendente in famiglia .. chiama a suo padre ( TANA esce. Rivolta a NINA che continua a lamentarsi ) .... e buona che non è niente ...... niente ti sei fatta  ..... e poi ci credo che ti fa male la schiena sei stata buttata sopra a questo divano tutta la notte ... buona ... buona ...... che ora viene papà ...... Ma non eri in comunità ... perchè sei uscita.

NINA:            Adesso stò bene ...... mi metto a lavorare ...... io voglio restare fuori ......... libera

AITA:             Machè libera e libera ... la libertà e tutta un’altra cosa .... tu cosi sei schiava .... ed è proprio la vera libertà che ti devi conquistare.

NINA:            Adesso io stò bene ... Ho messo la testa a posto ( Entra Austinu)

AUSTINU:     NINA ma cosa hai fatto, sei scappata dalla comunità ...  ma perchè ..... tu ti devi curare ... non puoi stare fuori .... hai bisogno di cure.

NINA:            Padre io non ci voglio stare in comunità .... io voglio stare fuori ... che ho tanti amici ... tutti mi vogliono bene ( Aita con discrezione si allontana per lasciare i due soli )

AUSTINU:     Tu dovresti stare lontana proprio dai tuoi amici .... sono proprio loro che ti rovinano .... ma perchè NINA .... perchè ti devi ridurre per forza così !

NINA:            Ma no padre io adesso ho messo la testa a posto .... e se mi date i soldi mi apro un negozio di parrucchiera .... e mi metto a lavorare.

AUSTINU:     ( Scuote la testa in segno di desolazione e pietà )  Lasciamo perdere non parliamo di soldi ... Come stai ? .... Da quando sei scappata ?

NINA:            Non scappai mi hanno fatto uscire ieri mattina ...... e son venuta qui perchè volevo vederti  ..... per le feste voglio stare con te.

AUSTINU:     Ma allora non hai magiato ?

NINA:            No padre non ho bisogno di mangiare. Ho bisogno di soldi d’aiuto.

AUSTINU:     (Indietreggia sedendosi sulla poltrona) Soldi soldi non ti sono bastati mai i soldi a te  .... io qui sono nudo e crudo …. ed ora cosa fai ? .... dove stai ? ..... dove te ne vai .... io mi son ridotto a stare qui dentro proprio grazie a te .... che mi hai spogliato di tutto quello che c’era in casa .....almeno stando qui dentro è come se mi sento protetto ..... uno deve essere protetto anche nei confronti di sua figlia ... a tua madre l’hai fatta morire di crepacuore di quante ne hai combinate .... (Si alza andandole incontro a mani giunte) possibile che non ci resisti più di una settimana in comunità ! .... tu sei l’unica cosa che ho al mondo ....... e se continui così ti bruci come una candela. 

NINA:            (Prendendole le mani) No padre, io ora sto bene ........... mi date i soldi ......... che mi apro un negozio ....... io ho solo bisogno di soldi.

AUSTINU:     (Allontanandosi di scatto) E quando mai tu non hai avuto bisogno di soldi! (ritornandole vicino) E’ da una vita che mi spolpi.

NINA:            (Cambiando completamente espressione e prendendo Austinu per il bavero) Si si ho bisogno di soldi  ... padre datemi i soldi che me ne vado …. I soldi mi devi dare, hai capito ?!

AUSTINU:     (Inizialmente resta immobile con le mani basse, stringe i pugni, di colpo alza un pugno come per colpirla, con l’altra la spinge lontana gridando) NINA, vattene, (Si allontana velocemente) lascia stare, non mi rovinare questa giornata ..... oggi è il primo di un nuovo anno .... non mi rovinare anche questa giornata .... vattene … vattene (Implorante)

NINA:                   Vattene …. Vattene …. E dove …. Tu sei mio padre e devi occuparti di me. (Entra Aita e TANA con un piatto in mano)

AITA:             Nina vieni bella, mangia qualche cosa ….

TANA:           (Le porge il piatto)

NINA:            Niente voglio (Isterica butta il piatto a terra)

AITA:             No bella non fare cosi (Se la stringe a sè)

NINA:            Lasciami che non mi serve tutto quest’amore. Mi servono i soldi …. I soldi voglio …

AITA:             Si bella vieni qui …. Te li do io …. (prende dei soldi, dal reggiseno, e glielidà riabbracciandola)

TANA:           (Fra sè) …. Che cuore grande …. E quando mai questa …. Per un euro si farebbe ammazzare.

NINA:            (Ignorando l’abbraccio guarda i soldi con avidità) Si … grazie … (Allarga esageratamente le braccia per abbracciare Aita) …. Grazie …. Tante …

AITA:             Nina questa è casa tua puoi venire e stare qui quando vuoi.

NINA:            Ora sì che me ne vado …. Padre …. (Allarga esageratamente le braccia per abbracciare Austinu, che le va incontro come un automa) Tanti auguri di buon anno padre

AUSTINU:     (Stupito e felice di tanto affetto abbraccia la figlia) Grazie ...... Grazie ..... tanti auguri anche a te .. (Durante questo abbraccio NINA sfila il portafoglio dalla tasche posteriore dei pantaloni del padre e se lo mette in tasca)

NINA:                        Ritorno in un altro momento padre ciao ..... ciao (Esce di corsa)

AITA :            Questa è la tua casa …. Torna quando vuoi  (Va verso la porta come per seguire Nina.)

AUSTINU:     Ciao ..... NINA .... ciao .... (Si asciuga le lacrime) chi lo sa se Dio vuole magari questo potrebbe essere  l’anno che usciamo da questo tunnel .... Questa creatura in fondo è tanto affettuosa (Entra TANA e vedendo lo sporco per terra comincia a pulire) ... voleva i soldi ... (mentre si avvia per uscire mette la mano nella tasca dove teneva il portafoglio) ... i soldi .... oddio dov’è il portafoglio .... maledetta mi ha rubato il portafoglio ... disgraziata, che si ti prendo ti ammazzo ... (Esce per inseguire NINA, quasi travolgendo Aita che sta per rientrare.)

AITA:                         Ma cosa è stato ...... cos’è successo

TANA:            Niente .... NINA  ha rubato il portafoglio a suo padre !

AITA:             oh madonnina fatemi questa grazia ….. salvate questa creatura …. (Dialogo a soggetto fra Tana ed Aita finchè Austinu rientra ansimante, deve avere il tempo di sbiancarsi il viso ed annerirsi le palpebre, si potrebbe parlare in generale sulla tossicodipendenza es. “Ma guarda se la gioventù deve perdersi cosi – Questo è un problema serio ormai tutti i ragazzi sono a rischio – Tanto per quanto fai non si riesce mai a controllare i figli – Certo o accetti questo rischio o li metti sotto una campana di vetro – Ed il peggio è che una volta entrati nel circolo della droga diventa quasi impossibile uscirne - .) Che c’è Austinu …. (Tana e Aita lo sorreggono) che cosa hai ?

TANA:           Ma per forza si mette a fare le corse. 

AITA:                         Che cosa hai

AUSTINU:     Niente mi sento un po’ …….. (boccheggia)

AITA:                         Ma Che ti senti ?

AUSTINU:     (Mima malessere toccandosi la pancia)

AITA:                         Che cosa hai mangiato. Non ti avrà fatto male qualche cosa ?

AUSTINU:     E che dovevo mangiare, qui c’è solo acqua bollita.

TANA:           (Le si avvicina tenendogli il capo. Austinu ne approfitta per cingergli la vita con un braccio e di tanto in tanto trovandosi con lo sguardo all’altezza del seno ne approfitta a dare occhiate malizione) Sì,  ha preso solo un pò di acqua calda.

AITA:             E lo vedi perché ti dico che è meglio non dargli niente, a volte anche l’acqua bollita può fargli male.

TANA:           Questo è grave, bisogna fare qualche cosa.

AITA:             Accidenti ma se deve morire, non potrebbe morire dopo le 2 così almeno prendo lo stesso la sua retta. …… E se sono fortunata entra subito un altro e piglio doppia retta …. Ah  Madonnina almeno una volta che mi aiutate

TANA:           (Supplichevole) Ma che dite. Chiamiamo un medico e forse magari anche il prete? (Questi ragionamenti vengono seguiti da Austinu con ampi gesti di scongiuri, gesto delle corna ed altro)

AITA:             Sì è arrivata la crocerossina. Ma sei matta …. Aspetta mi sembra che si sta riprendendo …. “Come ti senti AUSTINU”.

AUSTINU:     E …. E …. Meglio …. Io quando stò mali e sono qui (A fatica indica il seno) mi riprendo subito …. Ringiovanisco.

AITA:                         Magari Dio fosse soltanto un sintomo e mi resiste fino alle due.

TANA:           Gli possiamo dare qualche cosa ? un po’ di tè ?

AITA:             Si il tè. ….un poco d’acqua bollita con lo zucchero …. Poco zucchero. …. La vuoi un po’ d’acqua con lo zucchero ?

AUSTINU:     No no …. Così voglio stare che sto bene ….. solo così mi riprendo.

AITA:             Vai TANA vai a prendere un po’ di acqua calda dal rubinetto e ci metti una puntina di zucchero. (TANA Esce) E bravo eh ….. ci fai prendere le paure …. Su, forza che stai bene, resisti …..

AUSTINU:     (Ansimante) Almeno fino alle due. 

AITA:             Accidenti ci siamo un’altra volta, ma  quale “alle due”, questo mi muore subito …. (AUSTINU fa gli scongiuri). E’ già difficile saper vivere …. Figuriamiaci saper morire. AUSTINU che ti senti. (AUSTINU continua ad ansimare) …. TANA  sbrigati …. TANA.

TANA:           (Fuori scena “arrivo” entra TANA) Qui c’è l’acqua con lo zucchero (Aiuta AUSTINU a bere).

AITA:             Sembra che migliora di nuovo ….. Speriamo. Comunque noi sai che facciamo adesso andiamo a telefonare a quelli che sono in lista d’attesa dicendo di stare pronti che qui da un momento all’altro si sta per liberare un posto.

TANA:           Ma come si può pensare solo a queste cose. Ma i soldi non sono tutto nella vita. Ci vuole un limite a tutto.

AITA:             E quante volte ti devo dire che il buon cuore lo devi lasciare dietro la porta. stai zitta e speriamo che la Madonna mi fa il miracolo e che lo fa resistere fino alle due. …. Si è ripreso. AUSTINU bravo come ti senti ?

AUSTINU:     Bene …. Bene …. Sto da Dio qui (Languido stringendo Tana)

TANA:           Meno male si è ripreso …..

AITA:             Che ti dicevo io. Qui non è che uno si può regolare ….. Quando ti muoiono … muoiono di colpo. Andiamo a preparare le stanze. (Escono Aita e TANA)

AUSTINU:     (Fa per trattenere Aita  senza riuscirci li segue con lo sguardo finchè escono, si alza.) Ma che malato e malato che io vi inseguirei fino all’altro mondo. (Esce di corsa)

(Chiusura del sipario velocemente)

Fine Prima Parte


Seconda parte                  

(Stessa scena della prima parte Aita e TANA in scena che apparecchiano per la colazione)

TANA:           (Rivolta ad Aita) Vediamo se si sono alzati tutti così comincio la pulizia nelle stanze.

AITA:             Si con buona volontà….. ( Si sente bussare)  Vai a vedere chi è, muoviti …. Anzi no ti muovi già abbastanza senza impegno (Considerando che Tana spesso si muove come se sta ballando) … cosa vorranno così di buon mattino (TANA esce … e ritorna subito dopo …..) Chi è?

TANA:           (Entra con un sacco del pattume) …Era il barista ha portato le brioches che gli sono rimaste ieri, le porto al cane.

AITA:             Ma sei matta …….. nelle brioches c’è lo strutto. Gli fanno male al fegato… Fai vedere (Apre il sacchetto tira fuori delle foglie d’insalata che mette via finchè ne prende una la guarda, l’annusa) buone, sono ancora buone, abbastanza morbide . al cane no perché gli fanno male ma buttare tutto questo ben di Dio è peccato. Lo sai che ti dico, stamattina con queste facciamo fare una bella colazione agli ospiti. Passami un piatto che li sistemo per benino (AITA prende un tovagliolo e comincia a pulire le brioches prende delle foglie d’insalata che toglie con disgusto e butta via )

TANA:           (Sorridendo disgustata le porge un piatto).

AITA:             Dammi che adesso lo riempiamo di brioches e vedrai che questa mattina faranno una buona colazione. Guarda come vengono messe bene (Confeziona due piatti con otto brioches per ogni piatto, 4 sotto 3 sopra ed uno in cima. AITA sempre più entusiasta e TANA sempre più disgustata). Lo vedi . Non era peccato buttarle …. Adesso lo sai cosa facciamo, la camomilla di ieri sera … che è rimasta quasi tutta …. la vai a preparare ….. così prendi un pò di acqua calda dal rubinetto, ci metti una cucchiaiata di latte in polvere e lo aggiungi alla camomilla in questo modo la serviamo come tè con il latte. Mi raccomando latte in polvere poco, solo una cucchiaiata ….. a volte potrebbe  farci male.

TANA:           (Con ironia) Non c’è paura che ci facciano male …. Tanto non ce ne diamo …. Tutt’acqua ci dobbiamo dare.

AITA:             Dai svelta vai a preparare queste cose ….(TANA esce Aita continua a preparare i tavoli …. Entrano Pippina e Filippa parlando fra di loro)

FILIPPA:       Guarda io l’ho detto chiaro e tondo a mia figlia …… (Rivolta a Aita) Buon giorno direttrice

PIPPINA:       Buon giorno direttrice

AITA:             OH buongiorno … Ben alzate … (Cerca di nascondere come può il sacco del pattume)

FILIPPA:       Se lo vuol capire lo può capire benissimo. …. Gli e l’ho detto chiaro … io per queste feste vengo,  però te lo dico prima se vengo non è che poi mi lasci tutto il giorno sola in casa. Ti sembra … sola per sola me ne sto qui. Di giorno  è sempre a lavorare la sera arriva mangia si prende Aristofane e se ne va a letto.

PIPPINA:       Ma non ha il marito.

FILIPPA:       Certo che ha il marito.

PIPPINA:       E si porta Aristo…. Come si chiama?

FILIPPA:       Aristofane ….. è matta per Aristofane.

PIPPINA:       Addirittura … E’ suo marito ?

FILIPPA:       Suo marito è contentissimo. Lui se ne sta tranquillo in salotto. …. Certe volte si addormenta anche sulla poltrona..

PIPPINA        Belli porci …

FILIPPA:       Porci ? Che cosa hai detto ?

PIPPINA:       (Esitante) No stavo pensando a quei porci dei miei figli. Ma certo tu hai ragione, già tua figlia non ti viene a trovare qui. …. Se tu ci vai a casa, esce la mattina e ritorna la sera. Ma cosa  ti fa andare a fare a casa sua. Per vedere che fa la scostumata con Aristofane ….. Se vuole Dio a me domani mi viene a trovare mio figlio ….. Le feste sono una bella cosa solo per questo, almeno ci si rivede con i parenti.

FILIPPA:       Il Signore ci guardi di quant’è brutto essere soli. Buoni o cattivi …..i figli c’è li abbiamo, vengono a trovarci o non vengono, almeno uno si conforta.

PIPPINA:       A me mi vieni una tristezza quando vengono le feste proprio per questo, penso a quella povera di Minica …… pensa io è da 2 anni che sono qui dentro ed è stata sempre sola, mai nessuno è venuta a trovarla.

FILIPPA:       E’ vero poverina si vede che è proprio sola al mondo,  (Entra TANA Con la caraffa del latte e va direttamente ad aiutare Aita a rifinire i tavoli)….. Certe volte in certe condizioni viene proprio da dire “ma una persona che campa a fare” ……. Capace che uno a sofferto tutta la vita e in vecchiaia che dovrebbe stare tranquillo, si trova in queste situazioni. O è solo al mondo come lo è Minica o peggio ancora come ad Austinu che ha si la figlia, ma sarebbe meglio se non l’avesse. (Entra Minica)

AITA:             (Si accorge di Minica) ..Buongiorno Minica …. Come và …. Su bella su con la vita che oggi è festa.

MINICA:       Buongiorno Direttrice.

PIPPINA:       Ciao Minica. Come stai ? ….. stai meglio oggi ?

MINICA:       (Risponde a gesti con aria sommessa.) Cheffà si mangia ?

AITA:             Mamma mia ma pensate sempre a mangiare. Qui solo per quello che vi mangiate dovreste pagare doppia retta. Avanti và, chiama gli altri che la colazione è pronta.(TANA si affaccia a chiamare Austinu.) …Buon appetito … (Esce TANA sulla porta incontra Austinu) Avanti fozza spicciati che poi dobbiamo sparecchiare buon appetito (Esce Aita. Gli ospiti si sistemano sui due tavoli apparecchiati, i tavoli sono quasi affiancati, si siedono in uno Minica e Filippa nell’altro tavolo PIPPINA e Austinu in modo che Minica si trova fra Pippina e Filippa.)

AUSTINI:      (Per tutto il periodo della colazione fa del tutto per non far prendere niente a Pippina, mangia e beve tutto e alla fine si alza e se ne va)   

MINICA:       (Prende una Brioche e con indolenza la guarda. Sorridendo si rivolge verso Filippa come ad invitarla a mangiare).

FILIPPA:       No ba io non voglio niente, queste sono porcherie …. Non ne posso mangiare io di queste cose …..

MINICA:       (Sta per dare un morso alla brioche)

PIPPINA:       (Girandosi dalla parte di Minica le prende la brioche dalle mani) Ma che cosa racconti può anche darsi che sono buone (La mangia) no buona buona è.

MINICA:       (Prende un’altra brioche)

FILIPPA:       Si buona buona …. Va che tu ti mangeresti qualsiasi cosa ….

PIPPINA:       Ti dico che è buona.

FILIPPA:       Vediamo, fammi sentire. (Prende la brioche dalle mani di Minica e se la mangia) ma quale buona queste sono porcherie.

MINICA:       (Guarda con l’acquolina in bocca chi mangia la brioches mimando il masticare anche lei. Prende una terza brioche)

PIPPINA:       Com’è ?

FILIPPA:       Com’è (pausa) Sembra stoppa.

PIPPINA:       Ma cosa racconti fammi sentire (Prende la brioche di Minica) …Cosa ci trovi tu di cattivo lo sai solo tu ….. sono buone spugnose, profumate e poi inzuppate nel latte sono la fine del mondo (Inzuppa mettà brioche e la mangia)

MINICA:       (Come prima e prende la quarta brioche)

FILIPPA:       A… Fose imbevuta nel latte …. (Prende la brioche di Minica la inzuppa e la mangia Facendo delle brutte smorfie. Nel mentre Minica prende la quinta brioche) …lo sai che ti dico, cattiva è la brioche e disgustoso è il latte e quando sono mischiati sono uno più disgustoso dell’altro.

PIPPINA:       Lascia perdere va, tu sei quella che disprezza sempre tutto e poi ti mangi tutto (Prende la brioche a Minica) Lascia stare, se non ti piace me le mangio io. (Nel mentre Filippa beve anche il latte direttamente dalla tazza)

FILIPPA:       (Beve tutto il latte, rivolta a Minica) A te non piace il latte vero ? (Senza aspettare la risposta le toglie la tazza piena davanti e le mette quella vuota, che Minica cerca di trattenere) Cara tu con la scusa  che le cose non ti piacciono non è che puoi andare avanti così ….. ti devi sforzare a mangiare qualche cosa

PIPPINA:       (Prende la brioche a Minica) Io quando vi sento parlare cosi, vi lascerei morte di fame ….. (mangiando) così poi vediamo se non vi mangiate tutto.

MINICA:       (Prende la settima briosche con più discrezione, senza ammirarla come faceva prima, tenendola in modo poco visibile )

FILIPPA:       Senti bella tu non c’è bisogno che lasci a nessuna morta di fame, mangia e zitta ed ognuno pensa ai fatti suoi (Guarda Minica cerca di individuare dov’è la brioche e con un colpo veloce gliela toglie e se la mangia)

MINICA:       (Guarda le due, guarda l’unica brioche che è rimasta e di colpo, velocemente, prende la brioche e se la conserva nel taschino sul petto e assume un atteggiamento indifferente mentre Filippa e Pippina continuano a parlare piano.)

PIPPINA:       Buone queste briosche stamattina ….. si vede che cominciamo l’anno nuovo bene …. Ti sono piaciute Minica ?

MINICA:       Si buone erano

PIPPINA:       Cos’è ti è rimasto il muso sporco… Pulisciti

MINICA:       Che cosa ho ? Qualche bricciola ? (Fa per pulirsi)

FILIPPA:       Aspetta che ti pulisco io (Prende un fazzolettino e glielo passa sulle labbra) Tu devi stare attenta che cose dolci ne puoi mangiare poche. (Minica fa come per volersi pulire ancora) ..Pulita pulita sei adesso …. E cos’è questa …. (Si accorge della brioche nel taschino e la prende) … ma che fai lo sai che cose dolci ne devi mangiare poche (Comincia a mangiarsi la brioche) Lo so che ti piacciono, pero ti devi saper limitare, io te lo dico per il tuo bene.

PIPPINA :      Ma certo cosa vuol dire uno non’è che puo’ mangiare queste porcherie. ….. Ma per favore io non posso sentire nemmeno l’odore. ……. Nemmeno se mi pagano potrei mangiarle. Tu le hai mangiate ?

FILIPPA:       Ma quando mai.

PIPPINA:       Io ne ho assaggiato soltanto un boccone. Ma allora te le sei mangiate tutte tu ? (rivolta a Minica) ….. Ma santa cristiana ….. Come ti senti ora ?

MINICA:       Sembra che mi sento come un buco nello stomaco.

PIPPINA:       Altro che un buco ti devi sentire un mattone.

FILIPPA:       Ma certo ! In un attimo come son potute finire un piatto pieno di brioches ……. Che cosa ti devono fare?  ti si bloccano tutti in pancia.

MINICA:       Ma no, a me sembra di sentire un languore …… Sembra che ho proprio un buco.

PIPPINA:       Cammina vieni che ti accompagniamo nella tua stanza (Esce Pippina)

FILIPPA:       Meglio portiamola in stanza (Fa per sollevarla)

MINICA:       No no lasciatemi. (prende il giornale) Mi voglio guardare il giornale.

 

MINICA:       (Prendendo il giornale) Ma quante cose brutte che succedono nel mondo si leggono sempre notizie di omicidi … furti,  rapine, incidenti ma in che mondo viviamo !!

FILIPPA:       Se uno dovesse pensare a tutte le cose che succedono uscirebbe pazzo.

MINICA:       Non si può più nemmeno uscire di casa, ne di giorno e ne di notte, c’è una delinquenza che fa spavento. (Entra Aita e TANA con dei fiori che aggiustano davanti alla madonnina. Suonano alla porta)

AITA:                         Vai a vedere chi è. (TANA esce dalla porta esterna)

FILIPPA:       Ci dovrebbe essere l’articolo di quello che hanno arrestato ieri

MINICA:       Dovè .. dovè dovrebbe essere questo.

FILIPPA:       Si questo è prova a leggerlo (Passa il giornale a Minica)

MINICA:       Vediamo … vediamo …. Accidenti giusto giusto sono senza occhiali. Tieni guarda tu (Fa per passare il giornale a Filippa) Ma poi è anche scritto a testa sotto

FILIPPA:       E gira il giornale dai.

MINICA:       Tieni leggi tu.

FILIPPA:       Dammi dammi ……….. si però qui con questa poca luce non è che si veda tanto. Questa risparmia anche sulla lampadina. (TANA rientra dalla porta esterna.)

AITA:                         Chi è? …. Cosa vogliono?

TANA:           (Meravigliata sottovoce) Bo ! C’è uno che dice di essere il figlio di Minica.

AITA:             Ma va, chissà che cosa hai capito. …. Ma che figlio di Minica.(Filippa guarda alternativamente Minica e Aita e TANA.)

MINICA:       (Guardandosi intorno felice e stupita) Mio … Mio … Figlio ……. Oddio … forza che mi devo aggiustare (Si alza di scatto e cerca di mettersi in ordine.)

FILIPPA:       Ma che dici se sei sola tu’. Stai calma che ti può venire qualche infarto.

MINICA:       Come sto, sono aggiustata bene ….. fammi vedere, sono pulita … Dammi il pettine per i capelli.

FILIPPA:       Dovremmo chiamare a qualcuno ….. Questa sta impazzendo. Calmati Minica …… ora ne parliamo con calma. Vieni ti porto nella sua stanza.

MINICA:       Mi devo aggiustare …… gli dovete dire che sto venendo …… mi aggiusto e torno …… (Si avvia verso le stanze seguita da Filippa. Aita e TANA hanno seguito la scena meravigliate.)

AITA:                         Ma vuoi vedere che questo è veramente suo figlio?

TANA:           Ma non è possibile …. È da 4 anni che è qui e non si è mai visto nessuno.

AITA:             Eh cara, cosa ne sai tu! Sapessi la gente quante ne studia. Magari quando vengono qui fanno finta di essere soli per evitare di pagare qualche integrazione alla pensione … Quando la pensione è tanta, vedi come si fanno vedere subito i parenti …. Stabiliscono la retta e si pigliano il resto ….. ma quando la pensione è minima, sono sempre soli così non si puo’ chiedere niente a nessuno. Lascia perdere che adesso ci penso io. Vediamo se mi posso far dare qualche piccola integrazione per la sua retta. Vai la sistemi e la porti qui, metti a posto il divano. Ma guarda a questi miserabili, si fanno vedere dopo 4 anni. Mah ! ….. (TANA toglie il cellofan dal divano ed esce. Aita va fuori e rientra con Cola e Clementina) oh …. Venga signor Cola che piacere …… venga si accomodi. (Si avvia verso il centro)

COLA:           Grazie ….. Clementina Mia moglie.

AITA:                         oh ….. piacere  … Clementina …. Accomodatevi

CLEMENTINA: Grazie ….. il piacere è mio.

AITA:             Accomodatevi prego.  (Cola fa per prendere una sedia) No .. no .. lì prego da questa parte (Li fa accomodare sul divano) Posso offrirvi qualche cosa? (Si siedono Cola in mezzo ed Aita e Clementina alle estremità)

CLEMENTINA: No grazie

AITA:                         Proprio niente niente

CLEMENTINA: Grazie Grazie

COLA:           No non si disturbi   grazie

AITA:             Ma quale disturbo! Nessun disturbo È un piacere ….. Noi sa, signor Cola, è da tanto tempo che aspettavamo una sua visita …….. la Mamma ci ha tanto parlato di lei

COLA:           Oh immagino fino all’esasperazione.

AITA:                         Che bella la sua signora ….. proprio come ce la descriveva lei.

COLA:           (Gesto di Pinocchio) Me lo immagino …. (Rivolto alla moglie) ma se nemmeno ti conosce.

CLEMENTINA: (Porta l’indice sulla tempia per indicare una persona scema)

COLA:           E magari chissa cosa le ha raccontato della nipotina?

CLEMENTINA: Certo mi figuro che cosa non le avrà raccontato della nipotina.

AITA:             oh …. Sa signor Cola …. Io non dovrei dirlo …. Ma si mette a piangere quando le viene in mente la nipotina.

COLA:           (Gesto di Pinocchio) …. E che mi dice a me …. Quando inizia a parlare della nipote, non la smette più.

AITA:                         Bravo è proprio così.

CLEMENTINA: Allora sa anche come si chiama ?

AITA:                         E ….  E  ….. certo …. Si chiama ….. si chiama ….

COLA:           Si chiama …..

CLEMENTINA: Si chiama ….. (Si danno gomitate d’intesa)

AITA:             Si chiama ….. e ….. e (Con gioia) a nipotina. Si … si …. Sempre la nipotina la chiama.

CLEMENTINA: oh …. Oh …. (Delusa)

COLA:           oh …. Oh (Idem)

CLEMENTINA: (Rivolta a Cola) Ma guarda come le cammina il cervello a questa.

AITA:             (Mettendole una mano sulla gamba) Sa, noi qui l’abbiamo trattata sempre come una regina ….. certo che con quella miseria di pensione che prende …. c’è poco da poterla mantenere bene. (Clementina si accorge della mano sulla gamba e la guarda con dissenso, Aita si accorge e ritrae la mano. Cola tenta di spostarsi verso Clementina) Potrebbe morire di fame. Ma lo sa signor Cola, noi qui non guardiamo a niente ……. Noi siamo tutti una famiglia ……. Diamo molto di più di quello che riceviamo. (Clementina si alza e comincia a perlustrare la stanza)

COLA:           L’ho già capito.                     

AITA:            E poi diamo tanto amore (Si avvicina a Cola e questi si sposta) …. Però vede signor Cola abbiamo delle regole amministrative e nel caso della sua mamma, è prevista un’integrazione alla pensione, che è veramente misera.

CLEMENTINA: Ma guarda …. Proprio tanto per gradire.

AITA:            Una cosetta da niente ….. una pura sciocchezzuola. (Si avvicina ancora a Cola e questi spostandosi cade per terra) oh … che c’è signor Cola ?

COLA:           No niente …. E che io quando sento parlare di soldi …. (Rivolto a Clementina) Soldi … Soldi … e ti pareva. (rivolta ad Aita) certo … na sciocchezza tanto i soldi cosa vuoi che siano … niente.

CLEMENTINA: Non c’è mica problema ….. basta parlare e subito Cola (Fa il gesto dei soldi)

COLA:           (Ripete il gesto dei soldi)  che ci vuole.

AITA:             Anche una semplice offerta, così una tantum.magari sostanziosa

COLA:           Più che sostanziosa (Come sopra)

AITA:                         (Con gioia) Una … una … (Entra Minica seguita da TANA)

MINICA:       Cola bello figlio mio ……….(Abbraccia il figlio)

COLA:                       Mammina.

AITA:             (Con un gesto di stizza verso TANA) Mai una volta che si può parlare di soldi in pace in questa casa. Non potevi trattenerla ancora un pò. Cosa me la porti a fare sul più bello del discorso. Andiamo dai cammina. Sembra che io ho le mani unte d’olio che appena sto per prendere dei soldi mi scivolano via. Signor Cola, ci vediamo dopo, riverisco.

COLA:           Certamente …. Dopo ….. dopo (Fa il segno di pagare)

AITA:                         Grazie …. Grazie ….. Che cuore. Signora Clementina riverisco.

CLEMENTINA: (Le fa un finto sorriso di assenso indicando con la mano Vai Vai)

AITA:                         Che cari ….. (Gioiosa esce con TANA)                   

COLA:           Mammina bella ……. Mammina mia …. (La stringe in un forte abbraccio) ….. Tanti auguri mamma …….

MINICA:       Figlio mio …… che gioia che mi dai ……. Tanti auguri anche a te di poter passare altri mille di questi giorni.

COLA:           Bella come stai (Le accarezza la testa con affetto) ……. Bene ti trovo …… qui stai come una regina …… come ti mantieni bene …… Mammina guarda cosa ti faccio vedere …… questa è mia moglie.

CLEMENTINA:Mamma ……. (L’abbraccia con affetto. Di tanto in tanto si affacciano a turno Tutte le donne finchè non interviene Aita che le fa rientrare.)

MINICA:       Che bella nuora che ho …… e come, ti sei sposato ed io non sapevo nulla. Da quando tempo che ti sei sposato ?

COLA:           A voglia è da tanto che sono sposato …. E’ da 4 anni.

MINICA:       Ma allora ti sei sposato subito dopo che mi hai portata qui ?

COLA:           Certo …. Diversamente non ti avrei portata qui, ….. Ti ho portata qui apposta perchè mi serviva la tua casa che mi dovevo sposare. Se non era per questo ti tenevo con me, …… così almeno quei due soldi di pensione che prendi me li prendevo io e non glie li facevo mangiare a questi qui. Dio solo sa come mi servirebbero.

CLEMENTINA: Mi sembra che servono anche a questi. Però altro per altro la precedenza è sempre del figlio.

MINICA:       Ma allora abiti ancora nella mia casa ?

COLA:           Certo certo che abito nella tua casa. Ti pare che uno arriva e trova una casa in affitto.

MINICA:       Allora siamo vicini (Con Gioia)

CLEMENTINA:Certo che siamo vicini …è a meno di 300 metri ……. Vicini di casa e vicini di cuore.

MINICA:       Ma io l’ho pensato sempre in tutti questi anni …….. non è possibile che mio figlio mi abbandona.

CLEMENTINA: (Cola e Clementina quando stanno seduti vicino a Minica alternativamente uno si alza e l’altro si abbassa)  Mamma  m’abbandoni ….. ma che dite ….. quando mai …. Cola che vi vuole tanto bene  …. come vi pò abbandonare.

MINICA:       Che gioia che mi date ragazzi … a sintirvi parlare così …. Cola io ho solo a te … tu sei tutta la mia vita.

CLEMENTINA:Che dite mamma ……. E’ da 4 anni che avete anche a me … adesso non c’è solo Cola ….. ora c’è anche Clementina.  (Rivolta a Cola) Sbrigati digli per i soldi.

COLA:           Sìììì stai zitta che ci penso io ……Bella mia madre …. Ah …. Sapessi quanto è duro portare avanti una famiglia ….. sapessi quanto mi manchi.

MINICA:       Vieni Cola fatti abbracciare …… non ti preoccupare ….. t’aiuto io.

COLA:           Mammina mia quanto ho sentito la tua mancanza in tutto questo tempo.

CLEMENTINA: (Prende dalla borsetta un libretto postale e due fogli di carta) … digli per i soldi.

COLA:                       Certo certo ….. Mammina mia lo sai che ti ho portato una bella notizia.

MINICA:       Davvero figlio mio! Dimmi che c’è.

COLA:           Che c’è ? … una bella sorpresa mamma!

MINICA:       Na bella sorpresa ?!

CLEMENTINA: (Spazientita) E sbrigati.

COLA:           Si mammina …. Lo sai cosa facciamo adesso … ci compriamo una casa insieme.

MINICA:       Si  che bello.

CLEMENTINA: E che bella casa  una reggia  …  3 stanze da letto, salotto grande, sala da pranzo, cucina abitabile, ripostiglio, lavanderia, 2 bagni con idromassaggio e come le case dei signori ingresso di servizio.

MINICA:       Oh … una reggia .. ma Cola come hai pututo pensare a me …. Addirittura 3 camere da letto, ne potevano bastare anche 2 … una per voi e una per me.

CLEMENTINA: Che centra. le stanze da letto sono già occupate, una noi due e una Ciccetta

MINICA:       E chi è Ciccetta ?

CLEMENTINA: (Risentita) Nostra figlia (Con dolcezza) LA vostra nipotina. Se sapete quanto o vi vuole bene ….  resta continuamente a baciare la vostra foto

MINICA:       Ah … ho anche una nipotina …. Allora sono nonna .. e quant’anni ha ?

CLEMENTINA: 3 anni, e sapete quanto è bella.

MINICA:       Io ora sto sapendo che sono nonna …. E allora sono 3 stanze una voi … una .. come si chiama … la nipotina

CLEMENTINA: Ciccetta

MINICA:       Ciccetta … e l’altra è per me (Con gioia)

CLEMENTINA: (Forte) Nooo .. siamo ancora giovani … possiamo ancora avere dei figli ….. certo che ci serve.

COLA:           Be magari all’inizio …. Finchè …

CLEMENTINA: Che dici … stai zitto …. una volta che entra chi è che la fa uscire più. Stai zitto.

MINICA:       Ma allora la casa ve la comprate voi ?

COLA:           Ma che dici mammina …. C’è la compriamo noi e con quali soldi ….. la compriamo assieme.

MINICA:       Con i miei soldi ?

COLA            Certo

MINICA:       (Risentita) Non ne ho

COLA:           Che dite mammina.

CLEMENTINA: (Sventolando il libretto) C’è li avete. C’è li avete

COLA:           Guarda qui .. il libretto postale … lo ha trovato Clementina.

CLEMENTINA: Si io l’ho trovato.

COLA:           Ma come l’avevi nascosto  bene, è da 4 anni che Clementina cerca buttando sotto sopra la casa senza poterla trovare … Finalmente 10 giorni fa l’ha trovata … Lei è peggio di un furetto.

CLEMENTINA: A me niente mi sfugge. Prima o poi tutto sotto di me deve passare.

MINICA:       Ma i libretti erano due ?

COLA:           Vero, uno era al portatore e l’ho incassato subito.  Nemmeno per darti fastidio …. Ma mammina bella questo è nominativo e ti devo disturbare per forza.

CLEMENTINA: Certamente nemmeno per importunarvi. Per darvi fastidio … l’ufficiale postale mi ha detto che mi dovete firmare questa delega … lo vedete è già tutto pronto .. certificato del medico che non vi potete muovere. E La delega già  pronta per Cola.

COLA:           Non vi dovete preoccupare di niente, c’è tutto pronto mammina … dovete soltanto firmare. Veramente  Clementina vi voleva togliere anche questo fastidio.

MINICA:       (Con ironia ) Premurosa.

CLEMENTINA: Ma certo io avevo falsificato la firma … avevo detto all’ufficiale postale che stavate male e non potevate firmare bene … ma quello schifoso non l’ha voluto accettare. Mi ha detto quando sta bene la fate firmare un’altra volta.

MINICA:       Ma allora siete venuti per i soldi ?

COLA:           Nooo … no … Ma che dite mamma. Si per i soldi,.. senti a questa.

CLEMENTINA: (S’inginocchia) Ma come vi vengono in mente queste cose. Mamma. … Siamo qui per i soldi. ma dai come potete pensare a queste cose.

MINICA:       Dammi (Prende la delega e firma) per te li avevo conservati e sono i tuoi. Questa è una visita di  50 mila euro.

COLA:           Bella Bella Mammina (L’abbraccia)

CLEMENTINA: Dai andiamo via.

COLA:           Mammina in seguito ti veniamo a trovare.

CLEMENTINA: Certo che vi veniamo a trovare

MINICA:       No .. Non c’è bisogno … tanto è inutile che cercate … soldi non ce ne sono più  … non c’è bisogno che venite.

COLA:           Che dite mamma. Ti veniamo a trovare.

CLEMENTINA: A presto signora.

MINICA:       Certo ora che i soldi ve li ho dati non sono più la mamma, sono la “Signora”.

CLEMENTINA: Dai andiamo.

COLA:           A presto mamma (Escono Cola e Clementina)

MINICA        (Resta seduta senza accompagnarli con lo sguardo. Prende un fazzoletto e si asciuga le lacrime e si lascia andare ad un forte pianto. Entra Aita)

AITA:             Ma cos’è se ne sono andati ? Ed io che dovevo finire il discorso dei soldi … Li hanno dati a te i soldi ?

MINICA:       No glieli ho dati io a loro.

AITA:                         Come glieli hai dati tu ? (Entra Filippa e Pippina)

PIPPINA:       Ma che ragazzone che hai per figlio. E che fai piangi di gioia?

FILIPPA:       Chi bella coppia che sono tutti e due

MINICA:       Proprio una bella coppia sono fatti l’una per l’altro. (sottovoce) Disgraziati.

PIPPINA:       Chi lo sa come si vogliono bene.

FILIPPA:       Ma come avevi un figlio e non ci avevi detto niente

MINICA:       Non ne ho figli io … non ho figli (Esce)

FILIPPA:       Come non ha figli? (Esce)

PIPPINA:       E chi era questo allora? (Esce)

AITA:                         Vacci a capire qualche cosa. C’è da uscire pazzi. (Entra TANA )

TANA:           Cos’è successo a Minica

AITA:             E chi ci può capire qualche cosa. Era venuto suo figlio, gli avevo chiesto qualcosa di soldi per la madre e…..

TANA:           Com’è finita …..

AITA:             E’ finita che siamo in mezzo ai pazzi.(Tana prende delle suppellettili ed esce.Entra Austinu )

AUSTINU:     oooh sta porcheria deve finire. Chi è che è entrato nella mia stanza ed ha preso i Pom Pom

AITA:                         Ma cosa mi racconti a me.

AUSTINU:     Guarda che io la soluzione la trovo subito e buona. Da ora in avanti mi chiudo la stanza a chiave.

AITA:                         Bravo a cosi la pulizia te la fai tu. (Esce)

AUSTINU:     Voglio vedere se le cose cambiano in questo modo (Con lo sguardo segue Aita che esce e si accorge che i Pom Pom sono stati usati come addobbi per l’albero di natale) Guarda dove li hanno messi  (Prende i Pom Pom. Entra Filippa)

FILIPPA:       Chi è stato a guastare l’albero.  Perché le hai prese le palle dall’albero.

AUSTINU:     Ah sei stata tu che li avevi presi dalla mai stanza. Ma quante volte vi devo dire che non ci devi entrare.

FILIPPA:       Queste sono le tue palle ? che ne sapevo io.

AUSTINU:     Voglio vedere se li hai rovinati …. No … sembra che sono buoni. Il rosso e collegato  col giallo mentre il blu è collegato col verde ecc ecc (esecuzione del gioco dei Pom Pom)

FILIPPA:       No il giallo è collegato col blu.

AUSTINU:     Ma sei cieca il giallo è collegato col rosso (Austinu esegue un paio di passaggi del gioco dei Pom Pom litigando con Filippa finchè non esce seguito da quest’ultima.Si sente bussare, entra Aita seguita da Tana)

AITA:             Oddio vuoi vedere che è ritornato Cola a portarmi i soldi. Tana vai a vedere chi (TANA esce e rientra subito sorreggendo Nina) che cosa ha ?       

TANA:           E’ drogata non capisce niente …. Non si regge in piedi, era dietro la porta.

AITA:             (Con stizza) E no bella ti avevo detto che, mettiamiala qui a sedere, potevi venire qui quando volevi, ma non in questo stato … (Entra Filippa)

FILIPPA:       Minica sta male. (Esce subito.)

AITA:             (Mettendosi le mani fra i capelli) Ma cos’è oggi (Rivolta a TANA) Vai a vedere che cos’ha (Esce TANA) è no bella tu non lo vuoi capire. Finisce che mi fai passare anche dei guai. Ti riduci in queste condizioni e mi vieni anche a casa.  (Scuote Nina ) Questa finisce che parte (Fa il segno di morte). Io telefono ai carabinieri e ti faccio ricoverare (fa per uscire)

NINA:            (Quasi gemendo) Mamma ….

AITA:                         (Si blocca di colpo, si gira lentamente)  che cosa hai detto.

NINA:                        mamma

AITA:             Si figlia bella vieni che qui c’è la tua mamma (Le si siede a fianco tenendola in braccio)

NINA:            Mamma tienini sempre stretta a te …. Non lasciarmi piu.

AITA:             Certo che non ti lascio. Come potrei lasciarti sei la mia piccola …. Mia figlia  aveva la tua età ….. Le piaceva tanto quando le accarezzavo i capelli così ….

NINA:            Mamma io ho bisogno di te …. Non mi devi abbandonare …. Non mi lasciare sola

AITA:             No no ….. non ti lascio …. Una sera l’aspettavo …. Io non riuscivo a dormire se non prima rientrava …. Aspettavo …. Aspettavo …. Poi squilla il telefono qualcuno ti dice: venga all’obitorio a riconoscere sua figlia che c’è stato un incidente di macchina. …  Non ti dicono la tua vita è finita …. Hai perso tutto …. Il mondo ti è crollato addosso …. No no …. Semplicemente c’è una piccola formalità …. Venga all’obitorio a riconoscere sua figlia.

NINA:            Mamma ho freddo ….

AITA:             (Si toglie lo scialle e la copre) Si tesoro ti scalda la tua mamma ….. Oggi la vita è così precaria … si perde così facilmente …. Diamole valore ….

NINA:            Mamma sto male aiutami ….

AITA:                         SI cara mi prenderò io cura di te ….. lo vuoi tu ?

NINA:            (Annuisce) Si …. Si … mamma salvami

AITA:                         Certo, ti manderò in una clinica, altro che comunità, vedrai che ci riusciremo.

Fine seconda parte


Terza Parte

La scena è la stessa ma impreziosita. Tutti sono vestiti a festa, vi è un andirivieni in scena continuo e veloce. Tutti sembrano Elettrizzati. Austinu è seduto in mezzo alla sala, l’unico che resta immobile. TANA è su una sedia che appende dei palloncini, rappresentante la scritta “Benvenuta”  gli altri vanno di corsa dentro e fuori, sul tavolo vi sono dei palloncini modellati che rappresentano degli animali. Peppina e Filippa sono attorno al tavolo che dipingono i contorni dei palloncini modellati.

MINICA: (Entra con un mazzo di rose cantando)

Queste rose non sono più quelle

che fiorirono un giorno per me

Queste rose son forse più belle

ma non hanno il profumo per me

Queste rose non hanno più vita

Come i sogni di mia gioventù

E’ un ricordo ogni foglia appassita

Queste rose non parlano più.

(Mette i fiori in un vaso e con la forbice taglia le foglie appassite)

TANA:           Mi passate le forbici?

MINICA:       Una forbice vuole.

PIPPINA:       La prendo io (Esce di corsa)

FILIPPA:       Ma che deve trovare questa! meglio se ci vado io (Esce di corsa)

PIPPINA:       (Entra ed esce di corsa) Si può sapere dov’è questa forbice ?

FILIPPA:       (Idem come Peppina) Ma dov’è che l’avete messa questa forbice ?

MINICA:       (Agitando le forbici) Vi sbrigate a trovare la forbice. Meglio se ci vado io (Esce Minica rientrano Pippina e Filippa)

PIPPINA:       I fantasmi ci sono in questa casa.

FILIPPA:       Altro che fantasmi qui perdono tutto. Questi prima o poi perdono anche la testa (Escono Pippina e Filippa entra Minica)

MINICA:       Ma com’è possibile, forbice da non potersi trovare ?

AUSTINU:     (Prende la forbici dalle mani di Minica)

MINICA:       Ma come, avevi la forbice in mano e non dicevi niente ?

AUSTINU:     Si vede che sono diventato rimbambito (Passa la forbice a TANA)

MINICA:       No sei rimbambito tutto.

TANA:           Grazie. (Entrano Pippina e Filippa)

PIPPINA:       Se può andare bene io ho questa piccola.

FILIPPA:       Buttala questa che non taglia nemmeno, qui c’è la mia. …. Ah ma l’avete trovata (Entra Aita).

MINICA:       (Rivolta a Filippa) Ma come mai cammini ancora zoppicando ?

FILIPPA:       Ma che non lo sai che ho un ferro lungo così (Indica la lunghezza del braccio) nel femore.

MINICA:       Ma non lo hai tolto con l’operazione che hai fatto due mesi fà ?

FILIPPA:       (Fa qualche passo come camminando in equilibrio) E’ vero ora posso camminare bene, Pippina guarda commino bene. (Entra Aita)

AITA:                         Prepariamo prepariamo, dobbiamo farle un’accoglienza da regina.

PIPPINA:       Ma Nina è una regina

FILIPPA:       Perdavvero, quando è venuta l’uttima volta sembrava una regina. Di Nina di una volta non ha più niente. Come si è fatta bella.

AITA:             Gran Dio come può canbiare così una persona da un anno all’atro. Era ridotta uno straccio guarda ora cosa è diventata. Però tutta quest’elettricità che avete stamattina … tic spegnetela ….. Comportatevi normalmente, forza andate a fare le vostre cose come se nulla fosse. Se no finisce che la mettiamo a disagio.

PIPPINA:       Speriamo che arrivi presto (Esce)

FILIPPA:       Non vedo l’ora di vederla (Esce)

AITA:                         Il rinfresco è già pronto.

TANA:           Certo che è tutto pronto. (Escono Aita e TANA)

AUSTINU:     Fuggi, corri, scappa … sono tutti infuocati oggi ….. ed io questo fuggi corri e scappa c’è l’ho qui dentro (Si batte il petto. Entra Aita)

AITA:                         Oh Austinu scusa non mi ero accorta che eri qui.

AUSTINU:     Eh ormai è da un paio di mesi che sono diventato trasparente.

AITA:             Ma nooo Austinu che dici …. E’ da tanto tempo che io ti vorrei parlare. Mi sembra come se hai qualche cosa che ti assilla, forza parlane con me.

AUSTINU:     Sembra che mi sta cascando il mondo addosso. Dovrei essere contento che ritorna Nina. Ma non è così. Io sono suo padre e che cosa ho fatto ?  Fiasco …. Ora arriva e mi dice “ Io non ho padre”  ed ha ragione.

AITA:             Ma che dici Austinu, glie lo faremmo capire noi i sacrifici che tu hai fatto. Vedrai che lo capirà.

AUSTINU:     Credimi Aita per me Nina è tutto …. Le voglio bene più di qualsiasi cosa. Io non ho nessun risentimento per tutti questi anni di tragedie. Ma ora c’è questa prova terribile mi accetta come padre o mi rinnega ?

AITA:             Ma dai non dire stupidaggini. Col tempo. certo ci vuole tempo …. Ma vedrai che col tempo capirà.

AUSTINU:     Eh … col tempo …. col tempo. (Con ilarità) Tanto sono ancora ragazzo

AITA :            Certo che per te non è un problema. Vuole o non vuole tu sei suo padre …. Ma per me ? …. Io le voglio bene come ad una figlia ed ora cosa farà quando arriva ? Accetta di stare qui con noi ?

AUSTINU:     Che vuol dire tu sei meglio di una madre per lei. Vuole o non vuole deve capirlo per forza  tutto quello che hai fatto per lei.

AITA:             Ho fatto quello che era giusto …. Era un dovere per me …. E non devo pretendere niente.

AUSTINU:     E invece è giusto che pretendi. (si dirige verso l’uscita) Lei ti deve rispettare come una mamma. (Esce. Entra Minica)

AITA:             (Riflessiva) No …. Questo no. Io vorrei soltanto che mi desse la possibilità di farsi voler bene come ad una figlia (rivolta a Minica) A che ora arriva l’aereo ?

MINICA:       (Prendendo un biglietto dal reggiseno) Mi disse alle tre. Qui è scritto. Arrivo ore 15.

AITA:                         Fammi vedere (Le prende il biglietto) ma questo è 3 non è 5 ….. arrivo ore 13.

MINICA:       Questo è 5.

AITA:                         Chi è andata ad informarsi ?

MINICA:       Filippa e quando me lo ha dato mi ha detto che arrivava alle 3.

AITA:                         Filippa, Filippa (Chiama forte. Entra Filippa)

FILIPPA:       Chi c’è ?

AITA:                         A che ora arriva l’aereo ?

FILIPPA:       Le ho dato il biglietto a Minica.

AITA:                         Questo ?

FILIPPA:       Si

MINICA.       E quando me lo hai dato mi hai detto che arrivava alle 3 ….. invece arriva all’una.

AITA:             Oddio è già arrivata …. Mamma ora si perde …. Austinu andiamo a prenderla (Esce Aita. Entra TANA con una bottiglia e un paio di bicchieri in mano).

FILIPPA:       (Resta immiabile parlando, senza che nessuno l’ascolta, per giustificare l’errore) No… perchè …. Non è possibile che mi sia sbagliata.

TANA:           Cos’è stato ? Che cosa è successo ?

FILIPPA:       Sembrava 5 preciso. Anzi 5 che assomiglia a 3.

MINICA:       Cos’è successo ? Che Filippa ne ha combinata ancora una delle sue.(Entra Pippina)

FILIPPA:       Ah … ora la colpa è mia. È colpa tua. Tu dovevi leggerlo bene.

MINICA:       Ma certo, devi essere sempre la solita tu. La colpa è tua e basta.

PIPPINA:       Basta cosi (Entrano velocemente Austinu seguito da Aita)

AUSTINU:     Accidenti la giacca. (Ritorna velocemente indietro)

AITA:             Accidenti la borsetta (Ritorna indietro. Riescono velocemente Austinu mentre si mette la giacca. Per riuscire dalla porta che va fuori.) Stiamo ritornando. Stiamo ritornando.

TANA:           Oh .. Per favore cerchiamo di stare con i piedi per terra (Lascia la bottiglia e i bicchieri sul tavolo ed esce.)

MINICA:       (Rivolta a Filippa) Senti bella se succede qualche cosa guai a te ….

PIPPINA:       vero vero è.

FILIPPA:       Oh..  bella non cominciamo a sentenziare colpe a destra e a manca. E’ colpa tua e basta.

PIPPINA:       vero vero è.

MINICA:       Ognuno si deve prendere le sue responsabilità. Tu ti sei sbagliata.

PIPPINA:       vero vero è.

FILIPPA:       Ma quale responsabilità …. Vai vattene. Togliti da mezzo ai piedi.

PIPPINA:       vero vero è togliti.

MINICA:       Vedi che io ti rompo la testa. (Prende un palloncino e lo agita come clava)

FILIPPA:       Oh … Smettiamola se no la testa te la rompo io (Prende un palloncino e le dà un colpo in testa)

MINICA:       Ahi! Ma che sei matta. Guarda che io t’ammazzo (I due cominciano a battersi con i palloncini colpendo anche Pippina)

PIPPINA:       Ahi … E chè ve la prendete con me ? Adesso ve lo faccio vedere io.  (Prende un palloncino e comincia a picchiare anche lei. Entra Tana)                                     

TANA:           Ma che fate siete matte. Basta smettetela.

FILIPPA:       Lei ha cominciato.

PIPPINA:       Mi ha fatto male. (Piagnucolando e tenendosi la mano in testa)

MINICA:       Lei è stata a farle male.

TANA:           Dai che non è niente.

PIPPINA:       Si niente. Mi ha fatto male.

TANA:           Vieni che ci mettiamo un pò d’acqua. (Escono Tana e Pippina).

FILIPPA:       Spettacolosa che è questa.

MINICA:       Dio ci scanzi e liberi. Appena uno la tocca sembra che si rompe.

FILIPPA:       E’ proprio una cosa nera.

MINICA:       Poi per fare la ruffiana è la prima.

FILIPPA:       Bi!! … non puoi dire niente davanti a lei …. Che subito riporta.

MINICA:       Per favore di questi amici non ne vorrei avere.

FILIPPA:       Non sai mai da chi guardarsi.

MINICA:       E’ anche traditrice. Se puo’ ti pugnala alle spalle.

FILIPPA:       Che mi dici a me. Lo so bene con che personaggio abbiamo a che fare.

MINICA:       Dio ci scanzi e liberi dei voltagabbana.

FILIPPA:       Propriu ti fa una faccia davanti e una di dietro.

MINICA:       Bi … è la prima ipocrita del mondo. (Entra Tana soffermandosi ad ascoltare i pettegolezzi dei due)                        

FILIPPA:       Propio, è capace di cambiare la realtà da così a così. (Fa il gesto di capovolgere la mano. Si accorge di Tana, imbarazzata cambia tono) Che cosa ha Pippina ?

TANA:           Ma niente. voi dovete cercare di andare d’accordo. è tanto brava (Continua a mettere a posto la stanza)

MINICA:       Per davvero poverina è un pezzo di pane.

FILIPPA:       Vero è …. Qualsiasi cosa che uno le chiede è sempre disponibile.

MINICA:       E’ di una generosità dell’altro mondo.

FILIPPA:       E’ già poverina mai una volta che ha una contrarietà. Le va sempre tutto bene.

MINICA:       Ha sempre una buona parola per tutti.

FILIPPA:       Fossero tutti come lei, nel mondo ci sarebbe soltanto la pace.

TANA:           Brave così vi voglio sentir parlare. Almeno adesso che arriva Nina trova un ambiente sereno.

MINICA:       Ma io ho come un brutto presentimento. Questa, quando viene finisce che con noi non ci vuole restare. Potrà dire “ma io non posso mica  stabilirmi qui con questi vecchi ?

FILIPPA:       E ti credi hai ragione. Noi sembra che stiamo aspettando il bambino gesù e lei non ci pensa minimamente di restarsene qui con noi.

MINICA:       Giustamente i giovani vogliono restare con i giovani.

TANA:           Ma no !!! …. Cosa dite voi per lei potreste essere come tante nonnine. (Entra Pippina tenendosi un fazzoletto bagnato in testa)

FILIPPA:       Bello certo la coccoliamo come una nostra nipotina. Ma mi sembra che noi parliamo e speriamo e lei non pensa minimamente a noi.

MINICA:       E’ vero (Si accorge di Pippina) Pippina. che c’è ? ti sei fatta male ? (Minica e Filippa guardano la testa di Pippina)

FILIPPA:       No niente cihai, stai bene. (Tana esce)

PIPPINA:       A momenti mi rompevate la testa.

MINICA:       La colpa è di Filippa.

FILIPPA:       ah … certo ora di tutto quello che succede la colpa è mia. Ma stai zitta va.

MINICA:       Guarda che oggi non mi voglio arrabbiare.

FILIPPA:       E allora se non ti vuoi arrabbiare …. Zitta …. (fa il segno di stare zitti)

MINICA:       No …. Io parlo …. E parlo finchè voglio.

FILIPPA:       (Prende un palloncino e comincia a picchiare Minica) Parla. Parla. Che ti metto a posto io. (Entra Nina e silenziosamente resta sull’ingresso)

PIPPINA:       (Si accorge della presenza di Nina e fa segno a Filippa e Minica)

FILIPPA:       (Imbarazzata) Le stavo togliendo la polvere.

PIPPINA:       Si la stava pulendo.

MINICA:       Mi stava pulendo, e mi puliva per bene ? (Sorridendo e andando verso Nina) ero tutta sporca. Ciao Nina. (Nina saluta Minica, Pippina e Filippa. Entra Tana)

TANA:           Ciao Nina (Si abbracciano) come va ? ….. sei venuta in taxi vero ?  Aita e Austinu son partiti in ritardo …. Ma adesso staranno per tornare indietro.

NINA:            Ma che bella accoglienza. … Che carini che siete tutti.

TANA:           Be …. Qualche cosuccia.

MINICA:       Però noialtri siamo avviliti.

NINA:            Avviliti e perchè ?

FILIPPA:       Stai zitta. Ci vuole tatto nel dire le cose.

PIPPINA:       Vero vero è.

FILIPPA:       Glie lo dico io.

MINICA:       No. Io …. Siamo avviliti.

FILIPPA:       Zitta. ma guarda sta prepotente. Ti ho detto che ci vuole tatto nel dire le cose.

MINICA:       Siamo …

FILIPPA:       Siamo avviliti perchè tu qui con noi non ci vuoi stare.

MINICA:       Alla faccia del tatto.

FILIPPA:       E diciamo pane al pane e vino al vino. Tu sei giovane e a noialtri nemmeno ci consideri perchè siamo grandi.

MINICA:       Tatto su tatto.

NINA:            Ma no !! …. Che dite voi siete le mie nonnine certo che resto qui (Abbraccia Pippina che le è vicina)

PIPPINA:       Perdavvero ?

MINICA:       Bello lo vedete che vi dicevo io. Nina resta con noi, è la nostra nipotina.

FILIPPA:       Certo che vi dicevo io ….. noi per Nina siamo le nonne.

PIPPINA:       Si però io vorrei essere la nonna paterna.  Fare la nonna paterna mi piace di più.

NINA:            Va bene sei la nonna paterna.

MINICA:       Guarda a questa cosa pretende.  La nonna paterna la dovevo fare io.

FILIPPA:       Avanti sei arrivata tu ora. altro per altro tocca a me e non so se sono ancora in tempo a farla io.

PIPPINA:       Ti faccio vedere dov’è la tua stanza.

NINA:            Ma certo grazie.

TANA:           Adesso l’accompagno io (Entra Austinu e Aita)

AUSTINU:     Meno male che è qui. Nina …. Bella  ciao.

NINA:            Ciao papà (Si abbracciano)

AITA:                         Nina bella (Si abbracciano)

PIPPINA:       (Ad Austinu) Austinu resta con noi. Noi siamo le nonne ed io sono la nonna paterna … (Mentre esce saltellando) Sono la nonna paterna …. Io sono la nonna paterna.

MINICA & FILIPPA: Si a te buona te la faccio fare. La nonna paterna la faccio io. (Escono inseguendo Pippina)

AUSTINU:     Lo senti Aita che ti dicevo io resta con noi.  Certo chi resta  con noi che ti dicevo io.

(Austino e Nina si siedono sul divano)                                

NINA:            Papà io so tutto il dispiacere che ti ho dato ….. quanto hai sofferto per me ….. vorrei che riprendiamo da capo. Da quando ero la tua piccola. Da quando avevo 15 anni.

AUSTINU:     Ma certo tesoro   che vuole dire,  sei la mia piccola.

NINA:            (Alzandosi rivolta ad Aita) Aita io mai potrò ricompensarti per tutto quello che hai fatto per me.

AITA:                         Ho fatto il mio dovere ….. quello che dovevo.

NINA:            No hai fatto molto di più, hai fatto solo quello che una mamma sa fare …. So che hai perso una figlia ….  Un vuoto così grande sembra incolmabile … io … io vorrei provare a riempirlo …… Vuoi farmi da mamma ?

AITA:             Tesoro … ma certo …. Io sarò la tua mamma …… (L’abbraccia) ….. Lo vedi Austinu che ti dicevo io  …… Lei per me è una figlia ….. ed io per lei sono come la mamma.

AUSTINU:     Ma certo che vuol dire, qui siamo una grande famiglia.                              

AITA:                         (Piroettando gioiosa) In questa casa si deve fare una settimana di festa per Nina.

NINA:            No grazie …. È bene che viviamo la vita di tutti i giorni.

AITA:             Dobbiamia festeggiare, tu hai vinto una grande battaglia …. La droga è un mostro terribile.

NINA:            Si io ho vinto una grande battaglia …….. e gli altri ???????.

Sipario