ANTIGONE
di
Paola
Ponti
In scena una colonna greca e della sabbia a terra. Le luci sono molto soffuse.
Entra Antigone. Raccoglie della sabbia e la lascia cadere lentamente dai pugni
chiusi.
Mia compagna terrena, creatura fraterna. Io non altro che dolore, delitto,
disprezzo, infamia, ho veduto fin qui. (raccoglie dell'altra sabbia e
ricomincia a farla cadere dalle mani) Potevo io, per paura di un uomo,
dell'arroganza di un uomo, venir meno a queste leggi davanti agli dei? Morire
adesso, prima del tempo, è un guadagno per me.
Va in proscenio. Si rivolge al pubblico.
Chiunque vive tra tante sciagure, queste in cui vivo io, come potrà non
ritenersi fortunato, contento, se muore.
Si blocca impallidita. Ha visto qualcuno entrare in sala. Pausa. Poi ricomincia
a parlare ma con un filo di voce.
Non potrà che ritenersi fortunato. Subire la morte… quasi non è un dolore per
me che… -
Si blocca.
Scusate. Ho avuto un… mi sono distratta, ho perso… Un'amnesia, scusate,
ricomincio. (alza lo sguardo alla cabina regia) Dall'inizio.
Ritorna in quinta, intanto cala il buio. Aspetta un po' poi entra. Si
riaccendono le luci, sempre soffuse. Antigone raccoglie della sabbia e poi la
lascia cadere lentamente dai pugni chiusi.
Silenzio.
Un lungo silenzio in cui si coglie quanto tenti di prendere l'iniziativa di
parlare, ma come una morsa alla gola la blocca. Poi comincia a parlare pensando
con accento alle parole che dice.
"Mia… -compagna -terrena, creatura- fraterna."
Si blocca di nuovo. Immobile, sguardo a terra. Le viene quasi da piangere
dall'imbarazzo.
Scusatemi. E' solo che… (si blocca dal magone. Pausa. Poi riprende di colpo
forza e coraggio) Ce la faccio. (sorride imbarazzata) Adesso ce la faccio,
giuro.
Alza la testa verso la cabina regia.
No, senza buio, partiamo da qui, grazie.
Antigone volta le spalle al pubblico. Pausa. Con un filo di voce, disperato.
Ti prego, Vanessa, vattene.
Lentamente riesce a voltarsi e a cercare nel pubblico la faccia che aveva visto
prima.
Fino a qui sei venuta. Ti prego, lasciami lavorare, esci da questa sala, te lo
chiedo per favore. (la cerca con lo sguardo) Lo so che sei ancora qui. Signori,
vi chiedo… mi dispiace moltissimo, mi prendo la responsabilità di tutto quello
che… se avete pagato il biglietto, non so, io- Ti sto supplicando Vanessa, non
ti basta?!! Mi vedi in che situazione sono?! Fammi vedere che esci da quella
porta, altrimenti io non ce la faccio.
Non succede nulla.
Ti prego.
Non succede nulla.
L'avevi promesso. Saresti sparita, l'avevi promesso, accidenti, non ti saresti
mai più fatta vedere. E adesso d'improvviso mi perseguiti? Io non ti voglio
parlare, non ti parlerò mai più. Perché non lasciamo perdere questa farsa delle
amiche ed usciamo da questo imbarazzo… (le si spezza la voce) Per una volta, abbi
pietà di me. Fallo almeno per questi signori.
Pausa.
(Si fa dura d'improvviso)Va bene, come vuoi, io non mollo questa volta, l'ho
giurato a me stessa, non mollo questa volta: (cercando di essere seria
affrontando la situazione di petto) Signori, vi chiedo scusa, ma io non posso
fare lo spettacolo. (si china al pubblico, saluta) Vi chiedo scusa, mi
dispiace, non so come funziona adesso, se avete pagato dei biglietti, vi
rimborseranno, ve li ridò io, non so, (isterica:) COMUNQUE NON E' PER "LA SALUTE
CAGIONEVOLE"!!! Hai veramente un bel coraggio, guarda, hai veramente un
bel coraggio! E' sempre così, più le dici grosse le palle, più ti credono! Se
vuoi che la maggior parte delle persone ti creda non devi raccontare una palla,
la devi raccontare colossale, così puoi stare certo! Dovevi fare il politico,
guarda! Saresti stata meraviglisosa! Più grosse le racc- (al pubblico) Io non
so davvero più come chiedere scusa, questa sceneggiata… vi giuro che non mi è
mai successo niente di- (di nuovo isterica:) E' CHE TU LA ESASPERI LA GENTE!!
"Salute cagionevole", tu sei un virus vivente! ESCI DI QUI, SPARISCI!
Tanto tu in casa mia non ci metti più piede, è chiaro?! Tu la gente la mandi al
manicomio! Io non comincio: non si è ancora capito? Io mando all'aria tutto, mi
prendo la responsabilità di qualunque cosa, ma non comincio! Ti è chiaro?
Tanto…guarda, vedi… ultimamente con gli spettacoli teatrali che si vedono in
giro, (al pubblico) uno è quasi graziato ad assistere a un fuori programma di
questo tipo. Dico bene?
Anzi, vi potrei raccontare un paio di cosine della mia cara amica Vanessa che
sono anche più teatrali di Antigone, che poveretta, almeno delle sfighe vere ce
le aveva. Tu che c'hai? Eh? Che cos'hai da lamentarti, sempre? Sono diec'anni
che mi devasti l'esistenza! Io non ne posso più. Oh!, non c'è stato un giorno,
uno dico, che tu ti sia svegliata e abbia detto "Ah però, oggi mi sento
bene!" Mai! Io sono veramente esaurita. Non si vede? IO NON CE LA FACCIO
PIU'!!
Pausa. Si rende conto che non può più reggere questa situazione. L'imbarazzo
per lo sfogo è enorme. Pausa.
Brava però, eh? La pazza sembro sempre io alla fine. Non… (alza di nuovo la
voce come a parlare a Vanessa nascosta da qualche parte) lo zombie perenne,
tutta occhiaie, termometro, aerosol, sguardo appassito e voce morente!!! E'
sempre malata, tutti i santi giorni, ma come è possibile che è sempre malata
lei?!
Pausa.
(disperata) E IO MAI! (pausa) Io mai, io non mi ammalo mai. Ma proprio a me
doveva toccare tutta sta salute? Già non scegli di nascere, non potresti almeno
scegliere di essere… cagionevole? Per esempio, perché i miei fratelli sì e io
no? E non bastavano loro da piccoli, no, ci si doveva mettere pure lei! Sempre
a letto stavano quelli. E la pertosse, e la varicella e l'acetone e il morbillo
e la scarlattina oh, ogni cinque minuti ne avevano una! E io? (pausa) Giocavo a
Subbuteo. Da sola. (ironica) Bello giocare a Subbuteo da soli, niente da dire,
è proprio un gioco che "ti prego fammi giocare da sola!". E superata
la crisi dell'infanzia, chi ti dovevo incontrare? Il virus vivente! Che poi
servisse a qualcosa! Niente, a me non attacca niente! Non mi si attacca, non
c'è niente da fare, sono virus-repellente! Mia madre, poveretta, ci ha anche
provato: mi chiudeva a chiave in stanza con i miei fratelli per farmi
contagiare… "Così poi ti vengono gli anticorpi e diventi forte
forte."
Sono già diventata un'enorme anticorpo, mamma, non mi vedi, un enorme
invincibile anti-corpo! Non piglio più niente! Giusto la rosolia perché ti
facevano la puntura a scuola, quella… qui sul braccio. Sai che soddisfazione,
lì al massimo ti chiedevano "Tesoro, fai vedere, ti hanno fatto la bua al
braccino?" Tu alzavi la manica, un bacetto, ed era finita lì. Mi ricordo
benissimo, un bacetto ed è finito tutto. (ironica) E quegli altri due stronzi
dei miei fratelli? A letto tutto il giorno, sorridenti sotto le coperte, pieni
di regali, cioccolata, carezzine. E mia madre: "Ma no tesoro, è solo
perché sei la terza, sono più forti i bambini che vengono dopo!" Neanche la
postazione di nascita si può scegliere! E poi basta con sto forte! E' tutta la
vita che mi massacra la mia forza!, basta, io non ce la faccio più!
(Pausa. Poi come un consiglio al pubblico) State attenti ai bambini, se serve a
qualcosa questa serata che oramai è andata a farsi benedire, è almeno per
dirvi: state attenti ai bambini, curateli! Per carità di Dio, sempre lì per
terra, nella polvere, a toccare qualunque cosa, altroché "così vengono gli
anticorpi!": Non se ne liberano più! (Pausa) Come l'altro giorno, al parco
una bambina, tutta per terra a giocare nel fango, che si metteva in bocca di
tutto… Gli ho fatto una pezza ai genitori! (Pausa) Non m'hanno mica scambiato
per salutista?! (dà un'occhiata nel pubblico, per tener d'occhio Vanessa, poi
riprende. Con sufficienza) I salutisti poi, tante storie…per cosa? Per morire
sani? (riguarda nel pubblico, le sembra di aver visto qualcosa) Signora, mi
scusi non è che potrebbe piegarsi un attimo… Ah, no, niente… Grazie, no, mi
sembrava di aver visto Vanessa… Grazie, scusi. (torna a sé) Chiedeva scusa lei,
si vergognava... è giusto che ti vergogni! Tutte le fortune hai avuto!
(Pausa) Se avessi continuato almeno a giocare a tennis… tutti che urlavano al
miracolo "Una piccola rivelazione!". Ero brava, ero proprio brava,
credo, o almeno così dicevano. Sei anni di agonismo… invincibile, persino gli
uomini battevo. (sorride al ricordo) I miei fratelli erano malati però io
giocavo a tennis. Mi sono fatta anche dei viaggi bellissimi, pure in Giappone
mi hanno portato. E trattata come una star… ero sempre la più piccola di tutti…
Poi è finita.
Pausa.
(fa il verso alla voce della madre) "Vai, vai nella stanzetta coi tuoi
fratelli, che se non le fai adesso le malattie, poi da grande sarai sempre
malata." (pausa) Sono trent'anni che aspetto! Mi fosse venuta
un'influenza!! (cerca di nuovo con lo sguardo Vanessa nel pubblico) E tu
invece? Che hai fatto tu in più di me per meritarti tutte quelle malattie? Dove
sei? Fatti vedere, che vedano tutti che faccia ha una come te! E smettila di
chiamare tanto non ti rispondo. Io non ti voglio più vedere neanche in
cartolina!
(Pausa, si calma. Mugugna come una bambina) E poi non è vero che non faccio
niente per migliorare la mia situazione. Quest'inverno allora? Avevo trovato
una soluzione. Non è colpa mia se poi è arrivata l'estate. (spiega per il
pubblico) Quest'inverno usavo il balcone. Levavo calze e scarpe e uscivo a
piedi nudi sul balcone. Tre-quattro gradi sotto zero, bastavano pochi minuti e
per qualche giorno ero a posto. Sono andata avanti un paio di mesi, non era
niente male. Solo che poi il mio vicino di casa mi ha visto e il giorno dopo
ero seduta dall'analista. (stupita) Bravo, però, non c'avevo mai pensato, mi ha
convinto subito. "Tu hai bisogno di un medico". L'ha ripetuto un paio
di volte… Purtroppo però ho resistito pochissimo. Dall'analista, dico. Anche
lì, ti pare che io possa essere come tutti gli altri? Niente!: mio padre non mi
ha mia violentato, e neanche volevo sposarlo, mia madre non mi picchiava, i
miei fratelli non mi spogliavano, in casa non avevamo pedofili né alcolizzati
né sodomiti…-almeno, credo… Beh, zio Tony la faccia da sodomita… no, ma lui è
morto prima che nascessi, non conta…Comunque, ho troncato subito, perché ho
pensato, visto che a me di 'traumi' non ne trovano, sta a vedere che mo se li
inventano - tanto per giustificare centomila a seduta - e domani mattina mi
sveglio e mi ritrovo lesbica. No no no, non fa per me!, non è una malattia
quella. (le viene il dubbio, chiede conferma) Non lo è, no? O sì? No, a me pare
che… Comunque! Visto che è arrivata l'estate, il balcone non serve più. E
quindi neanche l'analista, e il vicino dorme sonni tranquilli.
Pausa. Scrolla la testa.
Però è veramente un'ingiustizia. A voi vi sembra giusto? Vi pare giusto che si
decida tutto nei primi cinque anni? Proprio negli anni in cui non conti un
cazzo. In cui sei lì come un ebete, pendi dalle labbra del primo stronzo che ti
passa davanti, e se uno di questi ti strapazza un po' troppo, o ti dimentica
all'uscita dell'asilo, tu resti rovinato per il resto della vita!? Ma a voi
pare possibile? Ma è un'allucinazione! E poi come lo decidi a tre anni se di
quelli che hai davanti ti puoi fidare o sono solo degli emeriti dementi, magari
sadici o psicopatici? Eh? Come lo decidi? Cioè, ricapitoliamo: Vieni al mondo
quando lo decide qualcun altro, nasci che sei un… un niente, senza nessun
criterio di giudizio, in più sei completamente in balia di qualunque evento
perché non sei in grado di fare un accidente, in più di solito nessuno capisce
niente di quello che chiedi e al primo tentativo di esprimerti con un vagito,
ti sparano in bocca il ciucio o una tetta, quando magari avevi mal di pancia,
"basta che taci!", e in questi primi fantastici anni, si dovrebbe
decidere tutto quello che sarai per il resto della vita?! No, dico, ma vi pare
sano? (pausa)
Per forza che….: Quando nasci che fai? Cos'è la prima cosa che fai? (pausa)
Piangi come un ossesso! Deve essere una specie di preveggenza!
Pausa. Si fa triste.
E perché i tuoi genitori dovevano essere salutisti-ecologisti-vegetariani, così
adesso tu puoi riesci a star male quanto ti pare, e i miei invece dovevano
essere maniaci degli anticorpi? E noi tre, nei rari momenti in cui quegli altri
due dei miei fratelli mi facevano l'onore di alzarsi dal letto, giù a giocare
tutti insieme in cortile. E terra e sporco e fango e evvai!, che la bella
discarica dell'infanzia ti si incrosta bene addosso e puoi passare tutto il
resto della vita a tentare di scollarla!
Pausa.
E poi non è vero che ti ho odiato subito. All'inizio ti veneravo. Tutte quelle
malattie diverse… come fa, pensavo sempre, ad avere tutta quella forza, quella
fantasia… poi hai cominciato con quelle di testa e non c'ho visto più! Perché
quelle potevo inventarmele anch'io, e dai su!
L'anoressia! Che ci vuole? Capisco l'epatite e la mononucelosi, lì ci vuole già
più pratica, passi anche il fuoco di Sant'Antonio, infatti ho pensato:
"Beh, è brava, c'è da dire che è brava", anche per le ragadi anali,
bisogna riconoscere una certa forza ma l'anoressia! Adesso tu dimmi se hai il
coraggio che l'anoressia non te la sei cercata apposta per farmi sentire una
merda!
Certo che mi rodeva il culo! Quella ha come effetto collaterale che diventi un
pezzo di gnocca paurosa!
E' perfetta: dura una vita, diventi pure misteriosa, quel sorridente ammaliante
che "se appena appena ti giri…", però fingi di amare tutti, e allora
tutti ti amano, tu in realtà li vorresti vedere tutti morti ma questo non
importa, instauri un fantastico senso di colpo in chiunque e così te lo tieni
ben incollato per tutta la vita… "Ah com'era carina però… sempre
sorridente, nonostante fosse tanto malata…" Quanto possono essere fessi
gli uomini?! Sempre quelli delle altre, però. Poi!: ti vengono delle gambe da
airone…, un po' spigolose, ma lunghe!, sei alta uno e trenta?, ma sono lunghe!
ti cade un po' la tetta devo dire, ma vuoi mettere? dormi quindici ore a
giorno… ti svegli che quasi sempre è già pomeriggio, poi delle volte hai
talmente tanto mal di testa, che… che fai? Ritorni a letto.
(Pausa) E ti pare che ci riuscivo io? Niente. Oddio niente, fino alle sette non
ero male, eh. No no, niente male. Beh, mi aiutavo bevendo sette, otto litri di
acqua al giorno, però niente male. A parte che, quando uscivo, avevo
un'autonomia di mezz'ora, quaranta minuti, poi se non trovavo un bagno me la
facevo addosso, però brava. Non mangiavo niente. Dopo le sette: lo sfascio
totale. (Pausa) E perché? (pausa) Boh. Sfiga!
Pausa.
Però vedi, tutte balle che non lo facevi apposta, perché poi, mi ricordo
benissimo, appena io mi sono rassegnata, pensando che almeno tu ti privavi di
quella meravigliosa gioia della natura che è la Nutella, che hai fatto tu? Eh?
Che hai fatto? (aspetta un attimo) Sei diventata bulimica! E una non si deve
incazzare?
Ma perché devi arrivarci sempre per prima? Ma sarò cretina? Ma dove vivo? Che,
non mi sono mai guardata in giro? Ai ristoranti, l'80 % delle donne tra i venti
e i trentacinque, dopo cena, subito prima del caffè, che fa? Ma va in bagno,
no!
Pausa.
Comunque quello è stato anche un bel periodo, devo ammetterlo. Mi sono detta:
visto che non faccio altro che pensare ai dolci, zitta, zitta, che stavolta ci
sono. Ne posso strafogare quanti ne voglio, perfetto, no? Poi se il problema è
solo serale, posso pure mischiarle. Non è che una ti priva dell'altra. Chi l'ha
detto? Sto anoressica fino alle sette di sera, poi quando mi viene la crisi,
tac!: entra la bulimia. E' fatta! Anoressia, anoressia, anoressia, TAC
BULIMIA!, anoressia, anoressia, anoressia, BULIMIA!, anores… (Le passa
l'entusiasmo) Ma non è così semplice. C'è un piccolo inconveniente: Devi…
vomitare. Quando hai gli attacchi di bulimia, che poi diventano sempre più
frequenti, visto che per ovvie ragioni è molto più divertente dell'anoressia,
devi… vomitare. Se no diventi una botte. Sarai anche malata, ma diventi un
cesso, quindi devi vomitare. Bene: Io…, non so, vomitare. (si incazza) Esatto,
io non riesco a vomitare! Naturalmente non mi è mai venuto l'acetone da
bambina, e a trent'anni io non so ancora vomitare. Posso mettermi in gola non
due dita, duecento dita!, la mano, il braccio, il gomito, anche quello del
vicino: NIE-NTE! Proprio proprio a esagerare giusto un po' di saliva con
attaccato qualcosa! (Pausa) E' sfiga, non c'è niente da fare, è sfiga. Sì, perché
anche quella era perfetta. Fattore principale e necessario: Ti porta via un
sacco di tempo. Ora che vai a comprare la roba - magari delle cose te le cucini
pure - poi ti mangi: (molto seria) 2 etti di pasta, dieci broches alla crema,
dieci magnum double, un paio di pacchetti di patatine -giusto per alternare
dolce e salato se no ti viene la nausea e non butti giù più niente -, un
vasetto di Nutella con tre panini e altri sei-sette panini pucciati in una
scodella d'olio, beh, cazzo, ne è passato di tempo!
(scrolla la testa) Ma nella vita non ti regalano niente, no? (pausa) E tu? Ti
pare che mi insegnavi qualcosa! NOO, stava lì lei! con quella faccia, quella
vocina di 'chi soffre tanto, pora stella…!': "Ma tu sei pazza, guarda che
è una malattia tremenda! Tremenda! Stai malissimo! Non vivi più" (Pausa)
Interessante: e come mai, scusa se forse sono un po' invadente, ma la domanda
mi sorge proprio spontanea, come mai allora se è così tremendo, tu vai avanti
così da sette anni?
"E' una vera e propria dipendenza!… ma và và! Dipendenza! Adesso uno non
può smettere di mangiare e vomitare mangiare e vomitare, mangiare e vomitare…
Dipendenza? Te la faccio passare io! Vieni, vieni, ti prendo in cura per un
paio di giorni, sotto stretta osservanza, ti passa tutto. Dopo un paio
d'attacchi di divorazione, prova a non vomitare, come io non sono riuscita mai
a fare neanche per una volta, prova a non riuscire a vomitare intanto che 18
ussari ti ballano incazzosi tra pancreas e intestino tenue!
Prova, tesoro mio, prova, poi vedi quanta voglia hai di farlo ancora!
Pausa. Ci pensa.
Se ci penso… mi vengono i nervi ancora adesso. Perché in più questa ha che, al
contrario dell'anoressia, normalmente non ti becca nessuno. Non è così? Quanti
vi hanno beccato? E dopo quanti anni di convivenza? Al limite vi avranno
chiesto "Ma come fai a mangiare tutta quella roba e a stare sempre
magra!" (si incupisce) E sì, che avrei risolto tutto!: le giornate a fare
e disfare, fare e disfare, fare e disfare, fare e disfare. Bastava uno stomaco un
po' più ragionevole e avrei buttato tutti i miei problemi nel cesso. E bastava
tirare l'acqua.
Pausa.
(come a chiedere consiglio al pubblico) Che fa una? Eh? Non è che rimane un
granché. (Pausa) La droga, l'alcool. Però lì servono un sacco di soldi. Quello
anche per la bulimia, l'anoressia è l'unica che non ti costa niente. E poi no
dai, la droga e l'alcool…, ti sfasciano proprio, che faccia ti viene? Non so
voi, io non me la sento. E poi lì ti beccano! Gli "io ti salverò",
stile il mio vicino del balcone, sono delle bestie incattivite! Stanno annidate
ovunque, e spuntano fuori da ogni angolo impensato e poi non ti si scollano più
di dosso! E finisce anche che non ci stai più con la testa, e rischi che
guarisci!
E anche se tieni duro e non guarisci, ormai ti hanno puntato il dito. Diventi
(con aria di sufficienza) "Ah sì, quella lì che…" e se diventi
ah-sì-quella-lì-che, hai chiuso. Che senso ha?, è finito tutto: non si
preoccupano più. Il gioco sta nel…nell'equilibrio. Un po', ma non troppo.
Pausa.
Come trasformarsi in un cucciolo. Che fa?, che deve fare un cucciolo? Niente.
Un cucciolo è un cucciolo. Lo guardi e basta.
Pausa. Raccoglie della sabbia tra le mani. Prende coraggio e ricomincia il suo
pezzo da Antigone.
"Mia compagna terrena, creatura fraterna. Io non altro che dolore,
delitto, disprezzo, infamia ho veduto fin qui. (raccoglie dell'altra sabbia e
ricomincia a farla cadere dalle mani) Potevo io, per paura di un uomo,
dell'arroganza di un uomo, venir meno a queste leggi davanti agli dei? Morire
adesso, prima del tempo, è un guadagno per me.
La voce si fa sempre più forte, si identifica sempre di più nelle parole che
dice.
Chiunque vive TRA TANTE SCIAGURE, QUESTE IN CUI VIVO IO; COME POTRA' NON
RITENERSI FORTUNATO, CONTENTO, SE MUORE!"
Si blocca di colpo. Realizza qualcosa.
No…No! No no, non se muore lui! Cioè non se muore lui, la persona! La morte è
un guadagno? (preoccupata) No no, oddio, non è che hai frainteso anche tu
Vanessa, anche voi! "Morire adesso, prima del tempo", no no, Non io!
Io non voglio morire, non voglio ammalarmi, non sto cercando di uccidere me. Io
voglio vivere! Più felice che posso anche. Io voglio uccidere LUI! Lo sapete
vero? Lo sapete com'è, vero? Anch'io sto solo cercando disperatamente di
uccidere il mostro che sta qua dentro. Che mi schiaccia, forte, dentro al
petto, dentro alla testa. Io non ho nessuna intenzione di morire. Io voglio
vivere, essere felice, essere me. Ma senza di lui, senza il mostro che mi
schiaccia, quando mi siedo sul letto e guardo il muro, bianco, lì davanti e non
so levare lo sguardo e schiaccia, mi schiaccia, preme, urla, stride, nelle
orecchie, e mi manca il fiato e mi manca la voce perché lui urla così forte.
Urla, urla, più forte di me, più forte di tutti, più forte di tutto. Urla. Prima
solo un sibilo, dentro, lontano, poi più vicino, tra le pareti del cranio, e
stride e scende nello sterno, s'allarga tra le costole, e poi giù, la gola, la
lingua, e io non posso fare niente e ho paura, ho solo paura. E vorrei che
qualcuno dicesse qualcosa, vorrei una voce, qualunque voce. E baci. (sorride
triste) Baci baci baci, solo baci, nient'altro che baci, solo labbra che si
schiudono e anche una mano, sì, forse, giusto una mano, leggera, all'interno
delle braccia, che sfiora, e poi baci baci baci baci... E invece c'è solo lui,
IL VUOTO, dentro al petto, che ferma il respiro. E io… voglio riempire, come si
fa a riempire, qualcuno mi insegni a riempire, qualcuno mi insegni a non avere
più paura, perché io non posso, è solo vuoto, è tutto vuoto, vuoto e io non so
più niente, non posso più niente. Voglio andarmene, ma non posso. Voglio
alzarmi, ma non posso, voglio piangere ma non posso, perché lui è lì e mi
schiaccia, dall'alto, da dentro, dal lato. Eppure vorrei, ma lui è più forte,
più di qualunque vorrei, come una spada d'acciaio che si fa largo nel petto,
come una spada d'acciaio che si fa largo sotto le unghie, e io, lì, sola, ad
ascoltarlo, salire, lento nella gola. E fa caldo, un enorme, devastante caldo,
ogni parte di me, ogni attimo di me. Io non ci riesco, non ci riesco, che
qualcuno lo fermi, vi prego, che qualcuno lo fermi per me, per un attimo, il
VUOTO, fermatelo, cado, vi prego fermatelo, se no cado, io cado cado cado cado
cado cado cado cado. Le pareti strette, strette, schiacciano, le pareti vicine,
sempre più vicine. E fa caldo e io cado, cado, e quel TUONO, SORDO, DENTRO LE
MIE TEMPIE, CHE BATTE, A TEMPO, COL MIO CUORE! (pausa) BASTA BASTA BASTA! CHE
QUALCUNO MI LASCI USCIRE, CHE QUALCUNO MI TIRI FUORI DA LUI!!.
Si blocca. Pausa. Si calma. E' esausta. Poi, un filo di voce, un ultimo sorriso
di speranza:
Vanessa? Vanessa, sei ancora lì? Non è che tu ti stai confondendo
(Pausa)Vanessa… Non è che stai confondendo te con lui… Non sei tu che devi
morire… Ma in fondo non importa…
Tanto, non è vero che è così semplice morire.
Sente un rumore dietro le quinte. Si volta spaventata.
Chi è? (pausa) Vanessa, sei tu? Sei lì? (pausa) Ti prego, lasciami sola. Solo
per un po'. Lasciami finire questa serata… (pausa) Cosa? (pausa) Eh? (pausa)
Non ti credo, mi stai solo prendendo in giro. Non credere di potermi… No, non
credo una parola. (pausa) Come ritornato? (pausa) Ma che dici? (pausa) Quando?
(pausa) E vuole vedermi? E perché vorrebbe vedermi dopo tanto tempo? (pausa)
Come che mi importa? Mi importa eccome! Che ne so io che non starò male come un
cane un'altra volta! (pausa) Ha detto così? (pausa) Senti ma… che voce aveva?
(pausa) Ed era bello? (pausa) Ah, l'hai sentito al telefono. Eh… com'era
vestit-ah no. Beh, è cos'è che ti avrebbe detto? (pausa) Ah. (pausa) No,
aspetta! (pausa) No! Aspetta un attimo no?! Che fretta hai? (pausa) Ah, lui ha
fretta. Sì… ehm… non so… (si volta verso il pubblico, poi di nuovo in quinta.
Abbassa la voce) Ho fatto tutto un casino qui… E non ho ancora fatto il pezzo.
(Pausa) Come "tanto faceva schifo!" (pausa) Ma come ti per- (pausa)
No, aspetta!! Un secondo dai! (si rivolge al pubblico) Signori…. Ehm,
buonasera- cioè, buonasera, ci siamo già conosciuti, purtroppo per voi,
immagino, ma purtroppo è successo un inconveniente e questa sera (fa un mezzo
sorriso idiota) lo spettacolo non si può fare perché io… (si volta verso la
quinta) Vengo, vengo… (pausa) Cosa? L'ha lasciata? Come, l'ha lasciata? (pausa)
E' stufo di fare il crocerossino? (ritorna al pubblico) Sì, allora, scusatemi,
ma proprio oggi… (starnutisce) …Ecco, non mi sento tanto bene... (Si blocca
terrorizzata) Come, non mi sento tanto bene? Oh Dio! Non avrò preso il
raffeddore! Proprio adesso? (Si tocca la fronte) Sono calda!, sì, sto
diventando calda, mi sento tutta calda, sono tutta calda, Vanessa! (si volta
verso la quinta, rispondendo a Vanessa) Spiritosa! Qui io mi sto ammalando
davvero! E proprio adesso! Vanessa! Aspetta, Vanessa!
Esce di corsa.
Presto, Vanessa, un'aspirina!!!
Fine.