ARGENTINA
SEVEN-UP
di
Lorenzo Marvelli
(Un cronista commenta in spagnolo concitatamente una partita di calcio sino al
goal e all’ovazione della folla; caroselli e festeggiamenti dalla strada.
Al centro un tavolo di legno con sopra un giovane nudo disteso
Il padre, il militare, il prete: tutti i personaggi pur presenti
contemporaneamente in scena non interagiscono tra loro)
PADRE
Sentili fuori…
Sono sulle strade a quest’ora di notte, ubriachi di birra e di gioia.
Venendo qua sono stato tra loro per qualche tempo…”Bevi, amico… siamo i
Campioni!”.
Ho bevuto con loro, meglio non dare nell’occhio di questi tempi.
Abbiamo vinto.
“Hanno vinto” mi avresti risposto: l’unico sport di squadra che desta il tuo
interesse devono ancora inventarlo.
Ma guarda come ti hanno ridotto…
Tua madre non riesce a darsi pace, dice che non smetterà di cercarti, sa che
sei andato via ma sa anche che avresti dato notizie di te appena…
Siamo Campioni ma sono sicuro che non lo meritiamo…
Ma cosa sto a raccontarti, guarda come ti hanno ridotto, riesci ancora a
respirare? Devi avere la febbre: tua madre ti avrebbe messo la pezza umida
sulla fronte e per farti stare tranquillo ti avrebbe raccontato la storia di
nonno Luis.
Ti brillavano gli occhi quando tua madre ti raccontava di nonno Luis.
Sentili fuori…
Patrioti ubriachi, uomini fieri del loro paese, folla distratta che si
accontenta di poco, gente affamata e sorridente, due sorsi di birra, il
fracasso dei tamburi, i cori all’unisono…
Sentili…
Tuo nonno Luis cercava oro, era il più bravo di tutti, aveva fiuto e non si
lasciava fregare da nessuno.
Tutto tua madre!
Tirava di box di Domenica e buttava a terra tutti i poveracci che gli mettevano
davanti; con l’oro e il gancio sinistro mise da parte una vera fortuna ma la
sua famiglia non fu mai ricca; tua madre a questo punto concludeva sempre il
racconto, tu stavi già dormendo da un po’ ed io non avevo il coraggio di
chiederle di continuare, facevo finta di niente anche se morivo dalla
curiosità.
Il nonno Luis…
So che tua madre non lo ha mai conosciuto anche se diceva che gli somigliavi.
Vuoi dell’acqua?
Tieni gli occhi chiusi, non stancarti, appena lì sotto tutto si sarà calmato,
ti porterò a casa: faremo una sorpresa a tua madre.
Non sa che sono qui, non le ho detto nulla, non regge l’attesa, mi avrebbe dato
uno spintone e sarebbe corsa da te come una furia dando del “cane rognoso” a
chi le avrebbe sbarrato la strada..
Troppo rischioso di questi tempi e poi c’è così tanta gente là fuori…
Sentili, sentili…
Piangono la fame ed i figli senza lavoro ma quando sei per commuoverti alla
loro storia, ecco che scoppiano a ridere, improvvisamente, tanto che tu rimani
senza parole, li credi matti da legare!
No, niente di tutto questo.
L’Argentina ha segnato, siamo Campioni del mondo, niente più fame, niente
problemi.
…E tutti in strada, ebbri di gioia, musica e birra, le ragazze ti mostrano i
seni, i poliziotti sorridono.
So quello che pensi, dei poliziotti dico: “Hanno le mani insanguinate”, mi
dicevi quando credevi che io li stessi giustificando.
E no che non li giustificavo: sai ero così preoccupato per te e… cercavo di
dissuaderti, di farti credere che tutto sommato eseguivano gli ordini.
“Hanno le mani insanguinate”
Non aggiungevi altro.
Tua madre mi guardava in cagnesco, non voleva che interferissi sulle tue
scelte: anche lei moriva di crepacuore quando uscivi da casa di sera ma la sua
forza le impediva ogni possibile isteria.
Io sono sempre stato l’anello debole della catena ed è forse per questo che tua
madre mi ha sempre voluto un mondo di bene ma non è mai riuscita ad amarmi
neanche un po’.
(Carezzando i capelli al figlio)
Hai tagliato i capelli?
Ma guarda, li hai tutti appiccicati e sporchi: deve essere sangue, tesoro mio.
Oddio come ti hanno ridotto!
E’ necessario darsi una ripulita, giovanotto: non credere di poter venire a
casa in questo stato!
(Comincia a lavarlo con estrema dolcezza, il rumore dei caroselli dei tifosi
aumenta d’intensità)
Sentili quelli, lì fuori… cosa vuoi che ce ne importi, dobbiamo farci belli,
belli e profumati per la mamma che ci aspetta.
(Si siede vicino al corpo del figlio, lo osserva, lo accarezza, sembra dirgli
delle cose sottovoce mentre il militare si avvicina)
MILITARE
(Al giovane sul tavolo)
Non dirmi che non ti avevo avvertito, non tiriamo in ballo le solite scuse,
sapevi benissimo cosa ti sarebbe successo se…
Ma sentila lì fuori l’Argentina!
La nazione è sulle strade, la gente è fiera del titolo di cui questo paese è
stato capace di fregiarsi nonostante il complotto internazionale.
Li abbiamo battuti con il cuore ed il coraggio perché siamo un paese normale,
ripeto normale, e non abbiamo bisogno di ricorrere a mezzi che non appartengono
alla nostra storia.
Avresti potuto essere lì fuori e festeggiare i campioni della nazionale
argentina ma no… tu non sei un argentino, tu non hai patria, tu ti vergogni di
loro (indicando fuori), ebbene io no! Io invece ne vado fiero ed è proprio per
quei poveri disgraziati con la spina dorsale che non ho avuto pace sino al
momento in cui ti ho messo le mani addosso.
Credevi veramente di farla franca?
Credevi veramente di poter continuare a muoverti indisturbato per le vie di
questa città?
Non posso consentire il minimo sospetto, la prevenzione e la repressione legale
dei comunisti dipende direttamente dal mio ufficio.
Ma guardati… la clandestinità non ti ha certo giovato: sei dimagrito
dall’ultima volta
(Lo tocca, lo accarezza, vuole incutere timore)
Voglio essere sincero con te: se non risponderai a quello che sto per
chiederti, non ci sarà “una prossima volta”.
Sai cosa intendo amico.
Sai anche che potresti raggiungere i tifosi questa notte stessa se obbedirai.
Li senti come si divertono?
Sei giovane, non dirmi che non vorresti essere lì giù, insieme agli altri, agli
“argentini”!
Ed invece sei qui, davanti a me!
Perché tu non sei un “argentino”, o meglio, non lo sei stato fino ad oggi:
nessuno definirebbe argentino chi cospira contro l’Argentina.
(Ora gli afferra con violenza la testa, la solleva per i capelli, la avvicina
al suo viso minaccioso e grida) Vuoi sapere cosa ne pensano loro lì sotto?
Vuoi chiedere loro se sono pronti ad unirsi alla lotta? Credi che la vogliano
la tua rivoluzione?
Dai forza grida, chiamali!
Figlio di puttana non credere di passarla liscia questa volta!
(Tira fuori fili elettrici che freneticamente collega ai genitali del ragazzo,
è invasato pur non accorgendosi della presenza in scena del padre che, a sua
volta, continua una sorta di intimo dialogo con il figlio)
Fammi i nomi, tutti i nomi, uno alla volta, e poi i luoghi, i nascondigli,
dentro e fuori il paese, voglio che tu mi dica tutto e subito!
(Dopo alcuni secondi di silenzio, rivolto da una parte)
Procedi!
(Urla di donna, trambusto poi improvviso silenzio. Qualche secondo e poi la
scena si ripete)
La riconosci, comunista!
E’ quella troia della tua ragazza che annega nel piscio della tua reticenza!
Se non sputi la verità, lei annega nel piscio e nella merda!
Comunista, la sua vita dipende da te!
Ancora!
(Di nuovo urla di donne e poi silenzio)
PADRE
Sei andato via con Estela senza dir nulla ai suoi genitori. Sai, suo padre è
venuto a casa gridando come un ossesso; l’aveva con te, ti ha dato dello
scansafatiche.
Tua madre l’ ha guardato negli occhi e lui se n’è andato: pensavo sbattesse la
porta. Mi sbagliavo.
E’ una brava ragazza…
MILITARE
(Senza interagire con il padre)
Vuoi salvarla quella puttannella?
PADRE
(Senza interagire)
Ed anche molto intelligente.
Ma non voglio influenzarti, devi fare autonomamente le tue scelte e sappi che
io le rispetterò.
Piuttosto guarda tua sorella come è cresciuta (Mostra delle foto al ragazzo)
MILITARE
Tu solo puoi evitare che il piscio le riempia i polmoni!
(Urla di donna e silenzio)
Vediamo se con questa ti si scioglie la lingua (scarica elettricità sui
testicoli del giovane che si scuote)
PADRE
(Continuando a mostrargli le foto)
Qui è il giorno del diploma: tua madre ha dato una festa ma ha pianto tutto il
tempo la tua assenza attribuendo le lacrime al fumo della carne sulla brace.
E qui è sempre lei, tua sorella; quella a destra è Alicia, te la ricordi vero?
Tua sorella le è così affezionata; lei era sempre da noi il pomeriggio e non
smetteva un attimo di guardarti…
MILITARE
Allora, comunista come va?
La puttanella… com’è che si chiama?
Alicia, sì Alicia…
Quella puttanella di Alicia non grida più: brutto segno!
L’ hai ammazzata tu, hai lasciato che annegasse nel piscio e nella merda per
una questione d’orgoglio.
E sì, perché tu non sei un eroe, gli eroi parlano, reagiscono e soprattutto non
lasciano morire le proprie donne per orgoglio.
(Torna il rumore dei caroselli, il padre continua a mostrare le foto, il
militare aziona violentemente l’elettricità. Tutto diviene convulso e
assordante)
(Entrano le madri con il fazzoletto bianco in testa: vanno nel pubblico e
distribuiscono fotografie.
Il prete balla il tango con la prostituta. Alla fine lui è in ginocchio davanti
a lei che gli recita la procedura dell’assoluzione)
(La prostituta è a terra, sta per partorire; il militare si precipita su di
lei, la aiuta.
Il militare solleva il bimbo al cielo poi lo stringe come se fosse suo)
PRETE
(Rivolto alle donne che distribuiscono foto e si girano improvvisamente)
Non hai motivo di preoccuparti, mia cara: egli è giovane e pieno di energia, di
pulsioni che i ragazzi della sua età…
Ma sentili quelli…
Quanto entusiasmo per una partita di calcio! I bianco celesti d’Argentina sono
campioni del mondo…
In fondo… ma sì, che lascino pure libere le loro passioni: quella è l’Argentina
sana, quegli uomini, quelle donne costituiscono la spina dorsale della Nazione.
E ci sono i bambini, il nostro futuro
MILITARE
Comunista, lo vedi? Lui è Luis, il figlio che Alicia non ti ha dato prima di
annegare nel piscio e nella merda!
PADRE
Prima di andare via ci desti l’annuncio: non posso crederci, Estela aspetta un
bambino, io e tua madre saremo nonni… perché è Estela sua madre, vero
giovanotto?
Non posso crederci, tua madre sorrise e ti corse dietro ma tu non le desti il
tempo. Quella sera mangiammo e bevemmo come matti; tua madre vorrebbe che tu lo
chiamassi Luis ma sai anche che lei non te lo chiederebbe mai e poi non è detto
che sia un maschio…
PRETE
Io dico che ogni preoccupazione è da considerarsi prematura, confida nella
provvidenza, mia cara, non sulla malsana informazione, sulle dicerie che, ad
arte, i nemici della democrazia mettono in giro con l’obiettivo di
destabilizzare il sistema.
Prima di considerare tuo figlio un terrorista, prima di crederlo finito nelle
sicure mani della repressione legale, e sottolineo legale, della polizia di
stato, ti consiglio di non commettere stupidaggini.
Va a casa, non parlarne in giro, non sollevare inutili polveroni che
sortirebbero, come unico effetto, l’aggravamento della situazione.
Lascia che io mi dia da fare, ho le giuste conoscenze, dammi qualche giorno di
tempo ed avrai notizie certe di tuo figlio.
(La prostituta gli si avvicina, lo bacia in bocca e gli offre del vino: lei lo
spoglia, lui è in preda al desiderio sessuale; il militare culla il bimbo
appena nato)
PADRE
Tua sorella è convinta che sarà femmina; la sua amica Alicia diventa rossa quando
se ne parla, deve essere gelosa di Estela, povera ragazza. Tua madre invece
aspetta il suo piccolo Luis e ricama tutto il giorno il camicino per il
battesimo… perché verrà battezzato, vero?
E comunque festeggeremo la sua nascita nel migliore dei modi: ci sarà tutto il
quartiere e balleremo in terrazza tutta la notte!
(Il militare consegna il bimbo alla prostituta, il prete versa del vino dalla
bottiglia che stava trangugiando e pronuncia la formula del battesimo; il
militare torna sul giovane a scaricare elettricità, il padre sogna la festa e
danza da solo.
Rumore dei caroselli, del cronista, del tango in crescendo…)
(Silenzio improvviso: tutti fermi. Il vagito di un bambino appena nato)
PADRE
(Di nuovo accanto al figlio)
Non vorrai tornare a casa in questo stato?
Non volermene giovanotto (tira fuori l’attrezzatura da barba e comincia a
sbarbarlo), ma non ho intenzione di portarti in giro come se fossi un
vagabondo, fuori è pieno di gente e magari qualcuno che conosco… tu sai come
sono gretti i miei colleghi di lavoro… ricordi quando fui costretto a strappare
pubblicamente il tesserino del sindacato? Mi pianse il cuore ma la situazione
non mi permetteva altra scelta; e poi quei servi che giocavano a fare gli
amici… si vendevano per due soldi quegli infami!
C’era Giorgio, Armando, te lo ricordi Armando? E poi Simon, Diego…
Diego.
Bastardo!
Da lui proprio non me lo sarei aspettato: ricordi quando venivano a casa, lui,
la moglie, i figli?
C’era da mangiare per tutti, carne ai bambini… e di prima qualità!
L’ ho visto nell’ufficio di quel figlio di puttana, l’ ho visto e lui si è
voltato improvvisamente facendo finta di non essersi accorto di me.
Da Diego non me lo sarei mai aspettato.
Credo che sia stato lui a mettere in giro quella storia su di te… e chi vuoi
che lo sapesse!
Quando si era insieme a casa, magari si esagerava con il vino e… lui faceva
domanda, sempre domande.
Non ho mai vuotato il sacco, tua madre era sempre lì a guardarmi in cagnesco…
non ha mai digerito Diego, lei.
Eppure deve essere stato lui, ne sono sicuro: la tua militanza era discreta, io
e tua madre avevamo capito ma lei non accettava che se ne parlasse.
Neanche tra di noi!
L’ ho visto nell’ufficio di quel figlio di puttana, ho pensato al solito
“resoconto” al capo ed invece…
Sei sparito dopo due giorni… non può essere solo una coincidenza.
Ma ora ti ho ritrovato e ti sto facendo bello per la mamma che ti aspetta!
(Ripone gli oggetti da barba nell’astuccio, si lava le mani. Tira fuori dalla
tasca dei soldi, li conta e li consegna al prete che sta facendo l’amore con la
prostituta.
Il prete paga la prostituta dopo essersi rivestito. La prostituta consegna i
soldi al militare che li conta attentamente; questi le consegna il bambino
appena nato.
La prostituta culla e canta la ninna nanna al bambino).
MILITARE
(Vicino al giovane, gli solleva il capo, gli sputa in faccia e gli mostra i
soldi appena ricevuti)
Comunista, hanno pagato per riavere il tuo corpo!
Come è possibile chiedere al pescecane che ti ha mangiato di vomitarti?
Non si compra un corpo che non esiste più!
Tu sei nel fondo dell’oceano, scaraventato dall’aereo e con te quelli che
mettono in discussione il mio potere, tu sei pasto per i pesci ed Alicia è
cenere, affogata nel piscio e bruciata come una strega!
Luis non è sparito con voi, Alicia me lo ha partorito e lo terrò con me: Luis
sarà mio figlio e non il vostro, egli crescerà con me ed imparerà ad odiarvi,
io gli insegnerò a sputare sulle vostre tombe che non esistono, egli non potrà
mai ricordarvi perché voi non sarete mai nati!
Io, bastardo, ti ruberò il cuore e lo farò mio figlio!
Ed a lei prenderò il frutto prima di annegarla nel piscio e nella merda!
PRETE
(Rivolto alle madri tra il pubblico)
Purtroppo non ho notizie di tuo figlio: le persone di mia fiducia che ho
incaricato di indagare sul suo conto mi assicurano che non è passato in nessuna
caserma per essere interrogato. Costoro hanno persino consultato le carte, gli
elenchi dei terroristi in stato di fermo preventivo, gli atti dei processi, i
verbali degli interrogatori, le informative, eccetera, eccetera, eccetera!
Niente, niente di niente!
La mia esperienza ed il mio naturale ottimismo mi portano a credere che tuo
figlio è salvo.
Salvo e da qualche parte, forse all’estero.
Ti assicuro comunque che non abbasseremo la guardia: continuerò a chiedere in
giro e ti terrò informata su ogni novità.
PADRE
Torniamo a casa, proviamo a dimenticare…
MILITARE
Tu non esisti più, non sei mai esistito…
PRETE
Continueremo a vigilare perché nessuno esageri…
(La prostituta con il bimbo in braccio, il militare, il padre, il prete sono
tutti intorno al giovane morto; nessuno si accorge dell’altro: il padre, come
impazzito, non accetta la situazione e non si rende conto di quello che è
successo; il militare è fiero di aver provocato la sparizione del “comunista”;
il prete, corrotto e connivente al potere, approfitta della sua carica; la
prostituta culla il suo bambino soddisfatta.)
(Le madri tornano in scena e mostrando le foto girano attorno a questa strana
composizione di uomini, una sorta di monumento dell’olocausto argentino;
girano, girano e girano mentre il cronista, terminata la partita legge un
elenco dei nomi dei desaparecidos).
FINE