ARTICOLO V
farsa in tre atti di Ugo Palmerini
PERSONAGGI:
TOMMASO Badan impiegato
Camilla, Moglie sua
Ofelia la figliastra
Cecilia la cognata
Gemma Badan la nipote
Giacinto il marito
Lina la figlia
Vittorio l'innamorato
PRIMO ATTO
L’azione si svolge in casa Badan e precisamente nel tinello: tavolo, sedie,
credenza, radio, macchina da cucire, quadri….
In fondo a destra vi è la Comune e da essa si raggiunge pure la cucina. In
fondo, al centro, una finestra ed accanto, ad angolo, che tocca la parete di
sinistra, una porta vetri che dà sul terrazzo.
Sempre sulla parete laterale a sinistra vi è la porta della camera di Ofelia,
mentre di fronte a destra vi è quella di TOMMASO e Camilla. Attaccato ad una
delle pareti vi è il quadro-foto del primo marito di Camilla.
La scena è la stessa per tutti e tre gli atti.
Scena 1^: Camilla e Cecilia
CAMILLA- (all’alzarsi del sipario Camilla sta stirando un vestito da spagnola)
CECILIA- (sta lucidando un paio di scarpette da donna)
CAMILLA- Oh!…(soddisfatta guarda il vestito) C’ho tribolato un po’, ma pare nuovo!
CECILIA- Tutta colpa di quei giovanotti che le hanno buttato addosso lo
sciroppo d’amarena! Ofelia non c’ha colpa!
CAMILLA- Certo che non ho mai visto tanto bordello a una festa da ballo!
(pausa) Come mai la modista tarda?
CECILIA – Mo arriva!…Magari quando ci saremo messi a tavola, ma viene!… Così
quello la mugugnerà. CAMILLA-
Tu, lascialo mugugnare! Mica è proibito. Lo sapeva, quando m’ha sposata che c’avevo
una figlia che sarebbe cresciuta. Le ragazze, oggi come oggi, se non le tieni
un po’ su, se non le fai vedere in giro: ti restano in casa! I giovanotti già non
se le vogliono sposare e le donne da marito non le vedono manco se gliele sbatti
sotto al naso. Capirai se te le vengono a stanare dentro casa!
CECILIA- Tu guarda la Lina, la figlia de Gemma!
CAMILLA- Metteresti Ofelia con quella? Lina è figlia di un venditore ambulante
e può sposarsi (schifata) solo con uno d’estrazione bassissima! Invece Ofelia (ringalluzzita)
ch’è figlia d‘un uomo, come il mio primo marito, con una certa posizione (accenna
al ritratto alla parete) controllore capo dei tram, con due striscioline
(accenna al berretto) e figlia di una donna come me, con una certa discendenza…Oh,
babbo c’aveva la carrozza con i cavalli!… Senza parla’ de nostro fratello che
stava nella magistratura!… (nel mentre ha finito di stirare,ripiegare e mettere
da parte il vestito che porterà via alla prima uscita)
OFELIA- (da dentro chiama) Mamma?! (due volte)
CAMILLA- S’è svegliata! S’è svegliata!…(verso la camera) Vengo! Vengo subito!
(a Cecilia che s’era già alzata) Portale la colazione e metti via il vestito!
(porge)
CECILIA- Tu, portale le scarpe! (le porge)
CAMILLA- (le prende) Non ti scordare di caricare a burro sul pane. Portale pure
'n ovetto. (esce a sx con scarpe e vestito)
CECILIA- (che si era già avviata) Sì,… sì, pure ‘n ovetto! (via di corsa in
cucina)
Scena 2^: Gemma e Camilla
GEMMA - (chiama da fuori) Camilla?! (più volte)
CAMILLA- (entrando) Ti pigliassi sonno! Cosa vorrà?… (parla fuori perché Gemma
non entra in scena) Cosa vuoj Gemma?
GEMMA - Volevo sapere se lo zio è in casa.
CAMILLA- Sì, è di là!…Sta a fare un po’ di straordinario in Municipio!
GEMMA - Ci volevo parla’!?
OFELIA- (da dentro, impaziente) Mamma!…Mamma?
CAMILLA- (verso la camera) Vengo!
GEMMA - Disturbo se vengo?
CAMILLA- Sì!… (correggendosi) Voglio dire: sì che puoj venire!
OFELIA- Mamma…allora?
CAMILLA- T’ho detto che vengo!…(a Gemma) Scappo che mi vuole Ofelia…
GEMMA - Va’, va’!… Ciao
Scena 3^: Ofelia – Camilla poi Cecilia
OFELIA- (affacciandosi appena e coprendosi il petto con le mani, mentre la
madre stava recandosi da lei) Mamma nella brocca non c’è manco un goccio
d’acqua! (gliela porge)
CAMILLA- (rammaricata) Com’è che me ne sono scordata ?…Te la vado a prendere!…(si
avvia)
OFELIA- Che ora è?
CAMILLA- (fermandosi) Sono solo le undici, cocca de mamma!
OFELIA- C’avevo uno de quei sonni!…
CAMILLA- Ci credo, abbiamo fatto l’ore piccole!…(vede Cecilia) Oh, ecco il caffè!
(controlla il vassoio che Cecilia ha in mano) Ti sei ricordata dell’uovo?…Stamattina
è una de quelle che te ricordi d‘una cosa e te ne scordi un’altra…(via)
Scena 4^: Cecilia – Ofelia- poi Camilla.-
CECILIA- Guarda quanto burro c'ho messo nel pane!? Il vestito è a posto...I
guanti l'ho puliti con la benzina.
OFELIA- L’hai rinforzato quel bottone?
CECILIA- Ti pare che la zia lasci le cose a metà?
CAMILLA- (entra con la brocca d’acqua) C A M P A N E L L O (Dà la brocca a
Pina) Ci vado io! (via)
CECILIA- Chi sarà? Non ti far vede che stai ancora in pigiama! (entrano)
CAMILLA- (comincia la battuta da fuori)…Cecilia…Ofelia…(entra con il giornale
in mano) Il giornale!…
CECILIA- (da dentro) Il giornale!…(esce,va di corsa verso Camilla e glielo
strappa dalle mani e ritorna da Pina) Ofelia, il giornale! (non farà in tempo a
entrare, che esce Pina)
OFELIA- (entra finendo di abbottonarsi la giacca di un pigiama) Il giornale?
Datemelo! (lo prende dalle mani di Cecilia)
CAMILLA- Ohhh!!!…Quanto stai bene!
OFELIA- Ti piace? (girando su sé stessa, pavoneggiandosi)
CAMILLA- Chi te l’ha regalato?
CECILIA- Io. Era da tanto che lo desiderava.
OFELIA- Non t’avevo detto niente per farti una sorpresa.
CAMILLA- Ti sta bene, come ai manichini esposti in vetrina!
CECILIA- Basta esser giovani!…Pure io stavo bene vestita così alla sua età!
OFELIA- (apre il giornale) Ora però fatemi leggere!
CAMILLA- Ci sarà scritto pure il nome tuo!
OFELIA- L’hai visto quel giornalista col notes? Ha voluto sapere come mi
chiamavo.
CAMILLA- (impaziente) L’hai trovato?
CECILIA- Sei in prima pagina!…
OFELIA- Oh, sì?! In prima pagina ce mettono la politica!…Ecco qua: “ Feste e
intrattenimenti” Club la Vela…Dopolavoro ferroviario…(che ha trovato) Circolo
Cittadino!…
CAMILLA- Leggi…
CECILIA- Forte! Fammi sentire! (cercano di leggere e coprono Ofelia)
OFELIA- Calma! Staccatevi dal collo e fatemi respira’!…”…Anche in questo
simpatico ritrovo, ieri sera, ha avuto luogo un riuscitissimo intrattenimento.
Nell’ampia sala, addobbata con gusto squisito, uno stuolo di belle signore e di
seducenti fanciulle e di briose e leggiadre mascherine, hanno infaticabilmente
danzato fino all’alba”.
CECILIA- Madonna, se sa scrivere bene sto giornalista!
CAMILLA- Sta zitta!
OFELIA- Tra un ballo e l’altro eccoci al mio taccuino.
CECILIA- Hanno dato il tacchino? E quando che non l’ho visto?
CAMILLA- Quale tacchino? Taccuino…notes…quaderno
OFELIA- (precisa e poi riprende) Taccuino!…”Dunque noto: Signora Foresi,
signora Boria e figlia, signora Corvatta con le elegantissime signorine…”
CAMILLA- Elegantissime po’!?…
CECILIA- Mi sa ch’era strabico sto giornalista!
CAMILLA- E’ tre anni che se mettono sempre lo stesso vestito.
CECILIA- Un anno ci cuciono sopra pizzi e merletti…
CAMILLA- L’anno dopo li levano, ma quel vestito è sempre quello!
CECILIA- Tutto perché so’ le figlie del presidente del Circolo!…Elegantissime!?…Io
manco l’ho viste!
CAMILLA- Ce credo te sei addormentata subito!
CECILIA- Senti chi parla, che quando hanno portato le paste col vermutte, ronfavi
di grosso, t’ho dovuta scrollare come un albero d’olive per svegliarti!
OFELIA- Ho capito tutto: il giornalista è capitato mentre ronfavi e pretendi
che scriva pure sul giornale?
MARI- Va avanti e vediamo!
OFELIA- (riprende a leggere) “…signora Traversa e figlia in un originale
vestito da ciociara…” Il vestito era bello, ma lei, porella, è più brutta della
fame!
CECILIA- Mi pare che sto giornalista ha dei problemi di vista!
CAMILLA- Sto giornale lo posso comprare solo gli scemi!
CECILIA- Da oggi al posto del giornale ci compriamo torta salata, tanto costa
uguale…
OFELIA- (alzando di tono la voce) “…noto
inoltre: signorina Santini, splendidissima, simpaticissima e seducentissima in
un grazioso costume da spagnola.”
CAMILLA- Cosa l’ha scritto! Rileggilo.
OFELIA- “…signorina Santini splendidissima, simpaticissima e seducentissima in
un grazioso costume da spagnola.”
CECILIA- Che giornalista da premio Nobel! Di questo giornale bisogna comprarne
una cinquantina di copie tutti i giorni!
CAMILLA- Che dicono quel che vogliono ma queste sono soddisfazioni!
CECILIA- Son sicura che tuo marito dirà…
CAMILLA- Ma cosa vuoi che capisca quello lì! E poi non ha mai provato cosa vuole
dir partorire dei figli!… Quando ha mangiato e bevuto: è a posto!
OFELIA- Son tanto contenta, mamma!…Che ore sono?
CECILIA- Non manca tanto per mezzogiorno!
CAMILLA- Mezzogiorno? Dovremmo comprare il pane!… Vacci tu, Cecilia, e compra
pure qualcosa per stasera: un po’ di formaggio e non più di mezz’etto de
salame, che io intanto accendo il fuoco. All’Ofelia facciamo il petto de pollo!
CECILIA-(scusandosi) Ofelia, ti dispiace se per oggi, solo per oggi, la tavola
l’apparecchi tu?
OFELIA- (risentita) Proprio adesso? Proprio adesso che volevo finire di legger
il giornale!
CAMILLA- Va’! Ci penso io ad apparecchiare!
CECILIA- (esce per la comune)
Scena 5^: Dette, più TOMMASO.-
Mentre Camilla apparecchia, Pina va a leggere il giornale presso la finestra,
in modo tale che TOMMASO entrando non la vede subito.
TOMMASO- ( Da dentro) Camilla…?
CAMILLA- Cosa c’è adesso?
TOMMASO- (ancora da dentro) Cecilia…Cecilia?!
CAMILLA- Sta a far l’appello!
TOMMASO- Camilla!…Cecilia!…
CAMILLA- (imita canzonandolo) Camilla…Cecilia…! Cos’è che vuoj? Cosa c’è?
TOMMASO- (entra da dx adirato, con due o tre camicie ed altrettante paia di
mutande spiegazzate sulle braccia e le getta con rabbia sulla tavola) Cosa c’è?
“Saccon d’Olanda”!… Roba da non credere! Questo passa i limiti ed oltre ai
limiti si arriva pure ai fatti. (mostra) Ecco! Di tre camicie: 2 ci sono le
asole squarciate, e l’altra è aperta da cima a fondo. Tre paia di mutande:a due
mancano i bottoni, la terza i bottoni ce li ha ma c’ha lo sfiato dietro aperto.
CAMILLA- Oh, con tutto quello che c’è da far in casa, bisogna che qualcosa ‘rimane
indietro!
TOMMASO- Saccon d’Olanda, chi rimane indietro son sempre me! Com’è che parto
sempre per primo e arrivo sempre ultimo?
CAMILLA- Guarda che pure io, da un mese c’ho una sottana ch’è scucita e non
c’ho avuto il tempo da darle do’ punti!
TOMMASO- Questo è ragionamento che non stanne né in cielo, né in terra!…Così ho
da rimettèrci io se tu e quella addormentata di tua sorella vi perdete dietro
alla “frincisquinci” di tua figlia, che non è buona a tenere in mano l’ago?… E
forse manco qualcos’altro… TOMMASO- (si
gira e dopo averla fissata) Ma sogno o sono desto? Ofelia, siamo in maschera
notte e giorno? OFELIA- Quale
maschera? Non vedi ch’è un pigiama?
TOMMASO- Cosa sarebbe sto gipiama…?
CAMILLA- Un pigiama.
TOMMASO- Poveri noi. Malattia ereditaria: talus madrus, talus figlias.
CAMILLA- Ma lo portano tutte in casa. E’ la moda!
TOMMASO- Saccon d’Olanda, lascialo fare a chi le sa fare quelle carnevalate.
CAMILLA- Volevo dir che adesso le ragazze moderne mettono il pigiama!
TOMMASO- Porta anche te il “gipiama”…
OFELIA- Pigiama!
TOMMASO- …Cipiama…Gipiama…
CAMILLA- Pi-gi-a-ma! Può anche darsi. Noialtre non siamo nate mica in mezzo
alle capre. Vengo da una buona famiglia. Son in relazione con persone di grado
ed il mio primo marito…
TOMMASO- (interrompendola) Lascialo dove sta!… A nessùno dispiace come a me
che non c’è più!… Gli vorrei cantare due litanie!…Quand’era li-lì per tirar le
stroppie, se non m’avesse mandato a chiamare per raccomandarmi a quella lì…a
quella del gipiama, non sarebbe successo quello ch’è successo! Io dico che l’ha
fatto apposta: da buon impiegato dei tram, prima del capolinea, m’ha staccato il
biglietto e m’ha messo su un tram che sarebbe andato fuori dai binari!…
OFELIA- Mamma, lo senti? Non porta rispetto manco ai morti.
CAMILLA- Ma a chi vuoj che rispetta un buzzurro come lui? Come ho fatto a sposarmelo
un zotico’ simile? Io…Io che venivo…
TOMMASO- …dai Borboni! Ma cosa dico? Dai cani barboni! Un fratello INTELLA
magistratura…
CAMILLA- Lo puoj di’ forte!… Ma se resto vedova un’altra volta…!
TOMMASO - (piantandole le corna in faccia) E tiè!…Saccon d’Olanda, non è che
c’hai una discendenza, una parentela con “i Borgia”?…Pare che ti diverti a rimanere
vedova?… Adesso tocca a me, però! Una volta per uno in braccio alla mamma!…Di
sicuro la pelle mia non te la pigli!No!…”No, cara piccina no”…Se una mattina me
alzo con la luna storta, mi ricordo di quando facevo il garzone da bottega dal
materassaio: ve cucio insieme, prendo il bastone e tacca maestro… Ballate col
gipiama tutt’e tre!
CAMILLA- Ofelia, andiamo di là, sennò va a finire che balla lui! ( rivolta a TOMMASO,
mentre Ofelia indispettita esce a sinistra) Questa me la paghi!…Tutta la città
deve sapere che sei un tirchio, spilorcio e egoista. Nemmeno i soldi del tuo
funerale vuoi spendere. Quella povera creatura non la puoj vedere! Avresti il coraggio
di farle fare la serva! A tavola le conti pure i bocconi!… (afferra la
biancheria che stava su una sedia, ne fa una palla e gliela tira in faccia)
Toh!!!…Se alle mutande mancano i bottoni: legateli con la corda! (via in camera)
TOMMASO- (le grida dietro) E poi qualcuno si lamenta se ai zitelli fanno pagare
la tassa!…Ah, se potessi pagarla io: non aspetterei manco che aprissero gli
sportelli! 25 anni anticipati ne pagherei ed in contanti! (mima l’atto di
pagare) Tac Tac Tac!
Scena 6:- TOMMASO e Gemma
GEMMA- (dal fondo) Si può?
TOMMASO- (voltandosi) Oh, Gemma, buondì
GEMMA- Buondì!
TOMMASO- Manco ho sentito suonare.
GEMMA- Non ho suonato. Qualcuno avrà lasciato la porta aperta…(vede a terra la
biancheria) C’è stata maretta?
TOMMASO- Tanto per cambiar! Se cambia il tempo, dalla maretta si passa alla
burrasca!
GEMMA- (raccogliendo) Eh, sì! Se n’approfittano perché c’hanno da fare con te,
con me sarebbe diverso!
TOMMASO- Sai, certe volte son lì-lì pe’… Ma c’ho le mani legate… Capisci, no? Chissà
per chi me farebbero passa’ davanti a la gente!
GEMMA- Va,va, che la gente lo sa! Nessuno del vicinato le può vedere! Hanno questionato
con tutti! Con me fanno i sorrisetti, perché hanno capito che con me…(fa gesto
di “c’è poco da fare”) …Ma non te sei accorto, prima de sposarla, ch’avevi a
che fare con… con… (non le viene la parola)
TOMMASO- Ti pare che se lo sapevo?… Se l’avessi vista, quando la buon’anima
stava per andare al cimitero!…Era così disperata che pareva che gli dovesse
correre dietro! A quel pover’uomo gli han fatto venire l’itterizia de quelle
nere, altro che gialla!…Prima di crepare, m’ha fatto chiamare e m’ha fatto promettere
che se gli fosse successo qualcosa avrei pensato alla fogliolina. Gli ho detto
“vai pure. Stai Tranquillo che vai da Dio!”. E’ stato così che ho cominciato a
girar per la casa! Le domeniche mattina, prima s’andava al camposanto a portare
due fiori e poi qualche volta ‘rimanevo a pranzo, finché un giorno de maggio… maggio
è il mese degli asini. Faceva un caldo che, pareva Agosto… di ritorno dal
camposanto, l’ho accompagnati sotto al portone e avevo deciso de andar a casa,
ma me fa: “ Che venga su, che le do una bella limonata fresca, così nel mentre
si riposa un pochetto e poi va a casa.” Accettai l’invito. Alla figlia una
pedata e via dai vicinati e appena siamo ‘rimasti soli: me s’è buttata tra le
braccia e lì tra singhiozzi e lacrime m’ha detto che se sentiva tanto sola, che
c’aveva bisogno d’un cuore dolce che la capisse… che c’aveva bisogno de tenerezza…Il
resto non te lo racconto perché te l’immagini.
GEMMA – E tutto per limonata fresca!
TOMMASO- E manco buona!… Ci credi che da quel giorno non riesco a sentire a
parlare di limonata?!! Qualcosa me lo diceva di non andare a prendere quella
limonata… GEMMA-
Sta attento che l’itterizia la fan veni’ pure a te!
TOMMASO- Non me lo di’! Ogni mattina me guardo nello specchio, per vede se c’è
un principio…Mica per niente, Saccon d’Olanda, ma non vorrei darle questa gioia!
Ce l’hanno nel sangue… Tra lei e la sorella… Io sarei il quarto marito che
crepa!
GEMMA- il quarto? Come mai?
TOMMASO- La sorella se n’è finito uno, n’ha sposato un altro e l’ha già mandato
anche lui lassù. Ce l’hanno nel sangue, Saccon d’Olanda!
GEMMA - Cosa pensi de fare?
TOMMASO- niente! Quando me passano davanti faccio le corna e tocco ferro! (tira
fuori amuleti vari) Sono attrezzato…Non se sa mai!…Parliamo de cose
allegre!…Perché mi cercavi?
GEMMA- Per una cosa che forse torna utile pure a te!…Se non altro per fare mangiare
un po’ di fegato alle streghe!
TOMMASO- Accetto” (dà la mano)Saccon d’Olanda! Di che se tratta?
GEMMA- Quello che ti dico deve restare un segreto tra te e me! Ti ricordi quando
io, Lina e mio marito siamo andati a Milano, da quel parente nostro alla lontana?….
TOMMASO- Scì, me pare!…
GEMMA- Comunque siamo stati ospiti suoi…’Na villa, che se la giravo da sola mi
perdevo! Ha una barca de quattrini. A certi discorsi, mi sono accorta che il
figlio Vittorio, aveva messo glj occhi sopra a mia figlia, ma non credevo che…
Ieri sento suonàre…
TOMMASO- E’ musicista? GEMMA-…il
campanello di casa: ma non era lui!?…M’ha detto ch’era de passaggio, che doveva
andare a Pescara e che s’era fermato per un saluto!… Tra un treno e l’altro…
TOMMASO- Poverino s’è fatto male? GEMMA-
E’ un modo di dire. (riprende)Poi, de punto in bianco me dice che mia figlia ce
l’ha avuta sempre davanti aglj occhi,… Nella testa…e che si sente pronto a
chiederla in sposa.
TOMMASO- Saccon d’Olanda, quanto son contento!…
GEMMA- Però il giovanotto ha un trascorso da “galletto”, me capisci?
TOMMASO- Imbè? Questo è normale! Quando si è giovani, la cresta è sempre rossa
e il becco pronto a cantare!…Mi sarei preoccupato se fosse stato diversamente!
GEMMA- Ma Giacinto non ne vuole sapere! M’ha detto: “Mai! Magari pochi soldi,
ma ha da essere un ragazzo a modo!”
TOMMASO- La gelosia non lo fa ragionare!
GEMMA- Ora, visto che sto ragazzo, tra qualche giorno deve tornare in Ancona e
che ci se deve fermare pere lavoro…avevo pensato di trovare ‘na stanza qui, nel
palazzo vicino al nostro, così Giacinto avrà modo di vedere che il ragazzo ha
messo la testa a posto.
TOMMASO- Chi c’è ‘nel palazzo che ‘fitta stanze?
GEMMA- mi pare che voi c’avete ‘na stanza libera!…Quella dove vai a dormì quando
fai cagnara con tua moglie!?…
TOMMASO- Quella è diventata la mia dimora stabile!
GEMMA- Così, se non hai niente in contrario…
TOMMASO- Fosse per me…mi sistemo una branda pure in cucina! Non solo per far piacere
a te e alla Lina, ma per veder morir d’invidia quelle tre che stanno di là, il
giorno che se combina sto matrimonio, Saccon d’Olanda! Il difficile però è convincerle!
Ti pare che quelle affittano ‘na stanza con gli antenati che c’hanno avuto?…
GEMMA- Sì, tu lascia fa’ a me! Tu però fa finta d’essere contrario, così non capiscono
che siamo d’accordo.
TOMMASO- Capirai! Se io dico bianco, lora dicono nero…(continua a soggetto
finché non entrano)
Scena 7^: Detti, Cecilia, poi Camilla.-
CECILIA- (da fuori comincia a chiamare la sorella) Camilla, ecchime! Camilla, aiutami!…(entra,
con borse della spesa. Vede Gemma e con finta gioia) Oh, chi si vede? (posa le
borse sul tavolo e comincia a toglierne gli involti)
GEMMA - Buondì, Cecilia!
CAMILLA- (entrando) Finalmente…(vedendo Gemma) Oh, e tu stai qua?
GEMM- Sì!…E, visto che mi ci trovo, ve vorrei dir do’ parole.
TOMMASO – Io son contrario. CAMIL-
Se son due van bene, ma se sono 3 no: torna ‘n’altra volta che c’abbiamo troppo
da far! Ancora c’ho da metter sù lo spezzatino de vitellina: prima scelta…
CECILIA- Spezzatino?…Quale vitellina?…
CAMILLA- (occhiata d’intesa alla sorella) Spezzatino!… (continua) Prepara il
pollo…
CECILIA- Il pollo?
CAMILLA- Sì, Il pollo!
CECILIA- (che adesso ha capito perché ha visto Gemma, rimette subito nelle
borse gli involti)…Il pollo…Da sbattere le uova per lo zabaione.. TOMMASO-
(fra sé)…Da tirare fuori l’argenteria!…
GEMMA- E’ questione d‘un minuto. A lui già l’ho detto… TOMMASO-
Sono contrario… GEMMA-
(fingendo di non sentirlo) ma lui mi mette ostacoli, non è d’accordo!
L’affittereste quella stanza che c’avete libera a una persona di mia
conoscenza?
CAMILLA- (meraviglia) Ma cosa dici mai, Gemma? Noi affittare camere?
CECILIA- (pure lei) Noi affittacamere? Cosa c’ho da sentire?…Avere pensionati
per casa sono solo fastidi!
GEMMA- Ma quali fastidi può dare un giovanotto che sta fuori di casa tutto il
santo giorno per affari? Non volevo specificarlo, ma si tratta del figlio d‘un
amico mio!
CAMILLA- Ah, quello di Milano?!
GEMMA- Precisamente.
CAMILLA- Famiglia benestante, se non ‘ricordo male?
GEMMA- Non sanno più dove mettere i quattrini!
CAMILLA- Ma cosa stai a fare in piedi? Mettiti a sedere!
CECILIA- Hai detto che viene a sta qui?
GEMMA- Viene solo per un periodo de tempo…Io in casa non c’ho posto e poi come
farei a ospitarlo con Giacinto?
CAMILLA- (dà un’occhiata significativa a Cecilia) Eh?…
CECILIA- Eh!…
TOMMASO- Non me voglio sbagliare, ma la cosa ingrana male….
CAMILLA- (interessata) Beh, tanto più che per quello che raccontato è pure un
ragazzo tanto simpatico!…
GEMMA- E’ proprio un ragazzo interessante, serio, tranquillo…E’ un giovanotto
che quanto prima mette su famiglia!
CAMILLA- (con interessamento mal celato) Ah!…Perché…
CECILIA- E’ già fidanzato?
GEMMA- Ancora nò! Volevo di’ che non è uno de quelli che zompetta di qua e di
là!
CAMILLA- Chissà che dote pretenderà?…
GEMMA- Capirai! Ce n’ha già tanti de quattrini, che manco ci pensa a cercarli!
Anzi…
CECILIA- I principi ce l’ha buoni! (lancia occhiata a Cecilia)
TOMMASO- (fregandosi le mani) Ingrana,oh!…(cambiando tono e espressione si gira
verso le sorelle) Dico, ci voliamo pensa’ un pochetto, prima…
CAMILLA- Tu sta’ zitto!
GEMMA - (si alza e con fare rassegnato) Quand’è così…pazienza e scusatemi tanto.
CAMILLA- (con premura le porge una sedia) Cos’è vai via così presto?
CECILIA- (con altra sedia) Un minuto più…minuto meno?!…
CAMILLA- E po’, ancora mica abbiamo detto di nò!…Cecilia, che ne dici?
CECILIA- Io per quanto me riguarda…
CAMILLA- (a TOMMASO) E per te?
TOMMASO- Non ero d’accordo e continuo a essere contrario!
CAMILLA- Sei sempre “Bastiàn contrario”!
CECILIA- Alla fine se ti penti…
TOMMASO- …Dico tre ave Maria e tre Pater nostri!
CAMILLA- Solo che non sappiamo se la stanza potesse piacergli!…
GEMMA- Gli piacerà di sicuro!
C A M P A N E L L O
CAMILLA- E adesso chi sarà?
CECILIA-(va ad aprire)
GEMMA- Allora non mi rimane che ringraziarvi!
CECILIA- (dall’interno) Era lì, lì per venire via…(entra)!
GEMMA- E’ mio marito: Giacinto!
Scena 8^: Detti, più Giacinto.-
GIAC- (entra affannato. Tartaglia) Tu…Tu sai chì? Sa…sa…sai chì?
TOMMASO- Buondì, Giacinto!
GIAC- Te sa…te sa…te sa…
TOMMASO- Saluto. Ho capito!
GEMMA - Cosa ti manca che sei venuto qui?
CAMILLA- Cecilia, va' a girà il petto de pollo per Ofelia!….
CECILIA- (esce per poi ritornare da lì a poco) Subito!
GIAC- Co co co (Tommaso gli guarda dietro se ha fatto l’uovo) Cosa-mi…mi…manca?…Ne
discu…discu…discutiamo a casa! E’ possibile che non ti-ti-ti trovo mai a
ca-ca... TOMMASO-
Non esser volgare! GIAC-
(non badandoci) a-ca-casa?
GEMMA- Un’altra cartolina!
GIAC- (si toglie dalla tasca una cartolina raffigurante un cervo e la dà a
Tommaso che la legge)
TOMMASO- (leggendola) Benché la tua bottega sia ben fornita e adorna, non hai
nastro bastante per fasciare le tue corna. (finito di leggere) Ma Giacinto te
lo fanno apposta!
GIAC- No… No… Non è la… la… la… prima (ne estrae un’altra dalla tasca) TOMMASO-
(la guarda e poi la dà a Gemma)
GEMMA- (la gira e rigira senza capire) Cos’è sto coso? Mica se capisce sto
disegno!…
TOMMASO- Fa vede?…(prende) E’ un becco…a gas! (ridà a Giacomo)
GIAC- (legge) “Fiorino a foglie – quando la sera vai all’adunanza – tua figlia
va a letto- ma tu moglie? ( ne estrae un’altra) E, quest’altra?…
TOMMASO- Beh, non puoj manco dire che la posta non t‘arriva!…
CAMILLA- Ha da essere qualched’ùno che…
GEMMA- Qualcuno che ha capito qual è il debole suo e c‘inzuppa il pane!
GIAC- (ha continuato a far vedere a TOMMASO altre cartoline mentre questi cerca
di calmarlo) Oh! Sarà come dite, ma io ci vorrei vedere un altro al posto mio.
TOMMASO- A me non mi ci vedrai di sicuro!
GEMMA- Ma se vengo a sapere chi è che ci si diverte! (sospingendolo) Cammina,
cammina a casa Giacinto dell’anima mia!… (a Camilla) Allora va bene?
CAMILLA- Certo! Per voi la porta de casa è sempre aperta!…
GEMMA- Grazie e a presto!…(si avvia, ma ritorna perché il marito s’era fermato
a discutere a soggetto con TOMMASO) E vieni, sennò mi tocca scriverti che sono andata
a casa prima che il postino ti porti un’altra cartolina!
GIAC- Vengo!…Bo…bo…bo…(via)
TOMMASO- Buone feste e saluti a casa! (lo accompagna fuori scena)
Scena 9^: Camilla,Cecilia, poi TOMMASO.-
CAMILLA- Averci un bel ragazzo per casa (accennando verso la camera di Pina) non
sarà male! Che dici?
CECILIA - Tanto più se c'ha i quattrini!
TOMMASO- (rientrando) Dimmi un po’ congiunta: a me oggi è dato digiunare?
Niente alimenti?
CAMILLA- Ma che dici?
TOMMASO- Dico se oggi si mastìca qualcosa!
CAMILLA- Ti pareva!? Lui basta che si parla di mangiare!
CECILIA- Perché non l’hai visto chi c’è stato finora?
TOMMASO- Certo che l’ho visto, mica sono orbo! Ma qui, per dar udienza, ne
bastava una, e a voi cara signora Cecilia, nessuno v’aveva comandato di ‘rimanere
ad ascoltare i discorsi altrui!
CECILIA- (risentita) Se son ‘rimasta vuole dire che erano discorsi che m’interessavano:
interessi di famiglia.
CAMILLA- Brava! E’ così che si parla!
TOMMASO- Parla? Questa c'ha l'anemia nel cervello e straparla, altro che parla!
CAMILLA- Se lei c'ha l’anemia nel cervello, tu c'hai i bruscolini!... Il padrone
aveva detto di nò! Il cervello tuo mica ha pensato che in casa c’è ‘na ragazza
da marito!? Pensi solo per te e degli altri non te frega niente!…(ha continuato
ad apparecchiare la tavola)
CECILIA- (ancora risentita) Sentiamo, perché c’avevo d‘andare via? Cosa son la
serva, io?…Precisiamo che la buon’anima di mio marito m’ha lasciato “tanto” di
pensione!…
TOMMASO- “Tanto” da mangiare una sola volta al giorno!
CECILIA- Vuoi dire che mangio alle spalle vostre?
TOMMASO- Non solo. Ma è che a tavola mi stai di fronte e mi tocca vederti pure
mentre mangio!
CECILIA- Hai inteso Camilla?… Tanto, cosa te aspetti da un montanaro?
TOMMASO- Allora, Saccon d’Olanda, visto che sono un montanaro, perché sei
venuta a stare in casa mia? Perché non te n’andavi a stare in albergo? Siete
servita, riverita con la porta sempre aperta. Se non è aperta suonate e vi sarà
aperto…
CECILIA- E tu questo vorresti: che me n’andassi da questa casa…no?
TOMMASO- Come sei intelligente! L’hai capito!? Ma quello che però non capisci è
di farlo!
CECILIA- Camilla?!…
CAMILLA- Mia sorella da qui non si muove. Se va via lei, vado via pure io!
TOMMASO- Approvo! Vigliacco chi si ritira.
CAMILLA- (decisa) Cecilia, mettiti a sedere!
CECILIA- (siede)
TOMMASO- E, di mangiare non se ne parla!…Tirate fuori il pollo che ci penso io!
CECILIA- (ride) Sì, il pollo!..(andando di corsa in cucina) Mi sa che la
gallina deve far l’uovo del pollo che vuoj mangiare! (via)
TOMMASO- Camilla, poco fa non hai detto che c’era un pollo?
CAMILLA- (tra sé) E tu cosa sei?…
TOMMASO- Allora?
CAMILLA- L’ho detto così per dire! Ti pare che son tempi da comprare il pollo?
TOMMASO- Se non c’è il pollo, ci sarà qualcos’altro da mangiare.
CAMILLA- (continua a sistemare la tavola) Fra poco vedrai quello che c’è da mangiare!
TOMMASO- C'ho paura che marca male, Saccon d’Olanda!…Cosa c’è?
CAMILLA- La minestra.
TOMMASO- Il pappone da maiale!… Quella la danno pure i frati. E poi?
CAMILLA- E po’ c’è il bullito de ieri….
TOMMASO- Alé! Carne avanzata! E poi?
CAMILLA- (scocciata) E poi..insalata!
TOMMASO- Insalata.. con cosa?
CAMILLA- Con l’olio e l’aceto!
TOMMASO- Col piatto di sotto, così non cade a terra! CAMILLA-
Ma cosa vorresti un tacchino ripieno? Porta a casa più quattrini e allora facciamo
ogni giorno Natale e Pasqua!
TOMMASO- Son sicuro che un quarto de pollo o ‘na cotoletta impanata per tua figlia
non manca. Con lei fate il lusso e a me mi fate mangiare i tappi, Saccon
d’Olanda! Ma v’avverto che se me salta fuori qualche molla!… Intanto aspettate
che arriva sto giovane da Milano e…
CAMILLA- …E cosa?
TOMMASO- niente! Almeno ci sarà uno che può dire da che parte sta la ragione e il
torto. A quel punto non potete più farmi passare per brigante, Saccon d’Olanda!
CAMILLA- (preoccupata) Mica dici davvero?
TOMMASO- Un giorno o l’altro piglio la prima che mi capita di voi tre e la
metto a spendolare per le zampe, fuori dal terrazzo!
CAMILLA- Provaci!
TOMMASO- Mi vuoj mette alla prova, candido fiore?…(si guarda intorno) …Me vuoj
mettere alla prova? (la insegue)
Scena ultima: Detti – Ofelia – Cecilia.
OFELIA- (entra) Cosa sono ste urla, oh!?... Un po' d'educazione!
TOMMASO- Ecco a Gipiama!... Questa è quella che c'ha il libro del galateo nella
tasca del Gipiama! Bisogna che t’abitui a sentir urlare! Questo è niente.
Ancora siamo a l'Ouverture de la “Cavalleria Rusticana”, figurati quando arriviamo
a “Hanno 'mazzato a cumpare Turiddu”!?
CECILIA- (entra) Cosa c'hai stamattina? T'ha morsicato un serpente?
TOMMASO- Peggio! C'ho avuto da discorrere con te, che è peggio!
CAMILLA- Cecilia, fammi il favore, non rispondergli!
CECILIA- E’ meglio! Non ne vale la pena. (posa l’occorrente che aveva in mano) Ofelia,
t’ho portato il brodo e il petto de pollo!
OFELIA- (sedendo) Grazie!
CAMILLA- (posa sul tavolo un piatto sgarbatamente) Questo è per te!
C A M P A N E L L O
CECILIA- Ci vado io! (esce)
TOMMASO- A lei il petto de pollo e a me la carne avanzata?!
CAMILLA- (avviandosi in cucina) quanto sei palloso!
CECILIA- (da dentro) Camilla, è la modista!…(entra con un cappello in mano)
CAMILLA- (torna indietro) Falla entrare!
TOMMASO- Che entrare, che c’abbiamo da mangiare?! (prende per un braccio Camilla
e va davanti a lei e verso la comune) Non si può! Vietato entrare!
OFELIA- Ma falla entrare!
TOMMASO- T’ho detto de nò: c’abbiamo da pranzare!
CECILIA- (sempre col cappello in mano) Ma cosa ci vorrà a provare un cappello?
(verso la comune) S’accomodi!
TOMMASO- (infuriato) Saccon d’Olanda! (strappa il cappello dalle mani di Cecilia)
OFELIA- (lancia un grido)
CAMILLA- Posa quel cappello!
OFELIA- Mamma, me lo rovina!…
CECILIA- Ma viene da Parigi!
TOMMASO- Adesso torna a Parigi!… E Senza Alitalia(lo lancia dalla finestra)
CAMILLA- Zotico!
CECILIA- Paesanotto!
V. F.C.- Aòh!… Oggi piovono cappelli?… Da dove arrivano?
TOMMASO- Da Parigi, dall’estero e se aspettate fra poco arrivano i prodotti
nazionali! (si gira infuriato verso le donne che in un battibaleno scappano
entrando a dx e a sx, TOMMASO siede a tavola, mette il tovagliolo al collo e
togliendo il coperchio dal piatto porta-brodo e con forchetta in mano)…Così la
carne arretrata se la beccano loro!
S I P A R I O
ATTO
SECONDO
La stessa scena del primo atto. TOMMASO ha finito di cenare, sulla tavola
ancora vi sono i resti della cena e sta sorseggiando una tazza di caffè. Gemma
è in piedi.
Scena 1^: TOMMASO – Gemma.-
TOMMASO- Non la vuoj proprio una tazza de caffè?
GEMMA - No, grazie!…Ancora due minuti e ceno! Son venuta a scambiare 2 parole
veloci, nel mentre che mi bolle l’acqua…(a bassa voce) Con le donne come va?
TOMMASO- Un paradiso! Dopo che arrivato sto parente tuo: le tigri del Bengala
sono diventate tre pecorelle! Saccon d’Olanda, manco ci credo! Certe volte mi
tocco pere vede se son vivo o son morto! Se voglio mangiare mangio Adesso non
voglio mangiare e non mangio! Basta che la duri!
GEMMA - Davvero?
TOMMASO- Mi sembrano come i cavalli del Circo! Dico: al “trotto” e quelle
trottano!… Dico: “zompa” e quelle zompano! Uno di sti giorni voglio prendere il
bastone e poi le faccio zumpare su un piede solo:”Hop!…Hop!…Hop!”
GEMMA- Me l’immaginavo che si sarebbero comportate così, per dimostrare che in
casa regna la pace e l’amore! Che false!
TOMMASO- Hanno paura che sfasci il giochino! Adesso il pallino ce l’ho io e ci
devo far ingoiare tanta de quella bile…finché non arrivo pari!
GEMMA - Povero zio! Quante te n’hanno fatte?
TOMMASO- Adesso mia moglie non me chiama più “Ve’”. None! Mi chiama: Tommasino!
Ogni volta che la posso far sfigurare davanti a Vittorio: cresco di un etto! Due
brutte figure, due etti! Ho messo su tanti chili. Mi vorrebbero fulminare con
gli occhi, ma mi sorridono. Camilla, per non far vede che ci vogliamo bene come
cane e gatto, ha voluto che tornassimo a dormire nello stesso letto!… come me
diverto! La notte, faccio finta di dormire e le do certe zampate…e lei, zitta!
Appena me accorgo che sta per prendere sonno: “tac” un’altra zampata!…Andiamo
avanti così tutta la notte!
GEMMA - Allora la notte non dormi?!
TOMMASO- Dormo di giorno! Tanto lavoro in Comune…Gemma, ti ringrazio del favore
che m’hai fatto…
GEMMA - Vittorio, la fa bene la parte sua?
TOMMASO- E’ un’artista nato!
GEMMA - L’ho istruito bene! C’ho detto di mostrare simpatia per Ofelia…Di dire
che le piacciono le signorine serie, quelle di casa… TOMMASO- Ma
tu guarda, Saccon d’Olanda, quanti merli si beccano insieme?
GEMMA - A Giacinto, sembrerà che Vittorio non pensa più a fare il gallo, che ha
messo la testa a posto e tu hai trovato la pace in famiglia. Cos’altro puoj
desiderare?
TOMMASO- niente! Grazie a Dio, niente! Non se sa mai se un giorno o l’altro, Camilla,…se
mentre va a far la spesa, una macchina…(Gemma ha un gesto di rimprovero) No,
dicevo…Sai per finire in bellezza! Vedi, il male è che “ogni bel gioco dura
poco!” Perché quando viene a sapere la verità?…
GEMMA- Non te preoccupare oggi di quello che succederà domani!
TOMMASO- Ci vorrebbe subito un altro cugino. Via questo sotto un altro!
GEMMA- (ride) Fammi andare! C’ho da fare la cena a quel geloso del mio
marito…Lo dovevan chiamare Otello!…Ciao, zìo! (via)
TOMMASO- Dopo ch’avete cenato: vi voglio tutti quì! (verso la comune)
Scena 2^: Detti, Cecilia, Camilla poi Ofelia
TOMMASO- Mi pare di star in Paradiso!…Posso far quello che vogljo…Prima, a tavola,
mi toccava ber il vino quando stava per pigliare l’aceto. Invece adesso è
sempre fresco e frizzante!…(siede in poltrona, apre il giornale e si mette a
leggere, ma si addormenterà)…Basta che dura!…
CAMILLA- (entra e non vedendo TOMMASO) Cos’è: è scappato? (vedendolo)
Eccolo!…Eccolo lì che dorme e io la notte non riesco a dormire per le zampate
che me dà! E’ proprio un mulo! Un somaro!…
CECILIA- (entra dalla cucina e va a sparecchiare) CAMILLA-
(entra e ferma Cecilia, parlando a bassa voce) Sta buona!…No toccar niente!
Sparecchia Ofelia, quando arriva il signor Vittorio, così la vede! Mettiti a
sede!
CECILIA- No! Fammi levare le molliche…Sta male scopare quando c’è gente!
CAMILLA- A quello ci piacciono le figlie de casa, senza fronzoli per la testa!
CECILIA- Dici che becca?
CAMILLA- Pare de sì!…Sennò come te lo spieghi che un giovanotto dell’età sua la
sera non scappa mai? Appena finisce di fatigare : va a mangiare in trattoria e
poi di corsa viene a casa!
CECILIA- Essà! Qua c’è la calamita.
CAMILLA- Te l’immagini se tutto va come pensiamo? Ofelia, quando dopo sposata ci
verrà a trovare, al vicinato scapperanno glj occhi di fuori quando la vedono
arrivare su una de quelle automobili de lusso…quelle così lunghe che pare che non
finiscono mai...
CECILIA- …con lo sciaffo’ in divisa! (imita clacson) Poohh!….Poohh!…Una bella suonata:
e mia nipote che scende con una bella pelliccia di pettigrilli, piena di collane
e bracciali!
CAMILLA- Madonna di Loreto, fatemela sta grazia!
OFELIA- (entra da sx. e vedendo che TOMMASO dorme, si avvicina cautamente alle
donne) Mamma, io son pronta!
CAMILLA- (squadrandola) Fatti un po’ vedere?… Stai proprio bene! Vero Cecilia?
CECILIA- Quella sarta vuole un pozzo di quattrini, ma cuce veramente bene!
OFELIA- Pure il colore mi sta bene!
CECILIA- Cos’è che non sta bene a te?
OFELIA- Se me lo vedono al Circolo cittadino…
CAMILLA- Oh! niente circolo per adesso! Non l’hai inteso iersera il signor Vittorio,
che non ci piacciono le ragazze che frequentano i circoli cittadini? Bisogna
che fai un po’ di sacrificio.
CECILIA- Cosa ti credi? Pure noi stiamo a far sacrifici.
CAMILLA- Sempre pronte a far i sorrisetti a quel mammalucco lì? Sapessi certe
volte?! Eppure me trattengo. Basta dir che me lo son ripreso a dormìr nel letto
mio!…La notte chissà cosa se sogna e mi dà certe zampate…‘Nelle cosce c'ho certi
lividi: così! TOMMASO-
(che dormendo sbuffa)
CECILIA- Senti che educazione che c'ha!
CAMILLA- Guardatelo! Ronfa e sbuffa come un treno e mangia quanto un cammello!
CECILIA- Non l’hai visto quanto ha mangiato stasera? Il cibo ci scappava dalle orecchie!
OFELIA- Non sarà meglio svegliarlo? Se arriva il signor Vittorio non ci facciamo
una bella figura! (si avvia)
CAMILLA- (trattenendola) Sta buona!… Bisogna svegliarlo per bene, sennò piglia
la scusa per fa cagnara. (si avvicina a marito, batte con delicatezza la mano
sulla spalla, con voce melliflua) Tommasinooo? Tommasino? (vedendo che non si
sveglia fa la mossa come dargli un pugno sulla testa) Uh! ( di nuovo come
prima) Tommasino???…
TOMMASO- (si sveglia di soprassalto)
CAMILLA- (sempre con dolcezza) Svegliati Tommasino, che tra poco arrivano i
parenti tuoi…il signor Vittorio…
TOMMASO- (raccoglie il giornale sgarbatamente e finge di essere arrabbiato)
Guai a averci gente per casa!…Io dico se uno….
CAMILLA- (ha un moto di stizza, ma poi riprende il tono mellifluo) Scusa, di cosa
ti lamenti? Non vedi che facciamo del tutto per farti contento? Ti prepariamo
da mangiare quello che vuoj tu…Stasera hai mangiato tanto di gusto, ch’era un
piacere a vedette!
TOMMASO- (alzandosi) Domani mangio di più!…Doppio piacere!…Adesso vado a comprami
un sigaro!
CECILIA- Vuoj che ci vada io?
TOMMASO- Non c’è bisogno che ti scomodi! (autoritario) Il cappello.
CECILIA- (corre a prenderglielo) Eccolo!…(lo spolvera con il gomito) …Eccolo!
(porge)
TOMMASO- Il bastò.
CAMILLA- (corre a prenderlo) Ecchilo! (trattiene TOMMASO che si avvia
all’uscita) Fermate!…Guardate un po’? C'hai la cravatta tutta storta…(gli
aggiusta la cravatta, gli ravviva i capelli e poi gli accomoda il cappello)…Adesso
sì che puoj scappare!
TOMMASO- Brava! Hai fatto il dovere tua. La moglie ha da essere la serva
umilissima del marito. Cominci a capire che i pantaloni li porto me! (avvia)
CAMILLA- Tutti l’abbiamo capito, pure Ofelia! (intanto gli fanno le boccacce)
TOMMASO- (guarda Ofelia) Serva a mezzo servizio! (girandosi verso Cecilia) Dico
bene parente?
CECILIA- Parli come un libro stampato!
TOMMASO- ( si avvia,ma…guarda le scarpe, poi si gira) Una stringa!…(porge il
piede a Camilla)
CAMILLA- (inghiottendo amaro) Te l’allaccio subito!
TOMMASO- ( a Cecilia) Va a aprirmi la porta!
CECILIA- (corre e poi rientra subito)
TOMMASO- (esce)
DONNE- (rimaste sole gli fanno le corna) Tiè…tiè…e tiè!
Scena 3^:-Detti, Ofelia, poi Vittorio.
CAMILLA- (da sfogo) M’ha detto serva!… Serva a me!?…
TOMMASO- (dall’interno) Buongiorno signor Vittorio! (rientra all’indietro, per
lasciare entrare Vittorio)
VITTORIO- Buonasera signor Tommaso!
CECILIA- Il signor Vittorio!…
VITTORIO- (entra,con cappello e bastone in mano) E’ permesso? Buonasera signore!
DONN- (all’unisono) Buonasera signor Vittorio!
CAMILLA- (suggerisce alla figlia con un cenno del capo di andare a prendere il
cappello e il bastone)
OFELIA- (prima dell’uscita di TOMMASO era stata seduta a sfogliare
distrattamente una rivista o un libro, dando segni di noia o di rabbia con
qualche “sbuffo”. Si è alzata per partecipare all’invio delle metaforiche
“corna” verso Tommaso- Con finta timidezza) Permettete?
VITTORIO- No,no…Ma le pare signorina?!… Guardi come si fa! (depone all’entrata)
CAMILLA- ( a Cecilia) Quant’è fine!…Prego, accomodiamoci…Ofelia, tu,
sparecchia!
OFELIA- Subito, mamma!
CECILIA- (che s’è seduta) Si metta comodo!…(Vittorio prende posto)
CAMILLA- Proprio adesso abbiamo finito di desinare!
OFELIA- Allora, mamma, sparecchio?
CAMILLA- Si e fa attenzione! Non rompere niente.
OFELIA- Sì, mamma!..(prende bottiglie, posate, tovaglioli e li porta in cucina,
facendo più viaggi, cercando di essere presente prima delle sue battute)
CAMILLA- Vuole bere qualcosa?…Un digestivo…
VITTORIO- No grazie!
CECILIA- Un amaro…
VITTORIO- Non faccio complimenti!
CAMILLA- Si deve sentire come a casa sua!
VITTORIO- Grazie! Siete molto buone… Gemma mi ha parlato molto bene di voi.
CAMILLA- (si gira e guarda la sorella) Ah, sì?…
CECILIA- Di no’? (meraviglia)
VITTORIO- Vi ha descritto come una famiglia esemplare.
CAMILLA- (verso Cecilia) Dimmi te?!…(a Vittorio) Ah, no’ e Gemma ci vogliamo
tanto bene!…
CECILIA- V’ha parlato bene di noi? (trasecolata)
VITTORIO- Sì…una famiglia all’antica, dove regna l’armonia e dove non si
riconosce che una solo volontà: quella del capo famiglia! Una famiglia di
vecchio stampo!
CAMILLA- (stesso gioco di sguardi: verso la sorella e Vittorio) Eh, sì!… Casa
nostra è sempre stata…come ha detto lei!
CECILIA- Di stampo antico…
VITTORIO- Si vede da come è stata educata sua figlia…(verso Ofelia) Signorina
le debbo fare un complimento.
OFELIA- A me?…
VITTORIO- Sì, per come veste: semplice e con gusto!
OFELIA- (finge vergogna) Oh, ma cosa mi dice mai…
CAMILLA- (gongolando) Se l’è cucito tutto lei. Le è costato tanto poco!
VITTORIO- Bene! Tra le tante virtù ha anche questa dote?
CAMILLA- Di' qualcosa al Signor Vittorio!
OFELIA- Mamma, che devo dir?…Vorrà parlare ma me sento tanto intrecciare!…
CECILIA- Non la vedi ch’è tutta rossa?… Basta che la guarda e piglia foco! E’
tanto timida mi nipote!
OFELIA- Ma cosa dici? Non è vero! (con una mano si copre il volto e con l’altra
prende i piatti e va in cucina)
CAMILLA- Visto quant’è timida? Questo perché non ha mai praticato a nessuno!
CECILIA- Sempre attaccata alle sottane di sua madre!…
CAMILLA- …Senza superbia…
CECILIA- …tanto intelligente! Uno non fa in tempo a aprire la bocca, che lei ha
già capito al volo!
CAMILLA- In poche parole, se un giorno dovesse piglia marito, non è che mi fa
piacere a levarmela da casa. Capirai, n’abbiamo già rifiutato partiti!…Son sicura
che quello che se la piglia…non per dire, ma…
CECILIA- Si deve leccare le cinque dita!
CAMILLA- Non faccio per dire, ma io e mi sorella veniamo da una famiglia…
VITTORIO- Scusi, loro nascono?
CECILIA- (perplessa, come la sorella) Cosa ha detto?
VITTORIO- Dico: loro come sono nate?
CECILIA- Eh…come a tutti!
VITTORIO- Forse non mi sono spiegato bene. Volevo sapere il loro casato.
CAMILLA- Rossi! (alla sorella) Ma cosa hai capito?…(a Vittorio) La scusi, sa!
Mia sorella tante cose non le sa!… Santi: antico casato!
CECILIA- Babbo nostro c’aveva: carrozza e cavalli!…è vero Camilla?
CAMILLA- Un nostro antico prostero…
VITTORIO- Prostero?…Vuole dire: postero?
CAMILLA- Sì, come ha detto lei: Prospero!…
CECILIA- Per me, se ricordo bene, si chiamava Benedetto e non Prospero!
CAMILLA- Volevo dire che il fratello del bisnonno mio : era il canonico di San
Sepolcro…
VITTORIO- Oh!…
CAMILLA- E poi senza che andiamo tanto indietro, c’abbiamo un fratello nella
magistratura.
VITTORIO- Ah,sì?…E, che cos’è?
CECILIA- E’ uno che c'ha voce… Lì, tutti ascoltano!
VITTORIO- Complimenti!
CAMILLA- E mio marito? Adesso cosa c’entra, magari a vederlo così non gli si dà
una lira, ma se uno lo pratica vede che c'ha delle qualità! In dodici anni di
matrimonio, tra me e lui, non c’è stata mai una parola, vero Cecilia?
CECILIA- Mai!…Pure con me: mai una parola! Ci vogliamo tanto bene io e mio cognato!
OFELIA- (intanto ha preso i bicchieri e piatti e va in cucina) Mamma, qui ho
fatto tutto!
CAMILLA- Brava!
OFELIA- Adesso porto di là quello che c’è qua! (avviandosi in cucina si
incontra con Tommaso che entra dalla comune)…Permesso…
TOMMASO- Si accomodi!
CECILIA- Quant’è educata!
Scena 4^:-Detti, più TOMMASO.-
CAMILLA- E’ proprio una donna de casa…C'ha le mani d’oro!
Rumore di bicchieri rotti
TOMMASO- Dagli giù, Saccon d’Olanda, tanto c’è Pantalone che paga!
DONN- (si alzano e vanno a vedere) (frasi a soggetto)
TOMMASO- Di sei bicchieri sarà rimasto intero… un cucchiaio. L’ho detto sempre
che non ne indovina una!
CAMILLA- (entra contenendosi) Ci vuole pazienza!…E' stata una disgrazia, può
succede a tutti!
CECILIA- (rientrando) C’abbiamo la cucina tanto buia. Si capisce: un po’ il
scuro, un po’ l’emozione…
VITTORIO- Emozionata?
TOMMASO- Sì! Siccome non ha mai fatto niente, l’emozione del lavoro, capisce?
Se tutte le ragazze fossero uguali alla figlia di mia moglie in 2 mesi diventerer
milionario aprendo un negozio di piatti e bicchieri!
CAMILLA- (gli fa gli occhiacci) Ma che dici? Hai sempre voglia di scherzare?
CECILIA- Sempre spiritoso il nostro Tommaso!
TOMMASO- Da domani nel bicchiere di latta vi faccio bere: come i pappagalli!
CECILIA- Questa è un’altra battutella! (finta risata)
TOMMASO- (insiste) E’ la verità, altro che bugie! Prima ho fatto il garzone di
muratori, poi il garzone del materassaio. Imbéh? Mica tutte se possono vantare
d’avere avuto come marito un controllore dei tram e il nonno canonico …(a Vittorio)
Che poi, quand’è morto s’è saputo ch’era sagrestano a S. Michele! Vengono da un
casato!…Pensi lei che, il padre…
VITTORIO- Ho sentito: carrozze e cavalli.
TOMMASO- Essà! Faceva il cocchiere!…E, il fratello? Posto di responsabilità nella
magistratura!
VITTORIO- Uno che aveva voce, mi pare!
TOMMASO- Quando c’era una causa il primo a parlare era lui. “Signori: la
corte!”
CAMILLA- (a parte) Ma è proprio scemo! (vede la figlia sulla soglia della
cucina che singhiozza e le va incontro, suggerendole…) Scusate per i bicchieri.
OFELIA- Babbo…un’altra volta starò più attenta…(poi passa ad un tono normale)
Però questa è stata la prima e l’ultima volta che…
CAMILLA- Brava! Vuole dire che non li rompe più, che ci farà attenzione!…Babbo
ha ragione!…Lui fatica dalla mattina a la sera...
CECILIA- …E noi dobbiamo contraccambiarlo con attenzione e affetto!
TOMMASO- C'hanno la faccia come il marmo!
CAMILLA- Oh Tommaso, s’è scusata hai visto? (a gli altri) E’ una figlia piena di
giudizio!
TOMMA- Come a Nerone. Ce n’aveva tanto che ha bruciato Roma!
Scena 5^:-Detti, Gemma – Giacinto – Lina.-.-
GIAC- (da fuori) Ri…Ri…Ri…
TOMMASO- Rieccolo!
GIAC- Tommaso se po…po…po-?
OFELIA- Venite pure avanti!…Entrate.
GEMMA - (entrando) Si può?
TOMMASO- Entra Gemma.
GIACU- (è d’umore nero) Bu…bu…bu…
TOMMASO- …settete! Buonasera, buonasera!
VITTORIO- Cominciavo a non poterne più! (sottovoce e di sfuggita)
LINA - Non ho potuto fa’ prima!
VITTORIO- E’ un supplizio a vedersi così!
LINA - Ci stanno a guardare! (si scostano)
TOMMASO- Mettetevi a sedere!
VITTORIO- Sedete qui, noi possiamo stare in piedi! (va verso vetrata seguito da
Lina)
CAMILLA- Mettiamoci a sedere!…(alla sorella) Ci mancavano solo loro!
GEMMA - (sta per mettersi a sede, ma…)
GIAC- (piano e concitato alludendo alla gonadi Gemma) Non te puoj mettere a
sedere, non vedi che la gonna t'arriva ai ginocchi? Se ti metti seduta ti se
vede fino all’ombelico!
GEMMA- Sta buono e non me angustiare!…Vuoj scommettere che domani me la faccio
corta sino a qua?
GIAC- Ri…rì?
TOMMASO- Cosa c’è, Giacinto??
GEMMA- C’è che ‘st’uomo mi leva il respiro! (siede) Adesso ce l’ha col vestito:
dice ch’è troppo corto e che me se vedono i ginocchi! Ma a chi interessano i miei
ginocchi?
GIAC- Interessante…Interessante e co-come! C'ho qua i documenti che
pa-pa-parlano!
CAMILLA- Ancora cartoline?
GIAC- Sta a-a-a-a- sentire che-che-che musica.
TOMMASO- Sentiamo. (a Vittorio) Adesso ci facciamo due risate! Visto che ancora
lei è scapolo, può imparare qualcosa!
GIAC- (legge la cartolina che aveva estratto dalla tasca) “Nei bottoni di corno
concorrenza non puoi temere, te lo dico in rima perché hai una moglie di
coscienza che ti fornisce la materia prima!”
TOMMASO- Questa è la più bella!
CECILIA- (a Gemma, cerca di minimizzare) Non ci far caso!…
GEMMA- Sì, però la cosa comincia a farsi pesante! Mica per me, ma per sto
mammalucco quì. Si meriterebbe di portarle longhe fino al soffitto!
GIAC- (infuriato) Co…co…
TOMMASO- finitela e vieni in terrazza che lì non c’è soffitto!
GIAC- M’ha detto che son ma..ma..ma-mammalucco!
TOMMASO- Sì, ma di quelli buoni!…Vieni con me!…
GEMMA- Bravo! Portalo in terrazza, fategli pigliare un po’ d’aria!
GIAC- Ri…Ri…
TOMMASO- Lascia perdere, non sprecare fiato! Sbagli tattica. Sta a vedere:
donne! (Le sorelle si mettono quasi sull’attenti) Innanzitutto fate un po’ di
luce in terrazza.
CECILIA- Subito! (si avvia)
TOMMASO- Fermate, ignorante! Ho detto “innanzitutto”, ciò vuole dire che c’è
dell’altro, se non avrei detto dopotutto!
CAMILLA- Giusto.
TOMMASO- Silenzio! Non c'ho bisogno dell’appoggio dei sottoposti!…Si portino
pure uno strofinaccio per pulire il tavolo…
CECILIA- La spara!
TOMMASO- Strofinaccio e non “spara”!… Imparate a parlare quando in casa c’è del
turismo! Poi, portate delle sedie…
CAMILLA- Ci son già le sedie.
TOMMASO- Non importa! Se il capostipite dice di portare delle sedie, anche se
già ci sono: March!
OFELIA- Le sedie le pigliamo io e Lina! Te dispiace darmi una mano?
LINA - Figurate! (escono e poi rientrano con una sedia per uno e vanno
direttamente in terrazzo)
GEMMA- Io intanto vago in terrazza!(via)
TOMMASO- Signor Vittorio ci facciamo un bel tresette col morto e Giacinto
pagherà come sempre!…Donne, una bottiglia de vino, de quello colla “botta”!
CAMILLA- Ma ti pare offrire il vino al signor Vittorio?
TOMMASO- Osservazione intempestiva, commento reazionario: un bicchiere de rosso
fa buon sangue! March! (le sorelle vanno in cucina)…Lei lo beve un bicchiere, sì?
VITTORIO- Se è di quello buono…!
TOMMASO- Allora è meglio che ci vado io a pigliarlo, sennò quelle portano
l’aceto! (via in cucina)
Scena 6^- Giacinto e Vittorio.-
VITTORIO- (che non sa cosa dire) Signor Giacomo la trovo molto bene.
GIAC- Non me lame-mento e tu? Ti trovi bene qua? Certo che qua c’è po-poco da
sguazzare…Non ci sono ta-tanti divertimenti…
VITTORIO- Ma che divertimenti e divertimenti!… Ormai è tempo di mettere giudizio
e di lasciare da parte i divertimenti.
GIAC- Se è pe-pe-per que-que-questo li potevi lasciare pu-pu-pure prima!
VITTORIO- Giusto! Però non è detto che i giovanotti che hanno corso la
cavallina, non debbano poi mettere la testa a posto e diventare dei mariti
bravi e premurosi. E non mi faccia quel viso meravigliato…Le giuro che se fossi
sicuro che i genitori della signorina, sulla quale ho messo gli occhi, non
facessero difficoltà: andrei a chiederla in sposa pure stasera.
GIAC- Se non te-te-te co-co-conoscono ci puoj andare!
VITTORIO- Come sarebbe a dire?
GIAC- Sarebbe a dire che se ti co-co-conoscono e te la danno, hanno il cervello
fuori po-posto.
VITTORIO- Perché dice questo? Non vede la vita che faccio? Le posso giurare che
io…
GIAC- Sta-sta...sta-stammi a sentire, io t’ho detto come la penso, poi se te-te
te-te te la danno: contenti loro, co-contenti tutti! E cos’è te la devo dare
io?
VITTORIO- Lo sapevo!…
Scena 7^- Detti, poi TOMMASO, Camilla, Cecilia.-
TOMMASO- (rientra con in mano una bottiglia)
Ecco! Questa è una bottiglia della cantina del Marchese Norbio…Viene dalla
Spagna!…La tenevo per una circostanza importante.
VITTORIO- Poteva serbarla per il giorno dell’anniversario del suo matrimonio.
CAMILLA-(entra dopo di TOMMASO)
CECILIA- (entra dopo di TOMMASO- ha uno strofinaccio in mano )
TOMMASO- Cosa? Quel giorno pigli sempre un’infuso di tamarindo e dormo 48 ore
filate!
CAMILLA- (alla sorella) L’hai inteso? (agli uomini con dolcezza) Ci andiamo in
terrazza?
CECILIA- Sì, andiamo! (si avvia)
TOMMASO- Donna Cecilia?
CECILIA- (fermandosi) Pronti!
TOMMASO- Mi son dimenticato le carte…
CECILIA- (facendo dietro front) Subito!
CAMILLA- Ci vado io che so dove stanno…Tu va in terrazza!
CECILIA- Va bene!
TOMMASO- Allora, march!
CAMILLA- (Camilla in cucina)
GEMMA - (entra dal terrazzo) Ci manca solo una sedia!
CECILIA- la porto io! (esce)
TOMMASO- Adesso all’attacco, bel Giacinto innamorato…(uscendo insieme a
Giacomo)…e non distrarti. Quando giochi, non devi pensare ai lampioni!…(segno
delle corna)
GIAC- (girandosi prima di uscire) Gemma?…
GEMMA - Arrivo!
TOMMASO- (facendolo uscire) Cammina che non te la perdi!…Signor Vittorio?
(esce)
VITTORIO- Eccomi!…
Scena8^: -Vittorio, Gemma poi Cecilia.-
GEMMA - (trattenendolo) Aspetta un momento!…Hai tastato il terreno?
VITTORIO- Appena gli ho accennato che ero intenzionato a prendere moglie, mi ha
tappato la bocca. Figurati se sa che si tratterebbe di sua figlia!
GEMMA - Ci vuole un altro po’ di tempo e pazienza.
VITTORIO- Intanto io e Lina ci dobbiamo vedere così di nascosto?… Ma lo capisci
che sono innamorato?…(continua la battuta)
CAMILLA- (è entrata a …”così di nascosto”…, rientra e lascia la porta socchiusa
per ascoltare)
VITTORIO- Il peggio è che con la vicinanza... Essere così a contatto... Sento
che non ce la faccio più.
CAMILLA- …Gesù!…
VITTORIO- …Del resto basta che tu volessi… Domani per esempio è mercoledì… tuo
marito non va all’adunanza della società?
GEMMA- (che ne ha capito l’intenzione) Farti entrare dentro casa?…Cosa sei
matto?…(fa cenno di andar via in terrazza)
CAMILLA- Gesù…!
VITTORIO- (trattenendola quasi con violenza) Ma scusa, è mai possibile che due
che si vogliono bene non possano stare un momento insieme? Dirsi due parole
senza tutta questa gente?
CAMILLA- Senti,senti…?
GEMMA - Ma lo vuoj capire che se lo viene a sapere mio marito…
VITTORIO- Come vuoi che faccia a saperlo? Appena lui se ne sarà andato, tu
metti un segnale alla finestra, io capisco che lui è uscito e per non farmi
vedere neppure qui, da quelli di casa, faccio finta di uscire e poi risalgo.
CAMILLA- Sto puzzone!…
GEMMA - (cede) Cosa mi vuoj far fare?…Però ce starai poco…dieci minuti!
VITTORIO- (raggiante) Dieci minuti non sono tanti, ma mi accontento. Grazie!
GEMMA- Adesso andiamo in terrazza, che sennò quelli posso pensare male! (esce)
VITTORIO- Sì…hai ragione! (esce)
Scena9^:- Camilla e Cecilia.-
CAMILLA- (entra) Gesù, Gesù,Gesù!…Non c'ho più una goccia di sangue nelle
vene!…Sti Giuda e brutti musi!… che scandalo!…
CECILIA- - (sulla soglia, dando le spalle alla scena) Cos’è sta fretta? Le
prendo io(a Camilla) L’hai prese le carte?…
CAMILLA- (stravolta) Cecilia!?
CECILIA- Che t’ha preso?
CAMILLA- Cecilia! (sempre drammatica)
CECILIA- Mi vuoj dire cosa t’è successo?
CAMILLA- Ce l’hanno fatta!…Brutti puzzoni!…Disgraziati!…Adesso capisco perché a
quella svergognata le premeva tanto che al cugino affittassimo la stanza!…
CECILIA- Stai parlando della Gemma?
CAMILLA- Sì,oh! Di lei e del cuginetto! Domani sera: amoroso convegno! Il
marito va all’adunanza, Lina va a letto e lei ci va col cugino…(avvicina gli
indici)
CECILIA – Davvero?
CAMILLA- L’ho inteso io con ste orecchie! Farabutti e delinquenti!…Abbiamo
sacrificato quella povera Ofelia…Abbiamo sopportato cose peggio delle torture…
A quel giuda de Tommaso gliele abbiamo date tutte vinte! Oh, ma me le devono
pagare tutte!…Lascia far a me…So io quello che c’ho da fare!
TOMMASO- (dall’esterno) Donne le carte!
CAMILLA- ( a Cecilia, che aveva fatto l’atto di precipitarsi) Ferma lì!…Se vuole
le carte se le viene a prendere! (sposta le carte da gioco in mezzo al tavolo)
CECILIA- Giusto!
TOMMASO- Camilla!…le carte!
CAMILLA- (va a prendere il bastone di Vittorio e lo nasconde dietro la schiena)
Mi sa che stasera la partita a carte non te la fai coi parenti, ma con me!
CECILIA- Camilla…(afferra una sedia) io?
CAMILLA- Sta buona! Basto solo io.
TOMMASO- (comparendo) Dico: vi siete rimbambite voi due? Le carte!
CAMILLA- (indica le carte sul tavolo) Eccole lì! (si porta verso gli scalini)
TOMMASO- (che ha intuito, prende tempo) Ci son tutte?…
CECILIA - Tutte!
CAMILLA- Nò! Tutte, nò! Manca l’asso di bastoni (mostrando il bastone)… e
quello ce l’ho io!
TOMMASO- Che vuoj far?…Di là ci sono i parenti tuoi!…Gente forestiera!…
CAMILLA- Qui forestieri non ce n’è. Ci son solo parenti…(mostra il bastone)..intimi.
Passa!…E sù! Va’ a giocare a carte!
CECILIA– Daj che ti spettano!
TOMMASO- (con le carte in mano ha cercato più volte di accedere al terrazzo,
incontrando sempre Camilla con il bastone alzato, finché non gli viene l’idea
di fingere che alle spalle di Camilla giunge qualcuno) Guarda chi si vede…
CAMILLA- ( si volta per vedere alle spalle)
TOMMASO- (ne approfitta e scappa in terrazzo)
CECILIA - (che ha visto la scena urla) Camilla?…(corre per trattenere TOMMASO)
CAMILLA- (si volta e sferra una bastonata quasi a Cecilia)
S I P A R I O
TERZO ATTO
La scena è la stessa degli atti precedenti. L’azione si svolge il giorno seguente
a quello del secondo atto.
Scena 1^- :TOMMASO - Gemma e Vittorio.-
GEMMA - E son sempre nere? ‘
TOMMASO- Sempre! Son nere come la burrasca. Camilla, è rimasta nervosa per
tutta la notte…Si girava di qua e di là… I calci li ho presi io stanotte!
GEMMA - Boh! Però più ci penso e più credo che è a causa de ‘sto signorino.
VITTORIO- A causa mia?
GEMMA- E sì! Iersera, a carte, hai voluto fa coppia con la Lina e scherza e
ridi, si vede che loro…
TOMMASO- Ma per niente! E’ stato tutto prima di giocare. Precisamente quando son
venuto di qua a prendere le carte, Saccon d’Olanda!
GEMMA- Gente bisogna che stiamo attenti a come ci muoviamo. Se poco poco capiscono
che t’interessa Lina: qua non ci rimani un minuto di più!
TOMMASO- Vittorio, per l’amore de Dio non far scherzi che mi rovini a vita!
Piuttosto dovremmo cercar di saper qual’è stato il motivo della “rivolta”. Hai
capito?
VITTORIO- Si figuri, per quanto mi riguarda!… Solo che “L'amore e la tosse”
sono due cose che non si possono nascondere.
TOMMASO- Per la tosse ci sono le liquerizie, e per l’amore basta che 'appena
svegljo metti la testa sotto l’acqua del bronzino per 2 ore e del ghiaccio in
bocca.
VITTORIO- (ridendo) Lei faceva così quando era fidanzato con la signora Camilla?
TOMMASO - Ecco come s’ammazza la gente!…Se l'avessi saputo, avrei messo la
testa sotto il rubinetto e avrei fatto pure la scommessa dej 2 genovesi!
VITTORIO - Che scommessa hanno fatto?
TOMMASO- A chi stava de più con la testa dentro una bacinella piena d’acqua..
GEMMA - Chi ha vinto?
TOMMASO- Son morti affogati tutti e 2. Scherzi a parte, qua bisogna che sappiamo
il motivo di sto cambiamento.
GEMMA-Tu cerca di tastare il terreno. Almeno sappiamo come regolarci. C'ho d'andare
a casa che Giacinto sarà tornato. Stasera c'ha l’adunanza. Ciao,zio!
TOMMASO- Ciao!
VITTORIO - (sottovoce) Allora…siamo intesi?
GEMMA- E va bé! Appena vedi che Giacinto gira l’angolo della strada… ma, mi
raccomando. (via)
Scena 2^:- Detti, poi Camilla e Cecilia.-
VITTORIO- Vado via pure io.
TOMMASO- (preoccupato) Cos’hai scappi pure tu?
VITTORIO- Debbo andare da un mio amico. E’ arrivato ieri da Milano. E’ qui per
lavoro pure lui.
TOMMASO- Non scappi mai e proprio stasera… Questa può essere la serata bona per
far due complimenti a Ofelia.
VITTORIO- Le prometto che domani sera rimedierò.
TOMMASO- Domani sera?…Se c'arrivo a domani!…Sai che m’era venuta un’idea?
VITTORIO- Sarebbe?
TOMMASO- Io al posto tua stasera le farei ‘na bella dichiarazione VITTORIO -
d’amore?
TOMMASO- No dei redditi! Certo d’amore!
VITTORIO- A chi?
TOMMASO- All’Ofelia! Per ridere, capiamoci.
VITTORIO- Ma lei scherza.
TOMMASO- E perché? Ma lo sai che se le fai ‘na dichiarazione a te da qui dentro
non ti portano via manco le guardie?
VITTORIO- Va bene, ma dopo? …Come farei il giorno che il Signor Giacinto si
convincerà a darmi in sposa la figlia?
TOMMASO- Ci so’ tanti modi per rompe’ un fidanzamento:…incompatibilità di
carattere…
VITTORIO- E’ vecchia.
TOMMASO- Ma sempre valida. Oppure ‘na bella litigata con la socera! La pigli per
i capelli,e la sbatti nel muro…Ci guadagnamo tutt’e due!
VITTORIO- Lei è molto sbrigativo!
TOMMASO- Oppure le dici che hai saputo che la ragazza c'ha avuto altri ragazzi.
Ce l’ha avuti, sai?
VITTORIO- Va bene, ma io come l’ho saputo? A me chi l’ha detto?
TOMMASO- Io. Te racconto tutto io.! Il primo è stato uno studente…Cosa studiava
però non te lo so di’! So che stava sempre a leggere il giurnale…Forse studiava
da giornalista, ma di sposarsi nin ne parlava mai. Allora abbiamo fatto ‘na
piccola riunione de famiglia e…via! Il secondo era un biciclista, sai uno de
quelli…
VITTORIO- Sì, un ciclista.
TOMMASO- No, questo era proprio un biciclista, perché la bicicletta…
VITTORIO- (insiste) Ciclista.
TOMMASO- E nò, Saccon d’Olanda! Biciclista! Se andava in “cicletta”… Ma lui
andava in bicicletta. Uno che ha l’automobile: è automobilista e non “tomobilista”.
VITTORIO- Ma no, signor Enrico!…
TOMMASO- Non litighiamo! L’amicizia prima d’ogni cosa. E va bene: “ciclista”.
VITTORIO- Ecco, sente come suona meglio?…
TOMMASO- Lui', era uno de quei biciclisti che correvano
VITTORIO- Ah, un corridore!
TOMMASO- Sì. Un giorno ha detto: “ Beh!Me vado a far un giro…”
VITTORIO- E’ partito per il Giro d’Italia.
TOMMASO- Boh!? Io so’ che ha detto: “Vago a fare un giro”!…E' passato un anno…Dove
ha girato non lo so, ma da qui non è più passato, Saccon d’Olanda! Allora abbiamo
fatto ‘na piccola riunione di famiglia…e via!… Il terzo faticava. S’interessava
de baccalà, formaggi, salumi, sardine…
VITTORIO- Sì, di quei generi…
TOMMASO- No, che genero? Era scapolo, ancora non s’era sposato.
VITTORIO- Volevo dire che lavorava in tutti quei generi.
TOMMASO- Generi ce ne son tanti, son d’accordo pure io, Saccon d’Olanda, ma lui
ancora nò! Lo diventava se spusava a Ofelia!
VITTORIO - Senta signor Enrico…
TOMMASO- Non litighiamo!… Quello lì un giorno ha detto: “per via dei salami sto
fuori un po’ de tempo”… Invece poi abbiamo saputo che per quei salami l’hanno
messo dentro (mimica) per tre mesi con la condizionale! Allora abbiamo fatto
‘na piccola riunione di famiglia e…(mimica) Il quarto, l’ultimo, era un
commesso di quelli che viaggiano…
VITTORIO- Un commesso viaggiatore.
TOMMASO- C’aveva 2 valigie con dentro: caramelle, cioccolattini, biscotti…
VITTORIO- Dolciumi.
TOMMASO- A me ha detto sempre che c’erano biscotti,caramelle…
VITTORIO- Appunto: dolciumi!
TOMMASO- Non litighiamo: caramelle, cioccolatini, biscotti e dolciumi(farfuglia)
fatto sta che ci ha detto che andava via qualche tempo… e ci ha detto: “ vi
manderò una cartolina!”
VITTORIO- E l’ha mandata!
TOMMASO- Sì, con lui vestito da frate! S’era fatto Francescano! Allora abbiamo
fatto ‘na…(mima il tutto)…Non ti dico Ofelia! C’è rimasta talmente male che ha
tentato l’avvelenamento!
VITTORIOE- Come? Ha tentato di…
TOMMASO- Ha tentato! Il bicchiere se l’era preparato in cucina, ma sai… gli occhi
pieni di lacrime… ha scambiato il bicchiere suo con quello della madre, che
s’era preparata ‘na limonata… Scalogna doppia! Scalogna perché sua mamma non
l’ha bevuto. Di due, nessuna! Passato il momento di sconforto non s’è
avvelenata più!
TOMMASO- Comunque come vedi di ragazzi ce ne so’ stati!…
VITTORIO- Sì…Ma…
TOMMASO- Se riesci a far come ho detto t’invito a cena. Cosa c'ho da dirti di
più?
VITTORIO- Certo che lei è un bel tipo!…Beh, adesso vado via, sennò faccio
tardi! (porge mano)
SORELLE- (entrano con piatti e posate, senza guardare TOMMASO)
VITTORIO- (saluta) Buonasera, signore!
SORELLE- (fredde) Buonasera!
VITTORIO- (guarda interrogativamente TOMMASO, fa spallucce e poi va via)
Scena 3^:- TOMMASO –Camilla -Cecilia
TOMMASO- (le guarda con aria preoccupata) Son più nere del mare in burrasca!…Ho
perso il comando! Come faccio?!…(mimica per dare nell’occhio, ma quando vede
che non viene manco calcolato: da un forte pugno sul tavolo) Basta! Finiamola!
CECILIA- (trasalendo) Che c'hai?
TOMMASO- C'ho…c'ho che si tratta di una cosa molto delicata. Riguarda il
pensionante vostro. Se mi davate ascolto, adesso, non saremmo a sto punto!
CAMILLA- Te ne sei accorto pure tu che c’è qualcosa che non quadra?
TOMMASO- Sì! Anzi poco fa me l’ha dichiarato lui: bello e chiaro!
CAMILLA-Lui?
CECILIA-. Che faccia tosta!
TOMMASO- M’ha raccomandato pure di non far parola con nesciùno (lo Sch sta per
zitto, tutto mimato)! Ha paura che se lo viene a sapere il padre lo fa tornare
a Milano.
CECILIA- Ce credo!
TOMMASO- Non voglio che dica che ci ho dato corda!…In paese camere in affitto
ne può trovare quante ne vuole e appena torna gli dico di preparare i bauletti
e via!
CECILIA- Bravo! E’ la prima volta, dopo quindici anni che ne hai detta una
giusta!
TOMMASO- Peccato non possa dire lo stesso di te!!
CAMILLA- E cos’è, casa nostra gli serve da comodino? Gli lasciamo fare i comodi
suoi?
CECILIA- Non deve servire da comodo a nessuno!
TOMMASO- E visto come stanno le cose: è un matrimonio impossibile. E’ meglio
che finisca prima che cominciare. Che ne dite?
DONNE- ( si alzano all’unisono) Un matrimonio!!!!
TOMMASO- Un matrimonio. Perché per caso tua figlia non ci tiene a maritarsi?
CAMILLA- Ma che t’ha detto il signor Vittorio?
CECILIA- Cos'ha detto il signor Vittorio?
TOMMASO- Mi fai la traduzione?…Veramente non m’ha detto niente. Me l’ha fatto
capre… Quando uno te dice ch’è innamorato della ragazza più bella del palazzo,
a chi se riferisce? Avanti. Dimmelo, sù!
CAMILLA- E di chi? Mica ci si può sbagliare!
CECILIA- Se riferiva, per caso, a Lina?
CAMILLA- Nò! A Lina: no.
CECILIA- Quindi non pensava a Lina! (detto quasi tra sé)
CAMILLA- TOMMASO, ma t’ha detto proprio così il signor Vittorio?
TOMMASO- Se non è vero quello che ho detto, chiudo gli occhi (li chiude)…Se ho
detto bugia, vorrei che il Signore… me li facesse aprire da vedovo!
CAMILLA– E andiamo! Non si fanno giuramenti sulla vista.
TOMMASO- Cambio! Se ho detto bugia, vorrei che il Signore quando li riapro mi
facesse trovare tutt’e due: lunghe, qui, per terra.(riapre gli occhi)
CAMILLA- Come sarebbe a dire?
TOMMASO- I giuramenti importanti bisogna farli su le persone care!
CAMILLA- Comunque sei sicuro che parlava d‘una ragazza?
TOMMASO- D‘un ragazzo no di certo!
CECILIA- Che non parlava d‘una donna maritata?
TOMMASO- Si-gno-ri-na!
CAMILLA- Perché... abbiamo scoperto che una relazione ce l’ha.
CECILIA - L’abbiamo scoperto!
CAMILLA- Anzi pensavamo che te n’eri accorto pure tu!…
CECILIA- …Te n'eri accorto pure tu?
CAMILLA- Una relazione, hai capito?
CECILIA- …’Na relazio', hai capito?
TOMMASO- S…me l’hanno detto!…’Na cosa senza importanza…Una de Milano.
CECILIA- Ce n’ha una a Milano?
TOMMASO- O forse de Torino... Sì, sì dev’e essere di Torino!
CAMILLA- Di Torino?
CECILIA- Così ce n’ha una a Milano, una a Torino e una qui! Tre!
TOMMASO- Ce ne può avere una pure a Calcutta!…Quando si è giovani il cuore è
libero!
CAMILLA- Certo, capisco che un giovanotto si deve in qualche modo…
TOMMASO- Vorrei sapere chi da giovane non ha…
CAMILLA- Se tutti quelli che hanno avuto una relazione non dovessero pigliare
moglie…
TOMMASO- Sulle scale del Municipio ci nascerebbero i funghi!
CECILIA- Certo che è tanto comodo per voi uomini!…Pure tu, prima di sposare la Camilla?
TOMMASO- Senti un po’ che discorsi! A parte che lei era un articolo…
CAMILLA- Io un articolo?
TOMMASO- Sì, un articolo di seconda mano! Facciamo di terza!
CECILIA- E tu che articolo saresti?…Il primo marito suo invece…
TOMMASO- …Il primo marito sua invece, visto che l’hai tirato in ballo, quand’erano
fidanzati, ce n’aveva tre di relazioni: una a Varano, una alla stazione e una al
Castelletto! A quei tempi era ancora bigliettajo e quindi c’aveva la fermata
obbligatoria a tutt’e tre i capolinea!
CECILIA- (Vedendo che la sorella ci è rimasta male) Sì, ma tanto non era ancora
sposato.
CAMILLA- Questo è vero. (a Cecilia) Che ne dici?
CECILIA- Per me!
CAMILLA- Secondo me la cosa migliore sarebbe quella di far finta de niente.
CECILIA- (stupita) E continuare a tenerselo in casa?
CAMILLA- Visto che è interessato a Ofelia!
TOMMASO - (fra sé) Forse ce l’ho fatta a rimetter le cose a posto.
CECILIA- Va bé!…Però lui lo vorrebbe mandar via de casa, per non stizzarsi col
padre.
CAMILLA- (fa cenno a Cecilia di lasciarla fare)Tommasino, cosa decidiamo di far?
Come ci dobbiamo comportare?
TOMMASO- Ve l’ho detto: lo mandiamo fuori di casa.
CAMILLA- Mandarlo via? Sta a sentire, la casa è la mia, la camera gliel’ho
affittata io e decido io se deve andare via da quì.
CECILIA- Siamo noi che decidiamo!
CAMILLA- Tu c’hai paura di rovinarti col padre di Vittorio e a me invece preme
il bene d’Ofelia, e pel bene suo me ne frego di te, dei parenti tuoi e de chi
te viene dietro. A me interessa Ofelia. E siccome oltretutto il ragazzo è
maggiorenne: non c'ha bisogno del consenso né di suo padre, ne di nessun altro,
per prendere delle decisioni. Quindi da qui non si muove! Te lo garantisco io.
Anzi, a incominciare da domani: ‘rimane a pranzo e a cena con noi.
TOMMASO- Se sta bene a te!…Io me ne lavo le mani! Però se il ragazzo rimane quì:
cerchiamo di filare dritti, sennò attacco una de quelle cagnare da farlo fugge
via!…Se la casa è la tua, io son il capo di casa e se si mangia è perché ci sono
io!
CECILIA- Perché Tommasino ti puoj lamentare di qualche cosa?
CAMILLA- Tommasino, c’è qualcosa che non va?
TOMMASO- Insomma patti chiari e amicizia lunga! I pantaloni li porto io!… Adesso
vado a comprarmi un sigaro!
CECILIA- Vuoj che ci vada io?
TOMMASO- Nò. Voglio prendere un po’ d’aria!
DONNE ( parlano tra loro fitto,fitto)
TOMMASO- (visto che non lo guardano,contento si frega le mani) Così il comando
ce l’ho di nuovo io! (esce)
CAMILLA- ( uscito il marito si mette le mani ai capelli) Cecilia!!!!!…. CECILIA-
Adesso che c’è?
CAMILLA- Siamo rovinate!
CECILIA- E perché?…
CAMILLA- …Quella lettera?
CECILIA- (calmandosi) Sta calma! Non è anonima?
CAMILLA- Sì, ma se Giacinto becca la Gemma sul fatto: apriti cielo!
CECILIA-Di sicuro!
CAMILLA- Con una scusa bisogna chiamare il signor Vittorio e farlo venire di
qua!…
CECILIA- Chiamamolo dalla finestra! (si avvia)
CAMILLA- (la ferma) No! Capiscono che noi sappiamo che Vittorio sta a casa della
Gemma!…Chiamiamol a Lina, così’ lui è costretto a venir via da lì!
CECILIA- Va bé, ma con quale scusa?
TOMMASO-- (dall’interno) Ohi, donne?…Oh donne?…
CECILIA- (raggiante) Sta zitta che c'ho un’idea!
CAMILLA- Cosa?
CECILIA- Adesso vedi…Fallo entrare!
CAMILLA-- Ma sei sicura che…
Scena 4^:- Detti, TOMMASO.-
TOMMASO- (compare sul fondo) Mi son scordato il borsellino!…Donne?!…
CECILIA- (lo fissa preoccupata e poi lancia un urlo)…Madonna!… Camilla…guarda
che faccia!…(che ha strizzato l’occhio alla sorella) Ma che t’è successo?…
TOMMASO- A me? Niente! Cosa mi doveva succedere?
CECILIA- Non è che ti senti male?
TOMMASO- No!…Ma perché…?
CECILIA- (lazzi per farlo sedere) Mettiti a sedere!… Camilla, sta male!…(gli
tocca la fronte) Com’è freddo!…
CAMILLA- (che aveva capito la sorella, va e gli tocca la fronte) Madonna, sei un
gihaccio, Tommaso!
TOMMASO- (si guarda le mani) (vorrebbe dire qualcosa ma non vi riesce perché
interrotto ora dall’una, ora dall’altra).
CECILIA – Non ti preoccupare che non è niente!
TOMMASO- (tira fuori la lingua e vorrebbe vedersela)
CECILIA- Perchè tiri fuori la lingua?
TOMMASO- Me la vorrei vedere!…
CAMILLA- Sta calmino! Ti fa male il fegato?
TOMMASO- (cerca di parlare, ma non gli scappa la voce)
CECILIA- Non parla più!… Camilla, comincia a non parla’ più!… Chiamiamo la sua
nipote!
CAMILLA- Sarà meglio! (va alla finestra e chiama) Gemma!…Oh Gemma?!…
CECILIA- E’ diventato giallo!
TOMMASO- Eh!? C’ho L’itterizia.
CAMILLA- E com’è che quella mummia non risponde?…Vacci a bussare! Corri!
CECILIA- Corro!…(si avvia ,ma viene fermata da grida concitate da parte di Giacinto
e Gemma) Mi sa che…
CAMILLA- E’ troppo tardi!…
CECILIA- Non sarebbe meglio che li vai a dividere?
CAMILLA- Essì!…(al marito) Cosa fai lì imbambolato? Alzati!…
TOMMASO- E che sono Lazzaro? Ma non hai detto che sto male?
CAMILLA- Sarà stata una roba passeggera!…Tu stai benissimo! Non senti che i
parenti tuoi se sono attaccati?… Valli a dividere!
TOMMASO- (TOMMASO cerca, come al solito di dire qualcosa ma…)
DONNE- (…lo alzano a forza e lo spingono fuori dalla porta di corsa)
CECILIA- (rimane fuori scena con TOMMASO)
CAMILLA- (abbandonandosi su una sedia) Sta volta l’abbiamo combinata grossa un
bel po’!
Scena 5:- Detti –Giacinto - Gemma
(Alle voci dei litiganti ora si sono aggiunte quelle di TOMMASO e Cecilia. Le
grida si fanno più vicine e forti. Camilla si alza e si avvicina al fondo. TOMMASO
è il primo ad entrare che tira in scena Giacinto – seguiti da Gemma e Cecilia –
cerca di calmare Giacimo che si divincola)
GIAC- To…To..To- TOMMASO-
Ti do io il totò a momenti! GIAC-Tommaso,
mollami!…T’ho detto: mollami!…
GEMMA - M’ha storto un dito quel macaco vestito da uomo!
CECILIA- E sù, Gemma, calmati!
GIAC- (vorrebbe reagire) Mooooo…Mooo… (questi vanno detti come muggiti di vacca)
V’ho detto mollatemi!…Mollatemi!
CAMILLA-(che aveva preso un bicchiere, con dell’acqua) Scansatevi!…(butta
l’acqua in faccia a Giacinto, che si abbassa o si allontana e così la prende
tutta, in faccia, Tommaso)
TOMMASO- (resta di sasso e poi) Mollami, mollami… e hanno mollato a me!…(alla
moglie) Guarda ch’aveva detto mollami nel senso che voleva essere lasciato per
menare alla moglie e non ‘nel senso di mollarlo con l’acqua. Capisciona!
CAMILLA- Gesù, quanto la fai lunga per una goccia d’acqua!…Che poi ha servito
per fargli passare i bollenti spiriti!
TOMMASO- Ti sai calmato, ciccio?
GIAC- No! E non me ca-ca-ca-ca l
TOMMASO – Non qui che poi puzza!
GIAC- Non mi calmo finché non me dice ‘ndo’…’ndo’….’ndo’…’ndo’ l’ha
sa-sa-salvato.
TOMMASO- E chi doveva nasconde’?
GIACU- Uno. (allusivo)
GEMMA- Ma quale uno,due e tre, Bandiera! Lo sai che non c’era nessuno in casa:
hai aperto tutti gli sportelli e tutti cassetti dei mobili che ci sono e non hai
trovato un corno!
GIAC- Invece n’ho trovati “due’”! (fa segno delle corna con una mano)…Si sarà
ca-calato giù dal terrazzo o ha sa-saltato da qualche f-fi-fi-finestra!…Ma se lo
riesco a pizzicare e me lo sbra…sbra…sbra…
TOMMASO- …sbrano!
GIAC- (afferma) eh!…E po’ la pi-pi…la pi-pi…(porta le mani quasi al basso
ventre verso una tasca)
TOMMASO- Andiamo di là…Tienila!…Chi le vuole sentire queste 2 arpie? (cerca di
portarlo fuori)
GIAC- (liberandosi di TOMMASO, tira fuori una pistola, vecchia, a tamburo) La pistola…
TOMMASO- (è svelto a togliergliela, mentre tutti cercano riparo) Questa è meglio
che me la dai… Serv più a me che a te!
GEMMA - (avanzando da dove aveva preso riparo) E’ matto!…E’ proprio andato via
di testa!…Orlando furioso, mi vuoj far spiegare?
GIAC- E’ inutile che ce-ce…che ce-ce.. che
TOMMASO- …cerchi!
GIAC- Eh!…Ce-cerchi di scusarti!
CAMILLA- Ma se può sapere ch’è successo?
GIAC- Doma…doma…Domandatelo a lei. Lo sa bene quello che ha fatto!
GEMMA- Non ho fatto niente de male e quello che ho fatto son pronta a rifarlo
ancora!
GIAC- E lo dici con quella faccia lì? (si lancia verso di lei,ma è trattenuto
da Tommasino)
GEMMA- Questa c'ho!…E poI la colpa è tutta tua!
GIAC- Ha detto che la co-co…che la co-co…
TOMMASO- Sì! Che la “cocò” è tutta tua! (frena di nuovo Giacomo) E sta bono,
che me fai venir giù l’ernia!…
GEMMA - Sì, è tua, perché non puoi impedirmi…Non c'hai il diritto di impedirme…
GIAC- Hai inteso Ri…Ri…Ri……
TOMMASO- TOMMASO!
GIAC- Eh! Io non c'ho il diri…il diri…
TOMMASO- Dirimpettaio?
GIAC- No! (arrabbiato anche perchè non riesce a parlare: si lancia di nuovo
verso la moglie, ma viene fermato)
TOMMASO- Sta bono!…Che vuoj dire? Sta calmino, su!
GIAC- C'ho il dir..diritto di sapere?
TOMMASO- Sì, c'hai il diritto, ma se non ti calmi va tutto in via del Traglione!
GIAC- Dammi la pi-pi…la pi-pi…
TOMMASO- La pistola non te la do!
GIAC- Allora non posso impedire a mia moglie di farmi i co-corni?
GEMMA – Dovrei farteli per davvero brutto scimmiotto che non sei altro!..(va
alla finestra e chiama) Vittorio?…
CAMILLA- Sta ancora a casa loro!
CECILIA- Chissà quale scusa trova adesso?
GEMMA - …Vittorio?…Vieni e fa venire pure la Lina!…Fate presto!…Adesso
finalmente saprai per chi era in casa nostra sto “uno”!
TOMMASO- Perché a lui pareva che Vittorio…?
GEMMA - E già!
TOMMASO- E questa non la volevo sentì!…Quand’è così: eccoti la pistola, caro Giacinto
e sparate! Sparate, perché sennò perdi la dignità di uomo!
CAMILLA- Ma come mai, Giacinto, ti sei messo nella testa st’idea? (indagando)
GIAC- (interdetto guarda tutti e poi tira fuori dalla tasca una lettera) Perché
quando uno riceve...
GEMMA- Eccoci! Di sicuro un’altra anonima! (gliela strappa di mano)
GIAC- Le-leggi!…E’ arrivata sta ma…sta ma…sta ma…
TOMMASO- Stamattina!
GIAC-Eh!
TUTTI- (tranne Giacinto e TOMMASO, gli altri cercheranno di leggere...)
GEMMA- (dopo aver guardato gli altri, guarda il marito e) Certo che se fanno una
carrozza di scemi, a te di sicuro ti mettono in cassetta!…Se becco quello che
l’ha scritta lo faccio mando alla Villetta! (poi tirandosi su le maniche e con
sguardo minaccioso va verso Camilla) Queste son robe che possono far scoppiare una
rivoluzione!…Trova uno scimmiotto come quello lì…Dico bene, Camilla?
CAMILLA- cara Gemma, (si allontana arretrando) a questo mondo c’è tanta di quella
gente senza timore de Dio!…
GEMMA- (cambia direzione e va verso Cecilia) …
CECILIA- (andando dalla sorella) Il bello è che Dio li lascia campare!..
GEMMA- Ma vi giuro che se scopro chi è sta serpe, perché per me è sempre la
stessa persona… E’ sempre l’istessa! (mette la lettera sotto il naso di TOMMASO)
Leggi!…Guarda cos’hanno avuto il coraggio di scrivere!?…
CECILIA-(scambia un’occhiata preoccupata con la sorella) Eccoci!
CAMILLA- Teniamoci forti!
TOMMASO- (esamina attentamente la lettera)
GEMMA- Passala al microscopio ma non ci scopri niente
TOMMASO- (dopo aver guardato bene la lettera: da uno sguardo significativo alle
due sorelle, poi piega il foglio, lo mette in tasca e…) Gemma, lasciala a me
sta lettera!
GEMMA - Per me te la puoj tenere!
Scena 6:- Detti – Vittorio e Lina
VITTORIO- (sul fondo, insieme a Lina ) E’ permesso?! (quando tutti girano verso
di loro) Signor Giacinto, le chiediamo scusa! L’amore scusa tante cose…
LINA - (supplichevole) Babbo!…Ci vogliamo tanto bene!
GEMMA - Hai visto adesso, Coglionolo per chi era venuto?
CAMILLA– (trasecolata) Cosa!!!???…
CECILIA- (trasecolata) Cooosa?
TOMMASO- L’hai capito adesso salame?!
GIAC- (risollevato, unendo gli indici) Allora vuole dire…
GEMMA - Che è da ‘n bel po’ che..(unisce gli indici)
GIAC- E tu pe-pe…pe-pe…pe-pe…
TOMMASO- Suonava la trombetta!
GIAC- E tu pe-permettevi questo? Tu te-tenevi il mo-moccolo?
TOMMASO- Perché preferivi che lui facesse il filo alla madre?
GIAC- No,no!…Scusami Gemma!…Però se be-be-becco a chi ha scritto sta le-lettera…
LINA - Se lo trovi, babbo: lo ringrazi a nome mio!
VITTORIO- …E anche a nome mio! Senza quella lettera chissà per quanto altro
tempo avremmo dovuto aspettare!
GEMMA - Sapete che c’avete ragione?! Quasi, quasi lo vorrei conosce pure io per
ringraziarlo! (mentre i giovani si avvicinano a Giacinto felici, le due sorelle
confabulano arrabbiate e sommessamente: Gemma si avvicina a Tommaso e…) Zìo, mi
sa che con sta lettera c’abbiamo guadagnato tutti, tranne te. Mi dispiace!
TOMMASO- E perché?
GEMMA- Adesso, (indica le sorelle) con quelle, sei al punto de prima!
TOMMASO- A me mi sa che non ce stai con la testa, perché non hai capito niente!…Con
st’arma nelle mani non c'ho paura di niente!
GEMMA- (pensa alla pistola) Perché c'hai la pistola?
TOMMASO- Quale pistola? La mia è un’arma senza polvere, che non fa né botto né
fumo! Aspetto che alzano un pochetto la cresta e poi senti!
GIAC- Oh, io pro…pro…pro…
TOMMASO- Pronto chi parla?
GIAC- Propongo ‘na cosa: andiamo di là a ca…ca…ca…( tutti si guardano
interdetti) casa mia e sta-ppà…sta-ppà…sta-ppà…
TOMMASO-…Ppum!..Ppum!…Ppum!…Stiamo a fare i fuochi!
GIAC- Sta-ppiamo 2 bottiglie e prendiamo due pa…pa…pa…
TOMMASO- Patate!
GIAC- Due paste!
GEMMA - E mi pare giusto. Bisogna far festa agli sposi!
VITTORIO- Questo mi fa felice!
TOMMASO- Le bottiglie ce le ho io. Quelle che è da tanto tempo che aspettano
l’occasione per essere stappate. Voi cominciate, siamo lì tra poco!
LINA- Io e Vittorio andiamo a comprare le paste! (prende Vittorio per mano ed
escono)
GEMMA- Intanto io e Giacinto andiamo a preparare i bicchieri! (lo prende per
mano)
GEMMA- Andiamo! (escono)
TOMMASO- Andate e state tranquilli!…Vado a prendere le bottiglie in
cucina!…(esce)
Scena ultima:- Camilla –Cecilia- TOMMASO – Ofelia, poi Gemma.-
CECILIA- Hai visto Camilla a che punto di falsità è capace d‘arrivare la gente?
CAMILLA- Ho visto…ho visto!…Però abbiamo fatto un minestrone di tutto!…Un
pasticcio grosso!
CECILIA- …Per me, ‘sto Vittorio non è adatto per tua figlia…Ofelia può pretendere
di meglio!
OFELIA- (entra con degli involti. E’ trafelata e quasi piangente) Mamma!…Ho
visto Vittorio e Lina a braccetto!…Vedessi come ridevano!…L’ho salutati con la
mano…(fa gesto) e m’han risposto: “ciao” ! facendomi vedere il gomito! (mima)
CAMILLA- Ofelia, quello nun te meritava!…Per te c'ho altre prospettive e da
oggi vita nuova: pranzi, cinema, teatri, balli…e se quel vecchio catamarano s‘azzarda
a dir qualcosa, fa i conti con me!… CECILIA-
Andavano a comprare le paste per festeggiare il fidanzamento!…E quel fesso
rimbambito di Tommaso gli porta pure il vino per brindare!…
CAMILLA- …Per gridare “viva gli sposi!”…Però, da adesso, la pacchia è finita!…Il
veleno che m’ha fatto mandr giù questi giorni, lo deve pagare ’ a gocce di
sangue!…
CECILIA- E io son pronta a darti una mano! (a Ofelia) Tu va in camera tua,
cocca di zia!
OFELIA- Io non voglio brindare!
CAMILLA- E manco noi!…Se pensa che andiamo di là!…Va, va in camera…e datti una
sistemata agli occhi… OFELIA-
(uscendo) Non voglio vedere nessuno!
CECILIA- Proprio lui li doveva incontrare quei 2 “Giuda”?…E’ andato a prendere le
bottiglie dell’occasione, (verso la porta dove è uscito Tommaso) bacucco!
CAMILLA- Lui stappa le bottiglie e io gli stappo le orecchie!
TOMMASO- (era entrato fermandosi, non visto, subito dopo l’uscita di Ofelia e
quindi ha ascoltato le ultime due battute) Eh, poverette voi!…Povere donne!…Lasciate
ogni speranza voi che m’ascoltate!…Al paese mio si dice: “Articolo Quinto:chi
ce l’ha in mano ha visto (tira fuori la lettera)…Questo è l’“articolo quinto”
mio, quello che me protegge dalle vipere!…Questo è un foglio potente!… mira culoso!…magico!
CAMILLA- Cosa vuoj dire? Non capisco?
CECILIA- Manco io!
TOMMASO- Tu non hai capito mai!… Quando fate le cose, Saccon d’Olanda, almeno
fatele bene! Dunque: l’inchiostro è quello mio. Calligrafia: la tua! (a Camilla)
La carta: del Catasto! Eccolo scritto: (guarda in controluce) Catasto!…
CAMILLA- (Che non si vuole arrendere) Questo che vuole dire ?
TOMMASO- Che se non filate dritto, v‘indrizzo io! L’avete intesa prima la Gemma:
“…S‘acchiappo questa persona, prima gli faccio fare un mese nel un letto
d’ospedale e poi lo mando al fresco!” In galera. Vergognatevi! Proprio vo’ a far
queste cose! Con gli antenati che c’avete avuto non vi vergognate?…Abbassate ji
occhi! (le donne abbassano la testa)…Vergogna!
GEMMA - (sulla porta di fondo) Allora quanto vi ci vuole?
TOMMASO- Arriviamo subito! Va'!
GEMMA- I bicchieri son pronti e anche le paste. Sbrigatevi! (via)
TOMMASO- Andiamo.
CAMILLA- Io non ci vengo!
TOMMASO- Come? Tu passi per prima.
CECILIA- No! Non c’abbiamo sete!
TOMMASO- Se non c’avete sete guardate noi che beviamo! (serio) CAMILLA- Ma…
TOMMASO- (da una bottiglia a Camilla ) Non la far cascare!
CECILIA- Io voglio sapre…
TOMMASO- …Se c’è una bottiglia pure per te? Eccola! (gliela dà e la sospinge
verso la sorella ferma sulla soglia dell’uscita)…E non si accettano reclami!
Chi comanda sono ME e chi ubbidisce siete voi!…Io ce l’ho in mano e io ho
vinto!…I pantaloni li porto ME!…Chi porta i pantaloni?
CAMILLA- Te!
CECILIA- Te!
TOMMASO- E allora: giù la testa! Dietro front!…March!…(escono)
Uno…due…uno…due…!
S I P A R I O