Opera
di Bertolt Brecht
Titolo originale Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny
Collaboratori: E. Hauptmann, C. Neher, K. Weill
Traduzione di Emilio Castellani
Giulio Einaudi Editore SpA - Torino - 1970
PERSONAGGI
Paul,taglialegna
Heinrich,taglialegna
Jakob,taglialegna
Joseph,taglialegna
Leocadia Begbick
Mosè-Trinità
Willy il procuratore
Jenny
Uomini e ragazzedi Mahagonny
I.
Fondazione della città di Mahagonny.
In una località deserta si ferma un grosso camion malconcio.
willy il procuratore Ehi, dobbiamo andare avanti!
mosè-trinità Ma il camion è guasto.
willy Già, allora non si può andare avanti.
Pausa.
mosè Ma dobbiamo andare avanti.
willy Ma da qui in poi non c'è che deserto.
mosè Già, allora non si può andare avanti.
Pausa.
willy E allora torniamo indietro.
mosè Ma abbiamo alle calcagna i poliziotti, che ci riconoscono a vista.
willy Già, allora non si può tornare indietro.
Si siedono a fumare sul predellino.
mosè Lassù sulla costa, però, c'è l'oro.
willy Già, ma la costa, sai quant'è lunga!
mosè Già, allora non ce la facciamo ad arrivare.
willy Però là si trova l'oro.
mosè Già, ma la costa è troppo lunga.
leocadia begbick (mostrandosi sul camion) Non si va avanti?
mosè No.
begbick Bene, allora rimaniamo qui. Mi è venuta un'idea. Se non ce la facciamo ad arrivare lassù, rimaniamo quaggiù. Vedete, tutti quelli che sono tornati di lassù hanno detto che non è niente facile togliere l'oro ai fiumi. È un lavoro duro, e noi non possiamo lavorare. Ma io, che ho visto quegli uomini, vi dico che ci daranno il loro oro! Non è facile togliere l'oro ai fiumi, ma agli uomini sì!
Perciò in questo luogo fondiamo una città
e chiamiamola Mahagonny
ossia: città-rete!
Come rete sia distesa a catturare
uccelli mangerecci.
Altrove si pena e si lavora,
qui ci si diverte.
Poiché tale è la voglia degli uomini:
niente soffrire, tutto godere.
Questo è il seme dell'oro:
gin e whisky,
ragazze e maschietti.
E una settimana qui significa sette giorni d'ozio
e i grandi uragani fin qui non arrivano.
Ma gli uomini senza litigare
aspettano fumando il sorgere della sera.
Ogni tre giorni si danno dei match
urlanti e feroci, ma all'insegna del fair-play.
Dunque piantate questa canna in questo tratto di terra, ed issate
questo panno perché le navi in transito, provenienti dalla costa dell'oro,
possano vederci.
Sotto quell'albero della gomma
montate il banco del bar:
qui è la città,
qui è il suo centro
e si chiama « Hotel all'Uomo Ricco ».
Il rosso drappello di Mahagonny sale fino all'estremità di una lunga canna da pesca.
willy e mosè
Ma questa Mahagonny esiste solo
perché tutto è cattiveria,
perché non regna pace,
non regna armonia
e perché non c'è nulla
di solido cui tenersi.
In poche settimane sorse rapidamente una città, e i primi « pescicani » giunsero a prendervi dimora.
Entrano Jenny e sei ragazze portando grosse valige; si siedono sulle valige e cantano l'Alabama-Song.
Oh, show us the way to the next whisky-bar!
Oh, don't ask why, oh, don't ask why!
For we must find the next whisky-bar
for if we don't find the next whisky-bar
I tell you we must die!
Oh, Moon of Alabama
we now must say good-bye
we've lost our good old mamma
and must have whisky
oh, you know why.
Oh, show us the way to the next pretty boy!
Oh, don't ask why, oh, don't ask why!
For we must find the next pretty boy
for if we don't find the next pretty boy
I tell you we must die!
Oh, Moon of Alabama
we now must say good-bye
we've lost our good old mamma
and must have boys oh, you know why.
Oh, show us the way to the next little dollari
Oh, don't ask why, oh, don't ask why!
For we must find the next little dollar
for if we don't find the next little dollar
I tell you we must die!
Oh, Moon of Alabama
we now must say good-bye
we've lost our good old mamma
and must have dollars
oh, you know why.
Le ragazze escono con le loro valige.
III.
La notizia della fondazione di una città paradisiaca raggiunge le grandi metropoli.
Una proiezione cinematografica mostra la veduta di un'immensa città e le fotografie di molti uomini.
gli uomini
Le nostre città hanno di sotto le fogne,
dentro nulla, di sopra lo smog.
Nulla abbiamo goduto e ancora le abitiamo:
esse lentamente, noi rapidi deperiamo.
Entrano Willy il Procuratore e Mosè-Trinità recando dei cartelli.
willy Lontano dal viavai del mondo...
mosè ... dalle grandi arterie ferroviarie...
willy ... sorge Mahagonny, città dell'oro.
mosè Vi si parlava di voi, giusto ieri.
willy Ai nostri tempi le grandi città sono piene di gente che non vi si trova più a proprio agio. E questi allora vengono a Mahagonny, la città dell'oro.
mosè Vi si beve a buon prezzo.
willy
In queste vostre città c'è troppo frastuono,
tutto è tumulto e disarmonia
e nulla di solido a cui tenersi.
mosè
Perché tutto è cattiveria.
willyemosè
E venite dunque a stare
qui da noi a Mahagonny!
Anche voi fumerete
e dalle vostre pelli giallastre
salir fumo vedrete.
Cielo di pergamena,
tabacco biondo!
Se brucia San Francisco
bellezze d'ogni genere
finiscono in un sacco
di cenere.
gli uomini
Sotto le città le fogne,
dentro nulla, sopra lo smog.
Nulla abbiamo goduto e ancora le abitiamo:
esse lentamente, noi rapidi deperiamo.
willy A Mahagonny, dunque!
mosè Vi si parlava di voi, giusto ieri.
IV.
Negli anni seguenti gli scontenti di ogni parte del mondo accorsero a Mahagonny, la città d'oro.
Quattro uomini: Paul, Jakob, Heinrich e Joseph, giungonorecando valige.
A Mahagonny, presto!
C'è l'aria fresca e il resto:
bistecche al sangue e bocche
di donne, whisky e poker.
Bella, verde luna
dell'Alabama, tu
c'illumina!
Oggi sotto la camicia
sai che abbiamo? Bigliettoni!
E tu facci una risata
con il tuo faccione stupido.
A Mahagonny, avanti!
Col vento di levante.
C'è carne in insalata
e niente capintesta.
Bella, verde luna
dell'Alabama, tu
c'illumina!
Oggi sotto la camicia
sai che abbiamo? Bigliettoni!
E tu facci una risata
con il tuo faccione stupido.
A Mahagonny, orsù!
La nave può partire.
La si-si-si-sifilide 1
ce la faran guarire.
Bella, verde luna
dell'Alabama, tu
c'illumina!
Oggi sotto la camicia
sai che abbiamo? Bigliettoni!
E tu facci una risata
con il tuo faccione stupido.
V.
Anche Paul Ackermann arrivò allora, tra gli altri, alla città di Mahagonny, ed è la sua storia che vogliamo narrarvi.
Approdo di Mahagonny: I quattro uomini sono fermi davanti a un segnavia «Per Mahagonny» al quale è appesa unatabella di prezzi.
paul
Quando si sbarca in un nuovo paese
si è sempre un po' disorientati.
jakob
Non si sa di preciso dove andare.
heinrich
Chi si può maltrattare.
joseph
A chi togliersi il cappello.
paul
Questa è la seccatura, quando si sbarca
in un nuovo paese.
Entra Leocadia Begbick con un'enorme lista di prezzi.
begbick
Cari signori,
benvenuti tra noi!
(Guarda nella lista)
Lei non è il signor Paul Ackermann
famoso affilatore di coltelli?
Ogni sera prima di andare a letto
si fa portare un gin al bitter.
paul Piacere!
begbick Vedova Begbick. (Convenevoli).
Signor Jakob Schmidt, per il suo arrivo
abbiamo rastrellato la ghiaia.
jakob Mille grazie.
begbick E lei, signor Merg?
paul (presenta) Heinrich Merg.
begbick E lei, signor Joseph Lettner?
paul (presenta) Detto Joe-Lupo dell'Alaska.
begbick Per farvi cosa gradita, ribasseremo un po' le nostre tariffe. (Corregge le tabelle).
heinrich e joseph Grazie vivissime!
Convenevoli.
begbick Volete prima di tutto assicurarvi ragazze fresche?
mosè (porta fotografie di ragazze e le dispone come cartelli da cantastorie) Signori, ogni uomo porta nel suo cuore l'immagine della donna amata. Quella che è magra per uno, è opulenta per l'altro. Per lei, signor Joe, credo che andrebbe bene un paio di fianchi slanciati come questi.
jakob Forse andrebbero bene per me.
joe Io, in realtà, pensavo a qualcosa di più scuro.
begbick E lei, signor Merg?
heinrich Per me non si preoccupi.
begbick E il signor Ackermann?
paul
No, un ritratto mi lascia freddo, devo toccare per sapere
se l'amore c'è.
Belle di Mahagonny, fatevi vedere:
noi abbiamo soldi, voi cosa avete?
jakob, heinrichejoe
Sette anni nell'Alaska
vuol dir freddo, vuol dir denari.
Mostratevi, belle di Mahagonny:
quando ci va, non siamo avari.
jenny e le sei ragazze
Buondì ì ragazzi dell'Alaska.
Faceva freddo là? Avete denari?
paul
Buondì, belle di Mahagonny.
jenny e le sei ragazze
Noi siamo le ragazze di Mahagonny.
Avrete quel che vi va, se non siete avari.
begbick (indicando Jenny)
Ecco la sua ragazza, signor Jakob Schmidt.
Se non ha i fianchi slanciati questa,
i suoi cinquanta dollari sono carta da cesso.
jakob Trenta dollari!
begbick (alzando le spalle, a Jenny) Trenta dollari!
jenny
Ma pensi un po', signor Jakob Schmidt:
con trenta dollari, pensi, che ci si piglia?
Dieci paia di calze, tutto lì.
Io sono dell'Avana,
mia madre era una bianca
e mi diceva sempre:
« Figlia, non buttarti via
per quattro dollari, come ho fatto io:
guarda me: guarda come mi ci son ridotta! »
Ci pensi un po', signor Jakob Schmidt.
jakob Venti dollari, allora.
begbick Trenta, signore, trenta.
paul Forse la prendo io. (A Jenny) Come ti chiami?
jenny
Jenny Smith dell'Oklahoma.
Son qui da nove settimane.
Ero laggiù nelle grandi città.
Tutto quel che mi si chiede, lo faccio.
Conosco bene i Paoli-Paoli-Paoli dell'Alaska:
hanno sgobbato che neanche i negri
e di soldi ne han fatti una barca, una barca
e imbottiti di grana salgono tutti allegri
sugli espressi di lusso per venire fin qui.
O Paolo, Paolo, non m'hai vista?
Alle mie gambe non c'è chi resista:
un paio di gambe tutto per te!
Qui, Paolo, siediti in braccio a me,
che sia l'amore, su, fammi sapere,
beviamo insieme dal mio bicchiere!
paul Va bene; ti prendo.
Tutti fanno per dirigersi verso Mahagonny, quando in senso contrario sopraggiungono degli uomini con valige.
uomini con valige (passando di corsa)
La nave è già salpata?
No! Meno male, c'è ancora!
(Si precipitano verso l'approdo).
begbick (gli grida dietro) Cretini, teste di cavolo! Guarda come corrono a imbarcarsi! E hanno ancora le tasche piene di quattrini! Razzaccia! Gente priva di spirito!
jakob
Strano che se ne vadano.
Dove uno sta bene, resta.
A meno che non ci trovi del marcio.
begbick
Ma voi, signori miei,
venite con noi a Mahagonny
e poco m'importa se dovrò
ribassare ancora il whisky.
Davanti alla seconda tabella ne pianta un'altra con prezzi ancora più bassi.
joseph
Questa Mahagonny tanto decantata
sembra che valga poco, non mi va.
heinrich
Io trovo tutto carissimo.
jakob
E tu, Paolo, pensi che ci staremo bene?
paul
Dove siamo noi, si sta bene.
jenny
Qui, Paolo, siediti in braccio a me.
le sei ragazze
Qui, Paolo, siediti in braccio a me.
jenny e le sei ragazze
Che sia l'amore fammi sapere!
Beviamo insieme dal mio bicchiere!
jenny, le sei ragazze,begbick, paul, jakob, heinrich e joseph
Son questi i Paoli-Paoli-Paoli dell'Alaska
jenny e le sei ragazze
hanno sgobbato che neanche i negri
paul, jakob, heinrich e joseph
e di soldi ne han fatti una barca, una barca
jenny e le sei ragazze
e imbottiti di grana salgono tutti allegri
sugli espressi di lusso per venire fin qui.
Tutti vanno verso Mahagonny.
VI.
Insegnamenti.
Pianta di Mahagonny. Paul e Jenny camminano.
jenny Ho imparato che quando si fa conoscenza con un uomo, bisogna chiedergli subito com'è abituato. Mi dica perciò come mi preferisce.
paul Mi piace così com'è. E se volesse darmi del tu, penserei che anch'io le piaccio.
jenny Di', Paolo, come li vuoi i capelli? Sulla fronte o all'indietro?
paul Non posso dirlo adesso, non è sempre lo stesso.
jenny E per il dessous, caro? Vuoi che porti la biancheria sotto il vestito, o vado senza?
paul Senza.
jenny Come preferisce, Paolo.
paul E lei desidera?
jenny Forse è un po' presto per parlarne, no?
VII.
Ogni grande impresa attraversa una crisi.
Proiezione di diagrammi statistici sulla criminalità e sulla circolazione monetaria a Mahagonny. Sette diverse liste di prezzi. Interno dell'Hotel all'Uomo Ricco: Willy il Procuratore e Mosè-Trinità sono seduti al banco del bar. Entra di corsa la vedova Begbick, tutta truccata di bianco.
begbick Willy, Mosè! Willy e Mosè, avete visto che ne stanno partendo degli altri? Sono già al porto, li ho visti io.
willy Già, e che cosa dovrebbe trattenerli qui? Qualche bettola e una buona dose di silenzio?
mosè E che uomini, poi! Gli basta pescare un pesciolino per essere felici! Stanno seduti a fumare davanti alla porta e sono contenti...
begbick, willy e mosè
Ah, questa Mahagonny non è stata un buon affare.
begbick Oggi il whisky è a dodici dollari.
willy Domani di sicuro sarà già sceso a otto.
mosè E non risalirà mai più.
begbick, willy e mosè
Ah, questa Mahagonny non è stata un buon affare.
begbick Non so più come cavarmela! Tutti mi chiedono qualcosa, e io non ho più niente. Che cosa devo dargli, perché restino e mi facciano campare?
begbick, willy e mosè
Ah, questa Mahagonny non è stata un buon affare.
begbick
Anch'io una volta stetti vicino a un muro
insieme con un uomo
e ci scambiammo promesse
e parlammo d'amore.
Ma il denaro spari, e con lui la sensualità.
willy e mosè
Il denaro accende i sensi,
accende i sensi.
begbick Diciannove anni or sono principiò la miseria, la lotta per l'esistenza mi ha ridotto a una rovina. Questa era la mia ultima grande impresa; aveva nome Mahagonny, la città-rete. Ma nella rete non è rimasto nulla.
begbick, willy e mosè
Ah, questa Mahagonny non è stata un buon affare.
begbick
Non ci resta che tornare indietro, dunque,
e attraversare ancora le mille città
e ricontare ancora i diciannove anni.
Fate i bagagli! Torniamo indietro.
willy Sì davvero, vedova Begbick! Sono già là che ti aspettano, vedova Begbick! (Legge da un giornale) Si segnala da Pensacola l'arrivo di poliziotti a cavallo che inseguono una donna di nome Leocadia Begbick. Hanno perquisito tutte le case e poi si sono rimessi in viaggio.
begbick Ah, niente più ci salva, ormai!
willy e mosè
È così, vedova Begbick:
fare il male a nulla serve
e chi pratica il vizio
è uno che non invecchia!
begbick
Ah! se avessimo soldi!
Se avessimo fatto soldi
con questa città-rete che non ha reti,
venissero pure i poliziotti!
Oggi non c'erano dei nuovi arrivati?
E avevan l'aria di essere forniti...
Forse ci daranno il loro denaro.
VIII.
Ogni ricerca sincera va incontro a delusioni.
Approdo di Mahagonny. Dalla città giunge Paul, nello stesso atteggiamento degli uomini con valige della scena V; i suoi compagni cercano di trattenerlo.
jakob
Paolo, perché scappi?
paul
E che cosa dovrebbe trattenermi?
heinrich
Perché fai quella faccia?
paul
Perché ho visto un cartello
con su scritto: «È proibito».
joe
Non hai gin? Non paghi poco il whisky?
paul
Troppo poco!
heinrich
E quiete, e armonia?
paul
Troppa quiete!
jakob
Se vuoi mangiare un pesce
non hai che da pescartelo.
paul
Non basta a farmi felice.
joe
Si fuma.
paul
Si fuma.
heinrich
Si dorme un po'.
paul
Si dorme.
jakob
Si nuota.
paul (facendogli il verso)
Ci si prende una banana.
joe
Si guarda l'acqua.
Paul alza le spalle.
heinrich
Si dimentica.
paul
Ma qualcosa manca.
jakob,heinrich e joe
È incantevole il giungere della sera
e bello udire gli uomini conversare tra loro.
paul
Ma qualcosa manca.
jakob,heinrich e joe
Bella la calma e la pace, serena l'armonia.
paul
Ma qualcosa manca.
jakob,heinrich e joe
Mirabile la vita semplice,
senza pari la maestà della natura.
paul
Ma qualcosa manca.
Ho voglia, credo, di mangiarmi il cappello,
così la fame mi passerà.
Perché uno non dovrebbe mangiarsi il cappello?
Altrimenti, altrimenti, altrimenti che si fa?
Dovrei andarmene, credo, in Georgia:
là ci dev'essere una città.
Perché uno non dovrebbe andarsene in Georgia?
Altrimenti, altrimenti, altrimenti che si fa?
A fabbricare cocktail siete esperti
ed a guardar la luna fino all'alba.
A Mandelay il bar non è più aperto
e questa vita è tanto scialba!
Oh, ragazzi, non lo vedete quanto è scialba!
jakob,heinrich e joe
Paolo, un po' di self-control: è questo il bar di Mandelay!
joe
Paolo vuol mangiarsi il cappello.
heinrich
Ma perché vuoi mangiarti il cappello?
jakob,heinrich e joe
T'ha preso la mattana, Paolo?
jakob
No, questo non puoi farlo, Paolo!
jakob,heinrich e joe
Bel gioco dura poco!
Paolo, scherzi col fuoco!
(Urlando tutti insieme)
Noi ti rompiamo i denti,
Paolo, se non rientri in
te stesso!
paul (placidamente) Ma cari miei, io non ho nessuna voglia di rientrare in me stesso!
joe Ecco, adesso ti sei sfogato, e adesso, da bravo, te ne torni con noi a Mahagonny.
Lo riportano in città.
IX.
Davanti all'Hotel all'Uomo Ricco, sotto un immenso cielo, siedono gli uomini di Mahagonny, fumando, bevendo e dondolandosi sulle sedie. I nostri quattro amici sono tra loro. Ascoltano una musichetta e osservano trasognati una nuvola bianca che attraversa il cielo da sinistra a destra, poi viceversa e cosi di seguito. Tutt'intorno sono piantati cartelli con scritte: « Per favore, non sciupare le mie sedie», «Non fare rumore», «Evitare canzoni sconvenienti ».
paul
Là in fondo ai boschi dell'Alaska,
bianchi di neve, solo insieme a tre compagni
ho tagliato alberi e li ho portati ai fiumi
mangiando carne cruda e ammucchiando denaro.
Sette anni ho aspettato
per venir qui.
In quel capanno al fiume sette inverni
incidemmo nei tavoli bestemmie
col coltello e discutemmo dove andare,
dove andare, quando il denaro ci bastasse.
Tutto ho sopportato
per venir qui.
Finito quel tempo, ci mettemmo i denari in tasca
e tra tutte le città scegliemmo Mahagonny
e per la via più breve venimmo qui
senza fermarci,
e quando fummo qui si vide
che non c'era niente di peggio
e che non potevamo avere una più sciocca idea
che venir qui.
(Balza in piedi) Ehi, dico, cosa vi credete? Con noi non si tratta a questo modo! Avete sbagliato indirizzo! (Spara un colpo di pistola) Vieni fuori, vecchiaccia dei non-si-può! Qui c'è Paul Ackermann dell'Alaska, che non è soddisfatto del trattamento!
begbick (precipitandosi fuori) Di che non sei soddisfatto?
paul Della tua merdosa baracca!
begbick Mi è parso di sentire « merdosa »! Non ha detto «merdosa»?
paul Sissignora, l'ho detto, io, Paul Ackermann.
La nuvola si scuote tutta e si ritira in fretta.
paul Sette anni, sette anni ho tagliato legna.
le sei ragazze, jakob, heinrich e joe
Ha tagliato legna.
jakob
Sta' calmo, Paolo!
paul
E l'acqua era, l'acqua era, l'acqua era a quattro gradi.
le sei ragazze, jakob, heinrich e joe
L'acqua era a quattro gradi.
paul
Tutto ho sopportato, tutto, per venir qui.
Maqui non mi piace, perché non succede niente!
jenny
Caro Paolo, caro Paolo
dacci retta, giù il coltello.
paul
Tenetemi!
jakob, heinrich e joe
Dacci retta, giù il coltello.
jenny
Caro Paolo, vieni con noi, sii un gentiluomo.
paul
Tenetemi!
jakob, heinrich e joe
Vieni via, sii gentiluomo.
paul
Sette anni a tagliar alberi
sette anni a patir freddo:
tutto, tutto ho sopportato
per trovare cosa? Questo!
begbick, willy e mosè
Hai calma, armonia, whisky, ragazze.
paul
Calma, armonia, whisky, ragazze!
jenny, jakob heinrich e joe
Metti in tasca quel coltello!
coro
Cal-ma! Cal-ma!
begbick, willy e mosè
Puoi dormire, puoi fumare,
puoi pescare, puoi nuotare.
paul
Dormire! Fumare! Pescare! Nuotare!
jenny, le sei ragazze, jakob heinrich e joe
Metti giù il coltello, Paolo!
Metti giù il coltello, Paolo!
coro
Cal-ma! Cal-ma!
begbick, willy e mosè
Così sono i Paoli dell'Alaska
così sono i Paoli dell'Alaska.
paul
Badate che son pazzo, badate che vi ammazzo:
qui non succede niente!
qui non succede niente!
(Monta in piedi su un tavolo)
Ah, questa vostra Mahagonny non riesce
a far felice un uomo
perché c'è troppa calma,
troppa armonia,
perché c'è troppo
di solido a cui tenersi.
La luce si spegne. Tutti rimangono sul palcoscenico buio.
X.
Sui cartelloni dello sfondo appare, a caratteri giganteschi, la scritta: «un ciclone! », a cui ne fa seguito un'altra: «un uragano sta dirigendosi su mahagonny».
tutti
O evento fatale!
La città della gioia minacciata di rovina!
Sui monti stanno gli uragani
e dall'acque si alza la morte.
O evento fatale,
o sorte atroce!
Dov'è un muro che mi ripari?
Dov'è una grotta che mi ospiti?
O evento fatale,
o sorte atroce!
XI.
In quella notte di orrore un semplice taglialegna di nome Paul Ackermann scoprì le leggi dell'umana felicità.
La notte dell'uragano. Al riparo di un muro sono seduti a terra Jenny, la Begbick, Paul, Jakob, Heinrich e Joe. Tutti sono in preda a disperazione; solo Paul ride. Dal fondo della scena si odono cantare uomini in processione che sfilano dietro il muro.
uomini di mahagonny (dietro la scena)
Animo, fratelli, non abbiate paura,
anche se la luce del giorno si oscura
siate ognora fidenti.
Che giovano i lamenti
a chi affronta le ire della natura?
jenny (sottovoce, triste)
Oh, moon of Alabama
we now must say good-bye,
we've lost our good old mamma
and must have whisky, oh, you know why.
jakob
Dovunque tu vai
non serve a nulla.
Dovunque tu sei
non puoi scampare.
Meglio di tutto
è starsene seduti
ad aspettare
la fine.
uomini di mahagonny (dietro la scena)
Animo, fratelli, non abbiate paura,
anche se la luce del giorno si oscura
siate ognora fidenti.
Che giovano i lamenti
a chi affronta le ire della natura?
Paul ride.
begbick (a Paul) Perché ridi?
paul
Vedi, così va il mondo:
non c'è calma né armonia
ma ci sono gli uragani
e, se non bastano, i cicloni.
E proprio questo è l'uomo: deve
distruggere ciò che esiste.
Che bisogno c'è dell'uragano?
Cos'è la furia del ciclone
a paragone dell'uomo che cerca di godere?
In lontananza riprende il coro: «Animo, fratelli» ecc.
jakob
Sta' buono, Paolo!
joe
Che diavolo dici?
heinrich
Siediti, fuma, dimentica!
paul
Perché costruire torri alte come l'Himalaia
se poi non possiamo
abbatterle e riderci su?
Quello ch'è piano deve curvarsi,
quello ch'è eccelso crollar nella cenere.
Non ci serve l'uragano,
non ci serve il ciclone
perché i disastri che può provocare
noi stessi li sappiamo
noi stessi li sappiamo
noi stessi li sappiamo fare.
In lontananza: «Animo, fratelli» ecc.
begbick
Tremendo è l'uragano,
più tremendo è il ciclone,
ma più di tutto tremendo è l'uomo.
paul (alla Begbick)
Vedi, hai piantato cartelli
e ci hai scritto su:
« Questo è vietato »
e «proibito far quello».
Ma non è venuta la felicità.
Qui, camerati, guardate
questo cartello: «Stanotte è proibito
cantare canzoni allegre».
Ma prima che suonino le due
io, Paul Ackermann,
canterò canzoni allegre
perché vediate che nulla è proibito!
jakob
Non ci serve l'uragano,
non ci serve il ciclone
perché i disastri che può provocare
noi stessi li sappiamo fare.
jenny
Sta' calmo, Paolo! Che diavolo dici?
Esci con me e facciamo l'amore.
paul No, adesso parlo.
Non vi fate sedurre1:
non esiste ritorno.
Il giorno sta alle porte,
già è qui vento di notte.
Altro mattino non verrà.
Non vi lasciate illudere
che sia poco, la vita.
Bevetela a gran sorsi,
non vi sarà bastata
quando dovrete perderla.
Non vi date conforto:
vi resta poco tempo.
Chi è disfatto, marcisca.
La vita è più di tutto:
non vi sarà più data.
Non vi fate sedurre
da schiavitù e da piaghe.
Che cosa vi può ancora spaventare?
Morite con tutte le bestie
e non c'è niente, dopo.
(Si fa alla ribalta)
Se c'è qualcosa
che puoi avere col denaro,
piglia il denaro.
Se uno che passa ha denaro
picchialo sulla testa e pigliagli il denaro:
puoi farlo!
Vuoi abitare in una casa?
Entra in una casa
e coricati in un letto
e se la donna entra, dàlle ospitalità.
Ma se si rompe il letto, vattene!
Puoi farlo!
Se esiste un pensiero
che tu non conosci
pensa quel pensiero.
Ti costi pur denaro, ti costi la casa:
pensalo! pensalo!
Puoi farlo!
Nell'interesse dell'ordine pubblico,
per il bene dello Stato,
per l'avvenire del genere umano,
per il tuo personale benessere
lo puoi!
Tutti si sono alzati e si tolgono il cappello. Paul torna indietro e viene congratulato.
uomini di mahagonny (dietro la scena)
Siate ognora fidenti!
Che giovano i lamenti
a chi affronta le ire della natura?
begbick (fa cenno a Paul e si apparta con lui in un angolo) Secondo te, dunque, ho sbagliato a imporre tanti divieti?
paul Sì. E io, che sono allegro, spezzerò i tuoi cartelli e i tuoi divieti e abbatterò le tue mura. Dato che lo fa l'uragano, anch'io voglio farlo. Ti compenserò con denaro. Eccolo.
begbick (a tutti)
E fate allora quel che vi pare:
tra poco, del resto, verrà il ciclone
e dal momento che c'è un uragano
tutto possiamo tutto possiamo
tutto possiamo fare.
paul, jakob, heinrich e joe
Così vogliamo vivere sempre:
come quando c'è l'uragano,
vogliamo fare quel che ci pare
perché se il vento si mette a soffiare
nello spazio
di un secondo
può mandarci all'altro mondo.
Entrano di corsa Willy il Procuratore e Mosè-Trinità, tutti affannati.
willy e mosè
Distrutta Pensacola!
Distrutta Pensacola!
E il ciclone si dirige qui
verso Mahagonny!
begbick (esplode trionfante)
Pensacola!
Pensacola distrutta!
Sotto le rovine morti i poliziotti!
Periscono i giusti con gl'ingiusti!
Per tutti è la fine.
paul
E perciò vi ordino: stanotte
fate tutto quello che è vietato.
Se viene il ciclone, sarà lui a farlo!
Visto ch'è vietato, per esempio, cantate!
uomini di mahagonny (dietro il muro, vicinissimi)
State calmi, state calmi.
paul, jenny e joe
Cantate dunque con noi,
cantate con noi canzoni allegre:
poiché è proibito
su, cantate con noi!
paul (balza in piedi sul muro)
Buon letto, vuol dire buon sonno:
mano amica non ti coprirà.
A chi toccano i calci, suo danno:
io sarò sempre quello che li dà!
tutti
Buon letto, vuol dire buon sonno:
mano amica non ti coprirà.
A chi toccano i calci, suo danno:
io sarò quello che li dà!
Oscurità. Sui tabelloni del fondo non si vede più che una carta geografica rudimentale, con sopra una freccia che lentamente si sposta verso Mahagonny, indicando il percorso del ciclone.
coro (in lontananza)
Animo, fratelli, non abbiate paura!
XII.
In una luce livida, ragazze e uomini sono fermi in attesa sulla strada che porta alla città di Mahagonny. Sui cartelli del fondo riappare la freccia della fine del primo atto e si dirige lentamente verso Mahagonny. Un altoparlante, su un ritornello eseguito dall'orchestra, trasmette a intervalli degli annunci:
« il ciclone avanza su atsena alla velocità di 120 miglia orarie ».
Secondo annuncio:
« atsena rasa al suolo. mancano notizie da atsena per l'impossibilità di stabilire contatto ».
Terzo annuncio:
« la velocità oraria del ciclone è ancora aumentata: esso si dirige in linea retta su mahagonny. i collgamenti telefonici con mahagonny sono già interrotti. ii.ooo morti a pensacola ».
Tutti, atterriti, fissano la freccia. Un minuto prima di raggiungere Mahagonny la freccia si ferma. Silenzio mortale. Poi la freccia descrive un rapido semicerchio intorno a Mahagonny e prosegue.
Voce dell'altoparlante:
« il ciclone ha aggirato la città di mahagonny e continua la sua corsa ».
coro, ragazze e uomini
O mirabile epilogo!
Risparmiata la città della gioia!
Gli uragani trascorsero a grande altezza
e la morte si rituffò nelle acque.
O mirabile epilogo!
E da allora in poi gli abitanti di Mahagonny adottarono la parola d'ordine « Puoi farlo », quella stessa che avevano appresa nella notte d'orrore.
XIII.
Un anno circa dopo il grande uragano, la vita a Mahagonny è molto intensa.
Gli uomini vengono alla ribalta e cantano.
coro
Tenete a mente: prima mangiare,
numero due d'amor l'incanto,
terzo, la boxe non tralasciare,
quarto sborniarsi, e questo è quanto.
Ma soprattutto sia ben chiarito
che qui da noi nulla è proibito.
Gli uomini tornano indietro sul palcoscenico e prendono parte all'azione. Sui cartelloni del fondo si legge a caratteri cubitali la parola «mangiare». Un certo numero di uomini sono seduti ciascuno a un tavolo con un grande piatto di carne. Tra loro è Paul. Al centro della scena, Jakob, ormai soprannominato «lo Strippa », è seduto a un tavolo e mangia senza posa. A destra e a sinistra, i due musici.
jakob
Ho già mangiato due vitelli
e adesso ne mangio un terzo.
Non lo dico per ischerzo,
mangerei anche mio fratello.
paul e joe
Amico, buon pro ti faccia:
non ti fermare a metà!
alcuni uomini
Signor Schmidt, non badi alla linea,
mangi anche il terzo, se le va.
jakob
Amici, vi prego, guardate
come mangio di gusto.
E poi sarò tranquillo,
godrò la pace del giusto.
Amici, datemi un altro...
(Stramazza morto).
gli uomini (disponendosi a semicerchio si tolgono i cappelli)
Mirate, Schmidt ora è morto!
Mirate quale angelico
mirate quale famelico
sorriso sul suo viso!
La pancia ha riempita,
la legge ha seguita
del valoroso!
(Si rimettono i cappelli e sfilano alla ribalta)
Numero due: d'amor l'incanto!
XIV.
Sui cartelloni del fondo appare a caratteri cubitali la parola « amore ».
Sopra una tribuna è allestita una stanza molto semplice, al cui centro è seduta la Begbick; alla sua sinistra è seduta una ragazza, alla destra un uomo. Sotto la tribuna, gli uomini di Mahagonny fanno la fila. Musica in fondo alla scena.
begbick (rivolta all'uomo che le siede vicino)
Sputa il chewing-gum.
Prima lavati le mani.
Dàlle un po' di tempo
e scambia con lei quattro chiacchiere.
gli uomini (senza guardare in su)
Sputa il chewing-gum.
Prima lavati le mani.
Dàlle un po' di tempo
e scambia con lei quattro chiacchiere.
(Nella stanza la luce lentamente si abbassa).
Su, ragazzi, forza!
Attaccate il song di Mandelay!
L'amore cammina a passi da gigante.
Forza ragazzi, non c'è da perdere un istante!
Non splende eterna la luna su di te, Mandelay!
Nella camera è tornata lentamente la luce.
begbick (rivolta alla ragazza)
Non basta il denaro ad accendere i sensi.
gli uomini (senza guardare in su)
Non basta ad accendere i sensi.
(La stanza nuovamente si oscura).
Su, ragazzi, presto!
Attaccate il song di Mandelay!
L'amore cammina a passi da gigante.
Presto ragazzi, non c'è da perdere un istante!
Non splende eterna la luna su di te, Mandelay!
Nella stanza ritorna la luce. Vi entra un altro uomo, appende il cappello al muro e si siede sulla sedia rimasta vuota. Lentamente ritorna l'oscurità.
gli uomini
Non splende eterna la luna su di te, Mandelay!
Quando ritorna la luce, Paul e Jenny sono seduti l'uno accanto all'altra, su due sedie poste a una certa distanza. Paul fuma, Jenny si fa il trucco.
jenny
Guardalo, quel grand'arco delle gru1!
paul
Le nuvole che navigano erano
jenny
già insieme a loro quando via volarono
paul
da una vita verso un'altra vita.
jenny
A eguale altezza e con eguale moto
a due
paiono queste a quelle appena prossime.
jenny
Sì che la gru e la nube condividono
quel che in brev'ora bel cielo trasvolano,
paul
sì che alcuno dei due più non s'indugia
jenny
né altro se non l'ondulazione vede
dell'altro dentro il vento, cui consentono
essi che ora nel volo uniti posano.
paul
Così portare li può al nulla il vento
solo che non si sciolgano e in sé restino:
jenny
nulla li può turbare sino allora
paul
e sino allora volan via da dove
piogge minaccino o schianti di spari.
jenny
Così per lune e soli, poco dissimili spere,
volano via, l'uno all'altro devoti.
paul
E dove?
jenny In nessun luogo.
paul E via da chi?
jenny Da tutti.
paul
Da quando, voi chiedete, sono insieme?
jenny
Da poco.
paul E si separeranno?
jenny Presto.
a due
Che sembra amore agli amanti una sosta.
Alcuni uomini sfilano lungo la ribalta.
gli uomini
Tenete a mente: prima mangiare,
numero due d'amor l'incanto,
terzo, la boxe non tralasciare,
quarto sborniarsi, e questo è quanto.
Ma soprattutto sia ben chiarito
che qui da noi nulla è proibito.
(Se si hanno soldi).
XV.
Gli uomini tornano sul palcoscenico, sul quale si sta allestendo un ring da boxe davanti allo sfondo su cui campeggia la parola « lotta». Una banda suona su una tribuna laterale.
joe (in piedi su una sedia)
Signori, stasera presentiamo una grande
sfida di boxe con finale a k.o.
Io qui presente, Joe-Lupo dell'Alaska,
con Mosè-Trinità mi batterò.
willy
Con Mosè-Trinità? Che idea ti prende?
Raccomandati al tuo santo patrono!
Battersi con lui non è una sfida,
è un suicidio bell'e buono!
joe
Per il momento non sono ancor morto
e tutto il denaro che ho raccolto
in Alaska, lo punto su di me!
E chi di sua stima credette onorarmi
mi imiterà, cosi voglio augurarmi.
Jim, specialmente conto su te!
Tu che hai fama di persona seria,
che credi più al cervello che alla materia,
fino all'ultimo soldo che hai in tasca
puntalo su Joe-Lupo dell'Alaska!
gli uomini
Chiunque ha fama di persona seria
e crede più al cervello che alla materia
fino all'ultimo soldo che ha in tasca
lo punti su Joe-Lupo dell'Alaska!
Joe si è avvicinato a Heinrich.
heinrich
Joe, come uomo mi sei caro,
ma di rischiare il mio denaro
dopo che ho visto Mosè-Trinità
m'è passata ogni volontà.
Joe va da Paul.
paul
Joe, t'ho sempre molto stimato
dal primo giorno che t'ho incontrato
e perciò tutti i miei soldi oggi li punto su di te.
joe
Paolo, a queste tue parole risorge
l'Alaska nel mio cuore:
i grandi geli, i sette inverni
che passammo nei boschi laggiù!
paul
Joe, vecchio amico, parola mia
vorrei scommettere anche di più:
i grandi geli, i sette inverni che ho passati laggiù con te!
Quando sento parlar dell'Alaska
la tua immagine risorge in me.
joe
Punta tranquillo, parola mia:
anche la pelle rischio per te.
Intanto è stato eretto il ring. Mosè-Trinità vi fa il suo ingresso.
uomini
Triplice urrà per il grande Mosè!
Forza Mosè! Picchia durissimo!
voce di donna
È un assassinio!
mosè Dolentissimo!
uomini
È una bazzecola per te!
arbitro (presenta i due contendenti) Mosè-Trinità, peso un quintale. Joe-Lupo dell’Alaska, peso ottantacinque chilogrammi.
un uomo ( grida ) Schiappa !
Si svolgono gli ultimi preliminari.
paul (da sotto)
Hello, Joe!
joe (salutandolo dal ring)
Hello, amico!
paul Bada ai denti!
joe Non c'è pericolo!
Ha inizio l'incontro.
uomini (parlando, a vicenda)
Dài, attacca! Meno arie!
Piantala! Già le sta buscando!
Attento! Vai calmo! Colpo basso! Mollalo!
Toccato! Non è niente! Ha il labbro rotto!
Sotto, Joe! Magnifico! Hai visto, è già cotto!
(Mosè e Joe si picchiano ritmicamente).
Mosè, fanne salsicce!
Fanne carne tritata!
Mosè, vai per le spicce!
Dagli una ripassata!
Joe stramazza a terra.
arbitro È morto.
Grande risata che dura a lungo. La gente sfolla.
uomini (allontanandosi)
K.o., niente da dire. Incassava malissimo.
arbitro
Vincitore: Mosè-Trinità.
mosè Dolentissimo.
(Via).
heinrich (a Paul, soli sul ring)
Gliel'avevo pur detto.
Adesso è k.o.
paul (sottovoce) Hello, Joe!
uomini (sfilando alla ribalta)
Tenete a mente: prima mangiare,
numero due d'amor l'incanto,
terzo, la boxe non tralasciare,
quarto sborniarsi, e questo è quanto.
Ma soprattutto sia ben chiarito
che qui da noi nulla è proibito.
XVI.
Gli uomini tornano sul palcoscenico. Sui cartelloni del fondo appare a lettere cubitali la parola « sbornia ». Gli uomini si siedono, appoggiano i piedi sul tavolo e bevono. In primo piano, Paul, Jenny e Heinrich giocano a biliardo.
paul
Orsù, amici, stasera a bere tutti v'invito.
Vedete come in un lampo
il povero Joe è sparito.
Vedova Begbick, riempi a tutti il bicchiere!
uomini
Ma perché no? Bravo Paolo! Con piacere!
Ogni giorno a Mahagonny
cinque dollari era il minimo
e magari non bastavano
per chi aveva più pretese.
Nel poker-drink-salon di Mahagonny
tutti chiusi se ne stavano.
Che perdessero era giusto,
ma vuoi mettere che gusto!
Sulla terra e sul mare
tutta quella brava gente si fa scorticare
e rimane lì seduta
e la pelle va venduta
visto che tra pelli e dollari sempre c'è conguaglio.
paul
Vedova Begbick, a tutti un altro bel bicchiere!
uomini
Bravo Paolo! Ancora whisky! Con piacere!
Sulla terra
e sul mare
si cerca pelle fresca in stragrande quantità.
Certo, sanguini a levarla
ma la sbornia puoi pagarla
e la pelle costa poco mentre il whisky costa caro.
Ogni giorno a Mahagonny
cinque dollari era il minimo
e magari non bastavano
per chi aveva più pretese.
Nel poker-drink-salon di Mahagonny
tutti chiusi se ne stavano.
Che perdessero era giusto,
ma vuoi mettere che gusto!
begbick
E adesso, signori, si paga!
paul (sottovoce a Jenny)
Da' retta, Jenny!
Non ho più un soldo, Jenny!
Sarà meglio che ce ne andiamo
non importa dove, ma in fretta!
(A gran voce, indicando a tutti il biliardo)
Signori, facciamo un viaggio in mare
servendoci di questa barchetta!
(Di nuovo sottovoce)
Ma tu stammi vicino, Jenny:
il pavimento ondeggia che pare un terremoto,
e anche tu, Rico, stammi vicino.
Voglio tornarmene in Alaska,
questo posto non fa per me.
(Forte)
Stanotte andrò fino all'Alaska su questa nave.
Tutti insieme trasformano il biliardo in una nave, servendosi di un'asta da tenda e altri oggetti; Paul, Heinrich e Jenny vi salgono sopra e imitano i gesti e l'andatura dei marinai.
paul
Abbassiamo le persiane rosa,
vomitiamo la grappa nella vasca,
fumiamo e godiamo senza posa
ma poi partiamo verso l'Alaska.
Gli uomini si siedono sotto il biliardo e si divertono.
uomini
Olà, Paolo, gran navigatore!
Guardate come manovra il suo vascello!
Spogliati, Jenny, fa caldo, siamo all'equatore!
Rico, attento al Gulf-Stream, tienti il cappello!
jenny
Oh Dio! Non si prepara un tifone laggiù?
uomini (solenni, tipo società corale)
Mirate: all'occaso
il cielo di nembi s'ammanta!
Con urli e fischi imitano una tempesta.
jenny e paul (urlando)
Onde infuriate, notte di tempesta,
la nave beccheggia ma non s'arresta.
Gente, c'è poco da scherzare!
Siamo in sei su tre col mal di mare.
uomini
Di nembi s'ammanta, s'ammanta il del...
jenny (stringendosi angosciosamente all'albero maestro) Sarà meglio che per farci coraggio cantiamo « Notte di tempesta»!
heinrich « Notte di tempesta » è quel che ci vuole quando uno si sente mancare il coraggio. paul Ad ogni buon conto, cantiamolo subito.
jenny, paul e heinrich
Notte di tempesta, vola e non s'arresta
sui neri gorghi il veliero!
Ruggono le onde, scrosciali furibonde,
vigila fido il nocchiero!
jenny Andate più presto e usate molta prudenza. Ricordatevi di non veleggiare mai controvento, e non cercate novità.
uomini
Udite, udite
sibilare il vento tra i pennoni!
Guardate, guardate
come il cielo di nembi s'ammanta!
heinrich Se la tempesta aumenta d'intensità, non faremmo meglio a legarci all'albero maestro?
paul
No, amici, vedete quella striscia nera?
Sono le foreste dell'Alaska.
Sbarcate pure,
Non abbiate più paura.
(Scende e grida) Hello, siamo in Alaska?
mosè (sorgendogli a fianco) Fuori i soldi per il whisky!
paul (profondamente deluso) Ah! È Mahagonny!
uomini (venendo avanti coi bicchieri in mano)
Paolo, hai pagato due bevute
e noi brindiamo alla tua salute.
Ci hai dato da bere e da sfamarci,
di cibi e bevande hai voluto colmarci.
begbick
Be', amico, adesso paga!
paul
Vedova Begbick, sono all'asciutto,
creda, pagare non posso più. .
A quanto pare ho speso tutto.
begbick
Come? Non vuoi pagare?
jenny
Paolo, cerca meglio, da bravo.
Vedrai, qualcosa ti è rimasto.
paul
Un minuto fa vi dicevo...
mosè
Come, il signore non ha più un soldo?
Come, il signore non vuoi pagare?
Sa che cosa lo aspetta, allora?
willy
Mio caro, è suonata la tua ora!
Tutti, ad eccezione di Jenny e di Heinrich, si sono scostati da lui.
begbick (a Heinrich e Jenny) E voi, non vi sentite di dargli una mano? (Heinrich, muto, si allontana). Tu, Jenny?
jenny Io?
begbick Ma sì, perché no?
jenny Scherziamo! Da noi ragazze anche questo si pretende?
begbick Dunque, non se ne parla nemmeno?
jenny No, glielo dico chiaro e tondo.
mosè Legatelo!
Jenny canta la sua canzone camminando in su e in giù alla ribalta mentre Paul viene incatenato.
jenny
1.
Miei signori, un giorno mia madre
mi parlò in una certa maniera
che mi fece impressione: «Finirai»
mi disse « all'obitorio o in galera ».
A parlare così si fa presto!
Ma io vi dico: manco per idea!
Il mio carattere, ce l'ho anch'io!
E vedremo alla fine se uno non sa
quel che si fa!
Buon letto, vuol dire buon sonno:
mano amica non ti coprirà.
A chi toccano i calci, suo danno:
io sarò sempre quella che li dà!
2.
Miei signori, il mio amico un giorno
me l'ha detto apertamente:
« L'importante al mondo è l'amore »
e « Il futuro non conta niente ».
Già, non conta niente, è presto detto!
Ma poi, quando ogni giorno c'invecchia
e le parole d'amore si perdono,
guai a quel momento se uno non sa
quel che si fa!
Buon letto, vuol dire buon sonno:
mano amica non ti coprirà.
A chi toccano i calci, suo danno:
io sarò sempre quella che li dà!
mosè
Olà gente, qui vedete un tale
che non può pagare i suoi conti.
Sfacciato, pazzo, manigoldo!
E, quel ch'è peggio, senza un soldo!
(Paolo viene condotto via).
Naturalmente lo aspetta il capestro,
ma voi non contristatevi per questo.
Tutti ritornano ai loro posti e continuano a bere e a giocare al biliardo.
uomini
Chi non risica non rosica
e gli bastan cinque dollari
anche quando ha preso moglie;
meno ancora, poi, se è scapolo.
Nelle austere dimore del buon Dio
ora chiusi se ne stanno.
Che guadagnino è ben giusto
(battendo coi piedi il ritmo a gran forza)
ma ci trovan poco gusto.
S'interrompono bruscamente e rimettono con calma i piedi sui tavoli. Un gruppo di uomini sfila lungo la ribalta andando verso il fondo.
Tenete a mente: prima mangiare,
numero due, d'amor l'incanto,
terzo, la boxe non tralasciare,
quarto sborniarsi, e questo è quanto.
Ma soprattutto sia ben chiarito
che qui da noi nulla è proibito.
XVII.
Paul Ackermann incatenato. È notte.
paul
Quando il cielo sarà chiaro
comincerà un gran brutto giorno.
Ma per adesso fa ancora buio.
Che la notte
non finisca,
che quel giorno
mai non nasca.
Ogni momento tremo: son qui?
Mi sdraierò sul pavimento
quando verranno.
Dovranno strapparmi da terra
se vogliono portarmi via.
Che la notte
non finisca!
E che il giorno non nasca!
Caccia tutto nella pipa,
vecchio mio
e fumaci su.
Quel ch'è stato
non era poi tanto male,
quel che ha da venire
caccialo nella pipa.
Ma certo, farà notte ancora a lungo.
(Spunta il giorno).
No, niente luce
perché è un gran brutto giorno checomincia.
XVIII.
I tribunali di Mahagonny non erano poi peggiori degli altri.
Padiglione del tribunale. Una tavola e tre sedie;dietro, un piccolo praticabile di ferro ad emiciclo, come nelle sale operatorie delle cliniche chirurgiche; su di esso il pubblico, che legge giornali, mastica gomma, fuma. Sul seggio del giudice la Begbick, sullo scanno della difesa Willy il Procuratore, sul banco degli accusati - collocato lateralmente - un uomo, Tobby Higgins.
mosè (sulla porta d'ingresso, in veste di pubblico ministero)
Tutti sono muniti di biglietto?
Tre posti ancora liberi, tariffa cinque dollari.
Due magnifici processi,
cinque dollari il biglietto.
Solo cinque dollari, signori,
per udire la voce della giustizia.
(Poiché nessuno più entra, sale sullo scanno dell'accusa)
Primo processo: Tobby Higgins.
L'uomo seduto sul banco degli accusati si alza.
Siete reo di omicidio premeditato
commesso per provare una vecchia pistola.
Mai si vide
un delitto consumato
con tanta ferocia,
spudoratamente attentando
ad ogni senso d'umanità.
Dal cuore della giustizia vilipesa
si eleva un grido: espiazione!
Perciò io, pubblico ministero,
davanti al cinico contegno dell'imputato,
di quest'uomo inconcepibilmente perverso,
chiedo che la giustizia segua il suo corso
(esitando)
e che...
considerate le circostanze...
sia assolto!
Durante l'arringa del « pubblico ministero » si è svolta una muta, accanita battaglia tra l'accusato e la Begbick. L'accusato, facendo segni con le dita, ha fatto capire quanto sarebbe disposto a pagare per corrompere il tribunale. Con lo stesso sistema la Begbick ha spinto l'offerta sempre più su, e l'esitazione finale del « pubblico ministero » ha corrisposto al momento in cui l'accusato ha aumentato un'ultima volta la sua offerta.
begbick Le conclusioni del difensore?
willy Chi è la parte lesa?
Silenzio.
gli uomini (spettatori nell'emiciclo) I morti stanno zitti.
begbick
Se la parte lesa non si presenta
non ci resta che assolverlo, per forza.
L'accusato scende dal banco e va a sedersi nell'emiciclo.
mosè (leggendo)
Secondo processo: contro Paul Ackermann
reo di furto e di millantato credito.
È apparso Paul in catene, accompagnato da Heinrich.
paul (prima di sedersi sul banco degli accusati)
Rico, ti prego, dammi cento dollari
perché i miei giudici mostrino comprensione.
heinrich
Paolo, come uomo mi sei caro,
ma, quanto ai soldi, è un altro affare.
paul
Rico! Hai dunque dimenticato
i vecchi tempi dell'Alaska?
I grandi geli, i sette inverni,
quando stavamo nei boschi laggiù?
E dammi i soldi!
heinrich
Paolo, non ho dimenticato
i vecchi tempi dell'Alaska,
i grandi geli, i sette inverni
quando stavamo nei boschi laggiù
e quanta fatica a far quei soldi!
Perciò, Paolo, i soldi
non posso darteli.
mosè
Siete reo di non aver pagato
il vostro whisky e un'asta da tenda.
Mai si vide
un delitto consumato
con tanta ferocia,
spudoratamente attentando
ad ogni senso d'umanità.
Dal cuore della giustizia vilipesa
si eleva un grido: espiazione!
Perciò io, pubblico ministero, chiedo
che la giustizia segua il suo corso.
Durante l'arringa del pubblico ministero, Paul non ha dato retta alla mimica digitale della Begbick. Tra quest'ultima, Willy il Procuratore e Mosè-Trinità avviene uno scambio di occhiate significative.
begbick
Si inizi dunque l'interrogatorio,
imputato Paolo Ackermann!
Appena giunto a Mahagonny, hai sedotto
una fanciulla di nome Jenny Smith
e l'hai costretta per denaro alle tue voglie.
willy Chi è la parte lesa?
jenny (facendosi avanti) Io.
Mormorii tra gli astanti.
begbick
All'approssimarsi del ciclone
in un momento di generale sconforto
hai cantato una canzone allegra!
willy
Chi è la parte lesa?
uomini
Nessuno si fa avanti.
Nessuno lamenta danni.
Se non c'è parte lesa,
c'è speranza per te, Paul Ackermann.
mosè (interrompendo)
Ma in quella notte quest'uomo
si è condotto come il ciclone
né più né meno
e ha traviato la città, distruggendo
calma e armonia !
uomini Bravo, Paolo! Evviva!
heinrich (alzandosi nell'emiciclo)
Questo semplice taglialegna dell'Alaska
ha svelato le leggi della felicità,
quelle che stanno a base della vita
di voi tutti, uomini di Mahagonny!
uomini
E perciò si assolva Paul Ackermann
il taglialegna dell'Alaska.
heinrich
Paolo, faccio questo per te
perché ripenso all'Alaska,
ai grandi geli,
ai sette inverni
quando stavamo
nei boschi laggiù.
paul
Rico, quel che hai fatto per me
mi fa ripensare all'Alaska,
ai grandi geli,
ai sette inverni
quando stavamo
nei boschi laggiù.
mosè (picchiando sul tavolo)
Ma in una sfida di boxe
questo « semplice taglialegna dell'Alaska »
per pura avidità di denaro
ha spinto il suo amico a morte certa!
heinrich (balza in piedi)
Ma chi, eccellentissima Corte,
chi è stato ad uccidere l'amico?
begbick
Chi ha ucciso il nominato
Joe-Lupo dell'Alaska?
mosè (dopo una pausa)
Questa Corte non ne è a conoscenza.
heinrich
Di tutti quelli che stavano a guardare
nessuno scommise su lui
che per un match rischiava la vita
salvo il qui presente Paul Ackermann.
uomini (a vicenda)
Perciò si condanni Paul Ackermann
perciò si assolva Paul Ackermann
il taglialegna dell'Alaska.
Applausi e fischi degli uomini.
mosè
E ora il principale capo d'accusa.
Hai consumato tre bottiglie di whisky
e ti sei divertito con un'asta da tenda.
Ma perché, Paul Ackermann,
non hai pagato il conto?
paul Non ho denaro.
uomini (a vicenda)
Non ha denaro,
non ha pagato il conto.
A morte Paul Ackermann a morte!
begbick
Chi è la parte lesa?
La Begbick, Willy il Procuratore e Mosè-Trinità si alzano.
uomini Ecco la parte lesa.
Quella è la parte lesa.
willy La Corte pronunci il verdetto.
begbick In considerazione della sfavorevole situazione economica, la Corte si concede le circostanze attenuanti. Paul Ackermann, sei condannato –
mosè Per omicidio indiretto di un amico -
begbick A due giorni di arresto.
mosè Per aver turbato la calma e l'armonia -
begbick A due anni d'interdizione.
mosè Per aver sedotto una fanciulla di nome Jenny –
begbick A quattro anni con la condizionale.
mosè Per aver cantato canzoni proibite durante il ciclone –
begbick A dieci anni di carcere.
Ma perché non hai pagato le mie tre bottiglie
di whisky e la mia asta da tenda,
per questo, Paul Ackermann, sei condannato a morte.
begbick, willy e mosè
Per mancanza di denaro,
massimo tra tutti i delitti
che possano darsi sulla terra.
Uragano d'applausi.
XIX.
Esecuzione capitale di Paul Ackermann. Tra quelli che tra poco assisteranno all'esecuzione di Paul Ackermann, molti certamente non la approveranno; ma, a nostro avviso, nemmeno costoro sborserebbero un soldo per lui. Tale è la reverenza che il denaro suscita nella nostra epoca.
Una proiezione cinematografica sullo sfondo mostra il panorama generale di Mahagonny, immersa in una luce di serenità. Tut-t'intorno, gruppi di gente in piedi. Quando appare Paul, accompagnato da Mosè-Trinità, da Jenny e da Heinrich, gli uomini si scappellano. A destra si sta procedendo al montaggio della sedia elettrica.
mosè (a Paul)
Saluta!
Ti stanno salutando, non vedi?
(Paul saluta).
Sbriga subito le tue faccende
perché questi signori desiderano vederti morire
ma delle tue faccende non vogliono saperne.
paul
Cara Jenny,
me ne vado.
Piacevoli giorni
ho trascorso con te
e piacevole è stata
anche la fine.
jenny
Caro Paolo,
anch'io ho passato orefelici con te
e che sarà di me non lo so.
paul
Credimi,
come me ce n'è ancora molti.
565
jenny
Non è vero.
Quel tempo, lo so, non tornerà più.
paul
Non ti sei anche messa un velo bianco
da vedova?
jenny
Sì. Sono la tua vedova
e non ti dimenticherò
quando sarò tornata
tra le ragazze.
paul
Baciami, Jenny.
jenny
Baciami, Paolo.
paul
Pensa a me.
jenny
Certamente.
paul
Non serbarmi rancore.
jenny
Perché?
paul
Baciami, Jenny.
jenny
Baciami, Paolo.
paul
E adesso ti affido
a Rico, l'ultimo amico mio.
Egli è il solo
a sopravvivere
di noi che venimmo dall'Alaska.
heinrich
Addio, Paolo!
paul
Addio, Rico! Si avviano verso il patibolo.
566
alcuni uomini (sfilano accanto a loro dicendosi l'un l'altro)
Tenete a mente: prima mangiare,
numero due, d'amor l'incanto,
terzo, la boxe non tralasciare,
quarto sborniarsi, e questo è quanto.
Paul, che si è fermato, si volge a guardarli.
mosè Hai qualcosa da dire?
paul Ma dunque, davvero volete mettermi a morte?
begbick Sì, questa è l'usanza.
paul Dunque, non sapete che c'è un Dio?
begbick Che cosa c'è?
paul Un Dio!
begbick Ah, vuoi sapere se per noi c'è un Dio? Ecco come ti risponderemo. Fategli ancora la scena di Dio a Mahagonny! Tu però, intanto, siediti sulla sedia elettrica!
Quattro uomini e Jenny si pongono davanti a Paul Ackermann e recitano la scena di Dio a Mahagonny.
i quattro uomini
In un'alba livida
tra i fumi del whisky
Dio venne a Mahagonny,
tra i fumi del whisky
noi scorgemmo Dio a Mahagonny.
mosè-trinità (che fa la parte di Dio, si stacca dagli altri e viene avanti, coprendosi il viso col cappello)
Dunque la mia avena anno per anno
tutta quanta in whisky va a finire?
Non v'aspettavate che arrivassi?
Ora con me siete pronti a venire?
jenny
Si guardarono gli uomini di Mahagonny.
Sì, dissero gli uomini di Mahagonny.
i quattro
In un'alba livida
tra i fumi del whisky
Dio venne a Mahagonny,
tra i fumi del whisky
noi scorgemmo Dio a Mahagonny.
mosè
Voi venerdì sera ridevate.
Ma ho visto Mary Weeman di lassù
muta come un baccalà nuotar nel lago
salso. E quella non s'asciuga più!
jenny
Si guardarono gli uomini di Mahagonny.
Sì, dissero gli uomini di Mahagonny.
i quattro (come se non avessero sentito)
In un'alba livida
tra i fumi del whisky
Dio venne a Mahagonny,
tra i fumi del whisky
noi scorgemmo Dio a Mahagonny.
mosè
Conoscete queste cartucce?
Il mio buon missionario, chi l'ha ucciso?
E dovrei godermi sempre i vostri
grugni da beoni in paradiso?
jenny
Si guardarono gli uomini di Mahagonny.
Sì, dissero gli uomini di Mahagonny.
i quattro
In un'alba livida
tra i fumi del whisky
Dio venne a Mahagonny,
tra i fumi del whisky
noi scorgemmo Dio a Mahagonny.
mosè
Presto, tutti all'inferno!
Di sigari fate incetta!
Mettetevi in fila, canaglie
e in marcia per l'inferno che vi aspetta!
jenny
Si guardarono gli uomini di Mahagonny.
No, dissero gli uomini di Mahagonny.
i quattro
In un'alba livida
tra i fumi del whisky
tu capiti a Mahagonny,
tra i fumi del whisky
t'insedi qui a Mahagonny.
Che nessuno si muova!
Sciopero! Non ti è permesso
tirarci all'inferno pei capelli:
all'inferno già ci stiamo adesso!
jenny (urla nel megafono)
Guardarono Dio gli uomini di Mahagonny.
E «No! » dissero gli uomini di Mahagonny.
paul Ora lo capisco: quando arrivai a questa città per comprarvi la gioia col denaro, la mia condanna era già segnata. Ora eccomi qui sulla sedia elettrica, senza aver goduto nulla. Ero stato io a dire: «Ciascuno, con ogni coltello, si tagli il suo pezzo di carne»; ma la carne era marcia! La gioia che comprai non fu gioia, la libertà che ebbi per denaro non fu libertà. Ho mangiato senza potermi saziare, ho bevuto e mi è venuta sete. Via, datemi un bicchier d'acqua!
mosè (abbassandogli il casco sulla testa) Chiuso!
XX.
E mentre la confusione, la carestia, l'ostilità di tutti contro tutti non facevano che aumentare, nelle ultime settimane della città-rete i non ancora eliminati manifestavano cocciutamente per i loro ideali.
Sulle tavole dello sfondo appare Mahagonny in fiamme, poi cominciano a sfilare cortei di dimostranti che, incontrandosi e scontrandosi, passano incessanti fino alla fine.
primo corteo (la Begbick, Willy il Procuratore, Mosè-Trinità e il loro seguito. Recano cartelli con le seguenti scritte)
« per il rincaro »
« per la lotta di tutti contro tutti »
« perché le nostre città rimangano nel caos »
« perché duri l'età dell'oro ».
Si sa, in questa bella Mahagonny
tutto c'è finché il vostro denaro c'è.
Allora ci trovate di tutto
perché tutto è in vendita
e perché non c'è nulla che non si possa comprare.
secondo corteo (reca cartelli con le seguenti scritte)
« per la proprietà »
« per l'espropriazione degli altri »
« per la giusta ripartizione dei beni ultraterreni »
« per l'ingiusta ripartizione dei beni terreni » « per l'amore »
« per la venalità dell'amore »
« per il disordine naturale delle cose »
« perché duri l'età dell'oro ».
Non ci serve un uragano,
non ci serve un ciclone:
i disastri che può provocare
noi stessi li sappiamo fare.
terzo corteo (reca cartelli con le seguenti scritte)
« per la libertà dei ricchi »
« per il coraggio contro gli inermi »
« per l'onore degli assassini »
« per la maestà dell'immondizia »
« per lo schifo imperituro »
« perché duri l'età dell'oro ».
Buon letto vuol dire buon sonno,
mano amica non ti coprirà,
a chi toccano i calci suo danno,
io sarò sempre quello che li dà!
primo corteo (ritorna con i suoi cartelli)
Ma Mahagonny per voi,
se non avete denaro,
non ha niente.
Per denaro c'è di tutto,
e niente senza denaro
e perciò l'unica cosa solida è il denaro.
quarto corteo (di ragazze che portano su un guanciale l'orologio, la pistola e il libretto degli assegni di Paul Ackermann e, su una pertica, la sua camicia)
Oh, moon of Alabama,
we now must say good-bye,
we've lost our good old mamma
and must have dollars,
oh, you know why.
quinto corteo (con la salma di Paul Ackermann, seguita immediatamente da un cartello: « per la giustizia »)
Possiamo portargli l'aceto,
possiamo strofinargli il viso,
possiamo portare una tenaglia,
possiamo cavargli fuori la lingua,
nessun aiuto possiamo dare a un uomo morto.
sesto corteo (con un piccolo cartello: «per la stupidità»)
Possiamo esortarlo,
possiamo redarguirlo,
possiamo lasciarlo lì,
possiamo portarlo via,
nessun ordine possiamo dare a un uomo morto.
Possiamo mettergli dei soldi in mano,
possiamo scavargli un buco,
possiamo seppellircelo,
possiamo picchiarci su la terra col badile,
nessun aiuto possiamo dare a un uomo morto.
settimo corteo (con un gigantesco cartello: «perché duri l'età dell'oro»)
Possiamo discorrere dei suoi tempi eroici,
possiamo scordare quei tempi,
nessun aiuto possiamo dare a un uomo morto.
Cortei a non finire in continuo movimento.
tutti i cortei
Né a noi né a voi né a nessuno possiamo dare aiuto.
NOTE ALL'OPERA «ASCESA E ROVINA DELLA CITTÀ DI MAHAGONNY »1
Opera - ma novità!
Da un po' di tempo si tenta di rinnovare l'opera. Senza alterare il suo carattere gastronomico, si vuole attualizzarla nel contenuto e tecnicizzarla quanto alla forma. Siccome l'opera è cara al suo pubblico proprio per ciò che ha di arretrato, bisognerebbe poter contare sull'afflusso di un nuovo pubblico con nuovi appetiti, ed effettivamente ci si conta: si tende a democratizzare, beninteso senza mutare il carattere della democrazia che consiste nel concedere al «popolo» nuovi diritti, ma non la possibilità di valersene. In fin dei conti, al cameriere è indifferente di sapere chi serve, quando a ogni modo deve servire! Perciò si chiedono o si difendono - e questo da parte dei più evoluti - novità che permettano di rinnovare l'opera; ma una discussione di principio sull'opera (sulla sua funzione! ) non viene richiesta e probabilmente non verrebbe difesa
Se i più evoluti avanzano rivendicazioni tanto modeste, ciò dipende da cause economiche a loro stessi ignote in parte. I grandi apparati come l'opera, il teatro, la stampa fanno passare le loro opinioni, per così dire, in incognito. Mentre già da lungo tempo questi apparati si servono del lavoro (musica, poesia, critica ecc.) prestato da lavoratori intellettuali che ancora partecipano al guadagno - economicamente dunque appartenenti alla classe dominante, socialmente già semiproletarizzati - soltanto al fine di alimentare i loro modi di organizzazione del pubblico, e con ciò valutano questo lavoro a modo loro e l'orientano nel loro senso, i lavoratori intellettuali stessi continuano a credere che l'attività di coteste imprese consista soltanto nell'utilizzare il loro lavoro intellettuale, e venga perciò a costituire un fattore secondario che non influenza il loro lavoro, ma, al contrario, gli procura influenza. Tale imprecisione d'idee di musicisti, autori e critici circa la realtà della propria condizione, produce conseguenze enormi, di cui si tien conto in modo affatto inadeguato. Poiché, illudendosi di possedere un apparato che in realtà li possiede, essi difendono un apparato che non controllano più, che non è più - come essi continuano a credere - un mezzo che serve i produttori intellettuali, ma è diventato un mezzo che si rivolge contro di loro, contro la loro produzione (quando cioè questa produzione persegue tendenze proprie, nuove, non corrispondenti o addirittura contrarie a quelle dell'apparato). Essi sono ridotti allo stato di fornitori. Il valore della loro produzione finisce per essere misurato a una scala che ha per base la nozione della smerciabilità. Da qui l'uso invalso di esaminare ogni opera d'arte sotto l'aspetto della sua convenienza all'apparato, e di non preoccuparsi se l'apparato sia, o no, conveniente all'opera d'arte. Si dice: «Questa o quell'opera è buona»; e s'intende senza dirlo: « buona per l'apparato ». Ma quest'apparato è determinato dalla società esistente e assimila solo ciò che gli permette di sussistere in questa società. Si potrà dunque discutere di tutte le novità che non abbiano un carattere minaccioso per la funzione sociale di quest'apparato, quella cioè del divertimento serale. Non si potrà invece discutere di tutte quelle novità che tendano a fargli mutare funzione, vale a dire a situare diversamente l'apparato nella società, per esempio connettendolo alle istituzioni d'insegnamento o ai grandi organi di pubblicazione. Attraverso l'apparato la società assimila ciò che le serve per riprodursi. Cosi, nel migliore dei casi, l'apparato lascerà passare una « novità » che porti al rinnovamento, ma non mai al cambiamento della società esistente, buona o cattiva che sia la forma di questa società.
I più evoluti non pensano nemmeno a cambiare l'apparato, perché sono convinti di avere a disposizione un apparato che serve ciò che essi liberamente inventano, un apparato, dunque, che si trasforma da sé con ogni loro nuovo pensiero. Il fatto è che la loro invenzione non è libera: l'apparato adempie la propria funzione con loro o senza di loro, i teatri lavorano ogni sera, i giornali escono x volte al giorno; essi assimilano ciò di cui hanno bisogno; e hanno semplicemente bisogno di una certa quantità di materiale2.
Si potrebbe pensare che il mettere in luce questo stato di cose (cioè l'inevitabile dipendenza dall'apparato di quelli che producono arte) equivalga a condannarlo: tanto pudicamente lo si tiene nascosto!
Il fatto stesso di limitare la libera invenzione del singolo individuo sarebbe invece un progresso. Sempre in maggior misura l'individuo viene immesso nei grandi avvenimenti che cambiano il mondo. Egli non può più semplicemente « esprimersi», ma viene sollecitato e abilitato alla soluzione di problemi generali. Il male è che oggi gli apparati non sono ancora quelli della comunità, che i mezzi di produzione non appartengono ai produttori e che di conseguenza il lavoro assume carattere di merce e quindi obbedisce alle stesse leggi delle merci. L'arte è merce - non si può produrre senza i mezzi di produzione (gli apparati)! Un'opera, non la si può fare che per l'opera. (Non sarebbe certo possibile immaginare un'opera come Bocklin immaginava i suoi mostri marini, e poi, una volta preso il potere, esporre un simile fenomeno negli acquari; più ridicolo ancora sarebbe volerlo far entrare di sotterfugio nel nostro buon vecchio giardino zoologico!) Anche se si volesse provocare una discussione di principio sull'opera stessa (sulla sua funzione!), sarebbe necessario fare un'opera.
Opera...
L'opera attualmente in auge è l'opera gastronomica. Essa costituì un mezzo di godimento molto prima di essere una merce. Serve al godimento anche là dove esige o procura istruzione, perché allora esige o procura appunto l'educazione del gusto. Affronta ogni oggetto con intenzione di godimento, prova ed appresta « emozioni ».
Perché Mahagonny è un'opera? La sua intenzione fondamentale è quella dell'opera, cioè gastronomica. È vero che Mahagonny affronta il suo oggetto con intenzione di godimento? Così è. È vero che Mahagonny è emozionante? È emozionante. Poiché Mahagonny è un divertimento.
L'opera Mahagonny tiene conto coscientemente di ciò che l'opera, come genere artistico, ha di assurdo. Ciò che l'opera ha di assurdo consiste nel fatto che essa si serve di elementi razionali, che tende verso una rappresentazione plastica e realistica, ma nello stesso tempo tutto ciò viene annullato dalla musica. Un uomo che sta per morire è reale. Se in quel momento egli canta, eccoci nella sfera dell'assurdo. (Tale non sarebbe il caso, se l'ascoltatore che lo guarda cantasse anche lui). Quanto più la musica rende la realtà imprecisa, irreale - e certamente ne risulta una terza cosa, molto complessa, in se stessa di nuovo perfettamente reale, da cui possono derivare effetti perfettamente reali, ma che però si è del tutto allontanata dal suo oggetto, dalla realtà di cui si serviva - tanto più l'insieme riesce denso di godimento: l'intensità del godimento dipende direttamente dal grado d'irrealtà.
Detto che Mahagonny è un'opera, un tale concetto - che non dovrebbe venir posto in questione - la definisce per tutto il resto. Vale a dire, cose assurde, irreali, non serie, dovrebbero, se situate al posto giusto, risolversi da sé. Le assurdità che qui appaiono sono semplicemente conformi al luogo in cui appaiono.
Un atteggiamento simile è, perdefinizione, quello del godimento.
Quanto al contenuto di quest'opera: il suo contenuto è il godimento. Divertimento, dunque, non solo come forma, ma anche come oggetto. Lo svago dovrebbe almeno essere oggetto di ricerca, se si ritiene che la ricerca deve essere oggetto di svago. Qui esso si presenta nel suo attuale aspetto storico: come merce1.
Non negheremo che per ora questo contenuto debba agire come provocazione. Quando per esempio nel quadro xiii di Mahagonny il ghiottone mangia fino a crepare, egli fa questo perché vive in un mondo dove regna la fame. Benché nell'opera non vi sia neppure un accenno al fatto che altri avevano fame mentre lui mangiava, l'effetto era ugualmente provocante: poiché, se non è vero che chiunque ha da mangiare muore d'indigestione, è vero che molti muoiono di fame perché lui mangia da crepare. Il suo godimento è provocante a motivo del contenuto di cui è pregno2. In simili concatenazioni l'opera, come fattore di godimento, può avere oggi un'efficacia eminentemente provocatoria. Oggi l'opera, come stimolante di godimento, ha un effetto provocatorio. Certo non su quei pochi che l'ascoltano. Ma nella provocazione vediamo ristabilita la realtà. Può darsi che Mahagonny non sia molto appetitosa, può anche darsi che (per cattiva coscienza) si faccia un puntiglio a non esserlo: comunque, essa è gastronomica da un capo all'altro.
Mahagonny non è nient'altro che un'opera.
... ma novità!
L'opera doveva essere portata al livello tecnico del teatro moderno. Il teatro moderno è il teatro epico. Nello schema seguente sono indicati alcuni spostamenti di peso dal teatro drammatico a quello epico 3.
Forma drammatica del teatro |
Forma epica del teatro |
Attiva involge lo spettatore in un'azio- ne scenica ne esaurisce l'attività gli consente dei sentimenti delle emozioni lo spettatore viene immesso in qualcosa suggestioni le sensazioni vengono conservate lo spettatore sta nel bel mezzo, partecipa l'uomo si presuppone noto l'uomo immutabile tensione riguardo all'esito una scena serve l'altra crescita corso lineare degli accadimenti determinismo evoluzionistico l'uomo come dato fisso il pensiero determina l'esistenza sentimento |
Narrativa fa dello spettatore un osservato- re, però ne stimola l'attività lo costringe a decisioni a una visione generale viene posto di fronte a qualcosa argomenti vengono spinte fino alla con sape- volezza lo spettatore sta di fronte, studia l'uomo è oggetto di indagine l'uomo mutabile e modificatore tensione riguardo all'andamento ogni scena sta per sé montaggio a curve salti l'uomo come processo l'esistenza sociale determina il pensiero « ratio » |
L'irruzione dei metodi del teatro epico nell'opera ha per conseguenza maggiore una radicale separazione degli elementi. La grande lotta per il primato fra parola, musica e recitazione (che sempre provoca la questione chi sia l'occasione di che cosa - se la musica del fatto scenico oppure il fatto scenico della musica, ecc.) può essere risolta semplicemente grazie alla netta separazione degli elementi. Finché «opera d'insieme» significa che l'insieme è una slavatura, finché cioè si tratta di « fondere » le diverse arti, tutti i singoli elementi vengono necessariamente degradati in ugual misura, giacché ognuno può costituire solo uno spunto per l'altro. Nel processo di fusione viene incluso anche lo spettatore che fondendosi finisce col rappresentare, nell'insieme, una parte passiva. Una simile magia è naturalmente da combattersi. Bisogna rinunciare a tutto ciò che rappresenta un tentativo di ipnosi, a tutto ciò che è atto a produrre indegne ubriacature e nebulosità.
Era necessario conferire maggiore autonomia alla musica, alla parola, alla figurazione.
a) Musica. Per la musica gli accenti vennero spostati nel modo seguente:
Opera drammatica |
Opera epica |
la musica serve la musica esalta il testo la musica afferma il testo la musica illustra la musica dipinge la situazione psichica |
la musica è mediatrice interpreta il testo presuppone il testo prende partito indica il comportamento |
Dei contributi al tema la musica è il più importante1.
b) Testo. Dal divertimento, perché non fosse soltanto un'assurdità, si doveva trarre qualcosa di istruttivo, di diretto. Ne è risultata la forma della pittura di costumi. Descrivere i costumi è compito dei personaggi. Il testo non doveva essere sentimentale o moraleggiante, bensì mostrare la sentimentalità e la morale. Importanza pari alla parola parlata ha assunto la parola scritta (nei titoli). Probabilmente attraverso la lettura il pubblico riesce ad assumere l'atteggiamento più comodo rispetto all'opera.
c) Immagini. L'esposizione di immagini autonome in una rappresentazione teatrale è una novità. Le proiezioni di Neher prendono posizione rispetto a ciò che avviene sulla scena, sicché il mangione reale sta seduto davanti a quello raffigurato. Pari-menti la scena, da parte sua, ripete in movimento ciò che è contenuto nell'immagine. Le proiezioni di Neher sono un elemento autonomo dell'opera non altrimenti che la musica di Weill, e il testo. Esse ne costituiscono il materiale illustrativo.
Naturalmente queste novità presuppongono un nuovo atteggiamento anche da parte del pubblico che frequenta le opere.
Conseguenze delle novità: pregiudizio all'opera?
Senza alcun dubbio, certi desideri del pubblico chela vecchia opera soddisfaceva in pieno, nella nuova opera non vengono più tenuti in considerazione. Qual è l'atteggiamento del pubblico nell'opera, e può esso mutare?
Precipitatasi fuori da tranvie e ferrovie sotterranee, avida di trasformarsi in cera fra le mani dei maghi, gente adulta, temprata e resa inesorabile dalla lotta quotidiana per l'esistenza, prende d'assalto i botteghini dei teatri. Nel guardaroba, assieme al cappello, abbandonano il loro contegno abituale, il loro modo di comportarsi «nella vita»; e usciti dal guardaroba prendono il loro posto in atto di regnanti. È il caso di farne loro una colpa? Per trovare ridicolo il loro comportamento sarebbe necessario non preferire l'atteggiamento regale a quello dei commercianti di formaggi. A teatro questa gente prende un atteggiamento che non è degno di loro. È possibile che lo cambino? Non si potrebbe indurii a tirar fuori i loro sigari?
Poiché dal punto di vista tecnico il « contenuto » si è mutato in elemento autonomo verso il quale testo, musica e immagini « prendono posizione », per il fatto che rinunciando a creare illusioni si è creata la possibilità di discutere, ed essendo lo spettatore messo in grado, non già di provare delle emozioni, ma di dover per così dire dare il proprio voto, non già di identificarsi, ma di prendere posizione, si è dato inizio cosi a una trasformazione che trascende di gran lunga la sfera formale e che incomincia infine a considerare la funzione vera e propria del teatro, la sua funzione sociale.
La vecchia opera esclude assolutamente ogni discussione sul suo contenuto. Se per esempio dovesse accadere che lo spettatore prendesse partito riguardo a un qualsiasi stato di cose che gli si rappresenta, la vecchia opera avrebbe perso la battaglia, perché lo spettatore non « parteciperebbe » più. Beninteso, anche la vecchia opera conteneva elementi che non erano puramente gastronomici: è necessario distinguere l'epoca del suo sviluppo da quella della sua decadenza. Il Flauto Magico, Le Nozze di Figaro, Fidelio contenevano elementi ideologici attivi. Ma l'ideologia, diciamo il rischio, era sempre talmente condizionato da considerazioni gastronomiche, che il senso di queste opere e-ra per cosi dire perituro e passò poi alla sfera del godimento. Quando il vero « senso » fu estinto, l'opera non restò affatto priva di senso, ma ne ebbe un altro, cioè un senso come opera. Nell'opera il contenuto era stato messo in disparte. I wagneriani di oggi si contentano di ricordare che i primi wagneriani avevano constatato un senso e ne erano stati consapevoli. Quelli che ancora producono sotto l'influsso di Wagner, continuano a mantenere con stolta ostinazione l'atteggiamento di chi interpreta la vita: una Weltanschauung che, non essendo più buona a nien-t'altro, viene smerciata come mezzo di godimento! (Esempi: E-lettra di Strauss, Jonny spielt auf di Krenek). Si continua a servirsi di tutta l'evolutissima tecnica che rese possibile quell'intenzione: e nell'atteggiamento di chi ha le sue idee sull'esistenza, del Weltanschauender, il borghesuccio trascorre la sua pacifica vita di tutti i giorni. Solo considerando questo senso che sta per morire (intendiamoci: questo senso poteva morire) si spiegano tutte le innovazioni che continuano a tribolare l'opera, come tentativi disperati di dare retrospettivamente un senso a quest'arte, un «nuovo senso»; e quel senso finirà poi coll'essere la musica stessa, talché lo svolgimento delle forme musicali può prendere un senso come svolgimento di per sé, e certe proporzioni, certi spostamenti ecc, da mezzi che erano, si mutano bellamente in fini. Simili progressi da nulla conseguono, né hanno alcuna conseguenza; non nascono da nuovi bisogni, ma si contentano di soddisfare con nuovi stimoli bisogni vecchi e svolgono dunque una funzione puramente conservatrice. Ci si serve di nuovi materiali che « in questo luogo » sono ancora sconosciuti, perché, quando «questo luogo» venne occupato, non erano noti nemmeno altrove. (Locomotive, sale di macchine, aeroplani, stanze da bagno ecc. servono da diversivo. I migliori, poi, ricusano addirittura ogni soggetto e presentano il contenuto, o meglio l'assentano, in lingua latina). Quei progressi dimostrano soltanto che qualcosa è rimasto indietro. Essi si realizzano senza alterazioni della funzione generale, o meglio: si realizzano solo perché quella non sia alterata.
E la « musica d'uso », la Gebrauchsmusik?
Nello stesso momento in cui si raggiunse la più schietta espressione dell'arte per l'arte, lo stile concertante (e la si raggiunse per reazione all'elemento emozionale della musica impressionistica) sorse, direi quasi come Venere dalla spuma, il concetto della « musica d'uso », del quale si potrebbe dire che è la musica a far uso del profano. Usa il profano allo stesso modo che si « usa » di una donna. Novità sopra novità: l'ascoltatore, stanco di ascoltare, si mette a suonare! Dalla lotta contro l'indolenza dell'ascoltatore si passa di colpo alla lotta per la sua diligenza nell'ascoltare e poi per la sua diligenza nell'eseguire. Il violoncellista dell'orchestra, padre di parecchi figli, non suonava più per ragioni ideologiche, ma per il piacere di suonare. Il gastronomismo era salvo!1.
Ci si chiede: che scopo ha cotesto piétiner sur place? Perché con tanta ostinazione si difende il godimento, l'ebbrezza? Perché l'interesse per le proprie faccende è cosi scarso fuori dei propri quattro muri? Perché si evita la discussione?
Risposta: Da una discussione non ci si può ripromettere niente. Una discussione sulla forma attuale della nostra società, o anche soltanto sulla condizione dei suoi componenti meno importanti, costituirebbe immediatamente e irreparabilmente una minaccia totale alla forma di questa società stessa.
Abbiamo visto che l'opera si smercia come divertimento serale, ciò che pone limiti ben determinati a tutti i tentativi di modificarla. E vediamo che questo divertimento deve essere solenne e dedicato alle illusioni. Perché?
Nella società attuale è per così dire impossibile « fare astrazione » dalla vecchia opera. Le sue illusioni adempiono a funzioni di portata sociale. L'ebrietà è indispensabile; non c'è niente, che la possa sostituire2. In nessun altro luogo all'infuo-ri dell'opera l'uomo ha occasione di poter restare uomo! Tutte le funzioni della sua intelligenza sono da gran tempo ridotte a quelle poche che servono la sua paurosa diffidenza, la sua lotta per sopraffare il prossimo, i suoi calcoli egoistici.
La vecchia opera non continua a esistere soltanto perché è vecchia, ma soprattutto perché le condizioni alle quali essa si addice sono tuttora quelle vecchie. Non lo sono più completamente. Qui stanno le possibilità per la nuova opera. Oggi ci si può già chiedere se l'opera non si trovi ormai in condizioni tali che ogni ulteriore novità porti non più al rinnovamento di questo genere, ma addirittura alla sua distruzione3.
L'opera Mahagonny, per quanto gastronomica sia - tanto gastronomica quanto a un'opera si conviene - comporta già una funzione di modificazione della società, appunto perché mette in questione il gastronomismo, perché attacca la società che habisogno di simili opere; essa sta per così dire ancora solidamente seduta sul vecchio ramo, ma almeno (sia per distrazione, sia per cattiva coscienza) incomincia a segarlo un pochettino... E col loro dolce cantare le novità hanno saputo far questo.
Le vere novità attaccano la base.
Per le novità - contro il rinnovamento!
L'opera Mahagonny fu scritta due anni or sono, nel 1928-29. Nei lavori seguenti ci dedicammo a tentativi intesi ad accentuare sempre più il carattere d'insegnamento a spese di quello gastronomico. A sviluppare cioè dal mezzo di godimento un oggetto d'istruzione e a trasformare certe istituzioni da luoghi di divertimento in organi di pubblicazione.
brecht - suhrkamp
1 Gioco di parole, non rendibile in italiano, con Zivilis (Zivilisation = civiltà) [N.d.T.]
1 Si riporta, con lievi varianti, la versione di R. Leiser e F. Fortini della poesia Contro la seduzione (da brecht, Poesie e canzoni, Einaudi, Torino, 1961).
1 Si riporta la versione di R. Leiser e F. Fortini della poesia Gli amanti (dabrecht, Poesie e canzoni cit.).
1 Traduzione di Renata Mertens.
2 I produttori invece sono totalmente condizionati dall'apparato, sia economicamente che socialmente; esso monopolizza la loro azione, e i prodotti degli scrittori, dei compositori, dei critici, assumono sempre più il carattere di materia prima: il prodotto finito è quello che esce dall'apparato.
1 Merce è in questo caso anche il romanticismo. Esso pure si presenta come puro contenuto, non come forma.
2 «Un distinto signore dal viso congestionato aveva tirato fuori un mazzo di chiavi e protestava rumorosamente contro il teatro epico. Sua moglie, non volendo lasciarlo solo in quell'ora decisiva, s'era messa due dita in bocca e, socchiudendo gli occhi e gonfiando le guance, fischiava più forte della chiave della casa» (Dalla recensione di A. Polgar sulla prima rappresentazione di Mahagonny a Lipsia).
3 Questo schema non indica dei contrasti assoluti, ma solo il modo in cui si spostano gli accenti. Cosi, in un processo comunicativo, si può cercar di agire coi mezzi intuitivi della suggestione, o con quelli puramente razionali della persuasione.
1 Il gran numero di esecutori manuali nelle orchestre d'opera non rende possibile altra musica che quella associativa (un fiotto di suoni ne provoca un altro); è dunque necessario ridurre l'apparato orchestrale a un massimo di 30 specialisti. Il cantante diventa un relatore i cui privati sentimenti debbono rimanere affare privato.
1 Novità di questo genere sono criticabili solo finché servono unicamente a rinnovare istituzioni decrepite. Esse rappresentano un progresso quando si persegue lo scopo di cambiare la funzione di tali istituzioni. Allora costituiscono dei miglioramenti quantitativi, delle eliminazioni, dei processi di spurgo che solo dal cambiamento di funzione, attuato o da attuarsi, traggono il loro senso.
Il vero progresso non è l'essere progredito, ma il progredire.
Il vero progresso è ciò che rende possibile o necessario il processo del progredire. E che lo fa implicando nel moto di progresso un vasto fronte di categorie aggregate.
Il vero progresso ha come causa l'insostenibilità di una condizione reale, e come conseguenza il modificarla.
2 « La vita come la dobbiamo vivere è troppo difficile per noi, ci procura troppi dolori, delusioni, compiti insolubili. Per sopportarla non possiamo fare a meno di lenitivi. Di lenitivi ce n'è forse di tre specie: potenti diversivi che ci fanno tener poco conto della nostra miseria; surrogati di soddisfazioni che la fanno diminuire; stupefacenti che ci rendono insensibili verso di essa. Comunque, qualcosa del genere è indispensabile. Dei surrogati di soddisfazioni, quali li offre l'arte, in confronto alla realtà sono illusioni; ma non perciò psichicamente meno efficaci, grazie alla parte importante che prende la fantasia nella vita psichica» (freud, Das Unbehagen in der Kultur, p. 22). «Questi stupefacenti sono, in determinati casi, responsabili del fatto che grandi somme di energia che si potrebbero applicare a migliorare la sorte degli uomini, vadano perse senza profitto alcuno» (ibid., p. 28).
3 Nell'opera Mahagonny sono di tal genere quelle novità che consentono al teatro di proporre descrizioni di costume (di rendere evidente il carattere di merce rivestito tanto dal divertimento quanto da chi si diverte), nonché quelle per mezzo delle quali lo spettatore assume una posizione morale.