Aspettando Godot

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ATTO PRIMO

Aspettando Godot

di Samuel Beckett

ATTO PRIMO

Strada di campagna, con albero. E sera.

Estragone, seduto per terra, sta cercando di togliersi una scarpa. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo.

Entra Vladimiro.

ESTRAGONE (dandosi per vinto) Niente da fare.

VLADIMIRO (avvicinandosi a passettini rigidi e gambe divaricate) Comincio a crederlo anch'io. (Si ferma) Ho resistito a lungo a questo pensiero; mi dicevo: Vladimiro, sii ragionevole, non hai ancora tentato tutto. E riprendevo la lotta. (Prende un'aria assorta, pensando alla lotta. A Estragone) Dunque, sei di nuovo qui, tu?

ESTRAGONE Credi?

VLADIMIRO Sono contento di rivederti. Credevo fossi partito per sempre.

ESTRAGONE Anch'io.

VLADIMIRO Che si può fare per festeggiare questa riunione? (S'interrompe per riflettere) Alzati che t'abbracci. (Tende la mano a Estragone).

ESTRAGONE (irritato) Dopo, dopo.

Silenzio.

 

VLADIMIRO (offeso, con freddezza) Si può sapere dove il signore ha passato la notte?

ESTRAGONE In un fosso.

VLADIMIRO (sbalordito) Un fosso! E dove?

ESTRAGONE (senza fare il gesto) Laggiú.

VLADIMIRO E non ti hanno picchiato?

ESTRAGONE Sí... Ma non tanto.

VLADIMIRO Sempre gli stessi?

ESTRAGONE Gli stessi? Non so.

Silenzio.

VLADIMIRO Quando ci penso... mi domando... come sa-resti finito... senza di me... in tutto questo tempo... (Recisamente) Non saresti altro che un mucchietto d'ossa, oggi come oggi; ci scommetterei.

ESTRAGONE (punto sul vivo) E con questo?

VLADIMIRO (stancamente) E troppo per un uomo solo. (Pausa. Vivacemente) D'altra parte, a che serve scoraggiarsi adesso, dico io. Bisognava pensarci secoli fa, verso il 1900.

ESTRAGONE Piantala. Aiutami a togliere questa schifezza.

VLADIMIRO Tenendoci per mano, saremmo stati tra i primi a buttarci giú dalla Torre Eiffel. Eravamo in gamba, allora. Adesso è troppo tardi. Non ci lascerebbero nemmeno salire. (Estragone si accanisce sulla scarpa). Ma cosa fai?

ESTRAGONE Mi tolgo le scarpe. Non t'è mai capitato, a te?

VLADIMIRO Quante volte t'ho detto che bisogna levarsele tutti i giorni! Dovresti darmi retta.

ESTRAGONE (debolmente) Aiutami!

VLADIMIRO Hai male?

ESTRAGONE Male! E viene a chiedermi se ho male!

VLADIMIRO (arrabbiandosi) Sei sempre solo tu a soffrire!

Io non conto niente. Ma vorrei vederti, al mio posto!

Sapresti cosa vuoi dire.

ESTRAGONE Hai avuto male?

VLADIMIRO Se ho avuto male! Mi viene a chiedere se ho avuto male!

ESTRAGONE (con l'indice puntato) Non è una buona ragione per non abbottonarsi.

VLADIMIRO (chinandosi) Già, è vero. (Si riabbottona) Il vero signore si vede dalle piccole cose.

ESTRAGONE Che vuoi che ti dica, tu aspetti sempre l'ultimo momento.

VLADIMIRO (meditabondo) L'ultimo momento... (Riflettendo) Campa cavallo mio che l'erba cresce. Chi è piú che lo diceva?

ESTRAGONE Allora non vuoi aiutarmi?

VLADIMIRO Certe volte mi sembra proprio che ci siamo. Allora mi sento tutto strano. (Si toglie il cappello, ci guarda dentro, ci fa scorrer la mano, lo scuote, lo rimette in testa) Come dire? Sollevato, ma al tempo stesso... (cercando la parola) ... spaventato. (Con enfasi) Spa-ven-ta-to. (Si toglie di nuovo il cappello e ci guarda dentro) Questa poi! (Batte sulla cupola come se volesse far cadere qualcosa, torna a guardarci dentro, lo rimette in testa) Insomma... (Con uno sforzo supremo, Estragone riesce a togliersi la scarpa. Ci guarda dentro, fruga con la mano, la rivolta, la scuote, guarda in terra se per caso non sia caduto qualcosa, fa di nuovo scorrere la mano nell'interno della scarpa, lo sguardo assente) Allora?

ESTRAGONE Niente.

VLADIMIRO Fa' vedere.

ESTRAGONE Non c'è niente da vedere.

VLADIMIRO Cerca di rimetterla.

ESTRAGONE (dopo avere esaminato il piede) Voglio la-sciarlo respirare un po'.

VLADIMIRO Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede. (Per la terza volta, si toglie il cappello, ci guarda dentro, ci fa scorrere la mano, lo scuote, ci picchia sopra, ci soffia dentro e lo rimette in testa) La cosa comincia a preoccuparmi. (Pausa. Estragone agita il piede dimenando le dita per far circolare l'aria). Uno dei ladroni si salvò. (Pausa). E una percentuale onesta. (Pausa). Gogo...

ESTRAGONE Cosa?

VLADIMIRO E se ci pentissimo?

ESTRAGONE Di cosa?

VLADIMIRO Be'... (Cerca) Non sarebbe proprio indispensabile scendere ai particolari.

ESTRAGONE Di esser nati?

VLADIMIRO (scoppia in una gran risata, che subito soffoca, portandosi la mano al pube, col volto contratto) Proibito anche il riso.

ESTRAGONE Bel sacrificio.

VLADIMIRO Si può solo sorridere. (Il suo viso si fende in un sorriso esagerato, che si cristallizza, dura qualche istante, poi di colpo di spegne) Non è la stessa cosa. Comunque... (Pausa). Gogo...

ESTRAGONE (seccato) Cosa c'è adesso?

VLADIMIRO Hai letto la Bibbia?

ESTRAGONE La Bibbia... (Pensieroso) Mi par bene di averci dato un'occhiata.

VLADIMIRO (stupito) Alla scuola laica?

ESTRAGONE Che ne so se era laica o non laica.

VLADIMIRO Stai confondendo col riformatorio.

ESTRAGONE Può darsi. Mi ricordo le carte geografiche della Terra Santa. A colori. Erano bellissime. Il Mar Morto era celeste. Mi metteva sete solo a guardarlo. Pensavo sempre: è là che voglio passare la luna di miele. Nuoteremo. Saremo felici.

VLADIMIRO Avresti dovuto essere un poeta.

ESTRAGONE Lo sono stato. (Indica i propri cenci) Si ve-de, no?

Silenzio.

VLADIMIRO Cos'è piú che dicevo... Come va il tuo piede? ESTRAGONE Gonfia.

VLADIMIRO Ah, sí, ci sono, quella storia dei ladroni. Ti ricordi?

ESTRAGONE No.

VLADIMIRO Vuoi che te la racconti?

ESTRAGONE No.

VLADIMIRO Farà passare il tempo. (Pausa). Erano due ladri e furono crocefissi insieme al Salvatore. Si di-ce...

ESTRAGONE Il cosa?

VLADIMIRO Il Salvatore. Due ladri. Si dice che uno fu salvato e l'altro... (cerca il contrario di «salvato») ... dannato.

ESTRAGONE Salvato da che cosa?

VLADIMIRO Dall'inferno.

ESTRAGONE Io me ne vado. (Non si muove).

VLADIMIRO E tuttavia... (Pausa). Come si spiega che... Di', non ti annoio mica, per caso.

ESTRAGONE Non sto ascoltando.

VLADIMIRO Come si spiega che dei quattro Evangelisti, uno solo racconti il fatto in questo modo? Eppure era-no là tutti e quattro — o almeno, da quelle parti. E uno solo dice che un ladrone s'è salvato. (Pausa). Dài, Gogo; bisogna darmi la replica di tanto in tanto.

ESTRAGONE Sto ascoltando.

VLADIMIRO Uno su quattro. Quanto agli altri tre, due non ne parlano affatto, e il terzo dice che l'hanno insolentito tutti e due.

ESTRAGONE Chi? VLADIMIRO Come?

ESTRAGONE Non ci capisco niente... (Pausa). Insolentito chi?

VLADIMIRO Il Salvatore.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Perché non ha voluto salvarli.

ESTRAGONE Dall'inferno?

VLADIMIRO Ma no, stupido! Dalla morte.

ESTRAGONE E allora?

VLADIMIRO Allora sono stati dannati tutti e due. ESTRAGONE E con questo?

VLADIMIRO Ma l'altro dice che uno si è salvato.

ESTRAGONE E con ciò? Vuol dire che non sono d'accordo. Punto e basta.

VLADIMIRO Erano là tutti e quattro. E uno solo parla di questo ladrone salvato. Perché si dovrebbe credere a lui piuttosto che agli altri?

ESTRAGONE E chi lo crede?

VLADIMIRO Ma tutti lo credono. La gente conosce solo questa versione.

ESTRAGONE Sono tutti fessi.

Si alza a fatica e zoppicando si dirige verso la quinta sinistra, si ferma, guarda lontano schermando gli occhi con la mano, si volta, si dirige verso la quinta destra, guarda lontano. Vladimiro lo segue con gli occhi, poi va a raccattare la scarpa, ci guarda dentro, la lascia cadere a precipizio.

VLADIMIRO Puah! (Sputa per terra).

ESTRAGONE (ritorna al centro della scena e guarda verso il fondo) Un luogo incantevole. (Si volta, avanza fino alla ribalta, guarda verso il pubblico) Panorami ridenti. (Si volta verso Vladimiro) Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). Sei sicuro che sia qui?

VLADIMIRO Cosa?

ESTRAGONE Che lo dobbiamo aspettare.

VLADIMIRO Ha detto davanti all'albero. (Guardano l'albero). Ne vedi altri?

ESTRAGONE Che albero è?

VLADIMIRO Un salice, direi.

ESTRAGONE E le foglie dove sono?

VLADIMIRO Dev'essere morto.

ESTRAGONE Finito di piangere.

VLADIMIRO A meno che non sia la stagione giusta.

ESTRAGONE Ma non sarà poi mica un arboscello?

VLADIMIRO Un arbusto.

ESTRAGONE Un arboscello.

VLADIMIRO Un... (S'interrompe) Cosa vorresti insinua-re? Che ci siamo sbagliati di posto?

ESTRAGONE Dovrebbe già essere qui.

VLADIMIRO Non ha detto che verrà di sicuro.

ESTRAGONE E se non viene?

VLADIMIRO Torneremo domani.

E magari dopodomani.

Forse.

E cosí di seguito.

Insomma...

Fino a quando non verrà.

Sei spietato.

Siamo già venuti ieri.

Ah no! Non esagerare, adesso.

Cosa abbiamo fatto ieri?

Cosa abbiamo fatto ieri?

Sí.

BÈ... (ArrabbiandoSi) Per seminare il dubbio sei un campione.

ESTRAGONE Io dico che eravamo qui.

VLADIMIRO (con un'occhiata circolare) Forse che il posto ti sembra familiare?

ESTRAGONE Non dico questo.

VLADIMIRO E allora?

ESTRAGONE Ma non vuoi dire.

VLADIMIRO Però, però... Quell'albero... (voltandoSi verso il pubblico) ... quella torbiera.

ESTRAGONE Sei Sicuro che era stasera?

VLADIMIRO Cosa?

ESTRAGONE Che bisognava aspettarlo?

VLADIMIRO Ha detto sabato. (Pausa). Mi pare.

ESTRAGONE Dopo il lavoro.

VLADIMIRO Devo aver preso nota. (Si fruga in tutte le

tasche, strapiene di ogni sorta di cianfrusaglie).

ESTRAGONE Ma quale sabato? E poi, è sabato oggi? Non sarà poi domenica? O lunedí? O venerdí?

VLADIMIRO (guardandoSi intorno, affannatisSimo come se la data fosse scritta sul paesaggio) Non è posSibile. ESTRAGONE O giovedí.

VLADIMIRO Come si fa?

ESTRAGONE Se Si è scomodato per niente ieri sera, puoi star Sicuro che oggi non verrà.

VLADIMIRO Ma tu dici che noi Siamo venuti, ieri sera.

ESTRAGONE Potrei sbagliarmi. (Pausa). Stiamo un po' zitti, se ti va.

VLADIMIRO (fiocamente) Mi va. (Estragone torna a sederSi per terra. Vladimiro agitatisSimo percorre la scena avanti e indietro, Si ferma di tanto in tanto a scrutare l'orizzonte. Estragone Si addormenta. Vladimiro Si ferma davanti a Estragone) Gogo... (Silenzio). Gogo... (Silenzio). Gogo!

ESTRAGONE (Si sveglia di soprassalto. Ripreso dall'orrore della sua Situazione) Dormivo. (In tono di rimprovero) Non mi lasci mai dormire.

VLADIMIRO Mi sentivo solo.

ESTRAGONE Ho fatto un sogno.

VLADIMIRO Non raccontarlo!

ESTRAGONE Ho sognato che...

VLADIMIRO NON RACCONTARLO!

ESTRAGONE (gesto che abbraccia tutto l'universo) Questo

ti basta? (Pausa). Non sei gentile, Didi. A chi vuoi che

li racconti i miei incubi privati se non a te?

VLADIMIRO Meglio che restino privati. Sai bene che non

sopporto queste cose.

ESTRAGONE (freddamente) Certe volte mi domando se non faremmo meglio a separarci.

VLADIMIRO Non andresti lontano.

ESTRAGONE Questo sarebbe effettivamente un grave in-conveniente. (Pausa). Non è vero, Didi, che sarebbe effettivamente un grave inconveniente? (Pausa). Vista la bellezza della via. (Pausa). E la bontà dei viandanti. (Pausa. Con civetteria) Non è vero, Didi?

VLADIMIRO Calma.

ESTRAGONE (con voluttà) Calma... calma... (PenSieroso) Gli ingleSi dicono càààm. Sono dei tipi càààm. (Pausa). La sai la storiella dell'inglese al bordello?

VLADIMIRO Sl, Sí.

ESTRAGONE Raccontamela.

VLADIMIRO Ma piantala.

ESTRAGONE Dopo esserSi ubriacato, un inglese Si reca al bordello. La vice-maîtresse gli domanda se preferisce

una bionda, una bruna o una rossa. Continua tu.

VLADIMIRO Piantala!

 

Vladimiro esce. Estragone Si alza e lo segue fino al li-mite della scena. Mimica di Estragone, Simile a quella cui Si abbandonano gli spettatori di un incontro di pugilato. Vladimiro ritorna, passa davanti a Estragone, attraversa la scena con gli occhi basSi. Estragone fa qual-che passo verso di lui e si ferma.

ESTRAGONE (con dolcezza) Volevi parlarmi? (Vladimiro non risponde. Estragone fa un passo avanti) Avevi qualcosa da dirmi? (Pausa. Altro passo avanti) Dimmi, Didi...

VLADIMIRO (senza voltarsi) Non ho niente da dirti.

ESTRAGONE (passo avanti) Sei offeso? (Pausa. Passo avanti) Scusami! (Pausa. Passo avanti. Gli tocca la spalla) Via, Didi. (Pausa). Dammi la mano! (Vladimiro si volta). Abbracciami! (Vladimiro si irrigidisce). Lasciami fare! (Vladimiro cede. si abbracciano. Estragone fa un salto indietro) Puzzi d'aglio!

VLADIMIRO Fa bene ai reni. (Pausa. Estragone guarda l'albero con attenzione). Che facciamo adesso?

ESTRAGONE Aspettiamo.

VLADIMIRO Sí, ma mentre aspettiamo.

ESTRAGONE E se ci impiccassimo?

VLADIMIRO Sarebbe un modo per farselo venir duro.

ESTRAGONE (eccitato) Viene duro?

VLADIMIRO Con tutto quel che segue. E dove cade crescono delle mandragole. E per questo che gridano quando le strappano. Non lo sapevi?

ESTRAGONE Impicchiamoci subito.

VLADIMIRO A un ramo? (si avvicinano all'albero e lo guardano). Io non mi fiderei.

ESTRAGONE Si può sempre provare.

VLADIMIRO E prova.

ESTRAGONE Dopo di te.

VLADIMIRO Ma no, prima tu.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Tu pesi meno di me.

ESTRAGONE Appunto.

 

VLADIMIRO Non capisco.

ESTRAGONE Ma ragiona un momento, scusa.

VLADIMIRO (ragiona. Finalmente) Non capisco.

ESTRAGONE Adesso ti spiego. (Si concentra) Il ramo... il ramo... (Con rabbia) Ma insomma, cerca di capire!

VLADIMIRO Tu sei la mia unica salvezza.

ESTRAGONE (con sforzo) ... Gogo leggero... ramo non Si rompe... Gogo morto. Didi pesante... ramo Si rompe... Didi solo. (Pausa). Mentre se tu... (Cerca l'espresSione esatta).

VLADIMIRO A questo non avevo pensato.

ESTRAGONE (che ha trovato) Chi piú può meno può.

VLADIMIRO Ma è poi vero che io peso piú di te?

ESTRAGONE Sei tu che lo dici. Io non ne so niente. C'è una probabilità su due. O quaSi.

VLADIMIRO Allora che Si fa?

ESTRAGONE Non facciamo niente. È piú prudente.

VLADIMIRO Sentiamo prima cosa ci dirà.

ESTRAGONE Chi?

VLADIMIRO Godot.

ESTRAGONE Giusto.

VLADIMIRO Aspettiamo di sapere come stanno le cose.

ESTRAGONE D'altra parte, sarebbe forse meglio battere il ferro mentre è caldo.

VLADIMIRO Sono curioso di sapere che cosa ci dirà. In ogni modo, mica l'abbiamo sposato.

ESTRAGONE Cos'è piú che gli abbiamo chiesto esattamente?

VLADIMIRO Ma non c'eri anche tu?

ESTRAGONE Non stavo attento.

VLADIMIRO Be'... ecco... niente di preciso.

ESTRAGONE Una specie di preghiera.

VLADIMIRO Ecco.

ESTRAGONE Una vaga supplica.

VLADIMIRO Press'a poco.

ESTRAGONE E lui, che cosa ha risposto?

VLADIMIRO Che si sarebbe visto.

ESTRAGONE Che non poteva promettere nulla.

VLADIMIRO Che doveva pensarci su.

ESTRAGONE A mente riposata.

VLADIMIRO ConsultarSi con la famiglia.

ESTRAGONE Coi suoi amici.

VLADIMIRO I suoi agenti.

ESTRAGONE I suoi corrispondenti.

VLADIMIRO I suoi registri.

ESTRAGONE Il suo conto in banca.

VLADIMIRO Prima di pronunziarSi.

ESTRAGONE E naturale.

VLADIMIRO Vero?

ESTRAGONE A me pare.

VLADIMIRO Anche a me.

Lunga pausa.

ESTRAGONE (inquieto) E noi?

VLADIMIRO Prego?

ESTRAGONE Dico, e noi?

VLADIMIRO Non capisco.

ESTRAGONE Qual è la nostra parte in tutto questo?

VLADIMIRO La nostra parte?

ESTRAGONE Non aver fretta.

VLADIMIRO La nostra parte? Quella del postulante.

ESTRAGONE A questo Siamo ridotti?

VLADIMIRO Il Signore ha per caso delle eSigenze speciali?

ESTRAGONE Non abbiamo piú diritti?

Risata di Vladimiro, interrotta di colpo come in precedenza. Stessa mimica, meno il sorriso.

VLADIMIRO Mi faresti ridere se mi fosse consentito.

ESTRAGONE Li abbiamo perduti?

VLADIMIRO (seccamente) Li abbiamo buttati via.

Pausa. Rimangono immobili, le braccia ciondoloni, il mento sul petto, le ginocchia piegate.

ESTRAGONE (debolmente) Non Siamo legati? (Pausa). Di'?

VLADIMIRO (alzando la mano) Senti!

 

Rimangono in ascolto, immobili, grotteschi.

ESTRAGONE Non sento niente.

VLADIMIRO Sssssssss! (Tendono l'orecchio. Estragone perde l'equilibrio e quaSi cade. Si aggrappa al braccio di Vladimiro che barcolla. Rimangono in ascolto, stretti l'uno all'altro, con gli occhi negli occhi). Neanch'io. (Sospiri di sollievo. DistenSione. Si allontanano l'uno dall'altro).

ESTRAGONE Mi hai spaventato.

VLADIMIRO Ho creduto che fosse lui.

ESTRAGONE Chi?

VLADIMIRO Godot.

ESTRAGONE Figurati! Il vento nelle canne.

VLADIMIRO Sembravano grida. L'avrei giurato.

ESTRAGONE E che griderebbe a fare?

VLADIMIRO Per incitare il suo cavallo.

silenzio.

ESTRAGONE Andiamocene.

VLADIMIRO Dove? (Pausa). Stasera dormiremo forse a casa sua. Al caldo, all'asciutto, sulla paglia, con la pancia piena. Val la pena di aspettare, non ti sembra?

ESTRAGONE Mica tutta la notte.

VLADIMIRO È ancora giorno.

silenzio.

ESTRAGONE Ho fame.

VLADIMIRO Vuoi una carota?

ESTRAGONE Non c'è altro?

VLADIMIRO Devo avere qualche rapa.

ESTRAGONE Dammi una carota. (Vladimiro si fruga in tasca, tira fuori una rapa e la dà a Estragone). Grazie. (Ci morde dentro. Lamentoso) Ma è una rapa!

VLADIMIRO Oh, scusa! Avrei giurato che era una carota. (Torna a frugarsi nelle tasche, ma trova soltanto delle rape) Sono tutte rape. (Cerca ancora) L'ultima devi averla mangiata tu. (Cercando) Aspetta. Ci Siamo. (Cava finalmente di tasca una carota e la dà a Estragone) Ecco a te, carissimo. (Estragone la pulisce sulla manica e comincia a mangiarla). Ridammi la rapa. (Estragone gli restituisce la rapa). Falla durare, ché dopo non ce n'è piú.

ESTRAGONE (masticando) Ti ho fatto una domanda.

VLADIMIRO Ah!

ESTRAGONE Mi hai già risposto?

VLADIMIRO E allora, è buona la tua carota?

ESTRAGONE Uno zuccherino.

VLADIMIRO Meglio cosí, meglio cosí. (Pausa). Cosa volevi sapere?

ESTRAGONE Non mi ricordo piú. (Continua a masticare) Mi fa una rabbia! (Guarda la carota con approvazione, la fa ruotare con la punta delle dita) E deliziosa, la tua carota. (La succhia con aria meditabonda) Aspetta. Mi sta venendo. (Dà un gran morso).

VLADIMIRO Dunque?

ESTRAGONE (a bocca piena, distrattamente) Non siamo legati?

VLADIMIRO Non capisco niente.

ESTRAGONE (mastica, poi deglutisce) Ti domando se siamo legati.

VLADIMIRO Legati?

ESTRAGONE Legati.

VLADIMIRO Legati come?

ESTRAGONE Mani e piedi.

VLADIMIRO Ma a chi? Da chi?

ESTRAGONE Al tuo grand'uomo.

VLADIMIRO A Godot? Legati a Godot? Che idea! Mai e poi mai! (Pausa). Non ancora.

ESTRAGONE Si chiama Godot?

VLADIMIRO Credo.

ESTRAGONE To'! (Solleva il resto della carota dalla parte grossa e se lo rigira davanti agli occhi) Che strano, piú si va avanti meno piace.

VLADIMIRO Per me, è il contrario.

ESTRAGONE Cioè?

VLADIMIRO Io mi abituo al gusto man mano che vado avanti.

ESTRAGONE (dopo aver riflettuto a lungo) E sarebbe questo il contrario?

VLADIMIRO E questione di temperamento.

ESTRAGONE Di carattere.

VLADIMIRO Non possiamo farci niente.

ESTRAGONE Hai voglia di dimenarti.

VLADIMIRO Restiamo quelli che siamo.

ESTRAGONE Hai voglia di scalmanarti.

VLADIMIRO Il fondo non cambia.

ESTRAGONE Non c'è niente da fare. (Porge il resto della carota a Vladimiro) Vuoi finirla tu?

Vicinissimo risuona un grido terribile. Estragone lascia cadere la carota. Tutti e due restano immobili per un istante, poi si precipitano verso le quinte. Estragone si ferma a metà strada, ritorna sui suoi passi, raccoglie la carota, se la caccia in tasca, si slancia verso Vladimiro che lo aspetta, si ferma di nuovo, ritorna sui suoi passi, raccoglie la sua scarpa, poi corre a raggiungere Vladimiro. Abbracciati, la testa incassata tra le spalle, voltando la schiena alla minaccia, aspettano immobili.

Entrano Pozzo e Lucky. Quest'ultimo è guidato dall'altro per mezzo di una corda che porta legata al collo, sicché al principio si vede soltanto Lucky seguito dalla corda, lunga abbastanza perché egli possa arrivare nel mezzo della scena prima che Pozzo esca dalle quinte. Lucky porta una pesante valigia, un seggiolino pieghevole, un paniere per le provviste e un cappotto (sul braccio); Pozzo, una frusta.

Pozzo (dietro le quinte) Piú in fretta! (Schiocco della frusta. Pozzo entra. Attraversano tutta la scena. Lucky passa davanti a Vladimiro ed Estragone ed esce. Pozzo, vedendo Vladimiro ed Estragone, si ferma. La corda si tende. Pozzo la tira con violenza) Indietro!

 

Fracasso fuori scena. Lucky è caduto con tutto il carico. Vladimiro ed Estragone lo guardano, combattuti tra il desiderio di correre in suo aiuto e la paura di immischiarsi in cose che non li riguardano. Vladimiro fa un passo verso Lucky. Estragone lo trattiene per la manica.

VLADIMIRO Lasciami andare!

ESTRAGONE Sta' fermo.

pozzo Attenzione! E cattivo (Estragone e Vladimiro lo guardano) con gli estranei.

ESTRAGONE (sottovoce) E lui?

VLADIMIRO Chi?

ESTRAGONE BÈ, insomma...

VLADIMIRO Godot?

ESTRAGONE Ecco.

pozzo Mi presento: Pozzo.

VLADIMIRO Ma no.

ESTRAGONE Ha detto Godot.

VLADIMIRO Ma no.

ESTRAGONE (a Pozzo) Lei non è il signor Godot?

Pozzo (con voce terribile) Io sono Pozzo! (Pausa). Questo nome non vi dice niente? (Pausa). Vi ho chiesto se

questo nome non vi dice niente.

Vladimiro ed Estragone s'interrogano con lo sguardo.

ESTRAGONE (fingendo di cercare) Bozzo... Bozzo...

VLADIMIRO (imitandolo) Pozzo... Pozzo Pppozzo!

ESTRAGONE Ah! Pozzo... Capisci?... Pozzo...

VLADIMIRO Ma è Pozzo o Bozzo?

ESTRAGONE POZZO... No, proprio non ricordo.

VLADIMIRO (conciliante) Ho conosciuto una famiglia Gozzo. La madre ricamava.

Pozzo si avvicina minaccioso.

ESTRAGONE (subito) Noi non siamo di qui, signore.

 

Pozzo (fermandosi) Ma siete pur sempre degli esseri umani. (si mette gli occhiali) A quel che vedo. (si toglie gli occhiali) Della mia stessa specie. (Scoppia in un'enorme risata) Della stessa specie di Pozzo! Di origine divina.

VLADIMIRO Vale a dire...

Pozzo (perentorio) Chi è Godot?

ESTRAGONE Godot?

Pozzo Mi avete scambiato per Godot.

VLADIMIRO Oh, no, signore, nemmeno per un momento, signore.

Pozzo E chi è?

VLADIMIRO Ecco, vede, è un... è un conoscente.

ESTRAGONE Ma no, scusa, lo conosciamo appena.

VLADIMIRO si capisce che... non lo conosciamo molto bene... però...

ESTRAGONE Io, per me, non sarei neanche capace di riconoscerlo.

Pozzo Mi avete scambiato per lui.

ESTRAGONE Il fatto è, capisce... l'oscurità... la stanchezza... la debolezza... l'attesa... confesso... ho creduto... per un istante...

VLADIMIRO Non gli dia retta, signore. Non gli dia ascolto!

Pozzo L'attesa? Ma allora l'aspettavate?

VLADIMIRO Ecco, veramente...

Pozzo Qui? Sulle mie terre?

VLADIMIRO Non pensavamo di far male.

ESTRAGONE L'intenzione era buona.

Pozzo La strada è di tutti.

VLADIMIRO È quel che si diceva.

Pozzo E una vergogna, ma è cosí.

ESTRAGONE Non è colpa nostra.

Pozzo (con un ampio gesto) Non parliamone piú. (Tira la corda) In piedi! (Pausa). Ogni volta che cade si addormenta. (Tira la corda) Alzati, carogna! (Rumore di Lucky che si rialza e raccoglie i bagagli. Pozzo tira la corda) Indietro! (Lucky entra camminando all'indietro). Alt! (Lucky si ferma). Voltati! (Lucky si volta. A Vladimiro ed Estragone, in tono affabile) Cari amici, so-no felice di avervi incontrati. (Davanti alla loro espressione di incredulità) Ma Sí, sinceramente felice. (Tira la corda) Piú vicino! (Lucky avanza). Alt! (Lucky si ferma. A Vladimiro ed Estragone) Capirete, la strada è lunga quando si cammina da soli per... (guarda l'orologio) ... per... (calcola) ... sei ore, sí, proprio cosí, sei ore filate senza incontrare anima viva. (A Lucky) Cappotto! (Lucky posa la valigia, avanza, porge il cappotto, retrocede, riprende in mano la valigia). Tieni questo. (Pozzo gli porge la frusta, Lucky si avvicina, e avendo entrambe le mani impegnate, si china, afferra la frusta coi denti e retrocede. Pozzo comincia a infilarsi il cappotto; si ferma) Cappotto! (Lucky posa tutto in terra, si avvicina, aiuta Pozzo a infilare il cappotto, retrocede, torna a caricarsi). C'è un filo di frescura nell'aria. (Finisce di abbottonarsi il cappotto, si china, si guarda, si rialza) Frusta! (Lucky avanza, tende il collo, Pozzo gli strappa la frusta di bocca, Lucky retrocede). Vi dirò, amici miei, che non posso fare a meno per molto tempo della compagnia dei miei simili. (Guarda i due simili) Anche quando mi rassomigliano imperfettamente. (A Lucky) Seggiolino! (Lucky posa valigia e paniere, avanza, apre il seggiolino, lo posa in terra, retrocede, riprende valigia e paniere. Pozzo guarda il seggiolino) Piú vicino! (Lucky posa valigia e paniere, avanza, sposta il seggiolino, retrocede, riprende valigia e paniere. Pozzo si siede, punta l'estremità della frusta contro il petto di Lucky e spinge) Indietro! (Lucky indietreggia). Alt! (Lucky si ferma. A Vladimiro ed Estragone) Ecco per-ché, col vostro permesso, mi tratterrò un momento con voi prima di avventurarmi oltre. (A Lucky) Paniere! (Lucky si avvicina, porge il paniere, retrocede). L'aria aperta mette fame. (Apre il paniere, estrae un pezzo di pollo, del pane e una bottiglia di vino. A Lucky) Panie-re! (Lucky si avvicina, prende il paniere, indietreggia, si ferma). Piú lontano! (Lucky indietreggia). Là! (Lucky si ferma). Puzza. (Beve una gran sorsata alla bottiglia) Alla nostra. (Posa la bottiglia e comincia a mangiare).

 

Silenzio. Estragone e Vladimiro riprendono coraggio a poco a poco, cominciano a girare intorno a Lucky, lo scrutano da tutte le parti. Pozzo morde voracemente il pollo e getta via gli ossi dopo averli succhiati. Lucky si china grado a grado fino a sfiorare la terra con la valigia, si rialza bruscamente, ricomincia a chinarsi. Il ritmo è di un uomo che dorme in piedi.

ESTRAGONE Che cos'ha?

VLADIMIRO Ha l'aria stanca.

ESTRAGONE Perché non mette giú i bagagli?

VLADIMIRO Che ne so? (L'osservano da vicino). Attenzione!

ESTRAGONE Proviamo a dirgli qualcosa?

VLADIMIRO Di', guarda un po' questo!

ESTRAGONE Cosa?

VLADIMIRO (l'indice teso) Il collo.

ESTRAGONE (guardando il collo) Non vedo niente.

VLADIMIRO Vieni da questa parte.

ESTRAGONE (mettendosi al posto di Vladimiro) Accidenti!

VLADIMIRO Carne viva.

ESTRAGONE È la corda.

VLADIMIRO A forza di sfregare.

ESTRAGONE Che vuoi farci.

VLADIMIRO È il nodo.

ESTRAGONE È fatale.

Ricominciano l'ispezione, si fermano alla faccia.

VLADIMIRO Non è brutto.

ESTRAGONE (alzando le spalle, con una smorfia) Trovi?

VLADIMIRO Un po' effeminato.

ESTRAGONE Perde le bave.

VLADIMIRO Per forza.

ESTRAGONE Schiuma.

VLADIMIRO Forse è un idiota.

ESTRAGONE Un deficiente.

VLADIMIRO (sporgendo la testa) Magari ha il gozzo.

ESTRAGONE (come sopra) Non è detto.

VLADIMIRO Ansima.

ESTRAGONE È naturale.

VLADIMIRO E guarda gli occhi!

ESTRAGONE Cos'hanno?

VLADIMIRO Sono sporgenti.

ESTRAGONE Per me, è chiaro che sta per crepare.

VLADIMIRO Non è detto. (Pausa). Prova a fargli una do-manda.

ESTRAGONE Dici?

VLADIMIRO Per quel che si rischia...

ESTRAGONE (timidamente) signore...

VLADIMIRO Più forte.

ESTRAGONE (piú forte) signore...

pozzo Lasciatelo in pace! (Si voltano verso Pozzo che ha finito di mangiare e si sta pulendo la bocca col rovescio della mano). Non vedete che si vuoi riposare? (Tira fuori la pipa e comincia a caricarla. Estragone scorge gli ossi di pollo per terra e li fissa avidamente. Pozzo accende un fiammifero e comincia a fumare) Paniere! (Visto che Lucky non si muove, Pozzo getta via il fiammifero irosamente e tira la corda) Paniere! (Lucky perde l'equilibrio, poi si rimette in piedi, si avvicina, mette la bottiglia nel paniere, ritorna al suo posto, riprende la posizione di prima. Estragone fissa gli ossi, Pozzo accende un secondo fiammifero e la pipa) Che volete, non è il suo mestiere. (Aspira una boccata, allunga le gambe) Ah! Cosí va meglio.

ESTRAGONE (timidamente) signore...

Pozzo Che c'è, brav'uomo?

ESTRAGONE Ecco... Lei non mangia mica.., voglio dire... non ha piú bisogno... di quegli ossi... signore?

VLADIMIRO (indignato) Non potevi aspettare un po'?

Pozzo Ma no, ma no, è piú che giusto. Se ho bisogno de-gli ossi? (Li smuove con la punta della frusta) No, personalmente non ne ho piú bisogno. (Estragone fa un passo verso gli ossi). Ma... (Estragone si ferma), ma di regola gli ossi spettano al facchino. È a lui che bisogna chiedere, perciò. (Estragone si volta verso Lucky, esitando). Ma gli chieda, gli chieda pure, non abbia paura, glielo dirà.

ESTRAGONE (si dirige verso Lucky, si ferma davanti a lui) signore... scusi signore...

Lucky non reagisce. Pozzo fa schioccare la frusta. Lucky alza il capo.

Pozzo Dice a te, porco. Rispondi. (A Estragone) Parli pure.

ESTRAGONE Scusi signore, mica le servono quegli ossi?

Lucky guarda a lungo Estragone.

Pozzo (deliziato) signore! (Lucky abbassa la testa). Rispondi! Li vuoi o non li vuoi, quegli ossi? (silenzio di Lucky. A Estragone) Li prenda pure. (Estragone si getta sugli ossi, li raccoglie e comincia a rosicchiarli). Eppure è strano. E la prima volta che mi rifiuta un osso. (Guarda Lucky con inquietudine) Voglio sperare che non mi farà lo scherzo di ammalarsi. (Riprende a fumare).

VLADIMIRO (esplodendo) È una vergogna!

Silenzio. Estragone, stupefatto, smette di rosicchiare, guarda volta a volta Vladimiro e Pozzo. Pozzo calmissimo, Vladimiro sempre piú a disagio.

Pozzo (a Vladimiro) Lei vuoI forse alludere a qualcosa di particolare?

VLADIMIRO (risoluto e balbettando) Trattare un uomo (gesto verso Lucky) a quel modo... è una cosa, io dico.., un essere umano... no... è una vera vergogna!

ESTRAGONE (che non vuole essere da meno) Uno scandalo! (si rimette a rosicchiare).

Pozzo Siete severi. (A Vladimiro) Non vorrei essere in-discreto, ma lei, scusi, che età ha? (Pausa). Sessanta?... Settanta?... (A Estragone) Che età può avere, secondo lei?

ESTRAGONE Glielo chieda.

Pozzo Sono indiscreto. (Vuota la pipa battendola contro la frusta e si alza) Ora vi debbo lasciare. Grazie di aver-mi tenuto compagnia. (Ci ripensa) A meno che mi faccia un'altra pipata qui con voi. Che ne direste? (I due non dicono niente). Oh! Non che sia un gran fumatore, sono un fumatore da niente, non è nelle mie abitudini fumare due pipe una dietro l'altra. (si porta la mano al cuore) Mi fa battere il cuore. (Pausa). E la nicotina: malgrado tutte le precauzioni, si finisce per assorbirne lo stesso. (Sospira) Che farci? (silenzio). Ma forse voi non siete dei fumatori. Sí? No? Comunque, non ha importanza. (Pausa). Ma come faccio a rimettermi a sede-re con naturalezza adesso che mi sono alzato? Senza da-re l'impressione di – come dire – cedere? (A Vladimiro) Diceva? (silenzio). O forse lei non diceva niente? (silenzio). Non ha importanza. Insomma... (Assume un'aria pensierosa).

ESTRAGONE Ah! Cosí va meglio. (Getta via gli ossi).

VLADIMIRO Andiamocene.

ESTRAGONE Di già?

Pozzo Un momento! (Tira la corda) Seggiolino! (Lo in-dica con la frusta. Lucky sposta il seggiolino). Ancora! Là! (si siede. Lucky indietreggia, riprende valigia e paniere). Cosí sono di nuovo sistemato! (Comincia a cari-care la pipa).

VLADIMIRO Andiamocene.

Pozzo Spero di non essere io a mandarvi via. Restate ancora un po'. Non ve ne pentirete.

ESTRAGONE (che sente odore di elemosina) Abbiamo tempo.

Pozzo (che ha acceso la pipa) La seconda è sempre meno buona (si toglie la pipa di bocca, la contempla) della prima, voglio dire. (si rimette la pipa in bocca) Ma per buona, è buona anche questa.

VLADIMIRO Io me ne vado.

Pozzo Non può piú sopportare la mia presenza? Io sarò poco umano, d'accordo, ma vi sembra una buona ragione? (A Vladimiro) Ci pensi bene, prima di commettere un'imprudenza. Facciamo l'ipotesi che voi partiate adesso, mentre è ancora giorno, giacché nonostante tutto, è ancora giorno. (Tutti e tre guardano il cielo). Be-ne. Dove va a finire in questo caso... (si toglie la pipa di bocca e la guarda) ... si è spenta... (riaccende la pipa) ... in questo caso... in questo caso.., dove va a finire in questo caso il vostro appuntamento con quel Godet... Godot... Godin... (silenzio) ... insomma, capite chi voglio dire, dal quale dipende il vostro avvenire (silenzio) ... o per lo meno, il vostro avvenire immediato.

ESTRAGONE Ha ragione.

VLADIMIRO E chi gliel'ha detto, a lei?

Pozzo Ah! Finalmente si è deciso a rivolgermi di nuovo la parola! Finiremo per diventare amici, noi due.

ESTRAGONE Perché non posa i suoi bagagli?

Pozzo Anch'io sarei felice di conoscerlo. Piú gente conosco, piú sono contento. Anche con la creatura piú meschina ci s'istruisce, ci si arricchisce, si apprezza di piú la propria fortuna. Perfino voi due (li guarda attenta-mente, prima uno e poi l'altro, perché si sentano entrambi presi di mira) perfino voi due, dicevo, chi sa se non mi avete dato qualcosa.

ESTRAGONE Perché non posa i suoi bagagli?

Pozzo Ma la cosa mi stupirebbe.

VLADIMIRO Le hanno fatto una domanda.

Pozzo (beato) Una domanda? Chi? Quale domanda? (silenzio). Poco fa mi chiamavate signore, tremando. Adesso mi fate delle domande. Qui va a finir male.

VLADIMIRO (a Estragone) Adesso ti ascolta, credo.

ESTRAGONE (che ha ricominciato a girare intorno a Lucky) Cosa?

VLADIMIRO Adesso glielo puoi chiedere. -E pronto.

ESTRAGONE Chiedergli cosa?

VLADIMIRO Perché non posa i suoi bagagli.

ESTRAGONE Me lo chiedo anch'io.

VLADIMIRO Ma chiedilo a lui, no?

Pozzo (che ha seguito questo scambio di battute con ansia per tema che la domanda andasse perduta) Voi mi chiedete perché non posa i suoi bagagli, come dite voi.

VLADIMIRO Appunto.

Pozzo (a Estragone) È d'accordo anche lei?

ESTRAGONE (continua a girare intorno a Lucky) Soffia come una foca.

Pozzo Ora vi risponderò. (A Estragone) Ma stia fermo un momento, la prego. Lei mi rende nervoso.

VLADIMIRO Vieni qui.

ESTRAGONE Che c'è?

VLADIMIRO Sta per parlare.

Immobili, uno addosso all'altro, aspettano.

Pozzo Benissimo. Allora ci sono tutti? Tutti mi guarda-no? (Guarda Lucky, tira la corda. Lucky alza la testa). Guardami anche tu, porco! (Lucky lo guarda). Benissimo. (si mette la pipa in tasca, tira fuori un piccolo vaporizzatore, e si vaporizza la gola, rimette il vaporizzatore in tasca, si raschia la gola, sputa, ritira fuori il vaporizzatore, torna a vaporizzarsi la gola, rimette il vaporizzatore in tasca) Sono pronto. Mi ascoltate tutti? (Guarda Lucky, tira la corda) Avvicinati! (Lucky si avvicina). Là! (Lucky si ferma). siete tutti pronti? (Li guarda tutti e tre, Lucky da ultimo. Pozzo tira la corda) Ehi, tu, laggiú! (Lucky alza la testa). Non mi piace parlare al vento. Bene. Dunque. (Comincia a riflettere).

ESTRAGONE Io me ne vado.

Pozzo Cos'è che mi avete domandato, esattamente?

VLADIMIRO Perché non...

Pozzo (irosamente) Non m'interrompa, lei! (Pausa. Piú calmo) Se parliamo tutti insieme, non la finiremo mai. (Pausa). Che stavo dicendo? (Pausa. Alzando la voce) Che stavo dicendo?

Vladimiro mima un uomo che porta un pesante carico. Pozzo lo guarda senza capire.

ESTRAGONE (con forza) Bagagli! (Indica Lucky) Perché?

Sempre tenere! (Imita un uomo curvo e ansante) Mai

posare. (Apre le braccia, si rialza sollevato) Perché?

Pozzo Ho capito. Dovevate dirmelo subito. Perché non

se la prende con comodo. Cerchiamo di vederci chiaro.

Forse che non ne ha il diritto? Sí che ce l'ha. E allora, è lui che non vuole. Questo si chiama ragionare. E per-ché non vuole? (Pausa). signori, ora ve lo dirò io.

VLADIMIRO Attenzione!

Pozzo Lo fa per impressionarmi, perché io continui a tenerlo al mio servizio.

ESTRAGONE Come?

Pozzo Forse non mi sono espresso bene. Cerca di impietosirmi, perché io rinunzi a separarmi da lui. No, le cose non stanno precisamente cosí.

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo Vorrebbe farmela, ma non me la farà.

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo si è messo in testa che, vedendolo cosí volonteroso, sarò tentato in avvenire di utilizzarlo ancora come facchino.

ESTRAGONE Ma lei non lo vuole piú?

Pozzo In realtà, come facchino fa schifo. Non è il suo mestiere.

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo S'immagina che vedendolo infaticabile io mi pentirò della mia decisione. Questo è il suo ignobile calco-lo. Come se mi mancassero uomini di fatica! (Tutti e tre guardano Lucky). Atlante, figlio di Giove! (Pausa). Ecco. Mi pare di aver risposto alla vostra domanda. Se ne avete altre, fate pure. (Ricomincia col vaporizzatore).

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo Da notarsi poi che potrei benissimo trovarmi al suo posto e lui al mio. Se il caso non avesse deciso altri-menti. A ciascuno il suo.

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo Come ha detto?

VLADIMIRO Lei vorrebbe sbarazzarsene?

Pozzo Già. Ma invece di scacciarlo, come avrei potuto fare, voglio dire invece di metterlo semplicemente alla porta a calci nel sedere, lo sto conducendo, tanta è la mia bontà, al mercato di San Salvatore dove faccio conto di ricavarne qualcosa. A dire la verità è impossibile scacciare creature di questo genere. Per far le cose per bene, bisognerebbe ammazzarle.

Lucky piange.

ESTRAGONE Piange.

Pozzo I cani vecchi hanno piú dignità. (Porge il fazzoletto a Estragone) Vada a consolarlo, visto che le fa pena. (Estragone esita). Tenga. (Estragone prende il fazzoletto). Gli asciughi gli occhi. Cosí si sentirà meno abbandonato.

Estragone esita ancora.

VLADIMIRO Da' qua, lo faccio io.

Estragone non vuoi dargli il fazzoletto. Gesticola come un bambino.

Pozzo Sbrigatevi. Se no smette di piangere. (Estragone si avvicina a Lucky, e fa per asciugargli gli occhi. Lucky gli tira un violento calcio negli stinchi. Estragone lascia cadere il fazzoletto, balza indietro, fa il giro della scena zoppicando e urlando di dolore). Fazzoletto!

Lucky posa la valigia e il paniere, raccatta il fazzoletto, si avvicina, lo porge a Pozzo, retrocede, riprende valigia e paniere.

ESTRAGONE Farabutto! Schifoso! (Rimbocca il pantalone) Mi ha azzoppato!

Pozzo Ve l'avevo detto che non ama gli estranei.

VLADIMIRO (a Estragone) Fa' vedere. (Estragone gli mostra la gamba. A Pozzo, irosamente) Sanguina!

Pozzo È buon segno.

ESTRAGONE (tenendo sollevata la gamba ferita) Non potrò piú camminare!

VLADIMIRO (Con tenerezza) Ti porterò io. (Pausa). Nel caso.

 

Pozzo Non piange piú. (A Estragone) In un certo senso, l'ha sostituito lei. (Pensieroso) Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette. E cosí per il riso. (Ride) Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è piú disgraziata delle precedenti. (Pausa). Ma non diciamone neanche troppo bene. (Pausa). Non parliamone affatto. (Pausa). E vero, però, che la popolazione è aumentata.

VLADIMIRO Cerca di camminare.

Estragone parte zoppicando, si ferma davanti a Lucky, gli sputa addosso, poi va a sedersi nello stesso punto in cui si trovava al levarsi del sipario.

Pozzo E volete sapere chi mi ha insegnato tutte queste

belle cose? (Pausa. Col dito puntato su Lucky) Lui!

VLADIMIRO (guardando il cielo) Ma non verrà mai la notte?

Pozzo Senza di lui, non avrei mai pensato, mai sentito altro che cose volgari, relative al mio mestiere di... non ha importanza. La bellezza, la grazia, la verità di prima classe erano tutte cose cui sapevo di non poter aspirare. Allora ho preso uno knouk.

VLADIMIRO (involontariamente, smettendo d'interrogare il cielo) Uno knouk?

Pozzo Saranno tra poco sessant'anni che questa storia dura... (calcola mentalmente) ... Sí, quasi sessanta. (Raddrizzandosi con fierezza) Nessuno me li darebbe, eh? (Vladimiro guarda Lucky). Vicino a lui, ho l'aria di un giovanotto, vero? (Pausa. A Lucky) Cappello! (Lucky posa il paniere e si toglie il cappello. Un'abbondante chioma bianca gli ricade sul volto. si mette il cappello sotto il braccio, riprende il paniere). E adesso guardate. (si toglie il cappello'. E completamente calvo. si rimette il cappello) Visto?

VLADIMIRO Che cos'è uno knouk?

' Tutti i personaggi portano la bombetta.

Pozzo Voi non siete di qui. siete almeno di questo mondo? Una volta, c'erano i buffoni; adesso si tengono de-gli knouk. Chi se li può permettere.

VLADIMIRO E lei adesso lo caccia? Un servitore cosí vecchio, cosí fedele?

ESTRAGONE Carogna!

Pozzo è sempre piú agitato.

VLADIMIRO Dopo averne succhiato la sostanza, lei lo getta via come un... (cerca la parola) ... come una buccia di banana. Deve riconoscere che...

Pozzo (gemendo, portandosi le mani alla testa) Non ne posso piú... non posso piú sopportare... se sapeste cosa fa... non potete immaginarlo... è spaventoso... bisogna che se ne vada... (alza le braccia al cielo) ... divento pazzo... (si lascia andare con la testa tra le braccia) Non ne posso piú... piú... piú...

silenzio. Tutti guardano Pozzo. Lucky trasalisce.

VLADIMIRO Non ne può piú.

ESTRAGONE E spaventoso.

VLADIMIRO Diventa pazzo.

ESTRAGONE E disgustoso.

VLADIMIRO (a Lucky) Come osa, lei? È una vergogna! Un padrone cosí buono! Farlo soffrire cosí! Dopo tanti anni! si vergogni!

Pozzo (singhiozzando) Una volta... era gentile... mi aiutava... mi distraeva... mi rendeva migliore... adesso... mi uccide...

ESTRAGONE (a Vladimiro) Ha detto che lo vuoi sostituire?

VLADIMIRO Come?

ESTRAGONE Non ho capito se lo vuole sostituire o se non vuole nessun altro dopo di lui.

VLADIMIRO Non credo.

ESTRAGONE Come?

VLADIMIRO Non so.

ESTRAGONE Domandiamogli.

Pozzo (piú calmo) signori, non capisco cosa mi sia successo. Vi faccio le mie scuse. Vi prego di dimentica-re l'accaduto. (Sempre piú padrone di sé) Non ricordo piú molto bene ciò che ho detto, ma potete star certi che non una sola parola corrispondeva alla verità. (si rialza, si batte il petto) Vi pare che abbia l'aria di un uomo capace di soffrire, io? Andiamo, via. (si fruga in tasca) Dov'è andata a finire la mia pipa?

VLADIMIRO Proprio una bella serata.

ESTRAGONE Indimenticabile.

VLADIMIRO E non è ftnita.

ESTRAGONE Sembra di no.

VLADIMIRO E appena cominciata.

ESTRAGONE È terribile.

VLADIMIRO Sembra di essere a teatro.

ESTRAGONE Al circo.

VLADIMIRO Al varietà.

ESTRAGONE Al circo.

Pozzo Ma dove diavolo ho messo la mia radica?

ESTRAGONE Che tipo! Ha perso la sua ciminiera! (Ride fragorosamente).

VLADIMIRO Torno subito. (si dirige verso la quinta).

ESTRAGONE In fondo al corridoio a sinistra.

VLADIMIRO Tienimi il posto. (Esce).

Pozzo Ho perso la mia Abdullah!

ESTRAGONE (sganasciandosi dalle risa) C'è da crepare!

Pozzo (alzando la testa) Non avete visto per caso... (si accorge dell'assenza di Vladimiro. Desolato) Oh! Ma è andato via!... Senza neanche salutarmi! Non è gentile! Avrebbe dovuto trattenerlo.

ESTRAGONE si è trattenuto da sé.

Pozzo Oh! (Pausa). Se è cosí...

ESTRAGONE Venga qui.

Pozzo Per che fare?

ESTRAGONE Vedrà.

Pozzo Dovrei alzarmi?

ESTRAGONE Venga... venga... presto.

 

Pozzo si alza e si dirige verso Estragone.

ESTRAGONE Guardi! Pozzo Accidenti! ESTRAGONE Finito.

Vladimiro rientra, cupo in volto urta Lucky, rovescia il seggiolino con un calcio, cammina su e agitatissimo.

POZZO Che gli prende?

ESTRAGONE Hai perso delle cose straordinarie, Peccato.

Vladimiro si ferma, raddrizza il seggiolino, ricomincia a camminare, piú calmo.

POZZO si va calmando. (Sguardo circolare) D'altronde, tutto si va calmando, lo sento. Una grande pace discende. Ascoltate. (Alza la mano) Pan dorme.

VLADIMIRO (fermandosi) Ma non verrà mai la notte?

Tutti e tre guardano il cielo.

POZZO Non avete intenzione di partire prima? ESTRAGONE Il fatto è... lei capisce...

Pozzo Ma naturale, piú che naturale. Anch'io, al vostro posto, se avessi appuntamento con questo Godin... Godet... Godot... insomma, sapete chi voglio dire, aspetterei che fosse notte fonda prima di lasciar perdere. (Guarda il seggiolino) Tornerei a sedermi volentieri, ma non so bene come fare.

ESTRAGONE POSSO aiutarla?

Pozzo Forse se lei provasse a chiedermelo...

ESTRAGONE Cosa?

Pozzo Se lei mi chiedesse di sedermi di nuovo,

ESTRAGONE E questo servirebbe?

Pozzo Credo di sí.

 

ESTRAGONE Forza, allora. Perché non si risiede, signore, la prego.

POZZO No, no, non è il caso. (Pausa. Sottovoce) Insista un poco.

ESTRAGONE Ma via, non se ne resti cosí su due piedi; prenderà freddo.

POZZO Lei crede?

ESTRAGONE Non c'è il minimo dubbio.

POZZO Lei ha tutte le ragioni. (si risiede) Grazie, carissimo. Eccomi di nuovo sistemato. (Guarda l'orologio)

Ma è tempo che vi lasci. Non vorrei far tardi.

VLADIMIRO Il tempo si è fermato.

POZZO (portandosi all'orecchio l'orologio) Questo non lo deve credere, caro signore, questo non lo deve crede-re. (Rimette in tasca l'orologio) Tutto quel che le pare, ma questo no.

ESTRAGONE (a Pozzo) Vede tutto nero, oggi.

POZZO Salvo il firmamento. (Ride soddisfatto della propria battuta) Abbiate pazienza. Non tarderà. Ma capisco benissimo, voi non siete di qui, non sapete ancora che cos'è il crepuscolo da noi. Volete che ve lo dica io? (silenzio. Estragone e Vladimiro hanno ricominciato a esaminare l'uno la sua scarpa, l'altro il suo cappello. Il cappello di Lucky cade senza che egli se ne accorga). Sarò lieto di accontentarvi. (Aziona il vaporizzatore) Un po' di attenzione, prego. (Estragone e Vladimiro continuano ad armeggiare. Lucky è mezzo addormentato. Pozzo fa schioccare la frusta, che manda soltanto un rumore fioco) Che cos'ha questa frusta? (si alza e fa schioccare la frusta con piú energia, e finalmente con successo. Lucky sobbalza. La scarpa di Estragone, il cappello di Vladimiro cadono loro di mano. Pozzo getta via la frusta) Non vale piú niente, questa frusta. (Guarda il suo pubblico) Cos'è piú che dicevo?

VLADIMIRO Andiamocene.

ESTRAGONE Per carità, non resti in piedi cosí, vuoi la-sciarci la pelle?

POZZO Giusto. (Torna a sedersi. A Estragone) Come si chiama lei?

ESTRAGONE (di rimando) Catullo.

Pozzo (che non ascoltava) Ah, sí, la notte. (Alza la testa) Ma insomma, cercate di stare un po' piú attenti, altrimenti non combineremo mai niente. (Guarda il cielo) Guardate. (Tutti guardano il cielo, tranne Lucky, che s'è rimesso a sonnecchiare. Pozzo se ne accorge e tira la corda) Ti dico di guardare il cielo, porco! (Lucky rovescia il capo all'indietro). Bene, basta cosí. (Tutti abbassano la testa). Che cos'ha di tanto straordinario? Come cielo, voglio dire? È pallido e luminoso come qualsiasi altro cielo a quest'ora del giorno. (Pausa). A queste latitudini. (Pausa). Quando fa bello. (Cantilenando) Un'ora fa (guarda l'orologio, in tono prosaico) circa (riprende il tono lirico) dopo averci inondato fin dalle (esita, il tono cala) diciamo, dalle dieci del mattino (il tono s'alza) senza requie, di torrenti di luce rossa e bianca, ha cominciato a perdere il suo splendore, a impallidire (gesto delle due mani che scendono a scalini), a impallidire, pian piano, adagio adagio, fintantoché (pausa drammatica, largo gesto orizzontale delle braccia che si spalancano) bum! finito! non si muove piú! (silenzio). Ma... (alza una mano ammonitrice) ... ma, dietro quel velo di dolcezza e di calma (alza gli occhi al cielo, gli altri lo imitano tranne Lucky) la notte galoppa (la voce si fa piú vibrante) e si getterà su di noi (fa schioccare le dita) pfttt! cosí (l'ispirazione lo abbandona) proprio nel momento in cui meno ce l'aspettiamo. (Pausa. Voce spenta) Ecco come vanno le cose su questa porca terra.

Lungo silenzio.

ESTRAGONE Visto che siamo avvisati.

VLADIMIRO si può pazientare.

ESTRAGONE si conosce la situazione.

VLADIMIRO Non è piú il caso di preoccuparsi.

ESTRAGONE Non resta che aspettare.

VLADIMIRO Ci siamo abituati. (Raccoglie il cappello, ci

guarda dentro, lo scuote, lo rimette in testa).

Pozzo Come mi avete trovato? (Estragone e Vladimiro lo guardano senza capire). Bravo? Discreto? Passabile? Mediocre? Decisamente cattivo?

VLADIMIRO (che è il primo a capire) Oh, bravo, proprio bravissimo.

Pozzo (a Estragone) E lei, signore?

ESTRAGONE (accento inglese) Oh, bene, molto molto molto bene.

Pozzo (con slancio) Grazie, signori! (Pausa). Ho tanto

bisogno di incoraggiamento. (Ripensandoci) Sono un

po' calato verso la fine. Ve ne siete accorti?

VLADIMIRO Oh, forse un pochino.

ESTRAGONE Credevo l'avesse fatto apposta.

Pozzo Il fatto è che la memoria mi tradisce.

silenzio.

ESTRAGONE E mentre aspettiamo, non succede niente. Pozzo (desolato) si annoia?

ESTRAGONE Piuttosto.

Pozzo (a Vladimiro) E lei, signore?

VLADIMIRO Non c'è da stare allegri.

silenzio. Pozzo è in preda a un conflitto interiore.

Pozzo signori, voi siete stati... (cerca la parola) ... carini con me.

ESTRAGONE Ma per carità!

VLADIMIRO S'immagini!

Pozzo Ma sí, ma Sí, siete stati molto gentili. Al punto che mi domando... che posso fare a mia volta per questa brava gente che si annoia?

ESTRAGONE Anche un solo luigi non mi farebbe schifo.

VLADIMIRO Noi non siamo dei mendicanti.

Pozzo Che potrei fare, è questo che mi dico, per aiutarli a passare il tempo? Gli ho dato degli ossi, gli ho parlato di questo e quest'altro, gli ho spiegato il crepuscolo, tutto questo va benissimo. Per non dire altro. Ma può bastare, è questo che mi angustia, può bastare?

 

ESTRAGONE Anche solo cinque franchi.

VLADIMIRO Sta' zitto!

ESTRAGONE Ora ci provo.

Pozzo Può bastare? Probabilmente sí. Ma io sono gene-roso. È il mio temperamento. Oggi. Tanto peggio per me. (Tira la corda. Lucky lo guarda). Perché purtroppo mi farà soffrire, questo è certo. (Senza alzarsi si china e riprende la frusta) Che cosa preferite? Che balli, che canti, che reciti, che pensi, che...

ESTRAGONE Chi?

Pozzo Chi! Voi sapete pensare, voialtri?

VLADIMIRO E anche lui pensa?

POZZO Naturalmente. Ad alta voce. E vi dirò che una volta pensava anche molto bene, potevo starlo ad ascoltare per delle ore. Adesso... (Freme) Insomma, lasciamo stare. Allora, volete che ci pensi qualcosa?

ESTRAGONE Preferirei che ballasse, sarebbe piú allegro.

POZZO Non necessariamente.

ESTRAGONE Non credi, Didi, che sarebbe piú allegro?

VLADIMIRO Per me, lo sentirei pensare volentieri.

ESTRAGONE Potrebbe magari prima ballare, e poi pensare? Se non è chieder troppo.

VLADIMIRO (a Pozzo) si potrebbe?

POZZO Ma certo, niente di piú facile. D'altronde, è l'or-dine naturale. (Breve risata).

VLADIMIRO E allora, vada per il ballo.

Silenzio.

POZZO (a Lucky) Hai sentito?

ESTRAGONE Non succede mai che rifiuti?

POZZO Dopo vi spiegherò. (A Lucky) Balla, maiale!

Lucky posa valigia e paniere, si avvicina alla ribalta, si volta verso Pozzo. Estragone si alza per vedere meglio. Lucky balla. si ferma.

ESTRAGONE Tutto qui? Pozzo Continua!

 

Lucky ripete gli stessi movimenti, si ferma.

ESTRAGONE Bella roba! (Imita i movimenti di Lucky) Ci riuscirei perfino io. (Imita, quasi cade) Con un po' di allenamento.

VLADIMIRO Sarà stanco.

POZZO Una volta ballava la farandola, l'almea, la carmagnola, la giga, il fandango, e perfino la hornpipe. Spiccava salti. Adesso s'è ridotto a far solo piú questo. Sapete come lo chiamo?

ESTRAGONE La morte del lampionaio.

VLADIMIRO Il cancro dei vegliardi.

POZZO La danza della rete. Crede di essere prigioniero di una rete.

VLADIMIRO (con delle mossettine da esteta) C'è qualcosa di vero...

Lucky sta per tornare verso i suoi fardelli. Pozzo (come a un cavallo) Laaaaaaa! Lucky si ferma di colpo.

ESTRAGONE Non si rifiuta mai?

POZZO Vi spiego subito. (si fruga in tasca) Un momento. (Continua a frugare) Dov'è andata a finire la mia peretta? (Fruga ancora) Questa poi! (Assume un'espressione imbambolata. Con voce morente) Ho perduto il mio polverizzatore!

ESTRAGONE (con voce morente) Il mio polmone sinistro è molto debole. (Tossisce debolmente. Con voce tonante) Ma il mio polmone destro è in perfetto stato!

POZZO (voce normale) Pazienza, ne farò a meno. Cos'è piú che dicevo? (Meditabondo) Aspettate. (Continua a pensare) Questa poi! (Alza la testa) Aiutatemi!

ESTRAGONE Sto cercando.

VLADIMIRO Anch'io.

POZZO Aspettate!

 

Tutti e tre si tolgono simultaneamente il cappello, portano la mano alla fronte, si concentrano, irrigiditi. Lungo Silenzio.

ESTRAGONE (trionfante) Ah!

VLADIMIRO Ha trovato.

Pozzo (con impazienza) Dunque?

ESTRAGONE Perché non posa i suoi bagagli?

VLADIMIRO Ma no!

Pozzo Lei è proprio sicuro?

VLADIMIRO E come no, se ce l'ha già detto.

Pozzo Ve l'ho già detto?

ESTRAGONE Ce l'ha già detto?

VLADIMIRO E del resto li ha posati.

ESTRAGONE (gettando un'occhiata a Lucky) È vero. E con questo?

VLADIMIRO Dal momento che ha posato i bagagli, è impossibile che noi abbiamo domandato perché non li posa.

Pozzo Il ragionamento fila.

ESTRAGONE Ma perché li ha posati?

Pozzo Ben detto.

VLADIMIRO Per poter ballare.

ESTRAGONE Giusto.

Pozzo (alzando la mano) Aspettate! (Pausa). Non dite niente! (Pausa). Ecco fatto. (si rimette il cappello) Ci sono.

Estragone e Vladimiro si rimettono il cappello.

VLADIMIRO Ha trovato.

Pozzo Adesso vi spiego come funziona.

ESTRAGONE Come funziona cosa?

Pozzo Ora vedrete. Ma è difficile a dirsi.

VLADIMIRO E lei non lo dica.

Pozzo Oh! Non abbiate paura, ci arriverò. Ma voglio essere breve: si sta facendo tardi. E ditemelo voi, come si fa a essere brevi e al tempo stesso chiari. Lascia-temi riflettere.

ESTRAGONE Provi a essere lungo, ci vorrà meno tempo. Pozzo (che ha finito di riflettere) Cosí mi sembra che vada. Ecco, vedete, delle due l'una.

ESTRAGONE Ma questo è in delirio.

POZZO O gli chiedo qualcosa, per esempio ballare, can-tare, pensare...

VLADIMIRO Va bene, va bene, abbiamo capito.

POZZO Oppure non gli chiedo niente. Bene. Non inter-rompetemi. Poniamo che io gli chieda di... ballare, per esempio. Che cosa succede in questo caso?

ESTRAGONE Che lui si mette a fischiare.

POZZO (offeso) Non dico piú niente.

VLADIMIRO La prego, continui.

POZZO Mi interrompete continuamente.

VLADIMIRO Continui, continui, è appassionante. Pozzo Un po' piú d'insistenza.

ESTRAGONE (con le mani giunte) La supplico, signore, continui la sua relazione.

POZZO A che punto ero arrivato?

VLADIMIRO Lei gli chiede di ballare.

ESTRAGONE Di cantare.

POZZO Ecco, gli chiedo di cantare. Che cosa succede allora? O lui si mette a cantare come gli avevo detto io; oppure invece di cantare, come gli avevo detto, si mette a ballare, per esempio. O a pensare, o a...

VLADIMIRO Capito, capito, prosegua.

ESTRAGONE Basta!

VLADIMIRO Eppure stasera fa tutto quel che lei gli chiede.

POZZO Lo fa per commuovermi, perché lo tenga al mio servizio.

ESTRAGONE Queste sono tutte balle.

VLADIMIRO Non è detto.

ESTRAGONE Tra due minuti, ci dirà che non c'era una parola di vero in quel che ha detto.

VLADIMIRO (a Pozzo) E lei non protesta nemmeno? Pozzo Sono stanco.

Silenzio.

 

ESTRAGONE Non succede niente, nessuno viene, nessuno va, è terribile.

VLADIMIRO (a Pozzo) Gli dica di pensare.

Pozzo Dategli il suo cappello.

VLADIMIRO Il suo cappello?

Pozzo Non può pensare senza cappello.

VLADIMIRO (a Estragone) Dàgli il suo cappello.

ESTRAGONE Io? Dopo lo scherzo che m'ha fatto? Neanche per idea!

VLADIMIRO E allora glielo do io. (Non si muove).

ESTRAGONE Se lo vada a prendere lui.

Pozzo È meglio darglielo.

VLADIMIRO Ora glielo do io.

Raccatta il cappello e lo porge a Lucky col braccio teso. Lucky non si muove.

Pozzo Bisogna metterglielo.

ESTRAGONE (a Pozzo) Gli dica di prenderlo.

Pozzo È meglio metterglielo.

VLADIMIRO Ora glielo metto.

Gira cautamente intorno a Lucky, gli si avvicina pian piano da tergo, gli mette il cappello sulla testa e balza indietro. Lucky non si muove. Silenzio.

ESTRAGONE Che cos'aspetta?

Pozzo State lontani. (Estragone e Vladimiro si scostano da Lucky. Pozzo tira la corda. Lucky lo guarda). Pensa, porco! (Pausa. Lucky si mette a ballare). Alt! (Lucky si ferma). Vieni avanti! (Lucky si dirige verso Pozzo). Cosí! (Lucky si ferma). Pensa!

Pausa.

LUCKY D'altra parte, per quanto riguarda...

Pozzo Alt! (Lucky tace). Indietro! (Lucky indietreggia). Cosí! (Lucky si ferma). Dài! (Lucky si volta verso il pubblico). Pensa!

LUCKY (con voce monotona) Considerata l'esistenza cosí come traspare dai recenti lavori pubblici di Poinçon e Wattman di un dio personale quaquaquaqua dalla barba bianca quaqua fuori del tempo dello spazio il quale dall'alto della sua divina apatia sua divina atambia sua divina afasia ci vuoi tanto bene salvo le debite eccezioni non si sa perché ma prima o poi verrà fuori e a somiglianza della divina Miranda soffre con quanti si

Estragone e Vladimiro attentissimi. Pozzo avvilito e disgustato. trovano non si sa perché ma

 c'è tutto il tempo nel tormento nel fuoco il cui fuoco le fiamme se continua ancora un po' e come dubitarne finiranno per metter fuoco alle polveri nella fattispecie porteranno l'inferno nei cieli a volte cosí azzurri ancor oggi e calmi cosí calmi di una calma che pur essendo intermittente è nondimeno la benvenuta ma non anticipiamo e considerando inoltre che a seguito delle ricerche interrotte non anticipiamo delle ricerche incompiute ma tuttavia premiate dall'Accaccaccaccademia di Antropopopometria di Berne-en-Bresse di Testu e Conard rimane stabilito senz'al-tra possibilità di errore che quella pertinente ad ogni cal-colo umano che a seguito delle ricerche incompiute in﷓

Cominciano i mormorii di Estragone e Vladimiro. La sofferenza di Pozzo aumenta. terrotte di Testu e Conard rimane stabilito lito lito

 quanto segue segue segue nella fattispecie ma non anticipiamo non si sa perché in seguito ai lavori di Poinçon e Wattman risulta altrettanto chiaramente tanto chiaramente che tenendo conto dei tentativi di Fartov e Belcher non compiuti non conclusi non si sa perché di Testu e Conard incompiuti inconclusi risulta che l'uomo contrariamente al-l'opinione contraria che l'uomo di Bresse di Testu e Conard che l'uomo insomma in breve che l'uomo in breve insomma malgrado i progressi dell'alimentazione e dell'eliminazione dei residui va via via dimagrendo e al tempo stesso parallelamente non si sa perché mal-grado l'incremento della cultura fisica della pratica de-gli sport quali quali quali il tennis il calcio la corsa a piedi e in bicicletta il nuoto l'equitazione l'aviazione

Estragone e Vladimiro si calmano, si fanno di nuovo attenti. Pozzo si agita sempre piú e manda gemiti acuti. l'inculazione il tennis il  morfinaggio il pattinaggio e su ghiaccio e su asfalto il  tennis l'aviazione gli sport invernali estivi autunnali autunnali il tennis sull'erba su legno e su terra battuta l'aviazione il tennis l'hockey su terra su mare e nei cieli la penicillina e succedanei insomma tornando da capo al tempo stesso parallela-mente va via via rimpicciolendo non si sa perché mal-grado il tennis tornando da capo l'aviazione il golf sia a nove che a diciotto buche il tennis sul ghiaccio in-somma non si sa perché in Seine Seine-et-Oise Seine-et-Marne Marne-et-Oise nella fattispecie al tempo stesso parallelamente non si sa perché va dimagrendo restringendosi tornando da capo Oise Marne insomma il calo per testa di rapa dalla morte di Voltaire in poi essendo in misura di due dita e cento grammi per testa di rapa circa in media press'a poco cifre tonde buon peso spogliato in Normandia non si sa perché insomma per farla breve poco importa i fatti parlano e considerando d'al-tra parte il che è ancora piú grave che ne consegue il

Esclamazioni di Vladimiro ed Estragone. Pozzo si alza di scatto, tira la corda. Tutti urlano. Lucky tira la corda, inciampa, urla. Tutti si gettano su Lucky che si dibatte urlando il suo monologo.

 che è ancora piú grave che  alla luce alla luce degli esperimenti in corso di Steinweg  e Petermann ne consegue il  che è ancora piú grave che ne consegue il che è ancora piú grave alla luce la luce degli esperimenti abbandonati di Steinweg e Petermann che in campagna in montagna e in riva al mare e ai corsi d'acqua e di fuoco l'aria è la stessa e la terra nella fatti-specie l'aria e la terra durante i grandi freddi l'aria e la terra fatte per le pietre durante i grandi freddi purtroppo all'èra settima l'etere la terra il mare per le pietre dai grandi fondi i grandi freddi sul mare su terra nell'aria accidenti tornando da capo non si sa perché malgrado il tennis i fatti parlano non si sa perché tornando da capo avanti il prossimo insomma per farla breve purtroppo avanti il prossimo per le pietre chi può dubitarne tornando da capo ma non anticipiamo tornando da capo la testa al tempo stesso parallelamente non si sa perché malgrado il tennis avanti il prossimo la barba le fiamme i pianti le pietre cosí azzurre cosí calme ahimè la testa la testa la testa la testa in Normandia malgrado il tennis le opere abbandonate incompiute piú grave le pietre in-somma tornando da capo ahimè ahimè abbandonate in-compiute la testa la testa in Normandia malgrado il tennis la testa ahimè le pietre Conard Conard... (Parapiglia. Lucky riesce ancora a emettere qualche strillo) Tennis!... Le pietre!... Calme!... Conard!... Incompiute!...

Pozzo Il cappello!

Vladimiro si impadronisce del cappello di Lucky, che tace di colpo e ricade a terra. Gran Silenzio. I vincitori ansano.

ESTRAGONE Cosí sono vendicato.

Vladimiro osserva il cappello di Lucky, ci guarda dentro.

Pozzo Dia a me! (Strappa il cappello dalle mani di Vladimiro, lo getta in terra, lo calpesta) Cosí non penserà piú!

VLADIMIRO Ma come farà a orientarsi?

Pozzo Ci penserò io, a orientarlo. (Prende a calci Lucky) In piedi! Porco!

ESTRAGONE Forse è morto.

VLADIMIRO Lei lo vuole ammazzare.

Pozzo In piedi! Carogna! (Tira la corda, Lucky scivola verso di lui. A Estragone e Vladimiro) Datemi una mano.

VLADIMIRO Ma come?

Pozzo Alzatelo!

Estragone e Vladimiro mettono in piedi Lucky, lo sorreggono per un momento, poi lo lasciano andare. Lucky ricade.

 

ESTRAGONE LO fa apposta.

Pozzo Bisogna sorreggerlo. (Pausa). Su, forza, alzatelo!

ESTRAGONE Io ne ho abbastanza.

VLADIMIRO Su, proviamo ancora una volta.

ESTRAGONE Ma per chi ci prende?

VLADIMIRO Avanti.

Rimettono in piedi Lucky e lo sorreggono.

Pozzo Tenetelo bene! (Estragone e Vladimiro barcollano). Non vi muovete! (Pozzo va a prendere la valigia e il paniere, e li porta vicino a Lucky) Reggetelo forte! (Mette la valigia in mano a Lucky, che subito la lascia cadere). Non mollatelo! (Ricomincia. A poco a poco, al contatto della valigia, Lucky ritorna in sé e le sue dita finiscono per chiudersi intorno al manico). Continuate a tenerlo! (Fa lo stesso col paniere) Ecco fatto, adesso potete lasciarlo andare. (Estragone e Vladimiro si allontanano da Lucky, che inciampa, barcolla, si piega, ma rimane in piedi, tenendo valigia e paniere. Pozzo indietreggia, fa schioccare la frusta) Avanti! (Lucky avanza). Indietro! (Lucky retrocede). Voltati! (Lucky si volta). Ci siamo, adesso può camminare. (Rivolto a Estragone e Vladimiro) Grazie, signori, e permettetemi di... (si fruga in tasca) ... di augurarvi... (continua a frugare) ... di augurarvi... (fruga ancora) ... ma dove diavolo ho messo il mio orologio? (Frugando) Questa poi! (Con espressione disfatta) Una magnifica cipolla, signori, segnava perfino i secondi. Me l'ha regalato il mio papalino. (Frugando) Può darsi che mi sia caduta. (Cerca per terra, imitato da Vladimiro ed Estragone. Pozzo rivolta i resti del cappello di Lucky con la punta della scarpa) Questa poi!

VLADIMIRO Forse ce l'ha nel taschino.

Pozzo Vediamo. (si piega in due, avvicina l'orecchio al ventre e rimane in ascolto) Non sento niente! (Fa cenno agli altri di avvicinarsi) Guardate anche voi. (Estragone e Vladimiro gli si avvicinano, accostano l'orecchio al suo ventre. Silenzio). A me pare che si dovrebbe sentire il tic-tac.

VLADIMIRO Silenzio!

Tutti rimangono in ascolto, piegati in due.

ESTRAGONE Io sento qualcosa.

Pozzo Da che parte?

VLADIMIRO E il cuore.

Pozzo (deluso)- Accidenti!

Restano in ascolto. ESTRAGONE Forse si è fermato. si rialzano.

Pozzo Chi è di voi due che puzza cosí?

ESTRAGONE A lui puzza il fiato, a me i piedi.

Pozzo Ora vi devo lasciare.

ESTRAGONE E la sua cipolla?

Pozzo Devo averla lasciata al castello.

ESTRAGONE Allora, addio.

Pozzo Addio.

VLADIMIRO Addio.

ESTRAGONE Addio.

Silenzio. Nessuno si muove.

VLADIMIRO Addio. Pozzo Addio.

ESTRAGONE Addio.

Silenzio.

Pozzo E grazie tante.

VLADIMIRO Grazie a lei. Pozzo Non c'è di che.

ESTRAGONE Ma sí.

 POZZO  Ma no. VLADIMIRO Ma sí. ESTRAGONE Ma no.

Silenzio.

Pozzo Non riesco a... (esitando) ... a partire.

ESTRAGONE E la vita.

Pozzo si volta, si allontana da Lucky, dirigendosi ver. so le quinte, lasciando via via andare la corda.

VLADIMIRO Ha preso la direzione sbagliata.

Pozzo Ho bisogno di una certa rincorsa. (Arrivato al-l'estremità della corda, cioè dietro le quinte, si ferma, si volta e grida) Fate largo! (Estragone e Vladimiro si dispongono sul fondo, guardando verso Pozzo. Schiocco della frusta). Avanti! (Lucky non si muove).

ESTRAGONE Avanti!

VLADIMIRO Avanti!

Schiocco della frusta. Lucky si mette in moto.

Pozzo Piú in fretta! (Esce dalle quinte, attraversa la scena seguendo Lucky. Estragone e Vladimiro si tolgono il cappello e agitano la mano. Lucky esce. Pozzo fa schioccare corda e frusta) Piú presto! Piú presto! (Un attimo prima di scomparire, Pozzo si ferma e si volta. La corda si tende. Rumore di Lucky che cade). Il mio seggiolino! (Vladimiro va a prendere il seggiolino e lo dà a Pozzo, che lo getta verso Lucky) Addio.

ESTRAGONE e VLADIMIRO (salutando con la mano) Ad-dio! Addio!

Pozzo In piedi! Porco! (Rumore di Lucky che si rialza). Avanti! (Esce. Schiocco della frusta). Avanti! Addio! Piú presto! Porco! Va'! Addio!

Silenzio.

 

VLADIMIRO BÈ, ha fatto passare il tempo.

ESTRAGONE Sarebbe passato lo stesso.

VLADIMIRO SL Ma piú adagio.

Pausa.

ESTRAGONE E adesso che facciamo?

VLADIMIRO Non lo so.

ESTRAGONE Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero.

Pausa.

VLADIMIRO Sono molto cambiati.

ESTRAGONE Chi?

VLADIMIRO Quei due.

ESTRAGONE Giusto, facciamo un po' di conversazione.

VLADIMIRO Non sembra anche a te che sono molto cambiati?

ESTRAGONE È probabile, soltanto noi non ci riusciamo mai.

VLADIMIRO Probabile? Ma non c'è dubbio. Li hai ben visti anche tu?

ESTRAGONE Se ti fa piacere. Ma non li conosco.

VLADIMIRO Ma sí che li conosci.

ESTRAGONE Ti dico di no.

VLADIMIRO E io ti dico che li conosciamo. Tu dimentichi

tutto. (Pausa). A meno che non siano gli stessi.

ESTRAGONE Tanto è vero che non ci hanno riconosciuti.

VLADIMIRO Questo non significa niente. Anch'io ho fatto finta di non riconoscerli. E poi non ci riconoscono mai,

noi due.

ESTRAGONE Basta. Qui ci vuole... ahi! (Vladimiro non gli bada). Ahi!

VLADIMIRO A meno che non siano gli stessi.

ESTRAGONE Didi! È l'altro piede! (si dirige zoppicando verso il punto in cui sedeva all'inizio).

VOCE DALLE QUINTE signore!

Estragone si ferma. Tutti e due guardano in direzione della voce.

ESTRAGONE Ci risiamo.

VLADIMIRO Vieni avanti, ragazzo mio.

Entra un ragazzetto con aria spaventata. si ferma.

RAGAZZO Il signor Alberto?

VLADIMIRO Sono io.

ESTRAGONE Che cosa vuoi?

VLADIMIRO Vieni avanti.

Il ragazzo non si muove.

ESTRAGONE (brusco) Vieni avanti, ti dico!

Il ragazzo avanza timidamente, si ferma.

VLADIMIRO Che c'è?

RAGAZZO E il signor Godot... (s'interrompe).

VLADIMIRO Naturalmente. (Pausa). Vieni qua.

Il ragazzo non si muove.

ESTRAGONE (brusco) Vieni qua, ti dico! (Il ragazzo si avvicina timidamente, si ferma). Perché sei venuto cosí tardi?

VLADIMIRO Hai un messaggio del signor Godot?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO E allora parla.

ESTRAGONE Perché arrivi cosí tardi?

Il ragazzo guarda prima uno e poi l'altro; non sa a quale dei due rispondere.

 

VLADIMIRO (a Estragone) Lascialo in pace.

ESTRAGONE (a Vladimiro) Non scocciarmi, tu! (Al ragazzo, dirigendosi verso di lui) Lo sai che ora è?

RAGAZZO (indietreggiando) Non è colpa mia, signore!

ESTRAGONE Allora sarà colpa mia!

RAGAZZO Avevo paura, signore.

ESTRAGONE Paura di che? Di noi? (Pausa). Rispondi!

VLADIMIRO Ho capito. Sono quegli altri che debbono avergli fatto paura.

ESTRAGONE Da quanto sei arrivato?

RAGAZZO Da un bel po', signore.

VLADIMIRO Hai avuto paura della frusta?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Degli urli?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Di quei due signori?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Li conosci?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Sei di queste parti?

RAGAZZO Nossignore.

ESTRAGONE Sono tutte bugie! (Afferra il ragazzo per un braccio e lo scrolla) Dicci la verità!

RAGAZZO (tremando) Ma è la verità, signore!

VLADIMIRO Ma lascialo stare, no? Che ti prende? (Estragone lascia andare il ragazzo, indietreggia, si copre il

volto con le mani. Vladimiro e il ragazzo lo guardano.

Estragone mostra un volto disfatto). Che ti prende?

ESTRAGONE Sono infelice.

VLADIMIRO Ma no! Da quando?

ESTRAGONE Me n'ero dimenticato.

VLADIMIRO Sono scherzi che ci fa la memoria. (Estragone sta per parlare, rinunzia, e zoppicando va a sedersi e comincia a togliersi le scarpe. Al ragazzo) Dunque?

RAGAZZO I1 signor Godot...

VLADIMIRO (interrompendolo) Io ti ho già visto, se non sbaglio.

RAGAZZO Non lo so, signore.

 

VLADIMIRO Non mi conosci?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO Non sei venuto ieri?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO E la prima volta che vieni?

RAGAZZO Sissignore.

Silenzio.

VLADIMIRO Sono cose che si dicono. (Pausa). Su, continua.

RAGAZZO (d'un fiato) Il signor Godot mi ha detto di dir﷓

vi che non verrà questa sera ma di sicuro domani.

VLADIMIRO Tutto qui?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Lavori per il signor Godot, tu?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO E che cosa fai?

RAGAZZO Gli guardo le capre, signore.

VLADIMIRO E buono con te?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Non ti picchia?

RAGAZZO Nossignore, me non mi picchia.

VLADIMIRO E chi è che picchia?

RAGAZZO Picchia mio fratello, signore.

VLADIMIRO Ah! Hai un fratello?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO E che cosa fa?

RAGAZZO Guarda le pecore, signore.

VLADIMIRO E perché non ti picchia, a te?

RAGAZZO Non lo so, signore.

VLADIMIRO Ti deve voler bene.

RAGAZZO Non lo so, signore.

VLADIMIRO Ti dà abbastanza da mangiare? (Il ragazzo esita). Ti fa mangiar bene?

RAGAZZO Abbastanza bene, signore.

VLADIMIRO Non ti senti infelice? (Il ragazzo esita). Mi hai sentito?

RAGAZZO Sissignore.

 

VLADIMIRO E allora?

RAGAZZO Non lo so, signore.

VLADIMIRO Non sai se ti senti infelice o no?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO Nemmeno io. (Pausa). E dov'è che dormi?

RAGAZZO Nel granaio, signore.

VLADIMIRO Con tuo fratello?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Nel fieno?

RAGAZZO Sissignore.

Pausa.

VLADIMIRO BÈ, va' pure.

RAGAZZO Che devo dire al signor Godot, signore?

VLADIMIRO Digli... (Esitando) Digli che ci hai visti. (Pausa). Sei sicuro di averci visti, no?

RAGAZZO Sissignore. (Indietreggia, esita, si volta ed esce di corsa).

La luce comincia a calare rapidamente. In un attimo, si fa notte. La luna si alza sul fondo, sale alta nel cielo, si ferma, inonda la scena d'un chiarore argentato.

VLADIMIRO Mah! (Estragone si alza e va verso Vladimiro con le scarpe in mano. Le posa accanto alla ribalta, si rialza e guarda la luna). Che cosa fai?

ESTRAGONE Quel che fai tu, guardo quel faccione.

VLADIMIRO Volevo dire con quelle scarpe.

ESTRAGONE Le lascio là. (Pausa). Qualcun altro verrà, non meno... non meno... di me, ma con una misura piú piccola. Le mie scarpe lo faranno felice.

VLADIMIRO Ma non puoi mica andare in giro scalzo.

ESTRAGONE Gesú l'ha fatto.

VLADIMIRO Gesú! Cosa vai a tirar fuori! Non vorrai mica paragonarti a lui, per caso?

ESTRAGONE Mi sono paragonato a lui tutta la vita.

VLADIMIRO Ma laggiú dove stava lui faceva caldo! C'era bel tempo!

ESTRAGONE Sí. E si sbrigavano a metterti in croce. Silenzio.

VLADIMIRO Non ci resta piú niente da fare, qui.

ESTRAGONE Né qui né altrove.

VLADIMIRO Su, Gogo, non prendertela cosí. Domani tutto andrà meglio.

ESTRAGONE E come?

VLADIMIRO Non hai sentito cosa ha detto quel ragazzo?

ESTRAGONE No.

VLADIMIRO Ha detto che Godot verrà di sicuro domani. (Pausa). Che te ne pare?

ESTRAGONE Allora, non c'è altro da fare che aspettare qui.

VLADIMIRO Ma sei pazzo? Bisogna mettersi al riparo. (Prende Estragone per un braccio) Vieni! (Lo tira. Estragone cede sulle prime, poi resiste. si fermano).

ESTRAGONE (guardando l'albero) Peccato che non abbiamo un pezzo di corda.

VLADIMIRO Vieni. Comincia a far freddo. (Lo tira ecc.).

ESTRAGONE Ricordami di portare una corda, domani.

VLADIMIRO Sí. Vieni. (Lo tira ecc.).

ESTRAGONE Quanto tempo sarà che stiamo insieme dal mattino alla sera?

VLADIMIRO Non so. Cinquant'anni, forse.

ESTRAGONE Ti ricordi quel giorno che mi sono gettato nella Durance?

VLADIMIRO Facevamo la vendemmia.

ESTRAGONE E tu m'hai ripescato.

VLADIMIRO Sono cose morte e sepolte.

ESTRAGONE I miei vestiti sono asciugati al sole.

VLADIMIRO Non pensarci piú, vieni. (Lo tira ecc.).

ESTRAGONE Aspetta.

VLADIMIRO Ho freddo.

ESTRAGONE Mi domando se non sarebbe stato meglio re-stare soli, ciascuno per conto suo. (Pausa). Non eravamo fatti per seguire la stessa strada.

VLADIMIRO (senza offendersi) Non è sicuro.

ESTRAGONE No, non c'è nie nte di sicuro.

VLADIMIRO Possiamo semp re lasciarci, se credi.

ESTRAGONE Ormai non vale piú la pena. (Silenzio).

VLADIMIRO E vero, ormai non vale piú la pena. (Silenzio).

ESTRAGONE Allora andiamo

VLADIMIRO Andiamo.

Non si muovono.


ATTO SECONDO

Il giorno dopo. Stessa ora. Stesso posto.

Le scarpe di Estragone accanto alla ribalta, tacchi uniti punte divergenti. Cappello di Lucky allo stesso posto. L'albero è coperto di foglie.

Entra Vladimiro, frettoloso. Si ferma e osserva lunga-mente l'albero. Poi, di colpo, si mette a camminare a grandi passi sulla scena in tutte le direzioni. Si ferma di nuovo davanti alle scarpe, si abbassa, ne raccoglie una, la esamina, l'annusa, la rimette delicatamente al suo posto. Ricomincia il suo andirivieni precipitoso. Si ferma vicino alla quinta destra e scruta a lungo in lontananza, con la mano a visiera sugli occhi. Andirivieni. Si ferma accanto alla quinta sinistra, come sopra. Andirivieni. Si ferma di colpo, e giungendo le mani sul petto, rovescia indietro la testa e comincia a cantare a squarciagola.

VLADIMIRO

Un cane andò in...

(Si accorge di aver cominciato troppo basso, s'interrompe, tossisce, riprende piú alto)

Un cane andò in cucina

e si accostò al fornello.

Allora col coltello il cuoco lo sgozzò.

 

Ciò visto gli altri cani scavarono una fossa...

(S'interrompe e dopo un istante di raccoglimento riprende)

Ciò visto gli altri cani scavarono una fossa e sulla terra smossa scrissero con la coda:

Un cane andò in cucina

e si accostò al fornello. Allora col coltello il cuoco lo sgozzò.

Ciò visto gli altri cani scavarono una fossa...

(S'interrompe, come sopra)

Ciò visto gli altri cani scavarono una fossa...

(S'interrompe, come sopra. Piú basso) Scavarono una fossa...

S'interrompe, rimane un momento immobile, poi ricomincia a camminare febbrilmente sulla scena in tutte le direzioni. Si ferma di nuovo davanti all'albero, andirivieni, davanti alla scarpe, andirivieni, corre alla quinta sinistra, guarda lontano, alla quinta destra, guarda lontano. A questo punto, Estragone entra dalla quinta sinistra, a piedi nudi e capo basso, e attraversa lentamente la scena. Vladimiro si volta e lo vede.

VLADIMIRO Sei di nuovo qui! (Estragone si ferma, ma senza alzare la testa. Vladimiro gli va incontro) Vieni che ti abbracci!

 

Vladimiro trattiene il proprio slancio, rattristato. Silenzio.

VLADIMIRO Vuoi che me ne vada? (Pausa). Gogo! (Pausa. Vladimiro lo guarda con attenzione) Ti hanno picchiato? (Pausa). Gogo! (Estragone tace, sempre a testa bassa). Dove hai passato la notte? (Silenzio. Vladimiro si avvicina).

ESTRAGONE Non mi toccare! Non domandarmi niente! Non dirmi niente! Resta con me!

VLADIMIRO Forse che ti ho mai lasciato?

ESTRAGONE Mi hai lasciato andar via.

VLADIMIRO Guardami! (Estragone non si muove. Con voce tonante) Guardami, ti dico!

Estragone alza la testa. Si guardano a lungo, indietreggiando, avanzando, e chinando la testa come davanti a un'opera d'arte, presi da un tremito che li porta sempre piú l'uno verso l'altro. All'improvviso si abbracciano, dandosi manate sulla schiena. Fine dell'abbraccio. Estragone, non piú sorretto dall'altro, per poco non cade.

ESTRAGONE Che giornata!

VLADIMIRO Chi ti ha conciato cosí? Raccontami.

ESTRAGONE Auff! Anche questo giorno è passato.

VLADIMIRO Non ancora.

ESTRAGONE Per me, è terminato, qualunque cosa succeda. (Pausa). Poco fa stavi cantando; ti ho sentito.

VLADIMIRO E vero, me ne ricordo.

ESTRAGONE Mi ha fatto dispiacere. Ho pensato: è rimasto solo, mi crede partito per sempre, eppure canta.

VLADIMIRO All'umore non si comanda. E tutto il giorno

che mi sento in gran forma. (Pausa). Non ho dovuto alzarmi, stanotte; neanche una volta.

ESTRAGONE (con tristezza) Vedi? Perfino a pisciare te la cavi meglio, quando io non ci sono.

VLADIMIRO Sentivo la tua mancanza... e nello stesso tempo, ero contento. Strano, no?

ESTRAGONE (indignato) Contento?

VLADIMIRO (dopo aver riflettuto) Forse non è la parola giusta.

ESTRAGONE E adesso?

VLADIMIRO (dopo una rapida inchiesta) Adesso... (entusiasta) rieccoti qui... (neutro) rieccoci qui... (triste) rieccomi qui.

ESTRAGONE Vedi, va subito peggio quando ci sono anch'io. E anch'io mi sento meglio da solo.

VLADIMIRO (punto sul vivo) Allora che sei venuto a fare qui?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO Ma io lo so, io. Perché tu non sei capace difenderti. Io non ti avrei lasciato picchiare.

ESTRAGONE Non avresti potuto impedirlo.

VLADIMIRO Perché?

ESTRAGONE Erano in dieci.

VLADIMIRO Ma no, voglio dire che ti avrei impedito di metterti in condizione di farti picchiare.

ESTRAGONE Ma se non facevo niente!

VLADIMIRO Perché t'hanno picchiato, allora?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO No, Gogo, senti: ci sono cose che a te sfuggono, e che invece non sfuggono a me. Te ne sarai accorto anche tu.

ESTRAGONE Se ti dico che non facevo niente.

VLADIMIRO Sarà. Ma c'è modo e modo, quando tiene alla pelle. BÈ, non parliamone piú. Sei io ne sono contentissimo.

ESTRAGONE Erano in dieci.

VLADIMIRO Anche tu devi essere contento, in la verità.

VLADIMIRO Anch'io.

ESTRAGONE Anch'io.

VLADIMIRO Siamo contenti.

ESTRAGONE Siamo contenti. (Silenzio). E che facciamo, ora che siamo contenti?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero.

Silenzio.

VLADIMIRO Qualcosa è cambiato qui, da ieri.

ESTRAGONE E se non venisse?

VLADIMIRO (dopo un attimo d'incomprensione) Vedremo il da farsi. (Pausa). Ti dico che qualcosa è cambiato qui, da ieri.

ESTRAGONE Tutto trasuda.

VLADIMIRO Guarda l'albero, per esempio.

ESTRAGONE Non ci si trova mai due volte nello stesso pus.

VLADIMIRO L'albero, ti dico. Guardalo.

ESTRAGONE (guardando l'albero) Ieri non c'era?

VLADIMIRO Ma sí che c'era, non ti ricordi? C'è mancato un pelo che non ci si impiccasse. (Riflettendo) Sí, giusto (sillabando) che-non-ci-si-impiccasse. Ma tu non hai voluto. Non ti ricordi?

ESTRAGONE Te lo sei sognato.

VLADIMIRO Possibile che tu abbia già dimenticato?

ESTRAGONE Sono fatto cosí. O dimentico subito, o non dimentico mai.

VLADIMIRO E Pozzo e Lucky, hai dimenticato anche quelli?

ESTRAGONE Pozzo e Lucky?

VLADIMIRO Ha dimenticato tutto!

ESTRAGONE Mi ricordo di un energumeno che tirava cal-ci. Poi s'è messo a far lo scemo.

VLADIMIRO Era Lucky!

ESTRAGONE Questo me lo ricordo. Ma quando è successo?

VLADIMIRO E l'altro che lo tirava, ti ricordi anche di lui?

ESTRAGONE Mi ha dato degli ossi.

VLADIMIRO Era Pozzo!

ESTRAGONE E dici che è successo ieri, tutto questo?

VLADIMIRO Ma si capisce!

ESTRAGONE In questo stesso posto?

VLADIMIRO Ma certo! Non ti ritrovi?

ESTRAGONE (con ira improvvisa) Ritrovarmi! Dove vuoi che mi ritrovi? Ho trascinato la mia sporca vita attraverso il deserto! E tu vorresti che ci vedessi delle sfumature! (Sguardo circolare) Guarda questo schifo! Non ne sono mai uscito!

VLADIMIRO Calma, calma.

ESTRAGONE Allora non venire a rompermi le scatole coi tuoi paesaggi! Parlami del sottosuolo!

VLADIMIRO Eppure, non vorrai mica dirmi che questa roba (gesto) somiglia al Vaucluse! Ammetterai che c'è una bella differenza.

ESTRAGONE Il Vaucluse! E chi parla del Vaucluse?

VLADIMIRO Ma ci sei pur stato, nel Vaucluse?

ESTRAGONE Ma no, non sono mai stato nel Vaucluse!

Questa diarrea di esistenza, me la sono scolata tutta

qui, ti dico! Qui, nel Merdecluse!

VLADIMIRO E io ti ripeto che noi due siamo stati insieme nel Vaucluse, ci metterei la mano sul fuoco. Abbiamo vendemmiato, perfino, da un certo Bonnelly, a Roussillon.

ESTRAGONE (piú calmo) Sarà. Io non ho notato niente.

VLADIMIRO Ma laggiú tutto è rosso!

ESTRAGONE (stufo) Non ho notato niente, ti dico!

Silenzio. Vladimiro sospira profondamente.

VLADIMIRO È difficile vivere con te, Gogo.

ESTRAGONE Sarebbe meglio lasciarci.

VLADIMIRO Dici sempre cosí. E ogni volta ritorni.

Silenzio.

 

ESTRAGONE A voler fare le cose per bene, bisognerebbe ammazzarmi, come quell'altro.

VLADIMIRO Che altro? (Pausa). Che altro?

ESTRAGONE Come milioni di altri.

VLADIMIRO (sentenzioso) A ciascuno la sua piccola croce. (Sospira) Durante il piccolo oggi e il breve domani.

ESTRAGONE E mentre aspettiamo, cerchiamo di conversare senza montarci la testa, visto che siamo incapaci di star zitti.

VLADIMIRO E vero, siamo inesauribili.

ESTRAGONE Lo facciamo per non pensare.

VLADIMIRO Abbiamo delle attenuanti.

ESTRAGONE LO facciamo per non sentire.

VLADIMIRO Abbiamo le nostre ragioni.

ESTRAGONE Tutte le voci morte.

VLADIMIRO Che fanno un rumore d'ali.

ESTRAGONE Di foglie.

VLADIMIRO Di sabbia.

ESTRAGONE Di foglie.

Silenzio.

VLADIMIRO Parlano tutte nello stesso tempo.

ESTRAGONE Ciascuna per conto proprio.

Silenzio.

VLADIMIRO Direi piuttosto che bisbigliano.

ESTRAGONE Che mormorano.

VLADIMIRO Che sussurrano.

ESTRAGONE Che mormorano.

Silenzio.

VLADIMIRO Che cosa dicono?

ESTRAGONE Parlano della loro vita.

VLADIMIRO Non si accontentano di aver vissuto.

ESTRAGONE Bisogna anche che ne parlino.

VLADIMIRO Non si accontentano di esser morte.

ESTRAGONE Non basta.

Silenzio.

VLADIMIRO Fanno un rumore come di piume.

ESTRAGONE Di foglie.

VLADIMIRO Di ceneri.

ESTRAGONE Di foglie.

Lungo silenzio.

VLADIMIRO Di' qualcosa!

ESTRAGONE Sto cercando.

Lungo silenzio.

VLADIMIRO (angosciato) Di' qualsiasi cosa!

ESTRAGONE Che facciamo adesso?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero.

Silenzio.

VLADIMIRO Com'è difficile!

ESTRAGONE Prova un po' a cantare.

VLADIMIRO No, no. (Cercando) Non c'è da far altro che ricominciare.

ESTRAGONE Giusto, la cosa non mi sembra poi tanto difficile.

VLADIMIRO È solo la partenza che è difficile.

ESTRAGONE Possiamo partire da qualsiasi cosa.

VLADIMIRO Sí, ma bisogna decidersi.

ESTRAGONE Giusto.

Silenzio.

VLADIMIRO Aiutami!

ESTRAGONE Sto cercando.

 

Silenzio.

VLADIMIRO Quando si cerca, si sente.

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO E cosí non si riesce a trovare.

ESTRAGONE L'hai detto.

VLADIMIRO Non si riesce a pensare.

ESTRAGONE Si pensa lo stesso.

VLADIMIRO Ma no, è impossibile.

ESTRAGONE Ecco, contraddiciamoci.

VLADIMIRO Non è possibile.

ESTRAGONE Ti pare?

VLADIMIRO Non si corre piú il rischio di pensare.

ESTRAGONE E allora di che ci lamentiamo?

VLADIMIRO Ci sono cose peggiori che pensare.

STRAGONE Verissimo. Ma è pur sempre qualcosa.

VLADIMIRO Come sarebbe a dire, è pur sempre qualcosa?

ESTRAGONE Ecco, facciamoci delle domande.

VLADIMIRO Che cosa vuoi dire: è pur sempre qualcosa?

ESTRAGONE È pur sempre qualcosa di meno.

VLADIMIRO Chiaro.

ESTRAGONE Allora? Se ci considerassimo felici?

VLADIMIRO Il guaio è di aver pensato.

ESTRAGONE Ma ci è mai capitato di pensare veramente?

VLADIMIRO Di dove vengono tutti questi cadaveri?

ESTRAGONE Queste ossa.

VLADIMIRO Ecco.

ESTRAGONE Chiaro.

VLADIMIRO Un pochino dobbiamo aver pensato.

ESTRAGONE Proprio all'inizio.

VLADIMIRO Un carnaio, un vero carnaio.

ESTRAGONE Basta non guardarlo.

VLADIMIRO Attira l'occhio.

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO A nostro dispetto.

ESTRAGONE Come?

VLADIMIRO A nostro dispetto.

ESTRAGONE Bisognerebbe volgersi risolutamente verso la natura.

VLADIMIRO Abbiamo tentato.

ESTRAGONE E vero.

VLADIMIRO Oh, c'è di peggio, naturalmente.

ESTRAGONE Peggio di che?

VLADIMIRO Di aver pensato.

ESTRAGONE Chiaro.

VLADIMIRO Però ne avremmo fatto volentieri a meno.

ESTRAGONE Che vuoi farci?

VLADIMIRO LO SO, 10 SO.

Silenzio.

ESTRAGONE Non era poi tanto male, come piccolo trotto.

VLADIMIRO Sí, ma adesso bisognerà trovare qualcos'altro.

ESTRAGONE Vediamo.

VLADIMIRO Vediamo.

ESTRAGONE Vediamo.

Cominciano a riflettere.

VLADIMIRO Che stavo dicendo? Si potrebbe ricominciare di là.

ESTRAGONE Di là dove?

VLADIMIRO Eravamo all'inizio.

ESTRAGONE All'inizio di che?

VLADIMIRO Questa sera. Io dicevo... io dicevo...

ESTRAGONE Eh no, senti, adesso mi chiedi troppo.

VLADIMIRO Aspetta... ci siamo abbracciati... eravamo contenti... contenti... che facciamo, adesso che siamo contenti... si aspetta... vediamo... ci sono quasi... si aspetta... adesso che siamo contenti... si aspetta... vediamo... ah! L'albero!

ESTRAGONE L'albero?

VLADIMIRO Non ti ricordi?

ESTRAGONE Sono stanco.

VLADIMIRO Guardalo.

ESTRAGONE (guardando l'albero) Non ha niente di speciale.

VLADIMIRO Ma ieri sera era tutto nero e scheletrito! Oggi è coperto di foglie.

ESTRAGONE Di foglie?

VLADIMIRO In una sola notte!

ESTRAGONE Dev'essere arrivata la primavera.

VLADIMIRO Ma in una sola notte!

ESTRAGONE Ti dico che ieri sera non eravamo qui. Te lo sei sognato.

VLADIMIRO E dove eravamo ieri sera, secondo te?

ESTRAGONE Non lo so. Da un'altra parte. In un altro scompartimento. Non è il vuoto che manca.

VLADIMIRO (sicuro del fatto suo) Va bene. Ieri non eravamo qui. Ora dimmi cos'abbiamo fatto ieri sera.

ESTRAGONE Cos'abbiamo fatto?

VLADIMIRO Cerca di ricordarti.

ESTRAGONE BÈ... Dobbiamo aver chiacchierato.

VLADIMIRO (dominandosi) A proposito di che?

ESTRAGONE Oh... di tutt'un po' forse, di questo e quest'altro. (Con sicurezza) Ecco, adesso ricordo, ieri sera

abbiamo chiacchierato di questo e quest'altro. Sarà mezzo secolo che non facciamo altro.

VLADIMIRO Non ti ricordi nessun fatto, nessuna circo-stanza?

ESTRAGONE (stanco) Non tormentarmi, Didi.

VLADIMIRO Il sole? La luna? Non ricordi niente?

ESTRAGONE Ci saranno stati, come al solito.

VLADIMIRO Non hai notato niente di insolito?

ESTRAGONE Ahimè!

VLADIMIRO E Pozzo? E Lucky?

ESTRAGONE POZZO?

VLADIMIRO Gli ossi.

ESTRAGONE Sembravano lische.

VLADIMIRO E Pozzo che te li ha dati.

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO E la pedata?

ESTRAGONE La pedata? E vero, mi sono preso dei calci.

VLADIMIRO E Lucky che te li ha dati.

ESTRAGONE È successo ieri, tutto questo?

VLADIMIRO Fammi vedere la gamba.

ESTRAGONE Quale?

VLADIMIRO Tutt'e due. (Tira su i pantaloni. Estragone, ritto su un piede solo, tende la gamba verso Vladimiro, e per poco non cade. Vladimiro prende la gamba. Estragone barcolla). Tira su i pantaloni.

ESTRAGONE (barcollando) Non posso.

Vladimiro alza il pantalone, guarda la gamba, la lascia andare. Per poco Estragone non cade.

VLADIMIRO L'altra. (Estragone gli dà la stessa gamba). L'altra, ti dico! (Ripete la manovra con l'altra gamba) Vedi la piaga che si sta infettando?

ESTRAGONE E con questo?

VLADIMIRO Dove hai messo le scarpe?

ESTRAGONE Le avrò gettate via.

VLADIMIRO Quando?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO Perché?

ESTRAGONE Non mi ricordo.

VLADIMIRO No, voglio dire perché le hai gettate via?

ESTRAGONE Mi facevano male.

VLADIMIRO (indicandogli le scarpe) Guardale là. (Estragone guarda le scarpe). Nel posto preciso dove le hai posate ieri sera.

ESTRAGONE (Si avvicina alle scarpe, si china, le scruta da vicino) Non sono le mie.

VLADIMIRO Non sono le tue!

ESTRAGONE Le mie erano nere. Queste sono gialle.

VLADIMIRO Sei sicuro che le tue erano nere?

ESTRAGONE Insomma, erano grige.

VLADIMIRO E queste sono gialle? Fa' vedere.

ESTRAGONE (alzando una scarpa) BÈ, sono verdastre.

VLADIMIRO (avvicinandosi) Fa' vedere. (Estragone gli dà

la scarpa. Vladimiro la guarda, la getta via con rabbia) Questa poi!

ESTRAGONE Vedi, queste sono tutte...

VLADIMIRO Comincio a capire. Sí, ho capito cosa è successo.

ESTRAGONE Queste sono tutte...

VLADIMIRO È semplice come l'ABC. E passato qualcuno che ha preso le tue e t'ha lasciato le sue.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Le sue non gli andavano bene. E cosí ha preso le tue.

ESTRAGONE Ma le mie erano troppo strette.

VLADIMIRO Per te. Per lui no.

ESTRAGONE Sono stanco. (Pausa). Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). Allora come si fa?

VLADIMIRO Non c'è nulla da fare.

ESTRAGONE Ma io non ne posso piú.

VLADIMIRO Vuoi un ravanello?

ESTRAGONE Non c'è altro?

VLADIMIRO Ci sono ravanelli e rape.

ESTRAGONE Piú niente carote?

VLADIMIRO No. E poi non esagerare, con le carote.

ESTRAGONE Allora dammi un ravanello. (Vladimiro si

fruga in tasca, non trova altro che rape, estrae finalmente un ravanello, e lo dà a Estragone, che lo esa﷓

mina, lo annusa) E nero!

VLADIMIRO E un ravanello.

ESTRAGONE Sai bene che mi piacciono solo quelli rosa!

VLADIMIRO Allora non lo vuoi?

ESTRAGONE Mi piacciono solo quelli rosa!

VLADIMIRO Allora restituiscimelo.

ESTRAGONE (restituendoglielo) Vado a cercare una carota. (Non si muove).

VLADIMIRO Tutto questo comincia a non aver piú senso.

ESTRAGONE Ne ha ancora troppo.

Silenzio.

VLADIMIRO E se le provassi?

ESTRAGONE Ero su un...

VLADIMIRO No, no, non dir niente. Vieni, camminiamo un po'.

Prende Estragone per un braccio e lo fa camminare in lungo e in largo, finché Estragone si rifiuta di continuare.

ESTRAGONE Basta! Sono stanco.

VLADIMIRO Preferisci startene lí a far niente?

ESTRAGONE Sí

VLADIMIRO Come vuoi. (Lascia andare Estragone, raccoglie la sua giacca e se la rimette).

ESTRAGONE Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero. (Vladimiro ricomincia il suo andirivieni). Non puoi stare un po' fermo?

VLADIMIRO Ho freddo.

ESTRAGONE Siamo venuti troppo presto.

VLADIMIRO È sempre al cader della notte.

ESTRAGONE Ma la notte non cade.

VLADIMIRO Cadrà tutto a un tratto, come ieri.

ESTRAGONE E poi sarà notte.

VLADIMIRO E noi potremo andarcene.

ESTRAGONE E poi sarà di nuovo giorno. (Pausa). Che fare, che fare?

VLADIMIRO (fermandosi con violenza) Ma quando la pianti di lamentarti? Lo sai che cominci a rompermi le scatole coi tuoi piagnistei?

ESTRAGONE Me ne vado.

VLADIMIRO (scorgendo il cappello di Lucky) To'!

ESTRAGONE Addio.

VLADIMIRO Il cappello di Lucky! (Avvicinandosi) È un'ora buona che sono qui, e ancora non l'avevo visto! (Molto soddisfatto) Benissimo!

ESTRAGONE Non mi vedrai mai piú.

VLADIMIRO Allora il posto è proprio questo, non mi so-no sbagliato. Possiamo star tranquilli. (Raccoglie il cappello di Lucky, lo scruta, lo raddrizza) Doveva essere un bel cappello, una volta. (Se lo mette in testa al posto del proprio che porge a Estragone) Tieni.

ESTRAGONE Cosa?

VLADIMIRO Tieni questo.

Estragone prende il cappello di Vladimiro. Vladimiro si aggiusta con le due mani il cappello di Lucky. Estragone mette il cappello di Vladimiro al posto del proprio, che porge a Vladimiro. Vladimiro prende il cappello di Estragone. Estragone si aggiusta con le due mani il cappello di' Vladimiro. Vladimiro mette il cappello di Estragone al posto di quello di Lucky, che porge a Estragone. Estragone prende il cappello di Lucky. Vladimiro si aggiusta con le due mani il cappello di Estragone. Estragone mette il cappello di Lucky al posto di quello di Vladimiro, che porge a Vladimiro. Vladimiro prende il suo cappello. Estragone si aggiusta con le due mani il cappello di Lucky. Vladimiro mette il proprio cappello al posto di quello di Estragone, che porge a Estragone. Estragone prende il proprio cappello. Vladimiro si aggiusta con le due mani il proprio cappello. Estragone mette il proprio cappello al posto di quello di Lucky, che porge a Vladimiro. Vladimiro prende il cappello di Lucky. Estragone si aggiusta il proprio cappello con le due mani. Vladimiro mette il cappello di Lucky, al posto del proprio che porge a Estragone. Estragone prende il cappello di Vladimiro. Vladimiro si aggiusta con le due mani il cappello di Lucky. Estragone porge il cappello di Vladimiro a Vladimiro che lo prende e lo porge a Estragone, che lo prende e lo porge a Vladimiro, che lo prende e lo getta via. Tutti i movimenti sono rapidissimi.

VLADIMIRO Come sto?

ESTRAGONE Non so.

VLADIMIRO Voglio dire, come mi trovi? (Con gesti civettuoli volta il capo a destra e a sinistra, prende degli atteggiamenti da indossatrice).

ESTRAGONE Orrendo.

VLADIMIRO Ma non piú del solito?

ESTRAGONE Tale e quale.

VLADIMIRO Allora posso tenerlo. Il mio mi faceva male. (Pausa). Come dire? (Pausa). Mi prudeva.

ESTRAGONE Me ne vado.

VLADIMIRO Non vuoi giocare?

ESTRAGONE Giocare a cosa?

VLADIMIRO Si potrebbe giocare a Pozzo e Lucky.

ESTRAGONE Mai saputo.

VLADIMIRO IO farò Lucky, e tu farai Pozzo. (Assume

l'atteggiamento di Lucky, chino sotto il peso del bagaglio. Estragone lo guarda stupefatto). Forza.

ESTRAGONE Cosa devo fare?

VLADIMIRO Insultami!

ESTRAGONE Schifoso!

VLADIMIRO Piú forte!

ESTRAGONE Stronzo! Carogna!

Vladimiro avanza, indietreggia, sempre piegato in due.

VLADIMIRO Dimmi di pensare.

ESTRAGONE Come?

VLADIMIRO Di': pensa, maiale!

ESTRAGONE Pensa, maiale!

Silenzio.

VLADIMIRO Non ci riesco.

ESTRAGONE Basta!

VLADIMIRO Dimmi di ballare.

ESTRAGONE Io me ne vado.

VLADIMIRO Balla, porco! (Si contorce su se stesso. Estragone esce a precipizio). Non ci riesco! (Alza la testa, vede che Estragone è uscito, caccia un urlo lacerante) Gogo! (Silenzio. Cammina su e giú per la scena quasi correndo. Estragone rientra a precipizio, ansante, corre

verso Vladimiro. Si fermano a qualche passo l'uno dal-l'altro). Rieccoti qua, finalmente!

ESTRAGONE (ansando) Sono maledetto!

VLADIMIRO Dove sei stato? Credevo che fossi partito per sempre.

ESTRAGONE Fino al limite del pendio. Stanno venendo.

VLADIMIRO Chi?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO Quanti sono?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO (trionfante) E Godot! Finalmente! (Abbraccia Estragone con effusione) Gogo! E Godot! Siamo salvi! Andiamogli incontro! Vieni! (Trascina Estragone verso le quinte. Estragone resiste, si libera, esce correndo dalla parte opposta). Gogo! Torna indietro! (Silenzio. Vladimiro corre alla quinta di dove Estragone è appena tornato, guarda in lontananza. Estragone rientra a precipizio, corre verso Vladimiro che si volta) Rieccoti qua un'altra volta!

ESTRAGONE Sono dannato!

VLADIMIRO Sei andato lontano?

ESTRAGONE Fino al limite del pendio.

VLADIMIRO Già, siamo su un altopiano. Basta guardarsi intorno.

ESTRAGONE Vengono anche da quella parte.

VLADIMIRO Siamo circondati! (Terrorizzato, Estragone si precipita verso il fondale, v'inciampa, cade). Cretino! Non c'è via d'uscita di là. (Vladimiro l'aiuta a rialzarsi, lo trascina verso la ribalta. Gesto in direzione del pubblico) Di là non c'è nessuno. Scappa da quella parte. Su, presto. (Lo spinge verso la platea. Estragone indietreggia, spaventato). Non ti va? BÈ, si può anche capirlo. Vediamo un po'. (Comincia a riflettere) Non ti resta che scomparire.

ESTRAGONE Dove?

VLADIMIRO Dietro l'albero. (Estragone esita). Presto! Dietro l'albero! (Estragone corre dietro l'albero che lo nasconde molto sommariamente). Non ti muovere! (Estragone esce da dietro l'albero). Bisogna dire che quest'albero non ci sarà servito a niente. (A Estragone)

Ma sei pazzo?    

ESTRAGONE (piú' calmo) Ho perso la testa. (China il capo vergognoso)

 Scusami! (Rialza fieramente la testa) È passato! Adesso ti farò vedere. Dimmi che cosa bisogna fare.

VLADIMIRO Non c'è niente da fare

ESTRAGONE Tu vatti a piazzare là (Trascina Vladimiro verso la quinta sinistra, lo dispone con la faccia rivolta verso la strada, le spalle alla scena) Ecco, non ti muove-re e tieni gli occhi aperti. (Corre verso la quinta opposta. Vladimiro lo guarda con la coda dell'occhio. Estragone si ferma, scruta in lontananza, si volta. I due si guardano con la coda dell'occhio) Schiena contro schiena, come ai bei tempi! (Sí guardano ancora per qualche istante, poi ciascuno riprende la vigilanza. Lungo silenzio). Non vedi venire nessuno?

VLADIMIRO (voltandosi) Come?

ESTRAGONE (piú.! forte) Non vedi venire nessuno?

VLADIMIRO No.

ESTRAGONE Neanch'io.

Riprendono a vigilare. Lungo silenzi°.

VLADIMIRO Devi esserti sbagliato,

ESTRAGONE (voltandosi) Come?

VLADIMIRO (piú; forte) Devi esserti sbagliato.

ESTRAGONE E non gridare!

Riprendono a vigilare. Lungo silenzio.

VLADIMIRO ed ESTRAGONE (voltandosi simultaneamente) Non...

VLADIMIRO Oh, scusa!

ESTRAGONE Prego, prego.

VLADIMIRO Di' pure tu!

ESTRAGONE Per carità!

VLADIMIRO Ti ho interrotto.

ESTRAGONE Anzi.

 

Si guardano irosamente.

VLADIMIRO Su, non facciamo complimenti.

ESTRAGONE Ma scusa, perché vuoi fare il testardo?

VLADIMIRO (con violenza) Finisci la frase, ti dico.

ESTRAGONE (stesso tono) Finisci la tua.

Silenzio. Si dirigono uno verso l'altro, si fermano.

VLADIMIRO Vigliacco!

ESTRAGONE Buon'idea, insultiamoci. (Scambio di ingiurie. Silenzio). E adesso facciamo la pace.

VLADIMIRO Gogo!

ESTRAGONE Didi!

VLADIMIRO Qua la mano!

ESTRAGONE Eccola!

VLADIMIRO Vieni fra le mie braccia!

ESTRAGONE Le tue braccia?

VLADIMIRO (aprendo le braccia) Qua, sul mio petto!

ESTRAGONE E va bene.

Si abbracciano. Silenzio.

VLADIMIRO Come passa presto il tempo, quando ci si diverte! (Silenzio).

ESTRAGONE E adesso che facciamo?

VLADIMIRO Mentre s'aspetta.

ESTRAGONE Mentre s'aspetta.

Silenzio.

VLADIMIRO Se facessimo i nostri esercizi?

ESTRAGONE I nostri movimenti.

VLADIMIRO Di ammorbidimento.

ESTRAGONE Di rilassamento.

VLADIMIRO Di circonduzione.

ESTRAGONE Di rilassamento.

VLADIMIRO Tanto per scaldarci.

 ESTRAGONE Tanto per calmarci.

VLADIMIRO Forza.

Comincia a saltare. Estragone lo imita.

ESTRAGONE (fermandosi) Basta. Sono stanco.

VLADIMIRO (fermandosi) Non siamo in forma. Ma facciamo lo stesso un po' di respirazione.

ESTRAGONE Non voglio piú respirare.

VLADIMIRO Hai ragione. (Pausa). Facciamo almeno l'albero, per l'equilibrio.

ESTRAGONE L'albero?

VLADIMIRO (fa l'albero barcollando. Smettendo) A te, ora.

ESTRAGONE (fa l'albero barcollando) Dio mi vede, secondo te?

VLADIMIRO Bisogna chiudere gli occhi.

ESTRAGONE (chiude giú occhi, barcollando sempre di piú. Smettendo, coi pugni levati, a squarciagola) Dio, abbi pietà di me!

VLADIMIRO (offeso) E di me no?

ESTRAGONE (come sopra) Di me! Di me! Di me! Pietà! Di me!

Entrano Pozzo e Lucky. Pozzo è diventato cieco. Lucky è carico come al primo atto. C'è la corda, come al primo atto, ma molto piú corta, per permettere a Pozzo di seguire con maggiore comodità. Lucky ha in testa un cappello nuovo. Vedendo Vladimiro ed Estragone, si ferma. Pozzo, continuando a camminare, va a sbattere contro di lui. Vladimiro ed Estragone indietreggiano.

Pozzo (aggrappandosi a Lucky, che sotto questo nuovo peso, barcolla) Che c'è? Chi ha gridato?

Lucky cade lasciando andare tutto, e trascina Pozzo a terra. I due rimangono distesi, immobili in mezzo ai bagagli.

 

ESTRAGONE E Godot?

VLADIMIRO Arrivano a tempo. (Si avvicina al mucchio seguito da Estragone) Finalmente dei rinforzi!

POZZO (voce bianca) Aiuto.

ESTRAGONE E Godot?

VLADIMIRO Cominciavamo a mollare. Cosí, la fine della serata è assicurata.

POZZO Aiuto!

ESTRAGONE Chiede aiuto.

VLADIMIRO Non siamo piú soli ad aspettare la notte, ad aspettare Godot, ad aspettare... ad aspettare. Per tutta la serata abbiamo lottato senza aiuto. Ora è finito. Siamo già a domani.

ESTRAGONE Ma sono soltanto di passaggio.

POZZO Aiuto!

VLADIMIRO Già si sente che il tempo scorre in tutt'altro modo. Il sole tramonterà, la luna si alzerà, e noi ce ne andremo... di qui.

ESTRAGONE Ma non si fermeranno neanche.

VLADIMIRO A noi basta.

POZZO Pietà!

VLADIMIRO Povero Pozzo!

ESTRAGONE Lo sapevo che era lui.

VLADIMIRO Chi?

ESTRAGONE Godot.

VLADIMIRO Ma non è mica Godot.

ESTRAGONE Non è Godot?

VLADIMIRO Non è Godot.

ESTRAGONE E allora, chi è?

VLADIMIRO E Pozzo.

Pozzo Sono io! Sono io! Tiratemi su!

VLADIMIRO Non riesce a tirarsi su.

ESTRAGONE Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

LADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero.

VLADIMIRO Può darsi che abbia ancora degli ossi per te.

ESTRAGONE Degli ossi?

VLADIMIRO Di pollo. Non ti ricordi?

ESTRAGONE Era lui?

VLADIMIRO Sí.

ESTRAGONE Domandagli.

VLADIMIRO E se prima gli dessimo una mano?

ESTRAGONE A che scopo?

VLADIMIRO A tirarsi su.

ESTRAGONE Non può tirarsi su?

VLADIMIRO Vuole tirarsi su.

ESTRAGONE E lascia che si tiri su.

VLADIMIRO Ma non può.

ESTRAGONE Che cos'ha?

VLADIMIRO Non lo so.

Pozzo si contorce, geme, picchia coi pugni per terra.

ESTRAGONE Se gli chiedessimo per prima cosa gli ossi? E poi, se dice di no, lo lasciamo dov'è.

VLADIMIRO Vorresti dire che è nelle nostre mani?

ESTRAGONE Si.

VLADIMIRO E che dobbiamo mettere delle condizioni ai nostri servigi?

ESTRAGONE Si.

VLADIMIRO Mi sembra un'idea intelligente. Ma c'è una cosa che mi fa paura.

ESTRAGONE Che cosa?

VLADIMIRO Che Lucky ci voli addosso all'improvviso. Allora siamo fregati.

ESTRAGONE Lucky?

VLADIMIRO E stato lui ad attaccarti, ieri.

ESTRAGONE Ti dico che erano in dieci.

VLADIMIRO Ma no, prima, quello che ti ha dato dei calci.

ESTRAGONE C'è anche lui?

VLADIMIRO Guarda là. (Gesto) Per il momento è inerte.

Ma è capace di saltar su da un momento all'altro.

ESTRAGONE Perché non gli diamo una buona lezione noi due insieme?

VLADIMIRO Vuoi dire se gli saltassimo addosso mentre dorme?

ESTRAGONE Si.

VLADIMIRO Buona idea. Ma ne saremo poi capaci? E davvero addormentato? (Pausa). No, no, piuttosto bisognerebbe approfittare del fatto che Pozzo chiede aiuto per aiutarlo, puntando sulla sua gratitudine.

ESTRAGONE Ma non chiede piú niente.

VLADIMIRO Perché ha perso ogni speranza.

ESTRAGONE Sarà. Ma...

VLADIMIRO Non perdiamo tempo in chiacchiere inutili. (Pausa. Energico) Facciamo qualcosa mentre l'occasione si presenta! Non succede tutti i giorni che qualcuno abbia bisogno di noi. A dire il vero, non è che abbia bisogno precisamente di noi. Chiunque altro andrebbe bene, per lui, se non meglio. L'invocazione che abbiamo sentita è rivolta piuttosto all'intera umanità. Ma qui, in questo momento, l'umanità siamo noi, ci piaccia o non ci piaccia. Approfittiamone, prima che sia troppo tardi. Rappresentiamo degnamente una volta tanto quella sporca razza in cui ci ha cacciati la sfortuna. Che ne dici?

ESTRAGONE Non ho sentito.

VLADIMIRO E pur vero d'altra parte che, soppesando a braccia incrociate il pro e il contro, facciamo ugualmente onore alla nostra condizione. La tigre si precipita in aiuto dei suoi congeneri, senza la minima riflessione. Oppure scappa nel folto della foresta. Ma non è questo il punto. Che stiamo a fare qui, ecco ciò che dobbiamo chiederci: Abbiamo la fortuna di saperlo. Sí, in questa immensa confusione una cosa sola è chiara. Noi aspettiamo che venga Godot.

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO O che cada la notte. (Pausa). Siamo venuti all'appuntamento, punto e basta. Non siamo dei santi, ma siamo venuti all'appuntamento. Quanti uomini potrebbero dire lo stesso?

ESTRAGONE Delle masse.

VLADIMIRO Credi?

ESTRAGONE Non lo so.

VLADIMIRO Può darsi.

POZZO Aiuto!

VLADIMIRO Una cosa è certa, però: il tempo è lungo, in queste condizioni, e ci spinge a popolarlo di movimenti, che, come dire, che possono a prima vista sembrare ragionevoli, ma ai quali noi siamo abituati. Tu mi dirai che è per impedire alla nostra ragione di colare a picco. D'accordo. Ma non sta forse già vagolando nella notte assoluta dei grandi abissi, è questo che mi chiedo talvolta. Mi segui?

ESTRAGONE Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.

Pozzo Aiuto, vi darò del denaro!

ESTRAGONE Quanto?

Pozzo Cento franchi.

ESTRAGONE Non basta.

VLADIMIRO Io non arrivo a tanto.

ESTRAGONE Ti sembra che basti, a te?

VLADIMIRO No, voglio dire che non arrivo ad affermare che non avevo la testa a posto venendo al mondo. Ma questo non è il punto.

POZZO Duecento.

VLADIMIRO Noi aspettiamo. Ci annoiamo. (Alza una ma-no) No, non protestare, ci annoiamo a morte, inutile negarlo. Bene. Si presenta una diversione, e noi che facciamo? La lasciamo marcire. Avanti, al lavoro. (Si avvicina a Pozzo, si ferma) Tra un istante, tutto svanirà e saremo di nuovo soli nel cuore delle solitudini. (Si distrae).

POZZO Duecento!

VLADIMIRO Veniamo.

Cerca di rialzare Pozzo, non ci riesce, riprende gli sforzi, inciampa nei bagagli, cade, cerca di rialzarsi, non ci riesce.

ESTRAGONE Ma cos'avete, tutti quanti?

VLADIMIRO Aiuto!

ESTRAGONE Io me ne vado.

VLADIMIRO Non abbandonarmi! Mi uccideranno! pozzo Dove sono?

VLADIMIRO Gogo!

pozzo Accorr'uomo!

VLADIMIRO Aiutami!

ESTRAGONE Io me ne vado.

VLADIMIRO Dammi prima una mano. Poi ce ne andremo insieme.

ESTRAGONE Me lo prometti?

VLADIMIRO Te lo giuro!

ESTRAGONE E non torneremo mai?

VLADIMIRO Mai!

ESTRAGONE Andremo nell'Ariège?

VLADIMIRO Tutto dove vuoi!

pozzo Trecento! Quattrocento!

ESTRAGONE Ho sempre sognato di fare un giretto da quelle parti.

VLADIMIRO Lo farai, il tuo giretto.

ESTRAGONE Chi ha scorreggiato?

VLADIMIRO È stato Pozzo.

pozzo Sono stato io! Sono stato io! Pietà!

ESTRAGONE Che schifo!

VLADIMIRO Presto! Presto! Dammi la mano!

ESTRAGONE IO me ne vado. (Pausa. Piú forte) Me ne vado.

VLADIMIRO In fin dei conti, sarò pur capace di alzarmi da solo. (Cerca di alzarsi, ricade) Prima o poi.

ESTRAGONE Che cos'hai?

VLADIMIRO Levati di torno.

ESTRAGONE Resti qui?

VLADIMIRO Per il momento.

ESTRAGONE Coraggio, alzati, prenderai freddo.

VLADIMIRO Non occuparti di me.

ESTRAGONE Via, Didi, non fare il testardo. (Tende la mano a Vladimiro, che si affretta ad afferrarla) Su, in piedi!

VLADIMIRO Tira!

Estragone tira, inciampa, cade. Lungo silenzio.

 

POZZO Aiuto!

VLADIMIRO Siamo qui.

Pozzo Chi siete?

VLADIMIRO Siamo uomini.

Silenzio.

ESTRAGONE Come si sta bene per terra!

VLADIMIRO Ce la fai ad alzarti?

ESTRAGONE Non so.

VLADIMIRO Prova.

ESTRAGONE Dopo, dopo.

Silenzio.

Pozzo Cos'è successo?

VLADIMIRO (violento) Ma vuoi star zitto una buona volta, tu! Che razza d'impiastro! Pensa solo a se stesso! ESTRAGONE Se provassimo a dormire?

VLADIMIRO L'hai sentito? Vuol sapere cos'è successo!

ESTRAGONE Lascialo perdere. Dormi.

Silenzio.

Pozzo Pietà! Pietà!

ESTRAGONE (sobbalzando) Cosa? Che succede?

VLADIMIRO Stavi dormendo?

ESTRAGONE Credo di sí.

VLADIMIRO E di nuovo quel porco di Pozzo.

ESTRAGONE Digli che la pianti! Rompigli la faccia!

VLADIMIRO (prendendo a pugni Pozzo) La pianti? Vuoi

star zitto? Carogna! (Pozzo si libera, gettando grida di dolore, e si allontana strisciando. Di tanto in tanto si ferma, falcia l'aria con gesti da cieco, invocando Lucky. Vladimiro, appoggiato al gomito, lo segue con gli occhi) E scappato! (Pozzo crolla. Silenzio). E caduto!

ESTRAGONE Era riuscito ad alzarsi?

VLADIMIRO No.

ESTRAGONE Eppure hai detto che è caduto.

VLADIMIRO S'era messo in ginocchio. (Pausa). Forse abbiamo esagerato.

ESTRAGONE Non ci càpita mica tutti i giorni, a noi.

VLADIMIRO Ha implorato il nostro aiuto. Siamo rimasti sordi. Ha insistito, e noi l'abbiamo picchiato.

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO Non si muove piú. Forse è morto.

ESTRAGONE E perché volevamo aiutarlo che ci troviamo in questo ginepraio.

VLADIMIRO È vero.

ESTRAGONE Non l'hai mica picchiato troppo forte?

VLADIMIRO Solo qualche pugno ben dato.

ESTRAGONE Non dovevi farlo.

VLADIMIRO L'hai voluto tu.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). E adesso che facciamo?

VLADIMIRO Se potessi strisciare fino a lui.

ESTRAGONE Non abbandonarmi!

VLADIMIRO Se provassi a chiamarlo?

ESTRAGONE Buona idea, chiamalo.

VLADIMIRO POZZO! (Pausa). Pozzo! (Pausa). Non risponde piú.

ESTRAGONE Insieme!

VLADIMIRO ed ESTRAGONE POZZO! POZZO!

VLADIMIRO Si è MOSSO.

ESTRAGONE Sei sicuro che si chiama Pozzo?

VLADIMIRO (angosciato) Signor Pozzo! Torna qui! Non ti faremo del male!

Silenzio.

ESTRAGONE Vogliamo provare con degli altri nomi?

VLADIMIRO Ho paura che sia seriamente ferito.

ESTRAGONE Sarebbe divertente.

VLADIMIRO Cos'è che sarebbe divertente?

ESTRAGONE Provare con altri nomi, uno dopo l'altro. Farebbe passare il tempo. Prima o poi dovremo pur cascare su quello buono.

VLADIMIRO Ti dico che si chiama Pozzo.

POZZO Aiuto!

VLADIMIRO Siamo qui. Pozzo Chi siete?

VLADIMIRO Siamo uomini.

Silenzio.

ESTRAGONE Come si sta bene per terra!

VLADIMIRO Ce la fai ad alzarti?

ESTRAGONE Non so.

VLADIMIRO Prova.

ESTRAGONE Dopo, dopo.

Silenzio.

Pozzo Cos'è successo?

VLADIMIRO (violento) Ma vuoi star zitto una buona volta, tu! Che razza d'impiastro! Pensa solo a se stesso! ESTRAGONE Se provassimo a dormire?

VLADIMIRO L'hai sentito? Vuoi sapere cos'è successo!

ESTRAGONE Lascialo perdere. Dormi.

Silenzio.

POZZO Pietà! Pietà!

ESTRAGONE (sobbalzando) Cosa? Che succede?

VLADIMIRO Stavi dormendo?

ESTRAGONE Credo di sí.

VLADIMIRO E di nuovo quel porco di Pozzo.

ESTRAGONE Digli che la pianti! Rompigli la faccia!

VLADIMIRO (prendendo a pugni Pozzo) La pianti? Vuoi star zitto? Carogna! (Pozzo si libera, gettando grida di dolore, e si allontana strisciando. Di tanto in tanto si ferma, falcia l'aria con gesti da cieco, invocando Lucky. Vladimiro, appoggiato al gomito, lo segue con gli occhi) E scappato! (Pozzo crolla. Silenzio). E caduto!

ESTRAGONE Era riuscito ad alzarsi?

VLADIMIRO No.

ESTRAGONE Eppure hai detto che è caduto.

VLADIMIRO S'era messo in ginocchio. (Pausa). Forse abbiamo esagerato.

ESTRAGONE Non ci càpita mica tutti i giorni, a noi.

VLADIMIRO Ha implorato il nostro aiuto. Siamo rimasti sordi. Ha insistito, e noi l'abbiamo picchiato.

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO Non si muove piú. Forse è morto.

ESTRAGONE È perché volevamo aiutarlo che ci troviamo in questo ginepraio.

VLADIMIRO È vero.

ESTRAGONE Non l'hai mica picchiato troppo forte?

VLADIMIRO Solo qualche pugno ben dato.

ESTRAGONE Non dovevi farlo.

VLADIMIRO L'hai voluto tu.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). E adesso che facciamo?

VLADIMIRO Se potessi strisciare fino a lui.

ESTRAGONE Non abbandonarmi!

VLADIMIRO Se provassi a chiamarlo?

ESTRAGONE Buona idea, chiamalo.

VLADIMIRO Pozzo! (Pausa). Pozzo! (Pausa). Non risponde piú.

ESTRAGONE Insieme!

VLADIMIRO ed ESTRAGONE POZZO! POZZO! VLADIMIRO Si è MOSSO.

ESTRAGONE Sei sicuro che si chiama Pozzo?

VLADIMIRO (angosciato) Signor Pozzo! Torna qui! Non ti faremo del male!

Silenzio.

ESTRAGONE Vogliamo provare con degli altri nomi?

VLADIMIRO Ho paura che sia seriamente ferito.

ESTRAGONE Sarebbe divertente.

VLADIMIRO Cos'è che sarebbe divertente?

ESTRAGONE Provare con altri nomi, uno dopo l'altro. Farebbe passare il tempo. Prima o poi dovremo pur cascare su quello buono.

VLADIMIRO Ti dico che si chiama Pozzo.

ESTRAGONE È quel che vedremo. Vediamo un po'. (Con-centrandosi) Abele!

POZZO Aiuto!

ESTRAGONE Hai visto?

VLADIMIRO Comincio ad averne abbastanza di questa musica.

ESTRAGONE E magari l'altro si chiama Caino. (Chiamando) Caino! Caino!

Pozzo Aiuto!

ESTRAGONE È tutta l'umanità! (Silenzio). Guarda quella nuvoletta lassú.

VLADIMIRO (alzando gli occhi) Dove?

ESTRAGONE Là, allo zenit.

VLADIMIRO BÈ? (Pausa). Che cos'ha di straordinario?

Silenzio.

ESTRAGONE E adesso passiamo ad altro, se non ti di-spiace.

VLADIMIRO Stavo appunto per proportelo.

ESTRAGONE Ma a che cosa?

VLADIMIRO Ah, ecco il punto! (Silenzio).

ESTRAGONE Tanto per cominciare, potremmo alzarci.

VLADIMIRO Si può sempre provare.

Si alzano.

ESTRAGONE Non è poi stato cosí difficile.

VLADIMIRO Volere è potere.

ESTRAGONE E adesso?

POZZO Aiuto!

ESTRAGONE Andiamocene.

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Aspettiamo Godot.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). Che fare?

POZZO Aiuto!

VLADIMIRO E se lo aiutassimo?

ESTRAGONE Che bisogna fare?

VLADIMIRO Si vuole alzare.

ESTRAGONE E allora?

VLADIMIRO Vuole che lo aiutiamo ad alzarsi.

ESTRAGONE E noi aiutiamolo. Che s'aspetta?

Aiutano Pozzo ad alzarsi, poi si scostano. Pozzo ricade.

VLADIMIRO Bisogna sorreggerlo. (Come sopra. Pozzo rimane in piedi tra i due, aggrappandosi al loro collo). Bisogna che si riabitui alla posizione verticale. (A Pozzo) Allora, va meglio?

Pozzo Chi siete?

VLADIMIRO Non riesce a ricordare?

POZZO Sono cieco.

Silenzio.

ESTRAGONE Forse lui vede bene nell'avvenire.

VLADIMIRO (a Pozzo) Da quando?

Pozzo Avevo un'ottima vista... ma chi siete voi, degli amici?

ESTRAGONE (ridendo fragorosamente) E ci chiede se siamo amici!

VLADIMIRO No, vuol dire amici suoi.

ESTRAGONE E allora?

VLADIMIRO Lo dimostra il fatto che noi lo abbiamo aiutato.

ESTRAGONE Appunto! Ti pare che l'avremmo aiutato se non fossimo stati suoi amici?

VLADIMIRO Può darsi.

ESTRAGONE Naturalmente.

VLADIMIRO Non stiamo a discutere su questo punto. Pozzo Non sarete mica dei briganti?

ESTRAGONE Briganti! Abbiamo l'aria di briganti, noi?

VLADIMIRO Ma se è cieco, poveretto!

ESTRAGONE Perbacco! E vero. (Pausa). Dice.

Pozzo Non mi lasciate.

VLADIMIRO Neanche da pensarlo.

ESTRAGONE Per il momento.

Pozzo Che ora è?

ESTRAGONE (scrutando al cielo) Vediamo...

VLADIMIRO Le sette? Le otto?...

ESTRAGONE Dipende dalla stagione.

POZZO È sera?

Silenzio. Vladimiro ed Estragone guardano il sole che tramonta.

ESTRAGONE Si direbbe che stia risalendo.

VLADIMIRO Impossibile.

ESTRAGONE E se fosse l'aurora?

VLADIMIRO Non dire sciocchezze. È l'oriente, di là.

ESTRAGONE E che ne sai, tu?

POZZO (angosciato) E arrivata la sera?

VLADIMIRO E poi non si è affatto mosso.

ESTRAGONE Ti dico che sta risalendo.

POZZO Perché non mi rispondete?

ESTRAGONE Il fatto è che non vorremmo raccontarle una balla.

VLADIMIRO (in tono rassicurante) sera, signore, siamo giunti alla sera. Il mio amico, qui, cerca di farmi credere il contrario, e devo riconoscere che per un attimo mi sono lasciato influenzare. Ma non per nulla ho vissuto attraverso questa lunga giornata, e le posso assi-curare che è giunta ormai alla fine del suo repertorio. (Pausa). A parte questo, come si sente?

ESTRAGONE Quanto tempo ci toccherà tenerlo su? (Fanno per lasciarlo andare, ma lo riprendono, vedendo che

sta per cadere). Non siamo mica delle cariatidi.

VLADIMIRO Lei diceva che una volta aveva un'ottima vista, se ho capito bene.

POZZO Sí, era veramente molto buona.

Silenzio.

ESTRAGONE (irritato) Sviluppare, sviluppare!

VLADIMIRO Lascialo in pace. Non vedi che sta cercando di ricordare la propria felicità? (Pausa). Memoria praeteritorum bonorum... Dev'essere penoso.

Pozzo Sí, molto buona.

 

VLADIMIRO È successo tutto a un tratto?

POZZO Molto buona.

VLADIMIRO Le ho chiesto se è successo tutto a un tratto.

POZZO Un bel giorno mi sono svegliato cieco come il destino. (Pausa). A volte mi chiedo se per caso non sto ancora dormendo.

VLADIMIRO Quando?

POZZO Non lo so.

VLADIMIRO Ma se soltanto ieri...

POZZO Non fatemi domande. I ciechi non hanno la nozione del tempo. (Pausa). E non vedono nemmeno le cose del tempo.

VLADIMIRO Che strano! Avrei giurato il contrario.

ESTRAGONE Io me ne vado.

rozzo Dove siamo, qui?

VLADIMIRO Non lo so.

Pozzo Non siamo per caso nella località chiamata Il Palco?

VLADIMIRO Non conosco.

Pozzo A che somiglia questo posto?

VLADIMIRO (sguardo circolare) Non si può descriverlo. Non somiglia a niente. Non c'è niente. C'è un albero.

POZZO Allora non è Il Palco.

ESTRAGONE (barcollando) Che bella diversione!

Pozzo Dov'è il mio domestico?

VLADIMIRO È là.

rozzo Perché non risponde quando lo chiamo?

VLADIMIRO Non so. Sembra addormentato. Forse è morto.

POZZO Ma cos'è successo, esattamente?

ESTRAGONE Esattamente!

VLADIMIRO Siete caduti tutti e due.

Pozzo Andate a vedere se si è ferito.

VLADIMIRO Ma non possiamo lasciare lei.

Pozzo Non c'è mica bisogno che ci andiate tutti e due.

VLADIMIRO (a Estragone) Va' tu.

Pozzo Benissimo. Ci vada il suo amico. Puzza talmente!

VLADIMIRO Vallo a svegliare.

ESTRAGONE Dopo quel che m'ha fatto! Mai e poi mai.

VLADIMIRO Ah, finalmente ti ricordi che t'ha fatto qual-cosa.

ESTRAGONE Non mi ricordo niente di niente. Sei stato tu a dirmelo.

VLADIMIRO E vero. (A Pozzo) Il mio amico ha paura.

POZZO Non c'è nulla da temere.

VLADIMIRO (a Estragone) A proposito, quella gente che hai visto, dov'è andata a finire?

ESTRAGONE Non so.

VLADIMIRO Forse se ne stanno rannicchiati in qualche posto a spiarci.

ESTRAGONE Ecco.

VLADIMIRO Forse si sono fermati, semplicemente.

ESTRAGONE Ecco.

VLADIMIRO Per riposarsi.

ESTRAGONE Per ristorarsi.

VLADIMIRO Forse sono tornati sui loro passi.

ESTRAGONE Ecco.

VLADIMIRO Si trattava forse di una visione.

ESTRAGONE Un'illusione.

VLADIMIRO Un'allucinazione.

ESTRAGONE Un'illusione.

Pozzo Che cosa aspetta?

VLADIMIRO (a Estragone) Che cosa aspetti?

ESTRAGONE Aspetto Godot.

VLADIMIRO (a Pozzo) Le ho già detto che il mio amico ha paura. Ieri, il suo domestico l'ha aggredito, mentre lui voleva solo asciugargli le lacrime.

Pozzo Ah, ma non bisogna mai trattare gentilmente gente simile. Non lo sopportano.

VLADIMIRO Che cosa dovrebbe fare, esattamente?

POZZO Ecco, prima di tutto deve tirare la corda, badando bene naturalmente a non strangolarlo. In genere, questo lo fa reagire. Altrimenti, gli dia dei calci nel basso ventre e in faccia, per quanto è possibile.

VLADIMIRO (a Estragone) Vedi, non c'è da aver paura. Anzi, è un'occasione per vendicarti.

ESTRAGONE E se si difende?

Pozzo No, no, non si difende mai.

VLADIMIRO Volerò in tuo aiuto.

ESTRAGONE Non perdermi mai di vista! (Si dirige verso Lucky).

VLADIMIRO Guarda prima se è vivo. Non val la pena di picchiarlo, se è morto.

ESTRAGONE (curvo su Lucky) Respira.

VLADIMIRO Sotto, allora.

Improvvisamente Estragone si scatena, e comincia a tempestare Lucky di calci, urlando. Ma si fa male a un piede, e si allontana zoppicando e gemendo. Lucky riprende i sensi.

ESTRAGONE (fermo su un piede solo) Oh, che porco!

Estragone si siede e cerca di togliersi le scarpe. Ma poco dopo vi rinunzierà rannicchiandosi con la testa fra le gambe e le braccia davanti alla testa.

pozzo Ma si può sapere cos'è successo?

VLADIMIRO Il mio amico s'è fatto male.

pozzo E Lucky?

VLADIMIRO Allora è proprio lui?

Pozzo Come?

VLADIMIRO È proprio Lucky?

pozzo Non capisco.

VLADIMIRO E lei, è Pozzo lei?

Pozzo Si capisce che sono Pozzo.

VLADIMIRO Quelli stessi di ieri?

Pozzo Di ieri?

VLADIMIRO Ci siamo visti ieri. (Silenzio). Non se ne ricorda?

Pozzo Non ricordo di aver incontrato nessuno, ieri. Ma domani non ricorderò di aver incontrato nessuno oggi. Sicché non rivolgetevi a me, se volete delle informazioni. E poi basta con questa storia. In piedi!

VLADIMIRO Lo stava portando a San Salvatore per venderlo. Lei ha parlato con noi. Lui ha ballato. Ha pensato. Lei ci vedeva bene.

POZZO Se le fa piacere. E adesso mi lasci, per favore. (Vladimiro si scosta). In piedi! VLADIMIRO Si sta alzando.

Lucky si alza e raccoglie i bagagli.

POZZO Meno male.

VLADIMIRO E dove andate, di questo passo?

POZZO E che ne so?

VLADIMIRO Com'è cambiato, lei!

Lucky, carico di bagagli, si ferma davanti a Pozzo.

POZZO Frusta! (Lucky posa i bagagli, cerca la frusta, la trova, la dà a Pozzo, riprende i bagagli). Corda! (Lucky posa i bagagli, mette l'estremità della corda nella mano di Pozzo, riprende i bagagli).

VLADIMIRO Che c'è nella valigia?

Pozzo Sabbia. (Tira la corda) Avanti! (Lucky si mette in moto, Pozzo lo segue).

VLADIMIRO Un momento!

Pozzo si ferma. La corda si tende. Lucky crolla, lasciando cadere ogni cosa. Pozzo barcolla, lascia la corda appena in tempo, riesce a mantenersi in piedi. Vladimiro lo sorregge.

Pozzo Che succede?

VLADIMIRO E caduto.

POZZO Presto, fatelo alzare prima che si addormenti.

VLADIMIRO Ma lei non cade se la lascio andare?

Pozzo Non credo.

VLADIMIRO (prende a calci Lucky) Avanti! Porco! (Lucky si rialza, raccoglie i bagagli). E in piedi.

Pozzo (tendendo la mano) Corda!

Lucky posa i bagagli, mette in mano a Pozzo l'estremità della corda, riprende i bagagli.

 

VLADIMIRO Non partire ancora.

Pozzo Io parto.

VLADIMIRO Come fate quando vi càpita di cadere dove non c'è nessuno per aiutarvi?

Pozzo Aspettiamo di poterci rialzare da soli. E poi ripartiamo.

VLADIMIRO Prima di partire gli dica di cantare.

Pozzo A chi?

VLADIMIRO A Lucky.

POZZO Di cantare?

VLADIMIRO Sí. O di pensare. O di recitare.

Pozzo Ma se è muto.

VLADIMIRO Muto!

Pozzo Precisamente. Non può neanche gemere.

VLADIMIRO Muto! E da quando?

Pozzo (con ira improvvisa) Ma la volete finire con le vostre storie di tempo? E grottesco! Quando! Quando! Un giorno, non vi basta, un giorno come tutti gli altri, è diventato muto, un giorno io sono diventato cieco, un giorno diventeremo sordi, un giorno siamo nati, un giorno moriremo, lo stesso giorno, lo stesso istante, non vi basta? (Calmandosi) Partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte. (Tira la corda) Avanti!

Escono. Vladimiro li segue fino al limite della scena, e li guarda allontanarsi. Un fracasso lontano, sottolineato dalla mimica di Vladimiro, indica che sono di nuovo caduti. Silenzio. Vladimiro si avvicina a Estragone addormentato, lo guarda per qualche istante, poi lo sveglia.

ESTRAGONE (gesti impauriti, parole incoerenti. Finalmente) Perché non mi lasci mai dormire?

VLADIMIRO Mi sentivo solo.

ESTRAGONE Sognavo di essere felice.

VLADIMIRO Intanto il tempo è passato.

ESTRAGONE Sognavo che...

VLADIMIRO Sta' zitto! (Silenzio). Mi domando se è davvero cieco.

ESTRAGONE Chi?

VLADIMIRO Un vero cieco direbbe forse che non ha la nozione del tempo?

ESTRAGONE Chi?

VLADIMIRO POZZO.

ESTRAGONE E cieco?

VLADIMIRO L'ha detto lui.

ESTRAGONE E allora?

VLADIMIRO M'è sembrato che ci vedesse.

ESTRAGONE Hai sognato. (Pausa). Andiamocene. Non si può. E vero. (Pausa). Sei sicuro che non fosse lui?

VLADIMIRO Chi?

ESTRAGONE Godot.

VLADIMIRO Ma chi?

ESTRAGONE POZZO.

VLADIMIRO Ma no! Ma no! (Pausa). Ma no.

ESTRAGONE Potrei anche alzarmi. (Si alza penosamente) Ahi!

VLADIMIRO Non so piú che cosa pensare.

ESTRAGONE I miei piedi! (Torna a sedersi, cerca di togliersi le scarpe) Aiutami!

VLADIMIRO Ho forse dormito mentre gli altri soffriva-no? Sto forse dormendo in questo momento? Domani, quando mi sembrerà di svegliarmi, che dirò di questa giornata? Che col mio amico Estragone, in questo luogo, fino al cader della notte, ho aspettato Godot? Che Pozzo è passato col suo facchino e che ci ha parlato? Certamente. Ma in tutto questo quanto ci sarà di vero? (Estragone, dopo essersi invano accanito sulle proprie scarpe, si è di nuovo assopito. Vladimiro lo guarda) Lui non saprà niente. Parlerà dei calci che si è preso e io gli darò una carota. (Pausa). A cavallo di una tomba e una nascita difficile. Dal fondo della fossa, il becchino maneggia pensosamente i suoi ferri. Abbiamo il tempo d'invecchiare. L'aria risuona delle nostre grida. (Sta in ascolto) Ma l'abitudine è una grande sordina. (Guarda Estragone) Anche per me c'è un altro che mi sta a guardare, pensando. Dorme, non sa niente, lasciamolo dormire. (Pausa). Non posso piú andare avanti. (Pausa). Che cosa ho detto?

Cammina avanti e indietro agitatissimo e finalmente si ferma accanto alla quinta sinistra e guarda lontano. Da destra entra il ragazzo del giorno prima. Si ferma. Silenzio.

RAGAZZO Signore... (Vladimiro si volta). Signor Alberto...

VLADIMIRO Ricominciamo. (Pausa. Al ragazzo) Non mi riconosci?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO Sei tu che sei venuto ieri?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO E la prima volta che vieni?

RAGAZZO Sissignore. (Silenzio).

VLADIMIRO È il signor Godot che ti manda?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Non verrà questa sera?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO Ma verrà domani.

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Sicuramente.

RAGAZZO Sissignore.

Silenzio.

VLADIMIRO Non hai trovato nessuno, per strada?

RAGAZZO Nossignore.

VLADIMIRO Altri due... (esitando) ... uomini.

RAGAZZO Non ho visto nessuno, signore. (Silenzio).

VLADIMIRO Che cosa fa il signor Godot? (Pausa). Mi hai sentito?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO E allora?

RAGAZZO Non fa nulla, signore.

 

Silenzio.

VLADIMIRO Come sta tuo fratello?

RAGAZZO È malato, signore.

VLADIMIRO Forse era lui quello che è venuto ieri.

RAGAZZO Non lo so, signore.

Silenzio.

VLADIMIRO Ha la barba il signor Godot?

RAGAZZO Sissignore.

VLADIMIRO Bionda o... (esitando) ... o nera?

RAGAZZO (esitando) Mi pare che sia bianca, signore.

Silenzio.

VLADIMIRO Misericordia. Silenzio.

RAGAZZO Che devo dire al signor Godot, signore?

VLADIMIRO Gli dirai... (s'interrompe) ... gli dirai che mi hai visto e che... (riflettendo) ... che mi hai visto. (Pausa. Vladimiro avanza, il ragazzo indietreggia, Vladimiro si ferma, il ragazzo si ferma). Di' un po', sei sicuro di avermi visto? Domani non verrai mica a dirmi che non mi hai visto?

Silenzio. Vladimiro fa un balzo improvviso in avanti, il ragazzo scappa come una freccia. Silenzio. Il sole tra-monta, sorge la luna. Vladimiro rimane immobile. Estraggono si sveglia, si toglie le scarpe, si alza con le scarpe in mano, le posa davanti alla ribalta, si avvicina a Vladimiro e lo guarda.

ESTRAGONE Che hai?

VLADIMIRO Niente.

ESTRAGONE Io me ne vado.

VLADIMIRO Anch'io.

 

Silenzio.

ESTRAGONE È da tanto che dormivo?

VLADIMIRO Non so.

Silenzio.

ESTRAGONE Dove andiamo?

VLADIMIRO Non lontano.

ESTRAGONE No, no, andiamocene lontano di qui!

VLADIMIRO Non si può.

ESTRAGONE Perché?

VLADIMIRO Bisogna tornare domani.

ESTRAGONE A far che?

VLADIMIRO Ad aspettare Godot.

ESTRAGONE Già, è vero. (Pausa). Non è venuto?

VLADIMIRO No.

ESTRAGONE E ormai è troppo tardi.

VLADIMIRO Si, è notte.

ESTRAGONE E se lo lasciassimo perdere? (Pausa). Se lo lasciassimo perdere?

VLADIMIRO Ci punirebbe. (Silenzio. Guarda l'albero) Sol-tanto l'albero vive.

ESTRAGONE (guardando l'albero) Che cos'è?

VLADIMIRO E l'albero.

ESTRAGONE Volevo dire di che genere?

VLADIMIRO Non lo so. Un salice.

ESTRAGONE Andiamo a vedere. (Trascina Vladimiro verso l'albero. Lo guardano immobili. Silenzio). E se c'impiccassimo?

VLADIMIRO Con cosa?

ESTRAGONE Non ce l'hai un pezzo di corda?

VLADIMIRO No.

ESTRAGONE Allora non si può.

VLADIMIRO Andiamocene.

ESTRAGONE Aspetta, c'è la mia cintola.

VLADIMIRO E troppo corta.

ESTRAGONE Mi tirerai per le gambe.

VLADIMIRO E chi tirerà le mie?

ESTRAGONE È vero.

VLADIMIRO Fa' vedere lo stesso. (Estragone si slaccia la corda che gli regge i pantaloni. Questi, che sono larghissimi, gli si afflosciano sulle caviglie. Tutti e due guardano la corda). In teoria dovrebbe bastare. Ma sarà solida?

ESTRAGONE Adesso vediamo. Tieni.

Ciascuno dei due prende un capo della corda e tira. La corda si rompe facendoli quasi cadere.

VLADIMIRO Non val niente. Silenzio.

ESTRAGONE Dicevi che dobbiamo tornare domani?

VLADIMIRO SL

ESTRAGONE Allora ci procureremo una buona corda.

VLADIMIRO Giusto.

Silenzio.

ESTRAGONE Didi.

VLADIMIRO SL

ESTRAGONE Non posso piú andare avanti cosí.

VLADIMIRO Sono cose che si dicono.

ESTRAGONE Se provassimo a lasciarci? Forse le cose andrebbero meglio.

VLADIMIRO C'impiccheremo domani. (Pausa). A meno che Godot non venga.

ESTRAGONE E se viene?

VLADIMIRO Saremo salvati. (Vladimiro si toglie il cappello — che è quello di Lucky — ci guarda dentro, ci passa la mano, lo scuote, lo rimette in testa).

ESTRAGONE Allora andiamo?

VLADIMIRO I pantaloni.

ESTRAGONE Come?

VLADIMIRO I pantaloni.

ESTRAGONE Vuoi i miei pantaloni?

VLADIMIRO Tirati su i pantaloni.

ESTRAGONE Già, è vero. (Si tira su i pantaloni. Silenzio).

VLADIMIRO Allora andiamo?

ESTRAGONE Andiamo.

Non si muovono.