Assassini in cerca d’autore

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                                           ASSASSINI

IN CERCA D’AUTORE

Commedia in due atti

di

                                            Mimmo Titubante

SIAE N° Posizione 197365     (titubantedomenico@hotmail.it)


Personaggi

Alberto Cassani                                       scrittore                   

Antonio Blasi                                           segretario                  

Laura Morelli                                           infermiera 

Vittorio De’ Scalzi                                   armatore

Giacomo                                                  maggiordomo

Massimo Ciani                                         chirurgo

Segretaria

Uomo

Donna

Commissario

Assassini in cerca d’autore

Un vecchio scrittore di successo in preda a depressione si sta lasciando andare alla deriva , il suo ultimo progetto è stato interrotto in attesa di nuove ispirazioni per cui giace accantonato in un cassetto. All’ improvviso una donna ( la sua coscienza) ed un uomo (il suo cervello) si materializzano davanti a lui  e lo costringono a rivisitarla con la speranza che riesca a rimuovere l’intoppo che si è creato nella sua mente ed a trovare  nuove idee che possano dar via libera alla sua creatività . Da qui si dipana la storia di  un ricco e spietato magnate solo ed in preda agli ultimi sussulti di una vita passata al timone di comando e del suo segretario fedele che sa di poter contare, quando il vecchio morirà, solo sulle briciole di un ingente patrimonio che non prevede eredi. E’ perfettamente a conoscenza delle debolezze del suo padrone per cui assolda una donna che sotto la sua regia lo aiuta a portare a  termine il piano perfetto che ha elaborato per impadronirsi dell’eredità. La vicenda diventa man mano sempre più intrigante, ma i vari risvolti che assumerà detteranno soluzioni e finali scontati e non graditi allo scrittore. Egli sa perfettamente che un libro per diventare un best-sellers ha bisogno di colpi di scena efficaci, ma  la storia non sembra appagarlo quel tanto da farlo uscire dal letargo creativo in cui si è impantanato! Lui solamente può deciderne l’epilogo, qualunque sia  e quindi……

* L’ambientazione della commedia è completamente virtuale. Sul fondo una porta a vetri illuminata. Uniche suppellettili sono un tavolo, una serie di cubi che possono fungere da sedie  o formare all’occorrenza una pedana, ed una sedia a rotelle fornita di tasche laterali.*

SCENA PRIMA

Sul fondo una  porta  finestra illuminata  dove si intravede la  sagoma di una persona intenta ad innaffiare. Entrano un uomo  ed una donna.

Uomo:              Siamo alle solite.

Donna:              Direi proprio di sì.

Uomo:               Non ce la fa più ad andare avanti, questa roba (prende dei fogli) sta ferma qui da troppo tempo senza che il vecchio ci metta mano.

Donna:              La situazione ci sta sfuggendo di mano.

Uomo:              Ma lui ha chiesto tempo per riflettere e non  potevamo negarglielo.

Donna:             Sarà , ma  sono intere  settimane che il suo unico  problema è il giardinaggio.

Uomo:              Lo conosci , quando il vecchio è a corto di idee, curare  le piante lo aiuta a concentrarsi.

Donna:             Il problema è che questa  faccenda comincia ad andare un po’ troppo per le lunghe!

Uomo:              Dammi retta, conviene aspettare.

Donna:             Ancora? Forse  non hai capito che ha paura di concludere.

Uomo:              Sai perfettamente che i finali non sono mai stati il suo forte.

Donna :            Ok….ma ora sta esagerando.

Uomo:              Si vede che è poco stimolato.

Donna:             Non è un’attenuante.

Uomo:              La verità è che non c’è più uno straccio di editore disposto a puntare su di lui.

Donna:             Peggio di così !

Uomo:              Eppure tempo fa i suoi libri andavano a ruba.

Donna :            Ma lui non si è più aggiornato.

Uomo:              Lo conosci no? E’  rimasto ancorato ai  suoi modelli mentali fatti di eroi  di vecchio stampo in grado di risolvere ogni situazione .

Donna:             Ed alla fine succede che il lettore quando si trova davanti a queste storie, si stanca del racconto ancor prima di finirlo.

Uomo:              Eppure era partito con il piede giusto!

Donna:             Peccato che si sia impantanato sul finale.

Uomo :             Bisogna stimolarlo a riprendere la storia con delle idee giuste o  sarà la fine per tutti.

Donna:             Ora vado e gli strappo  quel maledetto arnese  dalle mani.

Uomo:              Non sarà affatto necessario, sta rientrando.

Entra un uomo: è lo scrittore Alberto Cassani.

Donna:             Era ora!

Alberto:             Tanto non ho nulla da fare.

Uomo:              Dici? Ci sono delle scadenze a cui pensare o fai finta di scordarlo?

Alberto:             Alla mia età le scadenze hanno un valore relativo.

Donna:             Ma noi siamo una scadenza che non può aspettare

Alberto:             In questo momento siete l’ultimo dei miei problemi.

Donna:             Invece siamo importanti….. e questo lo sai perfettamente!  

Alberto:             Vi prometto che quando starò meglio proverò di nuovo, magari con un  po’ più di entusiasmo.

Uomo:              Ma se è più  di un mese che non fai altro che andare avanti e indietro da quel  maledetto giardino.

Alberto:             E’ l’unico modo che conosco per ricaricarmi.

Donna:             Non cercare alibi.

Alberto:             E’ sempre meglio che stare seduto davanti ad un foglio di carta senza scrivere niente.

Dona:               Ti devi sforzare cavolo!

Alberto:             Io soffro le forze interiori che mi obbligano ad esprimermi quando non ho niente da dire.

Donna:             Sai perfettamente che lo scrittore ha il dovere di alimentare il pensiero, altrimenti  a lungo andare finisce per  perdere ogni forma di creatività

Alberto:             Ma per fare questo bisognerebbe essere motivati.

            Donna:              Allora motivati.

Alberto:             Hai qualche suggerimento da darmi?

Donna:             Perché non provi a diversificare le tue azioni?

Alberto:             Tipo?

Donna:             Che ne so, esci per strada, studia la gente, leggi, aggiornati!

Uomo:              Hai visto mai che riesci a  rimettere in moto la materia grigia?

Alberto:             No, no, con me non funzionerebbe,  l’ostacolo è qui dentro  (si tocca la testa ) ed è proprio qui che va risolto.

Donna:             Allora risolvi.

Alberto:             Se fosse facile! Non posso aggirarlo con una finta.

Donna:             Smettila di commiserarti!

Alberto:             Lo sapete perfettamente, quando uno scrittore abbandona ciò che ha partorito, vuol dire che è a secco di idee.

Uomo:              Il problema è che da un pezzo non riesci più a partorire nulla d’importante, per cui abortisci qualsiasi cosa metti in cantiere.

Alberto:             Semplice usura mentale.

Uomo:              Troppo comodo!

Alberto:             E’ la malattia di chi  sta ore ed ore a scrivere le  parole giuste, per formare frasi giuste, in pagine giuste e nella storia giusta.

Donna:             Allora che si fa,si aspetta la primavera? Le piante cresceranno, tu potrai nuovamente potarle e forse si riuscirà a trovare il bandolo della matassa?

Alberto:             Forse! Non è la  prima volta che metto da parte un progetto per poi riprenderlo al momento opportuno.

Uomo:              E se ti succede qualcosa?

Donna:             No, non si può fare! Qui, amico mio, c’ è in ballo la nostra sopravvivenza!

Alberto:             Anche la mia.

Donna:             Invece credo che tu abbia solo paura di fare fiasco.

Alberto:             Sei fuori strada !

Donna:             Non credo.

Alberto:             Cosa vuoi che possa  valere un insuccesso alla mia età?

Uomo:              Con tutte queste chiacchiere non crederai di convincerci che hai perso totalmente tutta la tua creatività.

Alberto:             Forse sarà il senso della fine che si avvicina, a rendere sterile la mia immaginazione.

Donna:             La nostra è ancora viva , purtroppo per te!

Uomo:              Allora prova a rileggere la tua opera!

Alberto:             Già fatto.

Uomo:              Rifallo. Molte volte,  facendo così, sei riuscito a far ripartire l’azione.

Donna:             La revisione è il momento più importante di un processo creativo.

                       

Uomo:              Leggendo il testo molte volte si possono scovare i punti deboli e  decidere se rafforzarli oppure sfruttarli per creare nuove idee.

Donna:             Nel tuo lavoro, basta un niente. Prova ad inventare, improvvisa.

Alberto:             L’improvvisazione è la bestia nera che distrugge la maggior parte dei romanzi originali.

Donna:             Queste sono solo scuse……tanto per poter tenere il foglio a debita distanza.

.                      

Alberto:             Sei fuori starda. Ultimamente mi metto davanti alla tastiera pigio  e ripigio sui tasti sperando che l’atto generi qualcosa che valga la pena di essere trasmessa, ma non succede niente.

Uomo:              Stronzate!

Donna:             Scrivere alla fine è come costruire un puzzle, esistono i pezzi ed  l’idea finale.

Uomo:              Ed  alla fine lo scrittore deve solo assemblare il tutto in una forma interessante.

Donna:             Comincia a leggere e  qualcosa succederà.

A  malincuore  Alberto  Cassani  si mette seduto accanto  ad un tavolo con gesti molto lenti inforca un paio d’occhiali, prende dei fogli e comincia a leggere.

              

Alberto:             Era  stupendo quel corpo di donna che danzava  su quella pedana.L’uomo seduto al tavolo la osservava con aria ammirata………

SCENA SECONDA

Laura Morelli, canta e balla sulla pedana. Antoni Blasi la guarda ammirato seduto ad un tavolo sul lato. Alla fine del suo numero Laura raggiunge Antonio al tavolo. L’uomo si alza e, sposta la sedia invitandola a sedersi.

Laura:               Antonio Blasi suppongo. (Gli da la mano) Laura……Laura Morelli.

Si guardano negli occhi per qualche secondo.

Antonio:            Ho ordinato dello champagne o gradisce qualcos’altro?

Laura:               Va benissimo grazie

Antonio:            (Riempie due coppe e ne porge una a Laura) Al nostro incontro!

Laura:               Al nostro!

Antonio:            Allora Sig.ra Morelli…..

Laura:               Bando ai convenevoli , chiamami Laura se ti fa piacere.

Antonio:            Ah bene, anch’io Antonio, preferisco!

Laura:               Grazie delle bellissime rose che mi hai fatto trovare in camerino.

Antonio:            Un piccolo omaggio alla tua bellezza.

Laura:               Sei molto galante.Ti piace questo posto?

Antonio:            Carino,anche il tuo numero è molto delizioso.

Laura:               Una volta facevo di meglio.

Antonio:            Non si direbbe  !

Laura:               Sono già troppo vecchia per questo lavoro, ma in questi posti non vanno troppo per il sottile!

Antonio:            Ah bene!

Laura:               Dal tuo punto di vista forse.

Antonio:            Scusami!

Laura:               (Sorride) No….non mi offendo!

Antonio:                        E’ da tanto che lavori qui?

Laura:               Un posto o un altro che differenza fa? Finché dura!

Antonio:            Non posso credere che una donna attraente come te, abbia problemi di alternative.

Laura:               Al momento attuale ho solo bisogno  di certezze.

Antonio:            Posso chiederti perché hai risposto all’annuncio?

Laura:               “Vedovo facoltoso cerca piacevole compagna scopo matrimonio ecc…ecc…” Potrebbe  essere un’ occasione…non credi?

Antonio:            Sai perché ho scelto la tua lettera tra le tante che mi sono arrivate?

Laura:               Forse perché sono una donna fortunata?

Antonio:            (Sorride) Sbagliato!

Laura:               Eppure l’annuncio è di quelli che possono scatenare qualsiasi fantasia

Antonio:            Ah, non ne dubito! Vedi, mia cara , tutte le donne che vi  hanno risposto non hanno mai parlato di soldi.

Laura:               Furbe?

Antonio:            Altre invece hanno cercato di salvare la faccia pretendendo un marito pronto ad amarle appassionatamente.

Laura:               Addirittura……

Antonio:            Tu hai affrontato il discorso denaro in maniera schietta.

Laura:               Preferisco giocare a carte scoperte, almeno si toglie di mezzo qualsiasi equivoco.

Antonio:            Allora dimmi con tutta franchezza, cosa ti aspetti da questo incontro?

Laura:               Soldi, viaggi e  la fine di questo lavoro.

Antonio:            E fino a che punto sei disposta ad arrivare?

Laura:               Non voglio assolutamente pensare che tu sia venuto fin qui a chiedermi quali sono le mie condizioni.

Antonio:            Semplice e concrteta.

Laura:               Molto. Piuttosto  dimmi le tue e risparmiamo tempo.

Antonio:            La tua risposta mi ha autorizzato a capire che avresti accettato ogni sorta di compromesso.

Laura:               Dipende da quale.

Antonio:            (Sorride e tira fuori dalla tasca una lettera) Allora,vediamo se trovo il punto! Eccolo qui: ”Poiché Lei è costretto a ricorrere agli annunci per cercarsi una compagna, ho l’impressione che in tutta questa faccenda debba esserci qualche punto oscuro!”

Laura:               Conosco bene il contenuto di quella lettera……

Antonio:            “ Se il suo annuncio è una cosa affidabile,  lei troverà in me la persona che cerca, qualunque sia l’accordo da raggiungere.”

Laura:               Ok, ok,  veniamo al nocciolo.

Antonio:            Hai paura?

Laura:               Un pò  preoccupata!

Antonio:            E perché mai?

Laura:               Non sembri uno che può avere dei problemi a cercarsi una donna, ma, frequentando questo genere di posti,  ho imparato a non stupirmi più .

Antonio:            (Scoppia a ridere) No, nessun tipo di problema, niente di quello che  pensi.

Laura:               Allora,  dimmi , qual ‘è il punto oscuro di questa faccenda?

C’è un attimo di pausa . Antonio guarda la donna negli occhi come se volesse leggerle dentro.

Antonio:            Non sono io la persona in questione.

Laura:               E chi cazzo sei , un fottuto  ruffiano? Senti amico….non ho tempo da perdere…

Laura fa per alzarsi , ma Antonio le prende le mani con delicatezza.

Antonio:            Non ti scaldare,stai calma…..c è in ballo un mucchio di denaro.

Laura:               (Lo guarda per un momento) Cerca di essere chiaro!

Antonio:            Pensi che sposare un milionario sia una cosa così semplice?

Laura:               Evitiamo domande banali, piuttosto dimmi chi è l’uomo in questione e qual’ è il tuo ruolo in questa storia.

Antonio:            La persona di cui stiamo parlando possiede un immenso patrimonio.

Laura:               E ti ha dato l’incarico di trovargli moglie?

Antonio:            Assolutamente no, questa è  una mia idea.

Laura:               Ossia?

Antonio:            E’ vedovo, senza figli ed alla sua morte quasi tutto il suo patrimonio è destinato a molte fondazioni che prenderanno il suo nome.

Laura:               Entusiasmante!

Antonio:            Niente affatto, lo conosco troppo bene e lui è una persona completamente indifferente ai problemi del mondo.

Laura:               E perché lo farebbe?

Antonio:            E’ cagionevole di salute e di carattere molto particolare. E’ un eccentrico e sa che questo è l’unico modo che ha per garantirsi l’immortalità.

Laura:               E tu che ruolo hai in questa storia?

Antonio:            Sono il suo segretario fidato e, se dovesse crepare adesso, mi spetterebbe un vitalizio di cinquanta milioni di euro l’anno e un appartamento in città .

Laura:               Conosco gente che ammazzerebbe per molto meno.

Antonio:            Non mi basta, penso di meritare molto di più .

Laura:               Ed io che dovrei fare?

Antonio:            Convincerlo a sposarti!

Laura:               Cosa ti fa pensare che io sia alla sua altezza? Il mondo è pieno di donne molto più attraenti di me!

Antonio:            E’ un misantropo e soprattutto odia le donne del suo ambiente.

Laura:               Che cosa guadagneresti a farlo sposare?

Antonio:            La tua felicità e la  mia. Se ti sposa farà sicuramente un nuovo testamento, cosa che io gli consiglierò di fare e tu diventerai la sua unica erede.

Laura:               Dai già tutto per scontato!

Antonio:            La morte di sua moglie e la mancanza di figli ha scombinato completamente i suoi piani, detesta i parenti ed ha bisogno di sapere che alla sua morte qualcuno che porti il suo nome possa continuare la sua opera.

Laura:               In moneta sonante?

Antonio:            Voglio la metà del suo patrimonio.

Laura:               Accidenti!

Antonio:            Con l’altra metà che ti rimarrà, avrai solamente il problema di come spendere i tuoi soldi per tutto il tempo che ti rimarrà da vivere.

Laura:               Mi sembra  tutto troppo semplice.

Antonio:            E’ piu facile di quanto tu possa imaginare. Io ti starò sempre a fianco e ti detterò man mano  le mosse. Devi solo dirmi se ci stai.

Laura si accende lentamente una sigaretta come per prendere tempo

Laura:               La cosa mi spaventa.

Antonio:            E’ naturale, ma  male che va ritorni a fare il tuo lavoro ed io ti rimborso ugualmente il disturbo.

Laura:               Come farai a farci incontrare?

Antonio:            Troverò il modo.

Laura:               Tentare non nuoce…

Antonio:            Non te ne pentirai!

Antonio tira dalla tasca un libretto d’assegni, ne stacca uno lo compila e lo porge a Laura.

Antonio:            Tieni, questi soldi ti serviranno per le prime spese, il resto tienilo a tua  garanzia se l’affare non dovesse andare in porto.

Laura:               (Prende l’assegno e lo guarda) Accidenti, potrei anche sparire con tutti questi soldi.

Antonio:            Non ti converrebbe! Con le mie conoscenze ti ritroverei immediatamente! Sono un uomo d’affari e se investo in un progetto so come coprirmi da eventuali rischi.

Laura:               (Sorride) Allora immagino che dovrò stare molto attenta!

Antonio:            Molto! Quando voglio posso diventare molto pericoloso.

Laura:               Mantengo sempre le mie promesse, non ti preoccupare.

Antonio:            Anche perché questi sono  spiccioli in confronto a quello che potresti ricavare dopo.

Laura:               Dimmi cosa devo fare…

Antonio:            Per il momento è importante che tu cambi il  “look”. Comincia a comprati qualche abito sul genere classico e qualche gioiello non troppo appariscente….. tanto per avvicinarti ai gusti del vecchio.

Laura:               Ok, dammi qualche giorno  e sarò a tua completa disposizione.

Antonio:            Lasci qualcosa o qualcuno?

Laura:               Praticamente niente! Sono sola al mondo, non ho parenti, i miei genitori non li ho mai conosciuti.

Antonio:            Sincerità per sincerità, avevo già preso informazioni sul tuo conto ed il fatto che non hai legami , ha reso molto più facile la mia scelta.

Laura:               Non scherzi!

Antonio:            E’ in ballo anche il mio futuro, non posso fallire!

Laura:               Scommetto che hai pensato a come garantirti anche per dopo.

Antonio:            Certamente! Prima di sposarti mi firmerai delle obbligazioni che diventeranno valide nel momento in cui diventerai vedova ed entrerai in possesso del patrimonio del vecchio. Non potrai mai tradirmi. Io e te saremo legati a doppio filo.

Laura:               Non c’è  dubbio.

Antonio:            Ora devo andare, domani ho una giornata molto pesante.

Si alzano,Antonio porge a Laura un biglietto da visita.

Antonio:            Per qualsiasi cosa  puoi chiamarmi a questo numero. Ci aggiorneremo tra qualche settimana, giusto il tempo di trovarti un appartamento dalle mie parti, così avremo modo di vederci spesso e di studiare bene la situazione.

Laura:               Attenderò una tua chiamata.

Laura esce di scena , Antonio le bacia la mano e la segue con lo sguardo mentre si allontana.

                                               

SCENA TERZA

Entra in scena Vittorio De’ Scalzi su di una sedia a rotelle. Si avvicina al tavolo e spinge un campanello (Suono di campanello) . Dopo qualche secondo imprecando ripete il gesto .

Vittorio:             Guarda se si sbrigano a venire!

Continua a suonare.

Vittorio:             Maledetti buoni a nulla!

Si affaccia Giacomo il maggiordomo.

Giacomo:          Ha chiamato signore?

Vittorio:             Sono ore che chiamo, siete tutti sordi in questa casa?

Giacomo:          Pensavamo che stesse in giardino a godersi un po’di sole , è una bellissima giornata  ed è un peccato non approfittarne.

Vittorio:             Il sole non mi interessa, piuttosto portami subito un sigaro.

Giacomo:          Ma signore, il dottore ha detto…….

Vittorio:             Lo so cosa ha detto e non mi frega niente.

Giacomo:          Appunto non so se……

Vittorio:             (Gelandolo con uno sguardo) Il tuo dottore dei miei stivali ha pure aggiunto che alla mia pressione fa male essere contraddetta, per cui vedi di sbrigarti a portarmi il sigaro che ti ho chiesto o ti licenzio in tronco. Datti da fare!

Giacomo:          Non so dove sono stati nasc……. messi.

Vittorio:             Lo so che sei un inetto!  Vattene al diavolo e lasciami in pace. Tutti se ne infischiano di me in questa casa, state solo aspettando che crepi per poter fare festa.

Giacomo:          Non si agiti così, signore, le farà male! Ora vado di là e le preparo una bella camomilla, il dottore ha detto che……

Vittorio:             Che cosa devo fare io? Bevila tu quella brodaglia e portane anche un po’ al tuo dottore…..ma…ma che mi avete preso per un demente? Ma io dico…..

Giacomo:          Ma…..signore…..

Vittorio:             Basta con tutte queste chiacchiere! Vammi a chiamare subito Blasi.

Giacomo:          Sicuramente è in ufficio.

Vittorio:             Non ti ho chiesto dov’è, scovalo e digli che ho bisogno di vederlo e con una certa urgenza.

Giacomo:          Provvederò immediatamente.

Giacomo esce. Vittorio  prende uno specchio da una tasca al lato della sedia, si aggiusta i  capelli con le mani, poi  afferra un  lobo dell’ orecchio  cercando di guardarvi dentro,  con  rabbia mette  via  lo  specchio  e, sempre dalla  stessa tasca tira fuori  una borraccia. Beve alcuni  sorsi e poi con molta circospezione la rimette a posto.

Vittorio:             Ecco quello che fa bene alla mia pressione, un bel  sorso di cognac ! Figurati che quello stupido maggiordomo voleva rifilarmi la camomilla, mah….la vecchiaia che brutta bestia, tutti ti trattano come un cretino! Ah….ma io sono un osso duro! Se solo mi ricordassi dove ho messo i sigari….

Fruga nella solita tasca, guarda nell’altra….niente.

Vittorio:             Macchè, eppure devono essere da qualche parte…..

Entra Antonio Blasi.

Antonio:            Mi hai fatto cercare?

Vittorio:             Certo! Vieni qui, avvicinati e dà un occhiata a questo orecchio.

Antonio:            Come?

Vittorio.             Si, hai  sentito bene, il mio orecchio,  questo…..

Antonio guarda l’orecchio che Vittorio ha provveduto avvicinare ai suoi occhi tirandolo per il lobo.

Vittorio:             E avvicinati, altrimenti come fai a vedere? Non ho mica la peste!

Antonio:            Sto guardando!

                                                

Vittorio:             Che te ne pare?

Antonio:            Sembra un po’ di secrezione.

Vittorio:             Invece è una cosa seria , fa male da cani e mi batte dentro come un martello pneumatico. Nemmeno il sedativo ha fatto effetto.

                       

Antonio:            Sarà un’ otite….. chiamerò un medico.

Vittorio:             Chiama Ciani.

Antonio:            Non mi sembra il caso , basta un bravo otorino.

Vittorio:             Non desidero un banale otorino, ok?

Antonio:            Ciani non è in città!  Con tutta probabilità sarà da qualche parte con la sua barca. Siamo in agosto!

Vittorio:             Non m’interessa dov’è, nè in che mese siamo! Chiama la capitaneria di porto, chiama chi cavolo ti pare, ma vedi di scovarlo ovunque si è cacciato. Lo pago per assistermi tutto l’anno e non mi costa poco, sia lui che la sua maledetta clinica……barca compresa.

Antonio:            Ho il numero del suo cellulare privato.

Vittorio:             Perfetto,chiamalo immediatamente e digli che è molto urgente.

Antonio:            Se è sulla barca , come credo, servirà l’elicottero per andarlo a prendere.

Vittorio:             Ottima idea! Adesso accompagnami di là, sono stanco ed ho bisogno di chiudere gli occhi. Fammi chiamare quando arriva.

Antonio si accinge a spingere la sedia a rotelle, quando Vittorio blocca la sedia con tutte due le mani che quasi l’uomo gli cade addosso .

Vittorio:             Già che ci sei , procurami qualche sigaro, devono essere nascosti da qualche parte!

Antonio:            Ok, vedrò di trovarne qualcuno.

Vittorio:             Molto bene, tu sei l’ unica persona di cui mi fido.

Vittorio esce,  Antonio suona il campanello e compare dopo qualche secondo Giacomo.

     

Giacomo:          Desidera?

Antonio:            Sistema il vecchio di là, poi dai disposizioni all’ elicottero.  Bisogna andare a prendere il Prof. Ciani da qualche parte.

Giacomo fa per andare via , quando Antonio lo richiama.

Giacomo:          Dica.

Antonio:            Dimenticavo! Rimedia al vecchio qualche sigaro dei suoi.

Giacomo:          Come desidera.

Antonio:            Devono essere nascosti nell’ armadietto dei medicinali, almeno l’ultima volta li aveva messi lì.

Giacomo:          Li avevo notati (sorride), ora glieli porto.

Giacomo esce , Antonio prende il telefono e compone un numero.

Antonio.            (Pausa d’attesa) Salve Massimo sono Antonio….. dove sei?….Ci avrei giurato che eri ancorato lì….da dove chiamo? Da dove vuoi che chiamo…dalla villa, lo sai il vecchio non si muove mai d’estate, lui va controcorrente…..odia gli affollamenti. Ti vuole assolutamente qui in giornata…….che ha?....Ha un’otite…..sì..hai capito bene, una banale otite e vuole te e nessun altro….Lo so…lo so, ma lui ha insistito, è incavolato nero, tu lo sai quando s’intestardisce……Ok , vedo che hai afferrato. Ti manderò l’elicottero, quando arrivi in città passa prima dal mio ufficio, devo parlarti di una faccenda importante. Ci vediamo più tardi.

Antonio chiude la telefonata, poi compone un altro numero.

Antonio:            Pronto….Laura, sono Antonio Ciani, ho bisogno di vederti al più presto….Ok, facciamo  alle cinque. Ti manderò un’autista.

                                                           

                                   

                                                            SCENA QUARTA

Antonio Blasi è seduto al tavolo. (Ipotetico ufficio) Entra la segretaria

Segretaria:        C’è di la il dott. Ciani.

Antonio:            Fallo passare pure.

Entra Massimo Ciani. Antonio lo fa accomodare salutandolo con affetto.

Antonio:            Hai fatto buon viaggio?

Ciani:               L’elicottero è molto veloce,neanche il tempo di mettermi seduto e già ero qua.

Antonio:            E’ l’ultimo suo giocattolino, non ha badato a spese!!

Ciani:               Non sa più come spenderli i suoi milioni!

Antonio:            Mi è dispiaciuto farti interrompere la vacanza, ma il vecchio ha cominciato a fare i soliti capricci.

Ciani:               No…. non ti preoccupare lo so che non dipende da te, piuttosto cosa volevi dirmi? Non è che anche tu hai bisogno delle mie cure.

Antonio:            No, la mia salute va bene, ma è quella del vecchio che comincia a preoccuparmi!! Trovo che ultimamente stia peggiorando dal punto di vista mentale. Ogni giorno che passa diventa sempre più irascibile e, credimi, si comincia a fare fatica a stargli dietro.

Ciani:               La cosa non mi stupisce più di tanto, ha sempre avuto un carattere irrequieto.

Antonio:            Ed il fatto di essere costretto su una sedia a rotelle, non fa al che peggiorare la questione.

Ciani:               Quella gamba deve fargli un male cane, anche per il fatto che rifiuta ogni tipoi di fisioterapia.

Antonio:            Non me ne parlare, è capace di chiamarmi in continuazione !

Ciani:               Pensi che sia meglio ricoverarlo per qualche giorno? In clinica gli metterò a disposizione un intero reparto.

Antonio:            Non lo farà mai !

Ciani:               Hai in mente qualche altra idea?

Antonio:            Secondo me ha bisogno di compagnia.

Ciani:               Ma se è un asociale! Solo la moglie, quando era in vita, riusciva ad ammansirlo, ma tu la conoscevi, era una donna molto particolare, riusciva a tenerlo a bada usando i suoi stessi metodi.

Antonio:            Si può provare a cercarla, esistono in giro agenzie specializzate

Ciani:               Stai parlando di un’infermiera?

Antonio:            Più o meno, infermiera, badante, governante; insomma una donna che riempia la sua vita. Naturalmente cercheremo di trovarne una conforme ai suoi gusti.

Ciani:               Non sarà facile trovarne una così.

Antonio:            I mezzi non ci mancano.

Ciani:               Il vero problema sarà convincere il vecchio.

Antonio:            Tu prescrivigliela, al resto penserò io.

Ciani:               (Lo fissa per un attimo) Si può tentare, gliela prescriverò. Ora se non ti spiace, vorrei essere accompagnato da lui, ho una certa premura a tornare in barca, mi aspetta un  programmino a cui non posso assolutamente mancare.

Antonio:            Darò subito disposizione all’autista perchè ti porti immediatamente alla villa.

Ciani:               Caro Antonio mi farebbe piacere averti come ospite uno di questi giorni.

Antonio:            Prima devo sistemare questa faccenda, poi conto di prendermi qualche giorno di vacanza.

Ciani:               Non hai che da telefonarmi qualche giorno prima e ti organizzo una vacanzetta con i fiocchi.

Antonio:            Ci puoi contare!

Ciani ed Antonio si salutano. Piccolo stacco musicale, penombra, pausa , telefono.

Antonio:            Sei tu? Dove sei? Ah sei qui sotto? Sali, Sali.

Segretaria:        C’è di la signora Morelli, dice che ha un appuntamento.

Antonio:            Falla accomodare.

Entra Laura. Ha adottato un look molto più sofisticato.

Antonio:            Ti trovo in ottima forma.

Laura:               I soldi possono darti il diritto di alzarti la mattina ed investirli nel migliore dei modi.

Antonio:            Hai perfettamente ragione, mia cara! Anche questo nuovo look ti dona molto.

Laura:               Speriamo che tutte queste trasformazioni diano il risultato sperato.

Antonio:            Anche perché è giunto il momento di farti conoscere Vittorio De’Scalzi.

Laura:               Lo immaginavo! Come hai pensato di farmi entrare nella sua vita?

Antonio:            Gli farai da infermiera.

Laura:               Da infermiera?

Antonio:            Più o meno. Non offre uno spettacolo molto piacevole, è seduto su di una sedia a rotelle per via di una caduta da cavallo che gli ha procurato una frattura al femore. Gli hanno impiantato una protesi, l’intervento è riuscito perfettamente, ma è depresso  ed ultimamente ha una brutta otite .

Laura:               E qui dovrei intervenire io.

Antonio:            Metteremo a soqquadro tutta la nostra organizzazione per cercarne  una di massima fiducia. De’ Scalzi è uno che si è fatto molti nemici nel campo della finanza. Naturalmente non riusciremo a trovare nessuna che faccia al caso nostro per cui lasceremo strepiti per qualche giorno in modo da preparare il terreno alla tua entrata in scena. Poi basterà che tu ti faccia vedere per essere considerata la sua salvatrice.

Laura:               C’è solo un problema, non ho nessuna cognizione in materia infermieristica.

Antonio:            Non fa niente…in verità non gli serve affatto un’infermiera, ma solo una donna che gli tenga compagnia e lo faccia rigare dritto. In poche parole una che sappia ricoprire il ruolo che era della moglie.

Laura:               E per le sue patologie chi provvederà?

Antonio:            Il suo specialista ha lasciato istruzioni particolareggiate.

Laura:               Una cosa complicata per una che fino all’altro ieri faceva la cubista.

Antonio:            Tutti sono in grado di mettere delle gocce in un orecchio, quanto al resto, per tutti gli altri suoi problemi ha ai suoi piedi un esercito di fisioterapisti di prim’ordine, ma si rifiuta categoricamente di fare qualsiasi tipo di ginnastica. Sarà compito tuo cercare di convincerlo a curarsi a dovere. Mi sono spiegato?

Laura:               Mica tanto! Non capisco per quale motivo dovrebbe sposare un’infermiera.

Antonio:            Ha bisogno di una creatura decorativa che gli posi la mano fresca sulla fronte ogni volta che né avrà bisogno.

Laura:               Ne sei proprio sicuro

Antonio:            Lascia fare a me! Per il momento preoccupati di entrare nella sua vita, le altre cose verranno man mano. Cerca di importi su di lui sin dai primi contatti perché se gli permetti di avere il sopravvento su di te, sarà finita.

Laura:               Ma come farò a contraddirlo, se non sarò nient’altro che una sua dipendente.

Antonio:            Usa i tuoi metodi di seduzione, sei una donna affascinante e lui è disposto a sacrificare qualsiasi cosa pur di riuscire ad innamorarsi di nuovo. Lo conosco bene sotto questo punto, comincerà con l’ignorarti, ti tratterà come una schiava, ma tu non permetterglielo ed avrai la tua battaglia vinta in poco tempo.

Laura:               E credi che questo basti per farlo innamorare?

Antonio:            Vedrai, tirerà fuori tutti i suoi trucchi, cercherà di comprarti in tutte le maniere che conosce e, più resisterai, più preziosa apparirai ai suoi occhi.

Laura:               Un osso duro !

Antonio:            Peggio, è un uomo d’affari abituato a vincere ad ogni costo e a comandare.

Laura:               Dovrò vestirmi da crocerossina per l’occasione?

Antonio:            Non scherzare, il modo di vestire che ti ho consigliato è perfetto. Conosco molto bene i suoi gusti in fatto di donne.

Laura:               Si direbbe che tu hai passato tutta la tua vita a studiarlo.

Antonio:            Ho imparato molto da lui. Il suo metodo preferito nel concludere gli affari è quello di studiare attentamente la persona con cui sta trattando.

Laura:               E tu conti di fregarlo con i suoi stessi metodi.

Antonio:            Efd ho il vantaggio di conoscere in partenza le sue mosse.

Laura:               Cerca di tenermi sempre informata sulle mie quotazioni.

Antonio:            Starò sempre al tuo fianco, non avere paura. Ora vai , ti chiamerò appena il vecchio è pronto a dovere.

Antonio congeda Laura, la scena si chiude.

                                                           

SECONDO ATTO

Assassini in cerca d’autore

SCENA  QUINTA

Vittorio e Antonio giocano a carte.      

Vittorio:             Chissà quando si decide ad arrivare questa….questa  infermiera.

Antonio:            C’è voluto del tempo a trovare la persona giusta. Ci siamo dovuti sincerare che tutte le informazioni sul suo conto fossero positive. L’unico problema è che quella che andava bene per noi si sarebbe liberata solo oggi.

Vittorio:             Ma cosa dici? Mi sembra impossibile che in giro non ce ne siano altre!

Antonio:            E’ meglio essere prudenti, ci sono persone che ti vedrebbero volentieri fuori dalla circolazione.

Vittorio:             Non ho paura di nessuno.

Antonio:            Comunque ho vinto la partita.

Vittorio:             Ecco, lo sapevo, mi fai distrarre con questi discorsi , io non riesco a combinare nemmeno una scala e tu chiudi.

Vittorio butta via le carte, in quel momento entra Giacomo, il maggiordomo.

Giacomo:          Signore, c’è di la una certa signora Morelli.

Vittorio:             Bene, portami un sigaro, poi falla entrare.

     Giacomo porta il sigaro , Vittorio lo accende.

Antonio:            Le vado incontro.

Vittorio:             Fermo lì, non ce n’è bisogno, ci pensa Giacomo.

Entra Giacomo, introduce Laura Morelli, Vittorio  spinge  la sedia  a  rotelle vicino alla ragazza, la scruta con attenzione e poi aspira una boccata di fumo che scarica nell’aria.

Vittorio:             E’ assolutamente indecente che abbia dovuto aspettare tutto questo tempo per avere i suoi servizi. Se fosse stato per me, né avrei fatto volentieri a meno.

Laura:               D’estate la città è piena di gente che ha bisogno di un’assistenza, se lei è così sempre poco disponibile lo dica subito e potrò scegliere diversamente. Ha capito bene signor…….?

Vittorio:             De’ Scalzi, Vittorio De’ Scalzi, credo che il mio nome sia abbastanza conosciuto in giro. Come mai non è venuta prima signora…….?

Laura:               Morelli, Laura Morelli, e la smetta di gettarmi in faccia tutto questo fumo! Ho dovuto assistere una giovane partoriente e, siccome lei era il secondo della lista, sono venuta qui appena ho avuto il tempo di concludere il primo impegno.

Vittorio:             Allora non ha proprio capito con chi ha a che fare!

Laura:               Con Vittorio De’ Scalzi, naturalmente, il suo nome era scritto sul mandato della mia agenzia.

Vittorio:             Lo sa, mia egregia signora, che posso comprare in un minuto la sua agenzia comprese le sue prestazioni?

Laura:               E con questo?

Vittorio:             Con questo voglio farle capire che le conviene curare me piuttosto che una partoriente qualsiasi.

Laura:               Ma davvero? Vede, egregio signore, mi pagano tutti secondo la tariffa sindacale.

Vittorio:             Non faccia la sprovveduta, lei sa perfettamente che io la pagherò molto più degli altri.

Laura:               Non ne vedo affatto il motivo.

Vittorio:             Allora devo dedurre che ho a che fare con una persona onesta.

Laura:               No, solo lungimirante.

Vittorio:             Cosa….cosa?

Laura.               Non ho nessuna intenzione di concederle questo piccolo vantaggio su di me in modo che lei si possa sentire autorizzato ad approfittarne.

Vittorio:             Lei ha proprio una bella faccia tosta.

Laura:               Mi pagherà  quello che mi  pagano  gli  altri e  si  comporterà come si comportano tutti gli altri, altrimenti sarò costretta a salutarla e presentarmi alla terza persona dell’elenco.

Vittorio getta nell’aria un’altra boccata di fumo.

Vittorio:             Bene…. e che cos’altro comanda?

Laura:               Nient’altro, posso solo aggiungere che la puzza di sigaro mi dà fastidio e credo faccia male alla sua salute.

Vittorio:             Non l’ho assunta per essere giudicato.

Laura:               Certamente, ma dovrò curarla in qualche modo, altrimenti non vedo il motivo perché sia qui

Vittorio:             Che strana donna (gira la sedia a rotelle e si allontana). Vuol dire che fumerò i miei sigari quando dovrò fare a meno della sua presenza, ma ora,visto che è qui, rimanga pure a curarmi.

Laura:               E’ proprio ciò che ho intenzione di fare. Dove sono le istruzioni del medico?

Vittorio:             Gliele darà il mio segretario, adesso può andare, il maggiordomo le farà vedere la sua stanza.

Antonio  accompagna la donna fuori,  poi rientra.

Vittorio:             Caro Antonio, abbiamo assunto proprio un bel tipetto!

Antonio:            Ha ottime referenze.

Vittorio:             Oltre a quelle, ha anche una bella lingua….

Antonio:            Se vuoi ne troviamo un’altra….

Vittorio:             E perché? Una vale l’altra! Ma le farò scomparire quella puzza che ha sotto il naso. Ne ho domate di molto peggio nella mia vita. Ora accompagnami nella mia stanza, sono un po’ stanco.

Antonio spinge la sedia a rotelle verso la porta.

Vittorio:             Sì, proprio un bel caratterino! E’ da tempo che non ne conoscevo una così. Ci srà da divertisi.

Antonio:            Certo, certo.

Vittorio esce di scena,   Antonio suona il campanello, entra Giacomo.

Antonio:            Accertati che alla signora Morelli non manchi nulla, poi dille che le devo parlare.

Giacomo esce,  Antonio si mette seduto a sfogliare il giornale. Entra Laura e lui prima di parlare si guarda intorno con circospezione.

Antonio:            E’ meglio essere prudenti,qualcuno ci può sentire.

Laura:               Com’è andata?

Antonio:            Ti sei comportata benissimo, l’hai colpito abbastanza.

Laura:               Non avrò calcato un po’ troppo la mano?

Antonio:            Nient’ affatto, il  vecchio   ha la pelle dura ed è più velenoso di un serpente a sonagli. Ora ti terrà d’occhio pronto a colpirti, lui ama le sfide all’ultimo sangue! Piuttosto cerca di fargli smettere il vizio del fumo,il prof. Ciani ci terrebbe moltissimo.

Laura:               Non sarà un’impresa facile, mi sembra un tipo piuttosto ostinato.

Vittorio:             Non è altro che un vecchio viziato.

Laura:               Me ne sono accorta.

Antonio:            Ho dimenticato di dirti che quando giochi a carte con lui bisogna che lo lasci vincere ogni tanto, ha problemi di memoria e non si ricorda gli scarti.

Laura:               Provvederò.

Antonio:            Non tutte le partite naturalmente, non è sciocco, se ne accorgerebbe. Ora è meglio che vai da lui, tieni , (le porge un foglio) queste sono le istruzioni per tutta la sua terapia.

Laura ed Antonio escono, la scena rimane vuota, musica .

                                                     

SCENA SESTA

E’ passato del tempo. Sbuca Vittorio che,  come  ogni mattina si guarda allo specchio, si aggiusta il foulard, si spruzza un po’ di profumo e poi spinge la  sedia a rotelle  verso il tavolo e prende il giornale. Comincia a leggere, quando entra Laura.

Laura:               Buon giorno signor De’ Scalzi, come va stamattina?

Vittorio:             Stupendamente, le sue cure hanno fatto miracoli! Anche la gamba va molto meglio, il fisioterapista mi ha detto che tra  poco   potrò gettare via questa maledetta sedia a rotelle. Solo lei poteva convincermi a fare tutta quella fastidiosa ginnastica!

Laura:               Mi sono attenuta scrupolosamente alle indicazioni del prof.Ciani. Fa parte del mio lavoro.

Vittorio:             Che lei esegue con molta professionalità! Anche tutta la  casa ha  risentito del suo tocco femminile, per cui devo riconoscere che la sua presenza  qui non è affatto sgradevole.

Laura:               Tutto sommato anche la sua compagnia non è affatto sgradevole.

Vittorio:             Touché! Non me ne lascia passare una!

Laura:               Ognuno ha il proprio carattere……anche il suo non è mica tanto facile!

Vittorio:             Devo proprio a questo carattere il successo che ho negli affari.

Laura:               Ma noi non  discutiamo di affari.

Vittorio:             Non cambia niente, ho imparato a mie spese che ogni cosa nella vita ha il dovere di  essere  affrontata  con lo spirito giusto, come  se si stesse trattando un affare vantaggioso.

Laura:               Quindi anche la salute.

Vittorio:             Certamente, anche se credo che ogni tanto faccia bene  allo spirito scendere a patti .

Laura:               Cosa intende dire?

Vittorio:             Ammettiamo che le chieda la chiave dell’armadietto dei medicinali.

Laura:               E che vuol farsene?

Vittorio:             Prendere una cosa.

Laura:               Suppongo la scatola di sigari.

Vittorio:             Ah, vedo che l’ha notata.

Laura:               E’ la cosa che più mi ha colpito da quando mi è stata data in custodia.

Vittorio:             Lei è un’imperdonabile ficcanaso, mia cara. Le propongo un patto.

Laura:               Sentiamo.

Vittorio:             Lei mi consegna la chiave ed io le regalo mille euro.

Laura:               Sa benissimo che il dottore le ha proibito di fumare.

Vittorio:             Ma io non le ho mica detto che voglio fumare!

Laura:               Non l’ha detto, ma è quello che pensa.

Vittorio:             Ci rifletta bene, rimarrà un segreto tra noi due.

Laura:               Cambiamo discorso, è molto meglio.

Vittorio:             Allora le offro duemila euro, così potrà spenderli per comprarsi un gioiello o magari un bel capo firmato. Duemila euro per una chiave insignificante, ci pensi bene.

Laura:               E’ inutile, sta perdendo il suo tempo.

Vittorio:             Piccola  sciocca, se  lei  non mi da la chiave, io chiamerò qualcuno della servitù e ordinerò di forzare l’armadietto, così io avrò i miei sigari e lei niente.

Laura:               Faccia come vuole, ma io non sarò mai sua complice.

La guarda  un  attimo come incredulo,  poi dalla solta tasca sulla sedia a  rotelle tira fuori una cassetta metallica. Prende una chiave che ha attaccata con un laccio al collo,  apre la cassettta e comincia a tirare fuori dei gioielli.

Vittorio:             Scelga pure quello che vuole, mia cara, ecco questo bracciale è semplicemente delizioso.

Laura.               Ma che sta facendo!

Vittorio:             Ecco lo prenda, glielo regalo.

Laura prende il bracciale e lo tiene tra le dita.

Laura:               Che pietre meravigliose, chissà quanto vale.

Vittorio:             Una fortuna, lo comprai molto tempo fa in Africa. Lì si trovano le pietre più belle del mondo. Al suo polso starà benissimo.

Laura lo guarda affascinata ancora per un attimo e poi lo rimette nella cassetta del vecchio.

Laura:               Non sapevo che amasse il fumo sino a questo punto. Mi dispiace molto per il suo spirito, ma questa volta credo rimarrà deluso.

Vittorio sbatte con forza il coperchio della cassetta, la rimette a posto e poi spinge la sedia a rotelle molto vicino a Laura.

Vittorio:             Si rende conto, egregia signora, di essere alle mie dipendenze?

Laura:               (Girandogli le spalle) Come faccio a non rendermene conto, lei me lo ricorda ad ogni occasione.

Vittorio:             Bene, le ordino……mi sente….le ordino di andarmi a prendere dei sigari, immediatamente.

Laura:               Questa è una ridicola farsa, egregio signor De’ Scalzi! Io sono stata assunta da lei, ma prendo ordini solamente dalla mia agenzia o  dal medico.

Vittorio:             Così… lei si rifiuta di obbedirmi!

Laura:               Categoricamente, non sono la sua schiava, quindi la smetta di fare il bambino viziato e cerchiamo di tornare a livelli di discorso più normali.

Vittorio:             Ma per chi mi ha preso, per un povero demente?

Laura:               Questo se lo sta dicendo da solo.

Vittorio:             Io….io…non so che cosa mi trattenga dal…..se ne vada via, se né vada immediatamente.

Laura indugia per un attimo.

Vittorio:             Le ho detto di andarsene.

Laura:               Non deve infuriarsi in questo modo, alla sua età gli anni valgono il doppio.

Laura gli gira le spalle ed esce sbattendo la porta proprio nel momento in cui sta entrando Antonio.

Antonio:            Cosa succede?

Vittorio:             Niente che ti riguardi.

Antonio:            Le fa male arrabbiarsi.

Vittorio:             Le avevo chiesto solo un misero sigaro, è da quando è stata assunta che non ne tocco uno.

Antonio:            Sta facendo solo ciò che le ha ordinato il medico.

Vittorio:             Allora va al diavolo anche tu .

Antonio prende un flaconcino dalla tasca, versa alcune gocce in un bicchiere e lo porge a Vittorio che  beve.

Vittorio:             Sto già meglio, quella donna ha il potere di scuotermi il sistema nervoso………..come mai sei qui?

Antonio:            Una bella notizia, hai letto delle quotazioni della “ General Motor”?

Vittorio:             Non ancora.

Antonio:            Fortunatamente me le hai fatte acquistare quando erano al ribasso, ora valgono il doppio. Se sei d’ accordo ne vendiamo il quarantanove per cento così rientriamo del capitale versato e continuiamo ad avere la maggioranza delle azioni.

                       

Vittorio:             Idea eccellente.

Antonio:            Grazie al tuo fiuto.

Vittorio:             Sono solo gli ultimi colpi di coda, non mi è rimasto granchè per cui vale la pena di combattere.

Antonio:            Non essere così pessimista.

Vittorio:             Purtroppo lo sono! Mi rendo sempre più conto che il denaro ed il potere non potranno mai ridarmi la giovinezza perduta, siamo tutti disarmati davanti al tempo che passa e questo che mi rode dentro.

Antonio:            Lo sai che non è affatto vero e sei ancora in ottima forma, specialmente dopo le cure della signora Morelli.

Vittorio:             Ah…quela poi! Non indorarmi la pillola, non mi va di essere commiserato.

Antonio:            Non ce n’è il motivo.

Vittorio:             Smettila! Piuttosto valla a chiamare, voglio prendermi una rivincita a carte.

Antonio:            Ok, vado a cercarla.

Antonio esce, Vittorio prende un sigaro dalla tasca, lo accende con molta calma, suona il campanello, compare Giacomo.

Giacomo:          Desidera?

Vittorio.             Predisponi per il pranzo, cosa c’è sul menu di oggi?

Giacomo:          Ci ha pensato la signora Morelli, se vuole mi informo in cucina.

Vittorio:             No, lascia  stare,  oramai  è  lei che  decide  minuto per minuto la mia vita.

Giacomo esce, entrano Antonio e Laura.

Laura:               Mi ha fatto chiamare?

Vittorio:             Gradirei fare una partita a carte con lei e Antonio, se non vi spiace.

Laura:               Va bene.

Antonio e  Laura si mettono seduti al tavolo. Vittorio prende il sigaro che ha poggiato sul portacenere, aspira e getta il fumo nell’aria.

Vittorio:             Mi piace sfidarla a carte, signora Morelli, lei è un’ottima giocatrice e la cosa non mi stupisce affatto, nel gioco la padronanza delle proprie azioni è essenziale.

Laura:               Ha perfettamente ragione, ecco perché lei non riesce mai a vincere…. è una persona troppo impulsiva.

Vittorio:             Comunque riesco a perdere solo alle carte, ma nella vita è diverso, vinco sempre. Il potere compra tutto, la storia ce lo insegna.

Laura:               Anche Napoleone ha conosciuto la sua Waterloo, non dimentichi.

Vittorio la guarda negli occhi come in senso di sfida.

Vittorio:             Ma io sono alla fine, queste probabilmente sono le uniche Waterloo della mia vita, altre sconfitte non ne ho mai conosciute, vero Antonio?

Antonio:            Già.

Vittorio:             Il potere del denaro!

Laura:               Sì….ed i manicomi sono pieni di gente che si crede di essere  Napoleone

Vittorio:             Co….cosa?

Prende il sigaro che era poggiato sul portacenere, da una boccata e getta il fumo in faccia a Laura. La donna lo scansa con un gesto stizzoso.

Laura:               Se invece di tenere in mano quel  sigaro puzzolente  prendesse la carta, ne saremmo tutti  molto felici.

Vittorio.             M’è costato molto meno questo sigaro che se me lo avesse dato lei.

Laura:               Non ne dubito!

Vittorio:             In quel cassetto ci sono delle scatole di sigari di ottima fattura, me li faccio portare a domicilio direttamente da Cuba.

Laura.               Ma davvero? Lo sa per quale ragione il suo medico mi ha fatto promettere di non lasciarla fumare? Egli sostiene che per un uomo della sua età fumare un sigaro vuol dire perdere più o meno un mese di vita. Personalmente ritengo che lei abbia un bel coraggio a sperperare un patrimonio così esiguo.

Attimo di tensione, Vittorio guarda la donna come se volesse ucciderla.

Vittorio:             Lei è solo una sciocca presuntuosa e saccente.

Laura:               Sì, tanto sciocca da prendere la carta che lei ha scartato e chiudere la partita.

Vittorio guarda con stupore le carte che Laura ha aperto quindi le scansa via.

Vittorio:             Succede che sbaglio lo scarto,  perché lei ha l’insano potere di mandarmi in bestia ogni volta che apre bocca per sputare fuori sentenze fuori luogo.

Laura.               O forse è colpa del fumo che le annebbia la vista.

Vittorio:             Io….io, giocavo a carte quando ancora lei puzzava di latte.

Laura:               Però è bastato questo mio breve periodo di vita per tenerle testa, a quanto pare!

Vittorio:             Forse perché generalmente sottovaluto l’intelligenza di voi donne.

Laura:               Forse è proprio ciò che da a noi donne il vantaggio su alcuni tipi di uomini, ma comunque se le fa piacere,  posso sempre concederle la rivincita.

Vittorio:             Non adesso, ho fame.

Antonio:            Se non ti dispiace, io andrei, ho degli impegni…..

Vittorio:             Rimandali che non ho nessuna voglia di rimanere solo con……

Laura:               Vuole dire con me?

Vittorio:             Senta, signora Morelli, mi faccia il piacere, vada di là e dia disposizioni al cameriere per il pranzo.

Laura gira le spalle ed esce.

Vittorio:             Una iena!

Antonio:            Certo, ma bisogna ammettere che  sa  difendersi molto bene.

Vittorio:             Sì, ma ha una visione esagerata dei suoi doveri.

Antonio del liquido in due bicchieri, ne porge uno a Vittorio.

Vittorio:             E’ proprio quello che ci vuole, anche se devo ammettere che ho una fame da lupo! Quella donna ha il potere di accendere in me il gusto della lotta.

Antonio:            Buon segno!!

Vittorio:             Se lo dici tu.

Entrano Giacomo e Laura che si avvicina alla sedia a rotelle di Vittorio come per spingerla.

Vittorio:             Faccio da me. Cosa ha preparato il cuoco, Giacomo?

Giacomo:          Brodo di pollo, lesso in salsa di funghi e pesce alla griglia.

Vittorio:             Fai buttare  immediatamente quella schifezza, lo sai che la puzza di brodo mi disgusta o l’hai dimenticato?

Giacomo:          Mi sono attenuto alle disposizioni della signora Morelli, signore.

Laura:               Ha ragione, sono stata io…….

Vittorio:             Non mi frega assolutamente niente delle disposizioni della signora Morelli, ti ho appena ordinato di far sparire quell’ immondo intruglio dalla mia cucina e che nessuno….dico nessuno  si azzardi a portarlo a tavola.

Laura:               S’è mai chiesto se è piacevole per noi sottostare ai suoi capricci? Ho ordinato per lei il pesce alla griglia che è il suo piatto preferito, quindi se lo gusti in santa pace come noi gusteremo il nostro brodo, ma non faccia per questo una ridicola sceneggiata!

Vittorio.             Chi le da il diritto di comandare quello di quelo che gradisco a tavola?

Laura:               Nessuno vuole comandare i suoi gusti, ma cerchi, per quanto può, di rispettare quelli degli altri.

Vittorio:             Così lei crede di poter dettare legge qui dentro, non è vero? Nessuno, capisce,nessuno, deve disobbedirmi e, quando proibisco qualcosa esigo che i miei ordini vengano eseguiti. Lei è stata assunta solamente per servirmi e, visto che siamo a questo punto, da oggi in poi desidero essere informato su ogni cosa che riguarda la gestione di questa casa, cucina compresa.

Laura si alza e fa il gesto di andare via.

Vittorio:             Rientri immediatamente, il pranzo deve ancora cominciare.

Laura:               Non ci penso nemmeno, non credo che nelle mie mansioni ci sia quella di dover pranzare a tutti i costi con lei, a meno che non le serva una mano per essere imboccato.

Vittorio.             Ma…ma  come si  permette? Lei è solo una povera stupida.

Laura:               E lei un ricco viziato.

Vittorio:             Allora se ne vada pure al diavolo, torni pure nella sua squallida agenzia, donne migliori di lei ne trovo quante ne voglio.

Laura:               Non ne dubito affatto, ma quello che probabilmente non troverà mai è la buona educazione ed il rispetto per gli altri.

Laura esce dalla stanza. Entra Giacomo

Vittorio:             Ora sono proprio stufo, ha superato ogni limite.

Giacomo:          Posso servire a tavola?

Vittorio:             (Rivolto ad Antonio)  Mi è passato completamente l’appetito, dammi le gocce di calmante.

Antonio:            (Le tira fuori dalla tasca e gliele porge ) Devi stare più calmo, ti fa male agitarti!

Vittorio:             (Beve) Mi dispiace , ma quella donna sta diventando troppo arrogante per i miei gusti.

Antonio:            Purtroppo avete lo stesso carattere.

Vittorio:             L’ho assunta solo per servirmi e non per essere contrariato su ogni cosa.

Antonio:            Ok, allora è meglio mandarla via e cercarne una più accondiscendente.

Vittorio:             Non ho detto questo, ma ora accompagnami in stanza e cerca di far capire a quella donna che  è meglio che abbassi un po’ le penne.

Antonio:            Ci proverò.

Antonio spinge la sedia a rotelle fuori, poi rivolto a Giacomo.

Antonio:            Vammi a chiamare la signora Morelli.

Giacomo:          Non credo che sia in casa, ho visto la sua auto che usciva dal viale.

Antonio:            E’ andata via?

Giacomo:          Penso proprio di si.

Antonio:            Va dal padrone e senti se ha bisogno di qualche cosa.

Giacomo esce

Antonio:            (Prende il telefono e compone un numero)  Pronto…….dove sei?……Si il vecchio l’ha presa proprio male…..

SCENA SETTIMA

      Antonio Blasi è seduto , entra Laura Morelli vestita in modo molto elegante.

Antonio:            Felice di vederti!

Laura:               Anch’io

Antonio:            Com’è andata la luna di miele?

Laura:               Come in un sogno, Vittorio mi ha fatto conoscere posti stupendi.

Antonio:            Ne hanno parlato ampiamente tutti i giornali, siete stati il bersaglio di tutte le riviste mondane: il grande armatore e la sua giovane sposa.

Laura:               Avevi ragione, con Vittorio è difficile annoiarsi, è sempre molto caro con me! Devo confessarti che per un momento ho temuto che il nostro piano andasse in fumo.

Antonio:            Anch’io ho avuto paura, il vecchio era proprio nero dalla rabbia.

Laura:               Pensavo di essermi spinta troppo oltre.

Antonio:            Vorrei vedere! Nella sua casa,  anche i muri conoscono tutta la sua avversione per il brodo e tu lo hai fatto cuocere.

Laura:               Mi dava fastidio quella sua spocchia, tutti dovevano sottostare ai suoi capricci e poi non vedevo altra maniera per smuovere la situazione che si era venuta a creare tra noi due.

Antonio:            Avevi spiazzato pure me, ma a conti fatti, hai fatto centro.

Laura:               Se le cose si fossero messe male sarei potuta sempre tornare sui miei passi.

Antonio:            La tua astuzia ha superato ogni mia immaginazione e non ha fatto altro che avvalorare la bontà della mia scelta nei tuoi confronti.

Laura:               Mi avevi messo in guardia e praticamente ho giocato con un avversario conoscendo in anticipo le sue mosse.

Antonio:            Come avevo previsto, il vecchio si è sciolto come neve al sole, mi è bastato tenerlo sulla corda per un paio di settimane. All’ inizio si era messo in  testa  che  dovevo  convincerti  a  tornare  per  essere lui a licenziarti, poi mi ha detto di offrirti tutti i soldi  che  volevi. In qualche maniera doveva uscire vincitore dalla sua battaglia, ma non aveva previsto il fatto di  trovare  davanti   una persona incorruttibile e lui  è uno che non si arrende mai!

Laura:               Non mi sono sorpresa più di tanto quando me lo sono visto comparire sulla porta di casa, vestito di tutto punto e per giunta senza sedia a rotelle. Lo trovai quasi affascinante!

Antonio             Ah, non ne dubito, quando vuole sa come conquistare una donna.

Laura:               E nonostante tutto non sono stata affatto tenera con lui. Ho rifiutato tutte le sue proposte in denaro per farmi tornare alla villa.

Antonio:            E quando ha visto che eri incorruttibile, si è gettato sul sentimento ed  ha tentato la carta del matrimonio.

Laura:               Avresti dovuto sentirlo quando gli dissi che non vedevo il motivo perché avrei dovuto sposare una persona che poteva essere mio nonno!

Antonio:            Spietata sino in fondo

Laura imitando la voce di Vittorio.

 

Laura:               “Cara bambina, devo ammettere a me stesso che mi sono affezionato molto a lei anche perché ho capito che è  l’ unica  persona  di  cui  mi possa fidare  in questi  ultimi  anni  che  ho davanti. Non le chiederò altro che un po’ di sana compagnia”.

Antonio:            Sapeva benissimo che solo sposandoti l’ avrebbe avuta vinta e devo dire che tutto sommato ha fatto un ottimo affare. L’ ho visto molto in forma da quando è tornato dalla luna di miele.

Laura:               Si è  convinto a fare un po’ di sport, ha ripreso ad andare a cavallo e a frequentare gente ed ha voluto che rimettessi assolutamente a posto la villa secondo i miei gusti.

Antonio:            Mi fa piacere vederti così soddisfatta! Da quando ti sei  sposata  ci siamo visti molto poco e devo dire che Vittorio ha lasciato tutta la gestione del suo impero quasi completamente nelle mie mani.

Laura:               Sa che sei una persona in gamba ed io non faccio che parlere bene di te.

Antonio:            Ed io ho pensato anche al nostro futuro.  Mediante tutta una serie di allusioni  e  consigli  pieni di tatto, sono riuscito a convincere   tuo marito a revocare il testamento precedente e a farne un altro in tuo favore.

Laura:               Perfetto!

Antonio:            Da qualche giorno è depositato il nuovo testamento, firmato di suo pugno, in cui è scritto che in sua morte diventerai erede di tutti i suoi beni terreni, con la sola  clausola  che tu  finanzi un  ospizio per vecchi e due o tre enti minori di beneficenza. Il tuo futuro è ormai del tutto garantito.

Laura:               Sei un uomo in gamba! Ora dimmi cosa devo fare!

Antonio:            Ciò che abbiamo pattuito.

Laura:               Hai paura che scappi?

Antonio:            Se ti dovesse succedere qualcosa, a me non rimarrà in tasca che il vitalizio , per cui capisci bene che è meglio non correre rischi.

Laura:               Ok, concludiamo questa faccenda e togliamoci il pensiero.

Antonio:            Molto bene! Devi solo firmare queste obbligazioni che ho preparato, poi sarai completamente libera di gestire la tua vita come meglio credi.

Antonio porge a Laura alcuni fogli che la donna guarda e poi firma.

Laura:               Quanti soldi!

Antonio:            La metà del patrimonio, com’era nei patti.

Laura:               Che ora ho rispettato.

Antonio:            Su questo non nutrivo  dubbi. Ora permettimi di augurarti tutta la fortuna che desideri.

Antonio prende la mano della donna e la bacia.

SCENA OTTAVA

Scena completamente vuota, sette cubi disposti  a ferro di cavallo . Una luce inquadra le figure di Antonio e Laura e man mano quelli che entreranno di seguito.

Laura:               Vittorio è di la steso per terra con gli occhi sbarrati. Credo sia morto!

Antonio:            E’ stato facile!

Laura:               Cosa vuoi dire?

Antonio:            E’ stato molto semplice! Mi è bastato mettere una forte dose di digitale nel bicchiere pronto sul suo comodino, lui ci ha aggiunto le altre che prende abitualmente, ed il suo cuore non ha retto. Cosa pensavi, che potessi aspettare all’infinito che crepasse? Il vecchio ha una tempra forte ed anch’io comincio ad avere i miei annetti. Il tempo che mi rimane voglio godermelo per bene mia cara Laura.

Laura:               Dovevo prevederlo che non avresti aspettato.

Antonio:            Quello che non immagini, però , è il seguito della faccenda.

Laura:               Cioè?

Antonio:            La tua uscita di scena.

Laura:               Cosa…..cosa?

Antonio:            Farò in modo tu  venga incolpata  della sua morte.

Laura:               Sei impazzito?

Antonio:            Una telefonata anonima avviserà la polizia che c’è stato un omicidio, controlleranno il bicchiere da cui ha bevuto tuo marito e scopriranno che contiene i residui di una forte dose di digitale allo stato puro. Su di esso sono impresse le tue impronte!

Laura:               Come hai fato?

Antonio:            Molto semplice! L ’ho conservato con molta cura l’ultima che abbiamo brindato nel mio ufficio. Tu sei l’unica che aveva interesse a che Vittorio morisse ed io stesso dirò che ti avevo rivelato che aveva cambiato il testamento in tuo favore.

Laura:               Io….io credo che tu sia completamente fuori di testa….e…e poi spiegami cosa ti conviene incolparmi? Ti ho già dato quello che abbiamo pattuito!

Antonio:            Questa è la parte più interessante del mio piano: erediterò tutti i soldi del vecchio, perché sono il suo parente più prossimo.

 Laura:              Cosa?

Antonio:            Sì, hai capito bene! Sono un suo lontano cugino.

Laura:               Ah si…..e da quando?   

Antonio:            Gli archivi dei quali mi occupo, dimostreranno che Vittorio ne era perfettamente al corrente. Lui questa cosa non l’ha mai saputa, ma sono io che ho fatto in modo di essere assunto da lui. La legge, in mancanza di eredi diretti, riconosce i diritti del più vicino consanguineo. Per il mio piano era necessario che lui revocasse il vecchio testamento e ne facesse un altro “ad personam”. Sparita tu, eredito tutto io.

Laura:               Hai fatto male i tuoi calcoli se pensi che  te lo lasci fare. Se mi costringi, spiffererò tutto alla polizia, parlerò del nostro accordo e, se sarà necessario, tirerò fuori la lettera che ho ricevuto quando ho risposto al tuo annuncio.

Antonio:            Non ero  così cretino da  lasciare  in  mano a  te  un documento così compromettente. L’ho recuperata tra le  tue cose e l’ ho distrutta molto tempo fa. Quanto all’annuncio, nessuno  potrebbe farlo risalire a me perchè, oltre ad essere anonimo, fu spedito da un paesino  dove  non ho mai messo piede ed inoltre  ho  fatto  mandare  la risposta ad una casella postale a cura dello stesso giornale.

Laura:               Potrebbero testimoniare le altre donne che hanno risposto al tuo annuncio.

Antonio:            Lo credi davvero? Ho avuto diverse risposte, si capisce, ma la tua è stata l’unica che ho preso in considerazione. 

Laura:               Hai studiato tutto nei minimi particolari!

Antonio:            Cosa credi, per fare fortuna, ci vogliono intelligenza ed astuzia!

Laura:               Mi hai incastrato a dovere, ma non  sarà facile liberarti di me.

Antonio:            Non ti conviene sollevare un polverone! Se avrai la pazienza di aspettare qualche mese, prometto di  tirarti fuori dai guai. Posso metterti a   disposizione i migliori penalisti  in  circolazione.

Laura:               Molto generoso da parte tua, ma non ci sto! Non ho alcuna intenzione di fungere da capro espiatorio in questa faccenda .

                       

Antonio:            Ragiona! Possiamo dimostrare che il vecchio aveva cominciato a maltrattarti e a pretendere da una ragazza giovane come te delle prestazioni…..diciamo particolari?

Laura:               Ma in galera ci vado io, mica tu!

Antonio:            Sarà  per  poco tempo ed  una volta  libera, ti darò i soldi necessari a campare come  una gran signora per tutto il  tempo  che  ti rimane. Non potevi pensare di cambiare la tua vita solamente con una  piccola inserzione. Negli affari ci vuole ben altro!

Laura:               Maledetto il giorno che ti ho incontrato!   

Entra in scena Giacomo il maggiordomo. Antonio e Laura lo guardano con stupore.

Antonio:            Che c’è?

Giacomo:          (Pausa) Vedi caro Blasi, in questa storia nessuno ha mai pensato ad una persona insignificante come me, anche perché sino ad ora sono stato solo una semplice  comparsa.

Antonio:            E vieni qui a rivendicare diritti ?

Giacomo:          Non fare il gradasso! Credo piuttosto che ti convenga starmi a sentire.

Antonio:            Cosa vuoi?

Giacomo:          Ero nella stanza  prima che il padrone morisse, non mi hai notato solo perchè in quel momento ero entrato in bagno per il cambio di biancheria.

Antonio:            E allora!

Giacomo:          Stava dormendo e ti ho visto quando  hai sostituito il bicchiere. Pensi che questo fatto possa interessare la scientifica?

Laura:               Perfetto,sono salva!

Antonio:            Zitta tu (rivolto a Laura) Ok, cosa vuoi?

Giacomo:          Vedo che cominci a prendermi in considerazione!

Antonio:            Vieni al sodo, non ho tempo da perdere.

Giacomo:          Voglio la tua stessa fetta di torta.

Attimo di silenzio. Antonio guarda Giacomo in atto di sfida

Antonio:            Non dire cavolate, posso distruggerti come e quando voglio.

Giacomo:          Non mi fai paura.

Laura:               Mettiti l’animo in pace, se parla sei fregato.

Giacomo:          Vedo che la signora ha afferrato bene il concetto.

Antonio con un gesto fulmineo tira fuori dalla tasca una pistola.

Antonio:            Non permetterò mai  e poi  mai che  insetti insignificanti  come   voi, possiate mandare all’aria il mio grande progetto, per cui penso che arrivati a questo punto dovete sparire.

Giacomo:          Non fare fesserie.

Antonio:            Vi troveranno morti tutti e due. Laura ti ha sparerà perché le hai rivelato che l’hai vista mettere le gocce di digitale nel bicchiere del marito e quindi la stavi ricattando, mentre tu nell’atto di difenderti, le hai sferrato una pugnalata con un coltello che farò in modo che la polizia trovi al tuo fianco con le tue impronte digitali accanto alla pistola con le sue di impronte. Nessuno potrà mai pensare che sia stato io a farvi fuori.

Giacomo:          Non lo fare, è da tempo che studio le vostre mosse. Questa casa per me non ha segreti! Un amico ha in mano una lettera dove ho scritto tutto. Se dovessi morire finirà in mano alla polizia e sei fregato in ogni caso.

Entrano in scena Vittorio, Ciani e la segretaria di Antonio. Antonio, Laura e Giacomo  li guardano con l’aria stupita.

Laura:               Tu…….non sei….

Vittorio:             Morto… è questo che vuoi dire?

Antonio:            Non è possibile!

Vittorio:             Come vedi, sono vivo e vegeto! Ho recitato molto bene la parte del defunto e ci siete cascati in pieno! D ’altronde sono sempre stato un bravo attore. Ora getta via quella pistola che  tra poco qui arriverà la polizia  e di voi non rimarrà più nessuna traccia in questa storia. Pensavate che io fossi così fesso da non accorgermi di quello che stavate architettando?

Laura:               E mi hai sposato ugualmente?

Vittorio:             Ho giocato con tutti voi  e ho ricevuto. Specialmente da una bella ragazza come te, mia cara Laura!

Laura:               Sei un essere spregevole.

Vittorio:             Mentre tu invece! Sin dal primo giorno che hai messo piede nella mia esistenza ho capito che non potevi essere quella santarellina incorruttibile che volevi apparire.

Laura:               Preveggenza?

Vittorio:             Nient’affatto! Solo astuzia. (Rivolto a Ciani) E’ Ciani che mi ha messo subito al corrente della vostra tresca. Come hai potuto pensare che potesse tradirmi? Sono io che sovvenziono la sua clinica,la sua barca e tutti i suoi vizietti.

Segretaria:        Ed io che lavoravo al tuo fianco,caro Antonio, ogni giorno lo relazionavo sulle tue mosse e su tutto ciò che succedeva nel tuo ufficio, appuntamenti compresi.

Antonio:            Luride ed infami spie ecco cosa siete!

Segretaria:         No, semplicemente  un’impiegata del dottor Dè Scalzi , lautamente stipendiata.

oCiani:              Come lo sono io d’altronde! La storia dell’armatore che sposa l’infermiera non l’ho mai bevuta. Sparito Vittorio avrei perso tutto, mi dispiace, mi sei pure simpatico, ma non potevo permettermelo.

Vittorio:             Cosa credevi, che ti facessi maneggiare il mio patrimonio senza prendere alcuna precauzione? Sapevo tutto di te, anche della nostra lontana parentela.

Antonio:            Tu sapevi?

Vittorio:             Ma certo! Non mi metto mai nessuno al fianco se non conosco vita morte e miracoli del suo passato.  Se  non mi  hai mai detto niente, un motivo ci doveva essere!  Devo confessarti che , a parte qualche piccola speculazione che hai fatto per conto tuo e che ti ho lasciato fare, non mi hai mai dato mai dei grossi grattacapi. Fino all’entrata in scena di Laura! Li ho capito tutto il tuo piano!

                       

Antonio:            (Rivolto a Ciani) Io e te ci potevamo mettere d’accordo, sicuramente ci avresti guadagnato molto di più.

Vittorio:             Arrenditi Antonio, lui ha scelto il migliore. Senza di me non sei che una mezza tacca, un povero fallito!

Giacomo:          Ora che ci siamo proprio tutti, dicci le tue intenzioni.        

Vittorio:             Sono io il burattinaio che ha mosso tutti i fili di questa faccenda. Vi ho assecondato sino alla fine, mi sono divertito a manovrarvi.

Antonio:            Dacci almeno un’altra chance!

Vittorio:             C’è chi nasce primo attore e chi comprimario. Sono io l’interprete principale, il motore di questo giallo e voi delle semplici comparse. Fatevi da parte, è questo il finale più appropriato.

Entra in scena lo scrittore Alberto Cassani.

Alberto:             Ma cosa  farnetichi? Nessuno può  arrogarsi il diritto di decidere il finale di una mia storia. Tutti voi, te compreso, siete solamente  un  surrogato della mia fantasia.

Vittorio:             Tu dici? Allora come mai siamo tutti qui davanti a te?

Segretaria:        Ti abbiamo offerto su un piatto d’argento parecchi  spunti  da cui attingere.

Antonio:            Dovresti esserci riconoscente, ti stiamo dando una grossa mano!

Laura:               Basta solo scegliere !

Alberto:             Ma quali spunti? Questa storia non esiste per il semplice fatto che la considero scontata. Lui, lei, il vecchio ricco, il maggiordomo, il Maigret di turno che potrebbe sbucare all’improvviso e ribaltare la situazione. Sono situazioni banali e facilmente prevedibili. Manca il colpo di scena,il gesto originale che rende coinvolgente una trama e che distingue un autore di successo da uno mediocre.

Ciani:               Smettila di commiserarti, ti abbiamo messo I pezzi giusti nel posto giusto ed il risultato non mi sembra poi tanto disprezzabile.

Alberto:             Ma  i pezzi che non combaciano all’ idea che mi ero prefissato.

                         

Entrano la donna (coscienza) e l’ uomo (cervello) . Gli altri personaggi si mettono seduti in semicerchio ed in penombra.

Alberto:             Mancavate solo voi! Ora sì che siamo al completo!

Cervello:           Sorpreso? Eppure siamo parte di te! Io sono quello che ti detta le mosse, lei quella che giudica il tuo operato.

Coscienza:       Loro (indica i personaggi) non hanno tutti i torti.

Alberto:             Non farmi ridere! Sai perfettamente, mia cara coscienza, che questa è una storia che non  venderà mai ed è giusto che io la metta via.

Coscienza:       Cerca di essere  un po’ più elastico e lascia che per una volta i tuoi personaggi, dettino decisioni come la gente viva.

Alberto:             Non succederà mai che dei personaggi abbiano libero arbitrio in un mio racconto.

Cervello:           Allora approfittane, mi metto come sempre a tua disposizione! Usami come e quanto ti pare, altri stratagemmi se ne possono trovare.       

                       

Alberto:             Proprio tu dici questo! Lo sai, non ho mai amato gli stratagemmi! Trovo che sono  semplici trucchi che non hanno niente a che fare con un’opera di successo. Tante volte non si riesce a tirare fuori un finale decente anche da trame apparentemente interessanti, figuriamoci da questa!

Cervello:           Non posso credere che tu sia spremuto del tutto!

Alberto:             Invece è così! Sono un fallito e questa storia  è un fallimento. D’altronde se un editore non investe più su di me da tempo immemorabile, ci sarà pure un motivo! Sono come quel pittore da due soldi che non riesce più ad imprimere sulla tela le sue sensazioni.         

Cervello:           Non è colpa di come scrivi, né degli editori e né del mercato o di chi legge.  Devi solo scegliere il finale che più ti piace e loro si sono dati da fare ad aiutarti.

Coscienza:       E poi, mio caro,nessuno  pretende che questa storia diventi un best-seller. Si sa bene che al giorno d’oggi vendono più i  tascabili.

Alberto:             Mi dovresti conoscere, la vendita per fare cassa non è mai rientrata nei miei programmi, anche se penso che ogni lavoro possegga la sua dignità.

Coscienza:       Se abbandoni questa storia, vedrai che qualcuno prima o poi la tirerà fuori e magari arricchendola con qualche idea originale riuscirà a ridarle vita.

Alberto:             Forse e non m’interessa. L’unico progetto che ho per il momento è la mia uscita di scena. Vedrete, almeno questa, sarà un finale ad effetto!

Cervello:           Dannazione, si sta immettendo in un percorso pericoloso e non riesco  a prevedere più le sue mosse.

Alberto:             (Mette le mani tra i capelli) La testa mi sta scoppiando e voi state tutti qui come un groviglio immobile che non riesco a rimuovere. Adesso è arrivata l’ora di mettere fine a questo assurdo progetto!

Cervello:           No…Antonio…..no

Tutti i personaggi che erano seduti in silenzio si alzano in piedi e corrono verso Antonio. La luce si spegne di colpo, il rumore di uno sparo.

Fine