Assu di coppi e trì di vastuni

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Assu di coppi e trì di vastuni

Commedia brillante in tre atti di

Pino Giambrone

personaggi

Don NINU BUTTICE', per i clienti Dottor                                     Piero

Donna SABETTA                                                                            Maria

MIMIDDA, loro figlia                                                                     Marianna

Donna LUCIETTA                                                                          Angela

RAMUNNU, fratello di                                                                   Agostino

Don CICCINU                                                                                 Termini

Donna FRANNUCENZIA  SURIANU

vedova ACCUSSIE’                                                                        Francesca

NENE’,    loro figlio                                                                          Vincenzo

NANA’, loro figlia                                                                            Rossana

Donna NUNZIATA                                                                         Annarita

DEDE’,  suo figlio                                                                           Carmelo

DADA’, sua figlia                                                                            Daniela

Zu NICOLA CANNATA                                                              Giovino

PINUZZU                                                                                        Massimo

Tutti i diritti riservati - Iscrizione alla S.I.A.E. - Direzione Generale ROMA -Sezione D.O.R.

Per la rappresentazione, versione in dialetto, in lingua italiana, straniera e varia utilizzazione di brani e riduzione cinematografica, rivolgersi alla S.I.A.E. Direzione Generale ROMA, o all'Autore, via Roma n. 22 - 93010 Campofranco  ( CL ) - Tel. 0934/959412.-3385995676.

La Scena

            Unica per tutti e tre gli atti. Casa di don Ninu Butticè, per i suoi clienti "Dottor Antonino Butticè, specialista in Erboristeria". Ha su una parete  un fantomatico attestato di frequenza ad un corso di specialisti in erboristeria. Sa leggere abilmente le carte  prevedendo il futuro. Sulla sinistra un grosso armadio. Sulla destra una vetrinetta. Tavolo rettangolare sulla sinistra poggiato alla parete, su cui sono poggiate delle bottiglie e contenitori, barattoli, in terracotta ed in vetro con scritto il contenuto delle erbe,  ed appese  alla parete delle mensole, su cui sono poggiate svariati contenitori in terracotta. Nel centro della parete frontale, in una rientranza del muro, trova posto un letto singolo nascosto da una tenda scorrevole di tela di juta. Sulla destra un tavolo rotondo. Sul muro di sinistra appesa una gabbia con dentro un pappagallino che serve per estrarre le polizze, fogli di carta di vario colore, piegate in quattro su cui ci sono scritte i dati della fortuna o sfortuna, racchiuse in un  contenitori di cartone. Sedie sparse per tutta la stanza. La comune a sinistra dello spettatore, a destra porta che si accede in altre stanze.

            L'azione si svolge in un piccolo paese di provincia, arroccato su una collina che domina la Valle del Platani. Inizi degli anni cinquanta.

SCENA I

Don Ninu, donna Sabetta e Mimidda

Ninu                           (uomo con carattere abitualmente scettico e sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni. Ma pretende dagli altri la massima fiducia per il suo operato. Ha una leggera protuberanza - gobba- sul lato sinistro della spalla. Capelli alla mascagna con una accenno di riga in mezzo. Due  ciuffi di capelli gli fuoriescono all'altezza delle orecchie. Sul mento una folta barbetta lunga due dita. E' seduto vicino al tavolo di lavoro ed è intendo alla preparazione di un decotto, un vermifugo, in una vecchia casseruola in terracotta affumicata posta sopra una fiamma che fuoriesce da un "primisi", fornello a petrolio. In mano tiene un "murtarieddu" ( mortaio )  e pesta freneticamente delle erbe che poi versa nella casseruola per poi mescolare animatamente con un cucchiaio di legno. Indossa un camice bianco tutto sporco)

Agliu pistatu cu cincu  'jta

                        lu mittu a cociri ni 'stu vasu di crita.

                        Cipudda, trifuogliu e ginziana,

                        lu tuttu basta pi 'na simana.

                        Ci mittu 'na uccia di 'stu biancu vinu, 

                        sarà la morti di' 'lu tagliarinu

                       

Sugnu sicuru ca 'stu vermi tagliarinu ca si sciacquaria ni' 'li 'ntistini di' 'lu zu Nicola, avi picca vita. 'Stu decottu è accussì   micidiali ca 'ngiru di 'na simana si puonnu sunari li campani a muortu di ‘stu vili vermi ca s’ammuccia ni’’li vudedda di' 'lu zu Nicola. E si nun attuppa ‘sta vota…

(dalla sinistra donna Sabetta con la figlia Mimidda.

Sabetta donnone con carattere estroverso ed accentratore. Di  femminilità ne ha poca.Veste di una moderata eleganza. Capelli legati e un  grosso tupè sulla parte alta della testa. Ha una      grossa verruca – purriettu -  all'altezza dello zigomo destro. Con una forcina si gratta ripetutamente la testa)

Sabetta            E pi oj ficimu 'st'antra bella sfilata! ( si toglie il fazzoletto attaccato in testa. Alla figlia) Va spogliati, va levati 'sti linzola c'hai di 'ncuoddu     

Mimidda         (Ragazza gracile, brutta in viso.Ha le sopraciglia unite tra di loro. E' priva di un dente.Veste di una eleganza sgargiante)

                        Si mamà, vaju! ( esce dalla sinistra)

Ninu                E allura? Cuomu j la jurnata? Affari? Contratti?

Sabetta            Nenti! Fici lu giru di tuttu lu paisi cuomu s' avissi jttatu bannu e cumannamientu!

Ninu                Ni' 'lu spiziali ci jsti?

Sabetta            Ci jvu, ci jvu!(esce dalla tasca del sale inglese) E accattavu ancora sali 'nglisi! Nun ci bastanu lu rìcinu e lu rabarbaru c'aviemmu dintra!

Ninu                Ih, c'era lu figliu di' 'lu spiziali? Gesualdu?

Sabetta                        C'era, c'era!

Ninu                Ih, e a nostra figlia ci la detti 'na taliata?

Sabetta                        Ci la detti, ci la detti!

Ninu                Ih e chi dissi, chi dissi?

Sabetta            "          Signurì chi voli? "

Ninu                Ih!.. e basta?

Sabetta                        Basta, e allura c'aviva a fari ci addumannavu tanticchia di sali 'nglisi!

Ninu                Ma tu ci l'ha mittisti a to figlia davanti, vicinu quantu accussì la taliava bona!

Sabetta                        Ci la misi, ci la misi!

Ninu                Ih, e iddu ci ni detti parola?

Sabetta                        Si!

Ninu                Ih , e chi ci dissi?

Sabetta            Signurì, si nun s'alluntana di ccà cu 'sti cosi (Sabetta fa cenno al seno) mi rumpi la vilanza! 'Nsumma a’ ‘li curti, nostra figlia nun ci passà mancu pi l'anticamira di' 'lu ciarvieddu!            

Ninu                La genti su' uorvi, l'uocchi l'hannu ni' 'lu funnamientu! Nun vidinu

                        la biddizza di nostra figlia! un sciuri, 'na rosa! Ih, ni' 'lu carnizzieri ci isti?

Sabetta                        Ci ivu, ci ivu!

Ninu                Ih, lu figliu Gilò, c'era?

Sabetta                        C'era, c'era!

Ninu                E a nostra figlia ci la detti 'na taliata?

Sabetta                        Ci la detti, ci la detti!

Ninu                Ih e chi dissi quannu la vitti?

Sabetta                        Si misi a vanniari: "carcagnuna, piedi di puorcu, granelli, fiiicaaatuuu"!

Ninu                Quantu su vastasi la genti! 'Na carusa bedda, anta, ca l'antizza fa mezza biddizza! Hannu lu meli a purtata di manu e mancu si n'approfittanu! Nostra figlia 'na lapa di meli è! Rispittusa, educata, di picca paroli, è un sciuri ! Ma possibili ca nuddu allonca la manu e lu cogli!

Sabetta                        Nì', cunvintu sì?

Ninu                Convintu di chi?

Sabetta                       Ca nostra figlia è...(si tocca il viso). Conzala quantu vua….

Ninu                Di fori no, ma di dintra! Si dici: Ogni bedda avi lo so difiettu, ogni brutta lu so                   talentu!

Sabetta            E quali fussi lu talentu di nostra figlia?( Ninu non risponde) La genti quannu vannu a' 'lu mircatu, accatta la robba ca è bedda di fori.

Ninu                La fimmina bedda di fori è fradicia dintra! E pua si dici: Cu piglia biddizzi, piglia corna!

Sabetta            Ma 'na vota ca l'accattatu, nun la po' ristituiri. Ascunta a mia, vidica a Palermu c'è un centru di cura ca fa divintari, 'ngiru di picca jorna, 'na brutta a bedda! Sulu ca ci vuonnu sordi!

Ninu                Nun ti preoccupari ca cu l'ajutu di' 'lu Signuri, di' 'li erbi, di’’li carti e di’’li cartuzzi 'stu suonnu s'avvererà!

Sabetta                        Ascunta a chi jammu a Palermu faciemmu un viaggiu e du’ sirvizza!

Ninu                E quali fussi 'st'antru sirvizzu, oltri chiddu di to figlia?

Sabetta                        (si tocca la verruca) Mi lu fazzu scippari!

Ninu                Oh Sabetta, Sabetta, Sabetta. Va curcati, pi tia ci voli  'na callara, squagliariti e fariti arrieri! Forsi 'stu purriettu è l'unica cosa bona chi hai!

Sabetta            Lu sa cuomu si dici? Ogni neu crisci la biddizza!

Ninu                Ogni neu! No ogni purriettu!

Sabetta            Oh Ninu! Ninu cugliannari di nomi e di fatti! Tàliati tu a' 'lu specchiu! Ca veramenti pi tàliariti hai bisuognu di' 'lu banchitieddu! Si squaglianu a tia a

‘n antru tuttu sanu  mancu lu ponnu fari, la cchiù nica furma è sempri ranni pi tia! Ni nesci unu senza piedi! Ninu, Ninu, Ninu!( si mette a rattoppare dei sacchi di tela di juta)

Ninu                Sabè’ c’amma essiri a’ ‘li soliti, miegliu ca nun parlu, miegliu ca nun parlu! (esce dalla sinistra subito dopo bussano alla porta. E' la za Lucietta )

SCENA  II

Detta, Lucietta e poi  Ramunnu

Lucietta          (Zitella, tutta vestita di nero, con la testa coperta da un ampio scialle che le copre interamente la testa. Riga al centro della testa e due grossi tupé ai due lati. Vive con il fratello Ramunnu ancora da maritare. Ramunnu quando parla, l'ultima parola della frase la interrompe per poi completarla con lentezza e viene sempre interrotto dalla sorella che lo vuole correggere ma alla fine ripete la stessa frase che ripete il fratello. Veste in nero a causa del recente lutto della morte della mamma. Quando parla gira sempre   su stessa)

                        Baciammu li mani donna Sabetta

Sabetta            Santa figlia, c’aviti  ca siti accussì trapilata di suduri?

Lucietta          (sbrigativa) Ascuntassi, sta viniennu ma frati Ramunnu, veni pirchì voli ‘nzirtata la vintura, voli liggiuto li carti di so maritu, ci voli addumannari si sì po maritari o no! Ora vossia ci ava fari diri ca nun si po maritari, se no ja riestu sula! Ma matri prima di muriri lassà scrittu le sue ultime volontà, ca si c’era qualcunu ca s’aviva a maritari la pricidenza era di ma frati Ramunnu, pua tuccava a mia!

Sabetta            Ma donna Lucietta ne ca  la decidi ma maritu la vintura, ma lu decidunu li carti, nzocchi c’è scrittu iddu leggi!

Lucietta          Donna Sabè’( piglia una banconota da una lira  dalla tasca della veste e la mette in mano di donna Sabetta ) Donna Sabè’ so maritu ava leggiri cu ‘sti carti, e si ricurdassi ca ‘sti carti fannu decidiri la vintura di’ ‘li genti! Senza di chisti la genti nun avi vintura!

Sabetta            E cuomu dici tu, faciemmu leggiri la vintura cu ‘sti carti! ( sente rumore dalla comune)

Lucietta          Chistu è ma frati, mi raccumannu! ( entra dalla comune il fratello Ramunnu anche lui vestito in nero con un’ampia striscia nera legata al braccio sinistro ed in contemporanea dalla destra entra Ninu e va verso  il tavolo per preparare alcune erbe ) Trasi, Ramù'! Attentu unni mitti li piedi, Ramù'! Camina Ramù'!Adasciu Ramù'! Baciammu li mani! Don Ninu!

Ramunnu        Salutammu donna Sabetta i miei ossequi don Ninu!

Lucietta          Baciammu li mani, don  Ninu! ( Ninu  non risponde, Lucietta insiste) Baciammu li mani don Ninu! ( come sopra, poi Sabetta fa segnale a Lucietta indicando il titolo di dottorato appeso al muro, di chiamarlo dottore)

            Ah! Dottor Nino Butticè!

Ninu                (rispondendo) A servirla donna Lucietta!

Lucietta          ( al fratello) Veni ccà, Ramù' (piglia una sedia) Assittati Ramù'! Adasciu,

Ramu'! ( lo fa sedere e gli sistema la giacca )

                        Don Ninu! ( ad un segnale di Sabetta) Ah, dottor Ninu Butticè haiu        

                        bisuognu di' 'la so consulenza!

Ninu                A vostra completa disposizione! Abbuccassi!

Ramunnu        Dottor Ninu Butticè, mi vuogliu maritari!

Lucietta          Si, si, si si voli maritari, a quali maritari…Si voli maritari! Adasciu, Ramù'! Nun curriri, Ramù! Dottor Ninu, ma frati ci piglià 'sta fissazione, ca si voli maritari! Di quant'avi chi murì nostra matri, paci all'anima sua, nun fa antru ca ripeti notti e juornu ca si voli maritari!

Ramunnu        Dottor Ninu, prima di muriri ma matri, paci all'anima sua, mi dissi:" Ramunnu, ‘u figliu, ora ca ja lassu 'sta vita terrena  ha pinzari di sistimariti! T'ha maritari! Adocchiati 'na bedda carusa e ti la mariti! Problemi di doti tu nun ha! To patri prima di muriri, paci all'anima sua ti lassà ‘na proprietà….

Lucietta          Si, si, si quali tirrena, quali proprietà….ma chi dici, chi va ‘ncucchiannu… Ma chi sta 'ncucchiannu, Ramù! Ma chi dici? Quali prorietà quali ….si ni lassà li tirrena e ‘na proprietà…ma! Pua nostra matri prima di muriri, paci all'anima sua,chi ti dissi, chi dissi: Ramunnu ‘u figliu, ora ca ja lassu 'sta vita tirrena à pinzari di sistimariti! T'ha maritari. Adocchiati 'na bedda carusa e ti la mariti! Problemi di doti tu nun ha! To patri prima di muriri, paci all'anima sua, ti lassà ‘na proprietà….

Ramunnu         Ni lassà lu  tirrenu a’ ‘la Pisciazzina, lu tirrenu a Passafunnutu, lu tirrenu a’ ‘la Cambrìa..

Lucietta           Si..si..lu tirrenu a’ ‘la Pisciazzina..quali tirrenu, Passufunnutu…si..quali Passufunnutu …Cambria tirrenu…Ni lassà lu tirrenu a’ ‘la Pisciazzina a Passufunnutu e a’’la Cambrìa..

Ramunnu         Pua ni lassà lu palazzu in via Roma, la massaria cu ducientu piecuri e tridici vacchi…

Lucietta           Si…si..palazzu, quali palazzu, piecuri, si quali piecuri, vacchi,, quali vacchi. Si ni lassà ‘na massaria cu ducientu piecuri e tridici vacchi…

Ramunnu         Pua casi chijni di uogliu, magazzini chijni di frummmientu, sordi a’ ‘lu bancu ca puozzu accattari miezzu paisi….

Luicetta           Si, si , si casi chijni d’uogliu, quali casi, frummientu, quali frummientu, sordi, si..si .. sordi quali sordi. Si, ni lassà casi chijni d’uogliu magazzini chijni di frummientu e sordi a lu bancu ca putiemmu accattari miezzu paisi!

Sabetta            Ah…’u capivu! Nun è cuomu dici Ramunnu ma cuomu dici  Lucietta…’u capivu!

Ninu                Prosita e prosituna! A tarì a tarì si fa l’unza!

Lucietta           E ja ci prijungiu: avutu la cannila si cerca lu cannilieri!

Ninu                Santi paroli! Ma dicitimi ‘na cosa, donna Lucietta cuomu ti puozzu ajutari ja?

Ramunnu         Ja fu! Ci dissi a ma suoru Lucietta jammu ni’ ‘lu zu Ninu…

Sabetta            (sguardu fulmineo di Sabetta) Lu manicu, mittitici lu manicu!

Ramunnu         Ah!…ni’ ‘lu dutturi Ninu Butticè ca iddu è omu di munnu pirchì sapi leggiri li carti e sapi leggiri la vintura  di’ ‘la genti…

Lucietta           Si.. si.. si.. quali  leggiri..quali leggiri li carti… li carti…li carti…vintura..vintura..quali vintura? Sapi leggiri li carti e leggi la vintura di’ ‘li genti!

Ninu                Ah li carti?! ‘u capivu…m’ero un po distratto…con questo trambusto di parole. Subitu vi siervu! ( fa segnale alla moglie di andare a prendere il mazzo di carte che sta sul tavolo, la moglie con un po di riluttanza esegue) . Dunque, dunque dunque! ( mescola le carte)    Assu di coppi e tri di vastuni….. Preo alzate il mazzo! (donna Lucietta si appresta)  No, no! Don Ramunnu! A iddu tocca!( Ramunnu allunga la mano destra) Manca!

Ramunnu         Chi?

Ninu                Chi, chi?

Ramunnu         Chi manca?

Ninu                La manu manca!

Ramunnu         Ccà sunnu tutti du! (alza le mani )

Ninu                No, diciva alzatici cu’ ‘la manu manca!( Ramunnu esegue) Assu di coppi e trì di vastuni! Ora pigliati quattru carti! ( Ramunnu esegue pigliando quattro carte dal mazzo lasciandole sul tavolo, poi Ninu le scopre una per volta.Mentre Ninu volta le carte Sabetta guarda la prima carta che sta sul mazzo) Vidiemmu chi carti sunnu!(gira la prima carta ) Cincu di dinari…Cincu cuomu li jta di’ ‘la mani! Significa abbunnanza e ricchizza! Vidiemmu la secunna carta! (gira la seconda carta ) Assu di vastuni…cuomu lu vastuni di’ ‘la vicchiaia! Significa ca a’ ‘li porti di’ ‘la vita s’avvicina la vicchiaia e c’è bisuognu di cumpagnia! (la moglie da un calcio a Ninu ) Aih! Pirchì mi dasti ‘na pidata?

Sabetta            Ja? Mancu m’ haju muvutu!

Ninu                ( gira una terza carta) Assu  di spata…cuomu la spata ni’ ‘lu cori di l’Addulurata! Significa duluri a’ ‘lu piettu, duluri passatu! La recenti morti di’ ‘la vostra cara matri! Paci all’anima sua!

Ramunnu         ( si mette a piangere ) Fimmina rispittusa! Fimmina amanti di’ ‘la paci! Fimmina chijna di virtù e saggizza!

Lucietta           ( anche lei piangendo ) Si, si, si chi ci chiangi lassala stari ‘n paci dda puviredda! ( si fa il segno della croce ) si, si  fimmina rispittusa, rispittusa, …..amanti di’ la paci….quali…era ‘na fimmina  di virtù e saggizza..quali..quali saggizza…quali fimmina…Era ‘na fimmina rispittusa, amanti di’ ‘la paci e chijna di saggizza e di virtù!

Ninu                (alzando l’ultima  carta ) Donna di dinari! Fimmina! Eccu! Eccu la fimmina! Ni’ ‘la vostra vintura c’è l’avvicinarsi di ‘na fimmina!

Sabetta            ( pestando il piede a Ninu ) Si, donna Lucietta è ‘sta fimmina , ca l’ha vulutu beni cuomu un figliu! Nun è veru donna Lucietta?

Lucietta           Si! Veru è!

Ninu                No! Quali suoru! La donna di dinari sta a significari sposaliziu ni’ ‘la so vintura!

Sabetta            ( dando un altro  calcio al marito ) Quali vintura e svintura! Va ripassati bona la lezioni di’ ‘li Vinturi! La donna di dinari sta a significari fimmina ca ti servi dintra trattannuti cuomu un re! Talìa, vonta la prima carta di’ ‘lu mazzu e vidi ca c’è lu re!

Ninu                ( ad alta voce e sicuro del suo fatto ) Ti dissi ca è cuomu dicu ja!

Sabetta            (alzando ancora di più la voce) Ti dissi ca è cuomu dicu ja, vonta la carta! E vidiemmu cu avi ragiuni. Vontala!( piglia il mazzo di carte e glielo sbatte in faccia. Ninu è costretto a voltare la carta. E’ il re di denari, carta che aveva visto precedentemente Sabetta) ‘U vidisti ? ‘U vidisti  ca ja aviva ragiuni, quindi caru don Ramunnu la fimmina di’ ‘la vostra vintura è vostra suoru, ora jtivinni ca haju chi fari! Don Ramù’, nenti nun vi putiti maritari! La vostra vintura…

Ninu                Vidica ti sbagli di gruossu….

Sabetta            ( tappandogli la bocca ) Mutu! Donna Lucietta e don Ramù’, chista è la vintura, rassignativi, accuntintavi di ‘na fimmina sula, vostra suoru! Nun c’è volontà!

Lucietta           Vi ringraziu, quant’è lu disturbu?

Ninu                Ti dissi….

Sabetta            Nenti, quali disturbu, fu un veru piaciri!

Lucietta           Amuninni Ramù, chianu Ramù’, st’atttentu unni mitti li piedi, Ramù’….

Ramunnu         Vi salutu don Ninu!

Sabetta            Lu manicu, lu manicu !

Ramunnu         Ah! Dottor Ninu Butticè, la salutu! ( escono )

Ninu                Si ti pirmittisti ‘sta vota, ammiscariti ni’ ‘lu ma travagliu, ni leggiri la vintura cu li carti, nun ti permettiri cchiù la prossima vota!

Sabetta            Ninu, teccà lieggi ‘sti carti! ( gli sbatte in faccia la banconota di una lira che le aveva dato Lucietta )

Ninu                E chi sù ‘sti sordi?

Sabetta            Mi li detti donna Lucietta!

Ninu                E pirchì?

Sabetta            Pirchì ci avivamu leggiri la vintura a modu sua!

Ninu                E quali fussi?

Sabetta            Ni’‘la vintura avivamu leggiri ca nun si putiva maritari Ramunnu, pirchì maritannusi, idda accussì ristava sula e perciò…

Ninu                Piglia e si marita idda pi prima!

Sabetta            Nanò! So matri prima di muriri lassà scrittu ca la pricidenza di maritarisi pi prima ava essiri di so frati Ramunnu, ‘u capisti?

Ninu                E perciò tu facisti tutta ‘sta scenata!

Sabetta            Certu! Ma pua a tia di unni ti vinni ca ci vulivatu fari capiri ca Ramunnu, picca tiempu passava, e truvava ‘na fimmina pi maritarisi?

Ninu                Nun ci pinzasti c’aviemmu ‘na figlia di maritari?

Sabetta            E allura?

Ninu                E allura avissi cuminatu ‘stu matrimuoniu tra nostra figlia e Ramunnu!

Sabetta            Allura veru Ninu sì!

Ninu                Ma nun lu capisti ca sunnu proprietari di miezzu paisi?

Sabetta            Tuorno e riebbicu: allura veru Ninu sì!

Ninu                Ascunta vidica, ja tuornu e rituornu e riebbicu, quann’è l’ura ca la finisci di dirimi ca sugnu Ninu…..

Sabetta            Pirchì nun sì Ninu? ( bussano alla porta e subito dopo entrano donna Frannucenzia, Don Ciccinu, Nenè, e Nanà)

SCENA  III

Detti, donna Frannucenzia, don Ciccinu, Nenè e  Nanà

( donna Frannucenzia vedova ACCUSSIE’, donnone con un grosso tupé da cui fuoriescono due grossi ciuffi di cappelli che le coprono  interamente le orecchie. Veste tutta in nero. Dei lunghi guanti, un cappello con la veletta e un ricamato scialle  tutto in nero, che le arriva sino all’altezza del fondo schiena. E’ vedova per la sesta volta. Ha un temporaneo compagno don Ciccimu che veste un abito sgargiante e un fazzoletto di seta attaccato stretto al collo. Cappello e bastone. E’ fortemente presbite e  porta un paio di occhiali con il vetro spesso.

Il  figlio Nenè, anche lui fortemente presbite, come il padre, e la figlia Nanà vestono alla marinara, hanno due lecca lecca in mano che succhiano  continuamente emettendo un fastidioso rumore, e sono rimproverati continuamente dalla loro mamma. In scena irrompono i due fratelli dandosi la mano).

Nenè               Buongiorno, ja sugnu Nenè!

Nanà               Buongiorno, ja sugnu Nanà!

Sabetta                       Buongiorno, ja sugnu Sabè, e chistu è don Ninu Butticè!

Ninu                E n’arrangiammu cuomu e gghiè! (non finisce di parlare che entrano in scena donna Frannucenzia con il marito don Ciccinu).

Frannucen.      (chiamando con un tono di rimprovero i loro figli ) Nenè, Nanà,! ( tutti e due in coro rispondono)

Nenè                Sìììì, mamà!

Nanà                Sìììì, mamà!

Frannuc.          Quantu voti vi l’ha diri ca  ni’ ‘li casi di la genti nun si trasi senza tuppiari? (all’unisono )

Nenè                Veru è, mamà!

Nanà                Veru è, mamà!

Frannuc.          Scusatini di ‘sta nostra intrusione. Mi presento donna Frannucenzia Surianu vedova Accussiè, mio marito don Ciccinu e i miei figli, Nenè e Nanà!

Sabetta            Piacere! Prego accomodatevi! ( Sabetta e Ninu fanno sedere l’intera famiglia. Nenè e Nanà una volta seduti assumono atteggiamenti identici e si muovono tutti e due in contemporanea accavallando una volta le gambe altre volte incrociando le braccia altre volte scuotono la testa))

Ninu                Scusatimi! Si nun capivu mali lei dissi ca è vedova….vedova..(chiede aiuto a

                        Frannucenzia)

Frannuc.          Vedova Surianu!

Ninu                Ah, eccu vedova Surianu! Poi dissi chistu è ma maritu! Mi pari ca la cosa è un po stunata!

Frannuc.          Sarò più chiara. Ja sugnu viduva pi’ ‘la sesta vota, Ora ja vinni ccà pi farimi leggiri la vintura e si ‘sta pirsuna ccà prisenti sarà il mio futuro marito, mi sposerò pi la settima vota!

Ninu                Prosita e prosituna!

Sabetta            Cuomu li setti vizi capitali!

Ninu                Ma mi spiegassi beni, cuomu gli ex..ex..(fa segno con le dita di morte) passarono a migliore vita!

Frannu.            Caro don Ninu…

Sabetta            Dottor Ninu..

Frannuc.          Caru dottor Ninu Butticè ha messo il dito nella piaga! Ah quali duluri strazzianti mi sovviene…

Sabetta            Lu scusassi a ma maritu se è stato così invadente…

Frannuc.          No! Miegliu è! Miegliu solo così posso dare pace alle loro anime. Ciccì’ dammi, dunami li carti! ( il marito porge a Frannucenzia dei certificati di morte dei precedenti mariti e leggi) Certificati di morti!

                        ‘U primu maritu murì nel 1922 per infarto al miocardico!

Sabetta            Al suo…

Frannuc           Al suo, che?

Sabetta            Pocu fa dissi ca lu primu maritu murì per infartu al…

Frannuc           Al miocardico!

Sabetta            Ah al suo cardico!

Frannuc.          No suocardico ma al mio!

Sabetta            Suo era lu maritu e suo sarà anche il cardico, prisegua!

Frannuc           ‘U secunnu maritu murì nel 1924 per una paralisi, lato sinistro ascendente verso il cuore! Murì di bloccu!

‘U terzu murì nel 1926 per icchitùssi!

Sabetta                       Bronchiti?

Frannuc           Quali bronchiti!

Sabetta                       Nun dissi ca murì cu la tussi?

Frannuc           Quali tussi, quali tussi! Icchitussi! un cuorpu ‘ntesta ni’ ‘lu cervellu!

Sabeta             Sa sono nuova di queste cose! Prisegua!

Frannuc           ‘U quartu morto nel 1928 in seguito ad una caduta dal gabinetto…

Ninu                Nun lu capivu, di unni cadì?

Frannuc           Dal gabinetto!

Sabetta            Mi scusassi del mio ardire e cuomu fù?

Frannuc           Causa lu fumari!

Ninu                Mi scusassi e chi ci trasi lu fumari cu lu gabinettu?

Frannuc           Ora viegnu e mi spiegu! Si stava faciennu la varva e cu lu rasuolu si taglià la facci! Disinfettava la ferita cu cuttunu e spirdu e lu  jttava ni’ ‘lu gabinettu! Disinfettava e jttava, disinfettava e jttava! Inchì lu gabinettu di cuttuni ammugliatu cu’ ‘lu spirdu! Pua s’assittà pi esigenze fisicologiche, ( Ninu e Sabetta non capiscono) ‘nsumma stava cacannu, scusati l’espressioni. Pua  finì di fumari la sicaretta, allargà li cosci e jttà lu muzzuni intra lu gabinettu! ‘Na bumma! ‘ Na bumma! Santà nill’aria e ì a sbattiri la testa ni’ ‘lu lavandinu! Morte subitanea! Menu mali!

Sabetta            Cuomu menu mali!

Frannuc           Pirchì nun ci ristaru  nenti! S’abbrusciaru tutti cosi! Arsu!

Ninu                Di coppi?

Frannuc           No di vastuni!

Ninu                Bedda Matri! Chi morti!

Frannuc           ‘U quintu morto nel 1930 di tubercolosi!

                        ‘U sestu morto nel 1932 nelle sue piene funzione di marito fedele! ( Sabetta e Ninu fanno segnale con le mani come per dire cosa vuole significare.)

                        A letto

Sabetta            Chi?

Frannuc.          Chi, chi?

Sabetta            Chi liggiva?

Frannuc           Nun liggiva! Eseguiva!

Ninu                Mi scusassi vuogliu dari ‘na manu d’ajutu a ma muglieri! Vossia dissi ha letto, ma chi liggiva?

Frannuc.          A letto!”A” spartutu e pua “LETTO”! A LETTO!( fa il gesto con la mano )

Sabetta            Chiarissima! E ‘u settimu, cuomu murì?

Frannuc           Il settimo eccolo qua, ancora vivo e vegeto! ( Ciccinu fa scongiuri)

Sabetta            Persi ‘u cuntu mi scusassi! E chi avi un campusantu tuttu pi vossia? Ma nu si sciarrianu li so ex?

Frannuc           Nell’altro mondo esiste solo pace!

Ninu                Troppa, macari! Signura…signura…

Frannuc           Frannucenzia! Nomi di’ ‘la bonarma di ma matri!

Ninu                Allura subitu liggiemmuci la vintura! ( alla moglie a bassa voce ) prima ca ci mori lu maritu! Sabetta pigliami lu pappagaddu!

Sabetta            Quali?

Ninu                Chi significa quali!

Sabetta            Scusami cu ‘sti gabinetti nun ci staju capiennu nenti! ( va a pigliare la gabbia con il pappagallino )

Frannuc           ( a bassa voce ) Mi dicissi don Ninu..anzi dottor Ninu, vossia ni fa fatturi?

Ninu                No! Ja di ‘sti cosi nun ni fazzu! Fazzu cosi pi lu beni di’’la genti! Jti ni Viciu Tuffu lu maaru, ca iddu è specialista!

Frannuc           Chiedo scusa!

Sabetta            ( portando la gabbia ) Cca jè!

Ninu                Ci dasti a mangiari oj?

Sabetta            Mi lu scurdavu!

Ninu                Fallu muriri ca pua ci mittu a tia!( piglia la gabbia e la mette sul tavolo poi invita la moglie a pigliare la scatola con  le polizze,  biglietti con la scritta del futuro) Piglia li pianeti!

Sabetta            Quali?

Ninu                Chiddi celesti !(poi  a bassa voce) “ Sposaliziu ca si po fari “! ( Sabetta va a pigliare la scatola contenente i foglietti “ di’ ‘la vintura “)

Ciccinu            Don Ninu nun fussi miegliu ca ni liggissi la vintura cu li carti ‘nveci di li pianeti? ( Ninu non risponde)

Sabetta            Don Ciccì’, lu manicu mittitici lu manicu Dottore!

Ciccinu            Brava! (quando ripete BRAVU o BRAVA punta l’ndice della mano destra verso l’interlocutore)  Chi ni diciti allura dottor Ninu Butticè?

Ninu                Caru don Ciccinu, vidissi li carti nun cantanu sempri! Quannu si tratta di leggiri la vintura a ‘na pirsuna già maritata è cchiù legittimu pigliari la pianeta, e no pigliari li carti! Si dici :

Si leggiri vua, vintura pagata,

 piglia li carti a fimmina ‘llibata!

Ciccinu            Bravu! Avi ragiuni vossia don Ninu!( Sabetta fa segnale a Ciccinu per ricordagli il titolo di dottore) Brava! Mi l’aviva scurdatu! Dottor Ninu!

Ninu                Allura accuminciammu! ( pigliando la gabbia col pappagallino) Donna Frannucenzia mittiti la manu ‘ncapu ‘stu libru! ( Frannucenzia esegue)  Assu di coppi e trì di vastuni….Dai Ciccinu piglia ‘na puolizza! ( si alza don Ciccinu e si accinge a pigliare una polizza) Unni jti don Ciccinu?

Ciccinu            A pigliari la puolizza cuomu mi cumannà!

Ninu                Oh! Mi scusassi c’è stato un  pri po quò! Ciccinu è lu nomi del mio uccello! Cioè del mio pappagallino! S’ accomodi don Ciccinu!

                        Forza Ciccinu, piglia ‘na puolizza!”Forza Ciccinu!( il pappagallino non si sposta)

Sabetta            ( a bassa voce al marito ) Nì’ raspaci ‘u culu e vidi ca la piglia la pianeta!  (Ninu la guarda in faccia, la moglie invitandolo ancora) Raspaci, raspaci ‘u culu!

Ninu                ( infila la mano nella gabbia ed esegue così il pappagallino s’avvicina alla scatola delle polizze) Forza Ciccinu! Talia, pisca beni e duna accura, tira lu pizzinu di’ ‘la vintura! Su, dai bravu! Talia, pisca beni e duna accura, tira lu pizzinu di’’la vintura! Accussì! Bravu!( il pappagallino piglia una polizza ) Dunque leggiamo: Motto…

Frannuc           ( con un comportamento isterico) Lu diciva ja, lu diciva ja! Chistu è lu ma distinu, ristari viduva pi tutta la vita! Ah quale dolore atroce mi sovviene!

( continua a piangere mentre Ciccinu fa scongiuri)

Ninu                Chi ci successi? Pirchì chiangi?

Frannuc           Perché mi ha letto il triste destino! La tristi vintura!

Ninu                Ma quali trisi vintura?

Frannuc           Nun dissi pocu fa: Morto?

Ninu                Quali morto! Dissi Motto! Mottu cuomu pi diri Proverbiu, Dittu! No Morto!

Frannuc           Mi scusassi è l’abitudini! Prisegua!

Ninu                Dunque Motto..(guarda Frannucenzia) Proverbiu:

“ Cu avi bona vintura piscia lu liettu e si dici ca suda “.

Nummaru ” Setti “ Cuomu lu nummaru di’‘lu settimu maritu!

Ora liggiemmu la vintura:

“ Si stenni curta e larga ci abbasta!

   taglia di cuozzu e vidi ca resta,

   stoffa di linu cu maglia rasata,

   muglieri tua si  dù ‘na vasata!

Benissimo, la vintura è a vostro favore, donna Frannucenzia vi putiti maritari! Recitati..

Sabetta                       ( a bassa voce al marito ) Lu requiem eterna!

Ninu                Zittuti! ( a Frannucenzia ) Recitati la parti di’’la bona muglieri, datici ‘na vasata a’’lu futuru maritu!

Frannuc.          Cuomu sugnu cuntenti, pari ca mi staju maritannu pi la prima vota!( si alza e da un bacio a Ciccinu)

Ninu                E vu don Ciccinu nenti diciti?

Ciccinu            Bravu! Viditi don Ninu, ja a ‘sti cosi tantu assà nun ci cridu, nun è cuomu leggiri li carti: Li carti ti dannu cchiù sodisfazioni!

Ninu                Don Ciccì’ chi ci dissi antura…

Ciccinu            Bravu! Don Ninu mi l’aviva scurdatu!

Sabetta            Don Ciccinu, dottor Ninu…

Ciccinu            Brava! Ah veru mi l’aviva scurdatu! Dottor Ninu!

Ninu                Si vu insistiti ja v’accuntientu subito! Ma a vostro rischio e pericolo!

Ciccinu            Bravu! Mutu!Nun parlu cchiù! Ucca cusuta! ( entra dalla sinistra  Mimidda)

SCENA          IV

Detti e  Mimidda

Sabetta            ( Nenè e  si alza di botto e di corsa , simulando il suono della sirena va incontro a Mimidda. Sabetta e Ninu spaventati credendo he si tratti un vero allarme, corrono verso la comune, poi accorgendosi dell’errore ritornano ai loro posti)

                        Morti subitania, mi facistivu scantari, e chi è manera chista?

Ciccinu            Brava! Avi ragiunu la signura, nun è manera chissa di accogliere una donna!

( al figlio) Assittati!( Nenè va a sedersi ma non ha tempo di  guardarla in faccia)

Sabetta            Scusatimi chista è ma figlia! Dai Mimidda saluta i signori!( Mimidda non si allontana dalla porta di sinistra, la mamma si alza e va incontro alla figlia per farle coraggio ) Dai Mimidda, saluta!

Mimidda         ( a bassa voce ) M’affruntu mamà! Nun lu vidi ca sugnu brutta!

Sabetta            Babba la bruttizza è cosa ca passa ma la bellezza dell’animo nun passa mai! Si t’affrunti cuomu è c’ha truvari maritu?

                       ( La spinge con forza verso gli ospiti ma lei resiste, si alza donna Frannucenzia a salutarla)

Frannuc           Oh bella signorina che piacere conoscerla, vieni tra le mie braccia bella signorina…( di corsa va verso la ragazza con le braccia aperte, ma quando s’accorge della bruttezza della ragazza , fa una inversione a U scemando il suo entusiasmo) Oh signorina! Mio marito!( va a sedersi)

Ciccino           Brava! ( alzandosi  ed andando incontro a Mimidda) Sono fortunato di conoscere una così bella ragazza! ( si avvicina con lo sgardo al viso di Mimidda) Che bel viso, che bei occhi! Che viso splendido! Che sguardo languido!

Ninu                ( alla moglie ) Tutti accussì avissiru essiri li masculi!

Sabetta            Uorvi!

Ninu                Ma chi dici chiddu la sta taliannu cu l’uocchi del suo animo!

Sabetta            A lustru di cannila, ogni cannavazzu pari tila!

Ciccinu           Bella signorina ci presientu ma figlia Nanà!

Nanà               ( alzandosi ) Piacere! ( espressione di disgusto e poi va a sedersi)

Ciccinu           Ma figliu Nenè! ( Nenè si alza di botto pigliando una rincorsa s’avvicina a Mimidda)

Nenè               ( quando parla batte le mani all’altezza del suo viso) Mi presento,  ja sugnu Nenè, Nenè Provenzano..( Sabetta e Ninu interrogano con lo sguardo donna Frannucenzia per chiedere perché Provenzano)

Frannuc           Gabinettu!

Sabetta            Ah?

Frannuc           Quartu maritu!

Sabetta            ‘U capivu!

Nenè               ( sempre con la testa abbassata) E avrei piacere di approfondire questa conoscenza!

Frannuc           Nenè rij la testa! Quannu parli cu li genti è signu di educazioni taliarli in faccia!

Ninu                Nun si precoccupi signora lo lasci fare! Nenè cala la testa!

Nanà               Nenè mittiti l’occhiali!

Frannuc           Avi ragiuni to suoru Nanà, mittiti l’occhiali! ( rivolta a Sabetta ) E’ presbiti, mio figlio! Si nun havi occhiali nun arrinesci a ‘nzirtari quali è lu bieddu e quali è lu bruttu!

Ninu                Ni ‘stu casu nun c’è bisuognu di un paru d’occhiali!

Ciccinu           Bravu! 

Sabetta            Ma di dù’!( sguardo di rimprovero da parte di Ninu)

Ciccinu           Brava!

Nenè               Signura Sabetta puozzu aviri lu piaciri di frequentare questa casa accussì puozzu canusciri cchiù a funnu vostra figlia Mimidda?

Ninu                Ascunta figliu si vua ti po’ stabiliri in seduta stante ni ‘sta casa!

Sabetta            E unni si curca?

Ninu                Ni’ ‘lu liettu ranni cu mia!

Sabetta            E ja?

Ninu                Pi lu beni di to figlia a’’la stadda!

Sabetta            Lu sceccu si tu, e tu ti ci va curchi!

Frannuc           Scusati ma figliu nun si spiegà buonu…

Ciccinu           Brava!

Nenè               No, mamà, mi spiegavu giustu…

Ciccinu           Bravu!

Frannuc           Ma figliu, ti vua mittiri l’occhiali e accussì vidi la sustanza cu l’uocchi tua!

Nenè               Ti dissi ca ci viju buonu! Mamà vidica si nun vua ja m’affucu, m’affucu!( fa il gesto con le mani come se stesse per strangolarsi, accorrono tutti a fermarlo, in mezzo a questo frambusto entra Lucietta)           

SCENA  V

Detti e Lucietta

Lucietta          (Irrompe in scena portando con se svariati tipi di abbigliamento, scarpe, giacche, vestiti borse, più quanta roba possibile e inimmaginabile. E’ sconvolta. Non si cura della presenza degli ospiti, anzi non fa che accrescere con la sua presenza e le sue voci il tumulto poi rivolgendosi a Ninu)

Tutta curpa di vossia, tutta curpa di vossia! ( si mette a girare velocemente su se stessa, poi a Sabetta) E anchi di vossia! Lu vidistivu cuomu mi finì, ah? Lu vidistivu? Jttata fori cuomu un cani, fici la fini di  ‘na taddarita, ittata fori e jri vulannu di ccà e di ddà!( gira sempre su stessa e non posa tutto l’armamentario che ha addosso)

Sabetta            E ti vua firmari ‘na bona vota? Mi pariti ‘na strummula! ( ai presenti ) Mi vuliti scusari!

Frannuc           Si forsi è miegliu ca ni jammu!

Ciccinu            Brava!

Frannuc           Brava ‘stu brigliu! Ti vua zittiri! Amuninni carusi! Signori scusati lu disturbu! Anzi don Ninu dicitimi quantu v’ha dari?

Ninu                Cincu liri donna Frannucenzia!

Frannuc           Ah! Ci sintiti lu stessu, anchi senza titulu!

Ninu                Li sordi fannu lu titulu! Si dici: Li sordi fannu lu blasuni a lu babbu e a’‘lu minchiuni!

Ciccinu            Bravu!

Frannuc           Nun diciva a tia minchiuni!

Sabetta            Brava!

Frannuc           Amuninni, sciò! ( mette i soldi sul tavolo ed esce con Ciccinu, Nanà. Nenè non vuole uscire sta vicino a Mimidda. La mamma lo richiama diverse volte e poi esce assieme agli altri)

Sabetta            Binidittu Diu! Vi vuliti firmati ca mi pariti ‘na strummula!

Lucietta           Ah quali strummula e strummula..ma chi dici, ma chi dici, vossia nun capisci nenti! Ja vaju firriannu di ccà e di ddà cuomu ‘na strummula!

Sabetta            E c’haiu dittu ! Ora calmati e spiegami chi successi!

Ninu                Giustu dici ma muglieri, chi è stu fattu “ tutta curpa di vossia, tutta curpa di vossia”!

Lucietta           Sì! Tutta curpa di vossia! Vossia nun dissi  ca ma frati nun si putiva maritari?(gira sempre su stessa)

Ninu                Ja veramenti no, ma li carti, li carti ci ‘nzirtaru la vintura!

Lucietta           Ma quali carti e carti! Si stujassi lu culu cu li carti! ‘Nsumma arrivatu dintra ci vinni un motu cu li niervi, mi dissi ca la curpa era mia, ca era ja ca ci fici cangiari la vintura, ca era ja ca nun vuliva ca si maritassi! E mi jttà fori cuomu un cani! ( a Sabetta ) E anchi vossia ci curpa!

Sabetta            Ja? Ma si fusti tu ca mi vinisti a prijari fina dintra! Diciennumi di leggirici la vintura a to frati cuomu dicivatu tu!

Lucietta           E chiddu mi jttà fori! M’assicuta cu ‘n’accetta! Picca ci vuliva e mi tagliava la testa e faciva la fini di San Giuvanni decullatu! Ora uantri ata riparari ‘stu danno! Ja dintra nun ci tuornu!

Sabetta            E chi ti vulissitu curcari ccà?

Lucietta           Pi l’appuntu! Fina a quannu nun si calmanu li acqui, ja riestu ccà! ( da dietro le quinte si sientono le voci assordanti di Ramunnu ) Oh bedda matri iddu è! Iddu cu l’accetta  ‘n mani! M’ammazza chistu, m’ammazza! Firmatilu!(Sabetta e Ninu vanno verso la comune mentre Lucietta  va verso il letto chiudendo la tenda e si corica sul letto a testa in giù coprendosi interamente con una coperta in lana che si trova sullo stesso letto. Entra dalla comune Ramunnu)

SCENA          VI

                                                           Detti e Ramunnu

Ramunnu         ( con un’ascia in mano ) Unni è? Unni è? Unni è  dda fitusa di ma suoru ca ci tagliu la testa!

Ninu                Calmativi don Ramunnu! A cu circati?

Ramunnu         A ma suoru!( la cerca nella stanza poi si dirige verso il letto)

Sabetta            No! Don Ramunnu, ma figlia chissa è! Aviva un mal di testa c’arraggiava e si ì a curcari!

Ramunnu         ( alzando la coperta scopre in parte i piedi di Lucietta che calzano le scarpe da notte) La testa ‘nfasciata avi! Chi ci fa mali la testa?

Sabetta            Forti, forti!

Ramunnu         Ja vaju! Si la viditi ci diciti ca nun s’ava arrizzicari a mitteri pedi dintra, se no ci tagliu la testa! ( fa il gesto con l’ accetta. Va via )

Sabetta            ( dirigendosi verso il letto e scoperendo la coperta) Ninu, Ninu!La testa ci taglià!

Ninu                ( accorrendo ) Fammi vidiri! Oh bedda matri la testa ci santà!( cerca sotto il letto)

Sabetta            Chi cierchi?

Ninu                La testa!

Sabetta            (mettendosi a cercare pure lei. Scoprendo la coperta dalla parte opposta)

                        AH! La testa ci taglià e ci la misi a’ ‘lu puostu di’ ‘li piedi! Ah!

FINE PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

La stessa scena del primo. La gabbia è vuota con  attaccata una larga striscia nera, ha ai du lati accesi due lumini e un mazzetto di fiori. Appeso alla parete un annuncio necrologico con la scritta : PER IL MIO CARO UCCELLO, CICCINO.

SCENA   I

Ninu e Pinuzzu

Ninu                ( intendo a preparare alcuni decotti, mortaretto in mano e schiaccia animatamente) Ddu strammatu di Pinuzzu è semri in ritardu e mi fa ristari sempri senza erbi!           

Pinuzzu           ( entrando di corsa inciampando in prossimità della comune ) Sabbenedica zu Butticè!

Ninu                Pinuzzu t’haju dittu sempri di chiamarimi zu Dutturi Ninu!

Pinuzzu           Cuomu dici vossia zu Butticè, zu Ninu dutturi!

Ninu                No, zu Butticè dutturi, ma zu Ninu dutturi!

Pinuzzu           Zu Butticè, cuomu ci dissi ja, ci dissi zu Ninu dutturi!

Ninu                Ascunta! Ripieti chiddu chi dicu ja! ‘U capisti?

Pinuzzu           ‘U capisti!

Ninu                ‘U capisti chi?

Pinuzzu           ‘U capisti chi!

Ninu                Chi fa l’ecu?

Pinuzzu           Chi fa l’ecu!

Ninu                Pinuzzu, nun mi fari annirvari ‘sta matina…

Pinuzzu           Pinuzzu nun mi fari…( Nino gli tappa la bocca )

Ninu                Zittuti, nun parlari cchiù! Mi la purtasti l’erba? ( Pinuzzu avendo la bocca tappata non può ripsondere ) Mi vua rispunniri, si o no?( non risponde) Talia chi accumincià bona la jurnata!

Pinuzzu           ( togliendo le mani di Ninu dalla bocca ) Ma si vossia mi l’attuppa la ucca, cuomo ci à rispunniri? Ci la purtavu l’erba!

Ninu                E unni è?

Pinuzzu           Fori!

Ninu                E pirchì fori? E si la robanu?

Pinuzzu           Nonzi zu Butticè..( Ninu vuole alzare le mani poi si blocca) c’è lu ma sceccu!

Ninu                Ah, certu, lu sceccu fa di guardia!

Pinuzzu           Sempri all’erta è!

Ninu                Sempri all’erta è? E cuomu t’avvisa si tentanu d’ arrubariti?

Pinuzzu           Abbaja!

Ninu                ( stupito ) Abbaja?

Pinuzzu           Abbaja, si abbaja! Pirchì? Mi dicissi ‘na cosa, nun si dici cani c’abbaja nun muzica? Lu ma sceccu muzica? Rispunnissi, muzica?

Ninu                No, nun muzica!

Pinzzu             E allura si nun muzica,  abbaja!

Ninu                Pi favuri, Pinuzzu, va piglia ‘st’erbi! ( Pinuzzu esce dalla comune) Ma tutti a mia capitanu! ( rientra Pinuzzu di corsa ed inciampando come al solito)

Pinuzzu           Zu Butticè, zu Butticè, nun ci n’è cchiù erba!

Ninu                Nun crisci cchiù?

Pinuzzu           No, nun ni truvavau ‘ncapu lu sceccu!

Ninu                E allura ti la rubaru! Lu vidisti ca nun abbajà!

Pinuzzu           No, si la mangià lu sceccu!

Ninu                Sceccu tu e lu to sceccu!

Pinuzzu           E chi ci curpu ja si chiddu aviva fami!

Ninu                Pirchì nun ci avivatu datu di mangiari?

Pinuzzu           Nonzi, zu Butticè, lu vuliva abituari a nun mangiari!

Ninu                Lu vulivatu abituari a nun mangiari?

Pinuzzu           Sissi! Zu Butticè! ‘Na vota lu fici cu la ma piecura!

Ninu                E s’abituà a nun mangiari?

Pinuzzu           Certu! Però ‘na vota ca s’aviva abituatu a nun mangiari mi murì!

Ninu                Pinuzzu pi favuri va cuoglimi l’erbi chi t’aviva dittu e mi li puorti subitu! (lo spinge fuori dalla comune ) Ma talia chi sorti di babbu haju ‘mmiezzu li piedi! ‘Na vota ca s’aviva abituatu a nun mangiari ci murì! ( entra Sabetta dalla comune)

                       

SCENA  II

Ninu , Sabetta e Lucietta

Sabetta                       C’aviva Pinuzzu ca curriva cuomu un cunigliu?

Ninu                Nenti lu mannavu a coglieri l’erbi! Veni ccà!

Sabetta            Chi cc’è?

Ninu                Ripigliammu beni la lezioni!

Sabetta            Quali?

Ninu                ( indica l’annuncio necrologico ) Tua è la curpa di’’la so morti e tu piglierai il suo posto! Accussì ha fari!  ( imita il movimento del pappagallo muovendo le braccia a modo di ali) Rijli giusti li vrazza accussì  (ripete )! E cu la ucca ha fari accussì: Coocococoorito, coococorito!

Sabetta            A finiscila, sceccu !Quali cooocoorito e coocoorito! Vistu ca si accussì bravu, fallu tu lu pappagaddu!

Ninu                L’ha fari tu! Tu lu facisti muriri e tu devi fare le sue feci!

Sabetta            Quali feci e feci, si dici veci! E pua ti dissi ca ja ci haiu datu ‘a mangiari! Nun lu dicu ca si Ninu! Ninu di nomi e Ninu di fatti!

Ninu                Lu ma pappagaddu! ( piglia la gabbia e l’abbraccia ) Lu ma pappagaddu! Fari la fini di’ ‘lu conti ugulinu!( piange) Assassina!

Sabetta            E ci rebbica! Ti dissi ca ja ci haju datu ‘a mangiari! Ci mittiva la scagliola tutti li jorna! Acqua e scagliola!

Ninu                Fattu sta ca lu truvavu attisatu jeri matina!

Sabetta            E chi ci curpu ja? Po darsi ca ci vinni ‘na purminoria e attisà! ( dalla sinistra entra Lucietta che mangia dei semi che tiene in mano).

Lucietta          Bongiorno!

Sabetta            Bongiorno,  Luciè’! Chi sta mangiannu,  Luciè’!

Lucietta          Scagliola!

Ninu                E cu ti la detti?

Lucietta          La pigliavu di’ ‘la gaggia!( Ninu e Sabetta si guardano in faccia)

Ninu                Assassina! Idda lu fici muriri di fami lu ma pappagaddu!

Sabetta            Lu vidi? Lu vidi cuomu stannu li cosi?

Ninu                Ma cuomu accussì ti jvatu a pigliari la scagliola, e nun ci pinzavatu ca putiva muriri di fami?

Luicetta          Ma ja ci la lassavu tanticchia!

Ninu                Quali tanticchia, quali tanticchia ca chiddu murì di fami! No! Ora lu pigli tu lu puostu di’ ‘lu pappagaddu!

Lucietta          Ma chi sta diciennu, vossia ?

Ninu                Capisti beni! O fa lu pappagaddu o marciammu dintra! E lu sa chi t’aspetta!( fa il gesto come se tenesse l’accetta)

Lucietta          Ma chi niscì foddi? Donna Sabè’ lu senti chi dici vostru maritu?

Sabetta            Lu sientu ! Chi vua? O lu pappagaddu o dintra!( anche lei fa il gesto del marito)

Lucietta          Ma chi vi niscì lu senziu a tutti dù?

Ninu                A nantri ni niscì lu senziu a tia ti niscì la cuda! O testa o cuda!

Sabetta            Giustu dici ma maritu, o testa o cuda! ( fa il gesto del taglio della testa e il gesto della coda)

Lucietta          Ma…

Sabetta            Nun c’è ma!

Lucietta          E chi è c’ha fari?

Ninu                Nenti, lu pappagaddu! Quannu viennu genti, ca vuonnu liggiuta la vintura tu ha fari li veci di’ ‘lu pappagaddu! ( a questo punto Ninu e Sabetta fanno vedere a Lucietta come deve imitare il pappagallo e ripete la frase: “Talìa, pisca beni, duna accura, tira lu pizzinu di’’la vintura” . Mimica a soggetto. Mentre i personaggi mimano entrano in scena donna Annunziata Cannata e i due figli. Smettono di blocco la mimica. Lucietta esce dalla sinistra)

SCENA  III

Detti,  donna Nunziata Dionigi, Dedè e Dadà

(Donna Annunziata, veste in maniera estrosa con colori sgargianti. Ha un carattere estroverso e focoso. Si adira facilmente! Il figlio Dedè  veste con pantaloni alla zuava unico fondo, con una giacca a quadri di colore rosso porpora. Dadà veste con un’ampia gonna ed una scamiciata aperta davanti con dei grossi bottoni, colori e disegni come il vestito del fratello. Calze bianche a pois color rosa,. Ha due vistose trecce disposte orizzontalmente all’altezza degli zigomi. un minuscolo cappellino color rosso sulla testa. Lentiggini sulla faccia. I due ragazzi una volta entrati nella stanza si mettono a rincorrersi, giocando e cantando la canzoncina “ Oh che bel castello…” Sabetta e Ninu osservano senza intervenire, subito dopo entra Nunziata)

Nunziata         ( richiamando le figlie ) Dadà! Dedè! Finitila ca mi sta firriannu la testa!

Dadà               Subito Mamà!

Dedè               Subito Mamà!( si ricongiungono i fratelli e stanno attaccati tra di loro)

Nunziata         (abbracciandolo) Oh carissimo don Nino, mi presentu sugnu donna Annunziata Dionigi, chi piaciri haiu di vederlo di prisenza! ( continuando ad abbracciarlo) Mi n’hannu parlaru beni di lei! Della sua arte di cuomu sa leggiri abilmente le carte, di cuomu sa ‘nzirtari la vintura, di cuomu sa priparari beni certi misturi cu’’l’erbi, di cuomu…

Sabetta            ( interrompendo il discorso e togliendolo dalle mani di Nunziata )  Pi l’appuntu signura Annunziata è bravu ni tutti cosi, chi voli?

Nunziata         ( pigliando una valigia e aprendola esce una decina di pupazzi di stoffa con degli aghi conficcati all’altezza del basso ventre: Adirata)

                        Taliassi, taliassi chi sorta di fattura ficiru a li ma figli: Taliassi li spinguli unni su’ appizzati! Dda! Ni ddu puntu!   Nel basso ventre! Chista è fattura ca mi fici dda fitusa! “ ‘a signurina, ‘a signurina  “ ddu schifusu d’insettu (mantide religiosa)! La mangia maritu! Ca prima lu fa e pua l’ammazza! Taliassi! ( butta sul tavolo tutti i pupazzi di pezza) Mi fici la fattura ca li ma figli nun si puonnu maritari! Ma ci lu facissi vidiri ja si su’ li ma figli ca nun si ponnu maritari o su li sua! Ci lu facissi vidiri ja!

Ninu                Scusassi signura, si calmassi e mi dicissi chi voli e di cu parla!

Nunziata         Di cu parlu? Di cu parlu? Parlu di dda fitusa donna Frannucenzia ca s’affaccia a’’lu barcuni e si mitti a gridari !( piglia una sedia e sale sopra ) “ Donna Annunziata, donna Annunziata affacciativi a’’la finestra ca v’à diri ‘na cosa! Vidissica ca a vostru figliu , a ma figlia nun ci la dugnu, cuomu nun ci dugnu ma figliu a vostra figlia, e lu sapiti pirchì? e lu sapiti pirchì? pirchì su figli di enni enni ( N.N.)!” Li ma figli, su’ figli di enni enni! E li so figli chi su’?Chi su’?  Su’ figli no di enni enni ma di tuttu l’abbiccidariu di’’la B  a’’la C!

Sabetta            Mi scusassi l’arfabetu va di’’la A a’’la Zeta!

Nunziata         No! Di’’la B cuomu la B di’la Bu…di so matri, mi stava scappannu, e di’’la C di’’lu curnutu ca è lu futuru maritu! ‘U capì?

Sabetta            Ma si calmassi, signura, si calmassi e scinnissi di ‘stu purpitu!

                       ( i due figli si vanno a posizionare ai lati della madre che è ancora sul pulpito)

Dedè               Mamà cu è enni enni?

Dadà               Mamà cu è enni enni? (afferrano ripetutamente i mutandoni della mamma sino a farglieli scivolare)

Nunziata         Ma chi manera è chissa?( si rimette a posto i mutandoni ) Nun pariti figli mia!

Sabetta            Ma di enni enni!

Nunziata         Pi l’appunttu! ( si tappa la bocca ) Basta facitimi scinniri! (scende dalla sedia) Allura don Ninu liggiemmu la vintura a li ma figli e vidiemmu si avi ragiuni dda puddascia sucasancu di’’li gaddi, o haiu ragiuni ja! Forza don Ninu liggiemmu! Don Nì’!

Sabetta            Preo, dottor Ninu Butticè!

Nunziata         Preo dottor Ninu Butticè  liggissi la vintura a li ma figli!

Ninu                Subito signora l’accontento!( va verso la porta di sinistra e chiama ) Ciccina, Ciccina! Ciccinaaa! ( spunta dalla porta di sinistra Lucietta con su la testa una cresta, arrangiata con una calza da notte di lana e una coda costruita con una scopa. Mimica a soggetto da parte di Lucietta che esegue alla lettera le lezioni impartite precedentemente.Ripete il verso del pappagallo: “Cooocoooritooo”. I figli di Nunziata, Dedè e Dadà si mettono a ridere: Ninu alla moglie)

                        Sabè’ va piglia lu scatulu cu li pianeti!

Sabetta            Chi culuri?

Ninu                Ma ha la testa di puorcu! Chiddi celesti!

Sabetta            Nì’, ascunta si mi rispunni arrieri accussì, li pianeti li fazzu pigliari a tia cu la funcia a strascicuni! ‘u capisti? E cerca di essiri cchiù gentili! ( Sabetta va a pigliare lo scatolo con le polizze gliele sbatte in faccia a Ninu) Ecco qua, sempre a servirla dottor Ninu Butticè!

Ninu                (rivolgendosi a Dedè) Dai Dedè, veni ccà, mitti ‘na manu ‘ncapu ‘stu libru!  (Dedè esegue con un po di riluttanza , poi viene incoraggiato dalla mamma.  Lucietta nel frattempo è stata un’attrazione per Dedè e Dadà). Assu di coppi e trì di bastuni! Dai Ciccina, Brava, piglia ‘na pianeta !( Lucietta non si muove) Dai Ciccina piglia ‘na pianeta! ( Lucietta non si muove)

Sabetta            ( facendo segnale al marito ) Nì’ raspaci ‘u culu e vidi ca la piglia la pianeta! (Nino si accinge ad eseguire ma subito Lucietta dopo aver sentito l’antifona va verso lo scatolo delle polizze)

Ninu                Brava Ciccina!

                       Talia, pisca beni e duna accura,

                        tira lu pizzinu di’ ‘la vintura!

Se no nun agghiuorni dumani a ‘st’ura!

                        ( Lucietta con la bocca piglia una polizza e la da a Ninu che la legge come al solito con arte.)

                        Muttu, cuomu pi diri, proverbiu:

                       “Cu si marita fimmina bedda,

                       tiempu passa e l’omu porta ‘a vardedda.( fa segnale di corna con le dita )

                       fimmina brutta è circata forti,

                        a’’lu maritu  rapi strati e porti!”

                        Nummaru: du’ cuomu li figli ca s’hanna maritari!

                        Liggiemmu ora la vintura!

                        “Vidica ti po sulu  maritari?

                        si ni’’lu culu a dritta o a manca,

                        ‘u’ neu gruossu stampatu ci aviri.

Nunziata          ( festante) Ci l’avi ci l’avi! E’ gruossu accussì! ( fa il gesto con le mani ) E’ ‘na voglia quann’era ‘ncinta, ‘na voglia di miluni russu!

Dedè               (anche lui festante) Veru, ci l’haju, ci l’haju! Ora mi maritu!

Ninu                Signura si ricurdassi la prima parti di’’la pianeta! Ca dici: ca si fimmina ava essiri, ava essiri fimmina bedda di dintra e no di fora! ( dalla sinistra spunta Mimidda. Dedè preso dall’euforia va verso Mimidda e l’abbraccia, facendola roteare)

Dedè               Mi maritu, mi maritu!( ma quando alza gli occhi e la guarda in faccia la lascia cadere a terra e gridando va verso la mamma) Mamà ch’è brutta pari    ‘na signa –scimmia-! ( nel frattempo Dadà, stando vicino a Lucietta perché attratta da questa figura, nell’offrirgli una caramella riceve un morso)

Dadà               Ahi! Mamà, mamà mi muzicà!

Nunziata          Cuomu ti muzicà? Don Ninu, donna Sabetta e c’aviti ccà ‘na fera d’armali: pappagaddi, signi!

Mimidda         (andando verso la mamma) Mamà ‘u sintì chi dissi ca sugnu ladia cuomu ‘na signa!

Sabetta            No figlia nun sì làdia! (sentendosi offesa incomincia a sbraitare contro Nunziata) Donna Annunziata, ‘sta vota acchianu ja ‘ncapu la seggia ( esegue ) e  annunziu vobis gaudiu magnummi, anzi no gaudiu ma tristum: abbemussi varcatu ogni limitu! Donna Nunziata, si dici ca lu cubaitaru ‘nzocchi avi vannia! Ora lei appi la sfacciataggini d’offenniri a ma figlia! Pirchì nun talia lu so jmmu ‘nveci di taliari chiddu di l’antri! Pirchì nun talia lu jmmu chi hannu li so figli, ca su figli di enni enni. Si armari ci sunnu ni ‘sta stanza, chissu su li so figli ca sunnu muli! E cuomu sunnu muli li figli è mula anchi la matri!

Dedè               ( andando a chiedere aiuto alla madre) Mamà lu sintì chi dissi, ca siemmu muli!

Dadà               (c.s.) Mamà, nun ci staju capiennu nenti! Siemmu figli di enni enni o siemmu muli?

Nunziata          Mula a mia? Mula a mia?

Sabetta            Si, mula a tia! E vatinni di ccà prima ca t’accravaccu!

Ninu                Sabetta un po di  contegno!

Sabetta            A quali contegno, contegno! Quannu mi toccanu a ma figlia…  tutti cosi mi puonnu tuccari, ma quannu mi toccanu la ma figlia nun ci vidu cchiù!

Dadà               Mamà! ( piange)

Dedè               Mamà! ( piange e si stringe al fratello e poi tutti e due con la madre)

Sabetta            A sceccu e mulu accravaccaci sulu! Sciò via da casa mia! ( li spinge verso la comune) E pigliativi ‘sti pupi, cu  tutti sti spinguli e spinguluna!

Ninu                Sabetta, un po di contegno!

Sabetta            ( propinandogli uno schiaffo) E finiscila tu cu ‘stu contegnu…contegnu…

Ninu                Ti dissi un po di contegnu pirchi ricordati c’aviemmu ‘na fimmina a maritari!

Sabetta            Cu ccu? Cu ‘stu mulu?( indicando Dedè)

Annunziata      ( raccogliendo le bambole di pezza, ed un po più remissiva) Amuninni! Amuninni, ca bona ni la liggì la vintura, ( spingendo i figli verso la comune) Amuninni, amuninni ca bona ni la liggi la vintura, amuninni! ( arrivati vicino la comune) Amuninni ca bona ni la liggì la vintura..( girandosi verso Sabetta) ‘sta vecchia ‘nsipita striga! ( vanno via )

Sabetta            ( afferrando la gabbia vuota e andando verso la comune) A mia vechia ‘nsipita striga…( sta per scagliare contro la gabbia ma viene fermata dal marito)

Ninu                La gabbia del mio defunto pappagallino!

Sabetta            Ha ringraziari ca scapparu se no ni ‘sta gaggia ci ‘nchiujva a tutti tri.. ‘sti muli!

Ninu                E anchi chista mi la facisti falliri!

Sabetta            Chi ti fici falliri?

Ninu                Lu matrimuoniu di to figlia!

Sabetta            Cu ccù, cu Dedè?

Ninu                Pi l’appuntu!

Sabetta            Oh Ninu, Ninu! L’haiu dittu sempri ca sì Ninu di nomi e di fatti!

Ninu                Ma dimmi ‘na cosa chi vua pi to figlia, un Re?

Sabetta            Propriamenti!

Lucietta           ( che era stata messa in disparte ripiglia a fare la mimica del pappagallo )

                         Coocorito, coocoritoo!

Sabetta            E finiscila, va guadagnati lu pani! Vidica dda ci sunnu un paru di mutanni, attuppacci lu bucu!( esce dalla sinistra seguita dal marito)

SCENA IV

Lucietta , Nicola  poi Ninu e Sabetta

                                    (Lucietta rimasta sola, si spoglia e poi si mette a rattoppare il paio di mutandoni. Entra lu zu Nicola persona con moviemti flemmatici, veste con giacca a quadri con doppia martingala, pantaloni unico fondo con l’orlo abbastanza distante dalle scarpe di colore bianco e nero. Folti baffi rivolti con la punta all’insù. Fuma dei grossi sigari che spegne ed accende in continuazione. Quando parla una mano messa al fianco mentre l’altra , che tiene il sigaro, la muove agitatamente. Ripete spesso “Va buono”.)

Luicetta          Talia chi mi tocca fari , attuppari li buca ni’’li mutanni di’’la genti! Chistu è lu scottu chi mi tocca pagari!

Nicola            Cc’è pirmissu?

Lucietta           ( continuando a lavorare non accorgendosi della presenza di Nicola) Trasi, trasi!(poi a bassa voce ) Mi dici sempri lu zu Ninu!

Nicola              Sugnu trasutu! ( esegue). Va buono?

Lucietta           ( c.s.) Niesci, niesci, ‘nveci mi dici dda fitusa di donna Sabetta!

Nicola              E jamuninni! Va buono?( va per uscire)

Lucietta           ( c. s. ) No! Trasi, rebbica  lu zu Ninu!

Nicola              E trasiemmu! Va buono?

Lucietta           (c.s.) Travagli? E allura trasi e ti riesti ccà!

Nicola              No, nun travagliu!

Lucietta           (c:s.) Nun travagli? E allura niesci!

Nicola              Ma sugnu pussidenti, vivu di rendita!

Lucietta           A cu la cunti, si nun travagli! S’ha ristari ccà ha fari lu pappagaddu!

Nicola              Ma ja mancu lu sacciu fari!

Lucietta           E allura vatinni!

Nicola              (ad alta voce) Ma si po sapiri chi schifiu voli di mia, donna Sabetta?

Lucietta           (accorgendosi della presenza di Nicola) E vu cu siti?

Nicola              ‘U zu Nicola! Avi mezzura ca mi dici trasi, niesci, trasi niesci, fa lu pappagaddu!

Lucietta           Ah mi scusassi parlavo tra mia e mia! Chi vuliti?

Nicola              Donna Sabetta vinni ccà pi pigliari la mistura chi mi fici so maritu! Va buono?

Lucietta           Ja nun sugnu, Sabetta, la muglieri di don Ninu, ma…una che fa le veci! Ospite!

Nicola              Mi scusassi di ‘stu sbagliu! Ja nun canusciu la muglieri di’’lu zu Ninu! Mi presientu. Ja sugnu Nicola Cannata! Va buono? ( nel loro dialogo si incomincia ad intravedere che sta per nascere una simpatia reciproca. Lucietta continua a cucire i mutandoni ma non si accorge che sta per cucire la parte dove viene infilata la gamba).

Lucietta           Va buono, piaciri anchi pi mia! ( porge la mano con l’ago  pungendo ‘u zu  Nicola)

Nicola              Aih!

Lucietta           Chi successi?

Nicola              Mi pungì lu jtu!

Lucietta           Oh bedda Matri! M’aviva scurdatu la uglia ‘n manu! Assittativi! (lo fa sedere) Aspittati! ( va verso il tavolo dove Ninu tiene tute le sue erbe,  piglia una bottiglia in cui c’è scritto rinfrescante, ma è un rinfrescante a base di ortica, e lo va a versare sulla mano di Nicola)

Nicola              Aih! M’abbruscia! Chi mangiascìu chi haju!( raspa in continuazione la mano)

Lucietta           Cuomu abbruscia? Ccà c’è scrittu rinfrescante a base..(a bassa voce ) di zicula! Oh Bedda Matri! La zicula ci jttavu ‘ncapu la manu!( va verso il tavolo e piglia una caraffa d’acqua) Tiniti allifriscammula cu tanticchia d’acqua!( inciampa e versa l’intero contenuto d’acqua su Nicola)

Nicola              M’annigastivu! ‘Na purmunoria mi piglia ora!

Lucietta           Aspittati c’av’asciucu! ( verso il tavolo e piglia un tovagliolo ma non si accorge che contiene della farina) V’asciucu tuttu! ( apre il tovagliolo e lo infarina tutto) Oh bedda Matri chi c’era pruviglia? Aspittati ca pigliu lu primisi accussì v’asciucu! ( va per l’ennesima volta verso il tavolo e piglia il fornellino a petrolio – primisi – lo accende e va da Nicola, il quale distratto lascia fare a Lucietta) Ora ci piensu ja! ( avvicina il fornellino e da fuoco a Nicola)

Nicola              Ajutu! Fuocu pigliavu! Ajutu! ( entra don Ninu con Sabetta nel sentire le voci)

Ninu                Chi successi?

Sabetta            Bedda Matri fuocu piglià! ( vanno a pigliare la coperta di lana che sta sul letto e avvolgono Nicola per spegnere le fiamme. Lo soffocano tutti e tre. Mimica a soggetto. Poi scoprendolo )

Ninu                Don Nicò’ chi successi?

Nicola              Nenti lonca è la storia! Va buono? Chiutuostu la priparastivu la mistura, don Ninu?

Ninu                Zu Nicola, zu Nicola..(in senso di rimprovero) Dottor Ninu…

Nicola              Ah veru mi l’aviva scurdatu! Dottor Ninu pronti è ddu miscugliu? Va buono?

Ninu                ( pigliando dal tavolo una barattolo con un miscuglio dentro) Tiniti, pigliatini un cucchiaru luntanu di li pasti!

Nicola              A chi distanza?

Ninu                A tri metri! Ma chi capistivu? Distanti significa dopu ’n’ura ca finistivu di mangiari!

Nicola              Ah! ‘u capivu! Va buono? Ma attuppa?

Ninu                Attuppa, attuppa! Chissa è l’urtima prova!

Nicola              ‘U sapiti sugnu sempri assittatu…

Ninu                ‘U capisciu!

Nicola              Allura m’assicura c’attuppa! E si nun attuppa?

Sabetta            ( pigliando dal tavolo un tappo di sughero ) Ultimo rimedio, pruvati cu chistu! Va buono? ( porge il tappo a Nicola)

Nicola              ( pigliando il tappo) Quantu v’ha dari?

Ninu                Pua mi purtati un cunigliu nostrali. Mi raccumannu!

Nicola              A servirla! Va buono? ( i due, Sabetta e Ninu, all’unisono: Va buono! (esce dalla comune)

Ninu                Ma chi ci successi c’aviva pigliatu fuocu?

Lucietta           Si stava addumannu un sicaru, e stava pigliannu fuocu!

Sabetta            Cu forti fuma, prima s’assintuma! Cuomu lu maritu di Donna Frannucenzia! (esce dalla sinistra)

Lucietta           Zu Ninu..ah dottor Ninu mi fici zita!

Ninu                Cu ccù?

Lucietta           Cu don Nicola!

Ninu                Cu iddu?

Lucietta           Sissi!

Ninu                E quannu fu?

Lucietta           Ora!

Ninu                Ora? E chi fu ‘na vampata!

Lucietta           Nun lu vitti ca piglià fuocu!

Ninu                Ah, veru! E ora cuomu la mitti cu to frati? Ca prima s’ava maritari iddu e pua tu? Mi ci facisti leggiri la vintura a modu tua ca nun s’aviva a maritari…

Lucietta           Ci liggiemmu arrieri la vintura ca si po maritari!

Ninu                E cu ccu?

Lucietta           Ci la truvammu! Sordi n’aviemmu a palati! Si dici: A chi servi la biddizza siddu manca la ricchizza! Ni’ ‘lu casu di ma frati c’è ricchizza ma nun c’è biddizza!

Ninu                Giustu dici! Amuninni! (escono dalla comune)

SCENA V

Sabetta, Ciccinu, Ninu, Lucietta e Ramunnu

Sabetta            ( entrando dalla sinistra con un sacco di juta in mano che lo sta rattoppando ) Ninu, Ninu, ma unni schifiu si nni j’? ‘Stu saccu p’attupparlu mi sta faciennu perdiri un saccu di tiempu! (bussano alla porta è don Ciccinu, Sabetta va ad aprire) Trasiti, trasiti! Carissimo don…( chiede con i gesti perché non ricorda il nome)

Ciccinu            Ciccinu, Ciccinu!

Sabeta             Ah veru, cuomu lu nomi dell’uccello di mio marito! Don Ciccinu di chi la puozzu serviri!

Ciccinu            Brava! Nenti aviva bisuognu di so maritu!

Sabetta            Lu po’ diri anchi a mia, tantu iddu mi cunta tutti cosi!

Ciccinu            Brava! Donna Sabetta avissi bisuognu di cocchi midicina pirchì haju l’alitu..l’alitu..un po… taliassi ccà! ( s’avvicina ed alita davanti la faccia di Sabetta )

Sabetta            ( con una esagerata smorfia di disgusto ) Bravu! ‘U capivu, ‘u capivu! Si spiegà benissimo! Però ja nun puozzu ajutarla,  ci voli lu dutturi!

Ciccinu            No, nun vuogliu ‘u dutturi ma a so maritu!

Sabetta            Appuntu, ma maritu dottor Ninu!

Ciccinu            Brava! Certu so maritu, dottor Ninu Butticè!

Sabetta            Avissi a essiri ni ‘sti paraggi! Si voli aspittari?

Ciccinu            Brava, aspiettu!

Sabetta            Don Ciccì’, mi la leva ‘na curiosità! Convintu è vossia di maritarisi cu la viduva…( fa i relativi gesti per indicare l’imponenza del personaggio)..nun si scanta? ( fa il gesto con le dita come segno di morte)

Ciccino            Brava! ( aprendo la giacca e fa vedere che internamente è tapezzata di svariati amuleti e portafortuna – corna di diverse misure, grattugie, zampe di coniglio, ferri di cavallo, etc.., poi continua ad uscire altri oggetti dalle tasche)

                        Donna Sabetta mi sono premunito di tutto! Poi sugnu sicuro, pirchì vostru maritu mi liggì la vintura!

Sabetta            Don Ciccì’ vidissica la vintura ma maritu la liggì alla vedova, futura vostra moglie, e non a vossia! Quindi…

Ciccinu            Oh bedda matri, donna Sabè’ mi misi un punci ‘ntesta!

Sabetta            Eh caru don Ciccinu ja vi l’aviva a diri!( entra dalla comune Ninu )

Ciccinu            ( tutto preoccupato va verso Ninu) Don Ninu, don Ninu….

Ninu                ( alla moglie ) Sabè’ chi cucisti cavuli? ( Sabetta indica don Ciccinu ) Iddu?  (la moglie continua a fare gesti mimando che don Ciccinu ha l’alito pesante). Ah si li mangià don Ciccinu?

Ciccinu            Don Ninu, anzi dottor Ninu haju bisuognu di vossia pi du cosi. So muglieri mi misi un punci ‘ntesta..

Ninu                ( s’avvicina al tavolo e prende un po d’erbe) Tiniti ccà! Mittitila n’’li capiddi tri voti a lu juornu!

Ciccinu            E pirchì ‘n testa?

Ninu                Nun mi dicistivu c’avivavu un punci ‘n testa?

Ciccinu            In senso metaforico!

Ninu                No’ mità ma tanticchia ‘a vota!

Ciccinu            Diciva ca haiu un punci ‘n testa cuomu pi diri c’haju un pinsieri. ( non finisce di completare la frase che irrompe in scena Lucietta con tutti gli abiti strappati)

Lucietta           Ajutatimi, ajutatimi!( si mette come al solito a girare su stessa)

Sabetta            Eh vi vuliti firmari pi ‘na bona vota! Chi successi?

Lucietta           Don Ninu…( rimprovero di Sabetta ) dottor Ninu ivu ni ma frati e ci dissi ‘nzocchi m’aviva dittu vossia, di dirici ca vossia ci liggì arrieri la vintura e ca ‘sta vota li carti ci dissiru ca si putiva maritari! Nun mi fici cchiù continuari. Addivintà ‘na furia! Mi diciva ca oramai nun si vuliva cchù maritari! Ja a cunvincilu, ca era giustu, pirchì ristava sulu! E iddu mi rispunniva ca nun ristava sulu, aviva la cumpagnia mia! E ja a dirici ca putiva succediri ca mi maritava e iddu ristava pua sulu! Quannu dissi chissu piglià ‘na fanci e mi fici li vesti lenni lenni, e scappau di cursa! ‘U capì don Ninu, nun si voli maritari cchiù, e cuomu fazzu ora ja?( da dietro le quinte si sente la voce di Ramunnu) Iddu è iddu è! Ora m’ammazza! ( guarda donna Sabetta per alcuni istanti poi le toglie il sacco di juta dalle mani e ci s’infila dentro. Entra dalla comune Ramunnu con una falce in mano)

Ramunnu         Unni è? Unni è? Unni è ca la fazzu ‘n milli  piezzi! ( i presenti cercano di tranquillizzarlo)

Sabetta            Calmativi!

Ninu                Ma chi siti veru babbu?Vi vuliti consumari?

Ramunnu         No, si nun ci tagliu la testa nun m’accujetu! La fazzu in milli piezzi, accussì!  Vi fazzu la prova, accussì!(infilza la falce su tutti gli oggetti che si presentano davanti, tavolo sedie etc..per far vedere come dovrà comportarsi in presenza della sorella, poi si avvia verso il sacco e viene fermato dai presenti)

Sabetta            No, ni ‘stu saccu no!, ca è chinu di  frummientu!Ma calmativi!

Ramunnu         Nun mi calmu!(nel frattempo Lucietta infilata dentro il sacco si sposta e il fratello  dopo diversi tentativi dei presenti a fermarlo,  trova spazio per dirigesri verso il sacco che non trova nella posizione precedente. Questo avviene diverse volte poi alla fine riesce ad infilzarlo. Lucietta ricevuto il colpo, schizza fuori emettendo un grido lacerante)

Lucietta           AHI!AHI, lu spitu m’appizzà ‘nculu!

                       

                                                           FINE SECONDO ATTO

                       

ATTO III

La stessa scena dei primi due atti.

SCENA  I

Ninu e Pinuzzu

( Ninu è intendo come al solito a preparare decotti, mescola svariate erbe. Entra dalla comune

Pinuzzu con un sacchetto di tela bianca in mano)

Pinuzzu           Zu Buticè, zu Butticè! ( ride per tutta la durata del dialogo)

Ninu                Pinuzzu, ti dissi ca m’ha chiamari zu Ninu dutturi!

Pinuzzu           Si zu Butticè! Zu Ninu dutturi!

Ninu                Mi la purtasti l’erba?

Pinuzzu           Sissi!

Ninu                E pirchì ridi?

Pinuzzu           Cu ja?( continua a ridere ) Quannu mai! ( ride)

Ninu                Ma nun lu vidi ca sta ridiennu?

Pinuzzu           Ma unni lu vidi ca staju rideinnu? Sugnu accussì seriu! ( ride)

Ninu                Ma chi ti niscì lu senziu?

Pinuzzu           A cu a mia? ( ride ) Lu senziu? E pirchì?

Ninu                Pirchì ridi di continuu e mi dici ca nun ridi!

Pinuzzu           ( guardandolo in faccia ) Chi fa ridu? Mi dicissi chi fa ridu!( gli ride in faccia spruzzandogli la saliva )

Ninu                ( s’asciuga la faccia) Pi favuri, nun mi fari perdiri la pazienza! Li purtasti l’erbi?

Pinuzzu           ( indicando il sacchetto) Si, ccà l’haju! (ride)

Ninu                Chi mi purtasti?

Pinuzzu           ( infilando la mano dentro il sacchetto esce dei mazzetti d’erba, ridendo ad ogni erba che esce fuori) Chistu è lu calipsu, chistu è l’addauru, chista è la cacomilla, chista è la ginziana, chistu è l’arienu, chista è l’erba di vientu, chista è la zicula…

Ninu                Ma nun ti pungi la zicula ca la tieni accussì stritta?

Pinuzzu           Nonzi!

Ninu                E pirchì nun ti pungi?

Pinuzzu           Pirchì ja e la zicula siemmu cuomu li frati e nun mi pungi!

Ninu                E unni è la paparina?

Pinuzzu           (ridendo ) Mi la mangiavu!

Ninu                Ti la mangiasti?

Pinuzzu           Sissi!

Ninu                Ora mi spiegu lu pirchì di ‘sta risata! E quantu ti ni mangiati?

Pinuzzu           Deci!

Ninu                Deci papaveri?

Pinuzzu           Sissi!

Ninu                Ascunta, pigliati lu sceccu e vatinni dintra e ti va pigli ‘na callara d’aumidda! Curri!

Pinuzzu           Nun puozzu iri dintra cu lu sceccu!

Ninu                Pirchì, ti l’ha rubaru?

Pinuzzu           Nonzi, fori è!

Ninu                E allura, ci accravacchi e ti ni va drittu drittu dintra!

Pinuzzu           Nun puozzu lu sceccu è jttatu ‘nterra ca ridi puru iddu!

Ninu                Chi si mangià puru la papaverina?

Pinuzzu           Sissi!

Ninu                Pi favuri amuninni fori, vidiemmu chi si po fari! ( escono dalla comune)

SCENA II

Sabetta  Nenè , Dadà, Dedè , Nanà e poi Ninu

Sabetta            Ninu, Ninu! ( tiene in mano  i mutandoni che Lucietta aveva prima cucito e s’accorge una parte dove viene infilata la gamba è cucita). Ma unni schifiu si nni j’!Ninu! Ma dicu ‘na cosa ‘sta Lucietta ‘nveci di darimi ajutu mi duna sdirrupu! Talè cuomu mi cusì li mutannuna di ma maritu! La gammiglia cusuta! (entra Nenè)

Nenè                Sabbenedica don Ninu!( Sabetta nun rispunni) Ah, mi l’aviva scurdatu, dottor Ninu, sabbenedica!( Sabetta non risponde) Dottor Ninu pirchì nun m’arrispunni?

Sabetta            Pirchì ja nun sugnu il dottor Ninu, ma la muglieri, Sabetta!

Nenè                Mi scusassi donna Sabetta! Nun ci viju buonu!

Sabetta            Lu vitti! Ci voli curaggiu a scangiari a mia cu ma maritu!

Nenè                Donna Sabè’( avvicinandosi e toccando il viso con le mani), vossia è?

Sabetta            ( passando un fazzoletto sulla faccia ) Ma nun lu vidi ca sugnu ja!

Nenè                Veru, vossia è! Ascuntassi…( si mette a piangere )

Sabetta            Ma chi ha figliu? chi ti successi?

Nenè                M’affucu, m’affucu ! ( fa il relativo gesto )

Sabetta            (afferrandolo per le braccia ) Ma chi fa, figliu?

Nenè                Ma matri nun voli, nun voli!

Sabetta            E chi è ca nun voli?

Nenè                Ca mi fazzu zitu cu Dadà!

Sabetta            E cu è Dadà?

Nenè                La suoru di Dèdè!

Sabetta            E cu è Dèdè ?

Nenè                So frati!

Sabetta            E cu è so frati?

Nenè                Dedè!

Sabetta            Ma  cu è Dedè?

Nenè                Nun ci lu dissi, ‘u frati di Dadà!

Sabetta            ( al limite della sopportazione) Sienti bieddu, nun ci staju capiennu nenti, dimmi cu è Dadà?

Nenè                Arrieri, nun ci lu dissi, ‘a ma zita, Dadà, no Dedè, no Dadà! ( si mette a piangere) Mi staju cumpunniennu! Accuminciu arrieri!

Sabetta            Fermati figliu, fermati, rispunni sulu di cu è figlia la to zita! Nun vuogliu sapiri ne Dedè ne Dadà!

Nenè                E’ figlia di donna Nunziata Dionigi!

Sabetta            ‘A capitana?

Nenè                Chi sacciu cuomu ci dicinu! Idda avissi essiri!

Sabetta            E allura?

Nenè                Ma matri nun voli ca mi fazzu zitu cu la figlia, pirchì è figlia di enni enni!( in questo preciso istante entra Dadà dalla comune)

Dadà               C’è pirmissu?

Nenè                (andandole incontro, prima le tocca il viso e poi la presenta Sabetta) Chista è la ma zita!

Sabetta            Dedè?

Nenè                No! Dadà ! Dedè è so frati ca si voli cu Nanà!

Sabetta            E cu è Nanà?

Dadà               Nanà è la suoru di Nenè!

Sabetta            Ma cu è ‘stu Nenè?

Dadà               ‘U ma zitu!

Sabetta            Ma ‘u to zitu nun è Dedè?

Dadà               No, ma frati è! Nenè è ‘u ma zitu!

Nenè                Ja sugnu Nenè!

Sabetta            Oh bedda matri, ajutatimi Vu! Carusi chiujemmula dduocu, mi staju cunfunnienu di ‘na tali manera ca mancu sacciu cu sugnu ja e cuomu mi chiamu!

Nenè                Donna Sabetta!

Dadà               Donna Sabetta!

Sabetta            Chi c’è?

Nenè                Nenti, ci ricurdammu cuomu si chiamava!( entra in scena Dedè )

Dadà               Donna Sabetta chistu è ma frati!

Sabetta            Ah, Nenè!

Dadà               No, Dedè!

Dedè               Sabbenedica donna Sabetta, ja sugnu Dedè! ‘u frati di Dadà e lu zitu di Nanà!

Sabetta            ( rivolgendosi a Dadà) ‘U to zitu?

Dadà               No, ma frati è! ( entra dalla comune Nanà )

Dedè               ( andando incontro a Nanà e presentandola a Sabetta) Chista è Nanà, a ma zita, ‘a suoru di Nenè!

Sabetta            Carusi ammiscammula dduocu! Mi stati faciennu girari ‘a testa cuomu ‘na strummula, dicitimi chi vuliti e jtivinni subitu!

Dedè               Perciò donna Sabetta, ja sugnu zitu cu Nanà (indica Nanà), la suoru di Nenè! Ma suoru Dadà è zita cu Nenè la suoru di Nanà, ca fussi ‘ma suoru, no so suoru, no, m’imbrugliavu!

Sabetta            Vi dissi, chi vuliti di mia?

Dedè               Vuliemmu ca ni leggi la vintura!

Sabetta            Ma chistu è mistieri di ma maritu!

Dedè               Donna Sabetta, n’ajutassi, n’ajutassi ca su tutti cuntrari a ‘stu fidanzamentu!Si ni ‘stu momentu vinissi nostra matri (indicando la sorella Dadà) facissi succediri lu fini munnu!

Nenè                Anchi nostra matri! (indica la sorella Nanà) facissi succediri ‘na tragedia! N’ajutassi!( tutti la implorano . Si sente bussare credono tutti che sia un loro genitore. Momenti di paura, mentre Sabetta va ad aprire i quattro vanno a mettersi dietro la tenda che nasconde il letto. E’ Ninu)

Sabetta            (entrando) Ninu, tu sì? ( non trova i quattro e capisce che si sono nascosti dietro la tenda)

Ninu                E cu putiva essiri? Cu la chiusi la porta?

Sabetta            ‘U vientu!

Ninu                Di sciroccu?

Sabetta            No, di tramuntana!

Ninu                Ah quali tramuntana, ca c’è un callu ca si crepa. Ci vulissi un miraculu di tutti li santi pi fari allifriscari st’aria!

Sabetta            Ccà ci n’è quattru!

Ninu                Chi?

Sabetta            Santi!  Cosma e  Damianu, Simplìcita e Filìcita! ( scopre la tenda e i quattro hanno assunto delle posizioni statuarie. A soggetto la posizione).

Ninu                E chi ci fannu chissi quattru a parcu?

Sabetta            Hannu bisuognu di tia! ( i quattro asseriscono, con la testa, mantenendo sempre la posizione statuaria) Li canusci cu sunnu?

Ninu                Certu: Nenè e Nanà li figli di’’la viduva, Dedè e Dadà li figli di dda scavaddata, Nunziata! ( i quattro asseriscono)

Sabetta            Mi parivatu c’avivatu la testa di puorcu! Buonu sì di mimoria!

Ninu                Certu! E chi vuonnu?

Sabetta            I genitori su’ cuntrari a ‘stu fidanzamentu! ( i quattro continuano ad asserire)

Ninu                Cu nostra figlia? ( diniego dei quattro con la testa)

Sabetta            E chi ci trasi nostra figlia?

Ninu                Ti lu scurdasti…

Sabetta            A veru Ninu, sì!

Ninu                E finì anchi ‘sta spiranza! E ja chi ci puozzu fari!

Sabetta            Leggiri la vintura e cumminciri le due pie donne, le loro matri, a farici calari la testa! ( i quattro asseriscono. Bussano alla porta e si sente la voce di Frannucenzia. I quattro si muovono animatamente).         

Frannuc.          (d.d.) Dottor Ninu, dottor Ninu!

Sabetta            Calammu la tila di’’lu primu attu! ( va a chiudere la tenda).

SCENA          III

Detti , Frannucenzia, don Ciccinu e Nunziata

Ninu                ( verso la comune ) Trasiti donna Frannucenzia, la porta è aperta!

Frannuc           Bongiorno, don Ninu, anzi dottor Ninu!

Ninu                Bongiorno!

Sabetta                       Bongiorno!

Frannuc           Mi dicissi dottor Ninu, chi vinni…( i due all’unisono rispondono di NO) No, chi? Si mancu haju dumannatu! Vi stava addumannannu si vinni ccà ma maritu, o il futuro marito, qui prisenti don Ciccinu! ( Ciccinu fa segnali di diniego a Sabetta e Ninu ).

Ninu                No!

Frannuc           E ‘sta pianeta ca ci truvavu ‘n tasca cu ci la detti?

Sabetta            Pirchì nun l’addumannati a iddu?

Ciccinu            Brava!

Frannuc           Tu zittuti!( si sente bussare alla porta e la voce di Nunziata)

Nunziata          (d.d.) Don Ninu, don Ninu!

Frannuc           Il cacio ni’’li maccarruna ! La facissi trasiri!

Ciccinu            Brava!

Sabetta            Sintissi, donna Frannucenzia, chista è casa mia e lu decidu ja cu ava trasiri e cu ava nesciri! (finisce di parlare che entra a razzo in scena)

Nunziata          Unni su’, unni su’ li ma figli? Ah! Donna Frannucenzia puru vossia ccà! C’è festa ranni! Festa ranni!

Frannuc           Quali festa ranni? ( chiedendo ai presenti e a Nunziata ) Ci su ccà li ma figli cu li so figli? Stavavu cumminannu ‘u matrimuoniu? Vidu ca a scaluni a scaluni acchianati la scala! Mi ni cumpiaciu!

Ciccinu            Brava!

Nunziata          Vidu ca a scaluni a scaluni acchianati la scala! Mi ni cumpiaciu!

Ciccinu            Brava! (s’accorge dell’errore e si tappa la bocca)

Frannuc           ( dandogli uno schiaffo in bocca ) E finiscila tu cu ‘stu Brava!  ( poi a Nunziata) Ascunta bedda! Vidica lu scaluni lu sta acchianannu tu, pirchi pigli di ‘ncapu cuomu certi fimmini! Mula!

Ciccinu            Brava!

Nunziata          ( incomicia a dimenarsi e piglia una posizione come se volesse dettare legge. Nella scena che segue troviamo da una parte Frannucenzia e dall’altra  Nunziata con in mezzo, dando le spalle al pubblico, Ninu che dirige, se così si vuol dire, l’orchestra. I due danno sfogo alla loro ira, come se fossero due galli da combattimento. I movimenti dei due sono a soggetto. Sabetta vuole intervenire ma viene fermata da Ninu. Eventuale sottofondo musicale)

                        A mia mula, a mia mula! Sucasancu, ca ti sucasti lu sancu a setti mariti!

Frannuc           Sei sunnu, unu è ccà! ( indica Ciccinu che nel frattempo ha fatto dei scongiuri) Cravunchiu!

Ciccinu            Brava!

Nunziata          Piscialiettu!

Frannuc           Zicca!

Ciccinu            Brava!

Nunziata          Tabacchera di lignu! ( mentre parla sale sulla sedia)

Frannuc           Guaddarusa!

Ciccinu            Brava!

Nunziata          Guastidduni!

Frannuc           Càntaru e rinali, cu du manici! ( fa il relativo gesto con le mani a fianco)

Nunziata          Strunza!

Ciccinu            Brava! ( si accorge di aver sbagliato e prima ancora che si tappa la bocca riceve uno schiaffo sulla bocca di Frannucenzia)

Frannuc           ( al marito ) E bravu! ( poi a Nunziata) Carcarazza paisana e pezza di… !

Nunziata          A mia, a mia, a mia dici accussì? ( si butta sulle spalle di Frannucenzia che nel frattempo s’era avvicinata. Troviamo Frannucenzia con in groppa Nunziata che le morde fortemente la testa. Movimenti a soggetto)

Sabetta            Ninu, Ninu li vua spartiri?

Ninu                ( fa segnale alla moglie di aprire la tenda che nasconde i quattro, Nenè, Nanà, Dedè e Dadà) Rapiemmu la tila. Secunnu attu! ( nell’aprire la tenda le due donne si separano e restano ammutoliti innanzi alla presenza dei quattro ragazzi)

                        Ora parlu ja!( ai due che accennano a parlare) MUTI! Vi ricuordu ca siti ‘ncasa d’antri!

Ciccinu            Bravu!( si tappa la bocca e sguardo di rimprovero di Frannucenzia )

Nunziata          Ma ja vuogliu diri ‘na cosa…

Ninu                Donna Nunziata…Sabetta chiuj lu sipariu!

Sabetta            ( eseguendo) Fini di’’lu secunnu attu!

Ninu                Ma dico ‘na cosa è mai possibili ca l’omu nun è mai cuntentu di chiddu chi avi! S’azzuffa, pinìa, soffri, p’arrivari a chiddu chi disìa, e pua quannu ci l’avi ni’’li mani lu disprezza, nun ci cogli amuri, e lu scaccia cu li piedi cuomu si fussi caleru! Nuddu di nantri è perfettu a ‘stu munnu! Cu cchiù e cu menu l’aviemmu ‘u’ difiettu ca po essiri anchi cruci! Ci su’ cruci, cruciddi e cruciazzi, ognunu cu la so!   Si ognunu di nantri purtassimu a’’la chiazza la nostra, e mittissimu a munzieddu li nostri cruci, sugnu sicuru c’ognunu si ripigliassi la so! ( a Sabetta ) Rapi! ( riferendosi alla tenda del lettino )

Sabetta            Rapiemmu la tila!(esegue) Attu terzu!

Ninu                Taliati chi ssu bieddi! Chi diciti vu donna Frannucenzia e vu donna Nunziata?

Frannuc           Ma ja dicissi, ca prima di calari la testa, vuogliu ca ci liggiti la vintura a ‘sti carusi!

Ciccinu            Brava!

Ninu                A quali brava, don Ciccinu! Donna Frannucenzia cchù chiara di chissa è la vintura! Du’ ca si vuonnu beni!

Sabetta            Quattru!

Ninu                Giustu dici ma muglieri, quattru  ca si vuonnu beni, ca si amanu! L’amuri è amuri e no brodu di ciciri! E criditi di frunti all’amuri la qualunchi cosa si cala, cuomu lu juncu quannu passa chijna! L’amuri è lu mastru di tutti l’arti! Cuomu dicivanu l’antichi latini “ Omminia vincit amuri “ Cu l’amuri si vinci tuttu! ( entra dalla sinistra Mimidda, nel vedere Nenè abbracciato con Dadà, si mette a piangere)

SCENA IV

Detti , Mimidda, Lucietta, Nicola e Ramunnu

Mimidda         ( andando a togliere dalle mani di Dadà, Nenè ) ‘U zitu mia chistu è, ‘u zitu mia è!( si trascina con forza Nenè strappandolo dalle mani di Dadà)

Sabetta            No, figlia, nun è tua!

Mimidda         Cuomu nun è mia?

Sabetta            Lu tua è ‘n ‘antru!

Mimidda         Allura è chissu? ( va verso Dedè e lo affera con prepotenza e se lo tiene stretto lasciando Nenè che ritorna al suo posto)

Sabetta            No figlia nun è mancu chissu!

Mimidda         E cu è allura, ah? Ja nun mi maritu cchiù! ( piange. Dalla conune entra Lucietta, sempre di corsa)

Lucietta           Don Ninu, don Ninu..

Sabetta            Donna Lucietta, lu manicu, lu manicu!

Lucietta           Ah veru! Dottor Ninu, sistimavu tutti cosi cu ma frati, lu cunvincivu, cuomu dissi vossia! Era  felici quannu ci cumunicavu …. ( entra Nicola dalla comune)

Mimidda         ( Corre ad afferrare Nicola) ‘U zitu mia è, ‘u zitu mia è!

Lucietta           ( Glielo strappa energicamente dalle mani ) Si, ‘u zitu tua, ..’u zitu tua..’u zitu tua! Sì…sì..piglià e finì! ‘U zitu tua..’u zitu tua! Ma chi dici? Chiss’antra ci voli! Chistu è ‘u ma zitu! E guai cu mi lu tocca!

Nicola              Va buono?

Sabetta            Va buono!

Ninu                Va buono! E dimmi ‘na cosa Nicola cuomu fini cu dda mistura pi…

Nicola              Nun ci potti! Nun va buono!

Ninu                E allura?

Nicola              ( Nicola fa segnale guardando donna Sabetta ) Lu consigliu di vostra muglieri!

Ninu                Chi vuliti diri? ( Nicola continua a guardare Sabetta e fa segnale con il pollice destro  dentro la mano sinistra chiusa )

Sabetta            ‘U tuppagliu?

Nicola              ( asserendo con la testa ) ‘U tuppagliu, unicu rimediu, taliassi ccà! ( esce dalle tasche della giacca e dei pantaloni una ventina di tappi di sughero)… e va buono!

Ninu                Si va buono…va buono!

Mimidda         ( piangendo ) Papà e unni è ‘u ma zitu?

Ninu                Figlia abbi fede!( entra dalla comune Ramunnu) Eccu lo to zitu!( festante va incontro a Ramunnu e gli si butta tra le braccia. Quest’ultimo l’afferra e la solleva da terra)

Sabetta            Ninu, ma chi ti niscì lu senziu?Allura veru Ninu sì!

Ninu                ‘Sta vota sugnu veru Ninu! E ricordati avanti ca lu cani caca, la vurpi si marita!

                        Accuntintammuni di ‘st’uovu oj e no la gaddina dumani! Va buono? Allura a quantu pari su tutti sistimati! Chi diciti vu, donna Frannucenzia? E vu, donna Nunziata? ‘U vidistivu cuomu è difficili pi ‘na fimmina truvari maritu e pi un masculu truvari muglieri?  ( Frannucenzia e Nunziata  calano la testa. Ninu da uno sguardo panoramico e poi esclama )

                        Va buono? ( tutti all’unisono rispondono: Va buono!)  Ora ca aggiustammu la barracca liggiemmu la vintura a ‘stu miravigliusu pubblicu! ( rivolto al pubblico ) Cu è ca si susi e veni a pigliari ‘na pianeta? (guarda un istante) Nuddu? nuddu voli viniri a pigliari ‘na pianeta?

Sabetta            Ninu, va raspaci ‘u culu!

Ninu                Veru è! ( guardando sempre il pubblico) No,  ora siti assà! Nun vi scomodati la piglia ma muglieri! A lei l’onore!

Sabetta            Macari di lei mi du’! E nun lu dici: Assu di coppi e tri dì vastuni?

Ninu                No a ‘stu pubblicu no, pirchì è ‘ntelligenti! Allura piglia ‘na pianeta, a muglieri! Talìa pisca beni e duna accura, tira lu pizzinu di’’la vintura! ( Sabetta esegue poi consegna a Ninu) Benissimu! Liggiemmu!

                        Nummari furtunati: vintitrì, quarantasetti e ottantotto! Scrivitili!

                        E ‘nfini liggiemmu la vintura a ‘stu pubblicu!

                        Maari, miscugli e ‘nzerta vintura,

                        aviti circatu sina a chist’ura!

                        Vuntati ‘a foglia, registru cangiati,

                        la vera vintura su’’sti quattru risati!

                        E cu voli liggiuta ‘a bona vintura , dicitici:

                        Assu di coppi e tri di vastuni,

                        liggiemmu ‘a vintura a ‘stu minchiuni!

                        Cala la tila ‘ muglieri! (Sabetta va verso la tenda che nasconde il lettino) No, a muglieri chidda! ( indicando un ipotetico sipario)

Sabetta            ( finge di calare il sipario e poi al pubblico) Va  buono?

                       

FINE DELLA COMMEDIA

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