Attento alla cioccolata, Callaghan!

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Quattrocchi & Cattivelli

Attento alla cioccolata, Callaghan!

L’incredibile caso Aulait-von Dent

Commedia gialla brillante in due atti di

Mauro Cattivelli e Paolo Quattrocchi

Versione 1.2

Quattrocchi & Cattivelli (autori viventi) e-mail qec@cattivelli.net - http://www.cattivelli.net/q&c ------------------------------------------------------- Mauro Cattivelli - Paolo Quattrocchi

nato a Roma il 21/07/1953 - nato a Roma il 24/03/1956 Via Monti di Pietralata, 268 - Viale Inigo Campioni, 39

00157 Roma - 00144 Roma

cell. 338.3820316 - cell. 333.2683887

mauro@cattivelli.net - paoloqua@gmail.com

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Quattrocchi & Cattivelli – Attento alla cioccolata, Callaghan! v1.2

Personaggi

TOMMASO alias THOMAS FOURHANDS - scrittore di gialli LARA – colf russa

JAMES CALLAGHAN - detective privato

DELLA MORTIMER - segretaria di Callaghan

JACQUELINE AULAIT - giovane ereditiera e cliente di Callaghan GRETA VON DENT - giovane ereditiera

SERGENTE O’HARA - sergente di Polizia JULIO DE PLATA – avventuriero e giocatore MONSIEUR AULAIT - industriale del cioccolato HERR VON DENT - industriale del cioccolato PIA LA NOCCIOLA – moglie di Aulait-von Dent

Scenografia

La scena è divisa in tre zone. In primo piano, a destra, l’ambiente “studio di Callaghan” (una scrivania, posta a 45° rispetto al pubblico, ingombra di carte; un telefono; un tavolino con una macchina per scrivere; tre sedie - una dietro la scrivania, una dietro il tavolino ed una di fronte alla scrivania). In primo piano a sinistra, l’ambiente “casa di Tommaso” (un tavolino con un computer con lo schermo rivolto al fondo scena, due sedie e un telefono). Sullo sfondo, al centro, l’ambiente “porto – molo 54” (casse, funi, sacchi).

Note

Il presupposto della narrazione è che mentre lo scrittore scrive il testo del giallo al computer, i personaggi del romanzo parlino e agiscano di conseguenza nelle zone “studio” o “porto”. I personaggi del romanzo non hanno, dunque, vita propria e autonoma, ma sono solo mera espressione della fantasia dello scrittore stesso: gli attori, dunque, le azioni ed i movimenti descritti nella narrazione letta, ad alta voce da Tommaso (tutte le loro battute ed azioni sono possibili solo in quanto da lui create e digitate al computer). E’ importante dunque che gli attori che impersonano i personaggi del romanzo non effettuino “a parte” o movimenti non descritti mentre sono in scena i due personaggi della realtà.

La commedia cerca di mettere giocosamente in risalto i luoghi comuni e stereotipati del racconto e del film giallo-noir, parodiandoli e proponendo un’alternativa ad essi, surreale e comica. Pertanto la recitazione del personaggio di Callaghan deve essere una enfatica citazione del luogo comune del detective rude e misterioso alla Hunphrey Bogart. Data la compresenza di vari piani di lettura e recitazione (realtà, fantasia, parodia, ecc.) la recitazione dovrebbe essere “pulita” senza aggiungere altre “intenzioni” al di là di quelle descritte.

Altre informazioni e note utili sono riportate a fine copione.


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PREMIO UGO BETTI PER LA DRAMMATURGIA

XIII Edizione - Teatro Marchetti - Camerino MC - 18/10/2003

FINALISTA

Attento alla cioccolata, Callaghan!

La giuria era composta da Renzo Tian (Presidente Fondazione Théâtre des Italiens, docente universitario, critico teatrale, già commissario straordinario dell'Ente Teatrale Italiano), Antonio Audino (critico teatrale de “Il Sole 24 Ore”), Claudia Cannella (direttore responsabile della rivista teatrale "Hystrio"), Piefrancesco Giannangeli (giornalista e docente a contratto dell'Università di Macerata), Marco De Marinis (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dams di Bologna), Paolo Puppa (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all'Università di Venezia) e Claudio Vicentini (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Istituto Universitario Orientale di Napoli).

Il premio prevedeva cinque finalisti. Hanno partecipato 239 lavori.

PROVINI PER UNA COMMEDIA - CONCORSO DI DRAMMATURGIA

3a Edizione - Teatro Vittoria e Compagnia Attori & Tecnici - Roma - 10/6/2002

VINCITRICE

Attento alla cioccolata, Callaghan!

Motivazione: La coppia Quattrocchi-Cattivelli esplora, con questa commedia sul filo della parodia, il mondo del giallo letterario, con affetto, attenzione, capacità di osservazione. Se da una parte non vuole in nessun modo rappresentare una realtà nazionale o umana specifica, dall'altra "Attento alla cioccolata..." riesce, con un gioco assai ben equilibrato, e con meccanismi comici sapienti e collaudati, a coinvolgere il lettore (e il futuro spettatore) in un crescendo divertentissimo di situazioni che ricordano, per acrobazie verbali e ribaltamenti concettuali, film di Mel Brooks come "Robin Hood - Un uomo in calzamaglia" o "Balle spaziali".

La giuria era composta da Dacia Maraini (scrittrice e drammaturga), Pietro Favari (critico teatrale de "Il Corriere della Sera"), Rodolfo Di Giammarco (critico teatrale de "La Repubblica"), Franco Clavari (produttore teatrale) e un membro della cooperativa Attori & Tecnici.

Il concorso prevedeva tre vincitori. Hanno partecipato 140 lavori.


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SINOSSI

Tommaso, apprezzato scrittore di gialli “noir”, è disperato. Una grave crisi di ispirazione non gli ha consentito di ultimare il centesimo numero della fortunata serie del Detective Callaghan, che il suo editore attende improrogabilmente fra poche ore.

Per fortuna Tommaso scopre che Lara, la sua nuova colf russa, è dotata di un grande talento di scrittrice di gialli e le chiede di aiutarlo. Lara accetta, ma a una condizione: il romanzo che scriveranno a quattro mani non dovrà utilizzare, se non ironicamente, i soliti luoghi comuni del giallo noir di cui è infarcita la serie di Callaghan.

Il nuovo giallo è intricato e denso di colpi di scena. Callaghan e la sua socia (già segretaria) Della Mortimer si recano al porto per proteggere da un ignoto ricattatore la bella Jacquéline, figlia del magnate del cioccolato Aulait.

Lì incontrano Greta, figlia dell'industriale del cioccolato von Dent, acerrimo rivale di Aulait e scoprono che anche lei è vittima dello stesso ricatto fatto a Jacquéline, basato su alcune foto compromettenti.

Anzi, scoprono che ci sono altri ricatti e ricattatori coinvolti in questo strano caso, fra cui l'insospettabile sergente di polizia O'Hara, vecchio amico di Callaghan e Julio de Plata, fidanzato (a loro insaputa) sia di Jacquéline che di Greta.

Ma per le due ragazze le sorprese non sono finite: scopriranno infatti che, oltre al fidanzato, hanno anche il padre in comune…

Nella commedia “Attento alla cioccolata, Callaghan!”, i luoghi comuni del giallo-“noir”, sia sotto forma di romanzo che di film, vengono utilizzati in maniera parodistica per creare effetti di comicità surreale.

Tutto si rifà inizialmente alle trite descrizioni di luoghi e personaggi che abbiamo tante volte trovato nelle opere del genere: per gli ambienti, non poteva mancare l'atmosfera decadente del disordinato e polveroso studio di Callaghan, ovviamente al buio e illuminato, a tratti, dai squarci di luce di insegne al neon; l'immagine della notte fredda e piovosa che avvolge la squallida periferia della metropoli americana; la visione notturna del porto umido e nebbioso; le sagome ostili dei container; la vecchia automobile scassata di Callaghan, ecc.

Anche i personaggi sono quanto di più stereotipato: il detective dai modi asciutti e burberi, “tombeur” di donne affascinate della sua virile sicurezza, la bella ereditiera elegante e viziata, il poliziotto irlandese ridanciano, ecc.

Nel corso della commedia, però, tutto questo campionario di banalità e di luoghi comuni viene rivisitato e modificato dall'intervento di Lara, che stravolge gli stereotipi più consueti, ed in particolare quello della segretaria timida e bruttina segretamente innamorata del capo…

La commedia vuole quindi mettere giocosamente in risalto i luoghi comuni e gli stereotipi del racconto e del film giallo-noir, parodiandoli e proponendone un’alternativa surreale e comica. L'azione si svolge su due piani: le scene del romanzo che Tommaso e Lara scrivono vengono interpretate “in diretta” da Callaghan e dagli altri personaggi, in una girandola di colpi di scena che rendono sempre più intricato l’incredibile caso Aulait-von Dent…


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ATTO PRIMO

La scena è al buio ad eccezione della zona “casa”. TOMMASO è seduto al computer con le mani intrecciate dietro la nuca. Subito dopo si scioglie le mani e comincia a scrivere alla tastiera. Quando inizia a digitare, sul fondo, nella zona “studio di Callaghan”, si accende la luce e si vede CALLAGHAN appisolato con i piedi sulla scrivania. Ha il cappello, un Borsalino, calato sugli occhi e un mozzicone di sigaretta che gli pende dalle labbra.

TOMMASO (digita sulla tastiera e, con voce da narratore fuoricampo di filmgialli) - “James Callaghan, detective privato, se ne stava appisolato nel suostudio, con le gambe appoggiate sulla scrivania. Il cappello a falde larghe era calato sugli occhi per proteggerli dalla luce intermittente della vecchia insegna al neon dell’albergo di fronte. Il ronzio elettrico dell’insegna sembrava avere il ritmo di una musica jazz. L’ufficio era polveroso e impregnato dell’odore delle Lucky Strike senza filtro. Il malandato impermeabile giaceva sulla vecchia sedia di fronte alla scrivania. Era stata una notte dura. Callaghan si aggiustò nel sonno e il metallo bruno della fida 44 Magnum mandò un freddo bagliore. Anche il vetro della bottiglia di bourbon, ormai vuota, rispose con un debole riflesso alla luce di quell’alba emaciata. La barba di Callaghan era di una settimana ed era anche una settimana che non si faceva vivo nessun cliente. L’ultimo caso non era andato bene, il cliente si era ucciso subito dopo che lui gli aveva portato le prove che la moglie lo tradiva. Prima di pagarlo!”

CALLAGHAN (nel sonno, ad alta voce)- Bastardo!

TOMMASO - “Pensò Callaghan. Non era davvero un periodo buono per JamesCallaghan, ma ce n’erano stati di peggiori. E comunque, fino a quando Johnny, il barista dell’Harris Bar all’angolo, gli faceva credito, si poteva sopravvivere.”

Il telefono squilla e TOMMASO sussulta, poi risponde al telefono.

TOMMASO (prima ancora di portare il microfono all’orecchio)- Sì mamma?(correggendosi) Ah, scusi sig. Stamponi Editore! Pensavo fosse mia madre. (tutto di un fiato) Si, lo so, lei è l’Editore della fortunata serie di romanzigialli del detective Callaghan, di cui sono l’autore, ed è preoccupato perché non le ho ancora consegnato il manoscritto del prossimo numero. La vorrei però rassicurare… (allontana la cornetta dall’orecchio e urla) Perché urla? Io sento


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bene. Pronto? No… il libro non è pronto… è un modo di dire al telefono: (poi, come per ricordare il modo di dire) “Pronto, chi parla?” (allontana di nuovo la cornetta). Scusi, sig. Stamponi, ho un avviso di chiamata, la metto in attesa.Pronto? Sì mamma, sono io, sto bene, non mi è successo niente, stavo parlando con Stamponi. No, non gli ho ancora detto che, secondo te, mi paga troppo poco. Sì, glielo dirò. No, non ho ancora fatto colazione. Certo che ho da mangiare, ho fatto la spesa ieri. Come, “quando”? Nel pomeriggio. (pausa) Saranno state le sei… ah già, alle sei mi hai chiamato tu. No, hai ragione, sono andato più tardi. Subito dopo la fine della tua telefonata, alle sette. Come, il droghiere ha detto che non mi vede da giorni? Ah, per forza, sono andato al supermercato! E’ chiuso per lavori? (gridando) E va bene, mamma! Sì, è vero! Lo confesso! Sì, non ho fatto la spesa, il frigo è vuoto e ordino sempre da “Pizza Taxi”. Ma tu devi smetterla di controllare tutto quello che faccio. Cosa? Non la voglio una domestica! Non m’importa che la paghi tu, anzi è peggio! Non ti è bastato mettermi i microfoni in casa, ora vuoi pure una spia! Comincia da stamattina? No, mamma, non se ne parla. Quando arriva la mando via. Ciao. (mette giù la cornetta poi ha un sobbalzo) Stamponi Editore! (risolleva la cornetta, armeggia con i tasti, ma non riesce a riprendere la chiamata) Pronto? Pronto?

TOMMASO posa il microfono e riprende a scrivere.

TOMMASO - “Fu destato da un leggero bussare alla porta.”

Bussano alla porta di CALLAGHAN (la porta è fuori scena nella quinta di destra). Bussano alla porta di TOMMASO (la porta è fuori scena nella quinta di sinistra).

TOMMASO - “Callaghan intravide la sagoma di una donna e pensò che fosseDella la sua fedele segretaria.”

Bussano di nuovo alla porta di TOMMASO.

CALLAGHAN (borbottando assonnato)- Entra pure Della, è aperto.

LARA (fuori scena, a voce alta)- La porta è chiusa. Non sono Della, sono Lara,mi manda sua madre.


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JACQUELINE (fuori scena, a voce alta)- E’ lei il detective Callaghan? Iocomunque non sono “Della”.

LARA (bussando più forte alla porta di TOMMASO)– Mi apre, per favore?

TOMMASO (tra sé)- La domestica! Mi dispiace per lei, ma ora vado e lamando via!

TOMMASO si alza e va ad aprire uscendo di scena dalla quinta di sinistra.Dopo qualche secondo rientra in scena e guarda il pubblico con espressione trionfante.

TOMMASO (con tono soddisfatto)– Finalmente!…

Entra in scena LARA, una bella ragazza bionda, vestita da domestica con una valigetta in mano.

TOMMASO (premuroso)- … è arrivata signorina. Prego si accomodi, la stavoaspettando.

LARA (apre la valigetta, estrae un grembiule dalla borsa e lo indossa. Mostrauna piantina della casa) - Posso cominciare? Sua madre mi ha dato precise edettagliate istruzioni.

TOMMASO - Mi scusi un momento, devo scrivere una cosa se no perdo il filo.Sono subito da lei. (si rimette al computer e digita mentre LARA estrae i suoi strumenti di lavoro dalla valigetta: scopa pieghevole, spazzole, ecc. come se fossero armi di un agente segreto) “La donna, giovane ed attraente,elegantemente vestita, era entrata nello studio di Callaghan ed ora si guardava intorno un po’ interdetta. (contemporaneamente JACQUELINE entra nello studio di Callaghan) Si capiva che quello che vedeva non le piaceva molto. (LARA si guarda intorno con aria disgustata). Il fine odorato di Callaghanaveva già percepito il delicato aroma del costoso profumo della donna. Finalmente sveglio, si raddrizzò sulla sedia e la guardò meglio. Dopo pochi secondi l’aveva classificata: figlia viziata di qualche riccone di Belgravia Road.”

CALLAGHAN - Della è la mia segretaria. Lei non è Della… e neppure unasegretaria.


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JACQUELINE (guardandosi intorno con aria disgustata)- Più che unasegretaria, qui servirebbe una domestica.

TOMMASO - “Dal bel volto corrucciato della donna traspariva che aveva ungrosso problema e che non sapeva se aveva fatto bene a venire, soprattutto se aveva fatto bene a venire da “questo” detective privato.”

CALLAGHAN (con tono rude e sbrigativo)- Senta, io ho molto da fare. Quindise vuole entrare entri, altrimenti chiuda la porta e mi lasci lavorare.

TOMMASO smette di scrivere, si alza e si avvicina a LARA. CALLAGHAN e JACQUELINE si bloccano nella posizione in cui sono.

TOMMASO - Scusi Lara, non volevo perdere l’ispirazione. Sa, io scrivo romanzigialli…

LARA (tutto d’un fiato)- Se, lo so, lei è l’autore della fortunata serie diromanzi gialli del detective Callaghan, di Stamponi Editore, con lo pseudonimo di Thomas Fourhands, giunta al centesimo numero che il pubblico sta aspettando con ansia. Ed è stata anche fissata, per domani sera, la cerimonia di presentazione ufficiale del libro alla stampa e l’Editore è seriamente preoccupato perché, nonostante le continue assicurazioni da parte sua, lei non gli ha ancora consegnato il manoscritto. (riprende ancora fiato vistosamente).

TOMMASO (meravigliato)- Come fa a sapere tutto questo?

LARA - Sua madre mi ha fatto ascoltare le registrazioni delle ultimeintercettazioni telefoniche.

TOMMASO (si precipita sulla cornetta del telefono, la smonta e ne estrae unpiccolo microfono: lo guarda e scuote la testa) - Mamma! (a LARA, dopo averla guardata con interesse) Ma lei ha un accento straniero, Lara, mi dica qualcosadi lei.

LARA (come se leggesse rapidamente un testo)- Nata a San Pietroburgo, dapadre ispettore di polizia e da madre biologa, a diciotto anni si trasferisce a Mosca per studiare criminologia. Mentre frequenta l’università, collabora con la polizia nelle indagini su diversi casi di omicidio, che aiuta a risolvere brillantemente. Si laurea a pieni voti con una tesi sul romanzo giallo. Rinuncia a


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una sicura carriera nella polizia per dedicarsi interamente alla scrittura. I suoi avvincenti thriller sono stati tradotti in 16 lingue e pubblicati in 35 paesi. Fra i più noti “Il macellaio di Novosibirsk” e “Il collezionista di teste di Minsk”. Vive tra Parigi e Mosca.

TOMMASO rimane interdetto.

LARA - E’ la sintesi della mia biografia che sogno di vedere pubblicata dietroun mio romanzo. Scrivere è sempre stata la mia passione. Sono venuta in Italia perché conosco benissimo la vostra lingua e spero di pubblicare qui un romanzo. Nel frattempo faccio le pulizie per mantenermi.

TOMMASO - Come mai parla così bene l’italiano?

LARA - Non lo sa? L’italiano è lingua obbligatoria nelle facoltà di criminologiadi tutto il mondo. Tanto è vero che è la lingua ufficiale dei congressi internazionali dei criminologi… e anche di quelli dei criminali.

TOMMASO (tagliando corto, preoccupato da un improvviso pensiero)- Ora miscusi Lara ma, come lei sa, devo sbrigarmi a finire il mio romanzo.

TOMMASO si rimette a scrivere e LARA continua a pulire prestando moltaattenzione e quello che dice TOMMASO.

TOMMASO - Allora. Dov’ero rimasto? Ah, sì.

CALLAGHAN - Senta, io ho molto da fare. Quindi se vuole entrare entri,altrimenti chiuda la porta e mi lasci lavorare.

TOMMASO - “La donna dissimulò a fatica un moto di stizza, poi decise diaccomodarsi sulla sedia. Sollevò il malandato impermeabile di Callaghan e lo posò sulla scrivania di Della. Si sedette accavallando le magnifiche lunghe gambe fasciate dalle calze fumé. Cominciò a frugare nervosamente nella borsetta. Estrasse una rivista e la posò sul tavolo. Callaghan riconobbe la grafica aggressiva di “Woman with the Balls”, la raffinata rivista molto diffusa tra le donne emancipate dei quartieri alti. La ragazza estrasse finalmente dalla borsetta un elegante portasigarette d’oro.”

JACQUELINE - Le dà fastidio il fumo?


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TOMMASO - “Senza attendere la risposta la donna portò la sigaretta allelabbra e tentò inutilmente di accenderla. Le mani le tremavano vistosamente.”

JACQUELINE trema in modo esagerato e non riesce ad accendere lasigaretta.

TOMMASO - “Callaghan, con un impercettibile sorriso sulle labbra, si alzòlentamente e…”

CALLAGHAN si alza dalla scrivania e si tende verso JACQUELINE.

TOMMASO (scrivendo, con tono ispirato)e LARA (pulendo, con tono scontato)

-“…la sua mano d’acciaio afferrò il polso della donna. Lei lo guardò sorpresa: per un lungo attimo i loro occhi s'incontrarono…, poi si lasciò guidare ad accendere la sigaretta. “

TOMMASO si tira indietro soddisfatto come a contemplare il capolavoroappena compiuto. CALLAGHAN e JACQUELINE si bloccano.

LARA (in tono scontato)- Punto.

TOMMASO (guarda il testo e mette il punto mancante alla frase esoprappensiero) - Punto!

TOMMASO non si rende conto che LARA ha detto la stessa frasecontemporaneamente, continua a scrivere. LARA continua a pulire.

TOMMASO - “Callaghan tornò a sedersi. La ragazza lasciò cadere l’accendinosul tavolo: afferrò la mano destra di Callaghan e la tenne stretta.”

JACQUELINE (accorata)- Solo lei può aiutarmi, Callaghan!

TOMMASO - “Callaghan si tolse la cicca dalla bocca, afferrò la bottiglia dibourbon, prese uno dei due bicchieri sul tavolo e lo mise davanti a lei, prese l’altro e lo pose davanti a sé… afferrò alcuni cubetti di ghiaccio dal secchiello…” (mentre TOMMASO scrive, CALLAGHAN cerca goffamente di eseguire le istruzioni con la sola mano sinistra, avendo la destra bloccata dalla


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presa di JACQUELINE da cui ha tentato inutilmente di liberarsi. Quando tenta di prendere il ghiaccio, rovescia il porta-ghiaccio).

Al rumore del porta-ghiaccio rovesciato, LARA scuote la testa e TOMMASO si blocca. (CALLAGHAN rimette aposto il portaghiaccio).

TOMMASO (rileggendo quello che ha scritto)- Qualcosa non va. “Callaghan sitolse la cicca dalla bocca…, afferrò la bottiglia di bourbon… (annuisce)… prese uno dei due bicchieri sul tavolo e lo mise davanti a lei… prese l’altro e lo pose davanti a sé… afferrò alcuni cubetti di ghiaccio dal secchiello…” (mentre TOMMASO rilegge lentamente, CALLAGHAN cerca nuovamente di eseguire leistruzioni con la sola mano sinistra, ma quando tenta di prendere il ghiaccio, rovescia di nuovo il porta-ghiaccio). Ah, ecco cosa non andava: come fa a faretutto con una mano?

LARA annuisce. (CALLAGHAN rimette aposto il portaghiaccio).

TOMMASO - “Callaghan si liberò gentilmente dalla stretta della donna,(rileggendo rapidamente) si tolse la cicca dalla bocca, afferrò la bottiglia dibourbon, prese uno dei due bicchieri sul tavolo e lo mise davanti a lei, prese l’altro e lo pose davanti a sé, afferrò alcuni cubetti di ghiaccio dal secchiello… e li mise nei bicchieri.”

CALLAGHAN - Beva, le farà bene.

LARA - Cosa beve, il ghiaccio?

TOMMASO (assorto)- Come ha detto?

LARA - Callaghan non le ha versato il bourbon.

TOMMASO (guarda il testo, si rende conto dell’errore ma si riprende subito)-…aspetti, non avevo finito. “… mentre le versava un buona dose di bourbon. Lei bevve d’un fiato.”.

JACQUELINE - Grazie, ne avevo bisogno.

CALLAGHAN - Bene, dove eravamo rimasti, signorina…


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JACQUELINE (esitante)- …Smith, mi chiamo Smith… John Smith.

LARA - John?

TOMMASO (rileggendo)- John?(rivolto a LARA come a dire “non hai sentitobene”, mentre corregge di nascosto) Joan!

JACQUELINE - …Joan Smith

CALLAGHAN (insospettito)- Bene… Smith…

JACQUELINE - La prego… mi chiami(scandendo bene)Joan.

Mentre JACQUELINE scandisce “Joan”, TOMMASO lancia un’occhiata a Lara come a dire “vedi che avevo scritto bene?” e continua a scrivere.

CALLAGHAN - Bene, Joan, mi racconti tutta la storia.

TOMMASO - “C’era sempre una storia, pensò Callaghan, detective privato”.

JACQUELINE (nervosamente)- C’è un uomo che mi ricatta. Ha in mano alcunemie fotografie… diciamo… compromettenti. Mi ha dato appuntamento per questa sera, alle dieci, al porto, molo 54. Ho paura. Vorrei che lei mi accompagnasse, ma senza farsi notare. L’uomo ha detto che se non vado da sola alzerà il prezzo.

CALLAGHAN - Quanto intende pagare?

JACQUELINE - Centomila dollari.

CALLAGHAN (entusiasta, pensando che questo sarà il suo compenso)-Accetto!

JACQUELINE - Al ricattatore, ovviamente.

CALLAGHAN (deluso)- Ah, certo. Si può fare… ma le costerà… cento dollari.

JACQUELINE - Va bene.


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CALLAGHAN (col tono di chi azzarda)- Anticipati!

JACQUELINE - Okay.

CALLAGHAN (un po’ esitante)- Più le spese.

JACQUELINE - Il denaro non è un problema. Esigo però un’assolutadiscrezione. Sono venuta a quest’ora proprio per evitare di essere vista. Nessuno deve sapere di questo nostro incontro e…

JACQUELINE e LARA (insieme)- … se un giorno ci incontreremo di nuovodovremo fingere di non conoscerci. Nessuno dovrà mai sapere di questo orribile ricatto.

TOMMASO fissa sorpreso LARA che continua a pulire.

CALLAGHAN - Non sono affari miei, signorina, ma voglio darle un consiglio. Iricattatori non mollano una gallina che fa le uova d’oro.

JACQUELINE - Non ho scelta.

CALLAGHAN - Potrei aiutarla io, ma ho bisogno di saperne di più. Per esempio,potrebbe descrivermi meglio quelle foto.

JACQUELINE (innervosendosi ancora di più)- Assolutamente no, lei deve faresolo quello che le ho chiesto.

CALLAGHAN - Okay, Okay.

TOMMASO - “La ragazza aprì la borsetta e ne tirò fuori un mazzo dibanconote. Prese un biglietto da cento dollari e lo posò sulla scrivania.

JACQUELINE - Ne avrà un altro quando tutto sarà finito.

CALLAGHAN – Venga questa sera alle nove, andremo con la mia auto. E’ unavecchia Chevrolet, ma darà meno nell’occhio giù al porto. Posso farle una domanda, Joan?

JACQUELINE - Sentiamo.


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CALLAGHAN e LARA (questa sottovoce, continuando a fare i lavori di casa)-Come mai non è andata dalla polizia ed ha scelto proprio me?

JACQUELINE e LARA (c.s.)- Queste sono due domande.

TOMMASO guarda LARA sorpreso.

CALLAGHAN e LARA (c.s.)- Risponda almeno ad una. Perché è venuta da me?

TOMMASO guarda LARA sempre più stupito.

JACQUELINE e LARA (c.s.)- Una mia carissima amica mi ha parlato moltobene di lei.

TOMMASO (ad alta voce, con tono sorpreso)- Lara?

LARA (ha un sobbalzo)- Sì, signor Tommaso.

TOMMASO (stupefatto)- Come fa a indovinare tutte le mie battute?

LARA (imbarazzata)- Mi scusi. E’ il mio solito vizio.

TOMMASO - Quale?

LARA - Anche al cinema mi succede, e la gente si arrabbia da matti.

TOMMASO - Al cinema?

LARA - Sì, quando vedo un film poliziesco o quando leggo un libro giallo miviene da anticipare le battute dei personaggi. Sa, sono tutti uguali…

TOMMASO - Come, “tutti uguali”?

LARA - Ma sì, sono pieni di luoghi comuni e di frasi fatte.

TOMMASO – Che intende dire?


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LARA - Aspetti.(prende la sua borsetta e ne tira fuori un libro giallo). Questogiallo, per esempio l’ho comperato ieri. E’ di un certo Tom Twentyfingers. Stia a sentire (legge): “Mike Goodday parcheggiò la sua vecchia Buick in uno dei maleodoranti vicoli di Chinatown. La pioggia cadeva forte sul selciato ma non riusciva a coprire l’odore che proveniva dalla cucina del malfamato hotel “Long Phon”. Sotto una tettoia dei ragazzini giocavano a shanghai. Mike abbassò il finestrino e gridò…”

TOMMASO (immedesimandosi nelle parti e cambiando voce secondo ipersonaggi) - “- Ehi, ragazzo! Ti andrebbe di guadagnarti un dollaro?-, -Magali, signole! - , - Conosci Pim Pum Pao? - - Celto, signole, il cuoco. -, - Dagli questo - disse Mike - allungandogli un biglietto da visita. Il ragazzino sparì nel buio… (si interrompe)

LARA (mostrando il libro aperto)- Vede, è talmente scontato che lei haindovinato esattamente quello che c’è scritto.

TOMMASO - Non ho indovinato. E’ uno dei miei più grandi successi: “Attentoalla cucina cinese, Mike Goodday!”.

LARA (imbarazzata)– Allora… l’ha scritto lei?

TOMMASO – Sì, Tom Twentyfingers è uno dei miei tanti pseudonimi.

LARA - Che figura. Mi scusi… io non volevo…

TOMMASO - Non fa niente, Lara. Non ha tutti i torti. E’ che, per contratto,devo scrivere un giallo al mese. Quando Stamponi Editore comincia a tempestarmi di telefonate perché sono in ritardo, sono preso dal panico e magari tiro un po’ via. A proposito, devo consegnare il libro entro domani! Mi scusi…

TOMMASO torna a scrivere al computer e LARA esce facendo le pulizie.

TOMMASO - “La ragazza si alzò e disse.”

JACQUELINE - Si è fatto tardi. Adesso devo andare.

CALLAGHAN - L’accompagno.


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TOMMASO - “In quel momento bussarono alla porta. La ragazza trasalì, vacillòper un attimo e svenne tra le forti braccia di Callaghan. (JACQUELINE sviene tra le braccia di CALLAGHAN). La porta si spalancò ed apparve Della, lasegretaria di Callaghan.”

DELLA entra in scena.

TOMMASO - “Era una donna che avrebbe potuto avere un certo fascino sesolo si fosse curata maggiormente. I capelli erano raccolti in una cipolla ed aveva un grosso paio di occhiali con la montatura in tartaruga. Quando Della vide la ragazza tra le braccia di Callaghan, si oscurò in volto.”

DELLA (tagliente)- Mi scusi, sig. Callaghan, non sapevo che avesse “clienti”.

TOMMASO - “Il tono di Della era sarcastico, ma Callaghan non se ne accorse,così come non si era mai accorto dell’amore che da anni Della nutriva segretamente per lui.”

CALLAGHAN - Presto, Della, aiutami.

TOMMASO - “Della aiutò Callaghan a adagiare la giovane su una sedia.

Callaghan prese a darle dei leggeri schiaffi per farla rinvenire”.

DELLA - Lasci fare a me signor Callaghan. Ci penso io.

DELLA inizia a schiaffeggiare sempre più forte JACQUELINE.

TOMMASO - “Della si prodigò con ogni mezzo per far rinvenire la ragazza”.

JACQUELINE (rinvenendo)- Cosa è successo? Dove sono?

DELLA - Non si preoccupi signorina, è in buone mani.

TOMMASO - “La ragazza si riprese prontamente ed andò via.”

JACQUELINE, ancora semisvenuta, si alza di scatto ed esce rapidamentedalla porta.


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DELLA (allusiva)- E’ una bella ragazza, vero?

CALLAGHAN - Tanto bella quanto viziata!

TOMMASO - “Della si avvicinò al suo tavolino, prese l’impermeabile diCallaghan e lo rimise sulla sedia dei clienti.

DELLA prende con disgusto e con due dita l’impermeabile e lo lascia caderesulla sedia.

DELLA - Signor Callaghan, ha passato un’altra notte addormentato sulla sedia.

E in buona compagnia, vedo.

TOMMASO - “…osservò Della, prendendo la bottiglia vuota e gettandola nelcestino. Poi soggiunse, con tono materno…

DELLA - Una buona tazza di caffè caldo è quello che ci vuole per rimetterla insesto.

TOMMASO - “Callaghan guardò la sua segretaria con gratitudine…”

LARA entra in scena.

LARA - Le faccio un caffè?

CALLAGHAN - Grazie, non so come potrei fare senza di lei. Non so perchérimane, le devo anche due mesi di paga arretrata…

DELLA - Tre mesi… maggio, giugno e luglio… resto perché… perché…(sinasconde il viso e piange)

TOMMASO -“… Della scoppiò a piangere… -

CALLAGHAN - Si calmi Della, non si preoccupi, vedrà che riuscirò a pagarla.Ecco, intanto tenga un piccolo anticipo per maggio (prende la banconota da cento dollari e gliela dà).

TOMMASO (si alza di scatto)- Maggio! Accidenti, domani è la festa dellamamma! Devo andare dal fioraio a ordinare le rose se no mamma chi la sente!


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(esce di corsa e CALLAGHAN e DELLA restano bloccati nel gesto di dare e prendere la banconota)

LARA (continua a pulire il computer e legge sul monitor)- Certo questi autoridi gialli scrivono sempre le stesse cose. Il detective duro e cinico, la cliente ricca e affascinante, la solita segretaria segretamente innamorata del suo capo, uffa! Mai una nota diversa, magari un po’ pazza, imprevedibile… (si illumina in volto come se avesse avuto un’idea geniale, tende l’orecchio alla porta per sentire se arriva qualcuno, si siede al computer). Rileggiamo un po’. (rilegge rapidamente)

CALLAGHAN - Si calmi Della, non si preoccupi, vedrà che riuscirò a pagarla.

Ecco, intanto tenga… (prende la banconota da cento dollari e gliela dà).

LARA - Che barba! Vediamo di far succedere qualcosa di meno scontato.(inizia a scrivere) “Della prese istintivamente la banconota e ci si asciugò lelacrime pensando che Callaghan le avesse porto un fazzoletto.

DELLA (guarda la banconota e scoppia di nuovo a piangere)- James… perchénon capisce?

CALLAGHAN porge a DELLA un fazzoletto sporco e spiegazzato. DELLA loprende, lo guarda con disgusto e poi torna ad asciugarsi le lacrime con la banconota.

LARA (appassionandosi)- “Il telefono squillò(si ode lo squillo del telefono).

James Callaghan alzò la cornetta”.

CALLAGHAN - Sì? Sì.(assentendo gravemente e cominciando poi a scrivere)Sì. Ho capito. Va bene. Okay. L’ho scritto. D’accordo. (rileggendo quello che ha scritto) Una caciotta, un chilo di zucchero, due etti di burro, un etto di caffè,due etti di mortadella… un momento signora… credo che abbia sbagliato numero… qui è James Callaghan, detective privato… prego.

LARA - “Callaghan riattaccò. Il telefono squillò di nuovo. James Callaghan alzòla cornetta”.

CALLAGHAN - Sì?(porge la cornetta a DELLA)Della, è per lei.


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DELLA (asciugandosi le lacrime)- Pronto?(fa dei fischi intermittenti e scrivevelocemente su un foglio davanti a lei. Porge poi il foglio a CALLAGHAN) E’ unfax per lei. (scoppia di nuovo a piangere) E poi sono stufa, è ora di comperare un vero fax!

CALLAGHAN (leggendo assorto il fax)- Accidenti! Un altro furto di uova nelpollaio di Mr. Chicken. Devo indagare subito ma senza dare nell’occhio. Mmmh, come fare?

DELLA - Le serve un travestimento, Callaghan. Forse ho quello che fa al casosuo.

LARA – “Della prese un sacco in un angolo e lo porse a Callaghan”.

CALLAGHAN esce di scena a destra.

DELLA (con tono di disappunto)- Sono anni che amo Callaghan ma lui mi trattacome se facessi parte dell’arredamento dell’ufficio. Cosa posso fare per farmi notare? Lui ha occhi solo per queste sue clienti belle e ricche. Detesto quando con loro si atteggia e fa il galletto!

CALLAGHAN rientra vestito da gallo.

CALLAGHAN - Bene Della, sono pronto. Vado a indagare.

Si ode un rumore di porta che sbatte, LARA balza via dal computer e si rimette a pulire. Entra TOMMASO trafelato e si mette al computer.

TOMMASO (guardando l’orologio)- Dio, com’è tardi. Devo andare avanti con ilromanzo. Adesso Callaghan deve uscire a fare le indagini. Dov’ero rimasto? (rilegge)

CALLAGHAN - Bene Della, sono pronto. Vado a indagare.

TOMMASO - Ah, bene l’avevo già scritto. “Callaghan aveva deciso di fare unsopralluogo al porto prima dell’appuntamento della sera… “

LARA - Signor Tommaso, devo dirle una cosa…


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TOMMASO - Dopo, Lara, mi scusi, adesso non ho tempo.

LARA - Ma…

TOMMASO (senza averla sentita)- “Giunto al Molo 54 si aggirò concircospezione fra i container impilati, facendo molta attenzione a non dare nell’occhio.”

CALLAGHAN si muove sulla scena come un pollo.

TOMMASO - “Ad un tratto si sentì dare una grossa pacca sulla spalla, chequasi lo fece cadere. Era il sergente O’Hara dell’11° Distretto di Polizia, una vecchia conoscenza di Callaghan.”

O’HARA (a voce alta)- Chi non muore si rivede, Caccaghan!(ridesguaiatamente).

TOMMASO - “…e il sergente O’Hara proruppe nella solita volgare risata chefaceva sempre a quello stupido gioco di parole che si era inventato. Callaghan non rispose e si aggiustò il cappello.

CALLAGHAN si risistema la cresta da gallo.

LARA - Signor Tommaso, non le ho potuto dire una cosa importante…

TOMMASO - Aspetta, Lara, scusami, se no mi scappa l’ispirazione.(riprende ascrivere)

O’HARA - Che ci fai qui, Caccaghan?(ride)Scommetto che sei qui su incaricodi qualcuna di quelle belle pollastrelle delle tue clienti. Bel mestiere il tuo, amico. Quando la gallinella entra nel tuo studio, prima la spogli e poi la spenni. (ride)

CALLAGHAN - Stavo razzolando per l’aia alla ricerca di un verme. Intanto, aquanto pare, ho trovato un lumacone bello grasso!

O’HARA (ridendo rumorosamente e dandogli un’altra pacca sulla schiena)- Seisempre il solito mattacchione, Caccaghan (ride). Bada bene, però, che qualcuno non ti tiri il collo. Mi hanno segnalato che qui intorno si nasconde Kìkiri!


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CALLAGHAN (pronunciando la frase, con voce acuta, come se fosse il versodel gallo) - Kìkiri chi?

O’HARA - Pollopoulos Kìkiri, il famoso boss greco. E’ evaso un mese fa daAlcatraz.

CALLAGHAN - Grazie dell’avvertimento, O’Hara. Comunque, se lo becco, te lofarò sapere.

O’HARA - Occhi aperti, amico. Quello è una faina. Attento a non fare la finedel pollo, Caccaghan! (gli da una pacca ed esce ridendo sguaiatamente).

Squilla il telefono di TOMMASO. TOMMASO alza la cornetta.

TOMMASO - Pronto? Ah è lei, Stamponi Editore. Scusi per prima, ma è cadutala linea. Sì, l’ho quasi finito. (allarmato) Questa sera? Ma io non so se… Certo, ha ragione. Come vuole lei… va bene, può mandare qualcuno a ritirarlo stasera, verso mezzanotte. Allora alle undici? Alle dieci e trenta? Dieci e un quarto? Va bene alle dieci. Arrivederci.

LARA - Non sono affari miei, ma forse dovrebbe essere meno arrendevole conquesto Stamponi Editore. Il suo Callaghan si farebbe rispettare di più!

TOMMASO - E’ il mio editore, è lui che paga.

LARA - E che incassa, anche. So che le dà solo il 2% delle vendite.

TOMMASO - Glielo ha detto mia madre!

LARA - Mi ha anche fatto vedere una copia del contratto che lei hasottoscritto con Stamponi.

TOMMASO - Una copia? Io non gliel’ho data!

LARA - Lo so. Quando lei era in ospedale, il mese scorso, sua madre ne haapprofittato per rovistare tra le sue carte e fotografare tutti i documenti più interessanti.


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TOMMASO - Mamma! Questa non gliela perdono. Deve smetterla una volta pertutte di ficcare il naso nei miei affari. Ora la chiamo e gliene dico quattro!

Squilla il telefono diTOMMASO.TOMMASO alza la cornetta.

TOMMASO (con voce irata)- Pronto, chi è?(con tono dimesso)Mamma. No,non stavo urlando. Si, è qui, è arrivata alle dieci in punto. Certo che sono contento. Grazie mamma. Come vuoi tu, mamma. Va bene… sì… sì… certo… sì… sì… no… no… va bene… cosa… ma, non posso… devo finire di scrivere… ma Stamponi Editore… sì, lo so… lo sappiamo… lo sa anche Lara… sì, ma come faccio… e va bene… arrivo subito. Ciao. (dopo aver riattaccato, verso il telefono, con rabbia) Ma perché non chiami un idraulico!

LARA (stupita)- Un idraulico?

TOMMASO - Devo correre da mia madre. Si è otturato di nuovo il lavandinodella cucina. (esce e rientra un attimo dopo) E’ la quinta volta questa settimana!

TOMMASO esce. LARA si siede immediatamente al computer.

LARA - Al lavoro!(rilegge)Dunque, Callaghan è al porto vestito da pollo…mmmh… un ottimo spunto. Lasciamolo un po’ lì a indagare. “Appena il sergente O’Hara si allontanò, Callaghan riprese il suo sopralluogo al Molo 54. Si avviò verso la banchina nord.”

CALLAGHAN esce di scena.

LARA (continuando a scrivere)- “Nel frattempo, nello studio di Callaghan,Della stava riordinando la scrivania del capo. Nella sua testa rimuginavano i pensieri di sempre…”

DELLA (pensando ad alta voce)- Perché Callaghan non si accorge di me? Perquale incredibile motivo ha occhi solo per le ragazze giovani, belle, ricche, sofisticate, eleganti, affascinanti? In fondo, cosa hanno più di me?

LARA – “Della sospirò(DELLAsospira enfaticamente). Ad un tratto lo sguardole cadde sulla rivista “Woman with the Balls”. Della la prese incuriosita: ne


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aveva sentito parlare ma non ne aveva mai sfogliato una copia perché costava troppo. Prese a scorrerla con una certa trepidazione.”

DELLA - “Una donna racconta. Eleonore, campionessa di equitazione: la mia vita

tra i cavalli. Mary, professoressa: la mia vita tra gli asini. Depilarsi godendo.

L’ABC del sesso: i punti D, E, F, G, H, I e I lunga. Quando lui non si accorge di

te: dieci consigli infallibili.”

LARA - “Il titolo dell’ultimo articolo la incuriosì. Della cominciò a leggereavidamente.

DELLA - “Se lui non si accorge di te, fa’ qualcosa per attirare la suaattenzione. Cambia il tuo aspetto ed il tuo comportamento! Porti i capelli raccolti? Scioglili e falli ricadere sulle spalle, sarai più sexy. (DELLA si scioglie i capelli) Porti i capelli sciolti? Raccoglili. Sarai più interessante. Porti gliocchiali? Metti le lenti a contatto, sembrerai più sportiva. (DELLA si toglie gli occhiali). Non porti gli occhiali? Mettili, sembrerai più intellettuale. Porti lacamicetta abbottonata fino al collo? Sbottonala, sarai più provocante. (DELLA si sbottona la camicetta) Porti la camicetta sbottonata? Abbottonala fino alcollo, il mistero ti farà più attraente. Sei timida ed insicura? Sii più decisa e sicura di te, la parte femminile di lui sarà attratta dalla tua nuova mascolinità. (DELLA stringe i pugni ed assume un atteggiamento maschile: scimmiottando Callaghan, mette i piedi sulla scrivania e fuma una sigaretta) Sei decisa esicura di te? Sii più timida ed insicura. La parte maschile di lui sarà attratta dalla tua nuova femminilità.”

LARA – Okay, Della l’abbiamo aggiustata. Adesso tocca a Callaghan. “Della eraimmersa nella lettura quando la porta si spalancò. Era Callaghan. Sembrava piuttosto malconcio. Entrò e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia degli ospiti.”

CALLAGHAN entra e si lascia cadere sulla sedia ansimando.

LARA - “Della si tolse la cicca dalla bocca, prese la bottiglia di bourbon, spostòi capelli all’indietro, prese uno dei due bicchieri sul tavolo e lo mise davanti a lui, prese l’altro e lo pose davanti a sé, afferrò alcuni cubetti di ghiaccio dal secchiello… e li mise nei bicchieri.”

DELLA - Bevi, ti farà bene.


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LARA – “Della si alzò, la bottiglia di bourbon, un panno e lo imbevv…imbevett…”

LARA si blocca per cercare la dizione giusta del passato remoto del verboimbevere. DELLA rimane bloccata con il panno e la bottiglia in mano, senza sapere cosa fare.

LARA – “… e lo bagnò. Cominciò poi passarlo sulle ferite di Callaghan”.

CALLAGHAN - E’ stata una giornata d’inferno. Prima quei marinai cinesi che mivolevano cucinare con le mandorle… (si lamenta per il dolore provocato dal disinfettante) Ahi! Poi quel branco di cani randagi che voleva spolparmi… ahi!Alla fine mi sono rifugiato dietro una porta senza accorgermi che era la macelleria di un supermercato… ahi! Ci ho messo un’ora per liberarmi da quel dannato cellophane. Però quelle galline nude non erano niente male!… (DELLA preme con più forza il panno sulla ferita e CALLAGHAN grida) Ahi! Non avreimai dovuto andare al porto travestito da pollo.

DELLA - Dovevi indagare nel pollaio di Mr. Chicken per quel furto di uova.Perché sei andato al porto?

CALLAGHAN - Perché… perché…(perplesso e sgranando gli occhi)Boh?!

Di quello che è sul cesso non ho capito una cacca!

DELLA guarda CALLAGHAN visibilmente perplessa.

LARA (guarda DELLA e, subito dopo, lo schermo del computer)- Ma che hoscritto? Ahh… (cancella e riscrive la battuta)

CALLAGHAN (scandendo bene le parole)- Di quello che è successo non hocapito un’acca.

DELLA - Non preoccuparti.

LARA - “Callaghan guardò Della con un’attenzione che non aveva mai avutoprima di allora. Mille pensieri gli affollavano la mente.”


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CALLAGHAN (inizia a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad alta voce,col tono un po’ retorico e duro del detective dei film anni ’40) – Come maiDella, dopo tanti anni, aveva improvvisamente iniziato a darmi del tu? E come mai non mi ero mai accorto che fumava e beveva bourbon? Come mai mi sembrava diversa dal solito? Cos’era cambiato in lei? (guardando DELLA, con attenzione e con tono incerto) - Della… non so… mi sembri diversa.

DELLA - Davvero? E in cosa sarei cambiata?

CALLAGHAN (imbarazzato, squadrandola dalla testa ai piedi e con unatensione crescente come stesse facendo un esame) - Hai un nuovo paio discarpe! (DELLA scuote la testa e la scuoterà ad ogni risposta sbagliata di CALLAGHAN)Ehm… la gonna? La cinta? La camicetta! La collana? Gliorecchini nuovi! Ah… non hai gli orecchini. (cauto) I… ca… (DELLA annuisce) …pelli? (DELLA conferma e CALLAGHAN con tono sicuro) Ma certo! Hai cambiato colore, ti sta molto meglio questa tinta, Della!

DELLA (rassegnata)- Li ho semplicemente sciolti.

DELLA sospira e tira una boccata di fumo dalla cicca.

CALLAGHAN (sorpreso)- Della! Tu fumi!

DELLA - E’ per rilassarmi meglio.

DELLA beve dal bicchiere del bourbon.

CALLAGHAN - Della! Tu bevi!

DELLA - E’ per riscaldarmi meglio.

CALLAGHAN - Della!(tutto d’un fiato)Tu ti sei trasformata da quella ragazzatimida ed impacciata che io nemmeno consideravo in una donna disinvolta e sicura di sé!

DELLA - E’ per sentirmi meglio.


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CALLAGHAN (rimugina osservandola come per studiarla a fondo, poi esclamacome se avesse avuto un’intuizione folgorante e avvicinandosi a lei) - Della! Tusei bella!

Entra TOMMASO alle spalle di LARA che continua a scrivere senza accorgersi della sua presenza. TOMMASO si avvicina silenziosamente e legge incuriosito quello che LARA sta scrivendo.

TOMMASO - Tu sei bella?

LARA (sobbalza)- Tommaso…

TOMMASO (ripete la frase, come a dire “ho letto proprio bene?”)- Tu seibella?

LARA (minimizzando)- Ma… sì… credo… abbastanza…

TOMMASO (ad alta voce, come a dire “ma sì, ho letto proprio bene!”)- Tu seibella!

LARA (alzando le braccia, un po’ spaventata)- Va bene, Tommaso. Se lo dicitu…

TOMMASO - Ma che fai? Stai scrivendo il mio romanzo!

LARA (capendo che TOMMASO stava solo leggendo la battuta, si riprende)-Scusa, volevo solo aiutarti. Ti ho visto così sotto pressione che ho pensato di darti una mano. Sono solo andata un po’ avanti nella storia.

TOMMASO - E che cosa hai scritto? Perché Callaghan fa la corte a Della?

LARA - Della non può essere la solita segretaria timida ed impacciata,segretamente innamorata del capo.

TOMMASO - Perché no? Ai miei lettori piace così…

LARA - E alle tue lettrici?

TOMMASO - Uffa, piace a me!


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LARA - Non ci credo. A te piacciono le donne affascinanti di Callaghan.

TOMMASO (mentre parla, DELLA, in sincronia con quanto dice TOMMASO , siraccoglie i capelli, si mette gli occhiali, ecc.) - Che c’entra? Della è un’altracosa. E’ una ragazza insignificante, coi capelli raccolti come la nonna, gli occhiali con la montatura fuori moda, i vestiti un po’ dimessi, non si trucca, non fuma, non beve… è sempre lì sul suo tavolino a lavorare… sì, è innamorata di Callaghan, ma, del resto, tutte si innamorano di Callaghan.

CALLAGHAN a quel cambiamento si riallontana da DELLA.

LARA (mentre parla, DELLA, in sincronia con quanto dice LARA, si scioglie icapelli, si toglie gli occhiali, ecc.) - Sei tu che l’hai scritta così. Per me inveceDella è una bella ragazza, coi lunghi capelli sciolti, con begli occhi, curata, una donna moderna ed emancipata (DELLA beve e fuma contemporaneamente). Insomma una vera partner di Callaghan, che lo affianca nelle indagini e risolve, insieme a lui, i casi più intricati.

TOMMASO – Vorresti dire che Della dovrebbe diventare una specie di sociodi Callaghan?

LARA - Sì, sono sicura che i tuoi lettori, e soprattutto le tue lettrici,apprezzeranno molto questo cambiamento.

TOMMASO - E cosa dirà Stamponi Editore?

LARA - Cosa dovrebbe dire? Sei tu l’autore.

Squilla il telefono e LARA risponde.

LARA - Pronto? No, non è pronto, è un modo di dire. Ma chi parla? Ah,Stamponi Editore. Sì, glielo passo subito.

TOMMASO sobbalza e poi fa dei cenni come a dire “Digli che non ci sono”.

LARA gli porge la cornetta tenendola coperta per non far sentire a Stamponi.

LARA - Devi parlargli.


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TOMMASO (timoroso)- Ma cosa gli dico?

LARA - Il tuo Callaghan saprebbe cosa dirgli!

TOMMASO (assume un’espressione da duro, va verso la scrivania di Callaghan,si siede, mette i piedi sulla scrivania, si mette il cappello di Callaghan, beve un sorso dal bicchiere, prende una cicca, alza il telefono di Callaghan e dice rivolto a LARA) - Passamelo! (parla con il tono duro e sbrigativo di Callaghan) Sì? Sono io. Ah, come ti butta vecchia canaglia? Ehi, amico, abbassa il volume. Ti ho detto che avrai questo fottuto romanzo entro stasera e lo avrai! A proposito, entro dieci minuti voglio un fax che conferma un aumento della mia percentuale al venti per cento. Hai sentito bene, uno stramaledetto venti per cento. Ah, non sei d’accordo. Va bene, dirò alla Libroni Editore che accetto la loro proposta. Ora cominciamo a ragionare. Okay. Ti do due minuti per pensarci. Se non ti sta bene, richiamami e amici come prima.

Tutti trattengono il fiato. Squilla il telefono di Callaghan. TOMMASO e gli altri guardano il telefono che squilla varie volte. Alla fine TOMMASO alza la cornetta.

TOMMASO - Sì? Sì.(assentendo gravemente e cominciando poi a scrivere)Sì.Ho capito. Va bene. OK. D’accordo. (rileggendo quello che ha scritto) Una caciotta, un chilo di zucchero, due etti di burro, un etto di caffè, due etti di mortadella… un momento signora… credo che abbia sbagliato numero…

TOMMASO lascia il tavolo di Callaghan e torna vicino a LARA.

LARA - Bravo, sei stato grande! Quella richiesta del venti per cento perscaricare Stamponi è stata geniale.

TOMMASO (stupito)- Ho detto venti per cento?

LARA - Lui ovviamente non accetterà e tu sarai libero di andartene da LibroniEditore. Bel colpo!

TOMMASO (terrorizzato)- Ho detto Libroni Editore?

LARA - Sì, a proposito, come mai tua madre non mi ha detto niente di questatrattativa? Anche dalle intercettazioni telefoniche non risultava niente.


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TOMMASO (si accascia sulla sedia al computer)- Mi sento male!

LARA - Vuoi dire…

Tutti hanno un’aria preoccupata. Squilla il telefono di Callaghan. DELLA risponde, fa una faccia scocciata. Dopo una breve pausa comincia ad emettere dei fischi ed a scrivere rapidamente su un foglio. Riattacca. Scrive ancora qualche cosa sul foglio. Un po’ seccata lo fa scivolare sulla scena della stanza di

TOMMASO.

LARA (ha ripreso a pulire in terra e trova il fax)- Cos’è questo? Avevo appenapulito! Un fax! (legge) E’ di Stamponi Editore! (esulta) Ha accettato!

LARA porge il fax a TOMMASO che lo legge avidamente.

TOMMASO - Non ci posso credere!

Squilla il telefono di Tommaso. TOMMASO risponde.

TOMMASO - Pronto? Mamma! Perché bravo? Sì, Stamponi Editore haaccettato di darmi il venti per cento. Ma… tu come fai a saperlo? Mamma! Devi smetterla di intercettare i miei fax!

TOMMASO riattacca il telefono.

TOMMASO (guarda l’orologio al polso)- Accidenti, non c’è un minuto daperdere. Devo finire il romanzo. Dove eravamo rimasti? (legge)

CALLAGHAN (rimugina osservandola come per studiarla a fondo, poi esclamacome se avesse avuto un’intuizione folgorante e avvicinandosi a lei) - Della! Tusei bella!

TOMMASO - Bene, bene. Allora… “A quelle parole Della si sentì mancare.Callaghan l’afferrò con le sue forti braccia un attimo prima che cadesse in terra.

DELLA sviene e CALLAGHAN la sostiene.


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TOMMASO (rileggendo)- “Callaghan l’afferrò…” No, non funziona. Cancelliamo.

CALLAGHAN molla DELLA che cade in terra e si rialza prontamente.

TOMMASO (rileggendo)- “A quelle parole Della si sentì mancare… si sentìmancare… si sentì mancare… (DELLA barcolla senza mai cadere in terra). Callaghan non sapeva cosa fare. Prese un bicchiere di bourbon dal tavolo, lo porse a Della e disse.

CALLAGHAN - Bevi, ti farà bene.

TOMMASO - “Della bevve un sorso e si accasciò in terra.”

CALLAGHAN - Dannazione, devo farla rinvenire.

TOMMASO - “Callaghan prese i pali…(CALLAGHANguarda perplesso TOMMASO e poi prende due pali)…e glieli fece annusare.

CALLAGHAN mette i due pali sotto il naso di DELLA.

TOMMASO - Ma che ho scritto? Correggiamo. “Callaghan prese i sali…(Callaghan prende i sali e fa un’espressione come a dire “volevo ben dire”) … eglieli fece annusare. Della rinvenne tra le braccia di Callaghan.” (grattandosi la testa) E adesso, che scrivo? Ho la testa vuota. Vediamo…

DELLA - Cosa è successo?

TOMMASO si ferma a cercare l’ispirazione e riprende a scrivere conun’espressione perplessa.

CALLAGHAN - Della… tutto bene?

TOMMASO si ferma a cercare l’ispirazione e riprende a scrivere conun’espressione insoddisfatta.

DELLA - Sì… grazie. E tu?

CALLAGHAN - Non c’è male… si tira avanti.


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TOMMASO si ferma a cercare l’ispirazione e riprende a scrivere conun’espressione affaticata.

DELLA - Eh, già!

LARA scuote la testa.

CALLAGHAN - Mah?! Che vuole che le dica… signora mia.

DELLA - Bah?! Con questo tempo non si sa mai come ci si deve vestire.

CALLAGHAN (assentendo)- Le stagioni non esistono più…

TOMMASO (con aria esaurita)- Aiuto, Lara! Non riesco più ad andare avanti.

LARA - Vuoi una mano?

TOMMASO - Sì, ti prego, aiutami. Sono esaurito.

LARA - Va bene, ma alle mie condizioni. Niente luoghi comuni, Della a modomio, un po’ di umorismo… e soci al 50%!

TOMMASO (agitandosi sulla sedia)- Accetto, ma facciamo presto!

LARA - Fammi sedere, tu sei troppo stressato.

LARA si siede e comincia a battere al computer. TOMMASO per il resto dellascena appare ansioso ed agitato.

LARA - Prima di tutto cancelliamo e riprendiamo da…

CALLAGHAN (rimugina osservandola come per studiarla a fondo, poi esclamacome se avesse avuto un’intuizione folgorante e avvicinandosi a lei) - Della! Tusei bella!

DELLA - Anche tu non sei niente male.(gli dà una pacca sul sedere)


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CALLAGHAN - Accidenti. Non c’è tempo da perdere. Sono quasi le nove, trapoco arriva Joan Smith. Dobbiamo andare al porto per incontrare il suo ricattatore.

DELLA - E non dimenticarti il caso del pollaio di Mr. Chicken.

TOMMASO (isterico)- Quale caso del pollaio?

LARA (sbrigativa)- Dopo ti spiego.

CALLAGHAN - Voglio farti una proposta, Della. Che ne diresti di aiutarminelle indagini?

DELLA - Mi piacerebbe, James.

CALLAGHAN - A due condizioni. Soci al cinquanta per cento.

DELLA - Grazie James… qual’è l’altra condizione?

CALLAGHAN (galante)- Non cambiare più. Ti voglio sempre così.

DELLA - Non preoccuparti, James, la vecchia Della è morta.

TOMMASO (fra sé, con una risatina isterica)– Della è morta… è morta Della!

Ah, ah, ah!

LARA (guardando Tommaso con aria di rimprovero)- “Bussarono alla porta.”Nella zona di LARA e TOMMASO la luce si spegne e i due escono di scena.

FINE ATTO PRIMO


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ATTO SECONDO

Ambiente “Studio di Callaghan”. CALLAGHAN e DELLA sono seduti ai loro abituali posti. Si ode bussare alla porta.

CALLAGHAN - Avanti, è aperto.

Entra JACQUELINE.

CALLAGHAN - Si accomodi...(sottolineando come a dire “lo so che non tichiami così) Joan Smith.

JACQUELINE sposta con disgusto l’impermeabile afferrandolo con due dita elo passa a DELLA. DELLA lo afferra disgustata con due dita e lo passa a CALLAGHAN. CALLAGHAN lo afferra disgustato con due dita e, non sapendodove metterlo, lo indossa.

CALLAGHAN (a JACQUELINE indicandole DELLA)- Conosce già Della?

DELLA si avvicina a JACQUELINE e, con un movimento rapido ed improvviso,le tende la mano all’altezza del viso. JACQUELINE si ritrae di scatto, pensando di ricevere uno schiaffo, e si tocca la guancia.

JACQUELINE (spaventata)- Sì, ricordo bene la sua segretaria.

DELLA (afferrandole la mano e stringendola un po’ troppo forte)- Socia,prego.

JACQUELINE (affrettandosi a correggere, intimorita)- Socia… certo, socia!

CALLAGHAN - Credo che sia ora di andare. L’appuntamento con il suoricattatore è confermato?

JACQUELINE - Sì, ho con me il denaro.

CALLAGHAN - Della, vieni con noi, ti spiegherò tutto per strada. Dobbiamoandare al porto. Prendiamo la mia Chevrolet.


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Quattrocchi & Cattivelli – Attento alla cioccolata, Callaghan! v1.2

CALLAGHAN, JACQUÉLINE e DELLA si posizionano sulla stessa linea, unoaccanto all’altro come se fossero sul sedile anteriore di un’auto, e si dirigono verso la “zona porto” del palco. CALLAGHAN finge di guidare.

CALLAGHAN (inizia a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad alta vocee quando parla si arresta, per cercare l’ispirazione. Le sue esitazioni sono quelle dello scrittore che cerca le parole giuste) - Mentre guidavo verso ilporto, attraversando la città avvolta nel freddo manto della sera, mille pensieri mi turbinavano nella mente. Le gelide luci dei fari della mia vecchia Chevrolet sciabolavano nella notte nebbiosa… (cerca l’ispirazione) squarciando le tenebre… senza pietà. La pioggia ticchettava sulla capote malandata e impegnava il tergicristallo in una vana lotta senza fine. Il bagliore accecante dei fari delle auto che incrociavamo si infrangeva sul parabrezza bagnato. Tante domande affollavano i miei pensieri. (si pone le domande rapidamente, una di seguito all’altra) Chi era veramente Joan Smith? Quale era il suo veronome? Perché la ricattavano? Mi stava nascondendo qualche cosa? Avevo fatto bene ad accettare quell’incarico? E Della? Come avevo fatto a non accorgermi di lei in tutti quegli anni? Avevo fatto bene ad offrirle di diventare mia socia? Il nostro rapporto di lavoro stava per trasformarsi in qualcosa di più personale… insomma, me l’avrebbe…

DELLA (interrompe CALLAGHAN scuotendolo)- Ehi, Callaghan, siamo arrivati.

JACQUELINE (timorosa)- Questo luogo mi fa paura.

CALLAGHAN (riprende a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad altavoce) - Il porto. Le gelide brume della sera avvolgevano i moli e le banchineormai deserti. Le alte gru si perdevano nel cielo senza luna e sovrastavano minacciose le casse ed i container in attesa di essere imbarcati. Sentivo le piccole onde della risacca infrangersi pigramente contro le fiancate d’acciaio della grandi navi… (cerca l’ispirazione) addormentate… addormentate… come… come… (non riuscendo a trovare l’ispirazione, taglia netto un po’ seccato) …addormentate. Mentre scendevamo rapidamente dall’auto (CALLAGHAN si muove come per mettere vari antifurti - blocca pedali, bloccasterzo, catena allo sterzo, interruttori nascosti, ecc.) mille domande mi tornavano in mente. (si pone le domande rapidamente, una di seguito all’altra) Quali erano i rischiche correvamo? Ci stavano tendendo una trappola? Chi era il misterioso ricattatore di Joan? Sarebbe venuto all’appuntamento? Ci stava spiando in quel momento? Si era già accorto che la ragazza non era sola? Come avrebbe


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reagito? Sarebbe scappato subito? Sarebbe rimasto? Ci avrebbe pensato un po’ su? E Della? Avevo fatto bene a coinvolgerla in quell’impresa? E soprattutto… me l’avrebbe…

DELLA (scuotendolo)- Ehi, Callaghan, guarda laggiù. C’è qualcosa in terra!

JACQUELINE (stringendosi a CALLAGHAN, cercando protezione)- Questoposto mi fa sempre più paura.

CALLAGHAN è in mezzo alle due donne. JACQUELINE lo trattiene da un latoe DELLA lo trascina dall’altro.

CALLAGHAN (riprende a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad altavoce) - Guardai verso il punto indicato da Della. Un grosso fagotto informegiaceva in mezzo al molo 54. Mentre ci avvicinavamo con circoscrizione… circoncisione… circospezione, mille domande si affollavano nella mia mente. (si pone le domande sempre più rapidamente) Cos’era quel fagotto? Perché eraproprio lì? Lo aveva perso qualcuno o era stato messo lì apposta? E chi lo aveva messo lì? Forse il ricattatore di Joan? Voleva attirare la nostra attenzione? O sviarla? E Della? Come poteva essere così incurante del pericolo? Non si rendeva conto del pericolo che correvamo? E soprattutto… me l’avrebbe…

DELLA (scuotendolo)- Ehi, Callaghan, è un corpo!

JACQUELINE (stringendosi a CALLAGHAN, grida e barcolla come sul punto disvenire) - Mi sento svenire.

DELLA (avvicinandosi e tirandosi su le maniche)- Ci penso io!

JACQUELINE (riprendendosi subito, spaventata)- Sto già meglio!

CALLAGHAN (riprende a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad altavoce) - Mentre ci avvicinavamo a quel corpo mille domande contraddittorietornavano ad affollare la mia mente. (si pone le domande in modo ancora più rapido e un po’ isterico) Di chi era quel corpo? Era un ubriaco? Era un morto?O era semplicemente ferito? E perché era lì? Chi poteva averlo ferito o ucciso? Oppure, perché si era ubriacato? O forse si era ferito dopo essersi ubriacato? E Della? Come aveva fatto a riconoscere subito che era un corpo? E soprattutto…


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DELLA (esamina il corpo e poi, scuotendolo)- Ehi, James, questo è morto!L’hanno imbottito di piombo.

JACQUELINE (stringendosi a CALLAGHAN)- Andiamo via, ho paura!

CALLAGHAN (perquisisce il corpo)- Aspetta! Qualcosa mi dice che questociccione ha a che fare con il tuo caso. Perquisiamolo (fruga il corpo). Mmmh, niente d’interessante. Solo una bustina di fiammiferi (la getta via).

DELLA (raccogliendo la bustina)- Un momento! Sono fiammiferi del “TropicanaClub”, il locale più malfamato della città.

CALLAGHAN (riprende a parlare tra sé, manifestando i suoi pensieri ad altavoce) - Mentre osservavo quel cadavere abbandonato sulla banchina, le paroledi Della sembravano giungermi come un’eco ovattata. Riflettevo su quel corpo. Perché quella corpulenta sagoma mi sembrava familiare? Perché quel viso coperto da una folta barba non mi convinceva? Già, perché quella barba viola non mi convinceva?

DELLA (togliendo la barba posticcia al corpo e mostrandola a CALLAGHAN)-Questa barba è posticcia!

JACQUELINE - Aaah, un morto con la barba posticcia!

CALLAGHAN - Mi venisse un colpo, questo è il sergente O’Hara!

CALLAGHAN (riprende a parlare tra sé manifestando i suoi pensieri ad altavoce) - Mentre guardavo stupito il volto grasso del sergente O’Hara, irrigiditonella smorfia della morte, riecheggiavano nella mia mente le sue sciocche battute ed i suoi scherzi grossolani. Mi sembrava di sentirlo… “Ehi, Caccaghan, ah, ah, ah!”

DELLA - Che ci faceva qui O’Hara? Forse stava indagando…

CALLAGHAN - Maledizione, mi sa che questo è un lavoro di Kìkiri!

DELLA (imitando il verso del gallo)- Kìkiri chi?


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CALLAGHAN - Pollopoulos Kìkiri, il famoso boss greco. O’Hara lo stavacercando questa mattina qui intorno.

DELLA - E invece il Pollopoulos l’ha beccato prima.

CALLAGHAN - Forse è ancora qui intorno.(si sente un rumore)Sssh, cos’èquesto rumore? Chi va là? Vieni fuori con le mani in alto.

GRETA (entra con le mani in alto)- La prego non mi spari.(guarda il corpo)Aaah, un morto… senza barba posticcia.

JACQUELINE (alzando le mani)- Greta!

GRETA - Jacquéline! Che sorpresa, anche tu qui.

GRETA e JACQUELINE si avvicinano e si baciano ma senza toccarsi. Sonovestite in modo identico ed all’ultima moda.

JACQUELINE - Carissima!

GRETA - Carissima!

JACQUELINE - Ti trovo benissimo!

GRETA - Ti trovo benissimo!

JACQUELINE - Sei splendida!

GRETA - Sei splendida!

JACQUELINE - Che “mise” meravigliosa! E’ un Valentino vero?

GRETA - Che “mise” meravigliosa! E’ un Valentino vero?

JACQUELINE - Come hai fatto a indovinare?

GRETA - Come hai fatto a indovinare?

JACQUELINE e GRETA ridono.


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CALLAGHAN - Silenzio! Ora basta giocare, voglio sapere esattamente chisiete.

JACQUELINE - Lei è Greta von Dent(pronuncia “fondent”), la sua famiglia haorigini tedesche.

GRETA - Lei è Jacquéline Aulait(pronuncia “olé”), la sua famiglia ha originifrancesi.

JACQUELINE - Lei è la mia amica del cuore dai tempi del college GRETA - Lei è la mia amica del cuore dai tempi del college.

DELLA - Guarda, guarda: le figlie dei due famosi industriali del cioccolato, vonDent e Aulait, gli acerrimi rivali.

CALLAGHAN - Cosa ci fa qui al porto a quest’ora di sera, Miss Greta? GRETA - Sono venuta a incontrare l’uomo che mi ricatta.

JACQUELINE (con tono allegro e mondano)- Che combinazione! Anch’io sonovenuta ad incontrare l’uomo che mi ricatta.

GRETA - E perché ti ricatta?

JACQUELINE - Per via di certe foto.

GRETA - Non saranno mica le foto che ci fecero in camera nostra durante“quella festa”?

JACQUELINE - Vuoi dire che anche tu sei ricattata per quelle foto?

GRETA e JACQUELINE ridono di cuore, coprendosi il volto con la mano, conl’espressione allusiva di chi ricorda momenti “piccanti”.

GRETA – Sai, hanno minacciato di farle avere a mio padre. Se papà le vede midisereda.


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JACQUELINE - Anche a me. Chi sarà che ci ricatta?

JACQUELINE e GRETA (si guardano, guardano il corpo in terra e, all’unisono)- Lui!

CALLAGHAN - Piano con le accuse, ragazze. Quel corpo in terra era un agentedi polizia, il sergente O’Hara. Della, cosa hai trovato?

DELLA (continua a frugare il corpo e trova degli oggetti che illustra a CALLAGHAN)Un abaco… un acciarino… un’ampolla… un’arpa… un astrolabio…un bussolotto…

CALLAGHAN - Sbrigati Della!

DELLA - Calma, sto andando in ordine alfabetico. Una busta.(porge la busta a CALLAGHAN, che la apre e ne estrae due foto)

CALLAGHAN (guardando le foto e poi guardando le ragazze)- Non misembrano poi foto così compromettenti...

GRETA e JACQUELINE gli strappano le foto di mano, ognuna ne prende una e,casualmente ognuna prende la propria fotografia col fidanzato.

GRETA - Ma questa sono io che bacio il mio fidanzato per strada.

JACQUELINE - Ma questa sono io che bacio il mio fidanzato per strada.

GRETA e JACQUELINE (insieme)- Non sono le foto del ricatto!

CALLAGHAN (parla tra sé, manifestando i suoi pensieri ad alta voce)- Lascoperta di quelle foto sul corpo di O’Hara mi aveva spiazzato. Mille interrogativi affollavano la mia mente. Perché O’Hara era stato ucciso? Chi lo aveva ucciso? Perché aveva quelle foto addosso? Perché aveva quella barba posticcia? E Della, come faceva a trovare gli oggetti sul corpo di O’Hara in ordine alfabetico? E soprattutto… me l’avrebbe…

DELLA (osservando meglio la bustina di fiammiferi)- Ehi, Callaghan, su questifiammiferi del “Tropicana Club” c’è appuntato un numero di telefono.


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CALLAGHAN - Prova a chiamare.

DELLA - Dammi il tuo cellulare, James.

CALLAGHAN porge riluttante il cellulare a DELLA che glielo strappa di mano.

JACQUELINE (eccitata dalla novità)- Greta dammi quella foto cosìfinalmente potrò vedere che faccia ha il tuo fidanzato.

GRETA (eccitata dalla novità)- Anche io sono curiosa di vedere il tuo.

DELLA forma il numero di telefono. GRETA e JACQUELINE stanno perscambiarsi le fotografie quando entra in scena barcollando JULIO. Ha barba e baffi posticci e due buste nella mano sinistra. Il cellulare che squilla è nella sua tasca. JULIO lo estrae e, sempre barcollando, risponde con voce agonizzante. GRETA e JACQUELINE si bloccano prima di darsi le foto.

JULIO (crolla in terra seduto vicino al corpo di O’HARA e parla sempre convoce roca di uomo agonizzante) - Pronto? Pronto? Chi è?

DELLA (senza accorgersi che sta parlando al telefono con JULIO accanto alei) - Sono Della Mortimer, dello studio d’investigazione “Mortimer &Callaghan”.

CALLAGHAN (correggendola, seccato)- “Callaghan e Mortimer”!

DELLA - Con chi parlo?

JULIO (senza accorgersi che sta parlando al telefono con DELLA accanto alui) - Aiuto, sono ferito. Mi hanno sparato.

DELLA - Le mando un’ambulanza. Dove si trova?

JULIO - Un momento.(si rivolge a DELLA, che è in piedi, tirandole la gonna ecoprendo il microfono con la mano) Dove ci troviamo?

DELLA (sbrigativa)- Al porto. Molo 54.

JULIO - Al porto, molo 54!


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DELLA - Ma è qui vicino! Dove esattamente?

JULIO (si rivolge a DELLA, che è in piedi, tirandole la gonna, e copre ilmicrofono con la mano) - Dove esattamente?

DELLA (seccata)- Davanti al magazzino cinque!(al telefono)Doveesattamente?

JULIO - Davanti al magazzino cinque!

DELLA e JULIO si guardano.

GRETA - Aaah, un ferito, mi sento svenire!

GRETA barcolla e DELLA sobbalza, pronta a scagliarsi contro di lei, per farlarinvenire a schiaffi.

JACQUELINE (sostenendo l’amica e proteggendola)- Sta già meglio! Sta giàmeglio!

DELLA (chinandosi accanto a JULIO)- Ma lei è ferito. Le hanno sparato.

CALLAGHAN - Chi è stato?

JULIO - Non lo so. Un uomo con una lunga barba e dei folti baffi.

DELLA - Perché le hanno sparato?

JULIO - Non lo so. Aiutatemi. Sto male.(alza lo sguardo, vede le ragazze e faper alzarsi) Ah, mi sento già meglio. Grazie di tutto e arrivederci. (tenta di allontanarsi trascinandosi)

GRETA e JACQUELINE - Ma dove va? E’ ferito!

JULIO - Chi? Io?

CALLAGHAN - Cosa c’è in quelle buste?


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JULIO - Quali buste?

DELLA - Quelle che ha in mano!

JULIO (mostrando la mano destra vuota)- Non ho niente.

CALLAGHAN - Nell’altra mano!

JULIO (passando le buste nella mano destra)- Non ho niente.

DELLA - Nell’altra!

JULIO (passando le buste nella mano sinistra)- Non ho niente.

CALLAGHAN - La sinistra!

Mentre JULIO tenta di passare le buste nella mano destra DELLA gliele strappa di mano e le passa veloce a CALLAGHAN.

CALLAGHAN (apre le buste, ne estrae alcune foto, le guarda, guarda GRETA e JACQUELINE, gira le foto come a cercare il verso giusto)- Accidenti, macome avete fatto? Credo che abbiamo trovato chi vi ricattava. (consegna le foto alle ragazze)

GRETA e JACQUELINE prendono le foto e le guardano insiemecommentandole con risatine e tiratine di gomito (come ragazzine eccitate).

GRETA - Incredibile! Guarda dove era finito il mio braccio.

JACQUELINE - Quello è il mio braccio, il tuo è questo.

GRETA (indicando un punto della foto)- E allora questo cos’è?

GRETA e JACQUELINE ridono.

CALLAGHAN (mostra a DELLA una bustina di fiammiferi)Della, tra le duebuste c’era questa bustina di fiammiferi del “Tropicana Club”.

DELLA - Scommetto che c’è appuntato sopra un numero di telefono…


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CALLAGHAN (aprendola)- Bingo! Quattro numeri di telefono!

GRETA - Erano anni che non vedevo queste foto. Pensavo di averle perdute.

JACQUELINE - Anche io. Le tenevo nel cofanetto di Cartier e non le ho piùtrovate.

GRETA - Anch’io le tenevo nel cofanetto di Cartier.

JACQUELINE e GRETA (insieme rivolgendosi a JULIO)- Come ha fatto adavere queste foto?

JULIO (cercando evidentemente di trarsi d’impaccio)- Mi sento male! Sentoche per me è finita. (con tono enfatico) Lasciatemi andare a morire… lontano da tutti… in solitudine… addio… (cerca di andarsene ma è trattenuto da DELLA che, senza volere, gli strappa barba e baffi)

GRETA e JACQUELINE - Aaah, un moribondo con barba e baffi posticci!(loguardano meglio e, dopo un attimo di sorpresa, gridano) Julio, amore mio! (si gettano accanto a lui, ciascuna da un lato, e tentano di abbracciarlo insieme).

GRETA - Jacquéline, sei impazzita, lascia il mio fidanzato.

JACQUELINE - Greta, sei matta? Questo è il mio fidanzato.

GRETA - E’ il mio ti dico, guarda la foto(dà la prima foto a Jacquéline)

JACQUELINE - Non è vero, è il mio, guarda la foto(dà la prima foto a Greta)

GRETA e JACQUELINE (guardando le foto e poi scuotendolo con violenza)-Brutto mascalzone, come hai potuto! E con la mia migliore amica! Sei un vigliacco traditore…

DELLA - …e uno sporco ricattatore!

JACQUELINE e GRETA (si girano verso DELLA)- Come?(capiscono e sigirano di nuovo verso Julio).


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DELLA - Come mai aveva le foto del ricatto?

JACQUELINE e GRETA (scuotendo vigorosamente JULIO)- Come mai avevile foto del ricatto? Come mai avevi le foto del ricatto?

JULIO (tra gli scossoni)- Un momento! Posso spiegare tutto!

JACQUELINE e GRETA (bloccandosi e rivolte a DELLA, con voce con tono digiustificare) - Può spiegare tutto!

JULIO - C’è un grosso equivoco. Io sono venuto al porto per riprendere le fotoal ricattatore. (indica il corpo di O’HARA) Era lui che vi ricattava! (in tono accusatorio) Maledetto ricattatore! (in tono esageratamente enfatico e un po’ falso, fa il gesto plateale di volerlo colpire) Quando l’ho sorpreso con le fotone è nata una colluttazione e lui ha avuto la peggio. Ho fatto tutto questo per voi…

DELLA (dubbiosa)- Mmmh, strano. Un ex marine dei corpi speciali d’assalto,ex campione di arti marziali, ex campione di lotta libera, tiratore scelto, poliziotto di grande esperienza sarebbe stato sopraffatto da “lei”?

JACQUELINE e GRETA (commosse e ammirate, lo abbracciano e gli piangonosulla spalla) - Mio eroe!

GRETA continua a piangere sulla spalla mentre JACQUELINE solleva la testa.

JACQUELINE – Oh, Julio, perché mi hai tradito con Greta?

JULIO - Non è come pensi! Non ti ho mai tradito. Lei non ha mai contato nullaper me. Sei tu l’unica che io amo.

JACQUELINE – Oh, Julio!(e scoppia a piangere sulla sua spalla)

GRETA (solleva la testa)– Oh, Julio, perché mi hai tradito con Jacquéline?

JULIO - Non è come pensi! Non ti ho mai tradito. Lei non ha mai contato nullaper me. Sei tu l’unica che io amo.

GRETA – Oh, Julio!(e scoppia a piangere sulla sua spalla)


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JACQUELINE solleva la testa tra i singhiozzi.

JACQUELINE – Oh, Julio, perdonami! Come ho potuto dubitare di te? Tuttacolpa di quella… (indica GRETA e riabbassa la testa sulla spalla)

GRETA solleva la testa tra i singhiozzi.

GRETA – Oh, Julio, perdonami! Come ho potuto dubitare di te? Tutta colpa diquella… (indica JACQUELINE e riabbassa la testa sulla spalla)

JACQUELINE solleva la testa tra i singhiozzi.

JACQUELINE (mostrandogli la foto)– Oh, Julio, guarda come stiamo beneinsieme!

JULIO (con tono sorpreso)- Chi ti ha dato questa foto?

JACQUELINE abbassa la testa e scoppia a piangere. GRETA solleva la testatra i singhiozzi.

GRETA (mostrandogli la foto)– Oh, Julio, guarda come stiamo bene insieme!

JULIO (insospettito)- Chi ti ha dato questa foto?

GRETA abbassa la testa e scoppia a piangere.

JULIO (grida)- Insomma, chi vi ha dato quelle foto?

JACQUELINE e GRETA (sempre con la testa sulle sue spalle, indicano il corpodi O’HARA e dicono insieme) - Le aveva lui!

JULIO - O’Hara? O’Hara!(con vera rabbia e cercando di colpire il corpo consincera foga) Maledetto ricattatore!

CALLAGHAN (parla tra sé, manifestando i suoi pensieri ad alta voce)- MentreJulio sfogava la sua rabbia contro O’Hara, mille interrogativi tornavano ad affollare la mia mente. (si pone le domande di seguito, in un crescendo sempre più rapido) Come faceva Julio a sapere del ricatto, visto che né Greta né


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Jacquéline glielo avevano detto? Come aveva scoperto il luogo dell’appuntamento? Come mai conosceva O’Hara? Possibile che fosse O’Hara il misterioso ricattatore delle ragazze? Perché c’era qualcosa nel comportamento di Julio che non mi convinceva? Come mai O’Hara aveva le foto di Julio con le due ragazze? Perché Della sembrava poco convinta del racconto di Julio? Come faceva Della a sapere tutte quelle cose di O’Hara? E soprattutto… Della, me l’avrebbe…

DELLA - Ehi, Callaghan, guarda questa bustina di Minerva. E’ caduta dalla tascadi Julio.

CALLAGHAN - Scommetto che è del “Tropicana Club” e che sopra c’èappuntato un numero di telefono.

DELLA – Bingo! Lo chiamo.

Squilla il cellulare di O’HARA e O’HARA risponde.

O’HARA (con voce agonizzante)- Qui sergente O’Hara.

JULIO sobbalza visibilmente.

CALLAGHAN - O’Hara, sei vivo, vecchia pellaccia!

O’HARA - Ancora per poco, Caccaghan, ah, ah, ah!(cerca di ridere ma la risatasi trasforma in colpi di tosse).

GRETA e JACQUELINE - Delinquente, finirai all’inferno!

O’HARA - Niente inferno per Bisonte Impanato. Manitù mi sta chiamando daipascoli del cielo.

DELLA - Bisonte Impanato?

CALLAGHAN - O’Hara ha sangue indiano nelle vene. Sua madre era la grandecuoca Apache, Polenta Fumante.

O’HARA - Sento che la mia ora è giunta, Caccaghan. Stringimi la mano, tiprego. Prima di andarmene, voglio liberarmi la coscienza da un peso.


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JULIO si agita.

CALLAGHAN - Purtroppo hai una brutta ferita. Non credo che ce la farai.

O’HARA - Non mentire, Caccaghan, lo so che sto per tirare le cuoia.

(CALLAGHAN annuisce come a dire “è appunto quello che ho detto”). Perquesto voglio dirti tutto.

JULIO (agitandosi preoccupato)- Ma no, vedrai che te la caverai!

O’HARA - No, lo so che sto per stirare le zampe. Non sono l’onesto poliziottoche credi, Caccaghan… ah, ah, ah (tossisce). Sono stato complice di un grave delitto, un orribile ricatto… voglio confessarti tutto.

JULIO (agitandosi preoccupato)- Non stai per morire! Hai una pellaccia, conqualche punto ti rimetteranno in sesto…

O’HARA - No, lo so che sto per passare a miglior vita. Un uomo mi hacommissionato un ricatto, anzi quattro ricatti. Mi ha dato delle foto compromettenti… le devo avere ancora addosso…

CALLAGHAN - Addosso avevi solo una busta con due foto.

JACQUELINE e GRETA (mettendogliele davanti al naso)- Queste!

O’HARA - Queste sono le foto del quinto ricatto…

DELLA - Quinto?

JULIO (sempre più agitato e preoccupato)- Adesso basta parlare. E’ meglioche non ti sforzi.

CALLAGHAN - E’ inutile, ormai è spacciato. Vuota il sacco, O’Hara.

JULIO (isterico)- Che spacciato e spacciato, sta benissimo! Certo che secontinuate a farlo parlare…


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O’HARA - No, ormai sono al capolinea. Meglio che dica tutto e mi liberi lacoscienza.

CALLAGHAN (con espressione trionfante verso JULIO)- Visto?(poi a O’HARA)Chi è l’uomo che ti ha commissionato i ricatti?

O’HARA - Si chiama… si chiama…(sviene)

DELLA - E’ svenuto.

JULIO (sollevato)- Avete visto? Ve l’avevo detto, io!

CALLAGHAN -(parla tra sé manifestando i suoi pensieri ad alta voce)-Mentre osservavo Bisonte Impanato di nuovo incosciente mille interrogativi affollavano la mia mente. Come mai Julio aveva il telefono di O’Hara? Perché era così preoccupato per la sua salute? Chi era l’uomo che aveva commissionato a O’Hara i quattro ricatti? Chi erano gli altri due ricattati? Quale era il quinto ricatto? Perché Della era così pensierosa? E soprattutto… me l’avrebbe…

DELLA - Ehi, Callaghan. Dammi quella bustina di fiammiferi. Forse la chiave delmistero è in quei quattro numeri di telefono.

CALLAGHAN - Quattro, come i ricatti commissionati a O'Hara!

DELLA (compone i numeri sul cellulare)- Faccio il primo numero.

Squilla il cellulare di JACQUELINE.

JACQUELINE - Hello?

DELLA - Chi parla?

JACQUELINE - Sono Jacquéline Aulait.

CALLAGHAN - Bingo!

O’HARA (rinvenendo)- Si chiama... si chiama...

JULIO (allarmato e premuroso)- Non sforzarti! Non sforzarti!


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CALLAGHAN (chinandosi su O'HARA)- Forza O'Hara... sputa quel nome.

O’HARA sviene.

CALLAGHAN – Dannazione, è svenuto di nuovo!

JULIO tira un sospiro di sollievo.

DELLA - Faccio il secondo numero.

Squilla il cellulare di GRETA.

GRETA - Hello?

DELLA - Greta von Dent?

GRETA - Sono io.

CALLAGHAN - Bingo!

O’HARA (rinvenendo)- Si chiama... si chiama...

JULIO (allarmato e seccato)- Non sforzarti! Non sforzarti!

CALLAGHAN (chinandosi su O'HARA)- Presto O'Hara... il nome!

O’HARA sviene.

CALLAGHAN – Dannazione, è svenuto ancora!

JULIO tira un sospiro di sollievo.

DELLA - Chiamo il terzo numero.

CALLAGHAN - Il terzo ricattato!

Squilla un cellulare di qualcuno nascosto fuori scena.


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AULAIT (fuori scena, con spiccato accento francese)- Alò, alò, alò...?

CALLAGHAN (puntando la pistola fuori scena verso la voce)- Lei che ènascosto lì dietro, esca fuori! A mani in alto!

AULAIT entra in scena, ha vistosi barba e baffi posticci. Con la sinistra tieneil cellulare e nella destra stringe due buste. AULAIT-VON DENT deve parlare sempre con spiccato accento francese o tedesco, a seconda del personaggio.

JULIO (indicandolo)- E' lui che mi ha sparato!

AULAIT (guarda stupito JULIO e fra sé)- Parbleu, Julio! Parbleu Jacquéline!

CALLAGHAN (rivolto a JULIO)- Come?

JULIO si morde le mani e tace.

AULAIT (fa un cenno a CALLAGHAN come a dire "aspetta")- PardonMonsieur, sono al telefono.

CALLAGHAN (scusandosi)- Prego, prego.

AULAIT - Merci.(al cellulare)Alò, alò, alò...

DELLA - Chi parla?

AULAIT (senza accorgersi che sta parlando al telefono con DELLA vicino a lui)- Ah, no madame. E' lei che mi ha chiamato. Mi dica lei chi è!

DELLA (si pone davanti a AULAIT)- Mi chiamo Della Mortimer.

AULAIT - Avec plaisirs, Madame. Excusez moi... sono al telefono.

JACQUELINE (a GRETA)- Io questa voce la conosco!

AULAIT (al cellulare)- Alò, alò, alò... chi parla?

DELLA (al cellulare)- Sono Della Mortimer.


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AULAIT - Ma che combinazione, ho appena conosciuto...(capisce l'equivoco echiude la telefonata)

O’HARA (rinvenendo)- Si chiama... si chiama...

JULIO (allarmato e isterico)- Ti ho detto di non sforzarti!

CALLAGHAN (chinandosi su O'HARA)- O'Hara, il nome!

O’HARA sviene. AULAIT tenta di allontanarsi alla chetichella.

CALLAGHAN – Dannazione!

JULIO tira un sospiro di sollievo.

DELLA - Dove va lei? Callaghan, tienilo d'occhio, faccio l'ultimo numero.

AULAIT si blocca. DELLA compone il numero e squilla un cellulare in tasca ad AULAIT. AULAIT mette nella tasca sinistra il cellulare che tiene nella manosinistra, passa le buste dalla mano destra alla sinistra e prende con la destra il cellulare che ha nella tasca destra.

VON DENT (risponde al cellulare con spiccato accento tedesco e tono duro)-Ja? Bitte? Chi parla!

TUTTI sono sorpresi e si guardano fra loro.

VON DENT - Ja? Ja? Rispondete! Ach, che scherzi idioti!(chiude il cellulare,lo mette in tasca, sposta una delle due buste nella mano destra poi vede JULIO e GRETA e, fra sé)Donnerswetter, Julio und Greta!

O’HARA (rinvenendo)- Si chiama... si chiama...

JULIO (scuote O'HARA per il bavero)- Ti ho detto di non sforzarti! Ti hodetto di non sforzarti!

CALLAGHAN (allontanando JULIO e chinandosi su O'HARA)- Il nome!


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JULIO (esaurito, scoppia a piangere tra le braccia delle ragazze che loconsolano) - Non si deve sforzare... non si deve sforzare... non si devesforzare...

VON DENT tenta di allontanarsi alla chetichella e DELLA lo fermapuntandogli la pistola.

O’HARA (con fatica evidente, tossendo e lamentandosi dei dolori)- Si

chiama...

ora lo dico

... il suo nome è...

ascoltami bene...

Caccaghan

... perché...

non so... se avrò la...

forza...

di ripetere...

il suo nome...

una seconda... volta...

dopo che

... l'ho detto...

una prima... aspetta... fammi riprendere...

fiato... ah,

che dolore... mi sa...

che sta

... cambiando il tempo... mi duole...

quella vecchia

ferita alla schiena...

maledetti vietcong...

ti ho mai raccontato....

Caccaghan... di

come mi...

hanno ferito...

in Vietnam...

vagavamo da tre mesi...

nelle paludi del

Mekong...

quando...

CALLAGHAN (commosso)- Me l'hai raccontato almeno cento volte, maledettacanaglia irlandese. (con tono spazientito) Ma ora dimmi quel nome... O'Hara!

O’HARA - Hai ragione... ormai... non mi resta molto tempo... ebbene... il suonome è... il suo nome è...

O’HARA sviene.

JULIO (con tono speranzoso)- E' morto?

CALLAGHAN - No, è soltanto svenuto.

JULIO si morde le mani.

AULAIT-VON DENT dovrà continuare a parlare ora con forte accentofrancese, ora con forte accento tedesco, a seconda del personaggio.

VON DENT (a DELLA)- Metta via quella pistola! Chi siete? Perché mi stateminacciando? Che volete da me?

GRETA (a JACQUELINE)- Io questa voce la conosco.


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CALLAGHAN (parla tra sé manifestando i suoi pensieri ad alta voce)- Mentrele ombre della notte avevano ormai avvolto interamente il porto e l'oscurità regnava, solo a tratti squarciata dalla luce sciabolante del vecchio faro mille domande affollavano la mia mente. (si pone le domande una di seguito all’altra in un crescendo sempre più rapido) Chi era quello strano individuo? Perché sinascondeva? Come mai parlava con voci ed accenti diversi? Come mai conosceva Julio, Jacquéline e Greta? E perché Julio lo aveva accusato di avergli sparato? Non aveva detto che era stato O'Hara a ferirlo? Perché sia Jacquéline che Greta avevano detto di riconoscere le voci di quell'uomo? La bustina di Minerva con i quattro numeri di telefono apparteneva a Julio o l'aveva presa da O'Hara insieme alle due buste? E cosa c'era nelle due buste che quello strano individuo teneva ben strette in mano? E Della perché aveva usato il mio cellulare e non il suo per fare tutte quelle telefonate? E soprattutto... me l'avrebbe...

DELLA (indicando le buste che VON DENT tiene una per mano)- Ehi,Callaghan, sarà meglio dare un'occhiata a quelle buste.

CALLAGHAN - Hai ragione Della, ma ogni cosa a suo tempo. Prima dobbiamosapere chi è questo signore e che cosa ha a che fare con il nostro caso. (a VON DENT)Chi è lei?

VON DENT - Non posso dirlo. Sono una persona molto in vista.

AULAIT - Non posso dirlo. Sono un persona molto in vista.

CALLAGHAN - Che cosa faceva qui al porto a quest'ora di sera?

AULAIT - E' una faccenda molto delicata.

VON DENT - E' una faccenda molto delicata.

JACQUELINE (a GRETA, con tono divertito ed eccitato)- Hai sentito, ripetele cose in due lingue diverse. Che tipo originale!

GRETA (a JACQUELINE, con tono divertito ed eccitato)- Dobbiamoassolutamente invitarlo alla nostra festa di compleanno.

DELLA - Un ricatto, per caso?


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VON DENT - Come fa a saperlo?

AULAIT - Come fa a saperlo?

DELLA - O... due ricatti?(gli strappa dalle mani le due buste)

AULAIT - Mi dia quella busta!

VON DENT - Mi dia quella busta!

DELLA passa le buste a CALLAGHAN che le apre e ne estrae alcune foto.

CALLAGHAN - Ma queste sono le stesse foto del ricatto!(le porge alleragazze)

JACQUELINE - Ma quante copie ne hanno fatte?

GRETA - E lui come fa ad averle?

JACQUELINE - Questo tipo è sorprendente.

GRETA - Mi incuriosisce sempre più.

DELLA (a VON DENT)- Allora il ricattatore è lei!

VON DENT - Nein! Non è vero.

DELLA (a AULAIT)- Oppure è lei?

AULAIT - Non! Non è vero.

AULAIT cerca di scappare dalla parte di CALLAGHAN.

DELLA - Callaghan, ferma quei due!

CALLAGHAN (bloccando AULAIT)- Uno l'ho preso, l'altro dov'è?

DELLA si avvicina ad AULAIT e gli strappa la barba.


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AULAIT - Merde!

VON DENT - Scheisse!

JACQUELINE e GRETA (guardano sorprese AULAIT-VON DENT e gridanoall’unisono) – Papà!

JULIO (allibito)– Papà?

CALLAGHAN (a DELLA, come a chiedere spiegazioni)– Papà?

DELLA (annuendo con l’aria di chi ha capito tutto)– Papà.

JACQUELINE e GRETA (guardandosi, come a dire “che cosa hai detto, hocapito bene?”) – Papà? (confermando con decisione) Sì, papà, il mio papà! (si alzano e corrono verso di lui, ognuna stringendogli un braccio. GRETA il braccio destro e JACQUELINE il braccio sinistro).

(Durante il colloquio con le ragazze AULAIT-VON DENT parla ora con l’una ora con l’altra girandosi verso destra o verso sinistra ed assumendo ogni volta la personalità corrispondente al padre della ragazza a cui si rivolge: alla sua destra parla a GRETA come VON DENT, alla sua sinistra parla a JACQUELINE come AULAIT).

GRETA (a VON DENT)– Papà. Sei il mio paparino, vero?

VON DENT (a GRETA, severo)– Ja, perché mi fai questa domanda?

JACQUELINE (a AULAIT)– Ma che dici, tu sei il mio papà! Non è vero?

AULAIT (a JACQUELINE, rassicurante)– Ma certo, mon chérie! Ça va sansdire!

GRETA (a JACQUELINE)– Ma… allora siamo sorellastre!

JACQUELINE va ad abbracciare GRETA e si ritrova sul lato destro di AULAIT-VON DENT.


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JACQUELINE (a VON DENT)– Papà, perché non mi hai mai detto che avevouna sorella?

VON DENT – Papà, quale papà? Ah, lei deve essere l’amica di mia figlia Greta.(in tono di rimprovero) L’ho vista nelle foto…

JACQUELINE, sorpresa, prende sottobraccio Greta e la porta alla sinistra di AULAIT-VON DENT.

JACQUELINE (a GRETA)– Io non ci capisco più niente.

GRETA (a AULAIT)– Papà, spiegaci cosa sta succedendo.

AULAIT (a GRETA)– Papà, che papà e papà? Ah, lei deve essere l’amica di miafiglia Jacquéline. (in tono di rimprovero affettuoso e divertito) L’ho vista nelle foto…

JACQUELINE e GRETA si guardano, si scambino un cenno d‘intesa come a dire“abbiamo capito il trucco, facciamo una prova”, si spostano platealmente dalla parte destra di AULAIT-VON DENT.

GRETA (dando di gomito a JACQUELINE)– Papà?

VON DENT – Ja?

GRETA fa un gesto a JACQUELINE come a dire“come volevasi dimostrare“.

JACQUELINE (dando di gomito a GRETA)– Papà?

VON DENT – Quale papà?

JACQUELINE e GRETA si stringono le mani come a dire “abbiamo indovinato”.Da questo momento le vediamo continuare a spostarsi ora a destra ora a sinistra di AULAIT-VON DENT, facendogli domande e ridendo alle sue risposte.

CALLAGHAN (parla tra sé, manifestando i suoi pensieri ad alta voce)– Difronte a quella curiosa scena, mille domande affollavano la mia mente. (si pone le domande una di seguito all’altra, in un crescendo sempre più rapido)


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Quell’uomo bizzarro era dunque il padre di Greta e Jacquéline? Come mai sembrava riconoscerle solo a tratti? E perché aveva sparato a Julio, il fidanzato delle sue figlie? Come mai aveva due buste con le foto del ricatto? Cosa faceva al porto a quell’ora di sera? E perché Della aveva quell’espressione soddisfatta di chi ha capito tutto? E soprattutto…

DELLA – Ehi, Callaghan.

CALLAGHAN (un po’ seccato dell’interruzione)– Sì, Della.

DELLA – Ora è tutto chiaro Callaghan, no?

CALLAGHAN (esitante)– Ehm… certo.

DELLA – Vuoi essere tu a spiegare tutta la storia?

CALLAGHAN – Fai pure tu, socia, ho la gola secca.

DELLA – Sapevamo già che Jacquéline e Greta sono le figlie, rispettivamente,di Aulait e di von Dent, famosi industriali del cioccolato. Sapevamo anche che i due sono, da sempre, concorrenti e acerrimi rivali. Ora abbiamo scoperto che Aulait e von Dent sono, in realtà, la stessa persona, che soffre di sdoppiamento della personalità. (a JULIO) Lei, Julio, l’aveva capito, vero?

JULIO – No, avevo notato una certa somiglianza. Ma…

DELLA – Un bel giorno sia Aulait, padre di Jacquéline, che von Dent, padre diGreta, scoprono, per caso, alcune foto compromettenti, scattate alle due ragazze durante una festa al college. Sia Aulait che von Dent, entrambi in gravi difficoltà economiche, decidono di usare quelle foto per ricattare il rivale. Ognuno è convinto che l’altro cederà pur di non vedere la figlia coinvolta in uno scandalo.

AULAIT – Dannato von Dent! Arrivare fino a questo punto! Che volgarità!

VON DENT – Maledetto Aulait! Come si può essere così meschini! Cheimmorale!

GRETA e JACQUELINE (insieme, in tono stupito e di rimprovero)– Papà!


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DELLA - Ovviamente, non potendo agire di persona, sia Aulait che von Dentdecidono di utilizzare un intermediario per eseguire il ricatto. Hanno bisogno di una persona scaltra, con pochi scrupoli ma di assoluta fiducia. E a chi si rivolgono? (guarda CALLAGHAN)

CALLAGHAN (dopo un attimo di imbarazzo, ostentando una finta sicurezza)–Elementare, Della!

DELLA (indicando JULIO)– Ognuno dei due non ha dubbi, la persona adatta èJulio, il fidanzato della figlia. Quello che né Aulait né von Dent sanno, come le loro rispettive figlie, è che Julio è, contemporaneamente, il fidanzato sia di Jacquéline che di Greta.

JACQUELINE e GRETA (insieme, a JULIO)– Mascalzone!

(Da questo momento gli attori si muovono sulla scena per mimare quello che DELLA racconta, in una sorta di “flash back”.)

DELLA – Veramente un mascalzone, perché, quando Aulait e von Dentconsegnano a Julio le stesse foto compromettenti (AULAIT-VON DENT consegna due volte una busta a JULIO), Julio, rovinato da debiti di gioco,decide di sfruttare la situazione: attraverso un intermediario, ricatterà anche le sue fidanzate, minacciando ognuna delle due di consegnare le foto al padre. Jacquéline e Greta, infatti, non possono immaginare che, come noi sappiamo, i rispettivi padri hanno già scoperto quelle foto.

JACQUELINE e GRETA – Verme!

JULIO – Ero disperato!

AULAIT (a JULIO)– Miserabile profittatore!

VON DENT (a JULIO)– Vigliacco traditore!

DELLA - Per attuare il ricatto, Julio si serve di un losco individuo conosciuto al“Tropicana Club”. Non sa che quel losco individuo è in realtà il sergente O’Hara, un poliziotto corrotto e senza scrupoli. Julio fa due copie delle foto e consegna quattro buste a O’Hara (JULIO e O’HARA mimano la scena della


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consegna delle foto), che dovrà attuare materialmente il ricatto e incassare ildenaro da Aulait, von Dent, Jacquéline e Greta. O’Hara annota i quattro numeri di telefono dei ricattati su questa bustina di fiammiferi ed il numero di Julio su quest’altra (le mostra). Anche Julio annota il telefono di O’Hara su una bustina, questa.

O’HARA (tornato al suo posto e rinvenendo)– Il suo nome è… il suo nome è…

TUTTI (meno O’HARA)– Julio de Plata!

O’HARA (sorpreso e seccato)– No!

TUTTI (meno O’HARA)– Come no?

O’HARA – Il suo nome è… il suo nome è… Julio de Plata! Lo dovevo dire io!

DELLA – Quando O’Hara scopre che Julio è il fidanzato ufficiale di tutte edue le ragazze ricattate decide di attuare, a proprio vantaggio, un quinto ricatto. Scatta, di nascosto, delle foto a Julio in compagnia di Jacquéline e poi di Greta e ricatta, senza farsi riconoscere, lo stesso Julio di rivelare la doppia relazione alle due donne.

JULIO (a O’HARA)– Bastardo!

O’HARA (facendo il verso a JULIO)– Ero disperato!

DELLA - Non volendo farsi riconoscere, O’’Hara va al porto, dove haconcordato i cinque appuntamenti, travestito con barba e baffi

CALLAGHAN – Cinque appuntamenti? Ah, beh, sì, certo!

DELLA - Aulait, von Dent, Jacquéline, Greta e Julio. Ma Julio, come sappiamo,non ha soldi per pagare il ricatto di O’Hara. Va al porto travestito con barba e baffi posticci per sorprendere il ricattatore, ucciderlo e recuperare così le foto che lo ritraggono con le due fidanzate. Quando giunge al porto, Julio sorprende alle spalle il suo ricattatore, senza riconoscere che è O’Hara, che come sappiamo è anche lui travestito, e lo ferisce. (JULIO e O’HARA mimano la scena del ferimento).


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O’HARA – Maledetto viso pallido! Colpire un guerriero alla schiena.

DELLA – Julio fruga il corpo di O’Hara alla ricerca delle foto del ricatto. Glitrova indosso quattro buste e le prende senza guardarle. Non trova però proprio la busta più importante, quella con le foto che lo tradiscono.

JACQUELINE - E’ la busta che abbiamo trovato su O’Hara.

GRETA – Ma se Julio ha preso a O’Hara quattro buste, perché ne avevaaddosso solo due?

DELLA – Preferisci rispondere tu, Callaghan?

CALLAGHAN (con tono imbarazzato)– No Della, vai benissimo, continua pure.

DELLA – Grazie, Callaghan. Al porto arrivano anche Aulait e von Dent, conbarba e baffi posticci. Infatti sia Aulait che von Dent non hanno soldi per pagare il riscatto e entrambi hanno deciso di sorprendere il ricattatore ed ucciderlo per rientrare in possesso delle foto. Vedono Julio, non lo riconoscono, a causa del travestimento, e gli sparano. Lo perquisiscono ed ognuno prende una busta con le foto.

AULAIT – Io non ho sparato a nessuno. Quando l’ho trovato, Julio era giàferito.

VON DENT - Io non ho sparato a nessuno. Quando l’ho trovato, Julio era giàferito.

DELLA (a AULAIT-VON DENT)– Uno di voi due mente!

AULAIT-VON DENT si guarda intorno come a cercare l’altra persona.

JACQUELINE – Ecco perché papà aveva due buste…

GRETA - …con le foto che servivano a ricattarci.

DELLA (a CALLAGHAN)– Sergente O’Hara, Julio de Plata, Monsieur Aulait,Herr von Dent, siete tutti in arresto. Callaghan, chiama la polizia…


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O’HARA – E… un’ambulanza…

JULIO – Due ambulanze!

AULAIT – Non potete farmi questo. Sono innocente.

VON DENT – Non potete farmi questo. Sono innocente.

Rumore di sirene che arrivano. CALLAGHAN prende O’HARA e JULIO e li consegna fuori scena a ipotetici infermieri. Poi prende AULAIT-VON DENT e fa per accompagnarlo fuori scena.

Entra in scena PIA LA NOCCIOLA.

PIA – Un momento!

JACQUELINE e GRETA (insieme)– Mamma!(poi si guardano)Mamma?

AULAIT – Mon chérie!

VON DENT – Meine Liebe !

PIA (abbracciando AULAIT, da sinistra)– Mon amour! Io so che sei innocente.

AULAIT – Merci, mon cherie. Non aver paura. Bada a Jacquéline.

PIA si stacca da AULAIT, fa due passi indietro e corre ad abbracciare VON DENT, da destra.

PIA (abbracciando VON DENT)– Meine Liebe! Io so che sei innocente VON DENT – Danke, meine Liebe. Non aver paura. Bada a Greta. CALLAGHAN consegna fuori scena AULAIT-VON DENT.

JACQUELINE e GRETA (si abbracciano festanti)– Ma… allora siamo sorelle! JACQUELINE e GRETA si avvicinano a PIA da destra.


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GRETA – Mamma?

PIA – Sì, Greta?

JACQUELINE – Mamma?

PIA – Sì, Jacquéline?

JACQUELINE e GRETA si spostano e si mettono alla sinistra di PIA.

JACQUELINE – Mamma?

PIA – Sì, Greta?

GRETA – Mamma?

PIA – Sì, Jacquéline?

JACQUELINE e GRETA restano interdette.

PIA – Scusate figliole, confondo sempre i vostri nomi, come tutte le mamme.

Per di più voi siete anche gemelle.

JACQUELINE e GRETA (si abbracciano festose)– Siamo gemelle!

JACQUELINE – Ecco perché abbiamo la stessa data di nascita.

GRETA – Ma non ci somigliamo!

PIA – Perché non siete monozigote.

CALLAGHAN (stremato)– Per favore, signora, qui c’è anche troppa confusione!

PIA – Lasciate che vi spieghi. Mi chiamo Pia, Pia La Nocciola. Sono la mamma diqueste due ragazze e la moglie di Aulait e di von Dent. State tranquilli, non soffro di sdoppiamento della personalità come mio marito. Ho scelto di vivere una doppia identità per amore suo. Povero Janus, quanto ha sofferto.

JACQUELINE – Mamma cosa vuoi dire?


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GRETA – Mamma, devi dirci tutto.

PIA – Sì, è giusto. Vi racconterò tutto dall’inizio. Prima della seconda guerramondiale, i genitori di vostro padre vivevano in Europa, e precisamente in Alsazia, una regione ai confini tra la Francia e la Germania.

CALLAGHAN (con tono impaziente)– Signora, stringiamo!

PIA – Erano due giovani molto innamorati l’uno dell’altra; purtroppo le lorofamiglie, cioccolatieri da generazioni, erano divise da un antico odio e da un’acerrima rivalità. Nella piccola cittadina dove vivevano, sul lato destro del corso principale c’era la “Schokoladenfabrik” della famiglia tedesca von Dent, sul lato sinistro, proprio di fronte, la “Chocolaterie” della famiglia francese Aulait. Otto von Dent, il padre di vostro padre, e Isabelle Aulait, la madre di vostro padre, erano entrambi figli unici: in loro era riposto il destino delle due dinastie di cioccolatieri. Per questo, quando i due giovani dichiararono alle famiglie l’intenzione di sposarsi, furono diseredati e cacciati di casa. (con tono drammatico e sottolineando la parola “fondersi”) I von Dent e gli Aulait nonavrebbero mai accettato di… fondersi.

JACQUELINE (sospirando)– Che storia romantica!

PIA - I due giovani emigrarono in America, si sposarono ed aprirono un piccolonegozio di cioccolata. Ma l’odio atavico delle due famiglie era talmente radicato nel loro patrimonio genetico che riaffiorò prepotentemente nella generazione successiva. Quando, un anno dopo, nacque vostro padre, esso riemerse con rinnovata virulenza.

GRETA – Che vuol dire, mamma?

PIA (con tono drammatico)- Mai un Aulait o un von Dent avrebbero potutoaccettare, senza impazzire, l’idea che nelle proprie vene potesse scorrere anche una sola goccia di sangue della famiglia nemica. La mente di vostro padre non avrebbe mai retto senza lo sdoppiamento di personalità: solo creando dentro di sé due identità rivali, in perenne conflitto, è riuscito a sopravvivere.


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DELLA – Incredibile! Le due industrie del cioccolato, Aulait e von Dent, cheper anni si sono fatte una concorrenza spietata, in realtà appartengono alla stessa persona!

JACQUELINE – Quindi, povera mamma, tu hai dovuto portare avanti due casee due famiglie.

PIA (soddisfatta)– Sì, però ho fatto anche due fidanzamenti, due matrimoni,due viaggi di nozze, doppi regali, doppi gioielli… e poi avere due uomini, così diversi tra loro, è molto divertente: non ti annoi mai.

GRETA – E io e Jacquéline?

PIA – E’ stata una fortuna che siate nate insieme. Così ho potuto dividerviequamente: una a von Dent e una a Aulait! Ma adesso andiamo, dobbiamo avvertire subito la polizia affinché assegnino a vostro padre due celle diverse. (riflette un momento e sospira) Non cosa potrebbe succedere se limettessero nella stessa cella!

PIA, GRETA e JACQUELINE escono. Buio in scena. Durante il buio rientrano

TOMMASO e LARA e si mettono nella “zona casa”, mentre DELLA e

CALLAGHAN vanno nella “zona studio”.

La luce si riaccende sullo studio di Callaghan e sulla stanza di Tommaso. CALLAGHAN e DELLA sono nello studio. Sono seduti uno di fronte all’altro coni i piedi sulla scrivania e leggono entrambi il giornale. TOMMASO e LARA sono seduti, uno accanto all’altro, e scrivono sul computer.

DELLA – Hai visto, Callaghan? O’Hara è stato promosso Ispettore.

CALLAGHAN - Sono contento per lui. Non ricordo più perché lo avevanoassolto.

DELLA – Mancavano le prove. C’era solo la sua confessione in “punto di morte”e dato che non è morto…

CALLAGHAN – Ah, già. Articolo 456bis: “La confessione data in punto dimorte, qualora il confessante sopravviva, perde ogni validità giuridica, essendo


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venuto meno il presupposto fondamentale, cioè il decesso.” E Julio, perché fu assolto?

DELLA – Per lo stesso motivo. L’unica prova era la confessione di O’Hara,quindi…

CALLAGHAN – Stai a vedere che gli unici che ci andranno di mezzo sono vonDent e Aulait.

DELLA – Ti sbagli. Non hai sentito la radio stamattina? Il giudice li ha lasciatiliberi entrambi. Innanzitutto non è stato possibile stabilire chi dei due ha sparato a Julio. Poi, condannare il colpevole avrebbe ovviamente significato incarcerare anche un innocente.

CALLAGHAN – Ma entrambi erano colpevoli di ricatto.

DELLA – Sì, ma il reato non sussiste, non essendoci danno patrimoniale, inquanto il riscatto sarebbe stato pagato a se stesso.

Squilla il telefono sul tavolo di TOMMASO.

TOMMASO (con un sospiro di sollievo)– Finito.

LARA – Manca ancora qualcosa.

TOMMASO risponde al telefono.

TOMMASO – Mamma! Perché “bravi”? Come fai a sapere che abbiamo finito ilromanzo? Ah, già le tue intercettazioni ambientali. Sì, è qui con me… sì… hai scelto benissimo… mamma, che domande… ciao, ciao, si ti farò sapere se ci sono novità… e poi hai i microfoni, no? Ciao, ciao, sì, sì, ciao, (stremato) … ciao.

LARA – Andiamo avanti?

TOMMASO – Andiamo avanti…

LARA e TOMMASO, da ora, scrivono alternativamente alla tastiera le battutedi DELLA e CALLAGHAN, e esprimendo le stesse “intenzioni” di DELLA e

CALLAGHAN.


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DELLA – Beh, si è fatto tardi, devo andare a casa…

CALLAGHAN – Aspetta, devo dirti una cosa.

DELLA – E’ importante?

CALLAGHAN – Credo di sì.

DELLA – Ti ascolto.

CALLAGHAN – Bene. Ho riflettuto molto… DELLA – Su che cosa?

CALLAGHAN – Sul nostro rapporto… di collaborazione.

DELLA – Ah!

CALLAGHAN – E penso che tu sei… molto… brava.

DELLA – Grazie.

CALLAGHAN – Prego.

DELLA – Beh, allora… vado.

CALLAGHAN – No, aspetta, non ho finito.

DELLA – Va bene.

CALLAGHAN – Volevo dirti… grazie per il tuo aiuto.

DELLA – Oh, figurati…

CALLAGHAN – Davvero, non so come avrei fatto senza di te.

DELLA – Siamo soci, no ?


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CALLAGHAN – Ecco, forse è questo il punto… DELLA – Ci hai ripensato? Se non vuoi più…

CALLAGHAN – No, non è questo… anzi… è che, mi chiedevo… soprattutto… setu…

DELLA (afferrando CALLAGHAN e tirandolo a sé)– Ehi, Callaghan!(lo bacia)Contemporaneamente LARA afferra TOMMASO e tirandolo a sé lo bacia.

TOMMASO (con fare ironicamente spavaldo e sicuro di sé)– Piccola, non haicapito che ti sto chiedendo di sposarmi?

LARA (ironicamente, con passione esagerata)– Ti amo, Callaghan !

F I N E


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NOTE E CHIARIMENTI

Queste note sono il frutto di richieste di chiarimento da parte di compagnie che hanno messo in scena la commedia.

Tommaso scrive con speditezza perché ha già scritto centinaia di libri tutti eguali, è un macinatore di pagine. Solo a tratti, quanto gli sembra di aver trovato una frase felice, ci appare ispirato e poi soddisfatto, come se si complimentasse con se stesso per la trovata: in realtà la frase è anch’essa scontata. Dovrebbe comunque trasparire una certa ammirazione per il suo personaggio (quello che lui vorrebbe essere) e una certa enfasi, soprattutto nei momenti in cui Callaghan ha a che fare con le donne.

Quando i suoi personaggi parlano, Tommaso muove le labbra perché, in realtà è lui a parlare mentre sccive le loro battute.

Quando Lara sembra aver sentito e/o rispondere a un personaggio del giallo è perché ha, in realtà, sentito la battura di quel personaggio detta da Tommaso. Infatti anche le battute dei personaggi del giallo, nella realtà, sono dette da Tommaso che scrive parlando ad alta voce.

I personaggi si muovono solo quando qualcuno scrive, altrimenti si bloccano nella posizione in cui sono, così come sono fermi nel testo scritto.

E’ importante che i nomi di von Dent e Aulait siano pronunciati bene, in tedesco e francese (“fondent” e “olé”) altrimenti si perde l'associazione con il cioccolato (fondente e al latte). E’ anche importante che Aulat-von Dent parli alternativamente e sempre con forte accento ora francese ora tedesco a seconda del personaggio. In tedesco si può accentuare l’accento pronunciando le “v” come se fossero “f” (es. davvero diventa “daffero”).

Jacquéline e Greta non parlano con accento francese e tedesco in quanto sono nate e cresciute in America.

Nel caso delle “cancellazioni” e riscritture i personaggi dovrebbero discretamente tornare alle posizioni di partenza (ad es. nella scena dove Callaghan rovescia il cestello dovrebbe prima rimettere a posto gli oggetti). In quella dove Callaghan dà la banconota a Della potrebbe essere rimasto bloccato nell'atto di porgerla, ma Della non l'ha presa, e ripete solo la battuta fermandosi a "tenga", in quanto "interrotto" da Lara ("Che barba!"). Nella scena dove Della sviene è lei che si rialza e torna alla posizione che aveva alla battuta precedente di "Della, tu sei bella!".

Quando Tommaso va alla scrivania di Callaghan abbiamo l’unico momento della commedia in cui i due piani s'incontrano. E' stata una "licenza poetica". L'idea è che Tommaso trovi il coraggio di ribellarsi all'editore calandosi nel suo personaggio, che in fondo fa tutto quello che lui non fa o che gli piacerebbe fare o essere. Per mostrarlo l'abbiamo fatto andare nella zona di Callaghan. Speriamo non confonda il pubblico!


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Quando Della svela il mistero, O'Hara, Julio e Aulait-von Dent mimano la ricostruzione logica di Della. Al termine i personaggi tornano tutti alla posizione che avevano al termine della battuta di Della che finisce con "Lo perquisiscono ed ognuno prende una busta con le foto". Il più veloce deve essere Aulait-von Dent che ha la battuta subito dopo. O'Hara deve tornare in terra per dire, con voce da moribondo "E... un'ambulanza..."

La mamma di Tommaso ha capito che Lara potrebbe essere la donna giusta per il figlio. Anche per questo l’ha mandata da Tommaso. Lara non sa che la mamma l'ha mandata dal figlio sperando che tra i due nasca qualche cosa. E' un po' come certe mamme che sono convinte di aver trovato il partito "giusto" per il figlio o la figlia e fanno in modo di farli conoscere. Ovviamente le mamme scelgono sempre una donna che pensano sia simile a loro. Quale modello migliore? Lara, quindi, non va da Tommaso con la missione di sedurlo e sposarlo.

Quando Lara cambia il personaggio di Della, questa diventa più sicura, decisa e indipendente. E' questo crescere della sua personalità che fa innamorare Callaghan, che per la prima volta subisce lui il fascino di una personalità forte (il contrario di quanto faceva lui con le altre donne).

Nella coppia Lara- Tommaso avviene il contrario. E' Tommaso quello più timido ed impacciato ed il suo personaggio Callaghan, così forte e coraggioso, così deciso con le donne, non è altro che la proiezione dei suoi desideri. Lui cresce e diventa un po' Callaghan, in parallelo con la crescita di Della. In questo modo diventa più deciso con l'editore (il passaggio nella "zona giallo" vuole significare questo). Tommaso cresce, matura, diviene adulto e solo a questo punto può conquistare Lara. In entrambi i casi si tratta di un rapporto tra "pari" anche se ci è sembrato carino fare Callaghan un po' meno "smart" di Della (forse una piccola rivincita del personaggio dopo 99 episodi).

Nella seconda parte ci è piaciuto giocare sul tema del “doppio”. E’ doppio Aulait-von Dent, una persona con due personalità ma non è consapevole; sono doppie Jacqueline e Greta, due persone che sono gemelle senza saperlo e per questo sempre così amiche ed affini; è doppio Julio, un doppio consapevole e fidanzato di tutte e due (negativo); Pia è una doppia consapevole (positiva); O'Hara è doppio in quanto da una parte tutore della legge e dall'altra delinquente, oltre ad essere metà irlandese e metà pellerossa.

Un regista ci ha scritto: “Pia è un po' il deus-ex-machina aristofaneo che purifica e pontifica in modo fresco e genuino che tutto è un gioco, una finzione per allentare la tensione dal quotidiano: una storia d'amore. In fondo tutto si conclude sempre con un bacio e qui si ricollega alla story line secondaria, quella che poggia sulla forza dei personaggi delle due coppie. Mai come in questi giorni mi sono domandato se tutto questo ha un senso oppure è un gioco finto di intuizioni simili a quelle degli investigatori.”

E’ meglio non vedere la porta a sinistra, zona “casa di Tommaso”, e lasciarla fuori scena, in modo che lui esca dalla stanza dove scrive per andare ad aprire, come in una casa vera. La porta della zona “studio di Callaghan”, se visibile, dotrebbe avere un vetro opaco con la scritta esterna "James Callaghan-detective" ma questa scritta, alla fine andrebbe cambiata in "Mortimer & Callaghan - Detectives".


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Quattrocchi & Cattivelli – Attento alla cioccolata, Callaghan! v1.2

La scrivania di Callaghan la pensiamo a 45° e con il lato destro al pubblico, in modo che quando Callaghan o Della sono seduti siano di tre quarti al pubblico stesso, Jacquéline siede di tre quarti al pubblico con il braccio destro appoggiato alla scrivania. La porta dello studio è fuori scena a destra. Della usa una macchina da scrivere e non un computer.

Julio e O’Hara devono mantenere un tono agonizzante nel finale, anche se questo non è indicato nelle didascalie, in quanto sono tutti e due feriti.


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