Auto sacramental

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CIS

CENTRO STUDI “IO SONO”

Via del Mascherino, 46

00193 ROMA

AUTO SACRAMENTAL

Personaggi

Il Potere

La Sapienza

L'Amore

L'Ombra

La Luce

Il Principe delle tenebre

L'Uomo

La terra

L'Aria

Il Fuoco

L'Acqua

L'Intendimento

L'Arbitrio

Musica

( Entrano i quattro elementi: Il Fuoco vestito di rosso, l'Aria di blu, l'Acqua d'argento, la Terra di giallo. La scena e' scarna: vi e' un solo cubo al centro con sopra una corona di alloro o altro simbolo di comando. I quattro elementi, quando si apre il sipario,  stanno agli angoli del palcoscenico. Ciascuno dira' la propria battuta da fermo, fissando la corona e muovendo lentamente verso di essa. Quando l'avranno afferrata tutti e quattro se la contenderanno, la alzeranno in aria)

               

Acqua:        Mia deve esser la corona.

Aria:            L'alloro dev'esser mio.

Terra:          Non l'avrai finche' non muoio

Fuoco:         Non l'avrai finche' son vivo.

Terra:          Ma se in principio Dio fece il Cielo e la Terra, il vassallaggio mi e' dovuto, essendo io colei che vi ha preceduto, poiche' insieme al cielo mi fece.

Aria:           Terra, che arida e vuota sei, se io son l'Aria, dal cui soffio devi trarre il tuo respiro, perche' competi con me?

Acqua:        Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque dell'Abisso, dunque, e' a me, all'Acqua che dovete inchinarvi tutti.

Fuoco:        E perche' mai, dico io, non volete che sia il Fuoco il preferito fra noi quattro, visto che la Luce, la prima creatura, e' figlia dei miei riflessi?

                             ( lottano)

Terra:          Io combatto l'Aria e l'Acqua

Aria:            l'Acqua disputa con me ed al Fuoco io faccio guerra.

Acqua:         Io con l'Aria e con la Terra.

Fuoco:         Io con la Terra e con te.

                       ( All'interno, contemporaneamente, Potere, Sapienza e Amore dicono i versi che la Musica ripetera'  mentre i quattro elementi si fermano.

I Tre:           Acqua, Terra, Fuoco ed Aria…

Musica:        Acqua, Terra, Fuoco ed Aria…

I Tre:           Che avversamente uniti…

Musica:        Che avversamente uniti…

I Tre:           E unitamente avversi…

Musica:        E unitamente avversi…

I Tre:           …Siete in lotta, dividetevi.

Elementi:     Chi ce l'ordina?

                         (smettono di contendersi la corona, mentre entrano il Potere, vecchio venerabile, e Sapienza e Amore, amorosi)

Potere:        Il Potere, che eternamente infinito ha potuto.

Sapienza:    La Sapienza, che ha saputo dal principio deliberarlo.

Amore:        L'Amore, che da essi proceduto volle altrettanto

Potere:        Udite, con cio' non cessi la vostra sfida, perche' se nemici io non vi voglio, neppure vi voglio amici. Fu opportuno darvi qualita' in cui foste uniti e darvi allo stesso tempo qualita' in cui foste avversi; e cosi', nemici e amici,duriate, concordi e avversi, finche' dureranno i secoli.

Sapienza:    Dunque le acque, separate dalle acque, formino nel cielo un cristallino firmamento. Il Fuoco vi temperi il suo calore. L'Aria, cingendo l'Acqua, faccia lo stesso temperando i suoi vapori. Quanto all'Acqua, in un recinto ondeggiante accogliera' mille specchi. La Terra  scopra il suo dorso, ed in esso riposi il grave, il prolisso peso di questo eminente, universale edificio.

Amore:       Dunque il Fuoco sia adornato da sole, da luna e da stelle, e presieda al giorno e alla notte. Che uccelli affollino l'Aria abbellendone gli spazi.  I pesci popolino l'Acqua solcandola in cerchi. Sulla Terra crescano fiori e piante, ed in essa dimorino gli animali. Se il Potere vi ha creati, la Scienza istruiti e l'Amore adornati, per tutto questo siate grato al Signore, che in Potere Scienza e Amore vi lodo'. Rendetegli dunque lode con inni e canti.

Fuoco:        Nel giorno del Signore, che le gioie siano culto. Vieni Musica, balliamo e cantiamo!

Musica:       Quanto in Fuoco, Acqua, Aria e Terra…

Fuoco:        Vola, solca, nuota ed erra…

Musica:       E le opere rinserra…

Fuoco:         Di Potere, Scienza e Amore…

Musica e 

Fuoco:         Benedite il Signore.

Fuoco:        Angeli, creature belle, cielo, sole, luna, stelle, con tutto il vostro splendore…

Musica:       Benedite il Signore!

Aria:            Nubi di dolce rugiade, primavera, inverno, estate, ombra, luce, nebbia, albore…

Musica:      Benedite il Signore!

Fuoco:       Monti, colline, vallate, e quanto nasce dal cedro al fiore…

Musica:      Benedite il Signore!

Acqua:       Mari, fiumi, laghi, fonti e quanto nelle correnti vostre vive del suo amore…

Musica:      Benedite il Signore!

Fuoco:        Poiche' l'abbondante grazia, Signore, mi apre il cammino, essendo il fuoco una lingua, io vorrei parlarti a nome di tutti. Se Tu non hai un erede che ci possa far da capo, Signore, dovrai affidare il comando ad uno dei quattro, a meno che non ci dai un ministro al quale ubbidiremo in tuo nome.

Elementi:    Questo, Signore, umilmente ti chiediamo 

Potere:        Leali vassalli miei, vi confido un segreto: io che In Principio non avevo bisogno di creature, e che stavo in me stesso, per mostrarmi creatore, pronunciando un'idea, feci quanto avete visto.  Ai miei ministri, belli e perfetti, per mostrarmi amabile, rivelai che avevo scelto come sposa la Natura Umana, a cui loro dovevano obbedienza, ed il cui figlio avrebbe ereditato il mio regno. Ma ecco che uno dei vassalli si oppose per non ubbidire ad un essere inferiore, e per paura che anche il mio erede potesse tradirmi, consultai me stesso…La Sapienza mi rispose:

Sapienza:    (con voce solenne) L'uomo sarà ingrato e irriconoscente tanto quanto l'Angelo oppositore. Vedo sorgere paura, odio, adulterio, rapina, omicidio. Il morire sarà un fatto universale. Io, per ammenda dei suoi peccati, l'uomo accetto in tuo nome, e se io stesso…

Potere:        Basta, taci, non vedi come s' è commosso Amore?

Amore:        Sì, ma non senza il sollievo che si trova nel conforto. Tutti i rischi paventati potrebbero essere evitati, quando, restringendo all'uomo l'arbitrio, più non ci fosse lode nella virtù e demerito nel vizio. Se Tu, con Amore, hai creato l'universo per l'uomo,che senso avrebbe se tale Amore non creasse lui?

                   Che l'Intendimento gli riveli il bene e il male, sia  il suo libero arbitrio a decidere per l'uno o l'altro. Nasca dunque l'uomo, e sappia egli che tutto questo lo conquista o lo perde per se tesso.

Potere:        Ciò mi dissero Sapienza e Amore, ed ecco che io liberai dalle prigioni della non esistenza questo mio figlio, che nato dalla mia mente e partorito dalla terra diverrà vostro sovrano. Lo porrò in una reggia. Se sarà saggio, virtuoso, prudente e benigno, con devozione ubbiditegli; ma se sarà superbo e disubbidiente, allontanatelo da voi e rifiutate il suo dominio. Lo giurate?

Elementi:    Sì, giuriamo!

Terra:          Io mi impegno, e come prova ti porgo questo fango della terra perché possa tu forgiarlo.

Acqua:        Possa sciogliere quel fango con quest'acqua che ti do.

Aria:            Io invece ti offro quest'aereo sospiro vitale perché possa tu animarlo.

Fuoco:        Io ti do il nativo fuoco antico che col calore naturale sempre vivo lo terrà.

Potere:        Venite, facciamo l'uomo!  (mimata della creazione dell'uomo)… Adesso fate come vi dico: andate alla reggia, ove già vi è la Grazia, e che l'esultanza del vostro saluto lo riceva.

Fuoco:        Prima di andare, permettici signore di cantare l'inno.

Musica:       Quanto in Fuoco, Acqua, Aria e Terra…

                            (mentre escono da una quinta, da una opposta entra l'Ombra ripetendo l'inno).

Ombra:       …Di Potere, Scienza e Amore benedite il Signore?…Furore, ira, odio e delirio mi hanno offeso nel momento in cui ho appreso che l'uomo, dal non essere sarà condotto all'essere e sarà sposato alla Luce, giurata imperatrice dell'universo a cui io, l'ombra, mi oppongo. Ah culla dell'ansia, patria orrenda e crudele dell'astio infame, scuola di sofferenza, casa del pianto…Babele eterna: tu, della Luce ausilio rinnegato, linea del male e città cieca di Dio, Parla!

                                  (entra il Principe delle Tenebre)

Principe t. : chi viene ad invocarmi con sì forti accenti, tanto da farmi uscire di prigione?

                   Chi, con tanta insistenza mi chiama?

Ombra:       Chi, se non l'Ombra, o Lucifero, può invocare il Principe delle Tenebre?

Principe:     Che c'è dunque, spiegami.

Ombra:       Lasciami dire e te lo spiegherò. Sappi o Principe che quel Sovrano, coronato Signore da Potere, Scienza e Amore, ha un figlio. Non stupirti se al momento sta lì rinchiuso nel ventre della terra, ma stupisciti sapendo questo: egli sarà principe di ogni cosa, perché quel Signore dal fango lo sta traendo per farne un altro piccolo mondo, somma opera di Potere, Scienza e Amore.

                   Ma basta parlare…vieni a vederlo con me.  

                               (vanno in un angolo)

                   Guarda…guarda come giace lì inerte e ancora seppellito.

Principe:     Io tremo al vederlo, e mi dispero Ombra…

Ombra:       Ti dico come fece: plasmo' la forma ed alitando in essa le diede anima e vita.

Principe:     Oh  umana, umana natura! La prima cosa che vedrai sarà la Luce della Grazia, e da ciò nasce in me paura e angoscia.

                             (l'uomo si manifesta accanto alla Grazia che ha in mano una torcia)

Grazia:        Uomo, immagine del tuo Fattore, rompi la tua prigione alla voce del Creatore.

Uomo:        Ecco che passo dal non essere all'essere, e pure non so e non saprò mai chi fui, chi sono e chi sarò!

Grazia:       Tu, seguendo questa Luce, capirai chi fosti e sei, ma giammai quel che sarai, perché ciò dipende interamente da te, avendo tu libera scelta fra bene e male.

Uomo:        Ti seguo pieno di mille incertezze, ma questo primo passo, credimi, è pesante.

                    Vedo un uccellino che svolazza libero nel cielo. Dimmi, perché io che ho più vita di lui, ho meno libertà?

                    Vedo la luce solare spandersi per ogni dove. Dimmi, perché io che ho un animo grande più del suo, ho meno libertà?

                     Guarda lì: un animale è appena nato e lascia un'orma. Perché io che ignoro l'istinto della brutalità, ho meno libertà?

                   Perché ho meno libertà di un pesce che solca l'umido elemento, io che in me sento il respiro?

                   Poiché ho meno libertà di tutto questo, e poiché non potrò sapere chi fui, sono e sarò, tornerò nella prigione della terrra, affinché Chi mi creò si penta d'averlo fatto.

Luce:          Tu seguirai la mia Luce fino alla reggia, e trasformato riceverai l'applauso di tutti.

Musica:      Vai Uomo, vai!

Luce:          Se la Grazia ti conduce alla conoscenza del bene, non spegnerne la Luce, o conoscerai il male.

Musica:      Se la Grazia ti conduce alla conoscenza del bene, non spegnerne la luce, o conoscerai il male.

Ombra:      Che dirai, mio Principe di quest'alta opera?

Principe:    Dirò così: chi è l'uomo, o Signore, perché Tu lo esalti a tal punto? L'hai fatto di Terra e di Cielo, e con la Tua mano possente lo fai sovrano!

Musica:     Venite, correte, volate elementi, a dare obbedienza al Principe vostro!

Ombra:      Ti vedo angustiato Principe. Posso dirti una cosa?

Principe:        (le fa cenno di sì)   Parla dunque.

Ombra:      Non è l'Ombra una figura della Colpa.

Principe:    Ma è evidente.

Ombra:      E se inseriamo la Colpa nell'esistenza, non sarà essa un'altra apparenza di morte?

Principe:    Lo sarà di certo.

Ombra:      Ed il sonno, finché c'è vita, non sarà anch'esso un altro aspetto della morte?

Principe:    Sì, ti dico.

Ombra:      Ecco dunque che, un simile sonno simbolo di morte può adombrare la pace dell'Uomo. Ora noi prepareremo un filtro che lo annichilisca e lo faccia cadere in profondo sopore.

Principe;    Preparare il veleno non sarà difficile, ma dopo come raggiungeremo il nostro scopo?

Ombra:      E' semplice, Principe, ci travestiremo in modo che le piante ed i fiori nascondano i nostri rancori.

                          (Entrano in scena gli elementi cantando e portando all'Uomo ricchi vestiti. Con essi vi sono L'Intendimento, l'Arbitrio e la Luce. Lo vestono)

Musica:      Venite, correte, volate Elementi a dare obbedienza al Principe vostro!

Terra:         Fiori, i sentieri coprite, venite, venite!

Acqua:       Fontane, i suoi specchi siate, volate, volate!

Aria:          Aure, il calore spegnete, correte, correte!

Fuoco:       Fiamme, il suo fasto aumentate, brillate, brillate!

Musica:     E proclamandolo Re di monti, palazzi e giardini, volate, vanite, correte, brillate!

Luce:         Ora voi elementi lo servirete fintanto che saprò se nell'intento di essere mio re e mio sposo userà bene il proprio arbitrtio o userà male il proprio intendimento

                            (esce, mentre gli elementi mettono ai suoi piedi i doni)

Uomo:      Oh cielo, che cosa vedo? Cosa scorgono i miei occhi? Io vestito di porpore e ricevuto con canti. Io illuminato di Potenze e provveduto di Sensi!

                 Devo ancora dubitare di chi fui, chi sono e chi sarò?

Intend.:     Sono io colui che ti deve illuminare. Tu eri polvere, polvere sei, e polvere tornerai.

Arbitrio:   Visto che devi stare al suo servizio, perché affliggerlo così?   (all'Uomo) E' vero, eri polvere, ma adesso sei la più  perfetta delle creature, e sei erede del Sovrano Signore. Sii dunque felice e allontana la tristezza.

Uomo:     A quella severità preferisco la tua chiarezza. Ma visto che ci siamo, ditemi, voi chi siete?

Arbitrio:   Io sono il tuo libero Arbitrio

Uomo:     E tu, chi sei?

Intend. :   Io sono il tuo Intendimento

Uomo:     dimmi, Intendimento, perché i tuoi capelli sono già bianchi?

Intend. :   I capelli del giudizio incanutiscono prima che quelli della poca riflessione.

Arbitrio:   Se le tue parole erano dirette a me, te le potevi risparmiare.

Uomo:     Mi lascerò servire da voi, e vada come vada. Cantate!

Intend. :   La canzone della Musica di tirà quanto otterrai dal dar ragione all'Arbitrio o a me.

Uomo:     Intanto, mentre ascolto la canzone ripetimi quanto l'esser mio sia superiore.

                        (mentre cantano, entrano il Principe e l'Ombra travestiti da contadini).

Musica:   L''Uomo vincerà l'Aspide e il Basilisco, se ne ravvisa i pericoli.  Attento al precetto, Uomo, ma attento soprattutto ai due nemici: essi si nascondono infestando fiori e frutti; uno nei frutti e l'altro nei fiori

Principe: L'Intendimento lo sta mettendo in guardia: capitiamo male.

Ombra:   Così travestiti da contadini nessuno ci riconoscerà. Quindi non arrendiamoci al nobile Intendimento.

Musica:  (tra se') L'Uomo vincera' se di Aspide e Basilisco riconosce i pericoli.

Ombra:   Speriamo che  Libero Arbitrio smentisca le parole di Musica; e che i nostri rancori perdurino per tutto il tempo del nostro nascondimento, fino a che useremo il veleno.

Uomo:    Dunque, io sono l'erede di tutto questo impero.

Arbitrio:  Nessuno lo nega.

Intend. :  Non è ancora certo, fino a che tu non venga unto dal matrimonio con Grazia.

               Quella canzone parlava di veleno nascosto in fiori e frutti e di Aspide e Basilisco…

Uomo:    Tappa la tua bocca! Con i tuoi dubbi mi disgusti. (ad Arbitrio) E tu, tu amico mio, compensami del suo sdegno; se sono un principe, perché la mia culla fu un sepolcro?

Arbitrio:  Se non mi si addice occuparmi di cose tristi, non posso certo risponderti.

Intend.:   Risponderò io, Intendimento. Il Re tuo padre, per giuste ragioni, ti ha tenuto fino ad oggi nascosto nella terra, affinché tu capissi che se non osservi le sue leggi, nella culla c'era già pronta la materia della tomba.

Uomo:    Me l'aspettavo proprio una risposta triste. Se devi solo angosciarmi, taci. Dimmi Arbitrio, tu che mi lusinghi, oltre ad essere l'erede di questo  mondo, è proprio vero che di esso sono la creatura più perfetta?

Arbitrio: Guarda, giudica da te. Acqua, lo specchio!

                 (L'Ombra sta per entrare, ma appena vede lo specchio, fugge)

Principe: Se è predetto che il Basilisco ucciderà per la vista, metti nello specchio la mortifera cicuta.

Ombra:   Sì, lo farò, ma ahimè!

Principe: C'è qualcosa che ti turba?

                    (Entra l'acqua: l'Uomo si specchia)

Uomo:    Onnipotenza Infinita! Sono dunque io quest'immagine qui riflessa? I miei occhi…le mie labbra, la mia forma.  Non smettete di dirlo che sono l'ultima delle opere che l'Onnipotente ha creato: che meraviglia! Hai ragione Arbitrio, delle creature, sono la più perfetta.

Intend.:   Quello che dici è vero solo perché sei fatto ad immagine della Assoluta Potenza. Perché ti vanti di ciò che tuo non è?

Uomo:    Ma che dici mai, inutile Vecchio, Se ne ho godimento, mi appartiene.

Arbitrio:  Fuoco, la spada!

Principe:    (all'Ombra)  Avvelenane la punta, perché ogni spada sguainata è un aspide d'acciaio. 

                         (Ombra sta per muoversi ma si ferma)

Ombra:    So che dovrei farlo, ma non posso.

Principe:  Ma cos'è che ti spaventa?

Ombra:    E' qualla croce raffigurata sull'elsa che mi intimorisce e mi costringe a indietreggiare.

                       (Entra Fuoco con la spada)

Fuoco:     Questa, signore, è la spada.

Intend.:    Attento uomo, attento all'uso che ne farai impugnandola: dormono in essa quattro virtù: la Fortezza nel pomo, la Temperanza nell'elsa, la prudenza nella guaina, la giustizia nella lama. Se ben la usi, trionferai suoi tuoi nemici; se la usi male, potrai ferirti.

Uomo:     Ma di quali nemici parli, vecchio, esiste forse al mondo qualcuno che possa contrastarmi?

Arbitrio:   Aria, il cappello!

Principe:  Metti il filtro nelle piume.

                      (Ombra, sta per avvelenare le piume, ma si ferma ancora una volta)

Ombra:    Non posso, o mio Principe.

Principe:  Per la terza volta ti ritrai ed hai paura?

Ombra:    Fra gli uccelli ce n'è uno che può innalzarsi fino al sole perché è toccato dalla grazia, e lassù il volo della colpa non può salire.

Arbitrio:   Come ti sta bene questa pennacchio sventolante e piumoso!

Intend. :    Attento Uomo, una gemma d'aria è una pietruzza che non fa luce. Ne sa qualcosa il pavone…

Uomo:      Questo vecchio…questo saggio… mette a dura prova la mia pazienza

Arbitrio:    Adesso, mio sovrano, chiamerò la Terra perché tu possa godere delle sue fragranze. Terra, i tuoi fiori!

Principe:   Adesso metterai in quei fiori effimeri il nostro veleno?

Ombra:     Non posso, mio Principe, a frenarmi questa volta sono un  candido giglio ed una rosa piena di rugiada.

Principe:   Se indietreggi anche davanti a un fiore, metti il veleno in una mela, lì nell'albero proibito, e che la nostra ira trionfi!

Ombra:     Dammi dunque il veleno o  finirò per perdere l'astuzia dell'Aspide.

Uomo:      Chi sei, contadinella, che hai tanto potere sulla terra da poterle portar via i suoi beni?

Intend.:     Bada, mio signore, che camuffato da uomo, per i prati di questo giardino si aggira un aspide. E' un serpente molto astuto, capace di affascinare i quattro elementi.  Attento Uomo, non prestargli orecchio, non guardarlo, o potrebbe accaderti di…

                       (Ombra lo interrompe)

Ombra:     Perché tu non mi combatta, prudentissimo vecchietto (all'Uomo), prendi questa mela d'oro, assaggiala ed essa ti darà il sapere e l'immortalità: diverrai come il tuo Re. Mangia dunque questo frutto e acquisterai eternità!

Uomo:      La tua offerta è generosa: il sapore di questa mela sta stuzzicando il mio gusto.

Arbitrio:    Dubiti ancora? Che aspetti a mangiare. Mordi il frutto, presto!

Intend.:     Arbitrio, non indurlo a tale azione, e tu attento, non toccare quel frutto!

Uomo:      Non ti immischiare  vecchio, non rovinare le mie azioni!

Intend.:     Se non mi dai retta tu usi male la saggezza del tuo Intendimento.

Uomo:      E tu usi male il tuo padrone se lo minacci e lo riprendi così. Se io volessi potrei scaraventarti giù da questo monte! Lo sai questo?

Intend.:     Se lo facessi, uccideresti te stesso. Quindi non puoi farlo.

Uomo:      Non posso, hai detto? Arbitrio! Dammi una mano!

Arbitrio:    Ai tuoi ordini signore.     (gli vanno contro minacciosi).

Acqua:      Attento…

Terra:        Pensaci bene…

Fuoco:      Non farlo…

Aria:          Ascolta…

Uomo:      Non fermate la mia furia, o guai a voi!  (spingono Intendimento oltre le quinte)

Intend.:         (da dietro le quinte) Ahi, più per te che per me!

Principe:   Il piano dà i suoi frutti.

Fuoco:      Uomo, cosa hai fatto?

Uomo:      Mi sono liberato dell'Intendimento, così, finalmente, potrò mangiare questo frutto  proibito. (All'Ombra) Dammelo!  (Lo mangia)  Cos'è questo?  (un terremoto).

Fuoco:      I miei raggi sbiadiscono.

Acqua:      I miei specchi si opacizzano.

Terra:        I miei monti si scuotono.

Aria:          E i miei venti s'infuriano.

                        (Entra la Luce con una torcia accesa)

Luce:        Tutto il mondo sta crollando, cosa accade, Elementi?

Ombra:     Tu chiedi di sapere quanto puoi vedere con i tuoi stessi occhi: l'Ombra della Colpa sta spegnendo la Luce  (Il Principe e l'Ombra spengono la torcia e vanno).

Uomo:      Oh me infelice, che ho oscurato l'intero universo!

Luce:        Infelice chi erediterà l'errore tuo!

Uomo:     Arbitrio, Arbitrio, dove sei?

Arbitrio:   Non cercare me, perché con Arbitrio non puoi condividere la tristezza. Io conduco solo ai piaceri. (va)

Uomo:     Arbitrio è andato, Intendimento mi accusa. Colei che mi offrì il frutto avvelenato era il serpente, l'Aspide astuto. I miei occhi più non  vedono; le mie orecchie più non ascoltano; le mie mani più non accarezzano; le mie labbra non assaporano; i miei piedi più non si muovono; il corso delle mie parole si è prosciugato. Rinnegato da tutti, abbracciato da un sonno mortale, nera Ombra della Colpa, ho dato vita alla morte e morte alla vita!

                      (I quattro elementi lo consolano, mentre entrano Potere, Sapienza e Amore)

Potere:       Cos'è mai questo lamento?

Luce:         Non ti pare sia eloquente questa mia luce spenta?

Fuoco:      Non ti dice niente la mia eclissata fiamma?

Terra:        Ed i miei fiori rinsecchiti?

Acqua:      Le mie torbide acque?

Luce:        La morte è viva, o Sommo Potere, e la vita… è morta!

Potere:     Tu, eterna Sapienza, sei stata profetica. Quanto a te, Amore, l'Uomo usa assai male  i tuoi beni. (La Luce va)

                   E quanto a voi, elementi, cessi la vostra obbedienza per lui: portatelo via, e che ritorni alla terra da cui fu tratto: abbandonatelo all'Ombra!

                       (Gli elementi portano via l'Uomo, mentre Amore si commuove)

                  Perché, Amore, questa nuova commozione ?

Amore:      Perché Amore è sempre Amore.

Potere:      E' infinita l'ingiuria contro infinito Potere: l'Uomo, da solo, non può discolparsi infinitamente..

Sapienza: Quel che dici è giusto, ma se Noi Tre daremo vita ad una sola Volontà,  verrà Qualcuno che potrà porre rimedio alla piccolezza dell'Uomo. E quando l'umanità si congiungerà alla Sapienza in unione ipostatica, l'infinita colpa godrà di infinita soddisfazione.

Amore:       Dunque, che decidi?

Potere:        Che così sia fatto. (va, mentre rientra l'uomo vestito di pelli e portato dai 4 elementi: lo incatenano ad un piede. Si sveglia).

Uomo:       Oh me infelice, dove sono? Non è questa la caverna che fu la mia prima prigione? (si guarda) E non è questa la mia primitiva nudità? Fierezza, maestà, musiche e profumi, piume e fiori, svaniti sono nel nulla! E tu, cielo, dimmi che questo è un sogno. Vedo intera la mia pena…cos'è mai questa catena che mi tiene qui legato? Perché quel Sole, pur ardendo non rischiara? Perché l'Aria è così fredda? Mi specchio nell'Acqua e mi vedo orribile; la sete mi tortura. Chi mai potrà spiegarmi se ciò che ora vivo è sogno o no? Chi mi dirà della Luce che più non vedo?

                               (Entra l'Ombra)

Ombra:      Io…l'Ombra che ne ha preso il posto.

Uomo:       Chiedo alla Luce e mi risponde l'Ombra: chi sei brutto mostro che mi spaventi e mi confondi?

Ombra:      Dunque, non mi riconosci?

Uomo:       No, non ti ho mai visto né ho mai ascoltato l'orribile suono della voce tua.

Ombra:      L'uomo avrebbe tutto se conoscesse la sua Colpa.

Uomo:       Sei la Colpa?

Ombra:      Sì.

Uomo:       Fuggirò da te.

Ombra:      E come puoi? Ovunque tu vada, la tua colpa sarà con te!  Il tuo piede dovrà trascinare quella catena che io forgiai col vile metallo del tuo peccato.

Uomo:       Lo so bene come il mio delirante intento di peccare, seguendo il proprio Arbitrio, precipitò l'Intendimento.

Ombra:      E già!

Uomo:       Fu quello un sogno?

Ombra       Ciò ch' è stato ed è passato, può mai dirsi non sognato?

Uomo:       Sono certo che nonostante questa mia sventura , il mio rango di Principe non fu un sogno: riavrò quanto fu mio.

Ombra:      Tutta la vita è sogno, ecco perché fu un sogno

Uomo:       Chi, per affrancarsi, non avrebbe agito come io ho agito e non avrebbe cacciato via l'Intendimento come io ho fatto?

Intend.:      D'esser stato cacciato non m'importa, e spero che tu possa esser salvato da me.

Uomo:       Non ho parole per tanta lealtà.

Ombra:      Sì, ma a che serve tutto questo se non riesce a riconquistare l'Arbitrio.

Intend.:      Chiamalo e vedrai che verrà. 

Uomo:       E invece non vorrà ubbidirmi perché è vassallo assai infedele.

                        (Intendimento va e torna subito trascinando con forza Arbitrio).

Intend.:      Eccolo qui ai tuoi piedi.

Arbitrio:     Non posso che ubbidire sempre e sempre potrò essere trascinato così sgradevolmente. Cosa mi chiedi adesso?

Intend.:      Vorrei che tu agissi secondo ragione…

Uomo:       …E che supplicassi il mio Creatore di perdonarmi.

Ombra:      A Creatore infinito corrisponde oltraggio infinito.

Intend.:      Se lui personalmente nulla potrà, tutto invece potrà il suo accorato pianto. Se Amore , Saggezza e Potere, ameranno, sapranno e potranno, Qualcuno lo trarrà via dal carcere in cui sta.

Ombra:      Chi te l'ha detto?

Intend.:      La Fede

Musica:     Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace all'Uomo sulla terra

Ombra:     Che voci inquietanti!

Uomo:      Che voci confortanti!

Ombra:     Da Ombra divenni Sogno, da Sogno Colpa, e da Colpa Morte, perché queste voci mi atterriscono?

Uomo:      Passai dalla miseria alla gioia, e dalla gioia alla miseria: queste voci son come un'esortazione per riconquistare ancora la gioia.

Ombra:     Andrò da Lucifero per sapere d'onde vengono e da chi. (va)

Uomo:      Vedo l'Ombra andare via. Presto, Intendimento, a me. Presto Arbitrio, venite, scioglietemi da queste catene.

Intend.:     Nonostante la nostra forza e il nostro ingegno, ci è impossibile spezzarle.

Uomo:      Me infelice, che da me tolsi la gioia e non posso più ridarmela!

Arbitrio:    Se è come tu dici, non hai di che lagnarti.

Uomo:      Di te, vile ho da lagnarmi!

Arbitrio:    Ma io ho solo ubbidito ai tuoi comandi, non è forse vero?

Intend.:      Sì, però tu lo inclinasti al male.

Arbitrio:     E ancora lo rifarei, perché l'Arbitrio inclina ma non forza.

Uomo:       Taci, infedele, le tue parole mi rattristano.

                       (Entra Sapienza con vesti da pellegrino).

Sapienza:    Sia gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace all'Uomo sulla terra.

Arbitrio:       Un pellegrino viene da questa parte.

Uomo:         Vi prego, chiamatelo, potrà farmi compagnia.

Arbitrio e

Intend.:        Pellegrino!

Sapienza:     Le voci d'Intendimento e Arbitrio vanno già all'unisono. Spera Uomo, spera che io ti risponda.

                     Chi mi chiama?

Uomo:          Io vi chiamo, io che sono caduto in disgrazia, e che vi chiedo aiuto.

                     Non so se da Ombra, Colpa o Morte, sono qui tenuto in catene. Non riesco a spezzarle nemmeno con l'aiuto di Arbitrio e Intendimento. Vi prego, provate voi a spezzarle, ed una volta liberato ritroverò la mia maestosa dimora. Se la sua perdita è passata come un sogno, il tormento di essa è vero e profondo.

                               (Sapienza gli toglie le catene)

Sapienza:   Io solo posso liberarti da queste catene, e lo faccio.

Uomo:       Tu hai sciolto i legami della mia colpa, lascia che mi prostri ai tuoi piedi. Faccio voto… (rumori da dietro le quinte lo interrompono) La nera Ombra torna a cercarmi, non posso continuare. Dobbiamo andar via e presto. Intendimento, Arbitrio, fuggiamo!

                           (Vanno. Rimane Sapienza)

Sapienza:    Vai Uomo, vai, e lascia che porti io le tue catene (si mette le catene e si sdraia).

                    Lascia che indossi le vesti dell'umana natura.

                             (Entrano l'Ombra e il Principe delle Tenebre)

Ombra:        Dunque, mio Principe, non sai a chi appartengono quelle voci?

Principe:      No, non so proprio, ma vi si cela sotto un  grande mistero.

Ombra:        Ma allora è meglio che il nostro prigioniero muoia prima d'aver ricevuto quel promesso soccorso.

Principe:     Osserva: è ancora lì preda del sogno o della tristezza.

Ombra:       E dove vuoi che stia, con quelle robuste catene frutto del suo errare?

Principe:     Se la sua colpa fu frutto di albero, la sua pena sarà tronco di albero (prende una croce di legno e la porge all'Ombra). Prendi e colpisci.

Ombra:       Non so se posso.

Principe:     Hai paura? Tanto pronta al male, tanto insicura nell'attuarlo. Ti starò vicino.

Ombra:       Con  te a fianco, agirò senza remore: l'Uomo muoia nella colpa (crocefigge la Sapienza).

Sapienza:    Invece l'Uomo vivrà senza di essa, perché in entrambe i tronchi la colpa è sua e mia la Pena.

Ombra:       Che cosa sta succedendo, Cieli?    (la terra trema)

Principe:     Faresti meglio a dire " che succede, abissi?", perché fremono gli abissi e s'anneriscono i cieli. Chi mai hai colpito?

Ombra:       Non lo so proprio, non sarà venuto ora il momento della morte della morte, dopo la morte della vita?

                        (Principe e Ombra cadono ai piedi della Sapienza)

Principe:     Muore la morte e con essa il peccato.

                             (Entrano Uomo, Intendimento e Arbitrio)  

Uomo:        Che orrore! Perché tanto furore degli elementi contro di me?

Intend.:       Tutta la natura versa lacrime.

Arbitrio:      Che spavento! Vedo lì nella cella  il Pellegrino abbracciato ad una croce, e con lui l'Ombra e il Principe delle Tenebre. Chi mi dirà se tale scena di viva morte e morta vita, è vittoria o è tragedia?

Sapienza:    E' vittoria ed è tragedia, se cercando di salvarti ho preso il posto tuo e sono stato ucciso da loro che da me hanno avuto morte. E' vittoria ed è tragedia: ho dato a infinita colpa, infinita ricompensa.

                        (Entrano Amore e Potere, mentre escono Il Principe e L'Ombra)

Uomo:        Oh Amore, Saggezza e Potere, sono molto confuso. Se anche questo è un sogno, che mai mi risvegli!

Potere:        Uomo, a mia immagine e somiglianza ti creai traendoti dalla terra e ti misi in  una reggia, da cui per tua colpa  ti restituii alla terra, da essa ti vengo a cercare, perché tu diventi sposo della Grazia che ti ha assolto. Tanto mi devi.

Sapienza:    Ecco quello che mi costi.

Amore:       Ecco quanto io ti amo.

Potere:        E poiché la vita è sogno, e tutto quel che vive é sogno, non perdere un tal bene, o ricadrai in angustie.

Uomo:        Offro ammenda ai tuoi piedi.

Intend.:       Ti conduco a tale ammenda.

Arbitrio:      Io ti inclino verso il bene.

Luce:           Io farò che la mia luce ti sia sempre di conforto.

Fuoco:         E adesso rallegriamoci!

Acqua:         Cantiamolo all'Universo.

Aria:             In tutte le sue sfere.

Terra:           Si riveli come l'Uomo…

Aria:             In Aria…

Acqua:          Acqua…

Fuoco:          Fuoco…

Terra:            E Terra, trovi rifugio soccorso e clemenza nella Vita e nella Voce!

Uomo:           E nel giorno del perdono, perdonate i nostri errori, affinché le nostri voci possano cantare meglio: Gloria a Dio nel più alto dei Cieli, e pace all'Uomo sulla Terra!

                   

                                                                             FINE