Avventure di mare

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AVVENTURE NEL MARE


DI MARCO BONETTI


ATTO PRIMO

La scena rappresenta la coperta di un peschereccio: corde, barili, cabina di comando con a fianco l’ingresso della stiva. Un uomo con la classica divisa da pescatore trasandato siede su di un barile fumando la pipa, con in mano una mela e canta cercando di vincere la malinconia:


ADAMO

canzone


Se il merluzzo pescheremo

dal profondo e azzurro mar

sulla nave lo trarremo

per poterlo poi mangiar.

Issa la rete dai dai dai

Issa la rete e poi vedrai.

Quando poi le reti tratte

Son sul ponte della nave

Anche se lui si dibatte

Proprio nulla potrà fare.

Issa la rete dai dai dai

Issa la rete e poi vedrai.


(RIVOLGENDOSI AD UNO SPAVENTAPASSERI)

La musica è una grande cosa, caro Bartolomeo,… si, il mare è bello, ti dà da lavorare, da mangiare… ma che noia! Lavorare e dormire, dormire e lavorare, qualche volta mangiare, che in fondo è ancora la cosa più simpatica che possa capitare ad un povero marinaio. Quando poi viene il tramonto ed il lavoro è finito, non sai più cosa fare.

Ed è allora che mi siedo in un canto ed improvviso: tutto ciò che mi passa per la mente diventa canzone, ed io ascolto quello che ne viene fuori.

La canzone di oggi la voglio intitolare “La ballata del merluzzo” e la dedico al primo merluzzo che pescheremo, sperando che lui la sappia apprezzare.

(INDICANDO LA PORTA DELLA STIVA)

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Lui si che è fortunato…

Lui legge, si svaga, sta al caldo, ed io qua solo come un vecchio tricheco… d’accordo che quando mi ha prestato un libro mi sono accorto che non so leggere, tra l’altro non c’era nemmeno una figura! Immaginati che bel divertimento!

(ESCE DALLA STIVA UN GIOVANE SORRIDENTE E DAL VISO SIMPATICO ANCHE LUI IN DIVISA DA MARINAIO)


PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO


Con chi ce l’hai Adamo?

(SOBBALZANDO) Oh, niente, mi lamentavo e parlavo di te con

Bartolomeo, come al solito del resto.

Come mai questa sera non canti le tue canzoni scaccia pensieri, ti

si è esaurita la vena?

Ma che vena! E’ solo che ho già cantato ed era una canzone triste,

di un povero merluzzo che finisce male ed ho preferito fare

quattro chiacchiere con Bartolomeo, che è l’unico che mi tiene un

po’ di compagnia su questa bagnarola.

Già, il nostro caro Bartolomeo, confidente discreto di tutti i nostri

affanni, ci aiuta a tenere lontani i gabbiani dal pesce pescato e fa

la guardia sul ponte in tua vece. Beh, cos’è quel muso, hai forse

mangiato un riccio? E poi ricordati che lavorare di malumore non

va affatto bene; (a Bartolomeo) qua la mano amico, visto che ci

sei indispensabile ti nomino comandante in seconda (RIDE)

(IMMUSONITO      –       SPINGENDO      VERSO         PANCO

BARTOLOMEO) Coraggio Bartolomeo, dai la mano a Panco e

speriamo che d’ora in poi non ti dia troppe arie… ee,

congratulazioni. A proposito scommetto che c’è da lavorare, e

scommetto la pipa che chi deve lavorare sono io.

Ti devo una pipa Adamo, hai indovinato.

E non chiamarmi Adamo, mi da sui nervi.

Certo Adamo, ma Achille non ti si addiceva, così l’ho cambiato: e

poi non ti piacciono le mele?

E con ciò?


3


PANCO                            Adamo fu scacciato dal Paradiso Terrestre perché mangiò la

mela…

ADAMO                          Beh! Che colpa ne aveva lui, le mele sono frutti buonissimi, fanno

bene e rafforzano le gengive.

PANCO                            Va bene ho capito, lasciamo andare, ed ora al lavoro: c’è il ponte

da ramazzare, coraggio!

ADAMO                          Il ponte? No.

PANCO                            Da bravo Adamo.

ADAMO                          No.

PANCO                            Per favore.

ADAMO                          No, no, no.

PANCO                            Vuol dire che ti sospenderò la razione di tabacco.

ADAMO                          (SPAVENTATO) Nooooooo… (SECCATO) E va bene, dammi

secchio e ramazza.

PANCO                            Bravo Adamo, vedo che sei ragionevole.

ADAMO                          (PIAGNUCOLANDO) Però questo non me lo dovevi fare, sai

bene che è l’unico vizio che ho… dopo la liquirizia di legno.

PANCO                            E le mele.

ADAMO                          E le mele.

PANCO                            (GRIDANDO) Al lavoro ciurma (ADAMO SI GUARDA ALLE

SPALLE COME PER CERCARE QUALCUNO)

ADAMO                          Che poi la ciurma sarei io: io, sguattero, cuoco, gabbiere, vedetta,

marinaio…

PANCO                            (FINGENDOSI ARRABBIATO) Basta ciurma, al lavoro.

ADAMO                          Hai ragione perché sei tu il padrone di questo catenaccio che sta a

galla solo perché la ruggine è tanta da tappare persino le falle.

PANCO                            Non esageriamo ora.

ADAMO                          E si mi tratti ancora così male io la pulisco.

PANCO                            Che cosa?

ADAMO                          La ruggine.

PANCO                            La ruggine?

ADAMO                          Si, così andrà a fondo tutto quanto.

PANCO                            (PRENDE SECCHIO E RAMAZZA E LI BUTTA NELLE

MANI DI ADAMO)

Lavora è meglio, così ti passerà la bile.


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( PRENDE LA CHITARRA E CANTA)

Se il secchio prenderai

Ed il ponte spazzerai

Tutto allor sarà finito

Quando avrai ben ben pulito

Per il mar luccicheremo,

come pesci splenderemo

che son tutti argento ed oro

anche se questo è lavoro.

Nel lavoro gioia avrai

Se nel farlo canterai

Tutto allor sarà più bello

Intonando il ritornello.

INSIEME                        Per il mar luccicheremo,

come pesci splenderemo

che son tutti argento ed oro

anche se questo è lavoro.

(INTANTO ADAMO CHE STAVA RAMAZZANDO SVOGLIATAMENTE, PRESO DALLA MUSICA, COMINCIA A RAMAZZARE A RITMO ED INFINE SI UNISCE A PANCO NEL RITORNELLO FINALE. POI MENTRE LA BASE MUSICALE PROSEGUE I DUE A TURNO BALLANO CON LO SPAVENTAPASSERI DA LORO TRUCCATO PER FARLO ASSOMIGLIARE A UNA DONNA. IL TUTTO TERMINA CON UNA RISATA)

PANCO                            (INCHINANDOSI     COMPITO)      Grazie      mille         madama

Bartolomeo.

ADAMO                          Da quando in qua improvvisi canzoni?

PANCO                            Da quando ti ho con me, il tuo estro mi ha contagiato.

ADAMO                          Estro?

PANCO                            Ma si, la tua naturale disposizione per la poesia, chiaro?

ADAMO                          Boh!!!

PANCO                            Esempio: fammi una rima con… salato.

PANCO                            Salato, salato, salato… comprato.


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PANCO                            Bravo! Ora fammi una strofetta con queste due parole.

ADAMO                          Dunque… ((INCOMINCIA STENTATAMENTE COME SE

NON TROVASSE LE PAROLE, INDI PRENDE L’AIRE E

NON FINIREBBE PIU’ SE NON FOSSE INTERROTTO).

Se il pesce è ben salato

quando è al porto vien comprato

ma se Panco all’estro indaga,

quando è la nessun lo paga

perché in mar si è dilettato

di trovar…

PANCO                            (BRUSCAMENTE) Va bene, ho capito, ora al lavoro.

ADAMO                          Uffa! Ancora lavoro?

PANCO                            Si, c’è da tirare a bordo l’ultima rete, è già troppo che striscia sul

fondo ed oramai sarà piena. Poi ci sono gli strappi da riparare, poi c'è da pulire…

ADAMO                          Ricevuto, passo e chiudo.

PANCO                            (CHE FRATTANTO SI E’ AVVICINATO ALL’ARGANO DI

RECUPERO)

E suona la campana, perché con questa foschia è meglio segnalare

la nostra presenza.

(ADAMO CHE NON ARRIVA ALLA CAMPANA SPICCA

BUFFI SALTELLI).

Se non ci arrivi, prendi una cassa, testone.

(ADAMO PRENDE UNA CASSA, DA’ UNA SCAMPANATA ROBUSTA E RIDISCENDE)

ADAMO                          Panco, lo sai perché non sono cresciuto tanto?

PANCO                            No, perché?

ADAMO                          Perché quand’ero piccolo e tornavo a casa sporco e stracciato,

mio padre mi diceva sempre: “Diventerai grande… diventerai

grande così ti manderò a lavorare” ed io non sono più cresciuto

(RIDONO)

PANCO                            Ma ora lavori.


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ADAMO                          Si e cerco di recuperare. (INIZIANO A GIRARE L’ARGANO

RECUPERNDO PIAN PIANO LA RETE E CANTANO)

Issa la rete dai dai dai

Issa la rete e poi vedrai… (PIU’ VOLTE DI SEGUITO).

PANCO                            (ANSANTE) Sai che ti dico Adamo?

ADAMO                          No, cosa?

PANCO                            Che questa rete pesa maledettamente.

ADAMO                          Pesa?

PANCO                            (SI FERMA UN ATTIMO PER GUARDARE ADAMO)

Ma stai lavorando?

(LASCIA PER UN ATTIMO L’ARGANO CHE SI METTE A GIRARE NEL SENSO OPPOSTO TRASCINANDO ADAMO IN GIROTONDO. FERMATO L’ARGANO IL LAVORO RIPRENDE).

E’ così che ci aiuti?

ADAMO                          U… un attimo di disattenzione.

(LA RETE GIUNGE SUL PONTE, MA DA ESSA ESCE UN FLEBILE LAMENTO – aiuto, aiuto – I DUE SI TUFFANO DIETRO AI BARILI PER POI FAR CAPOLINO TIMIDAMENTE).

PANCO                            Hai sentito?

ADAMO                          Si.

PANCO                            Che sarà?

ADAMO                          (PENSOSO) Ma…

PANCO                            Vuoi… vuoi andare a vedere tu?

ADAMO                          Sei matto?

PANCO                            Non muoverti, vado io.

ADAMO                          (RASSICURATO) Bene

(PANCO SI AVVICINA CAUTAMENTE ALLA RETE, GUARDA DENTRO E TRA I PESCI SCORGE UN UOMO MOSTRUOSO RICOPERTO DI SQUAME VERDI CON MANI E PIEDI A FORMA DI PINNE CHE ROTEA GLI OCCHI TRA L’INCURIOSITO E IL TERRORIZZATO CONTINUANDO A LAMENTARSI – aiuto, aiuto – GLI SGUARDI DEI TRE UOMINI SI INCONTRANO CON SPAVENTO RECIPROCO)


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ADAMO

DORON

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

DORON

ADAMO

DORON

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO

PANCO

ADAMO


(CON UN URLO) Un rospo!

(SECCATISSIMO) Macché rospo, io sono Doron della corte di re

Erek e vi consiglio di rimettermi subito in acqua altrimenti ne

vedrete delle belle.

Hai sentito? E ora che si fa?

Cosa vuoi che ne sappia io?

E’ la prima volta che mi capita di incontrare una persona di quel

colore.

Forse dovremmo imprigionarlo.

Hai ragione.

(STANCO DI ESSERE IMMERSO NEI PESCI DELLA RETE,

SI ALZA) Sentite giovanotti…

(PRENDENDO UN ARPIONE) A… a…. alt!

(MUOVENDO QUALCHE PASSO) Non perdiamo tempo,

perché l’aria mi fa male.

Alto-la, fermo o sparo!

Ma cosa dici!

Beh, fermo o tiro (IN QUEL MENTRE DORON SI PORTA LE

MANI ALLA GOLA E STRAMAZZA) – E’ svenuto, gli ho

messo paura!

Ha detto che gli faceva male l’aria, chissà perché.

Beh, non sarà abituato.

Pensi che viva in fondo al mare? In tal caso sfido che non può

restare all’aria!

E noi facciamogli respirare acqua.

In che modo?

Immergiamolo nel barilone, quello che ci serve per lavare le

cassette di pesce, è abbastanza grande!

Adamo, sei grandioso.

Poi, tutti i giorni gli cambiamo l’acqua e gli buttiamo dei

pesciolini, così si conserverà fino al nostro ritorno al porto.

D’accordo, ma poi cosa ne faremo?

Non credo che si a buono da mangiare. Visto che parla, potremmo

venderlo ad un circo.


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PANCO                            O darlo all’acquario, fra tutti quei pesci strani il nostro chissà che

effetto farà!

ADAMO                          Comunque qui non può stare.

PANCO                            Hai ragione, togliamolo da qui.

ADAMO                          Svelto, mettiamolo in acqua altrimenti si secca.

PANCO                            (INDICANDO AD ADAMO LA TESTA E METTENDOSI

VICINO AI PIEDI) Coraggio, tu di là, io di qua.

ADAMO                          Vuoi scherzare, e se morde?

PANCO                            Cosa vuoi che morda, è svenuto e poi non avrà nemmeno i denti.

ADAMO                          Pure sdentato! Poveretto, verde e senza denti!

(LO METTONO NEL BARILE CHE COPRONO CON UN COPERCHIO).

PANCO                            Là, è fatta, hai visto che non è successo niente.

ADAMO                          Si, ma che fifa! E com’era viscido: deve vivere proprio in fondo

al mare, anche i pesci scivolano.

PANCO                            A  proposito  di  pesci,  non  dobbiamo  dimenticare  questi

(INDICANDO I PESCI NELLA RETE). Dobbiamo lavarli, pulirli, salarli e incassettarli.

ADAMO                          Con quello che è successo non ne ho più voglia.

PANCO                            Su, Adamo, non possiamo tralasciare il lavoro.

DORON                           (ALZANDO VELOCEMENTE IL COPERCHIO) Non sono un

rospo.

PANCO                            Si è svegliato.

ADAMO                          E sembra arrabbiatissimo.

PANCO                            E se cercassimo di farcelo amico per farlo parlare?

ADAMO                          Si forse è meglio (POI AFFERRATO UN PESCE ED UN

BASTONE PER PRECAUZIONE SI AVVICINA AL BARILE E

BUSSA)

Signor Coso, ha fame? Gradisce un pesciolino?

DORON                           (FA CAPOLINO DAL BARILE, PARLA E SCOMPARE

VELOCEMENTE) No, sono vegetariano, mi cibo solo di alghe.

ADAMO                          (RASSICURATO) Almeno ora sappiamo che mangia solo

verdura.

PANCO                            Cerchiamo di saper qualcos’altro sul suo conto?

ADAMO                          (BUSSANDO NUOVAMENTE) Scusi lei ha i denti?


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PANCO                            Ma che domande fai?

ADAMO                          Per me è una cosa importantissima.

PANCO                            Ma no, dobbiamo sapere da dove viene, cosa fa, come vive…

DORON                           (RIAFFACCIANDOSI AL BARILE) Vengo dalla città di Feisal

che sta proprio sotto di voi, vivo alla corte del re e sono una

persona      molto      influente      (STA      PER        SCOMPARIRE

NUOVAMENTE).

PANCO                            Aspettiamo che se ne vada.

DORON                           Scusa figliolo, ma l’aria mi fa male.

ADAMO                          Sarà andato a respirare, ognuno ha le sue necessità.

PANCO                            (TRA SE’) Come mai conosce la nostra lingua?

DORON                           La tua lingua l’ho imparata dai libri che sono giunti sino a noi

sulle navi affondate; so anche altre lingue e conosco tutto di voi,

perché di navi ne affondano molte.

Ed ora basta, non seccatemi più e spero che vi decidiate presto a

liberarmi,  altrimenti…  (SCOMPARE  E  POI  RIAFFIORA

SUBITAMENTE) ed ho trentadue denti.

ADAMO                          Hai sentito? Che ti dicevo, può essere pericoloso, si ciba di

verdure, è vero, ma può mordere lo stesso.

PANCO                            Se lo portiamo a qualche studioso, chissà quante altre cose

interessanti potrà rivelare. Non possiamo farcelo scappare: sai che ti dico?

ADAMO                          Si, che dovrò montare la guardia anche al barile.

PANCO                            E subito! Poi ti verrò a dare il cambio. E senza dormire, intesi?

ADAMO                          Come se con quel coso io riuscissi a dormire!

(SIEDE APPOGGIANDO LA SCHIENA ALLA MURATA STRINGENDO TRA LE MANI IL BASTONE).

Mamma!… e se esce?

(PRENDE UNA MELA E LA ADDENTA)

No, non può farlo, altrimenti… (sbadiglia) Intanto io devo passare la notte in bianco per quel coso li…

(CIONDOLA UN POCO LA TESTA, INDI CADE IN UN SONNO PROFONDO)


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(LE LUCI SI ABBASSANO, SOLO IL FONDALE RIMANE ILLUMINATO). (DALLA MURATA, DIETRO ADAMO APPARE UN ALTRO UOMO VERDE CHE CERCA DI STORDIRE ADAMO CON UN BASTONE, MA QUESTI NEL SONNO CIONDOLA LA TESTA ED INCONSCIAMENTE EVITA NUMEROSI COLPI. ALL’IMPROVVISO SI SVEGLIA. SCORGE LA FIGURA VERDE CHE IN QUEL MOMENTO FA CENTRO COL BASTONE SULLA TESTA DI ADAMO IL QUALE SI ALZA DI SCATTO, FA DUE O TRE PASSI DI CORSA POI CROLLA A TERRA. ALLORA DAL MARE ESCONO PIU’ FIGURE VERDI CHE SALGONO A BORDOED INIZIANO UNA STRANA DANZA).

CALA IL SIPARIO


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ATTO SECONDO

LA SCENA RAPPRESENTA LA STANZA REALE DEL RE EREK – IL RE TUTTO VERDE CON SCETTRO E CORONA STA SEDUTO DESOLATO SUL TRONO E DAVANTI A LUI STANNO LA FIGLIA E LA NUTRICE CON ARIA MORTIFICATA.

EREK                                Figlia mia, sangue del mio sangue, è possibile che tu con tutti i

professori che ho fatto venire a corte, con tutte le cure che ti ho

fatto fare non riesca ad emettere un suono, anche piccolino così,

che sia almeno udibile.

NORKA                           E' inutile maestà che ve la prendiate con questa povera creatura,

ella è stonata senza speranze, non riuscirete mai a sentire nulla di

melodico dalla sue labbra… e poi non è del tutto colpa sua,

povera bambina.

EREK                                Come sarebbe a dire?

NORKA                           Sarebbe a dire che voi, sire, con licenza parlando, siete stonato

come una campana rotta e se non vedeste la faccia dei vostri cortigiani non capireste nemmeno che vostra figlia sta cantando.

GERINA                          Ma Norka, ti prego!

NORKA                           Lasciami dire Gerina, era tanto che aspettavo questo momento.

EREK                                Brutta lingua biforcuta, hai osato dire questo a me. A me, il re, ma

io ti… faccio… (IL SUO VOLTO E’ RISCHIARATO DA UN’IDEA). Io ti canto una canzone.

NORKA                           (TERRORIZZATA) No!!! No, pietà, vi supplico, vi scongiuro, vi

prego… aiuto!

EREK                                Voi due (FA SEGNO DI PRENDERE LA DONNA CHE

CERCA DI FUGGIRE) qua a diretta portata di voce.

NORKA                           No, così vicino no.

EREK                                E voi due tenetela ferma che non si allontani di un centimetro.

I° NOT                              (DANDO CHIARI SEGNI DI NERVOSISMO) Sire, le faccio

umilmente notare…

II° NOT                            … che in tal caso la punizione non è solo di Norka.

EREK                                Punizione? E chi vi ha detto che sia una punizione?

I° NOT                              No, nessuno l’ha detto


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II° NOT                            Ma noi lo pensiamo ugualmente….

I° NOT                              Vede, maestà, noi non vi abbiamo mai sentito cantare.

EREK                                Rimedieremo subito.

II° NOT                            E se quello che Norka dice è vero…

NORKA                           Vero, verissimo, la pura verità (LA AMMUTOLISCONO)

II° NOT                            E se è vero, dicevo…

I° NOT                              Noi siamo molto sensibili alla musica e gli esercizi di vostra figlia

ci hanno duramente provato.

EREK                                Lì, fermi, zitti e buoni (FA L’ATTO DI CANTARE)

GERINA                          Hanno ragione loro, ti prego lasciamo andare il canto e la musica,

visto che non riuscirò mai ad imparare.

EREK                                Ma piccina mia, ti ho fatto imparare tutto ciò che una buona

moglie deve sapere, manca solo un piccolo dettaglio: il canto, coraggio, un piccolo sforzo e tutto sarà sistemato.

GERINA                          Ma babbo è impossibile! Se non riuscirò a imparare vuol dire

che…

EREK                                No, per Nettuno! Ne basta una di zitella da queste parti (E

GUARDA SIGNFICATIVAMENTE NORKA)

GERINA                          Ci sarà pure qualcuno poco esigente qui a Feisal, qualcuno a cui

non interessi la musica.

EREK                                Certo figliola, anche quelli (INDICANDO I NOTABILI) li vedi?

Con quelle facce… farebbero di tutto per poterti sposare. Ma io

dico no, o diventi come la tua povera mamma oppure… se no.. si

vedrà.

NORKA                           Passeranno lustri prima di poter vedere qualcosa.

EREK                                Senti Norka io ti sopporto unicamente perché sei cara a mia figlia.

NORKA                           Se sono sopportata, posso anche andarmene, visto poi che le

zitelle non sono bene accette.

EREK                                Se te ne vai di tua volontà, io non mi oppongo di certo.

GERINA                          Oh no Norka ti supplico non te ne andare, è già difficile per me la

vita senza la mamma, se poi te ne vai anche tu… il babbo è impulsivo ma in fondo, lo sai, è buono.

NORKA                           Buono quella vecchia testuggine?

EREK                                Ah, io sarei una testuggine e pure vecchia!

NORKA                           Si, vecchia.


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I° NOT                              Maestà, l’espressione di Norka non è stata forse molto felice

ma…

EREK                                Poco felice? Mi ha spudoratamente insultato.

II° NOT                            La testuggine è un animale simpatico.

I° NOT                              Socievole, buono.

EREK                                Sentite voi due, a parte il fatto che la testuggine personalmente mi

fa schifo, se vi levate di torno, certamente non ne soffrirei.

II° NOT                            Come volete maestà.

I° NOT                              Ogni vostro desiderio è un ordine (FANNO L’ATTO DI

USCIRE).

EREK                                (RIVOLGENDOSI A NORKA) In quanto a te…

(ENTRA DORON)

DORON                           Maestà, maestà son qua.

(SCENA DI GIOIA PER IL RITORNO DI DORON)

I° NOT                              Doron! Siano ringraziati gli Dei!

II° NOT                            Sei ritornato fra noi!

EREK                                Per  Giove  Doron,  sei  tornato  finalmente,  cominciavo  a

preoccuparmi (GLI CINGE CON UN BRACCIO LE SPALLE)

Beh raccontami tutto.

GERINA                          Doron, sono felice di rivederti, cosa ti hanno fatto?

I° NOT                              Avete lottato?

II° NOT                            Ti hanno fatto male?

NORKA                           Ma tu li avrai sistemati!

EREK                                Ma parla dunque!

DORON                           (CON ARIA SBIGOTTITA) Ecco, veramente, io ero in un

barile…

EREK                                In un barile? Il mio primo ministro in un barile, è inaudito!

NORKA                           E tu non li hai picchiati?

DORON                           Vedete, quando venni preso dalla rete, sono stato deposto sul

ponte della nave e poi perché ero svenuto, dal ponte nel barile.

NORKA                           Tutto qua?


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DORON                           Poi sono venuti a salvarmi ed eccomi.

GERINA                          Sono felice che non ti sia successo niente.

DORON                           Grazie Gerina (RIVOLGENDOSI AGLI ALTRI CON ARIA

SECCATA) Si, tutto qui perché?

I° NOT                              Oh niente, noi si credeva che tu fossi in pericolo.

DORON                           Lo ero.

NORKA                           Beh, ma non tanto.

DORON                           Ma cosa volevate?

EREK                                Caro Doron, quello che conta di più è che tu sia tornato tra noi ad

offrire il tuo prezioso aiuto.

DORON                           (CON ARIA SORNIONA) Ed ho con me i due uomini dell’aria.

(BRUSIO GENERALE)

EREK                                Cosa? Come hai osato. Se non mi viene un colpo oggi… Ma cosa

ti è saltato in mente per fare una cosa simile?

DORON                           Ma sire, lo sapete bene che voglio sperimentare la mia scoperta!

EREK                                Accidenti a te ed ai tuoi hobbies.

DORON                           Ma è una scoperta interessantissima!

EREK                                Ma ci pensi? Tu e la tua mania di invenzioni! Ti rendi conto che

ci metti tutti in pericolo?

GERINA                          Si può sapere che succede? Doron, cosa hai inventato?

NORKA                           Lascia perdere Gerina, non sono cose per te! Piuttosto Doron si

può sapere perché ti è saltata in mente una cosa simile?

I° NOT                              Le nostre case e le nostre donne saranno in pericolo!

II° NOT                            Adesso andrà a finire che arriveranno persino i turisti!

EREK                                (CON TONO CALDO) E’ straordinario come due notabili messi

insieme riescano a dire in pochissimo tempo così tante fesserie! (POI URLANDO COME UN OSSESSO) Fuori! E fate entrare i prigionieri.

GERINA                          (A VOCE BASSA) Doron, si può sapere cosa ti è saltato in

mente, ora ci hai messi tutti in pericolo! Ma ci pensi, se fuggono possono indicare ad altri dove ci troviamo, ed allora…

NORKA                           Sarai punito per questo.

DORON                           Calmi, calmi, amici! Ho pensato anche a questo!

NORKA                           Sarebbe a dire?

DORON                           Praticherò loro il lavaggio del cervello.


15


NEL FRATTEMPO VENGONO INTRODOTTI PANCO ED ADAMO CON DELLE CINTURE PIOMBATE AI FIANCHI PER NON FARLI TORNARE IN SUPERFICIE E CON INTORNO AL CAPO UN SEMPLICE FERRO CHE SI INNESTA AI DUE AGGEGGI FISSATI SULLE LORO SPALLE: QUEST’ALTRO AGGEGGIO SERVE DA BRANCHIA).

ADAMO                          Hai sentito? (SOTTOVOCE A PANCO) il lavaggio!!

(INDIETREGGIA CERCANDO DI GUADAGNARE LA PORTA, MA APPARE LA TESTA DI UN PESCE SPADA CHE FA TERMINARE LA RITIRATA STRATEGICA IN UN URLO DI DOLORE).


EREK

PANCO

ADAMO

PANCO

EREK


Il pesce spada è un ottimo guardiano!

(MOLTO SERIO E COMPITO) Ce ne siamo resti conto, sire.

Come fai a capire che questo rospo è il re, sono tutti verdi e brutti

uguali!

E questa, sire, è senz’altro vostra figlia.

Si, mia figlia, io sono re Erek, Doron lo conoscete già, e quella è

Norka nutrice di mia figlia Gerina.


(PANCO ED ADAMO SEGUONO LE PRESENTAZIONI FACENDO BREVI INCHINI IN SEGNO DI SALUTO)


PANCO

ADAMO

NORKA

ADAMO

NORKA

ADAMO

EREK

NORKA

PANCO


Io sono Panco, il comandante della nave.

Io sono Adamo, il tuttofare.

Salve, Adamo. (CON FARE INSINUANTE)

Salve (POI IMBARAZZATO) come va?

Bene, e tu?

Hem… un pochino umido!

(RIVOLGENDOSI IRONICAMENTE A NORKA) Visto che ti è

tanto simpatico, gli concedo la libertà a patto che tu vada con lui.

(CON ARIA CAUSTICA) Se io fossi in voi…

Maestà, se ho ben capito, ci avreste trascinati quaggiù per farci

fare da cavie.


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DORON                           Era un’occasione unica, ragazzi, per poter dimostrare come la mia

invenzione può essere applicata a chiunque.

ADAMO                          Si, ma perché proprio noi!

DORON                           Non temete, non vi accadrà nulla di male, darò una breve

dimostrazione della mia scoperta, dopodiché vi riporteremo sulla vostra barca.

ADAMO                          (CON ARIA PIAGNUCOLOSA) Il lavaggio… non riconoscerò

più nemmeno mia madre.

GERINA                          Babbo, lo so che siamo in pericolo, che il nostro popolo corre il

rischio di essere scoperto, ma è atroce ciò che Doron vuole fare!

EREK                                Lo so, figliola, ma oramai è fatta e tu sai quanto me come sia

importante che nessuno sappia della nostra esistenza. Noi siamo

pochi, indifesi, e non è certo simpatico finire magari in un

acquario come stava succedendo a Doron.

NORKA                           (GUARDANDO CON INSISTENZA ADAMO) Però, poveri

figliuoli, non si potrebbe vedere di sistemare le cose in un altro modo?

ADAMO                          E’ vero, si, non si potrebbe?

EREK                                No, impossibile.

PANCO                            Allora, sareste così gentili da volerci spiegare come è possibile la

nostra sopravvivenza quaggiù in fondo al mare?

ADAMO                          Io penso che dipenda da questa aureola che ci ritroviamo intorno

alla testa.

DORON                           E’ presto detto: ora passerò alla dimostrazione e…

EREK                                Un momento, in certe faccende le donne non devono entrarci,

quindi figlia mia sii buona, ti prego di andartene, e portati via pure quella lì.

GERINA                          Oh, Babbo, ti prego, fammi restare!

NORKA                           Io non sono “quella lì” ho un nome io, e poi se Gerina non se ne

va io pure non mi muovo di qui.

EREK                                (CERCANDO DI CONTENERE LA SUA COLLERA) Ti prego,

Gerina, sii comprensiva, un esperimento presenta sempre degli inconvenienti…

GERINA                          Va bene, babbo, ma promettimi che non succederà niente di male

ai due prigionieri (FISSANDO PANCO).


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NORKA                           coraggio, Adamo.

(LE DUE DONNE ESCONO)

ADAMO                          Coraggio, è una parola, io ce l’ho sempre quando non ce n’è

bisogno.

DORON                           Ed ora, maestà, posso procedere?

EREK                                Si proceda!

DORON VA ALLA PORTA, BATTE LE MANI ED ENTRANO I DUE NOTABILI, DORON DICE LORO QUALCOSA IN UN ORECCHIO, ESCONO E RIENTRANO PORTANDO UN PICCOLO APPARECCHIO.

DORON                           Dunque…

ADAMO                          (GRIDANDO) Un momento.

EREK                                Ebbene, cosa c’è?

ADAMO                          (RASSEGNATO) Niente.

DORON                           Dunque dicevo maestà che la mia scoperta consiste in una

barriera di atomi lanciati da quell’antenna fissata sulle spalle. La

barriera forma una campana invisibile, permettendo la vita di

qualsiasi essere in un ambiente a lui proibitivo. Senza contare che

per      mezzo      di      questo      moltiplicatore       (INDICANDO

L’APPARECCHIO PORTATO) posso intensificare l’uscita degli

atomi,  indurendo  a  piacere  lo  spessore  della  campana.

(GUARDANDO TRIONFANTE IL RE) non è magnifico?

EREK                                (DOPO UN ATTIMO DI IMBARAZZO) Beh, si, è magnifico…

ma a noi cosa serve?

DORON                           (PENSANDOCI) Ecco… serve…

(I NOTABILI GALVANIZZATI DALL’ESPERIMENTO)

I° NOT                              Potremo emergere dal mare.

II° NOT                            E conquistare il mondo.

I° NOT                              Gli uomini dell’aria non potranno nulla contro…

II° NOT                            La corazza di atomi.

EREK                                Cosa? Ma siete impazziti? Bisognerà che vi proibisca di parlare!

Cosa volete conquistare mai voi: non sapremmo nemmeno cosa farcene di un fazzoletto di terra.

DORON                           Maestà lasciate che finisca almeno la mia dimostrazione.


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EREK                                No! E sappi che ormai la mia decisione è stata presa e prima butti

via quell’aggeggio, meglio è. Non abbiamo manie di conquista,

né tanto meno desideriamo farci scoprire, quindi non vedo a cosa

possa servire quel coso. Provvedi subito a rimandare i prigionieri

sulla loro barca . E’ tutto (ESCE)

DORON                           (CON ARIA ABBACCHIATA) Portatemi la macchina per il

lavaggio del cervello (ANCHE I NOTABILI ESCONO)

ADAMO                          Farà molto male? Dimenticherò proprio tutto? Sa, vorrei saperlo,

perché è la prima volta.

PANCO                            Zitto Adamo, ce la stiamo cavando ancora bene, forse la memoria

ritornerà.

ADAMO                          Ma io voglio sapere.

DORON                           Non farà nessun male. Anche questa è una mia creatura.

(GUARDA CON TENEREZZA LA MACCHINA CHE STA ENTRANDO PORTATA DAI NOTABILI. E’ MOLTO PICCOLA, PIENA DI FILI CHE DORON APPLICA AL CAPI E AI POLSI DEI DUE CHE NEL FRATTEMPO HA FATTO SEDERE, METTE UNA MANO SULLA LEVA) e ora…

CALA IL SIPARIO.


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ATTO TERZO

LA SCENA RAPPRESENTA SEMPRE LA SALA. DORON HA LA MANO SULLA LEVA CHE ABBASSA LENTAMENTE, ATTENDE QUALCHE ISTANTE POI SI AVVICINA AD ADAMO E DOMANDA.

DORON                           Chi sei?

ADAMO                          (TRASOGNATO) Sono Adamo.

DORON                           (SORPRESO) Dove di trovi?

ADAMO                          In fondo al mare nella città di Feisal.

DORON                           Oh! E prima dove eri?

ADAMO                          Su un peschereccio, ma ho dimenticato tutto

(DORON PERPLESSO PER LE RISPOSTE DI ADAMO SI RIVOLGE A PANCO)

DORON                           E tu, chi sei?

PANCO                            Io sono… io sono… non ricordo.

DORON                           (ESULTANTE) E da dove vieni?

PANCO                            Non lo so, non mi ricordo nulla, è come una nebbia: dove sono?

DORON                           E’ strano come la macchina abbia fatto effetto su uno solo.

I° NOT                              Forse per lui (INDICANDO ADAMO) la macchina non è adatta.

II° NOT                            Bisognerebbe costruirne un’altra più potente.

DORON                           Avete ragione, forse la mia macchina non era abbastanza potente.

I° NOT                              Esistono degli individui

II° NOT                            Particolarmente resistenti al lavaggio del cervello.

DORON                           La ingrandirò e la modificherò.

I° NOT                              Ci vorrà del tempo.

II° NOT                            Bisognerebbe legarli.

DORON                           Forza, prendete la catena.

(I DUE NOTABILI PRENDONO LE CATENE E LEGANO I PRIGIONIERI) Così non si muoveranno.

I° NOT                              Lo pensiamo anche noi.

II° NOT                            Già anche noi.

DORON                           Bene andiamo.


20


(RIMANGONO SOLI, ADAMO HA L’ARIA TRASOGNATA, PANCO PASSATO QUALCHE MINUTO COMINCIA AD AGITARSI ED A GUARDARSI IN GIRO)

PANCO                            Adamo, ei Adamo!

ADAMO                          Chi è, chi mi chiama?

PANCO                            Adamo, sono io, guarda da questa parte.

ADAMO                          Oh, Panco, come va? Anche tu non ti ricordi più niente?

PANCO                            Su, non fare lo stupido, non ti sei accorto che la macchina non ha

funzionato?

ADAMO                          Non ha funzionato? E’ vero, mi ricordo tutto, non mi hanno lavato

evviva! (FA L’ATTO DI ALZARSI MA SI ACCORGE DI ESSERE INCATENATO)

PANCO                            Ci hanno incatenati.

ADAMO                          E adesso che si fa?

PANCO                            Dobbiamo cercare di liberarci.

ADAMO                          E’ una parola, ci vorrebbero degli attrezzi.

PANCO                            Eppure un modo ci deve essere.

ADAMO                          Ci sarà, ma quale?

PANCO                            Zitto, lasciami pensare.

ADAMO                          Pensa, ma in fretta però, perché se quello torna con la uova

macchina e funziona…

PANCO                            Spezzarle è impossibile, le chiavi le ha Doron.

ADAMO                          Già… Cosa ne diresti se cercassimo un pesce sega?

PANCO                            Vedo che nemmeno il pericolo ti impedisce di dire stupidaggini.

ADAMO                          Non ti arrabbiare, mi è venuta spontanea.

PANCO                            Beh! Cerca di non farti venire più niente del genere, sennò

quaggiù ci rimettiamo la pelle sul serio.

ADAMO                          (SPAVENTATO) La pelle? E io che credevo di rimetterci solo la

memoria!

(SI ODONO DEI RUMORI)

PANCO                            Silenzio, ascolta.

ADAMO                          Senti! Panco, io comincio ad avere una fifa maledetta.

PANCO                            Sssst, sento dei rumori.

ADAMO                          (TERRORIZZATO) Non avrà già fabbricato la nuova macchina?


21


PANCO                            Mi raccomando Adamo, io fingo ancora di non ricordarmi niente

e tu fa come prima, intesi?

ADAMO                          Ma Panco, ora ricordo di ricordare tutto, come posso…

(IN QUEL MOMENTO LA PORTA SI SOCCHIUDE, PANCO RAPIDAMENTE SI RIMETTE COME PRIMA MENTRE ADAMO SI SIEDE RIGIDAMENTE CHIUDENDO GLI OCCHI COME SE TEMESSE DI RICEVERE UN COLPO SULLA TESTA, MA DALLA PORTA ENTRANO FURTIVAMENTE GERINA E NORKA).

NORKA                           Vieni avanti Gerina, li hanno lasciati soli, come sembrano

sciupati!

GERINA                          Abbiamo fatto male a venire qui, se ci scoprono il babbo andrà su

tutte le furie.

NORKA                           Di quello che pensa tuo padre, non mi interessa un fico secco, urla

urla e non combina mai un accidente.

GERINA                          Lascia stare il babbo, e vediamo come possiamo aiutare questi

due disgraziati.

NORKA                           (AVVICINANDOSI AD ADAMO) Povero Adamo, come ti

hanno      ridotto,      mi       riconosci?       (ADAMO        SCUOTE

ENERGICAMENTE LA TESTA) Poverino, non mi riconosce

più, li hanno lavati proprio a fondo vero?

GERINA                          Temo proprio di si, e credo non ci sia molto da fare

NORKA                           (SOSPIRANDO) E pensare che era così carino.

(ADAMO FA UNO SCATTO COME PER RIVOLGERSI A PANCO MA QUESTI GLI ALLUNGA UN CALCIO NEGLI STINCHI FACENDOLO STARE FERMO)

GERINA                          Oh, si è mosso.

NORKA                           Ma Adamo, non ti ricordi proprio nulla?

ADAMO                          (SECCAMENTE) No, è meglio di no.

GERINA                          Norka, non ti pare che capisca ancora qualcosa?

NORKA                           Si, lo credo anch’io (SI PORTA LENTAMENTE ALLE SPALLE

DI ADAMO) Adamo, vuoi sposarmi?

ADAMO                          (BALZANDO IN PIEDI) No, questo poi no.


22


NORKA                           (PRENDENDO ADAMO PER UN ORECCHIO) Lo vedi che

capisce.?

PANCO                            Gerina, per favore, ascolta

GERINA                          (SOBBALZANDO)  Panco!  Ma  allora….  Voi  non…  sia

ringraziato il cielo, non vi hanno fatto nulla.

PANCO                            Si, la macchina non ha funzionato, ma Doron crede che non abbia

fatto effetto solo su Adamo, così è andato a fabbricarne un’altra:

dacci e ridacci, una finirà col funzionare, ed allora…

NORKA                           (RISENTITA) Ve lo dico io cosa succederà..

GERINA                          Norka, non siamo venuti qui per aiutarli?

ADAMO                          (FISSANDO NORKA ALLARMATO) Ed io di aiuto ne ho tanto

bisogno!

PANCO                            Se siete venute per aiutarci, prima di tutto dovete trovare le chiavi

per togliere le catene, così potremo raggiungere la nave.

ADAMO                          Ah, la nostra nave, sento la nostalgia persino del ponte da lavare,

del pesce da pul… (ESULTANTE) e di rivedere Bartolomeo…

NORKA                           Chi è Bartolomeo?

ADAMO                          E’ il migliore amico che abbia mai avuto.

GERINA                          Panco, c’è un altro uomo sulla nave?

NORKA                           Allora vi starà cercando!

PANCO                            No, niente paura, è solo uno spaventapasseri!

GERINA                          Cos’è uno spaventapasseri?

ADAMO                          O bella, è… serve… (FA DEI CENNI PER SPIEGARE, POI CI

RIPENSA) ma li avete mai visti gli uccelli?

NORKA                           No! Io no!

GERINA                          Io nemmeno!

PANCO                            Lascia perdere, Adamo, è troppo lungo da spiegare, vi basti solo

sapere che Bartolomeo non è un essere umano.

GERINA                          Ah, meno male!

PANCO                            Ora per favore, cercate di procurarci la chiave per aprire questi

braccialetti.

NORKA                           E’ impossibile, le chiavi le custodisce gelosamente Doron nel suo

laboratorio, e là non può andare nessuno.

ADAMO                          Ma Panco, questi catenacci si possono aprire facilmente.

PANCO                            Facilmente, e come?


23


ADAMO                          Ma con un filo di ferro (POI GUARDANDO LE DUE DONNE)

una forcina da capelli, una spilla…

PANCO                            Perché non l’hai detto subito?

ADAMO                          Perché mi è venuto in mente solo ora.

GERINA                          Io ho una spilla.

ADAMO                          Bene dai qua (SI ACCINGE A LIBERARE I POLSI DI PANCO)

PANCO                            Mi sai dire dove ha imparato a fare queste cose?

ADAMO                          Ho imparato quando facevo il militare.

PANCO                            Ora capisco perché la dispensa era sempre vuota anche se la

chiudevo con il lucchetto…

ADAMO                          (IMBARAZZATO) Beh, sai…

PANCO                            Ne parleremo dopo!

ADAMO                          (APPARENDO SOLLEVATO) Ecco!

PANCO                            Ed ora dobbiamo salutarci. E’ meglio che voi ve ne andiate: non

vorrei, se venissimo scoperti, che ci andaste di mezzo voi pure.

(APRE LA PORTA)

GERINA                          Ma Panco tu devi promettermi… (NEL FRATTEMPO SI SENTE

CANTICCHIARE IN LONTANANZA)

NORKA                           Presto, Gerina, prendiamo il corridoio di destra, la voce viene

dall’altra parte (SI VOLTA) Adamo riguardati. (ESCONO)

PANCO                            Presto, Adamo, rimettiti al tuo posto.

ADAMO                          (ALLARMATO) si, ma tu cosa farai?

PANCO                            (APPOSTANDOSI DIETRO LA PORTA) Cercherò di prenderli

alle spalle.

ADAMO                          E se non i riesci? Stai attento a quello che fai, perché se va male

questa volta, è finita sul serio.

PANCO                            (CHE NEL FRATTEMPO SI ERA MUNITO DI UN OGGETTO

PESANTE) Presto stanno arrivando.

ADAMO                          Non fargli troppo male, potrebbe arrabbiarsi.

(ENTRA DORN CANTARELLANDO E REGGENDO UN CERCHIO METALLICO DA CUI PENDONO DEI FILI)

DORON                           Eccoci qua, sono venuto a prendere le misure del tuo cranio

perché la macchina sia perfetta e ti vada a pennello.


24


ADAMO                          Ehm… signor Doron, veramente mi sta un pochino stretta di

nuca.

DORON                           A si? La modificherò.

ADAMO                          Ecco, così va molto meglio.

DORON                           Vedrai, sarà un magnifico esperimento.

ADAMO                          Lo penso anch’io.

DORON                           Vedrai, sarai svampito come il tuo amico… a proposito dov’è?

(PANCO NEL FRATTEMPO SI E’ AVVICINATO E LO COLPISCE ALLE SPALLE.

DORON CADE CON UN GRIDO).

ADAMO                          Uffa! E uno è andato.

PANCO                            Già, e gli altri?

ADAMO                          Gli altri: non ci avevo pensato… questa volta è proprio finita.

(SI SENTE DEL TRAMBUSTO: PANCO SI RIMETTE IN POSIZIONE DIETRO LA PORTA PROPRIO MENTRE I DUE NOTABILI ENTRANO SGUAINANDO LE SPADE E SI AVVENTANO SU ADAMO, MA PANCO CON DUE COLPI ASSESTATI ALLE SPALLE METTE ANCHE LORO FUORI COMBATTIMENTO.

ADAMO                          Bel colpo, Panco, non ti sapevo così in gamba.

PANCO                            Beh, ora lo sai.

ADAMO                          Coraggio Panco, adesso guadagnamo la porta e ce la filiamo.

PANCO                            Adamooo… no, c’è il pesce…

(NON TERMINA LA FRASE CHE IL PESCE SPADA HA GIA’ AFFRONTATO ADAMO IL QUALE PERO’ ARRABBIATISSIMO RACCOGLIE LA SPADA DI UNO DEI NOTABILI ED AFFRONTA IL PESCE)

ADAMO                          Ancora tu! Ora ti faccio vedere io, così imparerai a venirmi tra i

piedi sempre… ti farò rimpiangere di essere nato, brutta

montagna di squame….

PANCO                            Adamo, non fare schiocchezze, non ne è proprio il momento…

ADAMO                          (DUELLANDO CON IL PESCE) sarà, ma questa sardina

rachitica mi ha proprio scocciato, e quando mi arrabbio io…


25


(FRATTANTO NELLA FOGA DEL DUELLO ADAMO SCOMPARE OLTRE LA PORTA).

PANCO                            (NEL SILENZIO GENERALE) Adamo? Ci sei ancora? Per

l’amor del cielo rispondimi…. Adamo…

ADAMO                          (ENTRA TRAFELATO MA ESULTANTE) l’ho disarmato (E

MOSTRA A PANCO LA SPADA DEL PESCE).

PANCO                            Caspita, Adamo, che fegato! Dubitavo che ce l’avessi fatta con

quel bestione!

ADAMO                          Per la verità anch’io.

PANCO                            Qua la mano, mio eroe…

ADAMO                          Ora che ci penso (E CADE A TERRA SVENUTO).

PANCO                            Adamo, ehi Adamo, non fare così proprio adesso che è tutto

finito…

(COSI’ DICENDO MOLLA DELLE PODEROSE SBERLE ALL’AMICO).

ADAMO                          (RIPRENDENDOSI) Ciao, Panco, sai stavo sognando di essere

picchiato da un omone alto così… e grosso così… con delle mani..

PANCO                            Finalmente sei tornato in te, è ora di tagliare la corda prima che il

re si accorga di ciò che è accaduto.

ADAMO                          Perché, cosa è accaduto?

PANCO                            Ma come, non ti ricordi? Doron, i notabili, il pesce spa… (NON

TERMINA      LA       FRASE      CHE       ADAMO        SVIENE

NUOVAMENTE).

Questa poi… Adamo, dobbiamo scappare, non hai tempo per

svenire… (SCUOTENDO ADAMO) dobbiamo scappare, non hai

tempo per svenire ora, accidenti al giorno in cui mi è capitato tra

le spazzole…. E adesso cosa faccio? (GUARDA I TRE CORPI A

TERRA) forse è meglio che faccia sparire questi tre baccalà

(PRENDE I TRE CORPI E LI TRASCINA FUORI SCENA)

accidenti, arriva qualcuno (PRENDE ADAMO, LO SISTEMA

SULLA SEDIA E POI SI RIALLACCIA LE CATENE)


26


(ENTRANO EREK, NORKA E GERINA IN ORDINE)

EREK                                Ma cara Gerina non riesco a capire perché tu non voglia che dia

una occhiata ai prigionieri, dopo tutto sono il re, il diretto responsabile della sicurezza del mio popolo e se anche…

GERINA                          Ma babbo, capiscimi, non è che non voglia, ma dal momento che

sono esperimenti di Doron…

NORKA                           In poche parole, visto che voi non capite niente (EREK STA PER

RIBATTERE MA NORKA SI RIPRENDE) di cose tecniche, ma che voi vi intendete solo di musica e di canto…

EREK                                (GELIDAMENTE) Ti sei ripresa in tempo, non so se riuscirò a

sopportarti ancora a lungo, più invecchi e peggio diventi.

NORKA                           Ah, io starei invecchiando, voi allora cosa siete? Per vostra

opportuna norma io sono nel fiore…

EREK                                Tu nel fiore… (SCOPPIA A RIDERE) quel fiore di grazia?

GERINA                          La volete smettere voi due, è possibile che non possiate mai stare

assieme senza prendervi per i capelli?

NORKA                           Lo prenderei anche per la barba se fosse necessario.

EREK                                Hai ragione figlia mia, ogni volta che incontro questo essere la

mia dignità di re va a farsi friggere. Ma dovrò pure sfogarmi in qualche modo visto che non posso cacciarla da palazzo.

NORKA                           Mi cacci, mi cacci pure, e poi vedrà!

EREK                                (URLANDO) Basta, mi vuoi rovinare il fegato?

NORKA                           Non mi dispiacerebbe.

(NEL FRATTEMPO ADAMO ACCENNA A NUOVERSI. I TRE SI PRECIPITANO INTORNO A LUI)

ADAMO                          Il pesce… la spada… Panco, aiutami tu, te ne prego ho fifa…

(AGITA LA TESTA FRASTORNATO, APRE GLI OCCHI E VEDE IL VISO DI NORKA CHINO SUL SUO ED HA UN MOTO DI SPAVENTO – CACCIA UN GRIDO – GIRA LA TESTA DALL’ALTRA PARTE ED IL VISO SI TUFFA COMPLETAMENTE NELLA BARBA DI EREK, TOCCA LA PARBA POI CON UN SORRISO MORMORA)


27


Salve sire… hem… siamo qua…

EREK                                Come sarebbe “siamo qua”

ADAMO                          Si… ecco… volevo dire… insomma…

EREK                                Come mai non hai ancora perso la memoria?

ADAMO                          Mah… Chissà… ma non c’è mica fretta…

EREK                                A no è? Doron mi sentirà! Lo esilio! (GUARDANDO CON

INTENZIONE NORKA) lui almeno non è raccomandato da nessuno… a me guardie… c’è da fare pulizia… è giunta l’ora.

ADAMO                          Faccia, faccia pure.

(EREK SE NE VA ALTEZZOSAMENTE)

PANCO                            Finalmente se ne è andato, temevo che non ce la avremmo fatta.

GERINA                          Oh, Panco, ho avuto tanta paura che mio padre scoprisse tutto!

ADAMO                          Figurati io che non sono suo figlio!

NORKA                           Ora ci lascerete… (PIANGENTE) Adamo, non ti vedrò più!

PANCO                            Temo proprio di no, Norka, siamo troppo diversi, le nostre

esistenze non hanno niente in comune. Anche se in voi abbiamo

trovato aiuto e affetto, noi non potremmo mai adattarci a vivere in

fondo al mare, a rinunciare alle nostre abitudini, a non vedere più

il cielo, le stelle; la nostra mentalità non sarebbe compresa come

del resto noi non riusciremmo a comprendere la vostra ed a lungo

andare ci faremmo del male senza volerlo.

ADAMO                          Non piangere così Norka, mi fai venire il mal di mare.

GERINA                          Allora, addio Panco, hai perfettamente ragione. Ho provato una

grande simpatia per voi ed in questo breve periodo si è tramutata

in affetto profondo e sincero, il che accrescerà ancora di più la

pena del distacco. Ma del resto è necessario, come hai detto tu.

ADAMO                          Ma noi siamo sul mare tutti i giorni, o quasi, è il nostro mestiere,

potremo vederci: ci diamo un appuntamento, facciamo due

chiacchiere… (RIVOLGENDOSI A NORKA) ti presenterò

Bartolomeo, vuoi?

NORKA                           Certo, non ho mai conosciuto uno spaventapasseri: sarà buffo!

ADAMO                          Buffo? Ma è straordinario! Bartolomeo ha delle doti straordinarie.

PANCO                            Quella di stare zitto, per esempio, cosa che tu non fai mai.

ADAMO                          Via, Panco, si fa così per dire, per tirare su un poco l’ambiente:

non ti pare che ce ne è bisogno?


28


GERINA                          Certo, Panco, un distacco è sempre triste: se poi facciamo i

musoni!

ADAMO                          E allora, coraggio, sorridete, mentre noi ci togliamo questi

aggeggi.

NORKA                           (MENTRE PORGE UNA SPILLA AD ADAMO) coraggio

ragazzi, qui c’è una finestra che dà sul mare, potrete andarvene indisturbati.

ADAMO                          Grazie, Norka, non dimenticherò mai quello che hai fatto per noi.

PANCO                            Addio Gerina, non ti dimenticherò mai.

(ADAMO SI SFILA LA CINTURA E SI INFILA NELLA FINESTRA, SCOMPARE, PANCO DA’ UN’ULTIMA OCCHIATA A GERINA E POI SEGUE IL COMPAGNO, AD UN CERTO PUNTO SI FERMA, ABBRACCIA GERINA E POI SCOMPARE)

NORKA                           (CON VOCE LACRIMOSA) Addio cari ragazzi (POI SI VOLGE

VERSO GERINA CHE STA PIANGENDO.).

CALA IL SIPARIO

FINE


29