FILIPPO MUSSI, SERENA AROSIO, LAURA AROSIO
AVVENTURE IN BIBLIOTECA
Commedia avventurosa per ragazzi adolescenti
PRESENTAZIONE DELLA RISTAMPA
Le richieste del testo di Filippo Mussi, Serena e Laura Arioso “Avventure in biblioteca” sono giunte al Gatal per mesi da tutta Italia. Insegnanti di scuola media e elementare, che avevano consultato sul sito la traccia, concordavano sul titolo e sulla trama avventurosa del copione, e ne sollecitavano l’invio per la messa in scena con i propri allievi. Ogni volta erano necessarie delle fotocopie, perché l’originale era ormai esaurito. Questo uno dei motivi che ci hanno indotto alla ristampa del testo. Ma ci sono altre motivazioni assai più importanti. Il valore dell’opera, indubbiamente, che è rivolta ai ragazzi e agli adolescenti per avvicinarli al teatro in modo abile e convincente. Con il pretesto di vietare loro di accedere alla biblioteca del paese, li si ingolosisce sino a renderli clandestini e a vivere di persona le pagine dei libri.
Oggi l’appetito a leggere è sostituito dalla tecnologia dei mezzi rapidi di informazione e consultazione; troppo rapidi e altrettanto superficiali; sicché, il messaggio a sfogliare i capitoli e le parole raccolte nei libri diventa l’avvertimento positivo a fermarsi per capire, emozionarsi, riflettere e godere dell’universo che gli stessi contengono.
La struttura della vicenda, definita dagli autori “commedia avventurosa”, pone in azione la possibilità di veder recitare insieme adulti e ragazzi, in un clima fatto di intelligente umorismo, fantasia e, soprattutto, creatività. La realizzazione scenica delle storie lette dai ragazzi: il libro dell’ orrore; la drammatica fine del Titanic; il giallo per la scoperta dell’assassino, e l’isola del tesoro, vale una sfida teatrale fascinosa da affrontare, appunto, insieme. Estremo valore educativo, mai abbastanza rilevato e qui posto in evidenza come una necessità.
Dunque, sono molteplici le giustificazioni alla ristampa di Avventure in biblioteca la cui edizione originaria risale al 2003.
Teatro come gioco di sapido divertimento, ingegnoso e stimolante come suggerito anche dal titolo dell’opera, cui auguriamo di continuare la fortunata passeggiata nelle sale teatrali scolastiche e delle comunità parrocchiali.
Roberto Zago
PERSONAGGI IN ORDINE DI APPARIZIONE
Donna delle pulizie Signora delle pulizie nell’ufficio del sindaco
Statua Nell’ufficio del sindaco, poi in piazza
Sindaco Sindaco di una piccola cittadina italiana, si travestirà da statua con la fascia
tricolore a partire dalla terza scena del primo atto
Segretaria Segretaria del sindaco
Assessore Assessore della cultura
Bibliotecario Direttore della biblioteca
PostinoIl postino della città
Davide Ragazzo della banda
Fabio Ragazzo della banda
Ale Ragazzo della banda
Linda Ragazza della banda
Cinzia Ragazza della banda
Virgilio Vigile urbano
Annunziata Turista americana in visita alla città
Marta Ragazza della banda
Tito Ragazzo della banda
Sarah Ragazzina, personaggio del libro dell’orrore
AndrewRagazzino, personaggio del libro dell’orrore
MammaPersonaggio del libro dell’orrore
Mostro Personaggio del libro dell’orrore
Jack Personaggio del libro sul Titanic
Rose Personaggio del libro sul titanic
Fletcher Investigatrice, personaggio del libro giallo
Elsa La modella, personaggio del libro giallo
Paolo Il giardiniere, personaggio del libro giallo
Carol La moglie di Amyas, morto assassinato, personaggio del libro giallo
Amyas Il marito pittore, personaggio del libro giallo
Franco Il maggiordomo, personaggio del libro giallo
Carla La figlia di Amyas, morto assassinato
PjPappagallo parlante, personaggio del libro di avventura
Mozzo Personaggio del libro di avventura
SINOSSI
Il testo è pensato per un gruppo di ragazzi o adolescenti. Racconta dello stratagemma architettato dal sindaco per invitare i ragazzi alla lettura all’interno della biblioteca della sua città: basterà vietarne l’ingresso per creare un clima di mistero che attirerà i nuovi lettori.
Protagonista è un gruppo di sette ragazzi molto simpatici, che scopriranno come è possibile vivere avvincenti
avventure immedesimandosi nei personaggi di libri famosi.
Il primo atto narra dello stratagemma inventato dal sindaco e dall’ingresso furtivo e avventuroso dei ragazzi in biblioteca. Il secondo atto vede l’interpretazione di diversi brani tratti dai libri che i ragazzi stanno leggendo furtivamente in biblioteca.
Data la numerosità dei personaggi è possibile che un unico attore possa interpretare diversi personaggi.
SCENOGRAFIA
Poiché sono necessarie diverse ambientazioni, sia reali (ufficio del sindaco, piazza del paese e interno della biblioteca) sia di fantasia (in corrispondenza con le vicende narrate nel secondo atto), si suggerisce l’impiego di prismi rotanti che rappresentano le tre scene essenziali dello spettacolo, alfine di effettuare cambi veloci di scene, e di renderli sufficientemente coreografici.
Ma nel secondo atto i diversi ambienti fantastici potrebbero essere delimitati mediante l’uso delle luci.
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ATTO PRIMO
All’apertura del sipario tutto è in disordine. Una canzone iniziale, cantata dai solisti e dai cori, ovvero una coreografia guidata dalla statua, servirà per predisporre la prima scena.
Alla conclusione della coreografia la scena è pronta. Rappresenta un ufficio comunale, nel quale fa bella mostra si sé una statua immobile.
Scena prima
UFFICIO COMUNALE
La donna delle pulizie è già nell’ufficio a fare le pulizie e spolvera la statua che starnutisce.
Donna pulizie (stupita) Devo smettere di stare sveglia tuta la notte a guardare la tele. Poi al mattino mi
Mi sembra che anche le statue si muovano. Ma…
Statua (toglie un fazzoletto e si pulisce il naso, non visto da Donna delle pulizie, poi subito immobile
col fazzoletto in mano)
Donna pulizie Sì, devo proprio dormire di più…
Sindaco (entrando, arrabbiatissimo con tutti gli altri al seguito)No, no, no! Non è possibile! Non ci
credo! (cercando di leggere su un foglio) Zero, proprio zero. Vedo bene? Samantha!
Samantha!
Segretaria(entrando) Sì, signor sindaco, mi ha chiamato?
Sindaco Mi porti gli occhiali!
Segretaria Guardi che li ha in mano!
Sindaco Ah, bene, grazie. Dunque, dicevo…(arrabbiatissimo) Zero! Che assurdità! Ma che cosa
vuol dire questo zero?
Assessore (esitante) Vuol dire che anche quest’anno non abbiamo avuto nessun iscritto.
Bibliotecario Proprio così, purtroppo, nessun ragazzo iscritto alla biblioteca di Via Co Vento. Nemmeno
Uno!
Assessore (tira per le lunghe) Eh…perché…
Sindaco Eh perché?
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Assessore Ma scusi, proprio a me lo chiede?
Sindaco (alzandosi in piedi) Certo proprio a a Lei. Non è Lei l’assessore della cultura? A chi
Lo dovremmo chiedere, se no? Forse alla donna delle pulizie, eh? (indica una signora
di mezza età che sta lavando i vetri sul fondo della scala)
Assessore (con un sorrisetto ironico) Senta, io volevo solo dire che quelli sono quartieri facili, pieni
di ragazzi per bene, educati, che non gridano, non litigano, non dicono mai parolacce,
proprio dei bravi ragazzi, insomma tranquilli, che amano tanto passare i pomeriggi in
biblioteca. Invece nel quartiere di Via Col Vento….
Bibliotecario Ecco, appunto. In questo quartiere ci sono ragazzi scalmanati. Dei veri selvaggi, degli
aborigeni, degli zulù, signor Sindaco, che giocano, corrono e urlano tutto il giorno.
Altro che leggere, altro che venire a chiudersi in biblioteca!
Sindaco (avvicinandosi minaccioso al bibliotecario) Lei chiuda il becco, caro il mio bibliotecario,
che le conviene. Sono tre anni che lavora in Via Col Vento, e con quale risultato? Con
quale risultato, eh? Avanti, lo dica il suo bel risultato, lo dica dunque! Chiaro e forte!
Bibliotecario (a testa bassa) Zero
Sindaco Zero, appunto! Uno zero come Lei.
Assessore Non dica così, signor sindaco, non sia ingiusto, adesso. (indica il bibliotecario che è
Rimasto a testa bassa, avvilito) Il ragazzo è preparato.
Sindaco (ironico) Ma va.
AssessoreMa non lo sa che è diplomato?
Sindaco Però.
Assessore Poi si è anche laureato.
Sindaco Davvero?
Assessore Documentato, aggiornato, informato, specializzato. E’ un ragazzo che ha studiato,
ed è pure cognato!
Sindaco (ridendo) Insomma…raccomandato!
Segretaria Signor sindaco, c’è qui il postino con una raccomandata urgente.
Sindaco Lo faccia entrare.
Segretaria (uscendo) Subito signor sindaco!
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Assessore La verità è un’altra, signor sindaco. La verità è che la biblioteca di Via Col Vento
non ha funzionato, né mai funzionerà. I ragazzi di quel quartiere non sanno cosa
farsene dei libri. Preferiscono giocare a calcio, fare corse in bici, chiacchierare e
scherzare. Ecco il problema.
Postino (entra con le cuffie in testa ballando una canzone a tutto volume)
Statua (balla la medesima canzone, insieme al postino, senza che nessuno se ne accorga)
Postino (quando la musica si abbassa) E’ permesso? Buongiorno signor sindaco, buongiorno
a tutti.
Tutti Buongiorno.
Postino Raccomandata urgente dalla Francia.
Sindaco Ah, benissimo. Dia a me. La stavamo appunto aspettando!
Postino Una firma sulla ricevuta, per piacere. (continua a ballare tenendo in mano il
foglietto della ricevuta)
Sindaco Si fermi per piacere, non riesco a firmare.
Postino (che non ha capito perché ha le cuffie) Cosa?
Assessore Si fermi! (rincorre il postino e mette in pausa il CD. Il postino e la statua si
Bloccano di colpo) Oh, finalmente.
Sindaco Ecco qua.
Assessore Ma si è bloccato! Come faccio a rimetterlo in moto?
Bibliotecario Schiacci PLAY.
Sindaco (schiaccia il tasto, riparte la musica, il postino e la statua ricominciano a ballare
all’ unisono) Benissimo, buon lavoro e buona giornata.
Tutti Buongiorno a lei.
Statua (appena il postino è uscito si blocca di colpo)
Bibliotecario C’è qualcosa di strano nel suo ufficio, signor sindaco, non riesco a capire…
Assessore (sottovoce al bibliotecario) Devi smetterla di bere, te l’ho già detto mille volte.
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Sindaco (che nel frattempo aveva aperto la lettera, sconsolato) E allora…questo
Benedetto gemellaggio non lo faremo mai.(drammatico) Mai! (suona un campanello
per chiamare la segretaria che si affaccia subito alla porta) Samantha? Portami
l’incartamento n. 87 bis, per piacere.
Segretaria Subito. (esce a prenderlo)
Assessore Di che si tratta?
Sindaco Si ricorda quella delibera per il gemellaggio con Parigi? Ecco, era quasi tutto
Pronto , anche dalla Francia stavano per darci l’OK, anzi, stavano finalmente per
scegliere la nostra città. Ma adesso, proprio all’ultimo…questa lettera è proprio
una bella mazzata.
Segretaria (consegnando un pacco di fogli) Ecco qua.
Sindaco Bene grazie! Metta pure lì.
Segretaria Dove?
Sindaco (non guardandola neppure) Lì, lì.
Segretaria Ah…subito, signor sindaco. (appoggia i plichi in braccio alla statua che d’ora in avanti
Resisterà a fatica nella sua posizione)
Sindaco Sentite cosa ci vengono a dire adesso, dopo mesi di trattativa, documentata da
Questo incartamento, sentite, sentite…(legge la lettera appena arrivata) “Egregio
Signor Sindaco, ecc. ecc., i dati che ci avete inviato ecc.ecc.,i vari aspetti evidenzia-
ti, le finalità comuni, gli ideali, le empatie” ecco qua, questo è il punto “purtroppo
però le percentuali dei ragazzi iscritti nelle Vostre biblioteche pubbliche sono molto
più basse delle nostre, troppo basse perché una città come Parigi che della cultura
ha fatto la sua bandiera…”
Assessore (minimizzando) La sua bandiera!
Sindaco (furente) La sua bandiera!
Assessore (minimizzando e rivolgendosi alla segretaria) Questi francesi, sempre sciovinisti.
Segretaria (che non capisce) Sciovi che?
Assessori Gasati, montati, superbi, pieni di boria.
Sindaco Silenzio, per favore! (riprende a leggere calcando le parole) “Perché una città
come Parigi che della cultura ha fatto la sua bandiera possa gemellarsi con la
vostra città”…
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Segretaria (ripetendo) Con la nostra città…
Sindaco (ripetendo) Con la nostra città…
Bibliotecario Così, se non aumentano i lettori…
Segretaria Niente gemellaggio con Parigi.
Bibliotecario (pensieroso) Accidenti, tutta colpa della biblioteca di Via col Vento. Anzi, colpa
dei ragazzi!
Segretaria Eh, no! La colpa è sua, caro signor bibliotecario, e anche dell’assessore alla cultura,
questo è chiaro!
Assessore (alzando le spalle) Uffa, quante storie. Possiamo sempre gemellarci con qualche
Altra città, no?
Sindaco Neanche a parlarne! O Parigi, o Parigi. Non accetto altre candidature! C’è in gioco il
Prestigio della nostra città! Piuttosto voi, datevi un po’ da fare per attirare i ragazzi
In biblioteca.
Bibliotecario (depresso) Ci abbiamo già provato…
Segretaria Con un metodo sbagliato…
Bibliotecario Proprio tutto abbiamo tentato…
Assessore Pensato, architettato…
Sindaco Ma non bene programmato…
Assessore Gli abbiamo regalato…
Bibliotecario Caramelle e cioccolato…
Sindaco Con un magro risultato…
Bibliotecario Un lavoro assai accurato…
Assessore Tutto documentato….
Bibliotecario Registrato, valutato…
Sindaco (ironico) E magari anche approvato!
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Assessore (convinto) Però l’impegno c’è stato!
Segretaria (rivolta al pubblico e allargando le braccia9 Ma cos’è che non ha funzionato’
Donna pulizie (parlando dal fondo della sala) Io lo so dove hanno sbagliato!
Tutti si girano verso di lei stupiti. Il sindaco lascia cadere l’incartamento che teneva ancora in mano. L’assessore e il bibliotecario si chinano contemporaneamente per raccoglierlo picchiando una sonora zuccata che li fa cascare a terra. La segretaria invece rimane bloccata a bocca aperta.
Sindaco Cosa ha detto lei?
Donna pulizie (andando vicino al sindaco) Ho detto che credo di sapere dove hanno sbagliato questi
due bravi signori qua. (indica l’assessore e il bibliotecario)
Sindaco (impaziente) E allora, avanti parli! Dica quello che pensa.
Segretaria (facendole coraggio) Avanti, signora Maria! Non sia timida adesso!
Assessore (rialzandosi ancora dolorante, con aria scettica) Sì, adesso sentiamo l’esperta!
Bibliotecario (grattandosi la testa) L’esperta, già, già. Sentiamo l’esperta!
Sindaco (deciso) Silenzio, ce l’avete un’idea sul da farsi’ Eh? (bibliotecario e assessore scuotono
la testa come due pupazzi sincronizzati)
Sindaco No, vero? Dunque sentiamo cosa ha da dire la signora. Prego, siamo tutti orecchi.
Donna pulizie Ecco, io credo che l’errore sia stato proprio questo vostro voler attirare a tutti i costi i
Ragazzi del quartiere in biblioteca. Avete fatto mille complimenti, li avete invitati,
avete scritto lettere ai genitori. Sbagliato, completamente sbagliato
Assessore (sorpreso) Sbagliato?
Bibliotecario Perché sbagliato?
Donna pulizie Come si vede che non conoscete i ragazzi del quartiere. Io invece sì che li conosco bene,
perché io vivo proprio nella casa rossa di Via col Vento. Sissignore. Ve lo dico io come
sono i ragazzi del quartiere! Senza pensieri e allegri, ma furbi come gatti randagi. E
sapete cosa avranno pensato di tutte le vostre moine?
Bibliotecario No, confesso che non lo so.
Assessore Neanch’io lo so.
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Donna pulizie Che erano una trappola, una trappola per incastrarli. Una trappola per convincerli a fare
qualcosa di estremamente, terribile, definitivamente noioso: leggere, appunto.
Bibliotecario (declamando come un poeta ispirato) Ma leggere non è noioso. Leggere è vivere! Leggere
è una splendida, magica, travolgente, straordinaria avventura!
Assessore Ben detto, caro cognato. Davvero ben detto. (lanciando un’occhiata di sfida alla donna
delle pulizie. Ha capito? Leggere è una straordinaria avventura!
Donna pulizie (senza scomporsi) Non dico mica di no. Anzi personalmente sono d’accordo con lei,
signor bibliotecario. Ma loro, i ragazzi voglio dire, ancora non lo sanno. Sanno però che
nelle trappole per topi ci si mette il formaggio. E credono che le vostre caramelle e i
vostri cioccolatini siano più o meno la stessa cosa: una trappola per incastrarli. Per
questo girano alla larga, è naturale!
Bibl. e Ass. Possibile?
Sindaco Non faccia caso a questi due, signora. Dica piuttosto, come ci consiglia di agire?
Donna pulizie (all’assessore e al bibliotecario) Posso?
Sindaco (fulminandoli con lo sguardo) può, vero?
Bib. e Ass. (alzando le braccia in segno di resa9 Può, può. Certo che può.
Donna pulizie Allora, sapete cosa ho fatto io quando i miei bambini non volevano mangiare la
Minestra?
Assessore (al bibliotecario) Cosa c’entra adesso la minestra, me lo spieghi? Non stavamo
Parlando di libri?
Bibliotecario Ssst! Sentiamo cos’ha da dire. La faccenda mi interessa. Neanche a me piaceva la
minestra, da ragazzo. (alla donna delle pulizie) Su, vada avanti, per piacere. Cosa
ha fatto, lei’
Donna pulizie (parlando molto lentamente) Ebbene…
Sindaco Ebbene?
Bibliotecario Ebbene?
Donna pulizie (suspence. Squadra tutti negli occhi) Ebbene: preparavo un bel minestrone fumante
lo mettevo in tavola e ne riempivo due piatti pieni, uno per me e uno per mio marito.
Ma a loro niente, neanche un mestolino. Gli dicevo che non era roba per bambini,
assolutamente no! Per loro c’erano gli hot dog e buon appetito. Poi facevo finta d’aver
qualcosa da sbrigare in salotto e andavo via.
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Assessore (confuso) E allora?
Bibliotecario Ma come! Possibile che non hai capito? I bambini andavano di nascosto a
mangiarsi la minestra. (alla donna delle pulizie) Dico bene? L’avrei fatto
anch’io, accidenti. Solo per il gusto di disobbedire.
Donna pulizie (al bibliotecario) Bravo. Lei ha già capito. La stessa cosa va fatta con i ragazzi
della biblioteca di Via Col Vento. Almeno…io farei così. E adesso, se volete
scusarmi….(riprende il lavoro interrotto)
Sindaco A me sembra una buona idea. Proviamo?
Bibliotecario Proviamo.
Assessore (distratto) A fare il minestrone?
Bibliotecario (sbuffando) Vieni con me, cognato, che te lo spiego io cosa dobbiamo fare.
Sindaco Signora segretaria, metta questa lettera nell’incartamento 87 bis.
Segretaria (riprende l’incartamento dalla statua che stava morendo dalla fatica, quasi
piegata a terra e tuta sudata) Va bene signore. Aggiorniamo la seduta a domani
sera.
Parte la musica, escono tutti. Cambiano le luci. La statua comincia a ballare e riprende la coreografia del cambio scena che predispone alla Scena seconda.
Scena seconda
LA PIAZZETTA
La scena si apre su una strada o su una piazzetta di periferia. Sul fondo un edificio moderno con una porta sbarrata. All’angolo c’è un vigile che fa la guardia. Sui muri dell’edificio sono appesi grossi cartelli sui quali c’è scritto in stampatello “VIETATO ENTRARE”. Una statua in mezzo alla piazza. E lo stesso attore che interpretava la statua nello studio del sindaco, ma ha un’altra posa.
All’improvviso sbuca un gruppo di ragazzi che corrono e uralno.
Davide (alzando le braccia in segno di vittoria) Primo! Ho vinto, ho vinto io!
Fabio Non vale, sei partito prima del via!
Davide (mostrando i pugni, con aggressività) Vuoi botte?
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Fabio Ma va a fa’ un bagno.
Davide Ehi tu, ciucciami il calzino.
Ale (si mette in mezzo e li separa) Dai, Davide, piantala! E tu, Fabio, lascialo perdere. E’ solo
un gioco, no?
Linda (si accorge per prima dei cartelli e li mostra agli altri) Ehi ragazzi, guardate qui. Ieri
Non c’erano, vero Cinzia?
Cinzia No, è la prima volta che li vado.
Ale(leggendo) “Vietato Entrare” Oh, bella questa! E perché?
Davide E io che ne so? Chiediamolo a Virgilio! (indica il vigile che fa finta di non vederli)
Fabio Dai Linda, chiediglielo tu!
Linda (con il suo miglior sorriso) Ciao Virgilio…
Virgilio Buongiorno Linda.
Linda (indicando la biblioteca) Cosa significano quei cartelli là?
Virgilio (scandendo bene le parole) Voglion dire che per un po’ entrar dentro non si può.
Ale (ridendo) Sentitelo, parla in rima!
Virgilio (seccato) Sì, mi va d’esser poeta, c’è qualcuno che lo vieta?
Tutti (impressionati) No, no, certo che no. Ci mancherebbe faccia pure.
Linda Per noi faccia pure, per carità! (indica la biblioteca) Ma cos’è sta novità?
(ai ragazzi) Capperi, ho parlato in rima anch’io. Che sia contagioso?
Fabio (ridendo) la terzina si cura con l’aspirina.
Cinzia La rima baciata con l’acqua ossigenata.
Ale L’ottonario, se non è ereditario…
Statua …meglio curarlo al giusto orario.
Tutti (ridono di gusto, fischiando e lanciandosi invettive a soggetto)
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Davide (ai ragazzi) Piantatela di fare casino! (poi al vigile) Insomma, la biblioteca è chiusa.
Virgilio Sì.
Davide E non si può entrare.
Virgilio No.
Davide E perché?
Virgilio Ordinanza comunale.
E di più non domar dare!
Davide E tu perché sei qui?
Virgilio (si mette sull’attenti. Anche la statua si mette sull’attenti, non vista)
Io son qui per arrestare…..quelli che cercano di entrare.
Davide Perbacco. Ma allora è una cosa seria! (rivolgendosi alla banda) Chissà cosa c’è sotto!
Ale (non sentito da Virgilio) All’erta ragazzi, abbiamo bisogno di maggiori informazioni..
Entra in scena Annunziata turista americana-sicula dall’accento divertente. Mischia inglese e parlata siciliana o napoletana.
Annunziata Schius me, whereis the centralparc?
Virgilio (Virgilio che non ha capito) Whot?
Annunziata U’ parco comunalo.
Virgilio Ah, i giardini pubblici.
Annunziata Yeah, this taun is very biutiful.
Virgilio (che non ha capito) Sì, lo vedo anch’io Beautiful, oggi c’è la 2340ma puntata.
Annunziata Biutiful, beddu, beddu.
Virgilio(che non ha capito) Ah!
Annunziata (attratta dal fisico possente di Virgilio) Iu are a men veri strong.
VirgilioCome?
Annunziata Veri strong.
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Virgilio (arrabbiato) Scemo?!? Ma è il modo di parlare? Lei come si permette?
(rivolgendosi ai ragazzi) Avete sentito’ mi ha detto che sono scemo!
Linda Ma no, che hai capito? Ha detto che hai un bel fisico, che sei forte. Sicuramente
Le piaci.
Virgilio (lusingato dalla osservazione della bella turista) Mi scusi, gentile signora, non
Avevo capito. Senta signora, sono molto felice di averla incontrata.
L’ accompagno io al central Park. Attenda solo un attimo.
(si rivolge ai ragazzi) Ma voi ricordatevi che io…(assunse una posa oratoria
Imitato dalla statua. Gridolini entusiasti di Annunziata, che si è innamorata
Del bel vigile)
Io sono il vigile Virgilio
Pronto e forte nel periglio
Chi fa il furbo io lo piglio
Poi lo sgrido, l’attorciglio
Con rigore e con cipiglio
Fosse pure anche mio figlio
State buoni, vi consiglio
Da lontani vi sorviglio
Fabio Vi sorviglio? vorrai dire “ vi sorveglio”!
Virgilio ( alzando le spalle sbuffando) Beh, è una licenza poetica, no? (si avvicina
a Annunziata e le strizza l’occhio, uscendo cerca di fare conoscenza con un
inglese stentato9 What your name?
Annunziata Annunziata Calogero, from San Diego Beach. (esce insieme a Virgilio che ha
Preso la sua bicicletta)
Tutti (ridono e scherzano sul vigile, a soggetto, fischi e lazzi, imitazioni varie di lui e
di lei languidamente a braccetto lungo la via)
Fabio Allora, Davide, se ne sono andati?
Davide Sembra proprio di sì.
Linda Certo che è un bel mistero, ieri non c’era niente e oggi tutto a un tratto…
Ale ….questi strani cartelli.
Davide Avete sentito Virgilio: “ordinanza comunale”.
Linda Cose da matti. Vietato entrare. Perché, ci sarà qualche pericolo?
Cinzia Sì, certamente.
Tutti Eh?!?!
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Linda Certo, a entrare in biblioteca c’è il pericolo…(suspance) di annoiarsi a morte.
Tutti (ridono)
Fabio E’ proprio vero.
Ale Comunque a me quei cartelli, con su scritto “Vietato Entrare) non piacciono
Neanche un po’.
David Hai ragione, danno proprio sui nervi.
Ale (alzando la voce) Anzi, dirò di più. A me fanno proprio venir voglia di…di
Entrare dentro, ecco!
Tutti (a soggetto) Anche a me, anche a me.
Fabio E allora?
Cinzia E allora entriamo.
Ale Certo, non c’è nemmeno da discuterne!
Linda (dubbiosa) Ma se ci fosse davvero qualche pericolo?
Ale esaltandosi) Meglio, no?
Entrano in scena Marta e Tito. Sono due amici per la pelle
Ale (ai compagni) Guarda che arriva la famiglia “Cuore”!
Marta (a Ale) Cretino! (a Tito) Non fargli caso, Tito, la sua è tutta invidia.
Tito Ciao, ragazzi, come vi butta?
Fabio Niente, si parlava di entrare in biblioteca.
Tito (gesticolando) Che cosa? Per caso vi si è rammollito il cervello?
(a Marta) Marta, hai sentito? Vogliono andare in biblioteca. Ma dico:
siete impazziti?
Linda (risentita) Guarda che ci andiamo mica a leggere, sai? Cin andiamo perché
È proibito! Non hai visto quei cartelli?
Tito (sollevato) Ah, ecco, meno male! (poi velocemente) Se è per fare una cosa
Che non si può fare, allora sono d’accordo. A me non piace fare le cose che si
possono fare. A me piace soltanto fare quelle cose che non si possono fare.
(pausa) Chiaro?
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Tutti tranne Marta (ironici) Limpido.
Cinzia Ma che ha detto?
Marta Che ci sta.
Cinzia (agli altri) Tito ci sta!
Tutti Ah, bene!
Davide (avvicinandosi alla biblioteca) e studiando meglio l’edificio)
Allora, ragazzi, da dove entriamo?
Linda La porta è chiusa!
Fabio Anche le finestre del piano terra sono chiuse!
Davide Cavoli! Neanche fosse il Pentagono!
Marta (che non ha capito, a Tito) Il penta..che?
Tito (dandosi importanza) Niente, niente, è roba americana. Comunque è un posto
molto protetto!
Marta Ah, ecco. Grazie Tito.
Tito (galante) Sempre ai suoi servizi, signorina.
Linda hi, voi due, cos’è questa? La duecentosessantesima puntata di….(una tele-
novela di moda). Venite qui e dateci qualche idea anche voi!
Marta (si avvicina, alza la testa, indica qualcosa con la mano)
Quella lì mi sembra una finestra aperta.
Tutti (a naso in su) e’ vero, è aperta!
Ale Ah sì. L’avevo già notata anch’io. Ma volevo lasciare a qualcun altro il piacere
Della scoperta.
Tutti Eh sì, già…sì,sì, ci crediamo…
Nessuno risponde, ma tutti compresa la Statua si girano a guardare Ale con aria di compatimento.
Linda E come ci si arriva fin lassù?
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Tito Proviamo a salire uno sulle spalle dell’altro. Forse così ce la possiamo fare.
Tutti (poco convinti9 Beh, proviamo.
Tentativo a soggetto dei ragazzi. Non riescono a salire, cascano a terra.
Davide Aspettatemi un secondo. (esce di scena)
Fabio (massaggiandosi il sedere) Ci vorrebbe proprio una scala, accidenti!
Ale Certo, una scala ci farebbe proprio comodo. Ma dove la troviamo’
Davide (rientrando trionfante con una scala. A soggetto si gira rischiando di colpire
In testa qualcuno. Tutti schivano la schivano abilmente)
Tutti (entusiasti) Una scala!
Davide E di chi è il merito?
Tutti Tuo!
Davide (soddisfatto e tirandosela un po’) Non sono un genio?
Tutti (convinti) Sei un mito!
Ale E guardate questa! (estrae una torcia elettrica)
Tutti Una pila.
Ale E allora ragazzi? (saluti e passaggi all’americana tra ragazzi. La statua imita.
Tutti (fuschi e applausi di approvazione a soggetto)
Linda (eccitata) E ora all’arrembaggio, miei prodi!
Accostano la scala alla biblioteca. Uno fa ilpalo a destra e uno a sinistra.
Fabio (di vedetta a un angolo) Allarme, Virgilio a poppa! Presto, fate sparire quella
Scala!
I ragazzi appoggiano a terra la scala in fretta e furia. Fingono di parlare di calcio litigando su Inter e Iuve. Le ragazzine estraggono foto di cantanti di turno e VIP. Parlano a soggetto, creando molta confusione.
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Virgilio (entrando fischiettando, passeggiando con aria sospettosa)
A quanto pare…son qui solo a chiacchierare!
Tutti (falsi) Sì, sì, proprio così.
Virgilio (rivolto al pubblico) Non prepara la brigata qualche brutta birbonata?
Tutti(falsi) No davvero, no sicuro.
Tito Stiamo bravi t’assicuro.
Virgilio E va bene , me ne vò
Ricordatevi, però…
Che son vigile Virgilio.
Tutti (in coro) Pronto e forte nel periglio
Chi fa il furbo io lo piglio
Poi lo striglio, l’attorciglio
Con rigore e con cipiglio…
Fosse pure anche mio figlio…
Virgilio (minaccioso col dito, imitato dalla statua)
State buoni, vi consiglio:
da lontano…
Tutti (insieme a Virgilio)…vi sorviglio! (risata generale)
Virgilio (al pubblico strizzando l’occhio) Ormai è fatta! (esce di scena fischiettando
allegramente)
Fabio (scrutando l’orizzonte) Se ne è andato! Finalmente!
Cinzia Mamma mia, che spavento!
Tito Forza adesso con quella scala. Sbrighiamoci prima che torni.
Ale Dai, muovetevi.
Cinzia Ho paura!
Fabio Imbranata, salta…
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Scena terza
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Parte la musica del cambio scena orchestrata dalla Statua. Mentre i ragazzi scalano, la scena gira e si apre sull’interno della biblioteca di Via Col Vento. Sul fondo si vedono alti scaffali stracolmi di libri, dai quali pendono cartelli con la scritta “VIETATO LEGGERE”
In un angolo c’è un tavolino, su cui sono appoggiati vari libri alla rinfusa e sopra di essi un altro cartello con la dicitura “VIETATO TOCCARE”. Nell’altro angolo, davanti agli scaffali, si trova un’altra grossa statua di gesso: è il Sindaco travestito, che è lì per controllare i ragazzi.
I sette ragazzi entrano nella biblioteca camminando in punta di piedi: sembrano sette Pantere Rosa in azione. Davanti a tutti c’è Ale con la torcia elettrica, che guida il gruppo, gli altri seguono in fila per due.
Ale (rivolto ai primi due) Ssssssst!
Tutti , a turno ripetono “Sssssst” a quelli che li seguono, anche gli ultimi due, che non hanno dietro nessuno.
Ale (rivolto al pubblico) Ssssst!
Tutti (rivolti al pubblico) Ssssst!
Poi i ragazzi riprendono a camminare, sempre in punta di piedi. Compiono tutto il giro del palco, finchè arrivano davanti alla statua di gesso.
Ale (sbattendo contro la statua) Aaaah!!
Tutti, tranne Linda (correndo verso l’uscita) Aaaaah!!
Linda (ironica) Ehi, razza di fifoni, dove andate? Non avete visto che questa è una statua?
Marta e Tito (balbettando) una statua?
Fabio (tremando)…sicura che è…che è proprio una…una statua?
Linda Ma certo . cosa vuoi che sia’
Ale (dubbioso)…hai guardato bene’ potrebbe essere un…ehm..ehm…fantasma!
Linda Un fantasma? Guarda un po’ cosa c’è scritto qua sotto…(legge) Zenobio Timoteo
Chivalà, benefattore e cittadino esemplare, le cui virtù preclare…bla bla bla”, caro
Il mio cuor di leone?
Ale (bluffando) Ah!ah!ah! ma certo che ho capito…..l’ho capito subito, io! L’ho fatto
apposta a spaventarmi, per vedere chi era tanto idiota da abboccare!!
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Tutti(sbuffando in coro) Ma va là!! Smettila di raccontare palle!
Ale (indispettito) Così non mi credete, eh?
Tutti NO!
Ale (ridendo) E fate bene!! Guardate sto ancora tremando…
Tutti ridono. Poi si mettono a osservare la biblioteca con maggiore attenzione.
Davide (indicando i cartelli) Avete visto? Divieti anche qua. Ma è proprio una mania!
Tito A meno che…
Cinzia A meno cosa?
Tito A meno che qui ci sia nascosto qualcosa di grosso. Che so: documenti che
scottano, piani segreti, prove di complotti. Non vedete i film di spionaggio,
voialtri?
Marta (estasiata) Ooh, tito, quante cose sai, tu! E come parli bene…vero ragazzi?
Tutti si mettono a fischiettare per non rispondere
Fabio Ssssst! Mi sembra do aver sentito rumori…
Cinzia Sì, è vero. Sento dei passi…chi sarà?
Tito (preoccupato) Forse sono gli agenti dell’Interpol che vengono ad
Arrestarci…Aiuto!!! Voglio il mio avvocato!
Fabio State calmi. Nascondiamoci, in fretta. E che nessuno fiati.
Mentre tutti si abbracciano spaventati, compare in scena la Donna delle pulizie.
Donna pulizie (che sta cercando il suo scovolino o la scopa o lo straccio)
Ah, ecco qua dove l’avevo messo. Maledizione alla mia distrazione.
(esce)
Dopo qualche secondo ricompaiono i ragazzi, furtivi e spaventati.
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Tito Maledizione, bisogna stare attenti. Ci può capitare di tutto!
Marta Io ho un po’ paura. Voglio andarmene.
Tito (rassicurandola) Non ti preoccupare, ci sono qua io.
Davide La piantiamo? Non perdiamo tempo. Quindi basta con le chiacchiere.
Questo è il momento di agire. Ora ficcheremo i nostri curiosissimi nasi
dentro quei vitatissimi libri. Non è vero ragazzi?
Ale (prendendo subito un libro e sfogliandolo, mentre tutti seguono il suo
esempio) Cavoli, come sono emozionato! E’ la prima volta che prendo
in mano un libro di lettura! Se mi vedesse la mia professoressa di italiano.
Tito E se mi vedesse la mia maestra!
Marta O la mia…
Linda ….penserebbero a un miracolo!
Cinzia …oppure a una allucinazione! A un miraggio!
Fabio Sono sicuro che si sentirebbero male!
Marta Forse potrebbe anche morire…aaaah (simula un attacco di cuore, e si distende
A terra fingendosi morta).
Davide (fingendo di piangere e guardando verso Marta, sempre a terra)
Povera maestra! Il suo cuore non ha retto a una gioia così grande. Vedere i
suoi alunni, e proprio quelli più svogliati, con un libro in mano!
Linda In fondo è morta contenta (rivolta verso gli altri e verso il pubblico, con
enfasi e piglio da oratore) Per tutta la vita questa donna intrepida e tenace
ha inseguito un sogno, un solo, grande, magnifico sogno. Fare dei suoi alunni
degli appassionati lettori. Per questo sogno era disposta a tutto, anche allo
estremo sacrificio. E come gli eroi ella è morta sul campo, guidando l’ultimo
assalto vittorioso: l’assalto alla biblioteca. Onore e gloria alla valorosa maestra!
Tutti (ridono e applaudono) Brava! Bene! Bis!
FINE PRIMO ATTO
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SECONDO ATTO
Scena quarta
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Il secondo atto ricomincia dal punto in cui era terminato il primo atto.
Linda …Per questo sogno la maestra era disposta a tutto, anche all’estremo sacrificio. E come
Gli eroi ella è morta sul campo, guidando l’ultimo assalto vittorioso. L’assalto alla bibliote
ca. onore e gloria alla valorosa maestra!
Tutti ( ridono e applaudono9 Brava! Bene! Bis!
Ale Bis? Ma che, siete matti? E state un po’ in silenzio, prima che qualcuno si accorga che
siamo qui. Il caso è serio e dobbiamo prendere tutte le precauzioni.
Tito Sì, ottima idea.
Fabio Presto muoviamoci, prima che sia troppo tardi.
Spengono le luci. Atmosfera raccolta, inizia l’operazione spionaggio.
Davide Da dove cominciamo ragazzi? Qui tutto è molto sospetto.
Marta Io direi che potremmo incominciare da quello scaffale. Che ne dite?
Rumore di chiave che gira nella toppa.
Ale Occhio ragazzi, arriva qualcuno.
Cinzia Io ho paura!
Fabio Silenzio, nascondiamoci e che nessuno fiati.
Si nascondono silenziosi dietro gli scaffali mentre entra il vigile Virginio con una grossa pila.
Virgilio Chi ha come me gli occhi di lince
scopre subito cosa non lo convince:
la biblioteca ha un aspetto
che a dir poco è molto sospetto.
Che qualcuno si nasconda
mentre fuori faccio la ronda?
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(finge di guardarsi in giro e di non trovare nessuno9
Qui i segreti sono troppo importanti,
stiamo all’erta contro i furfanti.
(strizza l’occhio al pubblico ed esce chiudendo la porta a chiave)
I ragazzi lentamente e con fare circospetto escono dai loro nascondigli.
Davide Avete sentito? Qui c’è sotto qualcosa che scotta!
Cinzia Io voglio andarmene. E’ troppo rischioso.
Fabio Sei sempre a piagnucolare. Piantala, è venuto il momento di agire.
Tito Adesso ognuno prenderà un libro a caso.
Linda Diamo inizio alle indagini.
Ale Ehi ragazzi state un po’ a sentire! (leggendo un libro). Era il lontano giugno 1878,
John Brian, famoso antiquario di Londra, veniva in Italia ogni anno per lavoro, a caccia
di pezzi rari.
Quell’anno era venuto per comprare la “Pendola del destino, oggetto di grandissimo
valore. E, per la prima volta, era venuto in Italia con tutta la sua famiglia, per una
breve vacanza. C’erano tutti: John Brian l’antiquario, sua moglie, Andrew, il figlio
maggiore che compiva in quel giorno i suoi 12 anni, e Sarha, la sua sorellina minore.
Cambiano le luci e vanni sulla scena.
Scena quinta
Il libro dell’orrore
Andrew Sarah, piantala, non sarai certo tu a rovinarmi il compleanno!
Sarah (sulla bici nuova di Andrew) Prendimi se ci riesci…
Andrew Sarah, la smetti di girare intorno? Si o no?
Sarah (cade con la bici) Aaaaaah!
Andrew Maledizione, sei la solita imbranata. Guarda mi hai rovinato la bicicletta nuova!
Sarah (ironica , scherzandolo9 Davvero? E dove?
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Andrew Ora ti faccio vedere io una stampa sul muso.
Sarah Oh, che paura…(e gli dà uno schiaffo)
Andrew (si ribella e litigano)
Mamma (entrando) Ragazzi, smettetela! Sapete benissimo che il papà ha appena acquistato
Una pendola di grande valore. Il conte Ramponi, che l’ha venduta, dice che i suoi avi
la chiamano “la pendola del destino”. E’ una pendola stupenda, con un solo difetto
nel meccanismo degli anni. Desidero che non ci giochiate intorno. E guai a voi se la
rompete. Ci siamo intesi?
Andrew e Sarah (insieme) Sì, mamma.
Mamma (comparendo) Forza allora, a letto, che è già ora di dormire (esce con Sarah)
Andrew (raccoglie la bici)Arrivo subito. (appoggia la bici e rompe una lancetta alla pendola)
Rompo le lancette, così domani potrò incolpare Sarah.(sbadiglia) Aaaah, che sonno…
Le luci si spengono e si riaccendono immediatamente.
Andrew (sbadiglio) Mmmmm, che sonno. Maledizione, mi sono svegliato male, come ieri. Mi
sembra di rivivere la stessa giornata, che strano…
Sarah (entra con la bici nuova di Andrew)
Andrew Sarah, piantala di usare la mia bici!
Sarah Prendimi se ci riesci.
Andrew Sarah, la smetti di girare intorno? Sì o no?
Sarah (cade con la bici nello stesso modo del giorno prima)
Aaaaah!
Andrew (pensando) Non è possibile! Sto rivivendo le stesse situazioni di ieri…come se
Il tempo si fosse fermato di colpo. Che strano!
Musica mostruosa, cambio di luci, appare un terribile mostro, vorace, sporco di sangue, ripugnante, con lunghe unghie e denti aguzzi sporchi di sangue, che lancia un grido sovrumano, spaventoso, proveniente dalle tenebre più oscure, che fa rabbrividire Andrew.
Mostro (con voce falsata9 Andrew, per te è la fine!
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Andrew (spaventato) Ma chi sei?
Mostro Sono il mostro del tempo, e sono venuto per distruggerti!
Andrew Cavolo, sono nei pasticci. Questo mi vuole ammazzare.
Mostro (rivolto a Andrew) Che dici? Ti strappo prima il cuore, oppure preferisci che ti
srotoli l’intestino per giocarci a saltare la corda?
Andrew (impavido, difendendosi) Questo è tutto da vedere!
Mostro Io sono il tuo peggior incubo, proveniente dalle tenebre più profonde e
misteriose. Se vuoi che il tempo ricominci a scorrere mi devi battere, e devi
farlo ora. O mai più. Solo se vincerai potrai vivere ancora!
Andrew Non mi fai paura. Dimmi le condizioni.
Mostro Se vinco io è la fine, per te e l’universo. Se vinci tu ricomincerai a vivere, a
partire dalla festa del tuo dodicesimo compleanno!
Andrew Ci riuscirò, non ti preoccupare mostriciattolo!
Mostro Non ti illudere, microbo, sei un parassita che non merita di continuare a vivere.
(lancia un urlo spaventoso, cerca di prendere Andrew che sfugge e lo fa cadere a
terra) Ohi, ohi, ohi!
Donna pulizie (che passa nella scena) Scusate, ma è venuta l’ora di pulire. Cos’è questa pendola?
Non l’ho mai vista! Come è vecchia, ed è anche rotta. Guarda, non ha nemmeno le
lancette: è ferma!
Andrew (approfitta del contrattempo del mostro) Ma certo! La pendola! Perché non ci ho
Pensato prima. Senza le lancette si è fermato il tempo e per qualche strano sorti-
legio ha richiamato il mostro del tempo. Devo aggiustarla prima che il mostro si
risvegli! (urla) Banzai!!! (si lancia sulla pendola per ripararla)
Mostro (ha un sussulto, e urla) Ti svertebro! Aaaah! (morte del mostro)
Silenzio innaturale, poi uccellini che cantano. Andrew, rientra, è mattina e si sta svegliando.
Andrew Mmmmmm! Che sonno e che bella giornata!
Mamma Buon giorno andrew, e buon compleanno. (lo bacia)
Andrew Grazie, mamma.
Mamma Guarda il regalo per il tuo compleanno!
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Andrew Una bici nuova! Grazie, l’aspettavo tanto! Ma dov’è Sarah?
Mamma Sarah’ e chi è’ una tua nuova amica di Roma che hai invitato alla festa di
compleanno?
Andrew Sarah, ho detto!
Mamma Sarah? E chi è?
Andrew (incredulo) Come, chi è? Sarah, mia sorella, no!
Mamma Ma che hai caro? Tu non hai sorelle, sei figlio unico! Mi sembri strano.
Non stai bene, forse?
AndrewMa che sta accadendo? E’ sparita mia sorella Sarah? Ma com’ è possibile?
(una pausa, poi di colpo9 Un momento: la pendola! (la controlla velocemente)
Ecco, lo sapevo, è questo il difetto! Manca l’anno in cui è nata Sarah!
Scena sesta
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Cambia la scena e torna sui ragazzi in biblioteca.
Ale Allora, che ne dite’
Cinzia E’ stato veramente terribile. Che paura!
Fabio Sei sempre la solita piagnona.
Davide Certo che è stato veramente interessante. Potesse capitare anche a me la
stessa cosa con mia sorella!
Linda Sei il solito cretino maschilista.
Ale Piantatela ragazzi. E tu, Marta, che hai trovato?
Marta Ascoltate questo ragazzi. (leggendo) Sono trascorsi 84 anni e ancora sento
l’odore della vernice fresca. I servizi di porcellana non erano mai stati usati,
nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola.
Il Titanic era chiamato la nave dei sogni,…e lo era…lo era davvero.
Sulla nave conobbi Jack.
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Scena settima
Il librosul Titanic
Sirena della nave: è la partenza.
Jack (illuminato per la prima volta da uno spot; grida dal parapetto della nave)
Sono il re del mondo!
Rose (illuminata per la prima volta) Senza rendermene conto mi innamorai di lui.
Ma non volevo ammetterlo a me stessa.
Jack (si avvicina a Rose) Rose, lascia la cena. Lascia quella gente noiosa e piena
Di soldi, ma senza vita. Non è gente per te! Vieni con me.
Rose Jack, non è possibile. Non posso. Siamo troppo diversi.
Jack Devo parlarti!
Rose No, Jack, no, Jack, sono fidanzata, sto per sposare Cal.…amo amo Cal!
Jack, io….
Jack No, no. Lascia che mi spieghi. Non sono un idiota, so come funziona il
Mondo, ho solo dieci dollari in tasca, on ho niente da offrirti e questo
lo so! Lo capisco! Sono diverso da Cal, dai tuoi amici. Non capisci che ti
tengono in trappola, Rose, e morirai se non ti liberi?
Rose Non spetta a te salvarmi, Jack. Adesso torno dentro a mangiare al ristorante.
Lasciami in pace! (fa per entrare, ma si blocca pensierosa. Un attimo di pausa,
poi si volta, adagio) Jack, ho cambiato idea. Mi hanno detto che…
Jack Sssst! Dammi lamano. (la porta al parapetto) Adesso chiudi gli occhi, forza…
e adesso vieni, su…ora aggrappati alla ringhiera, tieni gli occhi chiusi e non
sbirciare.
Rose Non sbircio.
Jack Adesso Sali sulla ringhiera, reggiti, reggiti, tieni gli occhi chiusi. Ti fidi di me?
Rose Mi fido di te.
Jack Va bene…apri gli occhi.
Rose Sto volando, Jack!!!
25
Jack Ti amo Rose…
Jack Anch’io Jack. (sta per baciare Jack)
Donna pulizie (entrando) Scusate, devo proprio pulire il parapetto. Sempre a me i lavori
Più pesanti, anche sul ponte di questa lurida nave…
Jack Maledizione, ma chi è questa qui?
Musica e cambio di luci
Marta (leggendo) Quella fu l’ultima volta che il Titanic vide la luce del giorno, difatti
la sera stessa sarebbe avvenuta la tragedia! Uomini, donne e bambini persero la
in quelle acque gelide, mentre ancora cercavano la salvezza.
Tutti corono provocando il caos, gridando disperatamente su una musica di tempesta nel dramma assoluto, fino a che il Titanic affonda.
Rose Sto gelando!
Jack Ci vorranno un paio di minuti per organizzare le barche e poi verranno a
prenderci .io ho intenzione di scrivere una vibrante lettera alla White Stars,
riguardo all’accaduto.
Rose Ti amo Jack.
Jack Non farlo, non dire addio, non ancora, mi hai capito?
Rose Io ho tanto freddo.
Jack Senti, Rose, tu te la caverai, andrai avanti con la tua vita e avrai molti bambini,
li aiuterai a crescere. Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto,
non qui, non stanotte, non così. Sono stato chiaro?
Rose Non sento più il mio corpo.
Jack Vincere quel biglietto, Rose, è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata:
mi hai portata a te e io me ne sono grato, Rose, me ne sono grato. Devi farmi
quest’onore, devi promettermi che sopravvivrai, che non ti arrenderai,
qualunque cosa accada, per quanto grave sia la situazione. Promettimelo
adesso, Rose, e non dimenticare mai questa promessa.
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Rose Lo prometto.
Jack Non la dimenticare mai.
Rose Non la dimenticherò, Jack. Non la dimenticherò mai!
Scena ottava
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Si abbassano le luci e tornano sulla scena dei ragazzi. Musica triste di sottofondo.
Marta 1500 persone finirono in mare quando il Titanic sparì sotto i nostri piedi. C’erano
20 scialuppe nelle vicinanze, solo una di loro tornò indietro, una! Sei persone
furono salvate dall’acqua, una di queste ero io. Sei su 1500!!! In seguito le 700
persone sulle scialuppe non poterono fare altro che aspettare: aspettare di
morire, aspettare di vivere, aspettare un perdono che non sarebbe mai arrivato.
Cinzia Commovente, ho ancora le lacrime agli occhi.
Marta Veramente romantico. Anch’io voglio conoscere uno come Jack.
FabioSì, Jack lo squartatore!
Marta Sei il solito cretino!
Davide Che palle, le solite storie per donnicciole.
Linda Ma piantala, tu. Ti ho visto che piangevi di nascosto, e ti sei soffiato il naso
10 volte!
Tito A me sembrava che Jack assomigliasse un po’ a qualcuno!
Marta Ma no, sarà solo l’impressione!
Tito Eppure aveva qualcosa di silile al vigile Virgilio!
Ale Certo che questo posto comincia a entusiasmarmi. Possiamo vivere 100
avventure solo con la fantasia, senza neanche muoverci.
Sindaco (che è stato immobile fino allora) Etciù!
Ale Avete sentito anche voi?
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Cinzia Sì, io sì, è meglio che ce ne andiamo!
Tito Calma, baby.
Ale Eppure qualcosa si è mosso in questa stanza. Qualcosa non mi convince.
Sindaco (ancora) Etciù!
Ale Avete sentito o siete sordi?
Davide E’ la vostra fantasia. Chi volete che ci sia qua dentro?
Fabio Stiamo all’occhio, raga.
Linda Basta chiacchiere, fifoni! Questa sì che è una storia con la maiuscola!
Questa sì che è da sballo! Un grande giallo. (leggendo) Siamo sul luogo
del delitto. Sedici anni dopo la morte del signor Amyas viene riaperto il
caso del suo omicidio. La signora Fletcher ha radunato tutti i sospetti sul
luogo del delitto…
Scena nona
IL LIBRO GIALLO
Cambio di luci, sono tutti sul luogo del delitto.
Fletcher Ricordo a tutti che siamo qui per tentare di ricostruire il delitto del
Signor Amyas. (luci su Amyas) Sedici anni fa era stata accusata sua moglie,
la signora Carol (luci su Carol), che si è spenta da poco in carcere. Eppure c’è
qualcosa che non mi convince…
Elsa (la ragazza che Amyas dipingeva quando è morto avvelenato)
Vuol dire che lei ci ha fatti venire con l’idea che uno di noi potrebbe essere
l’assassino’ e’ una azione stupida e offensiva.
Paolo (il giardiniere di casa Amyas) Se il signor Amyas non si è suicidato e sua moglie
Non l’ha ucciso, l’assassino deve essere per forza uno di noi.
Fletcher Elementare. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di ricostruire i fatti!
Il signor Amyas viveva in questa casa con la moglie Carol. Faceva il pittore, e
aveva sempre in casa qualche modella, di cui regolarmente si innamorava. Nel
giorno del delitto era presente in casa la signorina Elsa (la indica) che stava
posando per un quadro. Quel giorno in casa c’erano altre tre persone, oltre alla
moglie: la figlia del signor Amyas, la qui presente signora Carla (la indica) che
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allora aveva 13 anni. Il signor Franco maggiordomo in casa Amyas (lo indica)
E il signor Paolo (lo indica) giardiniere di casa.
Ricordo a tutti che il signor Amyas è stato avvelenato con del cianuro. E che
Sulla bocchetta del cianuro c’erano le tracce della signora Carol, sua moglie,
che è stata accusata e condannata. Signor Paolo, ricordi la sua testimonianza
al processo!
PaoloDunque, io ero il giardiniere. Era estate e le finestre erano aperte. Ho potuto
ho potuto sentire tutto quello che si dicevano marito e moglie.
Fash-back nella casa
AmyasCaroline, avrei preferito non parlarne, ma Elsa non riuscita a stare zitta.
Carol Vuoi evitare le scenate prima di aver finito il quadro, vero?
AmyasGrazi a Dio tu le cose le capisci.
Carol Sì, io le cose le capisco ma non pensare che le accetti. Vuoi davvero sposare
Elsa?
AmyasSono innamorato di Elsa. Non posso rinunciare a lei. Me ne andrò con lei.
L’aiuterò a fare le valige e la seguirò, dovunque vorrà andare.
Carol Fa come vuoi. Ti ho avvertito.
Amyas Che significa?
Carol Maledetti, tu e le tue donne! Non meritate di stare al mondo.
Amyas (con tono di biasimo) Caroline.
Carol Credi che non lo pensi davvero? Sei troppo crudele, troppo.
AmyasCaroline!
Ritorno alla scena principale.
Fletcher Voglio far notare che quella conversazione avrebbe anche potuto essere
Diversa.
Paolo Io l’ho riferita esattamente come la ricordavo, ma sono passati sedici anni..
Fletcher Una ragione in più per dubitarne…
29
Paolo Pensa dunque che abbia detto il falso?
Fletcher non in particolare. A lei ora signor Franco, ex cameriere in casa
Amyas. Ci dica cosa ricorda!
Franco Io ci tengo a confermare subito quello che ho detto al processo.
Non ho testimoni ma giuro solennemente che ho visto la signora
Carol, la moglie del signor Amyas, cancellare le impronte dalla
Bottiglia di birra.
Fletcher Ecco il punto! Le tracce del veleno erano nel bicchiere da cui ha bevuto
Amyas e non nella bottiglia di birra! Dunque Carol credeva che il veleno
Fosse nella bottiglia e per questo ha cancellato le impronte. Se fosse
Stata lei ad avvelenare suo marito avrebbe saputo che il veleno era nel
Bicchiere!
Franco E’ vero!
Paolo (pensieroso) Già…
Fletcher Ora sappiamo che la signora Carol cercava di nascondere qualcosa
Quando ha tolto le impronte dalla bottiglia. Lei sa che cosa poteva
Nascondere sua madre, signora Carla?
Carla Io?
Sì, lei. Non era forse la figlia prediletta?
Carla (ammettendo a testa bassa) Sì, è vero.
Fletcher Non ha niente da aggiungere?
Carla Io, beh…, insomma, avevo già tirato brutti scherzi a mio padre. Volevo
vendicarmi perché mi aveva mandato in collegio. Una volta avevo già
alterato la birra per fargli dispetto!
Fletcher Certamente sua madre se n’è ricordata quando ha trovato suo marito con
la bottiglia e il bicchiere vicino.
Carla Non penserà che abbia ucciso mio padre’
Fletcher Forse per sbaglio; come uno dei soliti dispetti, per un errore di dose che si è
trasformato in tragedia.
Elsa Ecco l’assassina!
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Carla (guardandosi intorno, spaventata) Ma non diciamo assurdità! Non penserete
che sia vero!
Fletcher (qualche secondo di silenzio in cui guarda tutti i presenti) No, non ci penso:
sarebbe troppo facile. Ma sicuramente sua madre lo ha pensato; che fosse
uno dei suoi soliti scherzi, trasformato per sbaglio in tragedia. Il marito ormai
era morto, e lei non ha pensato ad altro che salvare la sua figlia preferita,
cancellando le tracce del delitto.
Elsa No! Ma allora…. non c’è altra soluzione!
Fletcher Io credo che ci sia, invece. Penso che la conversazione che abbiamo ascoltato
dal signor Paolo potrebbe essersi svolta in un altro modo. Per esempio così:
Ancora flasc-bask.
Amyas Ti ho già detto che preferisco non parlarne.
Carol Vuoi evitare le scenate prima di avere finito il quadro, vero? Io ti conosco! Ti stai
Comportando molto male. Quella ragazza farà la fine delle altre, non sei più
Innamorato di lei, la tieni qui solo perché vuoi finire il quadro.
Amyas E’ l’unica cosa che m’importa.
Carol Dovrebbe importarti anche di lei.
Amyas Le passerà.
Carol Devi dirglielo subito. Oggi. Non puoi continuare così, sei crudele.
Amyas D’accordo, la inviterò a fare le valige. Ma il ritratto…
Amyas Maledetto ritratto! Maledetti tu e le tue donne! Non meritate di stare
al mondo.
Amyas (con toni di biasimo) Caroline…
Carol Credi che non lo pensi davvero? Sei troppo crudele, troppo!
Amyas Caroline!
Ritorno alla scena.
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Fletcher Ecco cosa si sono detti, quel giorno, Amyas e Carol. La signora Carol ha chiesto
pietà, ma non per se stessa, per la ragazza che Amyas usava come modella.
E il signor Amyas non ha detto: “l’aiuterò a fare le valige”, bensì: “l’inviterò a
fare le valige”. Una frase che certamente Amyas aveva già pronunciato per
altre, ma questa volta si trattava di lei, Elsa, e la sua reazione è stata terribile.
Lei ha trovato il cianuro e, quando Amyas le ha chiesto la birra, gliel’ha messo
nel bicchiere. In posa per il ritratto, lo ha guardato bere. L’ha visto provare le
prime fitte, l’irrigidimento degli arti, la lenta paralisi. Seduta di fronte a lui, ha
assistito alla sua morte. Confessi, Elsa!
Elsa (finalmente confessa. Grida, dispera rata) Meritava di morire! E’ la sola
punizione che ci voleva per lui! (piange) Si è preso gioco di me, e di tante altre
ragazze prima di me, e chissà di quante altre dopo. Non potevo sopportarlo
oltre….
Fletcher Non ci sono più dubbi. Signor Franco, chiami la polizia, per favore.
Scena decima
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Torna la scena sui ragazzi in biblioteca
Linda Allora, che ve ne pare?
Ale Grande, un vero giallo!
Cinzia Io ho avuto paura!
Fabio Sei sempre la solita!
Tito Invece il maggiordomo mi ricordava qualcuno, ma non mi viene in mente chi…
Ale Forse Virgilio?
Tito Ah, è vero, proprio lui!
Davide Avete troppa fantasia, state a sentire questa. (legge un altro libro) Per parecchi
anni sull’isola non si era sentita alcuna voce umana! Adesso sembrava comple-
tamente deserta. Ma era solo un’apparenza perché almeno due galeoni
avevano fatto naufragio in punti differenti. E quella che si sentiva era una voce
particolare. Sembrava quasi inumana. Anzi, non lo era affatto!
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Scena undicesima
IL LIBRO D’AVVENTURA: L’ISOLA DEL TESORO
Cambio di luci, rumori di foresta tropicale
Pj (pappagallo parlante, un po’ ubriaco, appollaiato su un trespolo)
Ehi, merluzzo di un capitano! Già hai una gamba ricavata da un pino nano,
l’unico occhio che ti è rimasto funziona a intermittenza, hai una barba che
potrei farci il nido, in più ti vengono in mente idee malsane, come quella di fare
una crociera su quest’isola deserta!
Capitano (tipico bucaniere. Occhio bendato, gamba di legno, barba incolta, stampella per
camminare) Chiudi il becco, pennutaccio della malora! E ricordati che il mio
stomaco funziona ancora benissimo e un giorno o l’altro ti faccio rosolare in
padella! E poi non sono un merluzzo. Sono Stokkafis, il capitano Stokkafis!
Mozzo (un po’ imbecille, entra di corsa, ansimando e tenendo in mano una vanga)
Capitano! Capitano! Ma sul depliant della crociera non c’era scritto che
avremmo dovuto fare anche giardinaggio!
Capitano Oh, santa Caravella Vergine! Ma sono proprio circondato da imbecilli!
Ve lo ripeto per l’ultima volta: non siamo venuti su questa maledetta isola
Deserta, che ora non è più deserta, per fare una crociera o per piantare
Margherite! Asini, non l’avete ancora capito? Stiamo cercando un tesoro!
Mozzo Un tesoro?
Pj (rivolto al pubblico) Lo sapevo che il mio padrone si è sciroppato il cervello!
Mozzo Ah beh, se è così, va bene. Allora scaviamo? Sì, ma dove scaviamo? Scusi.
Signor capitano, ma dove lo troviamo un tesoro su un isola così grande?
Capitano Don’twhorry! (estrae una mappa enorme, grande come un lenzuolo) Ecco,
miei prodi. Questo è il grande segreto del Capitano Stokkafis: grazie a questa
mappa del Touring Club, trovare il tesoro sarà un gioco da ragazzi!
Guardano tutti la mappa che è abbastanza grande da coprirli tutti e tre.
Capitano Ecco, noi siamo qui, e il tesoro si trova esattamente qui.
Pj (tira fuori la testa dalla mappa e si rivolge al pubblico) Siamo proprio messi
Bene. Il nostro capitano sta guardando la mappa al contrario! (gira la mappa
Al capitano) Ehi merluzzo! Il nord sta in alto! Occhio di triglia lessa, noi non
Siamo in mezzo all’oceano! E infine, faccia di tonno, il tesoro si trova esattamente..
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Capitano (interrompendolo e tappandogli il becco9 Ssssst! OK,OK, hai ragione, ma non
Gridare. Non vorrei che qualcuno ci sentisse!
Mozzo (protestando) Capitano! Capitano! Il depliant dell’agenzia viaggi parlava di una
breve sosta sull’isola Deserta, con presentazione degli ultimi prodotti sponsorizzati
dalla rivista “Mozzi e ramazze”!
Capitano (arrabbiato) Che diavolo stai farneticando? (rivolto al pappagallo) Hei, Pj, ma dove
Diavolo hai scovato questa mezza tacca?
Pj No ci posso fare niente! Ormai è quasi impossibile trovare gente disposta a salire
sulla vostra bagnarola per viaggiare attraverso i sette mari con quello schifo di paga
che date! Ho dovuto arrangiarmi con un po’ di pubblicità!
Capitano Va bene, va bene. Ma adesso muoviamoci. Basta con le ciance! In marcia!
(consulta la mappa)
Mozzo (tocca una spalla al capitano) Capitano! Capitano! Mi è sembrato di sentire degli
strani rumori!
Capitano Devi smetterla di bere whisky a colazione! Il dottore ha detto latte e marmellata.
Hai capito?
Pj (toccandogli l’altra spalla, spaventatissimo) Capo! Capo! Anch’io ho sentito dei
rumori sospetti!
Capitano (spostando la mappa scocciato) La piantate di rompermi le scatole? Non vedete
Che sto lavorando? Siete i soliti piscioni!
Rumore spaventoso dietro le quinte. I tre si fermano spaventati e guardano oltre le quinte. Silenzio per un momento e poi altro tumore di vetri rotti.
Capitano, Pj, Mozzo (a soggetto) Aiuto! Aaaaah! Scappiamo!
Scappano come presi dal panico, in direzioni diverse, scoordinati e comici, cadono, si rialzano, staccano la gamba di legno al capitano. Attimo di silenzio irreale, entra Donna delle pulizie con un spolverino, facendo finta di spolverare.
Donna pulizie Polvere, polvere, sempre polvere! anche in un’isola deserta è pieno di polvere!
Scena dodicesima
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
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Cambio di scena, si torna in biblioteca. I ragazzi ridono divertiti.
Davide Non sapevo che i libri facessero anche ridere.
Fabio Neanch’io…a scuola si leggono delle cose così noiose! Ma qui, ragazzi,
è uno spasso per davvero!
Ale Perché non ci veniamo tutti i giorni?
Cinzia Io ci sto!
Linda Io pure!
Tutti (con grande entusiasmo) Anch’io, anch’io!
Marta (rivolgendosi agli altri) Silenzio!!
Tutti (rivolti al pubblico) Ssssssst!!
I ragazzi aprono ciascuno un libro, si mettono comodi dove meglio credono e cominciano a leggere. A questo punto la statua si muove e si porta al centro del palcoscenico. Mentre parla, si toglierà un po’ alla volta il suo travestimento così svelando la sua identità.
Sindaco (declamando) Guarda qui che risultato!
Il sistema ha funzionato…
Ora a questi la lettura
non farà mai più paura! (lancia in aria il cappello a bombetta)
Sfoglian libri a cento, a mille!
Su, stupitevi, mie pupille!
Quella donna fu ben cestra,
nel parlar della minestra…(butta via la parrucca e i baffi finti)
E a veder la conclusione
Devo dir che avea ragione.
Che successo!!! son sincero:
son contento per davvero! (si toglie il mantello)
E non è per il miraggio
Del famoso gemellaggio.
Con Parigi, sacripante!
Non è poi così importante!
E nemmeno mi prospetto
di essere rieletto.
A veder questi ragazzi
che ora leggon come pazzi,
son contento: questo è il succo.
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Non c’è inganno e non c’è trucco!
Anzi…adesso vi saluto
E mi siedo zitto e muto.
La lettura gente mia
è una vera malattia.
È intrigante, un po’ curiosa,
è perfino contagiosa…(prende un libro dal tavolo)
C’è una storia che mi aspetta:
non vi posso dar più retta.
Si siede in mezzo ai ragazzi e comincia a leggere anche lui. Entrano allora in scena il bibliotecario e l’assessore alla cultura. Si guardano un po’ in giro, fanno un saluto al sindaco che non li nota nemmeno, tanto è assorto nella lettura. Allora i due vanno nel proscenio, camminando in punta di piedi e rivolgendosi al pubblico.
Bibliotecario La commedia è terminata.
Salutiamo la brigata…(saluta)
Buona serata, gente mia!
Chi è già stanco può andar via…
Assessore Ma chi vuol restare qua,
trova libri in quantità!
Bibliotecario E se qualcuno non ama la strada maestra…
Assessore (entusiasta) passi pure anche lui dalla finestra!!!
Tutti i lettori Ssssssst
Coreografia finale
F I N E