Baccalà, oliva e cappero

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Baccalà, Oliva e Cappero

di Eva De Rosa e Massimo Canzano

posizione Siae: 215040

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                                Pagina 1


La scena vista dal lato del pubblico è così organizzata:

Siamo in una stanza adibita a studio.

A destra due porte, una porta a proscenio che vain una cucina ed un’altra che porta in altrestanze, un piccolo divano ed un mobiletto con cassetti tra le porte.

Al Centro una libreria e la possibilità di fare almeno un accesso per le coscienze del Boss(Cappero ed Oliva che essendo irreali entreranno, quando è possibile da posti anche non scenici)

A sinistra la porta per una camera da letto, poi una scrivania con varie carte poggiate ed unasedia.

PERSONAGGI IN ORDINE DI ENTRATA (8M-4F)(9M-3F):

1-ARMANDO BACCA’LA: Boss malavitoso

2-CAPPERO: Può essere interpretato anche da una donna in questo caso scambierà il suonome e si chiamerà Oliva. Questo personaggio è la coscienza cattiva di Baccàla

3-NUNZIA: Moglie del Boss

4-ANTONIO: Avvocato affiliato ad Armando

5-CAROLINA:Figlia Di Antonio ì

6-MARIA TERESA: Sorella di Nunzia

7-JENA: Guappetto, agli ordini del Boss

8-CAROGNA: Altro scagnozzo

9-FELICE: E’ lo iettatore di Napoli

10-SALVATORE O’ CHEF: Vittima del Boss

11-OLIVA: Come Cappero può essere interpretato sia da un uomo cheda una donna. E’ lacoscienza buona di Baccàla

12- CIRO: Figlio di Armando e Nunzia

La caratterizzazione di ogni personaggi è a fine copione

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Baccalà, Oliva e Cappero

La storia si svolge in un salotto-ufficio di Armando Baccàla un mediocre boss della malavita di Napoli, è mattina e questi siede al tavolo intento a fare dei conti.

SCENA 1°: BACCALA E CAPPERO

BACCALA: (leggendo dei documenti e disponendoli sul tavolo) Ingegnere Celembrini

15.000€ ed ha pagato, Luigi Scarpato 8.000€ così dilazionati: 5.000 me li ha dati ieri a copertura per i primi 3.000, ed i restanti 5.000 me li darà in cinque mesi a ogni 27 del mese che, considerando il 30% di sacrosanti interessi fanno 1.300€ al mese che, moltiplicato i 5 mesi richiesti sono 6.500 … quindi un totale 11.500€ … E con Scarpato dovrei guadagnare

3.500€ salvo buon fine … non è assai … ma sempre un’amico è. Poi chi c’è, ah … Carmine ò salumiere, c’aggio refuso 5€ di benzina pe c’appiccià o negozio, ma alla fine anche lui ha pagato … (riflettendo) pensandoci bene, gli avrei dovuto chiedere un supplemento … perché durante l’incendio, la provola si è affumicata, e quella si vende più cara … almeno 4€ in più a kg, che moltiplicati, che potevano essere una 30 di kg, mi dovrebbe dare altri 120 euro … ma nun fà niente ... vò dicere che tengo la spesa pagata per la prossima volta. Ed ora passiamo alle note dolenti (prende un libricino) Salvatore ò chef, unico neo in un dipinto perfetto … ma

èmai possibile ccà nun riesco a chiudere sto conto? Le vetrine gliele ho fatto schiattare, un paio di denti li ha refusi, un dito ad ogni visita i miei scagnozzi glieli hanno spezzati e chisto manco pà capa, … e che altro mi è rimasto da fare?

CAPPERO: (entrando in scena attraverso un’apertura della tenda di una quinta o da unaparete o mobile apribili, l’intento è quello di far credere che sia irreale, un’entità e come tale può passare anche attraverso i muri. In seguito il pubblico capirà che è la coscienza cattiva del Boss) Accirele

BACCALA:(come se quello che avesse sentito, fosse una sua riflessione) L’avessa ffàaccidere

CAPPERO: Accussì capisce chi comanda

BACCALA: (convinto)Si, giusto … accussì capisce chi comanda … (poi riflettendo)Ma nundamme retta và, ccà si no perdo ò cliente e ò capitale

CAPPERO: Ed allora accirele a mamma

BACCALA: (cs)Questa mi pare una buona idea … (poi riflettendo)ma preferisco utilizzarlacome ultima opzione

CAPPERO: Tu sei troppo buono e chi è troppo buono ...

BACCALA: O pigliano pè fesso

CAPPERO: Appunto

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BACCALA: Me pigliano pè fesso? E allora doje botte dint'è coscie dà mamma nun c'è levanisciuno, accussì, quanne va dint'à chiesa sparagne pure e se 'nginucchià. E che miseria una cerca di essere una persona seria, accomodante, generosa e poi approfittano di te? Ma dico io, vene isso addu me, me cerca un prestito, io mi metto a disposizione, gli faccio pure un occhio di riguardo sugli interessi, e tu ossaje ccà nun c’ò faccio a nisciuno (indicandolo minaccioso) e tu ...

CAPPERO: Io?

BACCALA: No, che c'azzicche tu, no tu, tu isso ...

CAPPERO: Ahhh isso

BACCALA: Si isso … Ajere sera, al sesto avvertimento, me manne a dicere cca sorde nunne tene, perchè nu mese li hai usati po’ lastrare (allude alle vetrine che gli aveva fatto rompere), natu mese pò dentista, n’ato per i medici e farmaci del pronto soccorso … e chefacimme? Ma chisto overamente ffà? Ma vuò vedè cca isso se fa e commodità ed io ce refonnne e sorde?

CAPPERO: E questo non sta bene

BACCALA: Te pare o no? E dopo che all’ultimo avvertimento c’a refuso pure o sesto dito …io mo che faccio? Quelle, quattro dita gli sono rimaste, se gli faccio spezzare pure quelle, come lavora poi per ripagarmi il debito? Non ci sono alternative, hai ragione tu, s’adda gambizzà a mamma!

CAPPERO: Aspetta però … E si ò chef, dopo che gli hai sparato dint’è coscie a mamma,ausa e sorde pè l’accattà na seggia a rutelle? Che facimme refunimme pure stu mese?

BACCALA: Tu dici? Tene sta sfruntatezza ... E questo è un cane che si morde la coda, uncircolo vizioso, qua una soluzione s’adda pure truvà, e che faccio opere e bene io? Tengo scritto FESSO in fronte.

CAPPERO: Addò,  nun me ne ero accorto?

BACCALA: Mo sai che faccio? Ad uso precauzionale, a Carogna vicino a pistola, le facciopurtà pure nu carruociolo, accussì quanne spara a mamma l’assetta la ‘ngoppa, isso capisce il grande gesto di generosità, se passa na mano pà cuscienza e stesso tanne me pave pure

SCENA 2°: BACCALA , CAPPERO E NUNZIA

ENTRA LA MOGLIE NUNZIA E CAPPERO SI METTERA’ SEDUTO DI LATO A PROSCENIO

NUNZIA: E’ permesso? Ti disturbo? Tienida fare? Posso entrare?

BACCALA: (apre un cassetto e frettolosamente nasconde soldi e carte all’interno)Ecco quaha iniziato l’interrogatorio …Che c'è, che vuoi, quante volte ti ho detto che quando sono occupato non voglio essere disturbato, qua se si sbaglia una virgola …

BACCALA E NUNZIA:  … un punto o un numero andiamo in misera

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BACCALA: Ecco appunto, visto che lo sai, fai veloce che sono in riunione

NUNZIA: A stai in riunione? E con chi se è lecito, io qua vedo solo a te

BACCALA: Qua solo a me?? … Qui per tua conoscenza siamo in tre, io, i miei pensieri e(prende il libricino) o libricino ccà o vide?

NUNZIA: (a sfottò)E scusami tanto, nun l'ero vista tutta sta folla, signori cari, scusatel’interruzione ma è necessario, se non è di troppo disturbo, mi date il permesso e dicere duje parole a maritemo? O libricino è d’accordo? Si? E grazie tante … Ecco fatto, mò, con il permesso dei signori ... posso parlà?

BACCALA: Fa poco a spiritosa, avanti presto presto, che c'è, che vuoi?

NUNZIA: Oggi è venerdì

BACCALA: E domani è sabato

NUNZIA: E po’ vene dummeneca e lunedì …. Mi devi dare i soldi

BACCALA: Non ho capito

NUNZIA: Dammi qualcosa di soldi cca ogge è venerdì

BACCALA: Allora avevo capito bene … vuoi i soldi, proprio soldi, del danaro … mamma d'òCarmine che brutta parola, i soldi … che devi fare con i soldi?

NUNZIA: (ironica)I rotoli di carta igienica

BACCALA: I rotoli di carta igienica?

NUNZIA: Eh. Piglio le banconote a una a una, e l’arravoglio ‘ngoppe o cilindro e cartone epo’, e metto dint’ò bagno

BACCALA: (pausa) Ma te siente buone?

NUNZIA: (innervosita)E tu overe faje? Che vuoi che faccia con i soldi? Tra qualche giornotorna nostro figlio dalla Scozia, ed eravamo d’accordo che oggi, mi avresti dato i soldi per fare un po’ di spesa per festeggiare il suo ritorno con una bella festa

BACCALA: Festeggiare? Che esagerazione, tenerlo all’estero per farlo studiare nonbastava? Ho speso un patrimonio e ò festeggiamento l’avessa ffà isso a me

NUNZIA: Non essere ridicolo … qua si tratta solo di preparare qualcosa di buono damangiare

BACCALA:  Manco d’à Scozzia se levano ò vizio è magnà. E da chi vai a fare la spesa?

NUNZIA: (scocciata)Sempre da Tonino

BACCALA: Da Tonino non va bene, ogni tanto bisogna cambiare vai da Carmine a Via Roma

NUNZIA: E pecchè? Chilo sta accussì lontano

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BACCALA: E tu t'avvie primma, gli dici che sei mia moglie, ti fai dare quello che ti serve e miraccomando, fatti mettere pure due provole affumicate che le tiene fresche fresche arrivate. Così chiudiamo il conto dei 120 euro che mi deve dare

NUNZIA: Il conto? Gli hai prestato dei soldi? E vuoi mandare a me per recuperare? Quantevolte te lo devo dire che nelle tue estorsioni non ci voglio entrare?

BACCALA: Ma mica è un'estorsione.

NUNZIA: E allora cosa è?

BACCALA: Sono affari, soldi onestamente guadagnati

NUNZIA: Ed io non lo voglio sapere come li guadagni

CAPPERO: (girandosi verso Bàccala)Non vuole sapere come li guadagni, ma sa bene comespenderli

BACCALA: Appunto

NUNZIA: Appunto che?

BACCALA: Appunto niente … non vuoi sapere, ma ti piace spendere i soldi che io guadagno

NUNZIA: Amore caro, io so che sei fintamente invalido e prendi la pensione, e che i soldi cheio spendo, anche se la provenienza non è tanto lecita, faccio finta di niente, perché in fondo, stai imbrogliando lo stato, ma per quanto riguarda la seconda attività, diciamo di “finanziaria con annesso recupero crediti”, non ne voglio sapere nulla, perché con quelli te sughe ò sangue d'à povera gente

CAPPERO: (girandosi verso Bàccala)Ah si? E chiedigli, come fa a sapere quali soldi spende,che fà, mette una x 'ngoppe o mazzo?

BACCALA: (ride)Questa è carina

NUNZIA: Ma che ridi? Tu nun staje buone, tu, t'avissa fà visità a nu buone medico

BACCALA: Hai finito? Vai a far la spesa, che è meglio

NUNZIA: Ed i soldi me li vuoi dare?

BACCALA:  Ma perché non te li ho dati?

NUNZIA: Nossignore

BACCALA:  Tu dici? … e mi sarò distratto … uno pensa di aver fatto una cosa …

NUNZIA: … ed invece non l’ha fatta. Baccalà

BACCALA: Baccàla quante volte te lo devo dire. Ho fatto cambiarepersino all’anagrafel’accento del mio cognome ed ora si dice Baccàla, con l’accento sulla seconda a

NUNZIA: Puoi cambiare l’accento addò vuò tu, ma per me, che t’aggio spusate cca ire nuBaccalà, tale sei rimasto. Damme sti sorde ed i recupere te fai ffà dagli scagnozzi tuoi ... Hai capito?

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CAPPERO: (alzandosi da terra)Dalle coccosa, altrimenti a chesta nun c'à levamme a nanzee nuje nun putimme fernì e cunte (esce dalle quinte)

BACCALA: Avanti quanto ti serve?

NUNZIA: 50 euro

BACCALA:(tipo sirena)Eeeeeeee

NUNZIA: (accodandosi ed imitandolo)eeeeeeee e capito buone ed è inutile c’appicce asirena d’ò 118

BACCALA: Nun aggio appicciato niente, steve valutanne, 50 euro sono troppi. Che devi farecon tutti questi soldi?

NUNZIA: (sempre più infastidita)Nata vota? Aggia fà a spesa

BACCALA: E allora so assaje 50 euro (si gira di spalle, mette la mano in petto ed apre pocopoco il portafoglio)

NUNZIA: E falle piglià nun poco d'aria a sti soldi, che te miette appaura ccà pigliano abrunchite?

BACCALA: Zittisci donna, quelli si sgualciscono. Allora quanto hai detto che ti serve?

NUNZIA: (c.s.)Ancora? (scandendo)Cinquanta euro

BACCALA: Allora (iniziando a fare uscire dal portafogli una banconota alla volta)e sono diecie so venti ... (contando veloce) quarata e cinquanta

NUNZIA: Vire che hai zumpato o trenta

BACCALA: Impossibile

NUNZIA: (li prende e li riconta)e vire tu stesso … uno, due, tre e quattro

BACCALA: E dove sta il quinto?

NUNZIA: Non me lo hai dato

BACCALA: Vire dint ò borsellino

NUNZIA: Ma si ancora l'aggia caccià

BACCALA: E allora vire 'nterra

NUNZIA: Nun ce stanne

RIENTRA CAPPERO E REPENTINO DICE LA BATTUTA

CAPPERO: Te l’a fatto sott'à l'uocchie

BACCALA: Ce l’aggio date mancante

NUNZIA: Ah si, me l’è date mancante? E nun fà niente, tanto pè chello c’aggia accattà, mene bastavano sulamente trenta. (avviandosi per uscire) Ovvìre c’aggio ragione io a te chiammà Baccalà

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BUSSANO ALLA PORTA

BACCALA: Fa poco a ‘nzipeta e vire chi è, e se è Don Antonio fallo entrare subito

NUNZIA: (uscendo ironica)Zi badrone …

BACCALA: Quando fa accussì t’ò giuro … a licenziasse

NUNZIA:  (da fuori)Entrate ò maste ve sta aspettanne

SCENA 3°: BACCALA , CAPPERO ED ANTONIO

ANTONIO: (entrando sulla porta)Grazie assaje (avvicinandosi al Boss e dandogli la mano)Buongiorno Armando

BACCALA: Don Antonio carissimo, a cosa devo questa visita, al telefono mi avete dato unacerta premura, mi devo preoccupare per qualcosa?

ANTONIO: No e perché dovreste, voi lo sapete, con Antonio vostro, preoccupazioni non cistanno

BACCALA: E lo so. Voi siete un sant’uomo, se non ci fosse stato voi, come avremmo risoltol’affare per l’appalto dell’immondizia con l’assessore …

ANTONIO: (portando le mani al naso deve sembrare un accenno di chi sta per starnutire)Shhhhhh …

BACCALA: (titubando ma continuando a dire)E non solo, per la costruzione del centrocommerciale? … Sempre voi mi avete fatto cambiare la destinazione di uso del terreno, da agricolo a quello edificabile … procurandomi l’avvallo del sindaco di …

ANTONIO: (cs)E shhhhhhh

BACCALA: (cs)E sempre voi mi avete salvato dall’intendenza di finanza oliando il generaledelle forze …

ANTONIO: (più deciso)E Shhhhhhh

CAPPERO: Ma tene o raffreddore? (si mette in disparte ed ascolta)

BACCALA:(con educazione)Don Antonio e facitavello stu starnuto, cca si no, si o bloccate,chillo s’ingrossa e quanne po’ ò facite ascì tutt ‘nzieme, ve scenne à paposcia

ANTONIO: Ma qua starnuto e paposcia, io facevo (stavolta portando il dito al naso)shhhh,per dire, fate silenzio. Io ve l’ho detto tante volte, voi nomi non ne dovete fare

BACCALA: E vabbè, ma siamo tra di noi

ANTONIO:(alzando qualche oggetto di scena e scrutando in controluce)Qui ci possonoessere cimici nascoste

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BACCALA: (offeso)E questo da voi non me l’aspettavo, non mi sembra il caso di offendere,avrà pure un brutto carattere, ma mia moglie sciorina che è na bellezza

ANTONIO: E che c’entra vostra moglie? Io parlo delle cimici, le microspie, i microfoni

BACCALA: A quelle cose llà

ANTONIO: E certo, nessun posto è sicuro, voi parlate, fate i nomi ed io vado in galera

BACCALA: Semmai in galera ci vado io

ANTONIO: E no, e non che non andate voi, perché fino a prova contraria, quello che olea,sono io

BACCALA: Si, ma con i soldi miei

ANTONIO: E no, no e qui pure vi state sbagliate… i soldi li sto anticipando io

BACCALA: E vabbè questi so dettagli … sempre a nome mio sono

ANTONIO: E no, manco questo è esatto, forse li anticipo a nome vostro, ma siccome i soldisono solo i miei, è il nome mio che viene rintracciato

BACCALA: E che sarà mai, sono solo pochi spiccioli

ANTONIO: Cento mila euro me li chiamate pochi spiccioli?

BACCALA: Centomila euro? Tutti sti sorde hanno voluto?

ANTONIO: Chillo so allegate

BACCALA: So legate? E nun se ponne sciogliere?

ANTONIO: Ma che avete capito, ho fatto degli allegati, i soldi, sono già stati evasi

BACCALA: Ma perché li avevano arrestati?

ANTONIO: Don Armà, ho già pagato tutti

BACCALA: Ahhh … sono evasi nelle tasche degli “amici” ed allora avete fatto bene

ANTONIO: E no, no che non ho fatto bene … qui è rimasto ancora uno da liquidare

BACCALA: Ancora uno? E no, adesso mi sembra che si sta esagerando, io non do piùniente a nessuno, una volta chiuso un contratto l’affare è fatto, i termini erano chiari, se poi ogni volta escono degli imprevisti ed altre persone da omaggiare, questi sono problemi che non mi devono più riguardare, come si dice … chi ha avuto, ha avuto, avuto e chi ha dato, ha dato, ha dato

CAPPERO E BACCALA: (canticchiando)Scurdammece o passato simme e Napule paisà

ANTONIO: Qua c’è poco da cantare. Se ora non saldate l’ultimo, questo che sa tutto, spifferae vuje veramente jate a fernì ‘ngalera

BACCALA:(un attimo smarrito poi pensando ad uno scherzo)Ah ah ah che ci tenete, per unattimo avevo creduto che stavate dicendo sul serio. Ah ah ah Don Antonio, ma di che vi

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preoccupate, qua gli unici che sanno tutto, siamo solo io e voi, io non parlo e voi sicuramente..

ANTONIO: Si

BACCALA: Non ho capito

ANTONIO: Io canto

BACCALA: Ah cantate? … (ironizzando)e lo fate per diletto o come secondo mestiere? … ediciteme n’ata cosa … matrimoni ne facite?

ANTONIO: Don Armà … Io canto, io parlo, io conte tutto cose … se non mi saldate il conto emi fate togliere da mezzo ai guai, racconto tutto ed a costo di finire pure io in galera, vado dai carabinieri

BACCALA: Eperché dovreste fare una cosa simile? … Mi siete sempre stato devoto …sempre al mio fianco … io vi ho scelto proprio perché siete una brava persona e poi voi lo sapete (minaccioso) i furbi … fanno sempre una brutta fine

ANTONIO: (sereno)In merito mi sono cautelato, in caso di una mia prematura scomparsa,una persona di mia fiducia invia nomi, documenti, fatti e misfatti a chi di dovere … e le “brutte fine” passano a sterminio di massa. Come vedete siamo tra persone per bene … Buono si, ma fesso no … Sentite io oggi sono venuto qui solo per chiudere i conti … mi sembra che si sta approfittando troppo della mia persona, i rischi sono troppo elevati e … o mi date tutti i centomila che vi ho anticipato o …

CAPPERO: Se mette a cantà (esce lentamente di scena)

BACCALA: (pensieroso)Ed io vado in galera

ANTONIO: Precisamente

BACCALA: (tornando sereno ed abbassando i toni)E vabbè, come siete drastico, mica ve listo negando. Vi ho già spiegato che ho bisogno di un poco di tempo in più, ci sono stati parecchi inconvenienti, la polizia ha avuto molta fortuna e mi ha chiuso delle bische clandestine, ci sono stati tantissimi arresti tra i miei affiliati, un periodo di sfortuna ma, ho tutto sotto controllo, sto risolvendo. Ripeto, datemi ancora un pò di tempo e vi farò benedire il giorno che ci siamo conosciuti … Se è qualche incentivo extra che cercate, ne possiamo parlare. Tra uomini d’onore, la parola vale più di un contratto firmato davanti ad un notaio, un accordo lo possiamo trovare, voi avete qualcosa in mente?

ANTONIO: Che belle parole ed io proprio questo volevo sentirvi dire

BACCALA: E ce vuleva tanto? Per un momento m’avite fatto preoccupà … cosa voletepropormi

ANTONIO: Una cosa da poco, diciamo un’appendice al nostro impegno precedente.

BACCALA: Un’appendice si può discutere, ma se si tratta di una brutta appendicite … alloras’adda estirpà

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ANTONIO: Tranquillo … in cambio della fiducia che vi sto dando per questo ulteriore rinvio diriscossione del debito, ho pensato di unirmi alla vostra famiglia, con un bel matrimonio

BACCALA:(attimo di perplessità)Unirci in matrimonio? Sentite, la richiesta è un pò strana,però ci posso tentare, ma, nun saccio se mia moglie però è disponibile

ANTONIO: (confuso)Ma che c’entra vostra moglie

BACCALA: Non c’entra?(fraintendendo)We, non mettete cose in mezzo che io ho altri gustie poi altro che 100.000,00 euro ce vulessero

ANTONIO: Ch’avite capito, io pensavo a vostro figlio

BACCALA: (afferrandolo al collo)Zuzzuso

ANTONIO: (staccandolo)Ma lasciatemi finire, Ascoltate prima e poi agite. Don Armà, soloqualche domanda … voi lo avete un figlio?

BACCALA: Si

ANTONIO: E’ maggiorenne?

BACCALA: Si

ANTONIO: Ed allora è tutto risolto.

BACCALA: Ah si? Io però non ho capito

ANTONIO: Ed ora vi spiego. Come sapete io ho una figlia femmina ed ho pensato, visto chesono in affari con voi, (confidenziale) con l’amico Armando, quale occasione migliore di far sposare i nostri figli, così sempre continuando i nostri affari, diventando una sola famiglia, uniamo interessi e patrimoni. Voi mettete vostro figlio, io la mia e come dote, vi abbuono metà del debito. Che ne pensate?

BACCALA: (riflettendo)Fatemi capire una cosa, mi state proponendo che per farmirecuperare la metà dei 100.000,00 devo far sposare mio figlio con vostra figlia?

CAPPERO: Nun te fa ffà, è troppo poco, non ci conviene

ANTONIO: E’ quello che ho appena detto

BACCALA:(riflettendo sull’opportunità va avanti e indietro nella stanza)Guardate oggi stoparticolarmente propositivo, e diciamo che la proposta mi potrebbe anche interessare, ma non in questi termini, diciamo che, io potrei spingere questo matrimonio, ma solo se pareggiamo i conti. Totale abbuono del debito e tutti vissero felici e contenti (allungando la mano)

ANTONIO: (non ricambia il gesto)E non mi sembra equo da parte vostra, senza offese pervostro figlio, ma mia figlia è una ragazza seria, timorata di dio … ancora illibata

BACCALA: E perché mio figlio no?

ANTONIO: E’ illibato pur’isso?

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BACCALA: Ma vuje me vulite sfottere? Mio figlio, è un ragazzo serio … un uomo studiato …ha fatto le scuole grosse … l’ho mandato in Scozia per farlo diplomare e …

ANTONIO: eeeeh eh eh e non dite altro … sappiamo bene tutti e due che alla Scozia loavete mandato perché non era stato accettato dai vari istituti, perché sapevano che era vostro figlio e temevano per l’incolumità degli altri studenti eeee …

BACCALA: eeee male lingue … gente invidiosa e gelosa della mia carriera … come si dice:

”quando la gatta non arriva al lardo dice che fete”

ANTONIO: E diciamo che fete … ma tragalantuomini, ci siamo capiti. Ad ogni modo vistoche dietro a tale padre c’è un altrettanto figlio, sono certo che gli interessi di mia figlia, con il vostro, saranno cautelati … (allungando la mano)

BACCALA: … anche vostra figlia ha tutto il mio rispetto, “il frutto non cade mai lontanodall’albero che l’ha generato” e tutto sommato (dandogli la mano e sottolineando) limando, un accordo tra uomini d’onore che stringono alleanza per il bene dei loro figli, lo troveremo

ANTONIO: Sicuramente, mi hanno detto che vostro figlio è tornato, volete presentarmelo?

BACCALA: Non ancora, ma sarà qui a giorni … (prendendo una cornice con la foto del figlio)guardate, guardate come mi assomiglia

ANTONIO: (guardando)Ma siete sicuro che vostro figlio è maggiorenne, ccà me pare nucriaturo ‘ngoppa a sta fotografia

BACCALA: E certo che è maggiorenne, qua teneva 10 anni, questa è la fotografia dellaprima comunione

ANTONIO: Ma non ne avete una più recente?

BACCALA: No, d’allora non ne ho fatte più, soldi buttati, o serviziofotografico me costa 150euro e a mò a cient’anni e a Dio piacendo, queste foto, l’adda ausà pure ‘ngopp’à nicchia”

ANTONIO: Che esagerazione

BACCALA: E vostra figlia com’è? Voi me ne avete sempre parlato molto bene, ma come si

dice: “chi se guarde ò suojo nun se sbaglia maje”, mica avete una foto della signorinella?

ANTONIO: Molto di più, caro mio, pensando di trovare vostro figlio, ho portata la miaprincipessina con me, le ho detto di attendere qualche minuto qua fuori, ora ve la chiamo così ve la faccio conoscere.

BACCALA: Avete fatto bene, chiamatela

ANTONIO: Don Antò non facciamo scherzi, io ve la chiamo, mi comprometto con la miabambina, non è che poi vostro figlio, viaggiando ha conosciuto qualche ragazza e poi si tira in dietro?

BACCALA: Ma state scherzando? Don Armando Baccàla una parola tene. E poi lui lo sa,non avrei mai permesso un matrimonio con una straniera, come si dice, “Donne e buoi dei paesi tuoi” questo è il nostro motto. Don Antò state a pensiero cuieto, avete la mia parola d’onore, anzi da oggi in poi diamoci del tu … e che miseria Antò, sia prossimi parenti

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SCENA 4°: BACCALA , CAPPERO, ANTONIO E CAROLINA

ANTONIO: Ma certo Armando, diamoci del tu. Adesso te la chiamo. (verso la porta)Carolina,Carolinaa a babbo-papà, vieni a salutare Don Antonio

SILENZIO

ANTONIO: Carolinaaa a babbo-papà, puoi entrare adesso, vieni

CAROLINA: (da fuori parlando come se stesse masticando qualcosa)Babbo-papà ora nonposso

BACCALA: Ma che sta facendo?

ANTONIO: Niente che sta facendo. Carolinaaa entra per piacere, che Don Antonio ti dà unabella cosa

BACCALA: Ma è timida?

ANTONIO: No è affamata

BÀCCALA: Non ho capito

ANTONIO: Non preoccuparti, lascia fare a me. Carolina, vieni qua che Don Antonio hacomprato i dolcetti

CAROLINA🙁 da fuori)A cioccolata ci sono?

ANTONIO: Li tieni a cioccolata?

BACCALA: Ma che cosa?

ANTONIO: I dolcetti li hai presi a cioccolata?

BACCALA: Ma quali dolcetti?

ANTONIO: Non li hai presi? Male Antò, molto male, e qui stai partendo con il piede sbagliatoe come futuro suocero non ti stai comportando bene

BACCALA: Ma tu overo fai? Ma che faccio o pasticciero io?

ANTONIO: Ma perdonami, se la vuoi conquistare ci devi fare amicizia, la bambina è un pòtimida, si deve affezionare, altrimenti non ti segue

CAPPERO: Ma che è fatto nu cane

BACCALA: Tu dici?

ANTONIO: Ti pare strano vero? Mha che ti devo dire, io una figlia tengo e l’ho viziata. Lamamma era spagnola e morì durante il parto. Ed io ho fatto del mio meglio, l’ho educata così, Carolina senza dolcetti non viene

BACCALA: E va bè, mò c’avessemo perdere per questo? Digli che dopo scendiamo e glielicompri

ANTONIO: Io? tu glieli devi comprare

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BACCALA: Vabbè io tu, oramai siamo una tasca. Chiamala

ANTONIO: Carolinaa, ha detto Don Antonio che se vieni e fai la brava, dopo scendiamo eandiamo a comprare i dolcetti al cioccolato, dai vieni a salutare

CAROLINA:(da fuori)E va bene …. vengo

ANTONIO: Dammi la mano, allora accordo fatto? Consuocero.

ENTRA UNA RAGAZZA CHE NOI PROPONIAMO GRASSOTTELLA CON UN PANINO IN UNA MANO, UNA SACCA PIENA DI COSE DA MANGIARE NELL’ALTRA ED EVIDENTI MACCHIE DI CIBO SUL VESTITO. ANTONIO RESTA INORRIDITO E SENZA PAROLE, MENTRE ANTONIO GLI PRENDE LA MANO

BACCALA: (ritira la mano schifato)Ahhhhhhhh mamma d’ò Carmine, e chesta chi è?

ANTONIO: Carolina

CAPPERO: (rientrando)La mucca Carolina

BACCALA: La mucca … qua mucca? emh la mucc mucciaccia, in spagnolo si dice così no?Carolina la mucciaccia

ANTONIO: Si, la mia bellissima principessa. Tesoro saluta come sai fare tu a Don Antonio.Sei pronta? (preparandosi all’esibizione) Uno due e tre … “ma Carolina come fa?”

CAROLINA: (appoggiando borsa e panino a terra e pulendosi le mani sul vestito, inizia abattere le mani a ritmo della canzone del “il coccodrillo come fa?”) E Carolina eccola qua

ANTONIO: (accompagna con il sonoro l’esibizione)Pa, pa pa pa pà

CAROLINA: Adesso dice cosa fa

ANTONIO: Pa, pa pa pa pà

CAROLINA: Si dice mangio troppo, le mani sul panciotto, so proprio un bambolotto, beato chimi avrà

ANTONIO: (incitandola)Ora gira fatti vedere

CAROLINA: (dopo qualche piroetta si ferma in posa ridicola)Papapapaaaaaa

ANTONIO: (applaudendola con enfasi)Brava, brava com’è brava … hai visto che talento?

CAPPERO:  Puozz ittà ò sang!

BACCALA: O’ friddo ‘nguollo.

CAROLINA: Adesso babbo-papà, posso avere altro da mangiare?(inghiottendo il resto delpanino)

ANTONIO: Fai piano che ti strozzi (imbarazzato recupera da terra la sacca)Sei troppoveloce, devi andare più piano … (indicando il divano) siediti un poco li ed aspetta buona buona che tra poco andiamo a cucinare

CAROLINA: (battendo i piedi a terra)Io non aspetto, non mi voglio sedere, devo mangiare

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 14


ANTONIO: Capricciosella, vai sul divano

CAROLINA: (incrociando le braccia e mettendo il broncio)No, no, ho detto di no e basta

CAPPERO: E che ce tene

ANTONIO: Non mi fare innervosire vai a sederti

CAROLINA: Sul divano ci vai tu … schiatta

CAPPERO: Menale na saggia appriesso

BACCALA: (gli strappa la sacca di mano, la getta su divano)Carolì, questo è un ordine,muovete, vai al divano vai

CAROLINA:(rincorrendo la busta)Le mie merendineee

BACCALA: Scusa Antò se mi sono permesso, ma adda capì chi è o padrone ehm devecapire, cioè, devi essere più deciso se vuoi darle un’educazione.

CAROLINA SI SDRAIA SUL DIVANO E COME SE FOSSE UN CANE SCAVA NELLA SACCA CON LA TESTA DENTRO, ALLA RICERCA DEL CIBO

ANTONIO: Hai ragione … Guarda com’è bella … (ad Armando)qualcosa sarà rimasta lidentro, (guardandola) E che devo dire … io so troppo buono con lei, la vedi? E’ ancora un cucciolo

BACCALA: (tra sé)E chi glielo dice a mio figlio del cucciolo? Antonio senti, io forse prima,sono stato troppo superficiale e frettoloso a stringere un accordo

ANTONIO: (puntando il dito contro)E con questo che vuoi dire, ti stai tirando indietro, haidato la tua parola, adesso che fai te la rimangi?

BACCALA: (spostandolo)Lieve stu dito

CAROLINA: (allarmata)Chi è che mangia? Chi sta mangiando?

ANTONIO: Niscino. Nessuno amore di babbo-papà tuo, stai calma, non mangia nessuno

CAROLINA: Sicuro babbo-papà?

ANTONIO: Certo se qualcuno manga ti avviso io

CAROLINA CONTINUA A SCAVARE COME FAREBBE UN CANE DALLA SACCA

BACCALA: Antò, stavo pensando che forse, anzi sicuramente, mio figlio potrebbe essersifidanzato e che non sarà semplice fargli cambiare idea, a me poi, non piace entrare in queste cose

ANTONIO: Ma scusami tanto, ma prima non hai detto “donne e buoi dei paesi tuoi”

CAPPERO: Appunto, io ccà vego sulo a vacca

BACCALA: Certo Antonio, ed è per questo che dobbiamo fare le cose per bene

CAPPERO: Arape l’uocchie, chiste te sta facenno o pacco

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 15


BACCALA:L’affare non mi sembra onesto,se il principe azzurro deve essere mio figlio,dobbiamo arrivare ad un accordo più equo

ANTONIO: Ma è oltraggioso, sapisse quanta principi azzurre ha trovato sta figlia mia, che poia uno a uno …

CAPPERO: … se l’ha mangiate tutte quante

ANTONIO: … non trovandoli piacenti, liha scartati

BACCALA: Facciamo così …. Se vuoi che mio figlio se la sposa, mi devi abbuonare tutto il

debito e dar loro un vitalizio di 3.000 euro al mese … ecco così possiamo ragionare

ANTONIO: Si può fare, ma vienimi in contro, limiamo qualcosina … che ne pensi di unabbuono istantaneo del 50% , l’ulteriore 25% sarà detratto appena esce incinta ed il 100% lo eliminiamo alla nascita dell’erede.

BACCALA: Ed il vitalizio?

ANTONIO: Quello facciamo metà ciascuno

BACCALA: Ed allora, inizialmente tu darai i tuoi 1.500, ma se il nipote che nasce è maschio,gli darai pure gli altri 1.500

ANTONIO: E se è femmina?

BACCALA: E che fai discriminazioni? Ancora devono nascere i tuoi nipoti e tu, già hai dellepreferenze? Che razza di nonno sei, se poi la pensi così … lasciamo perdere … non è cosa

CAROLINA: Babbo-Papà … ti muovi? Qui sono rimaste solo le carte (continuando a scavaree mangiare)

ANTONIO: (alla figlia nervoso)Un momento cerca di rallentare … (calmo al Boss)E che devodire? Per 1.500 euro un padre non può perdere l’occasione di vedere felice la figlia … E quindi … ci stò … Affare fatto. (andando all’uscita) Ora corro a prepara le carte così firmiamo un accordo pre-matrimoniale a tra poco …

CAPPERO: Nun te scurdà à bomba

BACCALA: A Bomba … Antò, aspetta, stai dimenticando la bomba, la, la la, emh la bimba, latua principessa

ANTONIO: E quella è la gioia … Carolinaaaa andiamo che babbo-papà ti compra una bellacosa

CAROLINA: (raggiungendolo)Voglio la pizza … quella fritta cicoli e ricotta altrimenti piango

ANTONIO: E pizza sia. A dopo … (prendendo la figlia per mano parlando escono)andiamo,andiamo me stai schiattando dint’ò fegato, andiamo

CAPPERO LI SEGUE

BACCALA: A dopo. (strofinandosi le mani)Ed anche questa è fatta. (cercando tra le carte)Ed ora, cerchiamo i documenti necessari per il matrimonio, dunque, certificato di nascita …

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 16


SCENA 5°: BACCALA , CAPPERO, NUNZIA E MARIA TERESA

ENTRA LA MOGLIE CON LA SORELLA CHE HA DELLE BUSTE DI SPESA, DA QUESTO MOMENTO LA SCENA E’ STRUTTURATA IN MODO TALE CHE BACCALA SI MUOVE AVANTI E DIETRO PER LA STANZA TRA LA SCRIVANIA ED IL MOBILE CON I CASSETTI ALLA RICERCA DI ALCUNE CARTE E ALLE DOMANDE RISPONDE SENZA FERMARSI

NUNZIA: Sei impegnato?

BACCALA: Si … nonfatemi distrarre che devo trovare delle carte che devo consegnare

NUNZIA:  Ma perché esci?

BACCALA: Si ma torno presto

NUNZIA: E dove vai?

BACCALA: In pasticceria?

NUNZIA: E come mai?

BACCALA: Per prendere i dolcetti, altrimenti non mi segue

NUNZIA: Ma chi?

BACCALA: O’ cane

MARIA TERESA: Nunziatì, ma che sta dicenne mariteto

BACCALA: A te, fatti i fatti tuoi

NUNZIA: We mia sorella parla per me e quando parla essa è comme si parlasse io, e capitoBaccalà

BACCALA: Baccàla, Baccàla, (continuando incurante la ricerca)dove l’avrò messo?

NUNZIA: A che ora torni?

BACCALA: Non lo so, devo prima passare in chiesa

MARIA TERESA: A ffà che?

BACCALA: Per le carte del matrimonio

NUNZIA: Ma perché chi si sposa?

BACCALA: Tuo figlio?

NUNZIA: Mio figlio?

MARIA TERESA:(ha un mancamento)Uh maronna mia, e vuje accussì mo dicite, o piccirillonuoste se sposa? Senza o bonagurio mio?

NUNZIA: Ma quando?

BACCALA: Presto

MARIA TERESA: Ma perché manco o sapive?

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NUNZIA: No, io mò o stonghe sentenne

BACCALA: Non fatemi perdere tempo

NUNZIA: Ma chi te l’ha detto?

BACCALA: Antonio

NUNZIA: E isso comme l’ha saputo?

BACCALA: Uh Gesù e chillo è o suocero

MARIA TERESA: O’ suocero, io nun stonghe capenne niente

NUNZIA: Fermati un momento, puose sti carte e spiegati meglio

BACCALA: (incurante)Adesso non posso, la bambina ha fame

NUNZIA: Quale bambina

BACCALA: La figlia

MARIA TERESA: O ninnillo d’à zia soja tene già na figlia e nun m’ha ditto niente?…Uhmamma d’ò Carmine aiutame tu, me manca l’aria … cca ce vò subbeto na benedizione (corre in cucina con le buste) sale grosso, qua ci vuole sale grosso …

NUNZIA: Na figlia? So nonna e niscino m’avvisa?

BACCALA: Nunziatì stai calma, è una cosa lunga, piuttosto a tuo figlio, gli piacciono sempre icani?

NUNZIA: Ma io questo non lo so, che cosac’entrano i cani adesso

BACCALA: C’entrano perché c’entrano, così quello si convince più facilmente, però primaservono le carte e poi vediamo … tanto è inutile fasciarsi la testa prima di rompersela …

RIENTRA CON UN PACCO DI SALE MARIA TERESA

MARIA TERESA: (spargendolo il sale poi verso la foto del nipote) Questo è per la bambina

…“Chi vo male a chella nennella adda fetere sotto à scella, chi vo male a sta criatura l’adda cogliere sta jettatura”

BUSSANO ALLA PORTA

NUNZIA: Statte ferma cu stu sale, me stai spurcanne tutt’a stanza

BACCALA: We we avete sentito? Bussano alla porta, andate ad aprire, mi raccomando nonfare entrare nessuno e se mi cercano, dite che sono impegnato

MARIA TERESA: Io da qui non mi muovo, ho appena incominciato la benedizione

RIBUSSANO ANCORA E RIENTRA CAPPERO

BACCALA: E la contini più tardi

MARIA TERESA: Impossibile, una volta iniziata non si può interrompere

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BACCALA: E che ce tene sta zitella

MARIA TERESA: Se sono ancora signorina è perché non ho ancora trovato la personagiusta, come si dice:” A murì e a se spusà ce sta sempe tiempo”

BACCALA: A murì e a pagà ce stà sempe tiempo

NUNZIA: (prendendola sotto il braccio)Maria Terè, non lo rispondere, non darglisoddisfazione, andiamo ad aprire la porta, tanto se deve uscire da li deve passare e fino a quando non ci dice tutto …

MARIA TERESA: … nessuno esce

ESCONO BORBOTTANDO

CAPPERO: Eh siamo agli arresti domiciliari

SCENA 6°: BACCALA , CAPPERO, NUNZIA, JENA E CAROGNA

BACCALA: (tra sè)E che ci tengono tutte e due … Questa voltacon quelle due la vedo durae sarà ancora più complicato con mio figlio fargli fare quello che dico io … sono un po’ preoccupato

CAPPERO: E perché? Convincerlo a studiare fuori non è stato facile?

BACCALA: Si, lo so, ma questa volta credo che la mia decisione non gli piacerà soprattutto

CAPPERO: … quando conoscerà la principessa

BACCALA: Infatti …

NUNZIA: (da fuori)Aspettate qua e non vi muovete, nun credo ccà putite trasì, è impegnato.Comunque glielo chiedo lo stesso (facendo capolino) Baccalà, allà, stanno e duje carabiniere

CAPPERO: Nascondi tutto

BACCALA: (nascondendo delle carte)Madò, so venuto a m’arrestà, aspè nun e ffà trasì

NUNZIA: Ue calmate, ma che te sbatte à ffà?

BACCALA: E tu hai detto che ci stanno i carabinieri

NUNZIA: Ma che hai capito,io dicevo Jena e Carogna, stanno sempe ‘nsieme, comme a dujecarabiniere

CAPPERO RIDACCHIA E SI COLLOCA DIETRO BACCALA MA DI SPALLE AL PUBBLICO

BACCALA: (sospirando)  Che t’anna accidere … Jena e Carogna?

NUNZIA: E chi, se non i tuoi validi scagnozzi

SENZA PERMESSO ENTRA JENA

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JENA: (entrando) Onna Nùma ch’è stato? Vi vedo nervosa ... Non fate complimenti(allungandogli uno spinello) prego, se volete favorire

NUNZIA: E caggia fà cu stu coso? (guardandolo tra le sue mani)

JENA: Fumate ... fumatevi stu cannone ... rilassa i nervi e vi allarga gli orizzonti (Nunzia loguarda in cagnesco e non risponde Jena si rende conto) Non vi volete rilassare? (la guarda ancora) E nun date retta (si riprende lo spinello) me lo fumo io cchiù tarde

CAROGNA:(entrando e cacciando due pistole che fa roteare)Ma ch’è succieso?Coccheduno v'ha fatto piglià collera? Dicite ... dicite a Caragna vosta, cca cu doje botte v’ò levo a ‘nanze

NUNZIA: (guarda il marito per un attimo in silenzio e poi esclama uscendo): Nun c'è staniente a fà ... ‘ngoppa a sta terra e scieme so assaje! Vedi di fare una cosa veloce che dopo noi dobbiamo parlare (esce)

BACCALA: Si dopo, dopo. (a Carogna)Acàla sti fierre, prima cca coccheduno se fa male ...Io devo uscire, vuje che ce facite ccà?

JENA: (indeciso)Don … Mùssillo?

BACCALA: (facendo no con il capo )E dalle, non va bene

JENA: (si rammarica) Aggio sbagliato pure stavolta? Stu nomme vuost ‘ncapa nun me ve po’proprio trasì

BACCALA: Ma che t’adda trasì ‘ncapa, tu staje sempe chine e fummo

CAROGNA: (alzando il dito)Maestro posso?

BACCALA: Avanti, vedimme si almeno tu me dai soddisfazione

CAROGNA: (orgoglioso e sbagliando l’accento)Bàccala

CAPPERO: (girandosi)Ma addò l’hai truvate a sti duje? (rigirandosi)

BACCALA:O’ collocamento dè sciemi … Ave ragione muglierema ….Nun damme retta.

Andiamo avanti, dite quello che avete da dire e poi andate a sbrigare i miei affari che io ho fretta

CAROGNA: E noi per questo siamo venuti. Avimme truvate un nuovo cliente (alludendo)pàfinanza

BACCALA: Pà finanza?

JENA: Il collego vuole dire per la finanziaria. Prestito con interesse

BACCALA: Ah ecco, finalmente una buona notizia. Bravi, bravissimi i miei due ragazzi,andatelo a prendere, nel frattempo sbrigo una cosa mia e poi ci rivediamo qua

JENA: Capo, ma quello, già sta qua

CAROGNA: E che facimme o lasciamme llà fore?

BACCALA: E no, meglio di no, la gente vede e parla, fatelo entrare

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JENA: Perfetto. Carò, accompagnami

BACCALA: Ma perché da solo non puoi andare?

JENA: E come faccio chillo è pesante ... comme oscengo a llà ‘ngoppe?

BACCALA: Ma da dove lo devi scendere?

JENA: D’à sotto ò purtone

CAROGNA: L’idea modestamente è stata la mia, l’avimme ‘mbragato ed appisesotto òpalazzo

BACCALA: Ma chi va ditto e fa accussì?

JENA: (con orgoglio) Voi, abbiamo fatto come ci avete detto voi (imitandolo)“andate acercare clienti e quando li avete convinti non ve li fate scappare”

BACCALA: El’avite appiso sotto ò palazzo?

CAROGNA: E quanne se ne fuje a llà sotto!

JENA: Capo, non v’agitate, è tutto sotto controllo. Il collego (indicando Carogna) per non darenell’occhio, gli ha messo in faccia un cartello con la scritta “Salame Napoletano”

BACCALA: Salame Napoletano? Deficienti andatelo subito a prendere, prima che qualcunolo vede e chiama la polizia

JENA Nooo (con soddisfazione) chella a ggente giàl’ha visto, e s’hanne fatto pure nucuofane e resate

BACCALA: E perché?

CAROGNA: E pecchè‘ngoppe e piede c’aggio miso pure natu cartello

BACCALA: Un altro?

JENA: (orgoglioso) Sissignore, ho aggiunto“Non v’impressionate ... sto provando il vestitoper Carnevale” …

BACCALA: O mese e maggio?

CAROGNA: Dicite a verità … stu guaglione è nu lamp Eugenio … l’avessero ffà na statuad’oro (orgoglioso) Andiamo Jena, e quanne ce pigliano a nuje … mica siamo scemi noi … (esce)

JENA: No, no … non siamo scemi ih ih ih (esce)

CAPPERO: (rigirandosi e guardando verso la loro uscita)Infatti nun so scemi, so propriestrunze. Li devi licenziare

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SCENA 7°: BACCALA , CAPPERO, MARIA TERESA, FELICE, JENA E CAROGNA

BACCALA: E come si fa, oggi è difficile. C’è troppa concorrenza spietata. Prima un onestolavoratore come me, con poco chiasso, qualche colpo in aria di rivoltella e nà capata ‘mocca, chiudeva subito i contratti. Oggi invece, i delinquenti che sanno fare bene il loro mestiere, oramai sono già tutti occupati: politica, pubbliche amministrazioni e uffici regionali ... ed io per tenermi a galla e fare un pochino di usura, sono costretto ad assumere quel poco di personale rimasto, che è pure poco qualificato … di questo passo, non so proprio dove andremo a finire.

CAPPERO: In galera  … ma con vitto, alloggio e riscaldamento gratis

BACCALA: Che meraviglia … senza più pensieri e tasse da pagare … Va bè ora, pensiamoal nuovo cliente, vorrà dire che questi documenti li completiamo più tardi. Dunque, per prima cosa, vediamo quanto c’è in cassa (prende delle mazzette ed inizia a contare) Mille, duemila, tremila, quattromila e cinquemila

CAPPERO: So 4.960

BACCALA: Ah già, dimenticavo i soldi per la spesa di Nunzia

MARIA TERESA:(da fuori) Ma che state facenne, nun ò facite trasì, addò ò purtate a chisto?

ENRANO IN SEQUENZA PRIMA CAROGNA ED JENA CHE PORTANO SOTTO IL BRACCIO FELICE

FELICE: (imbavagliato, si dimena farfugliando, ma non si capisce tanto bene) Aiuto,lasciatemi, aiutatemi

BACCALA: Embè, e cos’è tutto questo chiasso? Mi meraviglio di voi, vi ricordoche siete incasa mia. (Felice continua c.s.) Jena fallo stare in silenzio, fai qualcosa

JENA: (guardandolo e togliendosi lo spinello dall’orecchio)Maestro, po’ ffà calmà, cevulessena fumatina

CAROGNA: (allontanando Jena)Troppo tiempo, pè mme,ce vò chesta (tirando fuori la pistola)

BACCALA: Ma statte fermo, acala sta cosa … Dio ò sape e a Madonna ò vedecomme mel’avite purtato, mò o sparammme pure? (a Felice) Prego accomodatevi, mo subito vi libero … (ai due) Slegatelo

ENTRA MARIA TERESA CON UNA COLLANA DI PEPERONCINI, DUE TESTE D’AGLIO IN TASCA, FA LE CORNA VERSO IL BASSO MENTRE CAPPERO ESCE DI SCENA

MARIA TERESA: Fermi tutti… Armà nun ò tuccà, lasse ffà a me.(inscenando una danza)Aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglio, uocchio, malocchio … funecelle all’uocchio … aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglia, corne e bicorne, cape’e alice e cape d’aglio … diavulillo diavulillo, jesce a dint’o pertusillo … vattevenne a vicino a me sciò sciò, sciò we

BACCALA: E fernuto cu sta strunzata?

MARIA TERESA: Ma siete impazziti? Lo sapete chi avete portato in casa?

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JENA: Un nuovo cliente

MARIA TERESA: Questo non è un cliente, è lo iettatore di Napoli

FELICE: Ma qua iettatore, io sono Felice

MARIA TERESA: Tu si Felice, ma chille che stanne vicino a te passano e guai

BACCALA: Ma che staje dicenne?

MARIA TERESA: Armà, dove sta lui arriva la sfortuna … lo sanno tutti a questo iettatore …siamo tutti in pericolo adesso … (dando le teste d’aglio agli scagnozzi) riportatelo dove lo avete preso … non so se è troppo tardi, ma forse vi salveranno la vita

JENA: (odorando)Me serveva nu poco è robba a mettere dint’à pippa

CAROGNA: (pesandolo)Ma come proiettili se ponne ausà?

MARIA TERESA: (a Baccàla mette un ferro di cavallo nel taschino della camicia)Anche senon lo meriti, questo è il più forte amuleto che tengo, m’arraccumanne nun t’ò levà

BACCALA: (vorrebbe toglierselo ma lo lascia come dire “non si può mai sapere”)Ma finiscila

…qui nessuno porta jella a nessuno … qui si parla solo d’affari, vai di la e smettila con tue fissazioni se non vuoi che ti faccia ricoverare

MARIA TERESA: Io per me non temo nulla, sono natal’8 di maggio,il giorno della Madonnae sono immune da fatture, malocchi e iettature … Mi preoccupo per voi … (tenebrosa) poi non dite che non vi avevo avvisato (passa davanti a Felice e sotto la porta facendogli le corna contro) Sempe a te, sempe a te e sempe a te … thiè!! (esce)

SCENA 8°: BACCALA , CAPPERO, FELICE, JENA E CAROGNA

FELICE: (che per tutto il tempo è stato fermo)Lasciatemi andare, chi è quella pazza?

BACCALA: Non preoccupatevi … fa così solo per attirare l’attenzione

FELICE:E c’è riuscita(piagnucolando)Ma che modi sono questi … iosono stato operatoalle corde vocali e per poco non soffocavo, in quelle condizioni potevo pure morire e ..

BACCALA: E vabbè, ma ora siete qui ... Avanti, non siate timido, che posso fare per voi?

FELICE: Maestro

BACCALA: Non sono maestro.

FELICE: Scusate dottore

BACCALA: Non sono dottore

FELICE: Ingegnere

BACCALA: Nemmeno

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FELICE: Avvocato

BACCALA: Neppure

FELICE: E che siete?

CAROGNA ED JENA: (soddisfatti)Baccalà

BACCALA: Mo ve schiatto na seggia ‘ncapa. Baccàla ... Armando Baccàla … con l’accentosulla seconda A e … (marcando) a vostro servizio. Dunque, veniamo a noi, voi siete stato accompagnato da questi due miei amici e gli amici dei miei amici, sono pure loro amici miei

FELICE: (a Carogna)Ma di chi sta parlando?

CAROGNA: Di voi. Lo avete sentito, siete amico nostro, e quindi amico dell’amico di lui, di noima anche di lui e quindi … quindi … insomma non vi fa piacere? (stringendogli la spalla con le mani per farlo male)

FELICE: (dolorante)Ahhhh nun tanto

JENA: (a mò di rimprovero)A a a … allora vi dispiace?

FELICE: (recuperando)Si, no, cioè, mi fa piacere che siamo amici, ma togliete la mano dallaspalla, sapete quand’ero piccolo caddi dalla bicicletta e proprio qui (togliendo la mano) mi ruppi la clavicola ed ora ho una protesi che crescendo mi ha portato ad avere un braccio più lungo ed uno più corto, con conseguente incurvamento della colonna vertebrale e …

BACCALA: eeee vabbè abbiamo capito state un poco acciaccato. Dunque voi siete?

FELICE: Fratturato

BACCALA: E questo lo abbiamo stabilito, ma adesso vogliamo sapereil nome vostro …come vi chiamate

FELICE: E l’ho detto … di nome Felice e di cognome faccio Fratturato come mio padre

CAPPERO. (facendo solo capolino dalla comune per poi scomparire)Che fantasia ccàtenevano e genitori e chisto

FELICE: Il nome non è a caso. Vedete quando mia mamma mi dette alla luce, proprio nel

momento in cui venivo al mondo, il ginecologo le disse: “Signora spingete con forza”, mammà si concentrò talmente, che come un cannone mi sparo così forte, che io uscì come un proiettile

CAROGNA HA PRESO DA FELICE IL FAZZOLETTO E SI STA COMMUOVENDO BACCALA: Niente di meno

FELICE: Certo, prima colpì il dottore in pieno volto, arrecando una lussazione alla mascella,poi di rimbalzo finì sul suo assistente colpendolo qui vedete (mostrando) in pieno addome, con conseguente frattura ed in finale, atterrai sul naso dell’infermiera apportando una deviazione del setto nasale

BACCALA: (notando Carogna) Un momento ... scusate, un momento ... nè Carogna ma ch’èpassato?

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CAROGNA: Sparatoria ... cannoni ... proiettili ... comm’è bella sta storia ... mi stocommuovendo

BACCALA: Che t’anna accidere … E scusate Don Felice, ma voi, dint’à sta strage, non visiete fatto niente?

FELICE: Volete scherzare? Modestamente avevo fratture multiple su tutto l’apparato osseo,una cosa mai vista prima, i radiologi si facevano la croce con la mano smerza, diventai il caso clinico dell’anno

JENA: Ih che mazzoch’avite tenuto …manco il tempo di nascere e subito, per il dolore, vihanno dato la morfina?

FELICE: Nooo, ma qua dolore, io ridevo, mi sbellicavo dalle risate, ridevo e tanto che ridevoche i paramedici hanno subito detto ….

CAPPERO: (riappare dalla comune ed entra in scena)  Chisto è addiventato scemo

FELICE: … hanno detto questo è un miracolo, questo bimbo con tutti i colpi avuti invece dipiangere ride, un bimbo Felice. E fu così che mi chiamarono Felice

BACCALA: Don Felice perdonatemi,bella storia … credetemi davvero bella,ma veniamo anoi, dunque voi site venuto da me per un prestito

FELICE: No

BACCALA:Come no? Ma addò l’avite truvato a chisto

JENA: Ci ha fermato lui. Ha detto (imitandolo) “Scusate, sapete dove sta la Banca deiFinanziamenti?”

CAROGNA: E noi subito l’abbiamo preso ed accompagnato alla nostra (facendo l’occhiolino)finanziaria

FELICE: (allarmato)Fermi tutti, qui c’è un qui, pro, quo

CAROGNA: (tirando fuori la pistola e cercando nella stanza) Non vi muovete ci penso io…Qui quo qua fa l’ommo, jesce fore cca nun te facimme niente

BACCALA: E vire si a fernesce. Statte cuieto e(a Carogna) astipe stu fierro.

FELICE: Insomma, volevo dire, che non ci siamo capiti, io stavo chiedendo un’informazione,ma questi (guardandoli con paura) questi bravi signori mi hanno preso e comme a nu salame, prima m’anno appiso sotto ò palazzo e poi m’anno purtato ccà

BACCALA: (rivolto ai due scagnozzi) Ma questo lo vuole o non lo vuole un prestito da noi?

JENA: Eccome non lo vuole (guardandolo in cagnesco)

CAROGNA: E’ vero che lo volete?(mostrando la pistola)

FELICE: E se proprio insistete …Io ne avrei bisogno. Ma perché davvero me li dareste?

CAPPERO: (spingendo Baccàla)Te sta pigliando in giro

BACCALA: Ma me vulite sfottere? Guardatemi bene, qui in fronte vedete scritto “FESSO”

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 25


FELICE: Perdonatemi ma a causa del glaucoma ho perso il 50% della vista, ma se spettate intasca dovrei avere gli occhiali (cercando)

BACCALA: Insomma questi soldi li volete o qui ci dobbiamo  prendere collera

FELICE: No, no li prendo li prendo anche perché ho qualche problemino di salute, risolvibilema un poco costoso

BACCALA: E qua il problemino lo risolviamo … quanto vi serve?

FELICE: Cinquecento euro per la prostata

BACCALA: (mettendo una mazzetta d soldi sul tavolo)Prostata risolta

FELICE: Mille per l’asporto dei calcoli ai reni

BACCALA: (aggiungendo soldi)Calcoli risolti

FELICE: Mille per totale  asporto della colecisti

BACCALA: (c.s.)E pure questa è fatta

FELICE: E duemila e cinquecento per una cardiochirurgia, mediane un prelevamento da undonatore sano

BACCALA: E sarebbe?

FELICE: Trapianto del cuore

BACCALA: Ma è pericoloso?

FELICE: Solo se si incorre in una  "cachessia cardiaca"

CAROGNA: che?

FELICE: Cachessia

JENA: Se caca sotto

FELICE: (cercando di spiegare)Il paziente ha un decesso

JENA: E a ffà dint’ò cess

FELICE: Insomma muore (casualmente guarda verso Carogna)

CAROGNA: All’ossa toja, (facendo gli spergiuri)  thiè

BACCALA: (riflettendo)Dunque un cliente a rischio

FELICE: Certo, il rischio c’è ed è per questo che stavo andando alla finanziaria,la mutua nonvuole coprire le spese ... (tenta di prendere i soldi dalla tavola) ma visto che vi siete offerti voi

... vuol dire che li accetto volentieri

CAPPERO: Acchiappa a chisto

BACCALA: (bloccando la mano)  State correndo un poco troppo (riprendendosi i soldi)

FELICE: Mai, anche se volessi non potrei, ho le protesi ad ambedue i menischi eeee

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BACCALA: eeee che miseria …Tutto fracido siete? Ma una cosa sana a tenite o no?

FELICE: (mieloso)Volete scherzare, altro che, in verità un poco mi vergogno di metterlo inmostra, pensavo si capisse, non lo avete notato? (toccandosi l’orecchio destro) Sono …

JENA: (a Baccala)Ricchione

BACCALA: … eh pue io l’avevo intuito

FELICE: Sono nato così. (sempre toccandosi l’orecchio)E’ bellissimo non trovate?

CAROGNA: E se lo dite voi

FELICE: (a Jena) Lo volete toccare?

JENA: (risoluto)No, grazie vado a fiducia

FELICE: (a Carogna) Non fate complimenti, accarezzate pure …

CAROGNA: C’aggia ffà?

FELICE: (mostrando)Ho un“orecchiospeciale”

BACCALA: L’orecchio? Ah stavate parlando dell’orecchio?

FELICE: E si capisce. (gioioso)Il mio non è un comune orecchio ma è “assoluto” è ‘unicacosa che tengo bona

BACCALA: Allora siete un musicista?

FELICE: Non esageriamo, questo no ... ma quando suonano al citofono, io subito soriconoscere chi è?

BACCALA: Sentite, perdonate la curiosità, ma voi che mestiere fate?

FELICE: Inguaiato come sto? E che mestiere posso fare? Il disoccupato

BACCALA: Capisco, ma proprietà, oggetti di valore, beni, azioni da dare in garanzia li avete?

FELICE: No per carità … nessuna

BACCALA: (riflettendo)E come pensate di saldare il prestito che devo farvi?

FELICE: Lavorerò per voi e vi ripagherò di tutto

CAPPERO: Chisto te more sott’è fierre

FELICE: Non ve ne pentirete sono un lavoratore indefesso

BACCALA: Su questo non ho dubbi

SI SENTE DA FUORI UN PO’ DI VOCI CONCITATE TRA MARIA TERESA, NUNZIA E SALVATORE O’ CHEF

BACCALA: Sentite, potete accomodarvi qualche minuto in quella stanza? Risolvo un attimouna questione e poi vi rispondo

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FELICE: Certo ci mancherebbe (avviandosi)… Ma, fate una cosa veloce alle 15,00 devo farel’insulina, sapete ho un po’ di diabete (esce)

BACCALA: E che miseria non vi siete fatto mancare niente? Ma a chi mi avete portato …

SCENA 9°: BACCALA , CAPPERO, JENA, CAROGNA E SALVATORE

SALVATORE: (entrando)Don Armà

BACCALA: Salvatò … e tu che ce facite ccà? I ragazzi non ti hanno spiegato che prima divenire, devi prendere un appuntamento?

SALVATORE: E me lo, me lo, me lo … chiedete pure? (mostrando la mano destra fasciatacon il solo dito medio sollevato) Tengo chesto… (come se volesse continuare)

JENA: (abbassandogli la mano)Scustumato, acala stu dite comme te permette annanza achisto (indicando il Boss) …

BACCALA:  Chisto chi?

JENA: Chiedo scusa … volevo dire …chistu piezz da novanta di nome Baccalà

BACCALA: Ere meglio ccà te stive zitto

SALVATORE: (guardando il dito e comprendendo l’equivoco)No a chisto … ma c’avitecaca … c’avite caca … c’avite cacaaaaa

BACCALA: Cacato? Carogna appripara ò fierro

SALVATORE: E nu mumento … a a a aspettate … volevo dire .. dire capito, che avetecapito … Non ho chiamato perché nun pozza ffà e e e nummere pecchè tengo sulo stu dito

BACCALA: Ah ecco… giusto … E quindi non potevi telefonare e sei venuto …e che ci vuoifare questi incidenti alla mano capitano … Carogna a te, come diciamo?

CAROGNA: (mettendosi alla destra del Boss)Chi non paga a Don Armando se fa male ditanto in tanto …

BACCALA: Bravo, bravo proprio così

SALVATORE: Di tanto in tanto? Sti duje … sta … sta … stanno sempè addu me

BACCALA:  Dettagli …. Ma, se queste visite di cortesia non ti stanno bene, tu paga perché

(guardando per avere appoggio Jena) Jena continua tu …

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JENA: (mettendosi subito alla sinistra del Boss)Chi paga a Don Armando campa buono tuttol’anno.

BACCALA: (accarezzando contemporaneamente la testa a tutte e due)Comme l’aggioaddestrate bello, arricurdateme, ccà cchiù tarde v’aggia ddà ò zuccherino. (i due assecondando con il movimento della testa le carezze, come dei cagnolini e sorrideranno con un viso beato) Dunque, veniamo a noi, avete portato i soldi?

SALVATORE:  No … no …

BACCALA: No? E come te si permisoe venì a casa mia senza onorare il debito …

SALVATORE: E mo, mo ve spiego …Don Armà vuje tenite … (alza l’altra mano che però èanche questa tutta fasciata ad eccezione del mignolo, indice e pollice e come tale sembra mostrare delle corna) tenite …

BACCALA: Tengo e corne?

CAPPERO: Fallo sparà

BACCALA: Carogna caccia a pistola

SALVATORE: No quapistola … quacorne? (guardando la mano, comprendendo l’equivoco,mette le mani dietro la schiena) Aspettate, quello no è colpa mi .. mia … Songhe e guagliunevuoste che m’anno cumbinato a mano accussì …

BACCALA: (ai suoi guappi)A a a quante volte ve lo devo dire che le dita vanno spezzate insequenza

JENA: Maestro, ma noi questo lo sappiamo, ma due volte avimme fatto festa e …

CAROGNA: … e pè recuperà, simme jute annanze ca fatica

BACCALA: Ah ecco. E dunque dicevi

SALVATORE: Cca vuje tenite … sempre fretta … ma io nun c’à faccio a pagà. Ed allora,vulevo sapè … se … se … se

BACCALA: Se seeee, nessuna prologa Don Salvatò … non chiedetemi ancora di portarepazienza e di aspettare che ci prendiamo collera …

CAROGNA: E se il  Masto si prende collera …

JENA: … se rompe l’amicizia e pure qualche altro dito …

SALVATORE: Nun me rumpite o … o … o …

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BACCALA: O che?

SALVATORE: O dito … Eccellenza … truvamme nata so … soluzione

CAPPERO: Allora fallo sparà ‘ngoppe a nu piede

BACCALA:  Salvatò vattenne cu e piede tu finchè ne tiene ancora duje

SALVATORE: Ma… ma …

BACCALA: Niente ma … (si porta di lato alla porta dove era entrato Felice)se entro la finedel mese non onori il debito, Carogna …

CAROGNA: (estraendo la pistola)Capo, ò destro o ò sinistro?

SALVATORE: Fermo … (si nasconde dietro Jena)nun me sparate … nun me facite male …

LE PAROLE SARANNO CONCITATE E SI DOVRANNO QUASI ACCAVALLARE

CAROGNA: (andando verso i due)Jena, spuostate

JENA: Mira ò destro

SALVATORE: No ò destro me, me serve

CAROGNA: (cercando di bloccarlo afferra Jena)E vide si se sta fermo (perde la pistola)

SALVATORE: (svincolandosi dai due che sono abbracciati, raccoglie l’arma etremandocome una foglia) Tenite chesta … cca io tengo pa … pa …(parte un colpo) pataterno (e gli cade l’arma di mano)

SILENZIO GENERALE … ORA TUTTI INSIEME SI MUOVONO LENTAMENTE COME SE FOSSE UNA MOVIOLA, OGNUNO SEGUENDO IN CONTEMPORANEA IL MOVIMENTO CHE SEGUE E PRECISAMENTE: BACCALA PORTANDOSI LA MANO SUL PETTO LENTAMENTE SI ACCASCIA, SALVATORE LO GUARDA E RESTA IN PIEDI CON LE MANI IN TESTA, JENA SI INGINOCCHIA PORTANDO LE BRACCIA VERSO IL BOSS, CAROGNA CHE HA RACCOLTO LA PISTOLA CADUTA PUNTA LA PISTOLA A SALVATORE SENZA DISTOGLIERE LO SGUARDO DAL BOSS E CAPPERO SI METTE LA MANO IN PETTO E GUARDANDO IL PUBBLICO

CAPPERO:(meravigliato)Uh … chillo m’à sparato

FINE PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

Baccalà, Oliva e Cappero

Il sipario si apre con in scena Maria Teresa che sta sistemando sulla scrivania (che è stata posta al centro con sopra una tovaglia), teste d’aglio, ghirlande di peperoncini e ferri di cavallo

SCENA 1°: MARIA TERESA, NUNZIA E JENA

MARIA TERESA: (prendendo ad una ad una le teste d’aglio a cui ha messo ad ognuna unfoglietto attaccato ne valuta il peso) E questa sarà almeno 50 grammi (riflettendo) facciamo10 euro (poi un’altra testa) questa invece, è na bella capa grossa, ad occhio e croce sarà quasi 100 grammi, dovrei chiederne 20 ma con un pò di sconto posso fare pure 18

NUNZIA: (entrando dalla cucina, con un fazzoletto tra le mani, si asciuga gli occhi e parlacome se piangesse) Non ce la faccio, nun c’à posso ffà (e rientra in cucina)

MARIA TERESA: (prendendo i peperoncini)Povera sora mia, passerà … questa cosa la staipiglianno troppo malamente … (guardandoli) come sono rossi questi peperoncini

NUNZIA: (rientra)Non ce la faccio … a furia di piangere mi stanno bruciano gli occhi (riesce)

MARIA TERESA: (calma)E ti devi rassegnare … Mettiti un poco d’acqua tiepida, altrimenti siabboffano … (valutando i peperoncini) e con questi faccio una bella corona da parete penso che 15 euro non me li nega nessuno …

NUNZIA: (rientrando c.s)Questa casa non è più la stessa, ora sta tutto sulle mie spalle …gente che va e gente che viene … tutti che chiedono come è successo, cos’è stato, chi ha sparato e sta casa me pare nu puorto è mare … (riesce c.s.)

MARIA TERESA:  E lo so, lo so … Ma ti devi calmare, tutta quest’ansia non ti fa bene ..

JENA: (entrando con un mazzo di crisantemi)Donna Teresa i miei rispetti

MARIA TERESA: Jena, ma state n’ata vota ccà? Chi vi haaperto?

JENA: Carogna, s’è messo alla porta per non fare bussare, ieri si è fatta quella processione.Ho portato questi fiori, che dite piaceranno?

MARIA TERESA: (coprendo l’aglio)Uh mamma mia levate sti crisantemi a ccà ‘ngoppe?

JENA: E che modi … Gurdate come so belli grossi

MARIA TERESA: (guardandoli)Ma come sono strani sti fiori? Qua ci mancano le foglie

JENA:  E secondo voi l’ultima canna comme m’a facevo?

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MARIA TERESA: Cose da pazzi, tenite sempe a stessa capa, invece e pensà e cosenecessarie, vuje ve fumate e foglie? (allontanandolo) E allontanate questi fiori, mi state infettando gli amuleti

JENA:(rassicurate)State senza pensiero, non correte nessun pericolo, hanno già avuto ilcontatto con l’aldila

MARIA TERESA: E sarebbe?

JENA: Li ho raccolti al cimitero, ma sono freschi, e se no ve pare a vuje, ccà si nun eranofrische io po’ me fumavo e foglie? La signora sta di là, posso andare? (indicando la stanza)

MARIA TERESA: No, sta da quest’altra parte, ma vuje jate ò stesso, chella povera femmenasta chiagnenne a stammatina e non vuole vedere a nessuno

JENA: Capisco … a botta è stata pesante pè tutte quante … io pure ancora m’aggia capacità(entrando nella stanza) con permesso

NUNZIA:(da fuori)Maria Teresa con chi stai parlando?

NUNZIA TERESA:Cu niscino, nun te preoccupà, è venuto Jena, ma l’aggio mannato dint’àstanza

NUNZIA: (riuscendo con un colapasta con dentro delle cipolle e sempre fingendo un pianto leporta sulla tavola) Famme nu poco e spazio

MARIA TERESA: We we, alluntana sti cipolle, eh vide si sta jurnata me fanno faticà

NUNZIA: E che è colpa mia? Chillo ha vuluto a genovese che facevo le dicevo cca no? Lievesti cose a miezze e dammi una mano a taglià sti cipolle, che a furia e chiagnere me songhe asciute l’uocchie à fore

MARIA TERESA: (indicando)Appunto, le cipolle fanno chiagnere e vive figurammece espirite … chille so sensibbele, sentene a puzza e l’effetto anti iettatura non funziona.

NUNZIA: (sempre tenendo tutto tra le mani)Siente, o lieve sti cose a miezzo o t’è mengocomme stanno dint’à munnezza

MARIA TERESA: Sora mia, tu stai troppo agitata, adesso ti faccio un bell’incantesimo dicalmezza e vedrai che ti sentirai meglio

NUNZIA: Tu te si muntata a capa. Nun abbassavano e scieme ca vanne e venene a dint’à stacasa, mò s’è aunita pure essa, Maria Teresa … di Caivano.

MARIA TERESA: (la guarda, riflette ed orgogliosa)Maria Teresa di Caivano me piace, mosai che faccio? M’ò faccio aggiungere sotto e bigliettini da visita

NUNZIA: Ma vuje vedite c’aggia suppurtà. Da quando Armando s’è scansata a morte chellaovere se crere ca tene poteri soprannaturali

MARIA TERESA: E perché non è così? Chi glielo ha messo il ferro di cavallo salva vita, neltaschino della camicia?

NUNZIA: Sei stata tu, ma è solo una coincidenza

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MARIA TERESA: Non capisci proprio niente, se non avesse avuto quell’amuleto, Salvatore òchef l’avrebbe colpito al cuore ed ora invece di piangere per le cipolle, staresti piangendo la morte di tuo marito

NUNZIA: Ma se il tuo ferro di cavallo era veramente un amuleto, il colpo sarebbe andato avuoto ed invece …

MARIA TERESA: … è rimbalzato nella stanza a fianco e ha preso in pieno lo iettatore …songo na putenza

NUNZIA: We we, tienatella pè te sta strunzata, ccà si chillo ò sente, scemo comm’è, s’òcrede overamente

MARIA TERESA: E fa buono … Maria Teresa di Caivano, non perdona

NUNZIA: Terè, invece di pensare a sti fessarie, noi abbiamo un problema più grande darisolvere …. chi glielo dice a Ciro che il padre a sua insaputa, come benvenuto, gli ha

organizzato il matrimonio?

MARIA TERESA: E che te crire ccà io nun ce stonghe pensanne. Ma comme se po’ ffà, purdi pensare ai suoi interessi, s’è venduto o piccirillo mio

NUNZIA: E’ vero che la cifra che ha risparmiato è grossa, ma i figli non tengono prezzo

MARIA TERESA: Ma tu si sempre a mamma, può essere maje ccà tu non conti niente?

NUNZIA: Terè, maritemo ‘nfacciaè denare nun tene rispetto e nisciuno, se la cifra era unpoco più grossa, dint’ò pacchetto ce ‘nfilava pure a mme … (pensandoci) anche se

MARIA TERESA: Anche se?

NUNZIA: Anche se … dopo il colpo di pistola è successa una cosa strana

MARIA TERESA: S’è cacato sotto? Ma quello è normale è la paura

NUNZIA: No, dico dopo. Quando si è ripreso … nun ò saccio … l’ho visto cambiato …m’accarezzava … farfugliava … m’à ditto …. “Nunziatì, nuje ce n’avimma vedè bene” … che

non era colpa sua se era attaccato ai soldi … ma che era spinto a comportarsi così … bhò … secondo me ò colpo l’ha accusato … ma vuò vedè che è cagnato?

MARIA TERESA: Ma chi Armando? Dalle ò tiempe e s’arripiglià … fai passare un paio digiorni … e chillo ritorna cchiù rabbino e primma

NUNZIA: (guardando l’orologio)Mamma mia, s’è fatto tardi Carogna addò sta?

MARIA TERESA: Sta fora a porta

NUNZIA: E chiammale, io prendo la borsa (entra qualche secondo in cucina)

MARIA TERESA: (chiamandolo)Carognaaa

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SCENA 2°: MARIA TERESA, NUNZIA E CAROGNA

ENTRANDO DA FUORI

CAROGNA: Donna Teresa mi avete chiamato?

MARIA TERESA: A a a a (dandosi un tono)Carogna, gentilmento da oggi in poi, mi dovetochiamare con il mio nome per isteso, Maria Teresa di Caivano

CAROGNA: Maria Teresa di Caivano?

MARIA TERESA: E certamento, io mi chiamo Maria teresa?

CAROGNA: Sissignora

MARIA TERESA: Stonghe di casa a Caivano?

CAROGNA: Sissignora

NUNZA RIENTRA

MARIA TERESA: Ed allora, per non ammiscarmi con altre Sante che teneno lo stesso nomemio, dovete chiamarmi Maria Teresa di Caivano come giustamento mi ha consigliato mia sorella Nunziatina

NUNZIA: (rientrando)Ma io te steve sfuttenne

MARIA TERESA: (ammonendola) E quindi, a chiunque vi addomanta, portate la nuovanotizia, e dite ccà “chi crere in me sarà salvo, ma chi non crerarrà adda schiattà”.

NUNZIA: (facendo i tre segni della croce sulla fronte, sulla bocca ed in petto)Dal Vangelosecondo Maria Teresa di Caivano

CAROGNA: Amen

NUNZIA: Carogna non la pensate, quella sta ancora sotto shock

CAROGNA: Cò spireto. Pruvate cò spirito o scotck se leva

NUNZIA: No ò scotck nastro adesivo, o shock, la paura della sparatoria. Nun damme retta, telo spiego dopo, tra un’ora arriva mio figlio (a Teresa) tu si pronta?

MARIA TERESA: Non ancora, (dandosi importanza)devo attaccaro ancora queste duetrezzee d’aglie

NUNZIA: Caso mai d’aglio

MARIA TERESA: (correggendola) Comme si ignorante. D’aglie, pecchè so doje … un agliodue aglie … (guardando Carogna) è accussì?

CAROGNA: Si, si. Ave ragione sua Santità, è pluraro

NUNZIA: A terza elementare, manco per corrispondenza va fanne piglià … (alzando la voce)Muoviti, che se mi fai arrivare tardi, io poi con te me la piglio, le finisci quando torniamo queste cose

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MARIA TERESA: Ma si pazze? Se le lasso qua … quelle si “ammazarreano”. Mo faccio unacosa, le metto in questa busta, me le porte con me e le fernesco dint’a machina

NUNZIA: Ma puose loco, hai gia appuzzolentito tutta la casa, mo vuò accummincià pure camachina? Mettile di là ed andiamo

MARIA TERESA: Nunziatì, tu m’e a ringrazià cca me si sora … ma nun s’è mai visto ccà naSantona vene trattata accussì (mette tutto in un busta)

CAROGNA: (avvicinandosi a Nunzia in via confidenziale)E’ vero Onna Nu, vuje mò l’avissapurtà nu poco e rispetto, n’ate visto comme è ad diventata putente?

NUNZIA: (guardandolo con intenzione)Carò, tu a purte sempe a pistola?

CAROGNA: (aprendo la giacca e mostrando l’arsenale)Quante ne vulite

NUNZIA: E sparate.! (risoluta)

CAROGNA: Caggia ffà?

NUNZIA: (spingendolo verso l’uscita)Cammina va e a te (alzando Teresa dalla sedia)si nunte muove, (indicando la bustache stringe tra le mani) e vide sti cape (sottolineando) d’aglie? Ad uno ad uno t’è facci anghiottere (gridando verso la camera da letto per farsi sentire) Armando noi andiamo alla stazione

ESCONO TUTTI E TRE

SCENA 3°: BACCALA, CAPPERO E OLIVA ESCE DALLA CAMERA DA LETTO BACCALA

BACCALA: (verso l’interno)Don Felice riposate adesso, ritorno più tardi, così mi dite seavete bisogno di qualche altra cosa (chiude la porta, si siede quasi a centro scena ed è pensieroso) Comme aggia ffà … comme aggia ffà …

APPARE CAPPERO DAL FONDO SCENA

CAPPERO: (applaudendolo e portandosi al lato del Boss)Bravo, bravo, complimenti, adessofai pure da badante a quell’appestato? Quella è una sanguisuga, lo devi cacciare. Ci mancava solo un’altra bocca da sfamare, per non parlare di quello che ti è costato fino adesso, il medico, la farmacia, le medicazioni e pure i fiori … che siamo noi la Caritas, i fate bene fratelli? Quello finge e tu paghi … di questo passo dovrai venderti tutto e ti troverai a chiedere l’elemosina sulle scale di una chiesa

APPARE DALLO STANZINO UN NUOVO PERSONAGGIO OLIVA

OLIVA: (facendo il segno della crocee portandosi dall’altro lato del Boss)Santo Dio, cosadevono sentire le mie povere orecchie

CAPPERO: (guardandola)Ma tu stai nata vota ccà?

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OLIVA: Signor Cappero, scusate se mi intrometto, ma voi state esagerando, Don Baccàla èresponsabile dell’accaduto e come tale deve rimediare

CAPPERO: Ma vuje vedite caggia suppurtà, da quando (indicando Baccàla che a restaindifferente a questo battibecco) il mio pupillo per errore e sottolineo errore, pensando chestesse morendo, ha sbagliato a parlare, tu, arpia, sei apparso ed hai pensato bene di appararti due uova dentro il piatto

OLIVA: Ma non dite sciocchezze, di quale uova state parlando, io colpe non ne ho. Quandol’Altissimo ha sentito la sublime richiesta di perdono, s’a guardato pè tuorno, a visto a mme, e senza manco una parola, m’ha pigliato pè scelle e uno piezzo m’à scaraventato vicino a isso. Io non me ne sono manco accorto, ero in fila per fare la richiesta di pensionamento, se fosse per me, stesso adesso me ne ritornerei li sopra

CAPPERO: E che aspetti, a stu poverello m’ò staje inguaianne

OLIVA: Ma non è così semplice come sembrerebbe. Quando c’è un pentimento ….

CAPPERO: Ancora cu sta storia? Armando non si è pentito, si è solo espresso male …

OLIVA: Lui ha detto “perdonami” …

CAPPERO: Eh no, no mio caro, voleva dire “per domani” e non “perdonami” … c’è stato unmalinteso

OLIVA: Nessun malinteso, quest’uomo si è pentito della sua vita da malvagio ed io ora sonoqui per consigliarlo a rimediare al male fatto. Don Felice va curato perché vittima innocente

BACCALA: (girandosi verso Oliva)Giusto

CAPPERO: Ma che giusto e giusto, tu ò staje pure a sentì a stu chiochiero

OLIVA: Oliva, mi chiamo Oliva

CAPPERO: Figurate, comme stamme apparate belle tutte e tre, Baccalà, Oliva e Cappero,parimme nu secondo piatto dint’à na trattoria

OLIVA: Il Signore non fa nulla a caso

CAPPERO: Che fa lo chef ò masto tuo? Cucine da incubo? Siente Armà chiste è bravo adare consigli, tanto poi il conto lo paghi tu, ti sei dimenticato che quell’ammasso di malattie (indicando la stanza dove sta Felice)

OLIVA: Felice, si chiama Felice

CAPPERO: Appunto lui, eravenuto qui per chiederti del denaro, sapendo sin dall’inizio, chenon te lo avrebbe mai più ridato, un lurido ladro ecco cos’è, altro che vittima

OLIVA: Innanzitutto non era venuto ma l’hanno portato, i soldi glieli abbiamo offerti noi eprobabilmente se gli avessimo dati, malato com’è, non ce li avrebbe mai potuto ridare, e questo lui lo sapeva benissimo. Ma chiamarlo ladro è troppo, diciamo un piccolo ladro

CAPPERO: Un ladrino. Armà, se si sparge la notizia che ti sei rammollito, ti troverai tutta lacittà contro, ricordati che una mela marcia rovina tutto il cesto

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BACCALA: (girandosi verso Cappero)Questo è vero

OLIVA: Ma quello è un pover’uomo … (suonano alla porta)

CAPPERO: La porta

OLIVA: (continuando) …a stento riesce a vivere a causa delle sue malattie e dopo ilferimento, tu lo hai rovinato per sempre … (risuonano alla porta)

CAPPERO: (in crescendo)La porta

OLIVA: (c.s.)… cosa ne sarà della sua vita? Rifletti (risuonano con insistenza alla porta)

CAPPERO: (innervosito)Ma c’ adda riflettere …a botta e riflettere a chisto mo stai‘‘nzallanendo … Armà …. Ma a vuò arapì sta porta?

BACCALA:(guardando in alto come se stesse riflettendo)Se non mi sbaglio…hannosuonato alla porta

CAPPERO: (ironico)Nooo … te sò venute a fà nu concertino

BACCALA: E chi sarà adesso? E’ da ieri che non trovo pace (Baccàla si alza e va ad aprirela porta dell’ingresso)

SCENA 4°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, ANTONIO E CAROLINA

CAPPERO: Chi vuoi che sia … sicuramente sarà qualcun’altro che è venuto a cercare denari… oramai si è sparsa la notizia … lo sanno tutti quanti che qui si mangia e non si paga

OLIVA: Alleluia … (con le braccia aperte come il prete sull’altare)non c’è cosa migliore checominciare la giornata con una buona azione …. chi ben comincia è alla metà dell’opera

CAPPERO: Ne we … si nun te ne vai … te straccio sti scelle a ‘ngoppe e spalle e me lefaccio alla diavola … e chelle stanne certo … so proprio bravo a lè cucinà

RIENTRA BACCALA CON ANTONIO E CAROLINA

BACCALA: Entra Antò entra … a cosa devo questa vostra vista?

ANTONIO: Armà … capisco che l’emozione gioca strani scherzi … ma nun s’accio come tevedo stammatina … come a cosa devo? … Ti sei scordato che oggi è il gran giorno?

BACCALA: Quale giorno?

ANTONIO: Il giorno in cui finalmente i nostri piccioncini ufficializzeranno il loro matrimonio

BACCALA: (riflettendo come per ricordare)Piccioncini … matrimonio … qua matrimonio?

ANTONIO: Armà … guardami negli occhi … maavisse cagnato idea?

CAPPERO: (risoluto)No … rispondi di no

BACCALA: No

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OLIVA: (tempestiva)Si che hai cambiato idea … digli di si

BACCALA: Si

CAROLINA: (sbattendo i piedi a terra) Babbo-papà ha detto di si … ha detto di si ... cosavuole dire che allora non mi sposo più? (scoppiando in capriccio di pianto) Ho fame, fatemi mangiare

ANTONIO: (fermandola)Che mangiare e mangiare, non è il momento adesso … Armando hadetto di si, che vuol dire che si che ti sposi … (guardando minaccioso Armando) E’ vero che la piccolina si sposa?

OLIVA: No

CAPPERO: Si

BACCALA: (un attimo di pausa) Si

CAPPERO: (mettendo la mano a mò di ombrello sul braccio) Tie … a faccia toja

ANTONIO: Oh … hai visto a babbo-papà tuo? Ti sposi.

CAROLINA: (sorridente)Bene, però … Babbo-papà io ho fame lo stesso

ANTONIO: (mordendosi la mano per i nervi)E no a babbo-papà tuo, adesso basta mangiare

…ti sei appena sfondata con 2 cannoli ed una graffa … e che facciamo? … ti sei dimenticata del vestito bello da sposa? … quello poi non ti va più … e babbo-papà tuo cosa ti fa mettere poi?

CAPPERO: (repentino)O’ tendone d’ò cirche

ANTONIO: Mangiamo dopo eh? Allora Armà dimmi, il promesso sposo è già arrivato? Comeha accolto la lieta notizia?

OLIVA: Diglielo che non glielo hai detto ancora e che forse è meglio che decida lui sesposarsi o meno

BACCALA: (imbarazzato)In tutta onestà …

CAPPERO: Zitto, ma che sei scemo? I centomila … ricordati dei centomila

BACCALA: Centomila!

ANTONIO: Centomila?

BACCALA: (modificando la parola centomila ripete dicendo) Certo … mica … non glielodicevo … glielo ho detto

ANTONIO: Bravissimo e lui?

BACCALA:  Eee e lui ... (un po’ impacciato) è felicissimo di sposare la …  la tua principessa

CAROLINA: (saltellando) Siiiiii … non vedo l’ora che mi prenda in braccio

CAPPERO: E l’assetta vicina a tavola

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ANTONIO: E dove sta adesso?

BACCALA: Chi?

ANTONIO: (lo guarda) Lo sposo … tuo figlio

BACCALA: A mio figlio? … E non è ancora arrivato … ma sta a momenti … mia moglie èandata a prenderlo alla stazione

ANTONIO: Benissimo … allora aspetteremo anche noi … non vedo l’ora di vedere la suafaccia quando vedrà mia figlia … sono sicuro che con gli occhi dell’amore in lei riconoscerà un vaso fiorito (indicando la figlia e restando estasiato per qualche secondo)

CAPPERO: (ironico)Io penso ccà riconoscerrà sul ò vaso

BACCALA: E certo … proprio un gran bel vaso … fiorito

ANTONIO: Bene (alla figlia) tesoro a babbo-papà sediamoci sul divano così aspettiamo il tuofidanzato (prendendola per mano si avviano al divano)

CAPPERO: (compiaciuto e strofinandosi le mani)Ottimo … cosi Ciro appena entra subito livede

BACCALA: Prego accomodatevi pure

I DUE SI SIEDONO

OLIVA: Ma no, lì no,  bisogna dare al ragazzo un minimo di preavviso?

BACCALA: Aspettate, lì no, non va bene, bisogna dare il preavviso … cioè fargli unasorpresa

ANTONIO: (alzandosi e riprendendo la figlia per mano)Amore mio, qui no, Armando haragione da qui si perde la sorpresa, meglio li, sulle sedie, vieni con me

CAROLINA: Si babbo-papà, come vuoi tu(si avviano alle sedie e si siedono)

OLIVA: Ma no, sulle sedie no, li devi mandare fuori da questa stanza, vuoi che al ragazzovenga un colpo?

BACCALA: E no, lì no, non va bene, gli prende un colpo

ANTONIO: Qua colpo?

BACCALA: (improvvisando)Un colpo d’aria, state in mezzo alla corrente, vi può fare male

ANTONIO: Capisco ma … allora addò avimme ij … qua so finite le sedie

CAROLINA: (sbuffando)Uffa babbo-papà … e siediti ed alzati … ed alzati e siediti … ma chestiamo in palestra? Tutto questo sport mi ha fatto venire fame (mette il broncio) Da qui non mi muovo più fino a quando non mi dai da mangiare. (incrocia le bracci) Scatta lo sciopero (si blocca)

ANTONIO: No lo sciopero no … Ecco, lo sapevo è andata in blocco

BACCALA: Come sarebbe? Che significa che è andata in blocco?

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ANTONIO: Che adesso la devo sbloccare … dov’è la cucina?

OLIVA: Ottima idea, mandali di la

BACCALA:  Là (indicando),da quella parte

CAPPERO: Si lasciali andare che così riflettiamo meglio

ANTONIO: Adesso la porto in cucina, (estrae dalla tasca un salame a cui toglie la cartastagnola) guarda ed impara come si fa, ne tengo sempre uno sigillato a prova di olfatto, infuturo potrebbe tornarti utile, (lo mette sotto al naso di Carolina che ipnotizzata dall’odore lo segue mentre lui canticchia la canzoncina dei sette nani) andiam … andiam …

CAROLINA: (unendosi al canto) … andiamo a mangiar …

ANTONIO: (butta fischiettando il salame nella cucina, Carolina lo insegue attratta dall’odore esempre seguendo la figlia) Chiamami quando arriva tu figlio, (rivolto alla figlia entrata) a te nucuoco t’aveva fà spusà … lalla la la la la (esce)

SCENA 5°: BACCALA, CAPPERO ED OLIVA

BACCALA: Ed adesso che faccio? Che faccio? (portando le mani al volto, si siede e resteràlì mentre la scena la gestiscono i due che si rimettono ai fianchi per consigliarlo e convincerlo)

CAPPERO: Come che fai? Su su allegria, alzati abbiamo un bel matrimonio da organizzare

OLIVA: Ancora? Questo matrimonio non s’adda fare

CAPPERO: Ha parlato Don Rodrigo … Titò … ti sei scordato dei centomila? Che fai li rifonditu?

OLIVA: Soldi … soldi … solo a questo sai pensare … pensi ai soldi manco fossero vitali …manco ti servissero per respirare

CAPPERO: Per respirare no, ma per campà felice si … e centomila euro … (mettendogli unbraccio intorno al collo di Armando) a nuje ce fanno fà nu sacco è resate … il matrimonio sifarà

OLIVA: Ed alla felicità di Ciro non ci pensi? Che padre saresti? Cosi ripaghi l’amore che unfiglio dona gratuitamente al proprio padre?

CAPPERO: Appunto pè isso è gratuitamente … ma crescerlo con vitto, alloggio, lavatura estiratura al padre quanto è costato? E’ giunto il momento di dargli un giusto valore …. e

centomila euro so pure pochi

OLIVA: Ma l’amore non ha prezzo, l’amore ha più valore dei soldi, lo sanno tutti che è così

CAPPERO: Ah si, lo sanno tutti? Allora mo mò sai che facimme, scennimme tutti e tre ccàsotto addù fruttivendolo, ce pigliamme 3 banane, l’abbracciamme con amore e ce ne jamme … secondo te isso che pensa.

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BACCALA: (guardando i due)Ccà simme tre ricchiune … (pausa)Stu matrimonio sadda ffà

OLIVA: Non fare cose di cui poi potresti pentirti

CAPPERO: Nessun pentimento

OLIVA: Perderai tuo figlio per sempre

CAPPERO: Abbiamo già deciso

OLIVA: Rifletti è tuo figlio

BACCALA: (Cappero cerca di dire qualcosa ma Armando alza la mano e la tiene apertacome per dire alt non parlare) Non voglio perderlo … bisogna fermarsi

OLIVA: (facendosi la croce)Sia lodato Gesù Cristo

CAPPERO: (fingendo di non aver accusato il colpo di sconfitta)E vabbè se questa è la tuaultima decisione, anche se mal volentieri accetto … (subdolamente fingendo di sentire qualcosa) Scusate sentite pure voi o lo sto sentendo solo io?

OLIVA: (sempre gentile)Che cosa Cappero caro?

CAPPERO: Come che cosa, non senti? Chiamano il tuo nome con una musica celestiale?(fingendo di ripetere) Olivaaaa … Olivaaaa va va va

OLIVA: No, non sento nulla … L’ho detto che mi sono fatto vecchio e pure un poco sordo

(felice) Mi stanno chiamando? Ed allora vado subito a sentire cosa vogliono e poi ritorno … (avviandosi)

CAPPERO: (parlando ad Oliva finché non scompare)Vai tranquillo, prenditi tutto il tempo chevuoi, tanto qui abbiamo risolto … (pausa ad Armando) We, tu devi ascoltare solo a me.

BACCALA: E come faccio lo sai che non posso … ora c’è anche Oliva

CAPPERO:  Ma in tutti questi anni non ti ho sempre dato buoni consigli?

BACCALA: Si, ma anche i suoi sono buoni … e mi sa molto più buoni dei tuoi … mi fariflettere su cose a cui prima non pensavo

CAPPERO: Ah si? Mi sto emozionando, me staje facenne venì a pelle peconi peconi …(cattivo sgridandolo) We … Chi ti ha fatto levà i paccheri dalla faccia? Chi ti ha aiutato ad arricchirti? Chi ti ha condotto verso una vita agiata? Chi? (alterandosi) Chi? (dolce ed affettuoso) Io, sono stato io

BACCALA:  Ma lui mi può riportare sulla retta via …

CAPPERO: … mieza a na via te pò purtà … ascoltami bene quando eri solo … quando eriincudine … quando tutti si approfittavano di te … chi c’era li con te? … Nessuno … c’ero solo io … io che pensavo a te, al tuo benessere … ed ora, come prima, io ti dico che noi ai soldi non possiamo rinunciare … qui rischiamo di perdere la faccia e pure la posizione … ora metti tutto questo su una bilancia e vedi l’ago dove pende

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BACCALA: (riflettendo utilizzando le mani come piatti della bilancia)E’ veronon possorinunciare a questi soldi ma nemmeno all’amore di mio figlio ed in fondo se li volessi mettere su una bilancia, mio figlio peserebbe di più di centomila euro … ( ci pensa) a meno che …

CAPPERO: … i centomila non songh’e spicce …

BACCALA: Ho deciso … Ciro si deve sposare.

CAPPERO: Precisamente

SCENA 6°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, FELICE ED JENA

ORGOGLIOSO CAPPERO SI SIEDE ACCAVALLANDO LE GAMBE SODDISFATTO MENTRE RIENTRA OLIVA

OLIVA: All’inferno andrete a finire, anzi tu (a Cappero) che già ci sei, ti hanno fatto cittadinoonorario ed a te (ad Armando) ti faranno sindaco. (a Cappero) Mi ha fatto lo scherzetto, mi ha fatto … ti stanno chiamando … la musica celestiale … Sei proprio un misero, arrenditi, non hai ancora capito che da quando ci sono io lui è cambiato e non sarà più il tuo bamboccio?

CAPPERO: (sicuro di sè)Si, si parla parla tanto lui ha appena deciso

OLIVA: Deciso? Cosa gli hai detto? Armà questo tuo modo di agire non mi piace, tu deviservire un solo padrone, con chi vuoi stare?

BACCALA: Diciamo che … decido all’occorrenza

OLIVA: Ma stai scherzando? Non puoi a tuo comodo scegliere i consigli dell’uno o dell’altro… o segui i miei che sono buoni o i suoi che sono cattivi

BACCALA: Ehhhh … e come sei drastico … ora mi trovo in difficoltà, sto confuso … eppuretu dovresti capirmi, io fino ad oggi ho seguito sempre i suggerimenti di Cappero …

CAPPERO: (accarezzandolo)… ed hai fatto bene

OLIVA: (spostando Cappero)… ed invece ha sbagliato

BACCALA: E che dovevo fare, prima c’era solo lui, ora siete in due a consigliarmi … nonsono abituato ed io mi sto confondendo … sentite, la colpa della mia indecisione non è mia, è la vostra

CAPPERO ED OLIVA: La nostra?

BACCALA: E certo, dipende da voi … fai questo, fai quello … questo è giusto, quello èsbagliato … ma non siete convinti … voi dovete essere più persuasivi … diciamo che, chi di voi due saprà essere più convincente ed avrà migliori argomentazioni … allora io seguirò i suoi consigli

I DUE SI GUARDANO

JENA: (da dentro)Aspettate non potete uscire

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FELICE: (da dentro)Toglietevi davanti devo parlare col Baccalà

BACCALA: Baccàla, mi chiamo Baccàla non se lo vogliono imparare questo nome (come separlasse ai due) ora non è momento di pensare al matrimonio ho un altro problema darisolvere

ENTRA JENA CON FELICE CHE HA UNA VISTOSA FASCIATURA ALLA TESTA E SUL LATO DESTRO UN PARTICOLARE FIOCCO PER EVIDENZIARE CHE IL PROIETTILE HA COLPITO IL SUO ORECCHIO

FELICE: (risoluto)Allora, hai fatto i conti, a quanto ammonta l’importo?

BACCALA: (tentennando)Come eravamo rimasti, ti do 5.000 euro e me li ridarai, come tustesso hai proposto, stando al mio servizio dal lunedì al venerdì

FELICE: Sulla prima parte va bene, ma sulla seconda non sono d’accordo

OLIVA: Ha ragione, cinque giorni di fila con tutte le problematiche fisiche che ha, è un po’troppo

BACCALA:  Ed allora … facciamo a giorni alterni?

OLIVA: Dici martedì e giovedì

CAPPERO: Ma così ci andiamo a perdere

BACCALA: Lunedì, mercoledì e venerdì?

CAPPERO: (con il braccio fa il segno dell’ombrello come adire ho vinto io)T’aggio fatto natavolta

FELICE: (sedendosi spavaldo come se all’improvviso non avesse più patologie)Eh ehspiritoso, qua non si tratta più di un prestito, diciamo che questo è un risarcimento

BACCALA: Non ho capito

FELICE: E mo ti faccio capire … tentato omicidio con lesioni permanenti … qui la galera nonte la toglie nessuno … e 5.000 euro, anche se pochi, mi sembrano un buon acconto … per il momento

BACCALA: Tentato omicidio? Ma che stai dicendo, quello è stato un incidente, è partito persbaglio un colpo e sfortuna ha voluto che oltrepassasse la porta e colpisse proprio te … una disgrazia di cui io non ho colpa, prenditela con chi ha fatto partire il colpo … fatti risarcire da lui

FELICE: Ma da chi? Salvatore ò chef? Ah ah ah e quello sta più inguaiato di me … ascoltamibene Baccalà

BACCALA: Baccàla … mi chiamo Baccàla

FELICE: Si come dici tu … io parlo per il tuo interesse, la cosa com’è andata è andata èsuccessa a casa tua, per colpa tua e dei tuoi loschi affari.

BACCALA: Queste sono cose che non puoi sapere

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FELICE: E invece si, si che lo so …

BACCALA: E che sai

FELICE: Quello che sanno tutti, che sei un cravattaro, che Salvatore ò chef era un tuo clienteesasperato dai tuoi interessi e che molto probabilmente aveva deciso di farti fuori

JENA:(a guappo)Ma che stai dicendo, con noi qua e quando lo faceva fuori

FELICE: Giusto, dimenticavo i compari

BACCALA: (a Jena)Ma statte zitto

FELICE: Ma lascialo dire, sicuramente non ci metterà molto la polizia a stabilire che perdelinquere ti affidavi a due goffi criminali, che fanno il lavoro sporco.

OLIVA: Hai visto a comportarsi male cosa succede? Prima o poi doveva arrivarti il conto,rassegnati e preparati a pagarne le conseguenze

CAPPERO: Ma che deve pagare?

BACCALA: Non capisco questo modo di parlare … Ti ho accolto in casa mia per aiutarti equesta è la tua riconoscenza?

FELICE: Ma che aiutare ed aiutare, tu mi volevi dare soldi con l’interesse … Senti a mè, vistoche non hai capito che te stonghe facendo na gentilezza, io mo vado e ce verimme cchù tarde al commissariato

CAPPERO: Acchiappa a chisto

BACCALA: Aspetta ma dove vai, (sforzandosi di essere gentile e sorridente)sei frescosparato non ti sei ancora ripreso, io non ho detto che non te li voglio dare, ho solo bisogno di un pò di tempo per capire come risolvere questo nostro problema

FELICE: Tuo, tuo problema

BACCALA: Certo mio … Jena delicatamente fai stendere un altro poco a Felice sul letto, unsonnellino lo farà stare meglio, il tempo che mi organizzo

FELICE: Ma io non ho bisogno di dormire e poi non ho sonno

JENA: E non ve preoccupate, a questo ci penso io (prende dall’orecchio uno spinello)nupare e tire e v’abbattite comme a nu cavallo, venite venite con me.

FELICE: E va bene, vista la gentilezza, vi dò una mezz’ora … riflettete … con permessoBaccalà (escono).

SCENA 7°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA,

BACCALA: (seguendolo sulla porta)Baccàla Baccàla … (portando le mani al volto ed intesta) Sto troppo confuso … non riesco a riflettere

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CAPPERO: Qua c’è poco da riflettere, abbiamo cercato di andargli in contro, gli abbiamoofferto comprensione, aiuto, denaro e lui … ha visto la nostra debolezza e da pecora si è trasformato in lupo affamato

OLIVA: Se non avessimo estorto denaro a Salvatore, non sarebbe mai venuto qui, Felice nonsarebbe stato colpito ed ora non ci troveremmo nei guai ….

CAPPERO: Quel pezzente andava buttato fuori non appena avevamo capito che era un pesoinutile per i nostri affari

OLIVA: Forse, ma oramai è troppo tardi, quello che è successo non si può cancellare …denunciamoci e raccontiamo la verità

CAPPERO: … ma certo, bravissimo, ma come ho fatto a non pensarci prima io, sidenunciamoci, diciamo pure come in questi anni abbiamo truffato lo stato, corrotto un pò di gente e che a tempo perso siamo …

OLIVA: … strozzini

CAPPERO: Ecco bravo, strozzini che di tanto in tanto fanno rompere, qualche dito a chi nonpaga e che poi questi, innervositi dalle aggressioni, nelle colluttazioni fanno partire dei simpatici colpi di pistola e che a volte, finiscono per colpire qualche orecchio di troppo …

OLIVA: … Bhè certo, non dico che sarà facile

CAPPERO: Tu dici? Ma dai, non posso crederci

OLIVA: Armando sbagliare è umano, prima che Felice faccia la sua denuncia, racconta la tuaverità, sicuramente rischi il carcere, ma con un buon avvocato troveremo delle attenuanti

BACCALA: Se solo Felice non fosse venuto qui

OLIVA: A tutto c’è rimedio, tranne che alla morte

CAPPERO: (battendo il pugno)Esatto. Come ho fatto a non pensarci. E’ proprio quello chebisogna fare (si passa il dito sotto il collo come per dire lo ammazziamo)

OLIVA: Ho capito bene? Vuoi che noi lo facciamo fuori?

CAPPERO: Ma che sei pazzo? Ma chi l’ha detta questa stronzata

OLIVA: (risollevato)Ah meno male … scusami … avevo capito che noi dovevamo(rifà ilgesto che ha visto prima, si passa il dito sotto il collo)

CAPPERO: Noi?? … noi no … glielo facciamo fare a Carogna

BACCALA: Esatto. Penso sia l’unica via d’uscita, Carogna l’adda sparà, Carogna, tene e pile‘ngoppe ò stommaco, Carogna è l’unico che me pò salvà…

SCENA 8°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, NUNZIA, MARIA TERESA E CIRO ENTRA PIANGENDO CAROGNA

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CAROGNA: Don Armàaaa, don Armàaaa

BACCALA: Carò ma ch’è passato?

CAROGNA: E vuje tenisteve stu curaggio … Nun le facite niente …

BACCALA: (meravigliato)Né ma tu comme l’è saputo?

CAROGNA: … a vita umana nun po valè na fesseria di questa

BACCALA: Na fesseria? Allora e sorde c’è dai tu pe chella mezza recchia?

CAROGNA: Nun dicite accussi, chille sempe figlie a vuje è …

BACCALA: Figlio a me?

CAROGNA: (comeper scusarsi di un’offesa)No, mica solo a vuje, chille po’ accussì è venuto… pure a mamma c’à miso ò suoje.

BACCALA: A mamma? Ma e chi staje parlanne? Quale mamma?

CAROGNA: A mugliera vosta …

ENTRA NUNZIA SOTTO AL BRACCIO DI MARIA TERESA MARIA TERESA:Bello, bello core e mamma soja, quant’è bello NUNZIA: Quanto mi è mancato, non vedevo l’ora di abbracciarlo MARIA TERESA: Ha fatto proprio buone a girà o munne

CON NATURALEZZA SENZA CURARSI DI ARMANDO SI SIEDONO E CONTINUANO A PARLARE

NUNZIA: E certo, quello viaggiando si imparano un sacco di cose

MARIA TERESA: E comme no, à lingua, ò mangià …

NUNZIA: (sottolineando)… le tradizioni. All’estero sono più avanti, hanno la mente più aperta

MARIA TERESA: Proprio così, comme stamme arete nuje a Napoli

NOTANDO LA SCENETTA

BACCALA: Ne wè … ma figlieme addò sta? Ce l’avite ditte che sadddà spusa?

NUNZIA: No

BACCALA: Comme no

NUNZIA: E si, mò la prima cosa che gli dicevo dopo tanto tempo … “We Cirò comme stajebello a mammà, ò saje che ti devi sposare?”

MARIA TERESA: E chi ò teneva stu curaggio

CAPPERO: Nun te può fidà maje e niscino

BACCALA:  Nun ce l’avite ditto? … Nun site buone a fa niente

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CAPPERO: E femmene sulo chiacchiere sanno fà …

BACCALA: Addò stà? C’ò dico io … Io songhe ò pate e isso addà ffà chelle càdico io, ecomme unico figlio maschio di un Baccàla, è giunto o mumento che s’adda spusà e madda regnere e nipute

SI SENTE UNA MUSICA SUONATA CON LA ZAMPOGNA/CORNAMUSA ED ENTRA CIRO VESTITO CON IL CLASSICO KILT SCOZZESE E RELATIVA ZAMPOGNA

CIRO: (parlando con un classico accento inglese)Hi daddy, come stare tu?

BACCALA: Ma chiste chi è? Addò l’ate pigliate stu zampognaro?

CIRO: Ah ah ah … Papi io essere tuo Ciruzzo …

BACCALA: E chist fosse Ciruzzo? … (rivolto alla moglie) o sposo?

ANTONIO:(da dentro)Armando …

CAPPERO: Me sa che c’avimme rufuse centomila euro

CIRO: Papi … essere io … fatti abbracciare

BACCALA: Ma comme te si vestuto, te pare chisto o mumente e pazzià, vai di la, cisalutiamo dopo … adesso non è il momento … Nunzia puortalo a là, lievece sta munnezza ca tene ‘nguollo e fallo vestì a omme

NUNZIA: E pecchè che cagne?

BACCALA: Cagne … cagne e si nun cagne a botte e cavace e paccarune o faccio turnàomme nata vota … fai presto, così dopo gli presento la sposa e il suocero che stanno aspettando in cucina …

MARIA TERESA: E perché stanno in cucina?

BACCALA: Pò blocco, quando si mette in sciopero la ragazza si blocca, però lui gli hacacciato il salame che teneva nel pantalone e lei, piano piano si è sbloccata, lui cantando glielo ha messo sotto il naso e lei mentre lo annusava, l’ha seguito in cucina per mangiarselo … ed ora stanno di la. Hai capito?

NUNZIA: No

BACCALA: Benissimo allora adesso andate di là(come un forsennato prende la moglie, lasorella ed il figlio e li spinge fuori dalla stanza) fa vestì a chisto e prima di portarlo di qua,chiamami

NUNZIA: (uscendo)Armà … tu nun staje buono

BACCALA: Lo so, ma mò nun tengo tiempo

ESCONO TUTTI RESTA BACCALA E LE SUE IDENTITA’

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SCENA 9°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, ANTONIO, CAROLINA E POI JENA

BACCALA: Ma tu vide che jurnata ch’è schiarata …. (indicando la camera da letto)Chisto

ccà recchia e (indicando dove era uscito il figlio) figliemo pure. E mo c’aggia ffà?

OLIVA: Come che devi fare? Annulla il matrimonio, don Antonio capirà quando vedrà che hairitrovato … una figlia

CAPPERO: Ed i centomila? Aspetta, ho Trovato … a Ciretta dancella ò pate comme sposa

ANTONIO: (entra sporco di farina e con il grembiule)We Armà e allora, a che punto siamo?Io a Carolina nun saccio cchù che l’aggia cucinà

CAROLINA: (fa capolino dalla porta con in mano una zuppiera)Babbo-papà questa insalataè buona ma le patate sono un pò durette

ANTONIO: E’ normale a babbo-papà, non m’è dato manco ò tiemp d’è fa lessà

BACCALA: Se sta mangianne crude? … Ma non gli farannomale?

ANTONIO: Noooo quanto maje, la ragazza è abituata … fino a poco tempo fà mangiava tuttoquello che era commestibile … ora basta che è biodegradabile … Amore di babbo-papà, quando hai finito posa la zuppiera nel lavandino, perché quella non si mangia hai capito? Vai che io arrivo subito

CAROLINA ESCE

BACCALA: Pure la zuppiera si mangia?

ANTONIO: No, non ci riesce al massimo l’addenta. Comunque ci sono notizie di tuo figlio, èarrivato dalla stazione?

BACCALA: (improvvisando)Mio figlio? … No, non ancora

ANTONIO: Ma come, io prima ho sentito delle voci

BACCALA: Ero io che parlavo ad alta voce, qua ci sono solo io

ENTRA JENA AGITATO

JENA: (rivolto a chi sta dentro)Nun te movere…

BACCALÀ LO FERMA A MANO TESA COME PER DIRE ALT

JENA:(interpreta questo gesto come per dire non sbagliare il mio nome)Aspettate ò saccio

…Baccalà no, Mussillo no … ah si … (orgoglioso dondolando la testa a destra e sinistra si avvicina al viso di Armano) Don Merluzzo

BACCALA: (dopo una piccola pausa, in pieno volto gli simula uno sputo)Manco nu nommesi capace e dicere

JENA: Ma manco accussì va buone, io cchiù elegante e chesto nun ve saccie chiammà

BACCALA: (stringendo i pugni come per dire stringi)Vabbuò, nun damme retta … stoimpegnato … tu che ce fai ccà?

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JENA: O fummece l’aggio priparato, ‘mbraccio me l’aggio pigliato, a ninna nanna ce l’aggiocantata ma niente, nun vò proprio durmì

BACCALA: E pruova cu na pupatella e zucchero (spingendolo nella stanza)cca chillo s’àsuga e s’addorme

JENA: Zucchero? Aspettate tengo un’idea, saccio io che l’aggia fa sugà po’ ffà addurmi(esce)

ANTONIO: Chi non vuole dormire? Allora di là c’è tuo figlio?

BACCALA: No, ma quale figlio  …

OLIVA: Semmai figlia

BACCALA: Figlia

ANTONIO: Hai detto  figlia? … figlia di chi?

CAPPERO: Del prete

BACCALA:  Figlia del prete!

ANTONIO: Quale prete? Ma perché i preti tengono figli?

BACCALA: (guardandosi intorno come per dire hai due che lo suggeriscono ma cosa mifate dire) Infatti … no … non credo … però può avere una figlia … ma solo se l’ha avutaprima di prendere i voti

ANTONIO: E che ci fa di la?

BACCALA: Aspetta il padre che ora è un prete

ANTONIO: E che ci fa un prete di la?

BACCALA: L’ho chiamato io per tenerlo già qui in casa per il matrimonio

ANTONIO: E perché Jena ha detto che gli ha preparato il fumo? Che centra il fumo?

BACCALA: Gesù, che domande, è un prete e se non si fa una tirata d’incenso … non sisente a casa sua. Mamma mia sto tutto sudato, mi stai facendo un interrogatorio, e chi ci sta, e quale figlia e l’incenso … ritorna in cucina … la vogliamo fare o no la sorpresa? Quando arriva mio figlio ti chiamo, adesso torna di la

CAROLINA: (da fuori)Babbo-papà l’antipasto è finito … voglio la pasta

ANTONIO: Sto venendo resisti … io vado a mettere l’acqua per la pasta … Armà … hai unapentola abbastanza grande per soddisfare l’appetito della bambina? Secondo te, cosa posso usare?

CAPPERO: A vasca e bagno

OLIVA: Ma no, la cardarella

BACCALA: Sulla credenza, ci dovrebbe essere la cardarella che usiamo per fare le bottigliedi pomodori … con quella ce la dovresti fare

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ANTONIO: Perfetto … (mentre si avvia, si incrocia con Ciro)

SCENA 10°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, ANTONIO, CIRO, NUNZIA, MARIA TERESA E CAROGNA

ENTRA IN SCENA IL FIGLIO CHE STA SUONANDO COME PRIMA LA CORNAMUSA CIRO: Io non volere togliere il vestito, devo prima farti sentire una canzone ANTONIO: E mò questo chi è ?

CAPPERO: O’ musicante

BACCALA:  Il musicista … ho chiamato pure lui per scegliere le musiche

CIRO: Papi ma che dicere, (presentandosi)Hi io essere Ciro (al padre)contento che ioessere tornato?

BACCALA: Nun t’ò può proprio immaginà

ANTONIO: E questo sarebbe Ciro, tuo figlio?

BACCALA: Nooo mica e figlio a me ... e figlio

ENTRA IN SCENA LA MOGLIE E CAROGNA

CAPPERO: Da mamma

BACCALA: E’ figlio della mamma (indicando Nunzia)

ANTONIO: Ma Nunzia è tua moglie

BACCALA: Appunto … e (indicando Carogna) e isse è ò pate … sott’à l’uocchie me l’hannofatto

ANTONIO: E tu nun è ditto niente?

BACCALA: E che dovevo dire … chille hanno avuto pure questa sfortuna … l’e asciuto pure

…femminnello

CIRO: Papi, io non essere femminello

BACCALA: A no? Ed allora perché sei vestito da femmina?

CIRO: Ahahah  … questo essere kilt cerimoniale … lo usano tutti gli uomini scozzesi

BACCALA: Tutti gli uomini ? Allora vo dice che a Scozzia so tutti ricchioni

NUNZIA: Armando ma che stai dicendo? (attorcigliandosi le maniche del vestito)Musicante,figlio d’ò pate, femminello

CAPPERO: Armà, fermala ca chesta  sbroglia tutto ò fatto

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BACCALA: (atteggiandosi a filosofo)Zittisci donna, non parlare, ormai è cosa superata dalungo tempo ed io ti ho già perdonato

NUNZIA: (cercando di colpirlo)Perdonato? Perdonato di che cosa?

BACCALA: (fermandola con le mani)Ma della tua  tresca con il Carogna

NUNZIA: Cu isso? Io po’ nun teneve che ffà, e me pigliavo stuvruoccole? Manteniteme ccàfaccio na strage

BACCALA:(all’orecchio) Nunziati nun m’abbandunà vienimi appresso

NUNZIA: Non capisco … ma che motivo tieni e dicere sta scemmaria

BACCALA: (continuando a parlare pubblicamente) E mica ce n’è uno solo … i motivi sonocentomila (mimando il gesto con le dita per dire i soldi) e forse più, hai capito adesso?

NUNZIA: Ahhhh mò aggio capito … e comme te l’aggia dicere ccà io dint’è ‘mbruglie tuojenun ce voglio trasì … mò t’acconcio io pè feste … Don Antò … chiste ve sta dicenne nu cuofene e fesserie … Ciro è suo figlio, anzi nostro figlio

ANTONIO: Armà … ma a che gioco stai giocando?

SEGUE UNA SCENA PLASTICA PERCHE’ LE SUE COSCIENZE PARLANO

CAPPERO: Digli che è impazzita

OLIVA: Digli la verità

CAPPERO: L’unica  verità sono i soldi che non possiamo perdere

OLIVA: Ma qui rischi di perdere più dei soldi

CAPPERO: E che c’è di più importante dei soldi?

OLIVA: La famiglia … se continui così perderai  tua moglie e tuo figlio

CAPPERO: E tiritititi

OLIVA: Li rimpiangerai per il resto della tua vita

CAPPERO: Armà nun te scurdà e chella passata però, te l’ ‘e scurdate e comme stive‘nguaiato?

OLIVA: Resterai da solo

CAPPERO: E quanto maje è restato sulo uno che tene e denare … ce sta sempre una folla intorno che t’alliscia con la speranza di avere qualcosa. E’ quando che non hai niente che tutti ti abbandonano e resti solo

OLIVA: Ma sarà sempre gente che ti sta vicino per i suoi interessi e non come la famiglia ccate vvo bene pe’ chello cca si

CAPPERO: We, nuie vulimme sta da soli … Armà dalle ‘nfaccia … continua … dici n’atabucia.

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 51


OLIVA: No che non la dice

CAPPERO: Si che la dice

OLIVA: Invece no

CAPPERO: Invece si

OLIVA: (incalza) E invece no

CAPPERO: (a tono) E invece si

BACCALA: (disperato)E mo basta … zitti … statevi zitti … ascite fora a dint’a sta capa … iosto ascenne a impazzì (si siede mentre le due entità guadagnano una posizione ai due lati di uscita del sipario)

NUNZIA: Armà ma cu chi l’aie … chi adda ascì?

BACCALA: (un attimo di silenzio) Niscinu, nun addaascì niscino …

BUSSANO RIPETUTAMENTE ALLA PORTA

BACCALA: Nunziatì famme na gentilezza, vai ad aprire la porta e dici a chi sta là fuori che iooggi non voglio vedere a nessuno

NUNZIA: (avviandosi)Vabbè mò ce pense io, abbasta cca te calme

BACCALA: Antò, gentilmente chiama tua figlia che devo dirvi delle cose

ANTONIO: Ma m’aggia preoccupà?

BACCALA: Antò, quanto ti prego, fai come ho detto

ANTONIO ESEGUE

BACCALA: Carò, e pure tu, vai a chiamare a Jena e Felice che stanno li dentro (indicando laporta)

SCENA 11°: BACCALA, CAPPERO, OLIVA, ANTONIO, CAROLINA, CIRO, NUNZIA, MARIA TERESA E CAROGNA

IN POCHI SECONDI RIENTRANO TUTTI OVVIAMENTE LA RAGAZZA STA MANGIANDO, FELICE SEMBRA UN PO’ STONATO E NUNZIA RIENTRA DALLA COMUNE

NUNZIA: Armaà qua ci sta Salvatore, voleva vedere con gli occhi suoi come stavate tu e DonFelice, e non me la sono sentita di mandarlo via, stava preoccupato … vieni entra guarda stesso tu, hai visto? Stanno tutti bene

ENTRANO SALVATORE E MARIA TERESA

SALVATORE: Addò stà … (piangendo si butta ai piedi di Baccalà)v’ò giuro, Don Baccàla,nun l’aggio fatto apposta …

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 52


BACCALA: Come hai detto?

SALVATORE: Ve lo giuro, io non l’aggio fatto apposta

BACCALA: Si questo l’ho capito … è il mio nome che devi ripetere

SALVATORE: Don Baccàla perdonatemi

BACCALA: Bravo ragazzo, sei l’unico che lo dice nel modo giusto … alzati Salvatore … lo soche la colpa non è tua, è stato un incidente

SALVATORE: No Don Baccàla è stato un miracolo. Avete visto come parlo bene? Dopo losparo, quando me ne so fujute, la paura è stata talmente tanta che la lingua se n’era scesa ‘nganna. Non riuscivo a dire manco una parola, ero diventato muto, allora sono corso in chiesa e pregavo e pregavo e pregavo e pregavo il signore di farmi la grazia, ma non a me che ero diventato muto ma a voi e a Don Felice che vi doveva far stare bene. Poi è arrivata la santa ed io ho avuto il miracolo.

MARIA TERESA: Chiamatemi solo Maria Teresa di Caivano. Io poi non voglio mettermi inmostra, ero andata in chiesa per dire un rosario per Ciro, quando l’ho visto sotto all’altare che si disperava ho pensato mò gli dico che stanno tutti bene …

SALVATORE: … ed invece ha fatto il miracolo. Appena m’à toccato, io aggio fatto nu zumpoe aggio alluccate talmente forte, che la lingua ca tenevo arrevogliate dint’o stommaco int’à una botta m’è asciuta fora accussì (mima una boccaccia)

MARIA TERESA: Io pò nun ò saccio regolà ò fluido ccà tengo dint’è mmane

SALVATORE: Maria Teresa di Caivano è na putenza

MARIA TERESA: Faccio quello che posso

BACCALA: Vabbè… visto che ora ci siete tutti v’aggia parlà, m’aggia liberà. Nunziatì, vieniqua, fatte abbraccià, nella vita succedono tanti cose ma a volte capita che te ne succede una in particolare che di colpo ti illumina tutta la tua esistenza. Fino a quel momento vivevo come se fossi stato circondato dalla nebbia, poi è successo un fatto nuovo e tutto all’improvviso è divento limpido .

NUNZIA: Ma a cosa ti riferisci?

BACCALA: Allo sparo … pensavo che mi avrebbe colpito e in pochi secondi ho rivisto tutta lamia vita, mio padre che zappava la terra, mia madre che mi raccontava le storie mentre faceva il pane, il nostro primo bacio, la nascita di Ciro … e all’improvviso … è successo qualcosa dentro di me e di questo devo ringraziare a Salvatore

SALVATORE: Ma che dite sono io che vi ringrazio per non avermi denunciato

BACCALA: Lasciami finire, ti devo ringraziare invece che mi ha sparato … e soprattutto devoringraziare il colpo che non mi ha ucciso

MARIA TERESA : (offesa dandosi un tono) Veramento … se vogliamo essere precise,dovresti ringraziaro a me … se non era per il mio talismano che ( sottolinea) io t’aggio miso

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dint’a tasca … voglio proprio vedè comme te salvave …. ( incalza con la sorella) è over

Nunziatì … dincelle pure tu

NUNZIA: (zittisce la sorella) Maria Terè …. e fallo parlà

BACCALA: (riprende)Chi è stato è stato, comunque questa cosa mi ha cambiato. Dopo ilcolpo, tutto mi è stato chiaro … rivedendo la mia vita ho capito … ho capito che qui si muore

…e quando siamo morti … l’unica cosa che rimane è il ricordo che lasciamo ... e che ricordo avreste potuto avere di me che mi sono sempre comportato male con tutti e soprattutto con voi che siete la mia famiglia.

NUNZIA: L’hai capito finalmente

BACCALA: Si. Ma sai perché agivo così? Ne avevo passatecosì tante da giovane … che perme era giusto … ora che ero riuscito ad emergere e diventare potente … ora che potevo approfittarmi anche io del prossimo … che era giusto che pure io facessi provare agli altri quello che prima io avevo provato … come era stato faticoso per me, doveva esserlo pure per gli altri … pensavo … ho sofferto io … allora hanna suffri tutti quanti

NUNZIA:  Ij che bello pensiero

BACCALA: Ma in fondo ho sempre saputo che era sbagliato e ammetto che all’inizio mivergognavo di fare questi pensieri ... ed allora per non sentirmi un meschino … inconsciamente mi sono nascosto dietro un immaginario consigliere che mi indicava il da farsi

…(come per discolparsi) così che ai miei occhi, non ero io il cattivo, era isso … la colpa era la sua che mi portava sulla mala strada … e più passava il tempo e più mi facevo forza e mi nascondevo dietro i suoi consigli.

NUNZIA: E poi?

BACCALA: E poi è arrivato il colpo di pistola

NUNZIA: E ti ha fatto capire che seguivi una strada sbagliata

BACCALA:Si … ma l’essere umano è vigliacco … io sono un vigliacco … e a quel punto …non potevo ammettere che in fondo ero stato io e solo io l’artefice delle mie decisioni … Mi sarei fatto schifo da solo ….

NUNZIA: E allora ?

BACCALA: Ed allora per giustificareil mio comportamento sbagliato … ancora una volta …senza rendermene conto … diciamo per autodifesa, mi sono immaginato un angelo buono che mi indicava la strada giusta

NUNZIA: Armà … tenive sta folla ‘ncapa

BACCALA: E già … ma ora basta è venuto il momento e me leva sta gente d’à capa, (aquesto punto le due entità che già avevano guadagnato l’avvicinamento all’uscita, a testa bassa scompaiono dietro di queste) mi faccio coraggio e mi assumo la responsabilità nelbene e nel male delle mie decisioni … (rivolto a Felice che sta tutto stonato) Felice … andatemi pure a denunciare non mi interessa più niente … voi siete la dimostrazione che l’occasione fà l’uomo ladro … pure voi … che non eravate nessuno … che sembravate un

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povero miserabile che elemosinava aiuto, come vi è capitata l’occasione … non ci avete pensato un attimo … vi siete trasformato in un ricattatore … vuje pure site comm’à me

FELICE: (strafatto di fumo sorridente)Sentite ma aspettate un accordo lo possiamo sempretrovare

BACCALA: Io non ho fatto nulla e soldi non ve ne dò …

FELICE: E chi sta parlanne e soldi, io poi alla polizia manco ci posso andare, tengo qualchepiccola incomprensione da chiarire con loro, (indicando Jena) ccà sta fratemo-cugino, faciteme dà na stecca e fummo e ascimme pace

BACCALA: Antò, a me mi dispiace, ma sto matrimonio non si può fare, io pur di non dartiquei soldi, me steve vennenne a mio figlio, stamme a sentì, no subito, damme ò tiempe e m’apparà e quello che devi avere, te lo darò fino all’ultimo centesimo. Del resto sempre soci siamo, o no?

ANTONIO: E che ti devo dire … io il pensiero ce lo avevo messo … ed ero felice perchèavevo finalmente sistemato la mia principessa … con il figlio del mio socio … però, pensandoci, visto che ora il ragazzo è presente … la bambina pure … se sono d’accordo pure loro, non è che questo matrimonio lo vogliamo fare lo stesso?

CIRO: Eh? Ma io avere capito bbuono? Tu volere fare sposare me con tua figlia? E’ vero che,il nostro motto è, donne e buoi dei paesi tuoi … ma vuò vedè che dint’a stu paese so fernute e femmenne e so rimaste sule e vaccarelle

CAROLINA : (offesa) Ma babbo-papà hai sentito? (continuando a mangiare) m’ha chiamatovaccarella

ANTONIO: E tene ragione a babbo-papà … tu si nun a fernisce e t’abbuffà … sai chesuccede? Il giorno che finalmente troverai nu vruoccolo cca te sposa … il nome suo invece che sulle partecipazioni t’ò farrai scrivere ‘ncoppe ’o menù

NUNZIA: E ghiamme … nun ce dicite sti cose … la bambina è ancora giovane e come dicemia sorella

MARIA TERESA:A murì e a se spusà c’è sta sempe tiempo  …

NUNZIA: Esatto. Oggi poi, è un giorno speciale … Salvatore non è più cacaglio, mio figlio ètornato dalla Scozia, mio marito sta in una nuova rinascita … e qui si deve festeggiare, io ho preparato una bella Genovese … se ci stringiamo un po’ possiamo mangiare qui tutti quanti insieme

BACCALA: Ma qua Genovese … qui ci vuole una bella mangiata al ristorante … Salvatò chedice?

SALVATORE: Sono d’accordo, qui bisogna festeggiare, andiamo tutti alla mia trattoria, vipreparò nu bello menù a poco prezzo … venite che vi faccio consolare … faccio strada (si avvia)

SEGUONO TUTTI CON PICCOLE PAROLE DI CONTENTEZZA E RIMANGONO IN CODA ALLA FILA MARIA TERESA ED ARMANDO

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MARIA TERESA: (alzando le braccia al cielo) allora è vero … s’o proprio una potenza … conil mio intervento l’aggio proprio cagnato … ci porta tutti al ristorante e paga pure il conto (esce)

BACCALA: Si, stai fresca … si fa alla Romana … ho detto che li porto … mica che pago ilconto (poi riflette un attimo e guardando il pubblico) tanto a parta mia m’à faccio scalà a sotto o debbeto

ESCE E RIENTRANO IN SCENA CAPPERO ED OLIVA

CAPPERO: Oliva, mi sà che è giunto il momento di sparire pure noi … adesso non gliserviamo più

OLIVA: E’ certo … Cappero caro … finalmente ha capito che “da solo è in grado di sceglieretra il bene dal male”

CAPPERO: E no … mi sa che ha capito che “da solo i guadagni non li sparte più connessuno”

… cala la tela

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CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI IN ORDINE DI ENTRATA (8M-4F)(9M-3F):

1-ARMANDO BACCA’LA: Boss malavitoso, il suo nome si pronuncia con l’accento sullaseconda a. Estorce denaro con interessi, tirchio fino all’inverosimile, in suo animo cattivo è rappresentato da:

2-CAPPERO: Può essere interpretato anche da una donna in questo caso scambierà il suonome con Oliva. Questo personaggio è la coscienza cattiva di Baccàla, e come tale solo lui può vederlo e sentirlo, quando ci sono persone e i dialoghi tra i due sono più lunghi, gli altri attori, si fermano in scena plastica. Le entrate e le uscite di scena sono a cura del regista e non hanno né senso logico, né posizioni contestualizzate alla scena, noi abbiamo dato dei suggerimenti di movimento, perché lo scopo è di far capire al pubblico che questo personaggio non è reale e come tale può apparire ed uscire in qualunque momento e da qualsiasi parte.

3-NUNZIA: Donna ironica, moglie del Boss, sa benissimo che il marito è un delinquente macome spesso accade, finge di non sapere. Hanno un figlio Ciro

4-ANTONIO: Avvocato affiliato ad Armando e curatore, per interesse, dei suoi loschi affari, hauna figlia:

5-CAROLINA:Una ragazza molto sui generis a cui piace solo mangiare

6-MARIA TERESA: Sorella di Nunzia (ancora signorina) con la quale ha cresciuto il nipoteCiro, donna un pò ignorante, superstiziosa, fissata per la magia, ad un certo punto della storia penserà di essere una santona

7-JENA: E’ un grottesco guappetto, agli ordini del Boss, lavora per questi fa uso distupefacenti e droghe leggere

8-CAROGNA: E’ un altro scagnozzo decisamente tonto, un uomo patito per le armi da fuoco

9-FELICE: E’ un personaggio mistico della cultura popolare, vestito di nero, lo chiamano loJettatore di Napoli, attira come una calamita la sfortuna soprattutto su se stesso. Ha centomila malanni, viene portato a casa del Boss e ne diventa parte integrante della storia.

10-SALVATORE O’ CHEF: La tipica vittima degli usurai, una brava persona, a cui il boss perstrozzinaggio, ha prestato dei fa partire un colpo di pistola che cambierà la vita del Boss

11-OLIVA: E’ la coscienza buona di Baccàla (appare nel secondo atto e può essereinterpretato indifferentemente sia da un uomo che da una donna, se ad interpretarlo è un uomo scambierà il suo nome con Cappero), è l’antitesi di Cappero

12- CIRO: E’ il figlio di Armando e Nunzia siccome ha trascorso molti anni in Scozia parla contipico accento inglese

Baccalà, Oliva e Cappero di Eva de Rosa e Massimo Canzano                                                             Pagina 57