Ballo, corna e… così sia!

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Pippo Spampinato

BALLO, CORNA E… COSÌ SIA!

TRE ATTI

PERSONAGGI:

GIROLAMO PAPPALARDO,

GIOCONDA, sua moglie

ILA, loro servetta, giovane e straniera (russa)

ROSINA, amica dei coniugi Pappalardo

SARETTO, suo marito

Dott. PUGLISI, ortopedico e Presidente del Circolo

Rag. TORRISI, Cerimoniere, poi Presidente del Circolo

ATTO PRIMO

LA SCENA:

Un salotto borghese con tre porte interne a tendaggi: due laterali e una centrale. Un divano, poltrone e sedie. Un telefono e altri mobili a piacere.

L’AZIONE SI SVOLGE NEL SALOTTO DEI CONIUGI PAPPALARDO,                                                   AL QUARTO PIANO DI UN PALAZZO CONDOMINIALE

ALL’APERTURA DEL SIPARIO SI TROVA IN SCENA ILA CHE SPOLVERA.                            LA MUSICA DI UN TANGO ARGENTINO                                                                            PROVIENE DALLA STANZA DOVE C’E’ LA PORTA CENTRALE                                                                E A TRATTI SI VEDONO GIROLAMO E GIOCONDA CHE BALLANO.                                          DOPO UN POCO CESSA LA MUSICA E I DUE BALLERINI ENTRANO IN SCENA.                              ILA CONTINUA IL SUO LAVORO

 

GIROLAMO  =         (Arrabbiato entra precedendo la moglie) No! Così non va! Pari ca si fatta di marmu. Una statua che viene trascinata. Un manichino. (Va a sedersi sul divano) Io mi stanco!...

GIOCONDA  =         Non è così! Sei tu, invece, ca non porti il tempo. Quando io metto la gamba, tu per un brevissimo istante, seguendo il ritmo, devi fermarti. (Rivolgendosi a Ila) Ila, tu che conosci il tango e hai visto quando proviamo. Chi sbaglia, io o mio marito?

GIROLAMO  =         Ma che vuoi che ne sappia, lei?!

GIOCONDA  =         Ila è una brava ballerina. Al suo Paese, dice, fanno più gare che da noi.

ILA  =                         Sì, signore. Proprio come dire signora. Usanza mio Paese! Noi russi tutti ballerini. Da, da! Bal-le-ri-ni!

GIOCONDA  =         E allora? Chi sbaglia?

ILA  =                        Non è quello, signora. Il rittìmo, come dite voi, va bene. E’ altro motivo non buono.

GIOCONDA  =         Altro motivo? Quale?

ILA  =                         Ecco!... Signore in ballo di tango deve essere assai passionale. Essere… come dire: essere accalorato… Con fu-o-co e amore con sua donna.

GIOCONDA  =         Hai sentito? Te lo avevo detto! Tu con me non balli con passione. Sei freddo… e nel tango tutto sta nel fuoco. Il fu-e-go argentino.

GIROLAMO  =         Ma non dare retta a sta cretina. (A Ila) Io non sono passionale? Ti facissi a vìdiri…

ILA  =                         Passionale solo con signora… e non essere con altre. Ad altre potrebbe disturbare. Capire? (Guardando male Girolamo) Altre non gra-di-re! (Va via per la destra).

GIOCONDA   =        (Dopo che Ila è andata via) Non cridu ca scumponi a carusa?! Chidda è na picciridda!...

GIROLAMO  =         Sì, dacci a sucalora!

GIOCONDA  =         Ora capisco pirchì non vuleva a rumena. Chidda era vecchia… (Ripetendo le parole del marito) “Megghiu na carusa… avi chiu valìa”…Vidi ca iù haiu suppurtatu… chiddi di fora ca erano e sunu tutti buttane… Ma no sta carusidda… ca è pulita. E… t’avvertu ca se ti vidu jri ccà allatu ‘nto raggiuneri Torrisi… A iddu no! Ca è curnutu pacienziusu, ma a dda buttana di so muggheri… acchiappu e a sdirrubbu di scali dopu di tia.

GIROLAMO  =         Ma cchi vai dicennu? Se ci vado è perché u raggiuneri è mio consulente… Iddu mi fa a denunzia di redditi. So muggheri non comparisci mai. E si qualche vota s’affaccia… cu è ca a talìa?!

GIOCONDA  =         Spiramu ca t’avissiru a cascari  l’occhi malati. Na bella congiuntiviti…

GIROLAMO  =         (Alzandosi) Vah, continuiamo a provare. A gara è tra dieci giorni e vogghiu vìnciri!

GIOCONDA  =         Macari, iù! Amuninni! E non ti stancari subito. (Stanno per uscire dalla porta in fondo, quando si sente ripetutamente il suono del campanello d’ingresso e dalla stessa porta si vede Ila attraversare per andare ad aprire) Cu è? Aspetti qualcuno?

GIROLAMO  =         No.

GIOCONDA  =         Cu sarà cu sta sunata urgente.

GIROLAMO  =         Ora videmu.

GIOCONDA  =         (Non avendo visto Ila, la chiama) Ila vai ad aprire.

GIROLAMO  =         Già ci jvu.

GIOCONDA  =         Ci jvu?

GIROLAMO  =         Sì, a visti passari (indica la porta in fondo).

GIOCONDA  =         Mih! L’occhi l’hai sempri supra d’idda.

CON FURIA ENRA DA SINISTRA ROSINA

ROSINA  =                (Mostrandosi agitata) Cose ca ponu succediri sulu a mia!Scusati, m’haiu assittari! (Va a sedersi sul divano e dopo aver preso fiato) La gara non si può rimandare… Lo dice il Regolamento. E macari?... Comu ballu jù con un invalido covalescente. Haiu a fari rìdiri la gente?

GIOCONDA  =         Ma pirchì?

GIROLAMO  =         Cchi successi?

ROSINA  =                Quel cretino di me maritu… (si ferma).

GIOCONDA  =         Quel cretino di tuo marito?

GIROLAMO  =         Saretto? Cchi fici?

ROSINA  =                (Non risponde).

GIOCONDA e GIROLAMO  =      (Ad una sola voce) Che è successo?

ROSINA  =                Si è slogato il piede!

GIROLAMO  =         Quannu?

ROSINA  =                Assira. Mentre provavamo il charleston.

GIOCONDA  =         (Contenta) Daveru?!

ROSINA  =                Non posso più fare coppia con mio marito.

GIOCONDA  =         (Con ipocrisia) Bih!... Mi dispiace!... Allura vuol dire che devi rinunciare. Mi dispiace!... Veramente… mi dispiace!

ROSINA  =                Non ti dispiaciri accussì assai, Gioconda, pirchì jù alla gara non ci rinuncio. Stu piaciri non ve lo do. Né a Teresa né a Nennella e neanche a tia!

GIOCONDA  =         E comu fai se ti manca il partner? Il debutto è tra dieci giorni. Pensi ca Saretto…

ROSINA  =                Saretto mio marito è cretino! Non è capace d’impegnarsi come si deve. Se l’anno scorso non ho vinto è stato ppi iddu. Quest’anno alle prove che abbiamo fatto pareva ca era molto migliorato. Stavo riuscendo ad allenarlo bene! Non ci vuleva sta slogata di piede.

GIROLAMO  =         Pazienza! Cosa ci vuoi fare? Ti pripari ppi l’anno prossimo… Nel frattempo alleni ancora megghiu a to maritu.

GIOCONDA  =         Peccato! Potevi anche vincere.

ROSINA  =                E vincerò!

GIROLAMO  =         Sì, ‘nta Turantot! Se non partecipi…

ROSINA  =                Invece ti sbagli. Ci partecipo!

GIROLAMO  =         E comu?

GIOCONDA  =         (Sarcastica) Balli da sola?

ROSINA  =                Il Regolamento dice che se durante le prove succede un infortunio ad uno della coppia, sia alla dama che al cavaliere, l’altro o l’altra possono esibirsi lo stesso con altro ballerino o ballerina già iscritti e partecipanti.

GIOCONDA  =         Ma scusa… la gara è ca si deve ballare col proprio marito o la propria moglie. No? Difatti si chiama: “Ballando con le stelle” (Si corregge) voglio dire coi mariti. “Ballando con le mogli e coi mariti”

ROSINA  =                Però se il marito è cretino e s’infortuna… Nel mio caso c’è stato un grave infortunio…

GIOCONDA  =         L’infortunio quannu succede durante le prove che si fanno al Circolo lo stesso giorno prima dell’esibizione…

ROSINA  =                No! Il Regolamento dice… Testuale: “durante le prove” e basta! Perciò possono essere anche quelle che facciamo prima a casa. Così comu successi a mia!

GIROLAMO  =         Così dice il Regolamento? Sei sicura?

ROSINA  =                Sicurissima!

GIOCONDA  =         (Dopo una lunga pausa) Ma stu ballerinu… chistu ca fa coppia cu tia, lo hai trovato?

ROSINA  =                (Non risponde subito. Rivolge lo sguardo a Girolamo).

GIOCONDA  =         (Insiste) U truvasti?

ROSINA  =                (Dopo che Giorolamo ha ricambiato il suo sguardo) Certamente! Per questo sono qua!

GIOCONDA  =         Comu???

UN LUNGO SILENZIO DURANTE IL QUALE GIOCONDA RIMANE PENSIEROSA MENTRE ROSINA IN UN MUTO LINGUAGGIO FATTO SOLAMENTE CON GLI OCCHI CHIEDE A GIROLAMO SE ACCETTA L’INVITO AD ESSERE IL SUO COMPAGNO. GIROLAMO, ANCHE LUI COME HA FATTO ROSINA, FA CAPIRE CHE                                 POTREBBE ACCETTARE, PERO’ DEVE PERMETTERLO LA MOGLIE

ROSINA  =                (Con esagerata e falsa affettuosità) Gioconda, gioia! Amica mia carissima! Ti prego: ‘mprestimi a to maritu!

GIOCONDA  =         (Con un grido) Nooo!

GIROLAMO  =         (Dopo un poco e con molta calma) Scusa… pirchì no? Se posso partecipare a due esibizioni…

ROSINA  =                E’ possibile! Lo dice il Regolamento. Il Regolamento dice di sì!

GIOCONDA  =         E io, invece, dico di no!

ROSINA  =                Per quale motivo?

GIOCONDA  =         Pirchì me maritu a farini due s’affatica.

ROSINA  =                A farini due? Possibile? Io non cci credo.

GIOCONDA  =         Ci credo io ca u canusciu.

GIROLAMO  =         Se ballassi du voti cu tia. Ma se cambio dama…

GIOCONDA  =         Tu dama non nni cambii!

GIROLAMO  =         Cchi c’è di male? Pirchì non avissi a ballare con due dame? Certamente prima ballo cu tia. La mia dama legittima. Dove sono fresco. E poi…

ROSINA  =                Veramente… chi ballerà prima o dopo, sarà fatto a sorte. Può darsi di sì come può darsi di no.

GIROLAMO  =         A sorte???

ROSINA  =    Così dice il Regolamento.

GIOCONDA  =         U sai a mimoria stu Regolamentu

ROSINA  =                L’ho studiato. Dice che il sorteggio sarà fatto a cura del Cerimoniere, il ragioniere Torrisi.

SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO.                                                                                        DALLA PORTA IN FONDO SI VEDE ATTRAVERSARE ILA

ROSINA  =                Ecco! Ccà è! Arrivau finalmente! Rapiticci!

GIROLAMO  =         Cui? U raggiuneri Torrisi?

GIOCONDA  =         Sta vinennu ccà???

ROSINA  =                No. Quali Torrisi… Saretto, me maritu. Siamo venuti assieme. U cretinu non vuole prendere l’ascensore.

GIROLAMO  =         E si fici quattru piani di scali?

GIOCONDA  =         Cu pedi slogato???

ROSINA  =                Dici ca soffri di claustrofobia.

GIROLAMO  =         (Volendo scherzare) Cchi??? Crastofobia?

ROSINA  =                (Non gradendo ripete) Claustrofobia!

GIOCONDA  =         Ma scusa pirchì tu porti d’appressu? Non è megghiu fallu stari intra? Accussì s’arriposa u pedi.

ROSINA  =                Megghiu cu mia! Prima ca cummina qualchi pastizzu. Non mi fidu lassallu sulu. Chiddu è cretino!

DALLA PORTA DI SINISTRA SI SENTE LA VOCE DI SARETTO E                                                       SI VEDE ILA ATTRAVERSARE

SARETTO  =             (Da dentro) Permesso?

ROSINA  =                Vieni avanti...

GIROLAMO  =         …cretino! Mi sta parennu u sketch dei fratelli De Rege.

SARTTO  =                (Entra) Scummettu ca stati parrannu di mia. (Si porta avanti camminando bene, ma viene avvertito con un colpo di tosse di Rosina e allora zoppica vistosamente).

ROSINA  =                (Al marito con rimprovero) Stai attentu a comu camini. Ci stava dicennu ca a tia è megghiu non lassariti sulu. Assettiti! E… non parrari.

SARETTO  =             Ma iù non staiu parrannu.

ROSINA  =                (Melliflua, volendo rimanere sola con Girolamo) Gioconda, gioia!... l’anno scorso, ti ricordi? Mi facisti assaggiare dda cioccolata… Oh chi meravigghia!

SARETTO  =             Sì, sì! Vero è!

ROSINA  =                Mutu! (C.s.) Non ho mai gustato una cioccolata comu a chidda. Perché non me ne offri una tazza macari oggi? Ti prego! Grazie!

GIOCONDA  =         Ma certamente!  (Chiama) Ilaaa!...

ROSINA  =                (Subito) No! Tu la devi preparare! Come l’altra volta. Lassa stari gli stranieri.

SARETTO  =             Faccilla fare a Ila.

ROSINA  =                Mutu! (C. s.) No! Cosa nustrana deve essere! Tu sai come prepararla.

SARETTO  =             Assaggiamu a cioccolata russa.

ROSINA  =                (Investendolo) Muuutuuu!!! A lingua t’avissi a cascàri! T’haiu dittu di non parrari! Non ti devi intromettere!

GIROLAMO  =         Saretto vieni di là cu mia!

SARETTO  =             (Alzandosi) Andiamo!Di parrari non pozzu parrari… almeno cammino…

ROSINA  =                (C. s.)  Assettiti cretino! Di ddocu tu non ti devi muovere! Stai seduto e arripositi u pedi. (Calmatasi) Allora, Gioconda me la offri, sì o no?  

GIOCONDA  =         Va bene! Te la preparo (va via a destra).

ROSINA  =                Saretto, sùsiti e vai in cucina.

SARETTO  =             Dici ca m’haiu a ripusari u pedi.

ROSINA  =                Vattinni ad aiutare Gioconda.

SARETTO  =             Iù???

ROSINA  =                Sì, tu! Subito! E ricordati sempre di zoppicare. Sei sciancatu!

SARETTO  =             Ma iù cchi sacciu fari cioccolata?!

ROSINA  =                Tu non sai fari nenti! Ma ti nni a jri dda banna ca iù devo dire una cosa a Girolamo. Avanti march!

SARETTO  =             (Si alza) Ca… comu voi tu! (Si avvia camminando bene).

ROSINA  =                (Investendolo) U pedi, cretino!... Parola d’onuri ca tu cciuncu ppi daveru… Ma no unu, tutti dui! Anzi tutti quattru, sceccu!

SARETTO  =             Va bene! Va bene!... (Zoppicando vistosamente esce dalla porta di destra).

GIROLAMO  =         Mi vuoi spiegare cchi voli diri sta farsa?

ROSINA  =                La coppa deve essere mia!

GIROLAMO  =         Quali coppa?

ROSINA  =                E cchi si cretinu macari tu? La coppa della gara di ballo. O vuliri o vulari la vittoria deve essere mia! Ci tengo! (Una pausa) E siccomu si può vincere solamente se ballo cu tia…Tutti dicono che semu la coppia ideale.  

GIROLAMO  =         Sì, va bene! Ma a mia cchi mi nni veni?

ROSINA  =                Ti nni veni!... Perché dopo tanto insistere… sarai accontentato e privilegiato su altri amici che vorrebbero...

GIROLAMO  =         E comu?

ROSINA  =                (Ammiccando dopo un silenzio) Ti regalo la “coppa”.

GIROLAMO  =         La coppa? Mi nni futtu iù da coppa.

ROSINA  =                La mia cop-pa!

GIROLAMO  =         No. Non m’interessa! Te la puoi tenere…

ROINA  =                  Ma allura sei cretinu ppi daveru! Ti sto dicendo che sarà tua… Bada, però. Solo per una volta. Una volta solamente!

GIROLAMO  =         Ma che cosa? Cchi è ca sarà mia?

ROSINA  =                U bestia ca si! (Una pausa) Girolamo, parramini chiaro: hai insistito ca iù mi concedeva a tia… Ti ho detto sempre di no! Io sono una che sa resistere alle tentazioni. Sono stata sempre fedele a mio marito…

GIROLAMO  =         Puureddu!

ROSINA  =                Chi cosa voi diri? Io non ho frequentato uomini.

GIROLAMO  =         No? (Enumera) E Pippinu, u farmacista Tiralongo, Giuvanni Badda, Turi Occhiu niuru…  Sulu iù niente! E diri ca semu amici.

ROSINA  =                Appunto! L’amicizia si rispetta.

GIROLAMO  =         Si rispetta e si può anche favorire agli altri.

ROSINA  =                Non ci sono stati altri. A genti parra ammatula senza sapere. Malelingue!

GIROLAMO  =         Assai sunu sti malelingue.

ROSINA  =                Insomma! Mi l’ha fari vìnciri sta gara? Te lo sto dicendo: solo una volta. Una è la gara e una sarà… Però dopo la vittoria. Fra dieci e più giorni. Subito dopo!

GIROLAMO  =         La gara è una, ma si ballerà per tre giorni. Chi vince, poi, si dovrà esibire anche nella serata della premiazione… Perciò: tre più una…

ROSINA  =                Va… bene! Sempre però se ci sarà la vittoria.

GIROLAMO  =         No. Anche se non c’è. Io mi sto impegnando lo stesso.

ROSINA  =                Ci sarà. Sono sicurissima.

GIROLAMO  =         Vidi ca se avissi a ballare con te subito dopo ca fazzu tri balli con mia moglie… Non è ca sugnu fattu di ferru. Mi devo un poco riposare. Può dàrisi che nel sorteggio ammattemu una appressu all’autra…

ROSINA  =                Tu ballerai per primo cu mia.

GIROLAMO  =         C’è il sorteggio. Non si può essere certi ca ballamu prima.

ROSINA  =                C’è già la certezza!

GIROLAMO  =         E comu se si fa a sorteggio?

ROSINA  =                Si fa a sorteggio… ma è tutto predisposto. Ci penserà u ragioniere Torrisi, il Cerimoniere. Balleremo prima!

GIROLAMO  =         Oh lu curnutu! (Una pausa) E comu facisti?

ROSINA  =                Cci avevo pristatu dei soldi… Ancora non mi l’ha turnati…

TRILLO DEL TELEFONO

GIROLAMO  =         (Non risponde).

ROSINA  =                Rispondi, prima ca veni Gioconda.

GIROLAMO  =         (Alza la cornetta e risponde) Pronto… Oh, Presidente… (Ascolta, poi) Sì! Sono proprio qui!... Sì!... A casa mia. C’è anche il marito… (Ascolta ancora, poi) Certo che accetto. Saretto e Rosina sono miei cari amici… (C. s.) Lo dice il Regolamento?... Certamente! Se è necessario il mio assenso scritto… Lo farò! (Ascolta ancora, poi) Ma con piacere!... L’aspetto! (Chiude la comunicazione) Era il Presidente, u dutturi Puglisi.

ROSINA  =                L’ho capito.

GIROLAMO  =         Dici ca è stato a to casa e ci dissiru ca siti ccà. Voli parrari cu tia! Sta vinennu!

ROSINA  =                Ccà???

GIROLAMO  =         Dici ca è ‘nte paraggi…

ROSINA  =                Malidittazzu a iddu! Cchi voli? Io ho già fatto l’istanza e l’ho consegnata al Cerimoniere.

GIROLAMO  =         Sempri a ddu curnutu?!

ROSINA  =                (Si agita) Mi nni vaiu! (Chiama) Saretto!... Saretto! Veni ccà! (Da destra si affaccia Saretto) Dobbiamo andare! Subito!

SARETTO  =             Aspetta, ca a ciccolata è quasi pronta… (rientra).

ROSINA  =                (Gridando) Lassa stari a ciccolata!... Camina!

GIROLAMO  =         Ma scusa, pirchì ti nni voi jri?

ROSINA  =                Puglisi è medico ortopedico… Capaci ca se ne accorge. (Chiama) Sareeetto! Cretinu! Amuninni, ti dicu. Subito!

SARETTO  =             (Si affaccia di nuovo) Pigghiamini prima a ciccolata. La sta facennu sciògghiri ‘n pocu… Gioconda è bravissima! (Rientra).

ROSINA  =                E tu si na gran bestia! (Gridando più forte) Ora!... Veni ccaaà! Dobbiamo andare! Avemu a scappari ppi subito prima ca chiddu veni! E sta vota ti cci ‘nfilu cu forza intra l’ascensore… (esce con furia a destra).

GIROLAMO  =         Non t’agitare… Dissi ca era ‘nte paraggi… ma cu sapi unni?

ROSINA  =                (Rientra trascinando Saretto) Camina, cretinu!... Tu non capisci nenti!

SARETTO  =             (Facendosi trascinare controvoglia) Macari mezza tazza…

GIROLAMO  =         Faccilla pigghiari… Non c’è tutta st’urgenza

ROSINA  =                (Vedendo che Saretto cammina bene) T’haiu dittu di zoppicare! (Con forza gli scaccia il piede) Te! Ddocu! Ora camina sciancatu ppi daveru!

SARETTO  =             Ahiaiii! (Comincia a zoppicare).

SUONO DEL CAMPANELLO D’INGRESSO.                                                                                      ROSINA E SARETTO SI BLOCCANO

ROSINA  =                (Infuriata) Ccà è! (Dà uno scappellotto al marito) T’ammazzassi!

GIROLAMO  =         Megghiu fallu assittari. (Dopo che dalla porta in fondo si è visto Ila attraversare, va ad incontrare il Presidente ed esce a sinistra).

ROSINA  =                (Al marito) Assettiti ‘nto divanu, bestia! E ricordati ca hai u pedi slogato.

SARETTO  =             (Esegue) Mi scacciasti u caddu du itu rossu di l’autru pedi. Il ditone.

ROSINA  =                A testa t’avissi a scacciari! E si parri ammatula ti fazzu cascari a lingua.

DALLA SINISTRA ENTRA PUGLISI SEGUITO DA GIROLAMO

PUGLISI  =               Gentilissima signora Rosina (fa il baciamano, poi) Signor Saretto, come sta?

SARETTO  =             Bene! Grazie!

ROSINA  =                (Subito) Quali bene? Male! Va molto male! Deve stare seduto…Non si può muovere… Invalido! Invalidissimo!

LUGISI  =                 Vediamo! (Mentre si avvicina a Saretto chiede a Girolamo) La sua gentilissima signora?

GIROLAMO  =         E’ di là in cucina. (Chiede) Gradisce una cioccolata? Mia moglie la sta preparando…

PUGLISI  =               Se la prepara la signora Gioconda sono certo di gustare una prelibatezza. Grazie!

GIROLAMO  =         Vado ad avvertirla…  Permesso… (Esce per la destra).

ROSINA  =                (A Saretto che sta per slacciare la scarpe) Fermu! Non togliere niente! (Rivolta a Puglisi) Dottore, meglio non manipolargli il piede… Una volta che l’ha fatto don Venniru… Sa, noi in famiglia siamo abituati, quando c’è una lieve slogatura,  a servirci di queste persone. Anche per una grave lussazione, come questa di mio marito, andiamo subito da loro. Don Venniru è molto bravo… Cci bastaru sulu du ova.

PUGLISI  =               Ha fatto una frittata?

ROSIN  =                   No. Don Venniru cu iancu di l’ovu… aggiusta subito l’ossa.

PUGLISI  =               Lo so! Conosco la persona. E avete fatto bene! Il signor Sanfilippo è veramente capace! Alle volte anch’io mando da lui, miei pazienti.

ROSINA  =                Mio marito ha bisogno solamente di riposare il piede. Difatti non gli fa più male.

SARETTO  =             No, no! A mia mi fa male. Megghiu ca ci duna na taliata… (slaccia la scarpa).

ROSINA  =                Lassa stari!

SARETTO  =             Mi fa male! Alli voti c’è rottura?! (Ha tolto la scarpa e porge il piede).

PUGLISI  =               (Tastando la caviglia) Fa male?

SARETTO  =             Ddocu no. U jtu rossu…

PUGLISI  =               Il dito???

ROSINA  =                (Si accorge che trattasi dell’altro piede schiacciatogli da lei) Ah, sì! Ha sbattuto poco fa l’altro piede. E’ creti… distratto! Ma di più è perché con il piede offeso non può reggersi bene quando cammina. (A Saretto) Facci vìdiri l’altro piede. Chiddu ca ti fa male.

SARETTO  =             Chistu mi fa male.

PUGLISI  =               Vediamo! Ma non è necessario togliere la scarpa. (Saretto porge il piede e mentre tasta la caviglia) Fa male qui? Sente dolore?

SARETT O  =                        (Rimane indeciso, poi guarda Rosina che abbassa ripetutamente il capo per affermare) Sì, sì! Ahiai!... Molto male. (Esagerando) Ahiaiii!... Ahiaiii!...

ROSINA  =                (Accorre e stringendolo a sé) Basta! Non gli faccia male! Basta! Senza farlo soffrire!... (Puglisi desiste) Mio marito è delicato!... (A Saretto)Hai dolore, vero? Sì, sì! Hai dolore! (Dopo una pausa) Gioia, megghiu ca ti nni vai in cucina a pigghiariti a cioccolata.

SARETTO  =             Gioconda a sta purtannu ccà. Così non mi alzo.

ROSINA  =                Sùsiti, invece e vai in cucina! Veni ccà ca t’aiutu iù… (Lo tira con forza e lo fa alzare) Appoggiti cu mia…

DALLA DESTRA ENTRA GIOCONDA

GIOCONDA  =         Ecco qua! (Va a posare la guantiera sul tavolinetto).

PUGLISI  =               (Galante) Gentilissima signora… (fa il baciamano).

GIOCONDA  =         Dottore!… Mio marito mi ha detto che gradisce… (offre una tazza a Puglisi e nel mentre) Rosina serviti tu stissa e pensa macari ppi Saretto.

SARETTO  =             Mi servu iù! (Si svincola e s’avvia in fretta al tavolinetto, mentre Rosina cerca d’afferrarlo. Poi comincia a camminare zoppo e Rosina desiste. Ingordo beve e si brucia) Oh, oh!... E’ caldissima!

ROSINA  =                (Dopo aver preso la sua tazza) Vieni in cucina megghiu!... Accussì s’arrifridda (spingendo  il marito escono a destra).

PUGLISI  =               (Dopo qualche sorso) Squisita! Vera prelibatezza!... Tutto quello che prepara lei, cara  signora Gioconda, è da gustare con vero piacere. Da gustare!

GIOCONDA  =         Grazie! Lei dottore mi lusinga.

PUGLISI  =               La verità. Oltre a godere nel gustare la sua cioccolata, signora, è il piacere  o meglio la gioia di starle vicino. (Una brave pausa) Ho avuto l’impressione che la signora Rosina ci volesse lasciare soli. (Altra pausa) Ciò per me è un vero gradimento, una grande gioia. Noi due soli… e io vorrei dirle… (Lascia sul tavolo la tazza e sognante si avvicina a lei quasi a baciarla) Oltre la  cioccolata… perché non mi fa gustare anche la sua bocca?

GIOCONDA  =         (Non volendo cerca di cambiare discorso e s’allontana) Mio marito…

PUGLISI  =               (Rimessosi subito si gira a guardare) Dov’è? Ma non c’è!

GIOCONDA  =         Stavo dicendo: mio marito insiste a volere ballare anche con Rosina. Dicono che il Regolamento lo permette. Ma io non sono d’accordo. E sa cosa ho pensato? Mi ritiro dalla gara.

PUGLISI  =               Come???

GIOCONDA  =         Proprio! Non partecipo.

PUGLISI  =               Signora Gioconda, lei non solo mi ha fatto ritornare alla cruda realtà, ma mi sta dando la peggiore notizia che io voglia sentire. Perché questa sua decisione?

GIOCONDA  =         Per non fare ballare mio marito con Rosina. Una volta che io mi ritiro, mio marito non sarà più partecipante e perciò non potrà essere scelto da Rosina.

PUGLISI  =               Ma cara signora, perché vuol fare tutto questo? Ne nascerà un subbuglio. Lei così mi rovinerà la gara.

GIOCONDA  =         Senta: voglio essere sincera. A me farebbe tanto piacere partecipare. Lei sa che io amo moltissimo il ballo…

PUGLISI  =               Lo so! E quando io ho ballato con lei mi sono sentito come in Paradiso.

GIOCONDA  =         (Continuando) Quest’anno mi piacerebbe anche vincere! Difatti, ballando io e mio marito che è il più bravo di tutti gli altri mariti, potremmo avere la vittoria in pugno.

PUGLISI  =               E allora? Lei non balla forse con suo marito?! L’esibizione con la signora Rosina sarà un doppione per il signor Pappalardo.

GIOCONDA  =         Ed io temo proprio questo doppione. Perché se mio marito ballerà prima con Rosina, sarà fresco e non affaticato. Non ha fatto, insomma, il doppione. E se poi, invece, e ciò può succedere, dopo Rosina ballerà con me non è fresco come prima.

PUGLISI  =               (Rassicurato) Oh! Ma a tutto ciò si può dare rimedio. Lei e suo marito ballerete sempre prima. Prima del ballo che suo marito farà con la signora Rosina.

GIOCONDA  =         E… come? Se c’è il sorteggio.

PUGLISI  =               Ma che sorteggio?! Ci penserò io! (Avvicinandosi al telefono) Faccio una telefonata, permette? 

GIOCONDA  =         Prego, si accomodi.

PUGLISI  =               Così lei sarà certa.

DALLA DESTRA ENTRA GIROLAMO

PUGLISI  =               (Si blocca) Anzi, voglio rassicurarla meglio. Facciamo venire qui il Cerimoniere che dovrà fare il sorteggio. Dato che abita nella porta accanto… (A Girolamo) Se il signor Pappalardo vuol essere così cortese di andarlo a chiamare… Dica che lo desidero io!

GIROLAMO  =         Al ragioniere Torrisi? E perché?

PUGLISI  =               La sua signora, per dare l’assenso affinché lei possa ballare anche con la signora Rosina, vuole essere certa che lei balli prima con lei. Cioè lei dovrà ballare prima con lei… Lei e lei! Non lei con l’altra, ma lei con lei…  cioè lei…(lo indica) con lei (indica Gioconda).

GIROLAMO  =         Non sto capendo cu è sta lei e st’autra lei.

PUGLISI  =               Ha ragione. Sto facendo confusione. Sembra di aver detto uno scioglilingua. Dicevo che lei, la sua gentilissima signora, vuole che lei balli con lei prima che lei balli…

GIROLAMO  =         Con lei? (Indica Gioconda).

PUGLISI  =               Nooo!  (Indicando)Prima lei con lei… e poi sempre lei…

GIROLAMO  =         ‘N’autra vota?! Non sto capendo.

GIOCONDA  =         Ho capito, io! Però a chiamare u raggiuneri ci va Ila. (Esce a destra e dopo un poco dalla porta in fondo si vede Ila attraversare).

PUGLISI  =               Voglio che il ragioniere Torrisi nel sorteggio farà il modo che lei… (lo indica quasi a toccarlo) balli con la signora Rosina la seconda volta. Così sua moglie sarà accontentata e, venendo qui a casa sua, il ragioniere lo confermasse.

GIROLAMO  =         Ma perché… lei (lo indica come ha fatto Puglisi) è capace di faricci fari o’ raggiuneri chiddu ca voli?

PUGLISI  =               Certamente! Torrisi è legato a me! (Ammiccante, dopo una pausa) La moglie invece… Per questo volevo che andassi lei a chiamarlo. Dico: (indicandolo e toccandolo col dito) Lei! Lei!

GIROLAMO  =         Ho capito!Non c’è bisognu di sta tuccata.

PUGLISI  =               Lei, caro Pappalardo, è un uomo fortunato. Ci l’havi proprio vicino… ‘nta porta accanto. La signora Torrisi è desiderata da tutti. Chi non vorrebbe una bella donna come lei?! Sa, voglio confessargli che anch’io, tempo fa, avevo tentato… Ma mi sono subito ritirato appena ho saputo che c’era già lei… Lei… (sta per indicarlo come prima ma Girolamo si allontana) Lei signor Pappalardo, ca non nni lassa una!

ILA SI AFFACCIA DALLA PORTA DI SINISTRA

ILA  =                        Il ragioniere è di là. Io cosa fare?

GIROLAMO  =         Fallo accomodare. Accompagnalo qui! (Appena Ila scompare, si rivolge a Puglisi piano e confidenzialmente) Faccia in modo di trattenerlo per un poco. Io torno subito! (Sta per avviarsi e uscire dal fondo).

PUGLISI  =               Ho capito! Appena il marito è qui lei va dalla moglie che è sola. Quando il gatto non c’è…Vada!  Vada! Lo tratterrò per un bel po’.

GIROLAMO  =         Anche poco. Voglio che si possa fare in modo d’avere un incontro giovedì, perché mia moglie va da sua sorella ed io rimango a casa da solo. Non faccia capire a mia moglie che io sono uscito.

PUGLISI  =               Tranquillo!

GIROLAMO ESCE QUASI FURTIVAMENTE DAL FONDO,                                                          MENTRE DALLA PORTA DI SINISTRA APPARE TORRISI                                        ACCOMPAGNATO DA ILA CHE RIENTRA

TORRISI  =               Permesso?... (Trovando solo Puglisi, si fa avanti) Dottore eccomi! A sua disposizione. Di che si tratta?

PUGLISI  =               Aspettiamo la signora Gioconda. Intanto si accomodi! (Mentre Torrisi siede sul divano, lui si accomoda in una poltrona) Trattasi della gara di ballo.

TORRISI  =               La signora Rosina ha già presentato regolare istanza. Non l’ha letta? E dire che avevo raccomandato a Buonaventura di dargliela. Chiddu invece di fare il fattorino…

PUGLISI  =               Sì, sì! L’ho letta!

TORRISI  =               E allora? La gara potrà svolgersi senza alcuna difficoltà.

PUGLISI  =               Il fatto è che la signora Gioconda, moglie del signor Pappalardo, per acconsentire che il marito balli anche con la signora Rosina, pretende che ciò avvenga ogni volta e, nelle tre serate, dopo la sua esibizione.

TORRISI  =               Impossibile! Il Regolamento dice di fare un regolare sorteggio.

PUGLISI  =               Il Regolamento l’ho fatto io! Ed io stabilirò come deve essere fatto il sorteggio. Lei farà il sorteggio come l’anno scorso. Leggerà chiddu ca ci conviene e che noi vogliamo. A me interessa la spettacolarità della manifestazione. E con la signora Rosina che balla, ci sarà!

TORRISI  =               Ma…

PUGLISI  =               (Tagliando corto) Ragioniere Torrisi vuole continuare a fare il Cerimoniere, sì o no?

TORRISI  =               Io…

PUGLISI  =               Per quanto riguarda il prestito di quella somma che mi aveva chiesto… Sarà accontentato. Dopo la manifestazione.

TORRISI  =               Grazie! Ma…  ci vòlunu ancora dieci giorni. Non mi potrebbe favorire prima?

PUGLISI  =               Mi sembra difficile. Ma certamente il mese entrante! Glieli darò senza pretendere interessi.

TORRISI  =               Grazie! (Va a baciargli la mano inginocchiandosi) Può comandarmi sempre!

DALLA DESTRA ENTRA ROSINA.                                                                                            IMBARAZZO DI TORRISI

PUGLISI  =               (A Rosina) Tutto sistemato. Il Cerimoniere qua, il ragioniere Torrisi farà in modo che per prima balli la coppia Pappalardo. Cioè il signor Girolamo e la gentilissima moglie, così come vuole la signora Gioconda per poter far ballare suo marito con lei. Ma sono certo che anche ballando dopo, lei signora Rosina farà furore. Mi permetta… vado a dirlo alla signora Gioconda. Lei, ragioniere mi aspetti! (Si avvia per la porta in fondo, poi chiedendo più di una volta permesso esce).

ROSINA  =                (Investendo Torrisi) Lei non è un uomo!

TORRISI  =               Signora, io le restituirò la somma! Sono in grado di potergliela restituire. Ma lei capirà: quello è il Presidente ed io sono…

ROSINA  =                ‘N pupu! Un Cerimoniere di carta velina ca è attaccatu a catina du dutturi Puglisi. (Pausa) Ppi quantu riguarda i soldi che lei mi deve, li voglio restituiti subito.

TORRISI  =               Subito?

ROSINA  =                Subitissimo!

TORRISI  =               Tutti?

ROSINA  =                Tuttissimi!

TORRISI  =               Certamente! Tutti! Ma mi deve dare qualche giorno di tempo…

ROSINA  =                Nooo! La denuncio! Se lei domani non mi restituisce l’intera somma compresi i bimbirimbì.

TORRISI  =               Chi sunu sti bimbirimbì?

ROSINA  =                Gli interessi.

TORRISI  =               Certu! Gli interessi come si era stabilito. Ma domani è impossibile.

ROSINA  =                Lei è una banderuola! Aveva fatto un accordo con me!...

TORRISI  =               Signora Rosina… se lei è paziente, io le posso venire incontro.

ROSINA  =                Come?

TORRISI  =               Farò in modo che nel sorteggio la vostra coppia si esibirà in ultimo e sempre ultima per tutte e tre le serate. Così il signor Pappalardo avrà il tempo di riposarsi.

ROSINA  =                (Dopo una lunga pausa di riflessione) Posso essere sicura?

TORRISI  =               Sicurissima! Mi sarà facile! (Una pausa) Allora, signora gentilissima, può aspettarmi sino al mese entrante?

ROSINA  =                (Dopo un attimo di decisione) Aspetto.

TORRISI  =               Grazie! E mi vidi ca chi si esibisce ultimo è sempre il più favorito.

ROSINA  =                Lo so! L’importante era convincere Gioconda a cedermi a so maritu.

TORRISI  =               Lei anzi mi deve ringraziare. E quando vincerà mi farà un regalo! Perché io la faccio vincere!

ROSINA  =                Come?

TORRISI  =               Sono anche membro della Giuria.

ROSINA  =                Ci levu i bimbirimbì.

DAL FONDO ENTRA GIROLAMO

GIROLAMO  =         Oh! Lei è ancora ccà!?

TORRISI  =               Aspetto il Presidente e poi vado via.

GIROLAMO  =         (A Rosina) U dutturi Puglisi assicura…

ROSINA  =                (Senza farlo continuare) Va bene così! Prima balli con Gioconda. Noi balleremo sempre alla fine. Hai il tempo per riposarti.

GIROLAMO  =         Alla fine? Ma se c’è il sorteggio…

ROSINA  =                Ragioniere lei può andare!

TORRISI  =               Vorrei prima ossequiare il Presidente.

ROSINA  =                Cci l’ossequio io! Si nni issi! (Lo spinge a sinistra e assieme vanno via).

GIROLAMO  =         (Rimasto solo ripete con sarcasmo le parole dette da Torrisi) “Vorrei ossequiare il Presidente”. E’ un vero leccaculo. Una nullità!

ENTRA ANCHE DAL FONDO PUGLISI

PUGLISI  =               (Non trovando Torrisi) Dov’è? E’ andato via il ragioniere?

GIROLAMO  =         In questo momento.

ENTRANO: ROSINA DA SINISTRA E GIOCONDA DA DESTRA

GIOCONDA  =         C’è ancora una cosa da chiarire. Mio marito deve provare con me. Vuol dire che ballerà con Rosina senza provare.

ROSINA  =                Brava! A sparasti ppi daveru grossa! Ma pirchì non putemu pruvari in giorni alterni? Un giorno Girolamo prova con te e l’indomani con me!

GIOCONDA  =         No, no! Girolamo di intra non nesci.

ROSINA  =                Ca certu! Tenitillu strittu! (Piano e quasi a sé) Basta ca nesci’nto ballatoiu…

GIOCONDA  =         (Come se non avesse sentito bene) Cchi è ca dici?

GIROLAMO  =         (Subito a  Rosina) Pirchì non veni tu ccà? Si fanno le prove a casa mia! Ti porti na tuta…

PUGLISI  =               Magnifico! Ottima idea.

GIROLAMO  =         (Ripete) Ti porti na tuta…

ROSINA  =                Ma certu ca mi portu a tuta… Avissi a ballari nuda?

GIOCONDA  =         (Sarcastica) Forse ti vinissi megghiu!

PUGLISI  =               Certamente! E’ la migliore soluzione.

ROSINA  =                Cchi cosa???  Nuda??? (A sé ma forte) E’ chi è cretinu st’autru?!

PUGLISI  =               Nooo! Mi riferivo a venire lei qui per provare… con la tuta.

GIROLAMO  =         S’inizia oggi pomeriggio… e poi stabiliremo i turni.

ROSINA  =                Va bene! Oggi pomeriggio.

GIOCONDA  =         A to maritu làssilu a casa. Non c’è bisognu ca tu porti dappressu.

GIROLAMO  =         Certu cchi n’avemu a fari? Basta ca ti porti a tuta.

ROSINA  =                E torna cu sta tuta… U sacciu iù chiddu ca m’haiu a purtari!

PUGLISI  =               Provate anche giovedì?

GIROLAMO  =         Oh! Mu stava scurdannu. Giovedì si salta! Non si prova.

GIOCONDA  =         Perché?

GIROLAMO  =         Comu “perché”… Non devi andare ‘nti to soru?

GIOCONDA  =         Non lo so. Ancora non ho deciso.

GIROLAMO  =         E’ il giorno libero di Ila… T’ha purtatu a testa…

PUGLISI  =               Signora, meglio che ci va!

GIOCONDA  =         Ma pirchì? Cchi c’entra lei?

PUGLISI  =               (Cerca di riparare la gaffe) Dicevo… che è meglio fare un giorno di riposo.

ROSINA  =                Allora ci vediamo pomeriggio! (Avviandosi a destra) Quantu m’arricogghiu a me maritu… e mi pigghiu a tuta.

GIROLAMO =          ‘A tuta???

GIOCONDA =          Ti l’avevi già purtata?

PUGLISI  =               Brava! Una donna accorta!

ROSINA  =                Nooo! Mi facistiru suggestionare cu sta tuta. M’haiu arricogghiri sulu a “truscia”!

GIOCONDA  =         ‘A truscia???

GIROLAMO =          Ti purtasti na truscia???

ROSINA  =                A Saretto! Dda “truscia” di me maritu.  (Esce).    

PUGLISI  =               Vado anch’io! Sono contento che tutto si è sistemato.

GIROLAMO  =         Mi permette… Quantu cci dicu a Rosinadi non vèniri prestu. Io nel primo pomeriggio faccio il pisolino. Ho bisogno di riposarmi un poco. Mi stanco... (Esce a destra).

PUGLISI  =               (Confidenzialmente, dopo che Girolamo è andato via) Spero che suo marito non sarà stanco anche con lei… Una bella signora come lei… non può stare accanto ad un uomo che si stanca facilmente. Se sapessi che energia e vigore è in me quando le sto accanto… (Poiché Gioconda si porta a destra per chiudere la  porta) Dove va?

GIOCONDA  =         (Ritornando) Dottore… Io voglio vincere la gara! Lei potrebbe farmela vincere? Gli sarà possibile? (Una brevissima pausa) In cambio lei avrà ciò che desidera. Sarò disponibile!

PUGLISI  =               (Felice, più che stupito) Davvero? Oddio! (Altra brevissima pausa) Ma certamente! Sarà possibile! Io sono il Presidente!

GIOCONDA  =         Giovedì io non andrò da mia sorella, come crede mio marito, ma posso incontrarmi con lei… (Chiede) Dove?

PUGLISI  =               Ma… sta dicendo seriamente?…

GIOCONDA  =         (Dopo avere guardato a destra, temendo che qualcuno entri, ripete) Do-ve?

PUGLISI  =               Nella mia villetta. Proprio quella in periferia dove abita sua sorella. La villetta che lei conosce. Giovedì all’alba sarò lì ad aspettarla…

GIOCONDA  =         Intanto vada!

PUGLISI  =               (Si avvicina a Lei con passione) Diamoci del tu… almeno quando siamo soli… Gioconda… Io… Tu…

GIOCONDA  =         …Egli, Noi, Voi, Essi… (Seccata) Ho detto giovedì! Mi aspetti! (Lo spinge a sinistra per accompagnarlo all’uscita).

PUGLISI  =               (Facendo resistenza) Con gioia…  tanta impazienza e… desiderio. Sarà per me un giorno di festa…

TRILLO DEL TELEFONO

PUGLISI  =               Sento squillare già le campane… i campanelli…

GIOCONDA  =         E’ il telefono! (Prima d’uscire chiama) Ila, vai tu al telefono. (Esce con Puglisi).

DAL FONDO ENTRA ILA.                                                                                                                               VA AL TELEFONO E ALZA LA CORNETTA

ILA  =                        Pronto?... Sono Ila… No serva. Io essere persona al servizio. (Dopo un poco) Signora Gioconda subito venire… Lei cornetta… (Subito dopo un poco) Nooo! Io dire signora prendere cornetta telefono. No fare piccole corna. (Una pausa) Arriva! Da!

RIENTRA GIOCONDA

ILA  =            (Porgendole la cornetta) Essere sua amica. (Va via).

GIOCONDA  =         (Parla al telefono) Nennella… eccomi! (Dopo avere ascoltato per un poco) Sì! E’ così!... Mio marito ballerà anche con Rosina. (Ascolta ancora, poi) No. Non vincerà! (Ancora un ascolto) Ma certamente! La scommessa rimane valida… Anzi raddoppio! Ci stai? (dopo aver avuto conferma) Magnifico! Preparati a versare la somma sul mio conto corrente. Io… vincerò la gara di ballo! Ciao! (Dopo avere abbassato la cornetta si porta al centro e felice si esibisce da sola ad alcuni giri di danza cantando) Vincerò! Vin–ce–ròooo !

CALA RAPIDA LA TELA

Fine primo atto

ATTO SECONDO

DOPO LA GARA

LA SCENA:

La sala di presidenza del Circolo.                                                                                                                                                                                                                                                                  

 Due porte: una laterale a destra e l’altra sul fondo.                                                                                                                                                                                  Addossato alla parete di sinistra c’è un mobile con mensole contenenti dei fascicoli,  delle foto e altri  oggetti che ricordano le attività svolte dal Circolo. Anche a sinistra c’è una larga scrivania e accanto, quasi nascosto, un giradischi. Sedie e altri mobili a piacere.

ALL’APERTURA DEL SIPARIO TORRISI SE NE STA SEDUTO DIETRO LA SCRIVANIA SCARTABELLANDO DELLE CARTE.                                                                                               DALLA PORTA IN FONDO, CHE E’ APERTA, S’ODONO SCHIAMAZZI.                                                   ALCUNI SOCI FANNO FESTA A GIROLAMO PERCHE’ HA VINTO LA GARA.                       DALLA PORTA SI VEDE CHE LO PORTANO IN TRIONFO                                                                  TRA GLI EVVIVA E BATTITI DI MANO.                                                                                           S’ODE ANCHE LA VOCE DI GIROLAMO CHE DICE:                                                                                  “Il merito non e’ solo mio. E’ stato anche merito di mia moglie”                                                                QUALCUNO, PARODIANDO LA CANZONE DI CELENTANO, CANTA:                                     “Siete la coppia più bella del mondo… ci dispiace per gli altri…”                                                              TORRISI INFASTIDITO SI ALZA  E VA A CHIUDERE LA PORTA.                                                   HA UN BRACCIO FASCIATO CHE TIENE APPESO AL COLLO, UN OCCHIO NERO E CAMMINA ZOPPICANDO.                                                                                                                 APPENA STA PER TORNARE AL TAVOLO SI SENTE BUSSARE ALLA PORTA DI FONDO

TORRISI  =               Chi è? Avanti!

SARETTO  =             (Si affaccia) Scusi… Il Presidente?

TORRISI  =               Non è ancora venuto.  Si oggi veni al Circolo, sarà più tardi.

SARETTO  =             (Portandosi avanti) Mia moglie…

TORRISI  =               (Spaventato) E qui? Chiuda quella porta per favore! Le dica ca iù non sono qui. Non cci sugnu! (Con voce di pianto e quasi gridando) Baaasta! (Alza il braccio fasciato) Taliassi! E’ stata sua moglie a girarimi u vrazzu. Mu ‘ntrucciuniau accussì forti ca puteva anche rumpiramillu.

SARETTO  =             E l’occhiu niuru?

TORRISI  =               Macari idda! Karate e pugilato.

SARETTO  =             Ppi chistu cercu o’ dutturi Puglisi. Per avvertirlo! Mia moglie si voli incontrare macari cu iddu! Dice ca appena u ‘ncagghia…

TORRISI  =               Ci lu lassassi ‘ncagghiari. E’ tutta colpa d’iddu! (Torna a sedersi).

INTANTO FUORI DIMINUISCONO GLI SCHIAMAZZI E                                                           SI SENTE LA VOCE DI GIROLAMO CHE DICE:                                                                                Grazie a tutti!... Festeggerò! Festeggerò!... Mia moglie con le signore…                                            Fatemi fare, ora, una partita al bigliardo… Unn’è Saretto?”                                                            ANCORA QUALCHE APPLAUSO, POI SILENZIO

GIROLAMO  =         (S’affaccia dalla porta in fondo e a Saretto) Ccà si? Camina jucamu! Videmu si ti pozzu vìnciri sta partita. Sono il vincitore!

SARETTO  =             Di ballo! Ma no di bigliardo. Vegnu! Ni facemu una sula pirchì aspettu a Rosina… Fai sistemare i birilli e le palle…

GIROLAMO  =         (Andandosene, chiama) Bonaventuraaa!

SARETTO  =             (Tra sé) Sì, attrovulu!... (A Torrisi) Ragioniere, dato che Bonaventura invece di fare il fattorino… non c’è mai, appena veni me muggheri, mi avvisi lei, cortesemente. Grazie!  (Va via lasciando la porta aperta).

TORRISI  =               (Gridandogli dietro) A porta!... (Poi chiama a voce alta più di una volta) Bonaventura!... Bonaventura!... (Si decide ad alzarsi. Va a chiudere la porta e ritorna) Jù ca non pozzu caminari… Ahiai!... macari na pidata ‘nta frunti da jamma…

DALLA PORTA DI DESTRA ENTRA ROSINA

ROSINA  =                Buon giorno! (Si porta avanti e comincia a sbracciarsi).

TORRISI  =               (Spaventato va subito dietro la scrivania) No… No, signora… Mi deve credere… io ho fatto il possibile!

ROSINA  =                Non si preoccupi. Mi staiu sbrazzannu pirchì sentu cauru. Non cercavo lei!

TORRISI  =               Il Presidente non è ancora venuto. (Una pausa) Iddu fu! Tutta colpa sua! Ccu iddu si l’ha pigghiari!

ROSINA  =                Cci n’è macari ppi iddu! Ora, intanto, sono venuta picchì haiu a parrari con il mio caro amico signor Pappalardo… (Chiede) Ccà è?

TORRISI  =               Sì! Dda banna! Sta facennu na partita o’ bigliardu…

ROSINA  =                U facissi vèniri ccà!

TOSSISI  =                Subito! (Esce dalla porta in fondo).

ROSINA  =                (Rimasta sola, prende un foglio dalla scrivania e si fa vento).

GIROLAMO SI AFFACCIA DALLA PORTA IN FONDO                                                                      CON IN MANO UNA STECCA DI BIGLIARDO,                                                                            

GIROLAMO  =         Che cosa vuoi? Mi staiu facennu na partita con tuo marito. Oh! È forti! Ora ora tirau  na garuffa e fici 14 punti.

ROSINA  =                Trasi e chiudi a porta ca t’haiu a dari na bella notizia.

GIROLAMO  =         Parra!

ROSINA  =                Chiudi a porta!

GIROLAMO  =         (Esegue) Dimmi!

ROSINA  =                Si curnutu!

GIROLAMO  =         (Dopo una pausa) Cchi???

ROSINA  =                (Assentendo col capo) Curnutu!... Curnutu! To muggheri, dda santarellina di Gioconda, ti fa i corna.

GIROLAMO  =         Cu cui? Sintemu?

ROSINA  =                Cu dutturi Puglisi. Il Presidente.

GIROLAMO =          (Facendo una risata) Ahhh!... Non putisti vìnciri…

ROSINA  =                Non rìdiri pirchì è la verità! (Una pausa) To muggheri s’avanta macari ca è desiderata da tutti e che ha avuto più di un amante.

GIROLAMO  =         (Ancora sorridendo) Cui? Gioconda? Ma si chidda è casa e chiesa…

ROSINA  =                Chiesa? Allura macari cu parrinu?! Chistu non lo sapevo.

GIROLAMO  =         Senti si hai a raggia e voi calunniari i genti… Lassa stari a Gioconda! Pensa ppi tia! Anzi, sai cchi ti dicu? Io rinuncio a quella tua promessa! Sì! Rinuncio!  Pure avendo io fatto quello che tu volevi e che si era stabilito. Cioè di ballare anche con te. E difatti…  

ROSINA  =                (Senza farlo continuare) Non ci cridi? Avrai la prova ora stissu! To’ muggheri si deve incontrare proprio ccà, in questa sala, con il suo ganzo … Ddu farabutto del Presidente del Circolo. Ammucciti e li scoprirai pirchì stannu vinennu! Avrai la prova ca iddu, facennu ‘mbrogghi, ci fici vìnciri a gara, e perciò è na cosa fitusa, to muggheri, inveci, è na buttana.

            DALLA PORTA DI DESTRA SI SENTONO VENIRE GIOCONDA E PUGLISI

ROSINA  =                (Trascinando Girolamo per il fondo) Veni ccà! Mittemuni arredu a porta! (Escono dal fondo lasciando la porta semichiusa).

ENTRANO, SUBITO DOPO, GIOCONDA E PUGLISI

GIOCONDA  =         (Entrando per prima, come se continuasse il discorso) No. E’ lei ca mi veni d’appressu. Io sono venuta per accertarmi ca me maritu si trova al Circolo.

PUGLISI  =               E’ di là con altri soci che gioca al bigliardo. Noi invece qua siamo soli. (Le si avvicina) Gioconda… io ho mantenuto la promessa, tu no!

GIOCONDA  =         Mi dia del lei!

PUGLISI  =               Tra noi due c’è stato un patto… Quel giovedì dovevi venire nella mia villetta… Ti ho aspettato… Perché non sei venuta?

GIOCONDA  =         Ma cosa dice? Lei farnetica. Quale giovedì?

PUGLISI =                Quando dovevi andare da tua sorella…

GIOCONDA  =         Mi dia del lei sto dicendo! Non permetto tale confidenza!

PUGLISI  =               Sì, sì!... lei… quel giovedì… doveva…

GIOCONDA  =         Che cosa? Io l’altro giovedì scorso sono andata da mia sorella! Dovevo andare proprio da lei! Non mi è permesso?

PUGLISI =                Sì, certamente!... Ma tra noi due avevamo stabilito un patto… Io facevo vincere la gara e tu… e lei sarebbe venuta… nella mia villetta, da me! Insomma… tu… cioè lei era disponibile… Ma ho aspettato invano. Però con tutto ciò io ho mantenuto la mia promessa… Spero che ora tu…

GIOCONDA  =         Ma lei è pazzo! Come può pensare che io da sola sarei venuta nella sua villa. Per chi mi ha preso? Veda che se lo dico a mio marito… ‘Na fraccata di lignati non c’ha leva nuddu! Se io sono gelosa, mio marito non è da meno. Stia al suo posto! Faccia solo il Presidente del Circolo e non disturbi le mogli dei soci. (S’avvia per andare via).

PUGLISI  =               Ma… io ho imbrogliato nel verdetto finale della gara. La vittoria non spettava a lei… A suo marito, sì! Ma con la signora Rosina. ( Gioconda esce) Aspetti!... E chi mi lassa accussì? Appisu  ‘nta l’aria… (esce dietro di lei).

DALLA PORTA IN FONDO ENTRA CON FURIA ROSINA.                                                               LA SEGUE GIROLAMO

GIROLAMO  =         Che ti dicevo jù?! Sunu fantasie ca s’inventunu i genti. Calunnie! Solo calunnie!

ROSINA  =                (Fremendo) Però dda cosa fitusa u ‘mbrogghiu u fici! L’hai sentito, no? Appena u ‘ncagghiu!...

GIROLAMO  =         (Che si era portato alla porta di destra) Ccà è! Sta turnannu! Andiamo! Megghiu non nni facemu truvari ‘nto so ufficio.

ROSINA  =                Tu vattinni! E… lassami sta stecca… (Toglie la stecca a Girolamo, la gira, e salendo su una sedia, si posiziona dietro la porta di destra, pronta a colpire Puglisi appena entra).

GIROLAMO  =         (Accorrendo) Ma cchi si pazza? Cu ‘n colpu di chista l’ammazzi. Scinni! (Cerca di disarmarla).

ROSINA  =                ‘Nte spaddi ci lu dugnu! Cci vogghiu ammaccari u jmmu! I corna cci rumpu dopu! Cosa fituuusa!

GIROLAMO  =         Camina dda banna! (Riesce a toglierle la stecca e trascinarla via).

PUGLISI RIENTRA DA DOVE ERA USCITO

PUGLISI  =               (Chiamando a gran voce) Ragioniere Torrisi! Ragioniereeee! (Va a sedersi dietro la scrivania).

DALLA PORTA IN FONDO ENTRA TORRISI

TORRISI  =               (Servile) Eccomi Presidente!

PUGLISI  =               Chiuda la porta!

TORRISI  =               Subito! (Esegue).  

PUGLISI  =               Bisogna annullare la gara.

TORRISI  =               Comu??? Quale gara???

PUGLISI  =               La gara di ballo! Il verdetto non è stato regolare. Pertanto, si annulla! O megghiu: c’è stato un errore e si corregge! La vittoria spetta a Pappalardo e alla signora Rosina.  

TORRISI  =               Ma… oramai!... Cosa fatta si mangia! E poi ci sono le scommesse. Tutti i soci hanno fatto scommesse.

PUGLISI  =               Lo so! Macari jù! E… d’assai! Avevo scommesso tramite altra persona.

TORRISI  =               Anche lei? (Piano e a sé) Mi sta parennu di essere ‘nto “Catania calcio”.

PUGLISI  =               Pazienza!Vuol dire ca cci tornu i soldi!

TORRISI  =               Ppi mia fussi megghiu... Io avevo scommesso, imvece, ppa signura Rosina! Accussì m’incasso i soldi! Macari ca u vrazzu m’arresta ‘ntrucciuniatu.

PUGLISI  =               Cci jvu ‘nti don Venniru?

TORRISI  =               No. Sono andato all’ospedale.

PUGLISI  =               (Scuotendo il capo) Ca… spiramu bene! Cci putissi ristari macari difittusu. Comunque!... La coppa deve essere restituita! Se ne incarichi lei!

TORRISI  =               Come???  Chidda, a signura Gioconda chi ma torna…

PUGLISI  =               Lei insista!

TORRISI  =               (A sé) ‘N autru vrazzu ruttu…

PUGLISI  =               Che dice?

TORRISI  =               Dicevu ca chidda… mi duna coppa invece da coppa!

PUGLISI  =               Se ciò non è possibile, ne compriamo un’altra ancora più ricca. Anzi sarà comprata a mie spese. Voglio offrirla io!

TORRISI  =               Megghiu è!

PUGLISI  =               Scriva un comunicato e lo metta in bacheca.

BUSSANO ALLA PORTA IN FONDO E SUBITO ENTRA ROSINA

PUGLISI  =               Oh! Proprio lei!

ROSINA  =                Sono proprio io! (Si porta avanti e afferra una sedia).

PUGLISI  =               Prego si accomodi…

TORRISI  =               (Intuendo l’intenzione di Rosina cerca di allontanarsi) Vi lascio soli!...

PUGLISI  =               No. Perché? Resti invece! E dia lei la notizia alla signora.

TORRISI  =               Mi piacerebbe che la signora, prima della notizia, si sfoghi un poco. Con me fu prisciarola!

PUGLISI  =               Non capisco.

TORRISI  =               Mi capisciu iù! A mia non mi desi u tempu…

PUGLISI  =               Va bene! Parlo io! Cara signora, la notizia è che la gara già fatta viene annullata. O meglio il verdetto che è stato dato non è quello giusto. C’è stato un errore nel calcolare i punti. (Scartabellando dei fogli) Qua!… Questo è il punteggio ottenuto dalle coppie in ogni singola serata…

ROSINA  =                (Si siede) Ci vulissi dare ‘n’ucchiata… Permette?

PUGLISI  =               Non è necessario! Veda… aveva ragione il ragioniere nel fare a mente i suoi calcoli … Certo se è ragioniere ragiona e, se ragiona, è ragioniere e... ha ragione!Vero ragioniere? (Vede che Torrisi sta andando via dalla porta in fondo) Dove va?

TORRISI  =               Macari cu tutta a raggiuni staiu pinsannu ca è megghiu ca mi fazzu i raggi, prima ca u vrazzu m’arresta ppi daveru difittusu (va via sbattendo la porta).

PUGLISI  =               (Gridandogli dietro) Aspetti!... Ancora la signora non è stata informata.

ROSINA  =                Ccà sugnu! Staiu aspittannu ppi vìdiri comu va a finiri.     

PUGLISI  =               (Quasi a sé ma forte) Mah! Non mi ha ubbidito! E’ a prima vota!… (Dopo una pausa) Dicevo che… gli altri componenti della Giuria si sono affidati, invece, al computer… Alle volte la macchina sbaglia. Può capitare! Così com’è capitato nel dare il nostro verdetto. Ma si può riparare. L’uomo ripara e corregge! Ora io, che non ero tanto convinto, ho visionato meglio il calcolo e ho notato lo sbaglio. Pertanto, la premiazione avvenuta va rimossa e cambiata! (Comincia a scartabellare nuovamente le carte) Bisogna premiare chi ha il punteggio complessivo più alto… Qua ci sono tutti i punti assegnati…

ROSINA  =                (Come prima stende un braccio) Si possono vedere sti punti?

PUGLISI  =               Lasci stare! L’importante è che si faccia una nuova premiazione… (Come se sognasse) Organizzo una serata stupenda… La coppia premiata… quella meritevole… si esibirà riproponendo l’ultima danza… Poi… anche le altre coppie si coinvolgano ad un ballo collettivo… Alla fine, alla coppia vincente, si consegnerà la coppa…

ROSINA  =                A cui? (Puglisi non risponde e rimane ad occhi chiusi) Cu è la nuova coppia vincente? (Quasi a svegliarlo) Presidente!... Dutturi Puglisi!... A cu si cci duna sta nuova coppa?

PUGLISI  =               Ma a lei! A lei, signora Rosina che facendo coppia col signor Girolamo Pappalardo avete ottenuto il punteggio più alto. (Sfogliando le carte e facendo finta di porgerle) Qua!... Vuol vedere?

ROSINA  =                Non c’è bisognu! (Si alza contenta) Ci credo!

PUGLISI  =               Sarà lei ad esibirsi in questa nuova serata. E… se il signor Pappalardo non vuole partecipare. Lei ballerà con me! Ballerà col Presidente! (Si alza anche lui e si porta dove c’è il giradischi)      Sto pensando che il ballo finale che io farò con lei sarà invece un valzer. Amo il valzer! Io lo ballo molto bene! (Avvia il giradischi ed invita Rosina a ballare) Le faccio vedere! Permette?

ROSINA E PUGLISI SI ESIBISCONO BALLANDO UN ROMANTICO VALZER.                               

DOPO UN POCO                                                                                                                                             

SI SPALANCA LA PORTA IN FONDO E FURIOSO IRROMPE GIROLAMO.                                    DOPO AVERE INVESTITO E BLOCCATO I DUE VA A SPEGNERE IL GIRADISCHI. PUGLISI RIMANE IMPIETRITO,                                                                                                   MENTRE ROSINA, SBANDANDO, SI FA MALE AL PIEDE.

ROSINA  =                Aihiai!... (Saltellando su un piede solo trova una sedia, si siede e massaggia il piede).

GIROLAMO  =         (Quasi gridando)) La gara di ballo è stata già fatta! (Si porta con rabbia di fronte a Puglisi e lo investe spingendolo sino a farlo arrivare alla scrivania) Cchi è sta storia ca mi cuntau u ragiuneri Torrisi??? La gara è annullata…Io devo restituire la coppa!?

PUGLISI  =               (Assai impaurito e dopo essersi bloccato alla scrivania, andando all’indietro, parla  balbettando) Si… si… ca… cà… ca… caaa… calmi! Si calmi! Lei… è sempre vi… vi… vincente! Sono io che… che… che… cheee decido! Sono il Presidente!

GIROLAMO  =         (Lo afferra dal petto, lo solleva e lo mette seduto sul tavolo) Senta… Presidente dei miei stivali!... Iù sugnu capàci di fari ballari a lei macari senza musica… E se si permette di disturbare ancora a me muggheri… Da Presidente u fazzu divintari l’ultimu chiodu del Circolo (lo lascia e si allontana).

ROSINA  =                Aihiai!... U pedi mi slogai!... Ahiai!... Sta vota ppi daveru!

GIROLAMO  =         (Ci ripensa e torna da Puglisi) Intanto…ecco un anticipo! (Con forza gli dà due sonorissimi schiaffi).

ROSINA  =                (Emette un forte grido) Aihiaiii!

IL SIPARIO SI CHIUDE RAPIDO                                                                                                        OPPURE                                                                                                                                                                SI FA SUBITO BUIO

Fine del secondo atto

                                                                                                         

ATTO TERZO

ALCUNI MESI DOPO GLI SCHIAFFI

LA SCENA:

La sala di presidenza del Circolo.

Alla stessa scena del 2° atto sono state aggiunte due poltrone poste a destra nell’angolo tra le due porte.

ALL’APERTURA DEL SIPARIO O AL RITORNO DELLA LUCE,                                                TORRISI E SARETTO NON PIU’ FERITO SONO SEDUTI SULLE POLTRONE

SARETTO  =             Se io accetto la carica di Cerimoniere e anche perché insiste me muggheri. Però non cridu di essere capace di farlo così come l’ha fatto lei.

TORRISI  =              Nei primi tempi cci dugnu ‘na manu iù!

SARETTO  =             E allora … sono ai suoi ordini, Presidente! Il Circolo deve continuare ad essere il vanto non solo dei soci ma anche di tutta la cittadinanza.

TORRISI  =               Bene! Accussì deve essere! I soci mi hanno voluto nuovo Presidente ed io non li deluderò.

SARETTO  =             Chiddu ca si è battuto di più per la sua elezione a Presidente è stato il mio amico Girolamo e… anche indirettamente mia moglie.

TORRISI  =               Lo so! Però io ho accettato perché c’è stata l’unanimità e u dutturi Puglisi non si è voluto ripresentare.

SARETTO  =             La maggior parte dei soci non lo voleva. U dutturi Puglisi era troppu invadente… Autoritario… Ppi testa poi…

TORRISI  =               E’ fatto così! Ma è sempre un aristocratico. Una persona generosa… e principalmente un ottimo professionista… In questi giorni ha in cura anche mia moglie.

SARETTO  =             So muggheri? E… di chi cosa soffre?

TORRISI  =               Piccoli disturbi alle gambe... cose non tanto gravi. Però iddu viene a visitarla quasi ogni giorno. Un vero amico! (Dopo una pausa) Dobbiamo fare riappacificare il suo amico signor Pappalardo cu dutturi Puglisi.

SARETTO  =             Certamente! Lo dice macari mia moglie. (Come se sentisse la voce di Girolamo provenire dalla porta in fondo) Oh! Girolamo ccà è! Mi pari a so vuci…

DALLA PORTA IN FONDO ENTRA GIROLAMO

GIROLAMO  =         Permesso… (Entra) Saretto a tia cercavo. Ora cu sta carica non mi duni chiù confidenza. Addio partita! (Si porta avanti) Presidente… ha fatto bene a comprare sti due poltrone. Cci vulevunu! Però sarebbe stato megghiu si eranu tri. Iù, ora unni m’assettu?

TORRISI  =               (Alzandosi subito) Ccà!... Ccà!... Si accomodi! Io prendo una sedia…

GIROLAMO  =         No! Chi c’entra... Lei è il Presidente! Semmai ‘nta seggia si cci assetta Saretto. (Facendolo alzare) Sùsiti! E t’assetti, invece, a scrivania ppi travagghiari. Sta vinennu to muggheri. Ti fai truvari al lavoro di Cerimoniere. (Saretto esegue e Girolamo si siede in poltrona, così come fa anche Torrisi) La mia amica Rosina deve conferire con lei. Vuole proporre al Presidente del Circolo una sua idea. Chidda ca è a contatto diretto con le mogli dei soci è idda. Si può dire che le rappresenta. E… il Circolo ha bisogno della presenza femminile. Oggi i tempi sono cambiati. C’è la parità tra uomo e donna. La frequenza per loro, qua al Circolo, non deve essere… tabù. Insomma non deve essere una cosa eccezionale. Facciamole venire più spesso…

TORRISI  =               Giusto! Non è ca ni mangiamu.

GIROLAMO  =         A sua moglie, per esempio, non l’ho vista mai qua al Circolo se non rare volte. Invece mia moglie lo frequenta spesso.

SARETTO  =             To muggheri veni ppi cuntrullariti.

GIROLAMO  =         Travagghia, tu! E pensa, invece, a to muggheri ca ti cuntrolla ppi daveru!

TORRISI  =               Ora che io sono il Presidente, anche mia moglie frequenterà. E’ giusto!   

DALLA PORTA DI DESTRA ENTRA ROSINA

ROSINA  =                Si può?

TORRISI  =               (Si alza e le va incontro) Prego signora,  si accomodi!

GIROLAMO  =         (Anche lui si alza) Accomodati qui in poltrona! (Rosina esegue mentre lui va a prendere una sedia) Cci vorrebbero ppi davero tre poltrone… Oppure quattro.

TORRISI  =               (Sedendosi in poltrona) Provvederemo! (A Rosina) Mi diceva qua il suo amico, il signor Pappalardo, che bisogna invogliare le signore a frequentare di più il Circolo. (A Girolamo che si è seduto) Mia moglie, appena si rimette dal male alle gambe, verrà al Circolo con piacere. Appena u dutturi Puglisi riesce a guarirla del tutto…

ROSINA  =                ‘A sta curannu iddu? Ma… cchi c’havi?

SARETTO  =             Male alle gambe.

TORRISI  =               Proprio! Con dolore certi voti assai forte. U dutturi Puglisi rinesci a fariccillu calmare.

SARETTO  =             Chistu è dovutu sicuramente alle varici.

ROSINA  =                Ma… cchi c’entra u dutturi Puglisi cchi varici?

TORRISI  =               No. Non soffre di varici. Non sono le varici. E’ l’articolazione. Il dolore cci parti dalla caviglia… sino al ginocchio.

ROSINA  =                U stai sintennu Girolamo? Sta male e tu… vuautri ca stati vicinu non nni sapeuru nenti.

GIROLAMO  =         Veramente… mi pari ca a vidu nesciri e camminare bene.

ROSINA  =                Pirchì Puglisi, ca è ortopedico, cci fa i massaggi… dalle caviglie alle cosce…

TORRISI  =               Sino al ginocchio.

ROSINA  =                Certo! Le gambe arrivano al ginocchio e dal ginocchio poi si partunu le cosce, no? (Breve pausa) Macari iù l’ho vista fuori. Aieri ci siamo incontrati al supermercato. Aveva na bella collana. Certu ca cci custau assai… Ma vi vuliti bene…

TORRISI  =               No. Non gliel’ho comprata io.

SARETTO  =             E allura cui?

ROSINA  =                (Al marito) Statti mutu, tu! Cchi t’interessa?

TORRISI  =               E’ fortunata me muggheri! L’ha  trovata ‘nta na polizza vincente ca era intra ‘n fusto di detersivo.

ROSINA  =                ‘A truvau?!… Ma varda cchi cu…Cchi fortuna! Dico: cchi combinazione iri a truvari…

GIROLAMO  =         Tu ti nni vai ‘nta farmacia di Tiralongo. Dda sulu pinnuli e supposte trovi!

ROSINA  =                (Dopo averlo guardato male) Cchi centra stu discursu? Macari to muggheri ci va ‘nta farmacia. Accussì comu ci vanno tutte le altre mogli quannu c’è in famiglia qualcunu malato.

GIROLAMO  =         Ma to maritu sempri bonu ha statu!

ROSINA  =                E difatti iù in farmacia non c’haiu jutu.

TORRISI  =               (Alzandosi) Permettetemi invece ca iù vado di là. Torno subito. (Esce dalla porta in fondo).

ROSINA  =                Saretto, susiti e vacci macari tu!

SARETTO  =             Iù??? Pirchì c’ha jri d’appressu?

ROSINA  =                (Va dal marito, lo fa alzare e lo spinge per uscire dal fondo) Sei il Cerimoniere e il Presidente potrebbe avere bisogno di te. (Autoritaria) Vacci!

GIROLAMO  =         Certo! Sempre d’appressu così comu faceva iddu!

SARETTO  =             Mah! Accussì diciti?... Cci vaju! (Si avvia) Certu ca m’haiu a ‘nsignari… (Esce).

ROSINA  =                (Appena sola con Girolamo) Hai visto?! Puglisi di ddi timpulati ca cci dasti…  ti ha ripagato bene! Ti ha soffiato l’amante!

GIROLAMO =          Sbagghi! Sono stato io a stancarimi! Di quannu accuminciau a vuliri fatti i regali! Puglisi è ricco, generoso… e c’ha cidii! Si può arrichiari! Cullani ju non ne regalo!

ROSINA  =                E… se ta dumannassi jù?

GIROLAMO  =         Che cosa?

ROSINA  =                Ca… una bella collana.

GIROLAMO  =         Tu??? (Si alza e dopo una pausa di riflessione) Cchi centra?! Tu… sei un'altra cosa! Si macari amicamia (Va a chiudere la porta in fondo e le si accosta) E si chiù… bona di dda jatta pilusa.

ROSINA  =                (Civettuola) Chiù bona?

GIROLAMO  =         Sì! Chiù bona! Bedda!... e sciacquatunazza!... (Cerca d’abbracciarla)Veni ccà!

ROSINA  =                (C. s. si allontana) Però… jù a cullana la vogghiu chiù ricca… e forse macari un bel bracciale. Comu fai? Dicono ca a cassa la tiene Gioconda. E’ idda ca si sapi fari bene i cunti. Comprese le scommesse.

GIROLAMO  =         Ma… a to maritu… c’ha pinsatu? Cchi cci dici quannu ti vidi ca cullana.

ROSINA  =                Cci sunu i fustini di detersivo. No?!

GIROLAMO  =         Ma… vuoi ppi daveru na cullana?

ROSINA  =                (Dopo una pausa) Sei… ingenuo!‘N picciriddu! Scherzavo! Staiu schirzannu!

GIROLAMO  =         ‘N mumentu! Scherzi ppa cullana?... Oppure…

ROSINA  =                (Questa volta è lei ad avvicinarsi) Tu cchi vulissi?

GIROLAMO  =         Ca scherzi ppa cullana. Mentri… (sta per afferrarla).

ROSINA  =                (Staccandosi) Aspetta! C’è… Gioconda…

GIROLAMO  =         (Spaventato si gira) Unn’è?

ROSINA  =                Dico ca c’è to muggheri ‘nto menzu.

GIROLAMO  =         (Calmatosi) Te l’ho detto! Chidda è casa e chiesa.

ROSINA  =                (Andandosi a sedere su una poltrona) Sono indecisa… Ho degli scrupoli … M’avissi piaciutu ca idda… datu ca è casa e chiesa, s’avissi misu macari cu saristanu e allura… corna idda e corna ju!… Accussì ci sarebbe stato pari e patta. Insomma: Parità!

GIROLAMO  =         Ora ci lu dicu a don Filippo u saristanu da matrici… e ppi fariti cuntenta u fazzu incontrare cu Gioconda.

ROSINA  =                Quantu sei spiritoso! Chiddu, oltre ad essere ‘n santu,  havi 92 anni.

GIROLAMO  =         Appunto! (Va a sedersi sul bracciolo della poltrona dove è seduta Rosina).  

ROSINA  =                L’ha fari ‘ncuntrari, invece, cu frati Mariddu u monicu-saristanu du cunventu, ca c’havi a stissa età di Gioconda ed è assai dotato…

GIROLAMO  =         Mih! Hai conosciuto macari a stu monicu!?

ROSINA  =                Solo per sentito dire.

GIROLAMO  =         Tu… solamente a mia ha’ canùsciri! (Si piega su di lei e le dà un intenso e prolungato bacio sulla bocca ).

SI APRE LA PORTA IN FONDO E APPARE SARETTO

SARETTO  =             (Entrando) Cchi stati facennu?

GIROLAMO  =         (Staccandosi subito) Nenti… E’ ca a to muggheri cci jvu na muschitta intra l’occhiu…

ROSINA  =                Sì, sì! veni ccà sciuscimi tu! Videmu si nesci…

SARETTO  =             (Portandosi dalla moglie) Quali occhiu è? (Rosina strizza un occhio) Chistu?! Ma jù nenti vidu.

GIROLAMO  =         Forsi, cu dda sciusciata mia,niscìu!

ROSINA  =                (Alzandosi) Sì! Appi a nèsciri! Ora cci vidu bona!

SARETTO  =             Ca… menu mali ca niscìu! Quannu càpita cu mia, inveci, a muschitta non nesci mai e haiu a tèniri l’occhi chiusi.

ROSINA  =                (Sarcastica) Cci vulissi qualcunu ca ti sciuscia bonu… (Cambia discorso) Vah! Unn’è il Presidente?Unni si nni jvu? Ero venuta ca cci vulevu parrari.

SARETTO  =             Aspetta ca tu chiamu… (Va via dalla porta in fondo).

GIROLAMO  =         Che fortuna aviri ‘n maritu comu a iddu! Non vede, non sente, non parla… O megghiu:  non lu fai parrari tu!

ROSINA  =                To muggheri…

GIROLAMO  =         (Spaventato) Unn’è?

ROSINA  =                Ma pirchì ti scanti ogni vota ca dicu: to muggheri?

GIROLAMO  =         Non vulissi ca m’attruvassi…

ROSINA  =                Ccu mia??? Cchi cci fa? Semu amici…  Stavu dicennu, inveci, ca me maritu è cretinu, mentri to muggheri è sperta e non ti fa mancu ciatiari.

GIROLAMO  =         E’ veru! E’ troppu asfissiante.

ROSINA  =                Accussì deve essere una buona moglie, specialmente cu unu comu a tia. Per questo io ho perplessità. Non mi pari giusto!

GIROLAMO  =         Ma cchi vai pinsannu?!... Giusto… non giusto… (Va a chiudere la porta in fondo) Veni ccà! E’ tutto giusto!...

DALLA PORTA DI DESTRA SI SENTE LA VOCE DI GIOCONDA                                                      CHE CHIAMA GIROLAMO

GIROLAMO  =         (Imprecando) Miiihhh!!! Giusto giusto ora!

GIOCONDA ENTRA ARRABBIATA DALLA PORTA DI DESTRA

GIOCONDA  =         Lo sapevo! Ti nni veni sempri ccà! Ppi tia il rifugio è il Circolo!

GIROLAMO  =         Quali rifugio?... Dovevo parlare con Rosina e siccomu sacciu di truvarla ccà…

GIOCONDA  =         Rosina veni ccà perché c’è so maritu ca ora è il Cerimoniere. Tu, invece, pirchì ti scanti ca jù ti dugnu malu colpu ‘ntesta… Accussì sulu t’aggiustassi u ciriveddu!

ROSINA  =                Cchi successi, Gioconda?

GIOCONDA  =         Cosi nostri! (Al marito) Sei contento, ora?... Tantu facisti ca chidda si è licenziata.

ROSINA  =                Cui Ila?

GIOCONDA  =         Ila, Ila! Dda povira carusa ca non cci la fici chiù a sopportarlo. Il dongiovanni, ca cci può vèniri patri, a cutturiàva da matina a’ sira.

GIROLAMO  =         Ma cchi vai dicennu? E’ una tua impressione! Mi mitteva cu na carusa?!...

ROSINA  =                Gioconda, ti nni mannu una jù cammarera!

GIOCONDA  =         A cui?

ROSINA  =                A Bafacchia da matrice ca havi 80 anni?

GIROLAMO  =         Daccilla a to maritu!

GIOCONDA  =         E… certu! Tu, invece, nni vulissi una giovane…     

ROSINA  =                A mia, tu avissi aviri comu muggheri!...  

GIOCONDA  =         Te lo cedo!

ROSINA  =                Daveru?!

GIOCONDA  =         Sì, sì! E’ tuo!

ROSINA  =                (Piano a sè) Non ho più scrupoli!

GIOCONDA  =         Cchi è ca dici?

ROSINA  =                Nenti… Cosi mei!

GIOCONDA  =         (Cambia discorso) Unn’è il fattorino? Cercavu a Bonaventura! Dici ca canusci a un extracomunitario ca sapi fari tutto. Megghiu di na fimmina…

ROSINA  =                Un extracomunitario? ‘N niuru?

GIOCONDA  =         Sì! ’N marucchinu.

ROSINA  =                Veru è! Chisti di colore si adattano a fare tutto… qualunque lavoro… Girolamo, a tia ti piaceva a Russa mentri to muggheri voli u niuru.

GIROLAMO  =         A me casa u niuru ci sarà solamente quannu facemu a pasta cchi sicci!

ROSINA  =                Ma se a to muggheri ci servi u marocchinu?!

GIOCONDA  =         Rosina non schirzari! A mia mi servi ppi daveru qualcunu ca m’aiuta. Girolamo non fa niente. E’ sempre fuori casa…

ROSINA  =                Lo so! Sempre in giro. E… non si ferma chiù mancu ‘nto ballatoio…

GIROLAMO  =         Videmu quannu a finiti.

ROSINA  =                Di sti tempi a signura ha bisogno, invece dell’ortopedico.

GIROLAMO  =         (Volendosi allontanare) Ma cchi fici Saretto scumparìu?… (Esce dal fondo chiudendo a porta).

GIOCONDA  =         Quali signura? Di cu’ stai parrannu?

ROSINA  =                Comun nenti sai? La tua vicina… la signora Torrisi ha male alle gambe e si sta facennu curare, con buoni risultati, dal dottore Puglisi, l’ortopedico. Lo conosci, no? Chiddu ca fu Presidente ccà ‘nto Circolo… Chiddu ca ti fici vìnciri la gara di ballo…

GIOCONDA  =         Rosina, non cominciare n’autra vota! Io la gara di ballo l’ho vinta perché meritavo di vincere!

ROSINA  =                E perché macari avevi fatto non sacciu quante scommesse. E perciò dovevi vincere ppi forza. A tia i soldi ti piaciunu! Pertanto ci voleva chiddu ca ti faceva vìnciri… Certo ca niente si fa ppi nenti! Qualchi cosa… si c’ha dari! E… tu ppi vìnciri…

GIOCONDA  =         Ti ho detto ca jù ho vinto perché ho saputo vìncere!

ROSINA  =                Certo! Facennu a buttana!

GIOCONDA  =         A mia buttana? Tu ca l’hai data a tutti!..

ROSINA  =                Cchi è ca dici??? Aspetta… ca ti dugnu qualcosa macari a tia! (Si avvicina e comincia a dare pugni. Poi si afferrano e bisticciano).

DAL FONDO ENTRA SARETTO

SARETTO  =             (Lascia aperta la porta e subito va a dividerle) Ferme!... Ferme!... Finitila!... (Viene coinvolto e, suo malgrado, strattonato in malo modo).

ROSINA  =                (Lo allontana) Levati tu! Non t’immiscari!

SARETTO  =             (Si porta da Gioconda) Gioconda calmati!... Tu… ca non sei violenta…   

GIOCONDA  =         (Lo afferra da un braccio e con forza lo scaraventa sulle poltrone) E… levati!

SARETTO  =             Mih! (Si riprende e traballante si muove per la stanza standosene lontano).

LE DONNE CONTINUANO A BISTICCIARE.                                                                                        DALLA PORTA IN FONDO SI SENTE LA VOCE DI BONAVENTURA CHE DICE: Presidente!... Mi cci va!... Le signore…

SARETTO  =             Sta trasennu il Presidente!

ROSINA E GIOCONDA FINISCONO DI BISTICCIARE E, COME SE NULLA FOSSE,                          SI SIEDONO SULLE POLTRONE.                                                                                                          DALLA PORTA IN FONDO APPARE TORRISI

TORRISI  =               (Trovando tutto calmo si rivolge a Saretto) C’è Bonaventura che dice che le signore bisticciano…

SARETTO  =             (Indicando le donne sedute) No… Stanu discutennu…  pacificamente.

TORRISI  =               Chiddu Bonaventura, non sulu non fa nenti… ma parra sconclusionato! (Va via e scompare lasciando aperta la porta).

LE DONNE, DI SCATTO E CONTEMPORANEAMENTE, SI ALZANO,                                                            VANNO A CHIUDERE LA PORTA E RIPRENDONO A TIRARSI I CAPELLI.                         SARETTO SI INTROMETTE COME PRIMA.                                                                                   QUESTA VOLTA                                                                                                                           GIOCONDA LO SCARAVENTA CON FORZA VERSO LA SCRIVANIA.                                                           SARETTO, ANDANDO ALL’INDIETRO,                                                                                                                          SBATTE NEL TAVOLO SINO A SALIRE SOPRA RIMANENDO CORICATO SUPINO.                                                                                                   LE DONNE, CONTINUANDO A BISTICCIARE,                                                                                  ESCONO DALLA PORTA DI DESTRA

SARETTO  =             (Dolorante e non potendosi rialzare si lamenta) Aihiai!... Aihiai!... Non mi pozzu chiù sùsiri! Aihiaiii! (Chiama a gran voce) Rosina!... Rosinaaa!... Veni ccà!... Rosinaaa!...

ROSINA RIENTRA DA DOVE ERA USCITA

ROSINA  =                (Rimettendosi in ordine) Cchi è ca voi?... Non t’addurmisciri supra a scrivanìa… Sùsiti!

SARETTO  =             Sono bloccato! Non mi pozzu mancu sollevare…

ROSINA  =                (Si porta da Saretto) Girati!... E metti i pedi ‘nterra…(cerca di farlo girare).

SARETTO  =             Nooo! Peggiu è! Aihiai!... Aihiai!... 

DALLA PORTA IN FONDO APPARE NUOVAMENTE TORRISI

TORRISI  =               (Vedendo i due) Cosa è successo?

ROSINA  =                Dici ca non si può sùsiri.

TORISI  =                  Ma comu cci jvu a finiri supra a scrivania?

ROSINA  =                Chiddu ca vulissi sapiri macari jù.

SARETTO  =             Dda strega fu! Ca mi spingìu!

TORRISI  =               Ho capito! Il colpo della strega. Allora ha fatto bene a farlo distendere… E siamo fortunati perché dda banna c’è u dutturi Puglisi.

ROSINA  =                U dutturi Puglisi è ccà??? Comu mai?

TORRISI  =               E’ venuto per accompagnare al Circolo mia moglie. Ancora non la lascia camminare da sola. Un passu idda e un passu iddu! E’ un bravissimo ortopedico! Ora lo faccio venire per il signor Saretto. Non lo faccia muovere! (Va via per il fondo).

ROSINA  =                Vidi di mittiriti di fianco e scinni!

SARETTO  =             (Prova ma non ci riesce) Impossibile! Aihiii!... Sugnu cunsumatu!

ROSINA  =                Ma comu fu?

SARETTO  =             Mi nni ji a nnarredi e sbattii la schiena ‘nta scrivania…

ROSINA  =                Cretinu! Pirchì avevi a caminari a nnarredi?

SARETTO  =             Jù?! Gioconda fu ca m’affirrau ppi ‘n vrazzu…

DAL FONDO ENTRA PUGLISI

PUGLISI  =               Eccomi! (Si porta alla scrivania) Vah, signor Saretto… si alzi!Lei è un bravo simulatore… ma la gara di ballo è stata già fatta! (Gli prende le mani e lo solleva di forza) Su!

SARETTO  =             (Lancia un fortissimo grido, poi messosi seduto e quasi piangendo) E’ ppi daveru!

ROSINA  =                Non può essere un’ernia al disco?

PUGLISI  =               Disco??? Lei a testa l’havi sempri alla musica e al ballo. Nenti havi so maritu!… Sapi fìnciri bene come ha fatto l’altra volta.

SARETTO  =             (C.  s.) Nooo! Sta vota è ppi daveru!

PUGLISI  =               (Lo prende dalle gambe e lo fa girare; poi gli dà una pacca sulla schiena) Scinnissi, vah!

SARETTO  =             (Dopo un altro fortissimo grido di dolore si trova, senza volerlo, in piedi).

PUGLISI  =               Ha visto che non ha niente?! Lei può benissimo ballare, saltare, fare capriole… Aspittassi ca ora u fazzu saltare iù!

SARETTO  =             (Spaventato scappa dolorante per la porta in fondo gridando) Aiutooo!!! (Esce).

PUGLISI  =               Simpatico! Ci piaci scherzare?!

ROSINA  =                Veramente!... Non è stato mai tantu schirzusu…

PUGLISI  =               (Una lunga pausa) Signora Rosina… sono ritornato al Circolo per fare pace col signor Pappalardo. Lei che è la sua amica più intima, deve aiutarmi.  Sì, è vero! C’è stato un mio diciamo tentativo… io mi credevo… in buona fede… Ma niente di positivo. Non ci fu niente. Niente di niente! E quando non c’è niente… niente deve esserci di astio tra me e il signor Girolamo. Niente! La signora Gioconda è una brava moglie! 

ROSINA  =                E… la signora Torrisi?

PUGLISI  =               Ah!... Ma io sono ortopedico.

ROSINA  =                Vero! E… in questo momento la signora ha bisogno di un medico. Lo so! Poverina! (Una pausa) Poverina idda! Lei, invece, è riccu!

PUGLISI  =               Mi piace spendere! A mio piacere!

ROSINA  =                Basta ca non organizza chiù gare di ballo.

PUGLISI  =               Niente ballo! O meglio: niente più gare. Io sono del parere che il Circolo deve dedicarsi ad altro.

ROSINA  =                Altro… Cosa?

PUGLISI  =               Per esempio fare delle attività per risolvere problemi sociali… Fare della beneficenza… Pensare, ora ca s’avvicina la Pasqua, allo Spirito…

ROSINA  =                E la Cultura? Na mittamu comu sempre sutta i pedi?!

PUGLISI  =               (Si dà una manata in fronte) Bih! L’avevo dimenticata! Ci vorrebbe anche la Cultura!

ROSINA  =                Però una bella serata di ballo prima di Pasqua s’è fatta sempre! L’ha organizzata Carciotto ed è stata un successo! La “Festa di Primavera”.  

PUGLISI  ==             E la faremo! Ma senza gara! Lei lo sa che a me piace ballare…

ROSINA  =                Il valzer! Lo so! Anche a me piace! E se lei vuole… come l’altra volta… Unni si nni jvu me maritu? Il disco!

PUGLISI  =               Le ripeto che suo marito non ha l’ernia al disco…

ROINA  =                  No. Dico: Me marito ca ora è Cerimoniere cci putissi mettere il disco del valzer… e ci facciamo un bellissimo giro.

PUGLISI  =               Con vero piacere! Al disco ci penso io! (Si porta al giradischi e lo mette in funzione).

INIZIA LA MUSICA DI UN BEL VALZER.                                                                                          ROSINA E PUGLISI SI AVVICINANO E INIZIANO A BALLARE.                                                DALLA PORTA DI DESTRA SI AFFACCIANO GIROLAMO E GIOCONDA

GIROLAMO  =         Si balla? Evviva!

GIOCONDA  =         (Invitando il marito a ballare) Balliamo anche noi.

GIROLAMO E GIOCONDA INIZIANO A BALLARE.

QUANDO LE DUE COPPIE SONO VICINE, GRIDANO AD UNA SOLA VOCE: evviva!                            POI

 BALLANDO E BALLANDO…

 SI CHIUDE IL SIPARIO

F  I  N  E

                         

Pippo spampinato

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