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BAMBINI

di Adriano Bennicelli e Michele La Ginestra

via G. B. Morgagni 50, Roma

06.4403929 – 338.6543031

adriano@opusincertum.it

www.adrianobennicelli.it

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GIOCATORI 10

Annibale

Mamma

Lucrezia

Mizzi

Isotta

Titti

Tati

Benni

Ninni

Ginevra

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(Musica. Annibale è di spalle, nella penombra della sua scrivania, una lampada da tavolo disegna i suoi contorni. Una libreria con volumi collocati con precisione maniacale. E' quasi giorno.)

Annibale: Questo libro è la mia bibbia! Una delle più alte vette filosofiche raggiunte dall'uomo! Io credo di poter affermare con assoluta certezza che l'autore abbia centrato la più esauriente classificazione del genere umano! Senza perdersi in superflue classi, sottoclassi, generi e famiglie, no! Due sole appartenenze: da una parte il leader, dall'altra l'uomo della strada.

E' tutto scritto: nero su bianco! (si gira alzandosi, si illumina la scena, mostra il testo con enfasi) Figurine Panini-Campionato Italiano di calcio-anno 1978...quello con la sforbiciata in copertina. E' come dice lui! Il signor Panini! Da una parte... (minimizzando) il "genio e sregolatezza", il bambino prodigio, l'unico primo della classe! Che s'è mai vista una classe con due primi ? Mai! E mica è un pranzo di nozze! Dall'altra...(fiero) "il portatore d'acqua", "il motorino inesauribile del centrocampo ", "l'onesto faticatore"!

Perchè a me, parliamoci chiaro, tutti quei Mazzola, quei Rivera lì, mica mi hanno mai convinto. (Minimizzando) Ticchettacche, pi pi pi....Nooo! Eccolo qui il mio punto di riferimentio in questo mare di esaltazione: (mostra il testo) pagina 34, proprio tra Scaratti e Cappellini (legge testualmente) VALERIO SPADONI: Lugo di Romagna,

15.04.1942 (en passant) mezzala sinistra, esordio nel Baracca Lugo etc. etc., ma soprattuto... gol in carriera....

UNO! (serio) ...carriera precocemente spezzata da scarpino avversario… Dove sei ora Valerio? Venditore di cremini a Lugo di Romagna? Beh, per me tu rimani sempre: VALE-RI-O’ SPADO-O-NI’! CAMPIONE DEI CAMPIONI! Altro che Rivera, ticchettacche, pi pi pi....

(Suona la sveglia. Annibale la spegne. Parte musica. Annibale si toglie il pigiama e lo piega con precisione maniacale, buio, cambio luce sulla sorella Lucrezia)

Lucrezia: Come si fa? Io mi domando, come si fa a passare attraverso la vita senza lasciare traccia! Un cenno della tua presenza, qualcosa che ti differenzi da quello che ti sta accanto! Per carità, mi rendo conto perfettamente che nella maggior parte dei casi per concepire una quinta di Beehtoven... te devi chiamà Beethoven! Ma una cosetta tua, il minimo sindacale per poter dire "oh! esisto!" Voglio dire, non c'è creatura al mondo che non abbia voglia di manifestarsi come può: chi non sa cantare, fischia! Il cagnolino, non sa fischiare, ma scodinzola! La lumaca! Non scodinzola, ma pure dopo giorni, vedi quella silenziosa, immobile, fiera bavetta che lascia dietro il suo passaggio! Lui, niente. Zero. Non canta, non fischia, non scodinzola e non sbava! Ormai mi devo rassegnare e riconoscere, con grande realismo, che mio fratello... è un coglione!

Per carità, buono... perché è buono... ma... troppo! Pure da piccolo, mai una marachella, una parolaccia, uno sputo dalla finestra, una spinta a una vecchietta...niente! (Cambio luce su madre)

Mamma: Io mi rendo conto che una mamma non dovrebbe parlare in questo modo...però non riesco più a trattenermi; tutto cominciò quel lontano giorno del 1972, quando all'encomiabile signora Rossi, io, neo mamma da appena venti secondi, fu accostata al seno quella creatura. Me la ricordo bene quella sensazione così nuova... così calda... così bagnata... è la stessa sensazione che mi accompagna da trentadue anni ogni volta che coso... lì...come si chiama... insomma mio figlio, mi si avvicina.

Mentre controllavo che tutto fosse in ordine... due orecchie... un naso... mi apparvero per la prima volta quei due occhietti seri, che fissavano ogni cosa, con un'aria... come dire...professionale! come se per affrontare quell'esperienza, del nuovo mondo, si fosse preparato accuratamente… Voglio dire... io li ho visti gli altri bambini appena nati, sono tumefatti, spettinati, malconci…lui no, aveva un bel ciuffo di capelli castani, così ordinato... sembrava… l'ispettore Derrick!

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Qualsiasi bambino normale da grande avrebbe voluto fare l’astronauta, mio figlio no! Lui, da grande, sognava di fare l’ ingegnere!. Credo di essere l'unica mamma al mondo ad aver implorato il figlio di fare l’astronauta il giorno in cui ho capito che si sarebbe iscritto ad ingegneria! (Cambio luce su Annibale)

Annibale: (Guardando ancora la copertina dell'album) Campionato 1978. Ero alle elementari. (FLASH/FOTO) Era il giorno di carnevale, una folla di bambini festanti, nei loro costumini da Zorro, rigorosamente tutti uguali: venti cappelloni neri con grosse zeta cucite, venti mantelli neri, venti spade di plastica, quaranta baffetti, idioti ma dolcissimi. Eravamo splendidi! Tutti uguali e tutti felici di condividere le gesta dell'eroe del momento. Zorroo... (mima e canta rapito la sigla in inglese maccheronico, con tanto di fulmini)... Zorro!... Quando arrivò Casabona, Casabona Eugenio (compare Casabona) vestito da

...ASTRONAUTA! Casco in plexiglass, bombole che sembravano vere, ci avevi pure la tutina di Armstrong con la bandiera americana cucita dietro! “Casabona….. che mi fai provare un attimo solo il casco e le bombole. Giuro, solo un attimo…poi te le ridò…”

"Spiacente marziano, non posso toglierlo, l'aria del tuo pianeta è irrespirabile, mi sarebbe fatale, credimi..." E

che fai adesso nella vita, eh Casabona? Il fuoriclasse? Il faro di qualche centrocampo? Ticchettacche... pi pi pi...

(cambio luce su Lucrezia)

Lucrezia: dici è un ingegnere, chissà che cervello…secondo te uno che ci ha cervello, si fa trenta esami all’università per accontentarsi di un posto da impiegato al catasto?! Il guaio è che il cervello lui se l’è giocato a poker. E l’ha perso! La sua botta di vita, il massimo della pazzia, il rischio estremo è fare le parole crociate con la penna!!! Che non se può cancellà: ‘na botta e via, senza ritorno!!! (ironica) che pazzo! (cambio luce su Annibale)

Annibale: Oggi è il mio compleanno! Faccio trenta anni! E chi sta meglio di me! Ho ragguinto una certa maturità, ho una vita serena, il mio lavoro come impiegato dell'ufficio del catasto...certo, non è un lavoro di grossa fantasia, ma alla fine del mese i miei milleduecento euro non me li toglie nessuno! E poi alle due sto già a casa. Con le mie parole crociate... la mia televisione... non mi faccio mancare nulla. Certo, mamma è un pò insistente con questo fatto dei nipotini... però, mi dico io, perchè tutta questa fretta? io sto tanto bene così. (apre un cruciverba) allora...capitale della Bielorussia…Bielomosca! perchè non c’entra? (cambio luce su madre)

Mamma: Dicevo…davanti quel visetto da ingegnere…mi dissi: mio figlio non sarà un altro Mario Rossi qualsiasi! Noioso come un tecnico del catasto! Ma un astronauta!...un condottiero! Mio figlio cavalcherà cavalli, cammelli, elefanti…sarà, minimo, un Annibale! Si! Lo chiameremo Annibale! Molto presto mi resi conto che mio figlio, nella vita, sarebbe stato in grado di cavalcare ben poche cose…e che anzi, sarebbe stata la vita a cavalcarselo alla grande!

(cambio luce su Annibale)

Annibale:             io sto bene così, di cosa mi posso lamentare…se proprio devo avere un cruccio, è questo fatto

del nome. Tanto discreto e misurato è il mio cognome, quanto bizzarro e debordante il nome: Annibale! Proprio non mi spiego come una donna di buon senso come mia madre abbia potuto formulare una simile scelta! Scelta che mi ha causato non poche sofferenze. Ricordo ancora il pubblico ludibrio a cui ero esposto alle elementari, in particolare quell’imbecille di Casabona: “Annibale! Ma… senti un po’… l'elefante? Dove l'hai parcheggiato? (risatine infantili) Ma per attraversare le Alpi… all'elefante… gliele hai messe le catene?” (ride da scemo) Ho sognato per anni che questo mio virtuale elefante, colto da improvviso attacco di dissenteria, ricoprisse Casabona Eugenio, (mima con le braccia) di merd… (La mamma e Lucrezia entrano nella stanza di Annibale urlando a squarciagola)

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MAMMA e Lucrezia:  tanti auguri ANNI!!!

Annibale: (Ha un sussulto) Balè! Balé! Quante volte vi ho detto che non amo i diminutivi… e poi bussate prima di entrare! Lo sapete che soffro di tiroide, ho una certa eccitabilità... poi mi gira la testa... ecco lo sapevo.... (si siede mimando improvviso malore)

Lucrezia:             volevamo soltanto farti una sorpresa... però, pure tu, non esagerare con 'sta malattia, sei solo

un po’ impressionabile...

Annibale:             Che cosa vorresti dire? Che non ho niente? Che sono un malato immaginario?

MAMMA:               No, ma... lo ha detto anche il dottore: sei suggestionabile... tu sodomizzi!

Annibale:Mamma! Per cortesia! so-ma-tiz-zi! Somatizzare è una cosa, quella che dici tu...(alla sorella che tocca il suo album) che fai?!!

LUCREZIA:           Mado', Annì! Che impressione 'ste figurine! Attaccate così bene... con gli spigoli così allineati...

manco i ricordini al cimitero! (Si volta verso Annibale) Ma che hai fatto ai capelli?!

ANNIBALE: Io? Niente... me li sono lavati....

LUCREZIA: Eh, ma te sei asciugato co’ ’na striscia de miccette!

ANNIBALE:         Lucrezia! Ma come ti esprimi! Ma non ce la fai a mettere su una sintassi corretta? E' semplice:

soggetto-verbo-complemento oggetto! Chiedo tanto? Ma figurati, con tutta la tv che vedi!

UCREZIA:            Ha parlato l’intellettuale di casa?

ANNIBALE:          Chiedi, che vuoi sapere, il figlio di Noè? Tre lettere? O Cam O Sem, dipende da come comincia.

MAMMA: Annibale, senti un pò mammina tua che ti ha preparato: per un giorno speciale, colazione speciale; una bella colazione all’inglese, come piace a te, uova e pancetta… ANNIBALE: la pancetta? Basta, stop, niente…Che ha detto Mirabella l'altra sera?

MAMMA:              Eh... che ha detto....che ...la pancetta....

Annibale: (aiutandola) …se potessimo intervistare il colesterolo......

Mamma: …se potessimo intervistare il colesterolo……se potessimo intervistare il colesterolo …Anni, non me lo

ricordo!

ANNIBALE:          Allora Mirabella parla al muro!

Lucrezia:             ma fa un po’ come ti pare, le ova sò pronte, se vuoi te ce metti la mozzarella, la bresaola, la

maionese...

ANNIBALE:          la maionese??!!! "la maionese e' una nutella salata!" E per piacere, no!

LUCREZIA:           Ma dai! La mangiano pure i bambini! Te lo ricordi Isotta quanta se ne mangia!

ANNIBALE: a parte il fatto che nostra cugina "Isotta" coma la chiami tu, all'anagrafe è registrata come Isa, "Isotta" c'è diventata grazie alla maionese!

MAMMA:              Via! è solo una bambina!

ANNIBALE:          era una bambina, adesso è un quadro di Botero!

MAMMA:               Annibale!Botero!

ANNIBALE: ... e tu sei l'artefice del capolavoro! Tu e quella debosciata di tua sorella, che l’ha tirata su a patatine fritte da quando aveva 5 anni, e poi la mandava alle recite in tutu'…in quello stato!!! LUCREZIA: Beh... era simpatico... l’altro giorno abbiamo anche rivisto il filmino, non sai che risate.

ANNIBALE:          Ah...era il filmino di Isa? Credevo fosse il video di Pavarotti and friends! Imbarazzante!

LUCREZIA:        A ma’ ha fatto una battuta!

MAMMA:              Annibale! E’ una bambina

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ANNIBALE: Mamma con ‘sta bambina: Isa ci ha solo tre anni meno di me; il guaio è che non ci è mai stata con la capoccia… non ha un rapporto sano col cibo…l’ultima volta che l’ho vista avrà pesato ottanta chili, poi era piena di orecchini, di tatuaggi…

MAMMA:              Ma dai... sii moderno, un attimino.

ANNIBALE: Mamma! Non ti ci mettere anche tu con questo linguaggio da centralinista: "un attimino che glielo passo!". "L'attimino": concetto sospeso tra l'attimo e il nulla, particella indeterminabile del tempo e dello spazio...intercalare, se mi permetti, consono... (accorgendosi che la madre, seduta in preda allo sconforto, si è gettata su di un pacchetto di Puff) ma che fai? Mi mangi i Puffi? A quest'ora?

MAMMA: (alzando su di lui uno sguardo allucinato) No. A quest'ora... li tiro ai deficenti! (gragnola di puff su Annibale) Prendi questo! E questo!

ANNIBALE:         (schermendosi ) Mamma! Calmati! Mamma! No! ...Che vanno negli occhi!

LUCREZIA:          Mamma! Calmati!

MAMMA:              Scusa Annibale...Mi dispiace…mi dispiace solo che non erano noci…di cocco!!!

ANNIBALE: (pulendosi la camicia col quarto di fazzoletto) sono unti quei cosi! speriamo di non essermi macchiato la camicia…questa è la camicia del giorno della festa…

MAMMA:              Annì, ma vaffanculo!!!

LUCREZIA:          Mamma!

MAMMA: Tesoro de mamma! Senti...Perché non cerchi di comportarti come gli altri ragazzi della tua età?... Ragazzi...uomini! Perchè, anche se il concetto ti potrà sembrare un pò complesso, tu sei un uomo! Oggi fai trenta anni!

ANNIBALE:          che poi sarebbero ancora ventinove... perché io, come ben sai, sarei nato esattamente alle 10

e 32 antimeridiane, benché per millesimo.....

LUCREZIA:          aooooòòò…. Ma fatti mettere a posto! Ci hai trent’anni, fai qualcosa di quello che fanno i tuoi

coetanei! Mica dico che devi andare a prendere il caffe a Napoli, dopo la discoteca...ma almeno, che sò, ti piace tanto il calcio...vattè a fa qualche partita a calcetto con gli amici

ANNIBALE:          ah, ma lo sai dove vanno a giocare, a Tor di Quinto, per arrivarci bisogna fare la tangenziale?

Hai capito, la tangenziale di notte: e mica sono Nuvolari!

LUCREZIA:          Nuvolari?! Annì, (perdendo le staffe) la tangenziale de Roma, mica de Montecarlo!

MAMMA: (riarmandosi di pazienza) Annibale, dai retta a mamma tua, che non gliela hai mai data... (in crescendo) esci...vivi...levati la maglia di lana che stiamo a maggio!...Cambiati quelli occhiali da saldatore....scompisciate quer parrucchino che me pari Napo Orso capo!

ANNIBALE: Insomma! Cosa dovrei fare? Vestirmi veramente da marziano? Come Casabona? Con le bombole, eh? Con lo scafandro?!

LUCREZIA:          (Sconsolata) Lascia perdere... già fai ridere vestito da terrestre.

ANNIBALE: Uffa, lo volete capire o no? Io sto bene così come sto! Non ho bisogno di andare a prendere il caffè a Napoli ne di altre avventure in giro per il mondo!

MAMMA:              Avventure? Ma io ti sto chiedendo quello che qualsiasi madre chiederebbe al proprio figlio... un

po’ di sport, vorrei vederti uscire con qualche amico …con una ragazza che ti stia un po’ più simpatica...

ANNIBALE:         Aaaaa…. Ancora co’ sta storia della fidanzata? Io lo so cosa vi frulla per la testa a proposito del

vostro Annibalino… E certo! Se uno a trent'anni non c'ha la ragazza….

LUCREZIA:          Beh?

ANNIBALE: Eeeeeee! Lo so io! Beh, voglio ricordarvi una cosa, io una ragazza ce l'avevo, ed era pure una brava ragazza… Ci univa un sentimento forte. Una fede vera!

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(entra Ginevra e siede sulla panchina)

Ginevra: Quando due persone sono unite da un sentimento comune, una fede da condividere... che ti sostenga....beh tutto è più facile. Annibale ed io, questa fede, l'avevamo (musica di organo); non passava

domenica senza che noi avessimo la nostra ora di comunione. Lui passava a chiamarmi, sempre alla stessa ora. Io scendevo... e mano nella mano ci incamminavamo. Una volta arrivati prendevamo posto, sempre sulla stessa panca (arriva Annibale) e attendevamo in silenzio…il fischio d’inizio (si sente la voce dello speaker che dice la formazione della Roma)

Poi, un bel giorno... la nostra storia... finì. Beh...un po' perché era finito il campionato... e non avevamo più molto da dirci... un po' perché io, per dare uno scossone a questo stato di apatia in cui eravamo piombati a causa della pausa estiva, feci una proposta … innovativa!

Ginevra:              Anni...

ANNIBALE:          Balé.

GINEVRA:           Annibale. Scusa.

ANNIBALE:         Dimmi Ginevra.

GINEVRA:           Io e te…

ANNIBALE:         sì…

GINEVRA:           Oramai è tanto tempo che stiamo assieme…

ANNIBALE:         Sette anni!

GINEVRA: ecco sette anni che… va bene che cò 'sto fatto della Roma usciamo tutte le domeniche pomeriggio…però, forse…

ANNIBALE:         forse?

GINEVRA:           Bello è bello. Cioè…sono cose che uniscono…però forse, che ne so vederci un po’ più spesso…

ANNIBALE:         aò, ma lo sai dove abiti? Con la macchina ci metto quasi mezz’ora, posso stare mezz’ora in

mezzo al traffico per passarti a prendere…

GINEVRA:           no, mica dico che non hai ragione,

ANNIBALE:  ticchete tacchete pipipì

GINEVRA:       però, ecco, forse…è arrivato il momento di…

ANNIBALE:         Di…?

GINEVRA:           Di… non so… di uno scattino in più…

ANNIBALE:         E’ uno scattino, ma non scatta!

Ginevra:              ed io ci avrei una soluzione per evitarti tutto quel traffico…

ANNIBALE:         Occhei! Di!

GINEVRA: Perché non ci sposiamo? (silenzio di ghiaccio) lo fanno tutti, Annibale, pensa che bello, potremmo avere dei bambini … e scatta!

ANNIBALE: (si gira verso di lei e la fissa; si sente il campanello della porta) La porta. Scusa, devo aprire. Sono solo in casa…(va verso la porta poi si gira) ah, Ginevra…addio. (Ginevra si dissolve. torna la scena casalinga con Annibale che apre).

Annibale: ah, sei tu Isa! Ciao!

Isa: Ciao Anni

ANNIBALE: bale! Ciao

Lucrezia: Ma stai benissimo!

ANNIBALE: Ti trovo molto dimagrita, com'è?

Isa: Com'è che?

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ANNIBALE: Che sei dimagrita così tanto…

Isa: Basta non mangiare…

ANNIBALE: E' già, basta non mangiare! (sguardo come dire “lo dicevo io”)

Lucrezia: Sarà per via degli impegni scenici, si sa che le attrici….

Annibale: Ah, fai l'attrice! E da quando? Io non ti ho mai vista.

Isa: pure io non t'ho mai visto quando lavori al catasto? Eppure ci credo che fai l'impiegato.

Annibale: va beh che c'entra… io porto a casa uno stipendio.

Isa: eh, io invece per adesso porto a casa le porte in faccia. Ho fatto il provino per tutto, da Miss Italia a Saranno famosi, dal Il grande fratello alla Velina…Mi manca quello da portiera a viale Mazzini … “Le faremo sapere”

Mamma: e come campi, povera figlia bella?

Isa: faccio doppiaggio. E' faticoso, ci sono certi turni…. Ma pagano bene!

Lucrezia: Dai, racconta, chi hai doppiato ultimamente?

Isa: in questo periodo sto facendo tanti cartoni animati… Sai, tipo i pokemon, le tartarughe ninjia…

ANNIBALE: mmmm… (sarcastico)

Isa: i soggetti di 30 anni che ancora vivono a casa della madre….

Mamma: Ahhhh… ma perché esistono pure questi?

Isa: a zì, lui è il presidente dell’associazione

ANNIBALE:          ah, ah, ah! Facciamo cabaret oltre che doppiaggio! E certo! Perché secondo voi uno che non si

uniforma, uno che non si tuffa in questa corsa frenetica, in questa gara a chi è più fico…. (squilla un telefonino,

Lucilla lo tira fuori dalla tasca)

Lucrezia:             Stooop! Big Ben ha detto stop! Amo'?

ANNIBALE:         Amo'! Dio! (con la faccia tra le mani)

Lucrezia:             Dove sei? Qui sotto?! Nno… aspetta scendo io…

ANNIBALE:         Ma chi è? A quest'ora!

Lucrezia:             E' Benni. Sta qua sotto. Scendo io. (al telefono) NO! SCENDO IO!

ANNIBALE:         Sta qua sotto? E perché non ha suonato il citofono?

Lucrezia:             Perché c'ha il telefonino! Vabbè io scendo che c'è Benni…

ANNIBALE:         Benni! Benni, al secolo… si chiama Benedetto!

Lucrezia:             Anni: e quanto sei pesante!

Annibale: se nessuno ti corregge continuerai a parlare come una carciofara per tutta la vita…

Lucrezia: a professò, ce l’hai fatti a spicchi…mancano trentadue minuti a quando nasci e già ci hai rotto li cojoni

ISA: contessa…

Lucrezia: e quando ce vò…ce vò

(suona il campanello)

Lucrezia:             Mmmmmm….! (seccata va ad aprire)

ANNIBALE:          E chi è? A quest'ora, poi!

Lucrezia:             ma non ti avevo detto…

Mamma:              che imbecille…

Lucrezia:             ma non ti avevo detto di aspettare giù

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Benni: e che sorpresa sarebbe stata? (si sente osservato) aò? Non c'era la festa a sorpresa per il compleanno di Annibale?

Lucrezia:             Ecco, appunto, era una sorpresa.

Benni: E infatti c'ho la maschera!

Lucrezia:             De carnevale!

Benni: Beh?

Lucrezia:             Ma levate!

Annibale:             Buoni, buoni… cosa vorreste dire? Che ora, dopo questo deficiente, entreranno a sorpresa altre

trenta persone in casa mia per festeggiare me?!

Lucrezia:             Annì, ma che stai a dì? Dove le trovavo trenta persone disposte a festeggiare te? Con un

annuncio sul messaggero? Ho chiamato Benni, Isotta, Titti…Ninni…

Annibale:             Ninni?! Nostro fratello? Sono 5 anni che Ninni non si fa vedere qui dentro… perché è in cerca di

se stesso… perché sente che il mondo di noi comuni mortali gli va stretto… ha bisogno di viaggiare! E noi chi siamo? La sentinella del deserto dei tartari, che rimaniamo qui, al nostro posto mentre lui conosce la vita coi soldi di mamma? Poi, tutto a un tratto si scopre figliol prodigo e si presenta pure col regaletto….No, grazie! Io il vitello grasso per lui non lo sgozzo…(buio + luce su Ginevra)

Ginevra:              (entra dalla platea, si avvicina al citofono) Dunque… allora, ricominciamo da capo. Però questa

volta…calma. Uno, due, tre: Ciao Anni! No, Anni no! Se lo chiamo Anni, poi lui si arrabbia, dice ...bale! E cominciamo male. Allora… ciao, Annibale! Si, ciao Annibale mi sembra perfetto! (cambio luce)

MAMMA:              A Benedé, ma a quest'ora te presenti?

Benni: 'mbè? Me l'ha detto lei… puntuali, alle dieci!

Lucrezia: de sera, Benedé! No alle dieci del mattino! Ma tu hai mai visto una festa a sorpresa alle dieci di sabato mattina?

Benni: pensavo a una cosa un po’ diversa…. Un brunch…No?

Lucrezia:             Aspetta un po’… ma mica avrai avvertito tutti di venire qui alle dieci del mattino, spero!

Benni: Ioo!? Allora mi hai preso proprio per un deficiente!

SUONA IL CAMPANELLO. TUTTI UNO AD UNO CON LE MANI IN FACCIA. LA MADRE APRE.

Titti e Tati: tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ad Anni….

ANNIBALE:         Balé.

Titti e Tati:          …balé, tanti auguri a teeeeeee.

Titti:      Ammazza, Lucré! Che idea che c'hai avuto!

Tati:      Il brunch! Che taio!

ANNIBALE:         Ashhhhhhh!

(luce su Ginevra)

Ginevra: Allora… io dico: ciao! E lui: ciao, come stai? E io: a mille! Sto un attimino prendendomi una pausa di… no! Un attimino no! Che poi dice che sembro una centralinista. Ciao Anni…. Cioè Annibale…. Ti trovo

in gran forma! Ciao! Ti trovo….. Ciao.

(cambio luce)

Mamma:              (all’una) Tiziana! (all’altra) Tiziana!

FLASH/FOTO

Tati:      Tiziana, detta Tati, è un diminutivo. Mi è stato dato a tre anni, quando la vita è tutto un diminutivo:

bumba, ciccia, pipino, patatina… Tati.

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FLASH/FOTO

Titti: Tiziana, detta Titti. Per differenziarmi da mia cugina Tiziana, di un anno più piccola, per me praticamente una sorella. Che poi, avendo chiamato Tati lei, che bisogno c’era di storpiare il mio di nome? Io odio i diminutivi Tati: A me piacciono i diminutivi. Quando la gente mi chiama Tati mi sembra di tornare ad avere tre anni, quando il mondo era tutto una prima volta dietro l’altra. Oggi è tutto così scontato, così già visto. Quando ero piccola vivevo tutta una mia realtà, creata dai miei occhi di bambina

Titti: I genitori sembra che godano a storpiare la realtà agli occhi dei bambini. Bumba: perché bumba? Si chiama acqua? E’ già un nome corto, può essere memorizzato con facilità? Così melodico, così pieno di “a”? No. Bumba! si cresce per anni con l’inquietudine di questo nome così sinistro. A cinque anni maneggiavo i bicchieri d’acqua con estrema attenzione, metti che mi cadeva la BUMBA…

Tati: Allora ero la piccola della famiglia, e quando sei la piccola della famiglia sono tutti sempre intorno a te per proteggerti. A otto anni andavo a scuola con Titti, mia cugina. Lei, che era più grande di un anno, mi camminava accanto, dal lato del marciapiede che da sulla strada, affinché io stessi più al sicuro e nessuna auto potesse nemmeno lontanamente sfiorarmi.

Titti: A nove anni andavo a scuola con Tati. Le nostre madri avevano imposto che lungo la strada lei, che era

più piccola di un anno, mi camminasse accanto, dal lato verso il muro, affinché stesse più al sicuro e nessuna

auto potesse nemmeno lontanamente sfiorarla. A ME SI! A me un’ auto poteva passarmi sopra e ridurmi come

‘na fotocopia!!! Solo perché avevo un anno di più?!

Titti e Tati: Suonano alla porta.

(luce su Ginevra)

Ginevra: Ah! E cosa fai ora? (imitando Annibale) Ma, sai… sono in partenza per il Mozambico… vado a stare presso una missione…. Finalmente potrò fare l’infermiera come ho sempre sognato, fra i bambini, quelli

che veramente non hanno niente, una realtà difficile…. Però sono così belli… i bambini….Ti trovo bene. (suona

al citofono)

(cambio luce)

Lucrezia:             Vado io.

APPARE MIZZI

Mizzi:     bella secchi, ciao a tutti… Tanti auguri Anni!

ANNIBALE:         …Balé..

Mizzi:       Bale! Felicità! Gioia! Salute! (silenzio) Ma che è già finita la festa?

Lucrezia:             Si avemo cominciato stanotte alle quattro! A Mizzi, ma che stai a dì? So le dieci!

Mizzi:     Ah… bene! Perché io ci tengo ad essere puntuale. Anni! Come va?

Annibale: Un fiore. E tu come stai?

Mizzi:     Bene, bene, benino.

ANNIBALE:                         Bene-bene o benino.

Mizzi:     Più benino. Male, Annì, sto malissimo, come un cane, poi ti spiego. (a tutti) Allora! Che ve possino! (a

Benni) Paga la mossa! Aperitivino? Faccio io che sono il mago degli aperitivi! (va al mobile delle bottiglie)

Allora… Bloody Mary, Margarita, Gin Tonic?

Tati:      Per me poco.

Mizzi:     Allora un Little Tonic! Un cuore matto…so’ troppo simpatico!

Mamma:              Chi mi aiuta ad apparecchiare la tavola?

Tutti:  Io…(vanno e vengono apparecchiando).

Mizzi: (Ad Annibale) Ieri ho avuto un litigio con Paola.

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ANNIBALE:         Sai che notizia….

Mizzi: nulla di importante, o forse importante si, per lei. E' stata una di quelle discussioni create dalle donne in cui solo la donna riesce a muoversi con estrema abilità.

Sai quei discorsi da femmina, sulla responsabilità che seppelliscono il maschio sotto un insostenibile fardello di rimorsi….(UNA O PIU’ RAGAZZE INSERISCONO FRASI IN SOTTOFONDO COME FOSSE LA MOGLIE) Come

sempre non riesco a reagire, ripiego vicini alla finestra che dà sulla piazza, e rimango in silenzio per tutto il tempo del monologo di Paola, schiacciato dal mio senso di colpa.

Bene. Ieri, mentre questo serial metteva in scena la sua ennesima puntata, dalla finestra ho visto un gruppo di ragazzini che attraversava la strada, col passo su di giri che avevamo noi venti anni fa, quando palla al piede, raggiungevamo lo sterrato di fronte, punto di sfogo delle pulsioni fangocalcistiche.

Mentre li osservavo la voce di Paola si faceva lontana, come se lei avesse deciso improvvisamente di andarsene:

ora sulla porta, ora nella stanza accanto, ora…(SE NE VA CON LA VOCE) E vi ho riconosciuto.

FLASH/FOTO

Uno ha palleggiato maldestramente e la palla è schizzata in mezzo alla strada... L'espressione di panico negli occhi era la stessa di allora (e mò che famo? a cojone! … mannaggia era un San Siro!… Se se buca lo ripaghi…). Vi ho visto, ebeti e impotenti tifare per la sua salvezza, fino a quando, una macchina, qualcosa diparagonabile ad un'alfetta... all'improvviso lo prende. Ma non per respingerlo sul marciapiede, così come le statistiche recitano dal giorno del primo incontro tra una palla e una strada, no. Per montargli sopra,sguaiatamente, come solo un'alfetta sa fare quando vuole. (scoppio) Lo scoppio vi ha fatto saltare.

era un San Siro. No, non un pallone come tutti gli altri, che un soffio di vento o i nostri piedi a banana

avrebbero trasportato al di la del muro di cinta, no! Un San Siro, pesava 470 grammi, praticamente come mezzo

tacchino natalizio. Questa era la sua forza, questa l'origine del suo mito, tanto da scriverlo a caratteri cubitali

sulla gomma profumata: San Siro, peso 470 grammi! In quel momento, ho rosicato. Perché avrei dato un dito

della mano e tutti i miei ultimi venti anni per essere di nuovo come voi. Vi ho guardato allontanarvi. E anche

Paola credo non ci fosse più.

(Suona il campanello della porta)

ANNIBALE:         Eccone un altro! Sarà mio fratello! (apre)

Ginevra:              Auguri, Anni.

ANNIBALE:                         Balé.

Ginevra:                              Cioè, si… Annibale, scusa, è che sono a mille perché vado in Mozambico tra i bambini

bisognosi, una realtà difficile, ti trovo bene.

ANNIBALE:                         Ah. Ti sei decisa.

(suona il campanello)

MAMMA:  Suonano

ANNIBALE:         E ora?

MAMMA:  Suonano!

LUCREZIA: Vado io, ciao Ginevra!…Ninni ciao! Ma ti sei alzato!

MAMMA:              Ninni! Vieni qui fatti abbracciare!

Tati:      Sei sempre in gran forma.

Titti:       Fai sempre i lanci col paracadute?

Ninni: Ogni tanto…

Benni: Ti prende bene a te la lampada! A me lascia sempre un po’ un effetto turacciolo….

Ninni: No, che lampada? E’ la barca…

11


Annibale:             (applaude) Signori e signore, dopo cinque anni di assenza dagli schermi…. Ecco a voi…Ninni!!!

Che apparizione trionfale!

Ninni: Anni…

Annibale:             … bbale!

Ninni: Che rompicojoni…

ANNIBALE:         Ancora tu…

Ninni: "ma non dovevamo vederci più"

ANNIBALE:         Ti trovo in gran forma… abbronzato!

NINNI:                 Anche te stai bene… Ma chi te li fa i capelli, il parrucchiere dei Pooh?

ANNIBALE:          Se sei venuto con intenzioni perculanti come al solito puoi anche andartene…..

Mamma: Anni, ma tuo fratello sta scherzando!

Ninni:  Ma dai, si scherza… però a te te rode sempre!

ANNIBALE: Bravo! Dici bene, mi rode! E vuoi sapere perché? Perché non condivido la tua impostazione di vita, da ultima pagina dell’Intrepido, da pubblicità della pomata per i muscoli. “Siete così….” (mima un fisico

disgraziato) “…e vorreste essere così?” (mima un fusto) No, miei cari “genio e sregolatezza” io voglio rimanere così (ri-mima il disgraziato), con il mio fisico da lanciatore di coriandoli, con la mia cultura da tesi compilativa, con la mia sensibilità da dipendente del catasto terreni. Io mi ribello! Ninni: Hai capito Ciuffettino! Si ribella!

ANNIBALE: Si, hai sentito bene: mi ribello! Mi ribello alla vostra cultura della competizione, che a dieci anni ti manda in giro vestito da astronauta anziché da un democratico Zorro, a quindici ti fa comprare I Frei per gareggiare col tuo compagno di banco che, deficiente, si è comprato i Camperos, e a venti ti manda a prendere un caffé a Napoli alle tre di mattina se no assomigli a quello della pubblicità dell’Intrepido! Voglio restare così, va bene? (ri-ri-mima il disgraziato) così!

Ninni: Ma fa’ come te pare! (alla madre) Ma è peggiorato!

Lucrezia:             Eh, sono pure cinque anni che non lo vedi….

Ninni: Anni…

ANNIBALE:          Balé.

Ninni: Daje…lasciamo perdere i rancori, su, è una vita che non ci vediamo…Per favore…

Mamma: allora? tuo fratello torna a casa dopo 5 anni e tu l’ accogli così?

Annibale: mica è stato in guerra!

Ninni: Annibale, su, proviamo a ritrovarci fratelli come tanti anni fa, me lo fai un regalo? mi fai come quando eravamo piccoli?

ANNIBALE:         e chi se lo ricorda cosa facevo quando eravamo piccoli?

Ninni: Fammi Tullio de Piscopo.

ANNIBALE:          Noo…

Ninni: E dai, fai Tullio de Piscopo…

ANNIBALE:          No. Non lo faccio. Non lo faccio… non lo faccio!

Ninni: E dai.. se mi fai Tullio de Piscopo, io ti faccio la Carrà, su…

ANNIBALE:          Mi fai la Carrà di Tuka tuka? Va beh… però una rullata sola….

(musica-cambia la disposizione al buio-salto di tempo)

Ginevra:              Mizzi…

Mizzi:     Eh…

Ginevra:              Ma tu, a volte non senti un gran senso di vuoto dentro di te?

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Mizzi: Daje! Ma che ancora la storia del volontariato in Mozambico? Ginevra… Ginevrina… ma lascia stare… se ti vuoi sentire in pace con la tua coscienza, stacca un assegno e fregatene! Ma chi te lo fa fare? Ci sono le malattie, c’è la fame, è roba da suore quella… che sei una suora tu? E poi hai già fatto tutti quegli anni di volontariato stando appresso ad Annibale…io capisco che sei infermiera, ma con lui sei stata un’insegnante di sostegno…una Onlus!

Ginevra:              Si, lo so. Ma è che gli voglio ancora bene… e non ho ancora capito se voglio partire per i

bambini africani o per lasciarmi questa storia alle spalle… Ma perché nella vita bisogna sempre saper decidere? Quando ero bambina non era così, ogni cosa aveva la sua strada segnata, non c'era scelta, non occorreva iniziativa...non so...le serate davanti la televisione...Dubbio amletico: primo canale, tradizionale, rassicurante...o la rivoluzione catodica del secondo? E tutto filava liscio....Ogni giorno della settimana già deciso…Lunedì: film (John Waine, Fred Astair..), martedì: sceneggiato (Ugo Pagliai, Nino Castelnuovo..)

Mizzi: Mercoledì: spettacolo teatrale (Eduardo... Eduardo… Eduardo!)

Ginevra:              ...ma era meglio così! Meno scelta! Ora io non so’ che fare, Mizzi….

Mizzi: A chi lo dici… te lo detto che io e Paola … va beh, lasciamo perdere… Uno dovrebbe aver diritto a due vite: una per fare il marito responsabile e il buon padre di famiglia, l’altra per continuare a non scegliere, per continuare a giocare a pallone in mezzo alla strada finché vuole…o almeno finché non arriva un’Alfetta a spezzare l’infanzia. Ma ci vogliamo sposare io e te? Non saremo Titanic…ma ‘sti cazzi! (musica-cambio coppia)

Ninni: E dai…

Annibale:             No, e basta..

Ninni: E su, dai, una volta sola..

Annibale:             No! Non lo faccio.. non lo faccio… non lo faccio!

Ninni: E dai… una volta sola… non lo facciamo da quand’ eravamo piccoli così!

Annibale:             Ecco, e mò c’avemo trent’anni. Non lo faccio.

Ninni: Però la facevi così bene….

Annibale:             Ma che, la tigre? No… Tu, tu eri bravo a fare Sandokan..

Ninni: Eh, si, io! La scena la faceva tutta la tigre, altro che! E ‘namo!

Annibale:             Va beh, però una volta sola, eh!

Isa:    Ma che fanno!

(scena al rallenty di Sandokan e la tigre, musica di sottofondo, buio, rumore di cocci, luce, ci troviamo con la mamma che sta medicando il braccio di Annibale, e Lucrezia che spazza i cocci dall’altra parte)

Mamma: ma dico come vi è saltato in testa di rimettervi a fare gli zompi in mezzo al salone, mica ci avete più dieci anni

Annibale: a mà, all’epoca ci riusciva…aia! soffia che brucia

Ninni: forse col fatto che eravamo più piccoli dopo la capriola riuscivamo a fermarci

Annibale: o forse eravamo più agili?

Lucrezia: forse eravate semplicemente meno imbecilli e toglievate da dietro, i mobili con i vasi sopra

Mamma: va bene, io vado di là, che ci sono centomila cose da fare…sai vi aspettavo per cena (occhiataccia a Benni, poi guardando Mizzi che si sta trastullando con un pallone in mano), se vi saltasse in testa di giocare a pallacanestro, a pallavolo, chissà, magari un torneo di calcetto, non vi azzardate a di farlo qui dentro, che ve lo buco sto pallone (esce)

Mizzi: no signò…è un San Siro non un pallone qualsiasi!

13


Titti: (aprendo un cassetto) Guarda questo! Annì, ma che c’hai qui! Guarda i 45 giri delle feste alle medie… Ma li hai conservati tutti!

Annibale:              Non toccare!

Lucrezia:             Ma dai Anni… almeno si balla un po’…

(si accalcano tutti)

Benni: Anvedi! I Santo California!

Ginevra:              Iiii! Il giardino dei semplici! Il mio complesso preferito!

Ninni: Oh, ma che è tua sorella?

Titti:      Noo… Figli delle stelle! La canzone più bella del mondo!

Ginevra:              I cugini di campagna!

Benni: Ma non erano morti?

Ninni: Eh…mo’ tutti e quattro… che l’hanno fucilati?!

Ginevra:              Accidenti come li tieni bene! Sembrano nuovi! Metti su questo.

Annibale:             No! No e poi no! I dischi non sono fatti per essere ascoltati! Poi si rovinano!

Titti:      Va beh, ma se neanche si balla, che facciamo?

Ninni: ragazzi, che palle ’sta festa! Si, va beh, ho capito, nessuno aveva voglia di feste di compleanno, in primo luogo mio fratello che già s’è chiuso sopra il coperchio del sarcofago da un pezzo… e in secondo luogo io, che alle dieci del mattino sto ancora al primo sonno…

Lucrezia: Che vorresti dire, che ho bucato la festa? Guarda che quando la PR sono io le feste funzionano sempre! Lo sbaglio è avere affidato l’ufficio stampa a sto portatore di encefalogramma piatto che m’ha scambiato le dieci de sera co’ le dieci del mattino!

Lucrezia: Comunque mo stamo qua e tiriamo avanti almeno fino alle tre! Che anche se sono le tre del pomeriggio e non di notte va bene uguale! Io vi ordino di divertirvi!!!

Mamma: Ecco bravi fate un gioco, ma mi raccomando non fate le briciole per terra, non perdetevi i bicchieri che sono pochi e non bevete troppa coca cola che poi non dormite!

Ninni:  A mà c’avemo trent’anni, poi dite perché me ne sono andata via di casa!

Ginevra:

Allora lo Facciamo un gioco!

Titti:

Oddio! Che gioco?

Tati:

Il gioco della bottiglia!

Ninni: Il gioco della coperta!

Lucrezia:

E te pareva!

Ginevra:

Bello!

Titti:

No, vi prego, il gioco della coperta no!

Benni:

perché?

Titti: Alle medie capitai sotto la coperta con un ragazzino-si chiamava Tomas, ma la madre per abbreviare lo chiamava Toma, anzi A TOMAA!!- Fumava e portava già un orecchino qui, aveva 11 anni ma ne dimostrava 41 e una volta sotto la coperta srotolò venti cm di lingua e fu terribile, io….

Mizzi: Va, beh, va beh, abbiamo capito! Stop! Basta! Amen! Ce l’ho io un gioco fichissimo: il gioco della verità!

14


Isa: Geniale ecco il gioco che risolleverà le sorti della festa dell’anno! Di questo capolavoro di festa, organizzata all’ora sbagliata, nel luogo sbagliato, in una vita sbagliata….

Benni: Oh, mo’ basta co’ ‘sta storia che ho sbagliato l’orario… ma che voi fate le cose sempre giuste? Mi avete stufato! Me ne vado!

Lucrezia:             (distrattamente) Ma no, dai, rimani…

Benni: Va beh, allora vado al bagno, ‘sto spumante mette addosso un’incontinenza… (esce)

Isa:       Comando io il gioco? Ok, comando io! Mi raccomando, bambini, la verità, solo la verità, niente altro che

la verità! Chi sgarra penitenza!

Tutti:  Ok! Va bene..

Isa:       Allora…. Cominciamo….cominciamo da……Titti!

Titti:      Io!? E perché proprio io?

Isa:       Ora Titti ci dirà….. qualcosa che le fa paura!

Titti:      Tutto!

Lucrezia: No, una, una cosa sola.

Isa: Basta una.

Titti:      Beh…io…i grandi

Mizzi:i grandi?

Titti:i grandi …ecco che mi fa paura, io non ho mai capito il mondo dei grandi. Sembra che vivono solo per metterti il terrore delle cose che ti circondano. A voi l’avevano raccontata la balla del liquido rosso nella piscina? (GLI ALTRI SI GUARDANO STUPITI) I nostri genitori mandavano me e Tati tutti gli anni in colonia estiva a Ladispoli. Ora bisognerebbe dire che io…. Ecco, io ho fatto la pipì a letto… per molto tempo.

Ginevra:              Beh, va beh… tanti bambini fanno la pipì a letto, anche fino a otto anni!

Titti:      Io fino a diciotto.

Ginevra:              Fregate!

Titti: Fra noi bambini serpeggiava una leggenda, secondo la quale i gestori della piscina avevano messo un liquido al suo interno, che al contatto della pipì diventava rosso…

Io ero terrorizzata che intorno a me tutta l’acqua potesse diventare improvvisamente rossa… (Cambio luce-musica - tutti:“Titti è una pisciona… Titti è una pisciona… Titti è una pisciona…”) ero così terrorizzata che quell’anno non ho fatto mai il bagno in piscina. Anzi, per essere sicura io il bagno non lo facevo nemmeno nel mare…non si sa mai.

Ginevra: io non lo facevo per colpa del “Lo squalo”, il film!!! Ne vogliamo parlare? Ma come vi salta in testa di fare un film così, con quella musica: tum,tum,tum,tum,tum,tum… non c’era un bambino al mondo, uno, da quelli di Santa Monica, dove gli squali sono di casa, a quelli di Castelfusano, dove al massimo incroci una mazzancolla, che non fosse terrorizzato dal fare il bagno dove l’acqua era più profonda di 30 centimetri! Titti: …però nell’acqua profonda 30 centimetri c’erano le tracine! Voi l’avete mai vista una tracina?

Tutti:  No…no

Titti: perché non esiste! Appartiene alle leggende degli adulti …”attento che ci stanno le tracine”… non se poteva fa un passo dentro l’acqua che era pieno di tracine! Oppure “dove vai? il depuratore è rotto”, vabbè ma oggi è limpida “se l’acqua è pulita ci stanno le meduse”, “sono passate tre ore da quando hai mangiato?” ma se ho fatto colazione alle dieci, e alle tredici pranzo si può sapere quando me lo posso fare ‘sto cazzo de bagno???!! sono tutti parti di una mente malata! La mente di un adulto! Di un fottutissimo adulto!!!

Tati:                      Titti, calmati!

Titti:                      …non esistono le tracine

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Ninni: ma che ci frega a noi delle tracine…affogate come te pare!

Titti:                      è questo il punto: lo capisci perché a trent’anni io non so ancora nuotare?!

Lucrezia: Beh, comunque è vero questo fatto che gli adulti campano solo per terrorizzare i bambini. Vi ricordate quando non volevano farvi toccare qualcosa? “No!…cacca!” Come cacca? Ma non si poteva trovare un qualcosa di meno ributtante, che so, “scotta! Morde!”, no…cacca! Poi dice che uno cresce con l’idea che il mondo sia tutto una merda…

Annibale:             Oh, e basta, sto per vomitare…

Isa: ragazzi, cortesemente, argomenti meno ributtanti che il nostro festeggiato è di stomaco debole… Mamma: Chi è che c’ha lo stomaco debole?…Annibale è?!?…che ti avevo detto di non ingozzarti di coca cola, tu sei già impressionabile in più l’emozione della festa a sorpresa…se ci metti sopra le sostanze stupefacenti… Lucrezia: A mà è coca cola non cocaina!

Mamma: Sempre per coca inizia non sarà mica un caso…mi raccomando niente briciole!

Isa:  allora, allora allora, interroghiamo… Ninni! Qualcosa che ti fa paura!

Ninni: mia madre!

Isa: e dai non scherzare, qualcosa che ti fa paura

Ninni: Niente!

Mizzi: è arrivato Zorro

Annibale:             no, se permetti Zorro sono io…lui si vestiva alternativo…da indiano!

Isa: Via Ninni! Ci sarà qualcosa che ti farà paura! Non so… il generale Custer…(cambiando intonazione, seria) la Morte!

Ninni:  Guardate, a me non fa paura la morte… a me fa paura il lutto.

Isa:         Il lutto?

Benni: (entrando) Beh? Non è la stessa cosa?

Ninni: E no! Il lutto è il dolore! Non vi siete accorti che la nostra società, pur convivendo tutti giorni con la morte, ha abolito il lutto. Nei film, al telegiornale, nei videogiochi… tutto ruota attorno alla morte. Però è una morte che non fa male, è solo la sua rappresentazione. Non c'è dolore, appunto… non c'è lutto. Il lutto fa paura.

Ginevra:              Ma lo sai che hai ragione? Ieri sera ho visto un film bellissimo… sarà stato dai tempi della Casa

nella prateria che non piangevo di fronte a un film. Era la storia di una coppia che perdeva il figlio tragicamente.

Ma non era la solita rappresentazione della morte, come tanti film ci hanno abituato. Era il dolore dei genitori

che dava la misura esatta del valore di quella morte.

Benni:     E grazie! Nanni è sempre Nanni…

Annibale: Se c'è una categoria umana che non sopporto è quella che chiama Moretti per nome! Fellini è Fellini, Scola è Scola… Moretti, no! E' Nanni!

Tati: Eppure lo sapete che "la stanza del figlio" in America è stata vietata ai minori di 17 anni? Cioè proprio la patria di Bruce Willis e Swarzenegger ha ritenuto Moretti eccessivo… troppo forte….

Benni: Va beh, che c'entra, calcola pure che loro hanno dovuto convivere con l'attentato alle torri gemelle… si

sa… dopo il 15 novembre…

Mizzi: Si, er ventiquattro maggio!

Annibale:             L'undici settembre!

Benni: Si, va beh, dopo l'undici settembre nessuno di noi è più quello di prima!

Lucrezia:             A me, tu me pari er solito cojone de sempre!

16


Ginevra:              Io so solo una cosa. Che quando eravamo piccoli il dolore della morte era così lontano… Poi

cresci, cominci a perdere un nonno, una nonna, magari un genitore… e scopri di essere adulto. Ecco, per me si diventa adulti quando si perde una persona veramente cara e si conosce il vero dolore… qualcuno diventa grande a 10 anni e qualcuno a 40.

Annibale:             Alzi la mano chi ha ancora almeno un nonno!

(alza solo Mizzi)

Ninni: Ammazza! 'Na strage all'ospizio!

Ginevra:              Tu c'hai ancora un nonno?

Mizzi: Veramente ce l'ho tutti e due. C'hanno 183 anni in due… e stanno un fiore! …Però a 8 anni ho perso un

gattino tragicamente, eh!

Titti:       Una macchina…

Ginevra:                Il cimmurro…

Mizzi:          No, un esperimento…

Ninni:  In che senso?

Mizzi: niente… è che mi sembrava strano 'sto fatto che i gatti cadessero sempre e comunque in piedi, così ho provato a lasciarlo cadere a testa in giù dalla finestra della cucina…

Lucrezia:               Ma sei un mostro! E' una fine orribile!

Mizzi: Ma no! In realtà sotto la finestra della cucina c'era la tenda di un bar, il gatto è rimbalzato sulla tenda ed è ripartito come un razzo in direzione della strada… proprio mentre passava un auto… Titti: Un auto! Appunto! E io cosa dicevo? Investito da un auto! Povera bestia!

Mizzi: No, non è andata così, perché l'auto era una cabriolet, insomma. Il gatto è caduto sulla capote, è rimbalzato nuovamente in direzione della fontana della piazza…

Ginevra:                Affogato nella fontana! Ma poverino!

Mizzi:                    No… non è affogato nella fontana, perché in quel momento…

Lucrezia:               Oh! Ma come è morto 'sto gatto?

Mizzi:         Gli ho dovuto sparà non se fermava più!!

Ginevra:         AAAh! Ma che schifo!

Mizzi: (ride) Ma che beccaccioni! Ma è una barzelletta vecchia come il cucco! Quella del gatto che non atterra più…. Ma vi pare che faccio fuori il mio gatto con il fucile a piombini?… Gli ho dato fuoco…

Ginevra: Aaah!

Isa: sei proprio un cazzarone…non si riesce mai a fare un discorso serio, Ninni stava esprimendo un concetto, e l’abbiamo interrotto, scusaci Ninni

Ninni:  ma niente…quello che volevo dire io….insomma, è che non è che sia impreparato alla morte… è il

dolore che m'ammazza! Forse dico una cosa patetica, però… sarebbe bello se noi… se tutti noi…. Fossimo

rimasti bambini, così! Come una fotografia delle elementari…. Immortali!

Benni: Come highlander!

Lucrezia: pensa che destino: imbecille per l’eternità!

Annibale: Lucrezia, scusa ma stai esagerando, questo povero ragazzo non sarà un genio, ma in fondo te lo sei scelto! Perché canzonarlo davanti a tutti

Ninni: Annì, canzonarlo non lo sentivo da quindici anni

Benni: non ti preoccupare Annibale, lei scherza! e poi come si dice, chi disprezza compra

Ninni: mi sa che il tuo era un saldo!

Mizzi:     Ammazza che allegria! Faccio io? Musica!!! (fa partire "Le freak").

17


Mamma:              (entrando con bottiglie) Bravi! Che bello, vi divertite, eh!

Isa:       Divertirci? Qui stiamo facendo una cosa estremamente seria, zia, il gioco della verità!

Mamma:              Si? E come si gioca? Voglio giocare anche io!

Annibale:             ma che stai a dì… ma ti pare!

Isa: E perché no? Funziona che io faccio delle domande e voi siete tenuti a rispondere con la massima sincerità. Occhei?

Mamma:              Siii! Dai!

Annibale:             Ma nemmeno per sogno! Le madri facciano le madri!

Mamma:              Ah, è cosa deve fare una madre per essere madre?

Annibale:             E cosa deve fare…. Deve fare che…..

Mamma:              Ma statte zitto! Vai Isa!

Isa:       Eri felice assieme a zio?

Annibale:             Ma certo che era felice! Dille che eri felice!

MAMMA:              Felici… si comincia col cercare la felicità….. poi si arriva a pensare che tutto sommato la serenità

èun stato d’animo più consono alla coppia consolidata…. In seguito si aspira anche più semplicemente alla tranquillità.

Ninni: E poi?

MAMMA:              E poi t’accontenti pure di una pizza il sabato sera.

ANNIBALE:         Vabbé, a me sembravate una coppia armonica, si può sapere cosa vi mancava?

MAMMA:              La passione, Annibale! La passione! La capisci questa parola?

ANNIBALE:         Va beh, la passione.... ma la passione mica      è per sempre... lo dice pure la parola: passione!

Che vuol dire? Che passa! Se durasse si chiamerebbe ... che so'... durone! (ride da scemo)

MAMMA:              (Lo osserva sconcertata) tu allora sei uno che ci coglie…

ANNIBALE:         Brava! sono un... vabbè!

Benni: Non ho capito!

ANNIBALE: Adesso la colpa è mia?! Voi mi avete fatto credere di essere una coppia felice!

MAMMA:              Ma si, forse hai ragione, scusa. Di certo non abbiamo fatto niente per metterti al corrente del

contrario. Tuo padre pensava che litigare davanti a te sarebbe stato poco educativo. Poi, un bel giorno non ho avuto neanche più la forza litigare. Pensavo che cambiarlo oramai sarebbe stato impossibile. Ninni: Ma se ti sembrava così impossibile che papà cambiasse... perché sei rimasta?

MAMMA:              Vi ricordate, da bambini, le nostre partenze per Follonica? FLASH/FOTO Vostro padre preparava

la Giulia due giorni prima....come se si fosse andati a Parigi! Però andavamo a Follonica, ma per me Follonica

era Parigi... sembrava un viaggio vero... la partenza alle 4 del mattino per evitare il traffico, quando l'aria era frizzante e i semafori lampeggiavano di arancione..... la prima sosta al bar a metà tragitto, per il cappuccino e

per far riposare la Giulia...la seconda sosta dopo 10 minuti, perché tu vomitavi il cappuccino.... e come tutti gli

anni vostro padre ci mostrava le case abbandonate e fatiscenti lungo l'Aurelia spiegandoci, dall'alto delle sue conoscenze professionali, che quelle che una volta erano state abitazioni, ora brutte e tetre, sarebbero rimaste lì in eterno, perché i costi di demolizione o di restauro superavano di gran lunga quelli necessari a costruirne di nuove. Così le avremmo ritrovate lì, tutte le estati della nostra vita, finché la vegetazione non le avesse completamente ricoperte.

Lucrezia:             Me lo ricordo…

ANNIBALE: vabbè, me lo ricordo anche io, ma tutta sta parabola per dirci…?

18


MAMMA:              La storia mia e di papà è stata come quelle case. Ci sarebbe costato troppo demolire tutto. A

noi... a voi... e così abbiamo lasciato tutto come era. Anno dopo anno, aspettando l'arrivo dei rampicanti....

delle lucertole....delle rughe.

Ninni: Tu avresti passato tutta la vita....

MAMMA:              ... a ripetermi "domani" succederà qualcosa... "domani" lui capirà. Invece lui se ne andato... e

un domani non c'è mai stato. “Domani” è una parola che andrebbe abolita nel vocabolario di un popolo civile....

Benni: Scusate, io non ce la faccio più!

Lucrezia:             E ci ha ragione! So’ di una tristezza inaudita ‘ste storie! Era meglio il gioco della coperta!

Benni: veramente dicevo… non ce la faccio più… devo torna’ al bagno! Ma con cosa erano i tramezzini? Con le prugne? (esce)

Mamma:              o santa pace, la torta! mi fate chiacchierare e ci ho la torta in forno!

Isa: hai visto zia che coraggio, zacchete, con la scusa del gioco s’è tolta sto rospo che ci aveva nello stomaco da trent’anni

Annibale: e prorpio il giorno del compleanno mio doveva farlo…io sono sensibile, non mi si possono cambiare le cose così all’improvviso…io sono sempre stato convinto…

Isa:       Annibale, finiscila, “sappi che oggi è il giorno della verità…” tartarughe Ninja alla riscossa! Tati!

Tati:      Io!? No…va beh…

Tutti:  OOOhhh…. Buuuuu….(fischi)

Tati: Ragazzi… Abbiamo trent’anni! Il gioco della verità! Quante volte l’avremo fatto? Mica siamo più bambini? Quando tutto era nuovo, quando tutto era per la prima volta…e forse era meglio…

Isa: e tu prova a ritornare bambina, visto che ti piace tanto, ci sarà un qualcosa che ti piacerebbe rifare anche se non hai più l’età?

Tati: …Dio che sensazione strana, ho avuto come un flash…le feste di compleanno a dieci anni, ve le ricordate? c’era un gioco... si chiamava il “gioco del posso”, i ragazzini erano tutti in riga contro il muro, maschi da una parte, femmine dall’altra. Tu andavi da uno che ti piaceva e facevi “posso”? E quello: no! E tu: e chi se ne frega! E andavi da un altro: “posso?” E quello: si! E partiva il bacio. Mizzi: E che si vinceva?

Tati:                      ‘Na cippa!

Ninni: Ma è una stronzata!

Tati:                      No, era una botta di genio! Un posso corrispondeva a bacio sulla guancia. Posso-Posso era

bacetto sulla bocca… Posso-Posso-Posso...(attesa fra gli altri)

Mizzi: Oh, ma che.... (gesto)

Ginevra:              Ma va...ci avevano dieci anni!

Tati: Se con tre “posso” quello diceva si, era fatta! da quel momento stavate insieme; certo, questo non succedeva quasi mai, però diciamo che anche se eri proprio brutta, se assomigliavi a un rospo... un bacetto sulla guancia, non te lo negava nessuno! “Posso?” e potevi! Potevo! Oggi, su dieci cose che vorrei... nove non posso.

Annibale: vabbè, tu chissà che vorrai mai, la luna…

Tati: no, il sole!…in certe giornate di sole vorrei aprire la finestra della mia stanza e spostare il letto in modo che quel raggio di sole bollente lo renda più caldo di un marsupio di un canguro. E poi sdraiarmi, lasciandomi addormentare da quel tepore ... ma non si può. Quando mi alzo io per andare a lavoro il sole non c’è neanche…

19


Titti: io invece, in certe giornate di pioggia vorrei uscire in strada a piedi scalzi, per ballare come Gene Kelly, abbracciando i passanti e benedicendo ogni goccia mandata dal Signore. Vorrei. Ma non posso, perché mi prenderebbero per scema…

Tati: Vorrei      puntare il ragazzino più carino della festa, guardarlo negli occhi, chiedergli... anzi, implorarlo:

"posso?" e poi ballare stretto stretto a lui e rimanere così per un'ora intera….ma non posso, non posso più.

Bisognerebbe essere bambini per ballare così.

(PARTE "FIGLI DELLE STELLE" - BALLA SOLO BENNI (entrato nel frattempo) - IN ESTASI. -

BUIO. CAMBIA SCENA.)

Ninni: Che volevi tu? Gene Kelly? Ecchetelo,tiè!

Isa:       E tu, Benni? Una paura, un dispiacere…

Annibale:             Ma chi? Benni, un dispiacere? (ride)

Mizzi: Perché no? Benni, racconta quando ti è finita la ricarica del cellulare proprio mentre parlavi in diretta con Michele Plastino… hai pianto per tre giorni…

Ninni: Che dicevi in giro che la vita riserva solo schiaffi in faccia…

Ginevra:              Dai, smettetela…

Lucrezia: Adesso basta fare i cretini. Dai, diglielo, avrai anche tu avuto mai un dispiacere vero, no? Che so, un ansia….

Benni: Beh, effettivamente….quando ero bambino c’era un pensiero che mi tormentava.

Ninni: ‘A domenica sportiva…

Benni: avrò avuto 6 o 7 anni… mio fratello Marco era più grande.

Ero ossessionato dall’idea che crescendo non avrei più provato lo stesso piacere nello stare pomeriggi interi con i miei giocattoli preferiti. Fino a quel momento io e Marco eravamo stati inseparabili, noi e i nostri giochi, c’era Big Jim, tu lo premevi sulla schiena e lui, zac! Ti rompeva una tavoletta in due con un colpo solo…

Mizzi:                    Il fidanzato di Barbie…

Lucrezia:             No, quello era Ken…

Benni: Poi c’era il subuteo. Ti ricordi, Marco? (FLASH/FOTO Luce, musica) Che per noi era il subbutéo, cioè

rigorosamente con due b e l’accento sul teo. Il subbutéo…. Due sole squadre: tu avevi il mitico Brasile di Pelè,

io lo sfigatissimo Torino di Pulici e Zaccarelli. Facevamo partite che duravano tutto il pomeriggio e finivano con punteggi da pallacanestro…. Tipo 116 a 9… il 9 ero io. Poi, nel giro di una estate a Santa Severa……. Finito

tutto! Tu cominciasti a passare tutto il tempo con una ragazzina moretta dagli occhi azzurri e le treccine sbarazzine… Alessia… stesso nome di altre 10 ragazzine dello stabilimento, more e con treccine sbarazzine. Che cosa ci trovavi poi… no, dico, a parte quei seni da diciottenne che ostentava civettamente sotto la maglietta da tredicenne, che ci trovavi? A parte, va beh, un’abbronzatura da fare invidia a Gloria Gaynor… boh!

Io ti proponevo certi castelli di sabbia da paura… ormai nella mia solitudine avevo affinato la tecnica. Una volta ne ho fatto uno che sembrava la reggia di Caserta! Sopra c’era pure un vincolo della soprintendenza…. Niente!

Tu continuavi a preferire le passeggiate sulla spiaggia con Alessia… i lenti dei Matia Bazar con Alessia… certi giochi nuovi che dicevi sapere solo tu e Alessia… ma che c’erano dei giochi più belli dei soldatini Atlantic. E pensavo: “bambini, uniamoci! Facciamo qualcosa, fermiano il tempo, scriviamo al signor Panini… niente!” Tempo sei o sette anni mi fu tutto chiaro. Anche per me ci fu un’Alessia sulla spiaggia di Santa Severa…. Ben

presto sparì tutto, Big Jim, le automobiline, i soldatini…. Il subbutéo no, ci gioco ancora! Però ora c’ho il Brasile!

(Continua la Musica da sola, che spezza un po’- Checcosel’amor?)

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Lucrezia:             Amò lo sai era carina questa storia dei giochi ….sai… Anche io da piccola ho avuto qualche

difficoltà a convincermi che potesse esserci qualcos’altro dopo Barbie…          vedi che ce le abbiamo le cose in

comune….scusa se prima ti ho chiamato celebroleso.

Benni: veramente hai detto portatore di encefalogramma piatto….pensavo fosse una cosa carina…

Lucrezia:             Si, va beh, buonanotte! Comunque…scusa (gli fa una carezza).

Benni: Figurati… anzi, scusa te.

Lucrezia:             De che?

Isa: Cosa ho sentito? Non ditemi che anche la sarcastica Lucrezia ha qualcosa da raccontare? Attenzione, signori e signori, la PR, la dama nera, la donna che ha fatto mistero di se, oggi, in esclusiva per voi, sputa il rospo!

Tutti:  Si dai, dai, andiamo…sputa il rospo

Lucrezia: Oh, ma che è un interrogatorio della Digos? Per favore… La vita è già tutta un interrogatorio. Si comincia a cinque anni, con domande stressanti, imbarazzanti, in cui ogni risposta deve necessariamente escludere l’altra, come in un questionario chiuso…(cambio)

Mamma:              A chi vuoi più bene tu? A mamma o papà?

Lucrezia:             Chi…io? Beh… a tutti e due!

Mamma: No, cara. Forse non hai ascoltato bene la domanda. Concentrati. A chi vuoi più bene tu? A mamma o a papà? (intonazione che esalta mamma e sminuisce papà)

Lucrezia:             Beh, certo..formulando in tal modo il quesito…. Soprattutto in relazione alla figura storica della

madre in seno alla narrativa di stampo….

Papà: (fatto da Annibale) A mamma…O a papà? (intonazione che esalta il papà e sminuisce la mamma)

Lucrezia:

… benché talune figure paterne, come simbolo di un’autorità benigna e rassicurante…

Ginevra:

Lo so io! “La mia mamma e mio papà, sono un pozzo di bontà

Ed io voglio tanto bene, Ad entrambi, nell’insieme!”

Papà e mamma:

Bene, brava!!!

Lucrezia:

Ma…ma… è quello che dicevo anch’io…come si fa a volere bene ad uno solo

Ginevra:

Che fai copi? Maestra, Lucrezia copiaaaa!!

(MUSICA)

Isa:       E così anche l’ultimo baluardo è caduto! Anche la donna nata già adulta ha qualcosa da rimpiangere….

Come tutti mi sembra.

Annibale: E invece hai capito proprio male! Io non ho proprio niente da rimpiangere, io! Sono un uomo

realizzato, io! Qui l’unica fallita sei tu! Io ho un bel lavoro al catasto urbano! Ho una laurea in ingegneria, che al

giorno d’oggi un pezzo di carta serve sempre…

Benni: Scusate… al bagno è finita la carta…

Annibale:             che vi dicevo…ehm, cioè…che vorresti dire con queste battute subliminali?

Benni: No, che battute. Non c’è proprio la carta…. Va beh, faccio con la settimana enigmistica!

Annibale:             noooo, la settimana enigmistica no!

Benni: allora faccio…mi prendo due tovaglioli di questi (prende e esce)

Ginevra: (ad Annibale) Guarda caro che se pensi di essere realizzato solo tu, sappi che anche io ho il mio lavoro da infermiera che mi da un sacco di soddisfazioni….

Tati: si però se ti va male il lavoro ti ritrovi sotto un treno…è per questo che io ne faccio due di lavori, se te ne va male uno ti sfoghi con l’altro!

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Lucrezia: mò ci hai due lavori? Ma se stai sempre a negozio…

Tati: di giorno; quando smonto, vado a casa, mi faccio una doccia, mangio qualcosa e via…

Mizzi: vai a batte!

Tati: come tua sorella! imbecille, per arrotondare, lavoro come cubista al Mucca Assassina…

Titti:      La cubista?

Annibale:             alla mucca assassinata?

Lucrezia: se, al macello…Mucca assassina, è un locale trend di Roma

Tati :     Si… è un’ambiente talmente stimolante…

Ginevra: va bene, però la cubista…

Tati: aò, ma non c’è niente di male, ballo, sopra un cubo

Titti: ma non me lo avevi mai detto? La cubista…ma ti dicono le porcate? Ti toccano?

Tati: bò, io non sento niente, con quel casino…aò, ma io lo faccio per guadagnarmi qualcosa di più, per essere indipendente…e poi mi sfogo, mi sento libera

Lucrezia: ma libera di che, se lavori dalla mattina alle nove alle tre di notte!

Mizzi: vabbè ma mica ci si affatica a vendere mutande e calze, e la sera si sfoga pure facendo due zompi…quando fai un lavoro di testa allora si che ti stanchi! pensa che io l’altra sera, per finire un progetto importante, mi sono trattenuto in ufficio fino alle nove! Ed ero cotto come una zampogna! Benni: (rientrando) come uno zampone…le zampogne mica si cuociono!

Ginevra: embè…io, io ho lavorato fino alle nove e mezzo! C’era stato un incidente…

Isa:       stiamo andando fuori tema…

Ninni: Un lavoro…due lavori…di braccia, di testa… il grado di soddisfazione misurato attraverso il lavoro! Quanto di più borghese ed allineato al sistema si possa pensare! Io i miei soldi me li sono sparati fino all’ultimo! Ci ho pagato la vita! Ma che ne sapete voi…che ne sapete che si prova in sella ad una Harley del ’69, a 200 all’ora, con una donna dietro che ti si stringe addosso?

Ginevra: lo so…(tutti la guardano) mio fratello, ci ha la vespa 50, che je fa centoventi! …davvero, la chiamano la Pampanini per quanto è truccata!

Titti: … e allora mio padre, ci ha ancora il centoventotto special del ’64, con due marmitte!

Benni: …e mio cugino, ci ha diciott’anni e a Maratea quest’estate è rimasto sott’acqua senza prendere fiato per due minuti!

Lucrezia: Ma che c’entra?

Benni: mbè, solo loro ci devono avere le cose fiche…

Isa: Buoni! Buoni, bambini! (bacchettate sul tavolo) E quindi tutti soddisfatti! Tutti contenti della propria esistenza. Vi invidio sapete? Davvero! A quanto pare solo io sono stata costretta ad inventarmi qualcosa nella mia vita, per trovare uno straccio di soddisfazione. Non capisco però allora il gioco di tirare fuori dal cassetto tutti i vostri ricordi, come se fossero l’unica cosa per cui vivere…Alan Sorrenti… il Subuteo… la colonia estiva…ora voglio giocare anch’io! Vediamo un po’… (tira fuori dal cassetto una maschera) Anni! Ma conservi proprio tutto! Guarda questa! La maschera di zorro!

Annibale:             Rimetti a posto!

Isa:       La pistola…

Annibale:             Ho detto rimetti a posto!

Isa:       (posa la pistola e tira fuori una foto) Una nostra foto da bambini… cos’era il ’76… ah, no il ’78, c’è

scritto dietro: carnevale 1978. Sempre preciso il nostro Anni…

Annibale: …bale!

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Isa: precisetti, eccolo qui, con i suoi scoglionanti baffetti da Zorro, come tutti i carnevale dal ’74 al ’80. Poi c’è

Ninni, vestito da indiano… Già controcorrente a otto anni, vero Ninni? Già dalla parte dei ribelli! Sempre alla

moda! Ninni coi capelli lunghi… Ninni coi camperos… chi te li comprava i Camperos, Ninni, eh? E la Harley da

200 all’ora? Chi te l’ha comprata?

Ninni: Ma che stai a di’?

Isa:       per fare gli alternativi bisogna sempre avere qualcuno alle spalle, se no fai lo sfigato, non l’alternativo…

Ninni: ma pensa per te…

Isa: …guarda qui! Ginevra… vestita da infermiera! ad otto anni già sapevi perfettamente quale sarebbe stata la tua vita da adulta? E guarda come ti spizzi Annibale, già ti piaceva… Come si fa a crescere con la speranza di passare il resto della tua vita dietro ad un uomo che non sarebbe mai cresciuto? Ginevra: ma che c’entra, io stavo…

Isa: e questo pazzo col costume da astronauta?

Lucrezia: Casabona…l’amico preferito da Annibale…

Isa: forse l'unico che oggi potrebbe dirsi contento di se stesso. Non certo tu Titti, ne tu Tati, vestite entrambe come Rossella O'hara

Tati:      A me piaceva Rossella…..

Titti:      A me faceva cagareeeee!!! (piange)

Ninni: va beh, adesso basta…

Isa:       …. e poi ci sono io. Isa. Anzi Isotta. Devota alla cioccolata ed alla maionese. Sono quella col costume da

cowboy. Quella con lo sguardo cattivo. Quella con la pistola…(prende la pistola dal cassetto, parte canzone, rumori, indossa il cappello)

Annibale:             ti ho detto posa quella pistola …

Isa: …che mira dritto a se, contro un nemico immaginario…

Mizzi: …ma che hai ancora la pistola da cow boy? Forte!

Annibale: no, non è quella da cow boy. E’ quella di papà, è vera. (a Isa) E in quanto vera, sarebbe opportuno Isa che tu la riponessi con l’adeguata cautela nel cassetto… Titti: E’ veraa! La pistola è veraa! E’ veraaa!!

Mamma: che succede, perchè urlate (vede Isa)…Isa che fai? È un pezzo del tuo nuovo spettacolo?

Isa: …che mira contro un nemico immaginario, perché quando a otto anni senti il disagio di ciò che ti circonda, l'unica cosa che puoi fare è crearti un nemico immaginario. Alle scuole medie, però, ti accorgi che questo nemico ti crea qualche problema con le amiche, così diverse da te, coi ragazzini…con gli altri… e allora ti allontani, sempre di più, fino a ritrovarti al liceo, che faresti di tutto per essere altrove…. (indossa la maschera

di zorro) la mendicante, la domatrice, l'attrice! Calarti ogni volta in un personaggio diverso, in qualcosa che non sei, qualcosa che non c'é. Isa la pazza, Isa il medico dei pazzi, Isa la terrorista, Isa con la pistola… che mira avanti a se…

(ogni volta vche qualcuno parla Isa gli punta la pistola addosso per azzittirlo)

Lucrezia: Isa mi sa che stai a esagerà!

Isa: …che mira quel nemico che avrei voluto uccidere, che non ho mai saputo riconoscere, ma solo immaginare.

Annibale: Isa me la dai quella maledetta pistola

Mamma: Isotta di zia, ma che stai a fare sul serio?

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(strumentale chitarra, guarda la foto)

Isa: siamo sicuri che l’infanzia sia quell’età spensierata di cui di cui abbiamo letto a scuola? Pascoli, Carducci… quant’è bella giovinezza…Ci hanno fregato. Ci avevano promesso anni di giochi, anni in cui non avremmo pensato ad altro che ai nostri giochi…

Benni: a chi lo dici, i giochi non sono più quelli di una volta…

Isa: …e poi invece si diventa adulti. Ci si diventa così, all’improvviso, proprio come questa frase, inaspettata… Lasciando sottintendere chissà quali altre e avvincenti frasi l’abbiano preceduta e ad essa legate da tali e tanti legami di consequenzialità da sembrare inevitabile, un bel giorno, diventare adulti… Ginevra: ma chi è che vuole diventare adulto…

Tati: io voglio restare bambina…

Isa: …invece si diventa adulti così, senza un motivo preciso. Senza precisamente accorgersi dell’incredibile accadimento. Solo che io non ce la faccio… io, non ce la faccio proprio più... (punta la pistola a se, Ninni le salta addosso urlando “Isa noooo”, si sente uno sparo, buio; luce strobo, come se fosse un sogno)

Mamma:

E mo’ basta! Basta! …A regazzì, mò ve lo buco ‘sto pallone! (pausa)

Mizzi: No, signo’, è un San Siro!

Ninni: Passa…. Passa! E passa ‘sta palla!

Mamma:

A chi vuoi più bene tu, a mamma o a papà?

Ginevra:

Ecco…io ti volevo dire…Cioè… tu… sempre che tu volessi… Sai, ti guardavo…

Tati:  Posso? Posso, posso? Posso davvero?!

Titti:  Gesù, Gesù bambino, ti prego, fammi imparare a nuotare!

Ginevra:

Insomma, ti vuoi mettere insieme a me?

Annibale:

ContiNegrisoloSantarini..CiccioCordovaAmarildo...RoccaPratiBattistoni...Vale-rio

Spado-o-

nii...campione dei campioni!...

Lucrezia:

… ma se io ti stacco una figurina dall’album che succede?

Benni: Maestraa! Lo vede lui? Mi ha detto stupido!

Mamma:

A chi vuoi più bene tu, a mamma o a papà?

Ninni: E tu a chi vuoi più bene, mamma, a me o ad Annibale?

Mamma:

Tesoro! Ogni scarrafone è bello a mamma sua!

Benni: I figli so’ piezz’e core!

Annibale:

Mamma, ho bua!

Ninni: Mamma, sto male…

Mamma:

Il nome di una cosa che fa bene con la A….

Lucrezia:

Aaaa… aaaaa

Tati:

Amore…

Titti:

Anima

Mizzi: Allontanarsi…

Ninni: Arrivederci…

Lucrezia: Aaaa… passo

Benni: ‘A vitamina

Ginevra:

Annibale…

Annibale:

Album dei calciatori

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Isa: Addio

(BUIO)

Annibale: (seduto alla scrivania, legge una lettera) … E poi si diventa adulti. Ci si diventa così, all’improvviso, proprio come la frase di apertura di questa lettera, Annibale. Lasciando sottintendere chissà quali altre e avvincenti frasi l’abbiano preceduta e ad esse legata da tali e tanti legami di consequenzialità da sembrare inevitabile, un bel giorno, diventare adulti.

E invece si diventa adulti così, senza un motivo preciso. Senza precisamente accorgersi dell’incredibile accadimento. Sarà per quel vizio, Anni, tu sai.

Mizzi: (continuando in prima persona le lettera) Il vizio del gioco. Non so quando l’ho preso, ma so quando l’ho perso. Fatto sta che non mi manca affatto, anzi. Certe cose mi sembrano anche più divertenti, più spensierate… forse è anche un po’ merito di Ginevra… a proposito! Sai che non è più partita per il Mozambico?

Ginevra: Ho capito che non era quello che volevo veramente. Scappare, intendo. Il mio Mozambico l'ho trovato qui. Io e Mizzi abbiamo aperto un centro di ascolto per ragazzi in difficoltà. Sai che Mizzi ci sa fare? Non

èquel cretino che dicevi sempre tu… E' un sacco di tempo che non ti fai vedere… come stai? Comunque… auguri.

Ninni: chissà cosa ha spinto Lucrezia ad organizzare la tua festa a sorpresa due anni fa…ho saputo che da allora non sono il solo ad essere sparito. Ora sto in Olanda…

In verità mi sarei pure rotto di girare… la barca l'ho venduta , la moto anche. mi sa che mi fermo. E vi vengo a trovare. Sai, ci ho pensato tanto: la filippica della povera Isa non era sbagliata, è facile fare l’alternativo con i soldi degli altri…, in fondo, per me viaggiare è stato un po’ fuggire …Adesso sto con una brasiliana Marcela. Non si fa altro che passare da un ristorante cinese ad uno coreano, dal boowling all' irish pub, che non me po’ fregà de' meno però lei dice che è trendy. Siamo pure stati ad un rave party, dove s'è impasticcata e pensava di essere la “Ronaldigna” Mi chiamava: “Rony!” e mi diceva “dai ti faccio pelato!”, ma tu mi vedi pelato?!?…me so’ rotto, Annì! Sai quanto stai meglio te in pantofole? Il riposo del vero guerriero del catasto! Ah…dimenticavo, buon compleanno! Quanti so'?

Lucrezia: Anni, t’abbiamo lasciato solo il giorno del tuo compleanno, che cattivoni, ma forse tu sarai contento, di startene tranquillo, pacioso, con la tua bella maglia di lana, e le pantofole ai piedi, che a Roma farà freddo, siamo a metà Maggio… qui alle Maldive, invece si sta una Pasqua, si mangia, si beve, ci si rilassa…pure troppo; io ho cercato di spiegarlo a Benni che durante il viaggio di nozze si dovrebbe…perché se prendiamo questo ritmo da appena sposati, tra un paio d’anni o io imparo a fare la maglia oppure…gli metto le corna!! Sei sobbalzato sulla sedia? Annì, con te non si può mai scherzare, anche se in effetti, st’imbecille di Benni non ci sta mai…che farà tutto il giorno?

Benni: ho portato il subuteo con me! Non puoi capire i maldiviani…stanno impazzendo! L’altro giorno uno mi ha detto “io gioco con quelli gialli” hai capito il furbo? Voleva il Brasile…a bello mettite in fila, al massimo ti posso dà la Salernitana! Quando torniamo, però, a te una partita col Brasile te la faccio fare, è il mio regalo di compleanno. Tanti auguri cognato!

PS Tua sorella è un po’ strana, vorrebbe starsene tutto il giorno in camera…a fare che?! Hai ragione tu: le donne sono proprio diverse da noi!

Tati: Annibale, tanti auguri, scusa ma vado di fretta che ci ho una persona che mi aspetta di sotto, è un ragazzo nuovo, l’ ho conosciuto l’altro giorno in discoteca, durante una pausa, carino, dolce, solare… mi si è avvicinato e mi ha detto: posso? Capito, mi ha detto posso! Speriamo che posso, posso, posso, che mi piace una cifra. Baciotti, tati

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Titti: Caro Annibale, è un bel po’ che non ci sentiamo, e ce ne avrei di cose da raccontarti…essere diventata moglie e madre in poco tempo mi ha sconvolto la vita, mi sento contenta ma al contempo agitata, apprensiva come non mai; ‘sti ragazzini toccano tutto quello che non devono toccare e se lo mettono in bocca, possono morire per intossicazione, soffocamento, per una malattia virale…insomma non so proprio come ce l’abbiamo fatta noi a sopravvivere a tutto ciò, però Chicca…ops Francesca è bellissima! mi piacerebbe fartela conoscere, ma sai venire a Roma da Fregene con lei diventa un impresa…perché non vieni a trovarci, il fine settimana è pieno di gente, c’è pure chi si fa già il bagno. Ti aspetto Titti

PS: l’altro Sabato c’è stato uno che è stato morso da una tracina…ma allora esistono!

Mamma: Annibale, tesoro, come stai? Tutto solo soletto nel giorno del tuo compleanno; che fai esci con qualche amico? Oppure con una ragazza che ti sta un po’ più simpatica… che forse…qua a Parigi si sta una favola, si respira un’aria particolare, sembrano tutti artisti; i miei quadri vanno a ruba, e come diceva qualcuno: nemo profeta in patria, cioè: a casa tua nessuno capisce chi sei veramente; mi hanno detto che vuol dire questo…cioè, nella sua patria tutti pensano che Nemo faccia il profeta, mentre si sa che è Capitano...il capitano Nemo no?!

Quel signore di cui ti ho parlato, Gerard, mi ha chiesto di fermarmi un altro mese, che ci sarebbe la possibilità di fare una mostra a Marsiglia ed un’altra a Lione, e se a te non dispiace stare da solo, io resterei, anche perché mi trovo particolarmente bene, in pace con me stessa e lui…Gerard, è veramente simpatico, cioè mi sta più simpatico di altri, insomma, non è nulla di serio, però sto bene con lui… Anni, buon compleanno, un grosso bacio dalla tua mamma che ti pensa sempre e ti sta vicino col cuore.

Isa: Caro Annibale, oh, mi sa che è la prima volta che ti chiamo col nome completo! Comunque…come va? Io bene. Veramente. Io bene. E forse è la prima volta in tanti anni. Pure se il tuo compleanno di due anni fa era già di per se una vera chiavica, mi sarebbe ugualmente dispiaciuto trasformarlo in un ecatombe. Non te l’ho mai detto, ma ti volevo chiedere scusa, mi era preso l’attimo del “protagonista”, quello che alla fine della puntata deve trarre la morale della storia, ma la situazione mi è sfuggita di mano, insieme al colpo…forse se Ninni si faceva gli affari suoi non sarebbe mai partito…ma la colpa è mia, ed ho imparato la lezione, ho smesso di recitare. Intendo dire nella vita…. Nel lavoro no, recito eccome! Ho una piccola parte nella nuova fiction di rai

due: “idraulici” …la prossima la faranno sugli spazzini. (piano piano scende la luce su lei che parla) Poi sto finendo di scrivere uno spettacolo teatrale, parla di trentenni che non hanno volgia di crescere…nella prima scena si vede un soggettone di trent’anni che gioca ancora con le figurine Panini, i soldatini, Zorro… e conosce a memoria tutte le formazioni della Roma …che ti devo pagare i diritti d’autore? (luce su Annibale che accende la tv, rivede una partita di tanti anni prima e nenia)

Annibale: Conti-negrisolo-santarini-cicciocordova-morini-rocca-prati–battistoni-valerio spadoni, campione  dei

campioni…

(BUIO- Musica- Figli delle stelle)

FINE

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