Banda disarmata

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BANDA (DIS)ARMATA

di Adriano Bennicelli

via G. B. Morgagni 50, Roma

06.4403929 – 338.6543031

adriano@opusincertum.it

www.adrianobennicelli.it

Giocatori: 3


Giocatori e ruoli

Tito: uno che non vede

Iaio: uno che non cammina

Dami: uno che non ragiona

COLLOQUIO DI LAVORO

MUSICA 1

Dami è solo a centropalco. Parla rivolto al pubblico come parlasse ad un ipotetico datore di

lavoro.

DAMI: Lenzi. Lenzi Damiano. LNZDMN65D05H501N (come seguendo il discorso dell’esaminatore) … Mi siedo? Mi siedo... Esperienza specifica nel settore? Guardi, come può facilmente evincere dal curriculum, poca…l’esperienza specifica nel settore non è il punto di forza del mio curriculum…manco quella generica. In che senso? Nel senso …di lavoro. Però con i corsi …. Beh lì sento di aver raggiunto un buon livello. Allora ….2005, corso regionale per

operatore professionale in estenction….. allungamento dei capelli, 2006… c’è scritto sotto,

invece ho fatto un corso per assaggiatore di funghi velenosi…poi ho smesso che mi dava un po’ fastidio… nel 2007 ho fatto un master…. si, …. (soddisfatto) sono anche masterizzato. Le lingue?

Italiano scritto e parlato. Madre lingua, proprio. Anche padre lingua, si perché sia mio padre sia mia madre sono nati in Italia, quindi… Altre lingue? (scuote rammaricato la testa) … Mmmm… Però so leggere in Braille…lo so, non lo usano più neanche i ciechi… il linguaggio dei sordomuti? Me lo passa come lingua straniera? …Come l’ho imparato? Ho fatto un corso nel 2004: buongiorno, buonasera, guarda la lumachina?…vabbè…a mio figlio gli piace…ah, lei lo sa come si conquistano i bambini? Si lanciano in aria! in qualsiasi momento, con qualsiasi pretesto. “ciao papà”: io prendo e lancio! I bambini hanno bisogno di aria. Le dispiace? E perché, tutti abbiamo bisogno di aria…ah in quel senso? No, aspetti… almeno mi faccia dire la cosa più importante: sono campione italiano di air guitar! (pausa) Lo sapevo che questo l’avrebbe colpita. E’ la disciplina del domani, si ricordi questo nome: air guitar, letteralmente chitarra d’aria. Che è? Eeeee… niente… ci si raduna in un posto e ognuno si esibisce in un assolo alla chitarra, quello che ritiene il suo cavallo di battaglia ... solo che la chitarra… non c’è. E’ fatta d’aria… è

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immaginaria! (si alza) Posso farle sentire?

QUIRINALE

(Parte un assolo rock ad aria. Dami si contorce, fa smorfie come un vero chitarrista. In fondo al palco viene illuminato Iaio, seduto su di una sedia, lucida un violino) DAMI: (Si blocca soddisfatto, verso Iaio) Eh?

IAIO: Adesso tu mi spieghi con un assolo del genere come hai fatto a vincere.

DAMI: Non ti piace?

IAIO: E’ ridicolo. Sei ridicolo. Tu hai mai visto un chitarrista rock che strizza la bocca come se

da dietro il batterista lo tenesse per le palle?

DAMI: Carlos Santana lo fa.

IAIO: No!? E’ orribile! Ha il batterista che lo tiene per le palle?

DAMI: Ma no! Strizza la bocca. Si concentra sullo strumento. Sente l’assolo.

IAIO: Boh! Insomma, hai sbaragliato la concorrenza di centinaia di altri chitarristi con l’imitazione di Santana che si contorce…

DAMI: Vabbè, mo’… centinaia…. Alla finale italiana di air guitar eravamo in dieci.

IAIO: Dieci?

DAMI: A Iaio, ma secondo te, a Caramanico Terme, il 25 dicembre… c’erano più di 10 concorrenti?

IAIO: Magari gli altri novanta s’erano persi per strada… ma n’do sta Caramanico Terme? DAMI: In Abruzzo. Credo. Tra l’Abruzzo e la Liguria… sta al confine, insomma. Il tosto è venuto in finalissima. Quell’altro ha rifatto un assolo del chitarrista dei Kiss uguale uguale. Tirava fuori una lingua che pareva quella di un bue sul banco del macellaio… IAIO: Ammazza! Un professionista!

DAMI: Credimi, mi sono visto perso. Poi…

IAIO: Poi?

DAMI: E niente… quello alla fine dell’assolo… ormai stava nella parte… piglia e fa per lanciarsi sul pubblico, come le rockstar…

IAIO: Embé?

DAMI: Embé… se i concorrenti erano dieci, non è che il pubblico fosse di più... Ha puntato uno. Però il pubblico non è più quello degli anni ’70… Non c’è quel fermento…. Quel… IAIO: S’è scansato? (Damiano annuisce) E quello?

DAMI: Sempre con la lingua di fuori! Professionista.

IAIO: E tu hai vinto per abbandono.


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DAMI: Aoh…the show must go on. Però me la sono vista brutta…

IAIO: Scusa ma Yelena, che tu sei andato a Caramanico Terme il giorno di Natale, non ha detto niente?

DAMI: Ma sai, lei è rumena, è un altra cultura, è gente pratica… ‘sto fatto della musica, dell’arte…. Non è che la capisca bene. Mi ha detto che ero un deficente. Anzi defisiente… oh, ci credi che ancora non s’è imparata a dire la “c”?

IAIO: Vabbè, ma pure te… il giorno di Natale… con una moglie e un figlio…

DAMI: Noo.. Matteo appena ha aperto la porta e ha visto il premio ha fatto un sorrisone e io l’ho preso e l’ho fatto volare in aria…. Che hai in mano? E’ uno nuovo? IAIO: Si. E’ uno Stradivari. Viene dalla collezione dei reali di Spagna.

DAMI: L’avevo capito che era pregiato. Da come lo tenevi in mano.

IAIO: E’ appartenuto a Isabella II. La caratteristica principale dei violini Stradivari è…la potenza e la corposità del suono soprattutto nell'eseguire i pianissimo. Si dice che usasse una formula segreta per impregnare il legno…

DAMI: Si, lo so Iaio. Me lo hai raccontato un sacco di volte. MUSICA2 CASA DI TITO

TITO: Mammaaa! Ma perché? Per quale motivo? Io capisco l’esigenza di allontanare le tarme dai miei maglioni… ma quella di allontanare gli esseri umani da me non la capisco! Il maglione puzza di naftalina! I pantaloni puzzano di naftalina! La casa puzza di naftalina! Le case italiane non hanno più questo odore dai tempi di Lascia o raddoppia! Cosa “è per proteggermi dalle tarme?!” Mi tratti come un ragazzino di otto anni! Solo che sò l’unico ragazzino di otto anni che puzza come un vecchio di novantotto! Sono un ossimoro, un controsenso vivente! Anzi, morente. Anzi morto. Morto e imbalsamato. Nella naftalina! Apri la finestra per favore. Arieggiamo. Lo sai che mi piace sentire il sole dentro la stanza. Già viviamo nel seminterrato! Mandiamo via sta puzza, che aspetto gente. Gente… uno. Aspetto uno. Un amico? Ma quale amico? Chi mi si avvicina con questa puzza di naftalina…. Eta Beta!? MUSICA 3

QUIRINALE

(Dall’altra parte del palco viene illuminato Iaio, seduto, pulisce un clarinetto)

IAIO: Come è andata?

DAMI: Bene. Mi hanno lasciato delle buone speranze. (contento) Mi hanno detto: “le faremo sapere”! E’ buono no? Cioè, non mi hanno detto “guardi, non la prendiamo, manco se s’ammazza”, hanno detto…


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IAIO: (pausa. Lo guarda) Dami, ti devo parlare a quattro occhi.

DAMI: Allora mi siedo?

IAIO: Non lo so… se pensi che mi alzo io c’è da aspettare un po’ ….

DAMI: E questa è bella… mi siedo.

IAIO: Tu hai un parente in qualche posto chiave della società… non so, portiere di condominio benestante…

DAMI: no…

IAIO: … autista di politico..

DAMI: …no

IAIO: portiere di politico…

DAMI: ..no

IAIO: portiere di autista di politico…

DAMI: …no

IAIO: ma forse lo conosce tua madre…. tua sorella …tuo cugino ….

DAMI: no…. (ci pensa) no (ci pensa) …. no.

IAIO: allora mi sa che non ti chiamano

DAMI – Non mi chiamano?

IAIO: no! perché il tuo posto, l’esaminatore, lo ha già dato a quel cazzone del figlio della portiera…

DAMI: perché ha fatto il colloquio pure lui? (occhiataccia di Iaio) Iaio ma come fai a sapere tutte queste cose?…tu stai… (mima) e sai! Però, dico, ‘sto figlio della portiera…no, dico, magari…

IAIO: …non fa niente!

DAMI – …no, perché? Parliamone invece…

IAIO – Il figlio della portiera non fa niente! non sa fare niente!… ha solo la madre che chiede le

raccomandazioni sul portone…

DAMI: ahhh, ma lo conosci?

Iaio: son tutti uguali!

Dami: magari è uno in gamba…non dico come te…ammazza, te la nascondi la sedia a rotelle…

anche se ogni tanto t’arrabbi un po’ troppo…

IAIO: E lo sai perché?

DAMI: Perché? Eeee….. perché….

IAIO: Perché questo è un paese di merda!


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DAMI: Vabbé… lo so che tu parli per metafore… io ce l’ho ben chiaro che tu sei …

IAIO:…Immobile… Un paese immobile…

DAMI: Non dico proprio patriota, però….

IAIO: Fermo al suo medioevo!

DAMI: …vabbé, ma alla fine…solo per capire…te dici che me lo daranno quel lavoro? IAIO – No.

DAMI – infatti…l’avevo letto tra le righe...

IAIO: Dov’è l’accordatore?… Portami l’accordatore!

Dami: (raggiunge Iaio con l’accordatore in mano) eccolo

Iaio: Perché perfino in America, che è un paese di diseguali, chi sta in basso può salire e chi sta

in alto può regredire. Questo è un paese diseguale ma immobile, ognuno resta dove si trova! E

lo sai di chi è la colpa?

DAMI: Del governo.

IAIO: No.

DAMI: Della recessione.

IAIO: No.

DAMI: Della globalizzazione.

IAIO: No.

DAMI: Un aiutino?

IAIO: Del figlio della portiera.

DAMI: Ma davvero?

IAIO: Dami, tu un lavoro, o lo meriti o non lo meriti. E se lo meriti vai dal datore di lavoro a reclamarlo, ci vai digrignando i denti, ci vai con la bava alla bocca, con il sangue agli occhi… e lo sai perché te lo da?

DAMI: Perché se mette paura.

IAIO: Perché lo stato quel lavoro te lo deve! Te lo deve lo stato, non la mamma portiera! Però qui lo stato è latitante … e allora ci pensa l’amico, la famiglia, la famiglia allargata… Lo sai Banfield come lo chiama questo fenomeno? Familismo amorale. A noi ci frega la mancanza di ethos comunitario…

DAMI: a me pure la mancanza dello stipendio! Iaio, io ti ammiro proprio, ma come fai? Stai come stai… e da come parli sembra che non ci stai! Sei proprio un grande! Tu c’hai proprio le palle quadrate!

IAIO: Ce l’ho si, sto tutto il giorno seduto! quanti colloqui hai oggi?


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DAMI: Uno. Un posto di assistente… attendente. … vabbé, in ente.

IAIO: In ente? (ironico) Bene, gli enti danno sempre buone garanzie…(serio) Dami… stavolta è un lavoro valido? O meglio, è un lavoro che ti pagano? Chi è il datore di lavoro? DAMI: Tranquillo, è una cosa sicura… questo è uno che… ci vede chiaro.

CASA DI TITO

TITO: (campanello) Madree! (Dall’altra parte della scena, Tito compare coperto di panni) Chi mette lo stendino dei panni in corridoio?! Io mi faccio male! Io c’ho dimestichezza con l’ambito domestico, ma solo se esso rimane immutato nel tempo… qualora esso non lo rimane perché tu

visemini ostacoli non segnalati …io m’ammazzo! non sono l’incredibile Devil! Non ho il senso radar! Se tu frapponi tra me e la porta un corpo contundente… io mi contundo! Io vado per successione di riferimenti: ci-tofono… attacca-panni … por-ta! (davanti a lui compare Damiano) sal-ve!

DAMI: Salve, Damiano Lenzi, ci siamo sentiti al telefono per quel lavoro… (tende la mano,

senza riscontro) vabbé.

TITO: Come no, accomodati…

DAMI: Permesso? Hai un calzino sulla spalla.

TITO: Si, è un’usanza della casa. Ma perché… tu non hai portato delle mutande da mettere in testa?

DAMI: Oddio… no. Mi dispiace, non sapevo… se solo me lo avessi detto…

TITO: Stavo a scherza’… ammazza, cominciamo bene!

DAMI: (imbarazzato) Lo avevo capito… ti pare che uno per entrare in casa si infila le mutande… buio qui, eh?

TITO: Si, è mia madre … occhio allo stendino… (Dami inciampa) appunto. Scusa, sai, ma qui è come giochi senza frontiere…Io però, appena si distrae, spalanco! Aria, luce… DAMI: Ma… forse ho capito male… io pensavo che tu…

TITO: Sì, io sono cieco… Io. Ma tu ci vedi, no?

DAMI: Ah, già. Senti…

Tito: Tito

Dami: …Tito, scusa se te lo dico… ma questo odore… persistente?

TITO: La puzza?

DAMI: Eh.

TITO: Di naftalina?

DAMI: Eh.


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TITO: … imbalsamiamo tarme.

DAMI: Battuta. Questa è molto carina.

TITO: (si fa malinconico) No, che battuta… imbalsamiamo tarme. E’ mi’ madre che …

DAMI: (comprensivo) Ah, ci ha quest’hobby?

TITO: (rassegnato) vabbè… vado a fare un caffè per levare l’odore?

QUIRINALE

IAIO: (dall’altra parte della scena, come se continuasse a parlare con Damiano) Damiano!... Dov’è l’accordatore?... ti rendi conto che hai buttato i migliori anni della tua vita a fare corsi di aggiornamento… hai fatto quello di motivazione per pizzaioli?!…perché non bastava saper fare le pizze? No! Bisogna dare al gesto una profonda motivazione!?! Ma qui ci sono gli estremi per una seminfermità mentale. Ti rendi conto che sei una delle poche persone al mondo che sa parlare il linguaggio dei sordomuti, leggere in braille, scrivere in esperanto e prestare il primo soccorso a una persona morsa da una vipera. Non s’è mai visto un tale concentrato di cose che non servono a un cazzo?!! E vogliamo parlare del lavoro?

CASA DI TITO

TITO: (dall’altra parte della scena, a Damiano) Che lavoro?

DAMI: Quello dell’annuncio.

TITO: Ah, l’annuncio! No, il lavoro è semplice. Io sono professore alle scuole medie. Ho bisogno di aggiornarmi, solo che i testi in braille non usano più e io ho bisogno di qualcuno che legga i libri per me ad alta voce. tu sai leggere, no?

DAMI: Caspita! Ho pure fatto un seminario di lettura veloce….

TITO: Ecco! … e a che serve?

DAMI: Beh… per esempio nella pubblicità alla radio. Sai, lì hai un minuto a spot, quando hai detto le cose inutili ma interessanti in 55 secondi, poi te ne restano cinque per dire quelle necessarie ma meno interessanti, tipo…(velocissimo) autorizzazioneministerialerichiesta! Oppure… èunmedicinaleleggereattentamenteleistruzionicontenutenelfoglioillustrativo! TITO: Accidenti, hai lavorato in radio!

DAMI: N-n-nooo…. Ho fatto un colloquio. Solo che pensavo che tutto il colloquio andasse

sostenuto parlando a quella velocità.… mi hanno scartato perché dicevano che non si capiva

quello che dicevo (vede in un angolo una tromba) Nooo… Bellissimo. Lo sai suonare? TITO: Ah, lui? Si. Sono diplomato al conservatorio.

DAMI: Fantastico! Anche io! Cioè, non al conservatorio, io ho seguito un simposio di chitarra…air... (mima l’air guitar) vabbé, è uno strumento particolare. Adoro la musica.


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TITO: Lo vedi quante cose abbiamo in comune? Ah, la musica! A differenza delle altre discipline

fondate sul parlare… la musica è fondata sull’ascoltare, ti insegna ad ascoltare… Ma la gente è

più interessata a parlare. Come me adesso. Scusa, ma sono quarant’anni che ascolto e basta, mi

fa piacere avere qualcuno con cui parlare…

DAMI: deve essere bello insegnare musica?

TITO: deve essere bello… io insegno inglese!

DAMI: Inglese? E che c’entra col conservatorio?

TITO: Non c’entra. Solo che il concorso a scuola era per insegnare inglese…

DAMI: do you speak english…

TITO: Manco una parola.

DAMI: E allora che gli insegni?

TITO: Mi devo arrangiare, ho delle dispense in braille. Frasi elementari: (indicando) … Te boc is on te table. tis is e cair, tis is e vindov, tis is e rom!

DAMI: Rom? Sembra Rumeno, mia moglie parla così. Ma la pronuncia?

TITO: Eeee… in braille non c’é la pronuncia.

DAMI: E lo so bene, lo conosco il braille! Vabbé, ma al concorso non ti hanno chiesto…

TITO: Mi hanno chiesto il primo articolo della costituzione.

DAMI: ammapelo, ti sei studiato tutta la costituzione inglese?

TITO: Inglese? Italiana. Mi hanno chiesto quella italiana.

DAMI: Manco quella inglese? Boh! Beh, almeno la sapevi, no?

TITO: Si….  Insomma.  L’esaminatore  mi  ci  ha  portato  col  ragionamento…  il  lavoro,  la

repubblica… ‘ste cose…

DAMI: Ma scusa, mi dici come hai fatto a passare il concorso?

TITO: Eeee… vabbé, calcola che come categoria protetta noi non vedenti partiamo con un certo punteggio…

DAMI: Mi sembra giusto. E poi?

TITO: E poi… mia madre conosce l’autista di un tale….

DAMI: Che tale? (ingenuo) Uno che ti ha dato ripetizioni di inglese?

TITO: (sconcertato) Scusa Damiano… ma tu chi sei Winnie the Pooh? La scuola dove lavoro è

popolata di prof di matematica laureati in biologia, prof di inglese diplomati in conservatorio…

DAMI: Ma non è etico!

TITO: E’ l’Italia…

QUIRINALE


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IAIO: (dall’altra parte della scena, come se continuasse a parlare con Damiano) Se è vero che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, come fai a sentirti ancora italiano al settantesimo tentativo di trovare un lavoro? E l’assurdo è che qui, per sostenere un concorso pubblico per infermiere non si deve necessariamente saper curare i malati… basta sapere le risposte a quesiti di cultura generale! Incredibile… magari ti chiedono il primo articolo della costituzione…oppure come si dice carta in inglese?!!!

CASA TITO

(Dami apre un libro sul tavolo, evidentemente di inglese e come fosse una domanda a tradimento)

TITO: (letterale) Paper!

DAMI: E papera?

TITO: Duc!

DAMI: E duca?

TITO: Duche!

DAMI: Come il plurale di papera? E no. E’ tutto sbagliato. Qui c’è scritta la parola, accanto la traduzione e accanto il suono della pronuncia… non fanno scopa.

TITO: E non fanno scopa no! Ma secondo te se solo fossi stato in grado di leggere, avrei cercato tramite annuncio un assistente? Tu devi leggere per me i libri di inglese, devi venire con me al cinema a vedere i film in lingua originale sottotitolati… io la voglio imparare ‘sta pronuncia… io voglio essere un bravo professore… e tu devi aiutarmi! Questo è il tuo lavoro. DAMI: Eh… you kill!

TITO: Cioè?

DAMI: Ammazza! Io l’inglese non lo so… è una lingua moderna…

TITO: Che sai? Quelle antiche… greco e latino…

DAMI: No… quelle inutili! Il linguaggio dei sordomuti: (mima) buon-giorno …buon-pomeriggio

… guar-da la luma-china…

Tito: magari…

Dami: So’ il braille… infatti poteva pure tornarci utile, ma… è andata come è andata. Però so l’esperanto, che ha qualche parola simile all’inglese… chissà.

Tito: Lo vedi? Dai, insieme possiamo riuscire! Certo… non posso passarti uno stipendio a tempo pieno, ma…

DAMI: Per carità… mi offendi! (ci pensa) Va bene. Se è una sfida …l’accetto. Da domani lavoriamo sulla pronuncia. (prende il libro sul tavolo e lo sfoglia) Però tu mi prometti che ti


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impegnerai per meritarti il posto.

TITO: Va bene.

DAMI: No. Devi giurare.

TITO: (alza la mano destra) Me possino cecamme!

ASCENSORE

(Musica - Dami e Tito sono in un ascensore)

DAMI: quarto piano

TITO: Fort flor

DAMI: (col libro in mano) Si, fort apache! Fourf, fourf, la lingua tra i denti … fourf floooor la “o” è strascicata… è strascinata.. come la cicoria… (ride ma vede Tito impassibile) .. no, vabbè, questa era difficile. Quarto piano! Eccoci arrivati. (escono dall’ascensore e si portano dall’altro lato del palco, Dami avanti e Tito che gli tiene la mano sulla spalla) Aspetta un po’…. (porta le mani a forma di rettangolo, come ad inquadrare Tito) Clic!

TITO: Che fai?

DAMI: Ti scatto una foto

TITO: Che c’hai una macchinetta?

DAMI: Una macchinetta ad aria. I momenti più belli vanno sempre catturati… e questo è un bel momento. Vedrai, Iaio ti piacerà, è una persona incredibile, con un forza di volontà…. Pensa che

ha costretto il presidente in persona a costruirgli un ascensore, per portarlo al suo laboratorio qui, dentro il Quirinale… MUSICA 5 stiamo proprio sui tetti di Roma…bellissimo, si vede tutto…(imbarazzo) vabbé… se uno… ci vede… se no… glielo raccontano… poi Roma non è manco più quella di una volta…

TITO: Ammazza! Più che la forza di volontà c’ha il culo di piombo! Non poteva prendere le scale come tutti gli altri?

DAMI: E no, il punto è proprio questo. Il punto è che lui è… MUSICA 6 (entra Iaio con una radio in grembo)

DAMI : (mima il gesto dello spingere la carrozzella proprio mentre compare Iaio) lui è…. Lui è

Iaio…. Tito. (Tito allunga la mano per stringerla a Iaio, ma gli tocca la testa)

Tito: ma che è nano?

IAIO: no, sono paralitico. Come si diceva una volta. Che fai, il politicamente corretto con me? Tra l’altro pure il nostro amico è di una categoria svantaggiata, no? (gli stringe la mano all’americana, dal basso) Bella, Devil!


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DAMI: possiamo spegnere questa radio! Ci sono ospiti…( Prende la radio e la poggia sul tavolo)

TITO: Qui c’è aria… è bello.

DAMI: Siamo al quarto piano del Quirinale, te l’ho detto. Che poi corrisponde più o meno al settimo del palazzo mio.

TITO: Eh, si sente. A casa mia no. A casa mia non c’è luce e non c’è aria. Mo’ passi per la luce, che per me sarebbe un lusso, ma l’aria è fondamentale. Solo che mia madre non lo capisce… Già viviamo in seminterrato

DAMI: Da stamattina lui è il mio primo datore di lavoro Lo devo accompagnare a scuola, aiutarlo nella pronuncia inglese…

IAIO: Sei insegnante, bravo! Sarà stato difficile, da non vedente, vincere il concorso…

TITO: Mah, sai come vanno queste cose… un po’ di punteggio ce l’abbiamo per la disabilità, poi mia madre conosceva “uno”….

IAIO: “Uno”? Scusa se sono poco discreto ma… vivi al seminterrato… stai a scuola grazie a “uno”…. che lavoro fa tua mamma?

TITO: Mamma? Fa la portiera nel nostro condominio…perché?

IAIO: (porge la mano) …vabbé! M’ha fatto piacere. Oh, ma riuniamoci qualche volta, eh?

DAMI: Iaio!

IAIO: Hai portato in casa mia un raccomandato! Uno sporco raccomandato, un privilegiato nepotista usurpatore di cattedre!

DAMI: Ma non esagerare! (a Tito) Esagera…

TITO: A tutto scemo! Ma senti chi parla! C’ha l’attichetto al Quirinale, passa la giornata a spolvera’ tromboni… e parla!

DAMI: Dai ragazzi… vi conoscete da trenta secondi…

IAIO: E parlo si! Io per spolverare i tromboni del Quirinale ho dovuto studiare tutta la storia

d’Italia da Romolo a Togliatti!

TITO: capirai!

IAIO: …Conosco per nome tutti i direttori della banda dei carabinieri dal 1870 ad oggi…permetti che mi rode il culo!?

DAMI: Adesso basta! Mi sto dispiacendo! Vai a prendere tre birre, va…

IAIO: Ci vado, ci vado… (accompagna la frase con mimica che ricorrerà ogni volta che la pronuncia) siamo tutti bravi …a fare i normodotati con l’aiuto di mamma! Tito: ancora…

Iaio: Proviamoci con le nostre forze, una volta tanto! Là fuori è un ambiente insano, popolato di


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gente mefitica…. Ma voi lo sapete che esistono persone così cattive da rinchiudere dei miti

gattini dentro dei barattoli trasparenti e poi farli crescere sotto vetro da usare come soprammobili

DAMI: Ma davvero? (a Tito) Iaio sa un sacco di cose… è disabile, ma… te la nasconde la carrozzella!

IAIO: … e poi li potano anche!

TITO: I gatti bonsai?

IAIO: I gatti bonsai.

TITO: E’ una bufala uscita su internet. Una legenda metropolitana

DAMI: una leggenda?

Tito: lo sanno tutti.

IAIO: Ah, lo sanno tutti? Eeee… vabbé, qui stiamo al Quirinale…. Gli aggiornamenti arrivano

lenti… Venite a prendervi queste birre, si o no? (ESCE)

TITO: (rimasto da solo con Damiano) Lui è quello che nasconde la carrozzella? Ma poi la ritrova da solo o gliela portano i corazzieri?

MUSICA 7 (escono Luce sulla radio)

RADIO: “Giornale radio. Roma. Il Giudice per le indagini preliminari ha richiesto il rinvio a giudizio per i tre uomini del commando armato che ha compiuto lo spettacolare blitz contro il palazzo del Quirinale. Per tutti e tre le accuse contestate son quelle di adunata sediziosa, detenzione di armi improprie e resistenza a pubblico ufficiale, mentre è stata archiviata quella di detenzione di sostanze stupefacenti, in quanto gli esami tossicologici sulla polvere bianca trovata in possesso di uno di loro hanno confermato trattarsi di naftalina…

QUIRINALE

Entrano Tito e Dami che suonano il loro tema, si aggiunge Iaio e cominciano le prove.

TITO: (si blocca) A rega’, io co’ sta puzza non riesco a suonare!

DAMI: Tu? Pensa noi! Tu alla naftalina dovresti essere assuefatto!

TITO: Che naftalina? Il dopobarba di Iaio… l’Acqua velva… è terrificante!

IAIO: Che ne sai che è Acqua velva?

TITO: Eeee… c’ho l’olfatto sviluppato, no? Acqua velva i blu williams…

DAMI: me la ricordo…Ma si trova ancora?

IAIO: No. Ho fatto scorta negli anni ottanta. Alle mie amiche piace.

TITO: (eccitato) Amiche? Che amiche? Hai delle amiche donne! E presenta, no? Si presentano


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le amiche agli amici…Se no che amicizia è?

DAMI: Tito… scusa la mia curiosità… ma tu con le donne…. hai mai fatto…?

TITO: Io? …. No.

IAIO: Ah. E come fai…?

TITO: E come faccio… so’ cieco… mica monco.

IAIO: (imbarazzato) No, vabbé… che c’entra… era così… per uno scambio…

TITO: Si, culturale. Ma perché tu come fai?

DAMI: Lui? Scherzi? Questo è pieno di amichette…

TITO: Ma vero? Ma le paghi o …

IAIO: No, che pago… so’ paraplegico… mica miliardario.

DAMI: Iaio è un playboy. Non chiedermi come fa, ma ci riesce con tutte…sarà il profumo! è troppo forte, te l’ho detto, la nasconde, la carrozzella!

IAIO: Comunque se non riusciamo a suonare bene oggi è perché non riusciamo a trovare l’assieme. Quindi cominciamo dall’inizio. La migliore banda in assoluto della storia dello stato italiano suonò all’inizio del secolo scorso agli ordini del comandante Egidio Mozziconi, MUSICA 8 …un pezzo d’uomo, del quale conserviamo la gloriosa uniforme da cerimonia,nell’altra stanza. Era la magnifica banda della regina Margherita! quando sfilava, tutti gli altri si mettevano sugli attenti (in posa plastica) e gridavano “viva la banda della regina Margherita!”, “viva il comandante Mozziconi!”

DAMI: aspetta…(estasiato, mette le mani a rettangolo, lo inquadra) clic! MUSICA 9

IAIO: la loro forza derivava dal fatto che quando suonavano erano un tutt’uno, un insieme…ed

anche fuori, nella vita, nelle difficoltà, loro restavano uniti…la banda della Regina Margherita…

come gli Zeloti di Masada!

TITO: E mò chi sono gli zeloti?

IAIO: Chi erano. Erano degli uomini con la schiena dritta. Di duemila anni fa.

DAMI: Io già l’ho sentita la storia, eh… però come la racconta lui….

IAIO: Masada. In antico ebraico “roccaforte”, un altopiano dalle pareti a picco che incombe sul

mar morto. Un manipolo di ebrei palestinesi…

TITO: Ebrei o palestinesi?

IAIO: Vabbé, ebrei di palestina, no? Precisamente 960, ribellatisi ai romani, si rifugiano sulla fortezza, con acqua e viveri, decisi a vivere da uomini liberi anziché sotto il giogo degli invasori. TITO: Sembra forte …


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DAMI: E non hai sentito ancora i soldati romani…

IAIO: Voi dovete immaginare i soldati romani…

DAMI: eccoli

Iaio: …schierati in ottomila, che rosicavano lì sotto perché nemmeno le catapulte riuscivano a raggiungere un bersaglio così alto e così protetto… DAMI: Ora dice della rampa…

IAIO: Fin quando non decidono di costruire una rampa. Impiegarono un anno, ma alla fine…

DAMI: L’irruzione…

IAIO: Irrompono nella fortezza.

DAMI: Te l’ho detto…

TITO: (perde la pazienza) Eccheccazzo! se il film l’hai già visto, cambiamo canale…

DAMI: Scusa…

IAIO: Quando si videro perduti, tutti i 960 zeloti…. pur di non sottostare allo strapotere

dell’invasore… vedendosi persi…. sapete che fecero? si diedero la morte. Ad uno ad uno.

DAMI: (che aveva ripetuto rapito e sottovoce l’ultima frase a memoria) La tattica degli Zeloti!

TITO: Ammazza che tattica! Zemaniana, direi!

IAIO: Ancora oggi, gli agenti del Mossad giurano al grido di “Mai più masada cadrà!”

DAMI: Mai più masada cadrà.

TITO: Ma che vuol dire?

IAIO: Vuol dire che la gente normale ci vuole omologati in una visione di comodo. Finchè noi avremo carrozzelle ben in vista e occhiali neri, non abili, loro si sentiranno abilitati alla vita. Ma la mia carrozzella non la vedranno mai, dovranno venirsela a prendere per vederla. E a quel punto non mi avranno vivo. A quel punto io sferrerò il mio attacco al cielo! TITO: (a Damiano) Ma sta dicendo sul serio?

IAIO: Ci  vogliono  vittime  come  loro  del  pensiero  unico.  Il  pensiero  unico!  Ci  stanno

omologando, un‘unica testa! (esce)

DAMI: E’ il pensiero unico…! (esce)

TITO: (inseguendoli, come se gli urlasse dietro) Il mio pensiero unico, invece, prima di morire asfissiato dalla naftalina…sarebbe quello di fare sesso con un altro essere umano! Ragazzi, non pongo restrizioni …se non che questo essere abbia un odore suo, distinguibile da quello di una tarma stecchita! (uscendo) ragazzi, avete capito? Io devo scopaaa’!! ma dove siete? Aò non mi

lasciate solo…(ESCE) MUSICA 10


15


CINEMA

(Entrano Dami e Iaio)

IAIO: Come è andata?

DAMI: Mi sa bene. Ho avuto delle buone sensazioni, delle buone vibrazioni…

IAIO: a volte l’espressione dell’esaminatore è più chiara di qualsiasi parola…

DAMI: e questo aveva un sorriso stampato in viso… se non era una paresi una cosa positiva… (mima un ghigno sadico) e poi alla fine ha riconosciuto apertamente le mie competenze… IAIO: davvero?

DAMI: si! mi ha stretto la mano dicendo (mima il ghigno, con tono positivo) “al momento l’azienda non intende avvalersi delle sue competenze” IAIO: A Dami! T’ha detto che non ti prendono!

DAMI: (esterrefatto) Ma dici?

(Entra Tito. Sono in un cinema. Parlano a bassa voce) MUSICA 11

TITO: shhhh! E’ iniziato il film…che succede?

IAIO: l’idraulico entra in cucina. La signora si inchina per mostrare il guasto sotto il lavandino.

(girandosi) Ssssh… che sssh? Il signore è non vedente, devo spiegare, no? Se no che capisce?

Ssssh. Me pari ssssh!

DAMI: The plumber.

TITO: Che è?

DAMI: L’idraulico. C’è scritto qui. (legge su vocabolario) The plumber doesn’t under stand a zilch. L’idraulico non capisce un tubo.

IAIO: (guardando il film) E no, questo ha capito tutto.

TITO: Perché hai portato il vocabolario? Non ci sono i sottotitoli?

DAMI: I am a perfectionist

TITO: “O my god”. Che vuol dire?

DAMI: O mio dio.

TITO: Ah.

(in silenzio. Parla la faccia di Dami)

TITO: Che fanno?

DAMI: (impassibile) La trama sta prendendo uno sviluppo solo pochi istanti fa imprevedibile.

TITO: Ma parlano poco… ma che film è? Tipo scuola di Stoccolma? Minimalismo?

DAMI: Beh, minimalismo direi proprio di no… anzi!


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TITO: E ora che fanno?

IAIO: Vabbé si capisce, no? yes, yes, baby come on….

TITO: Che vuol dire?

DAMI: “Si, si, piccolo, vieni”

TITO: e dove vanno?

DAMI: da nessuna parte…stanno lì, zitti...

TITO: Infatti non si sente più niente.

IAIO: In questo momento lei non può parlare. Cioè, non può proprio. Aspettiamo la prossima

scena. (in silenzio. Parla la faccia di Dami)

TITO: Adesso?

(in silenzio. Parla la faccia di Dami)

DAMI: Adesso la trama è più complessa.

TITO: Gelati? Ma c’è pure un gelataio?

IAIO: No gelati. D’ya like it. E’ parecchio slang (guarda i sottotitoli) “Ti piace?”

TITO: Insomma.

DAMI: No, a te! è lui che le chiede se le piace.

TITO: E a lei piace?

DAMI: Yes, yes, yes, baby come on. (guarda i sottotitoli) Si, si, si, piccolo vieni.

TITO: N’artra volta? Ma questi stanno sempre in giro?

IAIO: E’ proprio così il film. (si gira) Ancora? Guardi che non siamo mica qui per giocare, noi stiamo studiando… esatto, studiando! Quindi faccia silenzio lei, non noi, che io devo… (si rigira verso lo schermo) …oooooooooh!

TITO: Che è?

DAMI: E la conferma che non è scuola di Stoccolma…troppa abbondanza!

IAIO: (si volta) Scusi se la disturbo, ma qui non fanno i film in lingua inglese? Una volta? (si volta agli altri due) Eeeeeeè la crisi. (sguardo allo schermo) Dice che con i film in lingua madre non andava… (sguardo allo schermo) Invece col porno adesso va. DAMI: Incredibile. Che si fa?

IAIO: E si, incredibile. Che si fa?

TITO: è un porno? Allora si resta!... vabbé. Ora si è pagato il biglietto…ooooh…Non credo ai

miei occhi. Battuta. MUSICA 12

(accompagnare la fine del film con lo spegnimento delle luci)


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DAMI: vabbè, alla fine non era male…un po’ ripetitivo…

IAIO: intanto io vado fuori a chiamare un taxi…

TITO: Ma come è finito?...è già finito?… aspettiamo dai, magari fanno i trailer dei prossimi…un documentario, uno spot (Dami gli chiude l’armadio in faccia) (Sono fuori del cinema, aspettano un taxi, con l’ombrello in mano)

DAMI: Che dice?

IAIO: Dice Genova 50 in 4 minuti.

DAMI: Speriamo che non sia Genova 4 in 50 minuti…

TITO: Voi che ne pensate della crisi del cinema?

DAMI: Maaaaaah… a me non mi è parso per niente in crisi, anzi… (ridono)

IAIO: Comunque io l’avevo capito che non poteva essere un cinema in lingua madre

TITO: Da che?

IAIO: C’era poca madre e troooppa lingua! (ridono)

TITO: Sentite, non sarà servito a migliorare la mia pronuncia… però io me so’ arrazzato!

DAMI: Tu ti sei arrazzato? Ma se non hai visto niente! … Iaio …s’è arrazzato!

TITO: Ma state ancora a questo punto? Quindi il non vedente non prova eccitazione… il non vedente lavora con gli altri sensi… l’udito, l’olfatto… DAMI: L’olfatto al cinema?

TITO: Vabbé, l’udito. Per esempio a me quando quella faceva “oh, yes, yes, baby come on, yes,

yes…d’ya like it, d’ya like it…”

IAIO: Gelatiii!

DAMI: Ammazza come lo fai bene! (dando di gomito a Iaio)

IAIO: Veramente! Basta, che non mi contengo, faccio una sciocchezza! (strizzando l’occhio a Damiano)

DAMI: Com’è, com’è? (facendo segno a Iaio di andare, lo spinge via) Ma tu sei tagliato… tu devi fare l’attore porno…. (escono) Come Larry Holmes… Iaio: John Holmes! Larry è il pugile…

TITO: “oh, yes, yes, baby come on, yes, yes, yes, yes, yes, oh yes, baby…d’ya like it…” Prego? Ah, si, è per noi. Ragazzi, andiamo, c’è Genova cinquanta… noo… yes yes era uno scherzo che facevo coi ragazzi… quali ragazzi? Quelli che stanno qui con me…ragazzi? erano qui con me…c’erano due…glielo giuro! (uscendo) ragazzi? ragazziiii! Iuuuuuuuu (esce)

MUSICA 13


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IN MONTAGNA

DAMI: (lo segue, apre le braccia) Uuuuu! E apriti! Non senti l’aria? Senti l’aria!

IAIO: La sento, l’aria! Mi si sta infilando tra mutande e canottiera!

DAMI: tu ti sei vestito da fighetto. E’ l’abbigliamento che è sbagliato

TITO: (entrando) Sulla neve si viene con gli abiti adatti.

IAIO: Cioè i tuoi? (Tito è vestito come una spia russa) Ma a te chi ti veste, Crudelia Demon?!

TITO: (si tocca, come per cercare di capire la battuta) No… mia madre!

DAMI: Questo si capiva dalla puzza di naftalina. Ma sempre mamma ti veste?

TITO: E certo. Secondo te come gli abbino i colori?

DAMI: Ah, perché lei li abbina? Senti, io un’idea l’avrei. Yelena, mia moglie, la mattina fa la badante a una vecchietta… la mandiamo da tua mamma il pomeriggio. Potrebbe essere utile a spalancare le finestre che tua madre chiude… a sceglierti i vestiti… TITO: Potrebbe essere una buona idea…

DAMI: (si rivolge all’altro) senti, Iaio… ma proprio non ti dice niente quest’aria? Io… non lo so’…quassù, con tutta questa valle innevata davanti…A me sembra di volare come un bambino… IAIO: (prende un respiro, comincia a tossire)

DAMI: E’ che tu te ne stai sempre lì, chiuso nella stanzetta… apri i polmoni! Prendi aria! Oggi è un gran giorno… si vola! Yuuuuuu! (gli tirano le palle di neve)

IAIO: E basta! a me già me rode il culo cò ‘sto freddo che mi entra da tutte le parti… E poi non li hai sentiti quei due deficienti dell’impianto: “aò, se i’a fanne a fa su e giù questi, vor di’ che c’ho ‘na speranza de divenda’ papa!”. A me?! Che sugli sci ero un maestro! Perché ci hai portato qui?

DAMI: Perché oggi è il giorno dei sogni realizzati. Un’ antica credenza rumena vuole che se i

desideri vengono espressi sulla cima di una montagna, è più facile che Dio li senta e li

esaudisca, come una preghiera.

TITO: Una credenza rumena?

DAMI: si, insomma di quelle parti...rumena, marocchina, mo’ non mi ricordo…

IAIO: Le innevate montagne del Sahara…

TITO: Oggi è il giorno dei sogni…

Iaio: ma perché tu sogni?

DAMI: è vero…mi sono sempre chiesto… ma i sogni dei ciechi… come so’ fatti? Cioè.. se io sogno una cosa è perché l’ho vista… ma tu? Voglio dire…. I colori…che sogni sono i tuoi? TITO: Maaah… anzitutto sono in bianco e nero…


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DAMI: Ma davvero? Come i film del cinema muto?

TITO: Il cinema ceco.

DAMI: (imbarazzato) Con rispetto.

TITO: E poi sogno sensazioni…. emozioni… cose che desidero. Cose che non ho mai visto… non

so…. Il mare, il cielo… le tette di una donna.

DAMI E IAIO: Le tette?!

TITO:  Ne sento parlare da sempre come una cosa molto…. coinvolgente. E quindi io sogno

questa cosa coinvolgente, sogno un grosso calore in bianco e nero che mi pervade, un alito alla menta a forma di seno che non so com’è, ma sta lì davanti, che diventa un suono a forma di seno che mi copre come un sacchetto della spesa sulla faccia, e poi mi bagna con un brivido che sa di seno e alla fine sparisce tutto di un botto…e mi sveglio! Ecco, io faccio ‘sti sogni del cazzo. IAIO: Cioè, tu non sai come è fatto un seno di una donna?

TITO: Secondo te come faccio a saperlo? Chiedo ad una per strada “scusi, permette?” (mima l’affondo) E comunque… visto che siamo in argomento…. Com’è fatto? DAMI: Com’è fatto… è fatto… è tondo… no? E suggerisci!

IAIO: E’ tondo. E’… morbido. ‘na sisa, insomma.

TITO: Evvabé… ma tipo? (mima con le mani quasi cercando di capire)

DAMI: Tipo…

IAIO: Tipo… una guancia

TITO: Una guancia? (Si tocca la sua)

DAMI: Gonfia. Una guancia gonfia. (si gonfia la guancia sinistra)

IAIO: Abbottata (si gonfia la destra e si mette vicino a Damiano)

TITO: Dici? (allunga le mani)

DAMI: E si. Tipo. (gli prende le mani e le porta sulle guance dei due)

TITO: Quindi questo è un seno.

IAIO: Umm. Ummm!

TITO: A me pare più un culo.

IAIO: Ma vai a cagare! (lo scansano ridendo)

DAMI: (finge di scrivere) Allora metto in agenda per Tito il seno di una donna vera …

IAIO: Che scrivi?

DAMI: oggi siamo qui per appuntarci i sogni da realizzare. …. Altro?

TITO: Si…Vorrei farmi un tatuaggio.

IAIO: Ma che dici? Ti ci manca solo il tatuaggio.


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DAMI: Fichissimo! Che tipo di tatuaggio? Una farfallina! No troppo femminile. E allora…

TITO: Una scritta. Di quelle giapponesi che vanno adesso. Qui. Sull’interno del braccio. Come i calciatori.

IAIO: Coatto. Molto. E che ci scriviamo?

DAMI: (con accento calabrese) Donna che tradisci non meriti u pertonu! (risate)

TITO: “L’amicizia non è un dono, è una conquista”. (silenzio) Lo voglio scrivere qui, per tenerlo bene a mente sempre.

IAIO: E’ bella. Ma perché in giapponese?

TITO: Perché sticazzi, tanto non so leggere!

DAMI: proprio come i calciatori. Occhei, messo in agenda. Passiamo a Iaio…

IAIO: Il sogno mio è irrealizzabile. Dami, ho freddo, andiamo a casa, occhei?

DAMI: (aprendo la sacca che ha con se) Se avessi mai pensato per un attimo all’esistenza di sogni irrealizzabili, sarei già a rubare… (comincia a montare il suo attrezzo) Invece io lo so … che un giorno un lavoro vero, stabile… lo trovo. (fissa due sci sotto la carrozzella di Iaio) Basta insistere… prepararsi…. attrezzarsi… (fissa un asta agli sci all’altezza delle gambe) è una

questione di strumenti… con gli strumenti giusti…. I bambini volano… le bande suonano… lo

diceva il comandante Mozziconi, no?

IAIO: (serio) Che cosa vuoi dimostrare, Dami?

DAMI: Io? Sei tu che devi fare la dimostrazione. Pensi che noi ci beviamo tutto quello che dici? Io qui, io lì, la carrozzella che sparisce…. (accompagna la frase con la mimica ricorrente) Siamo

tutti bravi …a fare i normodotati all’altezza del mare… fallo qui. Sapevi sciare una volta, no? Eri il migliore, avevi le donne che ti idolatravano? Fallo adesso se sei tanto bravo. (silenzio. A Tito scappa un risolino)

IAIO: Cazzo te ridi?

DAMI: E’ come lo snow board, devi muovere il sedere…è una questione di culo come nella vita.

Poi ti aiuti puntando la racchetta. Vai piano piano e se cadi arriviamo noi…vabbè, io.

TITO: Oppure arriva quello dell’impianto di risalita vestito da Papa.

IAIO: Invece non arriva nessuno. io arrivo fino in fondo, voglio vedere la faccia di quello Yeti quando gli sgommo la neve davanti! Io-sferro-ilmio attacco-al cielo! Mai più Masada cadrà!!!! DAMI: La mano.

TITO: La mano. (incrocia anche lui)

TUTTI: Mai più Masada cadrà!!!! (Damiano e Iaio incrociano le mani come i moschettieri)

IAIO: Vado? Vado. (si allontana)


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TITO: (lo osservano da lontano) Come va?

DAMI: Va.

TITO: Va?

DAMI: Va.

DAMI E TITO: Va. Va. Va. Va. Va. …..Vaaaaaaaaaa! (Si abbracciano)

TITO: (sicuro anche lui) …Damiano? Perché siamo venuti qui?

DAMI: Perché sapevo che gli avrebbe fatto piacere… è qui che l’ho visto in piedi l’ultima volta. Quindici anni fa. Tito…

TITO: Si?

DAMI: Ora ne ho la certezza. Mai più Masada cadrà.

TITO: Mai più Masada cadrà!

DAMI: Masada no, ma Iaio sì… ‘nnamo a raccoglierlo, va… (fa per andare)

TITO: Un attimo.

DAMI: Che c’è?

TITO: (inquadra con le mani Iaio che si allontana) Clic! (lampo, buio)

MUSICA 15 + MUSICA 16

SCUOLA

TITO: (entrando in classe) Ragazzi, buongiorno. (annusa l’aria) Chi s’è fatto una canna già alle otto e mezza? “A professo’” un cavolo! Le canne fanno male al cervello… sono peggio della naftalina…

DAMI: Professore, se lei è d’accordo, prima di presentare il nostro ospite, mi toglierei subito l’incombenza dell’interrogazione.

TITO: d’accordo, però facciamo veloci…chi interroghiamo?

DAMI: …interroghiamo Folco. Folco Michele. Well… uot du du du iesterdei afternuun? iu uent in giastis aus… E a fare che? A studiare? E why? Why proprio in giastis aus, mica si studia al palazzo di giustizia? Aaaaah: a casa de Nadia Giusti! Giusti’s house, no Giasti’s! fa l’americano lui…

Tito: Folco non mi piace, devi stare attento! ti tengo d’occhio! Ma lasciam perdere

l’interrogazione e dedichiamoci al nostro ospite: il professor Ian.

Dami: un visiting professor dell’università di Manchester United…

Tito: Mi raccomando il professore non parla italiano, sarà una buona occasione per allenarci a parlare solo inglese… please


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IAIO: Today

TITO: Oggi

IAIO: let’s talk about our senses

TITO: parliamo dell’importanza dei nostri sensi.

DAMI: Gasparri che vuol dire: “a me senso me lo fanno i negri”?! ma cosa…?

IAIO (fermando Dami) ci penso io…. (ai ragazzi) Guys! Now… let’s cover our eyes!

TITO: ragazzi: fate quello che dice il professore

DAMI: (perplesso) su bendatevi gli occhi… come con che? Beh, con…

IAIO – With a scarf!

TITO - Giusto! Con la scarpa!

DAMI con una sciarpa! come fai a coprirti gli occhi co’ ‘na scarpa?!

TITO – Qualcuno ha bisogno della mia sciarpa?

DAMI: is better no, the naftalin is killer!….

IAIO – Now… One before the other…

DAMI - avete sentito?... Uno davanti all’altro…

TITO –Stanno uno davanti all’altro?

DAMI – Sì, professore…

TITO – Bene, procediamo. Professor Ian…

IAIO – Now… describe yourselves…

DAMI: Si… (sempre perplesso) cercate di descrivervi ….

IAIO – Using the remaining senses.

DAMI: …usando solo i sensi che vi rimangono a disposizione…

IAIO: Smell…

TITO: Olfatto

IAIO: Hearing

TITO: Udito

IAIO: Touch…

TITO: Tatto

DAMI (AGLI ATRI DUE) Voi siete sicuri di voler fare questo gioco coi ragazzi?

IAIO – Perché no?

DAMI – Beh… venti ragazzi con gli occhi chiusi e con le mani aperte…

IAIO – Ma no… guarda come sono concentrati…

TITO – Infatti c’è un silenzio…


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IAIO – Good!

TITO – Che ha detto Fracalossi?

DAMI – (sorpreso) … Dice di sentire per la prima volta odori mai notati prima.

TITO – Chi c’ha davanti?

DAMI: Martinelli.

TITO – Allora vuol dire che Martinelli finalmente s’è fatto la doccia!

DAMI – Folco! Quello che stai tastando è the Giusti’s cul

TITO – Cioè?

DAMI - Il culo di Nadia Giusti. S’è portato i compiti da casa…

IAIO - Hey guys, what do you feel?

TITO – Allora gay? Cosa sentite?

IAIO – Very good, Folco!

DAMI –… “Meglio che con gli occhi!”…ci credo… però ora staccati! Se no diventa pranoterapia… TITO - …no ano terapia, prano, pranoterapia! E’ proprio ‘n intellettuale!

IAIO – ok, now, lissen me! This is the deaf-mute’s language …

TITO – questo è il linguaggio dei sordomuti…

IAIO –The snail…

(Damiano mima nel linguaggio dei sordomuti)

TITO - La lumachina …

IAIO - …is the cutest animal in the world

TITO - …è l’animale più simpatico del mondo.

IAIO – (in inglese) La lumachina è l’animale più lento del mondo.

TITO - La lumachina è l’animale più lento del mondo.

IAIO – (in inglese) la lumachina ha le corna (Tito non capisce e lui spiega)… e c’ha le corna. TITO – Ma quanto ci sta simpatica sta lumachina?

DAMI: (stranito)… ci sta simpatica perché ci ha le corna?MUSICA 18

TITO: (suona la campanella - cambiando discorso) Va bene ragazzi, appurato che il verbo to morrow, non è un verbo ma vuol dire domani…Tu-Tu!…morrow!…a domani! ite, missa est …Eh? IAIO: Che pronuncia! ragazzi io però devo scappare, mi aspettano al lavoro…mbè, possiamo dire che anche oggi abbiamo allontanato di un centimetro lo spettro della recessione culturale… TITO: grazie Iaio, grazie di cuore…ci sentiamo domani… IAIO: ciao…(ai ragazzi) see you later (esce)


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TITO: siuleta anche a voi (Damiano rimane pensieroso) Che hai?

DAMI: Niente…

TITO: Niente? Tu lo sai che io sento di una persona cose che gli altri non riescono a vedere, hai qualcosa, altro che niente…

DAMI: Ummm. Yelena. E’ strana, non si parla più in casa, saranno mesi che non facciamo

neanche più l’amore…

TITO: E… come mai?

DAMI: Non so… è nervosa, ha qualcosa che non capisco. Il problema è che io le donne proprio non le capisco. Ci fosse stato un corso specifico di comprensione delle donne… io lo avrei fatto! Ma così…senza preparazione….

TITO: Si, vabbé, ma…. Ti avrà detto qualcosa, no? Qualcosa ci sarà …non so…

DAMI: Niente. Bisogna interpretare. Ogni tanto si lascia sfuggire che non valgo niente, ne come marito, ne come padre… poi Matteo ascolta, i bambini sono ricettivi… l’altro giorno faccio per lanciarlo in aria… si scansa e fa “papi, basta volare”.

TITO: E lo credo. Sarà l’unico bambino che da grande non vorrà mai fare l’astronauta…

DAMI: Poi mi guarda e fa “papi, ma tu…. che lavoro fai?” Io ho annaspato, ho balbettato… che

potevo dirgli?

TITO: Una bugia. Una sana bugia. Uno di quei lavori vaghi, che dicono e non dicono… “..sto nel no profit” … che poi … bugia … è la verità!

DAMI: Yelena non mi chiama neanche più defisiente…

TITO : Ma dai?!

DAMI: Stamattina le stavo spiegando che non mi sembrava serio insegnarti l’inglese sulla base di quello che leggo su un libro di scuola media…. che avrei voluto fare un vero corso di inglese,

anche per un discorso di correttezza nei tuoi confronti… TITO: Un corso? Mi sembra eccessivo….

DAMI: E’ quello che ha detto lei. Con altre parole. Mi ha guardato con gli occhi stretti… così. Ha

scosso lentamente la testa e ha detto: “sei proprio deficiente!” Con la “c”. S’è imparata.

TITO: bhè… Basta mettere la lingua bene attaccata al palato…

DAMI: Con la faccia brutta…

TITO: Dami…

DAMI: Con la bocca che faceva questi angolini qui…

TITO: …devo dirti una cosa…

DAMI: Poi ha preso Matteo, senza una parola, ed è uscita.


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TITO: Te la volevo dire da un po’…

DAMI: Sono preoccupato. Non risponde al cellulare. Oggi non era da te, vero? E’ il giorno libero…

TITO: Anzi, sicuramente se te la dicevo per tempo…

DAMI: Non so dove sia. Ho telefonato a scuola di Matteo, e lui non c’è…

TITO: Il problema è che non è facile…

DAMI: …. Tito…. (gli porge il braccio) Tiè.

TITO: cosa?

DAMI: Annusa… che persona sono io? Di che so? Perché io non ci sto a capì più niente…

TITO: Ma che c’entra?

DAMI: Tu senti lontano un chilometro la gente com’è fatta… io. Io, come sono fatto? Che razza

di uomo sono?

TITO: Ma no, dai…

DAMI: Perché non vengo mai a capo di niente? Dimmelo, ti prego. (gli porge il braccio)

TITO: (tentenna) Vabbé. Fai sentire… (annusa) mmmmm… non mi piace…

DAMI: Che senti?

TITO: mmmmm…. Non mi piace proprio…..

DAMI: Che senti Tito? Non mi lasciare in sospeso….

TITO: Mmmmmmm

DAMI: E MMMMMMM!!! Che è?!!!

TITO: E che ne so?! Che faccio il cane da tartufo?!

DAMI: E allora?

TITO: E allora secondo te dopo tutto il tempo passato assieme ho bisogno di annusarti per sapere cose sei? Tu…. Tu sei uno…. bravo. Tu sei la cosa più bella e brava che la giornata possa

regalare ad una persona sola e triste. Come me, come Yelena. E’ lei che… ha un altro. DAMI: Beg your pardon?

TITO: Ha un altro. Ma non un altro qualsiasi, un altro… specifico. Che era meglio se era un altro qualsiasi.

DAMI: Ti seguo a sprazzi.

TITO: Se era uno qualsiasi, vuoi mettere quanto ne uscivamo bene tutti, so’ cose che succedono, invece così è triste, è squallido, è proprio una cosa brutta… DAMI: A Tito… ma che cazzo stai a di’?!

TITO: Dami. Ti ricordi quando ti chiesi se mi facevi toccare il seno di tua moglie? E tu mi dicesti


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di no? Giustamente.

DAMI: Me lo ricordo. Mi ricordo pure che … pure dicendoti di no…. poi a casa, a Yelena, glielo

chiesi… insomma, per un amico…. Io lo sapevo che era senza malizia….

TITO: Glielo hai chiesto? E lei che disse?

DAMI: Disse… “Ma sei defisiente?!” …

TITO E DAMI: (assieme) … giustamente!

TITO: Dami. Tu sai che con il lavoro di badante di mamma, Yelena, ultimamente, mi è stata molto vicina…tutti i giorni… sai, la confidenza aumenta… DAMI: Aumenta?

TITO: Aumenta! Tanto che un giorno… sempre in virtù di questa confidenza… mi sono sentito autorizzato….

DAMI: Ma che le chiesto se potevi toccarle il seno?

TITO: Così…. Una palpatina…

DAMI: ‘na palpatina?! Ma lei si sarà incazzata come una bestia… ecco perché le rodeva! Ma che ti è venuto in mente? Me lo avevi chiesto a me? Ti avevo detto di no? Non ti bastava? Perché hai dovuto fare ‘sta figura di merda? Lo sapevi che ti avrebbe detto di no, no? TITO: Ha detto si.

DAMI: Ecco. Hai fato una figura di merda… epocale! (ci pensa) Come, ha detto si?

TITO: Dami… è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata… i quattro sensi che ho erano

impazziti, mi sembrava di ascoltare gli odori, di annusare i suoni, i sospiri … la mia pelle, la sua

pelle…. Gli odori e i sapori…

DAMI: Ma quali sapori!!?

TITO: Damiano…. lei sa di nocciola!

DAMI: Come di nocciola?! Yelena non usa profumi alla nocciola!

TITO: Non è un profumo additivo, è lei che sa di nocciola.

DAMI: Come “sa” di nocciola!? Profuma o “sa”?! No, perché sono due cose ben diverse… per esempio, tu’ madre puzza de naftalina… ma mica l’ho assaggiata per saperlo! TITO: Ecco invece io…

DAMI: E invece tu?

TITO: Io…

DAMI: Hai assaggiato Yelena?

TITO: Io…

DAMI: Hai assaggiato mia moglie!


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TITO: Dami…

DAMI: E di che sapeva oltre alla nocciola? Non so… pistacchio… puffo…!!?

TITO: Damiano, credimi, è colpa mia, lei non c’entra niente, Yelena ….è buona.

DAMI: E basta fare apprezzamenti gastronomici su mia moglie!!

TITO: E’ che io non ho capito più niente…. le sue labbra facevano…

DAMI: Non voglio sentire!

TITO: Facevano …. Male.

DAMI: T’ha mozzicato? Ha fatto bene!

TITO: No… non male fisico. Male … il male che fa non avere ricevuto un bacio in quarant’anni.

DAMI: Eh. E io che c’entro? E’ colpa mia? Ti potevi comprare il gatto. Un micetto. Quelli so’

affettuosi. Leccano!

TITO: Ho sbagliato…

DAMI: No. Ho sbagliato io a fidarmi di te. Avrei dovuto capirlo che tu pensi solo a te stesso. TITO: Si, è vero. Penso a me stesso. E lo sai perché? Perché io sono l’ultima cosa che mi rimane. (pausa) Ma tu che cavolo ne sai? Tu sei buono, bello, ingenuo… ti amano i ragazzi a scuola, ti amano gli amici…. E ti ha amato Yelena. Ha amato te, non me.

Per te qualunque momento è buono per avere una donna, mentre per me una donna è solo un sogno. E manco a colori…. In bianco e nero! Ma hai ragione tu. Il cieco ha preteso troppo. Forse doveva accontentarsi di aver trovato un amico.

DAMI: Io non sono tuo amico. Io sono il tuo assistente. E faccio rima con defisiente.

TITO: Dami, credimi... Sto malissimo. Credo di avere bisogno di uno psicologo.

DAMI: Bravo. Solo che non credo che lo psicologo abbia bisogno di te. Gli faresti troppo schifo.

TITO: Hai ragione tu, hai tutte le ragioni, sono stato un infame, picchiami, menami!

DAMI: Non meno la gente con gli occhiali!

TITO: Non ho gli occhiali.

DAMI: Cazzo, ma proprio a me l’unico cieco senza occhiali!

TITO: Sei arrabbiato, e hai ragione, io lo capisco…

DAMI: Brutto cecato!!! Si, sei cecato. Ma soprattutto sei brutto, sei brutto dentro, perché

ricordati che non c’è peggior cieco di colui che non vuol vedere. E bada che questa non è mia.

Tu non hai voluto vedere.

TITO: Cosa dovevo vedere?

DAMI: Che io ti volevo bene. (silenzio) Quindi ora cerca di vedere un’altra cosa.

TITO: (solo un cenno interrogativo)


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DAMI: Vedi d’annaffanculo.

(Spinge via Tito poi va al telefono)

DAMI: (al telefono con Yelena, arrabbiato) Yelena… dove sei? Ho parlato con Tito… mi ha detto tutto… no, parlo io… si mi ha detto che avete giocato al piccolo gelataio… no, parlo io… lo sai cosa sei? Sei una brutta persona! Anzi siete brutte persone! Te e tutti quelli del tuo paese! Ci sposate solo per avere la cittadinanza di questa splendida nazione… ci sfruttate e poi ci fregate… siete tutti uguali! …no, parlo io… guarda, sono proprio arrabbiato…. Si sente che sono

arrabbiato? no… no… vabbè allora parla tu! (pausa) .. e questo è vero… (pausa) … è vero, ma… (pausa) … no, anche questo è vero… no, tu hai ragione … sssi… mi dispiace… veramente… scusa. Vabbé, ma che sono io il responsabile di come sono? Dimmi tu se sono io che ho scelto di essere così… vabbé dai, facciamola finita, torna che ti perdono… dove sei? In autostrada?! E Matteo? Con te??! E dove dovresti andare?!!In Romania?!!! No. Aspetta… Senti, non vi

muovete… vengo io… no, arrivo io, non vi muovete! Che autogrill? Prenestina? Si, arrivo!

MUSICA 19

MUSICA 19 bis

QUIRINALE

IAIO: (a Damiano che non vediamo) Posso essere sincero? Io da una parte la capisco quella donna… Ci sono centinaia di donne rumene che fanno la fila per sposare un italiano, avere la cittadinanza e magari, farsi pure mantenere. Ora tu mettiti nei panni di una rumena…che ha sposato l’unico italiano…che si fa mantenere da una rumena! Gli rode il culo!

DAMI: vabbè che c’entra? Però, ora, la cosa importante è che non c’era! Mi ha detto che stava all’autogrill Prenestina…e invece non c’era! Se n’è andata in Romania! E si è portata via il mio Matteo!...

IAIO: quale Prenestina

DAMI: Prenestina! Predestina Ovest…

IAIO: Damiano, ascoltami bene, fai mente locale…. La Romania… da un punto di vista proprio

geografico… ‘ndò sta?

DAMI: La Romania… regione transilvanica… di lingua neolatina… beh, di recente è entrato in Europa, no?

IAIO: (secco) Sotto o sopra? Diciamo così: se tu dovessi andare in autostop in Romania, andresti verso sud o verso nord?

DAMI: E il punto è proprio questo! Io mi sotto detto: gli sbarchi coi gommoni avvengono a


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Lampedusa, no?

IAIO: Gli africani! Gli africani sbarcano a Lampedusa! I rumeni vanno a Trieste! Fra tanti corsi

stronzi che hai fatto… uno di geografia no, eh?

DAMI: Non m’ha aspettato… non m’ha a spettato!

IAIO: T’ha aspettato un’ora e mezzo ma al Prenestina est… mentre tu stavi al Prenestina ovest!

Me la vedo, davanti all’autogrill, che fa: defisiente! È un defisiente!

DAMI: noooo, adesso dice deficiente!

IAIO: E c’ha ragione!

DAMI: ehhh, ma stavolta mi sono proprio arrabbiato: sono andato in questura, ho spiegato che

mia moglie rumena è andata via con mio figlio.

IAIO: Che hanno detto?

DAMI: Che è complicato riaverlo, cioè non hanno la certezza che…

IAIO: La certezza?

DAMI: Dicono che non c’è una convenzione tra Italia e Romania sull’argomento e quindi…

IAIO: E quindi?

DAMI: Non è così facile….

IAIO: Ma che risposta è ? Ma lo stato ti deve risposta precisa ad un problema preciso!

DAMI: No, anche loro, poverini, hanno ragione…se non c’è un trattato… il problema è che… IAIO: Il problema è che a te le cose cascano addosso! E tu non reagisci. Lo stato ti nega il tuo diritto al lavoro… e tu non reagisci! Il tuo migliore amico ti tromba la donna… e tu non reagisci! La tua donna ti porta via tuo figlio.. e tu non reagisci! Anzi, li giustifichi! Dami, perché ti circondi sempre di noi esponenti della minoranza? Il paraplegico, il cieco, l’extracomunitaria… perché sei buono? Sei un buonista? Un ottimista? Te lo dico io perché: perché con noi ti senti finalmente normale!

DAMI: Dai Iaio…

IAIO: Hai sentito?

DAMI: no, che dovevo sentire?

IAIO: Hai sentito di quel padre, in Inghilterra, che ha scalato i cornicioni di Bukingham Palace, travestito da Batman per appendere lo striscione “give me back my son”, ridatemi mio figlio… la giustizia inglese lo aveva affidato alla madre, che gli negava il diritto di vederlo… lui avrebbe scalato le montagne pur di riconquistarsi quello che riteneva un suo diritto! Ha attuato la sua insurrezione disarmata!

DAMI: E perché travestito da Batman?


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IAIO: Per catalizzare l’attenzione! Insurrezione disarmata ….ma disarmante!

DAMI: non è che non mi piaccia sta cosa…solo che io ho le vertigini, non ce la farei mai, avevo pure cominciato un corso per soccorritori d’alta montagna, ma….

IAIO: Dami, perché non porti mai a termine nulla? Perché fai corsi teorici che sono propedeutici ad una pratica che non arriva mai? Sei il più grande teorico della storia… DAMI: Io non sono come te, credimi, lo vorrei… tu sei cosi pratico…

IAIO: Scuotiti! … Sii realista, esigi l’impossibile! Dami, noi dobbiamo essere gli artefici di una nuova insurrezione, disarmante proprio perché disarmata! E’ ovvio che noi non abbiamo gli strumenti...

DAMI: Ma se siamo pieni di strumenti!

IAIO: …Gli strumenti per primeggiare!

DAMI: Ah, in quel senso!

IAIO: Noi non arriveremo mai primi, Dami. Partiamo dal fondo della fila…Però….

DAMI: Però?

IAIO: Siamo necessari! Nessun normodotato si sentirebbe tale senza di me che sto sulla sedia a rotelle. E nessun responsabile delle risorse umane si sentirebbe arrivato se non ci fossi tu da bocciare ad ogni colloquio.

DAMI: (perplesso) Ti seguo e non ti seguo…

IAIO: Sferra il tuo attacco la cielo! Dami… l’attacco al cielo!

DAMI: (Damiano sembra seguire rapito) Si…

IAIO: Tu sei un tipo fantasioso, è la tua fantasia che deve prendere il sopravvento… la fantasia deve andare al potere! Ribellati, Dami.

DAMI: Si…

IAIO: E allora fregali! Gridagli in faccia la tua rabbia! E quando quelli verranno a cercarti sulla rocca di Masada, fagli vedere quanto è più dignitosa … la tattica degli zeloti! DAMI: Ma chi, i matti? aò, quelli se so’ ammazzati!

IAIO: (sbotta) Lo sai che sei tu? Sei un invertebrato … un oloturia … un gasteropodo… un mollusco …. un anellide….. un mitile…un fasolaro… un…

DAMI: Accidenti …(con ammirazione) …. quanti invertebrati che conosci…

IAIO: (disperato) Senti… vattene… vattene da qui…. Viaaa! Esciii!!! E porta via tutta la tua

roba!

DAMI: Che roba?

IAIO: La chitarra d’aria… la fotocamera d’aria… il tuo cervello ad aria…. che anche se non li


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vedo…. Mi rubano spazio! vaffanculooooo!

(Damiano esce in fondo ed entra Tito a destra)

IAIO: (a Tito) Vaffanculo!

TITO: (mostrando a Iaio il suo braccio) Guarda.

IAIO: Che è? Il braccio di uno stronzo?

TITO: No, sopra...

IAIO: Un tatuaggio incomprensibile sul braccio di uno stronzo. “L’amicizia non è un dono, è una conquista?” Te la faccio in braille sta scritta così la leggi meglio…

TITO: No. La pelle d’oca. Mi hai fatto venire la pelle d’oca. Hai fatto bene a insultarmi.

IAIO: E certo. (accompagna la frase con la mimica ricorrente) Sono tutti bravi …a farsi venire la pelle d’oca… dopo. Io so fare la pelle d’orso, (fa la mossa di buttarsi a terra) vuoi vedere? TITO: Sono stato un cane… un cane….

IAIO: Io capisco l’astinenza, la solitudine, i fumi della naftalina… ma a Damiano, no…. non a

Dami….

TITO: Cosa ho fatto?! Cosa ho fatto! Che il signore mi colpisca coi suoi dardi infuocati !!!!

IAIO: Quello coi dardi è Giove, cretino. Vabbé senti, quello che è fatto è fatto…

TITO: Dici?

IAIO: Il problema è che se n’è andata col ragazzino.

TITO: Dove starà adesso?

IAIO: Non lo so, sono andato a fare il giro di accordamento dei pianoforti e quando sono tornato non c’era più.

TITO: A casa non risponde, il cellulare non ce l’ha…

IAIO: Vabbé starà in giro a meditare, una passeggiata di meditazione…

TITO: No, era scosso, era turbato… pensa che, lui sempre così politicamente corretto, mi ha chiamato .. brutto cecato!

IAIO: Vabbé, brutto sei brutto, cecato pure….

TITO: Ma era arrabbiato, deluso, amareggiato… Com’era? io… sono preoccupato.

IAIO: Ma no… qui era fin troppo tranquillo… anzi, avrei sperato in una reazione un po’ più orgogliosa… soprattutto per la faccenda del figlio. Senti, fai una cosa, è tardi…. Vai a casa, ti

chiamo un taxi. Poi domani, a mente fredda, vedrai che si fa vivo lui… TITO: No, dai, aspettiamo insieme, magari ora chiama, ci parli tu.

IAIO: No, ciccio, io sono stanco, ho accordato 15 pianoforti a coda e tre verticali, ora mi sento


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il giornale radio (accende) e poi vado a letto… MUSICA 20

RADIO: “Giornale radio delle ore 23,30. Roma, attimi di tensione al Quirinale, dove uno squilibrato, con il volto nascosto dal passamontagna, ha scalato un alto cornicione del palazzo presidenziale …sembra che l’artefice del folle gesto abbia manifestato la richiesta di parlare col console di Romania… l’uomo sembra armato, probabilmente un grosso fucile o un rudimentale bazooka…”

IAIO: Lo so cosa stai pensando… nooo…non può essere lui, ti dico che quando sono tornato non c’era più, aveva preso con se perfino il trombone…

TITO: Il trombone… Il rudimentale bazooka! Iaio, così… per sapere, ma tu… che gli hai detto?

IAIO: Ma che gli ho detto mai? Gli ho raccontato di un cretino che ha scalato un cornicione di

Bukingham Palace vestito da Batman…rivendicando il suo diritto a…

TITO: Che hai fatto?!

IAIO: ‘Na cazzata!… ma è che vederlo così inerme…

TITO: Ma tu sei un matto! Lo hai convinto…

IAIO: Non l’ho convinto! L’ho detto così… per scuoterlo…

TITO: Scuoterlo!? Dami non ha bisogno di scosse… ha bisogno di un’insegnante di sostegno! Dov’è la finestra? Apri ‘sta finestra! Pure te, sempre co’ ‘ste finestre chiuse! Come mia madre! E aprite ‘ste finestre… apriii!! (bussando coi pugni)

IAIO: Speriamo solo che non si sia vestito da Batman! MUSICA 21

(In alto appare Damiano vestito della divisa del comandante Mozziconi col trombone). DAMI: (urlando) Voglio parlare con Pertiniiii!!!

TITO e IAIO: Ahhhh!!

TITO: Ma che …c’è ancora Pertini?

IAIO: no! È che sta fuori di testa! Non lo vedi?

TITO: E no… ma ho capito uguale! (a Damiano) Dami… (a Iaio) Ma ‘ndò sta?

DAMI: Mamma! Solo per te la mia canzone vola! Mamma, mamma, mamma! E i papà? Non servono a niente? Servono, invece! Servono a lanciare i figli in aria! Io rivendico il mio diritto di padre al lancio in aria di mio figlio! (cambiando tono) Perché quando un bambino vola, c’è sempre la certezza del suo ritorno tra le tue braccia …è dovuto alla forza di gravità, l’unica alleata di noi padri. Io, ecco… vorrei una forza di gravità che mi facesse riavere mio figlio…è possibile??! (guardando in basso) una forza di gravità che mi ridesse un po’ di serenità… TITO: Ma che dice?


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IAIO: Ma che ne so? … Damiano, siamo noi….

DAMI: Iaio…Avevi ragione tu, Iaio. In questo paese siamo fermi…. Siamo fermi a mezz’aria, io

non vado ne su ne giù, non me lo permettono. Non si vola, non si cade. Non ho diritto neanche ad una morte bianca… quella è un privilegio di chi un lavoro ce l’ha. A me spetta tutto al più una morte… grigia, incolore, come la vita che l’ha preceduta.

TITO: Dami, scendi, ti prego, ho sbagliato io, Yelena non c’entra…e di me ha avuto solo pietà… DAMI: (con lo sguardo fisso in basso) Papàààà…Ti ricordi papà? Quando mi lanciavi in aria? Era bello ritornare nelle tue braccia… erano braccia forti, non c’erano lavori da conquistare… non c’erano figli da ritrovare… c’era solo aria nella faccia… noi bambini chiediamo aria. Noi bambini dobbiamo volare.

TITO: No, no… ma che volare… i bambini so’ piccoli… non volano…

IAIO:…Dami?... (disperato) non volano i bambini.

DAMI: aspettate lì ragazzi… (urlando) aspettatemi, che stiamo per sferrare il nostro attacco al

cielo! (va a prendere la bandiera)

TITO: Vieni qui, aiutami…

IAIO: Dove vai?

TITO: Lo vado riprendere…

IAIO: Ma sta bono! Dove pensi di stare, al circo!

TITO: E tardi, Iaio. La nostra vita era già un circo prima… aiutami…

IAIO: Sta bono! (Tito fa per arrampicarsi) Sta bono t’ho detto… dove vai? Non ci vedi! ….Vado

io! (tenta di alzarsi)

TITO: Tu non cammini!

IAIO: (si lascia andare sulla sedia, ansimando) Uno che non vede, uno che non cammina e uno che non ragiona…. Che insurrezione de merda!!!

DAMI: (riapparendo) Ehi, laggiù! Mi sentite? (mima col linguaggio dei sordomuti) Mi-sentite?

Siete- rachitici! Aprite-i-polmoni!

TITO: Scendiiii!

DAMI: ragazzi, dai, tutti insieme: è arrivato il momento di volare! Volare alto! Come i bambini, in cielo! Anzi… tre metri sopra il cielo!!

IAIO: (pausa di sconcerto) Ma che cazzo stai a di’?!! Tre metri sopra il cielo?! (si incattivisce) Io sono quindici anni che sto trenta centimetri sopra il pavimento! T’ho detto solo cazzate!

MUSICA 23 Io non la voglio fare l’insurrezione. A me sta bene quello che ho conquistato…


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DAMI: (colpito) e la banda…?

IAIO: Siamo una banda senza strumenti…per favore, scendi.

DAMI: L’insurrezione…?

TITO: Non si fanno le insurrezioni disarmati… ti prego, scendi.

DAMI: L’attacco al cielo…

TITO: Attaccati qua… per piacere, Dami… Ma che è?... Che sta succedendo?

DAVANTI AL GIUDICE

IAIO: Signor Giudice, com’è, come non è… A un certo punto sono entrati i soldati romani. Il primo ha sfondato la porta con un calcio, che poi era pure aperta, ma è chiaro che se avesse bussato, l’irruzione non sarebbe venuta così bene…

TITO: Uno è andato dritto verso Iaio urlando frasi del tipo “non ti muovere pezzo di merda… sei un pezzo di merda… stai fermo, pezzo di merda?”

IAIO: Era così convincente che io m’ero pure convinto di essere un pezzo di merda!

TITO: (Tito mima una smorfia buffa) Un altro mi aveva messo una mano in faccia mi aveva sbattuto al muro.

IAIO: La faccia di Tito, schiacciata contro la parete, era stupenda. Perfino il suo sguardo poteva

essere quello di uno zelota orgoglioso.

TITO: taccivostraaaaaa!!!!!!

IAIO: tipico urlo zelota!

TITO: Vostro onore, io non capivo nulla. Sentivo uno che urlava, un altro che menava, un altro che sbatteva me al muro….L’unico concetto chiaro era… che Iaio era un pezzo de merda!

IAIO: Il mondo stava crollando, e io pensavo che fuori, sul cornicione del palazzo del presidente, travestito da comandante Mozziconi, il mio migliore amico tentava di comunicare al mondo …mimando la lumachina…

TITO: Ma quanto ce sta simpatica sta lumachina?

IAIO: Mi scappò un sorriso…

TITO: …e infatti c’era da ridere! Tutto era ridicolo, a cominciare da quello che a un certo punto fa a Iaio: - Se ti alzi t’ammazzo!” Ma che sei ciecato?! non ti sei accorto che la sedia di Iaio ha due ruote grosse così?” –

IAIO: lo so, avrei dovuto mettermi a ridere pure io, magari quello capiva che eravamo due deficienti e finiva tutto a tarallucci e vino…

TITO: Avrei dovuto forse dirgli “a cretino, ma veramente….non lo vedi come stiamo combinati?”

IAIO: Invece in quell’attimo, io mi sono sentito nuovamente un uomo tutto intero. (Tito smette


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di ridere) E gli faccio “ tu pensi di farmi paura perché hai una divisa.

Tito: no…

IAIO: Invece ora io mi alzo.

Tito: no…

IAIO: E te spacco il culo.

TITO: E noooo!!! Iaio ogni cosa che decide di fare, la fa bene… ma Masada era caduta.

IAIO: L’attacco al cielo non era partito.

TITO: E i soldati romani ci avevano fatto un culo così… MUSICA 24

Escono Tito e Iaio

PRIMO COLLOQUIO DI LAVORO

(Torna il clima della prima scena. Entra Dami con una giacca bianca)

DAMI: …Perché le ho raccontato tutto questo? È che  era un po’ lungo da scrivere sul

curriculum…io penso che sul curriculum vada scritto tutto ciò che fa esperienza, infatti ora

dovrei aggiungerci pure che faccio su e giù dalla Romania una volta al mese, vado da mio figlio

a Baiamare... Si ricordi che un bambino può lanciarlo in aria dove vuole, ma alla fine torna

sempre tra le braccia del papà! È scientifico. Stancante? Mbè, ora che pesa 30 chili un

pochetto…aaaah, il viaggio? Nooo, sono appena 17 ore d’auto…se considera che la prima volta

ce ne ho messe 31…sapendo la mia avversione per la geografia, i miei amici mi avevano

regalato un navigatore, ma se scrivi Baia a mare…ti manda in Calabria…e poi tocca risalire e

allora si che è stancante…anche se a me il viaggio mi passa veloce…perchè io durante il viaggio

suono (fa il pezzo) ma non mi ha detto niente dell’assolo, è con questo sono diventato campione

italiano di air guitar…C’è scritto, vede? Come c’è scritto della condanna! Beh, mi sembrava

onesto scriverlo, in fin dei conti anche quello fa curriculum…anche se è evidente che il giudice,

sicuramente in buona fede, ha preso una cantonata, altro che banda armata… ma come fai a

scambiare un poveraccio vestito da comandante Mozziconi con la tromba in mano, per un

pericoloso terrorista…perdipiù, spalleggiato da una colonna infame interna al Quirinale…che poi

sarebbero…posso farli entrare? Ragazzi! (Entrano Iaio e Tito tutt’e due con giacche bianche)

Eccoli: la colonna infame…

IAIO: Mintoti Ilario…

DAMI: MNTLRI69…

TITO: Mongale Tito…

DAMI: MNG TTT


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IAIO: pe pe pe

TITO: qua qua qua

DAMI: … si siedono? Si siedono. Uno. Si siede uno. L’altro è già… ragazzi, avete portato il curriculum?

IAIO: (irrompe) un anno e 3 mesi

TITO: un anno e 4 mesi…un mese in più non si sa perchè!

Iaio: perché ti sei trombato la moglie…

Tito: io? E tu che l’hai fomentato a fare Batman sui tetti?

Iaio: Capisce, direttore, la tragedia?!

DEMI: (sminuisce) Vabbé tragedia…anche a me hanno dato due anni… ma con la condizionale... Mica ci siamo andati in galera…

TITO: (drammatico) Siamo stati interdetti dai pubblici uffici!!!

Iaio: siamo tutti senza lavoro

DAMI: vabbé, ora non la facciamo tragica… il direttore è interessato agli aspetti positivi del curriculum…vediamo gli aspetti positivi! Direttore: finché ci sarà gente come noi lei può dormire sonni tranquilli. Perché se ci siamo noi, lei, in fondo alla fila, non ci starà mai. E quindi?

IAIO: (ripetendo l’interrogativo del direttore)… e quindi lei quel lavoro ce lo deve dare! Come perchè?

TITO: …perché l’annuncio diceva “Cercasi band rivoluzionaria”…Eccoci, siamo noi! Qualcosa di unico! Di mai visto! Banda disarmata…

DAMI: …disarmata in che senso? Nel senso che….che siamo tutti bravi a fare le rivoluzioni con

una pistola in mano. Ma ci provi lei ….con una tromba!!!

(Tutti si mettono un bel cappello con la piuma e incominciano a suonare il loro brano) BUIO

MUSICA 25 o 26 (APPLAUSI)

FINE


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