Battaglia al giardino di Lussemburgo

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Battaglia al Giardino del Lussemburgo

Battaglia al Giardino del Lussemburgo

Commedia arborea di

Gaspare Dori



“Noi esseri umani non saremo coscienti di ciò su cui la mente umana rifletterà.
Questo non perché non siamo abbastanza intelligenti, ma perché il
progetto di una mente non permette alle parti di capire il tutto.
I pensieri particolari della mente globale – e le sue azioni susseguenti –
saranno fuori controllo e oltre la nostra comprensione.”
Kevin Kelly, Out of Control, 1994

“Humani nihil a me alienum puto”
Terenzio


SCENA 1

Parigi, Giardino del Lussemburgo. Tre alberi. L’albero 1 dovrà essere impersonato da una donna. Gli altri due da uomini. L’albero 2 dovrà essere nettamente più alto degli altri.

E’ un giorno qualunque di un inverno qualunque. Comincia ad albeggiare. L’albero 1 è a sinistra, l’albero 2 al centro e l’albero 3 a destra. Gli alberi, da immobili e silenziosi che erano, sembrano lentamente riprendere vita. Iniziano ad emettere dei suoni che potrebbero far pensare a dei rumori della natura. Tali suoni, gradatamente, diventano delle parole. Si ha quasi l’impressione che cantino “a cappella”. Sarà così ogni volta che i tre alberi diranno delle parole in coro.

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Monsieur, Monsieur, Monsieur…

ALBERO 1: Monsieur, non si può entrare.

ALBERO 2: No, mi dispiace, Monsieur.

ALBERO 3: Monsieur, non si gioca qui.

ALBERO 1: Monsieur, gliel’ho già detto.

ALBERO 3: Qui non si può stare, Monsieur.

ALBERO 2: Non è permesso, Monsieur.

ALBERO 1: Non si può, Monsieur.

ALBERO 2: Non insista, Monsieur.

ALBERO 3: Monsieur, Monsieur.

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Monsieur, Monsieur, Monsieur.

ALBERO 1: Chissà perché?

ALBERO 2: Chissà perché tutti questi divieti?

ALBERO 3: Non si può.

ALBERO 2: Non si deve.

ALBERO 1: Fuori.

ALBERO 2: Dentro.

ALBERO 3: Non qui.

ALBERO 2: Ma nemmeno qui.

ALBERO 1: E qui, allora?

ALBERO 2 e ALBERO 3: Boh!

ALBERO 3: E’ una vera mania.

ALBERO 1: E’ una malattia.

ALBERO 2: E’ una… follia.

ALBERO 1: E’ la morale.

ALBERO 2: E’ l’etica.

ALBERO 1: E’ la politica.

ALBERO 2: E’ l’estetica.

ALBERO 3: - E’ la grammatica.

ALBERO 1: Non si deve…

ALBERO 3: Ahia!

ALBERO 2: Non si può…

ALBERO 3: Ahiiii!

ALBERO 1: E’ proibito…

ALBERO 2: E’ vietato…

ALBERO 3: Ahiaaaaaaa!

ALBERO 1: E’ inammissibile…

ALBERO 2: E’ inammissibile…

ALBERO 3: Ahiaaaaa!

ALBERO 1 e ALBERO 2: E’ inammissibile intagliare gli alberi!

ALBERO 3: Ahiaaaaa!

ALBERO 1: No, non mi interessa…

ALBERO 2: …sapere che tu ami…

ALBERO 1: …e che lei ti ama…

ALBERO 2: No, non mi interessa…

ALBERO 3: Ahiaaa!

ALBERO 2: E’ un divieto…

ALBERO 3: Giusto!

ALBERO 2: Giustissimo!

ALBERO 1: Sacrosanto!

ALBERO 3: E’ la morale!

ALBERO 2: E’ l’etica!

ALBERO 1: E’ la politica!

ALBERO 2: E’ l’estetica!

ALBERO 1: E’ la grammatica!

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Moi-je, Moi-je, Moi-je…

ALBERO 2: Lo dicevo, io.

ALBERO 3: Certo che ho sempre ragione.

ALBERO 1: Non l’ho fatto apposta.

ALBERO 2: Lo so, lo so.

ALBERO 1: Figurati se non lo so.

ALBERO 3: Mio figlio.

ALBERO 2: Ah, lui sì.

ALBERO 1: Mio marito.

ALBERO 2: Ma io non gliela lascio vinta.

ALBERO 3: Non mi capiscono.

ALBERO 1: Sono ignoranti.

ALBERO 2: Sono deficienti.

ALBERO 3: Eppure, sono stato chiaro.

ALBERO 2: Mah!

ALBERO 1: Boh!

ALBERO 3: Chi?

ALBERO 1: No, non è per me.

ALBERO 2: Se non ci fossi stato io…

ALBERO 3: …a quest’ora…

ALBERO 1: …chissà dove…

ALBERO 2 e ALBERO 3: Chissà dove!

ALBERO 1: E quando?

ALBERO 2: E perché?

ALBERO 3: Perché l’ha fatto?

ALBERO 1: Valli a capire!

ALBERO 2: Dopo tutto quello…

ALBERO 3: Per lei, solo per lei!

ALBERO 2: Perché io…

ALBERO 3: No, mica perché io…

ALBERO 1: Anzi, io…

ALBERO 2: Figurati se io…

ALBERO 3: Ci mancherebbe che io…

ALBERO 1: No, io… io…

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Moi-je, moi-je, moi-je…

Una brevissima pausa.

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Madame, Madame, Madame…

ALBERO 2: Madame, ha perso qualcosa.

ALBERO 3: Permette, Madame?

ALBERO 2: Madame…

ALBERO 3: Madame…

ALBERO 1: Ouiiii?

ALBERO 2 e ALBERO 3: Ci fa una foto? Si mettono in posa.

FLASH!

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Madame, Madame, Madame…

ALBERO 3: Pardon, Madame.

ALBERO 1: Je vous en prie.

ALBERO 3: Mi scusi, l’ho urtata.

ALBERO 2: Non fa niente.

ALBERO 1: Grazie.

ALBERO 2: E perché?

ALBERO 1: Perché, che?

ALBERO 2: Perché mi dici grazie?

ALBERO 1: Ma perché…

ALBERO 3: Lo dicono…

ALBERO 1: Lo dicono…

ALBERO 2: Gli umani!

ALBERO 1 e ALBERO 3: Gli umani!

ALBERO 2: Ma li vedi?

ALBERO 1: Chi?

ALBERO 2: Gli umani.

ALBERO 1: Ah, gli umani…

ALBERO 2: Questi esseri tutti schiacciati…

ALBERO 1: Con i piedi attaccati alla testa!

ALBERO 2: Piccoli, piccoli…

ALBERO 1: E’ vero che sono piccoli…

ALBERO 2: Minuscoli…

ALBERO 1: Sì, sono un po’ minuscoli…

ALBERO 2: Senza rami…

ALBERO 1: Sì, non ne hanno molti, di rami.

ALBERO 2: Senza foglie…

ALBERO 3: No!

ALBERO 2: Cosa, no?

ALBERO 1: Come, no?

ALBERO 2: Hanno forse i rami?

ALBERO 1: O le foglie?

ALBERO 3: No…

ALBERO 1 e ALBERO 2: Aahh, beh!

ALBERO 2: Che, forse, non sono piccoli?

ALBERO 1: Un po’ minuscoli?

ALBERO 3: No…

ALBERO 1 e ALBERO 2: Ahhh…e allora?

ALBERO 3: Allora, cosa?

ALBERO 1 e ALBERO 2: Perché: “no”?

ALBERO 3: Non sono schiacciati…

ALBERO 2: Eresia!

ALBERO 1: Scandalo!

ALBERO 2: Vuoi dire che non sono schiacciati?

ALBERO 3: No…

ALBERO 2: Che non sono delle frittelle con le gambe?

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Che non sono delle minuscole cacche con i piedini?

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Monsieur, Madame, dovreste allungarvi un po’…

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Vi fa male…

ALBERO 1: …stare sempre lì…

ALBERO 2: …a contatto…

ALBERO 1: …con la…

ALBERO 2: …con la merda!

ALBERO 1 e ALBERO 2: Con la merda!

ALBERO 2 (all’Albero 1): Merde!

ALBERO 1: Grazie… ehm…

ALBERO 3: Volevo solo dire che…

ALBERO 2: Volevi solo dire cosa?

ALBERO 1: Ha detto solo?

ALBERO 2: Sì, lo dice, e poi sta zitto.

ALBERO 1: Sì, è meglio.

ALBERO 2: E’ meglio.

ALBERO 3: Volevo dire che non sono così… schiacciati.

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Stai zitta!

ALBERO 3: E’ che noi li vediamo dall’alto…

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2 (all’Albero 1): Smettila! E allora?

ALBERO 3: Se li vedessimo…

ALBERO 2: Se li vedessimo?

ALBERO 1: Se li vedessimo?

ALBERO 3: Dal basso…

ALBERO 2: Come, dal basso?

ALBERO 1: Dal basso?

ALBERO 2: E’ una parola che…

ALBERO 1: …non dovresti nemmeno…

ALBERO 2: …pronunciare!

ALBERO 3: Lo so, è difficile…

ALBERO 2: Non è difficile…

ALBERO 1: E’ impossibile!

ALBERO 2: E’ un’eresia!

ALBERO 1: E’ un’infamia!

ALBERO 2: La nostra vita verticale…

ALBERO 1: Che ne sanno loro…

ALBERO 1 e ALBERO 2: Gli umani!

ALBERO 2: Ci hanno mai guardato…

ALBERO 1: …dall’alto?

ALBERO 3: Beh, forse…

ALBERO 1 e ALBERO 2: No!

ALBERO 2: Pensano…

L’Albero 1 e l’Albero 2 intrecciano i rami, con voluttà.

ALBERO 1: …che sia il vento…

ALBERO 2: …che passa…

ALBERO 1: …tra le foglie…

ALBERO 2: …non lo sanno…

ALBERO 1: …loro…

ALBERO 2: Che facciamo l’amore!

ALBERO 3: Sì, lo so…

ALBERO 2: Lo sanno, forse…

ALBERO 3: No, forse no…

ALBERO 2: …che sappiamo muoverci!

ALBERO 1: Loro pensano…

ALBERO 2: …che stiamo sempre fermi…

ALBERO 3: …e invece no…

ALBERO 1 e ALBERO 2: E invece no!

I tre alberi cominciano a camminare.

ALBERO 1: Quando nessuno ci vede…

ALBERO 2: Zitti zitti…

ALBERO 1 (facendo un salto): Saltiamo!

ALBERO 2: Ci muoviamo!

ALBERO 3: Traslochiamo!

ALBERO 1: Dal parco al Lungosenna.

ALBERO 2: Dal Lungosenna al parco.

ALBERO 3: Senza requie.

ALBERO 1: Di giorno.

ALBERO 2: E pure di notte, brrr…

ALBERO 1: Che ne sanno, gli umani?

ALBERO 2: Pensano che sei tu…

ALBERO 3: …invece magari…

ALBERO 1: ...è tuo zio…

ALBERO 2: ...è tua cugina…

ALBERO 3: …è l’amico del cuore…

ALBERO 1: Movimento!

ALBERO 2: Azione!

ALBERO 3 (si ferma): Sì, è vero, però…

Anche gli altri due alberi si fermano.

ALBERO 1: Però?

ALBERO 2: Senti, mi hai rotto i marroni con i tuoi però.

ALBERO 3: Sì, scusa…

ALBERO 1: Adesso dormiamo.

ALBERO 2: Vabbè, dormiamo.

ALBERO 3: Non ho sonno… sì, scusa, dormiamo.

Buio.

SCENA 2

Un’altra giornata è passata. E’ di nuovo mattina. Gli alberi hanno cambiato posizione. Ora l’Albero 3 è al centro. Degli uccellini becchettano i rami dell’Albero 1, facendole solletico; c’è un nido su uno dei suoi rami. L’Albero 2 tira delle pigne o altri oggetti a qualcuno. L’Albero 3 beve una bibita con un lunghissima cannuccia.

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 3: Sluurp!

ALBERO 2: Preso!

La sequenza deve essere ripetuta tre volte.

ALBERO 2: Ah, gli ho fatto male!

ALBERO 3: A chi?

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 3: Sluurp!

ALBERO 2: All’umano bianco.

ALBERO 3: Ma non è un umano bianco!

ALBERO 2: Ah no, e che cos’è, allora?

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 3: Sluurp… è un umano anziano…

ALBERO 2: Non vedo la differenza.

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2 (all’Albero 1): Ma che ti ridi?

ALBERO 1: Sono gli uccelli…

ALBERO 3: Sluurp!

ALBERO 1: Che hanno fatto il nido…

ALBERO 3: Sluurp!

ALBERO 1: Ih ih ih! Proprio lì!

ALBERO 2 (all’Albero 3): E tu, si può sapere che diavolo fai?

ALBERO 3: Bevo.

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Che fai?

ALBERO 3: Bevo, l’ho trovato…

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 3: Per terra…

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Per terra!

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2 (facendo cadere il nido dell’Albero 1 per terra): E tu…

ALBERO 1: Hai buttato il nido per terra…

ALBERO 2: …tu bevi le sostanze degli umani?

ALBERO 1: Mah, in effetti va meglio così.

ALBERO 2: Queste cose infette?

ALBERO 1: Soffro troppo il solletico.

ALBERO 2: Che poi finiscono nella terra?

ALBERO 1: Ma che buon odore!

ALBERO 2: E la inquinano?

ALBERO 3: Ma non è vero!

ALBERO 2: Ah, non è vero! E chi te l’ha detto, il tuo amico con la carta?

ALBERO 1: Ah sì, l’amico con la carta! Ih ih ih!

ALBERO 3: No, non è la carta, è un giornale.

ALBERO 2: Quello che cerca l’ombra…

ALBERO 1: …cerca il fresco…

ALBERO 2: …con l’umana bianca…

ALBERO 1: … l’umana bianca, ih ih ih!

ALBERO 3: Lei non può più leggere.

ALBERO 2: E’ così che impari le tue perversioni?

ALBERO 1: E’ contro la morale!

ALBERO 2: E’ contro l’etica!

ALBERO 1: E’ contro l’estetica, ih ih ih!

ALBERO 2 (all’Albero 1): Che ti ridi?

ALBERO 1: No, è che un uccellino… proprio lì…

ALBERO 2: L’unico liquido degli umani che mi piace…

ALBERO 1: Non proprio degli umani…

ALBERO 2: No, di quegli altri…

ALBERO 3: Dei cani…

ALBERO 2: Sì, dei cani… hmmmm…

ALBERO 3: Sluurp!

ALBERO 2: Sai che ti dico?

ALBERO 1: Che ti dico?

ALBERO 2: Che stai perdendo le foglie!

ALBERO 1: E’ vero, hai meno foglie!

ALBERO 2: Che stai cambiando colore!

ALBERO 1: Uhh, che brutto!

ALBERO 2: Che sei ancora più piccolo!

ALBERO 1: Piccolissimo!

ALBERO 2: A furia di rimpicciolire…

ALBERO 1: Ih ih ih!

ALBERO 2: Ti stai avvicinando a loro…

ALBERO 1: Sì, sì, a loro…

ALBERO 2: Alle cacche con le gambe!

ALBERO 1: Le cacche con le gambe!

ALBERO 3: Ecciù!

ALBERO 1: Salute!

ALBERO 2: Hmm, salute…

ALBERO 3: Guarda, una nuvola!

ALBERO 1: Com’è grande!

ALBERO 2: Sarebbe ora…

ALBERO 1: …un po’ d’acqua…

ALBERO 2: Loro, gli umani…

ALBERO 3: Gli umani?

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Bouffe, bouffe, bouffe…

ALBERO 1: Mangia!

ALBERO 3: Non mi va più.

ALBERO 2: Poi, metti della crème fraîche.

ALBERO 1: Il paté, allora…

ALBERO 3: Sennò, resta secco.

ALBERO 2: Con contorno di che?

ALBERO 1: Di pasta.

ALBERO 3: Di pasta?

ALBERO 2: E come antipasto?

ALBERO 1: No, le preferisco crude.

ALBERO 3: Ma fanno male…

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: E chi se ne frega!

ALBERO 2: Ho finito la mostarda.

ALBERO 1: Va innaffiato.

ALBERO 3: Mi raccomando.

ALBERO 2: Con quello buono.

ALBERO 3: Borgogna?

ALBERO 1: Sant’Emilion?

ALBERO 1: Ah, questo è eccezionale!

ALBERO 3: Prova questo.

ALBERO 2: E quest’altro, allora?

ALBERO 3: Ci trovi gli artisti.

ALBERO 1: Ci ho visto Johnny Halliday.

ALBERO 2: Ingrassato, no?

ALBERO 1: Questo è meno caro.

ALBERO 3: Meno caro?

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Argent, argent, argent…

ALBERO 2: E al netto quanto fa?

ALBERO 3: Quanti straordinari?

ALBERO 1: No, ho venduto tutto.

ALBERO 2: Non tira più.

ALBERO 3: Io mi butto sulle obbligazioni.

ALBERO 1: Ormai è impossibile comprare.

ALBERO 2: I prezzi degli immobili.

ALBERO 3: Sì, ma quanto paghi d’affitto?

ALBERO 2: E le spese?

ALBERO 3: Ho sentito dire di un fondo.

ALBERO 2: Più gli interessi.

ALBERO 1: La casa è la prima cosa.

ALBERO 2: Poi, la macchina.

ALBERO 3: Consuma molto?

ALBERO 1: No, al nero, ovviamente.

ALBERO 3: Ma quanto ti costa?

ALBERO 2: Aaaah…

ALBERO 1, ALBERO 2 e ALBERO 3: Aaaah…

ALBERO 2: E in euro quanto fa?

ALBERO 3: Troppe monete.

ALBERO 1: Non ti cambia nessuno.

ALBERO 2 (mugugnando): Hmmm…

ALBERO 1: I tassisti, poi…

ALBERO 3: Non ne parliamo…

ALBERO 2: Hmmm…

ALBERO 1: E come funziona?

ALBERO 2: Hmmm…

ALBERO 3: E’ praticamente una polizza.

ALBERO 1: Ah, alla scadenza.

ALBERO 3: Alla scadenza.

ALBERO 2: Adesso basta!

ALBERO 1 (all’Albero 2): Cosa c’è, caro?

ALBERO 3: Perché, basta?

ALBERO 2: Basta con gli umani!

ALBERO 3: Oh oh!

ALBERO 1: Uuuuh!

ALBERO 2: Basta con questi esseri disgustosi, che ci hanno chiuso in questo giardino! Si illudono di poterci tenere prigionieri…

ALBERO 1: Sono veramente disgustosi.

ALBERO 2: Occupano la nostra terra.

ALBERO 1: La nostra terra, capisci?

ALBERO 2: Corrodono la nostra terra. Sono sempre lì, con le loro carte, le loro rotelle, il loro cibo schifoso, queste piccole merde!

ALBERO 3: Sì, ma si occupano di noi…

ALBERO 2: Si occupano di noi?

ALBERO 1: Si occupano di noi?

ALBERO 3: Sì, ci innaffiano, ci potano ad ogni stagione.

ALBERO 2: E io che dovrei fare, secondo te: riverirli e omaggiarli perché mi fanno la manicure una volta all’anno?

ALBERO 1: Però, la manicure…

ALBERO 2 (all’Albero 1): Taci!

ALBERO 1 (all’Albero 3): Taci!

ALBERO 2: Ci trattano da esseri inferiori, loro…

ALBERO 3: Sì, ma ci vogliono bene…

ALBERO 2: Basta! Bisogna farla finita con gli umani!

ALBERO 1: Giusto! Finiti gli umani!

ALBERO 2: Ma ci pensate a come potrebbe essere questo giardino senza le cacche con le gambe? Tutta la terra per noi… potremmo fare quello che ci pare…

ALBERO 1: Sì!

ALBERO 2: Occupare tutto lo spazio!

ALBERO 1: Sì!

ALBERO 2: Fare quello che ci pare!

ALBERO 1: Sì!

ALBERO 2: Distruggere le aiuole!

ALBERO 1: Sì… le aiuole?

ALBERO 3: Ma nelle aiuole ci sono i fiori…

ALBERO 2: E allora?

ALBERO 3: Sono nostri fratelli…

ALBERO 2: Sono solo dei parassiti, ecco quello che sono! Ammirati, coccolati tutto il giorno… quanto sono belli questi fiori, che meraviglia questi fiori, merde questi fiori, dico io! Basta con le chiacchiere, bisogna agire!

ALBERO 1: Sì, agire!

ALBERO 2: Ricacciamo il nemico fuori del giardino!

ALBERO 1: Sì, fuori il nemico!

ALBERO 2: Riprendiamoci la nostra sacra terra!

ALBERO 1: Sì, la nostra sacra terra!

ALBERO 3: Ma è una follia!

ALBERO 2: Non ho sentito bene, puoi ripetere?

ALBERO 3: E’ una follia… come conti di fare? Sono decine, centinaia, ne potranno venire degli altri… e tu… sei solo…

ALBERO 2: No, ti sbagli, non sono solo.

ALBERO 1: Non è solo!

ALBERO 3: D’accordo, sarete due, ma come speri…

ALBERO 2: Del rispetto, prego, del rispetto quando parli al tuo generale!

ALBERO 3: Che?

ALBERO 2: Davanti a te hai il generale dell’esercito arboreo del Giardino del Lussemburgo!

ALBERO 1: Wow, un generale!

ALBERO 2: Nei migliori eserciti il generale ha un attendente, un fedele consigliere. Ecco, io, generale dell’esercito arboreo del Giardino del Lussemburgo, ti nomino mio consigliere!

ALBERO 3: Io?

ALBERO 2: Lo so, non è il momento dei ringraziamenti, bisogna mobilitare le truppe, adesso.

ALBERO 3: Ma non se ne parla nemmeno, è una pazzia…

ALBERO 2: Ascolta, stai a sentire la voce di un fratello, nonché tuo generale: c’è un solo albero che in questo giardino conosca gli umani meglio di te?

ALBERO 3: No…

ALBERO 2: Io ho la forza, ma non li conosco, questi bastardi. Tu, invece… tu li osservi ogni giorno, conosci le loro abitudini, capisci quello che fanno, sai quali sono i loro punti deboli. Il numero non mi spaventa: con te al mio fianco potremo ricacciarli via tutti in una sola giornata! Riprendiamoci la nostra sacra terra!

ALBERO 1: Sì, la nostra sacra terra!

ALBERO 2: Dimmi, che cosa desideri di più al mondo?

ALBERO 3: Ma io…

ALBERO 2 (indicando l’Albero 1): Vuoi lei?

ALBERO 1: Uuuh!

ALBERO 2: La vuoi? La desideri, eh? Sento che non c’è niente al mondo che tu desideri di più… beh, l’avrai! Anzi, è già tua!

ALBERO 3: Come, è già mia?

ALBERO 1: Come, già sua?

ALBERO 2: Tanto, io non saprei più che farmene… ora che sono generale, devo pensare alle mie truppe, alle operazioni militari, alla difesa del territorio… non avrei più tempo da dedicarle.

ALBERO 1: Ah sì, è così? (All’Albero 3) Tu, vieni qua!

ALBERO 3: Io?

ALBERO 1 e ALBERO 3 (intrecciando i rami): Uuuuuuh…

ALBERO 2: Finito?

ALBERO 1 e ALBERO 3: Uuuuuuh…

ALBERO 2: Insomma, finito o no?

ALBERO 1 e ALBERO 3: Uuuuuuh…

ALBERO 2: Allora lo decido io, avete finito! Andiamo, non possiamo restare troppo tempo con i rami in mano… il nemico potrebbe prendere il sopravvento!

ALBERO 3: Aspetta, un momento solo…

ALBERO 1 e ALBERO 3: Uuuuuuh…

ALBERO 2 (li separa): Insomma, basta!

ALBERO 3: Ma… quali sono i tuoi piani?

ALBERO 2: Beh… ecco, io comincerei da…

ALBERO 3: Lo sapevo, io. Non hai ancora un piano. Bisogna fare un piano.

ALBERO 2: E facciamolo, questo piano!

ALBERO 3: Non subito, bisogna riposare. Domattina, a mente fresca, tutto sarà più facile.

ALBERO 2: E che succede se il nemico…?

ALBERO 3: E’ semplice: il nemico non sa ancora di essere nostro nemico.

ALBERO 2: E’vero, non ci avevo pensato.

ALBERO 3: Allora, dormiamo.

ALBERO 2: Vabbè, dormiamo.

ALBERO 1: Ma io non ho sonno… vabbè, dormiamo.

Buio.

SCENA 3

Una nuova giornata si annuncia. L’Albero 2 ha in testa (pardon, sui rami) un cappello da Napoleone e cammina nervosamente su e giù per la scena. Gli altri due continuano a dormire insieme, i rami intrecciati.

ALBERO 2: Pensare, concentrarsi, attivarsi, prepararsi, attaccare! Attaccare, sì, attaccare! (Agli altri due alberi) Sveglia, qui si fa la Storia!

ALBERO 3 (svegliandosi malvolentieri): Un attimo…

ALBERO 1 (come l’Albero 3): Sì, un attimo…

ALBERO 2: Come, un attimo? Sveglia, sveglia, popolo arboreo! Liberiamo la nostra terra dagli oppressori, conquistiamo una pace duratura col solo sacrificio di un giorno di guerra sanguinosa! Popolo arboreo del Giardino del Lussemburgo, preparati alla lotta! Vedo già il nemico arrivare… eccoli, un primo gruppo da nord-est… delle truppe si ammassano a nord-ovest… e a sud (verso il pubblico)... ooh, quanti ce ne sono…. Presto, bisogna fare presto, non dobbiamo farci sopraffare dal nemico! Sveglia, sveglia!

ALBERO 3: Non c’è fretta…

ALBERO 2: Sì, invece, dobbiamo fare presto!

ALBERO 3: No, non c’è fretta…

ALBERO 1: Se te lo dice lui, vuol dire che non c’è fretta, no?

ALBERO 3: Hai parlato ai fratelli?

ALBERO 2: Tutta la notte, ho passato tutta la notte… mentre voi…

ALBERO 3: Allora, hai parlato ai fratelli, sì o no?

ALBERO 2: Certo che ho parlato ai fratelli.

ALBERO 3: E che ti hanno detto?

ALBERO 2: Che sono d’accordo.

ALBERO 3: Bene.

ALBERO 1: I soliti pecoroni.

ALBERO 3: Che hanno detto degli umani?

ALBERO 2: Che vogliono calpestarli, schiacciarli, tritarli…

ALBERO 3: Va bene, va bene, ho capito! E dei fiori?

ALBERO 2: Che non ne possono più, di questi esseri vanitosi e futili!

ALBERO 1 (sorpresa): Uuuh!

ALBERO 2: Che li vogliono estirpare, seppellire…

ALBERO 3: Sì, ho capito, ho capito, risparmiami i dettagli…

ALBERO 2: Popolo arboreo del Giardino del Lussemburgo…

ALBERO 3: La fai finita con i tuoi proclami?

ALBERO 2: Ma stanno arrivando!

ALBERO 3: Chi?

ALBERO 2: Le truppe nemiche! Dobbiamo attaccarli prima che sia troppo tardi! Popolo…

ALBERO 3: Ma ti ho già detto… ti ho già detto che il nemico non lo sa di essere nostro nemico…

ALBERO 2: Sì, è vero…

ALBERO 1: Certo che è vero!

ALBERO 3: E che bisogna fare un piano.

ALBERO 1: Un piano.

ALBERO 2: Sì, è vero, ma… vedi… già la parola non mi piace, mi fa pensare a qualcosa di orizzontale… piano…

ALBERO 1: Orizzontale!

ALBERO 2: Non si può usare un’altra parola, più verticale…?

ALBERO 1: Verticale!

ALBERO 3: Adesso stammi bene a sentire… gli umani non ci conoscono, giusto?

ALBERO 2: No.

ALBERO 3: Non sanno di cosa siamo capaci… non sanno che sappiamo muoverci, parlare, ballare, (intrecciando i propri rami con quelli dell’Albero 1) fare l’amore…

ALBERO 1 (con voluttà): Uuuh!

ALBERO 3: Dobbiamo offrire loro uno spettacolo!

ALBERO 2: Come, uno spettacolo, ma io le voglio maciullare, quelle cacchette con le gambe…

ALBERO 3: Stammi a sentire senza interrompermi, se non ti dispiace…

ALBERO 1 (con ammirazione): Uuuh!

ALBERO 3: Faremo loro credere che siamo degli alberi finti, delle attrazioni… loro non pensano a nient’altro che a divertirsi. Vogliono sempre giocare. Verranno tutti in massa. Vicino alla grande fontana, al centro del giardino. Tutti. Vecchi e giovani, uomini e donne, accoreranno tutti a vedere questi alberi che parlano e cantano. Nessuno ha mai visto niente del genere. Sarà un evento memorabile, per loro. “Venghino, signore e signori, venghino, ad ammirare gli alberi parlanti, la più grande attrazione della città di Parigi… venghino, lo spettacolo è gratuito!” E mentre io li farò divertire, tu avrai radunato tutti i fratelli e avanzerai, silenziosamente…

ALBERO 2: Con il mio esercito!

ALBERO 3: Esatto, con il tuo esercito, e li circonderai. Sarà facile facile. Si spaventeranno a morte, a vedervi arrivare. Scapperanno tutti e non oseranno più ritornare. Ma, mi raccomando: niente spargimenti di sangue.

ALBERO 2: E’ un piano… ehm… volevo dire, è eccezionale! Ma come ti è venuto in mente?

ALBERO 1: Che uomo… sembra un albero!

ALBERO 3: Adesso andiamo, non c’è tempo da perdere.

ALBERO 2: ???

ALBERO 1: Sì, ma non fate tardi.

ALBERO 2: Popolo del Lussemburgo, fratelli, soldati, preparate le armi, siate pronti per la più grossa…

ALBERO 3: Discrezione. Ti chiedo solo più discrezione…

ALBERO 2: Parlo troppo forte?

ALBERO 3: Si sta annuvolando…

ALBERO 1: …di nuovo.

ALBERO 2 e ALBERO 3: Andiamo. Escono.

ALBERO 1: Riconoscere il proprio simile, accettarlo nella propria casa, fargli sentire che il mondo ruota intorno a lui, mangiare, bere, dormire con lui.

L’Albero 3 rientra in scena. Continuerà ad entrare ed uscire dalla scena, nel tentativo di radunare più gente possibile.

ALBERO 3: Signore e signori, ospiti del Giardino del Lussemburgo, vi presentiamo la più grande attrazione di tutti i tempi: voi pensavate che i cani, i cavalli, persino le scimmie fossero intelligenti…

ALBERO 1: Individuare il diverso, additarlo, disprezzarlo, fargli mancare la terra sotto i piedi, rendergli la vita un inferno.

ALBERO 3: …e invece vi sbagliavate, vi siete sempre sbagliati! Qui potete vedere che gli alberi, esseri silenziosi e statici, sono capaci di camminare… Mostra che sa camminare.

ALBERO 1: Riprendere il proprio simile, riconsiderare la sua posizione, cominciare ad avanzare dei dubbi sul suo passato, sul suo presente… fargli sentire una punta di ostilità…

ALBERO 3: …piano e forte, forte e piano…

ALBERO 1: …mostrarsi poco a poco indifferenti nei suoi confronti, tanto, in fin dei conti, non è nessuno…

ALBERO 3: …siamo capaci di cantare: Ioo oooh dabidubidarida!

ALBERO 1: Far incontrare il proprio simile e il diverso, nella speranza che riescano ad odiarsi…

ALBERO 3: … siamo capaci, signore e signori (bambini esclusi) di far l’amore… (intrecciando i propri rami con quelli dell’Albero 1) uuuuhhh!

ALBERO 1: Uuuhhh!

ALBERO 3: Venghino, signore e signori, ad ammirare la nuova meraviglia! Lo spettacolo è gratuito!

ALBERO 1: Certo, voi vi divertite, poi siamo sempre noi che restiamo in casa ad aspettarvi.

Un silenzio.

Gli uccellini ricominciano a fare il nido sui rami dell’Albero 1.

ALBERO 1: Ih ih ih ih! Siete tornati! Ih ih ih!

ALBERO 3: Venghino, signore e signori, venghino. Contemplate il talento degli alberi parlanti. Mammammamma pappapappappappa… e… guardate alle vostre spalle, non siamo soli.

Un silenzio.

ALBERO 1: Toh, piove.

ALBERO 3: Ci sono cascati! Ci sono cascati in pieno!

L’Albero 2 rientra in scena correndo e lanciando degli oggetti contro i “nemici”.

ALBERO 2: In qualità di generale dell’esercito arboreo del Giardino del Lussemburgo, dichiaro aperta la caccia alle cacche con le gambe!

ALBERO 3: Meno enfasi, ok? Cerca di moderarti…

ALBERO 1: Io, visto il tempaccio che fa, metto radici.

L’Albero 1 si ferma al centro della scena, in prima. Non si sposterà più. D’ora in poi, gli altri due passeranno sempre alle sue spalle, restando al di fuori del suo campo visivo.

L’Albero 2 e l’Albero 3, sempre di corsa, entrano e escono dalla scena continuamente.

ALBERO 2: Chi ne prende di più lo nomino colonnello! Guarda quello come scappa!

ALBERO 3: Monsieur, Monsieur, non si può stare qui…

ALBERO 2: Gliel’ho già detto, Monsieur…

ALBERO 3: Beccati questa polizza…

ALBERO 2: …con gli interessi!

ALBERO 3: Ah, ah, ah, la vecchia è mia, eh?

La pioggia aumenta d’intensità. Inizia a soffiare un forte vento, che fa sbilanciare l’Albero 2 e l’Albero 3.

ALBERO 2: Madame, madame, je…

ALBERO 3: …vous en…

ALBERO 2 e 3: …prie!

ALBERO 3: Attento al fango, che scivoli…

ALBERO 2: Ma quando mai, io sono il generale!

ALBERO 3: Generale dei miei stivali...

ALBERO 2: Gli stivali?

ALBERO 3: Lascia stare, generale. Di qua, di qua, falli passare di qua!

ALBERO 2: Ma sono io che comando, insomma!

ALBERO 1: Ragazzi… ragazzi, su, adesso basta giocare… tornate qui, che c’è aria di burrasca…

Il vento soffia sempre più forte.

ALBERO 3: Eccoli, eccoli! Attento, che arrivano!

ALBERO 2: Prenditi questo menu a duecento franchi!

ALBERO 3: Con la crème fraîche, con la crème fraîche!

La pioggia aumenta d’intensità.

ALBERO 1: Ragazzi, forza, è pericoloso, è il momento di mettere radici…

ALBERO 3: Non ti preoccupare, abbiamo quasi finito! Esce di scena.

ALBERO 2: Ne ho presi almeno trenta. Merito o no una medaglia?

ALBERO 1: Certo, certo, ma adesso torna e metti radici che è rischioso… con la tempesta…

Preso nell’occhio del ciclone, l’Albero 2 vola via.

Un silenzio.

La voce lontana dell’Albero 2: E trentuno! Sarò imperatoreeeeeeeeee…

Un silenzio.

ALBERO 3 (rientra in scena, sempre correndo): Vittoria! Scappano tutti! Vittoria!

ALBERO 1: Voglio proprio vedere quando ti decidi a tornare.

Anche l’Albero 3 vola via.

ALBERO 1: Ci sei? Un silenzio. Non ci sei. Un silenzio. Ve l’avevo detto io. Che bisognava mettere radici. Un silenzio. Il tempo migliora. Gli uccellini tornano a becchettarla. Ih ih ih! Ah, siete tornati! Ih, ih, ih! Perdiana, un po’ più in basso! Di voi non ci si può proprio fidare… ih ih ih…


FINE