Belfagor?… gabbato!

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Belfagor?…gabbato!

Commedia brillante in tre atti

di

Kramer Moggia

( da una novella di Niccolò Machiavelli)

Socio S.I.A.E.: autori n° 88397 – 31/12/ ’89 qualità D.O.R. autore parte letteraria

26041 CASALMAGGIORE ( Cremona) Via Cairoli, 93 tel, 0375 41110 cell. 3396821681

Ogni riferimento a persone, cose situazioni sono puramente casuali

PERSONAGGI

Belfagor – Rodrigo=   BEL

Minosse=                    MINO

Amerigo=                    AME

Onesta                         ONESTA

Gianmatteo=               GIAN           

Anna                           ANNA

Fanciulla

LUOGO DELL’AZIONE SCENICA: città della val padana

EPOCA: indefinita. Nel caso si voglia ambientarla all’epoca del Machiavelli si dovranno apportare alcune variazioni alle espressioni moderne.


Trama della novella

Plutone, re degli Inferi, decide di mandare un diavolo sulla terra a vivere da uomo ammogliato, per verificare se è vero che la vita coniugale sia peggiore dell'Inferno. Invia Belfagor, con una cospicua somma di denaro e diversi diavoli trasformati in servitori: dovrà sposarsi e restare sulla terra per dieci anni. Belfagor, diventato uomo, va a vivere a Firenze e si sposa, finendo vittima di una donna che lo costringe a contrarre un debito dopo l'altro. Il povero diavolo è costretto allora a fuggire, inseguito dai creditori. Viene salvato da un contadino, Gianmatteo del Brica, al quale per ricompensarlo, promette di farlo diventare ricco come esorcista di donne indemoniate. Belfagor infatti prima penetra nel corpo di alcune donne e poi, quando il contadino glielo chiede, ne esce . Arricchitosi a sufficienza, Belfagor non si dichiara più disposto ad aiutarlo ulteriormente; quando dunque Gianmatteo viene contattato dal Re di Francia per liberare dal demonio sua figlia, egli si rifiuta di svolgere il suo compito. Gianmatteo, rischiando di essere condannato a morte, organizza una beffa ai danni di Belfagor, facendogli credere che stia per giungere la moglie: il diavolo allora si spaventa a tal punto che lascia la fanciulla dalle sue grinfie e ritorna per sempre nell'Inferno. Il mondo umano è davvero peggiore di quello infernale! In questo modo il punto di vista di un diavolo sulla nostra società serve in realtà a smascherarne gli egoismi, le cattiverie, gli inganni e a farne emergere delle caratteristiche più infernali che umane.

A T T O    P R I M O

ATTO PRIMO

Tempo: primi giorni di primavera.

Scenografia: Terrazzo di una villetta prospiciente il fiume Po. Tavolo in ferro battuto con poltroncine pure in ferro battuto, piantine in vaso, tramezzo mobile color verde.

 Scena prima: Belfagor, Minosse.

MINO             ( in piedi, di fronte al fondale, guardando fuori ) Il panorama mi sembra bello.

BEL                ( seduto accanto al tavolo) Il fiume Po ha il suo fascino almeno da quel che ho capito parlando con qualcuno che ho incontrato passeggiando sull’argine. Ogni tanto si vedono alcuni giovani su barche di regata di una società  canottieri con sede proprio oltre il ponte.

MINO             Quindi ti puoi godere anche un certo spettacolo di carattere sportivo.

BEL                Oh certo. Quei ragazzi sono atleti di quella società canottieri che si vanta di ben due medaglie olimpiche.

MINO             ( meravigliato)Veramente!?

BEL                Sembra che gran merito vada all’allenatore, che oltre ad avere una preparazione tecnica di valore, direi mondiale, tratta i suoi ragazzi come un padre, e loro a loro volta, con gran rispetto dandogli del “lei” ,dimostrano di stimarlo moltissimo.

MINO             Addirittura!

BEL                … Visti i risultati che hanno ottenuto… E dico… questa è una città piuttosto piccola se vogliamo.

MINO             Chissà quante arie si daranno questi abitanti.

BEL                Da quel che mi hanno raccontato, ne hanno ben donde, e non solo nel campo sportivo quanto sotto un profilo, non so come dire: umano, sentimentale, amore per la propria terra…

MINO             Non mi dirai che sono dei “santi”?

BEL                Proprio tu usi quel termine?

MINO             “ Santi” Scusami. per noi questa, è una parola fuori posto.

BEL                Appunto.

MINO                        Dovevo dire sono degli “ infernali” Mi sembra che sia più consona al nostro stato, se vogliamo  fare un complimento.

BEL                Mi hanno raccontato che molti anni fa  questo “grande fiume” aveva fatto  le bizze. Ciò che non aveva fatto fin dal secolo precedente.

MINO             Cioè si è comportato come il nostro “ Acheronte”   

BEL                Direi con ancor più irruenza.

MINO             Tu dici?... più del nostro fiume infernale?

BEL                Guarda: che quando la terra fa sul serio non ci sono né santi né madonne che la trattengono..

MINO             Anche tu ora ti metti a nominare la parte avversa?

BEL                ( ritornando a riprendere il discorso ) Ti dicevo che in quell’anno il fiume raggiunse un tal livello che per passare sotto il ponte doveva abbassare la testa. Questi abitanti,  (spiritoso) quasi per ridere, si son messi a riempire i sacchi di terra per fare muro al crescere del livello dell’acqua.

MINO             E poi…?

BEL                Quando si accorsero che ciò poteva evitare una vera e propria catastrofe, han continuato fino a creare un muro che in alcuni tratti raggiunse  i tre metri. Le donne tenevano aperti i sacchi, i vecchi li riempivano ed i giovani li portavano a dimora. E  chi non poteva far altro girava giorno e notte con grappa e tanto “amore”

MINO             ( rimproverando) Per favore! Evita di usare certe parole!

BEL                Scusami. Dopo diversi giorni vedendo che il livello del fiume non diminuiva hanno promossa una processione che portasse il crocefisso, come già fecero per la precedente alluvione  ad immergere nelle acque.

MINO             Quando si dice “ a mal comune, comune rimedio…”

BEL                Dopo poco tempo le acque diminuirono e la pace ritornò nel cuore degli abitanti.

MINO             Questa ultima parte potevi fare a meno di raccontarla, perché così hai fatto pubblicità alla concorrenza.

( dopo aver passeggiato un po’ sul terrazzo vanno a sedersi a tavolino)

BEL                La verità non dovrebbe disturbare mai.

MINO             ( cambiando tono ed argomento) Ti auguro di trovarti a tuo agio qui.

BEL                ( un po’ scocciato) Sì… però…

MINO             Senti: tutti quegli uomini che son giunti quaggiù, non si son lamentati per tutti i dispiaceri e disavventure che li potevano aggredire, ma perché prendendo moglie hanno sofferto una grande infelicità.

BEL                …Dì pure le “ pene dell’Inferno.”    

MINO             …E non uno, ma tutti. Tu sai come è fatto Plutone. Si è posto il problema, e soprattutto si è chiesto  come si poteva risolverlo. Perciò ha radunato tutti noi del Consiglio ed insieme abbiamo deliberato  che: era cosa opportuna andare a fondo della questione, verificarne la veridicità, e di conseguenza trovare una soluzione.

BEL                E allora?

MINO             E allora… poiché, per fatale sorte e disposizione divina mi è stato attribuito il comando di questo “ Inferno”  sono stato chiamato           a dare un giudizio che non è solo divino ma anche mondano. In definitiva sono stato chiamato ad emettere leggi che hanno lo scopo di dare regole al vivere civile.

BEL                … E come si sul dire te la devi “ sciugare”

MINO             Appunto. E  allora cos’ho fatto? Ho riunito il Consiglio degli arcidiavoli  perché, insieme, risolvessimo questo problema. Tutti i mortali che vengono nel nostro regno, attribuiscono   i propri peccati  alle mogli.

BEN               A me pare impossibile.

MINO             Siccome non desideravamo essere accusati di leggerezza nel governare la vita degli uomini ed emettere leggi ingiuste, insieme abbiam cercato di trovare una soluzione.

BEN               … E ai giudici è parso giusto giungere ad una soluzione convincente.

MINO             E’ evidente, che prima di prendere una decisione, sia opportuno verificare che  tutto ciò che si è sentito corrisponda a verità.

BEN               ( spiritoso ) La saggezza degli inferi è proverbiale.

MINO             ( pure lui spiritoso) Se proprio ti diverti… Comunque: alcuni dicevano di mandare diversi a fare quella esperienza e poi ricavarne un rapporto uniforme; altri dicevano che sarebbe stato sufficiente il parere di un sol giudice qualificato. Sottolineo qualificato.

BEN               Naturalmente avrete chiesto a tutti: chi di loro si prendesse questo incarico, meglio ancora questa gatta da pelare,  ma nessuno si offrì. Tutti avevano” il braccio corto” come si suol dire.

MINO                        Come sei intelligente… Proprio così. ( riprendendo il discorso) Fu, quindi, deliberato di mandare qualcuno che doveva venire sulla terra a sbrigare questo compito. Questi  doveva essere l’arcidiavolo Belfagor, visto che prima di cadere nell’Inferno era arcangelo in Cielo.

BEN               Non avete pensato che io avevo altre incombenze anche più importanti? Proprio tu dovevi difendermi. Tu: che mi hai dato l’incarico, a te destinato, tra l’altro, di giudicare i dannati.  -Cito Dante Alighieri “ qual conoscitor e le peccata” - decretando il girone nel quale mandare, con  giri di coda, i  peccatori. E tu sai che fatica ho fatto considerando che la mia coda è più corta della tua.

MINO             Hai fatto buon sangue a cattivo gioco, accettando l’incarico e seguire le disposizioni che il Gran Consiglio ha deliberato.

BEN               Una gran somma di denaro mi avete dato per sopportare tutte le spese che già ho cominciato a sostenere. Ma quel che non mi è andato giù: dover cercarmi al più presto una moglie…

MINO             (completando il discorso) …e vivere con lei dieci anni.

BEN               Dopo,  fingendomi morto, ritornare  a Casa e fare un accurato rapporto, cioè: quali oneri  comporta il matrimonio e quali inconvenienti può procurare.

MINO             Deve essere ben chiaro che ti devi sottoporre a tutti i disagi e mali che assillano l’uomo, compresi  la povertà, il carcere, le malattie ed ogni altro infortunio.

BEN               ( deciso) E ti par poco?!

MINO             E mi raccomando! Evita l’inganno e l’astuzia!

BEN               ( offeso) Guarda che io sono un “ diavolo” serio!

MINO             ( prendendolo in giro) E’ per questo che ti abbiamo scelto!

BEN               ( senza  cattiveria ) Ma va all’Inferno!

MINO             Eh…eh… Questa è una bestemmia…

BEN               Scusa.

MINO             ( cambiando decisamente discorso) Tu mi devi dire: come mai hai scelto di stabilirti in questa parte del mondo.

BEN               Ti dirò che colui che sta sceneggiando questa novella di Niccolò, è uno del posto, ti dirò, pure,  tra l’altro,  amante della sua città e del suo Po. La sua famiglia è qui dal 1600, venuta dalla Spagna, vuoi che non conosca a fondo questa gente? Ti confesso pure che vorrei che  questa  scenografia  andasse i scena per opera di quella Filodrammatica di cui questi abitanti vanno orgogliosi.

MINO             ( sorridendo ironicamente) Oh, che bella “sbrodolata.”  

BEN               Anzi, ti dirò, che in un primo momento, per quel motivo, avevo pensato di assumere il nome di : Rodrigo di Castiglia la cui famiglia  venne come commerciante di granaglie, ma poi ho pensato di limitare il mio nome a Rodrigo, nome molto semplice, che si adatta anche a quella attività che mi sembra adeguata in questi momenti di “ stringi cinghia”, di: usuraio.

MINO             Aveva altra attività da sceglierti quel machiavellico individuo?

BEN               Hai ragione, anche perché non è certo nel mio carattere.  Ci penserò su. Se ritornando a casa ti capita di imbatterti in Machiavelli, non dirglielo, non vorrei che si offendesse. Sempre che viva dalle nostre parti.

MINO             Direi proprio di sì. Uno che afferma che “il fine giustifica il mezzo” dove vuoi che sia andato? Tanto più che lui con il clero non andava a nozze.

BEL                Infatti. Guarda che figura ha fatto fare a fra Timoteo nella “ Mandragola”… sembrava uno di noi…

MINO             Beh, ritornando a questo bel villino, come hai fatto a camuffare le tue origini?

BEL                Ho raccontato che già da piccolo con i miei genitori ho vissuto a lungo all’estero, poi crescendo ho intrapreso un’attività che mi ha procurato tutta questa ricchezza.

MINO             Mi sembra una scusa valida.

BEL                Ed ora, finalmente sono venuto qua per cercar moglie: una donna che sia civile e  che abbia il mio carattere, o perlomeno, che si assomigli.

MINO             Tu sei un bell’uomo, non ti sarà difficile conquistare le grazie di una ( spiritoso) bella pulzella.   

BEL                Grazie del “ bell’uomo”

MINO             Dimostri di essere molto ricco; di carattere cordiale e liberale, chissà quante donne ti “ slumerarnno”,  come dicono qui e quanti padri busseranno alla tua porta.

BEL                Ricordiamoci che questa non è una mia scelta, ma la decisione della “ Suprema Corte Infernale”

MINO                        Bravo! ricordatelo! ( cambiando tono) Bene, ora ti lascio. ( cattedratico) Ben gravi incombenze mi chiamano in patria. Mi dicono che si è già formata una gran corsa di peccatori che implorano, scusami: non è il verbo adatto, che attendono quanti giri di coda dovrò fare per determinare il loro girone.

BEN               Ti auguro buon lavoro.

MINO             Ah: dimenticavo. Nel caso che nella  vicenda terrena tu  non riesca a trovare interpreti per eventuali personaggi, li posso sostituire io. Tu sai che noi possiamo cambiare pelle come i serpenti.

BEL                E’ proprio  vero che noi “ cambiamo il pelo ma non il vizio”

MINO             Ti saluto.( esce)

(pausa)

Scena seconda:Minosse, Rodrigo, Amerigo.

( Minosse rientrando) Nell’uscire mi sono imbattuto in  un signore che mi sembra una persona di un certo rango. Mi ha chiesto se qui abitasse un certo Rodrigo. Prima di farlo passare ho pensato di avvertirti. Mi è sembrato un parente di una probabile tua futura consorte. Visto che ormai in molti si son fatti avanti. Volevo darti modo di prepararti ad un’eventuale risposta.

BEL                Hai fatto bene. Anzi, visto che sei ancora qui e che certo non ti manca il tempo considerato che hai davanti l’eternità, ti prego di restare per aiutarmi; nel caso debba fare un diniego o addirittura accettare la candidatura.

MINO             (esce e fuori scena rivolto all’ospite ) Prego si accomodi.

( Mino e Amerigo entrano insieme )

AMERIGO    (come entra guarda il terrazzo  con ammirazione) Signor Rodrigo, mi scusi se forse vengo ad importunarla…

BEL                ( gli va incontro) Anzi, mi fa piacere conoscere persone di questa parte del mondo della quale, da poco, son venuto ad apprezzare.

AME               Quando sento stimare la mia terra, provo un intimo piacere. Io di questi luoghi ne sono innamorato.

MINO             Già noto, con piacere, che ormai qualcosa avete in comune…

AME               Permetta signor Rodrigo che mi presenti. Il mio nome è Amerigo Donati e abito per l’appunto in questa città dove ebbi i natali e dove già da generazioni la mia famiglia vive.

BEL                ( porgendo la mano) Con piacere le stringo la mano.( spiritoso) Sicché stringo la mano ad una parte di storia di questi luoghi.

MINO             ( insinuante) Chi da sempre vive qui, ha modo non solo di conoscerne la storia ed   anche l’architettura. Per l’appunto ho notato venendo qui,.. ( cambiando tono) Mi scuso: sono un caro amico del padrone di casa. Mi chiamo Minosse.

AME               ( assume un’espressione come dire che nome infernale)

MINO             Non mi faccia domande strane che già conosco. Il mio nome è forse come dire, infernale, ma me lo sono trovato addosso il giorno in cui sono nato.

AME               Non mi meraviglio più di tanto. Pensi che da noi, diverse famiglie con lo stesso cognome  si imparentano fra di loro.  Han dovuto servirsi di soprannomi, e le assicuro che molti sono anche buffi, mi scusi, volevo dire inusuali.

MINO             (riprendendo il discorso interrotto) Ho notato, dicevo, diversi edifici storici di una certa nobiltà…

AME               Non vorrei esaltare i miei natali, ma forse uno di quei palazzi appartiene alla mia famiglia direi da sempre. Il nostro è laterale alla via adducente al Duomo.

( Mino e Bel, per “Duomo”si guardano con disappunto ed entrambi si schiariscono la gola)

             

BEL                Che piacere sarebbe poter goderne la visita.

AME               ( a disagio)  Purtroppo non è più mio quel palazzo. Era bisognevole di tanta servitù che ormai non si trova, per cui ho dovuto cederlo.

MINO             Mi sembra una cosa ragionevole, La servitù al giorno d’oggi è un problema.

BEL                Ridursi ad una villa come questa per un’unica famiglia mi sembra anche giusto.

AME               In un primo momento ho pensato effettivamente a questa soluzione, ma poi ( non trovando una giusta scusa) ci è sembrato che la troppa vicinanza al fiume potesse portar troppa umidità.

MINO             (cominciando a comprendere) Per dire la verità qui da voi le nebbie non mancano…

BEL                Ed un bel appartamento  in piano alto per una buona vista, forse…

AME               Senz’altro. Ma alcuni dei miei parenti non sopportano l’uso di troppe rampe di  scale.

MINO             Capisco. Figuriamoci doverle salire piuttosto spesso.

AME               Per l’appunto.

BEL                Forse una casetta qui in centro…

AME               Infatti. Solo che abbiamo creduto opportuno affittare una  dismessa cascina qui in campagna. L’aria è molto buona, ed il traffico certo colà non c’è. La capezzagna che conduce alla cascina non è, per dire il vero, molto agibile  ma mettendo un poco di ghiaia abbiamo risolto il problema del fango.

MINO             (concludendo) E  le spese son ridotte.

AME               (risponde con un schiarimento di gola)         ,

BEN               ( che ha capito) Ah!

AME               (insinuante) Certo  che  non è come questa  villa che suppongo di sua proprietà.

BEN               Sì. L’ho acquistata nel momento in cui decisi di stabilirmi qui. Mi è piaciuta, l’ho comprata.

AME               Questa residenza è fra le migliori della città, se non la più valutata. Non fosse altro che per la vista del Po che da qui ammalia.

(Amerigo va verso il fondale per ammirare il Po seguito dagli altri)

MINO             Per il mio amico non è stato certo un problema. Avrebbe  potuto acquistare ville che vanno da qui all’Inferno: ( correggendosi) diverse, volevo dire.

BEL                ( indagando )Diceva: famiglia numerosa…

AME               Per l’appunto. Mi onoro di avere, come si usava un tempo, una famiglia di tre femmine tutte da marito, e tre maschi. Anzi, per dire la verità quattro. Questa quarta si chiama Onesta, che, come il nome: ha la  dignità. E se permette è proprio di questa mia figlia che le vorrei parlare. Sarò di stampo antico, ma vorrei accasare le mie figlie seguendo la loro nascita.

BEL                Ah, sì?

AME               Si è sparsa la voce, qui in città,  che lei desidera accasarsi, per cui: mi son permesso di venire a proporle la mia primogenita. So di essere indiscreto, ma sa, sistemare  quattro figlie non è da poco… per cui facendo onta alla mia dignità, mi son permesso di…

(Bel con il gesto invita Amerigo ad andare a sedersi. I due si siedono, Minosse rimane in piedi)

BEL                Certo che non alla sua sincerità ha fatto onta. (cambiando tono) E sua figlia primogenita non precederà di molti anni la seconda?...spero.

AME               Di poco posso dire. ( cambiando tono) Si dice un gran  bene nei suoi confronti…

BEL                …E ciò mi fa piacere…( c.s.)Lei sa che il carattere influenza molto il progredire  della vita di una persona. Immagino che la sua famiglia avrà modellato quello.

AME               E’ una cara figliola. ( c.s.)Non ho ben compreso la sua attività che, immagino, sia favorita dal luogo che ha scelto in cui vivere.

MINO             Immagino che avrà molti corteggiatori?...

AME               La sua bellezza, non facendole difetto, ha suscitato tanto interesse, certo.  (c.s.)Ha già fissato l’attenzione su qualche cosa di interessante qui da noi?

 MINO                       La modestia del mio amico, che senz’altro gli fa onore, forse non dice della possibilità sua, di vivere agiatamente, senza preoccupazioni di lavoro, ma è pur vero, che non è nel suo carattere, come si suol dire, vivere con la mani in tasca.

BEL                E come mai con tanti corteggiatori la fanciulla non ha ancora fatto la sua scelta?

AME               Il nostro casato le impone un casato altrettanto onorevole. (c.s.) Poiché non vuol vivere “ con le mani in tasca” come pensa di…?

BEL                Poiché le possibilità non mi mancano, avrei l’intenzione di aprire una specie di banca privata, con particolare attenzione al prestito alle imprese, senz’altro ad un interesse ragionevole.

AME               Il ramo costruzioni  è in forte espansione e questa sua attività ben si connette a quella.

BEL                Signor Amerigo, le confesso che ho veramente l’intenzione di accasarmi, ma la donna che intendo sposare vorrei che avesse le qualità che un marito desidera nella propria consorte.

AME               Le posso assicurare che mia figlia è di carattere mansueto, molto dedita alla famiglia, e molto apprezzata da tutta la comunità.

MINO             Queste sono doti, in una femmina, molto apprezzabili.

AME               Lei non può immaginare come lei ami il prossimo.

MINO             ( freddo) Ahm sì…

AME               Si figuri che è associata a molti enti di beneficenza. Si prodiga laddove il bisogno la chiama.

BEL                Sento che è molto impegnata nel sociale.

AME               Guardi: se non fosse mia figlia, oserei dire che è una santa in terra.

BEL                ( camuffando la sincerità con un sorriso spento) Questo non celo doveva dire.

AME               E’ un modo di dire, evidentemente. Ma privare la famiglia  della presenza quotidiana di questa mia figlia, è certo un gran dolore.

BEL                ( gli scappa) Se la tenga allora!

AME               ( non ha ben capito)  Come diceva?

MINO             ( intervenendo) Il mio amico intendeva dire “ se la tenga nel cuore”

AME               Nel cuore già tengo tutti i miei figli.

BEL                Che bello! (cambiando tono) Se  mi sono interessato così tanto alle qualità di questa sua figlia, è perché di femmine, intese come sesso in particolare, non ho molta confidenza. La mia occupazione, nel passato, è stata nel interessarmi dell’”uomo” inteso come universalità.

AME               Non ho ben capito.

MINO             Il mio amico intendeva dire che  noi due, in  intimità da secoli, per così dire,  ci siam sempre interessati dell’uomo come pluralità umana. Della donna, senz’altro, anche… Ma ricordiamoci  che la storia ricorda la donna essere nata da una costola di Adamo, perciò: ben poca parte di tutto ciò che è il corpo dell’uomo.

AME               Questo sarà pur vero, ma è altrettanto vero che egli nasce da una “ goccia” dell’uomo, donato alla donna nell’intimità del loro amore.

MINO             Si, ma che goccia! L’uomo è il soggetto dell’umanità del quale noi ci siam sempre occupati, anche per i suoi difetti, i suoi peccati…Noi all’uomo dedichiamo tutti i “ “gironi” del futuro vivere.

AME               I vostri discorsi suon così profondi che la mia intelligenza s’affatica a seguirli.

Ho ben capito che  l’uomo occupa del vostro cuore molta parte.

BEL                Per dire il vero dell’uomo possiamo dire di conoscerne tutti gli anfratti.

AME               Onesta è stata la prima a darci la gioia dell’inizio della famiglia ma le altre non per meno gioia, l’hanno seguita.

MINO             Una famiglia veramente invidiabile è la sua.

AME               Dei maschi, frammisti alle nascite delle fanciulle, ve n’è uno che per la delicatezza dei lineamenti e per la gentilezza delle movenze, penso che alla vostra attenzione potrebbe por rimedio. Egli è dolce nello sguardo come nel verbo. La poesia è la sia passione e l’arte: la sua vita.

BEL                Veramente la sua famiglia suscita i nostri sensi…e la nostra curiosità aumenta.

AME               Se a lei aggrada, questo mio figlio, ben volentieri a lei presento.

MINO             ( deciso) Ho l’impressione che questa nostra chiacchierata ci abbia condotto ad una idea distorta dei nostri gusti sessuali. Le sia ben chiaro che i femminei elogi di suo figlio, poco interessano al mio collega.

BEL                Ben dice il mio amico. Io son giunto  in questa città per convolare a giuste nozze, come si suol dire, ma con persona che abbia ben chiari gli attributi femminili. Quel suo figlio, forse per una strada traversa dovrebbe prendere l’avvio.

AME               ( si ravvede della interpretazione data dalle espressioni dei  due amici. Scusandosi) Ahimè, ancora una volta il mio acume non ha evitato il baratro dell’ indelicatezza. Porgo a lor signori le mie sofferte scuse.

MINO             Nell’equivoco, spesse volte l’uomo cade, quando il suo dire non è ben forbito.

BEL                Per por fine ai discorsi bizzarri che abbiam fatto, iniziamone uno nuovo che ci porti a serie conclusioni. Torniamo a sua figlia Onesta, che a suo dire ben merita la mia attenzione. D’ ella ben volentieri vorrei vederne lo sguardo e attraverso quello leggerne il cuore.

AME               Gran sollievo mi da questo suo dire, e   dell’errore in cui sono caduto vorrete perdere memoria.

MINO             (rivolto a  Amerigo) Non le nascondo che anche a me, sua figlia, suscita una gran interesse. La sistemazione famigliare del mio amico interessa me a anche ai nostri colleghi che abbiam lasciato in un infernale dilemma.

AME               Venendo qui a disturbare  la sua quiete, mi son fatto accompagnare da mia figlia  Onesta.  Poiché desideravo parlarle in privato, anche se ho ben capito che per il suo amico non ha segreti, non volevo, in presenza di mia figlia, che avesse  riguardo nell’esprimere la sua opinione circa la mia proposta.

BEL                E’ indubbio che abbiamo già notato la sua delicatezza. Le confesso che desidero conoscere sua figlia e ad essa porgere i miei schietti omaggi.

AME               La prego di concedermi alcuni istanti, perché possa andare da mia figlia e pregarla di venire a porgerle le sue  riverenze. ( esce)

Scena terza:  Belfagor, Minosse.

BEL                (  alzandosi, all’amico Non ti sembra che abbiamo usato espressioni fin troppo ricercate?

MINO             Senz’altro. Ma abbiamo fatto bene. Tu sai che più è illustre l’espressione e meglio si maschera il pensiero.

BEL                D’altra parte il signor  Amerigo non è stato da meno. Forse lui ha voluto tener alto, con espressioni gentili, l’impronta del  suo casato.

MINO             ( maligno)  Purché anche lui non abbia voluto coprire i suoi veri intenti.

BEL                Queste arguzie  e sottigliezze di intenti si addicono a noi di   “ Porta Inferi”

MINO             Permetti che io dia più licenza, data la mia autorità, all’esperienza. All’uomo non abbiamo nulla da insegnare, figurati hanno perfino inventato il detto: “L’uomo ne sa una più del diavolo”

BEL                Se permetti veramente è la donna che ne sa una più del diavolo.

MINO             Ma visto che qui la donna non c’è, prendiamoci un po’ di merito, noi maschietti.

BEL                Ah, sei anche spiritoso! Guarda che nel nostro ambiente ciò non si addice.

MINO             E’ vero. Ma visto che son fuori casa, lascia che mi sfoghi un po’. E’ da qualche secolo che non me lo permetto.

BEL                Pensa  se ti sentisse Lucifero. Convocherebbe il gran consiglio per appiopparti una bella punizione.

MINO             A proposito del “ Gran consiglio” ti ricordi cosa ti è stato imposto?

BEL                Altro che. “ Mi debbo sottomettere a tutti i  disagi, angherie di cui l’uomo è vittima.”

MINO             Noto che ricordi appieno ciò che ti fu imposto.

BEL                Ritornando a Amerigo: ho l’impressione che come dicono loro, mi voglia” tirare un bidone:” Mi è sembrato troppo mellifluo, troppo accondiscendente. Ha presentato la figlia come donna troppo perfetta.

( si vanno a sedere)

MINO             Mettiti nei suoi panni. Ha quattro figlie da sistemare, e la sua cascina alquanto spoglia, non mi sembra che dia un gran reddito.

BEL                Ho proprio l’impressione che non ci sia nulla da insegnargli. Guarda come è stato svelto a proporre il figlio dandy.

MINO             Meno male che  l’ho interrotto, altrimenti quello tirava fuori anche un figlio “ “transgender “

BEL                Pover’uomo sette bocche da sfamare.

MINO             Mi sbaglio o stai già umanizzandoti.

BEL                E’ ciò che mi avete imposto per meglio assolvere al mio compito. Ora però dovrò decidermi nel fare una scelta.

MINO             Appunto. Va bene che hai dieci anni di tempo.  Prima o poi devi pur  scegliere. A me sembra che questa figlia di Amerigo, possa anche andar bene, non fosse altro che per il nome che porta “ Onesta”. Poi, hai modo di conoscerla. Fra un po’ è qui.

BEL                Tu fai bene: non sei tu che ti devi sposare.

MINO             Comunque ricordati: in tutto e per tutto ciò che farai non devi usare né astuzia ne inganno. Devi combattere con l’uomo ad armi pari.

BEL                Sì, perché l’uomo questi difetti non li ha?

MINO             Scusami: ho detto una stupidaggine.

BEL                Devo ammettere che sono molto preoccupato. Di vita umana non conosco nulla se non attraverso le confessioni degli uomini che si presentavano a noi per un giudizio finale.

MINO             Sei stato spedito qui, proprio per fare questa esperienza.

BEL                Quando ero arcangelo in Cielo la vita era eterea,  la luminosità dava un senso di candida innocenza, di purezza di sentimenti.

MINO             Infatti, è del Paradiso che stai parlando.

BEL                Quando son precipitato nell’Inferno quel nuovo mondo mi è cascato addosso come una valanga infuocata, alimentata da ogni perversione ambiguità, tormento eterno.

MINO             Ora che hai dato sfogo alle tue angosce, ascolta quanto ti dico: venendo in questo mondo degli uomini, tu hai assunto le sue sembianze, e con esse anche i sentimenti, le preoccupazioni e le ansie. Non devi far altro che seguire ciò che la mente ed anche  il cuore, ti suggeriscono. Sarà più facile assumere un comportamento naturale.

BEL                Il tuo dire mi assicura alquanto.

( si sente il sopraggiungere di Amerigo con Onesta)

MINO             Preparati a ricevere colei che forse sarà la tua donna in terra.

BEL                ( risponde con un sospiro)

( conversando vanno verso il fondo a rimirare il Po)

Scena quarta: detti, Amerigo, Onesta.

( da questo momento fino a dopo il matrimonio, Onesta si comporterà come una vera signora, con sentimenti sinceri e degni di una donna del suo rango)

AME               ( cedendo il passo alla figlia entra  mentre i due amici non si avvedono della  loro presenza) Figlia mia: tu sai in che situazione ci troviamo,. Non so come poter tirar avanti. Le tue sorelle sono nelle tue condizioni, i tuoi fratelli son senza lavoro e sai come mi sono impegnato economicamente per far sopravvivere la famiglia. Siamo nelle tue mani

ONESTA        Conosco bene la nostra situazione famigliare, e vorrei tanto contribuire a che sopravviva. Ma tu, papà devi anche comprendere il mio stato d’animo. Non mi posso concedere al primo venuto.

AME               Ho avuto modo di conoscere questa persona e mi pare a modo. Degno di te a della nostra famiglia. So bene che nella situazione in cui ci troviamo, il decoro che potevamo vantare un tempo, ora dobbiamo metterlo a riposo.

ONESTA        All’uomo che sposerò donerò tutta me stessa,  l mio amore e la mia fedeltà. Ma da lui pretendo altrettanto, non fosse altro che  per avere una vita felice insieme.

AME               I tuoi sentimenti ti fanno onore, figlia mia. Credimi: mai ti metterei nelle braccia di un uomo meno degno di te. Questo signore è molto ricco. E tu sai come era la nostra vita un tempo.  Sai quanto la povertà deprime.

ONESTA        Se la ricchezza si deve comprare pagandola con l’onore…

AME               Non fraintendermi, ti prego.

( i due amici si avvedono degli ospiti. Vanno  verso di loro)

AME               (rivolto a Bel)  Signor Rodrigo mi permetta di presentarle mia figlia Onesta.

BEL                ( porge la mano ad Onesta accennando ad un bacio sulla mano) Signorina…

AME               ( alla figlia indicando Mino) Questo  signore è l’amico: il signor Minosse.

MINO             (porgendole la mano) Signorina noto con piacere che il suo papà è stato sincero nel descrivere la sua bellezza, se mi permette una altrettanta sincerità.

ONESTA        Lor signori sono molto gentili. Vorrei che  la parte di me che appare come prima alla vista, sia seconda alla schiettezza di carattere che vorrei esprimere.

MINO             A proposito di carattere: il signor Amerigo ci diceva, appunto, che lei dedica il suo tempo ad opere utili…

ONESTA        Qui da noi c’è un Ente che si occupa di persone disabili, ed io quindi piuttosto spesso, o al meno, quando appena posso, vado a rinverdire la loro cultura ed accudirli nei loro bisogni. Vado anche nel nostro oratorio ad aiutare i bambini nei  loro compiti  e mi accorgo che loro donano a me la dolcezza della loro infantile sincerità. A volte torno a casa con la gioia nel cuore.

MINO             Nell’”oratorio” ha detto?

ONESTA        Sì: nell’oratorio della nostra parrocchia.

MINO             (non molto soddisfatto) Ah…

BEL                Sicché, possiede una preparazione adeguata.

AME               Mia figlia ha una laurea in scienze umanistiche che ha conseguito a pieni voti.

ONESTA        ( rivolta al padre) Papà, non esaltare più del dovuto i miei studi.

MINO             Ha fatto bene suo padre a puntualizzare, i “ pieni voti” Esaltano, così,  non solo la sua preparazione ma soprattutto la sua volontà.

ONESTA        La volontà, per dire il vero, non mi manca. Vorrei che il mio prossimo mi amasse per la felicità che provo nel dare.

BEL                ( insinuante) Così, per il suo carattere, avrà anche tanti amici…

ONESTA        Sì: è vero. E di loro le mie sorelle conducono la danza.

BEL                Ah…

MINO             ( cambiando completamente discorso) Non nascondiamoci dietro ad un dito. Questi nostri due amici son qui per un chiaro motivo: la loro unione, che io, in vero, credo probabile, se non sicura. Credo, perciò, che sia opportuno lasciare i due colombi , non dico già a tubare, ma nella  intimità, conoscere se stessi ed il loro intento. ( rivolto ad Amerigo) Signor Amerigo, in salotto c’è un “borniolino”  un liquore delle vostre parti che è divino ( si schiarisce la voce e si corregge. In tono freddo) che è buono.

AME               Oh, sì, sì. Abbiamo  quella pianta che sostiene il pergolato.

( i due escono )

Scena quinta: Rodrigo, Onesta.

BEL                ( porgendole il braccio e conducendola a rimirare il Po) Signorina Onesta, mi rendo conto che ci troviamo in una situazione imbarazzante per entrambi.

ONESTA        E’ proprio vero.

BEL                Si è sparsa la voce che io sia giunto qua con il preciso intento di prender moglie e sistemarmi definitivamente. In un certo senso è vero. Ma non è mia intenzione scegliere colei che intendo amare per tutta la vita, in un catalogo.

ONESTA        Seguo il suo dire con grande interesse. Ed io vorrei che non pensasse che mio padre offra, la propria figlia, al miglior offerente.

BEL                Se vogliamo che fra  noi nasca una amicizia, una vera amicizia, dobbiamo annullare questi antipatici punti di partenza. ( le prende le braccia e la guarda negli occhi) Guardiamoci negli occhi e attraverso quelli leggiamo nei nostri cuori.

ONESTA        ( vergognandosi) La mia timidezza mi impedisce di guardare un signore che ho appena conosciuto. ( si scoglie dalle sue braccia)

BEL                Già quel “ signore” sento; che stona. Si: perché come l’ho vista ho provato una sensazione che mi è parsa piacevole. Forse sono stato influenzato dalla  presentazione fatta di lei da suo padre, e da quelle domande indiscrete che le ho rivolto al fine di conoscerla nell’intimo. Di ciò mi scuso.

ONESTA        Le confesso che entrando qui, per i presupposti di cui abbiamo parlato, nutrivo un certo astio nei suoi confronti, una certa repulsione verso colui che quasi, mi stava per essere imposto.

BEL                Non torniamo ancora su quelle battute. (( pendendole le mani) Credimi, sento che il “ lei” già stona fra di noi. Non so; ma già sento un’attrazione verso di te.

ONESTA        Non vorrà farmi credere nel  “ colpo di fulmine” ( sorridendo) non sono proprio un’antenna appuntita, ne tanto meno una bellezza affascinante.  

BEL                ( riferendosi ancora al lei) Ti prego … quel’”lei”. E’ quella una battuta spiritosa. Ma diciamo che il caldo di quel fulmine ha sciolto quel ghiaccio iniziale.

ONESTA        ( fissandolo) Rodrigo: ti sento sincero. Per me, è una sensazione particolare. Mah: riesco a guardarti negli occhi senza arrossire. Ti confesso che ciò stupisce anche me stessa.

BEL                Vorrei che tu non mi fraintendessi, ma sento per te un’attrazione che mai avrei creduto per un essere umano. Vorrei averti conosciuta da sempre.

ONESTA        Mi dai gioia, e mi lusinghi anche.

BEL                Vedi: la mai vita, direi da un’ eternità, è sempre stata squallida, direi quasi per certi versi infernale.

ONESTA        Non riesco a capire  perché? Forse il tuo lavoro, la tua attività…

BEL                Senz’altro quella.

ONESTA        Il lavoro non è certo avvincente a meno che  ti piaccia  tanto da considerarlo un piacere.

BEL                Ho sempre gestito un’impresa di locazione. Dovevo sistemare persone in attività più consone alla loro esperienza. Mai che mi sia preso un attimo di svago, un dedicarmi ai piaceri dell’arte, per esempio. Vorrei tanto, per tuo mezzo, ingentilire la mia vita con ciò che è bello. Voglio conoscerti tanto nell’intimo.

 ONESTA       La mia vita fino a qualche  tempo fa era molto diversa dall’attuale. Mio padre ti avrà certamente detto del nostro casato. E’ il biglietto da visita che porge (vergognandosi un po’) dato che non ha altro… Ma la mia prima gioventù l’ho passata in agiatezze. Non mi son mancate certo, serate vissute nel bel mondo. Nel nostro bel teatro la mia famiglia ha posseduto, da sempre,  un palco in primordine. I migliori spettacoli erano elencati nel mio carnet di impegni mondani…Ti confesso, e mi vergogno:  ma mi mancano tanto. E’ come se mi fossi spogliata di un bel vestito da sera con brillanti  e gioielli. Concedimi questo sfogo, che a te rivelo. Non lo farei certo con mio padre perché ne soffrirebbe da morire.

BEL                Che gioia mi dai confidandoti con me. Sono sicuro, almeno lo spero vivamente, che le nostre vite proseguiranno insieme. Sarà per me un impegno, e direi felicità, farti rivivere quei momenti che, comprendo, tanto ti mancano. Farti vivere  nelle agiatezze, sarà per me un obbligo, e assicurare a me,  per tuo merito, una nuova vita.

ONESTA        Sto piangendo, e ciò mi dà felicità.

BEL                ( cambiando tono) Ora però, dobbiamo tornare in noi e chiamare quei due signori che sono di là,  perché non credano (sorridendo allegramente) che abbiamo già amoreggiato.

ONESTA        Sai che questa tua ultima battuta non mi trova affatto scandalizzata?

BEL                ( divertito) Uh…. Lallà. ( le bacia la mano) Come vorrei che questa tua mano avesse le labbra.

ONESTA        Frena il tuo dire ed osserva il mio rossore.

BEL                ( va verso la porta di Sx e chiama) Miei graditi ospiti, vorreste univi a noi?

Scena sesta: detti, Amerigo, Minosse.

(Amerigo e Minosse entrano)

BEL                (rivolto ai due) Signori miei: notate qualche cosa nell’espressione dei nostri volti?

MINO             (rivolto a Bel, spiritoso)  Il naso mi sembra quello che ti ho lasciato sul viso prima di uscire. Trovo le gote, invece,  un po’ arrotondate  spinte dal labbro a barchetta.  Gli occhi? Non saprei… li hai sostituiti, forse, con due lucenti faretti?

AME               ( rivolto alla figlia) Direi che hai sostituito il tuo viso con quello di una donna felice; con un’espressione ben diversa di quella che avevi  quando siamo entrati in questa casa.

ONESTA        Papà. Tutti i dubbi che mi assillavano son scomparsi, sciolti dalla sincerità che mi è parso di cogliere in Rodrigo.

AME               (stupito) Figlia mia: di già “ Rodrigo”?

ONESTA        Come potrei chiamare “ Signore Tal dei Tali” colui che sento così “amico?”

BEL                (convinto) Signor Amerigo: le confesso che come ci avete lasciati soli, quasi costretti ad affrontarci, siamo stati presi da una certa apprensione. Come in un campo di battaglia, i due contendenti si studiano a vicenda e  preparano un piano, così noi andavamo pensando come affrontarsi. Ma è stato un attimo. Forse consapevoli dell’assurdità di quella situazione, abbiamo preferito esprime ciò che pensavamo…

ONESTA        … Ed è stato, come il classico fulmine a ciel sereno. In un attimo ci siamo capiti. Abbiamo compreso che il nostro desiderio era quello di essere sinceri l’un verso l’altra.

MINO             (a Bel) Mi stupisco di come ben hai appreso la sincera e sentimentale atmosfera di questi luoghi.

BEL                Sarà forse quel dolce scendere del  fiume che sta qui sotto, il Po,  che ti porta a commisurare il suo dolce scorrere verso il mare, con il desiderio di una vita tranquilla.

AME               Scusatemi; ma i vostri pensieri son troppo profondi perché  li possa comprendere.

BEL                E’ lei che deve scusarci. E’, che la vita nostra di un tempo, era ben diversa della presente; e ciò ci stupisce, ma  nel contempo ci affascina.

ONESTA        ( agli amici) Perché le vostre espressioni colpiscono tanto la mia curiosità? Sembra quasi, che questo nostro mondo sia tanto diverso dal vostro.

MINO             Signorina Onesta ci dia un “alt” e ci obblighi a fare discorsi un po’ più festivi.

ONESTA        A me sembra che  questo sia un giorno di gioia.

BEL                L’hai detto mia cara. ( a Mino e Amerigo) Avrete compreso chiaramente  di quali sentimenti  sono pervasi i nostri cuori. Ci siamo espressi, ci siamo compresi, ed impazienti intendiamo avviarci  verso un  avvenire che ci veda uniti per lungo tempo.

MINO             (spiritoso) Direi proprio che siete decisi.

AME               Quanta felicità donate al mio cuore, e quanta pace alle mie preoccupazioni.

BEL                …Preoccupazioni che intendo alleggerire, perché un padre sereno, fa felice la figlia. E questa sua figlia sarà la regina di questa casa.

MINO             (esplodendo) Suonino le trombe: Vi presento le loro altezze!

BEL                (ritornando alla realtà) Scendiamo al piano. Organizziamo il nostro avvenire.  Vorrei rallegrare degnamente il nostro fidanzamento con un bel ricevimento.

MINO                        Dovremo fare un elenco degli invitati, scegliere un’ impresa per il rinfresco…

BEL                …Non sarebbe male anche una piccola orchestra.

AME               Lor signori ben sanno che conosco la nostra città e le sue abitudini. Vorrei che confidaste in me. Ci terrei tanto che l’intera città conoscesse la vostra felicità. Il mio nome è ben conosciuto,  ed un mio invito, modestamente, potrebbe suscitare curiosità nel ceto alto.

MINO             (a Amerigo) Vi trovo molto rinfrancato. Vedo che rientrare nel vostro ambiente vi dà sollievo.

AME               Confesso che da quando le mie condizioni sono- ora lo posso ammettere- si sono, come dire rattrappite, la vita che abbiamo condotto è stata alquanto triste.

ONESTA        Papà, dì pure: squallida.

BEL                (rivolto ad Onesta) Mia cara vorrei tanto che come il campo irrorato dalla pioggia, dà vita al verde prato, così vorrei che tu a piedi nudi potessi camminare su quel  verde tappeto con balzi di gioia. E ti assicuro che la tua gioia sarebbe ben piccina in confronto della mia, nel vederti.

MINO             Di una cosa possiamo farne a meno: la presenza di un poeta. Poiché se anche la vostra metrica non è eccellente, lo è sicuro l’entusiasmo che mettete nelle vostre espressioni.

BEL                Amico caro: quanto son felice.

MINO             Bene. (serio)  La tua felicità valla a solennizzare di là insieme ai nostri amici., dove troverai una bottiglia di bollicine che direi degna dell’avvenimento. Io dovrei occuparmi di una cosa, mia personale, molto importante.

(tutti escono. Mino rimane solo. Rivolgendo lo sguardo verso l’ alto per attirare l’attenzione dell’Infero. un po’ seduto, un po’ in piedi passeggiando va a vedere il Po.

Scena settima: Minosse e Lucifero.( la voce di Lucifero sarà amplificata)

MINO             Sire! (  riconoscendo la voce di Caronte si corregge) E tu Caronte a corte cosa ci fai…? ………..Infatti quello non è il tuo posto……….Chissà quanti peccatori  si  ammucchieranno  sulla sponda dell’Acheronte, perché non li puoi portare di là…….Ah, è...perché il Gran capo ti ha dato l’incarico di sostituire Belfagor nella  scelta del girone per peccatori?..........Non c’è?.........Ah …Ho capito: quando dice che  si reca in pensatoio  è perché va in bagno…. .. Lo credo bene che fai fatica  ad esprimerti  senza la coda…… Eri li per accettare  l’incarico? …… Ora vai a raggiungere il tuo nuovo lavoro?....  Bene. Ciao. Buon lavoro!......... Grazie. Passami Lucifero.

MINO             Bacio le mani a Vostra Maestà.

LUCIFERO   Guarda che lì sei in alta Italia…

MINO             Già è vero. E’ che…

LUCI              E che cosa ci fai ancora lì?

MINO             Stavo per tornare, poi Belfagor mi ha chiesto di rimanere qui a dargli una meno per i primi approcci con gli abitanti di qui.

LUCI              E che gente è?

MINO             Gente simpatica, alla mano, magari si dà un po’ di arie. Ma qui c’è anche il detto: “ cui at Casalmagiur i sa’l taja e po’ i sa’l cus.”

LUCI              Non è che ti stia facendo stregare  del luogo?

MINO             No. E’ che son stato per tanti secoli al buio….Qui c’è un bel sole, almeno c’era. Ora si sta annuvolando.  

LUCI              Deciditi a tornare.

MINO             Sire, vorrei chiedere una grazia…

LUCI              E cioè?

MINO                        Vorrei rimanere qui. Penso che Belfagor ne abbia bisogno.

LUCI              Belfagor come si sta comportando?

MINO             L’impegno che ha preso con noi è: assumere passioni e difetti umani. Mi sembra che segua alla lettera l’impegno. Si è già innamorato di una bella signorina di qui. Sembra che si sposeranno anche presto.

LUCI              Bene proprio secondo copione.

MINO             A proposito di copione. Qui mi sembra di vivere in un teatro. Vorremmo che ci aiutaste a stringere un po’ i tempi. Lei con i suoi poteri, non potrebbe riunire all’istante  gli ospiti e provvedere ad  un bel ricevimento anche subito?

LUCI              Non è una cosa facile. Tu sai che lì da voi, noi  abbiamo una bella concorrenza… Sai che noi in fatto di miracoli non siamo tanto forti,

MINO             Sì.  E’ vero, Lei, Altezza, potrebbe chiedere questo miracolo alla concorrenza  e Lei, in cambio  evitare quèlla bella tromba d’aria che aveva in programma…”Una mano lava l’altra…”

LUCI              Vedrò cosa posso fare.

MINO             Confesso che sento un po’ di nostalgia di  voi… E’ che qui non si sta proprio tanto  male; tant’è che la gente non vorrebbe mai morire.

LUCI              Dì loro che se lo scordino. Non possiamo restare senza lavoro , con i tempi che corrono. Anche noi abbiamo assunto i nostri impegni con la concorrenza, e sai che se fosse per Lei li vorrebbe tutti a casa sua. Lo sai come i  suoi rappresentanti  si danno da fare.

MINO             E’ vero. Meno male che la politica ci dà una mano.

LUCI              Bene. Ti saluto.

MINO             ( salutando…) Vostra grazia?

LUCI              (severo) Non avevi altro vocabolo da usare?

MINO             Pardon…

( dal salone, fuori scena, si sente il  frastuono di una grande festa ) 

MINO                        Però: come è stato svelto! (esce)

Scena ottava: Amerigo, Onesta.

(entrano con un bicchiere di champagne in mano, Onesta indossa un vestito adatto al ricevimento)       

AME               Sei contenta?

ONESTA        Molto papà. Hai visto che son venute anche le mie amiche più care di un tempo?

AME               Lo credo bene. Il tuo fidanzato mi ha lasciato mano libera. Ad ogni invito ho aggiunto un presente che non se lo sarebbero aspettato.

ONESTA        Pensa da quanto tempo non mi frequentavano più.

AME               Cara la mia bambina. Non essere troppo ingenua. La gente tende ad andare verso l’alto, non certo verso il basso, e tu sai che ultimamente noi eravamo in basso assai.

ONESTA        Vuoi dire che ho delle amiche poco sincere? Poco amiche?

AME               Non tutte, certo.

ONESTA        Ora, però, sembra che le cose vadano per il verso giusto, e se tutto va bene, saprò dividere le une dalle altre..

AME               (cambiando tono) Hai visto come le tue sorelle si sono agghindate?

ONESTA        …E che bei corteggiatori girano loro intorno?

AME               …E i tuoi fratelli, con gli invitati, come abbozzano a buoni  futuri affari…

ONESTA        Certo che Rodrigo, mi sta accontentando in tutto.

AME               Si, è vero. Vedi di non esagerare. Ma tu lo ami proprio?

ONESTA        Certo. E sento che gli sarò fedele.

AME               Brava. Ora rientriamo prima che notino la nostra assenza.

( escono)

Scena nona: Minosse, Belfagor.

(mentre si sentono, sempre  gli effetti speciali di festa, i due amici, bel vestiti, entrano in scena )

MINO             Dobbiam ringraziare Lucifero della sollecitudine con cui ha esaudito la mia richiesta.

BEL                Come in un incanto ci siam trovati a festeggiare il mio fidanzamento.

MINO             E cosa mi dici della tua conquista?

BEL                Ti dico la verità. Mi sono veramente innamorato, e credo che lei lo abbia capito. E ciò mi fa piacere. Fino ad ora è vissuta in ristrettezze. E  ti confesso che per me è una vera gioia, assecondarla nei suoi desideri.

MINO             (dubbioso)  Non farti prendere la mano, però. Tu sai bene, quali e quanti sono i peccati dell’umanità.

BEL                Hai notato come gli invitati mi osservano con un certo interesse?

MINO             Sì. L’ho notato. E’ indubbio che il reparto confezionamento umano dell’Inferno ti ha dotato di un corpo con un certo fascino. Vedo che le invitate ti fanno una sicura corte… a dispetto degli invitati che esprimono un’ indubbia invidia.

BEL                E’ vero. Ti confesso che provo un gran piacere. Anche nella mia attività vedo che i clienti mi seguono con un certo interesse.

MINO             (sorridendo) Lo credo bene. Puoi dire che ti adulano, visto che  concedi loro quei prestiti ad interesse competitivi. E del tuo futuro suocero cosa mi dici?

BEL                Mi sembra una brava persona. Ora che è rientrato nel suo ambiente è cambiato da così a così.

MINO             Mi sa che stia controllando la figlia, perché non vada fuori dal seminato.

BEL                Cosa intendi?

MINO             Che le sue esigenze siano controllate. Che spenda pure, che soddisfi i suoi desideri, ma in modo fievole, non troppo vistoso.

BEL                Certo che la vita che stiamo conducendo qui è ben diversa da quella di laggiù. Qui almeno qualche piacere lo puoi provare. Forse questa affermazione sarà bene non riferirla a Lucifero.

MINO             Perché? Siamo in linea con il tuo programma umano!

BEL                (sorridendo) E questo rinfresco chi lo deve pagare visto che ci ha messo lo zampino il Capo?

MINO             Lui ha solo ridotto i tempi. Per il resto è  a tuo carico. I soldi poi non ti mancano.

BEL                Già!

MINO             Ora raggiungo gli ospiti. Ti mando la tua donna. (esce)

BEL                Oh sì. Grazie.

Scena decima: Belfagor, Onesta.

ONESTA        (entra in scena tutta raggiante ) Oh, Rodrigo come mi stai facendo felice. Ero di là con gli ospiti ma già sentivo la tua mancanza. (spiritosa) Sai che comincio già ad essere gelosa? Le mie amiche non fanno altro che farmi delle domande su di te. Tu le affascini.

BEL                Dovresti esserne contenta di avermi solo tu. Certo che la mia vanità  è messa a dura prova…

ONESTA        La mia amica che ha una villa in Sardegna mi ha già invitato a passare qualche giorno’ sua ospite. Non le ho ancora dato una risposta. Volevo sentire te. Certo che non potrei andare con quegli straccetti che mi ritrovo.

BEL                Non devi certo preoccuparti per così poco. Ora, però, vorrei tanto averti continuamente vicina. Voglio conoscerti, vivere nella tua vita. Essere felice con te in ogni ora del giorno e della notte.

ONESTA        (si schiarisce la voce)

BEL                Gli ospiti si stanno divertendo?

ONESTA        Direi di: sì.

BEL                Certo non sono molti. Sarà ben diverso l’elenco degli ospiti per il ricevimento di nozze.

ONESTA        Però, è stato un effetto strano. Ero di là con mio papà che stavamo pensando chi invitare per questo breve rinfresco, quando quasi improvvisamente alla porta sono comparsi  proprio quegli amici che avremmo invitati. Ho chiesto loro come mai. La risposta quasi unanime è stata: ci siamo persi un po’ di vista e desideravamo vederti. Visto che eravamo da queste parti, ci siam  detti perché no? ed eccoci qui.  Che strano effetto: come se il Diavolo ci avesse messo la coda. Mah.

( entrano in scena  Amerigo e Minosse )

Scena undicesima: detti, Amerigo, Minosse.

(in questa scena deve prevalere il gesto espressivo più che la parola)

BEL                (rivolto ai due entrati) Stavamo parlando degli invitati…

MINO             Si: abbiamo sentito le ultime battute…

BEL                ( guardando Minosse come se volesse sapere il vero motivo) Non trovi strano che…?

AME               (intervenendo molto ingenuamente)   Io in proposito ho una mia teoria. Secondo me l’uomo emette un’ energia, una specie di onde radio, non so… che si trasmette al prossimo. Non ti è mai capitato di pensare ad una persona ed improvvisamente quella  appare. Beh, io dico che è, perché: sei entrato nell’alone di energia di quella persona.

MINO             (tirando un sospiro per non dover dare la vera risposta) Oh, sì…sì quante volte è capitato anche a me.  (rivolto ad Onesta) Tuo padre è uno psicologo eccezionale.

ONESTA        Lui ha tutte le sue teorie.

BEL                (rivolto a Minosse poiché ha compreso la vera macchinazione infernale) Tira un sospiro di sollievo!           

MINO             (respirando profondamente) Fatto!

BEL                ( cambiando tono) Sarà opportuno che raggiungiamo gli ospiti.

(escono tutti)

cala il sipario

.

 

 

                         

 

             

                                                                                             

A T T O   S E C O N D O

ATTO SECONDO

Scenografia: le quinte fungono da pareti. Il mobilio è un salotto piuttosto elegante con tavolino, poltrone bar. Il tutto illuminato in modo che le quinte siano in ombra. 

Scena prima: Amerigo, Belfagor.

AME               (si riferisce al  proprio palazzetto. Continuando un discorso già avviato ) Non è certo il palazzo che la mai famiglia aveva un tempo, ma senza dubbio è una villa con un certo stile nobile.

BEL                Direi che richiama un poco lo stile napoleonico. I fregi sotto la gronda sono ben precisi. Il parco che la circonda è di notevole ampiezza, con appropriate statue e la fontana  che troneggia in centro.

AME               Se vogliamo, anche la posizione, proprio sulla statale, richiama l’attenzione del viandante, il quale,  certo, si chiede del censo della famiglia che la abita. e ciò non disturba. E’ pur vero che è mia, almeno come intestazione, ma essendo tu mio genero, ciò può influenzare i tuoi  stessi affari.

BEL                Sicuramente può essere una garanzia per i miei clienti.

AME               Con i mezzi che hai, e che tutti ti riconoscono, si può dire che navighi nell’oro.

BEL                Veramente, il mio patrimonio, pur essendo ancora solido, ha subito una certa riduzione, non già per l’acquisto della sua villa, ma anche per altre spese, che ho sostenuto per far felice mia moglie  facendola  ritornare nell’ambiente in cui è sempre vissuta. Per il bene che le voglio ciò fa piacere anche a me.

AME               ( pensieroso) Dovrò pur pensare a dare una sistemazione ai miei figli.

BEL                I maschi non mi sembra che abbiano una gran fretta…

AME               Tu dici?

BEL                E’ pur vero che ancora non hanno un’occupazione, ma credo, che la loro vita è abbastanza distesa, senza preoccupazioni imminenti che li assillano.

AME               Tu dici? Le mie figlie mi preoccupano un poco. Dare loro un marito non è molto semplice. Sono carine,  acculturate, con una certa eleganza nell’esprimersi. Ma al giorno d’oggi non è facile trovare un marito che abbia una sicura rispettabilità,

BEL                Vedrà che anche a questo problema lei saprà por rimedio.

AME               Tu dici? (cambiando tono) Al mattino o anche al pomeriggio giocando a carte o a scacchi con i miei amici mi capita di darti una mano nella tua attività. Alcuni che non navigano in acque tranquille mi fan capire di essere a corto di mezzi, perciò, io che ben li conosco, propongo loro di rivolgersi a te per un prestito. Naturalmente io non mi posso esporre più di tanto per la mia posizione sociale, però faccio capire loro, che posso aiutarli chiedendoti di ridurre il tasso di interessi.

BEL                Per non “tagliarle la faccia”, come dite voi qui, li tratto bene.  Certo che quasi quasi  presto i soldi a costo zero.

AME               Si: capisco: ma un certo interessamento lo debbo suscitare.

BEL                E la sua vita economica come va, se mi permette la domanda?

AME               La tua domanda cade a fagiolo come si suol dire. Tempo fa, parlando con alcuni dei miei amici, ho intuito che ci sarebbe la passibilità di fare tanti quattrini nel ramo immobiliare. Il nome che porto, sulla piazza dà una certa garanzia.

BEL                Anzi direi una notevole garanzia.

AME               La banca è di tutt’altro parere. Quella conosce le mie risorse.

BEL                Diciamo che in campo economico le banche  sono dei confessionali.

AME               L’hai detta giusta. Comunque parlando con il direttore mi ha fatto capire che se avessi una solida fideiussione da parte di una persona con uno stabile capitale o comunque un conto in banca  consistente  e vincolabile, un prestito me lo potrebbe fare.

BEL                Ah… sì… certo…

AME               Io ho pensato a te. Sei mio genero. Si tratterebbe di mettere una firma su un contratto di fideiussione bancaria. Sulla mia onestà, correttezza, non dovresti avere dubbi. Per dire la verità, di questo ho già parlato con Onesta. E’ stata proprio mia figlia a suggerirmi di rivolgermi a te.

BEL                Ammetterà che è un impegno piuttosto vincolante. Però, lei sa che a mia moglie non so dir di  no.

AME               Se sei d’accordo, oggi stesso, do la conferma al direttore della banca.

BEL                Va bene.

AME               ( dubbioso) Ti ringrazio. Scusami. Ti sembrerò presuntuoso: ma, sicuro che mi avresti fatto questo favore mi son permesso di portare già questo documento da firmare. ( dalla tasca prende  il foglio che dopo averlo letto Belfagor firma)

(pausa)                      

BEL                (cambiando argomento) Andando un po’ più sul leggero:  il gioco come va?

AME               Sai, si vince, si perde, certo che passiamo ore piacevoli con  i miei amici. A caffè c’è sempre una bella calma, perché non vi sono i lavoratori che rompono le scatole.

BEL                Ed il proprietario…?

AME               Lui ha interesse a tenerci, perché diamo lustro al suo locale. Molta plebaglia non si azzarda ad entrare.

BEL                (sornione) Allora guadagnerà con le vostre consumazioni.

AME               Ah,… più di un caffè…

BEL                Ecco perché  nelle poche volte che vengo non lo trovo con il sorriso stampato sulle labbra.  

AME               ( con noncuranza) Quello lì poi…

Scena seconda: detti, Minosse.

BEL                (a Mino che è entrato )Beh…Allora come è andata?

MINO             (rivolto ad Amerigo) Salve Amerigo. C’è anche lei.

AME               Si stava parlando  con Rodrigo  dei problemi dell’uomo.

MINO             (a Belfagor ) Me lo sentivo che sarebbe andata buca.

BEL                In che senso?

MINO             E’ già passato un bel po’ di tempo, e quello se la prende  comoda. Quando gli ho chiesto quando intendeva onorare il suo debito, mi ha risposto, con una certa goliardia, che ci avrebbe pagato fra qualche giorno…fra qualche anno. In un primo momento non ci’ ho fatto caso ma poi, pensandoci, mi è sembrata una risposta piuttosto  infelice.

BEL                Lo credo bene. Però se ci pensi è nel  suo stile. “Lei non sa chi sono io” mi sembra che in questa affermazione vi sia tutta la sua superbia.

AME               Sapete quanta gente ha la puzza sotto il naso? Se mi permettete  la mia intrusione…

BEL                Quello quando parla di se stesso non la finisce più, se poi intervieni con un certo discorso di cui lui non è il soggetto         ti interrompe subito. Se vogliamo nel suo lavoro è anche bravo… ma la sua presunzione è tale che non riesce a portare a termine un suo progetto, a meno che lui sia l’unico interprete.

AME               Però, dobbiamo ammettere che quando una persona è superiore è bene che  l’inferiore taccia.

MINO             Come fa a sapere chi dei due è il superiore e l’inferiore?

AME               A me sembra di conoscere quella persona. Il suo fascino gli permette di attorniarsi di persone anche di notevole livello…

BEL                … Le quali quando si accorgono della sua presunzione lo abbandonano. E la sua superbia è tanta che non se ne avvede e incolpa quelli di ignoranza congenita. E’ fallito così in tante sue imprese…  Pur di non ammettere i propri torti, imputando questi nostri abitanti di insensibilità ed ignoranza , sembra che intenda salpare l’ancora.

MINO             Ed in qualsiasi mare in cui  lui approderà la sua superbia gli impedirà di lasciare  l’ancora  immersa a lungo.

AME               Io non direi che la superbia è il peggiore dei vizi. Quando una persona è nata e cresciuta in un certo ambiente trova naturale comportarsi in un certo modo, che gli altri interpretano per alterigia.

 MINO                        E  pensare che l’umiltà quando è sincera, e direi anche non troppo eccessiva, suscita una sicura simpatia.

BEL                Oggi ciascuno di noi viene continuamente tentato dalla superbia. Gran parte dello ambiente in cui viviamo ci seduce con la presunzione. E’ un peccato di cui dovremmo sempre essere coscienti. Se uno mi dice di non essere presuntuoso, allora so che  davanti a me c’è uno che non conosce bene se stesso.

AME               E’…sì. A volte la superbia dell’uomo è talmente smisurata  da far ombra a quella degli inferi. Pensate a Lucifero, angelo prediletto dal gran Capo che sentendosi superiore, pretese di fare a meno di Lui. Sapete che fine ha fatto lui ed i suoi seguaci?

BEL                ( preso nel vivo, giustificandosi) Anche lui avrà avuto i suoi  motivi. E chi è che non mi dice che anche il Gran Capo di lassù…

MINO             (deciso) Fermati un attimo. Vediamo di non andare fuori dal seminato.

BEL                Scusatemi. Ma a volte, mi sembra di navigare nelle sue acque.  

AME               Si dice che la vanagloria sia una ramificazione della superbia, perciò vista in negativo.

Se, però, una persona glorifica  se stesso per ciò che ha saputo raggiungere nella sua carriera, con grandi sforzi, non mi sembra che meriti il rimprovero.

MINO             Morale della favola: per ogni medaglia vi  è il suo rovescio.

BEL                Amen e così sia!

MINO             (come rimprovero) Per piacere…

AME               Bene…cari amici! Dopo questa seduta di carattere filosofico vi debbo lasciare perché il dovere mi chiama. Ho gli amici che mi attendono per fare il quarto a poker. ( esce)

BEL                Hai capito quanti problemi ha mio suocero?

Scena terza: Minosse, Belfagor.

MINO             Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

 BEL               Hai ragione. Dì? Quando mio suocero ha tirato fuori l’aneddoto di Lucifero, non avrà mica capito che…

MINO             Figurati se un umano può arrivare a tanto… A proposito: meno male che ti ho fermato in tempo, quando stavi tirando in ballo il “ Gran Capo”. Se andavi avanti ancora un po’, andava a finire  che ci trasferivano nello scantinato dell’Inferno.

BEL                (scusandosi) Hai visto, però, che mi sono fermato in tempo. ( cambiando tono) E’ passato un mese da quando son ritornato dal viaggio di nozze e sembra ieri.

MINO             Che vuoi che sia un mese  per noi che abbiamo l’eternità nel sangue. Certo che è stato un gran bel matrimonio. Abbiam dovuto mandar giù, come dicono questi di qui, un bel rospo. Quella cerimonia religiosa con tutti quei santi invitati dal cerimoniere.

BEL                Ho cercato di persuadere Onesta di fare un matrimonio civile. Vedo che qui ormai ne fanno tanti… il sindaco poi si presta volentieri… Figuriamoci se mio suocero poteva evitare la fastosità formale in chiesa, con tanto di vescovo, preti e chierici a volontà…

MINO                        Senza tralasciare lo sfarzo nell’arredare la chiesa. Certo, direi che è stato tutto molto “ luminoso”

BEL                Io penso che non avremo evitata qualche maledizione da parte degli invitati - perché non tutti erano ricchi- doversi abbigliarsi con vestiti costosissimi, specialmente le signore che non volevano essere da meno della sposa. Onesta: che ha fatto venire da Milano un’intera sartoria.

MINO             Sì, quella è stata una vera esagerazione.

BEL                D’altra parte non so come avrei potuto evitare tutto ciò. Tu sai che di mia moglie sono molto innamorato. A volte mi chiedo il perché. Io credo perché ho assunto in me tutti i desideri, ambizioni dell’uomo imposti dalla gioia di vivere di mia moglie.

MINO             A volte penso che dovresti darti una regolata.

BEL                Hai ragione. Ma non ci riesco. Mi accorgo che mia moglie sta esagerando, ma ti confesso che non conosco il limite oltre il quale non andare. Il nostro vivere laggiù è sempre stato così tanto monotono e noioso…

MINO             Però, qualche rivincita ce la siamo presa. Lo sai come ci divertivamo con i prepotenti, fare giri di coda a non finire. Più giri di coda fai e più i peccatori vanno a finire nella m…. melma.

BEL                Mah. A volte mi facevano compassione. Magari tutti i loro peccati erano da attribuire alle mogli. Sai che  siam qui proprio per scoprirne il motivo.

MINO             Certo   che organizzare una notevole comitiva per andare a Venezia con gli invitati per la cena di nozze… Anche perché per un motivo o per l’altro siam rimasti all’hotel Danieli  tre giorni. E sai che gli invitati sobillati da tua moglie non si sono privati di nulla.

BEL                Con la gioia che provava aveva gli occhi che le brillavano.

MINO             Lo credo bene: aveva tutti i brillantini fra le sopracciglia.

BEL                Però… che notti quelle notti. Il viaggio di nozze in giro per il mondo è durato un mese.  E guarda: quante belle cose ci  sono nel creato.

MINO             E noi per uno stupido atto di superbia guarda che fine abbiamo fatto.

BEL                Quando siam tornati dal viaggio di nozze, le cose in famiglia son cambiate di un bel po’. Il mio amore per lei non è cambiato affatto, forse è anche aumentato proprio come le sue esigenze.

MINO             Scusa se aggiungo: prepotenze. Ho l’impressione che il mazzo delle carte lo tenga lei. Mi sembra che distribuisca a profusione le tue sostanze ai fratelli.

BEN               Lo so. Se fosse solo per i fratelli… E’ che è generosa anche con amici ed enti benefici che le diano lustro. Dovrò cercare di calmarla un tantino. Però, se ha un poco di cognizione dovrebbe non andar oltre il seminato. E’ una ragazza intelligente, a volte l’ho trovata anche sensibile… generosa…

MINO             Si è vero. Qualche virtù ce l’ha. D’altra parte l’uomo in sé , non ha solo vizi. Qualche virtù l’ha pure.

BEN               (cambiando tono con fare preoccupato) Poco fa credo di aver fatto una stupidaggine.

MINO             Sentiamo l’ultima.

BEL                Ho firmato,  per mio suocero, una fideiussione bancaria.

MINO             Tu sai che cos’è una fideiussione?

BEL                “Garantire con il proprio capitale il debito di una persona.”

MINO             Spero almeno che avrai fissato un termine ed anche una cifra oltre la quale non andare.

BEN               Purtroppo non l’ho fatto.

MINO             Sei stato un bel furbo. Sai cosa vuol dire? Vuol dire che tutte le tue ricchezze possono andare in fumo.

BEN               Lo so. Ma come potevo dire a mio suocero:” Poniamo un termine di valore e di tempo” Sarebbe stato come dire :” Non ho fiducia di lei.” Te lo immagini cosa avrebbe detto mia moglie? 

MINO             Sì, è vero. Ma per i suoi… Non ti sembra che in se coltivi abbastanza superbia? Tu sai quanto quel vizio prenda l’uomo.

BEN               Altro che. Io tradurrei la superbia in “ poca intelligenza”, nel settore della sensibilità.

MINO             Questa non l’ho capita.

BEN               Vedi ci sono delle persone che veramente in certi campi eccellono per intuizione, tanto da raggiungere posti nella società anche notevoli. Ma quando, questa persona, mette se stessa in confronto dell’altro, pur di prevalere gli mette in bocca affermazioni assurde, mai pronunciate, ma che a lui fan comodo  per poterle contestare.  Se prendi,  dopo qualche giorno, come base di discussione quelle sue affermazioni, quello te le contesta pur di aver ragione, proprio perché la sua memoria non regge tale assurdità.

MINO             Mi sembra di seguirti. Infatti: non parliamo di politica. Egli è cosi convinto dell’idea del superuomo che se gli tocchi il suo idolo, non si accorge , ma arriva persino ad offenderti, anche se ti è amico da una vita. Egli si fa plagiare talmente tanto dal suo giornale, che non si permette nemmeno di insudiciarsi le mani, toccando  l’altro contrario.

BEN               Questo superuomo quando si trova a conversare con altri, individua subito una persona da contestare. Gioisce nel farlo. Si pavoneggia con eccelse espressioni e gesti pomposi. Quando poi si accorge di non essere seguito dagli altri, si ravvede, si destreggia magari condividendo l’idea dell’avversario, facendo quell’idea sua. Naturalmente suscita l’ilarità degli astanti.

MINO             Immagino la scena. Anzi, ti dirò di più. Penso che quando quello raggiunge la comitiva tutti dicano: “Sta arrivando il rompipalle”. Naturalmente quello si presenta con un sorriso da superman.

Scena quarta: detti Onesta.

ONESTA        (entra portando con se un vaso di fiori che pone sul tavolino)

BEN               ( all’entrata di Onesta) Che piacere vederti mia cara. Il vederti mi fa felice. E a questa felicità vogliamo brindare. Vado di là a prendere ciò che serve. ( esce)

ONESTA        ( sedendosi, a Mino con fare molto mellifluo) Quando vi vedo insieme, lei e mio marito, gioisco nel capire l’attaccamento dell’uno all’altro. Siete veramente amici. Mi son sempre chiesta come un’amicizia possa iniziare.

MINO             L’amicizia nasce spontaneamente fra persone che si stimano.

ONESTA        Da quanto siete amici?

MINO             Direi da secoli.

ONESTA        Rodrigo è così legato a lei che non si pone nemmeno lontanamente il dubbio sulla sua sincerità. Direi quasi che egli dipenda dalla stessa volontà dell’amico.

MINO             Non direi proprio. E’, che l’amicizia vera non crea dubbi. Il consiglio che si  da all’amico, è lo stesso che si darebbe a se stessi.

ONESTA        Purtroppo penso che mio marito, anche se le sue virtù siano innumerevoli, sia poco generoso. Vorrei che verso i miei famigliari avesse un atteggiamento più liberale. Lei sa bene che le sue risorse sono abbastanza buone. Se i miei fratelli gli chiedono un aiuto, trovo, purtroppo,  che sia mal disposto.

MINO             ( puntualizzando) Direi che Rodrigo è un generoso.

ONESTA        Ecco perché chiedo a lei l’aiuto per consigliare  mio marito di essere, verso i miei fratelli,  e anche verso me stessa, se vogliamo, più prodigo.

MINO             Lei signora sa quanto suo marito sia innamorato di lei, e quantosia disposto  a farla felice. Però ammetterà che i suoi fratelli si son un po’ adagiati sulla generosità del cognato.

ONESTA        Non mi sembra…

MINO             Come lei ha ammesso, Rodrigo ha una gran fiducia dell’amico, e quindi a sua volta l’amico deve dimostrare che è ben riposta quella fiducia.

ONESTA        Sì: è vero. Lo riconfermo.

MINO             Le confesso che più di una volta mi ha chiesto se faceva bene concedere ai propri cognati e anche cognate quei prestiti per acquisti di cose spesso inutili. E tutto ciò per amor suo. Io stesso gli ho consigliato di non esser troppo prodigo, per lo stesso loro bene. Loro, non spinti dalla necessità non si sono mai preoccupati di trovarsi un lavoro, e per un giovane ciò non è certo di stimolo verso il proprio avvenire.

ONESTA        (decisa) Forse questo atteggiamento non doveva permetterselo. Lei stesso, mi sembra, dipenda dalla sua borsa.

MINO             Non direi proprio. Il mio patrimonio, accumulato nei precedenti anni, mi permette una vita, forse non agiata, ma sicuramente infernalmente serena se così mi posso esprimere.  Tanto che i consigli, al mio amico, non son soggetti a  nessuna soggezione.

ONESTA        Che parola grossa: ” soggezione”…

MINO             (rimproverando)…Quella forse più appropriata che dovrebbe assumere la donna verso il marito con il quale deve percorrere la lunga strada verso un traguardo finale.

ONESTA        (sprezzante) Come a volte ci si può sbagliare nel giudicare le persone.

MINO             (alludendo) Non è certo il caso di suo marito e il mio. Comunque signora le auguro ogni bene.

ONESTA        Quanto deludente è questa battuta!

(Bel entra con una bottiglia di champagne. La stura e versa. Brindano mentre la conversazione prosegue )

MINO             (come se il precedente battibecco non fosse avvenuto) Come va’ Signora Onesta?

ONESTA        ( fredda) Come vuol che vada.

MINO             Si stava  ricordando il vostro matrimonio. E’ già passato qualche mese  e sembra ieri.

ONESTA        A me sembra un’ eternità.

BEN               Come mai dici così… cara?

ONESTA        Perché  l’incantesimo di quei giorni mi sembra finito.

MINO             Oh… lallà…

ONESTA        Tutte quelle sottigliezze, tutte quelle delicatezze che caratterizzavano il tuo corteggiamento sono finiti.

BEN               A me non sembra.

ONESTA        Certo. Cosa vuoi accorgertene tu. (rivolta a Mino, imitando il marito) “ Cara, ti posso versare un goccio di vino? Questo manicaretto che hai preparato è buonissimo. Quel raggio di sole che filtra fra le tende e si porge su di te esalta il tuo sorriso.

MINO             (scherzando all’amico) Non ti credevo così poetico.

BEN               (alla moglie) Dopo qualche mese  di viver comune, raggiunta quella confidenza famigliare ci si comporta nel più normale dei modi. Anzi. E’ come vivere in sintonia, l’uno e l’altra. Siamo la stessa persona. E’ l’espressione più sincera fra due persone che si amano.

MINO             Questa è una sottigliezza psicologica che me la debbo proprio ricordare.

ONESTA        (fredda) Perché non ha altre cose più importanti da ricordare?

BEN               (alla moglie)Tesoro: forse voleva far sua questa espressione per esaltare la tua bellezza.

ONESTA        (fredda) Ma pensa,,, Se proprio volete esaltare la mia bellezza, vedete di mettere il giornale piegato come si deve sul tavolo ( raccoglie il giornale lo piega e lo mette sul tavolino) O pensate che ci sia una serva al vostro servizio?

BEN               (rivolto all’amico) Scusa,come si suol dire: la mia signora alzandosi da letto  ha messo, per primo,  il piede sinistro a terra. Si vede che è una giornata: no.

MINO             (per alleggerire l’atmosfera) A questo proposito vorrei esporvi una mia idea.

ONESTA        …Che speriamo sia breve.

MINO             Quando al mattino esco da casa mi pongo sempre la stessa domanda. Voglio capire in che modo si presenta  questa giornata: come, incontrando persone amiche, mi salutano. Se il saluto è caloroso la giornata è: sì. E di ciò mi rallegro, poiché credo che l’espressione del mio viso sia sereno, cordiale, quindi privo di preoccupazioni.

ONESTA        ( a Mino) Come si accontenta di poco…L’ha detto lei che non ha preoccupazioni. Forse mio marito la rende economicamente tranquillo.

BEN               ( rivolto alla moglie) Mia cara quanto lungi dal vero sei… Quanta dipendenza mi lega a questo mio amico.

ONESTA        Questo è da includersi nel raccoglitore  dei vostri segreti?  

BEN               Cara, tu sai che non ho segreti per te.

ONESTA        Questo vallo a dire a “Piersanti”

MINO             E questo chi sarebbe?

ONESTA        E’ un modo di dire delle nostre parti.

BEN               Quante cose dobbiamo ancora imparare.

ONESTA        Quello per esempio di abbassare la tavoletta del “ Water”

MINO             (cogliendo l’occasione per lasciarli soli) Non c’è nessun riferimento al “water”… ma vi debbo lasciare. (esce)

Scena quinta: Onesta, Belfagor.

BEN               Cosa c’entra ora la tavoletta del water.

ONESTA        Oh…altro  che, se c’entra. Non ti è mai capitato di abbassarlo?

BEN               Sarà stata una disattenzione da parte mia.

ONESTA        Non pensi che per me, per il mio stato sociale, sia un’umiliazione abbassare quella maledetta tavoletta?

BEN               Scusami!

ONESTA        Ma i tuoi non ti hanno mai insegnato nulla?

BEN               Dove ero prima il bagno era talmente grande…

ONESTA        Sarà meglio che tu vada ad esercitarti al tiro a segno. Non ci prendi una volta. ((sentenziando)”Le loro maestà, nemmeno in  situazioni intime amano piegar la schiena. Sarebbe troppo indecoroso.”

BEN               Onesta…ti prego!

ONESTA        …Poi va sotto lo stuoino ed allora sembra di essere su una pista di ghiaccio, e se non provvedo: un letamaio.

BEN               Veramente se  permetti: questo dovrei dirlo io. Ogni volta che esci dalla vasca quella calda acqua insaponata scorrendo sul tuo bel corpo va a raccogliersi sotto il tappetino. Quella volta che uscendo dal bagno mi sono lamentato per quel colpo di frusta che ho preso non è stato perché ho raccolto bruscamente il sapone, ma perché mettendo il piede sullo zerbino, come su uno scivolo, sono andato a sbattere con il capo contro la tazza.

ONESTA        (con  ironico disprezzo)  Non avevi altro da fare?

BEN               Non ho voluto incolparti. Sai quanto ci tengo alla tua serenità.

ONESTA        Come no.

BEN               Ha volte penso che dovrei fare un utile acquisto. Dovrei comperare quel distributore di numeri,  come quello che si trova all’Asl,  e poi mettermi in fila, anche se siamo soli in casa, ed attendere il mio turno per entrare nel bagno. Tu sai che quando devi farti bella- e questo mi fa piacere-

il bagno si trasforma in un atelier in cui le signore stanno ore e ore.

ONESTA        Forse perdo tempo a sistemare il tubetto di dentifricio che lasci come la groppa del cavallo, o asciugatoio o salvietta che spandi per il bagno.

BEN               Tesoro mio: perché anche quando ti arrabbi il mio amore cresce per te? (cambiando tono) A volte il mio amico mi rimprovera per la troppa arrendevolezza che ho verso di te.

ONESTA        Bravo! A proposito del tuo amico…

BEN               Che c’entra il mio amico?

ONESTA        Mi sembra che sia stato tu a tirarlo in ballo.

BEN               Sì.  E’ vero. Dicevo così per dire.

ONESTA        E invece io dico che mi sta sulle scatole. Mi sembra tutt’altro che sincero nei tuoi confronti.

BEN               Questa poi…”! sulle scatole” non mi sembra una espressione adatta a te. Pensa se ti sentissero le socie del tuo circolo.

ONESTA        Fammi il piacere di lasciar stare quelle signore!

BEN               Mi sembri un poco alterata.

ONESTA        Ti sta avvinghiato giorno e notte come una sanguisuga. Mi vien in mente quella canzone” Avvinti come l’edera”

BEN               Fra come ti esprimi e la canzone mi sembra che  ce ne corra…

ONESTA        Non fai un passo che non ti sia alle calcagna. O magari sei tu la sua coda.

BEN               Non ti capisco.

ONESTA        Mi sbaglio o ti suggerisce come ti devi comportare? Cosa devi dire o fare?

BEN               Come sei lontana dalla realtà. Egli mi è solo amico. Se mi sta vicino è solo perché io l’ho pregato di farlo. Non puoi immaginare quanto lavoro ha tralasciato per starmi vicino.

ONESTA        Immagino che sia un’occupazione infernale.

BEN               Come mai questa espressione?

ONESTA        Non vi siete mai accorti che è un’espressione che usate spesso?

BEN               E’ un modo di dire  come un altro. “infernale” sta al posto di  “assolutamente” come dite voi.

ONESTA        Anche le mie amiche si sono accorte di questo vostro “ amore”

BEN               Ti prego di non dire sciocchezze.

ONESTA        Hai ragione. Non siete omosessuali. Non c’è dubbio.

BEN               Meno male!

ONESTA        Quando passa dal salotto e mi vede con le mie ospiti, non manca occasione di fermarsi, per far “quattro chiacchiere” come dice lui. E poi si mette a corteggiarle una alla volta. Fa loro domande  insinuanti come volesse carpire i loro secreti più intimi. Come ci cadono le sciocche. Anzi si sfogano. E quanto i loro mariti ne sono le vittime. Sembra quasi che quel tuo amico voglia raccogliere informazioni, sensazioni, da mettere in chissà quale infernale rapporto. Come vedi anch’io mi servo del vostro aggettivo prediletto.  

BEN               Quello conosce così bene i peccati delle donne. Da modo a voi di dare sfogo  a tutte le vostre intime curiosità e vedervi gioire

ONESTA        Povero illuso, se crede di istupidire il gentil sesso. Lui non sa che le donne ne sanno una più del diavolo.

BEN               (spiritoso) Sai che quasi  quasi ci credo. Però, mi sembra di conoscerti così bene che questo non pare il tuo caso.

ONESTA        Ti dico chiaro e tondo che questo tuo amico non mi piace affatto. Non mi piace come mi guarda, e nemmeno  le espressioni del suo viso ad ogni mio dire.

BEN               Non è che tu sia prevenuta?

ONESTA        Perché dovrei esserla? Non sarà perché è talmente presuntuoso da capire, dalle espressioni delle persone, il loro carattere e semplicemente le loro intenzioni.

BEN               Il lavoro che ha sempre fatto lo ha portato a giudicare le persone semplicemente osservandole. Spesso, per lui la persona che gli stava davanti era come un libro aperto con  su scritto tutti i suoi peccati.

ONESTA        (spiritosa) Non sarà mica stato un diavolo indagatore…

BEN               Spiritosa! Il suo compito era destinare quella persona al posto giusto. Non è una novità che nelle grandi aziende vi sia lo psicologo per la scelta  dell’attività dei dipendenti.

ONESTA        Si vede che gli è rimasto il pallino. Basta constatare come si comporta con le mie amiche.

BEL                Appunto.

ONESTA        Un’altra cosa che proprio non mi piace…

BEL                Sempre a proposito di Minosse?

ONESTA        No. Quello lascia che vada a farsi friggere. Io non sopporto che una donna quando ha bisogno di soldi, non solo per spese di casa ma anche per proprie necessità, debba umiliarsi a chiedere soldi al marito. Questo lascialo  fare a quelle poverine che non hanno spina dorsale…

BEL                …E che magari hanno solo lo stipendio del marito sul quale contare.

ONESTA        Non essere spiritoso, che tra l’altro non ne hai la stoffa. Quello non è il nostro caso. Gli accordi pre-matrimoniali fatti con mio padre sono stati ben chiari. Figuriamoci se io mettevo sul piatto della bilancia  il mio casato, la mia dignità se sull’altro piatto non ci fosse stata  la  garanzia di una vita degna.

BEL                Mia cara, per l’amore che ti porto su quel piatto ho messo il mio cuore ed il mio portafoglio.

ONESTA        E piantala di usare tutte le volte che  mi parli :”  Mia cara” 

BEL                Userò “ Amor mio”

ONESTA        Ma va a quel paese! Sii uomo! E cerca di non cambiar discorso.

BEL                Quale sarebbe.

ONESTA        Ti ho chiesto più di una volta di aprirmi un conto corrente in banca.

BEL                Veramente me lo hai imposto, di aprire un conto in banca a tuo favore.

ONESTA        Ebbene me lo hai aperto?

BEL                Certo, mia cara… ( si corregge) Scusami. Si Onesta.

ONESTA        Spero che tu non abbia messo una limitazione. Sarebbe stato troppo umiliante per me nei confronti del direttore della banca.

BEL                Aprendo un conto corrente a tuo nome avrei dovuto versare una certa cifra. Questa è una limitazione.

ONESTA        E allora?

BEL                Ho fatto di meglio. Ho intestato il mio conto a tutti e due. Così la limitazione di cui parlavi non esiste, e nei confronti del direttore della banca la tua dignità è salva. Confido nella tua moderazione nelle spese. Però, non ho dubbi. Sei una donna con la testa sulle spalle, come dite voi.

ONESTA        (con fare mellifluo)     Scusami se sono stata un poco brusca. Non volevo. Perdonami.

BEL                Posso usare ancora il “ mia cara”?

ONESTA        Ma certo caro.

BEL                Come sei gentile quando vuoi…

ONESTA        Rodrigo, E’ da qualche giorno che te lo volevo dire. I miei fratelli, checché ne dica il tuo amico, hanno trovato un buon posto: uno a Milano l’altro a Bologna. Il loro titolo di studio, il loro nome li hanno facilitati. Per presentarsi onorevolmente hanno dovuto affittare un appartamentino in centro città. Tu sai quanto sono elevati i canoni in quelle città e quanto limitate sono le loro possibilità. Ecco perché ti ho pregato di aprirmi un conto per aiutarli. Ora che mi dici che il conto corrente è intestato ad entrambi ho molto piacere, perche i miei fratelli potranno credere che sia stato tu a beneficiarli. E’ un bel gesto da parte tua.

BEL                (rassegnato) Va bene. Speriamo che mettano la testa a posto.

ONESTA        L’altro fratello ha l’intenzione di aprire un negozio di abbigliamento. Questo non è un grande problema, visto che ora i negozi qui da noi si rilevano a poco canone.

BEL                Meno male. Almeno quello...

ONESTA        Naturalmente ci sarà da arredarlo…

BEL                ( rattristato) Ti pareva…

ONESTA        Caro non fare quella faccia. Prima o poi i miei fratelli si sdebiteranno.

BEL                Speriamo.

Scena sesta: Belfagor, Minosse, Onesta ( che poi uscirà)

MINO             (entrando) Oh… Scusatemi. Pensavo che foste usciti… Non vorrei disturbare,

ONESTA        (scostante) Niente affatto. Vi lascio soli. ( al marito ) Ciao tesoro. ( esce)

MINO             Domani pioverà.

BEL                Perché?

MINO             Tua moglie ti ha chiamato “ tesoro”.

BEL                (con sorriso sconsolato) Lo credo bene. In cinque minuti ha intaccato il mio “tesoro”  associandosi sul mio conto corrente, e impegnandomi  a coprire le spese dei suoi fratelli…

MINO             (rimproverando) Con l’esperienza che hai sulle spalle, da secoli,  non hai ancora capito di che pasta è fatta tua moglie? Non ti è venuto il dubbio che tutto ciò che in cinque minuti le hai concesso era tutto premeditato da tempo e predisposto?

BEL                Anche per i suoi fratelli?

MINO             Quelli son fini…te li raccomando...

BEL                E tu cosa ne dici.

MINO             Che sei sulla strada giusta.

BEL                In che senso?

MINO             Verso il fallimento.

BEL                Come sei incoraggiante.

MINO             (rimproverandolo) Non puoi cedere continuamente in quella maniera. 

BEL                Il mio conto in banca si sta assottigliando a vista d’occhio.  Son venuto al mondo per prestare soldi e va a finire che dovrò chiederli in prestito io.

MINO             Se continui di questo passo…

BEL                Cosa vuoi che ti dica. Quando mi vedo davanti mia moglie mi calano le braghe come dicono qui.

MINO             Io non capisco a “Porta inferi” sei sempre stato “in-animato” Non ti sei mai fatto intimidire da nessuno, e sì, dico, quando si son presentati Paolo e Francesca sei stato imparziale. Li hai sbattuti nel cerchio dei lussuriosi, e si dico se non erano due brave persone quelle?

BEL                Beh… là c’erano implicate le corna del marito…. Comunque quello era il mio compito. Non mi toccava direttamente. Ammetterai, però, che il compito  assegnatomi di assumermi tutti i sentimenti degli umani lo sto svolgendo alla lettera.

MINO             E’ vero non c’è che dire.

BEL                ( con nostalgia) Sai che a volte sento la nostalgia del nostro habitat ? Almeno là il bianco è bianco ed il nero è nero. Qui è tutto grigio… Anzi qui c’è del gran rosso.

MINO             Cosa centra il rosso? Non ti sarai fatto prendere anche dalla politica ora?

BEL                Che discorsi fai?

MINO             Hai tirato in ballo tutti i tre colori della politica?

BEL                Ma dai…

MINO             Fatti coraggio che hai davanti ancora dieci anni.

BEL                (pensieroso)  Dieci anni ancora con mia moglie? Guarda… Quando si rivolge a me con un’espressione che sembra un’arpia e con l’indice alzato che quasi mi punge il naso e quella voce così stonata… ti dico la verità: faccio fatica  sopportala. E questo capita spesso e sempre per lo stesso motivo:  i soldi! Quei maledetti soldi! 

MINO             Poveri uomini. Sono così attaccati ai soldi, e pensare che quella è la loro maledizione più grande. Perché si fan la guerra gli uni contro gli altri?  

BEL                Per il vil denaro! (cambiando tono) Sai cosa facciamo? Ci andiamo a prendere un buon caffè in centro!

MINO             Sarà meglio. ( escono )

Buio per pochi secondi

(sono trascorsi due mesi. La scena è la stessa un poco in disordine)

Scena settima: Minosse (parla con Lucifero)  poi entra Belfagor.

MINO             (parlando con Lucifero) E’… Sì… Maestà. Sono trascorsi due mesi da quando Belfagor ha fatto la stupidaggine di intestare il conto corrente alla moglie. D’altra parte doveva comportarsi come un umano, secondo il suo incarico.

LUCIFERO   ( a voce amplificata) Infatti era quello il compito che deve assolvere.

MINO             E’ vero. I peccati dei mariti, per colpa delle mogli, come a suo tempo è stato riferito alla Commissione dei Diavoli, mi sa tanto che corrispondano al vero. Onesta -  mi vien da ridere accostare il nome alla persona.-  Quella è onesta solo verso la sua prodigalità nello sperperare il patrimonio del marito. Quando è inviperita – e lo è spesso- lo spela di insulti. Sono talmente grandi che lui non ha la forza di controbattere.

LUCIFERO   Nei secoli qui all’Inferno non ha imparato nulla?

MINO                        E’ vero. Le donne da fidanzate a mogli cambiano da così a così. Doveva vederli quando si sono conosciuti. C’era del miele dappertutto.

LUCIFERO               E dei soldi che gli abbiamo dato che ne ha fatto?

MINO             E’… sì. Le sue finanze sono ormai ridotte a zero. Sperava che i suoi cognati gli restituissero i prestiti fatti… ma figuriamoci. Quelli oltre aver perso il posto sono diventati gli zimbelli dei loro amici. Quello poi che aveva aperto un negozio qui in città, ha dovuto vendere anche il mobilio e poi fallire. E’ una famiglia che fa schifo.

LUCIFERO               Vedi di usare un linguaggio appropriato.

 MINO                       Mi scusi. Era un’ espressione che dovevo lasciare agli uomini. Ma quando ci vuole ci vuole.

LUCIFERO               Non fatevi influenzare più del dovuto dai vostri ospiti terreni.                  

MINO             A forza di stare fra loro ho assunto anche i loro modi di dire. Se sentisse le loro espressioni volgari… E come sono maleducati…. Si figuri che davanti ai bar ci sono i porta ceneri eppure buttano le cicche per terra.

LUCIFERO   Non ti sembra che ci siano dei peccati peggiori?     

MINO             Sì, sarà anche una sciocchezza, ma intanto dimostrano di quanto se ne fregano del prossimo. E’ dal poco che si arriva al tanto.

LUCIFERO   Spero che non siano tutti così…  

MINO             Non tutti si intende. Sono soprattutto gli ultimi arrivi.

LUCIFERO   Vedete di svolgere un buon lavoro.

 MINO                       Come andrà a finire non glielo so proprio dire. Io, francamente desidero tornare a casa presto a godermi un poco di pace.  Però non posso lasciare Belfagor a sopportare sua moglie da solo…

LUCIFERO   Stammi bene!

(qui termina il colloquio)

BEL                (entrando) Con chi stavi parlando?

MINO             Con il grande Capo.

BEL                (meravigliato. Con il dito indica il su) Con quello su?

MINO             ( col dito indica il giù ) Figuriamoci. L’abbiamo fatta troppo grossa. Stavo parlando con quello giù.

BEL                Cosa ti ha detto?

MINO             Che ti sei presa la gatta da pelare, e ora pelatela.

BEL                (affranto) Fai bene… tu ad essere spiritoso. Torno ora dalla banca. Mi ha fatto chiamare il direttore. Mi ha chiuso il conto già da qualche giorno. E intanto gli arrivano gli assegni che quella là ha staccato. Naturalmente che non paga. Te lo immagini la “ santa” quando torna.? MINO                Dove è andata?

BEL                Ad una festa di beneficenza dove ha elargito sorrisi e assegni fasulli.

MINO             Ed ora cosa pensi di fare.

BEL                Il mio nome sulla piazza ha ancora un certo valore. Vedrò di chiedere un prestito. Anzi, per dire la verità, ho già trovato qualcuno.

MINO             Hai fatto presto.

BEL                Certo. Ed è stato anche abbastanza facile. Lo stesso impiegato della banca me ne ha già presentato uno,

MINO             Ed il tasso d’interesse?

BEL                Non è certo quello che chiedevo io. E’ un tasso  da vero strozzino. Ma cosa vuoi che faccia? Vorrà dire che giocherò al lotto.

MINO             (ironico) Con la fortuna che ti ritrovi ti sarà facile. Magari fatti dare i numeri da tua moglie.

BEL                Perché:no. Non c’è il detto che i pazzi danno i numeri?  Speravo tanto nei miei cognati… ma guarda che fine hanno fatto…

MINO             Era da prevederlo.

BEL                Ti ricordi quando abbiamo visto quel film di cartoni animati, dove c’era Caronte che attraversava l’Acheronte portando  le anime nel nostro regno, con per sottofondo  la Barcarola di Offenbach?

MINO             Come no.

BEL                E’ una musica tanto triste, ma come vorrei sentirla nei panni di Caronte. Come vorrei essere là ora.

MINO             Certo che se ti lasci prendere dalla malinconia i tuoi problemi non te li risolvi di sicuro.

BEL                ( rimproverando) Ed è certo anche, che non mi dai dei grandi consigli.

MINO             Lo sai che non posso. Purtroppo te la devi sbrigare da solo. Però, credimi: ti sono vicino con l’anima indiavolata.

BEL                Fai anche lo spiritoso.

MINO             Volevo tirarti su un poco il morale… Scusami.

BEL                ( consolandosi) Meno male che ho la tua amicizia.

MINO             Però mi domando come hai potuto farti abbindolare così da una donna. A volte con lei ti comporti come un uomo senza spina dorsale.

BEL                Vedi… Nel nostro ambiente viviamo - anche se questo verbo è abbastanza improprio- da sempre  fra in sette vizi capitali. Noi non sappiamo cos’è l’amore. Abbiamo conosciuto l’amore “divino” ma per superbia ne siamo stati privati. Dell’amore terreno non ne sappiamo nulla, se non per sentito dire. Fin dal primo momento che siamo qui giunti  ho provato una certa curiosità. I primi momenti vissuti con Onesta, sono stati splendidi. Ho provato sensazioni che ancora, pensandoci, mi si accappona la pelle.

MINO             Non ci sarebbe bisogno di ascoltare, basta osservare l’espressione del tuo viso per capire le tue emozioni.

BEL                Vedi: l’amore ti affascina ti rende piacevolmente impotente. Ti fa navigare sulle dolci onde del mare.  Ti fa correre, sognando, su verdi prati mentre guardi  lontani monti innevati. L’amore ti mette nell’animo una dolcezza infinita. Ti concede momenti in cui ti fa vivere in una quiete e dolce malinconia. E quanto dolore quando ne vieni privato.                         

Scena ottava: detti, Onesta.

ONESTA        (entra inviperita rivolta a marito) Hai un’idea della figura che mi hai fatto fare al circolo femminile più importante della città? La vergogna che ho provato osservando le espressioni di compatimento di quelle arpie?

BEL                “Arpie” le tue amiche?

ONESTA        Quella che credevo la mia   migliore amica,  entra nel salone e di fronte a tutte, con un certo piacere, mi viene a dire che un commesso della banca ha portato un avviso con il quale la banca ha respinto per insolvenza gli assegni che ho staccato.

BEL                Immagino che quell’avviso sarà stato in busta sigillata…

ONESTA        Quell’arpia avendo già sentito nel’aria la tua situazione finanziaria avrà pensato di non lasciarsi scappare l’occasione per umiliarmi di fronte a tutte e assecondare la sua curiosità.

MINO             (con una certa sottile compiacenza) Immagino la scena.

ONESTA        ( a Minosse con disprezzo) Immagino che avrebbe voluto esser presente per godersi la scena!

MINO             (con espressione falsa) Ma cosa mi dice…?

BEL                Mia cara: calmati. Non è caduto il mondo!

ONESTA        Forse il tuo mondo non è caduto ma certo il mio: sì! Ma come hai potuto farmi una cosa simile?

BEL                (non comprende) Cosa avrei fatto?

ONESTA        Hai tenuto scoperto il conto. Non ti sei minimamente preoccupato di tua moglie, della sua posizione sociale, del suo credito nella società?

BEL                Guarda che gli assegni li hai firmati tu. Sapevi che non stavamo navigando il dolci acque…

ONESTA        ( con disprezzo) Sei bello come il sole! Io sono disperata e lui guardatelo: la tranquillità fatta persona!

BEL                Ti sembra che con tutti i miei problemi, io mi possa sentire tranquillo?

 

Scena nona: detti, Amerigo.

AME               (entra distrutto rivolto a tutti) Sapete di quei “bond” che ho acquistato, tempo fa, dell’Argentina?

BEL                Certo che lo sappiamo. Sappiamo anche, che li ha acquistati, su suggerimento dei suoi amici del poker, perché davano un reddito elevato.

AME               Bene. La banca dell’Argentina  è fallita, e tutto ciò che possedevo ed avevo investito, sicuro di procurare una dote degna alle mie figlie, è andato sul fico del prete. Sono andati a finire nel buco del “cesso”

MINO             Questa espressione è degna della “nobiltà” quando lo prende “ da quelle parti”. Si lascia andare e torna alle origini più sincere  e reali.

BEL                (rivolto all’amico rimproverandolo ) Vedi di non scendere anche tu troppo in basso.

MINO             L’ho fatto per non essere stonato in questa partitura musicale.

ONESTA        (rivolta al marito con disprezzo)  Sarai contento di vederci così umiliati. (parlando con enfasi) Lui: che si è presentato nel nostro mondo con il sorriso di conquistatore sulle labbra, baldanzoso e superbo.

BEL                Direi proprio di. no!

AME               (ingenuamente rivolto a Belfagor) Rodrigo: tu non ce la faresti a porre rimedio? Presentarmi in pubblico non ho più la faccia.

ONESTA        ( al padre) Ma non l’hai ancora capito che quello lì è fallito più di te?

BEL                ( distrutto) Purtroppo lo puoi dire.

MINO             Scusatemi se mi interpongo. Pensavate forse che il mio amico fosse la Banca d’Italia? Non vi siete chiesto se a tutto c’è un limite? Vi siete fatti prendere dall’entusiasmo di prevalere per ricca nobiltà sul vostro ceto, senza accorgervi della legge del tornaconto?

AME               Che legge è quella?

MINO             Che ad ogni salita corrisponde una stessa discesa.

BEL                Purtroppo non so più dove sbattere la testa. I miei creditori  mi faranno “l’uomo a dosso “ come dite voi.

ONESTA        Quando penso che per farsi bello, il pranzo di nozze l’ha voluto fare niente meno a che all’ hotel Danieli di Venezia… lui…

BEL                ( alla moglie) Veramente me lo hai imposto tu. Ed io, sciocco, pendente dalle tue labbra, innamorato da far schifo, mi son fatto incantare dal vostro bel mondo, fasullo e fatto di inutilità .

ONESTA        Devo convenire con mio padre che non ho più  nemmeno io la faccia da presentarmi alle mie amiche.

BEL                (alla moglie) Presa dal tuo egoismo,  dal tuo egocentrismo non ti sei  resa conto  di quanto, mio malgrado, mi sono affezionato a te. Forse non a te, ma sicuramente all’amore ideale che in te ho visto il soggetto.

ONESTA        Non intenerirmi più di tanto.

BEL                Forse una soluzione c’è. Se tutte le colpe le facciamo cadere su di me, il vostro onore, la vostra dignità è salva. Su di me cada tutta l’onta del disastro economico.

ONESTA        (addolcita nella speranza che il marito trovi una soluzione )  Come pensi di fare?

BEL                Attribuirmi  tutte le colpe e trascinarle con me in un luogo lontano. Magari sperando che i miei creditori non mi raggiungano.

MINO             E’ un po’come abbandonare il campo di battaglia, ma è pur vero che la tua assenza potrà calmare le acque. Sappiamo tutti che il tempo smorza la memoria.

AME               Apprezzo molto l’idea che intendi seguire. Ti ringrazio e francamente, mortificato,  come sono, per il mio comportamento nei tuoi confronti, ho l’ardire di chiederti perdono. Sappi che la stima per te rimarrà sinceramente intramontabile.

ONESTA        (il suo dire un po’ attenuato deve però apparire falso) Forse sono stata, anzi, senz’altro un po’ eccessiva nelle mie espressioni..  Ormai il mio carattere lo conosci, un po’ impulsivo. Sai però che in ogni uomo in fondo in fondo  un fondamento di sincera bontà deve pur esserci.

MINO             (accentuando) In fono, in fondo.

ONESTA        Però, calma non lo sono proprio. Penso alla mia cosi detta amica.

AME               Beh… ora vi lascio. Andrò ad affrontare le mie figlie…  Sarà dura…

ONESTA        Papà… ti accompagno.

( Onesta e Amerigo escono)

MINO             Sai che queste ultime battute dei tuoi parenti mi hanno ricordato la recita della Filodrammatica di questa città…?

BEL                Direi proprio di no. Questi sono falsi, quelli teatralmente sono sinceri. e convincenti.

MINO             Tu dici?

BEL                Io dico. (cambiando tono)  Ora lasciami concludere questa ultima parte prima della mia partenza.

MINO             Certo che tua moglie te la raccomando.

 ( rientra Onesta.)

MINO             (spiritoso) Ora vi lascio alla vostra intimità

BEL                (con fare malinconico) Chissà quando ci rivedremo. ( mette una mano sulla spalla dell’amico in segno di saluto)

ONESTA        (rivolta a Minosse) L’accompagno. Intanto sistemo un po’ di roba di là.

( i due escono )

Scena decima. Onesta, Belfagor.

 ( Belfagor va a sederi in poltrona  e preso il giornale si mette a leggere. Fuori scena, Onesta a voce alta e con ritmo eccessivo racconta al marito un qualche cosa che comunque non si riesce a comprendere. ( La moglie può dire  qualsiasi cosa, purché non si capisca cosa sta dicendo) Il marito ogni tanto dirà … “ Sì.. cara”

BEL    ( un marito ormai senza armi contro una moglie bisbetica.)  Si cara.

ONESTA  ( fuori scena, considerando che non si capisce cosa dice ,essendo fuori scena, si può aiutare leggendo qualche cosa) 

BEL    Hai ragione cara.

……….

BEL    Non me lo dire cara.

……………

BEL    Hai perfettamente ragione cara!

………..

BEL    Hai fatto bene cara!

ONESTA        ( entra. Seccata ) Come “ Hai fatto bene…!?” ( decisa) Ho fatto male invece! Le dovevo dire ciò che si meritava!

BEL                E’ vero. Le dovevi dire ciò che si meritava.

ONESTA        Eh… si… Io sono troppo buona. Troppo prudente. Io dovrei comportarmi come quelle che ciò che hanno in testa, hanno anche sulle labbra. E invece :no. Mi tengo tutto dentro, pur di non litigare… e poi sto male.

BEL                E’ vero. Sei troppo buona.

ONESTA        Sono troppo buona…un corno! Cosa credi, che non mi sia accorta che mi dai ragione e invece in cuor tuo  non fai altro che giudicarmi. Eh… già … voi uomini…voi mariti…trovate che le vostre mogli siano sempre la peggiori… mentre quelli degli… delle monache… delle sante…. (guardandolo) E stai composto! Non vedi che stropicci il vestito?

BEL                Sono semplicemente seduto.

ONESTA        Ti sembra quello il modo di star seduto? Non vedi che si stropiccia la piega dei pantaloni?

BEL                Prima di sedermi me li sono tirati su

ONESTA        Eh… già… tanto non,li devi stirare tu.

BEL                Cara, è un po’ di giorni che li sto portando…

ONESTA        Ora…secondo te… dovrei farteli stirare tutti i giorni… Eh… fanno bene quelle donne che portano tutto in stireria. Eh … si… loro hanno il marito che lavora… che guadagna.        

BEL                Ti sei scordata, forse dei miei problemi? Mi sono messo qui a leggere un poco, giusto per stendermi i nervi.

ONESTA        Eh… si. ( volgendo lo sguardo verso il cielo) Si!… perché i nervi li ha solo lui.(riguardandolo) Una donna che sta tutto il giorno in casa a sentire quelle beghe di amiche con tutti i loro problemi  sembra che si gratti la pancia dalla mattina  alla sera….E’… come: no E’ inutile che tu faccia quella faccia lì.

BEL                Non ho mai detto questo…cara.

ONESTA        Non lo hai mai detto, ma lo pensi. E poi non ci vuole molto… basta guardarti in faccia.

BEL                Mia cara: questa è solo stanchezza.

ONESTA        Dillo… dillo, che i miei discorsi ti stancano. Vorrei vedere te, preoccuparti ogni giorno di cosa preparare  per pranzo e cena., tutti i giorni… per tutti i santi giorni dell’anno. E poi giusto per far un riposino sbrigare la corrispondenza, di inviti, auguri e vattela a pesca. Ah, già. Questa è roba d’altri tempi…

BEL                Mia cara, prima o poi dovrai riprendere i tuoi rapporti con la società..

ONESTA        Ci mancherebbe altro che mi mettessi  a scrivere.

BEL                (prudente) No… ma qualche letterina  qua e là…

ONESTA        (scocciata) Tu dimmi se questa è vita?!, monotona squallida,piatta. Tutto calcolato, tutto previsto. Basta!!  Basta! Aria! Vita! ( respira a pieni polmoni)

BEL                ( timido)  Respira profondamente cara.

ONESTA        ( con disprezzo) Ma non vedi come ti sei impigrito?E muoviti! Gli altri si alzano al mattino presto  e fanno… com’è che si dice quando vanno a correre?

BEL                Attività fisica.

ONESTA        Ecco: tu dovresti fare quella lì.

BEL                ( ironico) Veramente, cara, lo faccio tutte le mattine per correre in ufficio. Sai che tu ogni mattina mi trattieni per darmi le ultime istruzioni. ( umiliato e falso) Invece di darmi i bacini come saluto e buon lavoro…

ONESTA        ( sprezzante)I bacini vorrebbe lui…Non vedi che stai mettendo su pancia?   Poi mi tocca allargarti   i pantaloni.

BEL                ( puntualizzando) Veramente” far allargare “ semmai.

ONESTA        Cos’è sto “ semmai”?

BEL                Non mi risulta che tu sappia cucire..

ONESTA        Si…rinfaccia…rinfaccia…Fan bene quelle donne che trovano gli uomini che le portano fuori tutte le sere. Sono donne leggere?…e a chi importa al giorno d’oggi.

BEL                La settimana scorsa sciamo usciti con i signori Saporiti…

ONESTA        (comincia ad avere un abbassamento di voce)   Te li raccomando quelli…

BEL                Mi sono sembrate persone simpatiche.

ONESTA        Come se non l’avessi capito che quella era, come dite voi: una cena di lavoro.

BEL                Ma che lavoro…Solo perché ci siamo soffermati su come fare la denuncia dei redditi.

ONESTA        ( la voce a poco a poco si abbassa sempre di più ) Simpatici… dici tu. Lei che avrebbe voluto dire la sua. Se non fosse stato perché la parola non mi manca…avrebbe tenuto il mazzo tutta la sera. Lui che non ha detto una parola. Se non fossi stata io a tenere su la conversazione, sarebbe stato un mortorio. E poi che cosa aveva lui da guardarti continuamente…? con quell’aria di compatimento…

BEL                Forse non era interessato alla “ moda”…

ONESTA        Non so di che cosa s’interessa quello lì.

BEL                Sai…non è che la “moda” agli uomini…( mentre si svolge il discorso il marito va ad aprire la porta in modo da far corrente) Senti che bella aria.

ONESTA       (polemica)  Continuate ad interessarvi di politica… dai…dai… in questa casa non si fa altro che parlare di politica.

BEL                Ma se in questa casa non ci siamo che noi  due gatti…

ONESTA        Dillo!… Dillo che ti piacerebbe parlare di politica. Ma che cosa c’è di più bello che stare in silenzio.( sognante) La poesia del silenzio: che musica sublime. ( sprezzante) Che poi se vogliamo… sono dei maleducati.

BEL                Ma che maleducati; che non fanno altro che prometterti ciò che vuoi. Io non li ho mai sentiti contraddire qualcuno, se non la controparte.

ONESTA        E allora perché sono andati a trovare tante scuse?

BEL                Ma certo che trovano tante scuse… Li hai sentiti tu, qualche volta  prendersi la responsabilità di quel che fanno?

ONESTA        Credo di aver capito che non ci tengano ad uscire con noi

BEL                Ma come uscire ? Ma di chi stai parlando? 

ONESTA        Dei Saporiti.

BEL                Ma se stavamo parlando dei politici…

ONESTA        Ma quando ero di là che ti parlavo, mi stavi ascoltando, si o no? Ho fatto male a non dirle il fatto suo. ( rimproverandosi) D’altra parte questo è il mio gran difetto: quello di tacere… tacere sempre. ( impaurita. Portandosi la mano alla gola) Oddio la mia gola. Non ce la faccio più di parl…( non potendo parlare si esprime a gesti)

BEL                ( non partecipe) Cosa ti prende ora? cara…

ONESTA        ( a gesti dice che non ce la fa più a parlare)

BEL                Non riesco a capire. IL dottore? Vuoi che chiami il dottore?

ONESTA        ( con il capo) Sì.

BEL                ( indifferente) Domani mattina prima di uscire. Come prima cosa,lo chiamo.

ONESTA        ( con il gesto) Subito!

BEL                ( va al telefono e forma il numero) Pronto… il dottor  Rossi?…( per nulla preoccupato) Mi scusi se la disturbo: mia moglie è completamente afona. …( dicendo di si e poi sorridendo) A chi lo dice… Aspetti che vedo. ( va verso la moglie e le guarda la gola, poi torna all’apparecchio) Ha la gola, direi, molto arrossata… Dice che è infiammata?…( mettendo la mano alla bocca in modo da non far sentire alla moglie)… Roba fredda? … Deve metter ghiaccio tritato?…( guardando la moglie, con la testa approva)Va bene dottore. Grazie dottore. Mi scusi per il disturbo…ma sa le donne… ( sorridendo) lei dice? (serio va verso la moglie)

( la moglie non ha sentito la telefonata.)

ONESTA        ( con il gesto chiede che cosa ha detto il medico)

BEL                ( molto rassicurante) Non è assolutamente niente di grave. Per qualche giorno devi bere acqua calda. Non sforzare la gola: parlando. Tacere. C’è persino il detto: Quando la donna tace non interrompetela .Assolutamente tacere..s’ infiammerebbe oltremodo. Il medico si raccomanda ( deciso anche con il gesto) acqua calda… molto calda…anzi… possibilmente bollente.

ONESTA        ( con dolcezza piuttosto aggressiva, ringraziandolo per le sue premure… lo abbraccia)

BEL                ( che è rivolto verso il pubblico con l’espressione accentuata del viso) L’ho fatta grossa! Ma una piccola rivincita me la devo pur prendere!

 

Sipario sul secondo atto

 

 

                                  

                                                

A T T O   T E R Z O

ATTO TERZO

 SCENOGRAFIA: classica cucina contadina.  Camino con a lato  una po’ di legna, tavolo con sedie, buffet rustico, qualche attrezzo contadino e disordine.

Scena Prima:Gianmatteo, Anna.

Anna e Gianmatteo, marito e moglie sono due contadini. il loro modo di esprimersi deve essere piuttosto semplice. a volte possono esprimersi anche in dialetto)

GIAN             ( continuando un discorso già iniziato)  Lo so che per te è un tasto sulle dolenti note…

ANNA                       Guarda. Immagino di che cosa mi vuoi parlare: di tua madre.

GIAN             Sono andato a trovarla al ricovero ed ancora una  volta, come tutti i giorni, mi ha detto che prega il Signore perché la faccia morire prima di mezzogiorno. Io per essere spiritoso e soprattutto per alleggerire l’ambiente l’ho consigliata di aspettare il pomeriggio così poteva fare un pasto in più, considerando che, come dice lei là si mangia molto bene.

ANNA                       Questa è una delle tue spiritosaggini. Non ti smentisci mai.

GIAN             Ancora una volta mi ha detto che pur essendo in un ambiente dove le infermiere sono brave, lei non riesce a sopportare di rimanere lì.

ANNA                       Per la sua età cosa c’è di meglio che quell’ambiente? E’ curata giorno e notte.

GIAN             Per me, sentire  tutta quella sofferenza, è come strapparmi il cuore.

ANNA                       Devi fartene una ragione.

GIAN             E’ una donna che ha lavorato tutta la vita, una donna molto intraprendente. Vedersi  lì, ora, ferma sul suo passeggino immobile in attesa del pranzo, della cena, e del letto, e del susseguirsi monotono del tempo in attesa del gran evento, per lei è insopportabile.

ANNA                       Dici che ha sempre lavorato… Bene: ora si riposi!

GIAN             A volte mi chiedo casa hai al posto del cuore?

ANNA                       Un organo che mi dice che è ora che mi riposi anch’io e che anch’io ho diritto di un po’ di pace e di togliermi qualche soddisfazione.

GIAN             Ritorniamo a sentire la solita solfa.

ANNA                       E’ una vita che viviamo in questa cascina sperduta nella campagna cremonese. Se fosse almeno nella campagna parmigiana almeno sarebbe un po’ più allegra.

GIAN             Questa non la sapevo.

ANNA                       Fa un raffronto fra  i paesi del cremonese e quelli del parmigiano. Questi sembrano un mortorio, quelli suscitano allegria. Forse perché dicono che quelli sono tutti “ Bagolon”

GIAN             Se pensi che con queste tue battute io ceda le armi; ti sei già sbagliata.

ANNA                       Lo so che quando pianti un chiodo…

GIAN             (riprendendo il discorso) Io vorrei portarla qui a casa nostra.

ANNA                       Te lo puoi scordare. Ti ricordo che quando  mia mamma è rimasta vedova, , non mi hai mai permesso di ospitarla qui.

GIAN             Non ti ho mai detto di no.

ANNA                       Ma me lo hai fatto capire chiaramente. Guarda: stai andando su un argomento che quando lo fai mi si accappona la pelle.

GIAN             Siamo alle solite. Le possibilità di mia mamma sai quali sono. A differenza della tua.

Tu ti sei fatta infinocchiare da tuo fratello, il quale avendo studiato si è preoccupato, naturalmente a proprio benefico, di curare i suoi interessi.

ANNA                       Tu non te ne sei mai voluto interessare…

GIAN             … Anche perché non ne avevo il  tempo. Quando una volta mi sono proposto di occuparmi  degli affari di tua madre, tu mi hai tacciato di “arrivismo” Da quella volta là, non me ne sono più voluto interessare.

ANNA                       Sfaticato come sei non hai fatto nessuna fatica.

GIAN             A poco a poco tuo fratello, prima si è fatto intestare l’appartamento che sta nel palazzo di proprietà di tua madre, e naturalmente se l’è fatto anche sistemare.

ANNA                       Si doveva sposare…

GIAN             Niente da dire. Tua madre, per farti tacere, ti ha intestato un pezzo di terra da due palanche  e poi ti ha detto: cara figlia, quell’altro appartamento lo debbo vendere ad un mio amico, ma i soldi che prendiamo sono tuoi.

ANNA                       I soldi non te li sei presi?

GIAN             Certo. C’è però un particolare: il valore dell’appartamento l’ha fatto stabilire dal suo amico.

ANNA                       Visto che lei non era un’affarista…

GIAN             E’ come chiedere all’oste se il vino è buono.

ANNA                       (spiritosa) Si vede che l’oste se ne intendeva…(cambiando tono)

GIAN             Di quel vino, ne hai bevuto anche tu? che sei così spiritosa…?

ANNA                       Morale della favola: ora ci troviamo in questa cascina con una miseria da far schifo.

Non abbiamo nemmeno i soldi da comperare un trattore. Devi ancora servirti dei buoi per trainare il carro nei campi. Io debbo governare la stalla, ed il pollaio di quelle quattro galline striminzite. Vorrei cambiare un po’ il mobilio di questa stanza ma non c’è verso…

GIAN             Ci sono altre cose più importanti… Con un po’ di fortuna qualche cosa salterà fuori.

ANNA                       Sì: il lotto.

Scena seconda: detti, Belfagor.

( si sente bussare alla porta. Gianmatteo va ad aprire. Alla porta, trafelato, è Belfagor)

GIAN             (a Belfagor) E voi chi siete?

BEL                Un viandante che chiede asilo.

GIAN             Entrate. ( alla moglie) Dagli una sedia.

BEL                ( stanchissimo si siede) Grazie.

GIAN             Avete tutta l’aria di uno che scappa da qualcosa.

BEL                Infatti.

GIAN             Se siete inseguito dai carabinieri, io non voglio storie. Dei problemi ne ho già  per mio conto.

ANNA                       ( al marito) Lascialo respirare. Non vedi in che condizioni è?

GIAN             ( alla moglie) Portagli un po’ di acqua.

( la moglie provvede)

BEL                (a Gianmatteo) Lei ha detto il vero. Sono inseguito, ma non temete, non sono carabinieri.

GIAN             Meno male.

BEL                Le persone che mi inseguono sono i miei creditori.

GIAN             (spiritoso)  Caro fratello, anche voi navigate in cattive acque.

ANNA                       ( porta l’’acqua) Eccola.

BEL                Lasci che mi spieghi. E’ vero che sono inseguito da civili, ma è altrettanto vero che sono ricercato dai carabinieri.

GIAN             Mi pareva…

BEL                …Solo perché uno di loro mi ha denunciato per furto, per coinvolgere anche la forza pubblica. Ma ciò non è vero. Sicché potrei essere anche imprigionato. Se lei mi darà aiuto vi prometto che saprò sdebitarmi ed anche bene.

GIAN             MA se siete seguito da creditori, il vostro portafoglio non deve essere molto” in schiena”.

ANNA                       ( intervenendo, interessata, al marito) Lascialo parlare.

BEL                E’ vero. Le darò, però, il modo di guadagnare.

ANNA                       ( a Belfagor) E’ vero quello che dite?

BEL                Glielo assicuro signora.

(mentre discutono, Anna alla finestra vede giungere i creditori)

ANNA                       Vedo degli uomini che hanno infilato la capezzagna. Stanno venendo qua.

GIAN             ( a Belfagor) Seguitemi. Vi nascondo in un posto dove certamente non vi troveranno. ( fra sé) Spero di non fare una stupidaggine.

(Bel e Gian escono)

Scena terza: Anna, creditori ( i creditori bussano alla porta. Non entreranno in scena)

ANNA                       Chi è che bussa?

CREDITORE   Stiamo cercando una persona. (descrivono Belfagor)

ANNA                       Qui non c’è nessuno. In cascina c’è solo mio marito.

CRED             Possiamo entrare?

ANNA                       Se  con me non c’è mio marito io non faccio entrare nessuno. Dei loschi individui se ne vedono anche troppo da queste parti.

CRED             Siamo persone rispettabili.

ANNA                       Anche i ladri lo dicono.

CRED             Ci faccia parlare con suo marito…

ANNA                       Ora lo chiamo. ( ad alta voce chiama il marito) Gianmatteo…?!

GIAN             (entra in scena) Che c’è?

ANNA                       Qui fuori c’è gente che ti vuol parlare, cercano uno.

GIAN             (uscendo) Vado fuori a parlarci io.

(fuori scena)

GIAN             Qui non c’è nessuno. Siamo io e mia moglie, qualche bue e galline in attesa di giudizio.

CRED             Stiamo cercando un individuo pericoloso, ricercato anche dai carabinieri, se non dite la verità andate incontro a grossi dispiaceri.

GIAN             L’ultima volta che qui abbiamo visto una persona è stato il postino che mi ha portato le tasse da pagare, che gli venisse un colpo.

CRED             Va bene. Ce ne andiamo. Se si fa vivo quel tale avvertite i carabinieri.

GIAN             Sarà fatto!

Scena quarta: Gianmatteo. Anna, Belfagor.

GIAN             (entrando in scena) Anche quelli lì, dovevano venire a rompere le scatole. Speriamo di aver fatto una cosa giusta. Certo che se ci siam sbagliati andiamo nelle grane un bel po’. Quella gente là, sembrava decisa e anche un poco inviperita. Mah… speriamo

ANNA                       Quel signore che è venuto a chiedere aiuto mi sembra, almeno vedendolo in faccia, piuttosto sincero. Ti ha assicurato di farti guadagnare dei bei soldi. E sai  quanto ne abbiamo bisogno. Non credo che racconti fandonie, non andrebbe tanto lontano.

GIAN             Anche a me ha fatto quell’impressione. Mah… speriamo in bene.

( cambiando tono)      Ora va a chiamarlo. Assicurati che quelli se ne siano andati di sicuro.

ANNA                       Dove l’hai nascosto?

GIAN             Chiamalo. Vedrai  che risponderà. Non credo che ci stia molto volentieri dove l’ho nascosto.

(Anna esce. Gianmatteo in attesa che rientri la moglie con il fuggitivo, va alla credenza e si versa un po’ di vino. )

(entrano Anna e Belfagor. Poiché Gianmatteo ha nascosto Belfagor nel letamaio, questi sarà piuttosto sporco. Durante la scena Belfagor si toglierà di dosso la paglia che gli è rimasta attaccata al vestito)

BEL                ( inquieto e a disagio, rivolgendosi a Gianmatteo ) Non aveva altro posto dove nascondermi?

GIAN             Il tempo era poco. Ma sicuramente i suoi inseguitori non sarebbero venuti nella massa del letame a cercarvi.

BEL                Ci credo. Quella, poi, è gente con la puzza sotto il naso.

ANNA                       Mai come quella che si sente adesso. ( al marito)     Certo che non hai avuto tanta cognizione.

GIAN             Scusatemi. Comunque è andata bene.

ANNA                       ( impaziente ) Ora però veniamo alla sostanza. (rivolta a Belfagor) Voi ci avete promesso di sdebitarvi. Siamo impazienti di sentire come.          

BEL                Non abbia dubbi signora. Le confesso signora che non sono abituato a presentarmi alle signore in queste condizioni. Le assicuro che mi sento a disagio. Forse parlare fra uomini sarebbe più conveniente.

GIAN             (rivolto alla moglie) Anna, fai una bella cosa: vai di là e prepara un po’ di acqua calda per questo signore.

ANNA                       (scocciata) E  va bene! ( esce )

Scena quinta: Belfagor, Gianmatteo,  poi Anna

BEL                Fratello mio, io ho con te un grande obbligo e lo voglio in ogni modo soddisfare; e perché tu creda che io lo possa fare, dirò chi sono. Il mio nome è Rodrigo e sono un angelo dell’Inferno.

GIAN             Se cominciamo così andiamo bene… Sarò un contadino, ma non per questo è il caso di prendermi in giro.

BEL                Certamente capisco la tua incredulità. E’ comprensibile: ma stammi a sentire.

GIAN             ( incredulo) Ascoltiamo anche questa.         

BEL                Sono stato mandato sulla terra per verificare se i maggiori peccati dell’uomo sono causati delle mogli.

GIAN             ( spiritoso) Questa è una roba sulla quale sono d’accordo. Ce n’ho una in casa che conferma la regola.

BEL                ( serio) Non sono qui giunto per scherzare. Ti  prego di prestare attenzione su ciò che ti dico.

GIAN             ( attento) Va bene.

BEL                Naturalmente  per poter verificare a ragion veduta quanto ho asserito,  ho dovuto sposarmi. Mia moglie  mi ha dato conferma di quanto il Consiglio dell’Inferno temeva. Ella ha sperperato talmente tanto il patrimonio di cui disponevo, da non solo ridurmi sul’lastrico, ma da indebitarmi. Quei signori che mi inseguivano ti dimostrano quanto è vero.

GIAN             Io quel problema lì non ce l’ho proprio. Mia moglie non può spendere soldi perché non ne abbiamo. Però se ne avessimo penso che avrei lo stesso vostro problema.

BEN               Da gentile e dolce che era mia moglie prima del matrimonio è diventata prepotente ed ossessiva. Mi ha tormentato all’inverosimile. Se mi credi, non averla ora fra i piedi -  perdonami l’espressione - mi sento rinascere a nuova vita.

GIAN             Basta guardarvi per credervi. Avete una faccia…

BEN               Purtroppo.

GIAN             ( incredulo) Ma voi vi rendete conto di ciò che mi state raccontando? Voi… venite dall’Inferno… (deciso) Ma mi faccia il piacere! Mi avete preso proprio per un cretino!?

BEL                Quando ti ho assicurato che ti avrei fatto guadagnare tanti soldi, mi sei sembrato particolarmente interessato, non solo tu, ma anche tua moglie. Ora non ti incuriosisce  più il sapere come?          

GIAN             Certo che mi interessa, ma vorrei tenere i piedi per terra.

BEL                Tu non ha mai sentito di persone indemoniate?

GIAN             (spiritoso) Come no. Ne ho una in casa.

BEL                Non ha mai sentito parlare di “esorcismo”?

GIAN             Certo.

BEL                Ora ti dico come mi sdebiterò.  Entrerò nelle persone e quelle appariranno indemoniate. Tu  con opportune invocazioni  allontanerà da loro il maligno. Il diavolo sono io.

GIAN             Ma fatemi il piacere!!!

BEL                ( continuando) I parenti della persona indemoniata vi daranno tanti danari. Potrete così appagare tutti i vostri desideri ed in particolar modo quelli di tua moglie, che mi sembra tanto ansiosa di soddisfarli.

GIAN             Che stupido sono stato. Bastava dire a quella gente che voi eravate qui ed io mi sarei liberato di voi una volta per sempre.

BEL                Vedo che il detto “scarpa grossa cervello fino” riferito ai contadini non è il tuo caso.

GIAN             Ora cominciate anche ad offendermi.

BEL                Esco un attimo. (esce)

(entra in scena Anna. E’ indemoniata. La sua voce deve tendere il più possibile a quella di un uomo)

ANNA                       (con gesti da posseduta) Ricordat al me cretino “ Homo sine pecunia,imago mortis. Levis est fortuna; cito reposcit quod dedit! Sii maledetto vile uomo! (scappa fuori scena)

(Belfagor entra in scena)

GIAN             Sono disperato. Mia moglie è impazzita. Sta dando i numeri. Parlava e io non ho capito un’acca.

BEL                Lo credo bene. Io ero in lei.

GIAN             Parlava ostrogoto

 BEL               Quello era latino, l’ antica lingua con la quale spesso unito all’alemaico si esprimono

gli indemoniati.

GIAN             E cosa ha detto?

BEL                La prima battuta nel vostro dialetto immagino che l’abbia capita. La latina diceva:

l’uomo povero è come un morto vivente., e poi, la fortuna è  egoista, vuole che le sia restituito ciò che ha dato. Naturalmente liberamente tradotta per i profani. Mi sembra che ti abbia dato buoni consigli.

GIAN             Io impazzisco! Però, ho sempre sentito dire che gli indemoniati imprecano contro l’Altissimo. Mia moglie, anche se indemoniata, diceva delle cose giuste.

BEL                Ero io che parlavo tramite suo. Non ho voluto infierire. Volevo solo convincerti sulla mia identità.

GIAN             Sono distrutto!

BEL                Spero che ti sia convinto. E’ il caso di dire che devi avere fede.

GIAN             ( istupidito) E ora cosa devo fare?

BEL                Non devi far altro che prepararti. Come sentirai che una persona è indemoniata, dovrai trovare il modo  di far conoscere  i tuoi poteri e poi convincere i suoi parenti che tu potrai allontanare dalla persona indemoniata il maligno, che poi sono io. Puoi immaginare quanto saranno felici quei parenti e come ti ricompenseranno.

GIAN             E come posso dimostrare di possedere quei poteri?

BEL                Dovresti aiutarti con un poco di fantasia.

GIAN             E’ una parola…

BEL                Anche in questo ti vengo in aiuto. Puoi dire che hai trovato un antico libro con formule magiche.

GIAN             E’ vero. Il libro antico ha sempre il suo fascino sulle persone semplici. Addirittura un mio amico ha scritto una commedia proprio partendo dal ritrovamento di un libro antico.

BEL                Ti assicuro che anche le persone colte quando sono disperate si aggrappano a  qualsiasi speranza, anche se è la più illogica.

GIAN             Mi sto convincendo. ( implorando) Che la Provvidenza mi dia la forza.

BEL                Implora pure la provvidenza, ma vedi di non farlo in mia presenza a meno che io sia , diciamo così, in servizio.

GIAN             Scusami. E’ vero. Tu sei nell’altro campo.

BEL                Appunto.

GIAN             Ora dovrò convincere mia moglie.

BEL                Sta, appunto, entrando.

BEL                Ah… una cosa. Che dei nostri accordi tua moglie non ne sappia niente. Questo è molto importante. Se sgarri su questo, entro in tua moglie e non ne esco più.

( Anna entra. Ha un aspetto cadaverico e quasi barcolla.)

GIAN             (rivolto alla moglie) Cos’hai che hai un viso che sembra “un panno lavato”

ANNA                       Ho un gran mal di testa.

BEL                ( falso) Come mai?

ANNA                       Non so. Stavo davanti al camino che stavo scaldando l’acqua, quando ad un certo punto mi son sentita mancare. Dopo un po’ mi sono ripresa, come quando una si sveglia da un sonno con incubi.

GIAN             ( rimproverandola) Quante volte ti ho detto di non esagerare con l’aglio. Fa bene alla pressione, ma il troppo storpia.

BEL                A proposito di acqua calda: io andrei di là a sistemarmi un po’.

ANNA                       Ho già messo l’acqua nella tinozza.

BEL                Grazie. (esce)

 

Scena sesta: Gianmatteo, Anna.

ANNA                       ( con fare molto stanco) Di che cosa avete parlato?

GIAN             Quel signore si chiama Rodrigo. Parlandoci insieme ho capito che è una persona a modo, ha anche belle idee, e mi ha dato anche un buon consiglio. Se tutto va a fagiolo credo proprio che potrai cambiare il mobilio ed io prendere il trattore e poi… ma non mettiamo il carro davanti ai buoi.

ANNA                       Spiegati chiaro, non mettermi in ansia. Ho già un mal di testa che non auguro a nessuno.

GIAN             Vedrai che ti passerà.

ANNA                       Lo spero.

GIAN             Ti ricordi che l’altro giorno sono andato a dare una mano al nostro padrone?

ANNA                       Sì, e non tornavi mai a casa…

GIAN             Sono andato nella sua soffitta a mettere un po’ d’ordine. Erano anni che non ci andava nessuno. Guardando nelle cianfrusaglie ho visto un librone antico. Chissà quanti anni ha, direi quasi secoli. Deve essere stato di un suo antenato. Sai che il signor Giovanni ci diceva di aver avuto fra i suoi antenati niente meno che un vescovo.

ANNA                       ( impaziente) E allora?

GIAN             Non so se ho fatto bene, ma l’ho preso su.

ANNA                       Un gran bel gesto  non lo hai fatto di sicuro.

GIAN             Lasciami finire. Intanto che tornavo seduto sul carro trainato dai buoi mi son messo a leggerlo. E’ scritto un po’ in latino e anche in italiano, e da quel che ho potuto capire sembra che sia  una libro di maghi… si insomma: un libro contro gli indiavolati.

ANNA                       ( interessata) Oh… davvero?

GIAN             Non te ne ho parlato, perché mi è andato proprio in oca. Però, pensandoci            imparando  qualche  frase magari in latino posso provare a vedere se funziona.( soddisfatto) Te lo immagini se funziona?

ANNA                       E dove l’hai messo?

BEL                L’ho nascosto. Rodrigo mi ha detto che non lo devo far vedere a nessuno, nemmeno a te. Devo far credere che tutto ciò che dirò sarà opera di uno stregone  che mi ha insegnato il trucco.

ANNA                       E tu dici che funzionerà?

GIAN             Io dico che forse alla sfortuna “glielo abbiamo messo nelle penne.”

ANNA                       ( rimproverando) Cominciamo bene.  Devi diventare un santone e usi quel modo di dire?

GIAN             Hai ragione, ma mi stanno già venendo le fregole pensando al pensiero di diventare ricchi.

ANNA                       Speriamo che Lassù ci diano una mano.

GIAN             Sarà meglio che pensiamo a procurarci un po’ di attrezzatura.

ANNA                       E’ vero un po’ di fumo negli occhi incanta sempre.

GIAN             Mi raccomando: acqua in bocca.

ANNA                       Per chi mi hai preso? Certo!

GIAN             Sarà meglio  che andiamo a lavorare. Vieni a darmi una mano nella stalla. Lasciamo in pace un poco il signor Rodrigo, con i suoi problemi che mi sa che siano tanti.

 (I coniugi escono di scena. Si fa buio un attimo per indicare il passar del tempo)

Scena settima: Gianmatteo, Anna. poi Belfagor.

(insieme entrano in scena i coniugi)

ANNA                       Il signor Rodrigo dopo che è venuto qui a nascondersi se ne è andato e non l’abbiamo più visto. Chissà che fine ha fatto.

GIAN             Ormai è già passato un bel po’ di tempo.

ANNA                       Certo che ti ha dato un buon consiglio.

GIAN             Ammetterai che anch’io mi sono dato da  fare un bel po’.

ANNA                       Quello di dire che sei stato consigliato da un mago mi sa che sia poco credibile.

GIAN             Sarà anche. Sta di fatto che la roba sta funzionando.

ANNA                       Siamo stati anche fortunati nel mettere in giro la notizia delle tue” arti magiche”.

GIAN             Lo credo bene. Tu l’hai detto a quella chiacchierona della Tilde… secondo me ci ha creduto poco ma, pur di prenderti  in giro ha sparso la voce…

ANNA                       Se non fosse andata a riferirlo alla giornalista saremmo ancora qui “a fare delle brocche”

GIAN             In un attimo tutta l’Italia l’è venuto a sapere.

(si sente bussare. Anna va ad aprire la porta. Entra Belfagor)

           

ANNA                       “Parla del diavolo e spuntano le corna”

GIAN             (impaurito, perché non vuol che Belfagor pensi che lui abbia raccontata la verità alla moglie) Guarda che io non ti ho detto niente del diavolo.

ANNA                       Cosa c’entra il diavolo adesso?

GIAN             Hai parlato del diavolo…

ANNA                       Ma è un detto…no…

GIAN             ( rasserenato) Meno male!

ANNA                       Sai che a volte mi sembra che tu dia i numeri…

GIAN             Lascia stare.

ANNA                       Che piacere rivedervi signor Rodrigo. Stavamo appunto parlando di voi.

GIAN             ( preoccupato) Per dire la verità stavamo parlando del consiglio che mi avete dato, e di nient’altro, proprio di niente di più.

BEL                Passavo da queste parti e mi son detto:” Perché non andare a salutare i miei amici?”

ANNA                       Ha fatto proprio bene.

GIAN             Abbiamo grandi cose da raccontare.

BEL                Bene.

ANNA                       Dopo pochi giorni che voi ve ne siete andato abbiamo saputo che la figlia di Ambrogio Amidei maritata a Bonaiuto Tebalducci, gente della toscana, era indemoniata.

GIAN             Tutti i rimedi che i parenti sono andati a cercare non sono serviti a niente.

ANNA                       Figuratevi che nemmeno ponendole sulla testa il mantello di san Giovanni Gualberto, il diavolo non ha abbandonato il corpo della giovane.

GIAN             Fortunatamente leggendo sul giornale dei miei poteri, mi hanno contattato. Per dire la verità non vedevo l’ora.

BEL                ( facendo lo gnorri) Di che poteri state parlando?

GIAN             ( sicuro) Un mio amico mi ha insegnato come liberare dal diavolo una persona.

BEL                Questa è bella…

ANNA                       E’ proprio vero, e il risultato si è visto.

BEL                Signora, vedo che anche lei ne è felice.

ANNA                       Lo credo bene. I nostri guai stanno per finire.

GIAN             ( rimproverando ) Non esagerare ora. ( riprendendo il discorso) I suoi parenti son venuti qui da noi per chiedermi un consiglio. Io nel frattempo mi ero preparato.

BEL                Ma che bravo…

ANNA                       Figuratevi che mio marito ha parlato per fino in latino.

GIAN             C’ho detto che senz’altro uno spirito infernale si era insinuato nel corpo della fanciulla. Li ho anche convinti che il diavolo si impossessa di una persona anche per la colpa di altri. Per essere più credibile ho raccontato un fatto che ho letto in una novella di Machiavelli che mi ha raccontato quel mio amico.

ANNA                       Sì…sì… racconta.

GIAN             “Un frate si era tenuto una giovane, vestita da fratino, per quattro anni, nella sua cella.”

BEL                Questo è un fatto molto grave.

ANNA                       Infatti, è stato proprio quello che li ha convinti.

GIAN             Mi hanno supplicato di visitare la giovane. Sono andato a casa loro. Dopo aver visto la giovane ho assicurato i parenti che le avrei tolto il maleficio.

ANNA                       (soddisfatta) E mio marito c’è riuscito.

BEL                Complimenti.

GIAN             Il signor Amidei per ricompensa mi ha dato una somma che mi ha permesso di comperare questo podere.

ANNA                       ( con gioia) Così non dovremo più riverire il nostro padrone: finalmente.

BEL                Sarà felice, ora, signora. ( con finta ilarità) E’ stata presa da tanta felicità che a questo povero viandante non ha offerto nemmeno un goccio d’acqua.

ANNA                       Scusatemi. Corro a prendere una bottiglia di vino. (esce)

BEL                ( serio a Gianmatteo) Tu sai perché son qui.

GIAN             Immagino per dividere il premio.

BEL                No di certo. Anzi. Io sono contento del tuo primo guadagno. Ma questo non è  bastato a farti ricco. Quello stesso giorno ti dissi che sarei entrato nel corpo della figlia di Carlo che chiamano il re di Napoli, e che ne sarei uscito solo dopo il tuo consenso. ( cambiando tono sentendo giungere Anna) Ecco tua moglie.

(Anna entra con la bottiglia di vino ed i bicchieri e serve. Mentre bevono…)

GIAN             ( alla moglie)  Stavo raccontando al signor Rodrigo di quando siamo andati a Napoli. ANNA                Oh … che bei giorni abbiamo passati. Che accoglienze ci hanno fatto. Una bella giovane come quella napoletana non l’avevo mai vista prima. Certo dopo che mio marito è riuscito ad allontanare da lei il diavolo, perché prima era proprio un demonio.

BEL                Immagino. Le ragazze possedute dal Demonio non possono essere avvenenti.

GIAN             Ho fatto dire qualche messa, poi ho fatto preparare una bella cerimonia di sicuro effetto…

ANNA                       …La ragazza come per incanto ritornò ad essere splendente come prima. Si figuri come i suoi parenti sono stati felici…

GIAN             …Tanto da darci cinquanta milioni.

BEL                E’ senz’altro una bella somma. Una somma che vi permetterà di vivere giorni felici senza più nessuna preoccupazione.

ANNA                       Oh… sì…sì…

BEL                ( rivolto ad Anna ) Questo vino è eccellente, ma come dite voi “ruga un po’ allo stomaco” forse una stuzzichino…

ANNA                       Corro a prepararlo. (esce)

BEL                ( a Gianmatteo molto seriamente) Hai visto Gianmatteo, che ciò che ti ho promesso ho mantenuto e ti ho fatto arricchire. Ora non ti sono più debitore e non ti debbo più nulla. Ecco il motivo per cui son venuto. Pertanto sarai soddisfatto e appagato ( imperativo)  Non mi capitare più innanzi, perché, come ti ho fatto del bene ti potrò fare del male.

GIAN             ( serio ed insinuante) Non credo che se ne avrò bisogno voi non mi aiutereste.

BEL                Non mi far ripetere ciò che ti ho già detto.

GIAN             Non pensate che io sappia delle cose sul vostro conto che se venissero a saperlo per voi sarebbero dolori?

BEL                Ti stai comportando come un vero traditore. Mi meraviglio del tuo ardire nel ricattarmi.

GIAN             Non esageriamo.

BEL                … Non sei, ormai, ricco a sufficienza?

GIAN             ( arrogante) La ricchezza non è mai sufficiente.

BEL                Non provocarmi. Posso dimostrare a te e a chiunque altro quanta forza ed autorità posso avere . Non scordarti che potrei farti provare le pene dell’inferno.

GIAN             ( borioso) Bum…!

BEL                Ora me ne vado. Trova una scusa con tua moglie. (esce)

ANNA                       ( entra con gli stuzzichini, vede che non c’è Rodrigo) Ed il signor Rodrigo?

GIAN             ( falsamente preoccupato  Deve essersi invaghito di te. Forse in mia presenza non ha avuto   il coraggio di salutarti. Ha preferito che lo faccia io.

ANNA                       (pensierosa)  Ho notato che quando mi guardava sembrava che avesse gli occhi di uno spiritato. ( lusingandosi) Però che cara persona! Speriamo di rivederlo.

GIAN             Spero proprio di no!

ANNA                       Perché… caro?

GIAN             ( deciso ) Perché sono geloso!

ANNA                       ( falsa e ai sette cieli)   Non dirmelo, tesoro. (esce portando il vassoio e sculettando)

GIAN             ( impensierito) Ho un brutto presentimento.

(buio, per il tempo necessario alla prossima scena)

Scena ottava: Belfagor, Minosse.

(in una sola parte del palcoscenico illuminato si svolge la scena fra Belfagor e Minosse come se la stessa si svolgesse in altro luogo)

BEL                (a Mino) Che piacere vederti.

MINO             Da quando sei fuggito da casa è passato un po’ di tempo.

BEL                Raccontami cos’è avvenuto nella nostra città.

MINO             I tuoi creditori bussano ogni giorno alla tua porta per avere tue notizie. Notizie che tanto vorrebbe sentire anche tua moglie.

BEL                E quali notizie.? Non certo sulla   mia salute.

MINO             Quella proprio no. Sai che per lei e la sua famiglia la nobiltà del casato è sacra. I creditori insistono per essere pagati. Tua moglie ti cerca per portarti dal notaio a firmare l’atto di vendita della tua villa, o quantomeno accendere un’ipoteca per tacitare i creditori. Naturalmente attribuisce la colpa dei tuoi debiti esclusivamente  a te. Anche suo padre si comporta in un modo indecente. Dice peste e corna nei tuoi confronti.

BEL                Me lo immagino.

MINO             Figurati che già stava sistemando le altre sue tre figlie con fidanzati di tutto rispetto. Le famiglie dei fidanzati sentendo l’andazzo hanno minacciato i figli di diseredarli se non le avessero piantate.

BEL                ( scoraggiato) Certo che mi son preso una bella gatta da pelare  con la nostra Commissione.

MINO             Lo puoi dire. La tua situazione è ancor peggio di quella che è stata riferita alla Commissione a proposito dei peccati degli uomini per opera delle mogli.

BEL                Mi piacerebbe tanto vedere come si comporta mia moglie.

MINO             Se non ci fosse da piangere, mi verrebbe da ridere.

BEL                Perché?

MINO             Sarebbe logico pensare che le sue amiche abbiano allontanato dalla loro compagnia tua moglie…

BEL                Infatti…

MINO             Invece la tengono per farsi beffa di lei. Il soggetto dei loro pettegolezzi è tua moglie. Lei ne soffre ma scarica la sua rabbia e impreca  sul tuo nome.

BEL                Che gioia non avermela fra i piedi!

MINO             (cambiando tono) E tu come te la passi?

BEL                Mi sto sdebitando con Gianmatteo e sua moglie per l’aiuto che mi hanno dato nascondendomi. Anzi: mi sono già sdebitato. Figurati che per non essere scoperto dai creditori Gianmatteo mi ha nascosto nel letamaio.

MINO             ( con un sorriso) Pensa se venissero a saperlo i nostri colleghi? Come ti prenderebbero in giro… ( cambiando tono) Ma come ti sei sdebitato?

BEL                Entro nelle persone, quelle diventano indemoniate. Con formule magiche Gianmatteo mi allontana dall’indemoniato ed incassa dai parenti.

MINO             ( serio) Sai che devi comportarti come un uomo. Non puoi servirti dei nostri poteri infernali.

BEL                Lo so, e ti prego di tenere il segreto.( cercando di sondare la disponibilità dell’amico) A proposito: se avessi bisogno di te per impersonare un individuo, posso contare sul tuo aiuto?

MINO             Mi tiri nella tua infernale illegalità… ma ti sono amico…

BEL                Grazie. Visto che la nostra amicizia è ferrea, oserei chiederti già adesso un grosso favore.

Tu sai che l’esosità dell’uomo, direi che è quasi infernale. Questo Gianmatteo, non contento dei benefici che ha avuto per opera mia, mi sa  che non ne sia ancora soddisfatto . Voglio metterlo alla prova, in modo  da togliermelo di torno per sempre.

MINO             Come pensi di fare?

BEL                Tu sai che il regno della Mafia è terreno fertile per noi. Tu sai, anche, che quelle persone non si arretrano certo davanti  a situazioni che portano al delitto anche il più abbietto.

MINO             Ciò è noto.

BEL                Il Maligno si impossessa non già di loro, ma dei loro parenti e soprattutto delle figlie più ingenue. Non è questa una scelta leale, ma certo la più efficace. Dovresti incarnarti in uno di quei personaggi, a tua scelta, presentarti a  quel mio ospite e proporgli, anzi, imporgli di esorcizzare la  figlia del personaggio scelto nella quale io mi sarò materializzato  già da tempo. Sappiamo che gestire il tempo per noi non è certo un problema.

MINO             Mi stai chiedendo troppo! Spero, però, che tutto ciò serva per il tuo rapporto finale alla nostra Commissione. (sorridendo) Spero che apprezzerai la mia interpretazione. Ora ti lascio. “ Ad majora!”  (esce)

 ( si spegne la luce su questa scena)

Scena nona: Gianmatteo, Anna, poi Minosse.

( Gianmatteo mentre entra in scena parla con la moglie che è fuori)

GIAN             Io non so… come si fa ad essere così? Prima non avevamo una lira da far ballare una scimmia…ora non ci manca niente… e tu non sei mai contenta…

 ANNA           ( fuori scena )  Ce ne sono ancora delle cose che ci mancano?

GIAN             E quali sarebbero?

ANNA                       ( entrando in scena) Il tuo ex padrone ha una villa al mare… perché non dobbiamo averla anche noi?

GIAN             Ma cosa ti interessa il mare che non lo hai mai visto? Ah già… quando siamo andati a Napoli.

ANNA                       Si sente parlare tanto gli altri di viaggi… perché noi non dobbiamo toglierci quella soddisfazione.

GIAN             Quella ce la possiamo togliere quando vogliamo. Il  prete ne organizza tutte le estati…

ANNA                       ( sprezzante) Che bello andar via con il prete… andare con quelle “beghe” che ne hanno per tutte.

GIAN             ( deciso) Insomma!... Io la voglio smettere. E’ un lavoro che proprio non mi piace!

ANNA                        Ce ne sono delle cose che non piacciono nemmeno a me… eppure le faccio.

GIAN             E quali sarebbero?

ANNA                       Fare i mestieri di casa tutti i giorni. Mentre le altre signore vanno a caffè tutti i giorni perché hanno la cameriera che sbriga i lavori di casa..

GIAN             ( falso) Vedere quegli indemoniati soffrire le pene dell’inferno…

ANNA                       Ma se non sanno nemmeno di essere possedute.

GIAN             E non pensi che del loro stato non rimanga qualche cosa anche a me?

ANNA                       Una bella doccia e tutto passa.

GIAN             Tu dì pure quello che vuoi… ma io voglio darci un taglio.

ANNA                       Ma che bravo! Prendi pure una decisione! Ma stai attento: o  continui a portar a casa soldi  o rimani solo in casa, perché io me ne vado.

GIAN             E con che cosa vivresti?

ANNA                       Con quello che la legge impone  al marito di mantenere alla moglie separata lo stesso livello di agiatezza che aveva durante il matrimonio.

GIAN             E’ proprio vero che la ricchezza dà alla testa…

ANNA                       Veramente è la povertà che avvilisce.

GIAN             Ma accontentati di quello che hai … e pensa alla salute…

ANNA                       Come mai non mi son mai accorta di che omuncolo ho per marito? ( sprezzante) Sai cosa ti dico? Mi fai pena.

GIAN             Non sarà che anche tu hai bisogno di essere esorcizzata?

ANNA                       Ma va a farti friggere!

GIAN             Mi sa tanto che tu hai il diavolo in corpo.

ANNA                       Ma piantala!

GIAN             ( cambiando tono) Non sarà per quei grilli che ti passano per la mente? Il discorso che mi hai fatto a proposito del tuo (spezzante) signor Rodrigo…

ANNA                       Il signor Don Rodrigo me lo lasci stare!

(bussano alla porta)   

ANNA                       Sarà meglio che vada a vedere chi c’è. ( esce )

MINO             (  E’ vestito elegantemente da ricco mafioso. Da fuori scena, rivolto ai suoi scagnozzi.) Voi attendete qui fuori. E occhio alla penna! Che non siamo dalle nostre parti.

GIAN             ( a disagio rivolto a Minosse ) Buon giorno… signore… Posso fare qualche cosa per voi?

MINO             ( altezzoso) Se siete colui che cerco : sì. Siete un certo Gianmatteo Del Brica?

GIAN             Per servirla.

MINO             L’esorcista?

GIAN             Modestamente… per servirla.

MINO             ( rivolto ad Anna con fare arrogante) E lei chi sarebbe?

ANNA                       ( a disagio)  La moglie di mio marito.

MINO             ( divertito) Ah,,,si?

ANNA                       Scusatemi. ( indicando con il dito ) Sono sua moglie.

MINO             Bene! State pure comodi! E’ inutile che tiriamo per le lunghe. Io sono della famiglia  dei “Corleonesi” immagino che ne abbiate sentito parlare.

GIAN             ( titubante) Sono i signori della Sicilia?

MINO             Vedo che ha afferrato il concetto. Il mio principale è impegnato con la legge e non potendo venire di persona ha incaricato il suo luogotenente che sarei io.

GIAN             Piacere…

MINO             La figlia del mio principale risulta essere posseduta dal demonio. Almeno così ci hanno assicurato persone di indubbia fama ecclesiale. Ci siamo rivolti a diversi esorcisti , ma l’esito è stato negativo. Francamente abbiamo sentito grandi cose nei suoi riguardi.

GIAN             Ne sono lusingato. ( cercando di andare ai ripari) Purtroppo in questo momento la mia salute non mi rende giustizia.

MINO             ( deciso) Vedrà che si rimetterà quanto prima.

GIAN             Magari…

MINO             Come ripeto abbiamo sentito grandi cose su di lei.

GIAN             Veramente qualche esorcismo è andato a buon fine, ma non sempre il risultato è soddisfacente.

ANNA                       ( rivolta al marito)  Racconta al signore della giovane di Firenze e quella di Napoli.

MINO             ( rivolto ad Anna) Ne siamo a conoscenza… signora… appunto… ecco perché sono qui.

GIAN             A volte la natura del maleficio è così perfida che non sempre si riesce a vincere il demonio. A volte il Maligno non teme né minacce  ne incanti e nemmeno alcuna religione.

MINO             Non creda che io sia venuto qua sul continente per sentirmi dare un rifiuto.

GIAN             ( impaurito) Pur di accontentarvi posso anche provare. Pur tuttavia nel caso io non ci riesca già da ora vi chiedo perdono.

MINO             ( dispotico) Le assicuro che ci riuscirà.

GIAN             Vorrei tanto sperarlo.

MINO             Lei sa benissimo che una risposta negativa alla famiglia che io rappresento comporta una risoluzione totale al problema, tanto che lei non avrà più modo di rammaricarsi.

Credo di essermi spiegato a sufficienza.

GIAN             Credo proprio di sì.  ( preso da un certo pensiero, pausa lunga) Signore, come vi ho detto vi sono degli spiriti così maligni che è impossibile vincerli. Pertanto io voglio fare una nuova prova, che se riuscirà, il suo principale ed io ne saremo soddisfatti.. Se ciò non avverrà, potrete disporre di me e spero che abbiate compassione di me e della mia innocenza.

MINO             Confido in lei, nei suoi poteri, e nel suo desiderio di stare in vita. Ora me ne vado. Naturalmente attendiamo che ci dica quando possiamo incontrarci.

GIAN             Per essere più sicuri del buon esito direi che sarebbe opportuno che l’esorcismo avvenga qui da noi.

MINO             Non è certo un problema.(rivolto alla signora) Signora la ossequio. ( al marito ) “Ad mayora”

GIAN             Come diceva?

MINO             (sorridendo) Ah… si. Arrivederci! (esce)

GIAN             ( rivolto alla moglie) Se stava qui ancora un po’ svenivo.

ANNA                       (felice) Ti immagini la ricompensa?

GIAN             Sono così impaurito che non ho nemmeno la forza per disprezzarti!

ANNA                       Fai ancora questo esorcismo e poi ti prometto che non ti tedierò più.

GIAN             ( insinuante) Ma non mi hai detto che mi avresti lasciato?

ANNA                       ( scusandosi) Sai che a volte si dicono cose che non si pensano…

GIAN             Vorrei ritornare ancora sul discorso del signor Rodrigo.

ANNA                       Che cosa c’entra lui ora?

GIAN             C’entra.., c’entra…(deciso) Ora voglio metterti alla prova. Che tu per il signor Rodrigo abbia un debole , e mi limito a “debole” è indubbio. Voglio che di questa relazione che per ora è solo platonica, venga a conoscenza  sua moglie.

ANNA                       Cosa c’entra sua moglie?

GIAN                         E voglio che avvenga in mia presenza. Voglio vedere se hai il coraggio di guardarla in faccia.

ANNA                       Ma che discorsi fai?

GIAN             Sai da dove veniva Rodrigo, perciò puoi raggiungere sua moglie. ( deciso) E non scherzo!

ANNA                       Fai dei discorsi che non voglio proprio più sentire. Vado di là.

GIAN             (fra sé) Un discorso così stupido e senza senso  solo io potevo farlo…. Però …. (esce)

(buio )

Scena decima: Gianmatteo, Anna, poi Minosse e Belfagor.

(marito e moglie entrano in scena)

GIAN             Quando è venuto il siciliano?

ANNA                       Sono già passati diversi giorni.

GIAN             Aveva tanta fretta…

ANNA                       La Sicilia non è dietro l’angolo…

GIAN             Come vorrei che fosse tutto finito.

ANNA                       Fra un po’ sono  qui…

GIAN             Sarà meglio che mettiamo un po’ in ordine.

ANNA                       Non è che ci siano da spostare grandi cose…

GIAN             Quella è gente importante dobbiamo creare l’ambiente.

(mentre parlano portano fuori scena il tavolo lasciano qualche sedia a lato. Mettono qualche festone sulla credenza per creare un certo ambiente non certo consono all’esorcismo. Lo scopo di Gianmatteo è di ammorbidire  Belfagor )

ANNA                       Perché non siamo andati là noi? Ci avrebbero ospitati in un bel albergo, magari per qualche giorno.

GIAN             E’ proprio quello che non voglio. Prima se ne vanno meglio sto.

ANNA                       Hai dei dubbi sulla riuscita?

GIAN             Certo che ne ho.

ANNA                       E’ sufficiente che tu faccia l’esorcismo che hai fatto a Napoli e Firenze.

GIAN             Cosa ti fa pensare che sia lo stesso maligno?

ANNA                       Se non sarà lo stesso sarà della stessa congrega.

GIAN             Bisognerebbe sapere  il motivo per cui il diabolo si è incarnato nella giovane.

ANNA                       Non credo che la giovane risponda alle tue domande, ma quel signore che l’accompagna dovrebbe essere informato. Glielo chiederai.

GIAN             A volte rimpiango la nostra serena povertà.

ANNA                       Non dire stupidaggini. Se tutto va bene compreremo  una villa al mare.

GIAN             E se tutto va male potrai fare una bella vedovanza.

ANNA                       Non esagerare…

GIAN             Mi sembra che sia stato molto chiaro il mafioso.

ANNA                       Se ne dicono delle cose…

GIAN             … E se ne fanno anche.

( fuori scena si sente il sopraggiungere di diverse persone )

ANNA                       Sono già arrivati.

GIAN             Intanto che io vado a riceverli tu vai a prendere l’olio e la stola.

(escono entrambi)

 ( entra  per primo Gianmatteo seguito da Minosse naturalmente nei panni del mafioso. Minosse spinge la sedia a rotelle sulla quale sta Rodrigo truccato  e vestito da donna)

BEL                ( guardandosi attorno, fra sé) Che cosa ha pensato di fare questo villano. Crede di farmi paura con questa messa in scena? Non sa, forse, che io sono abituato a vedere le cerimonie del Cielo e dell’Inferno? Io lo punirò comunque!

ANNA                       ( entra con olio e stuoia e si avvicina al marito) (stupita, al marito sottovoce)) Ma le ragazze dell’altra volta non erano brutte come questa.

GIAN             Ciò ti dimostra quanto grave sia il maleficio.

ANNA                       Beh… ma sai che… ha una faccia …

 (Gianmatteo spinge la sedia a rotelle in mezzo alla stanza  rivolta verso il pubblico)

GIAN             (rivolgendosi  a Mino) Temo che sia un’impresa disperata…(indossa la stola)

MINO             La consiglio di riuscirci.

GIAN             Dovrei fare qualche domanda.

MINO             La faccia alla ragazza.

GIAN             Ma parla?

MINO             Dipende.

GIAN             ( rivolgendosi a Bel)   Il tuo none è forse: Satana, Lucifero, Belzebub, Asmodeo, Zabulon?

BEL                ( in malo modo sprezzante con voce un poco alterata ) Per te sono colui che ti punirà per la tua presunzione.

GIAN             ( a Mino) La sua risposta è vaga. Vorrei sapere il motivo per cui il maligno si è impossessato della giovane.

MINO             Abbiamo dovuto giustiziare un “ monello” che faceva le bizze.

GIAN             Un fanciullo?

MINO             Un cafone che aveva deciso di non pagare più il pizzo. Si è rivolto alla legge quel temerario. Sua madre che è una fattucchiera ha maledetto il mio principale. La maledizione si è riversata sulla figlia.

( Gianmatteo parlerà alla ragazza standole alle spalle in modo da essere visto dal pubblico così pure Minosse)

GIAN             (a Bel) Diavolo malefico dov’è la tua giustizia?

BEL                E’ inutile che tu la tiri per le lunghe…

GIAN             Il padre dovevi  punire!

MINO             Il padre è un protetto da un violaceo.

GIAN             Capisco.

BEL                (a Gian) Perché la fai tanto lunga?

(Gian va a prendere l’olio e con il pollice cerca di ungere la fronte di Bel. Bel con una mano allontana quella di Gian e con l’altra colpisce la boccetta dell’olio che cade a terra)

BEL                (a Gian) Così cadrà la tua testa!

GIAN             ( a Bel) Abbandona questa creatura e vai ad incatenarti nel deserto.

BEL                Quanto sei stupido misero contadino. Nel deserto dovrei andare ad incatenarmi…? Guarda tua moglie piuttosto!

(Anna che era seduta su una sedia a lato si muove come un’indemoniata)

BEL                ( indicando Anna) Se proprio vuoi mi posso trasferire là per sempre.

GIAN             ( a Bel) Non ti sembra di essere monotono nelle tue minacce?

BEL                E a te non sembra di essere un ottuso nel non convincerti che ti posso distruggere?

GIAN             ( con rassegnazione)  Santo spirito malefico: fammi una grazia è l’ultima che ti chiedo.

BEL                Hai voluto andare in bicicletta… ora pedale immondo traditore.

MINO             ( che ha seguito tutta la scena, rivolto a Gianmatteo)  Non vorrei interferire nel suo esorcismo… Mi sembra di aver constatato nei precedenti esorcismi fatti dai suoi colleghi un loro comportamento un po’ più prepotente, ferreo. Lei nei confronti della Mala  mi sembra un novizio. Noi siamo molto più risoluti. Visto che è un diavolo lo tratti come tale.

GIAN             ( a  Minosse)   E’ questa una tecnica nuova che vorrei sperimentare.

MINO             ( a Gianmatteo allontanandolo dalla carrozzella) Lasci che provi io. ( si avvicina alla carrozzella e rivolgendosi alla ragazza con decisione)  Spirito immondo: con chi credi di aver a che fare. Non credere che noi siamo dei pappa molli come questo qui ( indica  Gianmatteo ) Se non ti decidi di abbandonare questa fanciulla ti convinco io. ( gli da due notevoli ceffoni)     

BEL                ( stupito rivolto a Minosse  quasi in privato)  Beh… ma stai dando i numeri… queste sono sberle infernali.

MINO             ( impacciato ed in privato) Scusami ma mi son fatto prendere dalla parte.

BEL                Ti stai comportando come un gran attore convinto.

( Gianmatteo ritorna dietro Belfagor)

BEL                (a Gianmatteo ) Tu credi di averla pensata giusta! Cosa credi di ottenere con tutti questi inutili apparati? Credi di sottrarti dalla mia collera e dalla Mafia? Villano, ribaldo io ti farò pentire di essere nato.

GIAN             Vattene e lasciami in pace. Non costringermi ad essere un “umano”!

(fuori scena si sente un vociferare di persone))

( tutti si rivolgono verso il fondo della platea. Entra Onesta)

(queste ultime battute debbono essere chiaramente sentite dal pubblico)

ONESTA        ( grida)  RODRIGO!

BEL                ( chiede a Gianmatteo) Chi mi ha chiamato?!

GIAN             ( cinico) E’ tua moglie che ti chiama.

BEL                Delinquente! ( si alza dalla sedia e fugge)( tuoni e fulmini per creare patos)

(Buio il tempo necessario perché una fanciulla, con gli stessi vestiti di Belfago, vada a sedersi, al posto di Belfagor, sulla sedia a rotelle)

GIAN             (dopo che Belfagor è fuggito e si sono riaccese le luci) Non sai ,forse, che l’uomo ne sa una più del diavolo?!!!

FANCIULLA                        ( va ad abbracciare Minosse)  Mi sento rinata! Portami da mio papà!

GIAN             ( rivolto al  pubblico) Questo era l’unico modo per togliermi quel diavolaccio dalle scatole!

MINOSSE      ( al pubblico)  Belfagor raggiungerà  l’Inferno dove dopo aver consegnato il suo rapporto alla Commissione degli inferi vivrà sereno e felice.

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Cala il sipario

Casalmaggiore, lì 24/ gennaio/ 2010. Domenica. Ore 17,28 sereno e freddo.

 

 

                       

                       

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