Ben tornato varietà

Stampa questo copione

BENTORNATO VARIETÀ

Commedia musicale in due atti di

SERGIO PISAPIA FIORE

Musiche originali di Marco Versari

PERSONAGGI:

DON FILIPPO (giovane proprietario dell’Hotel Bahia)

PATRIZIA (giovane direttrice dell’Hotel Bahia)

MISTER GODFREY HIGGINS (ricco uomo d’affari inglese)

MISS EVELYN HIGGINS (figlia di Mister Godfrey)

DIEGO (autista e segretario privato di don Filippo)

INOLTRE:

IL DIRETTORE DI SALA

IL CUOCO

PRIMA CAMERIERA

SECONDA CAMERIERA

TERZA CAMERIERA

QUARTA CAMERIERA

QUINTA CAMERIERA

SESTA CAMERIERA

L’azione si svolge in un albergo di lusso di una località non ben definita del Brasile. 

ATTO PRIMO

Scena prima.

All’alzarsi del sipario si troveranno in scena le cameriere, il direttore di sala, il cuoco e Patrizia. Quest’ultima, più che una direttrice d’albergo, apparirà come se fosse una coreografa o una regista che prova con gli artisti.

BALLETTO (“PREVO”)

Patrizia

(finita la musica) Bene, ragazzi! Tranne qualche piccola imperfezione, debbo dire che siamo a buon punto. Quasi tutto lo spettacolo è montato; mancano soltanto pochi pezzi. Appena saranno pronti faremo la prova generale e tra una settimana… partenza!

Tutti

Yhuuu!… Evviva!… Evviva!…

Patrizia

Sssttt!… Zitti!… Zitti!… State calmi!… Volete che qualcuno ci scopra? Sapete tutti il motivo per il quale abbiamo deciso di allestire questo spettacolo. Quindi all’infuori di noi, almeno per il momento, non deve saperlo nessuno: neppure don Filippo!

Cameriera

Ma, signorina direttrice, non appena saremo partiti don Filippo se n’accorgerà.

Patrizia

Oh, santo cielo!… Ancora non vi è chiaro quanto vi ho detto? Noi andremo via da qui soltanto quando questo albergo sarà chiuso; e cioè tra sette giorni esatti. Da quel momento, don Filippo, avrà altro da pensare per accorgersi di noi.

Cameriera

Povero don Filippo!

Patrizia

Già!… Povero don Filippo! Però noi lo aiuteremo. Per noi, don Filippo, non è stato soltanto il padrone dell’albergo ma il nostro benefattore, un amico, un fratello…

Tutti

Sì!… È vero!… Un grande uomo!… Una persona per bene!…

Patrizia

Ricordate quando don Filippo ereditò questo Hotel? All’inizio le cose sembravano andare bene, ma da un po' di tempo a questa parte, di clienti se ne vedono sempre meno, ed i pochi turisti che arrivano in città preferiscono andare in alberghi meno lussuosi. Ora la situazione è diventata insostenibile per don Filippo, e non potendo più far fronte alle spese ha deciso di chiudere e mettere in vendita l’albergo per pagare il debito che ha con la banca. Per questo, dunque, con il nostro spettacolo faremo una tournée di sei mesi in Europa; con il ricavato pagheremo la banca e l’albergo resterà al suo legittimo proprietario.

Cameriera

E se non ci riusciremo?

Patrizia

Infatti; questo è il motivo per il quale non voglio che don Filippo venga a conoscenza del nostro progetto. Se il denaro che guadagneremo non dovesse bastare per saldare il debito sarebbe una grossa delusione; ed io non voglio che il nostro padrone soffra più di quanto sta già soffrendo. Pertanto nessuno, all’infuori di noi, deve mai venire a sapere quello che abbiamo progettato.

Cameriera

Sì!… Ma come faremo le prove in costume senza che nessuno se ne accorga?

Patrizia

Esattamente come abbiamo fatto finora. In quest’ala dell’albergo non c’è più nessun cliente. Quei pochi che sono rimasti hanno preferito alloggiare nelle stanze meno costose che si trovano dalla parte opposta. Quindi potremo continuare a provare qui durante la notte. Siete tutti d’accordo?

Tutti

Sì!… Certamente!… Va bene, signorina direttrice!

Patrizia

Benissimo! Adesso ognuno torni al proprio lavoro. Tra poco sarà qui anche don Filippo. (si sente il rumore di un automobile) Eccolo, infatti, è lui! Presto, tutti ai propri posti, e mi raccomando: nessuna battuta tra voi, nessuna frase che possa mettere a rischio di fare scoprire il nostro segreto.

Tutti

Va bene!… Staremo attenti!… Non dubiti!…

Patrizia

Adesso, presto, via tutti… Via… via!…

(escono tutti, tranne Patrizia. D.d. si sente la voce di Filippo)

Scena seconda.

(dalla comune entrano in scena Filippo, Godfrey, Evelyn e Diego)

Filippo

(d.d.) Prego, Mister Godfrey, da questa parte! (entrando in scena e notando Patrizia) Oh! Ecco qui la nostra cara direttrice. Mister Godfrey, Miss Evelyn, permettete che vi presenti la signorina Patrizia Leal: valente direttrice dell’Hotel Bahia.

Godfrey

Piacere di conoscerla, signorina Patrizia.

Patrizia

Mister Godfrey, Miss Evelyn…Vi auguro un piacevole soggiorno all’Hotel Bahia. Di qualsiasi cosa

potreste aver bisogno, disponete pure della mia persona. Sarò onorata di poter servire dei clienti come voi.

Godfrey

Clienti?… Beh, veramente noi…

Filippo

No, signorina Patrizia… C’è un equivoco. Mister Godfrey e sua figlia Evelyn, saranno nostri graditi ospiti; ma non sono dei clienti, bensì i probabili futuri proprietari di quest’albergo.

Patrizia

Come, scusi?…

Godfrey

Effettivamente debbo dire che il luogo è davvero incantevole. Mare limpido, sole splendente, natura selvaggia… e un albergo che ha tutta l’aria di avere vissuto momenti più gloriosi. Sì! Credo proprio di essere interessato all’acquisto, naturalmente se l’offerta sarà vantaggiosa.

Filippo

Sono convinto, Mister Godfrey, che troveremo un accordo che soddisferà entrambi.

Godfrey

Bene!

Filippo

Signorina Patrizia? Mister Godfrey e Miss Evelyn alloggeranno in quest’ala dell’Hotel.

Patrizia

(a parte) Oh, Santo cielo!…

Filippo

Assegnerà loro la Suite azzurra, cioè la migliore dell’albergo.

Godfrey

Grazie, don Filippo! La sua ospitalità è davvero eccellente.

Patrizia

Ma… Veramente…

Filippo

Cosa c’è, signorina Patrizia?

Patrizia

Oh, nulla… nulla!… Solamente volevo dirle che… la suite non è pronta!… Io… io non ero al corrente di questa visita… Ho mandato tutto il personale dall’altra parte dell’albergo e quindi…

Filippo

Va bene, va bene!… Chiami qualche cameriera e la faccia sistemare. Vorrà dire che Mister Godfrey e Miss Evelyn, nel frattempo, visiteranno l’albergo.

Godfrey

Ma certamente! Con vero piacere, don Filippo. Signorina Patrizia, faccia pure con tutta calma. E si ricordi che le cose migliori si fanno sempre senza nessuna fretta. Per esempio, la mia povera mamma, per fare me, ci ha impiegato ben nove mesi… Oh!… Scusate!… Humour inglese.

Filippo

Se non le dispiace, Mister Godfrey, Diego farà le mie veci per qualche istante. Io sbrigo alcune faccende e vi raggiungo subito.

Godfrey

Faccia, faccia pure con calma, don Filippo. L’importante che la signorina Patrizia non impieghi anche lei nove mesi… per far sistemare la camera, naturalmente!… Ah! Ah! Ah!… Buona questa!… Ah! Ah! Ah!… (esce con Evelyn, seguiti da Diego)

Scena Terza.

(Filippo e Patrizia, soli)

Patrizia

(furiosa) Ma si può sapere chi è quello stupido, volgare villano?

Filippo

Patrizia, calmati!…

Patrizia

Io sono calma! Ma desidero ugualmente sapere chi è quello zoticone che si permette di fare certe battute.

Filippo

È Mister Godfrey …

Patrizia

… Con sua figlia Evelyn… D’accordo! Questo l’ho già capito. Ma cosa fa, di cosa si occupa?

Filippo

Lui è un ricco uomo d’affari di Londra. I suoi interessi sono molteplici. Ha anche una catena d’alberghi in ogni parte del mondo tranne che in Brasile. Cosicché, per una serie di fortuite combinazioni, è venuto a sapere della vendita di questo albergo. Mi ha contattato, abbiamo fissato un incontro… ed ora è qui. Vuoi sapere altro?

Patrizia

Sì!

Filippo

Cosa?

Patrizia

Hai davvero intenzione di vendere l’albergo a quell’individuo?

Filippo

Non ho altra scelta.

Patrizia

Ma è ancora presto per arrenderti. Mancano sei mesi prima che la banca se ne impossessi. Aspetta altre occasioni…

Don Filippo

Quali?

Patrizia

Ma… non so!… Forse qualche altra banca potrebbe farti un prestito più dilazionato… o qualche amico potrebbe aiutarti… oppure potresti ritornare a cantare…

Filippo

Fantasie mia cara Patrizia. Queste sono soltanto fantasie. Quando sei sull’orlo del fallimento nessuno è disposto ad aiutarti. Per quanto riguarda invece la mia vecchia attività di cantante… beh, credo proprio di essere ormai superato. E, comunque, anche se così non fosse, per racimolare la cifra che mi occorre non basterebbero sei mesi ma sei anni. Insomma, mia cara, in un modo o nell’altro non riuscirei a salvare l’albergo.

Patrizia

E tutto per colpa mia!

Filippo

Patrizia, cosa dici?… Tu non hai nessuna colpa… tu non c’entri affatto!

Patrizia

Sì, invece! Se noi non ci fossimo innamorati quando io ero una giovanissima cameriera al servizio dei tuoi genitori e tu un giovane cantante di successo, colto, bello e ricco, dopo la scomparsa dei tuoi cari - avvenuta in quel tragico incidente - avresti potuto vendere tutto e continuare la tua fiorente carriera artistica. A quell’epoca molti erano interessati ad acquistare quest’albergo, ricordi? Ti offrirono persino più del suo reale valore. Ma tu non ascoltasti nessuno. E come uno sciocco sentimentale preferisti abbandonare la tua carriera per stare vicino a me. Come posso non sentirmi in colpa?

Filippo

Mio piccolo tesoro!… Ti dico che non devi sentirti in colpa e continuare a ripeterti: “se io … se tu… se noi…” In fondo la mia decisione non fu avventata; a quell’epoca gli affari andavano a gonfie vele. Non avrei mai pensato che sarebbero arrivati tempi peggiori. Diciamo che la mia inesperienza mi ha fatto trovare impreparato ad affrontare questa crisi. Tutto qui. Però, ti giuro, mai, neppure per un solo istante ho dubitato del mio amore per te. Ed è questa, sai, la cosa più importante per un uomo; sentirsi felici anche nelle disavventure.  Ricordi quella canzone che composi dopo tre mesi che ci eravamo conosciuti? Tu fosti la mia musa ispiratrice e nessuno lo seppe mai. Ormai quel motivetto continua ad essere cantato in ogni angolo di strada. Qualcuno è arrivato persino a dire che quella semplice ed ingenua canzone riesce ad esorcizzare il male peggiore che ci sia nel nostro Paese: la povertà. Mah! Chissà?… Forse funziona davvero.

“Canzone della felicità”

(prima strofa)

“Ogni tanto qualcuno mi chiedeva:

sai dirmi amico cos’è felicità?

Io rispondevo non la conoscevo,

non era parte della mia realtà.

Poi, un bel giorno, incontrai l’amore,

così conobbi la felicità.

E quando poi parlavo con gli amici,

io raccontavo loro così:

(ritornello)

Felicità vuol dir semplicità,

felicità vuol dir sapere amar,

felicità è il gioco di un bambino

che si diverte col giocattolino.

Felicità è una realtà,

la può trovare anche chi non l’ha,

basta sapere vivere la vita

e innamorarsi com’è accaduto a me.

(seconda strofa)

Ora guardo con gioia all’avvenire,

ho lasciato alle spalle il mio passato.

Se qualcuno mi ricorda che ho sbagliato,

gli rispondo che son stato perdonato.

Se gli amici si son persi per la via,

io li chiamo e resto in loro compagnia.

Mi raccontano di pene e di tormenti,

io mi spiego con i soliti argomenti:

(ritornello)

Felicità vuol dir semplicità,

felicità vuol dir sapere amar,

felicità è il gioco di un bambino

che si diverte col giocattolino.

Felicità è una realtà,

la può trovare anche chi non l’ha,

basta sapere vivere la vita

e innamorarsi com’è accaduto a me.

(terza strofa)

Se per strada incontro un gran signore,

io gli chiedo come mai è di malumore?

Lui risponde che si sente un po’ infelice,

la ricchezza non gli da serenità.

Io gli porgo la mia mano lentamente,

lui la prende e la stringe dolcemente.

Non appena gli racconto la mia storia,

lui sorride e gioisce insieme a me:

(inciso)

Felicità è una realtà,

la può trovare anche chi non l’ha,

basta sapere vivere la vita

e innamorarsi com’è accaduto a me.

(finalino)

Innamorarsi com’è accaduto a me”.

Scena quarta.

(mentre Patrizia e Filippo si baciano, entra dalla comune Diego)

Diego

(entrando in scena nota i due, si ferma di colpo, torna indietro e fa sentire la sua voce da fuori scena) Va bene, Mister Godfrey… Va bene… Vado subito a chiamare don Filippo! (rientrando in scena) Oh! Don Filippo, è ancora qui? Mi scusi, non l’avevo vista. Sono venuto a dirle che Mister Godfrey l’attende.

Filippo

Cosa?… Chi?…

Diego

Mister Godfrey e sua figlia Evelyn, signore!

Filippo

Ah, sì, certo… certo! Vado a raggiungerli. Mi raccomando, signorina Patrizia, faccia preparare la camera azzurra.

Patrizia

Non dubiti, don Filippo. Sarà fatto.

Filippo

Bene! Ci vediamo per l’ora di colazione. (esce dalla comune)

(Diego e Patrizia, soli)

Diego

Quanta ipocrisia!

Patrizia

Come dici?

Diego

Dico: “quanta ipocrisia”. Punto.

Patrizia

A chi ti riferisci?

Diego

A tutti e due.

Patrizia

Tutti e due, chi?…

Diego

Oh, insomma, Patrizia!… Intendi proprio continuare a fare l’ipocrita? Credi forse che, in tutti questi anni che lavoriamo insieme, non mi sia mai accorto che tra te e il padroncino c’è del tenero?

Patrizia

Ma Diego, cosa dici?… Questa è soltanto una tua immaginazione!…

Diego

Ah, sì?… Può darsi. Però poco fa, entrando in questa stanza, voi eravate molto… come dire… “incollati” l’uno all’altra. Anche questa è stata una mia immaginazione?

Patrizia

No! Però hai equivocato.

Diego

Ah, sì? Davvero?…

Patrizia

Certamente! Mi era soltanto entrata un po’ di polvere negli occhi, e don Filippo…

Diego

… Ti “soffiava” in bocca!

Patrizia

Diego!

Diego

Andiamo, via, Patrizia!… Non hai neppure un briciolo di fiducia nei confronti di chi ti è amico?  In fondo non sono mica l’ultimo arrivato, no? Io sono l’autista, il giardiniere, maggiordomo e segretario personale di don Filippo, nonché decano di quest’albergo e padre putativo di tutti voi e, quindi, questa tua diffidenza mi offende. Ma cosa temi? Credi forse che se tu mi dicessi la verità andrei subito a sbandierarla ai quattro venti? E poi cosa ci sarebbe di male se la gente venisse a sapere che tu e don Filippo vi amate? Siete giovani, belli, liberi tutti e due da ogni legame. Chi mai potrebbe biasimarvi?

Patrizia

Hai ragione, Diego; in effetti, non c’è nessun motivo per tenere nascosto il nostro amore. Non so perché l’abbiamo fatto… forse per pudore. Forse perché lui discende da una nobile ed antica famiglia, mentre io vengo dal popolo.

Diego

Oh, no, basta!… Non se ne può più con la solita favola di cenerentola e del suo principe azzurro.

Patrizia

Ma questa non è una favola, è la realtà.

Diego

E chi se ne importa?… Se voi due vi nascondete soltanto per queste vecchie e ormai superate differenze sociali, allora ragazzi miei siete proprio dei “matusa”. Oggi la gente non vuole più sapere da dove uno è partito bensì dove è arrivato. Prendiamo l’esempio di voi due: tu sei figlia del popolo e sei cresciuta nelle favelas, però sin da ragazzina ti sei data da fare e, tramite il tuo onesto lavoro, hai potuto mantenerti agli studi e laurearti. Inoltre hai anche studiato canto, danza e recitazione, parli correttamente sette lingue e oggi sei la migliore direttrice d’albergo che io abbia mai conosciuto. don Filippo, invece, è nato e cresciuto in una cosiddetta “famiglia bene”, ha studiato in Europa, ha raggiunto il successo come artista, ha ereditato una immensa fortuna… e in capo a pochi anni ha perso tutto.

Patrizia

Non per colpa sua, lo sai benissimo!

Diego

Sì, sì, certo… lo so! Ma so anche che tra una settimana quest’albergo sarà chiuso e tutti noi ci troveremo in mezzo ad una strada e senza un posto di lavoro.

Patrizia

Beh!… veramente… una soluzione ci sarebbe.

Diego

Sì! Andare per le vie ballando il samba.

Patrizia

Esattamente!

Diego

Ehi, ehi!… Calma, un momento! Non stai mica parlando sul serio, vero? (Patrizia annuisce) Oh, santo cielo!… Mi stai davvero proponendo di andare per le strade a fare il buffone con un piattino tra le mani?

Patrizia

No! Non proprio questo.

Diego

Allora spiegati. Non capisco.

Patrizia

Ecco, guarda! (prende dalle tasche un foglio piegato e lo da a Diego) Questo è un contratto firmato da una agenzia teatrale di Londra, la quale s’impegna a farci effettuare una tounrnée di sei mesi in tutta Europa. Tempo fa inviai una lettera a diverse agenzie, e da circa un mese ho ricevuto questo contratto con il quale, oltre alla paga, ci offrono vitto, alloggio e spese di viaggio. Sembra proprio che lo show brasiliano sia molto richiesto in Europa. Ed è appunto per questo che, insieme a tutti i ragazzi dell’albergo, abbiamo deciso di allestire uno spettacolo di varietà. Durante la tournèe risparmieremo il più possibile su tutto, e il denaro che ci resterà lo daremo a don Filippo per pagare la banca. 

Diego

Accidenti! È davvero una bella idea! Sì, però, tutto dipende da quanto sarà il ricavato di questi spettacoli.

Patrizia

Circa 500 mila sterline!

Diego

500 mila sterline?… Vale a dire che, con il cambio, equivarrebbero a…

Patrizia

A circa un milione e mezzo di real!

Diego

Madre de Dios!… È davvero una grossa cifra!

Patrizia

Beh!… Perlomeno quanto basta, a don Filippo, per saldare la banca e non svendere l’albergo a quel cialtrone di Mister Godfrey.

Diego

Già! Però tutto questo potrà avverarsi soltanto tra sei mesi, ed io temo che don Filippo firmerà il contratto di vendita entro pochissimi giorni. Da quanto ho potuto capire dai loro discorsi, sembra proprio che quel tanghero di un inglese sia davvero interessato all’acquisto.

 

Patrizia

Hai ragione, Diego! Il tempo è nostro nemico! E poi lo spettacolo non è neppure pronto; avremmo dovuto continuare l’ultima settimana di prove, ma ora non è più possibile.

Diego

E perché?

Patrizia

Le prove le facevamo di notte in questa stanza perché qui non c’era nessuno, capisci?… Ma adesso…

Diego

Accidenti, è vero! In fondo a quel corridoio c’è la suite di Mister Godfrey e di sua figlia!… A meno che… (dopo una breve pausa) Dimmi un po’, Patrizia! Tu sei sicura che questo contratto sia realmente valido?

Patrizia

Certamente! Mi sono consultata con un mio vecchio amico d’Università che ora fa l’avvocato, il quale – dopo avere preso le dovute informazioni – mi ha assicurato che quest’agenzia è la migliore d’Europa e che il contratto è stato firmato direttamente dal titolare.

Diego

Tutto regolare, dunque. Bene! Allora possiamo tentare.

Patrizia

Tentare cosa?

Diego

Ascolta: tu poco fa hai detto che in sei mesi si potrebbe risolvere tutto e che avresti bisogno di una settimana di tempo per finire l’allestimento dello spettacolo; non è così?

Patrizia

Sì, certo… Ma non capisco…

Diego

Patrizia, ho un’idea! E se funzionerà, don Filippo non firmerà mai quel contratto di vendita. 

Patrizia

Continuo a non capire!

Diego

Non importa; ti spiegherò dopo con tutta calma. Ora, però, ho bisogno di parlare con tutto il personale… e se la cosa mi riesce, tra una settimana sarete pronti a partire per l’Europa.

Patrizia

Non so ancora cosa tu abbia in mente di fare, ma se ci riuscirai anche tu verrai con noi.

Diego

Chi? Io?… Andiamo, via, Patrizia… Che cosa potrei fare io? Non so cantare, non so suonare, non so danzare…

Patrizia

Potresti fare il comico.

Diego

Perché; ho la faccia da buffone?

Patrizia

No! Però sei simpatico.

Diego

Dici?

Patrizia

Ti assicuro! Sei l’uomo più simpatico che io abbia mai conosciuto. E chi è simpatico può benissimo fare il comico, anche se non ha una “faccia da buffone”.

Diego

E invece sì! Ho la faccia da buffone, vedi? Chi mi guarda può subito dire: “ha una simpatica faccia da buffone”. Guarda, guarda!… (fa alcune smorfie) Eh?… cosa ne dici?

Patrizia

(sorridendo) Dico che sei un matto!…

Diego

Ah!… Sono anche matto?

Patrizia

Sì!… Sei proprio matto!

Diego

Ah!… Che meraviglia! “buffone” e “matto”: due complimenti in una sola volta. E allora sai cosa ti dico?…

Patrizia

Cosa?…

“Varietà” (balletto “Vid Gal”)

Varietà!

Noi gireremo il mondo,

col nostro varietà,

e porteremo insieme al sole

felicità.

Noi doneremo gioia,

musiche e canzon,

perché ognuno possa amare,

il varietà.

Se incontreremo chi è triste e non vuole

sentire il nostro canto

e che non vuol saper del varietà

perché non sa cosa mai sarà,

noi gli direm.

Che portiamo la gioia

insieme al buon umor,

offriamo a tutti l’allegria,

la serenità.

E quando poi si accorgerà di aver capito

che la nostra vita è bella,

ci chiederà di voler la sua cambiar

e allora lui saprà che il mondo è più bello

solo col varietà.

  

Noi portiamo la gioia

insieme al buon umor,

offriamo a tutti l’allegria,

la serenità.

E quando poi si accorgerà di aver capito

che la nostra vita è bella,

ci chiederà di voler la sua cambiar

e allora lui saprà che il mondo è più bello

solo col varietà.

(coro)

Varietà!

(escono di scena tutti mentre la musica conclude le sue ultime note)

Scena quinta.

(dalla comune entrano in scena Filippo, Godfrey, Evelyn e due cameriere)

Filippo

(rivolgendosi alle cameriere) Andate a vedere se la camera azzurra è in ordine (le cameriere escono da destra). Come le dicevo, Mister Godfrey, la cifra che poco fa mi ha proposto, è nettamente inferiore al valore intrinseco dell’albergo. Tuttavia sono disposto ad accettare ad una sola condizione.

Godfrey

Se sarà ragionevole, l’accetterò volentieri. Mi dica, dunque; quale sarebbe questa sua condizione? 

Filippo

Che tutto il personale dell’albergo resti al proprio posto.

Godfrey

Oh, mi dispiace, don Filippo. È impossibile!

Filippo

Perché è impossibile? La conduzione dell’Hotel avrà comunque bisogno di un personale valido, efficiente; e dato che i miei collaboratori sono qui da diversi anni…

Godfrey

Certo, certo!… Io non metto minimamente in dubbio la professionalità e l’esperienza dei suoi collaboratori. Il fatto è, caro don Filippo, che se questo albergo dovesse diventare di mia proprietà, ne trasformerei radicalmente la struttura gestionale. Non credo proprio che un Hotel del genere possa mantenersi soltanto con un turismo stagionale. Pertanto sarebbe mia ferma intenzione farlo diventare come punto di richiamo internazionale. E per fare ciò, naturalmente, ho già un mio preciso progetto per il quale dovrò avvalermi di collaboratori, non dico migliori, pur tuttavia… diversi dai suoi.

Filippo

Capisco.

Godfrey

Perciò, don Filippo, a lei la scelta: o accetta la mia offerta, oppure dovrò rivolgermi altrove.

Filippo

Non mi offre proprio nessuna alternativa.

Godfrey

Se lo facessi, non sarei un ottimo uomo d’affari.

Filippo

Già!

(nel frattempo entra Diego, ma subito si ritira per ascoltare, non visto, quanto si dice)

Godfrey

Comunque, ha tutta la notte per pensarci. Entro domani, però, desidero ricevere una risposta. Dopodiché io e mia figlia ripartiremo per Londra. Capirà, per me il tempo… è denaro.

Filippo

(ironicamente) Ed io non intendo farle perdere né tempo né denaro. (perentorio) Domani stesso convocherò nel mio ufficio il notaio e firmerò l’atto di vendita in suo favore.

Godfrey

Oh! Ecco… Così mi piace. Dimostra anche lei di essere un vero uomo d’affari.

Filippo

(a parte) Sì!… Dei suoi, però.

(entrano le cameriere)

Cameriera

Tutto è pronto, signore.

Filippo

Grazie! Potete andare.

(le cameriere escono dalla comune)

Godfrey

Ora, don Filippo, se non le dispiace, vorrei ritirarmi negli alloggi che lei gentilmente mi ha fatto mettere a disposizione. Il viaggio è stato piuttosto lungo e, come dire… una bella “rinfrescata” non sarebbe niente male.

Filippo

Ha perfettamente ragione. Le faccio strada.

Godfrey

Lasci, lasci… Non s’incomodi. Ho visto da dove sono uscite le ragazze. Non posso sbagliarmi. Don Filippo, tra meno di un’ora sarò pronto e potremo continuare a visitare le altre parti dell’albergo.

Filippo

Bene! L’attenderò nel mio ufficio.

Godfrey

Sarò puntuale! Evelyn, vieni. (esce da destra)

Scena sesta.

(Filippo ed Evelyn soli)

Filippo

(credendo d’essere solo e accendendosi nervosamente una sigaretta) Accidenti! Mi tocca svendere l’albergo per 750 mila dollari a quel taccagno di un inglese.

Evelyn

(avendo ascoltato le ultime parole di Filippo) Mi dispiace!…

Filippo

(sorpreso di non essere solo) Come?…

Evelyn

Dico… mi dispiace della sua situazione.

Filippo

(imbarazzato) Mi scusi, Miss Evelyn… Credevo d’essere solo… pensavo ad alta voce, e…

Evelyn

Non si giustifichi, la prego. Comprendo perfettamente ciò che lei prova in questo momento.

Filippo

Davvero? Suo padre, però, sembra non comprenderlo.

Evelyn

Non sia così severo nel giudicarlo. Mio padre è un’affarista, questo è vero, ma in fondo è un buon uomo. Basta saperlo prendere per il verso giusto.

Filippo

Bisognerebbe, però, sapere quale è il suo “verso giusto”.

Evelyn

Basterebbe conoscerlo meglio.

Filippo

Per quanto mi riguarda, non me ne ha dato il tempo.

Evelyn

Allora se lo prenda lei, il tempo.

Filippo

Non saprei proprio come. Suo padre è stato perentorio: “prendere o lasciare” entro domani.

Evelyn

È soltanto un suo vecchio trucco. Dice sempre così quando sa che qualcuno è con l’acqua alla gola.

Filippo

Cosa? “Acqua alla gola”?… Non capisco di cosa stia parlando.

Evelyn

Suvvia, don Filippo, non sia ingenuo! Lei crede davvero che un uomo come mio padre, che fa affari in ogni parte del mondo, non sia al corrente di tutte le situazioni che gli possono interessare? Mio padre sa benissimo che lei è sull’orlo del fallimento, che quest’albergo ha un’ipoteca di circa di 700 mila dollari e la banca, che a suo tempo le fece il prestito, le ha concesso soltanto una proroga di sei mesi; dopodiché o lei sarà in grado di pagare il suo debito o l’albergo sarà messo all’asta. Per questo mio padre le ha offerto 750 mila dollari, affinché lei possa saldare il suo debito e in più le resterebbero alcuni “spiccioli” per il suo provvisorio sostentamento. Beh!… Conoscendo mio padre, debbo dire che con lei è stato fin troppo generoso.

Filippo

Ah! Figuriamoci il contrario.

Evelyn

Tuttavia, se lei dovesse cambiare idea, non credo che mio padre lascerebbe perdere quest’affare così facilmente. È un uomo testardo. D’origine scozzese…

Filippo

Questo lo supponevo.

Evelyn

Non concludere quest’affare, per mio padre sarebbe la sua prima sconfitta; e lui non è abituato a perdere. Si tratterebbe, quindi, di una questione non solo di denaro ma anche di principio.

Filippo

Sì, ma… non capisco dove voglia arrivare.

Evelyn

Soltanto a questo: non si arrenda così facilmente d’avanti a lui. Insista; gli dica che ci ha ripensato; gli faccia una contro-proposta, ed aggiunga che se proprio non vuole servirsi dell’attuale personale, dovrà almeno assumere lei come direttore dell’albergo: “prendere o lasciare”. Insomma, usi le sue stesse armi.

Filippo

Ma non c’è tempo per contrattare, suo padre ha deciso di partire domani.

Evelyn

Gliel’ho detto: si tratta soltanto di una sua astuzia. Comunque penserei io a fornirgli il pretesto per restare qualche giorno in più. Dirò che non mi sento bene e che non sono disposta ad affrontare il viaggio di ritorno. Sono convinta che in due o tre giorni di tempo accetterà tutte le sue condizioni, persino il doppio della cifra che le ha offerto. 

Filippo

Mi scusi, Miss Evelyn. Ma lei, perché fa tutto questo?

Evelyn

Mi aspettavo questa domanda.

Filippo

Infatti, era inevitabile. Dunque?

Evelyn

Potrei risponderle semplicemente in due modi: perché odio mio padre oppure perché sono una pazza.

Filippo

Già! Ma in un modo o nell’altro non sarebbe la verità.

Evelyn

Esatto!

Filippo

Quindi, quale è la verità?

Evelyn

Vede, don Filippo?… Io sono una giovane donna piena di sentimenti, sensibile al fascino della vita, dell’amore!… Per mia sfortuna, però, sono cresciuta in un ambiente austero, severamente rigido e conservatore. Trovarmi di colpo in un Paese come il suo, mi ha dato la possibilità di comprendere che la vita è fatta per essere vissuta accanto a ciò che ci piace. E debbo dire che il vostro sole, il vostro mare, la vostra gente, mi piace moltissimo… ed anche lei.

Filippo

(comprendendo con un certo imbarazzo) Ah!… Dunque… è soltanto questo il motivo del suo interessamento?

Evelyn

Non le sembra una ragione più che sufficiente?

Filippo

Oh!… Sì… sì!… Certo… certo!… Ma se suo padre acquisterà questo albergo, lei avrà comunque la possibilità di ottenere quanto desidera.

Evelyn

Compreso lei?…

Filippo

Beh!… Veramente, io non faccio parte dell’arredamento.

Evelyn

No! Certo! Ma potrebbe far parte della famiglia.

Filippo

Continuo a non capire.

Evelyn

Allora sarò più esplicita.

Filippo

La ringrazio.

Evelyn

Mio padre è rimasto vedovo da circa dieci anni. Io Sono la sua unica figlia e la sua unica socia in affari. La Società Higgins & Higgins ha succursali in ogni parte del mondo. Mio padre, dunque, deve costantemente viaggiare per curare i propri interessi. Di conseguenza, di là da questo eccezionale viaggio che ho potuto fare con lui, io debbo occuparmi della sede centrale; e francamente, come le dicevo poco fa, dopo aver visto questo meraviglioso Paese, non ho proprio più nessuna intenzione di continuare a vivere rinchiusa nel mio ufficio di Londra.

Filippo

Lei, dunque, sarebbe disposta ad abbandonare la sua città, per venire a vivere in un Paese povero come il nostro?

Evelyn

Con il denaro si sta bene ovunque.

Filippo

Questo è vero!  Sì, ma… cosa c’entro io in tutta questa storia?

Evelyn

Lei potrebbe offrirmi il pretesto per restare.

Filippo

Mi scusi! Mi aveva detto che sarebbe stata più esplicita.

Evelyn

E lo sarò. Se io sposo lei, mio padre dovrà accettare che io resti accanto a mio marito.

Filippo

Calma… calma, Miss Evelyn!… Non le sembra di correre un po’ troppo?…

Evelyn

Ma rifletta bene. Non capisce i vantaggi che ne deriverebbero, a noi due, da questo matrimonio? Io potrei lasciare Londra e venire a vivere in questo splendido angolo di paradiso e, comunque, non sarebbe escluso che mio padre decidesse di spostare qui la sede della nostra società; dal canto suo lei godrebbe di tutti i privilegi di un uomo che sposa una ricca ereditiera. Inoltre continuerebbe ad essere, sia pure in parte, proprietario di questo albergo.

Filippo

Un matrimonio d’interesse, dunque?

Evelyn

Beh!… Non certo d’amore. Io non credo ai cosiddetti “colpi di fulmine”.

Filippo

Se per questo, neppure io. Tuttavia ritengo che il matrimonio sia una cosa seria e non un mezzo per raggiungere i propri scopi.

Evelyn

Mi sta facendo la morale?

Filippo

Me ne guarderei bene. Ognuno ha la sua di morale, ed io le sto semplicemente esternando la mia.

Evelyn

Don Filippo! Crede forse che per accumulare denaro, intendo dire… molto denaro, bisogna preoccuparsi della morale? Se tutte le persone ricche di questo pianeta avessero di questi scrupoli, ora qui, da lei, non ci sarebbe qualcuno disposto ad acquistare una proprietà…

Filippo

… Che vale dieci volte di più della cifra offerta.

Evelyn

Già! Però, lei, non può fare a meno di accettare, perché la sua morale non le ha permesso di accumulare denaro sufficiente per affrontare tempi peggiori.

Filippo

Infatti, è vero! Tuttavia mi ha permesso d’avere qualcosa che non si può ottenere soltanto con il denaro.

Evelyn

Davvero? E cosa?

Filippo

La felicità!

Evelyn

La felicità per avere perso tutto quello che aveva?

Filippo

La felicità per essere sempre stato accanto alla donna che amo.

Evelyn

Oh! Santo cielo!… C’è una “lei”, dunque. Credevo, però, che certe frasi si sentissero soltanto nei Films. L’amore! Ah! l’amore!… Ma cos’è l’amore?…

“Cos’è l’amore?”

Lei

(strofa)

Per il mondo incontrando tanta gente,

c’è chi dice che non ha mai niente,

chi è contento perché ha invece tutto,

ma nessuno parla mai d’amor.

Se per caso incontri un tipo che è un po’ strano,

e ti dice che l’amore e tutto,

tu non credere alle sue parole,

lui non sa cos’è il vero amore,

lui non sa la verità..

(ritornello)

Che cos’è l’amore? È un batticuore!

Non ti lascia il tempo di pensare.

Prende a schiaffi la tua vita,

la distrugge, la tormenta,

non ti fa più riposare,

non conosci più la vera realtà.

Lui

(strofa)

Se però tu guardi bene intorno al mondo,

se lo scruti tutto, tutto attorno,

noterai la gente che si ama,

e che vuole sempre non soffrir.

Non crediamo ancora che ci sia chi vuole

non amare per poter dormire,

non sognare e non fantasticare,

non guardare in faccia l’avvenire

per paura di capir.

(ritornello)

Solo se tu ami puoi capire che,

che nel mondo c’ è chi aspetta solo te.

Chiede solo il tuo amore,

il tuo sguardo, il tuo cuore,

una piccola carezza

per donarti tanta tenerezza e felicità.

(inciso musicale e parte recitata)

Lei

Davvero lei crede che il mondo vada in questo modo?

Lui

Io credo che sia possibile farlo andare in questo modo! Basta soltanto un po’ di buona volontà.

Lei

Un po’?… Con tutto quello che accade! Soltanto un sognatore come lei può credere che l’amore possa prevalere sopra ogni altra cosa.

Lui

Proprio per questo, dunque, è necessario che ognuno di noi non smetta mai di sognare. 

Lei

Ma a cosa servono i sogni se poi non rispecchiano la realtà della vita?

Lui

Se non altro, a credere che il sogno, prima o poi, si trasformi in realtà.

Lei

Sarebbe quello, che voi filosofi, chiamate… speranza?

Lui

Infatti: la speranza per un mondo migliore.

Insieme

(ritornello)

Solo se tu ami puoi capire che,

che nel mondo c’ è chi aspetta solo te.

Chiede solo il tuo amore

il tuo sguardo, il tuo cuore,

una piccola carezza

per donarti tanta tenerezza e felicità.

Evelyn

(finita la canzone) Beh! Se proprio la pensa in questo modo, pazienza; io non so cosa farci. Pensavo semplicemente di proporle un ottimo affare.

Filippo

Spero che non me ne voglia, Miss Evelyn.

Evelyn

Volergliene?… Ah! Le confesso che se avesse accettato la mia proposta, senza dubbio mi avrebbe fatto comodo, ma… non l’avrei stimata come la stimo in questo momento.

Filippo

Lei è davvero una ragazza singolare.

Evelyn

E lei un uomo al di fuori del tempo. Tutto sommato, però, debbo dire che invidio la sua innamorata, è davvero una ragazza fortunata. Ad ogni modo si ricordi quanto le ho detto. Insista con mio padre. Io l’aiuterò ugualmente.

Filippo

La ringrazio.

Evelyn

No, no! Non mi ringrazi, lo faccio anche per me. Se riesco guadagnare tempo forse potrò trovare un’altro disposto a sposarmi. (Filippo sorride) Mi permetta di farle i miei migliori auguri e dimostrarle tutto il mio affetto. (bacia Filippo)

Scena settima.

(Patrizia entra da sinistra e vede la scena)

Patrizia

Don Filippo! (Filippo si gira prontamente verso Patrizia) La desiderano al telefono, nel suo ufficio.

Filippo

Ah!… Sì… Grazie, signorina Patrizia. Vado subito. (con un cenno di saluto) Miss Evelyn?… (esce dalla comune)

(Patrizia ed Evelyn sole)

Evelyn

È davvero un uomo affascinante.

Patrizia

Dice?… Non me ne ero mai accorta.

Evelyn

Beh! Certamente lei l’avrà sempre visto come il proprietario dell’albergo in cui lavora. Ma le assicuro che un’altra donna, non può notare il suo fascino senza innamorarsene. Credo proprio che quanto prima, don Filippo, annuncerà il suo matrimonio.

Patrizia

(fraintendendo) Matrimonio?…

Evelyn

Sì! Ha capito bene!… Matrimonio! Don Filippo mi ha dichiarato di essere innamorato.

Patrizia

(contenendosi) Sono… Sono contenta per don Filippo.

Evelyn

Anch’io! E le assicuro che farò di tutto per la sua felicità. Vado a raggiungere mio padre. A più tardi, signorina Patrizia! (esce da destra)

Patrizia

(rimasta sola, scoppia a piangere) Perché… Perché?!…

“Perché?”
(strofa)
Perché? Io non so perché?

Nel cuore ho un gran tormento,

tanta infelicità..

Io già sento, sto soffrendo,

l’amore mio svanisce

insieme al mio tormento.

Perché? Perché piango,

io non so, s’ è per amor?

Il mio cuor sta morendo.

Ma non debbo restare qui.

(ritornello)

Se lui ama un’altra

io non posso più restare

accanto a lui ad aspettare

un suo sorriso.

Anche se il mio cuore si distrugge

al pensiero che non posso

più baciare il suo bel viso.

Debbo io fuggire

No, non voglio più soffrire

Ho bisogno di volar per non morire.

(strofa)
Perché? Io non so perché?

Nel cuore ho un gran tormento

tanta infelicità.

Io già sento, sto soffrendo,

l’amore mio svanisce

insieme al mio tormento.

Perché? Perché piango,

io non so, s’è per amor?

Il mio cuore sta morendo

Ma non debbo restare qui.

(inciso)

Se lui ama un’altra

io non posso più restare

accanto a lui ad aspettare

un suo sorriso.

Anche se il mio cuore si distrugge

al pensiero che non posso

più baciare il suo bel viso

Debbo io fuggire

No, non voglio più soffrire

Ho bisogno di volar per non morire.

Perché? Perché piango?

L’amore è come un sogno…

Svanisce sempre nella realtà!

(finita la canzone, Patrizia esce di scena mentre dalla parte opposta entra Diego con tutto il personale)

Scena ottava.

Diego

Ragazze… ragazzi… non c’è tempo da perdere. Poco fa ho sentito con le mie stesse orecchie dire don Filippo a Mister Godfrey che entro domani firmerà il contratto di vendita

Cameriera

Come, ha deciso così presto?

Diego

Per forza! Mister Godfrey gli ha dato un ultimatum: “prendere o lasciare” entro domani.

Cameriera

Maledetto strozzino!

Diego

Perciò oggi stesso dobbiamo mettere in atto il nostro piano. I costumi sono arrivati?

Cameriera

Non ancora, ma arriveranno prima del tramonto.

Diego

Bene! Questa notte, quando don Filippo sarà andato via e tutti saranno a dormire, ci ritroveremo qui con i costumi indossati e vedremo se il nostro piano funziona.

Cameriera

Tu cosa dici? Funzionerà?

Diego

Lo spero!

Cameriera

E se non funziona?

Diego

Domani l’albergo sarà venduto.

Tutti

No!… No!… Non è possibile!… No!…

Diego

E allora se non volete che questo accada, forza, ragazzi! Mettetecela tutta!

Tutti

Sì!… Sì!… Dai, forza!… Mettiamocela tutta!… Sì!… Sì!…

BALLETTO (“CAPOEIRA FANK”)

FINE ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

Scena prima.

Filippo

(Solo, vicino alla balaustra)

“Se”

Se qualcuno

nella notte canta,

sai che la voce

sale dal tuo cuore.

Se poi guardi

cielo e firmamento,

sai che in alto

brillano le stelle.

E nessuna è bella come lei,

mai una stella brilla più di lei.

Se la luna illumina il suo viso,

l’universo splende insieme a lei.

Se la notte

offre una carezza,

tu puoi sentire

tanta tenerezza.

Se sospiri

nella notte buia,

se poi il cuore

parla del tuo amore.

Mai nessuno capirà perché,

tu non dormi e pensi solo a lei.

E nel buio vedi gli occhi suoi,

quelle stelle che tu vuoi baciar.

(inciso)

Mai nessuno capirà perché,

tu non dormi e pensi solo a lei.

E nel buio vedi gli occhi suoi,

quelle stelle che tu vuoi baciar.

(finita la canzone, Diego entra in scena da sinistra e Filippo si rivolge a lui)

Diego, hai visto la signorina Patrizia?

Diego

L’ultima volta che l’ho vista era insieme a lei.

Filippo

Sì, ma poi è andata via ed è ritornata per dirmi che mi cercavano al telefono, e proprio in quel momento ha visto…

Diego

Cosa?…

Filippo

Oh, no!… Nulla d’importante. Soltanto non vorrei che avesse equivocato.

Diego

Beh! Se c’è stato qualche equivoco sono certo che la signorina Patrizia lo capirà.

Filippo

Sono certo anch’io. Debbo, comunque, trovarla subito.

Diego

Forse è andata dall’altra parte dell’Hotel!

Filippo

Sì! È probabile! Vado subito a vedere. Se tu la vedi per primo, mi raccomando, dille che ho urgente bisogno di parlarle. (esce frettolosamente)

Diego

Senz’altro! Glielo dirò; non dubi… ti!… (notando che Filippo non c’è più) Boh!… Non ho mai visto il mio padrone così agitato. (notando Godfrey che entra da destra) Salve, Mister Godfrey. Sono qui per dirle che resto a sua completa disposizione

Scena seconda.

(Diego, Godfrey, poi Evelyn)

Godfrey

Mi scusi, Diego… Ma non era don Filippo quello che si allontanava così frettolosamente?

Diego

Sì! era proprio lui!

Godfrey

Ah, ecco! E perché correva in quel modo?

Diego

“Correva”, Mister Godfrey?

Godfrey

Oddio!… Non faceva certo la gara dei “cento metri”… tuttavia mi è sembrato che si allontanasse come se avesse visto un fantasma.

Diego

Ha detto “fantasma”, Mister Godfrey?…

Godfrey

Oh, Santo cielo, Diego!… Sono soltanto espressioni… modi di dire!…

Diego

Oh, sì, certo, certo!… Però, queste espressioni, in questo posto, non sono consigliabili.

Godfrey

Come dice?…

Diego

Ecco, Mister Godfrey… Io la pregherei di non pronunciare più, in quest’albergo, la parola “fantasma”!

Godfrey

Oh, bella!… e perché poi?…

Diego

Perché… Perché… Ecco… Perché…

Godfrey

Su, coraggio! Non sia così reticente. Mi dica il perché!

Diego

Mister Godfrey! Lei è un uomo rispettabile, e in quanto tale sono certo che saprà custodire un segreto!

Godfrey

Le do’, la mia parola d’onore!

Diego

Non ne dubito! Ma prima mi dica: com’è venuto a conoscenza della vendita di quest’albergo?

Godfrey

Beh, io sono un uomo d’affari ed ho informatori in ogni angolo del pianeta. In questo caso, però, a dire il vero, l’ho saputo tramite un’inserzione apparsa sulla vostra stampa e che i miei “collaboratori” brasiliani mi hanno fatto pervenire a Londra. Soltanto in seguito sono venuto a sapere che la vendita era legata a problemi economici.

Diego

Questa non è la verità!

Godfrey

Come dice?…

Diego

Dico, Mister Godfrey, che la vendita di quest’albergo, non è legata a problemi economici.

Godfrey

No?!…

Diego

No! Il mio padrone… don Filippo… ha fatto volutamente mettere in giro questa voce per disfarsi il più presto possibile dell’albergo per un diverso motivo.

Godfrey

Davvero?…

Diego

Le assicuro.

Godfrey

Si, ma, il debito con la banca, l’ipoteca, la proroga di sei mesi… Queste sono cose reali.

Diego

Sì, certo, sono reali perché tutto questo rientrava nel piano di don Filippo.

Godfrey

Non capisco.

Diego

Allora ascolti; mi segua bene. Don Filippo, non ha nessun problema economico. Durante il suo maggiore successo artistico, ha accumulato un’immensa fortuna. La sua ricchezza è tale che potrebbe sostenere le spese di quest’albergo per altri vent’anni, anche se non venisse più neppure un solo cliente.

Godfrey

Ma allora perché vuole disfarsene?… perché ha chiesto un prestito alla banca?…

Diego

Le ripeto: perché fa parte del suo piano. Mi dica un po’, lei ha già concluso le trattative con don Filippo?

Godfrey

Beh, don Filippo mi ha assicurato che entro domani firmerà il contratto di vendita.

Diego

Immagino che si tratti di un contratto a lei favorevole.

Godfrey

Diversamente non avrei accettato. Capirà, sono un uomo d’affari.

Diego

Certo, certo! È legittimo da parte sua. Il fatto è che non sarà lei a trarne beneficio da questa vendita, bensì don Filippo.

Godfrey

Impossibile! La cifra che gli ho offerto è nettamente inferiore al valore dell’immobile.

Diego

E don Filippo ha accettato senza batter ciglio?

Godfrey

Beh, mi ha fatto una contro proposta, ma che tuttavia non riguardava la parte economica.

Diego

E non le sembra strano che non le abbia chiesto neppure un centesimo in più?

Godfrey

Sì, effettivamente mi è parso strano; ma poi ho pensato che essendo con “l’acqua alla gola”…

Diego

Ma quale “acqua alla gola”… Figuriamoci! Don Filippo è un abile nuotatore. Torno a dirle che lui non aveva nessun bisogno di quel prestito bancario; l’ha fatto solamente per crearsi un alibi; per fare credere a tutti che si trova davvero in difficoltà economiche e quindi costretto a disfarsi dell’albergo, anche a costo di svenderlo.

Godfrey

Continuo a non capire. Perché allora don Filippo - se, come dice lei, è così ricco - vuole disfarsi dell’albergo anche a costo di svenderlo, e non aspetta con calma offerte più vantaggiose?

Diego

Perché vuole andar via da qui il più presto possibile; e prima vende l’albergo, prima smetterà di esserne terrorizzato.

Godfrey

Terrorizzato da chi?… da cosa?… 

Diego

Dai fantasmi che lo perseguitano!

Godfrey

Cooosa?… Fantasmi?… Ma che sciocchezze sta dicendo?

Diego

No, Mister Godfrey; le assicuro che non sono sciocchezze. Quest’albergo è pieno di fantasmi!

Godfrey

Andiamo, via, Diego! Non penserà che io le creda per davvero.

Diego

Come, un inglese che non crede ai fantasmi?

Godfrey

No, non intendo dire questo. Ai fantasmi io ci credo! Soltanto che…

Diego

Cosa?

Godfrey

Vede, caro Diego: è vero che un inglese crede ai fantasmi…

Diego

Appunto! Avete una tradizione da rispettare; tutta la vostra letteratura se n’è occupata per secoli; avete persino esportato i vostri fantasmi in ogni parte del mondo… E ora, lei, non vorrebbe credere che ci siano anche qui? Mi dispiace doverglielo dire, Mister Godfrey, ma il suo è un atteggiamento alquanto nazionalista. Le assicuro: non soltanto l’Inghilterra può vantarsi di ciò. Anche il Brasile ha fantasmi di tutto rispetto.

Godfrey

Si calmi,  si calmi,  Diego.  Io non  avevo  nessun’intenzione  di  offendere  i  vostri  fantasmi “nazionali”. Volevo semplicemente dire che non credo affatto che don Filippo abbia escogitato uno stratagemma per questo motivo. 

Diego

Ah, no? E allora, secondo lei, quale sarebbe il motivo che mi ha spinto a raccontarle queste “sciocchezze” come dice lei?

Godfrey

Non saprei con certezza. Tuttavia la mia esperienza mi suggerisce a pensare che lei, per qualche motivo che io ignoro, voglia vendicarsi del suo padrone non facendogli concludere quest’affare. 

Diego

(dopo un attimo d’esitazione) Ebbene, sì! Lei ha colto nel segno. Io voglio vendicarmi di don Filippo perché mi ha “rubato” il cuore della donna che amo!

Godfrey

Uhm!… Come supponevo. Un classico. La solita “vendetta passionale”. (fa per andare)

Diego

(trattenendolo) Un momento, un momento, Mister Godfrey!… Sì, è vero! Il motivo che mi ha spinto a dirle quanto le ho detto è soltanto perché voglio vendicarmi di don Filippo. Però rifletta bene: se le cose non stanno come le ho raccontato, che vendetta sarebbe la mia se riuscissi a non fare concludere questa vendita a don Filippo, dal momento che lei stesso mi ha confermato che si tratta di un affare vantaggioso soltanto per lei e non per lui?

Godfrey

Effettivamente!… Se le cose stanno, com’è risaputo che stiano, lei, per potersi vendicare del suo padrone, avrebbe più interesse a farmi concludere l’affare.

Diego

Ma siccome le cose non stanno com’è risaputo che stiano, ho bisogno che lei mi creda. Se mi crederà e non comprerà l’albergo, allora io farò spargere la voce del vero motivo per il quale lei non ha voluto concludere l’affare. Da quel momento non ci sarà più nessuno disposto ad acquistare quest’albergo popolato da fantasmi, e don Filippo si troverà ad un bivio: o tenersi l’albergo continuando a vivere nel terrore, o abbandonarlo senza ricavarne neppure un centesimo. Ecco! Questa sarà la mia vera vendetta.

Godfrey

Lei è un vero demonio!

Diego

Ne sono lusingato.

Godfrey

Se è vero quanto lei asserisce, io non rileverei quest’albergo neppure se don Filippo me lo offrisse in regalo. Mi scusi, amico mio, se uso il condizionale; ma sa’, io sono un po’ come San Tommaso. Non credo a nulla senza prima accertarmene di persona. Lei è in grado di dimostrarmi che in quest’albergo esistono dei fantasmi?

Diego

(rispondendo con un certo imbarazzo) … Eh!… Come?…

Godfrey

No, veramente sono io che chiedo a lei: come?

Diego

(riprendendosi) Ed io le ho risposto: “Eccome”!… Sono in grado di fornirle una prova tangibile.

Godfrey

Può farlo Subito?

Diego

Beh, subito… Bisognerà prima che i fantasmi si organizzino.

Godfrey

Organizzino?…

Diego

Sì, insomma… i fantasmi hanno i loro tempi, i loro orari… Non sono sempre a disposizione.

Godfrey

Allora quando?

Diego

Questa notte!

Godfrey

Questa notte?

Diego

Sì! Quando tutti saranno andati a dormire e don Filippo sarà andato via dall’albergo, questo posto si popolerà di fantasmi… e di fantasme.

Godfrey

Che orrore!… 

Diego

Beh!… Forse i fantasmi, ma le fantasme… Le assicuro che sono uno schianto!

Godfrey

Come, Diego!… Le piacciono i fantasmi?

Diego

No, no!… A me, piacciono le fantasme! Perché, a lei invece… piacciono i fantasmi?

Godfrey

Ma nessuno dei due. E poi, uomini o donne che siano, sempre di fantasmi si tratta. Ma ora non divaghiamo. Questa notte attenderò che anche mia figlia si addormenti e poi la raggiungerò in questa sala.

Diego

Ed io ci sarò puntuale ad attenderla. Mi raccomando però, Mister Godfrey, nessuno deve sapere di tutto ciò. Se arrivasse all’orecchio di don Filippo mi licenzierebbe immediatamente o forse mi ucciderebbe, e in un modo o nell’altro lei non verrebbe mai a conoscere la verità.

Godfrey

Non dubiti; sarò muto… come una tomba.

Diego

Ecco! Così restiamo in tema.

Godfrey

Bene! Ora vado. Le assicuro che sono ansioso di vedere se davvero quest’albergo è popolato da fantasmi. Se così fosse, romperei immediatamente l’accordo con don Filippo. Non intendo assolutamente acquistare dei fantasmi… che non siano inglesi.

 

“Fantasmi”
I fantasmi,

sono tanti,

perciò, ad ognuno i suoi.

Stiamo attenti,

ai fantasmi,

se non vogliamo guai.

Se saranno in tanti

dove andrem?

Chi sa?

Se potenti,

miliardari,

sempre fantasmi son.

Gira, rigira,

sempre un fantasma è tra noi.

Io non so, io non so

perché

i fantasmi non si acchiappano mai.

Sono sempre al buio

non si fanno mai vedere

non li scoprirai mai.

Sono lì, sono qui

perché

c’è un castello sempre da spartir.

Sono bianchi oppur son neri

rossi o verdi e fanno sempre

tam-tam-bum-bum!

Ma tu metti,

una tagliola,

e la sua mano avrai

Se poi sfugge,

stai attento,

ritorneranno i guai.

Gira, rigira,

sempre un fantasma è tra noi.

Io non so, io non so

perché

i fantasmi non si acchiappano mai

Sono sempre al buio

non si fanno mai vedere

non li scoprirai mai.

(inciso)

Sono lì, sono qui

perché

c’è un castello sempre da spartir.

I fantasmi,

sono tanti,

perciò, ad ognuno i suoi.

(finita la canzone, Godfrey esce dalla comune)

Diego

(solo) Mah! Come avrà fatto questo qui ad arricchirsi?… Adessosperiamo, che tutto funzioni bene e senza nessun intoppo.

(da destra entra in scena Evelyn)

Evelyn

(notando Diego) Oh, Signor Diego; ha per caso visto mio padre? 

Diego

Da circa mezz’ora che mi trovo a dirigere il traffico in questo incrocio, ho visto passare anche suo padre.

Evelyn

(Sorridendo) Lei è davvero un uomo pieno di spirito.

Diego

Sa com’è?… Tra fantasmi e spiriti non c’è nessuna differenza.

Evelyn

Che cosa significa?

Diego

Oh, nulla, nulla! Humour brasiliano.

Evelyn

Già! perché lei è proprio brasiliano, vero?

Diego

Aveva qualche dubbio, Miss Evelyn?

Evelyn

Beh, a dire il vero sì! Pensavo che lei fosse un europeo trapiantato in Brasile.

Diego

Ah, un europeo?

Evelyn

Sì! E più precisamente un francese.

Diego

E si sbagliava. Oltretutto non sono mai stato in Francia. L’unica volta che sono andato in Europa è stato circa dieci anni fa e ho soggiornato in Italia.

Evelyn

In Italia?… Davvero? Ci sono stata anch’io diverse volte prima di laurearmi ed iniziare a lavorare con mio padre. Mi sono divertita tanto. Sono stata a Roma, a Torino, Napoli, Milano, Venezia…

Ah! Venezia che città da sogno. In quella città ho persino conosciuto un grande regista cinematografico. Pensi che una sera, in occasione di un Gran Galà, ci siamo messi a ballare e lui mi disse che mi muovevo come una vera artista; poi mi chiese se sapevo anche cantare, io gli risposi di sì e lui, subito, mi chiese di cantare. Era la prima volta che cantavo in pubblico accompagnata da una vera, grande orchestra. Provai un’emozione indicibile. Appena smisi di cantare ci fu un silenzio agghiacciante, allora pensai di aver fatto fiasco; ma dopo pochi istanti ci fu un tale scroscio d’applausi che ne rimasi letteralmente stordita. Il mio amico regista venne subito da me e mi propose di intraprendere l’attività artistica e lui mi avrebbe aiutato. Dopo Qualche giorno feci ritorno a Londra per continuare gli studi. Mio padre, proprio in quel periodo, rimase improvvisamente vedovo, e io… non ebbi mai il coraggio di rivelargli questa mia aspirazione. Cosicché presi la mia bella laurea e iniziai a lavorare con lui.     

Diego

Mi dispiace, Miss Evelyn, che lei non abbia potuto coronare il suo bel sogno.

Evelyn

Già! dispiace molto anche a me. Per fortuna il mio lavoro mi offre la possibilità di stare a contatto con molti artisti, e questo allieva, sia pure in parte, il rammarico per non esserci riuscita io.

Diego

Beh!… Non è mai troppo tardi.

Evelyn

Ah, no di certo! È una massima alla quale credo anch’io. Le assicuro che se mi capitasse una nuova occasione, questa volta non me la lascerei sfuggire. Ho dedicato dieci anni della mia vita per stare vicino a mio padre, ora credo che sia arrivato il momento di pensare un po’ anche a me stessa. (dopo una breve pausa) Lei è sposato?

Diego

No! Sono scapolo fin dalla nascita.

Evelyn

E non ha intenzione di sposarsi?

Diego

Alla mia età?… Ormai, credo proprio di avere perso la coincidenza.

Evelyn

E perché mai? Molti uomini della sua età si sposano con donne persino più giovani di loro.

Diego

Ah, sì!… Questo è vero! Ma quelli della mia età, che sposano donne più giovani di loro, hanno qualcosa che io non ho.

Evelyn

Cosa?

Diego

Un buon conto in banca.

Evelyn

Dipende chi è la donna. Se lei, per esempio, incontrasse una donna che fosse tanto ricca da non aver bisogno d’altro denaro…

Diego

… Sicuramente, “quella donna”, non sposerebbe me!

Evelyn

Non ha molta fiducia in se stesso.

Diego

Si figuri degli altri.

Evelyn

Io credo, invece, che lei dovrebbe avere più fiducia negli altri e, in modo particolare, in se stesso. Dopo tutto non è vecchio; tutto al più, come dire?… un po’ “stagionato”, se mi consente il termine.

Diego

Certo, certo!… Anzi, mi piace! Ha il profumo… del prosciutto!

Evelyn

E poi, lei, ha un aspetto gradevole… ben curato!… Uno sguardo penetrante… e una voce sensuale!… Inoltre è simpatico, divertente, solare!… Sì! Credo proprio che lei potrebbe piacere ad una donna che io conosco molto bene, la quale sicuramente non le importerà di sapere che lei non ha neppure il “becco di un quattrino”, dato che questa donna ha già tanto di quel denaro…

Diego

Davvero?

Evelyn

Gliel’assicuro!

Diego

Mi scusi, Miss Evelyn… Potrebbe favorirmi l’indirizzo di questa sua amica?

Evelyn

Ehi, là, là! Quanta fretta!…

Diego

Beh, capirà… se aspetto ancora un po’… di penetrante mi resterà soltanto lo sguardo.

Evelyn

Dunque, ha davvero intenzione di conoscerla?

Diego

Non vedo l’ora!

Evelyn

Come Mai?

Diego

Non porto mai l’orologio.

Evelyn

Ma no! Intendevo dire: come mai si è deciso soltanto adesso a cercare moglie.

Diego

Veramente l’ha deciso lei per me. Ad ogni modo, se le condizioni sono queste, sono pronto ad incontrare la sua amica e presentarmi a lei in tutta la mia nudità!… L’importante è che le luci siano spente.

Evelyn

Bene! Allora, Diego, venga a fare una bella passeggiata con me in giardino sotto questo bel chiaro di luna piena. Le spiegherò con tutta calma chi è questa donna.

Diego

La prego, Miss Evelyn, non mi tenga sulle spine. Mi dica subito: chi è questa donna?

Evelyn

“La donna dei tuoi sogni”

(prima parte)

Se ti guardi attorno un po’

vedrai che scoprirai

molto a te vicino,

una donna che potrà

farti sognare e amar,

stringerti al mattino.

Se tu lo vuoi 

sempre capir tutto potrai,

e troverai felicità.

Prendi e metti in tasca i tuoi pensieri,

dai un calcio a tutti i dispiaceri.

Troverai sempre amore,

un sorriso ed un cuore,

una vita felice

e una donna che ti attende per sognar.

(seconda parte)

No, non credere che poi

La tua felicità

svanisce insieme al vento.

Se saprai davvero amar

nessuno mai potrà

cambiare il firmamento.

Potrai fare tutto quello che tu vuoi,

ed ognuno ti dirà:

prendi e metti in tasca i tuoi pensieri,

dai un calcio a tutti i dispiaceri.

Troverai sempre amore,

un sorriso ed un cuore,

una vita felice

e una donna che ti attende per sognar.

(inciso)

Prendi e metti in tasca i tuoi pensieri,

dai un calcio a tutti i dispiaceri.

Troverai sempre amore,

un sorriso ed un cuore,

una vita felice

e una donna che ti attende per sognar.

(finita la canzone, Evelyn e Diego, escono dalla comune)

Scena terza.

(entra in scena Filippo, poi la cameriera e il personale dell’albergo)

Filippo

(entrando in scena) Patrizia?… Patrizia?…Ma dove diavolo si sarà cacciata?… (chiamando da tutte le parti) Patrizia?… Patrizia?… (vede entrare la cameriera) Hai per caso visto la direttrice?

Cameriera

No, don Filippo! La sto cercando anch’io.

Filippo

Accidenti! È gia l’ora della cena. Debbo andare da Mister Godfrey e da sua figlia. Senti, se incontri la signorina Patrizia dille che io l’aspetto nella sala da pranzo! (esce)

Cameriera

Va bene, don Filippo. (uscito Filippo, da ogni parte entrano i ballerini) Ehi!… ragazze… ragazzi!… Ci siamo! Appena sarà finita la cena, tenetevi tutti pronti per fare quanto ci ha detto Diego.

Tutti

Sì!… Va bene!… Siamo pronti!… Yhuuu!…

BALLETTO (“SAMBA DE RODA”)

(finito il balletto, escono tutti.)

Scena quarta.

(Diego e Godfrey)

Diego

(entrando in scena con fare circospetto, mentre dalla parte opposta entra Godfrey) Mister Godfrey!

Godfrey

Ah! Diego, è lei?

Diego

Certamente, sono io! Chi credeva che fosse? 

Godfrey

Sa com’è?… Quell’ottima cena e quel buon vino… mi hanno un po’ annebbiato la vista. E poi non le nascondo che, dopo quanto mi ha raccontato, mi sento addosso una certa inquietudine…

Diego

No, non tema! I nostri fantasmi non se la prendono conchi non ha nessuna colpa, ma soltanto con quelli che hanno profanato il loro regno di pace.

Godfrey

Regno di pace?…

Diego

Sì, Mister Godfrey! Perché deve sapere che quest’albergo è stato costruito su un’antica necropoli.

Godfrey

Una necropoli?

Diego

Sì! Il cimitero degli schiavi.

Godfrey

Oh, mio Dio!

Diego

No! Stia calmo. Le ripeto: non ha nulla da temere. Soltanto don Filippo è perseguitato da queste anime vaganti, in quanto, essendo ancora il proprietario di questo albergo, è lui che occupa il loro regno. Per questo motivo, prima di cena, lei ha visto don Filippo fuggire. Era inseguito da un fantasma.

Godfrey

Ma come, scusi; non mi aveva detto che questi fantasmi hanno i loro tempi, i loro orari?

Diego

Ah!… Sì!… Certo!… Però quel fantasma che inseguiva don Filippo… stava facendo uno straordinario.

Godfrey

Ah, capisco!

Diego

Quindi, come le dicevo, né io né lei abbiamo nulla da temere. Possiamo tranquillamente restare qui ed assistere al rito che si perpetua ogni notte, in quest’albergo, da oltre due secoli.

 

Godfrey

Quale emozionante esperienza!…

Diego

Sì, certo!… Emozionantissima. Però mi raccomando, Mister Godfrey; l’importante è restare nel più rigoroso silenzio; altrimenti se i fantasmi sono disturbati durante il loro sacro rito… sinceramente non saprei come potrebbero reagire.

Godfrey

D’accordo, d’accordo!…

BALLETTO (“AFRO”)

Diego

Ecco, sente?… Stanno per arrivare! Mi raccomando, trattenga persino il respiro, non faccia nessun rumore!

Godfrey

Speriamo che non mi scappi!

Diego

Cosa?

Godfrey

Il rumore!

Diego

E lei lo trattenga, no? Sssttt!… Eccoli!

Scena quinta.

(entrano in scena i ballerini ed eseguono “la danza del fuoco”. Finita la danza escono)

Diego

Ha visto?

Godfrey

Incantevole!… Sublime!… Paradisiaco!… Le confesso che c’è stato un momento in cui non sapevo se mettermi ad urlare dallo spavento, oppure applaudire i fantasmi per la loro bravura.

Diego

E ha fatto bene a non fare né l’uno né l’altro.

Godfrey

Ma, mi dica un po’, Diego; che significato aveva quella danza rituale?

Diego

Quella era la “Danza Afro”, detta anche “Danza del Fuoco”. Una danza che riscatta la cultura millenaria brasiliana. Si tratta di un rito in cui è necessario entrare con il cuore aperto e lasciare che il tocco magico dei tamburi penetrino nell’animo d’ogni uno di noi e rifletta questo suono con gesti e passi di danza. Ora, però, assisteremo ad un’altra danza d’origine africana che si svolgeva nelle piantagioni di canne da zucchero di Santo Amaro da Purifiçao Bahia, nella festa di commemorazione della Santa patrona della città. Come la capoeira, è una lotta in forma di danza in cui erano utilizzati bastoni e maceti al ritmo di tamburi e canti.

BALLETTO (“MACULELE”)

(entra il balletto ed esegue “la danza delle spade”. Finita la danza, si accendono improvvisamente le luci e tutti restano sorpresi)

Accidenti! Chi diavolo ha acceso le luci?…

Godfrey

Diego, cosa succede?

Scena sesta.

(Patrizia e detti. Poi, Filippo ed Evelyn )

Patrizia

(entrando in scena e rivolgendosi alle danzatrici) Ragazze! Fermate le prove! È inutile che continuiate. La tournèe è sospesa!

Godfrey

Prove?… Tournèe?… Insomma, Diego, vuole spiegarmi che accidenti sta succedendo?

Diego

(imbarazzato) Ecco, veramente… Sì, insomma… io… anzi, no… loro…

(entrano in scena Filippo dalla comune ed Evelyn da destra)

Filippo

Patrizia!… Finalmente ti ho trovata!… Sono stato in ansia fino ad ora. Quando Diego mi ha riaccompagnato a casa dopo cena, mi sono subito messo a girare tutta la città per cercarti. Poi, non sapendo più cosa fare, sono ritornato qui per chiedere a Diego di aiutarmi. Ma per fortuna tu sei già qui. Vieni, dobbiamo parlarci.

Patrizia

No, Filippo! Credo che tra noi due non ci sia più nulla da dire. Ormai è tutto chiaro.

Godfrey

(a parte) A me non è chiaro nulla!

Patrizia

Sono stata una sciocca a credere nel tuo amore per me!

Evelyn

(a parte) Dunque è lei?!

Patrizia

Non avrei mai immaginato che, per salvare l’albergo, avresti potuto fare un matrimonio d’interesse.

Filippo

Patrizia, non capisco… Che cosa dici?… di quale matrimonio parli?

Evelyn

Credo di poter dare io una spiegazione a tutto, don Filippo.

Godfrey

Tuuu?… E cosa c’entri tu in tutta questa storia d’amori, matrimoni… e fantasmi?…

Evelyn

Papà, ti prego; lasciami dire. Vede, signorina Patrizia?… credo proprio che lei sia vittima di un grosso equivoco.

Patrizia

Equivoco, vero? Ma se lei stessa mi ha detto che don Filippo avrebbe annunciato il suo matrimonio dal momento che le ha dichiarato di essere innamorato!

Evelyn

Infatti, io, non le ho detto chi fosse la donna di cui don Filippo mi dichiarò d’essere innamorato… perché neppure io sapevo chi fosse. Per quanto concerne il matrimonio, invece, beh, questa fu una mia logica supposizione.

Patricia

E il bacio che lei gli stava dando quando io sono entrata?… 

Godfrey

Un bacio?… Evelyn?!…

Evelyn

Oh!… Se un bacio potesse dimostrare il vero sentimento con il quale è dato, Giuda non avrebbe tradito. No! Si tranquillizzi. il mio fu soltanto un bacio di stima dato ad un uomo disposto a sacrificare ogni cosa, pur di restare accanto alla donna che ama. Quest’uomo è don Filippo, signorina Patrizia, e la donna che ama è lei.

Patrizia

(rimasta basita) Filippo, io…

Filippo

No! non dire nulla! Sapevo che le circostanze mi avrebbero fatto apparire diverso ai tuoi occhi. Per questo ti ho cercata disperatamente, per darti, appunto, questa spiegazione. Ma ora è tutto finito.

Godfrey

Finito un corno! (rivolgendosi a Diego) Non crede, signor Diego, che abbia diritto anch’io ad una spiegazione? Se questi sono i fantasmi, o meglio “le fantasme”, come lei dice… si sono “conservate” veramente bene! Non trova? 

Filippo

Mister Godfrey, cos’è questa storia dei fantasmi?

Godfrey

È a lui che lo deve chiedere, non a me! È lui che mi ha raccontato che in quest’albergo vi sono dei fantasmi che la perseguitano; è lui che mi ha detto che lei voleva vendere l’albergo soltanto per liberarsi da questa maledizione; è lui che mi condotto qui, in piena notte, per assistere alle “danze rituali” di questi pseudo fantasmi. È lui, dunque, che dovrà fornirmi un’esauriente spiegazione.

Filippo

Diego?… possibile che tu possa aver combinato tutto questo?… E perché?

(Diego fa per parlare ma Patrizia interviene)

Patrizia

Filippo, ti prego, ascoltami. Anche lei, Mister Godfrey. Diego non ha altra colpa che quella di avermi voluto aiutare.

Filippo

Aiutare?… Aiutare in che cosa?

Evelyn

Coraggio, Patrizia. Dica la verità; quella che io già conosco.

Godfrey

Cosa?… Tu sai di che si tratta?

Evelyn

Sì! Diego mi ha raccontato tutto.

Godfrey

Ah!…

Filippo

Dunque, patrizia, di che si tratta?

Patrizia

Tempo fa  inviai delle lettere, in Europa, ad alcune agenzie teatrali proponendo uno spettacolo di varietà legato al nostro folclore brasiliano. Una di queste agenzie, non solo mi ha risposto in breve tempo, ma ha anche inviato un contratto con il quale assicura una tournèe di sei mesi in tutta Europa e con un cachet di 500 mila sterline.

Godfrey

Come, come?…

Patrizia

Gia da un pezzo, con le ragazze e i ragazzi dell’albergo, provavamo il nostro show in questa stanza, di notte, quando tu andavi via. Poi sono arrivati Mister Godfrey e Miss Evelyn. Cosicché, Diego, ha escogitato uno stratagemma per farci continuare le prove e far sì che Mister Godfrey si spaventasse e non acquistasse più quest’albergo.

Filippo

Ma perché non mi hai parlato subito di questo contratto?… E, in ogni modo, perché non volevi che io vendessi l’albergo?

Patrizia

Perché, con il guadagno degli spettacoli, avevamo deciso di pagare noi la banca e salvarti, così, la proprietà.

Evelyn

Una gran dimostrazione d’amore e d’altruismo. Papà? Non credi che questa gente ci abbia insegnato qualcosa?

Godfrey

Non esattamente, figlia mia… Non esattamente. (rivolgendosi a Patrizia) Io credo, signorina Patrizia, che se lei non avesse avuto l’opportunità di quel contratto, non avrebbe neppure pensato di  potere aiutare don Filippo. Non è così?

Patricia

Purtroppo sì, Mister Godfrey. I miei modesti risparmi non me l’avrebbero consentito.

Godfrey

Dunque, può benissimo asserire che l’agenzia che le ha inviato quel contratto, sia pure casualmente, è stata provvidenziale.

Patricia

L’offerta contrattuale, senza alcun dubbio, lo dimostra.

Godfrey

Ha per caso qui quel contratto, signorina?

Patrizia

(prendendo il contratto da una tasca) Lo porto sempre con me.

Godfrey

Le dispiacerebbe dirci qual è l’agenzia che gliel’ha inviato? 

Patrizia

(leggendo) È una agenzia di Londra e si chiama “Higgins & Higgins”.

Evelyn

(sorpresa) È la nostra società!…

(stupore di tutti)

Godfrey

Immaginavo che non poteva trattarsi di un “doppione”. Ebbene sì, cara figlia; quel contratto è stato inviato da me circa un mese fa. Non ti ho detto nulla perché tra una settimana è il tuo compleanno e volevo farti una sorpresa il giorno in cui la signorina Patrizia sarebbe arrivata con il suo spettacolo alla tua festa. Inoltre, cara figliola, io ho sempre saputo delle tue aspirazioni artistiche; per questo motivo volevo acquistare l’albergo: per farlo diventare un “centro di produzione internazionale” del varietà brasiliano in cui tu saresti diventata la Regina delle vedette.

Evelyn

Papà… sei grande!…

Godfrey

(guardandosi) Sì!… Abbastanza. Bene! A questo punto non mi resta che farle una proposta, don Filippo.

Filippo

L’ascolto, Mister Godfrey.

Godfrey

Al fine di realizzare questo mio progetto, sarebbe disposto ad affittarmi l’albergo?

Filippo

Ma, veramente io…

Godfrey

Resta inteso che per pagare il suo debito alla banca io le anticiperei la cifra che occorre e che poi scaleremo, anno per anno, con il canone d’affitto. Inoltre propongo a lei, alla signorina Patrizia e a tutti questi splendidi “fantasmi”, di volermi allestire uno spettacolo l’anno, che io farò girare per il mondo intero, offrendovi le stesse vantaggiose condizioni poste in quel contratto già in possesso della signorina Patrizia.

Filippo

Io credo, Mister Godfrey, che soltanto un pazzo potrebbe non accettare questa sua proposta.

Godfrey

Dunque, accettate?

Filippo

(sguardo d’intesa con patrizia) Accettiamo! (stringe la mano a Godfrey)

Ballerine

Evviva!… Evviva!… Presto, presto!… Andiamo a portare la lieta notizia a tutti!… (escono frettolosamente)

Evelyn

Papà!… E Diego?

Godfrey

Non mi parlare di quel “coso”!

Evelyn

Papà, ti prego! Non devi più chiamare in questo modo il tuo futuro genero.

Godfrey

Cooosaaa?…

Evelyn

Hai capito benissimo!

Godfrey

Ma, dico: ti rendi conto che costui è un imbroglione, un bugiardo, un truffatore?…

Evelyn

Mi rendo conto che quest’uomo viene da te insultato soltanto per essere stato altruista, per avere cercato di aiutare due giovani che si amano, senza nessun altro interesse se non quello della riconoscenza e dell’amicizia. Per questo, se prima intendevo sposarlo per un mio preciso scopo, ora desidero che diventi realmente mio marito. E poi, papà… lui è così divertente!…

Godfrey

Beh!… io, però, non mi diverto affatto con lui.

Diego

Ha ragione, Mister Godfrey!… Anch’io, più che con lei, preferisco divertirmi con sua figlia.

Godfrey

Non dire altre sciocchezze che potrebbero peggiorare la tua situazione. Piuttosto dimmi: cosa sai fare?

Diego

Tutto, Mister Godfrey.

Godfrey

Sì, ma tutto cosa?

Diego

So guidare l’automobile, rispondere al telefono, prendere appunti…

Godfrey

Sì, va bene… va bene!… Tutto questo non m’interessa. Dimmi, hai mai fatto qualche corso?

Diego

Ah, si, si!… Certamente! Ho fatto tutti i corsi, le vie e le piazze di questa città.

Godfrey

Non intendevo dire questo!… Dimmi: te la sentiresti di girare intorno al mondo?

Diego

Non ne vedo la necessità, Mister Godfrey.

Godfrey

E perché?

Diego

Perché, dato che il mondo gira… sarà lui a girare intorno a me.

Godfrey

Ma allora… sei proprio stupido?

Diego

Allo stato più puro!

Godfrey

Bene! Da questo momento sei mio socio in affari.

Diego

Cosa?… Io socio… Evelyn, hai sentito?… Io socio!…

Filippo

(avvicinandosi a Godfrey) Davvero non la capisco, mister Godfrey. Prima afferma che Diego è uno stupido… e poi lo prende come socio?

Godfrey

Mio caro amico, negli affari è sempre meglio… avere dei soci stupidi. Bene! Ora non c’è tempo da perdere. Bisogna continuare le prove interrotte. Tra una settimana partiremo tutti insieme per Londra… e poi via, in giro per il mondo.

(entusiasmo di tutti)

Filippo

(avvicinandosi a Diego) Diego?!

Diego

Don Filippo?

Filippo

Secondo te, è tutto vero quello che c’è accaduto?

Diego

Ma! Chi lo sa? Forse sì… e forse no!

Filippo

Dimmi la verità, Diego: tu credi ancora nelle favole?

Diego

Certamente no, don Filippo! Però credo… in chi le ama ancora.

BALLETTO (“VID GAL”)

FINE